Assemblea dei Sindaci del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Territoriale COLLINARE
Assemblea dei Sindaci del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Territoriale COLLINARE
Verbale n. 1 del 15 febbraio 2022
Accordo di parternariato fra più Ambiti per la progettazione di un percorso a filiera di contrasto alla violenza di genere. Approvazione progetto denominato “Sunrise” e schema di Accordo.
Oggetto
Il giorno 15 febbraio 2022 alle ore 18.20, presso la Sala consiliare della Biblioteca Guarneriana a San Xxxxxxx del Friuli, come da convocazione di data 9 febbraio 2022, prot. n. 23494 a firma del Presidente dell’Assemblea sig. Xxxxxx Xxxxxx, si è riunita l’Assemblea dei Sindaci del Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Territoriale Collinare, nella persona dei rappresentanti dei Comuni come sotto indicati:
Comune | Carica Sindaco/Vicesindaco o Assessore competente in materia di politica sociali con delega permanente | Presenti/assenti |
Comune di Buja | Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx | Assente |
Comune di Colloredo di M.A. | Assessore Xxxxxxxx Xxxxx | Presente |
Comune di Coseano | Sindaco Xxxxx Xxxxxxx | Presente |
Comune di Dignano | Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxx Assessore Xxxxxx Xxxxxx | Presente online Presente online |
Comune di Fagagna | Assessore Xxxxxxx Xxxxxxx | Presente online |
Comune di Flaibano | Sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx | Assente Assente |
Comune di Forgaria nel Friuli | Sindaco Xxxxx Xxxxxxxxxx Vicesindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx | Xxxxxxx Assente |
Comune di Majano | Sindaco Xxxxx Xx Xxxxxxx | Presente |
Comune di Moruzzo | Sindaco Xxxxxx Xxxxxxxxxx Assessore Xxxxxxx Xxxx | Presente online Presente online |
Comune di Ragogna | Sindaco Xxxx Xxxxxx | Presente |
Comune di Rive d’Arcano | Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxx | Presente online |
Comune di San Xxxxxxx del Friuli | Sindaco Xxxxxx Xxxxxx | Presente |
Comune di San Xxxx di Fagagna | Sindaco Xxxxxxx Xxxxxx | Presente |
Comune di Treppo Grande | Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx | Presente online |
Partecipano senza diritto di voto il Vice Presidente del C.d.A. della Comunità Collinare xxxx. Xxxxxxx Xxxxx, l’assessore del comune di San Xxxxxxx del Friuli Xxxxxxx Xxxxxxxxx, l’assessore del comune di Xxxxxx Xxxxx Xxxxxxxx, il Responsabile del Servizio Sociale dei Comuni dott.ssa Xxxxx Xxxxxxx, che svolge funzioni di Segretario verbalizzante.
Partecipa online anche la consigliera con delega alle Pari Opportunità del comune di Rive d’Arcano e Presidente del Centro risorsa donna “Il sorriso di Xxxxx” dott.ssa Xxxxxxx Xxxxxxxx.
Su richiesta del Presidente si procede per l’appello; effettuato l’appello si registra che su 14 (quattordici) componenti i presenti sono 11 (undici) e gli assenti 3 (tre) (Comune di Buja, Forgaria nel Friuli, Flaibano).
Il Presidente sig. Xxxxxx Xxxxxx espone l’oggetto al primo punto dell’ordine del giorno.
La Responsabile del Servizio Sociale dei Comuni dell’ambito Territoriale “Collinare”, dott.ssa Xxxxx Xxxxxxx illustra, anche attraverso la presentazione di slides riassuntive, il programma di sperimentazione inter-ambiti per la realizzazione di una filiera di interventi e servizi per donne vittime di violenza di genere e per uomini maltrattanti, denominato “Progetto Sunrise”.
I soggetti coinvolti nella co-progettazione saranno sette ambiti territoriali del territorio dell’ASUFC con capofila il SSC del Medio Friuli- ente gestore l’ASP Xxxxxxx Xxxx, l’ATER di Udine, le associazioni ingaggiate sul tema della violenza di genere a livello regionale, le associazioni/centro per maltrattanti; è prevista una cabina di regia a cui partecipano i Responsabili dei SSC coinvolti, il referente amministrativo di parte pubblica sarà garantito dal soggetto capofila, il SSC dell’ambito territoriale Medio Friuli.
La dottoressa Xxxxxxx descrive inoltre gli obiettivi e gli interventi previsti, specificando che le risorse economiche consistono principalmente nel finanziamento regionale a valere sul Fondo per il contrasto alla violenza e alle discriminazioni previsto dall’art. 21 della L.R. n.12/2021, i SSC co-progettanti contribuiranno con una quota fissa annuale di € 9.000,00, anche gli Enti del terzo settore che parteciperanno alla co- progettazione potranno mettere a disposizione ulteriori risorse; la spesa annuale prevista ammonta ad € 448.954,00.
UDITI gli interventi:
- dell’assessore Xxxxxx che chiede se tra i destinatari vi siano anche gli uomini vittime di violenza, la dott.ssa Xxxxxxx conferma che anche gli uomini possono beneficiare di alcuni degli interventi previsti dal progetto;
- dell’assessore Dreossi che chiede come il Centro risorsa donna potrebbe partecipare alla coprogettazione, la dott.ssa Xxxxxxx risponde che nella procedura della Coprogettazione è previsto un procedimento di evidenza pubblica mediante Avviso al quale possono presentare la propria manifestazione di interesse gli enti del terzo settore;
- del Presidente del Centro Risorsa Donna Mestroni, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa di ampia portata, specifica come il centro non abbia personalità giuridica propria ma rappresenti 13 comuni dell’ambito territoriale, pertanto chiede come poter collaborare ed essere coinvolti, la dottoressa Xxxxxxx conferma che il SSC provvederà a tenere informato il Centro riguardo all’avanzamento delle attività previste e che l’intero progetto esprime la volontà di tutti e 14 i comuni dell’ambito;
- del sindaco Xxxxxx che sottolinea come nel titolo del progetto vi sia la sola indicazione delle donne vittime di violenza, la dottoressa Xxxxxxx precisa che i destinatari del Progetto sono tutte le persone vittime di violenza di genere, oltre che i figli e i soggetti maltrattanti;
RICHIAMATI:
- l’articolo 17 della Legge regionale 31 marzo 2006, n. 6 («Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale») il quale prevede che i Comuni esercitino in forma associata in ambiti territoriali individuati con deliberazione della Giunta regionale le funzioni comunali di cui all'articolo 10, ivi comprese le attività, gli interventi e i servizi di cui all'articolo 6 della medesima L.R. n. 6/2006;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 97 del 25 gennaio 2019 tramite la quale sono stati individuati gli ambiti territoriali per la gestione associata dei Servizi sociali dei Comuni e che in particolare l’ambito del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx è costituito dai Comuni di Artegna, Bordano, Chiusaforte, Dogna, Gemona del Friuli, Malborghetto-Valbruna, Moggio Udinese, Montenars, Osoppo, Pontebba, Resia, Resiutta, Tarvisio, Trasaghis, Venzone;
ATTESO che l’esercizio associato di funzioni e servizi assume la denominazione di Servizio Sociale dei Comuni (SSC) ed è disciplinato dalla Convenzione istitutiva del SSC di cui all’art. 18 della Legge Regionale 6/2006 che individua, tra l'altro, la forma di collaborazione che i Comuni intendono attuare per la realizzazione del SSC, scegliendo la stessa tra le opzioni di delega previste al sopra menzionato art. 18;
RICHIAMATA la Convenzione Istitutiva del Servizio Sociale dei Comuni dell'Ambito Territoriale “Collinare” e l’atto di delega previsti dagli art. 18 e 19 della Legge Regionale 31 marzo 2006 n. 6 in vigore dal 01.01.2020, che hanno attribuito la delega della gestione del SSC all’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale ed hanno individuato i servizi e gli interventi garantiti nella gestione associata ai sensi degli art. nr. 6 e nr. 10 della L.R. 6/2006 e quelli delegati alla gestione associata su base volontaria;
VISTI
– la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica adottata a Istanbul l’11 maggio 2011, ratificata ai sensi della Legge 77/2013 «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011»;
