Con tra tto di fiu me
Con tra tto di fiu me
2012
Sostenibilità ambientale
Contratto di fiume
CONTRATTO DI FIUME COME STRUMENTO DI SO- STENIBILITÀ
La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile - Rio+20 si è prefissata due temi sui quali concentrare dibattiti e approfondi- menti: la Green Economy per giun- xxxx verso la transizione ad un paradigma economico ambiental- mente responsabile, più equo e soli- dale verso tutti e la Governance del- lo sviluppo sostenibile per riformare l’attuale architettura di istituzioni, organismi, programmi e risorse e orientarla a promuovere nuovi mo-
delli di sviluppo attraverso l’integrazione fra i tre pilastri dello sviluppo sostenibile (ambien-
te, economia e società). Sia a scala internazio- nale sia a quella locale, è diventato ineludibile il ruolo della partecipazione e della correspon- sabilità nei processi decisionali nelle scelte per lo sviluppo.
Una prima e concreta applicazione di questo approccio si è rivelato il Contratto di fiume, accordo che permette di declinare a scala lo- cale (territori fluviali) la ricerca di equilibrio tra la tutela ambientale e lo sviluppo economi- co (sviluppo sostenibile) e ben interpretare il tema della partecipazione e del coinvolgimen- to nelle decisioni che sempre di più pervade le politiche ambientali e territoriali.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO
È ormai evidente che il degrado delle risorse idriche e dell’ecosistema ad esse connesso è
Figura 25.1 - Schema del bacino fluviale
imputabile a problematiche afferenti a tutti i settori coinvolti nella gestione del territorio e dell’ambiente e pertanto deve essere affronta- to concertando le diverse politiche regionali, provinciali e comunali.
La frammentazione delle competenze da un
lato e degli interessi dall’altro, a volte difficil- mente conciliabili, la non sempre efficace coo- perazione infra e interistituzionale, nonché la mancata diffusione di una cultura della parte- cipazione pubblica, rappresentano gli elementi di un quadro che ha spinto la Regione ad in-
dividuare, non solo in forma di dichiarazione di principi, nuovi strumenti di approccio alla politica di gestione delle risorse idriche pie- montesi.
A ciò si aggiunge che le istituzioni locali (Pro- vince e Comuni), impegnate quotidianamente nella gestione diretta delle risorse del proprio territorio, devono individuare concretamente le soluzioni più corrette per la reale tutela del- le acque pur garantendone l’uso, presupposto imprescindibile dello sviluppo locale, a tutti i fruitori interessati.
Una sfida che ha indirizzato, già da tempo, alcuni territori verso forme di collaborazione che, superando l’approccio settoriale e pro- gettuale delle proprie attività, hanno portato a sviluppare veri e propri processi partecipati attraverso cui gestire in modo comune e con- diviso le azioni utili e necessarie per la gestio- ne del territorio fluviale.
I Contratti di fiume possono essere identificati come processi di programmazione negoziata e partecipata volti al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini idrografici. Tali processi si declinano in maniera differenziata nei diversi contesti amministrativi e geografici in coerenza con i differenti impianti normativi, in armonia con le peculiarità dei bacini, in cor- relazione alle esigenze dei territori, in risposta ai bisogni e alle aspettative della cittadinanza.
Il Contratto, in generale, rappresenta una me- todologia di lavoro che coinvolge le politiche e le attività di soggetti pubblici e privati, per la condivisione di decisioni sul territorio, nel rispetto delle reciproche competenze istitu- zionali.
Ha natura volontaria ed è un processo “de- mocratico” che, attraverso la presa in carico di un impegno condiviso, mira ad ottenere un reale comportamento virtuoso di tutti coloro che vivono intorno al fiume (dalle istituzioni ai singoli cittadini) ciò può e deve rappresentare
il punto di forza di questo strumento. Va sotto- lineato inoltre che l’adesione al Contratto, sep- pur volontaria, impegna i sottoscrittori a tener conto di quanto condiviso in tutta l’ordinaria attività istituzionale.
È anche uno strumento in grado di dare un indirizzo strategico alle politiche ordinarie di ciascuno degli attori interessati. In tale acce- zione può rappresentare anche il mezzo attra- verso cui integrare e orientare le risorse e le programmazioni economiche.
