CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
SIENA CASA S.p.A.
PROCEDURA PER L’AFFIDAMENTO IN APPALTO, MEDIANTE ACCORDO QUADRO, DEI LAVORI DI MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA DA ESEGUIRSI NEGLI ALLOGGI IN GESTIONE ALLA SIENA CASA PER L’ANNO 2017.
CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
PARTE SECONDA
(Norme generali e Tecniche)
Siena, Dicembre 2016
SIENA CASA S.P.A.
Area Patrimonio e Manutenzione
CAPO I
QUALITÀ DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
Art. 1) Introduzione
Le opere che formano oggetto dell’appalto, comprendono le categorie di lavoro necessarie ed occorrenti per realizzare tutti gli interventi, completi in ogni loro parte ed in perfetta condizione di funzionalità, di manutenzione ordinaria, straordinaria e di restauro, da eseguire negli alloggi in gestione della Siena Casa s.p.a..
Tutte le opere ed i lavori saranno eseguiti nel rispetto delle indicazioni contenute nel seguente Capitolato, e valutati a misura, sulla base dell’elenco prezzi allegato.
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l’Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione con certificazione.
Art. 2) Calci, cementi ed agglomerati cementizi.
a) Calci - Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al R.D. 16 Novembre 1939, n.2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26 maggio 1965 n. 505 (Caratteristiche tecniche e requisiti leganti idraulici) nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel D.M. 31 agosto 1972 (Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche).
b) Cementi ed agglomerati cementizi - I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965 n.595 e nel D.M. 3 giugno 1968 (Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi) e successive modifiche.
Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965 n. 595 e nel D.M. 31 agosto 1972.
A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell’Industria del 9 marzo 1988 n.126, i cementi normali e ad alta resistenza portland, pozzolanico e d’altoforno, se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all’art. 6 della legge 26 maggio 1965, n.595 e all'art. 20 della legge 5 novembre 1971, n.1086.
I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall’umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell’impiego.
Art. 3) Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte.
1) Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni non nocive all’indurimento del conglomerato o della conservazione delle armature.
La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all’ingombro delle armature.
La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio.
2) I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 febbraio 1992 e relative circolari esplicative.
Art. 4) Armature per calcestruzzo.
Gli acciai per l’armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 5 novembre 1971, n.1086 (D.M. 14 febbraio 1992) e relative circolari esplicative.
È fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all’origine.
Art. 5) Prodotti per pavimentazione
Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell’intero sistema di pavimentazione.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura: il Direttore dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) sui campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito elencate:
Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni dovranno essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua secondo le norme UNI EN 87, UNI EN 98 e UNI EN 99.
a) A seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) le piastrelle di ceramica estruse o pressate di prima scelta devono rispondere alle norme seguenti:
Assorbimento d'acqua
Formatura Gruppo I Gruppo IIA Gruppo IIB Gruppo III E < 3% 3% < E > 6% 6% < E < 10% E > 10%
Estruse (A) UNI EN 121 UNI EN 186 UNI EN 187 UNI 188
Pressate (A) UNI EN 176 UNI EN 177 UNI EN 178 UNI 159
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettate in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra Direzione dei lavori e fornitore.
b) Per i prodotti definiti “pianelle comuni di argilla”, “pianelle pressate ed arrotate di argilla” e “mattonelle greificate” dal X.X. 00 novembre 1939 n. 2234, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti: resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo; resistenza alla flessione 2,5 N/mm² (25 kg/cm²) minimo; coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
c) Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a secco ed estruse (vedi norma UNI EN 87), per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbimento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concordati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai produttori ed accettate dalla Direzione dei lavori.
d) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
a) Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cotto forte, grès, ecc.) devono essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e sull’assorbimento d’acqua secondo la norma UNI EN
I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
b) I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o completamento alle seguenti:
Le mattonelle in cemento con o senza colorazione e superficie levigata, mattonelle di cemento con o senza colorazione con superficie striata o con impronte, marmette e mattonelle a mosaico di cemento e di detriti di pietra con superficie levigata, devono rispondere al R.D. 2234 del 16 novembre 1939 per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza all’urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura.
Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni, colore e resistenza caratteristica; essi devono rispondere alle prescrizioni di progetto ed in mancanza e/o completamento devono rispondere a quanto segue:
essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze dimensionali ammesse;
Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale media delle misure sul campione prelevato;
le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra di loro con tolleranze +/- 15% per il singolo massello e +/- 10% sulle medie;
la massa volumetrica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15% per il singolo massello e non più del 10% per le medie;
la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mmq per il singolo elemento e maggiore di 60 N/mmq per la media;
I prodotti saranno forniti su appositi pallets opportunamente legati ed eventualmente protetti dall’azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
c) I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni si intendono definiti come segue:
- elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti);
- elemento lapideo ricostruito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
- lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d’impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm. e spessore di regola non minore di 2 cm;
- marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm. e con spessore di regola minore di 2 cm;
- marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;
- marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.
d) I prodotti di legno per pavimentazione - tavolette, listoni, mosaico di lamelle, blocchetti, ecc. - si intendono denominati nelle loro parti costituenti come indicato nella letteratura tecnica.
I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue:
essere della essenza legnosa adatta all'uso e prescritta nel progetto; sono ammessi i seguenti difetti visibili sulle facce in vista:
qualità I: piccoli nodi sani con diametro minore di 2 mm se del colore della specie (minore di 1 mm se di colore diverso) purché presenti su meno del 10% degli elementi del lotto; imperfezioni di lavorazione con profondità minore di 1 mm e purché presenti su meno del 10% degli elementi;
qualità II:
- piccoli nodi sani con diametro minore di 5 mm se del colore della specie (minore di 2 mm se di colore diverso) purché presenti su meno del 20% degli elementi del lotto:
- imperfezioni di lavorazione come per la classe I;
- piccole fenditure;
- alburno senza limitazioni ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti;
qualità III: esenti da difetti che possano compromettere l'impiego (in caso di dubbio valgono le prove di resistenza meccanica); alburno senza limitazioni ma immune da qualsiasi manifesto attacco di insetti;
avere contenuto di umidità tra il 10 e il 15%; tolleranze sulle dimensioni e finitura:
listoni: 1 mm sullo spessore; 2 mm sulla larghezza; 5 mm sulla lunghezza;
tavolette: 0,5 mm sullo spessore; 1,5% sulla larghezza e lunghezza;
mosaico, quadrotti, ecc.: 0,5 mm sullo spessore; 1,5% sulla larghezza e lunghezza;
le facce a vista ed i fianchi da accertare saranno lisci;
la resistenza meccanica a flessione, la resistenza all'impronta ed altre caratteristiche saranno nei limiti solitamente riscontrati sulla specie legnosa e saranno comunque dichiarati nell'attestato che accompagna la fornitura; per i metodi di misura valgono le prescrizioni delle norme vigenti;
i prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, umidità nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa; nell'imballo un foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore e contenuto
I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.), in mancanza di tolleranze sui disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte).
I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni si intendono definiti come segue:
- elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti);
- elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
- lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 2 cm:
- marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm;
- marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;
- marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.
Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379.
a) I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.) ed a quanto pre-scritto nell'articolo “prodotti di pietre naturali o ricostruite”.
In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte);
b) le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al X.X. 00 novembre 1939, n. 2234 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm;
c) l'accettazione avverrà secondo il punto 13.1. Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
Art. 6) Prodotti per scarichi ed alimentazione idrica
Le tubazioni in P.V.C. da impiegare nella realizzazione degli scarichi delle acque reflue dovranno essere ottenute per estruzione, a garanzia di una calibratura perfetta e continua, e devono soddisfare le norme UNI vigenti e risultare idonei alle prove prescritte dalla Norma UNI 7448/75:
- gli scarichi per acque fredde devono essere realizzati con tubi che corrispondano alla Norma UNI 7443/75 ed avere gli spessori del tipo 301 e con pezzi speciali che rispettino la Norma UNI 7444/75;
- gli scarichi per acque calde devono essere realizzati con tubi che corrispondano alla Norma UNI 7443/75 ed avere gli spessori del tipo 302 e con pezzi speciali che rispettino la Norma UNI 7444/75. Essi sono adatti al convogliamento di acidi caldi a flusso continuo e temperatura di 70 °C, ed al flusso intermittente fino alla temperatura di 95 °C, condizioni sufficienti a consentire lo smaltimento delle acque delle utenze domestiche;
- le condotte interrate devono rispondere alla Norma UNI 7447;
I tubi di polietilene e polipropilene devono essere confezionati con polietilene opportunamente stabilizzato per resistere all’invecchiamento ed avere caratteristiche tali da soddisfare i requisiti tipici del polietilene e risultare idonei alle prove prescritte dalle norme un vigore, essi devono rispondere:
- tubi di polietilene ad alta densità (Pead) per condotte interrate, alla norma UNI 7613;
- tubi di polipropilene (PP), alla norma UNI 8319;
- tubi di polietilene ad alta densità (Pead) per condotte all’interno dei fabbricati, UNI 8451.
L’adduzione e distribuzione di acque in pressione devono essere realizzate con tubi che rispondano alla Circolare del Ministero della Sanità 18 luglio 1967, n°125 che disciplina la utilizzazione di P.V.C. per tubazioni di acqua potabile.
Le tubazioni utilizzate per realizzare gli impianti di adduzione dell'acqua devono pertanto rispondere alle prescrizioni seguenti:
a) nei tubi metallici di acciaio le filettature per giunti a vite devono essere del tipo normalizzato con filetto conico; le filettature cilindriche non sono ammesse quando si deve garantire la tenuta.
I tubi di acciaio devono rispondere alle norme UNI 6363 e UNI 8863 FA 199.
I tubi di acciaio zincato di diametro minore di mezzo pollice sono ammessi solo per il collegamento di un solo apparecchio.
b) I tubi di rame devono rispondere alla norma UNI 6507; il minimo diametro esterno ammissibile è 10 mm.
c) I tubi di PVC e polietilene ad alta densità (PEad) devono rispondere rispettivamente alle norme UNI 7441 e UNI 7612; entrambi devono essere del tipo PN 16.
d) I tubi di piombo sono vietati nelle distribuzioni di acqua. Valvolame, valvole di non ritorno, pompe.
a) Le valvole a saracinesca flangiate per condotte d'acqua devono essere conformi alla norma UNI 7125.
Le valvole disconnettrici a tre vie contro il ritorno di flusso e zone di pressione ridotta devono essere conformi alla norma UNI 9157.
Le valvole di sicurezza in genere devono rispondere alla norma UNI 335.
La rispondenza alle norme predette deve essere comprovata da dichiarazione di conformità completata con dichiarazioni di rispondenza alle caratteristiche specifiche previste dal progetto.
b) Le pompe devono rispondere alle prescrizioni previste dal progetto e rispondere (a seconda dei tipi) alle norme UNI 6781 P, UNI ISO 2548 e UNI ISO 3555.
Art. 7) Prodotti per coperture discontinue (a falda).
Si definiscono prodotti per le coperture quelli utilizzati per realizzare lo strato di tenuta all’acqua nei sistemi si copertura e quelli usati per altri strati complementari.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei Lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito elencate.
Nel caso di contestazione si intende che le procedure di prelievo dei campioni, i metodi di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI citate di seguito.
1) Le tegole e coppi di laterizio per coperture ed i loro pezzi speciali si intendono denominate secondo le dizioni commerciali usuali (marsigliese, romana, ecc).
I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a completamento alle seguenti prescrizioni:
a) i difetti visibili sono ammessi nei seguenti limiti:
- le fessure non devono essere visibili o rilevabili a percussione;
- le protuberanze e scagliature non devono avere diametro medio (tra dimensione massima e minima) maggiore di 15 mm. e non deve esserci più di 1 protuberanza; è ammessa 1 protuberanza di diametro medio tra 7 e 15 mm. ogni 2 dmq di superficie proiettata;
- sbavature tollerate purché permettano un corretto assemblaggio.
b) sulle dimensioni nominali e forma geometrica sono ammesse le tolleranze seguenti: lunghezza +-3% per tegole e +- 8% per coppi;
c) l’impermeabilità non deve permettere la caduta di goccia d’acqua dall’intradosso;
d) i criteri di accettazione sono quelli del punto .1. In caso di contestazione si farà riferimento alle norme UNI 8626 ed UNI 8635.
I prodotti devono essere forniti su appositi pallets, legati e protetti da azioni meccaniche, chimiche e sporco che possano degradarli nella fase di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Gli imballi, solitamente di materiale termoretraibile, devono contenere un foglio informativo riportante almeno il nome del fornitore e le indicazioni del comma a) ed eventuali istruzioni complementari.
Art. 8) Prodotti per impermeabilizzazioni e per coperture piane.
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di:
− membrane in fogli e/o rotolo da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
− prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua.
a) le membrane si designano descrittivamente in base:
1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
4) al materiale di finitura della faccia inferiore ( esempio: poliestere nontessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.);
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato di tenuta all’acqua, strato di tenuta all’aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni di progetto ed in mancanza od a loro complemento alle seguenti prescrizioni.
a) le membrane destinate a formare strati di tenuta all’acqua devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alla lacerazione;
- punzonamento statico dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
- stabilità di forma a caldo;
- impermeabilità all’acqua e comportamento all’acqua;
- permeabilità al vapore d’acqua;
- resistenza all’azione perforante delle radici;
- invecchiamento termici in aria ed acqua;
- resistenza all’ozono (solo per xxxxxxxxxxx e plastomeriche);
- resistenza ad azioni combinate ( solo per polimeriche e plastomeriche);
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all’aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti) oppure per i prodotti non normali rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898.
a) I tipi di membrane considerate sono:
- Membrane in materiale elastomerico senza armatura;
Per materiale elastomerico si intende un materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma vulcanizzata).
- Membrane in materiale elastomerico dotate di armatura;
- Membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura;
Per materiale plastomerico si intende un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente generalmente a quello di impiego ma che non abbia materiali termoplastici flessibili o gomme non vulcanizzate);
- Membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura;
- Membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità, reticolato o non, polipropilene);
- Membrane polimeriche a reticolazione posticipata ( per esempio polietilene clorosolfanato) dotate di armatura;
- Membrane polimeriche accoppiate;
- Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all’elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite sulla membrana come fornita dal produttore.
b) classi di utilizzo:
- Classe A - Membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto ( per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.);
- Classe B - Membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto ( per esempio, canali, acquedotti, ecc.);
- Classe C - Membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose, concentrate o no ( per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.);
- Classe D - Membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce.
Nell’utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazioni, possono essere necessarie anche caratteristiche comuni a più classi. In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che nell’esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza preminente o che per legge devono essere considerati tali.
I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare strati di tenuta all’acqua ( ma anche altri strati funzionali della copertura piana) e secondo del materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti:
a) Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni ( in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti specificati, per diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157;
b) Gli asfalti colati per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191.
Art. 9) Prodotti diversi (sigillanti, adesivi, geotessili)
Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti.
Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti tra elementi edilizi ( in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne, ecc.) con funzione di tenute alla destinazione d’uso, si intendono rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati;
- diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto al quale sono destinati;
- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;
- durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell’atmosfera o nell’ambiente di destinazione.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto od alle norme UNI 9610 e 9611 e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
Per adesivi si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma permanente, resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all’ambiente ed alla destinazione d’uso.
Sono inclusi nel presente articolo gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o altri usi e per diversi supporti (murario, terroso, legnoso, ecc.).
Si intendono forniti rispondenti alle seguenti alle seguenti caratteristiche:
- compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati;
- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego (cioè con un decadimento delle caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità;
- durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell’atmosfera o nell’ambiente di destinazione;
- caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l’uso.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
Per geotessili si intendono i prodotti utilizzati per costituire strati di separazione, contenimento, filtranti, drenaggio in opere di terra (rilevati, scarpate, strade, giardini, ecc.) ed in coperture.
Si distinguono in:
- Tessuti: stoffe realizzate intrecciando due serie di fili (realizzando ordito e trama);
- Non tessuti: feltri costituiti da fibre o filamenti distribuiti in maniera casuale, legati tra loro con trattamento meccanico (agugliatura) oppure chimico (impregnazione) oppure termico (fusione). Si hanno nontessuti ottenuti da fiocco o da filamento continuo.
(Sono esclusi dal presente articolo i prodotti usati per realizzare componenti più complessi).
Quando non è specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 1 %;
- spessore: ± 3 %;
- resistenza a trazione ;
- resistenza a lacerazione ;
- resistenza a perforazione con la sfera ;
- assorbimento dei liquidi ;
- indice di imbibizione ;
- variazione dimensionale a caldo ..;
- permeabilità all'aria .............
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestato di conformità; in loro mancanza valgono i valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.
Dovrà inoltre essere sempre specificata la natura del polimero costituente (poliestere, polipropilene, poliammide, ecc.).
Per i nontessuti dovrà essere precisato:
-se sono costituiti da filamento continuo o da fiocco;
-se il trattamento legante è meccanico, chimico o termico;
-il peso unitario.
Art. 10) Prodotti flessibili
1 Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante ( calce, cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed uguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all’incendio adeguata;
- impermeabilità all’acqua e/o funzione di barriera all’acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
2 Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato ( da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni richieste:
- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
- avere funzione impermeabilizzante;
- essere traspiranti al vapore d’acqua;
- impedire il passaggio dei raggi U.V.;
- ridurre il passaggio della CO2;
- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
- avere funzione passivante del ferro ( quando richiesto);
- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi ( climatici, inquinanti);
- resistere all’usura ( quando richiesto).
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.
Art. 11) Legnami
I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 ottobre 1912 ed alle norme UNI vigenti, saranno approvvigionati fra le migliori qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l’uso a cui sono destinati.
I legnami destinati alla costruzione degli infissi dovranno essere di prima scelta, di strutura e fibra compatta e resistente, non deteriorata, perfettamente sana, dritta e priva di spaccature sia in senso radiale che circolare.
Essi dovranno essere perfettamente stagionati, se non sono stati essiccati artificialmente, presentare colore e venature uniforme, essere privi di alburno ed esenti da nodi, cipollature, buchi od altri difetti.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinchè le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure.
Le strutture lignee considerate sono quelle che assolvono una funzione di sostenimento e che coinvolgono la sicurezza delle persone, siano esse realizzate in legno massiccio (segato, squadrato o tondo) e/o legno lamellare (incollato) e/o pannelli derivati dal legno, assemblati mediante incollaggio o elementi di collegamento meccanici.
Legno massiccio.
Il legno dovrà essere classificato secondo la resistenza meccanica; e specialmente la resistenza e la rigidezza devono avere valori affidabili.
I criteri di valutazione dovranno basarsi sull'esame a vista dei difetti del legno e sulla misura non distruttiva di una o più caratteristiche (vedere ad esempio la norma UNI 8198 FA 145).
I valori di resistenza e di rigidezza devono, ove possibile, essere determinati mediante la norma ISO 8375.
Per la prova dovrà essere prelevato un campione rappresentativo ed i provini da sottoporre a prova, ricavati dal campione, dovranno contenere un difetto riduttore di resistenza e determinante per la classificazione.
Nelle prove per determinare la resistenza a flessione, il tratto a momento costante deve contenere un difetto riduttore di resistenza e determinante per la classificazione e la sezione resistente sottoposta a trazione deve essere scelta a caso.
Legno lamellare incollato.
La fabbricazione ed i materiali devono essere di qualità tale che gli incollaggi mantengano l'integrità e la resistenza richieste per tutta la vita prevista della struttura. Per gli adesivi vale quanto detto nel punto successivo apposito.
Per il controllo della qualità e della costanza della produzione si dovranno eseguire le seguenti prove:
- prova di delaminazione;
- prova di intaglio;
- controllo degli elementi;
- laminati verticalmente;
- controllo delle sezioni giuntate. Compensato.
Il compensato per usi strutturali deve essere prodotto secondo adeguate prescrizioni qualitative in uno stabilimento soggetto ad un costante controllo di
qualità e ciascun pannello dovrà di regola portare una stampigliatura indicante la classe di qualità.