– il D.L. 119/2013 convertito con modificazioni dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119 recante
«Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province»;
– l’Intesa tra il Governo e le Regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e le autonomie locali del 27 novembre 2014, relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, prevista dall’art. 3, comma 4, del D.P.C.M. del 24 luglio 2014;
– la L.R. 12/2021 «Interventi per la tutela delle donne vittime di violenza e per il contrasto e la prevenzione di atti violenti e discriminatori»;
– la Legge 328/2000 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», così come successivamente recepita dalla sopra richiamata L.R. n. 6/2006;
– il D.Lgs. 267/2000 «Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali»;
– la Legge 7 agosto 241/1990 «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»;
CONSIDERATO che:
- ai sensi del quadro normativo sopra richiamato i SSC concorrono alla programmazione e all'attuazione degli interventi e dei servizi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, attraverso progetti e prestazioni a sostegno di donne vittime di violenza di genere, sole o con figli minori, così come recepito dalle relative Convenzioni Istitutive;
- l’art. 17, comma 4 della L.R. n. 6/2006 che prevede che “A fini di economicità e semplificazione gestionale e di omogeneizzazione dei servizi, due o più Servizi sociali dei Comuni rientranti nel territorio del medesimo ente del servizio sanitario regionale che assicurano l'assistenza territoriale possono stipulare accordi per gestire in comune uno o più servizi”;
- a fronte dell’esperienza maturata negli anni dagli ambiti territoriali appartenenti all’area dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale e della spinta dettata dall’estensione e dalla gravità del fenomeno sociale della violenza di genere è emersa l’opportunità di sperimentare la costruzione di una filiera di interventi e servizi di area vasta, volta a qualificare l’offerta e a garantire un più efficace e migliore impiego delle risorse;
CONSIDERATO che gli ambiti territoriali della Carnia, del Natisone, Collinare, del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx, del Torre, Medio Friuli e Riviera Bassa Friulana intendono a tal fine:
- realizzare congiuntamente, in quanto di interesse comune, il programma di sperimentazione inter- ambiti per la realizzazione di una filiera di interventi e servizi per donne vittime di violenza di genere e per uomini maltrattanti denominato «Progetto Sunrise» che, allegato al presente atto, ne costituisce parte integrante e sostanziale (allegato sub 1);
- attuare le seguenti azioni:
- realizzazione di interventi atti a promuovere il benessere delle comunità locali e a prevenire situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione individuali e familiari nel territorio dei sette SSC aderenti al progetto;
- attivazione di almeno due centri antiviolenza, distribuiti in modo da servire tutte le aree del territorio;
- apertura di almeno cinque sportelli territoriali, quali articolazioni locali dei Centri antiviolenza;
- gestione di almeno una Casa rifugio per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- gestione di almeno due Case di semi-autonomia (già denominate case di transizione) per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- realizzazione di interventi di supporto all’autonomia delle donne vittime di violenza di genere sull’asse casa, lavoro, sostegno al reddito;
- realizzazione di interventi di supporto ai figli delle donne vittime di violenza di genere;
- realizzazione di interventi per i maltrattanti;
- istituzione di una équipe multi-professionale, a supporto delle attività di cui al progetto;
EVIDENZIATO che:
- il Progetto prevede il ricorso all’istituto della co-progettazione di cui all’art. 55 del D.Lgs. 117/2017
«Codice del Terzo Settore», che ha per oggetto la definizione progettuale d’iniziative, interventi e attività da realizzare con modalità concertate e condivise con i soggetti del Terzo Settore individuati in conformità a una procedura di selezione pubblica, attesa la necessità di coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore nelle attività da realizzare;
- all’esito della procedura di co-progettazione sarà possibile definire i contenuti specifici delle attività da realizzare, la condivisione di obiettivi e di responsabilità fra i vari partner di progetto;
ATTESO che:
- l’art. 15, comma 1, della Legge 7 agosto 1990, n. 241, prevede che “le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”;
- ai fini della realizzazione del progetto di cui trattasi tra gli Enti gestori degli ambiti territoriali della Carnia, del Natisone, Collinare, del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx, del Torre, Medio Friuli e Riviera Bassa Friulana, sarà sottoscritto apposito Accordo, che si rende necessario approvare con il presente atto e che si allega ad esso quale parte integrante (allegato sub 2);
RILEVATO che l’Accordo prevede:
- la realizzazione di una filiera di interventi e servizi di area vasta per donne vittime di violenza di genere, con o senza figli, e per uomini maltrattanti, così come descritta e dettagliata nell’allegato sub 1;
- l’adozione dell’istituto della co-progettazione quale strumento maggiormente idoneo per l’affidamento dei servizi previsti dal progetto;
- l’individuazione del Servizio sociale dei Comuni del Medio Friuli in delega alla Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Xxxxxxx Xxxx di Codroipo quale soggetto capofila;
- che le risorse economiche di parte pubblica investite nella co-progettazione saranno costituite dai finanziamenti regionali di cui al Fondo per il contrasto alla violenza e alle discriminazioni previsto all’art. 21 della L.R. n. 12/2021 e dal contributo degli Enti partner, che si impegnano a trasferire al Capofila un importo annuo di € 9.000,00 per ciascun anno di durata del progetto;
- che i finanziamenti sopra citati potranno essere integrati con contributi degli Enti del Terzo Settore che parteciperanno alla co-progettazione;
- che i partner si impegnano altresì a mettere a disposizione, senza oneri per il partenariato progettuale, le sedi che ospiteranno gli sportelli territoriali;
- una durata del progetto sino al 31 dicembre 2024, con possibilità di rinnovo per un ulteriore biennio, previo comune accordo tra le parti, con comunicazione scritta formalizzata almeno due mesi prima della scadenza;
PROCEDUTOSI a votazione palese – presenti e votanti n.11;
CON VOTI unanimi favorevoli espressi per alzata di mano in aula e in videocollegamento;
D E L I B E R A
1. di far proprie e di approvare le premesse della presente deliberazione;
2. di approvare l’accordo di parternariato fra più Ambiti per la progettazione di un percorso a filiera di contrasto alla violenza di genere (progetto denominato “Sunrise”) che, allegato sub 1 al presente atto, ne costituisce parte integrante e sostanziale;
3. di approvare lo schema di Accordo tra gli Enti gestori degli ambiti territoriali della Carnia, del Natisone, Collinare, del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx, del Torre, Medio Friuli e Riviera Bassa Friulana che, allegato sub 2 al presente atto, ne costituisce parte integrante e sostanziale, autorizzandone i relativi impegni economici e demandandone contestualmente la sottoscrizione al Legale Rappresentante dell’Ente Gestore del SSC;
4. di individuare il Servizio sociale dei Comuni del Medio Friuli in delega all’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Xxxxxxx Xxxx di Codroipo quale Ente capofila del progetto;
5. di dare mandato al Responsabile del Servizio sociale dei Comuni di porre in essere tutti gli adempimenti successivi necessari alla realizzazione del progetto;
6. di inviare la presente deliberazione all’Ente Gestore Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Xxxxxxx Xxxx di Codroipo, per gli adempimenti necessari.
