Anno 4 — luglio/agosto 2010
PPPPuuuunnnnttttoooo & VVVViiiirrrrggggoooollllaaaa
Punto a capo
+4
Notiziario interno del Coordinamento Nazionale FISAC-CGIL Intesa-Sanpaolo — Supplemento Area Lazio
Anno 4 — luglio/agosto 2010
Continua l’aggressione ai diritti del lavoro
Le barricate di Melfi
I
di X. Xxxxxxxx
l governo del (dis)fare, superate le baruffe estive, prosegue nell’incessante opera di de- molizione dello stato sociale, come da pro-
gramma.
Da metà agosto, i sei maggiori canali televisivi nazionali ci comunicano sistematicamente che l’impegno economico per le pensioni è ormai pari al 15% del pil, un livello eccessivo per il nostro Paese (poco importa se i vari dirigenti INPS, in più occasioni, hanno confermato che i conti dell’Ente sono in ordine e
quindi i fondi, se mancano, sono stati indebitamente utilizzati in altri capitoli di spe- sa, per respon- sabilità dell’Ese- cutivo): quindi le prepotenze e gli allungamen- ti, imposti dall’ultima fi- nanziaria a tutti i lavoratori, sarebbero già insufficienti.
Ojpjop
Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo pag. 1
Il 26/8, Xxxxxx Xxxxxxxx, in un intervento pubblico, ha dichiarato che la 626 (la legge per la sicurezza sul lavoro) è un lusso che l’Italia non può permet- tersi! – Quello stesso giorno, nel nostro Paese, tre persone morivano per incidenti sul lavoro (forse davvero non possiamo permetterci la 626: servirebbe una legge ben più rigorosa in materia). Dopo gli atteggiamenti muscolari mostrati dalla FIAT negli ultimi mesi (sei operai licenziati in vari stabilimenti), Xxxxxx Xxxxxxxxxx, dal meeting di C.L., ci fa sapere che il treno dell’economia sta passando e non fermerà la sua corsa (certo in Polonia, India e Cina la sua marcia è più scorrevole, mancando gli intralci rappresentati da codici, norme, diritti e contratti). Intanto, secondo il quotidiano La Repubblica (27/8/10), Federmeccanica (su pressione di FIAT) si starebbe preparando a disdire con un anno di anticipo il contratto di categoria, probabilmente il prossimo 7 settembre: staremo a vedere.
Appare evidente, dopo queste premesse, come il braccio di ferro di Melfi, con la FIAT contrapposta a tre operai, abbia risvolti ben più ampi di una
Punto a capo -
(Continua a pagina 2)
Gioco di squadra
O
Per svilupparlo servono affiatamento e gratificazione
sannato costantemente da oltre vent’anni nelle riunioni aziendali promosse dai vari capi e capetti di turno, sbandierato come soluzio-
ne strategica per qualsiasi problema negli incontri ufficiali, indicato come unica strategia vincente dai comunicati aziendali, il team, il gruppo, la squadra, qualunque sia l’appellativo che si vuole usare, ha assunto progressivamente una rilevanza sempre crescente negli anni: almeno nominalmente.
Il concetto di per se è abbastanza semplice: se le
attenzioni, le iniziative e l’impegno di una compagine sono congiuntamente concentrati su un comune risultato, l’obiettivo finale potrà essere raggiunto più agevolmente, in tempi più brevi e con maggiore soddisfazione, rispetto a realtà dove i vari componenti si muovono in modo disorganico, scoordinato o addirittura antitetico.
Concetto semplice, elementare, lapalissiano a cui
oramai tutte le aziende si richiamano.
Ma la “squadra”, per sviluppare un gioco costruttivo, ha bisogno di allenamento, affiatamento e gratificazioni.
Innanzi tutto, per stare bene in campo, servono organici adeguati. Le filiali minimali, sempre alle prese con problemi di personale, sempre in affanno nei periodi estivi (ma non solo), sempre in attesa di una sostituzione o di un rinforzo che manca da mesi (a volte da anni!) sono quelle che soffrono di più: non ci si può ricordare di loro quando si pretendono risultati, dimenticandole completamente, invece,
Kjhjnklnj Oihoioij
E inoltre... | |
La città di Roma e la crisi che | Banche in crisi 2 |
non c’è (pag. 4) | XXXXXX in lotta (pag. 6) |
Banche in crisi 1 | Lettera al Capo dello Stato |
Gruppo Delta (pag. 5) | dal blog Agile workers (p. 8) |
(Continua a pagina 2)
Le barricate di Melfi
(continua da pag. 1)
semplice causa di lavoro, e nasconda, invece, la volontà di perseguire nuovi vantaggi per le imprese, indebolendo i lavoratori. Si vuole ricercare un nuovo punto di equilibrio: stabilire, cioè, se le grandi aziende economiche, che già impongono le loro decisioni all’intero mondo, debbano an- cora sottostare alle leggi ed ai regolamenti del Paese ospitante, o se invece possano loro divenire i soggetti che quelle stesse norme determinano, decidono e affermano, com’è accaduto a Pomigliano, agendo al di sopra delle parti sociali, al di sopra dei soggetti politici, oltre gli Stati e, qualora servisse, oltre le normative comunitarie ed internazionali.