Il compensato per usi strutturali dovrà di regola essere del tipo bilanciato e deve essere incollato con un adesivo che soddisfi le esigenze ai casi di esposizione ad alto rischio.
Per la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche si potrà fare ricorso alla normativa UNI esistente.
Altri pannelli derivati dal legno.
Altri pannelli derivati dal legno (per esempio pannelli di fibre e pannelli di particelle) dovranno essere prodotti secondo adeguate prescrizioni qualitative in uno stabilimento soggetto ad un costante controllo di qualità e ciascun pannello dovrà di regola portare una stampigliatura indicante la classe di qualità.
Per la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche si dovrà fare ricorso alla normativa UNI esistente.
Art. 12) Vetri
Si definiscono prodotti di vetro quelli che sono ottenuti dalla trasformazione e lavorazione del vetro.
Essi si dividono nelle seguenti principali categorie: lastre piane, vetri pressati, prodotti di seconda lavorazione.
Per le definizioni rispetto ai metodi di fabbricazione, alle loro caratteristiche, alle seconde lavorazioni, nonché per le operazioni di finitura dei bordi si fa riferimento alle norme UNI.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura.
Le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alle vetrazioni ed ai serramenti.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
I vetri piani grezzi sono quelli colati e laminati grezzi ed anche cristalli grezzi traslucidi, incolori cosiddetti bianchi, eventualmente armati.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6123 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri piani lucidi tirati sono quelli incolori ottenuti per tiratura meccanica della massa fusa, che presenta sulle due facce, naturalmente lucide, ondulazioni più o meno accentuate non avendo subito lavorazioni di superficie.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6486 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri piani trasparenti float sono quelli chiari o colorati ottenuti per colata mediante galleggiamento su un bagno di metallo fuso.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6487 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri piani temprati sono quelli trattati termicamente o chimicamente in modo da indurre negli strati superficiali tensioni permanenti.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7142 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione.
I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri piani uniti al perimetro (o vetrocamera) sono quelli costituiti da due lastre di vetro tra loro unite lungo il perimetro, solitamente con interposizione di un distanziatore, a mezzo di adesivi od altro in modo da formare una o più intercapedini contenenti aria o gas disidratati.
Le loro dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7171 che definisce anche i metodi di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri piani stratificati sono quelli formati da due o più lastre di vetro e uno o più strati interposti di materia plastica che incollano tra loro le lastre di vetro per l'intera superficie.
Il loro spessore varia in base al numero ed allo spessore delle lastre costituenti.
Essi si dividono in base alla loro resistenza alle sollecitazioni meccaniche come segue:
- stratificati per sicurezza semplice;
- stratificati antivandalismo;
- stratificati anticrimine;
- stratificati antiproiettile.
Le dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto. Per le altre caratteristiche si fa riferimento alle norme seguenti:
a) i vetri piani stratificati per sicurezza semplice devono rispondere alla norma UNI 7172;
b) i vetri piani stratificati antivandalismo ed anticrimine devono rispondere rispettivamente alle norme UNI 7172 e norme UNI 9184;
c) i vetri piani stratificati antiproiettile devono rispondere alla norma UNI
9187.
I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle
dimensioni prescritte; il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
I vetri pressati per vetrocemento armato possono essere a forma cava od a forma di camera d'aria.
Le dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le caratteristiche vale quanto indicato nella norma UNI 7440 che indica anche i metodi di controllo in caso di contestazione.
Art. 13) Materiali Isolanti e Fonoassorbenti
Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le superfici sulle quali sono applicati.
I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, puo' procedere ai controlli (anche parziali) su
campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformita' della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
Nel caso di contestazione per le caratteristiche si intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati sia quella indicata nelle norme UNI ed in loro mancanza quelli della letteratura tecnica (in primo luogo le norme internazionali ed estere).
I materiali isolanti si classificano come segue:
A) MATERIALI FABBRICATI IN STABILIMENTO: (blocchi, pannelli, lastre, feltri, ecc.)
1) Materiali cellulari.
- composizione chimica organica: plastici alveolari;
- composizione chimica inorganica: vetro cellulare, calcestruzzo alveolare autoclavato;
- composizione chimica mista: plastici cellulari con perle di vetro espanso.
2) Materiali fibrosi.
- composizione chimica organica: fibre di legno;
- composizione chimica inorganica: fibre minerali.
3) Materiali compatti.
- composizione chimica organica: plastici compatti;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;
- composizione chimica mista: agglomerati di legno.
4) Combinazione di materiali di diversa struttura.
- composizione chimica inorganica: composti "fibre minerali-perlite", amianto cemento, calcestruzzi leggeri;
- composizione chimica mista: composti perlite-fibre di cellulosa, calcestruzzi di perle di polistirene.
5) Materiali multistrato.
- composizione chimica organica: plastici alveolari con parametro organici;
- composizione chimica inorganica: argille espanse con parametri di calcestruzzo, lastre di gesso associate a strato di fibre minerali;
- composizione chimica mista: plastici alveolari rivestiti di calcestruzzo.
I prodotti stratificati devono essere classificati nel gruppo A5.
Tuttavia, se il contributo alle proprieta' di isolamento termico apportato da un rivestimento e' minimo e se il rivestimento stesso e' necessario per la manipolazione del prodotto, questo e' da classificare nei gruppi A1 ed A4.
B) MATERIALI INIETTATI, STAMPATI O APPLICATI IN SITO MEDIANTE SPRUZZATURA
1) Materiali cellulari applicati sotto forma di liquido o di pasta.
- composizione chimica organica: schiume poliuretaniche, schiume di urea-formaldeide;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo cellulare.
2) Materiali fibrosi applicati sotto forma di liquido o di pasta.
- composizione chimica inorganica: fibre minerali proiettate in opera.
3) Materiali pieni applicati sotto forma di liquido o di pasta.
- composizione chimica organica: plastici compatti;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;
- composizione chimica mista: asfalto.
4) Combinazione di materiali di diversa struttura.
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo di aggregati leggeri;
- composizione chimica mista: calcestruzzo con inclusione di perle di polistirene espanso.
5) Materiali alla rinfusa.
- composizione chimica organica: perle di polistirene espanso;
- composizione chimica inorganica: lana minerale in fiocchi, perlite;
- composizione chimica mista: perlite bitumata.
Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
a) dimensioni : lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle
dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
b) spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
c) massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
d) resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in base alla legge 16-1-1991 n. 10) ed espressi secondo i criteri indicati nella UNI
7357 (FA 1 - FA 2 - FA 3);
e) saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche:
- reazione o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilita' chimico-fisica con altri materiali.
Per i materiali isolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera.
Il D L puo' inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.
Entrambe le categorie di materiali isolanti devono rispondere ad una o piu' delle caratteristiche di idoneita' all'impiego, tra quelle della seguente tabella, in relazione alla loro destinazione d'uso: pareti, parete controterra, copertura a falda, copertura piana, controsoffittatura su porticati, pavimenti, ecc.
Caratteristiche che dovranno essere documentate dalla Ditta esecutrice:
- Unita' di misura Destinazione d'uso; Comportamento all'acqua:
- % assorbimento all'acqua per capillarita' %
- assorbimento d'acqua per immersione %
- resistenza gelo e disgelo cicli
- permeabilita' vapor d'acqua micro Caratteristiche meccaniche:
- resistenza a compressione a carichi di lunga durata N/mm2
- resistenza a taglio parallelo alle facce N
- resistenza a flessione N
- resistenza al punzonamento N
- resistenza al costipamento % Caratteristiche di stabilita':
- stabilita' dimensionale %
- coefficiente di dilatazione lineare mm/m
- temperatura limite di esercizio C
Prodotti per pareti esterne e partizioni interne
Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati funzionali di questi parti di edificio.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, puo' procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformita' della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
Nel caso di contestazione si intende che la procedura di prelievo dei campioni, le modalita' di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI ed in
mancanza di questi quelli descritti nella letteruatura tecnica (primariamente norme internazionali).
I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere articolo murature) ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni :
a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante trafilatura o pressatura con materiale normale od alleggerito devono rispondere alla norma UNI 8942 parte 2 (detta norma e' allineata alle prescrizioni del D.M. sulle murature);
b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI 8942 (ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei lavori;
c) gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettate in base alle loro caratteristiche dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura, smussi, ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio a flessione; caratteristiche di comportamento all'acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d'acqua, ecc.).
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli dichiarati dal fornitore ed approvati dalla Direzione dei lavori.
I prodotti ed i componenti per facciate continue dovranno rispondere alle prescrizioni del progetto ed in loro mancanza alle seguenti prescrizioni:
- gli elementi dell'ossatura devono avere caratteristiche meccaniche coerenti con quelle del progetto in modo da poter trasmettere le sollecitazioni meccaniche (peso proprio delle facciate, vento, urti, ecc.) alla struttura portante, resistere alle corrosioni ed azioni chimiche dell'ambiente esterno ed interno;
- gli elementi di tamponamento (vetri, pannelli, ecc.) devono essere compatibili chimicamente e fisicamente con l'ossatura;
resistere alle sollecitazioni meccaniche (urti, ecc.);
resistere alle sollecitazioni termoigrometriche dell'ambiente esterno echimiche degli agenti inquinanti;
- le parti apribili ed i loro accessori devono rispondere alle prescrizioni sulle finestre o sulle porte;
- i rivestimenti superficiali (trattamenti dei metalli, pitturazioni, fogli decorativi, ecc.) devono essere coerenti con le prescrizioni sopra indicate;
- le soluzioni costruttive dei giunti devono completare ed integrare le prestazioni dei pannelli ed essere sigillate con prodotti adeguati.
La rispondenza alle norme UNI per gli elementi metallici e loro trattamenti superficiali, per i vetri, i pannelli di legno, di metallo o di plastica e per gli altri componenti, viene considerato automaticamente soddisfacimento delle prescrizioni sopraddette.
I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza, alle prescrizioni indicate al punto precedente.
I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze +/- 0,5 mm, lunghezza e
larghezza con tolleranza +/- 2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilta' al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.
I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei lavori.
Prodotti per assorbimento acustico
Si definiscono materiali assorbenti acustici (o materiali fonoassorbenti) quelli atti a dissipare in forma sensibile l'energia sonora incidente sulla loro superficie e, di conseguenza, a ridurre l'energia sonora riflessa.
Questa proprieta' e' valutata con il coefficiente di assorbimento acustico (a), definito dall'espressione:
a = Wa/Wi
dove: Wi e' l'energia sonora incidente; Wa e' l'energia sonora assorbita.
Sono da considerare assorbenti acustici tutti i materiali porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta. A parita' di
struttura (fibrosa o alveolare) la proprieta' fonoassorbente dipende dalla spessore.
I materiali fonoassorbenti si classificano secondo lo schema di seguito riportato.
a) Materiali fibrosi:
1) Minerali (fibra di amianto, fibra di vetro, fibra di roccia);
2) Vegetali (fibra di legno o cellulosa, truciolari).
b) Materiali cellulari.
1) Minerali:
- calcestruzzi leggeri (a base di pozzolane, perlite, vermiculite, argilla espansa);
- laterizi alveolari;
- prodotti a base di tufo.
2) Sintetici :
- poliuretano a celle aperte (elastico - rigido);
- polipropilene a celle aperte.
Per tutti i materiali fonoassorbenti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
- lunghezza - larghezza: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali;
in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali;
In assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione tecnica;
- coefficiente di assorbimento acustico: misurato in laboratorio secondo le modalita' prescritte dalla norma UNI ISO 354 (UNI EN 20354), deve rispondere ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:
- resistivita' al flusso d'aria (misurate secondo ISO/DIS 9053);
- reazione e/o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilita' chimico-fisica con altri materiali.
I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori ai fini della loro accettazione puo' procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformita' della stessa alle prescrizioni sopra riportate.
In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali od estere).
Per i materiali fonoassorbenti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve inoltre attivare controlli della costanza
delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.
Entrambe le categorie di materiali fonoassorbenti devono rispondere ad una o piu' delle caratteristiche di idoneita' all'impiego, tra quelle della seguente tabella1), in relazione alla loro destinazione d'uso (pareti, coperture, contro soffittature, pavimenti, ecc.).
Caratteristiche tecniche che dovranno essere documentate dalla Ditta esecutrice delle opere.
Unita' di misura Destinazione d'uso, valori richiesti Comportamento all'acqua:
- % assorbimento all'acqua per capillarita'
- % assorbimento d'acqua per immersione %
- resistenza gelo e disgelo cicli
- permeabilita' vapor d'acqua micro Caratteristiche meccaniche:
- resistenza a compressione a carichi di lunga durata N/mm2
- resistenza a taglio parallelo alle facce N
- resistenza a flessione N
- resistenza al punzonamento N
- resistenza al costipamento % Caratteristiche di stabilita':
- stabilita' dimensionale %
- coefficiente di dilatazione lineare mm/m
- temperatura limite di esercizio C
Se non vengono prescritti i valori valgono quelli proposti dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali od estere).
Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal materiale non sono necessari controlli.
Prodotti per isolamento acustico
Si definiscono materiali isolanti acustici (o materiali fonoisolanti) quelli atti a diminuire in forma sensibile la trasmissione di energia sonora che li attraversa.
Questa proprieta' valutata con il potere fonoisolante (R) definito dalla seguente formula:
R = 10 log Wi/Wt
dove: Wi e' l'energia sonora incidente; Wt e' l'energia sonora trasmessa.
Tutti i materiali comunemente impiegati nella realizzazione di divisori in edilizia posseggono proprieta' fonoisolanti.
Per materiali omogenei questa proprieta' dipende essenzialmente dalla loro massa
areica.
Quando sono realizzati sistemi edilizi compositi (pareti,coperture, ecc.) formate da
strati di materiali diversi, il potere fonoisolante di queste strutture dipende, oltre che dalla loro massa areica, dal numero e qualita' degli strati, dalle modalita' di accoppiamento, dalla eventuale presenza di intercapedini d'aria.
Per tutti i materiali fonoisolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
- Dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- Spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenzadelle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nellasua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- Massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione tecnica;
- Potere fonoisolante: misurato in laboratorio secondo le modalita' prescritte dalla norma UNI 8270/3, deve rispondere ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati
dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:
- modulo di elasticita';
- fattore di perdita;
- reazione o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilita' chimico-fisica con altri materiali.
I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori ai fini della loro accettazione puo' procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformita' della stessa alle prescrizioni sopra riportate.
In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali od estere).
Per i materiali fonoisolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve inoltre attivare i controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.
Entrambe le categorie di materiali fonoisolanti devono rispondere ad una o piu' delle caratteristiche di idoneita' all'impiego, come indicato in 22.5, in relazione alla loro destinazione d'uso.
CAPO II
MODALITÀ DI ESECUZIONE E MISURAZIONE
SEZIONE 1) IMPIANTI ELETTRICI
Sez. 1 - 1) Prescrizioni tecniche e Tipo di materiali
Tutti i materiali, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti elettrici dovranno essere realizzati e costruiti "a regola d'arte" nel rispetto della normativa vigente e dichiarati tali ai sensi del Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37 - Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici
I materiali, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti elettrici realizzati secondo le norme del CEI si considerano costruiti "a regola d'arte" (legge n. 186 del 1968).
Essi dovranno ottemperare a Norme e Leggi vigenti, in particolare:
- la Legge n. 186 del 1/03/(1968;
- le norme CEI 64-8/3 impianti elettrici utilizzatori (variante V3 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua”) All. A;
- le norme CEI 20-22, fasc. 351 cavi non propaganti l’incendio;
- le norme CEI 17-31/1 per apparecchiature assemblate di bassa tensione e quadri elettrici;
- le norme CEI 64-8/7 per ambienti a maggior rischio in caso d’incendio;
- pubblicazione CEI 64-50 (UNI 9620) sull’edilizia residenziale;
Dovranno inoltre essere osservate le norme emanate dai seguenti Organi:
a) Prevenzione Infortuni, con particolare riguardo alle disposizioni del D.Lgs. 81/ ed alle eventuali altre disposizioni in vigore alla data di presentazione dell'offerta;
b) Società distributrice di energia elettrica (ENEL);
c) Società concessionaria telefoni;
d) Comando Vigili del Fuoco;
e) Tabella unificazione UNEL.
L'impresa assuntrice dei lavori prende a suo carico e sotto la sua responsabilità la perfetta esecuzione degli impianti elettrici, secondo quanto previsto dal presente articolo e si impegna ad adeguare ogni elemento di impianto che dalla verifica del collaudo, non risultasse conforme alle norme in essa contenute senza che alcun addebito derivi al committente.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici dovranno essere adatti all'ambiente in cui sono installati e devono essere tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità, alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e tabelle di unificazione UNEL ove queste esistono e norme UNI.
In particolare tutti i materiali e gli apparecchi per i quali sia prevista la concessione di marchio di qualità devono essere contrassegnati I.M.Q. e/o U.D.E.
I materiali tipici marchiabili I.M.Q. sono tra gli altri:
a) cavi e tubi di guaina;
b) piccoli interruttori automatici;
c) alimentatori e trasformatori di sicurezza;
d) apparecchi illuminanti;
e) apparecchi di comando 250 V per usi civili e similari;
f) prese a spina di sicurezza;
g) prese a spina UNEL.
Quelli non considerati I.M.Q.:
a) apparecchi di segnalazione a bassissima tensione;
b) apparecchi citofonici;
c) contatori a relè termici.
Tutti i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti, dovranno essere isolati con PVC per tensioni di esercizio fino a 450/750 V, tipo H 07 V-K, ad eccezione dei conduttori per impianti, la cui tensione è inferiore o uguale a 50 V per il quale è sufficiente una tensione di esercizio 300/500 V, tipo H 05 V-K.
Sez. 1 - 2) Classificazione di ambiente
La sicurezza dei materiali, degli impianti elettrici e dei conseguenti provvedimenti di protezione da adottare dovranno essere commisurati al livello di pericolo, in particolare dovranno essere tenuti presente, l'uso dei locali e l'azione esercitata dall'impianto da installare.
Si considerano normali gli ambienti ove non esistono condizioni in dipendenza delle quali si rendono necessarie particolari precauzioni di installazione o limitazione nella scelta o nell'impiego di macchinario e apparecchiature.
Si considerano speciali gli ambienti ove invece tali condizioni sussistono. Per quanto concerne il GRADO DI PROTEZIONE si precisa che:
− gli apparecchi con grado inferiore a IP 20 non potranno essere installati in ambienti ordinari accessibili anche a personale non specializzato (fanno eccezione i portalampade ed i portafusibili a virola sui quali si deve operare per i ricambi ad impianto sezionato);
− gli apparecchi con grado inferiore a IP 23 non potranno essere installati negli ambienti esterni esposti alle intemperie; potranno essere usati per ambienti esterni esposti alla pioggia ed alla neve apparecchi IP 44.
Per quanto concerne l'uso dei locali, dovranno essere rispettate le norme CEI 64-8 e successivi aggiornamenti, per le apparecchiature del locale bagno, le norme CEI 64-2 per gli impianti a servizio di cucine, apparecchiature di lavaggio (stoviglie, biancheria e simili, riscaldamento di ambiente).
Sez. 1 - 3) Prescrizioni relative ai circuiti
Numero di circuiti per unità immobiliare
La Variante V3 specifica il numero di circuiti necessari in funzione della superficie dell'unità immobiliare. La superficie considerata è quella calpestabile dell’unità immobiliare escludendo quelle esterne (terrazze, portici, ecc.) e le eventuali pertinenze (garage, cantine, ecc.). Per circuito elettrico si intende l’insieme di componenti di un impianto alimentato da uno stesso punto e protetto contro le sovracorrenti da uno stesso interruttore. Sono esclusi dal conteggio eventuali circuiti destinati esclusivamente all’alimentazione di apparecchi (ad es. scaldacqua, caldaie, condizionatori), di box e cantina; pertanto tali eventuali circuiti si aggiungono a quelli indicati in tabella.