LA STRUTTURA DEL CONTRATTO
Le peculiarità e i problemi specifici, stretta- mente connessi alle caratteristiche del sin- golo contesto, rappresentano elementi carat- terizzanti i percorsi di Contratto fino ad oggi attivati, ma, ad una valutazione successiva, gli obiettivi, i percorsi operativi seguiti durante il processo e le criticità emerse, sono apparsi nel complesso simili fra loro.
Il percorso metodologico di processo per ar- rivare alla sottoscrizione di un Contratto, al di là delle peculiarità del contesto ambienta- le, territoriale e socio-economico delle aree in cui viene attivato, può essere in generale ri- portato a quattro momenti distinti: la Fase di preparazione, la Fase di attivazione, la Fase di attuazione e la Fase di consolidamento.
Le FASI DI PREPARAZIONE e DI ATTIVAZIONE
sono strettamente connesse e devono garan- tire la costruzione di un percorso partecipato che conduca il territorio in modo consapevole e condiviso alla firma del Contratto. Si parte dalla costruzione e condivisione del quadro conoscitivo, completo delle criticità e dei valo- ri ambientali, paesistici e sociali del territorio, delle politiche e dei progetti locali che permet- te ai tavoli di partecipazione di costruire uno scenario strategico di medio-lungo periodo, visione di riferimento per la costruzione del Piano di Azione del Contratto.
Il Piano rappresenta il documento che sintetiz-
za le misure e le azioni necessarie per raggiun- xxxx gli obiettivi condivisi del Contratto, vero e proprio piano di sviluppo territoriale su cui attrarre e allocare risorse - ormai sempre più scarse - in modo oculato a prescindere dai par- ticolarismi e dalle soggettività troppo spinte. La “partecipazione” in queste prime due fasi rappresenta il fulcro del processo: una parte- cipazione diffusa che sappia da una parte sti- molare e consolidare la cooperazione interna e interistituzionale e dall’altra coinvolgere il mondo dei privati, anche mettendo in relazio- ne e a confronto il “sapere esperto” con l’espe- rienza dei soggetti che vivono quotidianamen- te il territorio.
Una partecipazione con elevato “valore” deve essere necessariamente garantita anche per il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) a cui deve essere sottoposto il Piano di Azione del Contratto.
Con la sottoscrizione del Contratto, si dà for-
malmente avvio alla FASE DI ATTIVAZIONE. Un formale Accordo di programmazione nego- ziata, che i soggetti sottoscrittori stipulano; è lo strumento attraverso cui ognuno si assume formalmente, nell’ambito delle proprie attri- buzioni, impegni concreti per la realizzazione delle misure e delle azioni.
La sottoscrizione, pur essendo il coronamento di un percorso difficile e impegnativo, non può essere inteso come la chiusura del processo, bensì il punto di partenza di un altrettanto fati- coso cammino di attività partecipata che deve garantire l’operatività del Piano di Azione e il consolidamento di un metodo di lavoro che dovrebbe diventare prassi nell’accompagnare i programmi di sviluppo locale del territorio.
Per garantire tutto questo il Contratto si dota di una struttura organizzativa interna che pre- vede una Cabina di Regia con funzioni decisio- nali e di coordinamento del processo, grazie al supporto della Segreteria tecnica. Il coinvol-
Figura 25.2 - Le fasi del Contratto di Fiume
FaSe di attivazione
vaS
FaSe di attuazione
rAPPorto AmbientAle
e Ale
lAzion ient
re Amb
PiAno di monitorAggio
PiAno di comunicAzione
PiAno di PArteciPAzione
individuAzione e vAlutAzione di AlternAtive di Azione
ArticolAzione del PiAno di Azione
deFinizioni scenAri, vision, obiettivi e strAtegiA di governAnce
Azioni
AbAco
deFinitivo
dossier
PreliminAre
dossier
costruzione di un quAdro conoscitivo strutturAto e integrAto
contrAtto di Fiume
Protocollo di intesA
PArteciPAzione
comunicAzione
monitorAggio
scoPing
FaSe di preparazione vaS
vAlutAzione APProPriAtA
Fonte: Arpa Piemonte
gimento è garantito attraverso l’Assemblea di Bacino che rappresenta il momento di consul- tazione ufficiale del territorio e in particolare ha il compito di far emergere criticità e pro- blematiche e soprattutto di fare proposte alla Cabina di Regia per indirizzare l’evoluzione del Contratto.