Lo scontro in atto, dunque, serve a stabilire chi comanderà nei prossimi anni, a rafforza- re (anche in Italia) il ruolo delle multinazio- nali come aziende padro-
ne del mondo, col diritto di decidere del futuro di milioni di lavoratori, del loro destino, della vita loro e dei loro figli.
- O si fa così, o delocalizzo. O così o la fabbrica chiude! Pronti ad uscire da Confindu- stria! Invitiamo i tre operai a non presentarsi in fabbrica. Li paghiamo in attesa dell’esito del ricorso, ma è diritto dell’azienda non farli lavorare. - Le prese di posizione di FIAT, che
hanno alzato oltremodo i xxxx dello scontro in atto, col Governo spettatore tutt’altro che imparziale, stanno spingendo la partita verso un punto di non ritorno per FIAT, per il Paese, e per tutti i lavoratori (a qualsiasi categoria essi appartengano).
In questo confronto non sono possibili situazioni d’indifferenza, non sono accettabili posizioni di neutralità: o si sta da una parte o dall’altra della barricata, perché lo scontro in atto è spietato e destinato a sovvertire gli equilibri preesistenti.
Il nuovo padrone è più impersonale, più sfuggente e più feroce. E’ lui che detta l’agenda: è lui che disdice i contratti, che sfida Governo, Magistratura e Sindacato, è lui che oltrepassa i limiti, ignorando accordi, rifiutando confronti; pronto a scrivere nuove regole in FIAT, come in Confindustria, come anche in ABI: è il trionfo del Capitale rispetto al Lavoro, alla Società, alla Nazione. Nel frattempo riparte il campionato...
Il Xxxx Xxxxxx di turno, dopo l’impegnativa campagna acquisti della Juventus, potrà fi- nalmente rilassarsi seguendo le partite della
Gioco di squadra
(continua da pag. 1)
quando chiedono un aiuto, in questo schema perverso in cui i responsabili commerciali ignorano quanto fatto (o non fatto) dai responsabili delle risorse umane.
Il “gruppo” poi si costruisce e si sviluppa ponendo la massima attenzione agli equilibri interni, alle aspettative dei singoli, alle necessità degli individui.
Quale apporto costruttivo fornirà quel lavoratore cui è stato rifiutato un rinnovo di part-time, una richiesta di trasferimento, un’aspettativa per motivi familiari o di studio?
Quale senso di appartenenza svilupperà quell’impiegato che si è visto negare la rinegoziazione di un mutuo, il permesso per il funerale del suocero, o mezz’ora per un esame del sangue?
Quale collaborazione offriranno quei dipendenti che hanno subito un abbassamento delle proprie note di qualifica, a volte in presenza di risultati di filiale in
miglioramento rispetto all’e- sercizio prece- dente, spesso senza neanche un colloquio in corso d’anno
col proprio superiore ge- rarchico? E per quei lavoratori cui è stato respinto il ricor- so sulle note di valutazione (nella nostra
area, quasi tutti), anche la dove la rettifica di qualche voce, l’innalzamento di qualche casella non avrebbe comportato alcuna variazione in termini economici, ma solamente una soddisfazione morale, un riconoscimento (sia pur tardivo) all’impegno profuso, quest’area è certa che l’atteggiamento intransigente mostrato produrrà risultati migliori rispetto a toni più concilianti?
La serenità dei propri componenti è indispensabile all’equilibrio del “team”, ma gli atteggiamenti aziendali devono contribuire coerentemente a rafforzarla: a volte
questo non si è verificato.
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- La modifica unilaterale, apportata da Intesa Sanpaolo, alle condizioni di prestito per i dipendenti, è stato il primo momento di grave caduta della credibilità aziendale relativamen- te al rispetto degli impegni presi. A questa vicenda ne sono poi seguite altre, gestite in maniera non sempre cristallina e che hanno lasciato l’amaro in
sua squadra del cuore… A lui forse, davvero,
le barricate non interessano.⬛
bocca.
- La recente vendita di sportelli al Credit Agricole, un’operazione non dettata da fattori esterni (antitrust o quant’altro), ma derivante da una decisione finanziaria aziendale, che su Roma e provincia coinvolge
27 punti operativi. Sulla questione ci saremmo aspettati un approccio diverso, sia da parte dei dirigenti nazionali che di area: maggior considerazione per le donne e gli uomini coinvolti nell’operazione, maggior rispetto per le loro sensibilità; magari un’informazione preventiva, già dallo scorso febbraio, sulle possibili
agenzie interessate, e oggi una diversa atten- zione alle loro esigenze, senza ghettizzazioni. Ma il 24 giugno, a Roma, due giorni dopo l’annun- cio ufficiale delle cessioni, i rappresentanti aziendali ancora non sapevano nulla sulle modalità pratiche di attuazione del passaggio… La squadra non può essere vissuta come una cassetta di limoni: oggi spremuti e domani buttati via.