Livello 1 | Livello 2 | Livello 3 |
2 | 3 | 3 |
3 | 3 | 4 |
4 | 5 | 5 |
5 | 6 | 7 |
Superficie unità
< 50 m2
Da 51 m2 a 75 m2
Da 76 m2 a 125 m2
Oltre 126 m2
Dispositivi per l’illuminazione di sicurezza
La Variante V3 specifica il numero di dispositivi per l’illuminazione di sicurezza, che servono a garantire la mobilità delle persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria. Sono ammessi gli apparecchi estraibili, anche se non conformi alla norma CEI 34-22 (ad es. torce estraibili ricaricabili ad accensione automatica installate nelle scatole portafrutti). Non sono ammessi gli apparecchi alimentati con prese a spina.
Livello 1 | Livello 2 | Livello 3 |
1 | 2 | 2 |
Superficie unità
< 100 m2
3
3
2
> 100 m2
Tutti i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono avere un grado di isolamento non inferiore a 3 (CEI 20.2 e 20.4) ad eccezione dei conduttori per impianti la cui tensione è inferiore o uguale a 50 V per il quale è sufficiente un grado di isolamento non inferiore a 1,5.
Per le cadute di tensione la differenza tra la tensione a vuoto e la tensione che si riscontra in qualsiasi punto degli impianti, quando sono inseriti tutti gli uti- lizzatori ammessi a funzionare contemporaneamente e quando la tensione all'inizio dell'impianto sotto misura (al quadro generale) rimanga costante, non deve superare il 4% della tensione a vuoto per tutti gli impianti, eccezione fatta per gli impianti di forza motrice, di utilizzazione elettrodomestiche e varie, per i quali l'anzidetta differenza non deve superare il 6% della tensione a vuoto, nelle stesse anzidette condizioni.
SEZIONI MINIME
− 0,5 mmq. per le parti di impianto a tensione nominale verso terra, non superiore a 50 V;
− 1,5 mmq. per le derivazioni alle prese da 10 A ed ai punti luce;
− 2,5 mmq. per le derivazioni alle prese da 16 A e per le linee principali luce all'interno dell'appartamento;
− 4 mmq. per le linee principali calore all'interno dello appartamento;
− 6 mmq. per le colonne montanti di lunghezza non superiore a 30 ml. Per le lunghezze superiori la sezione va calcolata ammettendo sulla colonna montante un carico di 32 A con caduta di tensione pari al 2% ed in ogni modo la sezione non deve essere inferiore a 10 mmq.
La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase, salvo il caso di conduttori in circuiti polifasi con sezione superiore a 16 mmq. dove la sezione del neutro può essere ridotta a metà sempre però con il minimo di 16 mmq.
Quanto sopra vale anche per la sezione minima dei conduttori di protezione quando tale conduttore è infilato nello stesso tubo dei conduttori di fase.
Se ciò non si verifica il valore minimo è comunque di 6 mmq.
I conduttori di neutro dovranno essere distinti per ogni circuito (esempio per l'impianto luce e l'impianto calore all'interno dell'appartamento dovranno essere usati n. 2 conduttori di neutro).
Si precisa comunque che il dimensionamento delle condutture deve essere tale che la portata dei cavi in regime permanente (iz) non sia inferiore alla corrente di impiego (ib).
Si dovrà inoltre tener presente che la portata iz è funzione complessa non solo della sezione ma anche del tipo di isolante del sistema di posa, del numero dei conduttori attivi raggruppati e della temperatura ambiente.
In relazione alla superficie (interna calpestabile, esclusi cantina, box e soffitta), la potenza impegnabile per cui l’impianto é adatto, deve essere almeno:
- 3 Kw fino a 75 mq;
- 6 Kw oltre i 75 mq.
La potenza impegnabile deve essere indicata nella dichiarazione di conformità, come previsto sul modulo di cui al D.M. 37/08.
COLORI
Le colorazioni dell'isolamento come previsto, dalle tabelle CEI-UNEL saranno:
− conduttore di fase: marrone, nero, grigio (è opportuno distribuire i tre colori nel modo seguente: un colore per la colonna montante, un colore per la linea luce ed un colore per la linea calore)
− conduttore neutro: blu (blu chiaro per l'impianto luce e blu per l'impianto calore o viceversa)
− conduttore di protezione: giallo-verde.
S 1.3.1) Tubi Protettivi
Per garantire la sfilabilità dei conduttori occorre che il diametro interno del tubo protettivo sia superiore ad almeno il 30% al diametro del cerchio circoscritto al fascio dei conduttori contenuti, quando tali tubi sono sottotraccia
Nel caso in cui vengano attraversati i pavimenti, tale percentuale sale al 50% del diametro del cerchio circoscritto al fascio dei conduttori.
In ogni caso il diametro non può essere inferiore a 13 mm. I tubi da impiegare, sempre sottotraccia, salvo contraria indicazione del Committente, devono essere in materiale termoplastico della serie pesante per gli attraversamenti a pavimento.
Dovranno inoltre essere rispettate le seguenti indicazioni:
1) i singoli montanti, nei casi di distribuzione centralizzata, devono essere realizzati predisponendo un tubo protettivo per ogni impianto utilizzatore;
2) il tracciato dei tubi protettivi deve essere tale da consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale;
3) ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale e secondaria ed in ogni locale servito, la tubazione dovrà essere interrotta con scatole di derivazione
4) le giunzioni dei conduttori devono essere effettuate impiegando opportuni morsetti o morsettiere.
Questi devono essere racchiusi in spaziose cassette di derivazione in materiale resistente all'umidità ed alla sovra temperatura.
S 1.3.2) Circuiti appartenenti a sistemi di tensione diversi
I circuiti appartenenti a sistemi di tensione diversi devono essere separati sia per quanto riguarda le tubazioni che le scatole.
È tuttavia ammessa la coesistenza, purché l'isolamento di tutti i conduttori sia adeguato alla tensione più elevata e che le singole cassette, se non sono separate siano munite di diaframmi fissi fra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi.
Sez. 1 - 4) Quadro generale
L'ubicazione di questo quadro dovrà essere presso il piano di ingresso al fabbricato e comunque sarà collocato secondo quanto stabilito dalla D.L.
Sarà del tipo armadi modulari, realizzati preferibilmente in vetro resina (o con altra soluzione equivalente autorizzata dalla D.L.) con portine frontali in cristallo, munite di serratura Yale, qualora non sia inserito all'interno del vano contenimento dei contatori ENEL.
Per ogni tipo di soluzione si debbono prevedere con lo spazio sufficiente all'alloggio dei misuratori ENEL, questi ultimi saranno comunque tolti da eventuali collocamenti all'interno degli alloggi (salvo impossibilità giustificata) sarà cura dell'Azienda provvedere presso l'ENEL per le eventuali richieste di spostamento.
Il gruppo contatori avrà quindi idonea collocazione in vano ricavato nella muratura, protetto da sportelli in legno o P.V.C. muniti di chiave.
Nel quadro generale dovranno essere inseriti, a valle del gruppo di misura dell'energia e dell'eventuale limitatore:
− un interruttore automatico magnetotermico differenziale da 30 mA 25A-220 V del tipo selettivo, a protezione della colonna montante di ogni singolo appartamento;
− interruttori automatici magnetotermici bipolari 6-10 A per le linee in partenza (cantine od altri locali) in funzione comunque delle varie caratteristiche di uti- lizzo.
Dovrà essere previsto lo spazio per due eventuali interruttori magnetotermico di riserva, uguali al maggiore di quelli installati (sarà fornito in opera un pannello isolante).
Sarà prevista una dotazione completa di targhette e segnafili. All'interno del quadro qualora necessario sarà riprodotto un chiaro schema elettrico del quadro stesso.
Sez. 1 - 5) Centralino ed Apparecchiatura alloggio
Al termine della colonna montante (all'interno dell'alloggio) dovrà essere installato un centralino del tipo modulare componibile da incasso, equipaggiato con:
- n° 1 interruttore automatico magnetotermico 10 A 220 V per ogni circuito (luce e prese luce;
- n° 1 interruttore automatico magnetotermico 16 A 220 V per prese calore (cucina, prese distribuite nell’alloggio).
- n° 2 interruttori differenziali magnetotermici (linea calore e linea luce)
Le apparecchiature da incasso come interruttori, deviatori, invertitori ecc. devono appartenere a serie modulari componibili, tali cioè che su un'unica scatola di tipo rettangolare, sia possibile installare una o più apparecchiature.
I quadri dell’unità immobiliare devono essere dimensionati per il 15% in più dei moduli necessari, con un minimo di due moduli di riserva.
Sez. 1 - 6) Servizi centralizzati condominiali
L'alimentazione e la protezione delle apparecchiature elettriche degli impianti relativi ai servizi centralizzati condominiali come: luce scale, luce servizi vari, portiere elettrico (citofono con pulsante apriporta e suoneria incorporata, piastra parla-ascolta con pulsanti, campanelli in corrispondenza dell'ingresso
principale, ecc) e campanelli azionati in corrispondenza degli ingressi degli ap- partamenti, saranno protette con interruttori differenziali da 30 mA 380-220 V subito a valle del punto di consegna di energia.
All'uscita dal suddetto differenziale saranno installati tanti interruttori automatici bipolari di portata adeguata per quanti saranno gli impianti utilizzatori (esempio luce scale, linea di portiere elettrico e campanelli, sono necessari n° 2 interruttori). Da tali interruttori partiranno le linee di alimentazione peri vari impianti.
Sez. 1 - 7) Prese di corrente
Le prese di corrente per utilizzatori, la cui corrente è superiore a 10 A devono essere interrotte e protette da un interruttore automatico magnetotermico, tale da poter essere installato insieme alle apparecchiature da incasso (vedi sopra) e in posizione tale che non si possa toccare contemporaneamente l'interruttore e l'elettrodomestico protetto.
Le prese di servizio da 16 A saranno invece protette con magnetotermico.
Lo scaldabagno o la caldaia murale per l'impianto idro-sanitario si considerano come utilizzatori fissi, per cui debbono essere protetti con interruttore bipolare, alimentati direttamente dal suddetto interruttore (cioè senza presa), posizionando come al primo precedente capoverso.
L’entra-esci sui morsetti delle prese é ammesso nell’ambito della stessa scatola (portasrutti) oppure tra due scatole successive, senza limite alla loro distanza, ma non oltre la seconda scatola.
In prossimità dell’eventuale tubo di ingresso del gas nell’unità immobiliare l’alimentazione elttrica per un’eventuale elettrovalvola di intercettazione del gas.
In prossimità della cappa aspirante sarà prevista una alimentazione con
presa.
Sez. 1 - 8) Impianto di Autoclave singolo alloggio
Per gli alloggi ove non esiste una pressione sufficiente per l'alimentazione dell'impianto di riscaldamento singolo, dovrà essere installato un impianto di autoclave del tipo e modalità illustrate nel paragrafo descrittivo l'impianto idrico.
La linea elettrica di alimentazione delle apparecchiature (es. motori, pompe) dovrà essere protetta da un apposito interruttore automatico magnetotermico 16 A 380-220 V da installare nel centralino dell'alloggio.
Infine, in partenza dal quadro, i circuiti di alimentazione fino ai morsetti degli utilizzatori dovranno avere una sezione non inferiore a 2,5 mmq.
Sez. 1 - 9) Centrale termica condominiale
La linea di partenza dal quadro dei servizi centralizzati farà capo ad un interruttore a valvole con fusibili a cartuccia posta all'esterno della C.T. e protetto da quadretto con vetro frangibile.
Da tale interruttore proseguirà la linea fino al quadretto centrale.
La sezione dei conduttori costituenti tale linea non dovrà essere inferiore a
4 mmq. e comunque dovrà essere calcolata in funzione della corrente e della caduta di tensione (4%) il grado di protezione richiesto è IP 55.
La protezione e la manovra per ogni motore dovrà essere costituita come segue:
- interruttore con fusibile a cartuccia di portata adeguata;
- salvamotore e telesalvamotore con protezione magnetica e termica.
Infine, in partenza dal quadro, i circuiti di alimentazione fino ai morsetti degli utilizzatori dovranno avere una sezione non inferiore a 2,5 mmq. (esclusi quelli dell'impianto dell'illuminazione per i quali la sezione minima dovrà essere di 1,5 mmq.)
Sempre nel quadro dovrà essere installata una presa da 16 A con coperchio.
Nel caso che la C.T. sia del tipo a gas tanto l'interruttore per l'accensione della luce che il quadretto centrale dovranno essere installati all'esterno della centrale stessa e protetti da robusto sportello munito di serratura.
Sez. 1 - 10) Centrale idrica condominiale
Per l'alimentazione delle apparecchiature (es. motori, pompe) della C.I. la linea sarà protetta dall'apposito interruttore posto nel quadro servizi centralizzati.
Tale linea farà capo al quadro centrale.
La sezione non dovrà essere inferiore a 4 mmq.
La protezione e la manovra per ogni motore dovrà essere costituita come segue:
- interruttori con fusibili a cartuccia di portata adeguata
- salvamotore e telesalvamotore con protezione magnetica e termica.
Infine in partenza dal quadro, i circuiti di alimentazione fino ai morsetti degli utilizzatori dovranno avere una sezione non inferiore a 2,5 mmq. esclusi quelli dell'impianto di illuminazione per i quali la sezione minima dovrà essere di 1,5 mmq.
Sempre nel quadro dovrà essere installata una presa da 15 A con coperchio.
Sez. 1 - 11) Impianto portiere elettrico
Il complesso consta di:
a) una stazione esterna costituita da: un pulsante eventualmente luminoso agente su suoneria interna, ovvero una tastiera con pulsanti agenti su suoneria agli appartamenti; una serratura elettrica su portone azionata da uno o più pulsanti interni; una coppia microfono-ricevitore su placca a filo muro in comunicazione con citofoni installati negli appartamenti;
b) stazioni interne ai singoli appartamenti, costituite ciascuna da: una suoneria, un pulsante per la serratura, un apparecchio citofonico in comunicazione con la coppia esterna;
c) alimentazione: l'alimentazione microfonica sarà a 6 o 12 V in corrente continua, mentre per l'apriporta sarà prevista una tensione alternata di 12 V per l'apparecchiatura che deve essere alimentata in continuo si adotterà l'alimentatore raddrizzatore
d) circuiti: dovranno essere completamente indipendenti da quelli degli altri servizi. Si precisa inoltre che si dovrà disporre di conduttori singoli e separati per gli elementi di suoneria, serratura e intercomunicante
e) apparecchi: il pulsante e la tastiera esterni saranno in materiale non igroscopico; le targhette dovranno essere sostituibili. L'apparecchiatura installata all'esterno dovrà essere del tipo tale che non sia possibile lo smontaggio di nessuna parte di essa senza l'ausilio di attrezzi. Il citofono dovrà
armonizzare con il resto delle apparecchiature elettriche poste all'interno dell'appartamento.
Sez. 1 - 12) Canalizzazioni telefoniche.
Dovrà essere prevista una canalizzazione con guida, idonea all'alloggiamento dell'impianto telefonico.
Tale installazione dovrà fare capo all'ingresso della linea telefonica esistente in funzione di eventuali modifiche previste da tale Ente.
La canalizzazione dovrà essere indipendente da tutte le altre linee elettriche e terminerà all'interno degli alloggi con la posa in opera dell'opportuna scatola di derivazione. Tale canalizzazione dovrà avere le caratteristiche ed il posizionamento in opera come previsto al paragrafo "TUBI PROTETTIVI" per l'impianto elettrico.
Sez. 1 - 13) Impianto luce scale, corridoi e cantine
L'impianto luce scale in genere risulta così costituito:
- n° 1 punto luce per ogni pianerottolo di accesso ai quartieri
- n° 1 punto luce nell'atrio.
Questi punti luce dovranno essere alimentati tramite un interruttore a tempo e comandati con pulsanti dagli o dall'ingresso al fabbricato e dai pianerottoli.
Inoltre, sempre con comando a tempo, ma separati dall'impianto luce scale, dovranno essere alimentati eventuali punti luce esterni mediante pulsanti opportunamente dislocati uno per ogni portone d'ingresso.
L'accensione dei punti luce dei corridoi delle cantine non dovrà invece essere temporizzata.
La protezione delle linee di alimentazione agli impianti di cui sopra sarà unica e costituita come sopra descritto.
La colonna montante può essere costituita da un conduttore in cavo multipolare con guaina installata in modo tale da rendere minimo il rischio di corto circuito; il cavo deve essere integro dal contatore al centralino, cioè privo di derivazioni intermedie; si deve realizzare mediante tubi, cavedi, canali, ecc. una adeguata protezione contro le sollecitazioni meccaniche e l'ingresso di acqua ed umidità; occorre quindi un cavo distinto per ogni utente individuabile almeno alle due estremità mediante opportuni contrassegni; in alternativa il montante può essere sostituito da cavi unipolari posti in un tubo distinto per ogni montante.
Non sono ammesse cassette di derivazione ma solo cassette rompitratta che possono essere comuni a più montanti costituiti da cavi multipolari; in caso di cavi unipolari entro tubi occorrono scatole distinte.
Sez. 1 - 14) Impianto suoneria
Dovrà essere previsto l'impianto suoneria interno (con suono diverso da quello che generalmente si trova incorporata nel citofono) con comando a pulsante (preferibilmente munito di targhetta) posto al lato della porta d'ingresso dei singoli quartieri.
L'alimentazione sarà derivata alla tensione di 12 V a mezzo di trasformatore a doppio isolamento.
Sez. 1 - 15) Impianto TV
L'impianto sarà del tipo centralizzato, idoneo alla ricezione dei programmi nazionali e locali maggiormente diffusi in zona.
L'installazione dell'antenna dovrà essere realizzata in modo da avere la massima stabilità onde evitare danni a persone o cose e pertanto i sostegni verticali saranno opportunamente controventati con margine di sicurezza per la spinta del vento e per l'aumento di sollecitazioni per ghiaccio e neve (è proibito ancorarsi sui ferri del canale di gronda).
L'antenna non dovrà essere posta in vicinanza di linee elettriche o telefoniche sia per norme di sicurezza che per evitare disturbi nella ricezione.
Qualora l'altezza da terra superi i 20 metri o in zone particolari di ubicazione dell'edificio i sostegni dovranno essere collegati a terra con corda di rame nudo della sezione di 35 mmq.
La rete di collegamento con le prese di antenna sarà costituita da cavo schermato bilanciato o da cavo coassiale (in relazione al sistema adottato) posto entro canalizzazioni separate dal resto dell'impianto. Anche le scatole di derivazione o rompitratto dovranno essere separate da quelle degli altri impianti.
Le prese di antenna di derivazione alle utenze debbono anch'esse essere montate su scatole separate ed essere possibilmente dello stesso tipo della serie componibile delle altre apparecchiature (int, prese, ecc) usate, per ogni alloggio dovranno essere installate due prese.
Sez. 1 - 16) Impianto di messa a terra
In ogni impianto di utilizzatore la messa a terra di protezione di tutte le parti di impianto e di tutte le messe a terra di funzionamento dei circuiti e degli apparecchi utilizzatori (sistemi contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche, sistemi antidisturbo, ecc) debbono essere effettuate collegando le parti interessate ad impianto di terra unico.
L'impianto va realizzato in modo da effettuare le prescritte periodiche verifiche di efficienza e comprenderà:
a) i dispersori di terra costituiti da più elementi metallici in contatto ottimale con il terreno, con lunghezza minima di ml. 1,50.
Potranno essere adoperati i seguenti tipi:
- acciaio zincato a caldo tipo ad X - 00x00x0 xx.
- " | " | " | " | " | a X - 00x00x0 xx. |
- " | " | " | " | " | a X - 50x50x5 mm. |
- acciaio ramato, minimo 0,20 mm.
- tubo in acciaio zincato minimo 0,20 mm.
- tubo in acciaio ramato minimo 0,15 mm.
Qualora vengano usati materiali ferrosi non protetti da trattamento galvanico, la sezione minima ammessa è di 100 mm. quadrati.
Il dispersore dovrà avere alcuni punti accessibili, oltre che per il collegamento dei conduttori di terra, anche per misure totali o parziali da ripetersi periodica- mente (pozzetto d'ispezione, minimo 30x30). Le giunzioni fra le varie parti di un dispersore ed il conduttore di terra debbono essere eseguite:
- mediante saldatura forte o autogena
- con morsetti aventi superficie di contatto con almeno 200 mm. quadrati
- per contatto tra superfici di almeno 200 mm. quadrati a mezzo di uno o più bulloni di diametro non inferiore a 10 mm.
