Uniti per ricordare
Uniti per ricordare
i valori della Liberazione Importante accordo per tramandare alle generazioni future i valori della Resistenza e lo spirito della Libe-
razione coinvolgendo l’intera Valdelsa
La Valdelsa unita nel ricordo della Liberazione. È stato firmato ufficialmente il 20 aprile, nel teatro Politeama di Poggibonsi, il Protocollo di Intesa che interessa sei Co- muni della Valdelsa (Poggibonsi, Barberino Val d’Elsa, Certaldo, Castelfiorentino, Colle Val d’Elsa e San Gimi- gnano) divisi tra due province, «ma uniti – come ha evi- denziato il Sindaco del Comune di Poggibonsi, Xxxx Xxxx – da una cultura e anche da una storia comune». Il protocollo vede, oltre ai Comuni, anche il coinvolgi- mento attivo delle ANPI e in particolare dei giovani del- l’Associazione. «È già il secondo anno – ha spiegato il Sindaco Rugi – che i Comuni lavorano ad un cartellone unico di iniziative per ricordare il giorno della Libera- zione. Il prossimo anno, ad iniziare da Certaldo, avremo anche una manifestazione centrale proprio per rappre- sentare meglio lo spirito del protocollo».
Quello che emerge dall’accordo è il livello sempre mag- giore di coesione e di vicinanza tra i Comuni della Val- delsa. Si tratta di un accordo importante non solo nel- l’ottica di tramandare alle generazioni future i valori del- la Resistenza e lo spirito della Liberazione, ma anche per il coinvolgimento di tutta la Valdelsa, vista come un’uni- ca entità, come hanno sottolineato Xxxxxxx Xxxxxxxx, assessore alla Cultura di Barberino, ma anche Xxxxxx Xxxxxxx di Castelfiorentino, Xxxxxxxx Xxxxx di Cer- xxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx di Colle Val d’Xxxx e Xxxxxx Xxxxxxx di San Gimignano.
«A volte – ha sottolineato Xxxxxx Xxxxxxx – la Valdelsa può sembrare divisa, sembra che esista una separazione insuperabile, ma basta un piccolo sforzo per pensare a politiche comuni». Concetto che è stato ripreso da Xxxxxx Xxxxxxx: «Il valore aggiunto di questo protocol- lo – ha detto – sta nella partecipazione dei giovani e nel- l’aver lavorato tra Comuni divisi tra due province».
Riportiamo, per informazione, il testo del “Protocollo di intesa”.
«Protocollo di intesa
Anniversario della Liberazione
fra i Comuni di BARBERINO VAL D’ELSA, CASTEL- FIORENTINO, CERTALDO, COLLE VAL D’ELSA, POGGIBONSI, SAN GIMIGNANO
PREMESSO
• che in data 8 Settembre 2003 i Comuni di Castelfioren- tino, Certaldo, Colle Val d’Elsa, Poggibonsi e San Gimi- gnano hanno dato vita, con la firma di un Protocollo d’In- tesa, ad un calendario speciale di iniziative di area per ri- cordare il 60° Anniversario della lotta di Resistenza, con- cordando di realizzare congiuntamente una serie di eventi;
• il Comune di Barberino Val d’Xxxx ha manifestato l’in- tenzione di essere tra i Comuni promotori di iniziative comuni; RITENUTO
• che le Amministrazioni Comunali sopra citate intendo- no coordinare la celebrazione dell’Anniversario della Libe- razione, attraverso l’organizzazione e la promozione unita- ria delle iniziative concordate;
Tutto ciò visto, ritenuto, considerato e verificato, in data 20 aprile 2006, presso il Teatro Politeama di Poggibonsi, tra le parti sopra indicate, si concorda quanto segue:
Art. 1 - Obiettivi
Le Amministrazioni Comunali in premessa individuate si impegnano a organizzare e promuovere unitariamente le celebrazioni per l’Anniversario della Liberazione.