- La vicenda paradossale del sistema incentivante. Nel 2009, come ogni anno, Intesa Sanpaolo stabilisce i criteri per distribuire salario aggiuntivo; successiva- mente annuncia modifiche agli stessi che
permetteranno maggiori gratificazioni. In pri- mavera dichiara che detti premi verranno pagati a maggio, poi si corregge: a giugno; poi rettifica ancora (parte a giugno e parte non si sa quando, forse entro l’anno). Come dire: l’azienda se la canta, se la suona e la stecca pure…
- Gli eterni, incomprensibili, ingiustificabili ritardi sul pagamento di alcune indennità: le sostituzioni dei direttori (non pagate da oltre un anno) o gli assegni familiari che dopo luglio tardano sempre qualche mese per tornare in busta paga. Oltre al mancato percepimento di un diritto dovuto, questi disguidi rappresen- tano un’autentica mancanza di rispetto verso il lavoratore.
Tutte le considerazioni sin qui formulate, chiariscono come, in mancanza di atteggia- menti aziendali coerenti, la stabilità e serenità del team possano essere compromesse; c’è
però da fare un’ultima osservazione. Lo stress da risultato a cui vengono sottoposti i direttori dei punti operativi rischia di produrre conseguenze disastrose.
I direttori delle filiali sono i destinatari delle attenzioni (non richieste) di responsabili e referenti di area: osannati in presenza di risultati apprezzabili, incalzati e insolentiti quando i numeri non danno loro ragione. In un periodo congiuntu- rale come l’attuale, in cui i terrorizzati risparmiato- ri preferiscono non fare, e il collocamento dei prodotti langue, le pressioni su questi soggetti, a
volte giovani con poca esperienza, a volte operanti in filiali medio piccole, e quindi scarsamente strutturate, sono causa di comportamenti con- troproducenti. Ci sono direttori che si caricano qualunque problema sulle proprie spalle, sforzandosi di tappare tutti i buchi, tutte le falle presenti con le proprie limitate forze: è il direttore “tuttologo”, sosti- tuisce il gestore, apre cassa, cura l’amministrativo, carica il personale, telefona ai clienti, istruisce mutui e, in breve tempo, rischia l’ictus o l’infarto.
Ci sono poi responsabili di agenzia che, non riuscendo ad ammortizzare le pressioni subite, le riversano sui propri collaboratori, spesso accompa- gnandole con strepiti, urla e crisi isteriche: è il direttore “stressato”, quello che spacca lo spogliatoio, ormai inadatto a
gestire il gruppo; potrà forse, inizialmente, col suo atteggiamento da duro, ottenere qualche effimero risultato ma, in breve tempo, si ritroverà solo, abbandonato e isolato dalla compagine.
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E’ auspicabile che l’azienda e l’area riflettano su tutto questo, onde evitare di ritrovarsi col capitano come unico giocatore in campo, che para, crossa, dribbla ed infine, se ha ancora fiato, tira in porta. Potrà anche segnare qualche goal, ma salvarsi sarà tremendamente difficile.⬛
I
La città di Roma e la crisi che non c’è
l luogo comune sui bar e ristoranti sempre affollati e sulla crisi che, almeno nella nostra città, non esiste, sparirebbe all’istante se gli attori di tanti fastidiosi sproloqui avessero l’onestà e la voglia di guardarsi intorno per informarsi su quanto sta
realmente accadendo.
Quello che segue è solo un piccolo e, certamente, parziale elenco delle tante realtà lavorative presenti
nel nostro
territorio in situazione di grave difficoltà.
In tutti i casi possibili, si è fatto ricorso agli ammortizzatori sociali (procedure di mobilità, cassa integrazione, con- tratti di solidarie- tà), ma ci sono anche situazioni in cui le aziende hanno licenziato o sono fallite, e vicende come quella della società AGILE (ex Xxxxxxx) su cui è al lavoro la magistratura.
E i lavoratori intanto…
Aziende metal meccaniche
SIELTE – ITALTEL – MULTIVENDOR - SUN MICROSYSTEM – EDS – ENGENEERING – ELEA
– SIRAM – TECNOBUS – GETEC – DTTS – CON- SEDIN - CM SISTEMI - BUSINESS-E – Informa
- Praxis Calcolo - ITIC TELECOM - Appalti TELE- COM - OCE’ - FORD CREDIT – DEVOTEAM - NES PRO – GFI - COMDATA TECH.