Affinché il processo risulti chiaro nella sua at- tuazione, sia a coloro che lo hanno sottoscritto sia ai soggetti esterni, deve offrire una serie di strumenti di monitoraggio e valutazione che ne consentano l’analisi in ognuna delle diverse fasi. Rappresentano, quindi, strumenti chiave della fase di attuazione il Piano di Monitorag- gio e il Piano della Comunicazione e partecipa- zione che consentano di:
assicurare un processo trasparente, nel quale tutti gli stakeholders possano avere accesso alle informazioni, incentivando la partecipazione e un atteggiamento propositivo per l’attuazione del Contratto;
valutare, in modo chiaro, il grado di efficacia ed efficienza del processo in corso, individuando i punti critici e le possibili azioni migliorative, nonché un bilancio complessivo dell’esperienza (anche al fine di renderla confrontabile e/o replicabile).
Per come sono stati pensati i Xxxxxxxxx è ine- vitabile che il loro successo sia legato ad una forte intenzionalità politica ma soprattutto ad una forte identificazione del territorio con un soggetto istituzionale, di carattere sovraloca- le, ma sufficientemente vicino alle realtà loca- li, e depositario delle competenze politiche ed amministrative più importanti in materia di go- verno del territorio, a cui tutti i soggetti locali possano riconoscere univocamente un ruolo di coordinamento del processo. Per questo, in Piemonte, i soggetti istituzionali di riferimen- to per i Contratti sono, ad oggi, le Province: sono titolari delle competenze in materia di
gestione delle acque e delle relative funzioni di controllo (concessioni di derivazione e autoriz- zazione allo scarico) e con il Piano territoriale di coordinamento possono fortemente indiriz- zare le politiche territoriali locali.
Casi e processi particolari possono portare a
scelte organizzative diverse individuando altri soggetti coordinatori, ma comunque istituzio- nali e con competenze sovralocali. L’Ente di gestione del Parco del Po – tratto cuneese e la stessa Regione sono già attivamente prota- gonisti di esperienze di Contratto di cui sono coordinatori.
LE POLITICHE E GLI OBIETTIVI
È il Piano di Tutela delle Acque regionale che legittima il “Contratto di fiume”, quale stru- mento per il raggiungimento di obiettivi di qualità anche attraverso forme di partecipa- zione pubblica e privata, anziché unicamente mediante l’adozione di provvedimenti centrali- stici. All’art. 10 delle Norme si afferma, infatti, che il Piano è attuato attraverso l’azione coor- dinata di tutte le istituzioni competenti in ma- teria mediante il ricorso agli strumenti delle procedure negoziate e agli accordi ambientali; sono pertanto promosse modalità di gestione integrata a livello di bacino e sottobacino idro- grafico, che perseguano la tutela e la valoriz- zazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, unitamente alla salvaguardia dal ri- schio idraulico. Questi strumenti sono denomi- nati Contratto di fiume o Contratto di lago. La Regione ha rafforzato la valenza istituzio- nale dei Contratti richiamandoli espressamen- te nelle Norme tecniche attuative del Piano
Territoriale Regionale (PTR) ove si riconosce il loro ruolo nello sviluppo di sinergie con gli strumenti di pianificazione territoriale provin- ciale e locale al fine di favorire l’integrazione delle diverse politiche regionali. In questo ulte- riore passo, trova conferma il fatto che il Con- tratto, pur continuando a rappresentare uno strumento per l’applicazione di una disciplina settoriale diventa, in un bacino fluviale, la sede privilegiata di concertazione per l’applicazione armonica a scala locale delle molteplici politi- che del territorio.
Ulteriore legittimazione, a conferma della va- lidità della scelta piemontese, è avvenuta da parte dell’Autorità di Bacino del Fiume Po che nel proprio Piano di Gestione del Distretto Idrografico (PdG Po) ha riconosciuto il Contrat- to quale strumento per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale entro il 2015 e il 2021, previsti dalla direttiva quadro sulle ac- que. Il cuore propulsivo del contratto è la rico- struzione di una visione condivisa del bacino idrografico. Tale rappresentazione deve essere capace di guidare i sottoscrittori del Contratto ad elaborare un progetto coerente con le reali potenzialità che il territorio esprime.