Il Segretario Verbalizzante Il Presidente
Dott.ssa Xxxxx Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxxx
(x.xx digitalmente) (x.xx digitalmente)
PROGETTO
SUNRISE
Sperimentazione inter-ambiti di una filiera di interventi e servizi
per donne vittime di violenza di genere e per uomini maltrattanti
ANNI 2022-2027
INDICE
PARTE I
I BISOGNI RILEVATI E LE ATTUALI RISPOSTE
PARTE II
LA FILIERA DI INTERVENTI E SERVIZI
1. Il nuovo disegno del territorio
2. Gli interventi di carattere promozionale e preventivo
3. La gestione dell’emergenza
4. I centri antiviolenza e gli sportelli territoriali
5. Le case rifugio
6. Le case di semi-autonomia
7. Gli interventi per i figli delle vittime e dei maltrattanti
8. Gli interventi per i maltrattanti
PARTE III
LA CO-PROGETTAZIONE
PARTE IV
LA GOVERNANCE
1. Protocolli e accordi
2. Il tavolo di co-progettazione
3. La cabina di regia
4. L’équipe multiprofessionale
PARTE V
IL PIANO ECONOMICO
1. Le entrate e le uscite
2. Le sponsorizzazioni
PARTE I
I BISOGNI RILEVATI E LE RISPOSTE ATTUALI
I Servizi sociali dei Comuni sono da tempo impegnati nell’accoglienza, nel sostegno e nell’accompagnamento a nuova vita di donne vittime di violenza di genere.
Il numero delle persone che chiedono aiuto è ancora limitato, ma l’impegno richiesto ai Servizi da ogni singola situazione è ingente, particolarmente nei casi in cui la vittima si allontana dalla sua abitazione con uno o più figli, specie se minori.
Anche l’attivazione sul territorio di un ambito territoriale degli interventi e dei servizi necessari per fronteggiare la violenza di genere (centro antiviolenza, casa di rifugio, casa di semi-autonomia, ecc.) costituisce un’impresa impegnativa ed onerosa.
È inoltre necessario che interventi e servizi siano tra di essi collegati, in modo da costituire una filiera che accompagni la vittima dalla situazione di crisi ad una nuova condizione di vita.
Non vanno infine dimenticati i figli delle vittime e dei maltrattanti, e i maltrattanti stessi, per i quali vanno pensati nuove offerte e nuovi interventi.
Sullo sfondo resta il lavoro di carattere preventivo che i Servizi sociali già attuano al fine di promuovere la qualità della vita delle comunità di cui si occupano e di prevenire l’insorgere di situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione.
Per tutti questi motivi (numero limitato di casi; onerosità delle risposte necessarie alle problematiche riferibili alla violenza di genere; necessità di collegare interventi e servizi presenti sui diversi territori integrandoli in una filiera; urgenza di un aiuto anche per i figli dei maltrattanti e per i maltrattanti; esigenza di intensificare il lavoro di carattere promozionale e preventivo) i Servizi sociali dei Comuni degli ambiti territoriali della Carnia, del Natisone, Collinare, del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx, del Torre, del Medio Friuli, della Riviera Bassa Friulana hanno iniziato un lavoro comune esitato nel progetto descritto all’interno del presente documento.
Il lavoro inter-ambiti rappresenta un punto di forza dell’intera architettura progettuale, garantendo al contempo ottimizzazione e qualificazione delle risorse, aggregazione di saperi e buone prassi, omogeneità di risposta sul territorio, ma anche la presenza di un osservatorio privilegiato, capace di supportare le scelte programmatiche locali e regionali .
Il carattere innovativo della sperimentazione deve necessariamente trovare adeguata rappresentazione anche per ciò che riguarda il versante procedurale. La scelta della co- progettazione rappresenta pertanto un ulteriore, elemento di innovazione, che valorizza il ruolo degli Enti del Terzo Settore (soggetti da sempre fondamentali in quest’area d’intervento) attraverso un loro coinvolgimento attivo nello sviluppo dei contenuti progettuali e nella condivisione degli obiettivi e delle responsabilità.
Il presente documento illustra il progetto sperimentale «Sunrise», che viene ora sottoposto all’attenzione delle Assemblee dei Sindaci degli ambiti territoriali per la sua approvazione.
Il progetto trova sostegno normativo nella legislazione statale e regionale e in particolare nella Legge n. 12 del 6 agosto 2021 “Interventi per la tutela delle donne vittime di violenza per il contrasto e la prevenzione di atti violenti e discriminatori” della Regione Friuli Venezia Giulia.
PARTE II
LA FILIERA DI INTERVENTI E SERVIZI
1. Un nuovo disegno per il territorio
A partire dalle necessità rilevate il progetto si propone di ridisegnare l’intera filiera di risposte alle donne vittime di violenza ed ai loro figli, ponendo precipua attenzione a:
- promuovere il benessere delle comunità locali e prevenire situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione individuali e familiari;
- garantire alle situazioni emergenziali risposte tempestive, omogenee e coordinate fra gli ambiti aderenti al progetto;
- specializzare gli interventi ad ogni loro livello, perseguendo la massima efficacia ed efficienza degli stessi, nonché la loro sostenibilità economica;
- contenere la spesa a carico dei singoli ambiti territoriali/comuni tramite la realizzazione di interventi di area vasta.
Nello specifico nel territorio degli otto ambiti territoriali aderenti al progetto si prevede di attivare e/o mantenere:
- interventi atti a promuovere il benessere delle comunità locali e prevenire situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione individuali e familiari;
- due/tre centri antiviolenza, distribuiti in modo da servire tutte le aree del territorio;
- otto sportelli territoriali, quali articolazioni locali dei centri antiviolenza;
- una casa rifugio, per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- due case di semi-autonomia (già denominate case di transizione) per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- interventi di supporto all’autonomia delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli, se presenti, sull’asse casa, lavoro, sostegno al reddito.
2. Gli interventi di carattere promozionale e preventivo
Il contrasto alla violenza di genere trova la sua attuazione a partire da azioni di promozione della cultura della non violenza, dell’accoglienza, dell’inclusione, della solidarietà e della legalità, di sensibilizzazione, di informazione e di formazione.
Tali azioni vengono già realizzate e continueranno ad essere realizzate dai diversi Servizi sociali dei Comuni:
- in collaborazione con le agenzie educative del territorio, tramite laboratori rivolti a bambini, ragazzi e giovani finalizzati a promuovere competenze e abilità quali conoscenza e gestione delle emozioni, comunicazione efficace, autoregolazione, pensiero critico, atte a sviluppare comportamenti rispettosi di sé e degli altri fondamentali per lo sviluppo di persone capaci di realizzare il proprio progetto di vita nel rispetto del prossimo;
- in collaborazione con istituzioni, associazioni, parrocchie ed altri attori del territorio tramite eventi, incontri tematici, campagne, ecc., atti a sensibilizzare la popolazione in particolare sul tema del contrasto alla violenza di genere e ad informare la stessa sulla presenza e sulla modalità di accesso a servizi, percorsi e progetti;
- tramite la costruzione di reti e di protocolli di rete e tramite percorsi di formazione e aggiornamento rivolti agli operatori sanitari e sociali e alle forze dell’ordine, nonché a tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di prevenire e contrastare la violenza contro le donne e che operano a contatto con soggetti che agiscono violenza o maltrattanti, individuando tra i soggetti formatori anche il personale dei centri antiviolenza.
I Servizi sociali dei Comuni del territorio considerato realizzano da diversi anni azioni ed interventi di prevenzione del fenomeno della violenza contro le donne volti alla diffusione della cultura del rispetto e della dignità delle persone sia con istituzioni scolastiche che con Enti del Terzo settore.
Ogni territorio presenta tuttavia una eterogeneità di interventi e di investimenti, programmati sulla base delle specifiche caratteristiche di ogni luogo. Per la realizzazione di tali attività ed interventi il progetto prevede pertanto che ogni singolo ambito territoriale/comune curi in proprio organizzazione e realizzazione, nel rispetto delle diversità che ad oggi caratterizzano i diversi territori, fatto salvo il necessario raccordo con i soggetti coinvolti nella co-progettazione della filiera di interventi e servizi per donne vittime di violenza di genere, a garanzia di un continuum di senso nelle diverse azioni.