- mediante manicotti se si tratta di tubi. L'infissione nel terreno deve essere tale che la testa di ogni dispersore deve trovarsi ad una quota minima di 0,50 rispetto al piano di campagna.
b) il conduttore di protezione partendo dai conduttori di terra arriva in ogni alloggio e deve essere collegato a tutte le prese di corrente o direttamente alla carcassa metallica di tutti gli apparecchi da proteggere (es. scaldabagno, vasca, ecc.) compresi i punti luce.
In particolare non può considerarsi come conduttore di protezione il conduttore neutro anche se messo a terra. Il conduttore di protezione può essere unico per tutte le unità immobiliari; in tal caso deve essere installato in un proprio tubo di protezione con cassette di derivazione esclusive ed individuali e morsetto di tipo passante (che non richieda la interruzione del montante). Il collettore principale di terra è costituito da una morsettiera o da una barra posta all'origine del montante, ad esso si devono collegare il conduttore di terra, il conduttore di protezione montante i conduttori equipotenziali principali.
S 1.16.1) Protezione da tensione di contatto
Debbono essere protette contro le tensioni di contatto tutte le parti metalliche e accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori con tensione superiore a 48 V normalmente non in tensione ma che per difetto di isolamento o per altre cause accidentali potrebbero trovarsi sotto tensione.
Pertanto all'impianto di terra con conduttori in rame di 4 mmq. debbono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dello impianto elettrico utilizzatore stesso. Particolare attenzione dovrà essere posta nei bagni dove la resistenza dei collegamenti tra tubi di distribuzione tra loro, discarico tra loro e la vasca da bagno non deve superare 0,2ohm.
Il conduttore o i conduttori di protezione sopraddetti arriveranno in una scatola di derivazione dove saranno collegati al resto dell'impianto di terra. In tal modo sarà possibile, eventualmente, controllare che il valore 0,2 ohm non sia stato superato. Sempre nei locali da bagno nessun elemento dell'impianto elettrico deve essere installato in posizione tale da essere toccato da chi sta nella vasca da bagno o sotto la doccia. Tale prescrizione non si applica agli scaldabagni purché il loro involucro sia metallicamente collegato alle tubazioni d'acqua che fanno capo allo scaldabagno stesso.
È ammesso portare l'organo di comando entro la zona di rispetto purché ciò sia fatto a mezzo di elementi (cordoni ecc.) di materiale isolante.
Sez. 1 - 17) Verifiche e Prove in corso d'opera
Durante il corso dei lavori la Siena Casa S.p.A. potrà eseguire verifiche e prove preliminari negli impianti od in parte degli impianti in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le prescrizioni di Capitolato
Le verifiche potranno consistere nell'accertamento della rispondenza dei materiali impiegati, nel controllo delle installazioni secondo le prescrizioni contenute (posizioni, percorsi, ecc), nonché in prove parziali di isolamento e funzionamento.
Sez. 1 - 18) Lavori compensati a corpo
Per i lavori compensati a corpo si prescrive che essi debbano essere eseguiti in conformità di quanto descritto nel relativo elenco dei prezzi e di quanto viene disposto dalla D.L.
Sez. 1 - 19) Lavori diversi non specificati nei precedenti articoli
Per tutti i lavori in genere e per tutti gli altri lavori previsti nei prezzi dell'elenco, ma non specificati e descritti nei precedenti articoli che si rendessero necessari, si seguiranno le migliori regole d'arte e le prescrizioni che in caso di esecuzione verranno date dalla D.L. ancorché dalle prescrizioni del presente Capitolato.
Le opere elettriche in questione si ritengono comunque in opera funzionanti, comprensive di ogni e qualsiasi onere di fornitura, trasporto, tracce, ripresa delle tracce, ecc.
Sez. 1 - 20) Impianto elettrico per alloggio e vani condominiali
L'impianto elettrico sarà del tipo sottotraccia con conduttori protetti da tubazioni completamente sfilabili, completo di scatole di derivazione, protezioni adeguate le cui caratteristiche costruttive sono riportate dettagliatamente nel presente Capitolato.
Lo schema quantitativo degli impianti interni agli alloggi sarà così eseguito:
1) all'inizio della colonna montante sarà posto un interruttore automatico magnetotermico differenziale 25 A 30 mA 220 V, selettivo;
1) Ingresso:
− n° 1 centralino comprendente:
a) n°1 interruttore generale con funzione di interruttore di emergenza;
b) n°2 interuttori differenziali, sensibilità 0,03 A;
c) n° 3 interruttori automatici magnetotermici, da 10 A per circuiti luce e prese luce, da 16 A per circuiti prese calore;
− n°1 presa 10 A;
− suoneria al portone d'ingresso all'alloggio;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 punto luce a soffitto;
− n° 1 apparecchiatura citofonica ed apriporta in collegamento con l'impianto citofonico principale ed il portiere principale d'ingresso;
2) Soggiorno < 12 mq.:
− n° 1 presa da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
3) Soggiorno > 12 mq. < 20 mq.:
− n° 2 prese da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
4) Soggiorno > 20 mq.
− n° 3 prese da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 puto luce comandato;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
5) Angolo cottura:
− n° 2 prese da 16 A monofase protette da interruttori aut. magnetotermici posti in apposito quadretto;
− n° 1 presa da 10 A per il frigorifero;
− n° 1 presa da 10 A protetta a ml. 1,20 dal pavimento (piano di lavoro);
− n° 1 punti luce interrotto;
− n° 1 punto presa cappa aspirante
6) Cucina:
− n° 3 prese da 16 A monofase protette da interruttori aut. magnetotermici posti in apposito quadretto;
− n° 1 presa da 10 A per il frigorifero;
− n° 2 presa da 10 A a ml. 1,20 dal pavimento (piano di lavoro);
− n° 1 punti luce interrotto;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa da 10 A
− n° 1 punto presa cappa aspirante;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa da 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
− Predisposizione, in prossimità dell’eventuale tubo del gas nell’unità immobiliare, di alimentazione elettrica per una eventuale elettrovalvola di intercettazione del gas (tubazione e scatola vuoti collegati alle scatole di distribuzione).
7) Ripostiglio:
− n° 1 punto luce interrotto;
8) Disimpegno <= 5 mq.:
− n° 1 punto luce deviato;
− n° 1 presa 16 A monofase protetta da interruttore bipolare, inserito a fianco della presa;
9) Disimpegno >= 5 mq.:
− n° 2 punto luce deviato;
− n° 1 presa 16 A monofase protetta da interruttore bipolare, inserito a fianco della presa;
− n° 1 presa 10 A;
10) Camera da letto <= 12 mq.:
− n° 1 prese da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
11) Camera da letto >12mq. a 20 mq.:
− n° 2 prese da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce deviato
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.
12) Camera da letto >= 20 mq.:
− n° 3 prese da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase, bipasso, possibilmente in prossimità della porta d’ingresso al locale;
− n° 1 punto luce deviato;
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa telefonica;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 presa TV;
− n° 1 presa 10 A;
− n° 1 predisposizione, con tubazione e scatole vuote con coperchio, per la eventuale futura posa di n° 6 prese di energia, in prossimità della presa TV.;
12) Bagno:
− n° 1 punto luce interrotto a soffitto;
− n° 1 punto luce interrotto a parete;
− n° 1 presa da 10 A;
− n° 1 presa 16 A monofase protetta da interruttore bipolare magnetotermico, inserito a fianco della presa, all’interno, o all’esterno del locale (qualora non vi sia spazio sufficiente per la installazione della lavatrice all’interno del bagno);
− n° 1 uscita c.s. per quanto riguarda la protezione per l'allacciamento caldaia e dello scaldabagno;
− n° 1 pulsante a tirare con suoneria in cucina;
− n° 1 interruttore aut. magn. diff. 0,001 A (a protezione dell’impianto bagno);
− n°1 interruttore bipolare magnetotermico per ogni linea (luce e/o calore).
13) Servizi W.C.:
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa da 10 A;
− n° 1 uscita c.s. per quanto riguarda la protezione per l'allacciamento caldaia e dello scaldabagno;
− n° 1 interruttore aut. magn. diff. 0,001 A (a protezione dell’impianto caldaia e/o scaldabagno);
− n°1 interruttore bipolare magnetotermico per ogni linea (luce e/o calore).
14) Terrazze e logge: (se >= 10 mq.); (vedi anche 1.21. locale bagno)
− n° 1 punto luce esterno comandato da interruttore interno protetto da fusibile sulla fase;
− n° 1 presa (se >= 10 mq.);
15) Cantina/soffitta:
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa 10 A;
16) Box auto
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa 10 A;
17) Giardino(se >= 10 mq.)
− n° 1 punto luce interrotto;
− n° 1 presa 10 A (se >= 10 mq.);
18) Zone condominiali:
si riportano di seguito il tipo e le qualità della apparecchiatura ed elementi da mettere in opera:
a) punto luce interrotto:
− n° 2 per ogni corridoio di accesso alle cantine
b) punto luce alimentato tramite interruttore a tempo e comandato da pulsante:
− n° 1 per ogni portone principale di accesso al fabbricato
c) xxxx xxxxx:
− n° 1 punto luce per ogni pianarella, alimentata da interruttore a tempo e pulsante con spia luminosa
d) protezioni con interruttori differenziali e magnetotermici:
− n° 1 interruttore differenziale bipolare 10 A 220 V 30 mA per protezione impianto luce condominiale
− numero adeguato di interruttori automatici magnetotermici bipolari 6 A da installare a valle dell'interruttore differenziale dei servizi, luce condominiale, per separazione e protezione impianti, luce scale e accesso esterno, citofono e portiere elettrico, campanelli, TV, ecc.
e) impianto citofonico e di campanelli predisposto per ogni appartamento. La suoneria azionata dal pulsante esterno verrà incorporata nel citofono mentre la suoneria azionata dal pulsante nel pianerottolo sarà installata in corrispondenza dell'ingresso e dovrà avere suono diverso dall'altro. Il citofono dovrà essere predisposto anche per l'apertura del portoncino di ingresso.
f) impianto TV costituito da n° 2 prese per ogni alloggio e n° 1 antenna centralizzata completa di centralino, l'impianto centralizzato dovrà garantire a tutte le prese un segnale sufficiente per un'ottima ricezione dei canali nazionali e locali maggiormente diffusi in zona, mediante la posa in opera di idonea antenna e centralino elettronico. Le antenne per la intercettazione dei canali dovranno essere installate su un unico supporto.
Il supporto dell'antenna dovrà essere ancorato saldamente alla struttura e controventato con almeno 3 cavetti di acciaio inossidabile e corredati di corona in acciaio zincato, dovranno inoltre essere usati tutti gli accorgimenti atti ad evitare danni alla copertura ed infiltrazioni di acqua, le controventature dovranno essere ancorate a supporti rigidi, è vietato l'ancoraggio ai ferri del canale di gronda
g) n°1 canalizzazione telefonica lungo il vano scale con scatole in prossimità di ogni alloggio. All'interno dell'alloggio la canalizzazione dovrà proseguire fino all'interno dell'alloggio in corrispondenza di una presa.
Sez. 1 - 21) Locale Bagno
In conformità alla protezione elettrica del locale bagno le norme CEI 64-8 stabiliscono la suddivisione del locale in quattro zone più o meno pericolose, a secondo della vicinanza all'elemento acqua.
Il rischio di rimanere folgorati in presenza di vapori di acqua o di superfici bagnate è particolarmente alto, quindi è necessario rispettare rigorosamente le indicazioni contenute nelle norme per ogni zona di rispetto ed in particolare:
− Le prese in tale locale dovranno essere protette da un interruttore supplementare con un salvavita ad alta sensibilità (30 mA) da collocare su di una parete esterna del locale, oltre a quello generale;
− sarà realizzato un collegamento supplementare (EQS) equipotenziale tra le tubazioni dell'acqua calda, dell'acqua fredda o del modulo, del gas, degli scarichi, del termosifone; tali linee equipotenziali dovranno ognuna pervenire presso un nodo principale da predisporre preferibilmente in apposita scatola di derivazione posta all'esterno del locale; tale collettore sarà allacciato mediante un conduttore di terra (sezione minima 16 mm.) al dispersore da porsi sul terreno di proprietà della Società; qualora il conduttore venga fissato sull'esterno della facciata, sarà cura dell'installatore proteggere il tratto termi- nale con apposita tubazione zincata opportunamente ancorata e sigillata in testa; la porzione interrata del conduttore dovrà essere protetta contro la corrosione con una guaina o con mezzi equivalenti; il dispersore dovrà essere protetto con apposito chiusino;
− le prese a spina sono vietate in zona 1 e 2; è ammessa in zona 3 purché protetta dall'interruttore differenziale ad alta sensibilità (0,03 A), qualora la collocazione della presa da 10 A, pur ricadendo nella zona 3 non offra sufficienti garanzie di sicurezza, sarà eseguita l'installazione fuori del locale unitamente all'interruttore di accensione del punto luce principale, quest'ultimo non potrà essere installato nelle zone 1 e 2;
− la lavatrice potrà essere installata solo se collocabile ad una distanza superiore a ml. 0,60 dal bordo esterno del piatto doccia o della vasca da bagno (Zona 3).
I limiti alle zone indicate possono essere modificati dalla presenza di ripari e diaframmi isolanti fissi interposti.
Sez. 1 - 22) Misurazioni in opera
Le opere saranno contabilizzate a misura o a corpo secondo quanto indicato nella lista delle categorie.
Sez. 1 - 23) Impianto autonomo di ventilazione
S 1.23.1) Descrizioni Tecniche e Tipo di Materiali
In corrispondenza del locale cucina, potrà essere posto in opera un apparecchio automatico di aspirazione così composto:
a) aspiratore elettrico automatico, a muro, con telecomando per apertura- chiusura, accensione apparecchio e regolazione elettronica delle velocità; livello sonoro massimo 67 dB, aspirazione minima a pieno regime, 650 mc./h. Dovrà essere munito di una grata in PVC, di fattezze tali da impedire l'infiltrazione dell'acqua piovana all'interno, da porre in opera a protezione del condotto di sfiato, ed una grata mobile, sul lato rivolto al locale che dovrà aprirsi con l'accensione e chiudersi con lo spegnimento dello stesso
b) umidostato ambiente (tipo Honeywell H 615 o equivalente), che assicuri il funzionamento automatico dell'aspiratore in rapporto all'umidità relativa presente nel locale di un arco compreso tra il 20% e l'80% di U.R. Tale umidostato dovrà essere facilmente tarabile in funzione delle suddette U.R.
S 1.23.2) Esecuzione in opera
In base all'indicazione della D.L. sarà eseguita una apertura nella muratura, in corrispondenza della posizione in cui si vuole installare l'aspiratore e delle dimensioni, rese a perfetta regola d'arte, del diametro di scarico dello stesso. Il collegamento tra la griglia esterna e l'apertura di scarico dell'aspiratore avverrà con tubazione in PVC; comunque ad un'altezza superiore a ml. 1,50 saranno collocati l'interruttore di comando e l'umidostato. La linea di alimentazione elettrica dovrà essere idonea al tipo di assorbimento dell'apparecchiatura e dovrà anch'essa essere protetta secondo le norme CEI.
S 1.23.3) Misurazione in opera
Tale apparecchiatura sarà conteggiata a corpo per ogni singola installazione in opera funzionante.
Prescrizioni di carattere generale (valide per tutti i livelli)
• Gli impianti devono essere dimensionati per una potenza (contrattuale di fornitura) di almeno 3 kW in unità abitative di superficie fino a 75 m2 e di almeno 6 kW per superfici superiori.
• I cavi devono essere sfilabili (ad esclusione degli impianti realizzati in elementi edilizi prefabbricati). Il diametro interno delle tubazioni deve essere almeno 1,5 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi.
• La sezione del montante che collega il punto di consegna del distributore all’unità abitativa non deve essere inferiore a 6 mm².
• L’interruttore alla base del montante, qualora si tratti di un interruttore differenziale, deve essere selettivo (selettività totale) nei confronti di tutti gli interruttori differenziali situati a valle nell’unità abitativa e/o dotato di SRD (dispositivo di richiusura automatica).
• Al fine di garantire un livello sufficiente di continuità di servizio dell’impianto, la protezione differenziale deve essere suddivisa su almeno due interruttori. Si raccomanda l'uso di interruttori differenziali caratterizzati da una elevata insensibilità ai disturbi (scatti intempestivi) e/o di interruttori differenziali dotati di SRD (dispositivi di richiusura automatica). Inoltre l’allegato A CEI 64-8 consiglia l’impiego di interruttori differenziali di tipo A, per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici, condizionatori fissi e altri apparecchi dotati di motori a velocità variabile (ad es. alimentati con inverter). Gli interruttori differenziali sono classificati in tre categorie secondo il loro intervento alle diverse forme d’onda della corrente differenziale. Il corretto intervento (per soglia e tempo) è assicurato con le seguenti forme d’onda: - Tipo AC: correnti differenziali alternate sinusoidali; - Tipo A: come tipo AC e inoltre correnti pulsanti unidirezionali anche sovrapposte ad una corrente continua di 6 mA; - Tipo B: Come il tipo A e inoltre correnti alternate sinusoidali fino a 1000 Hz e correnti continue senza ondulazioni.
• In alternativa a punti luce a soffitto e/o a parete devono essere predisposte prese alimentate tramite un dispositivo di comando dedicato (prese comandate)
in funzione del posizionamento futuro di apparecchi mobili di illuminazione (da pavimento e da tavolo).
• Almeno una presa TV in ogni locale deve avere accanto la predisposizione per 6 prese di energia (per eventuali ulteriori prese TV nello stesso locale è sufficiente una sola presa di energia).
• Accanto alle prese telefoniche si deve installare almeno una presa di energia (ad es. per poter alimentare telefoni cordless o modem).
• In ogni locale, almeno una delle prese e l’interruttore luce devono essere installati in prossimità del lato battuta porta del locale (lato interno o esterno).
• Il comando dei punti luce situati all’esterno (balconi, terrazze, giardini) e in generale per tutti quelli non direttamente visibili, deve essere associato a una spia di segnalazione, che può essere integrata nel comando medesimo, atta a segnalare lo stato di ACCESO dell’apparecchio comandato.
• Per evitare che troppe prese siano collegate in serie, l’entra-esci sui morsetti delle prese è ammesso soltanto all’interno della stessa scatola porta frutti oppure tra due scatole successive, senza limiti per la loro distanza (questa prescrizione non si applica ai circuiti ausiliari o di segnale). Resta possibile collegare in serie più scatole porta frutto con un unico tubo purché ogni linea non alimenti più di due scatole.
• Ogni unità abitativa deve essere dotata di uno o più quadri di distribuzione (facilmente accessibili dall’utente) e di un interruttore generale con funzione di interruttore d’emergenza (la precedente versione della norma CEI 64-8 non lo prevedeva). L’interruttore generale, qualora sia differenziale, deve essere selettivo (selettività totale differenziale) nei confronti degli interruttori differenziali a valle, oppure deve essere dotato di SRD. Per permettere successivi ampliamenti, i quadri devono essere dimensionati per il 15% in più dei moduli installati, con un minimo di due moduli.
• Il quadro di arrivo (principale) dell’unità abitativa deve essere raggiunto direttamente dal conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio, al fine di permettere la corretta messa a terra degli eventuali SPD.
• I punti presa e i collegamenti diretti, previsti non accessibili devono essere comandati da punti accessibili tramite un interruttore di comando bipolare (le asole nei mobili le rendono accessibili).
• Almeno una presa della cucina e la presa della lavatrice siano P30 (schuko con terra centrale) e di predisporre in prossimità dell’ingresso dell’eventuale tubo del gas una alimentazione elettrica per una eventuale elettrovalvola di intercettazione del gas tenendo presente che i consigli e le raccomandazioni delle norme CEI non sono obbligatori.
SEZIONE 2) IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
In conformità al Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37 - Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edificialla gli impianti di riscaldamento devono rispondere alla regola di buona tecnica; le norme UNI e CEI sono considerate di norma di buona tecnica.