La comunità è chiamata a elaborare una visio- ne condivisa facendo emergere i conflitti, gli interessi, ma anche le vocazioni territoriali e le capacità di “fare sistema”, promuovendo il dialogo tra i soggetti a vario titolo portatori di interesse e l’integrazione dei diversi strumenti di programmazione, di pianificazione territo- riale e di tutela ambientale.
I Contratti di fiume, attraverso l’integrazione delle politiche e stimolando la capacità di co- operazione e di condivisione tra diversi livelli di governo e tra diversi soggetti dello stesso livello, perseguono molteplici obiettivi: sicu- rezza, mitigazione e prevenzione dei rischi, ri- equilibrio ambientale e valorizzazione paesag- gistica, uso sostenibile delle risorse, fruizione turistica sostenibile, diffusione della cultura dell’acqua.
La creazione di una vision condivisa permette di guidare il processo verso una gerarchizza- zione degli obiettivi e il riorientamento delle programmazioni e delle risorse finanziarie, an- che in ragione del comune riconoscere che il territorio non è un unicum omogeneo, ma si declina in numerose caratteristiche strutturali, che esprimono diversi bisogni e funzioni.
I Contratti di fiume stimolano così la proget- tualità territoriale dal basso, perché coinvolgo- no le comunità nella valorizzazione del proprio territorio, promuovendo azioni dirette e con- crete dalle varie componenti della società e dalle istituzioni.
Come tutti i processi partecipati - se costruiti in modo da garantire concretamente il coinvol- gimento - sono faticosi, dispendiosi di tempo, risorse ed energie ma sono indispensabili per l’adesione di tutti i soggetti, l’assunzione delle rispettive responsabilità e il superamento del- le individualità: condizioni essenziali per ga- rantire il risultato atteso.
LE AZIONI
L’applicazione del metodo dei Contratti in Pie- monte è passata attraverso la prima esperien- za su 4 bacini pilota - torrenti Sangone, Orba, Belbo e Agogna - che sono diventati la palestra in cui la Regione e le Province hanno comin- ciato a confrontarsi con il territorio e con le regole dei processi partecipati.
L’esperienza condotta ha tuttavia evidenziato oggettive difficoltà nel dare sviluppo sul terri- torio ad un percorso reale e fattivo di parteci- pazione e di decisione.
È risultata chiara, pertanto, la necessità di re- digere un documento di orientamento quale le “Linee guida regionali per l’attuazione dei Contratti di Fiume e di Lago”, approvate con DGR n. 16-2610 del 19 settembre 2011 per dare oggettività e replicabilità ad un percorso me- todologico chiaro che, pur mantenendo alcuni elementi distintivi di base, sia adattabile alle diverse realtà territoriali.
Le Linee Guida per l’attuazione dei Contratti di Fiume e di Lago della regione piemonte
Anche a livello nazionale è maturata l’esigen- za di un coordinamento delle diverse esperien- ze compiute in molte Regioni che ha portato all’adozione, nel corso del lavori del VI Tavolo Nazionale Contratti di Fiume tenutosi a Torino
il 3 febbraio 2012, della “Carta Nazionale dei Contratti di Fiume”, strumento di riferimen- to per le comunità locali che intendono intra- prendere un percorso di riqualificazione del proprio territorio in modo sostenibile e par- tecipato e di guida e accompagnamento dei processi di crescita del patrimonio di relazioni presenti su un territorio dal quale il Contratto deve partire rispettandone e valorizzandone le peculiari caratteristiche.