3. La gestione dell’emergenza
La prima azione di protezione della donna vittima di violenza, sola o con figli, e necessitante di una protezione immediata consiste nel facilitarne l’uscita dalla propria abitazione, qualora condivisa con il maltrattante, e l’eventuale ingresso in una struttura di accoglienza temporanea (abitazione di parenti ed amici, locale messo a disposizione dal progetto, ecc.), in cui maturare una scelta consapevole rispetto ad un percorso di uscita dalla violenza.
L’accoglienza temporanea può essere programmata con gli operatori del centro antiviolenza, in seguito all’accesso della donna a questo servizio o al Servizio sociale dei Comuni, oppure avvenire in forma emergenziale, in seguito all’accesso della donna al pronto soccorso o all’intervento delle forze dell’ordine.
È necessaria, quindi, l’attivazione di un numero telefonico di emergenza al quale la donna, gli operatori dei servizi sociali e sanitari e le forze dell’ordine possano fare riferimento 24 ore al giorno 7 giorni su 7, per, in seguito alla valutazione del grado di pericolo in cui si trovano la donna ed i suoi figli, concordare ed effettuare l’accompagnamento nella struttura di accoglienza temporanea.
In caso di allontanamenti programmati, l’accompagnamento avviene per il tramite degli operatori del centro antiviolenza.
La struttura di accoglienza è ipotizzata in più alberghi, appositamente convenzionati, dove la donna, sola o con figli, possa trovare oltre ad una protezione, un supporto psicologico finalizzato all’accompagnamento verso la scelta consapevole di un percorso che può esitare nell’accoglienza in una casa rifugio ad indirizzo segreto o in un altro percorso di autonomia abitativa e di vita.
L’accoglienza nella struttura temporanea è gratuita ed ha una durata massima di 7 giorni.
4. I centri antiviolenza e gli sportelli territoriali
I centri antiviolenza rispondono ai requisiti minimi sanciti dall’Intesa Stato-Regioni del 27 novembre 2014. Sono adeguatamente pubblicizzati, accessibili ed atti a garantire sicurezza alle donne accolte ed ai loro figli.
Essi offrono:
- colloqui preliminari per informazioni e valutazione del rischio di recidiva di agiti violenti da parte del maltrattante;
- percorsi personalizzati di uscita dalla violenza;
- consulenza legale;
- sostegno psicologico personalizzato, a medio e lungo termine;
- supporto a bambini e ragazzi vittime di ogni forma di violenza, inclusa quella assistita;
- affiancamento della vittima di violenza di genere nell’individuazione di un percorso di orientamento al lavoro, di inclusione lavorativa e di autonomia economica ed abitativa.
Il progetto prevede l’apertura di due/tre centri antiviolenza collocati a Tolmezzo, Codroipo o Latisana, Tarcento o Cividale.
I centri antiviolenza possono articolarsi in sportelli territoriali, al fine di garantire un accesso diffuso sul territorio ai servizi offerti. Gli sportelli attuano attività di sensibilizzazione e formazione sul fenomeno della violenza di genere e, insieme ai centri antiviolenza ed ai servizi sociali e sanitari, costituiscono una possibile porta di accesso per la persona maltrattata al sistema dell’aiuto.
Il progetto prevede l’apertura/il mantenimento di otto sportelli territoriali, collocati in tutti gli ambiti aderenti.
L’accesso ai centri antiviolenza ed agli sportelli territoriali è gratuito.
5. Le case rifugio
Le case rifugio rispondono ai requisiti minimi sanciti dall’Intesa Stato-Regioni del 27 novembre 2014.
Segrete o con garanzia di sicurezza, esse sono strutture di ospitalità temporanea che accolgono a titolo gratuito le donne vittime di violenza psico-fisica, sessuale, economica o di maltrattamenti e i loro figli minorenni che si trovano in situazioni di necessità o di emergenza, indipendentemente da status giuridico, cittadinanza e luogo di residenza
Nel territorio considerato verrà aperta 1 casa rifugio nell’ambito territoriale del Medio Friuli.
6. Le case di semi-autonomia
Le case di semi-autonomia sono strutture di ospitalità temporanea aventi caratteristiche di civile abitazione ove possono essere ospitate donne vittime di violenza e i loro figli minorenni che:
- non si trovino in condizione di pericolo immediato a causa della violenza;
- necessitino di un periodo limitato di tempo per compiere il percorso di uscita dalla violenza;
- non abbiano raggiunto al momento dell’uscita dalla casa rifugio la piena autonomia, per motivi psicologici, culturali, educativi, legali ed economici.
Il trasferimento nelle case di semi-autonomia avviene unicamente per il tramite dei Centri antiviolenza ai quali le case afferiscono, secondo le valutazioni e i pareri espressi dalle operatrici di accoglienza, in raccordo con i Servizi sociali dei Comuni.
Le case di semi-autonomia devono garantire:
- protezione e ospitalità alle donne e ai loro figli minorenni, salvaguardandone l’incolumità fisica e psichica, sulla base del progetto personalizzato;
- spazi alloggiativi e di convivialità riservati;
- servizi educativi e di sostegno scolastico nei confronti dei figli delle donne vittime di violenza;
- la condivisione della presa in carico dei minorenni con i servizi sociali, sanitari e scolastici;
- l’affiancamento e il supporto alle donne in percorsi di autonomia personale, economica, abitativa e di orientamento, formazione e inclusione lavorativa e formativa.
Le case di semi-autonomia possono prevedere una compartecipazione alle spese del vitto e delle utenze da parte delle ospiti.
Nel territorio considerato verrà mantenuta la casa di semi-autonomia sita nell’ambito del Natisone.
7. Gli interventi per i figli delle vittime e dei maltrattanti
Anche in linea con quanto indicato dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (la cosiddetta Convenzione di Istanbul, sottoscritta dall’Italia il 27 settembre 2012 e ratificata dal Parlamento con la legge n. 77/2013, entrata in vigore il 1° agosto 2014), è necessario porre attenzione nell’impostazione degli interventi a favore dei bambini e delle bambine vittime di violenza assistita da maltrattamento sulle madri. Sono da includere quei casi, rari per l’incidenza, in cui il minorenne ha assistito direttamente o indirettamente all’omicidio della madre e/o di altri familiari e/o all’omicidio/suicidio da parte del padre.
È prevista anche la presa in carico delle vittime di altre tipologie di violenza assistita a danno dei minorenni, in particolare della violenza assistita da abuso e maltrattamenti sui fratelli e sulle sorelle.
Al fine di supportare i figli delle vittime di violenza e rafforzare o rielaborare la relazione tra madre e figli, il progetto prevede:
- interventi psico-socio-educativi volti a rispondere a esigenze emotive e a rafforzare la relazione madre-figlio/a spesso danneggiata dalla violenza subita;
- attività socio-ricreative con interventi di tipo educativo per promuovere, attivare e sostenere, in un clima sereno, risorse e potenzialità di crescita individuale, di relazione e di inserimento sociale attraverso il gioco.
Tali interventi possono essere realizzati nelle varie fasi del percorso di uscita dalla violenza:
- nel periodo di ospitalità in casa rifugio;
- nel periodo di ospitalità nella casa di semi-autonomia;
- durante il percorso di autonomia.
Il supporto psico-socio-educativo è progettato e realizzato dall’équipe che ha in carico il nucleo familiare ed è composta da operatori dell’associazione e da operatori dei servizi sociali e sanitari coinvolti.
8. Gli interventi per i maltrattanti
È fondamentale che oltre agli interventi a favore delle donne maltrattate e dei loro figli vengano attuati interventi rivolti agli uomini che vogliano intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento di maltrattamento fisico e/o psicologico, economico, sessuale, di stalking.
