RINNOVO DEL CONTRATTO RIPARTONO LE TRATTATIVE MA LE RISORSE SONO INSUFFICIENTI…
Mensile della FIALS
Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità
ANNO XXVII, numero 3-4 Anno 2017
RINNOVO DEL CONTRATTO RIPARTONO LE TRATTATIVE MA LE RISORSE SONO INSUFFICIENTI…
Indice
L’ Editoriale
1
Iniziativa della FIALS
2
Convegno FIALS
3
Le richieste della FIALS
3
Direttiva Madia
9
La stima degli aumenti
11
Pensioni: modifichiamo la Legge Fornero…
12
Dalle Sedi Regionali e Provinciali FIALS
13
RIPARTE LA TRATTATIVA SUL RINNOVO CONTRATTUALE MA LE RISORSE ECO- NOMICHE Al MOMENTO SONO INSUFFI- CIENTI
Dopo otto anni l’ARAN convoca i sindacati per aprire la trattativa sul rinnovo contrat- tuale del pubblico impiego. Si è trattato come ha riferito il Presidente Xxxxxxxxxx di un incontro “irrituale” atteso che di solito la trattativa riparte con le sole Federazioni di categoria e non con le Confederazioni. L’incontro arriva a ridosso dell’approvazio- ne di due importanti Decreti Legislativi di modifica del 150/2009 e del 165/2001, in- novativi per la pubblica amministrazione. Il Presidente Xxxxxxxxxx ha informato che il giorno 8 giugno si è tenuta una riunio- ne con i 3 comitati di settore nella quale è stato presentato un testo consolidato dell’atto di indirizzo del comparto Funzio- ni Centrali chiedendo all’ARaN di partire con la contrattazione.
Il testo presentato nella sua parte genera- le affronta i temi:
• del salario accessorio partendo dalle modifiche introdotte dai Decreti Legisla- tivi n. 74 e n. 75 ed in particolare per la performance con sostanziali modifiche dell’impianto previgente, affidando alla contrattazione collettiva il ruolo di dettare le regole per le nuove modalità di paga- mento della performance;
• dell’assetto delle relazioni sindacali dove vi sono delle innovazioni ma di fatto non uno stravolgimento. Bisognerà, anche con il rinnovo del CCNL, evitare che continu- ino le incursioni legislative nella materia contrattuale e bisognerà declinare le mo- dalità di partecipazione nel solco delle in- dicazioni del legislatore;
• dei procedimenti disciplinari atteso che il D. L.vo 75 produce modifiche al 165/2001 in ordine al procedimento ed alla tipizzazione delle sanzioni, di fatto c’è un intervento a doppia battuta: sui furbet- ti del cartellino e sul procedimento che rimane clausola inderogabile e pertanto bisognerà interpolare gli interventi in ma- teria del CCNL con la legislazione;
• del welfare contrattuale nella P.A., par- xxxxx di qualcosa che attualmente nella
P.A. è praticamente sconosciuto e si è sviluppato solamente attraverso la con- trattazione di secondo livello. Pensiamo di costruire quindi una cornice generale all’interno del CCNL mentre per quanto riguarda il finanziamento l’Aran pensa che il suo sviluppo sarà a carico dei fondi di contrattazione decentrata;
• sulla previdenza complementare parlia- mo evidentemente di un tema rodato dal punto di vista della disciplina regolamen- tare ma si riscontra una scarsa propensio- ne all’adesione ai fondi, motivo per cui anche il rinnovo del CCNL dovrà cercare di favorirne lo sviluppo;
L’EDITORIALE
• in tema di assenze dal servizio oltre ad aver provato a giungere ad un accordo quadro nazionale, ad esempio sui per- messi giornalieri per sottoporsi a visite, accertamenti diagnostici, etc. etc. biso- gnerà trovare idonee soluzioni anche in considerazione che la materia anche og- getto di apposita circolare, impugnata al TAR, ci consegnerebbe il quadro che tali permessi rientrino nei 3 giorni all’anno;
• sul tema delle risorse economiche per il rinnovo contrattuale 2016/2018 l’atto di indirizzo conferma un impegno del Gover- no a onorare l’accordo del 31/11/2016, tuttavia per arrivare agli 85 euro medi di incremento bisogna aspettare la legge di stabilità per l’anno 2018, visto che le risorse per gli anni 2016 e 2017 sono già disponibili ma adesso ci consentirebbero di arrivare ad un incremento di circa 40 euro medi.
La proposta del Presidente Xxxxxxxxxx è quella di utilizzare comunque il tempo che ci separa da oggi all’approvazione del- la legge di stabilità per l’anno 2018, essen- doci comunque bisogno di un lavoro tec- nico da articolare in più riunioni lasciando in coda il tema delle risorse economiche. Nel corso della citata riunione dell’8 giu- gno con i Comitati di Settore i due Comi- tati, oltre quello delle Funzioni Centrali, hanno dato l’assenso all’avio della stagio- ne contrattuale impegnandosi a varare
Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità
ANNO XXVII, numero 3 -4 – Anno 2017 Aut. Trib. di Brindisi n. 11/91 del 24/6/91
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PROGETTO GRAFICO
Xxxxx Xxxxx
Chiuso in redazione il 12.07.2017
gli altri atti di indirizzo in tempi brevi, ma che comunque sulla parte generale saran- no sostanzialmente uguali a quello delle Funzioni Centrali, mentre si concentre- ranno sulle peculiarità della Sanità e delle Funzioni Locali.
Resta invece da definire ancora l’atto di indirizzo dell’Istruzione e Ricerca che sta evidentemente registrando dei ritardi. La FIALS presente in delegazione con la CONFSAL, l’UNSA e lo SNALS ha ribadito che l’incremento medio a regime dovrà andare ad incremento del salario tabellare atteso che gli stessi sono fermi da 8 anni, che bisognerà necessariamente evitare che gli aumenti contrattuali mettano in discussione il c.d. “bonus Xxxxx” degli 80 euro, che il welfare contrattuale dovrà ne- cessariamente essere finanziato con stan- ziamenti di bilancio ad hoc, che al pari dei settori privati bisognerà introdurre forme di defiscalizzazione dei salari di produttivi- tà per i lavoratori pubblici, che resta aper- ta la questione del rinnovo contrattuale del triennio 2013/2015 sollevata dalle categorie della CONFSAL e che ha portato alla sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti del P.I., così come in materia di relazioni sindacali è bene spe- cificare che la riserva di legge è sull’orga- nizzazione degli uffici e non sull’organiz- zazione del lavoro, che deve tornare nella disponibilità della contrattazione integra- tiva, mentre il giudizio sulla scarsa adesio- ne ai fondi di previdenza complementare sicuramente è determinata dall’impossibi- lità dei dipendenti pubblici a differenza di quelli dei settori privati di accedere all’uti- lizzo del T.F.R.
La delegazione CONFSAL ha inoltre chie- sto di chiudere in tempi brevi la trattativa sulle prerogative sindacali attraverso la sottoscrizione del CCNQ. Nelle sue conclu- sioni il Presidente Xxxxxxxxxx ha sottoline- ato l’importanza simbolica della riunione odierna, evidenziando che ritiene che l’in- cremento medio degli 85 euro a regime sia un punto di arrivo della trattativa e non un punto di partenza ed adesso non sono pe- raltro ancora tutti disponibili.
Mentre per quanto riguarda la tempistica sul rinnovo contrattuale è del tutto evi- dente che sarà differenziata per via degli atti di indirizzo, fra pochi giorni sarà defi- nitivamente approvato quello delle fun- zioni centrali, ma credo che nel giro di 1 o 2 mesi arriveranno anche quelli di Sanità e Funzioni Locali, motivo per cui vi pro- pongo di riflettere su due ipotesi di lavoro, ovvero: partire con le Funzioni Centrali ov- viamente sulla parte generale oppure pro- seguire con incontri confederali sulla parte generale per tutti i comparti, cosa per la quale attendo indicazione dalle Segrete- rie Confederali, per poter riprendere i la- vori comunque prima della pausa estiva. Nel merito delle ipotesi di lavoro la FIALS ritiene che come nelle altre tornate con- trattuali si aprano i tavoli man mano che vengono adottati gli atti di indirizzo dei singoli comparti.
Per quanto riguarda invece la sottoscri- zione del CCNQ su permessi e distacchi, il Presidente Xxxxxxxxxx ha comunicato che sarà convocata a breve un’apposita riunio- ne per provare a giungere alla sottoscrizio- ne del CCNQ già in quella sede.
Il Segretario Generale FIALS
Xxxxxxxx Xxxxxxx
INIZIATIVA DELLA FIALS
LA FIALS APERTA AD UN CON- FRONTO SERRATO CON LE CATE- GORIE DEL COMPARTO SANITÀ DI CGIL, CISL E UIL PER L’APERTU- RA DEL TAVOLO CONTRATTUALE ALL’ARAN
Con una nota aperta ai Responsabili Na- zionali di categoria del comparto sanità di CGIL,CISL e UIL, nelle persone di Xxxxxxx XXXXXXX -Segretario Nazionale FP CGIL
- Xxxxxxxx XXXXXXXXXXX -Commissario Na- zionale CISL FP – e Xxxxx Xxxxxxxx XXXXX
- Segretario Nazionale UIL FPL – il Segreta- rio Generale della FIALS, Xxxxxxxx Xxxxx- ne, apre al confronto per l’avvio del tavolo contrattuale presso l’ARAN.
Così Xxxxxxx nella sua nota “ Si sta, rea- listicamente, avvicinandosi la ripresa del- la contrattazione per il rinnovo dei CCNL del Pubblico Impiego e quindi anche per il comparto sanità, però in uno scenario politico quanto mai problematico ed in- certo.
Come vi è noto l’avvio della contrattazio- ne in sanità è quanto mai opportuno non solo per la giusta questione economica, ma anche per adeguare e riposizionare la parte normativa all’evoluzione avvenuta nel SSN in particolare nell’organizzazione del lavoro.
Per questo riterremmo quanto mai oppor- tuno un comune incontro per un confron- to sulle iniziative da intraprendere, ci au- guriamo insieme o comunque in sintonia, per richiedere quanto prima l’apertura del tavolo contrattuale e sui contenuti programmatici e rivendicativi da propor- re. In attesa di un gradito cenno di riscon- tro e di una proposizione di data per un in- contro comune, si porgono distinti saluti”.
La Segreteria Nazionale FIALS
Anno 2017
CONVEGNO FIALS LE RICHIESTE
DELLA FIALS
Queste le richieste della FIALS che verranno portate al tavolo per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro, oggetto della relazione presentata da Xxxxxxxx Xxxxxxx nel Convegno del 27 Giugno.
Finalmente dopo 8 anni riparte la trattativa per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2016 – 2018. L’ARAN, infatti, per mar- tedì 27 giugno p.v., ha convocato le Confederazioni Sindacali rappresen- tative di tutti i comparti ed Xxxx per un primo confronto a cui seguiranno le convocazioni per i tavoli contrattuali dei 4 comparti e delle 4 aree di contrattazione.
Lo scorso 27 giugno presso l’Hotel dei Congressi di Roma La Se- greteria Nazionale FIALS ha tenuto un interessantissimo Con- vegno sui temi del “Rinnovo Contrattuale” all’indomani delle bozze circolate (ed ora definitivamente approvate) della DIRET- TIVA/atto di indirizzo del ministro della PA Xxxxxxxx Xxxxx che di fatto ha finalmente dato il via ai negoziati per il rinnovo del contratto dei diversi comparti del Pubblico Impiego, Sanità compresa.
Alla presenza di moltissimi Segretari Regionali, Provinciali Il Se- gretario Generale Xxxxxxxx Xxxxxxx ha introdotto i lavori pre- sentando i punti salienti delle richieste della FIALS con i quali ci accingiamo a confrontarci in sede ARAN per il rinnovo del Con- tratto.
A seguire gli interventi di Xxxxx Xxxxxx, componente del Comita- to Tecnico di Settore Regioni – Sanità e Xxxxxxx Xxxxx, consulente Aran per le Professioni Sanitarie, che hanno illustrato i principali contenti delle Direttive sui diversi contratti sopra citati - inviate all’Aran per l’apertura dei tavoli contrattuali per i rinnovi per il triennio 2016-2019 - e le ricadute sugli stessi rinnovi contrattuali dei recenti Decreti Legislativi del Ministro Madia.
Il Convegno ha visto poi numerosi interventi da parte dei nostri Dirigenti Sindacali presenti che hanno visto rappresentare di- verse considerazioni e proposte che faranno parte della politica contrattuale che la FIALS sosterrà sui diversi tavoli contrattuali.
La Segreteria Nazionale FIALS
La FIALS sarà presente al tavolo negoziale con la propria Confederazio- ne CONFSAL.
Il diritto al rinnovo contrattuale per i dipendenti della sanità deve essere non solo lo strumento per rimettere in linea le retribuzioni con il costo della vita, ma anche lo strumento per affrontare, attraverso il confronto, i processi di riorganizzazione e gli aspetti innovativi che si devono con- dividere.
La nuova stagione contrattuale si colloca in uno scenario profondamen- te modificato rispetto a quello che ha prodotto il contratto collettivo nazionale di lavoro 2008-2009. Si tratta di un rinnovo che giunge dopo ben due trienni di blocco della contrattazione disposto ex Legge D.L. n.78/2010 e s.m.i. e si innesta in un sistema di lavoro pubblico conside- revolmente modificato nella sua consistenza quali - quantitativa, nelle sue linee retributive e nella dinamica dell’ordinamento professionale, per effetto principalmente di interventi connessi a manovre di finanza pubblica, all’emanazione dei recenti decreti attuativi riguardanti, in par- ticolare, le modifiche strutturali all’impianto del d.l.vo il d.l.vo 150/2009
– legge Xxxxxxxx (relazioni sindacali performance) e quello riferito al d.l.vo 165/2001 – Testo unico Pubblico Impiego -.
Il confronto del 27 giugno all’ARAN, avviene subito dopo l’emanazione dei decreti legislativi n° 74 del 2017 che ha modificato, sostanzialmen- te, la legge Brunetta – d.l.vo 150/2009 – relativo alla performance, ed il d.vo n. 75 del 2017 che ha modificato, in varie parti, il d.l.vo 165/2001 relativo al Testo Unico per il Pubblico Impiego. Senza dimenticare l’Atto di indirizzo della ministra della Pa Xxxxxxxx Xxxxx inviato all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale delle pubbliche amministrazioni (sanità compresa) per il triennio 2016-18.
Si tratta della cosiddetta direttiva madre che segna la riapertura della tornata contrattuale dei 4 comparti e delle relative aree dirigenziali. Un testo che ha, di fatto, modificato, per quanto attiene il personale del SSN, gli atti di indirizzo già predisposti dal Comitato di Settore Regioni – Sanità ed inviati alla stessa ARAN.