Altre iniziative in atto sono relative a baci- ni lacuali quali il lago di Viverone e i Laghi di Avigliana, mentre altri riguardano i bacini del Torrente Stura dx Xxxzo e dell’Alto Po, dello Scrivia e dell’Erro. L’esperienza attivata sul Fiume Bormida merita un particolare appro- fondimento (vedi Box).
tabella 25.1 - Stato dell’arte dei CdF attivati in piemonte
Contratti di Fiume | Coordinatore | Stato di avanzamento | Risorse attratte |
Torrente Belbo | Provincia di Asti | Firmato il Contratto | 351.000 Euro PSR misura 123 - Risparmio Idrico |
2.300.000 Euro PAR-FAS - Collettamento e depurazione acque reflue urbane | |||
Torrente Sangone | Provincia di Torino | Firmato il Contratto | 3.000.000 Euro Corona Verde - Riequilibrio ecologico e fruizione |
Torrente Orba | Provincia di Alessandria | Firmato il Contratto | |
Torrente Agogna | Provincia di Novara | Fase di attivazione | 321.000 Euro Fondazione Cariplo - Riqualificazione integrata |
Fiume Po - tratto Alto | Ente di gestione del Parco del Po - tratto cuneese | Fase di attivazione | |
Lago di Viverone | Provincia di Biella | Fase di preparazione | 190.000 Euro AdP Regione-Provincia - Riqualificazione ambientale |
3.000.000 Euro PAR-FAS - Collettamento acque reflue urbane | |||
Laghi di Avigliana | Provincia di Torino | Fase di preparazione | |
Torrente Erro | Provincia di Alessandria | Fase di preparazione | |
Torrente Scrivia | Provincia di Alessandria | Fase di preparazione | |
Torrente Stura dx Xxxzo | Provincia di Torino | Fase di preparazione | |
Fiume Bormida | Regione Piemonte | Fase di preparazione |
IL CONTRATTO DI FIUME DEL TORRENTE BORMIDA
È di particolare interesse l’iniziativa attivata sul Torrente Bormida, tristemente famoso per la vicenda dello stabilimento industriale Acna localizzato a Cengio (SV). Il disastro ambienta- le collegato all’attività chimica condotta in tale azienda ha portato un’intera valle a unirsi e a collaborare per recuperare il proprio territorio e il proprio fiume così devastati.
A distanza di anni, il Ministero dell’Ambien- te, con un Accordo di programma siglato nel novembre del 2009, ha stanziato risorse im- portanti per questo territorio per interventi in campo ambientale che sostengano il rilancio dell’intera valle. la Regione Piemonte ha volu- to indirizzarle una parte di queste risorse ver- so l’attivazione del Contratto di Fiume del Tor- rente Bormida che, oltre alla sfida di carattere ambientale, raccoglie la sfida di un processo interregionale con il coinvolgimento di due Re- gioni - Piemonte e Liguria – e di 4 Province (tre piemontesi - Cuneo, Alessandria e Asti e una ligure - Savona).
Questa esperienza rappresenta un banco di prova importante per lo strumento del Con- tratto: in ragione delle peculiarità di questa Valle dove si lavora su ben tre aree idrografi- che identificate dal PTA e l’obiettivo è quello di integrare il valore prevalentemente ambienta- le, che ha caratterizzato tutti i processi fino ad oggi attivati in Piemonte, con gli aspetti legati alle componenti sociali ed economiche.
Il Contratto di Fiume del Torrente Bormida sta, quindi, lavorando per definire in modo concer- tato e partecipato un Piano di Azione fina-
lizzato alla riqualificazione ambientale, so- ciale ed economica della Valle completo delle prospettive di sviluppo il cui motore saranno le opportunità espresse da tale area, a partire da quelle ambientali e paesaggistiche.
Data la complessità di un processo di siffatte caratteristiche e l’area di interesse particolar- mente estesa, la Regione Piemonte, con il sup- porto di Finpiemonte, coordina direttamente le azioni del Contratto cercando e stimolando una forte partecipazione del resto del territo- rio (gli operatori economici, le associazioni, i cittadini, le scuole…..) per operare in sinergia di intenti e di attività con le Amministrazioni locali dei territori piemontese e ligure (Regio- ne Liguria, Province, Comuni, Comunità Mon- tane).
Il fiume che, per anni, è stato davvero l’ele- mento critico di questo territorio può diventa- re il catalizzatore di una nuova iniziativa in cui ambiente e sviluppo possono tentare concre- tamente di trovare quel giusto equilibrio per migliorare la qualità della vita della sua popo- lazione.