Per essi sono previsti percorsi individuali e di gruppo, attivati:
- sulla base di un accesso spontaneo dell’utente;
- prima della presenza di una misura cautelare (ad esempio a seguito della notifica del reato all’Autorità Giudiziaria o a seguito di un ammonimento da parte del Questore);
- su invio da parte di un servizio specialistico (Consultorio Familiare, Ser.T o Ser.D, Neuropsichiatria Infantile, Centro di Salute Mentale, ecc.) che ravvisi nella dinamica del soggetto il rischio di agiti violenti;
- su invio coatto da parte dell’Autorità Giudiziaria;
- all’interno di percorso alternativo alla detenzione, così come previsto dalla normativa penale (es. l’art 168-bis e l’articolo 464-quater del codice di procedura penale).
L’intervento, di tipo psico-educazionale, è teso ad attivare un processo di consapevolezza e messa in discussione delle dinamiche di potere e controllo esercitate all’interno della relazione di coppia ed è orientato ad apprendimento, potenziamento e generalizzazione (?) delle abilità di regolazione fisica, emotiva, cognitiva e comportamentale, allo scopo di mettere l’uomo nella condizione concreta di maturare un cambiamento, scegliendo di non agire violenza.
A realizzazione di quanto riportato il progetto prevede il coinvolgimento nella co-progettazione di centri per autori di violenza che si occupino di tali interventi.
PARTE III
LA CO-PROGETTAZIONE
In questi anni la co-progettazione si è dimostrata uno degli strumenti più adeguati all’integrazione di risorse, conoscenze e competenze utili alla realizzazione degli interventi delle pubbliche amministrazioni con quelle del capitale sociale, sia quello espresso dai soggetti del terzo settore, che quello civico espresso dai soggetti della cittadinanza attiva.
La co-progettazione di interventi e servizi sussidiari a carattere innovativo e sperimentale negli ambiti di attività di interesse generale, con l’apporto del Terzo Settore di risorse proprie aggiuntive a quelle della pubblica amministrazione, costituisce valore aggiunto e strumento, che arricchisce gli interventi realizzati in partnership, differenziandosi dalle altre forme di definizione e gestione di interventi e servizi rivolti alla collettività.
La co-progettazione, così come normata delle recenti leggi, è, quindi, ritenuta lo strumento più consono alla realizzazione dell’intero progetto, in quanto consente di integrare e connettere la governance in capo agli enti pubblici con il terzo settore, portatore di esperienze significative e specialistiche rispetto al tema della violenza e del maltrattamento.
Presupposto irrinunciabile della co-progettazione, nella sua fase propedeutica, è l’integrazione della lettura dei bisogni e delle iniziative esistenti riportata in premessa con quanto rilevato dagli altri soggetti territoriali agenti nel settore, affinché si giunga ad una lettura condivisa delle caratteristiche dei problemi sui quali lavorare.
Peculiarità della co-progettazione è che la titolarità delle scelte permangono in capo alle Assemblee dei Sindaci di ambito territoriale.
Il soggetto capofila della co-progettazione di che trattasi è stato individuato nel Servizio sociale dei Comuni del Medio Friuli in delega all’Azienda Pubblica per i Servizi Xxxxxxx Xxxx di Codroipo
Alla co-progettazione ipotizzata si auspica la partecipazione dei seguenti soggetti:
- associazioni ingaggiate sul tema della violenza di genere a livello regionale;
- associazioni/centri per maltrattanti;
- Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (di seguito ASUFC);
- Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (riferimenti di Udine).
Considerato il carattere innovativo dell’esperienza che si intende realizzare, si è coinvolta anche la Regione. Nello specifico oltre al sostegno della Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità, già finanziante gli sportelli territoriali e i centri antiviolenza, la casa rifugio e le case di semi-autonomia, è auspicabile il sostegno della Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia in tutta la fase della co-progettazione, trattandosi di una delle prime esperienze di co- progettazione promossa e coordinata da enti pubblici in regione.
PARTE IV
LA GOVERNANCE
1. Protocolli e accordi
Per rendere operativa ed efficace la filiera di servizi a contrasto della violenza di genere è prevista la definizione e sottoscrizione di protocolli e/o accordi tra gli attori della rete (servizi sociali e sanitari, forze dell’ordine, articolazioni territoriali di ASUFC, pronto soccorso, ecc.), che evidenzino:
- la rete costituitasi;
- la condivisione di definizioni, approcci teorici e metodologici di fronteggiamento del fenomeno e di presa in carico;
- la definizione di percorsi ed interventi, le modalità di accesso all’offerta, il ruolo e la funzione di ogni attore.
2. Il tavolo di co-progettazione
Il tavolo di co-progettazione è costituito dai Responsabili dei Servizi sociali dei Comuni o loro delegati e dai soggetti ritenuti idonei in seguito alla selezione prevista dalla procedura attivata, da un istruttore amministrativo dell’Ente Gestore del Servizio sociale dei Comuni individuato come capofila.
Il tavolo ha il compito di costruire in forma congiunta il progetto esecutivo complessivo, a partire dalle richieste evidenziate in sede di manifestazione di interesse, tenendo conto dei vincoli normativi, organizzativi e finanziari.
3. La cabina di regia
Il progetto è governato da un gruppo tecnico denominato cabina di regia composto da una rappresentanza dei Responsabili dei Servizi sociali dei Comuni o loro delegati, da un istruttore amministrativo dell’Ente Gestore del Servizio sociale dei Comuni individuato come capofila e da una rappresentanza dei soggetti partner della co-progettazione.
Il gruppo mantiene la direzione generale del progetto e verifica il corretto raggiungimento degli obiettivi previsti, monitorando nel loro complesso l’andamento dei servizi e le loro criticità, dal punto di vista del contenuto, del metodo e della rendicontazione finanziaria.
In dettaglio essa:
- monitora l’uso e aggiorna gli strumenti di lavoro;
- sviluppa proposte innovative in termini di iniziative e di miglioramento dei percorsi di contrasto alla violenza;
- individua le modalità più idonee di comunicazione e di promozione dei servizi della filiera e di eventi di sensibilizzazione;
- definisce le modalità di monitoraggio e di valutazione del progetto e del processo;
- individua i fabbisogni formativi degli operatori coinvolti e si attiva per dar loro risposta;
- mantiene i rapporti con le Direzioni regionali competenti.
La cabina di regia si riunisce (trimestralmente) o su richiesta di uno o più soggetti partner della co- progettazione. In qualsiasi momento essa può chiedere la collaborazione dei Responsabili dei Servizi sociali dei Comuni degli ambiti territoriali coinvolti.
4. L’équipe multiprofessionale
Si prevede l’istituzione di una équipe multiprofessionale composta da un assistente sociale e da un educatore. Si avvale del supporto di un istruttore amministrativo e collabora con uno psicologo afferente ai soggetti del terzo settore partner della co-progettazione.
L’équipe multiprofessionale:
- individua gli strumenti professionali e gli interventi più idonei alla costruzione del progetto di presa in carico con la persona in tutte le sue fasi (dalla richiesta di aiuto, all’autonomia), in stretta collaborazione con gli operatori referenti dei singoli Ambiti e con gli operatori della/delle associazione/i partner della co-progettazione;
- cura la rete territoriale formale e informale con i soggetti del territorio;
- verifica e promuove la correttezza dei percorsi.
PARTE V
IL PIANO FINANZIARIO
Il piano sotto riportato, annuale, indica i costi del progetto che si ipotizzano finanziati con fondi statali, regionali e del Servizio Sociale dei Comuni aderenti.
I dati saranno rideterminati, probabilmente in riduzione, a seguito della definizione degli apporti di ogni soggetto partecipante alla co-progettazione e del sostegno al progetto di eventuali sponsor oltre che, ovviamente, all’assegnazione dei finanziamenti regionali e nazionali.
Le spese relative alle attività e agli interventi di carattere promozionale e preventivo sono a carico dei singoli Ambiti/Comuni.
Le spese relative al supporto al reddito, alla condizione lavorativa ed abitativa, sono a carico dei singoli servizi sociali, definite sulla base dei progetti personalizzati e finanziate con le norme di settore.