Si tratta, lo ricordiamo, per il settore sanità, quello riferito alla dirigenza medica sanitaria, al personale del comparto ed infine la PTA – quest’ulti- mo personale ha lasciato il tavolo sanitario per andare nell’Area Funzioni Locali insieme al personale dirigenziale delle Autonomie Locali e Regioni
– direttiva del Comitato di Settore ancora molto indietro nei lavori.
Per quanto attiene le risorse economiche, rimane certo per la FIALS, che i soldi sono pochissimi e nell’atto di indirizzo trasmesso dalla ministra Madia le cifre sono ribadite chiaramente: 300 mln per il 2016, 900 mln per il 2017 e 1.200 mln dal 2018.
Si parte quindi da un aumento medio di 12 euro per arrivare a regime nel 2018 con 85 euro. Ma se per 2016 e 2017 gli stanziamenti ci sono, restano ancora da definire le risorse aggiuntive per arrivare ai sospirati 85 euro: il quadro di risorse finalizzato ai rinnovi contrattuali dovrà in- fat t i essere completato attraverso la previsione nella prossima legge di bilancio della quota di stanziamento che serve per dare attuazione ai contenuti dell’intesa Sindacati – Ministro Xxxxx del 30 novembre 2016 .
Anno 2017
Tutte cifre che valgono per il comparto Funzioni Centrali (Stato) e Ri- cerca/Scuola mentre per la Sanità le coperture, che saranno similari, saranno in capo alle rispettive amministrazioni (Regioni e poi aziende), quindi a valere sul Fondo Sanitario Nazionale.
Riteniamo che le risorse per il rinnovo del contratto dei dipendenti pub- blici devono essere adeguate alla perdita economica mensile di questi ultimi otto anni e non acconsentiremo mai che si discuta di aumenti retributivi di parte fissa selettivi, vale a dire non per tutti, visto che il ministro ha detto di “dare priorità ai redditi medio-bassi”.
Riteniamo, anche, per la particolarità del S.S.N., che le Regioni, nel ri- spetto e soddisfatti i vincoli di finanza pubblica fissati per i rispettivi Servizi Sanitari, devono destinare, al personale coinvolto nei processi di ristrutturazione, miglioramento organizzativo e razionalizzazione, parte delle economie aggiuntive conseguite con risparmi avvenuti sui costi per le risorse umane.
Per quanto attiene alle modalità di certificazione della quantificazione del risparmio, possono essere previste deliberazioni annue del Collegio Sindacale, mentre, per quanto attiene il limite di utilizzo delle risorse così certificate, esso viene fissato nel 50% delle stesse.
La stagione contrattuale si apre il 27 giugno p.v. ma la coperta resta corta. Uno dei primi nodi sarà su quale categoria e fascia sarà calcolato l’aumento medio di 85 euro mensile a regime e quanta di questa somma permarrà nella retribuzione stipendiale e quanta in quella accessoria. Come uno dei nodi del contendere sarà infatti come declinare concre- tamente l’aumento medio di 85 euro in un settore come l’area della dirigenza medica e quella delle Funzioni Locali che hanno dirigenti con stipendi molto più alti. Siamo convinti che chi vuole davvero un sistema di servizi qualificati ed efficienti, come in specie nel Servizio Sanitario Nazionale, sa benissimo che deve puntare sulla dignità del dipendente e sul riconoscimento professionale ed economico, a partire dal contratto e ponendo le persone nelle condizioni di dare il meglio nella propria at- tività e funzione al servizio degli altri.
Un percorso che necessita di definire organizzazioni di lavoro flessibi- li con la partecipazione degli operatori tramite le loro organizzazioni sindacali, con meno gerarchia e più formazione, più competenze, più benessere organizzativo, più investimento nelle professionalità. Neces- sita rimettere al centro della pubblica amministrazione e nel caso del Servizio Sanitario Nazionale, non ciò che conviene al Direttore Generale di ogni singola Azienda Sanitaria, ma ciò di cui i cittadini hanno bisogno. Se vogliamo pensare al futuro del Paese, dobbiamo ridisegnare servizi, processi, competenze e soluzioni in grado di sostenere le comunità, ge- nerare sviluppo e abbattere lo spreco. I rinnovi contrattuali vanno con- siderati come strumento funzionale agli obiettivi definiti, nel caso del S.S.N., all’attuazione del Patto per la Salute e della conseguente valoriz- zazione del lavoro. Nella specificità, nel recente periodo il S.S.N. è stato oggetto di profonde modifiche nell’impianto organizzatorio istituzionale con notevole impatto sull’organizzazione complessiva delle Aziende, sul lavoro e finanche sullo “status” delle professioni operanti nel Servizio Sanitario medesimo, con interventi sia del Legislatore Nazionale che di quello Regionale (intese singolarmente e nei loro Organismi di parteci- pazione) e, non ultimo, della Commissione Europea attraverso alcune importanti Direttive in materia di orario di lavoro. Tale situazioni hanno creato una molteplicità di disposizioni molto spesso in contrasto tra loro e tante incoerenze, alle quali questa stagione contrattuale deve dare necessariamente risposta. Per questo motivo l’esigenza primaria del rinnovo contrattuale 2016-2018, diventa l’individuazione di una corretta soluzione per uniformare le disposizioni contrattuali al modificato qua- dro normativo ed organizzatorio del S.S.N..
In particolare è necessario, in quest’ambito, la revisione dell’attuale as- setto contrattuale sugli aspetti del riconoscimento delle professionalità (carriere) – rapporto tra professioni (standard di personale) e quantifica- zione di risorse economiche certe tra quelle stipendiali fisse e quelle ac- cessorie. Per queste motivazioni è indispensabile far sì che i rinnovi con- trattuali diventino funzionali e strumentali ai processi di riorganizzazione in atto nella Pubblica Amministrazione come anche nel S.S.N. favorendo la partecipazione, la condivisione, la compartecipazione ed il protagoni- smo soggettivo e propositivo dei professionisti della salute e l’insieme degli operatori per il tramite delle loro rappresentanze sindacali.
La struttura contrattuale
Nella logica di innovazione del processo contrattuale, occorre:
• rivedere la funzione e la struttura del contratto stesso, delineando un CCNL che includa tutele, garanzie e minimi contrattuali omogenei per tutto il personale;
• assegnare una giusta rilevanza ai contenuti della contrattazione aziendale di 2° livello, all’interno di un puntuale e rinnovato quadro di regole e certezze sui tempi di definizione dei Contratti Integrativi Azien- dali, sull’applicazione dei diversi istituti contrattali definiti e sulle verifi- che di applicabilità. Occorre rispondere positivamente ad una delle criti- cità più rilevanti che si sono osservate nel vigente modello contrattuale e cioè “la certezza attuativa”, che rappresenta una esigenza oggettiva di tutte le parti firmatarie del CCNL;
• rivedere i contratti individuali di lavoro: necessita, tra l’altro, rafforza- re le garanzie reciproche di applicazione degli stessi che devono conte- nere con una stringente precisione l’insieme delle regole che governano, in applicazione del CCNL, il rapporto tra singolo lavoratore e professio- nista e datore di lavoro, al fine di evitare i contenziosi e dare le dovute e reciproche certezze.
Il sistema delle relazioni sindacali
Sul piano delle relazioni sindacali occorre che il CCNL ristabilisca mag- giori spazi di confronto per ridisegnare un sistema che riaffermi il ruolo essenziale della contrattazione collettiva e di relazioni sindacali basate sulla partecipazione, condivisione e responsabilità, quali strumenti in- dispensabili per contemperare l’esigenza di crescita ed incremento dei livelli di efficienza ed efficacia dei servizi da erogare all’utenza.
Rimane necessario, quindi, favorire le relazioni sindacali per la parteci- pazione attiva degli operatori attraverso la contrattazione integrativa, indispensabile per cogliere obiettivi di interesse generale come rendere più efficiente il sistema dei servizi e valorizzare professionalità e capaci- tà di perseguire e realizzare efficacia, economicità e qualità degli stessi servizi.
La limitazione o meglio la negazione della contrattazione sull’organiz- zazione del lavoro (come anche lavoro straordinario e reperibilità) sta continuando ad avere conseguenze negative, specie nel settore sanita- rio, dove il mancato adeguamento degli organici ai reali bisogni porta an- che all’aggiramento delle tutele minime dell’orario di lavoro nonostante l’avvio della legge 161/2014 e/o ad una crescente esternalizzazione dei servizi (anche “core”) di non provata efficienza, efficacia e qualità. Un disagio organizzativo che si ripercuote negativamente sulla qualità dei servizi erogati, che produce troppo spesso forme flessibili di lavoro che sfociano generalmente nel precariato di lunga durata. Auspichiamo, dunque, che nel contratto si pongano sistemi tesi a recuperare spazi di contrattazione sull’organizzazione del lavoro per il miglioramento delle
Anno 2017
condizioni di lavoro e, di conseguenza, della qualità dei servizi resi ai cit- tadini. Contemporaneamente va introdotto un sistema sanzionatorio nei confronti delle Amministrazioni di immediata applicabilità.
La consapevolezza che trattasi di una particolare e fondamentale fase di avvio di profonde e radicali modifiche dell’organizzazio- ne del lavoro, specie nel settore sanità, porta a considerare im- portante, al fine di favorire la comprensione e la condivisione, il coinvolgimento dei professionisti che operano nel SSN e delle loro organizzazioni sindacali, fermo restando il quadro di responsabili- tà, competenze ed autonomie definite dal legislatore ed avendo cura di assicurare l’allineamento tra la normativa nazionale e la disciplina con- trattuale dei modelli di relazioni sindacali. Va determinato un modello di relazioni sindacali che veda la partecipazione delle rappresentanze sindacali nelle varie fasi di riorganizzazione dei servizi al fine di favorire la condivisione e consenso nonché il contributo di idee e sapere che rap- presenta un valore assoluto.
Una partecipazione che, nel considerare la puntuale riafferma- zione delle singole sfere di responsabilità e competenza, preve- da precise sedi e puntuali modalità di coinvolgimento dei sog- getti firmatari del contratto collettivo e la chiara definizione delle materie oggetto di ogni articolazione del sistema di relazioni sindacali. Necessita, principalmente, chiarire al tavolo negozia- le dell’ARAN, quali relazioni sindacali sono possibili con la parte datoriale e quali materie debbano trovare spazio nel contratto, dobbiamo capire come organizzare il lavoro, specie negli ospe- dali e nelle strutture sanitarie, recuperando anche un ruolo dei sindacati che Xxxxxxxx ci aveva tolto. Non è possibile e non è accettabile la sola informazione preventiva.
Le aspettative, in modo particolare, per il personale del com- parto ormai si concentrano sulla parte normativa che punterà sulla valorizzazione professionale, oltre quella economica, ma anche su altri aspetti fondamentali quali:
• ricercare soluzioni che introducano elementi utili a favorire le motivazioni del personale con una revisione degli assetti con- trattuali prevedendo ulteriori norme di passaggio di carriera/ categoria come un’espansione del numero delle fasce (passag- gio economici orizzontali). Progressioni di carriera che devono essere assicurate con fondi certi e disponibili quali quelli che scaturiranno dalla revisione dei fondi contrattuali. La questione è quindi ricercare sistemi e metodi di progressione di carriera, in assenza di un incarico prevalentemente gestionale. Riteniamo che vi siano possibilità di proporre meccanismi che consentano di valutare le competenze individuali degli operatori, le loro ca- pacità e farli così progredire progressivamente anche dal punto di vista economico;
• nel nuovo assetto professionale resta importante la definizione dell’i- stituzione dell’area delle professioni socio-sanitarie per sviluppare un processo di carriera riconoscendo alle professioni sanitarie le competen- ze avanzate e specialistiche con le posizioni di “professionista specialista” e “professionista esperto”, come dare contenuti di sviluppo professiona- le certo anche al personale che sarà inserito nell’area dell’integrazione socio sanitaria, come gli Operatori Socio Sanitari e gli assistenti sociali. Sarà per noi uno sforzo maggiore favorire l’area amministrativa e tec- nica che non può e non deve certamente essere residuale al sistema di sviluppo delle professioni dell’area sanitaria;
• prioritario rimane anche riportare a livello contrattuale il siste- ma della mobilità del personale tra Aziende Sanitarie, struttu- rando nel contratto quanto previsto in deroga su questo aspetto dal d.l.vo 75/2017, con l’abolizione dell’attuale riferimento sulla obbligatorietà del nulla osta da parte dell’Azienda cedente così come previsto dall’ex art. 4 della legge 114/2014 – modifica art. 30 d.l.vo 165/2001 - che continua a creare forti sperequazioni e problematiche agli operatori. Le Amministrazioni Pubbliche che prima avrebbero concesso normalmente il nulla osta considerato he la norma- tiva contrattuale prevede quale termine massimo per il trattenimento in servizio 90 giorni, con l’entrata in vigore della legge 114/2014, di fatto lo hanno ritirato prima che il dipendente prendesse servizio presso la nuova amministrazione. Le Amministrazioni quindi non concedono più il nulla osta rendendo così vano ogni avviso di
mobilità. Rimane necessario, quindi, che la materia della mo- bilità rientri nell’alveo contrattuale, secondo la vigente prescri- zione e venga eliminata la parola “previo assenso dell’ammini- strazione di appartenenza”. Come resta importante includere nel comparto sanità l’istituto contrattuale della possibilità di mobilità per ricongiungimento familiare;
• bisogna introdurre sistemi di produttività condivisi, facendo leva, anche, all’abbattimento dello spreco ed individuare un si- stema di valutazione, che premi l’indennità di produttività col- lettiva/risultato che trovi eque differenziazioni sulla base del principio meritocratico;
• occorre definire meglio l’istituto dell’orario di lavoro. In par- ticolare, nel S.S.N., necessita ricercare strategie per conciliare l’obbligo di rispettare la direttiva su riposi e pause di lavoro con le dotazioni organiche e contrastare, nel contempo, il sempre più frequente fenomeno del demansionamento, specie delle professioni sanitarie. E’ necessario infatti pervenire ad un inve- stimento reale nel lavoro pubblico, come anche nel S.S.N., per consentire in tempi brevi un turn-over generazionale vero che porterebbe una ventata di competenze, professionalità e fiducia nei servizi da parte dei cittadini e maggiore occupazione viste le necessità determinatesi dopo il blocco del turn-over di questi ultimi anni;
• importante una rivisitazione degli istituti del Welfare Azien- dale: va richiamata la necessità che nel contratto venga rivisto l’istituto del diritto alla mensa rendendolo armonico agli altri 3 comparti del pubblico impiego. Parimenti si rende necessario apposito investimento di adeguate risorse aziendali, senza esclu- dere cofinanziamenti regionali, per il diritto delle madri agli asili nido aziendali. Così come dovrà essere previsto uno specifico investimento per favorire forme di sanità integrativa in ambito regionale ed inserire l’istituto della vestizione/vestizione.