Strutture sanitarie Santa Lucia
Enti di ricerca ISPRA
Banche e Finanziarie
GMAC - FONSPA - Gruppo Delta
Trasporti
Cersi Service – Soc. ATER – Xxxxxx Bus Service – IFC WORLDWIDE CARGO – DHL EXPRESS (Italy)
Commercio e Servizi
Coop Tabaccai – PRECA BRUMMEL – SI.DI. – DIEMME – ELLISSE (Gruppo CONAD) – BRAIN FORCE – CONFORM – ELLEMME – CARREFOUR –
SCC - Raffaello - Teleperformance
Telecomuni- cazioni e Spettacolo AGILE (ex EUTELIA)
- UPC - TILS
– BT Italia – XXXXXXX –
OMNIA –
LUNEUR –
PROXIMA – FILMASTER – E-CARE – Enti
lirici e teatra- li.
Oltre ai posti di lavoro “ufficiali” persi, andrebbero poi computati tutti quelli a nero già da tempo scomparsi nell’edilizia,
nel commercio, nell’industria.
Si cominciano poi a sentire gli effetti depressivi delle disposizioni approvate con l’ultima legge finanziaria che, tra l’altro, predisponeva tagli agli enti locali (Regione, Provincia e Comuni), tagli alla scuola, alla sanità, all’università. Oltre a peggiorare la qualità dei servizi per i cittadini, i nuovi provvedimenti impediranno il rinnovo di tanti contratti di lavoratori a tempo determinato, xx.xx.xxx, contratti a progetto, discontinui: le manifestazioni e gli scioperi della fame degli insegnanti, in questi giorni, sono la prima avvisaglia della tempesta che si sta avvicinando. Infine è bene ricordare che gli interventi di cassa integrazione ordinaria, attivati nel 2008, sono ormai prossimi ad esaurire il loro, sia pur mode- sto, effetto: ma, per un lavoratore privo di reddi- to, anche poche centinaia di euro sono vitali.⬛
Banche in crisi a Roma
Gruppo Delta – 500 posti di lavoro a rischio
I
l gruppo Delta è composto da 23 società appartenenti alla Cassa di Risparmio di San Marino. Il gruppo è andato in crisi nel 2009,
in seguito alle inchieste della magistratura e della guardia di finanza su presunte attività irregolari della capogruppo. Le aziende coinvolte sono state poste in amministrazione straordi- naria sotto il controllo diretto dei commissari nominati dalla Banca d’Italia. La maggioranza dei lavoratori sono concentrati a Bologna e Roma. Per un settore delle attività (credito al consumo) esisterebbe un interesse all’acquisi- zione da parte di Intesa Sanpaolo.
Il comunicato sindacale sull’accordo del 12/6/10 Sottoscritto, nelle prime ore di sabato 12 giugno, dalle XX.XX. di categoria l’accordo quadro con i commissari del Gruppo DELTA, in amministrazio- ne straordinaria. Una crisi di assoluta gravità, se si eccettuano le grandi crisi degli istituti creditizi meridionali nella metà degli anni 90, che, però, erano state affrontate con strumenti legislativi ad hoc che, pur prevedendo sacrifici per i lavora- tori, non avevano messo in discussione il posto di lavoro. Circa 500 lavoratori, esposti al rischio di restare da subito senza posto di lavoro e sen- za alcun sostegno al reddito, ove non fosse inter- venuto l’accordo che consentirà l’accesso alle prestazioni del recente ammortizzatore di settore (due anni di sostegno al reddito dei lavoratori bancari licenziati). Lavoratori e lavoratrici del Gruppo, tantissimi giovani ben preparati e fortemente motivati, molte donne, tutti stanno reagendo con consapevolezza e partecipazione. Un gruppo di 23 società, che pareva avere il “vento in poppa”, precipitato in una crisi, le cui cause e responsabilità andranno definitivamente accertate e adeguatamente sanzionate dalle autorità di vigilanza e dalla magistratura. Una crisi che i commissari, le banche creditrici e la proprietà hanno il compito di traghettare verso una tempestiva soluzione, tenendo bene presenti i pesanti effetti sociali sulle persone e sul territorio delle loro decisioni. Da istituzioni, autorità di vigilanza, aziende bancarie e associa- zione di categoria attendiamo, anche nello spirito delle intese per l’occupazione, sottoscritte il 16 dicembre 2009, risposte concrete all’impegno delle organizzazioni sindacali e interventi per risolvere la crisi del Gruppo, in primis, per dare occupazione stabile e qualificata ai lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro. Sono in corso le assemblee dei lavoratori sull’accordo firmato
con i commissari. Dal 1° agosto p.v. partiranno le procedure di legge per i licenziamenti collettivi. Il sindacato di categoria è unito e sosterrà i lavoratori del Gruppo.