La programmazione, l’organizzazione e la promozione de- gli eventi avverranno in modo condiviso, coordinato ed unitario a cura di una Amministrazione denominata “Co- mune capofila” da individuarsi anno per anno a rotazione e di cui sono specificati obblighi e diritti al successivo art. 4. È data facoltà alle altre Amministrazioni di realizzare even- ti singoli, anche finanziati autonomamente, che dovranno essere comunque inseriti nel calendario unico degli eventi realizzato a cura del Comune “capofila”.
In tale quadro sarà concordata una iniziativa centrale da collocare nel territorio del Comune “capofila”.
Art. 2 - Obblighi economici
Le Amministrazioni Comunali si impegnano finanziaria-
mente e logisticamente a sostenere le iniziative concordate annualmente in occasione dell’Anniversario della Liberazione, le cui spese saranno ri- partite come indicato al successivo art. 4.
Art. 3 - Durata
Il presente Protocollo d’Intesa ha valore fino al 31.12.2011 e rimarrà comunque valido fino a conclusione di tutti gli adempimenti amministra- tivi ed economici.
Art. 4 - Obblighi e diritti del Comune “capofila”
Il Comune “capofila” sarà individua- to annualmente a rotazione tra i Co- muni indicati in premessa entro e
non oltre il 31 maggio dell’anno precedente. È data la pos- sibilità a due Comuni, con numero di abitanti inferiore a
5.000 abitanti, di assolvere congiuntamente la funzione di “capofila”.
L’Amministrazione Comunale “capofila” si avvarrà, per l’espletamento del servizio, degli strumenti e dei soggetti che riterrà più idonei entro un limite di spesa preventiva- mente concordato da un’assemblea tra i Comuni sopracita- ti, riunitisi prima della fine dell’anno precedente l’evento. L’Amministrazione Comunale “capofila”, assumendo tale ruolo, provvederà all’assunzione a proprio carico di tutte le spese organizzative necessarie per poi ripartirle tra i Comu- ni coinvolti con il seguente criterio: 40% a carico del Co- mune “capofila” ed il restante 60%, ripartito in misura pro- porzionale al numero degli abitanti, tra i restanti Comuni.
Art. 5 - Criteri
Nell’intento di realizzare gli obiettivi di cui ai precedenti articoli, le Amministrazioni Comunali coinvolgeranno co- me parte attiva, nella elaborazione e nella realizzazione dei progetti, le sezioni ANPI dei rispettivi territori.
Ogni anno, entro e non oltre il 31 maggio, il Comune in- dividuato come “capofila” proporrà il tema specifico dell’i- niziativa centrale dell’anno successivo.
Ogni Comune a seconda delle proprie disponibilità predi- sporrà ed attiverà le risorse umane del proprio territorio per la ideazione e la realizzazione dell’iniziativa centrale.
Art. 6 - Referenti delle parti
AI fine di individuare i referenti tecnici che saranno re- sponsabili dell’attuazione del presente Protocollo d’Intesa, con funzioni di consultazione ed informazione reciproca e di controllo sulla gestione, le parti indicano:
– per il Comune di Barberino Val d’Elsa, il Responsabile dell’Ufficio Cultura o proprio incaricato, con il riferimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultura;
– per il Comune di Castelfiorentino, l’Ufficio Gabinetto del Sindaco, con il riferimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultura;
– per il Comune di Certaldo, il Responsabile dell’Ufficio Manifestazioni o proprio incaricato, con il riferimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultura;
– per il Comune di Colle Val d’Elsa, il Responsabile del- l’Ufficio Cultura o proprio incaricato, con il riferimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultura;
– per il Comune di Poggibonsi, il Responsabile dell’Uffi- cio Segreteria del Sindaco o proprio incaricato, con il rife- rimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultu- ra;
– per il Comune di San Gimignano, il Responsabile del- l’Ufficio Segreteria del Sindaco o proprio incaricato, con il riferimento di controllo ed indirizzo dell’Assessore alla Cultura.