La compartecipazione del personale nella lotta agli sprechi
Siamo convinti, invece, della necessita di liberare risorse eco- nomiche anche con l’applicazione in sanità dell’ex art. 16 del
D.L. 98/2011- art. 6 della Legge n.111/2011 – Piani Triennali di Processi di Ristrutturazione, Riorganizzazione ed Innovazione
- come dell’utilizzo degli stessi fondi europei e anche di quelli rivenienti dall’attuazione dell’art. 43 della legge 449/97 (spon- sorizzazioni ed altro). Riteniamo che sia necessario individuare le migliori pratiche che contribuiscano al coinvolgimento, alla responsabilizzazione delle XX.XX. come condizione per favorire e concretizzare istituti partecipativi, aumentando così la produt- tività attraverso il coinvolgimento degli operatori nei risultati economici aziendali con la conseguente erogazione economica del controvalore del maggior impegno profuso, che si quantifichi come dividendo aziendale da ripartire, in una logica aziendali- stica concertativa tra azienda e risorse umane e professionali. In questo quadro è evidente che implementando la partecipa- zione e la responsabilizzazione dei professionisti e degli operato- ri all’organizzazione e all’andamento delle amministrazioni, non- ché alla lotta agli sprechi ed alla razionalizzazione della spesa, si potrà permettere il recupero di ingenti risorse, oggi disperse, e giungere ad una più razionale programmazione finanziaria da finalizzare sia ai contratti integrativi, per incrementare la pro- duttività collettiva da erogare agli operatori, che ad investimenti in aggiornamenti tecnologici, il tutto nell’ottica di offrire servizi sempre più efficienti per i cittadini, con una specifica previsione per la quale una quota dei risparmi derivanti da processi d
Anno 2017
i ristrutturazione, riorganizzazione e innovazione possa essere utilizzata annualmente e destinata, secondo criteri definiti dalla contrattazione integrativa, al personale direttamente coinvolto attraverso la contrattazione integrativa aziendale, nell’importo massimo del 50 per cento, per la contrattazione integrativa, di cui il 50 per cento destinato alla erogazione dei premi previsti dall’articolo 19 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”. Ne consegue la necessità di costruire un sistema ed un percorso che veda la obbligatorietà di definire tale materia negli istitu- ti contrattuali da definire a livello di contrattazione integrativa aziendale, che consideri le modifiche dell’organizzazione del lavoro e l’evoluzione delle professionalità come patrimonio di valorizzazione del lavoro di tutti i dipendenti, ciascuno con la sua professionalità, ruolo e responsabilità, con un connotato merito- cratico che sia supportato da un modello di valutazione oggetti- va, trasparente e permanente. che potrebbe prevedere, anche, forme di un determinato coinvolgimento degli utenti.
Valorizzazione della responsabilità professionale
Particolare importanza va data alla revisione profonda delle ti- pologie e dei sistemi di graduazione degli incarichi e delle fun- zioni, valorizzando l’esercizio effettivo del carattere di responsa- bilità, che va maggiormente posto in risalto creando un giusto ed equilibrato assetto che motivi il personale ed incentivi la crescita umana e professionale con una rivisitazione delle norme sulle funzioni di coordinamento e posizioni organizzative. Queste ul- time, per quanto attiene i costi, essendo sostanzialmente fun- zionali all’organizzazione aziendale per la carenza dei dirigenti, devono essere posti a carico dei bilanci aziendali e non dei fondi contrattuali.
Deve rimanere obiettivo del rinnovo contrattuale la definizione, a livello di contrattazione integrativa aziendale, con norme indi- cative nel CCNL, di percorsi di carriera professionale sia a livello gestionale che soprattutto professionale.
Le tutele degli operatori
Il progressivo invecchiamento della popolazione, il progressivo innalzamento dell’età pensionabile e la razionalizzazione delle assunzioni, sono fattori che richiedono nuovi strumenti di ge- stione delle risorse umane.
Proprio per la specificità del personale del S.S.N., il CCNL dovrà individuare modalità di valorizzazione, di riconoscimento e di tutela degli operatori con età avanzata. E’ necessario pertanto definire la sperimentazione di modelli organizzativi innovativi come anche l’individuazione di criteri accettabili per la distribu- zione di particolari turni di lavoro, come ad esempio guardie e
pronte disponibilità notturne in modo più equo e per fasce di età anagrafica.
Riposi e turni si riflettono non solo sulla salute degli operatori ma hanno ricadute importanti su chi è sottoposto alle cure da un operatore stressato da turni di lavoro inaccettabili.
Il problema connesso all’innalzamento dell’età pensionabile ed al conseguente innalzamento dell’età media dei lavoratori della sanità, aggravata dal pluriennale blocco del turnover, ha determinato, infatti, l’incremento delle patologie nel personale del comparto sanità, con i conseguenti costi sociali facilmente immaginabili e difficilmente quantificabili, ma che comunque gravano sul bilancio dello stato.
Si rende necessario, pertanto, agevolare nell’articolazione dell’organizzazione del lavoro e quindi nella turnistica gli ope- ratori che abbiano raggiunto l’età anagrafica di 55 anni, a cui và data la facoltà di chiedere quindi l’assegnazione in servizi e strut- ture operanti h. 12 o in alternativa vada concesso l’esonero dal lavoro notturno. Le aziende dovranno favorire la ricollocazione di detto personale come anche di tutti coloro che parimenti han- no ottenuto prescrizioni da parte del medico competente.
Fondi contrattuali
Siamo del tutto contrari all’art. 23 del recente decreto legisla- tivo 75/2017 che riprende il concetto del blocco dei fondi con- trattuali già contenuto nell’art. 9 co. 2 bis della L. 122/2010. I fondi dall’anno 2017 non potranno mai essere superiori a quelli dell’anno 2016.
Una violenza inaudita sugli operatori e sul loro sviluppo pro- fessionale.
Appare necessaria un’armonizzazione sul territorio nazionale delle modalità di finanziamento degli istituti contrattuali legati alla gestione dei fondi.
La revisione del sistema dei fondi contrattuali finalizzata alla creazione di un fondo unico potrebbe avere delle ricadute pe- santi sugli incentivi di produttività destinati agli operatori e sui passaggi di percorso economico (finanziamento delle progres- sioni orizzontali), in considerazione della notevole spesa collega- ta alle condizioni di lavoro e al disagio (varie indennità previste dal CCNL) che potrebbero avere una quantificazione notevole data la persistente e cronica carenza di risorse umane ed il bloc- co del turn-over.
Necessita, eventualmente, stabilire modalità condivise di ricon- versione delle risorse tendendo ad una semplificazione sia nella costruzione e sia nella loro utilizzazione con una riconsiderazio- ne di quelle destinate alle condizioni disagio alla luce, nel S.S.N., delle modifiche intervenute nel sistema con la direttiva della Comunità Europea sull’orario di lavoro ma che tenga fermo la quantificazione annuale delle risorse per la retribuzione di pro- duttività.
Resta anche da rimodulare il trattamento accessorio legato al servizio notturno e festivo, ordinario e straordinario, prestato nei turni di guardia e di pronta disponibilità, come anche rico- noscere a tutto il personale l’indennità di esclusività nell’ottica più ampia di un riconoscimento di valore a tale condizione, sen
Anno 2017
za dimenticare l’irrisolto problema della copertura assicurativa della responsabilità civile da parte delle Aziende specie per le professioni sanitarie”.
Necessita, anche, dare certezza dell’aumento del fondo in rap- porto all’aumento del numero dei dipendenti rispetto all’anno precedente, come anche della assoluta permanenza, nell’even- tuale fondo unico, della RIA del personale cessato come anche delle ex indennità infermieristiche – ex art. 40 -;
Vanno, anche, armonizzate le nuove disposizioni di Xxxxx e rimo- dulate con l’insieme degli istituti contrattuali attualmente vigenti tra cui si sottolinea il tema:
• Formazione e Tutoraggio
Per la specificità del settore, la formazione deve assumere un valore strategico, un investimento strutturale, non più parziale ed episodico, a supporto della qualificazione dell’offerta. Rimane dunque indispensabile perseguire obiettivi di formazione annua- le e poliennale permanente per tutte le figure professionali, oltre a quelli specifici per i professionisti sanitari con l’Educazione Con- tinua in Medicina. Rimane necessario su questo aspetto definire nella contrattazione l’obbligatorietà ai corsi ECM ed il loro ricono- scimento anche nell’attribuzione degli incarichi professionali sia a livello orizzontale che di altra professionalità a livello gestionale verticale.
L’attività di tutoraggio svolta dal personale dipendente del S.S.N. dovrà, nel rispetto della previsione contrattuale, trovare ade- guate modalità di sviluppo organizzativo collegato alle necessità aziendali e di conseguenza la remunerazione dell’attività resa nei confronti degli studenti delle istituzioni universitarie e comunque di tutti i soggetti non dipendenti dell’amministrazione presso cui si presta l’attività lavorativa. Parimenti non dovranno essere in nessun caso previste attività di formazione e tutoraggio a titolo gratuito da parte delle Aziende Sanitarie nei confronti di soggetti diversi o esterni all’Ente o Azienda Sanitaria.
Necessita rivedere, anche,:
• la disciplina dei permessi: per visite, prestazioni specialistiche, terapie ed esami diagnostici alla luce delle recenti pronunce giu- risdizionali;
• le agevolazioni per i professionisti: alla pari di altri operatori della Pubblica Amministrazione che svolgono attività esclusiva per conto delle stesse Amministrazioni, il costo dell’iscrizione obbligatoria all’Albo e/o Collegio, del singolo dipendente deve ritenersi a carico del datore di lavoro.
Come rimane necessario, per noi, che si pervenga a modifiche specifiche di disposizioni legislative per gli operatori della sanità, quali:
• lavoro usurante: chiedere per determinate professioni sanita- rie il riconoscimento reale della loro attività;
• defiscalizzazione della retribuzione accessoria: rimane dove- roso che vi sia un adeguamento alla norma già prevista per il set- tore privato.
Sono questi alcune temi importanti, ma ve ne sono altri già trac- ciate nella proposta contrattuale della FIALS.
Comunque il nostro convegno (coincidente con la data del 27 giu- gno p.v. relativa all’ apertura rinnovi contrattuali) alla presenza di due attori della trattativa all’ARAN per i contratti del personale del SSN, Dr. Xxxxx Xxxxxx del Comitato di Settore Regioni-Sanità e Dr. Xxxxxxx Xxxxx, Consulente ARAN, sarà l’occasione di rende- re ciascuno di voi “protagonisti del rinnovo contrattuale” con le vostre indicazioni, proposte, suggerimenti, critiche costruttive al fine di ottenere contratti nazionali che vadano nella direzione di favorire il percorso professionale di tutti gli operatori e di garan- tire aumenti economici gratificanti dopo circa 8 anni di fermo.
Certo non siamo assolutamente soddisfatti di quanto riportato nelle linee guida degli Atti di indirizzo inviati oggi dal Comitato di Settore Regini-Sanità all’ARAN per il personale del SSN (area medica e comparto per ora), ci attendevamo dell’altro.
Certo vi sono molti spunti, riflessioni, direttive ed obiettivi che condividiamo, ma riteniamo che si debba fare ed ottenere mol- to di più nella contrattazione.
Come altrettanto ci ha stupito fortemente la lettura del d.lvo 75/2017, che ha modificato il d.l.vo 165/2001 – Testo Unico del Pubblico Impiego –, dopo i diversi incontri nel mese di settem- bre dello scorso anno con la ministra Xxxxx a Palazzo Xxxxxx.
La riforma Madia del lavoro pubblico è stata troppe volte propa- gandata come “epocale”.
Leggendo le norme del d.lgs 165/2001, coordinate con le modi- fiche ad esso apportate dal d.lgs 75/2017, ci si rende conto, in- vece, di quanto limitato e scadente sia l’intervento riformatore. La parte più ampia dell’intervento riguarda le sanzioni discipli- nari. Tema utile ed interessante, soprattutto se si intende otte- nere attenzione dai media, ma che un datore di lavoro si limite- rebbe a gestire a partire da quanto previsto dal codice civile e mediante la contrattazione.
Dal 2009 ad oggi, ben 8 anni, invece la questione delle sanzioni discipli
xxxx sembra il tema dei temi di ogni riforma e la materia è con- tinuamente investita da pensamenti e ripensamenti, sugli or- gani competenti, sui tempi, sui rapporti col processo penale. In questo ambito, considerare “epocale” il passaggio all’Inps delle competenze per le verifiche delle malattie dei dipendenti pub- blici, appare uno sforzo enorme, sul piano tecnico, anche se, sul piano mediatico, questa inezia appare essere chissà quale rivoluzione.
Anche la strombazzata valorizzazione della contrattazione, se si guarda bene ai vincoli che la legge continua a frapporre alla possibilità dei contratti di derogare alla fonte normativa, è so- stanzialmente apparenza.
I temi degli incarichi e collaborazioni e del lavoro flessibile sono rimestati per l’ennesima volta, con norme sempre simili, ma sempre un po’ diverse, mentre la sospirata armonizzazione tra regole del lavoro pubblico e privato resta una chimera.
Xxxx, con la riforma all’articolo 63 del d.lgs 165/2001 l’armo- nizzazione viene una volta e per sempre resa impossibile, dal momento che per i dipendenti pubblici, superando le (inaccet- tabili) incertezze della Cassazione sul tema, viene reintrodotta la “reintegra”, negata, invece ai lavoratori del privato prima dal- la riforma Fornero, poi dal Jobs Act.
Molto vi è da dire sulle nuove norme della stabilizzazione del personale precario in sanità. Non vi è certezza di finanziamen- to, non vi è certezza per le Regioni, specie quelle sottoposte a piano di rientro, di ottenere dal MEF le autorizzazioni a nuove assunzioni e quindi anche stabilizzazioni del personale.
Auspico, quindi, che il nostro con- vegno del 27 giugno a Roma, coin- cidente con l’apertura all’ARAN dei rinnovi contrattuali per i dipen- denti pubblici, sia molto fruttuoso e segni un percorso iniziale per definire, ricercare e lottare per un contratto dignitoso per tutti i di- pendenti.
Il Segretario Generale Xxxxxxxx Xxxxxxx
CONTRATTO PUBBLICO IMPIEGO
Contratto Pubblico Impiego. Finalmente si parte.
La positiva conclusione del processo di riordino della Pubblica Ammi-
professionale alle modifiche inter- venute nella evoluzione del sistema formativo e nelle nuove forme orga- nizzative.