Restano in vigore gli articoli 8,14 e 16 della Legge 46/90 “Norme per la sicurezza degli impianti”.
Nella progettazione, esecuzione e collaudo dgli impianti si farà inoltre riferimento;
- al Decreto Ministeriale 12 aprile 1996 “Approvazione della regole tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi”;
- alla Legge 9 gennaio 1991 n°10 ed al regolamento di attuazione, D.P.R. 26 agosto 1993 n°412 e s.m.i. al D. Lgs 19 agosto 2005 n.192 e s.m.i.
Sez. 2 - 1) Progetto e Collaudo
Il progetto dell'impianto di riscaldamento è eseguito a cure e spese della Stazione Appaltante, la quale provvederà nel rispetto del Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37, al deposito presso i competenti organi Comunali.
L'impianto, autonomo per ogni alloggio, sarà servito da una caldaia murale, alimentata da gas metano di rete.
Prima di procedere all'isolamento con idonei materiali coibenti o alla chiusura e ripristino delle tracce, tutte le tubazioni dovranno essere provate a freddo, alla pressione di esercizio aumentata del 50%, comunque tale pressione non dovrà essere inferiore a 5 ate, per la durata di almeno 4 ore.
Al termine dei lavori la Ditta installatrice è tenuta a rilasciare all'Azienda la dichiarazione di conformità degli impianti tecnologici come previsto del Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37, in triplice copia.
Solo dopo l'accertamento di buon esito del collaudo, gli impianti potranno essere consegnati a questa Società.
La realizzazione degli impianti e le relative forniture dovranno avvenire in conformità delle normative vigenti in materia, legge n. 10 del 9.1.1991; D.P.R. n. 412 del 26.8.1993; legge n. 615 del 13.7.1966 e D.P.R. attuativo n. 1391 del 22.12.1970; Regolamenti Comunali; VV.FF.; U.S.L.; ISPESL; CEI; UNI; UNICIG,
legge n. 1083 del 6.12.1971 e nel rispetto del progetto rimesso dalla Committente.
Particolare attenzione dovrà essere adottata nell'installazione delle canne fumarie per scarico dei prodotti ci combustione provenienti da apparecchiature alimentate da gas (norme UNICIG).
Nel caso in cui l'impianto di riscaldamento sia esistente all'interno dell'alloggio e si renda necessario effettuare le opportune integrazioni, queste saranno valutate secondo quanto previsto nell'elenco prezzi, altrimenti saranno valutate in economia.
Sez. 2 - 2) Prescrizioni tecniche e Tipo di materiali
Le apparecchiature possono essere installate solamente se non compromettono la sicurezza delle persone, degli animali domestici e dei beni e devono soddisfare ai requisiti essenziali che sono loro applicabili.
L'apposizione di un marchio CE attesta che l'apparecchio soddisfa le disposizioni della direttiva CEE (Circolare Ministeriale I.C.A. 24 Aprile 1992 n. 161382). Tutte le apparecchiature dovranno essere di prima marca, garantite per una lunga durata e di buon funzionamento, esse dovranno comunque essere di qualità non inferiore agli standard prescritti.
Nel caso in cui l'Appaltatrice offra apparecchiature di marca ritenuta scadente, il Committente può rifiutarne l'accettazione.
CALDAIA: del tipo murale con produzione di acqua calda sanitaria per ogni singolo alloggio, da installarsi preferibilmente nel vano cucina. Dovrà avere il marchio CE e tutti i generatori di calore di classe B1 (secondo classificazione UNI- CIG 7129) installati all’interno di locali abitati devono essere muniti all’origine di un dispositivo di sicurezza dello scarico dei prodotti della combustione, secondo quanto indicato nella norma tecnica UNI-CIG EN 297 del 1996.
Per garantire un’adeguata ventilazione, nel caso di installazione di generatori di tipo B1 in locali abitati, dovrà essere realizzata, secondo le modalità previste al punto 3.2.1. della norma tecnica UNI-CIG 7129, apposita apertura di sezione libera totale non inferiore a 0,4 metri quadrati.
Per lo scarico dei fumi sarà eseguita una verifica della rispondenza alla normativa vigente di quella esistente la quale dovrà comunque essere controtubata con tubazione AISI, il raccordo con la caldaia sarà eseguito con tubo di acciaio.
Nei casi di mera sostituzione di generatori di calore individuali e nei seguenti casi:
a) singole ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in stabili plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non dispongano già di camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali ed idonei o comunque adeguabili all’applicazione di apparecchi con combustione asservita da ventilatore;
b) nuove installazioni di impianti termici individuali in edificio assoggettato dalla legislazione nazionale o regionale vigente a categorie di intervento di tipo conservativo, precedentemente mai dotato di alcun tipo di impianto termico, a condizione che non esista camino, canna fumaria o sistema di evacuazione fumi funzionale ed idoneo, o comunque adeguabile allo scopo;
Potranno essere poste in opera caldaie a tiraggio forzato, con immissione dei prodotti di combustione in facciata, purchè si adottino generatori di calore che per i valori di emissione nei prodotti della combustione, appartengano alla classe meno inquinante prevista dalla norma UNI EN 297.
La Ditta installatrice, deve:
1) effettuare la compilazione iniziale del libretto d’impianto, previo rilevamento dei parametri di combustione;
2) trasmettere alla Società in triplice copia, la dichiarazione di conformità dell’impianto termico e/o delle installazioni effettuate;
3) in caso di nuova installazione o sostituzione del generatore di calore, trasmettere all’ente competente copia della scheda identificativa
dell’impianto contenuta nel libretto, firmata dal responsabile dell’esercizio e della manutenzione.
TERMOSTATO AMBIENTE: per il controllo e la programmazione giornaliera della temperatura interna;
SUPERFICI RADIANTI: le superfici radianti saranno ad elementi, in lega di alluminio verniciati con il sistema del fissaggio elettrostatico delle polveri, in tinta chiara.
Gli elementi saranno assemblati in modo tale che le calorie sviluppate non risultino inferiori al progetto, come riferimento si dovrà avere un At. di 60 gradi secondo UNI 6514/87.
In alternativa potranno essere impiegati elementi tubolari in acciaio verniciato con il sistema del fissaggio elettrostatico delle polveri, in tinta chiara.
COLLETTORE COMPLANARE: del tipo "Modul" realizzato con OT58 nichelato o in rame, completo di deviazioni laterali, calotte, stringitubo e biconi di tenuta in teflon.
TUBAZIONI IN RAME: ricotto di prima qualità con spessore minimo di 1 mm. per la diramazione fino al collettore. Le alimentazioni principali dalla caldaia ai collettori distributori dovranno essere eseguite con rame in barre o acciaio nero tipo trafilato a norma UNI 3824.
RIVESTIMENTO COIBENTE: guaine in polietilene espanso a materiali equivalenti a cellule chiuse, come da normativa vigente.
GRUPPO DI REGOLAZIONE: la regolazione di portata e la intercettazione del fluido scaldante ai singoli radiatori, sarà assicurata da un detentore di bloccaggio in ottone e da una valvola di semplice regolazione in ottone.
L'Appaltatrice è tenuta a presentare, prima dell'inizio dei lavori più di un tipo di marca, per le seguenti apparecchiature:
1) caldaie pensili a metano;
2) superfici radianti;
3) materiali isolanti.
CONDOTTI DI SCARICO ED ASPIRAZIONE: i condotti di scarico e di aspirazione dovranno essere certificati dal costruttore, prima di procedere all’installazione di una nuova caldaia sarà cura della Ditta esecutrice verificare le possibili soluzioni ed il tipo di apparecchiatura da utilizzare in funzione dell’ubicazione del sito ove tale apparecchiatura dovrà essere installata.
I condotti di aspirazione dovranno essere coibentati.
Sez. 2 - 3) Esecuzione in opera
Tutti i materiali gli apparecchi e le installazioni, dovranno essere realizzati in opera, secondo le regole specifiche della buona tecnica, per la salvaguardia della sicurezza, in ottemperanza alle norme UNI-CIG.
Sarà cura dell'Appaltatrice, rendere funzionanti in opera gli impianti provvedendo, all'esecuzione di tutte le tracce occorrenti per il passaggio delle
tubazioni e la ripresa definitiva delle stesse con intonaco a fino, muratura delle grappa di ancoraggio delle superfici radianti, della caldaia e di quanto altro occorre.
La caldaia sarà, preferibilmente, posta in opera nel locale cucina, posizionata in modo tale da non condizionare l'attuale ubicazione del mobilio.
L'Appaltatrice dovrà provvedere all'installazione delle tubazioni secondarie di adduzione del gas tra la caldaia e il contatore.
Dovrà inoltre predisporre in posizione idonea, un attacco del gas con rubinetto per uso domestico.
La tubazione allacciata alla caldaia, dovrà terminare presso il contatore del gas, o comunque presso la possibile ubicazione, fuori dall'alloggio.
Il gruppo termico monoblocco, sarà posto in opera con raccordo alla canna fumaria, in acciaio.
Le superfici radianti, saranno collocate nella posizione indicate nel progetto, con la muratura parallela, ed a livello delle mensole di sostegno opportunamente verniciate, complete di tutte le raccorderie e valvolame neces- sario al funzionamento.
Gli attacchi in corrispondenza della muratura, saranno coperti dalle apposite rosette coprifilo a muro.
I collettori complanari, tipo "Modul", dai quali si dipartiranno le tubazioni di andata e ritorno per ogni superficie radiante, saranno collocati in apposita nicchia, ricavata nella muratura, come indicato dalla D.L..
Essi saranno protetti da uno sportello di ispezione in lamiera zincata opportunamente verniciato, con feritoia di aerazione, posto in opera ancorato con opportune zanche.
Le tubazioni in rame ricotto, delle dimensioni previste nel progetto, saranno opportunamente coibentate e potranno essere collocate sotto il pavimento o in traccia sulle pareti.
Il loro attraversamento dei vari locali, dovrà avvenire per quanto possibile in aderenza ai parapetti o la muratura esterna, al fine di attenuare le eventuali influenze nella dilatazione delle pavimentazioni.
Gli impianti dovranno essere dati in opera funzionanti, per il prezzo stabilito in sede di gara, perfettamente efficienti e completi di ogni apparecchiatura principale ed accessoria, nonché delle relative opere murarie, esclusa l'eventuale costruzione della canna fumaria.
Sez. 2 - 4) Impianti adduzione gas
Si intendono per impianti di adduzione del gas l'insieme di dispositivi, tubazioni, ecc. che servono a fornire il gas agli apparecchi utilizzatori (cucine, scaldacqua, bruciatori di caldaie, ecc.).
In conformità alla normativa vigente, gli impianti di adduzione del gas devono rispondere alle regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione procederà come segue:
- verificherà l'insieme dell’impianto a livello di progetto per accertarsi che vi sia la dichiarazione di conformità alla legislazione antincendi (legge 7 dicembre 1984, n. 818 e circolari esplicative) ed alla legislazione di sicurezza (legge n. 1083 del 6 dicembre 1971 e Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37);
Nota: Per il rispetto della legge 1083 si devono adottare e rispettare tutte le norme UNI che i decreti ministeriali hanno reso vincolanti ai fini del rispetto della legge stessa.
- verificherà che la componentistica approvvigionata in cantiere risponda alle norme UNI-CIG rese vincolanti dai decreti ministeriali emanati in applicazione della legge n. 1083/71 e del Decreto - 22 gennaio 2008 - n.37 e per la componentistica non soggetta a decreto la sua rispondenza alle norme UNI; questa verifica sarà effettuata su campioni prelevati in sito ed eseguendo prove (anche parziali) oppure richiedendo un attestato di conformità dei componenti e/o materiali alle norme UNI.
Nota: Per alcuni componenti la presentazione della dichiarazione di conformità è resa obbligatoria dai precitati decreti e può essere sostituita dai marchi IMQ e/o UNI-CIG.
- verificherà in corso d'opera ed a fine opera che vengano eseguiti i controlli ed i collaudi di tenuta, pressione, ecc. previsti dalla legislazione antincendio e dalle norme tecniche rese vincolanti con i decreti precitati.
Sez. 2 - 5) Generalità
L'impianto di riscaldamento deve assicurare il raggiungimento, nei locali riscaldati, della temperatura indicata in progetto, compatibile con le vigenti disposizioni in materia di contenimento dei consumi energetici. Detta temperatura deve essere misurata al centro dei locali e ad un'altezza di 1,5 m dal pavimento. Quanto detto vale purché la temperatura esterna non sia inferiore al minimo fissato in progetto.
Nell'esecuzione dell'impianto dovranno essere scrupolosamente osservate, oltre alle disposizioni per il contenimento dei consumi energetici, le vigenti prescrizioni concernenti la sicurezza, l'igiene, l'inquinamento dell'aria, delle acque e del suolo.
S 2.5.1) Sistemi di riscaldamento.
I sistemi di riscaldamento degli ambienti si intendono classificati come segue:
a) mediante “corpi scaldanti” (radiatori, convettori, piastre radianti e simili) collocati nei locali e alimentati da un fluido termovettore (acqua, vapore d'acqua, acqua surriscaldata);
b) mediante “pannelli radianti” posti in pavimenti, soffitti, pareti, a loro volta riscaldati mediante tubi, in cui circola acqua a circa 50 °C;
c) mediante “pannelli sospesi” alimentati come i corpi scaldanti di cui in a);
d) mediante l'immissione di aria riscaldata per attraversamento di batterie. Dette batterie possono essere:
- quelle di un apparecchio locale (aerotermo, ventilconvettore, convettore ventilato, ecc.);
- quelle di un apparecchio unico per unità immobiliare (condizionatore, complesso di termoventilazione);
e) mediante l'immissione nei locali di aria riscaldata da un generatore d'aria calda a scambio diretto.
Dal punto di vista gestionale gli impianti di riscaldamento si classificano come segue:
- autonomo, quando serve un'unica unità immobiliare;
- centrale, quando serve una pluralità di unità immobiliari di un edificio, o di più edifici raggruppati;
- di quartiere, quando serve una pluralità di edifici separati;
- urbano, quando serve tutti gli edifici di un centro abitato.
S 2.5.2) Componenti degli impianti di riscaldamento.
In base alla regolamentazione vigente tutti i componenti degli impianti di riscaldamento destinati vuoi alla produzione, diretta o indiretta, del calore, vuoi alla utilizzazione del calore, vuoi alla regolazione automatica e contabilizzazione del calore, debbono essere provvisti del certificato di omologazione rilasciato dagli organi competenti.
I dispositivi automatici di sicurezza e di protezione debbono essere provvisti di certificato di conformità rilasciato, secondo i casi, dall'ISPESL o dal Ministero degli Interni (Centro Studi ed Esperienze).
Tutti i componenti degli impianti debbono essere accessibili ed agibili per la manutenzione e suscettibili di essere agevolmente introdotti e rimossi nei locali di loro pertinenza ai fini della loro revisione o della eventuale sostituzione.
Il Direttore dei lavori dovrà accertare che i componenti impiegati siano stati omologati e/o che rispondano alle prescrizioni vigenti.
S 2.5.3) Generatori di calore.
Secondo il combustibiIe impiegato i generatori di calore possono essere alimentati:
- con combustibili solidi, caricati manualmente o automaticamente nel focolare;
- con combustibili liquidi mediante apposito bruciatore;
- con combustibili gassosi mediante apposito bruciatore. Secondo il fluido riscaldato i generatori di calore possono essere:
- ad acqua calda;
- a vapore con pressione inferiore a 00000 Xx;
- ad acqua surriscaldata con temperatura massima corrispondente alla pressione di cui sopra;
- ad aria calda.
1) Il generatore di calore deve essere in grado di fornire il calore necessario con il rendimento previsto ai vari carichi e di esso dovrà essere precisato il tipo e la pressione massima di esercizio, il materiale impiegato, lo spessore della superficie di scambio e il volume del fluido contenuto (nel caso di generatori di vapore d'acqua il contenuto d'acqua a livello).
2) Per i generatori con camera di combustione pressurizzata bisogna assicurarsi, nel caso in cui il camino sia a tiraggio naturale e corra all'interno dell'edificio, che all'uscita dei fumi non sussista alcuna pressione residua.
3) Il generatore sarà dotato degli accessori previsti dalla normativa ed in particolare:
- dei dispositivi di sicurezza;
- dei dispositivi di protezione;
- dei dispositivi di controllo; previsti dalle norme ISPESL. In particolare:
a) dispositivi di sicurezza:
- negli impianti ad acqua calda a vaso aperto, la sicurezza del generatore verrà assicurata mediante un tubo aperto all'atmosfera, di diametro adeguato;
- negli impianti ad acqua calda a vaso chiuso, la sicurezza verrà assicurata, per quanto riguarda le sovrappressioni, dalla o dalle valvole di sicurezza e, per quanto riguarda la sovratemperatura, da valvole di scarico termico o da valvole di intercettazione del combustibile;
- negli impianti a vapore a bassa pressione o ad acqua surriscaldata, la sicurezza dei generatori verrà assicurata dalle valvole di sicurezza.
b) dispositivi di protezione sono quelli destinati a prevenire l'entrata in funzione dei dispositivi di sicurezza, ossia termostati, pressostati e flussostati (livellostati nei generatori di vapore) essi devono funzionare e rispondere alle normative vigenti.
c) dispositivi di controllo sono: il termometro con l'attiguo pozzetto per il termometro di controllo e l'idrometro con l'attacco per l'applicazione del manometro di controllo.
Nei generatori di vapore: il livello visibile ed il manometro dotato di attacco per il manometro di controllo. Questi dispositivi devono rispondere alle normative vigenti.
S 2.5.4) Bruciatori.
I bruciatori di combustibili liquidi, o gassosi, ed i focolari per combustibili solidi, devono essere in grado di cedere al fluido termovettore il calore corrispondente al carico massimo del generatore servito.
In ogni caso la potenza del bruciatore non deve superare la potenza massima del generatore in questione. Il bruciatore deve essere corredato da dispositivi che ne arrestino il funzionamento ed intercettino l'afflusso del combustibile nel caso che la fiamma non si accenda o si spenga in corso di funzionamento.
In particolare le rampe di alimentazione dei bruciatori a gas debbono corrispondere esattamente per tipo e composizione a quelle prescritte dalle norme UNI CIG ed essere quindi dotate, oltre che di elettrovalvole di intercettazione, anche del dispositivo atto ad accertare l'assenza di perdite delle valvole stesse.
Negli impianti di maggiore importanza dotati di bruciatori di gas, si dovrà prevedere anche la verifica automatica del dispositivo di controllo della fiamma all'atto di ogni accensione o, se del caso, la verifica continua.
L'arresto dei bruciatori, in generale, deve verificarsi anche nel caso di intervento dei vari apparecchi di protezione termostati, pressostati, flussostati, livellostati.
S 2.5.5) Condotti di evacuazione dei fumi ed aerazione delle centrali termiche.
I condotti dei fumi, raccordi fumari, canali fumari e camini debbono assicurare la corretta evacuazione dei fumi anche al carico massimo e nelle peggiori condizioni esterne di temperatura, pressione ed umidità relativa. Qualora i condotti non siano totalmente esterni all'edificio, il tiraggio ne dovrà assicurare la depressione lungo l'intero sviluppo così che in caso di lesioni, non vi sia fuoriuscita dei prodotti della combustione.
Lo sbocco all'esterno dovrà avvenire secondo le prescrizioni vigenti e comunque in modo da non recare molestie. In qualsiasi locale in cui funziona un generatore di calore, di qualsiasi potenza, deve essere assicurato il libero ingresso dell'aria necessaria mediante un'apertura non chiudibile di dimensioni adeguate.
S 2.5.6) Circolazione del fluido termovettore Pompe di circolazione.
Nel caso di riscaldamento ad acqua calda, la circolazione, salvo casi eccezionali in cui si utilizza la circolazione naturale per gravità, viene assicurata mediante elettropompe centrifughe la cui potenza elettrica assorbita non deve essere, di massima, maggiore di 1/500 della potenza termica massima dell'impianto.