Il comunicato del 06/08/2010
È stato raggiunto l’accordo sul personale in mobilità di 15 Aziende del Gruppo Delta che hanno attivato le procedure di mobilità per licenziamento collettivo. La situazione comples- siva del Gruppo Delta risulta così determinata: organico 522 dipendenti, personale in esubero 369, personale restante 153 con un aumento di sette dipendenti rispetto all’accordo dell’11 giugno scorso. Gli accordi sono stati finora sottoscritti da Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Dircredito, le XX.XX. che hanno concluso que- sta mattina le trattative con i Commissari stra- ordinari, dopo l’emanazione da parte dell'INPS delle procedure per l'accesso alla nuova Sezione Emergenziale dell’ammortizzatore di settore. La prima e più consistente parte dei licenziamenti collettivi riguarderà le reti Reteplus e Carirete; per le altre società del gruppo si procederà in base a quanto previsto dagli accordi, dal piano industriale della newco e in relazione a possibili acquirenti di attività in liquidazione, fra cui la Sim. I lavoratori licenziati accederanno alle prestazioni a sostegno del reddito garantite dall’ammortizzatore sociale di settore per 24 mesi. Possibile diversa prospettiva per i lavoratori di Bentos e Sedicibanca: sul tavolo c'è la proposta di Intesa Sanpaolo per un ricollocamento al lavoro di personale che va oltre il numero dei dipendenti delle due società e che riguarderebbe anche buona parte dei lavoratori in mobilità. Prossimo appuntamento l’8 settembre per concludere le ulteriori procedure di mobilità e valutare gli esiti della proposta per Xxxxxx e Sedicibanca. Assemblee saranno effettuate tempestivamente, ovunque possibile, in relazione al periodo di ferie.⬛
B
Banche in crisi a Roma FONSPA: 30 mesi di lotte
reve cronistoria di un’azienda un tempo sana. Febbraio 2000 COMIT e CREDIT, proprietarie del FONSPA, dichiarano l’azienda non più stra-
tegica per le loro attività future.
Gennaio 2001 Dopo cinque mesi di trattative, rag- giunto l’accordo con le XX.XX., il Fonspa, non più quotato in borsa, riparte con una nuova attività (master servicer per le operazioni di cartolarizzazioni) e con un nuovo “esiguo” capitale sociale (circa 6mln Euro). Nuovo proprietario è un Fondo che fa riferi- mento a Banca Xxxxxx Xxxxxxx. Banca d’Italia auto- rizza il passaggio di proprietà poiché Xxxxxx Xxxxxxx fa da garante per la tenuta dell’operazione. I vecchi azionisti assorbono circa 60 lavoratori in esu- bero e mettono a disposizione della Banca un “Fondo di ristrutturazione” di 30 mld di lire.
Giugno 2002 Il Fonspa vende il suo palazzo storico. La decisione viene motivata, tra l’altro, dall’esigenza di vendere un immobile che la banca non può più per- mettersi visto l’esiguo capitale sociale. Acquirente un Fondo immobiliare di Xxxxxx Xxxxxxx che poi rivende- rà a un altro fondo immobiliare di Pirelli RE (legata a Xxxxxx Xxxxxxx da rapporti di
sinergia). Fonspa stipula (tramite PRIMASS, società immobiliare di cui è unico a- zionista) un contratto d’affitto per la sede.
Ottobre 2002 La SIB – Ser- vizi Immobiliare Banche entra a far parte del gruppo banca- rio del Fonspa al fine di dare un servizio a 360° nel settore della gestione dei crediti car- tolarizzati. SIB, infatti, ha la struttura adatta per operare come “special servicer”. Ottobre 2003 I Lavoratori del Fonspa scendono in scio- pero per richiedere prospetti-
ve per la propria azienda. L’attività di master servi- cing non decolla e si chiede la ripresa dell’attività cre- ditizia. E’ il primo sciopero mondiale di una società controllata da Xxxxxx Xxxxxxx.
Dicembre 2003 In una lettera, il Presidente di Mor- gan Xxxxxxx Xxxxxx, riafferma che Fonspa è strategico per la multinazionale.
Anno 2005 L’anno migliore. Viene definito un proget- to di collaborazione per l’erogazione dei mutui ai clienti di Banca Mediolanum. A dicembre viene acqui- sita una cartolarizzazione di crediti da BNL.
Giugno 2006 Viene ceduta a Pirelli la quota di parte- cipazione del Fonspa in SIB che, nel frattempo, si è iscritta al registro 107 del TUB (Testo Unico Bancario) e può operare anche come Master Servicer e quindi in concorrenza al Fonspa stesso.
Fonspa viene venduto dal Fondo alla Banca Xxxxxx Xxxxxxx. C’è una piccola ricapitalizzazione (il capitale sociale è ora di circa 12 mln di euro) e la sua princi-
pale attività diviene quella di erogazione dei mutui. Per il rilancio dell’azienda vengono assunti nuovi diri- genti.