Art. 7 - Modifiche
Il presente Protocollo d’Intesa, previo accordo tra tutte le parti contraenti, può essere sottoposto ad eventuali modi- fiche si rendano necessarie per la migliore realizzazione e organizzazione di quanto in esso contenuto.
Art. 8 - Norma di rinvio
Per quanto non espressamente previsto nel presente Proto- collo d’Intesa, le parti intendono fare esplicito riferimento alle leggi vigenti in materia.
Letto, approvato e sottoscritto».
Xxxxxxx, i partigiani, la Costituzione
Cinque giovani furono fucilati allo stadio “Xxxxxxx Xxxxxxx” di Firenze il 22 marzo 1944 perché renitenti alla leva. Xxxxxxx Xxxxxxx li ha ricordati durante il con- certo e l’ANPI gli ha regalato una maglietta per la Co- stituzione. Cinque giovani di poco più di vent’anni fu- rono catturati perché non si erano presentati, come ri- chiesto dal bando fascista, per arruolarsi tra le file del- la repubblica di Salò. La farsa del processo che
ne seguì così come la condanna capitale, avevano il solo intento di terrorizzare tut- ti quei giovani che una volta precettati, non si fossero presentati al collocamen-
to. L’estrema durezza della sentenza doveva inoltre servire da monito per arrestare le diserzioni che ogni gior-
no si contavano nelle file repubblichine.
Il sacrario sotto la curva Ferrovia ne ricorda la vita e i nomi: Xxxxxxx Xxxxx di anni 21, nato a Xxxxxxx xxx Xxxxxxx; Xxxxx Xxxxxxxx di an- ni 22, nato a Vicchio; Xxxxxxx Xxxxxx di an- ni 21, nato a Cagliari; Xxxxxxxx Xxxxx di anni 23 nato a Vicchio; Xxxxxxx Xxxxxxx di anni 21, nato a Vicchio.
Xxxxxxx, che ha suonato allo stadio di Firenze il 31 maggio, e che nel precedente concerto tenuto a Firen- ze aveva dedicato una canzone a questi 5 ragazzi, ha chiesto ai partigiani dell’ANPI di Firenze di tenere aperto il sacrario tutto il giorno ed anche durante il concerto perché tutti potessero visitarlo e rendere omaggio ai 5 giovani uccisi.
All’interno del Sacrario è stato allestito un corner per la trasmissione di un documentario dal titolo “Ragazzi come noi” che ricostruisce l’accaduto (realizzato
nel 2001 dagli studenti del Liceo Scientifico Xxxxxxx Xxxxxxx in collaborazione con il Quartiere 2 di Firenze e con l’inse- gnante Xxxxxxxxxx Xxxx) e sono stati distribuiti dépliant che raccontano e
ricordano l’episodio.
L’ANPI ha colto l’occasione per regalare a Xxxxxxx Xxxxxxx una maglietta con su scritto: “Io sto con i partigiani, difendo la Costituzione - il 25 e
26 giugno vota NO al referendum”.