In quest’ambito, per il comparto, va delineato un sistema degli incarichi (che oggi non c’è) dove si dia una giusta valorizzazione alle professioni che si sono evolute nel tempo (pro- fessionista, cioè infermiere, tsrm, fi-
Anno 2017
nistrazione che va sotto il nome della Ministra Xxxxxxxx Xxxxx, apre di fatto e sostanzialmente la stagione contrattuale 2016 – 2018, dopo quasi un decennio di assenza contrattuale e, peggio ancora, di interventi estemporanei dei legislatori che con la bandiera del “risparmio a tutti i costi”, hanno inciso sui meccanismi di carriera, sul sistema salariale e le sue dinamiche incrementative e sulla valorizzazione del capitale umano che nella Pubblica Amministrazione e nella Sanità, ancor di più, rappre- senta “il tesoro della Repubblica”.
La riduzione degli spazi gestionali all’interno di Enti ed Aziende hanno completato un quadro negativo, dove la perdita del “ruolo sociale” dei pubblici dipendenti, sia dal lato della popolazione che dopo anni di mar- tellamento manifesta grande insofferenza negli stessi e sia dal lato dei dipendenti che si sentono, in qualche sparuto caso anche con ragione, umiliati, mortificati e senza futuro.
Va da sé che 3 milioni di cittadini in queste condizioni diventano senz’al- tro più un problema che una risorsa, mentre il riordino dello Stato, del- la “Repubblica”, ha sempre più bisogno e necessità di avere la propria struttura operativa (dove, ricordiamo sommessamente, nascono idee e si produce lavoro) efficiente, valorizzata e trainante i processi di riforma.
E’ difficile sostenere che i profondi processi riformatori, di cui questo Pa- ese ha senza’altro bisogno, siano più facilmente pensati e realizzati con il “corpo operativo” demoralizzato, fiaccato e senza prospettive di crescita.
La decretazione Madia cerca di rispondere positivamente su questo versante,dando una equilibrata risposta economica (dinamica), un sce- nario mobile e flessibile di collocazione del dipendente nella Pubblica Amministrazione ed un giusto ed equilibrato (anche qui) ambito di inci- denza delle rappresentanze sindacali che ritrovano così un ruolo effet- tivo sia nei processi di riforma e sia nella definizione dei più importanti elementi del rapporto di lavoro.
Questo quadro è accompagnato dalla giusta revisione dei meccani- smi di “punizione” per chi non rispetta il codice comportamentale che diventa così non la mortificazione di tutti, ma lo strumento adattabile per individuare e isolare i, pochi, casi negativi di cui i mass media danno ampio risalto.
In definitiva il decreto n.75 del 25 maggio 2017 ridisegna il quadro generale delle regole e permette l’avvio della stagione contrattuale 2016
– 2018 in termini positivi anche fornendo le pre-condizioni ottimali per ben condurla.
Il Comparto della Sanità aveva già avviato nel secondo semestre del 2016 il proprio percorso di individuazione dei temi centrali ovvero di quelli che devono caratterizzare una positiva stagione contrattuale.
L’iter si è rallentato perché mancavano le linee di lavoro del Governo e, soprattutto, la soddisfazione di quelle condizioni propedeutiche ad una negoziazione così delicata; infatti si era posto il tema della carenza, in particolare, delle risorse disponibili e la presenza di un sistema delle re- lazioni sindacali che andava rivisto e corretto dal legislatore per renderlo più attuale rispetto alle sfide che si vogliono affrontare, in particolare nel SSN la cui innovazione dell’organizzazione del lavoro così profonda ed estesa non eguali in altri comparti tale da aver “bisogno” per concretiz- zarsi positivamente della partecipazione e condivisione dei professionisti ed operatori “produttori di salute”.
Queste due condizioni, come abbiamo già detto, sono ambedue soddi- sfatte dal decreto “Madia” per cui ora nulla osta ad avviare, sostanzial- mente e fattivamente, il negoziato.
Questa stagione negoziale ruota, per tutte le aree contrattuali della sa- nità (personale delle categorie e dirigenza) attorno a tre temiche hanno ovviamente accenti diversi a seconda delle aree, ma anche un ben deli- neato minimo comune denominatore.
Essi sono:
a. la revisione profonda della carriera ovvero del sistema degli incari- chi con l’obiettivo duplice di dare una prospettiva ed una dinamicità ai dipendenti e, nel contempo, far aderire l’architettura dell’ordinamento
sioterapista etc. esperto, specialista, superamento dell’articolazione del DPR 761/79 con l’istituzione delle aree del personale dell’integrazione sociosanitaria e della ricerca) e alla funzione gestionale, che va apprezza- ta nella nuova sfida della diversa organizzazione del lavoro.
Per la dirigenza sanitaria, ma non solo, vanno ridefiniti gli incarichi di lavoro (professionali e gestionali) accompagnandoli con l’individuazione di un sistema di “certezze” e di “regole” che permetta al professionista di ritrovare la serenità ottimale per svolgere bene il proprio lavoro, consi- derando il medesimo come cardine e motore propositivo dei processi di riforma e di riorganizzazione e non viceversa. Le regole devono rientrare nel nuovo lessico e nel patrimonio individuale sia del professionista e sia di chi gestisce l’Azienda. Obiettivi certi, misurabili, retribuzione certa collegata all’incarico e alla funzione svolta.
b. Quest’ultimo aspetto apre al secondo tema ovvero alla revisione della conformazione della busta paga attraverso il superamento di logo- ri meccanismi retributivi, ipotizzati e posti in essere alla metà degli anni ’90 e tutt’ora inadeguati per la gestione innovativa del personale coma sopra delineato.
Una busta paga semplificata, dove accanto alla paga base ci sia una chia- ra voce legata all’incarico svolto (attualmente per 4 voci compongono questa parte della retribuzione) e una (attualmente sono 4 anche in questo caso con varie sotto gruppi) alla performance richiesta. Questa operazione, tecnicamente complessa, diventa necessaria per rispondere alle esigenze che il legislatore ha posto ovvero la semplificazione col- legata al quadro delle certezze (per la finanza pubblica e per lo stesso lavoratore che ha il diritto di sapere con certezza quale è la retribuzione collegata ai singoli aspetti del suo lavoro) e la precisa individuazione del- le risorse disponibili e certe nella contrattazione aziendale che non pos- sono non avere carattere di variabilità legata alla valutazione, ma anche pacificamente individuate nella definizione delle linee di individuazione degli obiettivi di performance. In questo ambito la revisione della busta paga e delle sue voci va accompagnata dalla semplificazione e unificazio- ne dei cosiddetti ”fondi contrattuali” che non hanno più ragione di esse- re, nella loro formazione, diversi da quelli degli altri comparti pubblici.
c. Revisione del modello orario che non è altro che una delle leve di gestione del personale, tenendo in debito conto la ovvia differenziazio- ne tra il personale delle categorie e il personale della dirigenza che in quest’ambito deve caratterizzare in modo significativo la sua funzione dirigenziale. Affrontare questo tema è sempre contrattualmente compli- cato, ma ora è tempo di ripensarlo non in una logica punitiva o peggio ancora di compressione della giusta autonomia gestionale, ma anch’esso come strumento incentivante del rapporto di lavoro dove l’equilibrio tra tempo di lavoro e tempo di non lavoro sia definito e rispondente sia alle necessità della struttura e sia a quelle del professionista.
In questo senso va trovata una soluzione avanzata che valorizzi la funzio- ne, la responsabilità e l’autonomia dirigenziale e che contrasti, invece, la visione del professionista “burocrate” che poco a che a vedere con “il dirigente” che il legislatore ha voluto quasi da un ventennio e che tutt’ora ribadisce.
Questi elementi, accanto a tanti altri temi, rappresentano i tratti di una stagione contrattuale che si caratterizza e si desidera innovativa per non perdere un’altra occasione per rimodernare la nostra struttura sani- taria pubblica, per dare strumenti di governo a chi è chiamato a gestire le strutture (a più livelli) e dare finalmente respiro e linfa ai nostri pro- fessionisti che hanno diritto di avere le condizioni certe migliori possibili per esercitare il loro lavoro.
Per dirla con il premio Nobel Xxx Xxxxx THINGS HAVE CHANGED.
XXXXX XXXXXX DIRETTORE AMMINISTRATIVO IRCSS CRO DI AVIANO, COMPONENTE GRUPPO TECNICO DEL COMITATO NAZIONALE DI SETTORE REGIONI –
SANITÀ
XXXXXXX XXXXX
CONSULENTE ARAN – COMPARTO SANITÀ
Anno 2017
DIRETTIVA MADIA
CONTRATTI PA. ECCO LA DIRETTIVA MADIA: LA TRATTATIVA ORA PUÒ PARTIRE. MA PARTE DELLE RISORSE SI DOVRÀ “TROVARE” IN LEGGE DI BILANCIO
Per ora aumenti dello 0,36% nel 2016, dell’1,09% nel 2017 e dell’1,45% nel 2018, indennità di vacanza contrattuale esclusa: ecco le nuove regole da inserire nei contratti scritte nella direttiva Madia all’Aran. E poi tutte le novità su fondi integrativi, salario accessorio, tempo determinato, part time, assenze e ferie. Arriva il “welfare contrattuale” e la piena armoniz- zazione dei tempi di vita e di lavoro.
È ormai pronta al varo la direttiva del ministro della PA Xxxxxxxx Xxxxx con l’atto di indirizzo per dare finalmente il via ai negoziati per il rinnovo del contratto dei diversi comparti del Pubblico Impiego, sanità compresa.
Nella bozza che abbiamo potuto leggere in anteprima si fissano anche le cifre economiche. Le risorse per il contratto 2016-2018 a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva e i miglioramenti eco- nomici del personale dipendente delle amministrazioni statali in regime di diritto pubblico sono: 300 milioni per il 2016, 900 milioni per il 2017 e 1.200 milioni “a decorrere” dal 2018. E corrispondono allo 0,36% nel 2016, all’1,09% nel 2017 e all’1,45% nel 2018, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale (in sostanza si aggiungono a questa).
Ma nella prossima legge di Xxxxxxxx dovrà esserci la quota per attuare pienamente l’intesa del 30 novembre 2016 con i sindacati: “Gli impegni sottoscritti rimangono così subordinati al reperimento delle ulteriori ri- sorse finanziarie necessarie”.
Per quanto riguarda le finalità a cui destinare le risorse - gli incremen- ti contrattuali – la direttiva indica che le parti “valuteranno l’ipotesi di riconoscere, a una platea di beneficiari individuata sulla base dei trat- tamenti stipendiali in godimento, un elemento retributivo distinto dallo stipendio, di importo differenziato in base ai predetti trattamenti stipen- diali, anche con finalità compensative della prevedibile diminuzione del beneficio riconosciuto ai sensi dell’art. 1 del D.L. n. 66/2014 (il decreto fiscale che prevedeva anche il bonus di 80 euro), ferma la distinzione e non sovrapponibilità dei due ambiti”.
La direttiva, come abbiamo visto, riguarda i rinnovi in tutti i comparti e per questo è stato avviato a suo tempo un confronto con Regioni ed enti locali. Poi, la direttiva arriverà all’Aran e le trattative potranno essere avviate.
La direttiva Madia naturalmente non parla solo di aumenti economici. La direttiva ricorda infatti che l’attuazione delle legge delega ha operato un riequilibrio nel riparto delle competenze tra fonte legale e fonte contrat- tuale, per rendere più coerente ii principio che affida alla contrattazione collettiva le materie sul rapporto di lavoro con le disposizioni legislative che intervengono anche con regolazioni di dettaglio nello stesso ambito.
Nel capitolo sulla contrattazione integrativa, continuano a essere esclu- se dalla contrattazione collettiva materie quali l’articolazione dell’orario di lavoro, compresi turnazioni e reperibilità, e l’organizzazione del lavo- ro nell’ambito degli uffici, ma la contrattazione nazionale dovrà stabilire un termine minimo di durata delle sessioni negoziali decentrate, dopo il quale l’amministrazione interessata può in ogni caso provvedere, “in xxx xxxxxxxxxxx”, xxxxx materie oggetto del mancato accordo. E presso l’Aran sarà costituito un osservatorio a composizione paritetica con ii compito
di monitorare i casi e le modalità con cui ciascuna amministrazione adot- ta gli atti unilaterali.
La contrattazione nazionale invece potrà elencare i possibili utilizzi delle risorse dedicate al salario accessorio, stabilendo che esse possano esse re destinate a:
• trattamenti economici correlati alla performance individuale o orga- nizzativa;
• indennità correlate alle condizioni di lavoro, in particolare ad obiettive situazioni di disagio, rischio e responsabilità, al lavoro in turno, a partico- lari o gravose articolazioni dell’orario di lavoro;
• progressioni economiche;
• trattamenti economici riconosciuti ai titolari di posizioni organizzative A questo proposito la contrattazione nazionale, per quanto riguarda il trattamento economico accessorio collegato alla performance, stabilirà direttamente o lascerà decider alla contrattazione integrativa l’individua- zione della quota delle risorse destinate a remunerare, rispettivamente, la performance organizzativa e quella individuale e fissare criteri idonei a garantire che alla differenziazione dei giudizi valutativi individuali corri- sponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati. E si dovrà anche dettare una disciplina per attribuire un bonus annuale a chi abbia conseguito una giudizio individuale di “eccellenza”.
Per quanto riguarda la partecipazione sindacale, compito della contrat- tazione nazionale sarà di declinare le tipologie e le corrispondenti moda- lità dei modelli partecipativi prevedendo, oltre all’informazione, anche ambiti di consultazione sindacale e in coerenza con le tendenze del dia- logo sociale in atto a livello europeo:
• l’informazione deve essere data nei tempi, nei modi e nei contenuti adeguati per consentire alle parti sindacali di procedere a una completa valutazione delle misure proposte;
• la consultazione deve essere organizzata nei tempi, nei modi e nei contenuti atti a consentire alle parti sindacali di esprimere un parere e quindi cercare di avere la possibilità di influenzare le misure proposte dall’amministrazione, sulla base delle informazioni fornite in merito alle stesse misure.
Un nuovo capitolo del contratto sarà quello del welfare contrattuale, mutuato dal privato. Si tratta di interventi con un costo molto variabile in relazione alla tipologia e alla platea di destinatari e per questo la di- rettiva indica la necessità di valutare con attenzione beneficiari e forme di intervento. “La copertura di tali costi – si legge - dovrà, in ogni caso, essere ricercata nell’ambito delle risorse destinate alla contrattazione nazionale e integrative”. Nei contratti nazionali si dovranno anche valo- rizzare gli strumenti che consentono di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, per garantire benefici tanto per i lavoratori, che la percepiscono come condizione di benessere, quanto per l’organizzazione, in termini di produttività e di qualità dei servizi offerti e l’Aran dovrà negoziare la possibilità di utilizzo a ore dei permessi per motivi personali e familiari, se non ci sono già regole specifiche nelle varie discipline contrattuali. Componente fondamentale del welfare contrattuale è poi secondo la di- rettiva la previdenza complementare. I fondi attualmente presenti, che coprono l’intero perimetro del lavoro pubblico contrattualizzato, sono “Espero” e “Perseo-Sirio”. Espero è dedicato a tutti i lavoratori - dirigenti, personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario - dei com- parti Scuola e Istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale (Afam).