Le pompe, provviste del certificato di omologazione, dovranno assicurare portate e prevalenze idonee per alimentare tutti gli apparecchi utilizzatori e debbono essere previste per un servizio continuo senza sensibile surriscaldamento del motore.
La tenuta sull'albero nelle pompe, accoppiato al motore elettrico con giunto elastico, potrà essere meccanica o con premistoppa, in quest'ultimo caso la perdita d'acqua dovrà risultare di scarsa rilevanza dopo un adeguato periodo di funzionamento.
Ogni pompa dovrà essere provvista di organi di intercettazione sull'aspirazione e sulla mandata e di valvole di non ritorno.
Sulla pompa, o sui collettori di aspirazione e di mandata delle pompe, si dovrà prevedere una presa manometrica per il controllo del funzionamento.
Ventilatori.
Nel caso di riscaldamento ad aria calda, l'immissione dell'aria nei vari locali si effettua mediante elettroventilatori centrifughi, o assiali, la cui potenza elettrica assorbita non deve essere, di massima, maggiore di 1/50 della potenza termica massima dell'impianto.
I ventilatori, provvisti di certificato di omologazione, dovranno assicurare portate e prevalenze idonee per l'immissione nei singoli locali della portata d'aria
necessaria per il riscaldamento e debbono essere previsti per un servizio continuo senza sensibile surriscaldamento del motore.
S 2.5.7) Distribuzione del fluido termovettore Rete di tubazioni di distribuzione.
Comprende:
a) le tubazioni della centrale termica;
b) le tubazioni della sottocentrale termica allorché l'impianto sia alimentato dal secondario di uno scambiatore di calore;
c) la rete di distribuzione propriamente detta che comprende:
- una rete orizzontale principale;
- le colonne montanti che si staccano dalla rete di cui sopra;
- le reti orizzontali nelle singole unità immobiliari;
- gli allacciamenti ai singoli apparecchi utilizzatori;
d) la rete di sfiato dell'aria.
1) Le reti orizzontali saranno poste, di regola, nei cantinati o interrate: in quest'ultimo caso, se si tratta di tubi metallici e non siano previsti cunicoli accessibili aerati, si dovrà prevedere una protezione tale da non consentire alcun contatto delle tubazioni con terreno.
2) Le colonne montanti, provviste alla base di organi di intercettazione e di rubinetto di scarico, saranno poste possibilmente in cavedi accessibili e da esse si dirameranno le reti orizzontali destinate alle singole unità immobiliari.
Debbono restare accessibili sia gli organi di intercettazione dei predetti montanti, sia quelli delle singole reti o, come nel caso dei pannelli radianti, gli ingressi e le uscite dei singoli serpentini.
3) Diametri e spessori delle tubazioni debbono corrispondere a quelli previsti nelle norme UNI: in particolare per diametri maggiori di 1”, tubi lisci secondo le norme UNI 7287 e UNI 7288. Per i tubi di rame si impiegheranno tubi conformi alla norma UNI 6507 (varie parti).
4) Le tubazioni di materiali non metallici debbono essere garantite dal fornitore per la temperatura e pressione massima di esercizio e per servizio continuo.
5) Tutte le tubazioni debbono essere coibentate secondo le prescrizioni dell’allegato B del D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412, salvo il caso in cui il calore da esse emesso sia previsto espressamente per il riscaldamento, o per l'integrazione del riscaldamento ambiente.
6) I giunti, di qualsiasi genere (saldati, filettati, a flangia, ecc.) debbono essere a perfetta tenuta e là dove non siano accessibili dovranno essere provati a pressione in corso di installazione.
7) I sostegni delle tubazioni orizzontali o sub-orizzontali dovranno essere previsti a distanze tali da evitare incurvamenti.
8) Il dimensionamento delle tubazioni, sulla base delle portate e delle resistenze di attrito ed accidentali, deve essere condotto così da assicurare le medesime perdite di carico in tutti i circuiti generali e particolari di ciascuna utenza.
La velocità dell'acqua nei tubi deve essere contenuta entro limiti tali da evitare rumori molesti, trascinamento d'aria, perdite di carico eccessive e fenomeni di erosione in corrispondenza alle accidentalità.
9) Il percorso delle tubazioni e la loro pendenza deve assicurare, nel caso di impiego dell'acqua, il sicuro sfogo dell'aria e, nel caso dell'impiego del vapore, lo scarico del condensato oltre che l'eliminazione dell'aria.
Occorre prevedere, in ogni caso, la compensazione delle dilatazioni termiche; dei dilatatori, dovrà essere fornita la garanzia che le deformazioni rientrano in quelle elastiche del materiale e dei punti fissi che l'ancoraggio è commisurato alle sollecitazioni.
Gli organi di intercettazione, previsti su ogni circuito separato, dovranno corrispondere alle temperature e pressioni massime di esercizio ed assicurare la perfetta tenuta, agli effetti della eventuale segregazione dall'impianto di ogni singolo circuito.
Sulle tubazioni che convogliano vapore occorre prevedere uno o più scaricatori del condensato così da evitare i colpi d'ariete e le ostruzioni al passaggio del vapore.
Canali di distribuzione dell'aria calda.
Negli impianti ad aria calda, in cui questa viene immessa in una pluralità di ambienti, o in più punti dello stesso ambiente, si devono prevedere canali di distribuzione con bocche di immissione, singolarmente regolabili per quanto concerne la portata e dimensionati, come le tubazioni, in base alla portata ed alle perdite di carico.
I canali debbono essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza, non soggetti a disgregazione, od a danneggiamenti per effetto dell'umidità e, se metallici, irrigiditi in modo che le pareti non entrino in vibrazione.
I canali dovranno essere coibentati per l'intero loro sviluppo a meno che il calore da essi emesso sia espressamente previsto per il riscaldamento, o quale integrazione del riscaldamento dei locali attraversati.
La velocità dell'aria nei canali deve essere contenuta, così da evitare rumori molesti, perdite di carico eccessive e fenomeni di abrasione delle pareti, specie se non si tratta di canali metallici.
Le bocche di immissione debbono essere ubicate e conformate in modo che l'aria venga distribuita quanto più possibile uniformemente ed a velocità tali da non risultare molesta per le persone; al riguardo si dovrà tener conto anche della naturale tendenza alla stratificazione.
In modo analogo si dovrà procedere per i canali di ripresa, dotati di bocche di ripresa, tenendo conto altresì che l'ubicazione delle bocche di ripresa deve essere tale da evitare la formazione di correnti preferenziali, a pregiudizio della corretta distribuzione.
S 2.5.8) Apparecchi utilizzatori.
Tutti gli apparecchi utilizzatori debbono essere costruiti in modo da poter essere impiegati alla pressione ed alla temperatura massima di esercizio, tenendo conto della prevalenza delle pompe di circolazione che può presentarsi al suo valore massimo qualora la pompa sia applicata sulla mandata e l'apparecchio sia intercettato sul solo ritorno.
Corpi scaldanti statici.
Qualunque sia il tipo prescelto, i corpi scaldanti debbono essere provvisti di un certificato di omologazione che ne attesti la resa termica.
Essi debbono essere collocati in posizione e condizioni tali che non ne risulti pregiudicata la cessione di calore all'ambiente. Non si debbono impiegare sullo stesso circuito corpi scaldanti dei quali sia notevolmente diverso l'esponente dell'espressione che misura la variazione della resa termica in funzione della variazione della differenza tra la temperatura del corpo scaldante e la temperatura ambiente (esempio radiatori e convettori).
Sulla mandata e sul ritorno del corpo scaldante si debbono prevedere organi atti a consentire la regolazione manuale e, ove occorra, l'esclusione totale del corpo scaldante, rendendo possibile la sua asportazione, senza interferire con il funzionamento dell'impianto.
Sez. 2 - 6) Misurazione dell'opera
La misurazione ai fini contabili sarà eseguita a misura contabilizzando separatamente:
- gli attacchi di alimentazione ai radiatori;
- l'apparecchiatura principale (caldaia);
- le superfici radianti;
- il modul;
- la tubazione di adduzione del gas;
- la tubazione di adduzione idrica;
- l'apertura della muratura perimetrale per lo scarico della caldaia;
- la nicchia di alloggiamento del modul.
SEZIONE 3) IMPIANTO IDRICO SANITARIO
Sez. 3 - 1) Prescrizioni tecniche e tipo di materiali
Gli impianti idrico sanitari dovranno essere eseguiti con l'osservanza, oltre alle norme vigenti, anche alle prescrizioni particolari delle locali società erogatrici.
L'Impresa è tenuta pertanto ad eseguire i lavori, con sistemi, modalità, tipi e diametri delle tubazioni anche diversi da quelli indicati nel disciplinare di gara, per tali variazioni non potrà accampare pretese di speciali compensi in quanto sarà sua cura informarsi presso le società erogatrici suddette, prima della presentazione dell'offerta, delle particolari prescrizioni di cui al primo capoverso.
Nel caso quindi di prezzi a misura, verranno contabilizzate le sole opere effettivamente eseguite ai prezzi di cui all'elenco.
La Ditta dovrà, qualora richiesto dalla D.L., produrre la campionatura delle apparecchiature, delle rubinetterie e degli accessori, delle tubazioni e di quant'altro debba trovare impiego negli impianti.
Affinché la D.L. possa scegliere il tipo che ritiene più idoneo, la Ditta è tenuta a presentare, prima dell'inizio dei lavori, almeno tre marche per le seguenti apparecchiature:
1) apparecchi igienico sanitari (vaso, bidet, lavandino, vasca);
2) lavello cucina e relativo mobiletto;
3) rubinetterie di corredo alle apparecchiature;
4) gruppo di autoclave.
La presentazione dei campioni e la loro accettazione provvisoria da parte della D.L. non esonera la Ditta dall'obbligo di sostituire, ad ogni richiesta della Società quei materiali che pur essendo conformi ai campioni, non risultassero rispondenti alle prescrizioni.
Nella installazione di tutte le apparecchiature e tubazioni, dovranno essere osservate, le leggi e regolamenti vigenti, in particolare tutto quanto previsto in sede locale dagli organi comunali.
Tutte le tubazioni dovranno essere conformi a quanto prescritto nel presente capitolato; esse saranno:
− in acciaio zincato, a norme UNI 6363 e UNI 8863 FA 199, di buona origine ferriera, F.M.-V.M. date prive di difetti, con zincatura integra e continua per la distribuzione dell'acqua calda e fredda (garantite per pressione di esercizio pari a 5 atm.), saranno a richiesta coibentate con guaina di materiale sintetico flessibile a cellule chiuse, con superficie anticondensa a barriera vapore;
− in polietilene, (PEad), UNI 8451 e 8452, complete di pezzi speciali, per eseguire gli scarichi orizzontali di piano fra i sifoni dei singoli apparecchi sanitari e le colonne di scarico; le colonne di scarico verticale potranno essere eseguite con la stesso materiale o con tubazioni in P.V.C. norme UNI 7443 FA 178, fino ai sifoni di collegamento in fogna, comprese le colonne di ventilazione primaria che dovranno proseguire fin sul tetto, in apposita torretta (per tale tubazione dovrà essere garantito un campo di impiego da -40 gradi C a + 100 gradi C, il coefficiente di dilatazione massimo ammesso è sotto di 0,2 mm.mt.gradi C);
− in polietilene a bassa densità (PE bd) per condotte interrate, UNI 10158 con raccordi tipo UNI 9561;
− in P.V.C. del tipo leggero per l'eventuale ventilazione delle cucine;
− in polietilene reticolato (PE-X) UNI 9338 per la distribuzione dell'acqua calda e fredda (garantite per temperature massime di esercizio di 95° C), con o senza collettore per acqua calda e fredda da collocarsi, nella ricostruzione dell'impianto di distribuzione idrica, all'interno dell'alloggio in apposita cassetta ispezionabile incassata nel muro.
Nel primo caso saranno prive di giunzioni intermedie tra il collettore e l'attacco di erogazione; nel secondo caso sono ammesse giunzioni purché venga adoperato apposito materiale e le stesse siano eseguite con saldatura a "specchio".
A richiesta tali tubazioni di polietilene dovranno essere alloggiate in guaine di polietilene isolanti e protettive, simili a quelle corrugate utilizzate per l'alloggiamento dei cavi degli impianti elettrici.
In tal caso le tubazioni dovranno risultare sfilabili per modifiche o rottura accidentale senza che si debbano effettuare opere murarie.
Tutte le tubazioni verticali, in polietilene reticolato ed in acciaio zincato, dovranno essere assicurate alla muratura con appositi sostegni o grappe a fasciare, in lamiera zincata.
Le stesse tubazioni in ferro non dovranno essere bloccate direttamente con malte di cemento.
Le rubinetterie di corredo alle apparecchiature igienico-sanitarie, saranno in ottone cromato; tali apparecchiature dovranno essere corredate in opera delle relative pilette di scarico anch'esse in ottone cromato con comando a saltarello sifone di scarico, e raccordo, viti e tasselli di fissaggio.
Le rubinetterie installate sui diversi apparecchi dello stesso alloggio, dovranno essere della stessa serie.
Le apparecchiature igienico sanitarie (lavabi, vasi a sedile, bidet) dovranno essere esclusivamente di "porcellana dura" (detta comunemente vitreous china), così come risulta classificata e definita dalle norme di unificazione (UNI 4542); non sarà pertanto ammesso l'impiego dei prodotti denominati terraglia dolce o faiance ordinaria, terraglia forte, porcellana nazionale, porcellana opaca od altre.
Le vasche da bagno in acciaio smaltato dovranno essere di prima scelta,
cioè:
− esenti nella porcellanatura da bolle, punte di spillo che mettono a nudo il supporto metallico;
− esenti da cavillature, unghiature e scheggiature;
− esenti da grumi, opere od avvallamenti dello smalto sulla superficie e macchie di colore o tonalità diverse.
I lavelli per il vano cucina, devono essere di prima scelta, inattaccabili agli acidi e liscive concentrate, impermeabili ai liquidi ed ai gas, resistenti a repentini sbalzi di temperatura.
Dovranno essere del tipo a due bacini, con troppo pieno, sgocciolatoio incorporato (dimensioni minime cm. 120x45x21), saranno dotati di un mobiletto sottolavello, le cui parti saranno rivestite di materiale plastico, con tre sportelli a tirare.
L'impianto singolo di autoclave del tipo automatico sarà completo di regolatore di flusso, quadro elettrico, pressostato e manometro, con o senza serbatoio privo di membrana, in acciaio inox, valvole di ritegno montate in modo tale da eliminare il colpo di ariete, elettropompa scelta in relazione alla portata e prevalenza richiesta dall'impianto.
Qualora sia richiesto tale impianto dovrà essere munito di opportuna omologazione da parte dei competenti organi.
Sez. 3 - 2) Esecuzione in opera di impianto idrico sanitario
L'impianto idrico sanitario sarà eseguito sotto traccia per le tubazioni di alimentazione e distribuzione dell'acqua calda e fredda, nonché per le tubazioni di scarico in polietilene, a livello di piano, poste all'interno degli alloggi.
Le colonne verticali di scarico principale, nonché quelle di ventilazione primaria e di adduzione dell'acqua ai contatori fino all'ingresso degli alloggi ed ai depositi, saranno poste all'interno di un'apposita cassetta di alloggiamento in muratura, eseguita in foglio con forati a tre fori.
La costruzione delle tracce o sfondi di alloggiamento e la relativa ripresa, per ogni tubazione di scarico e di approvvigionamento, se non diversamente specificato, sarà considerata nel prezzo di fornitura dell'impianto, per cui saranno da ritenersi comprese nella offerta in sede di gara.
Rimane invece da conteggiare a parte, la costruzione della cassetta di alloggiamento delle canalizzazioni verticali di collegamento secondario per l'adduzione dell'acqua negli alloggi.
Sez. 3 - 3) Impianto idrico
L'impianto ha origine dal contatore totalizzatore posto dalla società distributrice, dopo il quale dovrà essere collocata una saracinesca di diametro pari a quello della condotta adduttrice.
S 3.3.1) Collegamento primario
Dalla suddetta saracinesca si dipartirà la tubazione di distribuzione primaria per alimentare ognuna un singolo complesso di alloggi serviti da un vano scala.
Si dovrà quindi procedere alle varie esecuzioni:
− formazione dello scavo di alloggiamento per una profondità minima di cm. 40, rispetto alla quota del terreno;
− posa in opera, su letto di sabbia, di tubazione in polietilene nero a bassa densità a norme UNI 7990, PN 10/16, idonea per la posa interrata data completa di pezzi speciali e raccordi per unione;
− riempimento dello scavo con sabbia per almeno la metà del volume, avendo cura di fasciare completamente la tubazione con tale inerte;
− completamento del riempimento con terreno vegetale.
La tubazione in PE terminerà alla colonnetta o collettore per i contatori in ottone da porsi in opera presso il vano scala.
Dal collettore in ottone si dipartiranno le colonne montanti di alimentazione dei vari alloggi; al piede di ogni colonna montante, presso il collettore, dovrà essere posto un rubinetto in OT/58 di intercettazione, con corpo a sfera e di diametro pari a quello della base della colonna stessa.
Si porrà quindi in opera un contatore volumetrico per acqua fredda, del tipo a quadrante bagnato.
Il meccanismo del contatore, dovrà essere completamente in nichelio od in acciaio inossidabile, con lancette e stellette di spia in materiale plastico, con boccale di fissaggio in nichelio od in acciaio inossidabile.
È vietato l'impiego di contatori con il meccanismo o parti del meccanismo in materia plastica.
S 3.3.2) Collegamento Secondario
Dal contatore dovrà partire una tubazione di almeno "3/4" per l'adduzione dell'acqua, al cassone di deposito ed all'alloggio.
Tale colonna subirà una riduzione in prossimità del livello di piano di ogni alloggio servito, ove mediante un T, si eseguirà la diramazione per l'adduzione dell'acqua diretta alla cucina e la prosecuzione della colonna montante fino alla soffitta, con tubazioni di "1/2" in ferro zincato o polietilene reticolato (PE-X) UNI 9338.
La colonna verticale, previa posa in opera di una saracinesca di intercettazione, sarà collegata al cassone di deposito; essa dovrà sboccare nel serbatoio stesso, ad un livello tale che sia superiore a quello del tubo di troppo- pieno, di almeno quattro volte il diametro dello stesso tubo di alimentazione.
L'adduzione di acqua al deposito, dovrà essere munita di speciale apparecchiatura di chiusura automatica dell'afflusso dell'acqua, quando il livello di liquido sia giunto a circa 5 cm. sotto il tubo di troppo pieno.
L'attacco dovrà essere effettuato con la interposizione di una flangia in ottone, completata da un dado a vite, in modo che comprimendo questa sulla parete del serbatoio, sarà assicurata la tenuta per mezzo di idonee guarnizioni.
S 3.3.3) Alimentazione da deposito
I depositi, in vetroresina, con capacità minima di 200 lt. saranno muniti di coperchio dello stesso materiale e collocati in opera in modo da essere sempre isolabili ed asportabili, la loro base di appoggio dovrà essere rigida e ad un'altezza tale da consentire una adeguata pendenza alla tubazione di troppo pieno.
La tubazione di troppo pieno, dovrà essere realizzata in P.V.C. del tipo spessorato e dovrà garantire, in caso di rottura dell'apparecchiatura automatica di chiusura dello afflusso un costante smaltimento del liquido immesso nel frattempo nel deposito.
La tubazione di troppo pieno dovrà terminare all'esterno del fabbricato, posizionato ad una quota inferiore al livello di gronda del tetto, in modo da garantire l'immediato avviso del guasto; dovrà sporgere dalla superficie verticale di facciata, per almeno cm. 50.
Nel tratto che corre tra il deposito e l'uscita esterna, dovrà essere sostenuta rigidamente da opportune grappe ancorate al solaio del tetto o di calpestio.
L'attacco della tubazione di uscita, che andrà ad alimentare i servizi nei vari alloggi, dovrà essere effettuato con l'interposizione di una flangia in ottone, completata da un dado a vite in modo tale che comprimendo questa sulla parete del serbatoio, ne assicuri la tenuta per mezzo di idonee guarnizioni.