La maglietta era il primo prototipo di quelle che sono state utilizzate per la pro- paganda elettorale per l’importantissimo referendum sulla Costituzione. (Sezione ANPI Oltrarno)
Ragazzi in montagna
per ricordare i partigiani
«È stata una esperienza formativa e di grande interes- se». Questo è stato il commento di tutti dopo il rientro a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, dei quaran- ta ragazzi della quinta elementare della Scuola “Lo- renzo il Magnifico” di Campi che hanno organizzato, con le insegnanti, un “percorso” per ricordare i parti- giani della zona e, soprattutto, la figura di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, il comandante Xxxxxxxxx, decorato di Meda- glia d’Oro e massacrato dai fascisti. I ragazzi della scuola sono stati accompagnati dalla guida naturalistica e storica Xxxxxx Xxxxxxx, in montagna, sulla Caldana nella zona della Valibona, fino al cippo che ricorda la morte di Xxxxxxxxx e dei suoi compagni. È stata una du- ra e lunghissima escursione che ha però avuto un gran- dissimo successo proprio tra i ragazzi che sono tornati in paese cantando “Xxxxx Xxxx” e “Fischia il vento”. Tra i giovanissimi delle quinte elementari erano addi- rittura presenti sei scolari cinesi, due albanesi e un ma- rocchino. Xx xxxx, per gentile concessione dell’Istituto Storico della Resistenza di Firenze, una descrizione della battaglia di Valibona e una biografia della meda- glia d’oro Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx.
La battaglia di Valibona
Il 4 gennaio 1944, un gruppo di partigia- ni al comando di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, sor- preso, a “Case Valibona” da un reparto fa- scista, riuscì a rompere l’accerchiamento e a ritirarsi sui monti.
Ogni giorno qualcuno saliva sulla monta- gna: ragazzi di leva, ex militari sbandati, prigionieri russi e inglesi fuggiti dai campi di prigionia, uomini per i quali in città la vita era ormai pericolosa.
Ma Monte Morello guarda Firenze, e i re- pubblichini erano preoccupati dei partigia- ni che sapevano di avere alle spalle. L’inu- tilità dei tentativi fatti per sorprenderli li rendeva furiosi: i partigiani sempre avverti- ti in tempo si eclissavano per la montagna, ma sempre lasciavano, quasi a beffa, tracce dell’accampamento abbandonato.
Lanciotto con due russi che lo adoravano e altri quat- tordici partigiani tra i più giovani e i più affezionati de- cise di raggiungere sui monti dell’Abetone la 1ª Briga- ta Xxxxxxxx ed il comandante Xxxxx. Per organizzare questo viaggio, d’accordo con il comando del Partito d’Azione, Xxxxxxxxx si fermò a Valibona.
Il Barinci racconta: «Ormai siamo pronti a partire, è il 27 dicembre siamo per muoverci quando arriva la no- tizia che due fratelli di Xxxxxxxxx sono stati arrestati e portati a Villa Triste. Xxxxxxxxx rinvia la partenza, man- da uomini in cerca di notizie, vuole liberare i suoi fra- telli, chiede una pianta della villa. Noi siamo spaventa- ti e perplessi, non penserà mica di fare un’azione a vil- la Triste? ...Nel discutere, nell’aspettare si arriva alla notte del tre gennaio. Si sta dormendo tutti nella ca- panna di Valibona: Xxxxxxxxx un tenente russo, biondo e allegro, quasi grande come Xxxxxxxxx, che si era fatto male ad un piede – e proprio per lui noi eravamo con- tenti della sosta a Valibona, perché proprio non poteva camminare – per un bisogno esce; rientra affannato, scuote Lanciotto: “Capo, grande capo, fuori fascisti!”. Siamo tutti in piedi, tra la confusione del primo mo- mento si raccolgono le armi bestemmiando: mi sor- prendo a pensare che aveva ragione il Xxxxxxx e ho un momento di paura. Ma Xxxxxxxxx che ha fatto tant’an- ni di guerra è calmissimo, ci rincuora tutti, ci fa andare nel palco dov’era la legna, fa riunire tutte le armi, le bombe vicino a lui. I fascisti si sono accorti che noi stiamo all’erta, uno di loro si fa avanti con una torcia da automobile fruga nel buio e grida: “Siete morti, ar- rendetevi!”