E’ operativo dal 1° gennaio 2005 e alla fine del 2015 aveva poco meno di 100.000 iscritti, su un potenziale bacino d’utenza di circa 985.000 ad- detti. Perseo Sirio è nato il 1° ottobre 2014 dalla fusione di due fondi preesistenti e ha un bacino di utenza di circa 1.400.000 dipendenti: si tratta del personale occupato in tutti i restanti comparti pubblici coperti dalla contrattazione collettiva nazionale, diversi da Scuola e Afam. Al 31 dicembre 2015 gli iscritti erano poco più di 21.000, cresciuti oltre 33.000 a marzo 2016, facendo raggiungere al Fondo la soglia minima (30.000 aderenti) per poter proseguire a operare. La direttiva Madia indica che “sono auspicabili soluzioni contrattuali volte a favorire un incremento dei lavoratori iscritti, con particolare attenzione ai dipendenti già in re- gime di TFR o con minore anzianità. In questo ambito, la contrattazione collettiva nazionale potrà eventualmente procedere anche attraverso la revisione dello specifico accordo quadro che regola la materia ovvero, qualora si renda necessario, attraverso il completamento delle regole comuni con discipline specifiche di comparto”.
Anno 2017
Per il tempo determinato la direttiva indica precisi ambiti di intervento, fermo restando la disciplina generale che riguarda il lavoro pubblico che ha come paletti la piena attuazione del “principio di non discriminazione” dettato dalla normative co- munitaria e della limitazione del ricorso a questa tipologia di rapporti di lavoro solo per “fattispecie inquadrabili nell’ambito di esigenze di ‘genuina’ flessibilità e, pertanto, caratterizzate da ‘eccezionalità’ o ‘temporaneità’.
I contratti avranno quattro possibilità:
1. considerare l’anzianità di servizio maturata nell’ambito di rap- porti di lavoro a tempo determinato per applicare istituti con- trattuali con riflessi sul trattamento economico solo se il perso- nale interessato sia assunto a tempo indeterminate dopo I nuovi contratti per effetto della stabilizzazione;
2. estendere l’applicazione ai rapporti di lavoro a tempo deter- minato di istituti e benefici contrattuali oggi esclusi, secondo il principio di non discriminazione, “ferma restando l’esigenza di mantenere alcune differenziazioni di trattamento … anche in re- lazione alla durata dei relativi rapporti;
3. individuare limiti quantitativi per l’utilizzo del tempo deter- minato, in ogni caso nel rispetto del limite massimo del 20% previsto dal Dlgs 81/2015 e dei vincoli finanziari previsti per il contenimento delle spese relative ai rapporti di lavoro flessibile;
4. individuare i casi in cui e possibile derogare al limite di dura- ta massima dei 36 mesi, per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale e I casi che consentono di derogare ai limiti di durata minima che devono intercorrere tra un contratto e il successivo.
Nuova e specifica disciplina pattizia poi per la “somministrazione di lavoro a tempo determinato”. Il nuovo contratto nazionale do- vrà individuare, anche in misura non uniforme, limiti quantitativi di utilizzazione dell’istituto del contratto di somministrazione a tempo determinato in misura percentuale contenuta, tenuto conto che tale forma di lavoro flessibile si somma alla possibilità di utilizzo del lavoro a termine attivato direttamente dalle ammi- nistrazioni, e in ogni caso nel rispetto vincoli finanziari previsti dalla legislazione vigente in materia di contenimento delle spese relative ai rapporti di lavoro flessibile. La contrattazione nazio- nale potrà individuare modalità e criteri per la determinazione e corresponsione dei trattamenti economici correlati alla per- formance, senza che questo determini un incremento dell’onere quantificato nel contratto stipulato con il somministratore. Sul part time la contrattazione collettiva potrà prevedere la possibi- lità di chiedere al lavoratore a tempo parziale prestazioni di lavo- ro supplementare e straordinario, determinandone le quantità consentite e il relativo compenso.
Arrivano poi i capitoli su ferie, permessi e assenze (per malattia soprattutto).
Ferie e riposi possono anche essere “ceduti” secondo il Dlgs 151/2015, a titolo gratuito e a dipendenti dallo stesso datore di lavoro per consentire a questi di assistere i figli minori che, per le particolari condizioni di salute, abbiano bisogno di cure costanti. Ma il rinvio è alla contrattazione collettiva e la direttiva indica la necessità che i contratti dettino una disciplina applicativa dell’i- stituto, definendo misure, condizioni e modalità per la piena at- tuazione della legge.
Due invece le tipologie di assenze per malattia.
La prima è quella per visite, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici.
La direttiva dà all’Aran una serie di possibilità:
• dettare una disciplina specifica sui permessi orari per visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici, a giorni o a ore, potendo comunque utilizzare alternativamen
te, per questi scopi anche permessi brevi a recupero, permessi per motivi familiari e personali, riposi connessi alla banca delle ore, riposi compensativi per le prestazioni di lavoro straordina- rio. Possibilità che però deve essere esclusa nell’arco della stessa giornata, prima o dopo i permessi orari;
• chiarire gli elementi distintivi tra le fattispecie riconducibili alla presente disciplina dei permessi e quelle che, invece, danno luo- go all’applicazione della ordinaria disciplina della malattia;
• prevedere un periodo di servizio minimo nell’arco della giorna- ta, almeno la metà dell’orario e, salvi i casi di urgenza, adeguati periodi di preavviso;
• prevedere che la giustificazione dell’assenza avvenga con un’attestazione rilasciata dal medico o dalla struttura che hanno svolto la visita o la prestazione o trasmessa da questi all’ammi- nistrazione;
• introdurre un monte ore annuale per questi permessi ed esclu- derli nel caso in cui siano fruiti a ore nell’arco di una giornata, dalle decurtazioni economiche previste dalle disposizioni legali per i primi dieci giorni di ogni periodo di assenza per malattia, individuando le risorse necessarie all’interno delle risorse con- trattuali;
• considerare anche i permessi nel computo del “comporto”, sta- bilendo convenzionalmente che sei ore di permesso corrispon- dano ad un’intera giornata di lavoro.
La seconda riguarda le assenze per malattia in caso di gravi pato- logie richiedenti terapie salvavita.
In questo caso, l’ Aran negozierà nel rinnovo contrattuale una definizione del perimetro applicativo di questa disciplina che in- cluda anche i giorni di assenza, comunque collegati all’effettua- zione di terapie salvavita, anche se non coincidono con i giorni di terapia e a condizione che si determinino effetti che diano incapacità lavorativa. Per circoscrivere il beneficio e prevenire utilizzi che non coincidono del tutto con l’istituto, sarà necessa- rio prevedere un tetto massimo di giornate di assenza, nell’arco dell’anno alle quali è applicata la disposizione.
Infine i procedimenti disciplinari. La contrattazione in questo caso deve seguire I limiti previsti dalla legge (che ha compe- tenza esclusiva sugli aspetti procedurali) e dovrà prevedere gli interventi sulle fattispecie disciplinari e relative sanzioni previ- ste contrattualmente, armonizzandole e coordinandole con le previsioni di legge. Sarà necessario, ad esempio, eliminare alcu- ne fattispecie sanzionabili ora previste dalla legge o coordinare fattispecie legali e contrattuali con contenuti simili anche se di diversa gravita, come pure tenere conto delle recidive in rela- zione a fattispecie di legge, per le quali siano previste sanzioni conservative.
La contrattazione nazionale dovrà individuare le condotte e sta- bilire le corrispondenti sanzioni disciplinari con riferimento alle ipotesi di ripetute e ingiustificate assenze dal servizio in conti- nuità con le giornate festive e di riposo settimanale, e con rife- rimento ai casi di ingiustificate assenze collettive in determinati periodi nei quali è necessario assicurare continuità nell’erogazio- ne dei servizi all’utenza. E si dovrà verificare anche la possibilità di prevedere la sospensione cautelare per accertamenti sui fatti addebitati al dipendente in tutti i casi in cui questo risulti ne- cessario, “a prescindere dalle sanzioni conservative o espulsive applicabili”.
Anno 2017
LE STIME DEGLI AUMENTI
CONTRATTI. CON LE RISORSE GIÀ STANZIATE AUMENTI DAI 49 AI 110 EURO MENSILI. ECCO LE STIME E LE PROIEZIONI CATEGORIA PER CATEGORIA DEL SSN
Applicando gli aumenti rispettivamente dello 0,36%, 1,09% e 1,45% (in tutto +2,9%) negli anni 2016, 2017 e 2018, l’aumento medio complessivo su tredici mensilità è di 875 euro, che corrisponde a 67 euro mensili, 18 euro in meno, quindi, di quanto stabilito nell’accordo Governo-sindacati di novembre 2016. Per raggiungere questo importo, l’aumento ulterio- re dovrebbe essere di circa il +0,75%, circa 225 euro complessivi, circa, quindi, altri 000 xxxxxxx (xxxx xxxx) da mettere sul piatto dei rinnovi con la legge di Xxxxxxxx, ovviamente diluiti nei tre anni di vigenza dei nuo- vi contratti. Tutte le stime per singola categoria. Il rinnovo dei contratti si avvicina grandi passi: dopo la direttiva Madia il Comitato di settore deve rivedere i suoi atti di indirizzo messi a punto e licenziati già lo scorso anno (ma con poco lavoro: le previsioni di allora sono in linea con quanto scritto dal ministro della Pubblica amministrazione) e l’Aran potrà parti- re, convocando i sindacati. La parte normativa sarà sicuramente innova- tiva sia per la dirigenza, con il riordino delle carriere – tra professionali e gestionali che dovranno crescere e avere opportunità uguali di sviluppo
– sia per il personale non dirigente, con la previsione della nuova figura del “professionista specialista” e del “professionista esperto” e la costi- tuzione della nuova area dell’integrazione sociosanitaria. Ma non solo.
Sulla parte economica invece ancora i sindacati sono sul chi va là, non solo perché dopo sei anni di mancati rinnovi le risorse a disposizione non sono poi moltissime, ma perché di queste ne manca ancora una parte. Quella necessaria a raggiungere la media di aumento di circa 85 euro mensili su tredici mensilità, concordata da Governo e sindacati a novem- bre 2016 e che troverà spazio alle ulteriori risorse necessarie, come dice anche la direttiva Xxxxx, nella prossima legge di Xxxxxxxx.
Ma di che importi si parla nella sanità?
Basandosi sul Conto annuale 2015 e sulle indicazioni delle percentuali di aumento ormai acquisite anche nella direttiva Madia, Quotidiano Sanità ha fatto una stima degli importi per le singole categorie negli anni 2016, 2017 e 2018. E ha anche ipotizzato le cifre in più che po- trebbero arrivare con la legge di Bilancio per raggiungere nel Comparto del Servizio sanitario nazionale l’aumento medio di 85 euro mensili su tredici mensilità.
Le voci alla base del calcolo sono solo stipendiali, in quanto le altre che compongono la retribuzione (e che nel Ssn sono in alcuni casi la fetta maggiore delle buste paga), sono quelle accessorie che, tranne l’indennità di esclusiva per la dirigenza sanitaria, vanno riviste e ritrat- tate semmai a livello locale e dipendono anche, come ad esempio nel caso degli straordinari, dal tipo e dalla mole di lavoro richiesta ai profes- sionisti. Applicando gli aumenti rispettivamente dello 0,36%, 1,09% e 1,45% (in tutto +2,9%) negli anni 2016, 2017 e 2018, l’aumento medio complessivo su tredici mensilità è di 875 euro, che corrisponde a 67 euro mensili, 18 euro in meno, quindi, di quanto stabilito nell’accordo Governo-sindacati di novembre 2016. Per raggiungere questo importo, l’aumento ulteriore dovrebbe essere di circa il +0,75%, circa 225 euro complessivi, circa, quindi, altri 000 xxxxxxx (xxxx xxxx) da mettere sul piatto dei rinnovi con la legge di Xxxxxxxx, ovviamente diluiti nei tre anni di vigenza dei nuovi contratti.
Ma per questi conti finali (ipotizzati a regime nella tabella) sarà necessa- rio attendere, appunto, la legge di Xxxxxxxx.
Xxxxxxx intanto la stima degli aumenti con le risorse già presenti per i contratti nelle singole categorie del Ssn. La quota maggiore, stando alle cifre base del Conto annuale 2015 e se non ci saranno aggiustamenti in corso d’opera a livello di singolo contratto, spetta ai veterinari che nei tre anni incasserebbero un aumento stipendiale medio di 1.432 euro (110 euro mensili), seguiti dai medici con 1.404 euro che corrispondono a un aumento di circa 108 euro mensili.
Nella dirigenza tutti gli altri professionisti sono sotto i 1.400 euro e si va dai 1.371 degli odontoiatri (105 euro mensili) ai 1,313 dei dirigenti del ruolo tecnico (101 euro mensili). Il personale non dirigente ha au- menti medi di circa la metà di quelli della dirigenza (la media è 743 euro annui, 57 mensili), ma anche qui i calcoli sono differenziati rispetto ai singoli profili, o meglio, personale infermieristico, tecnico sanitario e con funzioni riabilitative sono sui 61 euro mensili (introno ai 790 euro l’anno), mentre il personale di vigilanza e ispezione raggiunge i 63 euro mensili, 818 l’anno. Questo nel ruolo sanitario. Le cifre si abbassano nel ruolo amministrativo del personale non dirigente con una media mensile a regime di 54 euro (706 l’anno) e ancora di più nel ruolo tecnico dove ci si ferma a 49 euro mensili, 635 l’anno.
Prendendo a riferimento infine le voci accessorie 2015 – che comun- que sono destinate a cambiare coi nuovi contratti – gli importi medi complessivi delle retribuzioni de comparto del Servizio sanitario nazio- nale raggiungono in tutto, una volta erogati anche gli ulteriori aumenti fino a raggiungere la media mensile di 85 euro, i 39721 euro l’anno, circa 1.100 euro in più dell’ultimo anno di applicazione del vecchio contratto (nel 2011). Ma in realtà rispetto al 2015 quando il totale ha registrato un calo sul 2011 di circa -297 euro, l’aumento si fermerebbe a 803 euro in più.