Rimangono altresì a carico degli Servizi sociali dei Comuni aderenti le spese derivanti dal coordinamento della fase di co-progettazione, unitamente ai costi relativi alle sedi degli sportelli.
MACROVOCE | SPESA PREVISTA |
CENTRI ANTIVIOLENZA E SPORTELLI TERRITORIALI | € 162.200,00 |
GESTIONE DELL’EMEREGENZA | € 19.400,00 |
CASA RIFUGIO | € 93.800,00 |
CASE DI SEMI-AUTONOMIA | € 71.600,00 |
EQUIPE MULTIPROFESSIONALE | € 77.434,00 |
SPESE GENERALI E DI SISTEMA | € 24.520,00 |
TOTALE SPESA PREVISTA | € 448.954,00 |
.
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 1
CENTRI ANTIVIOLENZA E SPORTELLI TERRITORIALI
Ipotesi spesa annuale ipotizzata per 2 centri e 8 sportelli (di cui due nei CAV)
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese di gestione dei Centri Antiviolenza | Spese di affitto e assicurazioni | Sedi messe a disposizione dai Comuni | € 6.000,00*2 = € 12.000,00 |
Spese per la fornitura di acqua, luce, gas, telefono | Sedi messe a disposizione dai Comuni | € 1.800,00*2 = € 3.600,00 | |
Spese per ordinaria manutenzione | A carico dei singoli Comuni | € 0 | |
Spese per arredi | € 3.500,00*2 = € 7.000,00 | ||
Totale parziale | € 22.600,00 | ||
Spese di gestione e funzionamento degli sportelli territoriali non coincidenti con i Centri Antiviolenza | Spese di affitto e assicurazioni | Sedi messe a disposizione dai Comuni | € 0 |
Spese per la fornitura di acqua, luce, gas, telefono | Sedi messe a disposizione dai Comuni | € 0 | |
Spese per ordinaria manutenzione | A carico dei singoli Comuni | € 0 | |
Spese per arredi | € 4.500,00 | ||
Totale parziale | € 4.500,00 | ||
Spese di gestione per la funzionalità operativa dei Centri Antiviolenza | Spese del personale | N. 2 operatori per centro | € 49.000,00*2 = € 98.000,00 |
Totale parziale | € 98.000,00 | ||
Spese di gestione per la funzionalità operativa degli sportelli territoriali non coincidenti con i Centri Antiviolenza | Spese del personale | Ore settimanali per apertura sportello e back office 4 | € 5.600,00*6 = € 33.600,00 |
Totale parziale | € 33.600,00 | ||
Spese per campagne informative in merito ai servizi offerti | Eventi informativi on line ed in presenza Stampa di depliant e brochure Pubblicizzazione sui media | € 3.500,00 | |
Totale parziale | € 3.500,00 | ||
TOTALE | € 162.200,00 |
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 2
GESTIONE DELL’EMERGENZA
Ipotesi spesa annuale
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese di attivazione e funzionamento del numero telefonico di emergenza h 24 | Attivazione numero dedicato | Contratto con gestore telefonia mobile | € 1.100,00 |
Spese consumo linea | € 2.700,00 | ||
Spese di gestione per la funzionalità operativa della linea di emergenza h 24 | Spese del personale | Durante le ore di apertura dei Cav | In economia |
Nelle ore notturne/altre fasce orarie | € 15.600,00 | ||
Spese relative alle strutture alberghiere di accoglienza temporanea | Da definirsi al bisogno | ||
TOTALE | € 19.400,00 |
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 3
CASA RIFUGIO
Ipotesi spesa annuale (definita sulla esperienza dell’ambito di San Xxxxxxx)
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese di gestione e funzionamento struttura | Spese di affitto e assicurazioni | € 8.700,00 | |
Spese per la fornitura di acqua, luce, gas, telefono | € 2.500,00 | ||
Spese per ordinaria manutenzione | € 500,00 | ||
Spese per arredi | € 5.000,00 | ||
Totale parziale | € 16.700,00 | ||
Spese di gestione per la funzionalità operativa | Spese per il vitto ed i generi di prima necessità delle persone accolte | Riferite al numero massimo di 6 persone accoglibili. Spesa soggetta a forte variabilità dipendente dal numero delle persone accolte e dalle singole situazioni | € 10.000,00 |
Spese sanitarie e visite mediche | € 2.000,00 | ||
Spese personale operante in struttura | n. 2 operatori per complessive n. 70 ore settimanali | € 65.100,00 | |
Totale parziale | € 77.100,00 | ||
TOTALE | € 93.800,00 |
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 4
CASE DI SEMIAUTONOMIA – n 2
Ipotesi spesa annuale (definita sull’esperienza dell’ambito di Cividale)
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese di gestione e funzionamento struttura | Spese di affitto e assicurazioni | € 12.200,00 | |
Spese per la fornitura di acqua, luce, gas, telefono | € 4.500,00 | ||
Spese per ordinaria manutenzione | € 900,00 | ||
Spese per arredi | € 5.000,00 | ||
Totale parziale | € 22.600,00 | ||
Spese di gestione per la funzionalità operativa | Spese per il vitto ed i generi di prima necessità delle persone accolte | Riferite al numero massimo di 4 persone accoglibili. Spesa soggetta a forte variabilità dipendente dal numero delle persone accolte e dalle singole situazioni. In taluni casi può rivelarsi non necessaria | € 15.000,00 |
Spese sanitarie e visite mediche | € 4.000,00 | ||
Spese personale operante in struttura | n. 1 operatore. Spesa variabile a secondo della tipologia di rapporto utilizzato | € 30.000,00 | |
Totale parziale | € 49.000,00 | ||
TOTALE | € 71.600,00 |
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 5
EQUIPE MULTIPROFESSIONALE
Ipotesi spesa annuale
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese personale | Assistente sociale per 36 ore settimanali | Professionista di qualifica D1 | € 38.717,00 |
Educatore per 36 ore settimanali | Professionista di qualifica D1 | € 38.717,00 | |
TOTALE | € 77.434,00 |
PROGETTO SUNRISE
SCHEDA N. 6
SPESE GENERALI E DI SISTEMA
Ipotesi spesa annuale
VOCE | SPECIFICA | DESCRIZIONE | IMPORTO |
Spese personale | Istruttore Amministrativo per 18 ore settimanali | Professionista di qualifica C1 | € 15.320,00 |
Spese varie | Spese postali, di cancelleria e materiale, varie | € 1.900,00 | |
Spese per assicurazioni | € 2.500,00 | ||
Spese per servizi resi dall’Ente gestore | Spese gestione personale, protocollo, contabilità, ecc. | € 4.800,00 | |
TOTALE | € 24.520,00 |
ACCORDO TRA GLI ENTI GESTORI DEI SERVIZI SOCIALI DEI COMUNI DEGLI AMBITI TERRITORIALI DELLA CARNIA, DEL NATISONE, COLLINARE, DEL GEMONESE E DEL CANAL DEL FERRO-XXX XXXXXX, DEL TORRE, MEDIO FRIULI E RIVIERA BASSA FRIULANA PER L’ATTUAZIONE DEL PROGETTO DENOMINATO «SUNRISE»
TRA
L’ Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Xxxxxxx Xxxx di Codroipo in qualità di Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale Medio Friuli con sede in xxxxx Xxxxx 00, qui rappresentata dal Presidente , nato il , C.F.