. Lanciotto spara, quello casca e allora da tutte le parti è un crepitio di colpi. Lanciotto ci racco- manda di non sciupare le munizioni. Lui, in piedi a gambe larghe, prende le bombe a mano ad una ad una, gira a lungo il braccio come avesse una clava e le lancia lontano dove pensa che i fascisti siano più fitti... Si spa- ra per ore, nel buio, poi al chiaro. Uno dei nostri, Ven- trone è ferito. I fascisti hanno una mitragliatrice, ci da una grande noia, Xxxxxxxxx decide che dobbiamo ten- tare una sortita, dobbiamo sparare noi da questa parte, gli altri da quell’altra dove ci sono i carabinieri. Dob-
biamo tentare di sfondare dalla parte dei carabinieri e scappare su per la montagna, gli alberi sono vicini, e poi è tutta macchia e bosco. È l’unica via di salvezza. Con uno slancio, Xxxxxxxxx è fuori, è alla catasta di le- gna e spara e spara. Anche Xxxxxxxxx è uscito, esco an- ch’io. Sono accanto a loro e sparo. Anche dietro a me sparano, anche gli altri sono usciti; è giorno ormai. I carabinieri non hanno voglia di ammazzarci, ma i fasci- sti sì. Lanciotto cade accanto a me, ora sono io che ca- sco... Ho la bocca piena di sangue, non posso parlare. Riconosco il mio, tenente del premilitare e anche lui mi riconosce. “Ci penso io” e mi spara di striscio alla testa. “È morto lasciatelo stare”. E sta lì finché tutti non si sono allontanati. Su Ventrone e su Xxxxxxxxx in- vece sparano ancora a lungo. ».
La figura di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Nacque a Campi Bisenzio nel 1911 da una famiglia di xxxxxxxx e la sua gioventù fu caratterizzata da un’inten- sa attività sportiva nel campo pugilistico, ove conseguì buoni risultati, diventando campione italiano dei prin- cipianti. Dagli anni ’30, la sua vita fu segnata dalle av- venture militari dell’Italia fascista, che portarono Lan- ciotto a partecipare alle guerre di Etiopia (1935-’36) e di Albania (1939).
Scoppiata la guerra mondiale, Xxxxxxxxx fu inviato con le truppe di occupazione in Grecia e Jugoslavia ma fu rimpatriato per motivi di salute. Al ritorno dal fronte a Xxxxx Xxxxxxxx viene accolto con sfarzo dal partito fa- scista locale e osannato come eroe della patria, come massimo onore gli viene offerta la tessera del partito, che però Xxxxxxxxx rifiuta.
La famiglia Xxxxxxxxx è sempre stata lontana dal regime, nessuno ha la tessera del partito, Xxxxxxxxx è legato da amicizia con Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, di lunga e nota fede anarchica (ma avvicinatosi poi al Partito Comunista). Non è quindi una sorpresa trovare Xxxxxxxxx, il padre e lo stesso Xxxxxxx alla riunione clandestina organizzata dai comunisti fiorentini che la notte del 12 settembre 1943 pone le basi per la lotta partigiana dei campi- giani.
Xxxxxxxxx aveva la stoffa del lea- der, spontaneo ed immediato, istintivamente ribelle, grande esperienza di armi, di guerra e di comando e ben presto un gruppo di giovani gli si raccolse intorno riconoscendolo spontaneamente come capo. Dopo la catastrofe dell’armistizio, nell’autunno 1943 Xxxxxxxxx si recò sul Monte Mo- rello, ove organizzò e diresse forse il primo gruppo di partigiani del- l’intera Toscana. Questa forma- zione comprendeva non solo par- tigiani italiani ma anche altri pro- venienti da tutta l’Europa (uno scozzese, un serbo, un croato, un ucraino ed un russo).
Nei mesi a seguire l’azione è in-
sulla costituzione di una sufficiente dotazione di armi, munizioni ed equipaggiamento. Numerose volte Lan- ciotto torna a Campi Bisenzio per prelevare quello che amici e compagni erano riusciti a mettere da parte. Quando passa per le vie del paese i fascisti fingono di non vederlo per non doversi misurare con lui e perché è evidente da che parte sta la popolazione.