Marzo 2007 Viene presentato alle XX.XX. un busi- ness plan (certificato da Londra, centrale europea di Xxxxxx Xxxxxxx) che prevede l’erogazione di 3.000 mln di euro di mutui nel 2007, 2008, 2009.
Aprile 2007 Viene reso praticamente inoperante l’ac- cordo con Banca Mediolanum il cui apporto di mutui era parte integrante dei 3.000 mln da raggiungere.
Giugno 2007 Viene stipulato un contratto di affitto per l’apertura di una sede nel centro di Milano. Luglio 2007 La direzione comunica alle XX.XX. che la sede del Fonspa verrà trasferita in un palazzo di Cine- città 2. Vengono addotte motivazioni economiche.
Ottobre 2007 Con una decisione senza precedenti, la direzione licenzia in tronco un quadro di IV livello e ne sospende due per dieci gg. Xx Xxxxxxxxxx viene conte- stato di aver procurato danno all’Istituto nel sottovalu- tare le risposte alle richieste dell’Agenzia delle Entrate. In realtà, a Fonspa, l’intendenza di Finanza contesta due omissioni ed eroga due multe per un totale di cir- ca 1.000 euro. L’argomento in questione, che ha ri- guardato l’intero mondo bancario, ha visto l’intervento dell’ABI che ha, di fatto, bloccato le sanzioni che a- vrebbero investito tutto il settore, ma l’Istituto non ritira i provvedimenti disciplinari. I Lavoratori scendo-
no di nuovo in sciopero.
Novembre 2007 L’esercizio si chiude con 16 mln. di perdite. Dall’inizio dell’era M.S. è il primo anno che si chiude in perdita. L’azioni- sta ripatrimonializza per 10 mln
Dicembre 2007 La direzione comunica che il trasferimento nella nuova sede non si farà e che la sede di Fonspa rimarrà per un altro anno quella di sempre. Il contratto in scaden- za a giugno 2008 verrà prolungato sino a giu- gno 2009. La vicenda diviene paradossale: da proprietario di un immobile Fonspa dovrà pa- gare a caro prezzo l’affitto per un anno dello stesso immobile aderendo alle condizioni dell’- attuale proprietario che si fa forte del fatto che, inopinatamente, la banca è rimasta priva di una sede. Inoltre, Fonspa, dovrà farsi cari- co, probabilmente, delle spese per gli inter-
venti di miglioria ed adeguamento effettuati in quella che doveva diventare la nuova sede oltre ad una pre- sumibile penale per il ripensamento effettuato. Para- dossale il fatto che, nonostante il contenimento dei costi, l’azienda continui a pagare l’affitto di una sede in pieno centro di Milano mai resa operativa.
Febbraio 2008 Da New York, sede centrale di Xxxxxx Xxxxxxx, arriva la decisione di uscire dal mercato dei mutui ipotecari. Fonspa viene messo in vendita.
Maggio 2008 L’azienda comunica alle XX.XX. che, a prescindere dalla vendita, dalle future attività, dalla futura sede di lavoro, sono previsti esuberi di persona- le. Il giorno 30, viene dichiarato un nuovo sciopero.
Giugno 2008 L’azionista rifiuta ogni confronto con i sindacati. L’azienda interrompe la collaborazione con i broker impedendo di fatto lo sviluppo del Fonspa. Il
24.6 è approvata all'unanimità dal Consiglio del Muni- cipio di Roma XI la mozione di solidarietà alle lavora- trici e ai lavoratori del Fonspa presentata dal Consi- gliere Xxxxxx Xxxxxx.
Luglio 2008 Sciopero e manifestazione davanti al Palazzo dei Congressi durante l’Assemblea Annuale dei soci ABI. L’adesione dei lavoratori è totale.
Autunno 2008 L'11 settembre il Consiglio Provin- ciale di Palazzo Xxxxxxxxx discute e approva all'una- nimità la mozione presentata dal consigliere Iadicic- co, facendo proprie le parole d'ordine dell’ultima manifestazione. A inizio ottobre, l’azienda comunica via mail alle XX.XX. che è stato concluso l'accordo per la cessione a Banca Mediolanum del pacchetto di mutui originati dai clienti della banca lombarda.
Contemporaneamente l’azienda anticipa la conclu- sione dell’attività di master servicing per conto di Sagrantino e lavora per cedere anche i rimanenti mutui che restano sui libri di Fonspa.