Tali tubazioni di diametro minimo 1/2 sino al locale bagno, saranno installate all'interno della cassetta di alloggiamento, ricavata nel vano scala o bagno, che servirà anche per contenere la tubazione di adduzione dell'acqua diretta.
In prossimità di ogni alloggio, si provvederà alla opportuna deviazione che terminerà con rubinetto d'arresto da incasso, per l'intercettazione dell'acqua calda e fredda a servizio di ciascun bagno e cucina.
Tale rubinetto, con corpo a sfera, sarà in OT/58, con opportune guarnizioni, cappuccio cromato in opera.
A valle di tale rubinetto, si procederà con tubazioni di 1/2 sia all'alimentazione del gruppo termico murale a gas o dello scaldabagno che alla posa in opera di un attacco per la lavatrice, con piastra e rubinetto porta gomma cromati (questo potrà essere inserito nei locali bagno o cucina).
L'impianto sarà completato in opera, con predisposizione degli attacchi per l'acqua fredda ai sanitari (bidet, lavandino, vasca, cassetta WC, lavello cucina) e con diramazione, sempre a 1/2 dalla caldaia ai sanitari (esclusala cassetta WC).
S 3.3.4) Impianto di autoclave
Nel caso in cui la Società richieda l'installazione di un impianto autoclave per la distribuzione dell'acqua sanitaria, la Ditta dovrà procedere, oltre che nel rispetto di quanto indicato nel capitolo precedente, alle seguenti prestazioni in opera:
- allacciamento tramite flessibile minimo 1/2 del deposito al gruppo autoclave;
- fornitura in opera di una valvola di ritegno da collocare fra l'autoclave ed il deposito di prima raccolta;
- autoclave completa di pompa, con o senza vaso di espansione ed ogni organo di regolazione, controllo e sicurezza, atti a garantire una pressione minima di 0,5 Kg/cmq. all'utilizzo più sfavorito;
- l'alimentazione per l'acqua fredda della caldaia e dei sanitari sarà eseguita con derivazione dal gruppo di autoclave; la distribuzione sino al locale bagno avverrà come nel caso della sola alimentazione da deposito sia che il gruppo autoclave venga posto in soffitta, sia che venga collocato all'interno dell'alloggio.
Sez. 3 - 4) Impianto sanitario
Nella fase di ricostruzione delle canneggiate si dovrà procedere in modo tale da garantire lo smaltimento quotidiano dei servizi igienici degli alloggi non direttamente interessati.
L'impianto descritto nel presente capitolato, comprende tutte le tubazioni di scarico, sia quelle primarie (o colonne verticali) che quelle di piano di utilizzo dei singoli alloggi.
Esse saranno collocate in opera, incassata nella muratura o sotto il pavimento.
I prezzi relativi alle opere in questione sono comprensivi delle eventuali demolizioni delle canneggiate, ed apparecchiature installate comprese altresì le opere murarie in genere e la demolizione delle cassette di alloggiamento.
S 3.4.1) Tubazione Primaria
Le canalizzazioni primarie, una per lo scarico del WC e una per la cucina e gli accessori del bagno, si intendono iniziare dal sifone idoneo in P.V.C. ad alta temperatura, posto al piede delle rispettive calate.
Canalizzazioni scarico WC:
− installazione di un sifone, da porre immediatamente al piede della calata, del tipo V-O (oppure O-O), incassato rispetto al piano del marciapiede, previo scavo per la formazione di un pozzetto di ispezione in muratura di mattoni pieni, il cui chiusino in cemento, dimensioni minime cm. 40x40, dovrà avere la parte superiore al livello del piano di calpestio del marciapiede.
La dimensione minima del sifone sarà del diametro 125 con tappo a vite per ispezione;
− posa in opera della canneggiata principale di scarico costituita da tubazione in
P.V.C. spessorato del diametro 100;
− formazione della diramazione per lo scarico del WC, mediante l'utilizzo di un apposito giunto a squadra che dovrà terminare con un bicchiere per WC del diametro 110, o bocchettone adeguato al livello di ogni singolo piano, in corrispondenza del locale bagno;
− prosecuzione della stessa canalizzazione verticale, senza variazione di diametro, dall'ultimo giunto a squadra fino al tetto ove sarà collocata l'apposita torretta di ventilazione.
Canalizzazione scarico cucina ed apparecchi accessori del bagno (bidet, vasca, lavandino):
− installazione di un sifone da porre immediatamente al piede della calata, come indicato per il WC. La dimensione minima del sifone sarà del diametro 100 con tappo a vite per ispezione;
− posa in opera della canneggiata principale di scarico, costituita da tubazione in
P.V.C. spessorato del diametro 80;
− formazione della diramazione per lo scarico del lavello di cucina o gli accessori del bagno, al livello di ogni singolo piano;
− prosecuzione della stessa canalizzazione verticale senza variazione del diametro, dall'ultimo giunto a squadra fino al tetto, ove sarà collocata l'apposita torretta di ventilazione.
Le due colonne di scarico, saranno collocate in opportuna nicchia di alloggiamento, qualora essa già esista per lo alloggiamento delle preesistenti tubazioni di scarico, oppure, si provvederà a porre le tubazioni in posizione tale da poter creare un'opportuna cassetta di alloggiamento con muratura in foglio di forati a tre fori.
Tali colonne dovranno soddisfare alle seguenti caratteristiche:
a) evacuare completamente e rapidamente le acque e le materie di rifiuto per la via più breve senza dal luogo ad ostruzioni, deposito di materie, incrostazioni lungo il loro percorso;
b) essere a tenuta di acqua e di ogni esalazione;
c) essere installate in modo tale che i movimenti dovuti a dilatazioni, contrazioni od assestamenti non possano dar luogo a rotture, guasti e simili tale da provocare perdite;
d) dovranno essere sempre della stessa sezione trasversale per tutta la loro lunghezza;
e) dovranno innalzarsi fin oltre la copertura degli edifici e culminare con idonei esalatori, tali da favorire l'immissione di aria fresca nelle colonne;
f) dovranno corrispondere a tutti i requisiti di accettazione e di collocamento in opera prescritti, per i vari materiali.
S 3.4.2) Tubazioni di piano
Le tubazioni di piano, o diramazioni secondarie, sono le canalizzazioni di scarico della cucina, delle apparecchiature ed accessori del bagno, della lavatrice e della eventuale lavastoviglie, esse si intendono iniziare presso l'imboccatura del giunto (x xxxxx) che si dirama dalla colonna verticale.
Esse saranno poste in opera, incassate nella muratura o sotto il pavimento; la loro pendenza dovrà essere tale da consentire l'immediato smaltimento dei liquidi.
Le derivazioni di scarico, dovranno essere raccordate tra loro e con le colonne di scarico sempre nel senso del flusso, con angolo tra gli assi non superiore ai 45 gradi.
Tutte le diramazioni di scarico degli apparecchi igienico sanitari, del lavello di cucina e della lavatrice, dovranno essere, se non altrimenti disposte per iscritto dalla D.L. di PE.a.d..
Ogni apparecchio suddetto, essendo direttamente collegato con la rete di scarico, deve essere dotato di una chiusura idraulica atta ad evitare l'infiltrazione negli ambienti delle emanazioni mefitiche provenienti dalla fognatura.
Tutti i relativi scarichi saranno quindi muniti, presso ogni apparecchio di un apposito sifone, il cui diametro interno non deve comunque essere inferiore a quello della piletta alla quale è connesso.
Per consentire un rapido svuotamento degli apparecchi, le pilette ed i sifoni devono avere i seguenti diametri interni minimi:
- scarico vasca 0,40;
- scarico del troppo pieno della vasca 0,26;
- scarico del bidet 0,32;
- scarico del lavabo 0,32;
- scarico del lavello di cucina 0,40.
I suddetti diametri dovranno essere tenuti costanti nelle tubazioni di scarico in PEa.d. fino alla immissione nella colonna di scarico.
Ciascun sifone a parete, per lo scarico delle lavatrici o lavastoviglie, sarà collegato direttamente alla colonna principale con una tubazione in PEa.d. del diametro interno minimo 40 mm. Tutte le tubazioni dovranno rispettare le seguenti caratteristiche:
a) evacuare completamente e rapidamente le acque e le materie di rifiuto per la via più breve, senza dare luogo ad ostruzioni, deposito di materie, od incrostazioni lungo il loro percorso;
b) essere a tenuta di acqua e di ogni esalazione;
c) essere installate in modo che i movimenti dovuti a dilatazioni, contrazioni od assestamenti non possano dar luogo a rotture, guasti e simili, tali da provocare perdite;
d) dovranno essere sempre della stessa sezione trasversale per tutta la loro lunghezza;
e) dovranno corrispondere a tutti i requisiti di accettazione e di collocamento in opera prescritti, per i vari materiali.
S 3.4.3) Apparecchi igienico-sanitari
Come indicato le distribuzioni interne di acqua calda e fredda nei servizi e nella cucina, saranno realizzate con tubo di acciaio zincato diam. 1/2, o polietilene reticolato, la rete di scarico con tubazioni in polietilene PEad.
Gli apparecchi sanitari saranno installati predisponendo tutto quanto necessario al fine di garantire la perfetta stabilità in opera, essi indipendentemente falla loro forma e dal materiale costituente, devono soddisfare i seguenti requisiti:
- robustezza meccanica;
- durabilità meccanica;
- assenza di difetti visibili ed estetici;
- resistenza all’abrasione;
- pulibilità di tutte le parti che possono venire contatto con l’acqua sporca;
- resistenza alla corrosione (per quelli con supporto metallico;
- funzionalità idraulica.
Tali caratteristiche si intendono comprovate se essi rispondono alla norma UNI 4543/1 (relativa al materiale ceramico).
Il fissaggio dei vasi e dei bidet dovrà essere realizzato mediante l'esclusivo uso di viti cromate, su idonei tasselli opportunamente predisposti a pavimento.
Le vasche dovranno avere il bordo rialzato lungo il perimetro che sarà incassato nel rivestimento del bagno, si considera nel costo fissato in sede di gara, qualora non diversamente disposto, la fornitura e posa in opera, com- prensiva della muratura di tamponamento e sostegno laterale nonché la costruzione dell'intonaco sulla superficie ottenuta.
RUBINETTERIE
I rubinetti sanitari considerati sono quelli appartenenti alle seguenti categorie:
- rubinetti singoli, cioè con una sola condotta di alimentazione;
- gruppo miscelatore, avente due condotte di alimentazione e comandi separati per regolare e miscelare la portata d'acqua.
I gruppi miscelatori possono avere diverse soluzioni costruttive riconducibili nei seguenti casi: comandi distanziati o gemellati, corpo apparente o nascosto (sotto il piano o nella parete), predisposizione per posa su piano orizzontale o verticale;
- miscelatore meccanico, elemento unico che sviluppa le stesse funzioni del gruppo miscelatore mescolando prima i due flussi e regolando dopo la portata della bocca di erogazione, le due regolazioni sono effettuate di volta in volta, per ottenere la temperatura d'acqua voluta.
I miscelatori meccanici possono avere diverse soluzioni costruttive riconducibili ai seguenti casi: monocomando o bicomando, corpo apparente o nascosto (sotto il piano o nella parete), predisposizione per posa su piano orizzontale o verticale;
I rubinetti sanitari di cui sopra, indipendentemente dal tipo e dalla soluzione costruttiva, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
- inalterabilità dei materiali costituenti e non cessione di sostanze all'acqua;
- tenuta all'acqua, alle pressioni di esercizio;
- conformazione della bocca di erogazione in modo da erogare acqua con filetto a getto regolatore e comunque senza spruzzi che vadano all'esterno dell'apparecchio sul quale devono essere montati;
- proporzionalità fra apertura e portata erogata;
- minima perdita di carico alla massima erogazione;
- silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le condizioni di funzionamento;
- facile smontabilità e sostituzione di pezzi possibilmente con attrezzi elementari;
- continuità nella variazione di temperatura tra posizione di freddo e quella di caldo e viceversa (per i rubinetti miscelatori).
La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per i rubinetti singoli e gruppi miscelatori quando essi rispondono alla norma UNI EN
200 e ne viene comprovata la rispondenza con certificati di prova e/o con apposizione del marchio UNI.
Per gli altri rubinetti si applica la UNI EN 200 per quanto possibile o si fa riferimento ad altre norme tecniche (principalmente di enti normatori esteri).
c) I rubinetti devono essere forniti protetti da imballaggi adeguati in grado di proteggerli da urti graffi, ecc. nelle fasi di trasporto e movimentazione in cantiere. Il foglio informativo che accompagna il prodotto deve dichiarare le caratteristiche dello stesso e le altre informazioni utili per la posa, manutenzione ecc.
Le rubinetterie installate sui diversi apparecchi dello stesso alloggio dovranno essere della stessa "serie"; il corpo della rubinetteria dovrà essere in ottone OT S 60 Pb 2UNI 535 se ricavato per fonderia, oppure OT 60 UNI 4891 se ricavato dalla lavorazione di barre per stampaggio o per asportazione di truciolo.
La massa non dovrà presentare difetti di fusione o di lavorazione né soffiature.
Le parti del corpo dei rubinetti che rimangono in vista dovranno essere cromate previa nichelatura.
Il corpo delle rubinetterie da incasso potrà essere in bronzo cui alla norma UNI 7013/8^ - 72.
Il vitone di tenuta dovrà essere ricavato, per stampaggio od asportazione di truciolo, da barra di ottone 0760 UNI 4891.
APPARECCHIATURE
L'apparecchiatura per lavabo comprenderà:
− una coppia di xxxxxxxxx a piantana da 1/2 in ottone cromato;
− una bocca al centro in ottone cromato per la miscelazione dell'acqua;
− una coppia di collegamenti, in lega di rame, fra i xxxxxxxxx e la camera di miscelazione della bocca al centro;
− una coppia di prese a squadra in ottone cromato, che saranno corredate ciascuna di rosone a muro in lastra di ottone cromato e da un nipples in ottone con dado, guarnizione costituita da un anello in plastica o in gomma rettificata e rondella metallica, è vietato l'impiego dei cosiddetti "flessibili" in sostituzione delle prese a squadra;
− una piletta da 1" 1/4 in ottone cromato per il collegamento sifone muro e rosone a muro, cromato;
− un attacco filettato da 1" 1/4 in ottone da incassare a muro;
− una coppia di mensole o zanche metalliche per il sostegno del lavabo, idonee al sostegno dell'apparecchio;
− una colonna di sostegno in vitreus china.
La fornitura di colonna per lavabo non esime dalla fornitura delle mensole o zanche per il sostegno dell'apparecchio.
L'apparecchiatura per il bidet comprenderà:
− una coppia di xxxxxxxxx per bidet da 1/2;
− una coppia di prese a squadra in xxxxxx xxxxxxx;
− una piletta da 1" 1/4 in ottone cromato, di lunghezza non inferiore a 9 cm.;
− un sifone ad S da 1/4 in ottone cromato;
− un canotto da 1" 1/4 in ottone cromato per il collegamento sifone muro, con raccordo a parete e rosone;
− un attacco filettato da 1" 1/4 da incassare a muro.
L'apparecchiatura per vasca comprenderà:
− un gruppo da incasso per doccia a muro con gruppo di ottone cromato comprendente due rubinetti da 1/2" ed il deviatore nonché un tubo flessibile internamente in gomma, ed esternamente in robusta spirale di ottone cromato, della lunghezza di cm. 140;
− sifone di scarico da 1" 1/4 con piletta a saltarello, rosone cromato per troppo pieno, scarico girevole con raccordo.
L'apparecchiatura per vaso a sedile comprenderà:
− una cassetta in porcellana dura della capacità di lt. 10, compreso coperchio, leva di comando in xxxxxx xxxxxxx, galleggiante, etc.;
− un sedile composto da anello con coperchio in resina fenolica stampati con polvere fenolica da stampaggio UNI 4303-70 tipo F-310 di colore bianco, da due supporti di rotazione stampati in resina fenolica e poliacetalica o poliammidica e dagli accessori di fissaggio.
L'apparecchiatura per acquaio comprenderà:
− un miscelatore con xxxxxxxxx a snodo con due xxxxxxxxx, in xxxxxx xxxxxxx, da 1/2";
− un bocchello a snodo ed un rubinetto in ottone cromato di 1/2" per l'erogazione dell'acqua diretta;
− due piletti di scarico universali (tipo Gattinara) da 1" 1/4 in ottone;
− tappi di gomma con catenella a perline cromate;
− due curve di raccordo da 1" 1/4 tra i pilettoni e la crocera, in ottone cromato;
− un raccordo a tre vie (crocera) tra le curve ed il sifone da 1" 1/4 in ottone fuso cromato;
− un sifone in PEa.x. xxxxxx, regolabile a cannocchiale a mezzo di un tubo mobile, anche in ottone cromato;
− un canotto da 1" 1/4 in ottone cromato, per il collegamento sifone muro, con rosone;
− un attacco filettato da 1" 1/4 da incassare a muro.
L'apparecchiatura per lo scarico delle lavatrici e lavastoviglie comprenderà:
− un attacco filettato da 1/2 Gas, chiuso con tappo maschio;
− un sifone da incasso in ottone, cromato nelle parti in vista con codolo di raccordo in xxxxxx xxxxxx, completo di guarnizione e di chiusura temporanea con disco di gomma o materia plastica.
Sez. 3 - 5) Misurazione in opera
IMPIANTO IDRICO
a) Collegamento primario: la misurazione della tubazione in PE retinato sarà eseguita a ml. in opera, ed avrà inizio alla colonnetta del contatore comunale o presso il confine della proprietà e terminerà all'interno del vano scala presso la nicchia del sotto contatore; la installazione del collettore, dei relativi contatori, nonché la ricostruzione nella muratura dell'apposita nicchia di alloggiamento e la sua ripresa, con posa in opera di un adeguato sportello in metallo verniciato, saranno conteggiati a corpo (cadauno);
b) collegamento secondario: la misurazione delle tubazioni singole che si dipartiranno dai contatori e che dovranno garantire l'alimentazione ai depositi di sottotetto ed un attacco di acqua diretta per ogni alloggio presso il lavello
di cucina, saranno misurate a ml; a corpo sarà conteggiata la fornitura di ogni deposito in vetroresina da 300 litri, munito di rubinetto di arresto sulla tubazione di adduzione apparecchiatura di chiusura automatica, scarico di troppo pieno, flange in ottone per l'attacco del carico e dello scarico, etc.; l'alimentazione dal deposito ai servizi, sarà misurata a ml; la distribuzione della tubazione da 1/2 per il locale bagno e cucina sarà misurata a corpo per ogni alloggio; a corpo sarà conteggiato anche il gruppo di autoclave completo in opera funzionante; in questo caso la tubazione di alimentazione dal sottotetto sarà conteggiata dall'autoclave qualora lo stesso venga installato nel sottotetto, sarà conteggiata dal deposito fino all'autoclave qualora questo venga disposto nel locale bagno, non sarà conteggiata allorché sia l'autoclave che il deposito vengono inseriti nel locale bagno.
IMPIANTO SANITARIO
a) Scarico WC ed altri: la colonna di scarico per il WC (ed eventualmente di tutto il bagno) sarà misurata a ml. di canneggiata posta in opera funzionante, completa di braga di derivazione, allacciamento WC, canna di esalazione, giunti e curve eventualmente necessari e la torretta di aerazione; la stessa misurazione sarà eseguita per la canneggiata di scarico del bagno e delle cucine;
b) Scarico di piano: le tubazioni di scarico di piano e diramazioni secondarie, iniziano dalla braga della canneggiata e terminano al sifone dell'apparecchiatura; esse saranno misurate a corpo per ogni alloggio e comprenderanno sia lo scarico degli apparecchi del locale bagno che della cucina;
c) Le apparecchiature, munite delle rispettive rubinetterie, sifoni di scarico, etc. in opera funzionanti saranno conteggiate cadauna a seconda della loro installazione o meno per ogni singolo bagno (es. in un bagno normale si conteggerà singolarmente il costo in opera di: n. 1 bidet, n. 1 lavabo, n. 1 vasca o piatto doccia, n. 1 WC, n. 1 cassetta per WC).