La notte tra il 2 e il 3 gennaio 1944 il gruppo si trova- va presso Valibona, nel comune di Calenzano, quando fu aggredito da una colonna di circa 150 nemici, in se- guito ad una segnalazione.
Xxxxxxxxx affrontò da solo il nemico, dando modo di fuggire al grosso dei compagni, infliggendo grosse per- dite agli attaccanti e cadendo alfine eroicamente alla mitragliatrice. Le altre vittime del gruppo di Lanciotto furono il sardo Xxxxx Xxxxxxxx, morto bruciato vivo in un fienile e il xxxxx Xxxxxxxxx, catturato dai fascisti e giustiziato. Dopo cinque giorni la famiglia Xxxxxxxxx ot- tenne il permesso di recuperare il corpo, che si era con- servato intatto a seguito delle temperature rigide e del- le lievi nevicate. Il popolo di Campi seppe però dare un ultimo grande schiaffo morale agli assassini del suo
eroe, poiché una folla immensa partecipò ai suoi funerali no- nostante le torve minacce dei re- pubblichini: infatti all’arrivo in paese il carro che trasporta le spo- glie di Xxxxxxxxx viene accolto da ali di folla; i fascisti allora transen- nano la casa ed impediscono il corteo funebre e il rito religioso, ma tutto il paese si dà appunta- mento al cimitero dove il parroco nonostante le minacce porta a ter- mine il rito.
Vengono stampate e distribuite centinaia di foto di Xxxxxxxxx, consacrandolo così come uno dei simboli della lotta popolare con- tro il nazi-fascismo.
Nel dopoguerra, Lanciotto Balle- rini è stato insignito della Meda-
centrata sul vettovagliamento e
Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx.
glia d’Oro al Valor Militare.
L’ANPI alla manifestazione di Firenze per il “NO”
Arrivano pullman da tutta la Toscana, e non solo. La parte del leone, come spesso accade in queste occasio- ni, la fa la Confederazione Generale Italiana del Lavo- ro, della quale si notano striscioni portati da decine di città.
Sono ben rappresentate, ovviamente, le sezioni territo- riali dell’ANPI, che arrivano un po’ da tutta la regione. Ci sono poi i partiti, le associazioni, i comitati, in una parola il movimento.
Tutti a Firenze, dal tardo pomeriggio di giovedì 1 giu- gno, per una fiaccolata in favore del NO al referendum sulle modifiche del centro-destra alla Costituzione, una manifestazione di livello nazionale organizzata dai Co- mitati per la difesa della Costituzione, sorti un po’ ovunque sul territorio, e fortemente voluta dall’ex Pre- sidente della Repubblica, oggi Senatore a vita, Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxx per lanciare la campagna elettorale in vi- sta dell’appuntamento del 25 e 26 di giugno.
L’appuntamento è in Piazza dell’Indipendenza alle 19, ed il percorso ha portato il fiume umano verso la culla del Rinascimento, Piazza della Signoria, attraversando il centro storico della città.
La questura, come riporta il Presidente Xxxxxxxx dal palco nel comizio conclusivo, ha provato a quantificare il numero dei manifestanti in qualche centinaio, cor- reggendo subito il tiro in qualche migliaio, ma il colpo d’occhio della piazza gremita non lascia spazio a dubbi e l’obiettivo prefisso dagli organizzatori delle 20.000 persone è pienamente raggiunto, grazie anche alla splendida partecipazione dei fiorentini.
Durante il corteo, il punto più vivo e colorato, che at- trae lo sguardo e l’interesse dei passanti, è quello del coordinamento donne dello SPI-CGIL di Massa Car- rara che, con la “pasionaria” Xxxxx Xxx Xxxxxxx al me- gafono, intona in continuazione i canti di lotta della tradizione, dalla Resistenza, al movimento operaio a quello femminista.
