MELFI, UN PESSIMO ACCORDO CHE I LAVORATORI NON VOGLIONO
MELFI, UN PESSIMO ACCORDO CHE I LAVORATORI NON VOGLIONO
La Fiom ha chiesto alla Fca e alle altre organizzazioni sindacali di fermarsi, di non sottoscrivere alcuna intesa e di aprire una vera trattativa unitaria sul progetto industriale per la Sata di Melfi, ma nella giornata di oggi gli altri sindacati hanno sottoscritto.
La Fiom al termine dell'incontro tenuto con la Direzione del personale venerdì 27 febbraio, nel corso del quale sono stati illustrati verbalmente i contenuti di massima dell'accordo che hanno raggiunto e chiariti alcuni aspetti, aveva formalmente scritto a Fim, Uilm, Fismic, Aqcf, Uglm per evitare l’ennesimo accordo in contrasto con la volontà dei lavoratori perché:
• Il diverso regime dei turni che sarà introdotto (20 per Jeep Renegade e 500X, 12 per la Grande Punto) e che entrerà in vigore dalla metà di marzo, creerà di fatto due stabilimenti in uno, con condizioni di lavoro e trattamenti salariali differenti;
• L’introduzione dei 20 turni, non solo non si prevede una riduzione dell'orario di lavoro - come contemplato da accordi realizzati in altre aziende del Paese- ma si derogherà il Decreto Legislativo 66/2003 in materia di riposi. Infatti, nel passaggio dal primo al terzo turno, dopo aver lavorato sei giorni al mattino smontando il sabato alle 14, bisognerà tornare al lavoro alle 22 della domenica sera per quattro giorni di turno notturno. Inoltre, questa organizzazione della turnistica prevede che a partire dal mese di marzo sono occupati o i sabati o le domeniche di tutte e quattro le settimane;
• Il disagio causato da questa nuova organizzazione della produzione (la prima a ciclo continuo nel settore, secondo l'azienda; destinata a subordinare pesantemente il tempo della vita a quello della produzione, secondo noi) viene riconosciuto in termini salariali attraverso l'erogazione di un elemento retributivo aggiuntivo in caso di lavoro effettivamente prestato nel 18 esimo, 19 esimo e 20 esimo turno: 20 euro lordi per il sabato notte, 25 per la domenica notte, 40 per la domenica pomeriggio. La proiezione dell'insieme di queste cifre su base annua, secondo l'azienda, porterebbe ad un incremento medio pari a 1.300 euro lordi. Ma dato che nell'accordo ė stabilito l'utilizzo di sei PAR collettivi per coprire le domeniche pomeriggio, quella cifra può scendere a 1.060 euro.
Nessun miglioramento è ravvisabile nelle condizioni di lavoro, né sotto forma di riduzione dei tempi di saturazione, né sulla gestione delle rotazioni e delle polivalenze. Le pause saranno fruite nelle modalità attualmente in vigore.
Per quanto riguarda le nuove assunzioni, elemento di grande rilevanza connesso all'investimento, è previsto il ricorso prima al contratto di somministrazione, poi a quello a tutele crescenti (Jobs Act) che, come è noto, rende strutturale il problema della precarietà del lavoro.
La Fiom conferma il giudizio positivo sulla scelta della Fca di investire a Melfi, ma valuta negativamente le novità radicali nell'organizzazione della produzione per il peggioramento delle condizioni di lavoro che determina.
La scelta delle altre organizzazioni sindacali di non sottoporre al voto referendario tra i lavoratori l'accordo, di limitarsi ad illustrarne genericamente i contenuti e senza rendere pubblici i testi, di considerare il voto per le RSA (senza la Fiom) risolutivo la misurazione del consenso su tutti gli atti sindacali, in una vicenda così delicata rappresenta un errore grave, reso ancor più evidente dall'andamento delle assemblee che hanno sonoramente bocciato l’intesa.