Carta amministrativa del bacino del fiume Bormida
LEGENDA
limite amministrativo regionale limite amministrativo provinciale
LIMITE AMMINISTRATIVO COMUNALE
Comuni in Provincia di Alessandria
Comuni in Provincia di Asti
Comuni in Provincia di Cuneo
Alessandria
Comuni in Provincia di Savona limite amministrativo comunale
(porzione esterna al bacino del f. Bormida)
bacino idrografico del f. Bormida
sottobacini idrografici del f. Bormida
f. Bormida
Carentino
Borgoratto Alessandrino
Frascaro
Castellazzo Bormida
Frugarolo
PROVINCIA DX XXXX
Xxxxx
Mombaruzzo
Maranzana
Fontanile Quaranti
Castelletto
Gamalero Castelspina
Sezzadio
Cassine
Castelnuovo
Predosa
PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Xxxxna
Ricaldone
Bormida
Castel
Castel
Alice
Rocchetta Cassinasco Palafea
Boglione Rocchero Bel Colle
Montabone
Strevi
Rivalta
Bormidx Xxxxxxdo
Bormida
PROVINCIA DI CUNEO
Loazzolo Cessole
Bubbio
Sessame
Monastero
Bistagno
Terzo
f. Bormida
Melazzo
Acqui Terme
Visone
Orsara Bormida
Morsasco
Prasco
Carpeneto
Trisobbio
Castino
Vesime
Sax Xxxxxxx Xxxxxxpi
Bormida
Xxxxxx
Xxxti
Castelletto D'Erro
Cavatore
Grognardo
Morbello
Cremolino
Cravanzana Torre
Bormida
Bergolo
Perletto
Cortemilia
Xxxx Xxxxxle
Serole
Roccaverano
Mombaldone
Montechiaro D'Acqui
Cartosio
Malvicino
Ponzone
Cassinelle
Feisoglio
Niella Belbo
Gorzegno
Levice
Pezzolo Valle Uzzone
Merana
Spigno Monferrato
Pareto
Prunetto
Castelletto Uzzone
Piana Crixia
Mioglia
Mombarcaro
Monesiglio
Gottasecca
f. Bormida di Spigno
Dego
Giusvalla
Sassello
Camerana
Saliceto
Pontinvrea
Cengio
Cairo Montenotte
Cosseria
Castelnuovo di Ceva
Roccavignale
Millesimo
Plodio
Pallare
Carcare
f. Bormida di Millesimo
Altare
Murialdo
Osiglia
f. Bormida di Pallare
f. Bormida di Mallare
Mallare
Xxxxla
Garessio
Erli
Calizzano
Bardineto
Castelvecchio di Rocca Barbena
Calice
Bormida Ligure
PROVINCIA DI SAVONA
Contratto di Fiume
elaborato codice elaborato INQUADRAMENTO AMMINISTRATIVO tav.1.1 (Regioni, Province, Comuni) scala 1:120.000 | |||||
0 | 20.05.2012 | prima emissionx | X. Xxxxxxx | X. Xxxxxxxxx X. Zugolaro | |
rev | data | descrizione revisione | redatto | verificato | approvato |
a cura di
xxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
S TU DI O ECO INGEGNO
a m bi e nt e & t er r it o r io
dott.ssa biol. Cinzia Zugolaro
collaboratori
Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx, 000 - 00000 Xxxxxxx - XX X.xx Xxxxxxx X'Xxxxxxx, 00 - 00000 Xxxxxx
(x00) 000.000.00.00 (Tel/Fax 000.00.00.000
info@ xxxxxxxxxx.xx cell. 0000000000
xxx.xxxxxxxxxx.xx xxx.xxxxxxxx.xx
Xxxxxxx Xxxxxex Xxxxxxx Xxxxxmx Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx
RIFERIMENTI
Sul sito della Regione dedicato al tema Acqua è possibile reperire tutte le informazioni relative ai Contratti di Fiume attivi in Piemonte
xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxxx/xxxxxxxxx.xxx
Per il Contratto di Fiume del Bormida è attivo un sito specifico
xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx/
È di recente attivazione, da parte dell’Osservatorio dei Contratti di Fiume dell’Autorità di Bacino del Fiume Po, una pagina web in cui è possibile reperire le informazioni relative ai Contratti di Fiume operativi in tutto il bacino padano:
xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxx.xx/xx-xx/xxxx/xxxxxxxxx_xx_xxxxx/xxxxx/xxxxxxxxxxx_xxxxxxxxx_xx_ fiume_bacino_po