SEZIONE 4) TUBAZIONI DI SCARICO ESTERNE
Sez. 4 - 1) Prescrizioni tecniche e tipo di materiali
Nella fase di ricostruzione delle tubazioni si dovrà procedere in modo tale da garantire fino al nuovo allacciamento, il normale funzionamento delle tubazioni presenti in opera.
I tubi rigidi in cloruro di polivinile (P.V.C.) dovranno prevenire dalle migliori fabbriche, essere assolutamente esenti da cariche, inattaccabili da acidi e sali di qualsiasi concentrazione, da correnti vaganti, galvaniche ecc. assolutamente incomprimibili ed impermeabili, non soggetti a screpolature o cristallizzazioni.
L'allungamento percentuale alla rottura non dovrà essere inferiore al 10% e la tensione di perforazione non minore di 30 Kg, per mm. di spessore.
La resistenza al calore dovrà essere superiore a 75 gradi di esercizio per una sollecitazione continua non inferiore a 60°C., dovranno essere calibrati in modo da non richiedere, per la giunzione tra di loro ed i pezzi speciali, l'uso di materiali di natura diversa dal cloruro di polivinile stesso.
Nelle sezioni incollate, la tubazione dovrà avere caratteristiche di resistenza agli agenti corrosivi e di durata, uguali a quelle del tubi in ogni sezione.
I mattoni per la realizzazione della muratura dei pozzetti di ispezione dovranno essere pieni e semipieni, murati con malta di calce.
I chiusini a protezione dei pozzetti di ispezione saranno in c.a., con apposito gancio per la rimozione, per le superfici esterne ove non si prevede il passaggio di autoveicoli; saranno del tipo in ghisa, leggeri, per le superfici ove si prevede l'accesso di autoveicoli.
I chiusini a protezione dei pozzetti di raccolta delle acque meteoriche superficiali, per le aree circostanti il fabbricato, saranno con griglie in ferro zingato a caldo.
Per i chiusini in ghisa dovrà, a richiesta, essere presentato attestato di pesatura rilasciato dalla ditta fornitrice.
Sez. 4 - 2) Esecuzione in opera scarico acque nere e bionde
Le tubazioni per lo scarico delle cucine, dei bagni e dei W.C., poste interrate al piede delle canneggiate, dovranno essere costruite in P.V.C. ad alta resistenza o del tipo normale secondo quanto indicato successivamente:
− al piede delle colonne di scarico, sarà posto in opera un sifone del tipo O-O in
P.V.C. normale e sarà raccordato con tubazione del tipo "super o spessorato", dello stesso diametro della canneggiata; il sifone avrà il diametro immediatamente superiore, rispetto alla canneggiata (minimo diam. 125 per il
W.C. e diam. 100 per i bagni e le cucine);
− tale sifone sarà alloggiato, previo scavo idoneo; il sifone dovrà essere rinfiancato fino al piano diametrale, con apposito massetto cementizio il cui spessore minimo in sezione sarà di cm. 10;
− il pozzetto di ispezione, ricavato in muratura, avrà dimensioni idonee a consentire le eventuali operazioni di disotturazione del sifone e comunque le dimensioni minime del chiusino, che dovrà essere bloccato sopra alla muratura di mattoni con appoggio minimo di cm. 5 per ogni lato, saranno di cm. 40 x 40;
− la muratura del pozzetto dovrà appoggiare, alla base, su idoneo massetto di spessore minimo di cm 15; la profondità del pozzetto sarà misurata in opera dalla sommità del chiusino alla linea diametrale delle tubazioni;
− le dimensioni dei pozzetti aumenteranno proporzionalmente all'aumentare della profondità, si collocheranno quindi i chiusini di 60x60, dimensioni interne pozzetto 50x50, profondità 60 cm.; chiusini di 70x70, dimensioni interne pozzetto 60x60, profondità 70 cm. ecc.;
− dall'uscita del sifone si proseguirà con tubazione del tipo "normale" e diametro uguale a quello del sifone, fino alla confluenza della fossa biologica o similari ad ai pozzetti di ispezione presso ulteriori imboccature;
− tale tubazione sarà comunque ispezionabile mediante opportuno pozzetto prima dell'innesto della fossa biologica le cui caratteristiche dimensionali, per le varie profondità, saranno come quelle previste per il sifone, aumentate di cm. 10 così come per il chiusino, per un massimo di ml. 1,00x1,00 oltre il quale la D.L. darà precise indicazioni;
− la base del pozzetto sarà costruita in modo tale che abbia una costante pendenza verso l'asse della tubazione;
− all'interno del pozzetto, la tubazione dovrà essere a mezzo tubo;
− le tubazioni saranno collocate in opera in modo tale che possano essere controllate "a specchio", con costante pendenza e rettilinearità, non sono ammesse curve o allacciamenti fuori dei pozzetti d'ispezione;
− ogni allacciamento dovrà avvenire all'interno di un pozzetto d'ispezione, le cui dimensioni saranno quelle già indicate, con limite massimo di mt. 1,00x1,00 oltre il quale la D.L. darà precise indicazioni;
− l'imboccatura nella tubazione primaria, dovrà avvenire con scarico nel senso della corrente e l'angolo interno formato dall'asse delle due tubazioni non dovrà essere superiore a 80 gradi;
− tutte le tubazioni dovranno comunque essere interrotte ogni 10-15 ml. di lunghezza, con un opportuno pozzetto di ispezione;
− le tubazioni di scarico delle acque bionde (bagni e cucine) e delle acque nere (W.C.) dovranno rimanere separate fino alla fossa biologica ove saranno riunite all'interno della stessa;
− le tubazioni saranno alloggiate su apposito massetto dello spessore minimo di cm. 10 fino alla quota diametrale, si provvederà quindi alla ricopertura delle stesse con materiale inerte, per almeno 15 cm. rispetto al livello della generatrice superiore della tubazione;
− dalla fossa biologica si dipartirà una tubazione del diametro minimo 125 fino all'imboccatura della fognatura comunale;
− presso il confine della proprietà Siena Casa Spa sarà posto in opera un sifone del tipo O-O diametro immediatamente superiore a quello della tubazione proveniente dalla fossa biologica, per l'ispezione del quale sarà creato un op- portuno pozzetto d'ispezione come indicato;
− la tubazione principale, che scarica le canneggiate più lontane dalla fossa biologica, avrà un aumento del diametro in corrispondenza della prima deviazione relativa ad ulteriori canneggiate; tutte le tubazioni avranno pendenza sufficiente, per il rapido smaltimento delle acque, la pendenza
minima non potrà comunque essere inferiore al 2% per il tratto posto prima della fossa biologica ed 1% dopo la fossa biologica;
− i prezzi relativi alle suddette opere dovranno essere presentati in sede di gara, onnicomprensivi di scavo, fornitura, apertura di marciapiede, pezzi speciali, raccordi, grappe di ancoraggio, rinfianco ecc.;
− la porzione di raccordo tra il sifone e la canneggiata dovrà essere considerato nel costo della posa in opera del sifone stesso a meno che tale raccordo, misurato tra l'asse della canneggiata ed il tappo del sifone, superi ml. 1,20.
S 4.2.1) Scarico Acque Meteoriche
Smaltimento acque del tetto: le tubazioni di scarico delle acque piovane, poste interrate dal piede delle calate dovranno essere costruite in P.V.C. del tipo normale, secondo quanto indicato successivamente:
− al piede dei discendenti del tetto, sarà sempre posto in opera un pozzetto prefabbricato del tipo "con terminale ad immersione", cioè con ispezione asportabile ed apertura distinta per innesto del discendente.
Il terminale, la cui altezza minima in opera dovrà essere di ml. 1,50, rimarrà, all'interno del pozzetto almeno 5-10 cm. sotto al livello dello scarico.
− tale pozzetto sarà alloggiato previo scavo idoneo a consentire la giusta collocazione, il chiusino dovrà comunque essere a livello del piano di calpestio del marciapiede;
− la tubazione di scarico del pozzetto, avrà un diametro minimo di 100 mm.;
− ogni allacciamento od innesto di più tubazioni, dovrà avvenire all'interno di un pozzetto, come indicato per le tubazioni delle acque nere e bionde, con relativo chiusino le cui dimensioni minime saranno di cm. 40x40;
− la base del pozzetto sarà costruita in modo tale che abbia una costante pendenza verso la tubazione, posta a mezzo tubo all'interno del pozzetto;
− le tubazioni saranno collocate in opera così come previsto per lo scarico delle acque nere e bionde; esse dovranno comunque essere interrotte, ogni ml. 15 di lunghezza con un opportuno pozzetto d'ispezione del tipo e dimensioni descritto;
− presso il confine della proprietà della Siena Casa Spa sarà posto in opera un sifone del tipo O-O, diametro uguale a quello della tubazione, per il controllo del quale, sarà creato un opportuno pozzetto d'ispezione come indicato;
− tutte le tubazioni avranno pendenza sufficiente, per il rapido smaltimento delle acque, la pendenza minima non potrà comunque essere inferiore all'1%;
I prezzi relativi alle suddette opere si considerano onnicomprensivi di scavo, fornitura, pezzi speciali raccordi, grappe di ancoraggio, rinfianco, ecc.
Smaltimento acque superficiali: secondo quanto indicato dalla D.L., saranno poste in opera, delle griglie di raccolta delle acque meteoriche superficiali, che potranno essere di due tipi:
a) con pozzetto ispezionabile in muratura (per la cui posa in opera valgono le indicazioni fornite al capitolo "scarico acque nere e bionde"); griglie in ferro zincato a caldo, del tipo carrabile.
La profondità del pozzetto deve essere tale da consentire un deposito minimo di cm. 10, misurato rispetto alla base della tubazione di scarico; lo
smaltimento dovrà avvenire attraverso una curva immersa per almeno 5 cm. rispetto al livello di uscita; la dimensione minima sarà di cm. 50x50.
b) con grigliato, in ferro zingato a caldo, del tipo carrabile, posto su canaletta prefabbricata opportunamente alloggiata in massetto il cui spessore minimo in sezione sarà di cm. 15 lungo tutto il perimetro esterno.
La tubazione di scarico in P.V.C. avrà diametro del 100 fino alla prima confluenza.
Sez. 4 - 3) Misurazione in opera
Le opere saranno misurate a ml. od a corpo secondo quanto posto in opera o descritto all'elenco prezzi, in particolare:
a) le tubazioni di scarico in P.V.C. saranno misurate a ml. lungo l'asse della tubazione passante per i pozzetti di ispezione il cui centro indicherà la sezione dei vari tratti di tubazione;
b) i pozzetti saranno conteggiati a corpo, secondo le rispettive dimensioni, ed indipendentemente dal chiusino soprastante.
Qualora vengano eseguiti in opera pozzetti, le cui dimensioni siano intermedie a quelli indicati nell'elenco prezzi si ottempererà ricavando il costo relativo dalla media dei due prezzi, inferiore e superiore, ponderato sulla base della rispettiva cubatura utile.
c) i chiusini dei pozzetti d'ispezione, saranno conteggiati a corpo;
d) le fosse biologiche saranno conteggiate a corpo, comprensive dei pezzi speciali, chiusini, ecc.;
e) le griglie di raccolta saranno conteggiate al ml. lungo il loro asse maggiore o a corpo.
SEZIONE 5) OPERE DI INTONACATURA FINITURA DELLE MURATURA E DEGLI ACCESSORI IN LEGNAME ED IN FERRO
Sez. 5 - 1) Prescrizioni tecniche e tipo di materiali
Tutti i materiali dovranno essere delle migliori qualità nelle rispettive loro specie, senza difetti, ed in ogni caso con qualità e pregi uguali a quanto è prescritto nel presente Capitolato, s'intende che la provenienza sarà liberamente scelta dall'assuntore, purché a giudizio insindacabile della D.L. i materiali siano riconosciuti accettabili.
Saranno ritenuti idonei i prodotti dotati di caratteristiche tali da rendere le opere sulle quali devono essere incorporati o comunque installati, se adeguatamente progettate e costruite, conformi ai requisiti essenziali di cui all'allegato A del D.P.R. 246 del 21 Aprile 1993, e se per quanto tali requisiti sono prescritti.
I prodotti che recano il marchio CE si presumono idonei all'impiego previsto.
S 5.1.1) Intonaci di supporto
Per la formazione del supporto ad intonaco delle superfici esterne di facciata e per la ripresa dei getti in c. a. sarà esclusivamente utilizzata la sabbia proveniente dai fiumi, che non dovrà avere tracce di sali, di sostanze terrose, limacciose, fibre organiche, sostanze friabili, con granulometria di diametro fino ad un millimetro.
S 5.1.2) Intonaci plastici
Il rivestimento plastico e le pitture che costituiscono la finitura delle facciate, dovranno avere le seguenti caratteristiche:
− non favorire la propagazione al fuoco;
− non produrre gocce infiammate;
− qualora utilizzate all'interno, non devono in caso di incendio, emanare gas tossici, in quantità tali da nuocere seriamente alle persone, né sprigionare fumi in quantità tali da rendere difficili l'evacuazione degli utenti;
− dal momento in cui il rivestimento viene applicato non dovrà esistere alcun rischio di tossicità per gli utenti né al tatto né in modo indiretto per l'azione di scorrimento dell'acqua;
− l'intonaco in opera non deve favorire il deposito di polvere o la formazione di microrganismi;
− l'aspetto degli intonaci non deve subire l'alterazione in seguito ad umidificazione dovuta alla pioggia (macchie);
− gli intonaci devono permettere l'interruzione di esecuzione senza che si verifichino sensibili differenze di aspetto;
− l'intonaco dovrà avere compatibilità con il supporto meccanicamente, deve cioè mascherare una normale cavillatura del supporto (dovuta a ritiro), non deve fessurarsi né screpolarsi;
− l'intonaco o l'imprimitura devono essere compatibili con il supporto dal punto di vista chimico, devono cioè avere un buon grado di resistenza alla saponificazione;
− deve avere un'adeguata permeabilità al vapore;
− sui contenitori del predetto deve essere chiaramente indicato, in modo indelebile, il periodo di utilizzazione e cioè la data oltre la quale il prodotto non è più idoneo all'applicazione.
Prima dell'applicazione del prodotto plastico murale l'Appaltatore dovrà produrre alla D.L. la seguente documentazione:
- scheda tecnica del prodotto, fornita dal produttore, con le dosi ed i metodi di applicazione;
- certificato di idoneità tecnica rilasciato dall'ICITE;
- mazzetta di colori rilasciata dal produttore.
L'Appaltatore avrà cura di portare a conoscenza delle competenti autorità comunali, il colore che si intende applicare ed eseguirà delle campionature direttamente sul sottofondo sul quale sarà posta in opera la finitura.
S 5.1.3) Prodotti vernicianti
Per tutti i prodotti vernicianti, l'Appaltatore rimetterà alla D.L. le schede tecniche rilasciate dal produttore, affinché questa possa preventivamente accertare la rispondenza delle prestazioni del prodotto a quanto descritto nel presente Capitolato Speciale di Appalto ed alle norme vigenti.
Materiali ferrosi: il primer antiruggine dovrà essere oleofenolico al minio di zinco organico o di piombo. Lo smalto dovrà essere alchidico brillante. Il ciclo di verniciatura deve comunque garantire le seguenti prestazioni:
- adeguata adesione al supporto;
- buon potere anticorrosivo;
- limitata porosità e ridotta permeabilità di gas e di liquidi;
- buona resistenza nel tempo degli agenti atmosferici e chimici.
Materiali legnosi: le superfici legnose dovranno, previa pulizia, essere trattate con due gruppi di prodotti:
− impregnanti: la cui composizione dovrà essere a base di sali minerali derivati da boro o fluoro e dei soli complessi a base di cromo-fluoro, cromo-rame, cromo-rame-fluoro, cromo-rame-boro;
− pitture: allorché si vuole ottenere una superficie coprente con un certo colore, saranno usate le pitture al solvente, del tipo coprente, a base di resine al- chidiche lungo olio, munite in giusta proporzione con pigmenti altamente resistenti alla luce.
Saranno invece usate le pitture ad acqua, del tipo incolore a base di resine acriliche per superfici trasparenti.
Pareti interne: la tinteggiatura dei locali interni sarà eseguita con idropittura ad alto contenuto di biossido di titanio, che sarà il principale pigmento; le caratteristiche saranno così costituite da silicati e carbonati.
Il prodotto ad acqua dovrà inoltre contenere sostanze atte a combattere lo sviluppo di microrganismi ed il legante sarà costituito da polimeri acrilici.
Sez. 5 - 2) Esecuzione in opera
Tutte le superfici ultimate dovranno risultare a coloritura perfettamente omogenea e con un grado di finitura corrispondente alle caratteristiche tecnologiche dei materiali impiegati ed a quanto prescritto nel presente Capito- lato per l'esecuzione delle diverse categorie.
L'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire i campioni così come prescriverà il
D.L. cui sono demandate anche la scelta dei colori e le modalità di esecuzione, nonché ripeterli con le varianti richieste fino ad ottenere l'approvazione della D.L. prima di iniziare le opere.
Tale approvazione non riduce né elimina le responsabilità dell'Appaltatore, anche quelle particolarmente previste circa l'esecuzione e la perfetta riuscita delle opere.
L'Appaltatore dovrà adottare a sua cura e spese, ogni precauzione o mezzi necessari per evitare spruzzi di tinte, pitture, vernici, etc. restando a suo carico sia l'adozione di ogni protezione provvisoria, che ogni lavoro e prestazione necessari per l'eliminazione dei degradamenti apportati, nonché il risarcimento degli eventuali danni.
L'applicazione delle finiture dovrà essere preceduta da accurata e conveniente preparazione delle superfici mediante stuccatura, scartavetratura, spolveratura, ripresa di spigoli e quanto altro occorrente per livellare le superfici stesse.
Il prezzo rimesso in sede di gara sarà considerato onnicomprensivo per dare ogni manufatto in opera a regola d'arte.
S 5.2.1) Intonaci Esterni
Demolizione: la demolizione degli intonaci esterni esistenti dovrà essere eseguita in modo tale da rendere perfettamente in vista la muratura di supporto (a mattoni, mista con pietra, in pietra), con sfessuratura della muratura stessa ed asportazione della malta incoerente.
Terminata l'asportazione dell'intonaco, si dovrà procedere alla spazzolatura della muratura, previa imbibitura con acqua e trasporto a rifiuto del detrito.
Qualora in corrispondenza dei cordoli di solaio posto ai vari piani o degli architravi, venga rilevata la presenza di getti malformati, si procederà all'asporto degli inerti sciolti fino ad incontrare l'armatura sottostante, tali parti in cemento saranno riprese successivamente come indicato nel paragrafo relativo alle riprese del c.a., prima di ricostruire il nuovo strato di intonaco.
L'intonaco presente nella parte sottostante dell'aggetto di gronda del tetto, sarà asportato, avendo cura di non provocare danni alla struttura di supporto (tavelloni, getto in c.a), si provvederà quindi alla spazzolatura del supporto stesso, previa imbibitura con acqua.
Si dovrà procedere a spazzolare con l'imbibizione di soluzione di acqua ed acido cloridrico (al 50%), allorquando il supporto non sarà ritenuto idoneo a rimanere a facciavista e si dovrà procedere alla ricostruzione dell'intonaco asportato.
Ricostruzione: la posa in opera dell'intonaco dovrà avvenire sul supporto perfettamente raschiato e sfessurato nei giunti della muratura.
La superficie di posa dovrà essere soggetta ad una continua imbibitura con abbondante spruzzo di acqua, da eseguirsi esclusivamente a mezzo di apposito tubo di adduzione.
Si procederà quindi, previa formazione di guida sulle pareti da trattare, all'applicazione di una prima mano di rinzaffo con sabbia cemento (3/1), successivamente si eseguirà la formazione del corpo con malta bastarda.
La finitura dell'intonaco, sarà quindi eseguita mediante arricciatura con stabilitura additiva al 10% con cemento R 325.
Su richiesta della D.L., dovrà essere applicata un'idonea rete in fibra di vetro tessile al 100%, apprettata ed ordita a giro inglese con trama a cinque fili,
sulle superfici delle travi, pilastri ed architravi in c.a. con prolungamento sulla muratura adiacente di almeno cm. 15.
S 5.2.2) Intonaci Interni
Demolizione: valgono le