Vista l’accelerazione da parte dell’a- zienda alla dismissione di tutte le atti- vità, il 7.10 le segreterie nazionali di DIRCREDITO – FABI – FALCRI - FIBA/ CISL - FISAC/CGIL – SILCEA - SINFUB
– UGL - UILCA scrivono una lettera a Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx, Chief executive – Country Head di Xxxxxx Xxxxxxx Italia, e a Xxxxxxx Xxxxxxxxx e Xxxx Xxxxxx- si, rispettivamente Presidente e Ammi- nistratore Delegato del Fonspa, per esprimere la preoccupazione circa il futuro della banca e le insistenti voci sulla imminente chiusura dell’azienda, con le conseguenti ricadute sul futuro dei lavoratori, e per chiedere un incon- tro urgente. Con un’azione senza pre- cedenti per il mondo del lavoro del sistema creditizio, le XX.XX. del Fon-
spa proclamano uno sciopero di quattro giorni con- secutivi dal 31 ottobre al 5 novembre, proseguiti poi in tre giorni di assemblea permanente. Delegazioni dei Lavoratori vengono ricevute dalla Regione Lazio, dal ministro Xxxxxxx e, qualche giorno più tardi, dal Ministero dell’Economia e da Palazzo Chigi. Durante i giorni dello sciopero, un incontro tra azienda e Se- gretari Nazionali delle XX.XX. non da’ esiti per l’at- teggiamento di chiusura da parte dei rappresentanti della direzione aziendale e dell’azionista. Viene po- sto in atto un patetico tentativo da parte dell’azien- da di mandare avanti le lavorazioni per la cessione dei mutui a Mediolanum inficiate dagli scioperi. Il tentativo fallisce e il processo subisce un ritardo. Il giorno 19 azienda e azionista vengono convocati da Provincia di Roma, Comune di Roma e Regione La- zio. Nell’incontro, cui partecipano anche i rappre- sentanti sindacali aziendali e nazionali e quelli dell’- associazione padronale di categoria, ancora una volta l’azienda si rifiuta di dare qualsiasi informativa ma chiede ufficialmente assistenza agli enti locali per l’individuazione di un possibile acquirente, an- che nell’intento di garantire i livelli occupazionali.
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Inverno 2008/09 Xxxxxx Xxxxxxx decide di avvia- re un processo di cartolarizzazione degli ultimi mu- tui rimasti sui libri contabili aziendali. Evidentemen- te, prima di disfarsi del fardello, la banca d’affari intende massimizzare i propri profitti.
Anche il mondo politico comincia a dare segnali di solidarietà ai lavoratori in lotta. Vengono presentate alcune interrogazioni parlamentari riguardanti il fu-
turo dell’azienda e l’operato dell’azionista alla Camera dei Deputati. A gennaio, le interrogazioni vengono pre- sentate anche al Senato.
L’azienda e l’azionista rifiutano di prendere in considera- zione alcune proposte di acquisto per il Fonspa prove- nienti da diverse controparti. Notizia confermata dell’-
A.D. e riportata dalla stampa specializzata. I Lavoratori denunciano questa anomala trattativa di vendita e tor- nano a manifestare per il loro futuro il giorno 27/1. A febbraio, la banca è costretta a riassumere il dipendente licenziato nell’ottobre 2007.
Primavera 2009 Continuano gli scioperi. Il 10 e 11/3 vengono tenuti due presidi a Piazza del Gesù, di fronte alla sede dell'ABI. I lavoratori ottengono la solidarietà di
molti colleghi di altre banche. Il giorno 9/4, le XX.XX. vengono ricevute dai rappresentanti della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma, i quali af- fermano che appoggeranno qualsiasi iniziativa imprendito- riale che rilanci l’attività crediti- zia del Fonspa mantenendo, nel contempo, i livelli occupazionali. Mentre prosegue l’ostinato silen- zio di direzione e azionista sull’- evolversi della situazione, filtra la notizia che Xxxxxx Xxxxxxx ha in atto delle trattative in esclusi- va con controparti che non ga- rantirebbero né la prosecuzione dell’attività creditizia né la terri- torialità né, tanto meno, il man- tenimento dei livelli occupazio-
nali. Le XX.XX. proclamano una raffica di scioperi ad oltranza. Il 5/5, la direzione comunica alle XX.XX. che le trattative sono aperte a tutti coloro che mostreranno concreta disponibilità all’acquisizione del Fonspa. Gli scioperi vengono sospesi.
Estate 2009 Nuove agitazioni a luglio. La direzione è costretta ad ufficializzare che le trattative con le contro- parti che non avrebbero garantito la cosiddetta T.O.C. (Territorialità, Occupazione e Credito) sono definitiva- mente cessate.
Anno 2010 Il 23/1 si svolge a Roma, a P.le degli Eroi, la manifestazione “Unire le lotte” insieme ai lavoratori del gruppo Eutelia Agile, anch’essi impegnati nella difesa del proprio posto di lavoro. Il 23/2 un ordine del giorno presentato dai lavoratori del FONSPA viene approvato all’unanimità dal congresso nazionale della FABI. Il 20/4 un ordine del giorno similare, viene approvato all’unani- mità al congresso nazionale della FISAC/CGIL. Nell’apri- le 2010, articoli di stampa riferiscono di un interessa- mento di Xxxxxx Xxxxxxx per Banca Fideuram: con uno specifico volantino, i sindacalisti FISAC di B.F. invitano i lavoratori a vigilare, ricordando proprio gli episodi che hanno caratterizzato la gestione del FONSPA da parte di Xxxxxx Xxxxxxx. Nel maggio del 2010, le XX.XX. inter- vengono nuovamente con l’azienda per chiedere chiari- menti sulle voci di cessione riportate dalla stampa, riaf- fermando le parole d’ordine irrinunciabili: Territorialità, Occupazione e Credito.