PENSIONI
Anno 2017
Anno 2017
DALLE SEDI REGIONALI E PROVINCIALI FIALS
FIALS PUGLIA: FUTURO SANITASERVICE PUGLIESI, INCONTRO INTERLOCUTORIO TRA REGIONE E SINDACATI
LA FIALS PUGLIESE, CON IL SUO VICE PRESIDENTE XXXXXXX XX- XXXXXX, HA CHIESTO GARANZIE PER I LIVELLI OCCUPAZIONALI E IL RISPETTO DEL CONTRATTO. PORTATA ALL’ATTENZIONE DEL PRE- SIDENTE XXXXXXXX L’ANOMALIA DELLA SOCIETÀ, A FOGGIA, PER L’ASSUNZIONE DI SOCCORRITORI “INTERINALI”
Incontro interlocutorio: tale è stata la riunione tenuta in Regione Puglia, a Bari, per discutere dell’organizzazione delle Sanitaservice, le società in house delle Asl e delle aziende ospedaliere pugliesi. Una sorta di confronto esplorativo per moni- torare la situazione e scrutare le possibili soluzioni. Tra i temi all’ordine del giorno, l’impatto che la nuova legge Madia sull’affidamento dei servizi e le recenti sentenze del Tar del Consiglio di Statopossano avere sull’organizzazione delle Sanitaservice pugliesi. All’incontro, presieduto dal governatore Xxxxxxx Xxxxxxxx, hanno parteci- pato il direttore del dipartimento Politiche della Salute, Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, il segre- tario della Presidenza, Xxxxxxx Xxxxxxx, i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere e i rappresentanti sindacali.
Ed è stata la Fials pugliese, con il suo vice presidente Xxxxxxx Xxxxxxxx, a chiedere che Sanitaservice, al netto delle future scelte sulla prosecuzione del servizio nelle Asl e nelle aziende ospedaliere, garantisca tutti i livelli occupazionali con le stesse condizioni contrattuali. Ma ci sono questioni di stringente attualità che la Fials ha portato all’attenzione del tavolo di lavoro: una di queste riguarda l’intenzione di Sanitaservive Foggia di procedere (come si legge in un annuncio sul proprio sito aziendale) all’assunzione di soccorritori “interinali” per il servizio 118 ma anche di provvedere al conferimento di incarichi professionali ad infermieri attraverso un albo che, a giudizio della Fials, è redatto in difformità alle disposizioni di legge. Con l’aggravante, è stato evidenziato nel corso della riunione, che da quell’albo si sceglieranno gli infermieri per l’emergenza/urgenza 118 e per il servizio di primo intervento.
Situazione anomala sulla quale il presidente Xxxxxxxx ha garantito un immediato interessamento chiedendo anche un rapporto dettagliato agli uffici competenti. E’ inammissibile, infatti, anche per il governatore pugliese che la Sanitaservice possa conferire incarichi per prestazioni professionali sanitarie.
FIALS TOSCANA: PRESIDIO FIALS SOTTO LA SDE DEL CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA
Il Sindacato FIALS attuerà un PRESIDIO IN FIRENZE PRESSO LA SEDE DEL CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO IL GIORNO 27 GIU-
GNO ORE 14.00 circa (vedi volantino allegato) per illustrare ai Consiglieri le gravi difficoltà in cui si trova il Servizio Sanitario Regionale Toscano con ripercussioni negative sui diritti dei cittadini e dei lavoratori.
L’obiettivo del FIALS è chiedere: un impegno concreto finalizzato alla rimozione delle cause alla base di queste criticità attraverso la individuazione delle respon- sabilità. La legislazione Regionale: Il FIALS ha contrastato prima la Legge Regionale 28/2015 e successivamente la Legge Regionale 84/2015 ritenendo tale scelta le- gislativa non solo incapace di migliorare i livelli quanti/qualitativi dei servizi ma anche suscettibile di produrre effetti dannosi.
La Regione Toscana ha applicato le leggi Nazionali al ribasso per cui il numero dei posti letto previsti al 3.70 per mille abitanti sono stati ridotti al 3.15 per mille ed in alcune zone il livello si attesta al 2,19 per mille(es. ex ASL6 Livorno). Agli annunci di potenziamento delle attività territoriale, di realizzazione delle Case della Salute non si è dato seguito con adeguati investimenti di personale e strutture.
E così i Pronti Soccorso rimangono nel caos e sovraffollamento. I risultati negativi della applicazione della legge sono evidenti ne citiamo alcuni: -aumento degli ap- parati con allungamento della catena di comando, -modelli organizzativi complessi e scarsamente funzionali, -concentrazione dei servizi e ridimensionamento degli ospedali periferici, -aumento delle liste di attesa e rinuncia alla produzione delle prestazioni, -riduzione progressiva del numero degli operatori. In questo contesto si inserisce il ruolo dell’ESTAR un Ente che dopo aver assorbito rilevanti risorse e prodotto situazioni difficili alle aziende sanitarie per il reclutamento del personale e per la gestione degli acquisti e delle forniture in genere, adesso se ne ipotizza lo scioglimento. Per il FIALS coerente con l’impegno profuso finora è necessario con- tinuare la battaglia per la cancellazione di una legislazione dannosa per la tutela
del diritto alla salute dei cittadini e di riduzione dei diritti dei lavoratori. Il FIALS chiede: La definizione nell’ambito del confronto con le Aziende Sanitarie di un modello organizzativo nell’area della degenza diverso da quello attuale. Il modello per intensità di cura si è dimostrato fallimentare ed assolutamente inidoneo per corrispondere alle necessità assistenziali dei cittadini; tale organizzazione ha de- terminato la diminuzione del numero degli operatori e la mortificazione della loro professionalità. Il FIALS chiede: la definizione di un piano dei fabbisogni nell’ambi- to di una vera trattativa idoneo a fronteggiare e risolvere le situazioni di carenza di personale. Non è più sopportabile, come avvenuto ad esempio nella USL Toscana Nord Ovest, assistere all’aumento dei carichi di lavoro per l’avvio di nuove attività, alle riorganizzazioni e concentrazioni di servizi senza incrementi di unità lavorative. Ad es. nella USL N.O. le dichiarazioni di sostituzione del turn over non corrispondo- no al vero, il potenziamento è inesistente e gli attuali precari rischiano di non es- sere stabilizzati. I piani assunzioni presentati sono drammaticamente insufficienti se ad es. li rapportiamo al numero degli ospedali e al numero delle zone della USL TO.N.O. In generale assistiamo alla sistematica violazione delle norme contrattuali in materie di riposi previsti dalla legge 161/2014 ( 11 ore di risposo consecutivo nelle 24) e alla incapacità di permettere la fruizione delle ferie al personale regi- strando un numero di giorni arretrati anche oltre il centinaio. Non è accettabile che le Direzioni delle Aziende continuino, invece di procedere alla assunzioni a tem- po determinato e indeterminato, con la mal pratica del lavoro straordinario, delle prestazioni aggiuntive, del lavoro in somministrazione ( cioè interinale)che ha un costo maggiorato di circa il 21%. Il FIALS chiede: la utilizzazione delle graduatorie di selezioni e concorsuali per il reclutamento del personale, la attivazione delle procedure per la applicazione del D.L. 75/2017 per la stabilizzazione del personale precario e la proroga dei contratti a tempo determinato. Il FIALS chiede: da parte delle Aziende Sanitarie il rispetto delle procedure e delle regole contrattuali. Basta con l’uso unilaterale dei fondi contrattuali per sostenere l’organizzazione azien- dale. L’uso dei Fondi deve essere contrattato e le aziende debbono confrontarsi con le piattaforme presentate dal FIALS. E’ insopportabile ad esempio l’uso delle Aziende della Pronta disponibilità e dello straordinario per sopperire alle carenze del personale o il richiamo in servizio dei lavoratori durante i giorni di riposo per garantire le assenze improvvise. Il FIALS chiede: in tema di trattamento economico la eliminazione delle discriminazioni realizzate da quelle Aziende che utilizzando modalità diverse di calcolo delle somme da erogare nelle progressioni economiche hanno privato numeri consistenti di lavoratori degli aumenti salariali utili anche ai fini pensionistici. Il FIALS si batte per l’adozione da parte delle Aziende di criteri di calcolo corretti ed equi allo scopo di attestarci al livello più alto di attribuzione delle fasce economiche.
Il FIALS chiede: che abbiano termine gli sprechi e gli appalti ingiustificati: Le recen- ti notizie di appalto di prestazioni a privati per alcuni esami diagnostici nella USL To.N.O. ci impongono di denunciare una scelta sbagliata che non risolve i rilevanti problemi delle liste di attesa ma costituisce un operazione di mera propaganda ver- so cittadini sempre più indignati per nascondere incapacità conclamate di gestio- ne. In concreto il numero delle apparecchiature di diagnostica presenti nella USL TO. N.O. è alto e di un buon livello. Secondo il FIALS sarebbe possibile come è già stato fatto in altre regioni aumentarne l’utilizzo aumentando il numero degli ope- ratori e prevedere per gli stessi una remunerazione aggiuntiva. Ci risulta, inoltre, come allo stato attuale ci siano apparecchiature non utilizzate. Analoghe situazioni di sprechi inaccettabili si riscontrano ad es. nel campo delle sterilizzazioni dei ferri chirurgici della ex ASL 6 dove le risorse assegnate per l’acquisto delle apparec- chiature non sono state spese preferendo continuare a erogare cifre ingiustificate a soggetti terzi, delle manutenzioni derivanti dal Contratto Global Service in atto nella ex ASL 6 dove ci risulta che varie prestazioni previste non vengono eseguite e si procede con la pratica del sub appalto generalizzato. Il FIALS chiede: dove è evidente e comprovata l’incapacità gestionale, l’utilizzo sbagliato delle risorse e il loro spreco, come abbiamo dimostrato ad es. nella USL Toscana N.O., che sia valutata la sostituzione di quelle direzioni aziendali la cui gestione fallimentare produce danni per i cittadini e i lavoratori.
Il Segretario Regionale FIALS Toscana
Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxxx
FIALS UMBRIA: UNA VERTENZA CHE DANNEGGIA I LAVORATORI. NOTA CONGIUNTA FIALS E FSI
La vertenza aperta sulla sanità della conca ternana, per come è stata gestita unilateralmente dalle federazioni di categoria CGIL, CISL, UIL,
mostra i suoi limiti anche in rapporto ad aspetti contraddittori e strumentali che non risolvono ma aggravano ulteriormente i problemi dei lavoratori. Aver voluto impostare la vertenza soltanto in relazione al problema degli organici svincolandola da problemi nodali degli assetti delle Aziende del ternano nel contesto regionale, si è rilevato come l’elemento più debole della rivendicazione sul quale si sono incen- trate le attenzioni dei livelli politici ed istituzionali con espressione solo di laconici atti di circostanza senza alcun valore. Così rimangono e si aggravano le condizioni di lavoro dei dipendenti in termini di disagio, qualità della vita e stress di lavoro.
Nei relativi tavoli negoziali, infatti, si è volutamente omesso di discutere:
1. della costituzione della AOU di Terni e del suo rapporto strutturato con quella
Anno 2017
di Perugia;
2. dei riflessi diretti ed indiretti sulle Aziende ternane dei disagi del terremoto per le popolazioni interessate;
3. dei ritardi dell’avvio dei lavori per la realizzazione delle Città della Salute a Terni;
4. del problema della costruzione del nuovo Ospedale Narni-Amelia e dunque dei riflessi per l’Azienda Ospedaliera di Terni conseguenti alla destrutturazione in atto dei due relativi presidi.
5. Del problema della mobilità dal Lazio verso l’AOT che supera ormai il 30%. Queste considerazioni, che pur sono state oggetto di verifica e confronto serrato con l’Amministrazione Comunale di Terni, non sono state minimamente portate nella relativa sede istituzionale dell’Assessorato della Regione dell’Umbria.
Di contro, l’improvvisa riapertura della vertenza dei confederali sugli organici dell’AOT contestualizzata alla richiesta di sospensiva dell’Atto di riordino del Ser- vizio delle professioni Sanitarie, evidenzia la strumentalità dei sindacati confede- rali ad essere ostativi ad ogni modifica organizzativa ed avere invece quale unico interesse sostanziale il mantenimento dell’attuale regime di incarichi di PO oggi in proroga perché da tempo scaduti. La FSI e la FIALS condannano inoltre l’atteg- giamento dei confederali che in questa vertenza hanno impedito alle altre OOSS la loro presenza nei tavoli negoziali con arroganza, cercando di riaffermare così il loro monopolio nella gestione dei conflitti. La FSI e la FIALS a fronte della attuale situazione di stallo della vertenza ed in difesa della dignità di tutti i lavoratori della Conca Ternana, verrà a richiedere con urgenza:
1. Un incontro con la Direzione Aziendale dell’AOT per definire Modelli Assistenziali più innovativi e funzionali ad una Azienda che assolve una mission di alta comples- sità e di hub di riferimenti per le attività territoriali interessate.
A questo Modello dovrebbero essere ridefinite le relative dotazioni organiche
2. Un incontro con la Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Terni e la USL 2 per definire i relativi Protocolli Integrati strutturati
3. Un incontro con l’Assessore Regionale per discutere di tutte le misure straor- dinarie consentite dai relativi risparmi regionali in materia tese a far fronte alla emergenza ormai acclamata della sanità ternana.
Le Segreterie Regionale e Provinciali FSI e Fials Umbria
FIALS BARI: FIALS E IPASVI ALL’ATTACCO SU PRESUNTE INCONGRUENZE NEL CONCORSO INFERMIERI ASL: RIVALUTATE I QUESITI
Non si placano le polemiche relative al concorso per infermieri della Asl di Bari. Dopo la denuncia del direttore di Xxxxx, Xxxxxxxx Xxxx- sole, a gettare altra benzina sul fuoco ci pensano il sindacato Fials e
il Collegio Ipasvi. “Ii candidati – sottolinea in una nota Xxxxx Xxxxxxxx, segretario generale Xxxxx – sono stati indotti in errore in ordine alla risposta a due domande, circostanza questa che avrebbe determinato il mancato superamento della prova da parte di circa 400 candidati, pari al 22% di quelli ammessi alla prova pratica”. “Per queste motivazioni – conclude Xxxxxxx – viene richiesto di rivalutare le citate domande, alle stessa stregua di quanto effettuato dal presidente di commissione del concorso pubblico per 18 posti di CPS tecnico di radiologia del 6 luglio 2017”. Ancora più dettagliata e circostanziata è la critica mossa dal Xxxxxxxx Xxxxxx per bocca del presidente Xxxxxxx Xxxxxxxx: “Gli esercizi che molti colleghi chiedono di chiarire sono il numero 3, il 6, il 7 e l’8. Si ha motivo di ritenere che, per come sono state composte nel loro riporto lessicale, le fasi da ordinare esprimano alcune con- traddizioni e aree di conflitto che vanno chiarite per evitare dubbi interpretativi”. In più Xxxxxxxx annuncia che è pronto un pool di esperti per verificare la prova: “Sarà un gruppo di esperti con il mandato di esaminare nel dettaglio la rispondenza della correttezza cronologica delle fasi contestate. Intanto si chiede di effettuare una approfondita valutazione sulla congruità dell’esattezza del risultato validato dagli esercizi proposti per garantire a tutti i partecipanti il diritto a chiedere spiegazioni in merito al risultato”.