Scalfaro, per essere vicino e presente in ogni fase del corteo, non si è limitato a farsi trovare all’arrivo ma è giunto in Piazza dell’Indipendenza quando stavano per partire gli ultimi gruppi (i primi erano già molto più avanti). Qui ha notato la storica e ultrasessantenne bandiera dell’ANPI di Massa Carrara portata con la lancia rivolta verso l’alto dal segretario provinciale, si è soffermato un attimo accarezzandola con la mano ed è poi ripartito alla volta di Piazza della Signoria.
Dal palco ha ricordato come nacque la nostra Costitu- zione, con quali sacrifici, con quali madri e padri, ed in che modo si è invece tentato di cambiarla radunando quattro sprovveduti a mangiar polenta sulle Dolomiti. Successivamente si è addentrato in un’analisi delle mo- difiche da essi proposte e di come sarebbero deleterie per la Repubblica, con un federalismo fasullo e raffaz- zonato, con un Presidente della Repubblica solo nomi- nale ma soprattutto con una concentrazione inaudita di poteri nelle mani di un premier che potrebbe fare e disfare le Camere a suo piacimento.
Firenze è stato un buon inizio per una sfida impegna- tiva che occorre assolutamente vincere. Non serve un quorum, basta avere un NO in più. Occorre che ognu- no di noi, per riprendere ancora l’esortazione di Scalfa- ro, convinca altre dieci, venti persone. Buon lavoro. (Xxxx Xxxxxxxxxx)
Xxxxxxxx Xxxxxxx cittadino onorario di Cerreto d’Esi
Sì, lo hanno fatto cittadino onorario di Cerreto d’Esi, nelle Marche e lui Xxxxxxxx Xxxxxxx, anzi il generale Xxxxxxxx Xxxxxxx, si è commosso ed era imbarazzato, anche se felice, quando il sindaco di Cerreto d’Esi gli ha consegnato il diploma di “cittadino onorario” con tanto di bollo in ceralacca.
Dice quel diploma: “Comune di Cerreto d’Esi - Il ge- nerale Xxxxxxxx Xxxxxxx, indimenticabile Comandante Xxxxxxxx che, giovane ufficiale dell’Esercito, xxxxx con
coraggio e saggezza il Gruppo Partigiano della Porca- rella nella guerra di Liberazione dall’oppressione fasci- sta (settembre 1943-luglio 1944) e stipulò un patto di al- xxxxxx con la Comunità Cerretese che favorì la Resisten- za ma evitò alla popolazione rovine e lutti è Cittadino Onorario di Cerreto d’Esi per decisione unanime del consiglio comunale in segno di riconoscenza imperitura”. La consegna del diploma di cittadinanza onoraria è av- venuta nello scenario suggestivo dell’anfiteatro di piaz- za Caraffa dove si è radunato, al completo, il Consiglio comunale e un gran numero di cittadini, insieme al xxx- xxxx Xxxxxxxxxxxx. È inutile nasconderlo: il mitico co- mandante Xxxxxxxx che, sulla Porcarella, aveva ai suoi ordini più di 250 uomini, era davvero commosso. Co- me era commosso l’xx. Xxxxxxx Xxxxxxxxxx, l’ex diri- gente DC che su Cerreto e la Resistenza ha scritto un gran bel libro nel quale parlava di quel suo paese come di una vera e propria “repubblica partigiana”. Anche a lui, la comunità cerretese ha consegnato una medaglia d’oro ricordo per aver raccontato le mille storie dei combattenti cerretesi come Xxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, il maresciallo dei carabinieri Xxxxxxx Xxxx- xxxxx, xxx Xxxxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxx, le donne e i contadini del paese e in particolare la famiglia Tortolini. Nella foto il generale Xxxxxxxx Xxxxxxxx (a sinistra) riceve il diploma da parte del sindaco Xxxxxxxxxxxx.