Le lotte dei lavoratori proseguono ancora.⬛
Dal blog FONSPA IN LOTTA
Lettera al Capo dello Stato
Dal blog Agile workers
Giovedì, 8 aprile 2010
Un dramma che si consuma tra le mura di un palazzo che non c'è, che non c'è mai stato. Uomini e donne senza futuro, feriti da un presente ignobile e annientati dalla malinconia di un passato glorioso. Scorre il tempo, lungo gli argini di un fiume ormai estinto, tra rocce acuminate e lava ardente, e una massa di sterco putrescente inquina irreparabilmente le loro esistenze. Si rovista nelle pieghe delle tasche alla ricerca anche solo di un nichelino da spendere in balocchi, si finge un sorriso di circostanza, ma il pensiero è sempre lì, sulla fine dei propri sogni. E lo sguardo dei potenti fugge altrove, perché è meglio che non si sappia. "Intervistate i ricchi", urla qualcuno: finisca nell'oblio la miseria, perché siamo felici, siamo forti e nessun pianga più le sue ragioni. "Lavorate e tacete, perché chi vuole può", urla chi si è arroccato su un castello di finta giustizia. Xxxxxxxxx i volti di plastica di uomini che neppure immaginano cosa sia il dolore di un regalo negato ai figli, di un Natale con i piatti vuoti e di un nuovo anno uguale a quello vecchio.
Egregio Presidente, non sono gli scenari di un'apocalisse lontana nel tempo, raccontata sulle pagine di un testo antico: sono parole scritte con le lacrime di chi sognava un futuro diverso, vittima dello scempio provocato da leggi inique che consentono di ridurre la gente in povertà. Gli imprenditori vittime della crisi piangono con i loro dipendenti, ed è giusto che sia così; ma chi ha rubato, oppure ha cercato di farlo, ora ride e si sfrega le mani, e sono solo gli altri a sprofondare nella melma.
Ho visto morire il sogno Xxxxxxxx: sono una delle tante carcasse ormai decomposte che Xxxxxxx ha passato ad Agile e Agile a Omega.
- Punto a Capo - Redazione:
xxxxxxxx.xxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxx.xxx
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Sono un uomo con tanti ideali, tanti interessi, ma defraudato della mia dignità di lavoratore e di essere vivente, calpestato, mortificato, umiliato, minacciato e anche deriso.
Sono derubato dei miei stipendi e la politica è rimasta a guardare; ho strappato le mie notti a un caldo giaciglio, trascorrendole in catene a piazza Barberini a Roma, e in cambio ho avuto la rabbia di uomini come me, che però non conosce- vano la mia realtà perché la stampa ha giocato con gli specchi deformanti.
Ho trascorso settimane barricato tra mura straniere, ho venduto arance per aiutare colleghi più poveri di me, ho lavorato tra pioggia e vento in un ufficio senza pareti e senza tetto, perché a Napoli, nella Sua bella Napoli, ci è stata rubata
anche la dignità di una sede dove aspettare la sentenza.
Credevo di avere ancora un posto in questa strana società che prende tanto e restituisce poco. Figlio di una guardia giurata e di una casalinga, ho studiato e lavorato, laureandomi e realizzando i sogni di chi non ha potuto farlo ma si è sacrificato perché ci riuscissi io. Ho lottato per i miei ideali, ho impegnato il mio tempo libero dedicandomi al sociale, in tutte le sue forme.
Ho imparato a sopravvivere, creandomi professionalità parallele in molti settori, che ora non interessano a nessuno. Credevo di poter essere utile al mondo e non di dover soltanto elemosinare un posto di lavoro.
Ho sbagliato tante cose, a quel che vedo.
E oggi, che mi è rimasto così poco, sottrarrò alla mia dignità gli ultimi scampoli di lealtà, la- verò vetri in giacca e cravatta, pulirò fanali sporchi. Xxxxxx, se sarò costretto a farlo perché qualcuno mi ascolti. Darò anche fuoco a una giornata di sole, se qualcuno scriverà che sono vittima di una realtà che non mi ha voluto ascoltare.
Egregio Sig. Presidente, non chiedo molto alla vita e alla società. Solo di poter mettere a frutto quello che ho imparato, e di guadagnare quel che valgo, come ho sempre fatto.
Niente di più.⬛
Un dipendente Xxxxx (ex Xxxxxxx)