FIALS BENEVENTO: FIALS E NURSING UP ATTACCANO SU CARENZA DI PERSONALE E ARIA CONDIZIONATA ALL’OSPEDALE DI S.AGATA DEI GOTI
“Grave situazione presso il presidio ospedaliero di S. Agata dei Goti, non solo quest’anno, ma anche per gli anni passati, per quanto riguarda l’aria condizionata in alcune aree del nosocomio,
che mette a disagio lo stato di salute dei pazienti e degli operatori sanitari”. A rife- rirlo in una nota alla stampa sono la Fials e il Nursing Up, che aggiungono: “L’attuale direttore sanitario, nel 2015, con una disposizione fece confluire i degenti in una unica ala del reparto, che aveva un’esposizione meno soleggiata, che a nostro giu- dizio non era risolutiva. Considerato che tutti gli anni si verifica tale problematica, queste segreterie, chiedono un incontro con la presenza anche del responsabile del servizio prevenzione e protezione, per trovare nell’immediato soluzioni alternati- ve e per stabilire quali provvedimenti intendono adottare per il futuro. Inoltre, si rappresenta che, alla nostra nota del 6 luglio – spiegano – non ancora è stato dato alcun riscontro e che il nosocomio santagatese, in alcuni giorni della settimana è sprovvisto di personale di supporto; il personale infermieristico che è già costretto a svolgere il proprio lavoro, in disagio, deve risolvere anche situazioni che non gli competono. Pertanto – concludono le sigle – le sottoscritte reiterano la richiesta di incontro urgente in sede centrale per affrontare le problematiche esposte”.
FIALS BOLOGNA: ESTREMA PROTESTA DELLA FIALS BOLOGNA SULLA MOBILITA’ NEGATA DAL SANT’ORSO MALPIGHI
Sciopero della fame. È questo il gesto estremo che Xxxxxxx Xxxx, se- gretario provinciale della Fials bolognese, ha deciso di attuare per portare finalmente l’attenzione sullo spinoso caso della mobilità ob- bligatoria e volontaria. Pochi giorni fa la Segreteria Provinciale di Bo-
logna ha inviato un’informativa nella quale viene espressa chiaramente la volontà del sindacato, a costo di “gesti estremi”, pur di essere ascoltati in tempi brevi. Non si è dovuto aspettare molto perché il rappresentante sindacale, campano d’origine e da un decennio nel capoluogo emiliano, ha pubblicato un breve video dove si mostra ammanettato e con cui di fatto dà il via ad uno sciopero della fame. Ma per capire come si è arrivati a questa situazione è necessario un breve passo indietro. La legge 114/2014 art. 4 comma 1, la cosiddetta “riforma Madia” stabilisce che “Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti di cui all’articolo 2, comma 2, appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento, previo assenso dell’amministrazione di appartenenza”, modificando così due commi dell’art. 30 del precedente decreto legislativo 165/2001 in tema di mobilità obbligatoria e volontaria. La modifica di tale legge ha di conseguenza aumentato le problematiche per i lavoratori del comparto sanità perché, in prece- denza, per poter accedere alla mobilità non era necessario il consenso dell’azienda presso cui si è in servizio e si limitava il rinvio della cessione del contratto fino ad un massimo di 3 mesi. Il settore infermieristico, (non solo OSS ma anche tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, ostetriche) già costretto ad un autentico giro d’Italia per trovare selezioni aperte, vede di fatto negata la possibilità di accedere a concorsi di mobilità per potersi riavvicinare o tornare a casa dai propri cari, che per tanti e troppi motivi sono impossibilitati ad un ricongiungimento. Come è ben noto sono le aziende sanitarie del Nord e Centro-Nord ad accogliere il maggior numero di professionisti provenienti dalle regioni meridionali che ora, a causa delle modi- fiche apportate dalla legge, sono “prigionieri” delle aziende presso cui prestano servizio, le quali impiegano ben oltre i tre mesi consentiti dalla legge per rilasciare o negare il nulla osta, escludendo di fatto i lavoratori dalla mobilità. È questo il caso del X.Xxxxxx Xxxxxxxx di Bologna che, come dichiara il delegato Fials Bologna Xxxxx Xxxxxxxx, ciociaro di nascita ma trapiantato a sua volta in Emilia “lo scorso anno non ha concesso il nulla osta preventivo ad un cospicuo numero di lavoratori, circa 140 unità, per consentire loro la partecipazione a due bandi di concorso che si erano aperti nella Regione Campania”. La Fials ha riscontrato che l’azienda, no- nostante le numerose richieste e sollecitazioni dei lavoratori, concedeva un nulla osta non conforme “condizionato” e ben oltre i tempi stabiliti dalla legge, con tem- pistiche nell’ordine degli 11 mesi, e che solo dopo diffide all’autorità giudiziaria e manifestazioni è riuscita ad ottenere che quantomeno fosse redatto un documen- to che avesse validità di legge. Aggiunge inoltre Xxxxxxxx che “tale problematica, specialmente a Bologna, assume sfumature diverse tra le varie aziende sanitarie, nonostante il servizio amministrativo (SUMAP) sia ormai a tutti gli effetti metropo- litano e pertanto unico.
Per la Ausl Bologna occorrono mediamente 4 mesi per il rilascio del dipendente, 3 mesi dal Rizzoli, 3 mesi dall’ospedale d’Imola mentre per il X.Xxxxxx Xxxxxxxx ne occorrono 11. Abbiamo casi emblematici di coniugi, entrambi infermieri ma in strutture cittadine diverse, che ricevono la raccomandata di convocazione lo stesso giorno, ma possono muoversi l’uno dopo 3 mesi e l’altro dopo 11. Bisogna aggiun- xxxx, per correttezza intellettuale, che anche le aziende destinatarie non hanno un comportamento esemplare. Ad esempio alcune aziende campane chiedono ai vincitori della mobilità di presentarsi entro un mese dal ricevimento della racco- mandata e ciò appare a dir poco scorretto ed irriguardoso sia verso il dipendente che nei confronti l’azienda mittente, che perde un professionista e deve consentire ad un nuovo assunto di avere tutto il tempo necessario per l’inserimento, ovvero non meno di tre-quattro mesi. C’è anche il caso di un bando di mobilità in entrata di un’azienda abruzzese, che richiede come requisito di partecipazione quello del nullaosta preventivo e che obbliga, entro un mese dalla ricevuta convocazione, il dipendente ad entrare in servizio, pena perdita del posto. In Campania inoltre, per i bandi di mobilità in entrata, bisogna necessariamente lavorare in determinate aree altrimenti non si può fare domanda. Una discriminazione bella e buona in operatori di serie A e di serie B.” Questo atteggiamento non fa altro che innalzare le tensioni tra azienda e dipendenti, ma la Fials non si arrende e continua a portare avanti la battaglia per ridurre sia le tempistiche che per permettere concretamente l’agognata mobilità, con la conseguente opportunità di nuove assunzioni che pos- sano alleggerire le lunghe liste di disoccupazione.
La cosa che sorprende e lascia maggiormente interdetti è come mai la Fials sia l’u- nica sigla sindacale ad essersi interessata alla vicenda, portando quotidianamente avanti la battaglia a favore dei lavoratori del S.Xxxxxx Xxxxxxxx, anche di coloro che appartenenti ai sindacati confederati si sono sentiti abbandonati e traditi. Dove si trovavano Cgil, Cisl, Uil o, rimaste indifferenti e sorde alle richieste dei loro iscritti che hanno poi deciso di seguire l’iniziativa Fials? In tale battaglia sarebbe giusto che tutti i collegi delle professioni intervenissero: Ipasvi, collegio tecnici di radiologia, ostetriche ed unissero le loro forze per affrontare questa battaglia. Lanciamo un appello alla Presidente dell’Ipasvi Xxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx e alla senatrice e membro del comitato centrale Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxxxx presente sempre nelle iniziative for- mative nella nostra Azienda, affinchè si inizi a parlare di questo tragico argomento. Ci sono graduatorie aperte specialmente tra gli infermieri con 4000 disoccupati pronti a lavorare che aspettano una chiamata; non sarebbe bello far in modo che
Anno 2017
queste persone prendano il posto di quelli che vanno via e diminuisse la disoccu- pazione in Italia? Non sarebbe più opportuno che tutti coloro che difendano gli interessi dei lavoratori s’interessino alla vicenda e non lascino sola la Fials in questa battaglia?
Domande che non hanno ancora trovato risposta.
Intanto il 26 giugno, con una nota, l’azienda S.Orsola ha comunicato la propria di- sponibilità a rinegoziare i tempi; si spera ora che tutte le aziende d’Italia facciano un passo indietro per permettere a tutti di esercitare un proprio diritto.
La Segreteria Provinciale FIALS Bologna
FIALS CAGLIARI: FORMALINA SCADUTA DA MESI ALL’OSPEDALE MARINO, FIALS: “UNO SCANDALO”
Decine di barattoli della sostanza chimica scaduta, lasciati nell’an- tibagno del blocco operatorio dell’ospedale, Cugliara:”Ancora una volta mi chiedo dove sono gli organi preposti al controllo. Stiamo parlando di una sostanza tossica che dovrebbe essere smaltita nei
luoghi opportuni, e invece è scaduta e lasciata alla mercè di chiunque”
Decine di barattoli di formalina scaduta, parcheggiati nell’antibagno dei servizi igienici del blocco operatorio dell’Ospedale Marino, a Cagliari. Gennaio 2017, si legge nella data di scadenza apposta sopra le confezioni. Un foglio di carta poi ne dà ampia avvertenza, si legge “formalina scaduta”. A dare l’allarme della precaria situazione è il segretario provinciale Fials, Xxxxx Xxxxxxxx: “Stiamo parlando di una sostanza chimica usata come sterilizzante e disinfettante di materiale sanitario e ambienti ospedalieri, oltre che nei reparti e per la conservazione di tessuti. E’ una sostanza che inalata sprigiona un gas molto forte, tossico, una minima quantità puo determinare irritazioni. A lungo andare rilascia alcune molecole nell’ambiente che generano prurito agli occhi, allergie e irritazioni alle vie respiratorie, se inalato direttamente o ingerito gli effetti sono anche più gravi “. “Inoltre - prosegue - lo scandalo ancora più grave è che è scaduta da sei mesi e lasciata alla mercè di chiun- que in un ambiente aperto e di passaggio. Mi chiedo ancora una volta dove sono gli organi preposti al controllo? Dov’è chi deve verificare? Questi prodotti anderebbe- ro smaltiti nei luoghi opportuni, sono rifiuti speciali. E invece sono scaduti da mesi”.
FIALS CALTANISSETTA: ACCORPAMENTI DEGLI OSPEDALI DI CALTANISSETTA E GELA, PROTESTA LA FIALS
Punta l’indice contro l’accorpamento di alcuni reparti nei presidi ospedalieri di Caltanissetta e Gela e il contestuale utilizzo di unità infermieristiche in unità operative diverse da quelle di originaria asse-
gnazione, la Fials uno dei sindacati della sanità. Le «rivendicazioni» sono contenute in ben sette pagine di comunicato inviato al manager dell’Asp, al presidente della conferenza dei sindaci della provincia e al sindaco di Caltanissetta
FIALS COSENZA: TUMORI IN AUMENTO, LA FIALS SOSTIENE BRUNACCI
Impennata dei tumori nell’area della Sibaritide e dell’Alto Jonio. La FIALS (Federazione autonoma lavoratori della sanità) esprime pie- no sostegno a Xxxxxxxx Xxxxxxxx, figlio dell’Alto Jonio, operatore
sanitario e rappresentante sindacale presso il Centro Nazionale Tumori di Milano. Che, preoccupato per la crescita esponenziale delle patologie neoplastiche nell’a- rea della Sibaritide e dell’Alto Jonio, con dati alla mano ha lanciato l’allarme. Sco- perchiando la pentola e provando a scuotere le coscienze di quanti nascondono la testa sotto la sabbia. Pensando che i tumori siano ascrivibili solo alla fatalità. E che non ci siano cause e concause ambientali
Secondo Xxxxxxx Xxxxxxx, segretario aziendale della Fials, l’allarme lanciato da Xxxxxxxx Xxxxxxxx, invece di essere accolto e capitalizzato, ha finito per suscitare irritazione. In particolare in chi ritiene che nelle patologie tumorali abbiano poca incidenza le politiche ambientali. «La Fials, – si legge nella nota di Xxxxxxx – sempre attenta alle politiche sanitarie e che nel corso degli anni ha intrattenuto proficui rapporti di collaborazione con il conterraneo Xxxxxxxx Xxxxxxxx peraltro dirigente nazionale della SGB (sindacato generale di base), gli esprime riconoscenza e grati- tudine per l’appello lanciato da Milano. E lo incoraggia ad andare avanti in questa sua battaglia di civiltà.
TUMORI, FIALS PRONTA A COLLABORARE
Un impegno che ha trovato la condivisione di diversi sindaci (Alessandria del Car- retto, Albidona, Villapiana…). Xxx lavorano in trincea e dimostrano che esistono forze sane e responsabili. Che pongono al primo posto la salute dei cittadini. Al contrario invece di quanto fanno alcuni sindaci e dirigenti della sanità. Che, pur di mantenere le proprie poltrone, si prodigano a smentire le statistiche di centri di eccellenza come il CNT di Milano. Presso cui aumentano giorno dopo giorno i viaggi della speranza. Anche per colpa di una sanità, quella calabrese, che non riesce a garantire neanche ai pazienti oncologici un’assistenza sanitaria degna di questo nome». Secondo il segretario della Fials tutti quelli che si sono scandalizzati dell’allarme lanciato da Xxxxxxxx non sarebbero neanche al corrente delle tante in chieste che hanno accertato la presenza sul territorio di un vero e proprio cimitero di veleni. Nonché della tragica incidenza che questi veleni hanno sull’impennata dei tumori. «La Fials è pronta a collaborare. E a fare la propria parte per smuovere
le coscienze assopite. E per contribuire, con l’aiuto degli esperti e dei medici spe- cialisti, a individuare le cause della diffusione dei tumori. Che ormai non guardano più la data di nascita delle persone. E ancora a ridurre quella che, purtroppo, sta diventando sempre più un’epidemia mortale».