domiciliato per la carica presso la suddetta ASP;
E
l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale in qualità di Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni:
dell’ambito territoriale della Carnia;
dell’ambito territoriale Collinare;
dell’ambito territoriale del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx,
con sede in xxx Xxxxxxxx 000 a Udine, rappresentata dal Direttore generale xxxx. Xxxxx Xxxxxxxx, nato il 11/08/1975, C.F. CPRDNS75M11C758X, domiciliato per la carica presso la suddetta Azienda;
il Comune di Cividale, in qualità di Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Natisone, con sede in , rappresentato dal Sindaco , nato il , C.F. domiciliato per la carica presso il suddetto Comune;
il Comune di Tarcento, in qualità di Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Torre, con sede in , rappresentato dal Sindaco , nato il , C.F. domiciliato per la carica presso il suddetto Comune;
il Comune di Latisana, in qualità di Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale Riviera Bassa Friulana, con sede in xxxxxx Xxxxxxxxxxxx, 00, rappresentato dal Sindaco Xxxxxxxxx Xxxxx, nato il , C.F. domiciliato per la carica presso il suddetto Comune;
RICHIAMATE LE SOTTO INDICATE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE:
- Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica adottata a Istanbul l’11 maggio 2011, ratificata ai sensi della Legge 27 giugno 2013, n. 77, «Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011»;
- Decreto legge 14 agosto 2013, n. 119 convertito con modificazioni dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119, «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province»;
- Intesa tra il Governo e le Regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e le autonomie
locali del 27 novembre 2014, relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, prevista dall’art. 3, comma 4, del D.P.C.M. del 24 luglio 2014;
- Legge 8 novembre 2000, n, 328 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali»;
- Legge regionale 31 marzo 2006, n. 6 «Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale»;
- Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali»;
- Legge 7 agosto 1990, n. 241 «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»;
- Legge regionale 8 agosto 2021, n. 12 «Interventi per la tutela delle donne vittime di violenza e per il contrasto e la prevenzione di atti violenti e discriminatori»;
PREMESSO CHE
ai sensi del quadro normativo sopra richiamato i Servizi sociali dei Comuni concorrono alla programmazione e all'attuazione degli interventi e dei servizi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere attraverso progetti e prestazioni a sostegno di donne vittime di violenza di genere, sole o con figli minori, così come recepito dalle relative Convenzioni Istitutive;
l’art. 17, comma 4, della L.R. n. 6/2006 prevede che “A fini di economicità e semplificazione gestionale e di omogeneizzazione dei servizi, due o più Servizi sociali dei Comuni rientranti nel territorio del medesimo ente del servizio sanitario regionale che assicurano l'assistenza territoriale possono stipulare accordi per gestire in comune uno o più servizi”;
a fronte dell’esperienza maturata negli anni dagli ambiti territoriali firmatari, presso alcuni dei quali sono state avviate specifiche progettualità (Centri antiviolenza, Case rifugio, Case di semi- autonomia) e della spinta dettata dall’estensione e dalla gravità del fenomeno in parola, è emersa l’opportunità di sperimentare la costruzione di una filiera di interventi e servizi di area vasta, volta a qualificare l’offerta e a garantire un più efficace e migliore impiego delle risorse;
il presente Accordo si pone come primo passo di un progetto che, volendo innovare non solo contenuti ma anche metodi, affiancherà ad una programmazione sovrazonale un modello di amministrazione condivisa, attraverso un percorso di co-progettazione (art. 55 del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117) capace di coinvolgere attivamente e di valorizzare il ruolo degli Enti del Terzo Settore (ETS) che operano in quest’area ed il loro importante bagaglio di conoscenze ed esperienze;
costituiscono pertanto obiettivi condivisi dei Servizi sociali dei Comuni aderenti al presente Accordo:
1. promuovere il benessere delle comunità locali e prevenire situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione individuali e familiari;
2. garantire alle situazioni emergenziali risposte tempestive, omogenee e coordinate fra gli ambiti territoriali aderenti al progetto;
3. specializzare gli interventi ad ogni loro livello, perseguendo la massima efficacia ed efficienza degli stessi, nonché la loro sostenibilità economica;
4. contenere la spesa a carico dei singoli ambiti territoriali e/o comuni tramite la realizzazione di interventi di area vasta.
DATO ATTO CHE
le parti sono state autorizzate alla sottoscrizione del presente Accordo con deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci n. del e successiva
deliberazione giuntale di presa d’atto n. del ; ovvero decreto del Direttore generale n. _ del _;
ovvero deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. del ;
VISTO
l’art. 15, comma 1, della Legge 7 agosto 1990, n. 241, secondo cui “le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune” secondo le forme e con i limiti stabiliti dalla stessa norma in questione;
SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE ART. 1 – OGGETTO ED ATTIVITÀ
Con il presente Accordo di collaborazione gli ambiti territoriali della Carnia, del Natisone, Collinare, del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx, del Torre, Medio Friuli e Riviera Bassa Friulana si impegnano a realizzare congiuntamente, in quanto di interesse comune, il programma di sperimentazione inter-ambiti per la realizzazione di una filiera di interventi e servizi per donne vittime di violenza di genere e per uomini maltrattanti, denominato «Progetto Sunrise» che, allegato al presente atto, ne costituisce parte integrante e sostanziale (allegato sub 1).
In particolare si intendono realizzare le seguenti azioni:
- realizzazione di interventi atti a promuovere il benessere delle comunità locali e a prevenire situazioni di difficoltà, disagio, esclusione ed emarginazione individuali e familiari nel territorio dei sette SSC aderenti al progetto;
- attivazione di almeno due centri antiviolenza, distribuiti in modo da servire tutte le aree del territorio;
- apertura di almeno cinque sportelli territoriali, quali articolazioni locali dei Centri antiviolenza;
- gestione di almeno una Casa rifugio per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- gestione di almeno due Case di semi-autonomia (già denominate case di transizione) per l’utenza di tutto il territorio considerato;
- realizzazione di interventi di supporto all’autonomia delle donne vittime di violenza di genere sull’asse casa, lavoro, sostegno al reddito;
- realizzazione di interventi di supporto ai figli delle donne vittime di violenza di genere;
- realizzazione di interventi per i maltrattanti;
- istituzione di una équipe multi-professionale, a supporto delle attività di cui al progetto;
ART. 2 – CO-PROGETTAZIONE ED ENTE CAPOFILA
Attesa la necessità di coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore nelle attività da realizzare, si conviene di utilizzare l’istituto della co-progettazione di cui all’art. 55 del D.Lgs. 3 luglio 2017, n.
117 «Codice del Terzo Settore», che ha per oggetto la definizione progettuale d’iniziative, interventi e attività da realizzare con modalità concertate e condivise con i soggetti del Terzo Settore individuati in conformità a una procedura di selezione pubblica.
Alla co-progettazione parteciperanno tutte le parti che sottoscrivono il presente Accordo ed altri soggetti, anche istituzionali, che intenderanno aderire al percorso progettuale.
All’esito della procedura di co-progettazione sarà possibile definire i contenuti specifici delle attività da realizzare, la condivisione di obiettivi e di responsabilità fra i vari partner di progetto.
Le parti convengono di individuare quale soggetto capofila della co-progettazione il Servizio sociale dei Comuni del Medio Friuli in delega alla Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Xxxxxxx Xxxx di Codroipo. Lo stesso:
- si qualifica quale responsabile del procedimento di co-progettazione e riferimento della costituenda Associazione Temporanea di Scopo per gli aspetti di ordine economico;
- svolge un ruolo di coordinamento tra le parti che partecipano alla procedura;
- provvede a presentare alla Regione Friuli Venezia Giulia istanza di contributo a valere sul Fondo per il contrasto alla violenza e alle discriminazioni previsto all’art. 21 della L.R. n. 12/2021, a sostegno della attività oggetto della sperimentazione;
- si impegna a mettere a disposizione i necessari supporti logistici.
ART. 3 – GOVERNANCE DEL PROCESSO DI CO-PROGETTAZIONE
Il percorso di co-progettazione, per entità delle partite in gioco e per complessità del processo attuativo, richiederà una particolare cura alla dimensione della governance del processo, del confronto pubblico-privato e dell’integrazione dei soggetti coinvolti. Si prevede pertanto una struttura del sistema di governance articolata su due livelli: un primo livello che abbia cura della dimensione direttiva della co-progettazione ed un secondo livello che ponga al centro la dimensione gestionale ed attuativa del programma.
Il livello direttivo, luogo decisionale responsabile dell’attuazione e del buon andamento dell’intero processo di co-progettazione, che garantisce una valenza strategica in relazione ai contenuti oggetto di co-progettazione e con funzioni di raccordo politico, sarà costituito da un organismo collegiale direzionale, ovvero da una cabina di regia integrata, composta dai Responsabili dei Servizi sociali dei Comuni coinvolti (in rappresentanza allargata o ristretta) e dai componenti dell’Associazione Temporanea di Scopo (in rappresentanza allargata o ristretta).
Completerà il livello direttivo del sistema di governance il presidio amministrativo del processo, attraverso l’individuazione, sia per parte pubblica che privata, di referenti amministrativi che insieme avranno cura della dimensione amministrativa della co-progettazione. Il referente amministrativo di parte pubblica sarà garantito dal soggetto capofila, il Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Medio Friuli, a fronte di copertura finanziaria interna al progetto.
Il livello gestionale ed attuativo sarà costituito da un apposito staff di programma, privilegiando l’individuazione di figure tecniche con competenze coerenti con il tema oggetto di co- progettazione.
Si valuterà l’opportunità di attivare appositi tavoli tematici di lavoro in relazione a questioni specifiche, con compiti di lettura condivisa del bisogno, traduzione delle diverse attività, redazione
di protocolli tecnico-operativi, nonché di monitoraggio e lettura di esiti ed impatti sociali del Progetto.
Rimane inteso che la titolarità delle scelte rimane in capo alle Assemblee dei Sindaci di ambito territoriale, che potranno essere chiamate ad esprimere atti di indirizzo durante l’intero corso della procedura di co-progettazione.
ART. 4 – ÉQUIPE MULTI-PROFESSIONALE
Tra le attività previste dal progetto «Sunrise» ed elencate nell’art. 1 è prevista la costituzione di un’équipe multi-professionale, con funzione di supporto tecnico-specialistico alle attività oggetto di co-progettazione.
In particolare l’équipe multi-professionale:
- individua gli strumenti professionali e gli interventi più idonei alla costruzione del progetto di presa in carico con la persona in tutte le sue fasi (dalla richiesta di aiuto all’autonomia), in stretta collaborazione con gli operatori referenti dei singoli SSC e con gli operatori degli ETS;
- cura la rete territoriale formale e informale con i soggetti del territorio;
- verifica e promuove la correttezza dei percorsi.
ART. 5 – IMPEGNI DEI SERVIZI SOCIALI DEI COMUNI PARTNER
Gli Enti gestori partecipanti alla co-progettazione si impegnano a:
- garantire, attraverso i Responsabili degli SSC, la programmazione, la funzione direzionale, il monitoraggio, la valutazione ed il raccordo politico integrati, relativi al progetto «Sunrise»;
- partecipare, attraverso i Responsabili degli SSC, alla cabina di regia integrata della co- progettazione;
- sottoscrivere la convenzione di co-progettazione che verrà definita nei contenuti all’esito della procedura;
- collaborare allo svolgimento delle attività progettuali con continuità, dando immediata comunicazione, l’un l’altro, delle interruzioni che, per giustificato motivo, dovessero intervenire nello svolgimento delle attività;
- trasferire annualmente in un’unica soluzione all’Ente capofila il contributo finanziario di cui al successivo art. 7.
ART. 6 – DURATA
Il presente Accordo decorre dalla sottoscrizione sino al 31 dicembre 2024 e potrà essere rinnovato per un ulteriore biennio, previo comune Accordo tra le parti, con comunicazione scritta formalizzata almeno due mesi prima della scadenza.
ART. 7 – RISORSE
Le risorse economiche per l’espletamento delle attività di co-progettazione e della progettazione sono rappresentate da:
- finanziamento regionale a valere sul Fondo per il contrasto alla violenza e alle discriminazioni previsto all’art. 21 della L.R. n. 12/2021;
- contributo degli Enti co-progettanti che si impegnano a trasferire all’Ente capofila un importo annuo di € 9.000,00 per ciascun anno di durata del presente Accordo;
- eventuali risorse degli ETS, acquisite durante il percorso di co-progettazione.
L’onere finanziario dei partner derivante dal presente Accordo, nell’ottica di una condivisione di compiti e responsabilità, rappresenta un contributo alle spese effettivamente sostenute ed è finalizzato prioritariamente a dare copertura ai costi dell’équipe multi-professionale e riconoscere all’Ente capofila un rimborso per la messa a disposizione delle proprie strutture organizzative ai fini degli adempimenti inerenti al progetto. Lo stesso non costituisce in modo alcuno forma di corrispettivo.
I partner si impegnano inoltre a mettere a disposizione, senza oneri per il partenariato progettuale, le sedi per i locali sportelli territoriali.
ART. 8 - RECESSO
Ciascuna delle parti potrà recedere dal presente Accordo a fronte di modifiche degli assetti istituzionali sovraordinati o qualora, per comprovati motivi, non fosse possibile garantire gli impegni di cui agli articoli 3, 5 e 7. Il recesso dovrà essere comunicato mediante nota scritta da inviarsi alle controparti a mezzo PEC con almeno 6 mesi di preavviso.
ART. 9 - CONTROVERSIE
Per ogni controversia che dovesse insorgere in relazione al presente Accordo, le parti riconoscono la competenza del Foro di Udine.
Per quanto non espressamente previsto nel presente Accordo si applicano le norme in vigore per la Pubblica Amministrazione.
ART. 10 – TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Le Parti hanno l’obbligo di mantenere riservati i dati e le informazioni di cui vengano in possesso, di non divulgarli in alcun modo e di non farne oggetto di utilizzazione a qualsiasi titolo per scopi diversi da quelli derivanti dal presente Accordo.
Le Parti si impegnano a far sì che, nel trattare dati, informazioni, e conoscenze dell’altra Parte, di cui vengano eventualmente in possesso nello svolgimento del presente Accordo, siano adottate le necessarie ed idonee misure di sicurezza e impiegate modalità di trattamento che non compromettano in alcun modo il carattere della riservatezza o arrechino altrimenti danno.
Le Parti si impegnano altresì a trattare eventuali dati personali e sensibili conformemente alla normativa nazionale ed europea in materia di protezione dei dati personali (per tale intendendosi il Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (GDPR), il D.Lgs. n. 196/2003, come modificato dal D.Lgs. n. 101/2018 entrato in vigore il 19 settembre 2018, nonché qualsiasi altra normativa sulla protezione dei dati personali applicabile in Italia, ivi compresi i provvedimenti del Garante).
Il trattamento dei dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e nel rispetto di norme di sicurezza.
ART. 11 - REGISTRAZIONE
Il presente Accordo sarà registrato solo in caso d’uso e le relative spese saranno a carico della parte richiedente.
Xxxxx, approvato e sottoscritto Data
Per l’ASP Xxxxxxx Xxxx di Codroipo Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni del Medio Friuli: il Presidente
Per l’Azienda Sanitaria Friuli Centrale, Ente gestore dell’ambito territoriale della Carnia, dell’ambito territoriale Collinare, dell’ambito territoriale del Gemonese e del Canal del Ferro-Xxx Xxxxxx: il Direttore generale xxxx. Xxxxx Xxxxxxxx
Per il Comune di Cividale
il Comune di Cividale, Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Natisone: il Sindaco _
Per il Comune di Tarcento, Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale del Torre: il Sindaco _
Per il Comune di Latisana, Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni dell’ambito territoriale Riviera Bassa Friulana: il Sindaco Lanfranco Sette
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Il presente atto viene sottoscritto con firma digitale ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. 07/03/2005, n. 82 Codice dell’Amministrazione Digitale.
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