FIALS FROSINONE: “MACCHITELLA HA MENTITO PER POTER AVERE LE MANI LIBERE SUI REPARTI?”. LA DENUNCIA DELLA FIALS
Ai tempi del suo secondo mandato, Xxxx Xxxxxxx rischiò d’essere rispe- dito a casa anzitempo. E per evitare la procedura di IMPEACHMENT si dovette arrampicare sugli specchi, sostenendo di avere detto la ve-
xxxx al Congresso quando riferì di non avere avuto atti sessuali con la stagista, signo- xxxx Xxxxxx Xxxxxxxx: le attività idrauliche svolte per lui dall’assistente – dichiarò il Presidente – non erano un atto sessuale bensì solo una relazione impropria. Alla Asl di Frosinone non ci sono attività idrauliche da giustificare, né relazioni proprie o improprie da definire. Ma Xxxxx Xxxxxxxxxxx, commissario straordinario e onora- rio dell’Azienda Sanitaria, come Xxxx Xxxxxxx è sospettato d’avere mentito. Non al congresso ma al Collegio di Direzione riunito il 5 luglio scorso e poi al Consiglio dei Sanitari. Quale bugia avrebbe detto il Commissario Onorario? La stessa che poi è stata comunicata ai sindacati con la nota 53691 firmata il 21 giugno scorso. Quattro righe e mezzo più saluti, scritte sul modello Lettera Direzione Generale Informati- va 1/1 con cui comunicare la modifica dell’Atto Aziendale: è la mappa dell’orga- nizzazione Asl. Nella lettera, Xxxxx Xxxxxxxxxxx scrive di avere eliminato dall’Atto una serie di reparti “COME INDICATO DALLA REGIONE LAZIO“. Che fine faranno quelle Unità Operative Semplici Dipartimentali? Non verranno soppresse. Più sem- plicemente “VERRANNO STRUTTURATE CON ATTO DELIBERATIVO SEPARATO, NON
PIÙ COLLEGATO ALL’ATTO AZIENDALE”. Fin quei nulla di strano. Riassumendo: la
Xxxxxxx chiede di organizzare le cose in modo diverso, il Commissario Onorario provvede, le cose verranno organizzate con un atto separato, lo comunica ai sinda- cati. Nulla di strano se non fosse che la Regione pare non abbia chiesto niente del genere al Commissario. O, almeno, non risulta da nessuna parte che glielo abbia chiesto. Mentre lui ha riferito che era stata Roma a chiedergli di agire in quel modo, informandone il Collegio di Direzione riunito il 5 luglio con il prot. 51769 scritto dalla dottoressa Xxxxxxxx Xxxxxxxx. Concetto poi ribadito al Consiglio dei Sanitari. Secondo i sindacati ha mentito. O meglio, ha fatto una “AFFERMAZIONE NON VERI- TIERA CHE COSTITUISCE UNA CONDOTTA ANTI SINDACALE ED UNA GRAVE ILLEGIT-
TIMITÀ”. La nota alla quale si riferisce Xxxxxxxxxxx è quella che gli è stata inviata dal direttore Xxxxxxxx Xxxxxxx il 10 giugno 2017 con il prot.e0310686 del Registro Uf- ficiale della Regione Lazio. A leggerla con attenzione, si deduce che Xxxxxxx chiede solo alcune correzioni sulla denominazione di alcune strutture complesse. E niente di più. Il provvedimento adottato da Xxxxx Xxxxxxxxxxx riguarda l’Unità “Consultori e Percorso Nascita” e l’Unità “Residenzialità Hospice e Cure Palliative”. Cosa cam- bia all’atto pratico? Il sospetto del sindacato Fials è che estrapolando i due settori e sganciandoli dall’Atto Aziendale, il Commissario Onorario ha le mani libere per la rimozione o la trasformazione di quei reparti. Perché se fossero dentro l’Atto Aziendale, ogni variazione dovrebbe essere preceduta e poi seguita da una serie di precise procedure, con comunicazioni al Collegio di Direzione ed alla Regione La- zio. Invece, in questo modo basta una delibera per assegnare o revocare l’incarico, assegnare il Reparto ad un altro Reparto o scinderlo. Oppure, darlo ad un primario o revocarlo facendo decadere il relativo contratto. Il sospetto del sindacato si basa anche su un altro punto: l’approssimazione con cui l’atto è stato scritto il prov- vedimento. «SI È PROVVEDUTO AD ELIMINARE DALL’ORGANIGRAMMA DELL’ATTO AZIENDALE LE UOSD – UNITÀ OPERATIVE SEMPLICI DIPARTIMENTALI, DA UN LATO SI LASCIA LA PREVISIONE DI 2 UOSD IN CAPO ALLA DIREZIONE GENERALE E DALL’AL- TRO SI RIPORTA COMUNQUE IL NUMERO COMPLESSIVO DI UOSD». Traduzione:
ma se le due Unità sulle quali mettere le mani sono state individuate perché non
prevedere tutto nell’Atto? Fials ha il sospetto che «SI VOGLIA LA TOTALE LIBERTÀ ARBITRIO NEL DISPORRE DELLE STRUTTURE. E DEI RELATIVI CONFERIMENTI». E per
l’eventuale bugia detta al Collegio di Direzione? Il Commissario Onorario Xxxxx Xxx- xxxxxxxx lo ha riconvocato d’urgenza per lunedì. E lì qualcosa dirà.
FIALS LIVORNO: ESAMI VENDUTI AI PRIVATI. FIALS ATTACCA L’ASL.
Il sindacato chiede personale e orari più lunghi per far funzionare
i macchinari
«L’affidamento ai soggetti privati di pacchetti di prestazioni di dia- gnostica è la dimostrazione chiara della volontà dell’assessorato regionale di de- volvere ad altri soggetti competenze proprie. Quanto sta avvenendo costituisce un arretramento politico e culturale che tradotto in atti amministrativi conduce inevitabilmente verso la erosione del tratto di universalità e gratuità del Servizio sanitario regionale». Così il segretario provinciale del sindacato Fials Xxxxxxx Xxx- rucci. Il sindacalista punta il dito sulla gestione di personale e dotazioni tecnologi- che. «Nessuno può ignorare che nelle Aziende sanitarie ed in particolare nella ex Asl 6 siano stati fatti grandi investimenti per l’acquisto di apparecchiature costose ed di alto livello tecnologico, basta contare il numero di macchine Tac, risonanze magnetiche, ecografi presenti nel territorio della provincia di Livorno per capire che la scelta dell’affidamento in regime di “appalto” al privato è assolutamente ingiustificato – sottolinea –. Un’azienda ha il dovere di utilizzare le proprie risorse tecnologiche e umane in maniera intensiva e al più alto livello possibile. L’assesso- rato regionale e la direzione della Asl Toscana Nord ovest non vogliono utilizzare le
apparecchiature nell’arco delle 12 ore giornaliere per una miope impostazione che parte dal presupposto che l’ampliamento dell’offerta incentiverebbe la domanda» Manca un filtro. «Ciò dimostra l’incapacità a selezionare le prestazioni secondo un criterio di appropriatezza e non spiega come farà a controllarlo quando il flusso della domanda dopo una fase iniziale si concentrerà nei centri privati – sostiene Xxxxxxxx –. Questo è un provvedimento che contiene elementi che aggraveranno la condizione dei meno abbienti che già da oggi sono costretti ad aspettare tempi lunghi per effettuare gli esami, per esempio quelli esenti dal pagamento del ticket, mentre chi ha maggiori disponibilità finanziare ricorrerà al privato pagandosi inte- ramente la prestazione». E rilancia un paio di domande: «Perché la direzione della Asl Toscana Nord ovest non aumenta il numero degli operatori per far funzionare le apparecchiature almeno sulle 12 ore? Perché non finanzia progetti speciali per incentivare il personale del comparto e della dirigenza?». E conclude: «Queste mo- dalità di un corretto utilizzo delle apparecchiature e del personale sono già in uso in altre regioni italiane e anche un modesto dirigente prima di ricorrere all’appalto usa la massimo livello le risorse disponibili in azienda».
La Segreteria Provinciale FIALS Livorno
FIALS LUCCA: TAGLI DELLA ASL IN PIENA ESTATE: DAY HOSPITAL E AMBULATORI KO. LA DENUNCIA DELLA FIALS
Prestazioni sanitarie ambulatoriali ridotte al lumicino in estate. E la Fials denuncia il comportamento antisindacale dell’azienda Usl Toscana nord ovest «che non ha dato preventiva comunica-
zione dei tagli», e anticipa di portare la situazione all’attenzione dei sindaci e della Regione. «In sostanza – illustrano Xxxxxxx Xxxxx segretario Fials Versilia e Xxxxxx Xxxxxxxx, segretario Xxxxx xxxxxx, interpellati sull’argomento – il day hospital della ribilitazione cardiologica per tutto luglio (e forse agosto?) sospenderà l’attività per carenza di medici, dirottati al reparto di cardiologia per garantire la copertura delle ferie estive. Non va meglio con i servizi territoriali: già questa settimana gli ambu- latori cardiologici al Tabarracci e a Torre del Lago sono chiusi martedì, venerdì e sabato e non si sa se la cosa si ripeterà. Si vogliono abbattere le liste d’attesa e poi si penalizzano queste attività di zona proprio in estate? Pura follia. Non è migliore la situazione dell’ambulatorio di endoscopia digestiva dove adesso colonscopie e gastroscopie si effettuano solo al mattino; le emergenze sono garantite dunque unicamente dal medico che dalla chirurgia è chiamato a intervenire. In questo modo al mattino l’attività va al collasso e il pomeriggio gli utenti non possono fruire del servizio anche se, di fatto, il personale infermieristico ci sarebbe. Ma manca- no i dottori: l’azienda perchè non attinge dalle graduatorie?». A ciò si aggiunge la sospensione dell’attività di consulenza neurochirurgica all’ospedale dal 17 luglio al 18 agosto e la carenza di personale in neurologia («settore ormai al limite della sostenibilità»), dopo la perdita di uno specialista per esubero, uno per mobilità e uno per maternità. «Servirebbero almeno due medici in più in neurologia – incalza Soddu – per poter seguire il reparto da 8-12 posti letto, l’ambulatorio, coprire la reperibilità, la fibrinolisi e le cam di accertamento morte. Abbiamo fatto presente più volte sia per iscritto all’azienda che direttamente al prefetto che questo settore ha raggiunto il limite della sostenibilità dei servizi». Ad infiammare la posizione del sindacato è soprattutto la mancata comunicazione del riassetto estivo. «Siamo ve- xxxx a sapere di queste novità dagli utenti e dagli stessi dipendenti – tuona Xxxxxxx Xxxxx della Fials – e denunceremo l’azienda per comportamento antisindacale a livello di area vasta. Coinvolgeremo consiglieri e amministratori regionali in que- sta situazione disastrosa che penalizza le prestazioni sanitarie in un momento in cui la popolazione in Versilia triplica. E’ chiaro a questo punto che non c’è alcuna intenzione di investire per potenziare il personale e la coperta è diventata corta. Anche i sindaci sono tenuti a intervenire. Perchè se la volontà dell’azienda è quella di dirottare progressivamente le persone in altri lidi, noi davvero non ci stiamo».
Anno 2017
FIALS MILANO: BUSTA PAGA AL RIBASSO. FIALS: SCIOPERO
“BASTA BUSTE PAGA AL RIBASSO. SODDISFATTI PER LE RASSICURA- ZIONI”
“Chiediamo scusa ai cittadini per i disagi creati, ma siamo certi che capiscano”. Lo dichiara Xxxxxxxx De Xxxxxxx, segretario provinciale della Fials a margine della manifestazione organizzata davanti a Palazzo Pirelli. Lo sciopero del personale dell’ASST Nord Milano è stato indetto per chiedere che Regione finanzi, come ha sempre fatto, l’adeguamento dei contratti. “È la prima volta che in Regio- ne Lombardia assistiamo a un’equiparazione al ribasso. Il contratto del comparto è stato, infatti, equiparato a quello dell’ASST. Dall’oggi al domani i lavoratori, incol- pevoli di trasferimenti interaziendali, hanno visto la busta paga ridotta di 100-150 euro al mese. Hanno subito tagli superiori al 12% che, con stipendi di 1.000-1.200 euro al mese, pesa fortemente sui bilanci familiari di chi ha figli, mutui da pagare e aveva fatto conti diversi”. Allo sciopero ha aderito circa il 50% del personale. Sono state garantite le urgenze, mentre sono stati chiusi i CUP, il centro prelievi di Sesto San Xxxxxxxx e i servizi ambulatoriali oculistici e cardiologici del Bassini. “Siamo soddisfatti dell’impegno preso sia dai consiglieri Xxxxx Xxxxxxxxxxx e Xxxxx Xxxxxx, sia dall’assessore Xxxxxx Xxxxxxx. Ci auguriamo che si possa trovare al più presto una soluzione per il personale oggi penalizzato da un incolpevole trasferimento, all’interno di una riforma sanitaria a oggi fallimentare” conclude De Xxxxxxx.
La Segreteria Provinciale FIALS Milano
Xxxxxxxx De Xxxxxxx
FIALS ROMAGNA (FC-RA-RN): FIALS ROMAGNA SU TUTTE LE FURIE PER L’ACCORDO SINDACALE
La Fials Romagna su tutte le furie per l’accordo sindacale Sanità e futuro: «Si è de- ciso di dare molto a pochi e niente a tutti gli altri» CESENA «Indigeribile come si sia deciso di dare molto a pochi e niente a tutti gli altri». L’accordo sindacale siglato in queste ore in seno all’Ausl Romagna ha mandato su tutte le furie il sindacato Fials.
«Cgil, Cuisl, Uil Nursind e Nursing Up hanno formato l’ennesimo accordo a danno della pluralità dei lavoratori dell’Ausl della Romagna». Il sindacato snocciola anche cifre in una nota. «Grazie agli accordi siglati le progressioni economiche hanno in- teressato solo il 50% del personale destinando 4.300.000 euro per i passaggi di fascia e lasciando ben 1.400.000 euro alle posizioni organizzative delle direzioni con cui si sarebbero potute fare ulteriori 1.500 passaggi. Non contenti hanno di- minuito la produttività collettiva di molti operatori per dare la fascia ad altri. Non contenti ancora hanno già firmato la nuova scheda di valutazione senza neppure sapere quante risorse verranno destinate alle progressioni economiche orizzon- tani nel 2017. DIMINUITA LA PRODUTTIVITÀ COLLETTIVA PER MOLTI pere quanti
soldi saranno disponibili per i passaggi di fascia 2017 e hanno usato i residui dei fondi dei lavoratori dell’anno 2015, disponibili grazie al fatto che non si sono fatti i passaggi di fascia sullo stesso anno, ben 2.328.300 euro, destinandone: 554.000 alle direzioni infermieristiche chiedendo che tale somma diventi stabile così da ag- giungersi di fatto ai 1.400.000 euro delle posizioni organizzative. Oltre 2 milioni di euro per le direzioni infermieristiche: con questo verra’ anche ipotecato il contratto nazionale che sarà rinnovato nella primavera del 2018: in esso troveranno dignità l’infermiere esperto, il professional, il gestional. Ma in Ausl Romagna ci sarà già chi è stato posto strumentalmente in quel ruolo e senza procedure selettive. La cifra di 1.374.000 euro per finanziare solo una tantum e solo per il 2015, i progetti non ben definiti a cui hanno partecipato infermieri, tecnici sanitari, oss. Con la miseria di 400.000 per gli amministrativi».
La Segreteria di Coordinamento FIALS Romagna
SPAZIO RISERVATO ALLE STRUTTURE PROVINCIALI
Arrivederci al prossimo numero di
: se volete scriverci o richiederci argomenti da
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