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ENASARCO
MAGAZINE
contratti d’agenzia, attualità, welfare e storie
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n.38
febbraio 2017
CLASSE MEDIA ALLA DERIVA
Bikeworldtravel / Shutterstock Inc.
In copertina
INTERVISTA A XXXXXXXX XXXXXX
Panoramiche GLI ANNI DEL LETARGO ALL'ORIGINE DELLA CRISI
I POVERI NON POSSONO ATTENDERE
Storie
LA CARRELLATA NEL PASSATO
Autofocus
ASSEMBLEA ENASARCO 2016
PRECONSUNTIVO 2016 E BUDGET 2017 LA NUOVA POLIZZA ASSICURATIVA
ENASARCO MAGAZINE
sommario
numero 38
febbraio 2017
Le imprese sono pronte 4
La perdita della centralità 6
Gli anni del letargo 7
Una crisi di portata internazionale 8
I poveri non possono più attendere 9
All'origine della crisi: opinioni a confronto 10
La "carrellata" nel passato 12
Assemblea Enasarco 2016 14
Preconsuntivo 2016 e Budget 2017 16
La nuova polizza assicurativa 17
In breve 18
Time-Out 19
Direzione, redazione, amministrazione
Xxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxxxx, 00 – 00000 Xxxx
Direttore editoriale
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mensile della Fondazione Enasarco
Registrazione Tribunale di Roma n. 3807 del 27.02.1954
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E
nasarco Magazine propone una chiave di lettura sull'attualità per fornire spunti di riflessione e confronto. Si dice che l’agente sia un uomo solo
Come anticipato, ospitiamo la bella intervista concessa
Editoriale
dall’agente in pensione Xxxxxxxx Xxxxxxx, che ci consente di ricordare un’epoca precedente all’avvento delle quattro ruote, che poi sarebbero diventate l’emblema di una categoria che passa gran parte del proprio tempo su strada.
Non mancano tre argomenti di “casa nostra”, trattati come di consueto negli autofocus: (1) a sei mesi dall’elezione del CdA, l’Assemblea pubblica è stata l'occasione per raccontare le priorità che la Fondazione Enasarco dovrà affrontare in questo suo nuovo corso; (2) l’Assemblea dei delegati ha approvato il Preconsuntivo 2016 e il Budget 2017; (3) la polizza assicurativa.
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A chiusura del magazine altre sei news, nella sezione In breve, tra cui le aliquote, i minimali e massimali e il programma delle prestazioni integrative del 2017. Buona lettura!
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In copertina
Un anno cruciale per ripartire, le imprese sono pronte
intervista a Xxxxxxxx Xxxxxx
V
«Il governo non molli sulle riforme e faccia tut- to quello che serve al Paese». Xxxxxxxx Xxxxxx, numero uno di Confindustria, guarda ai mesi che viviamo e a quelli che verranno.
xxxxxxx Xxxxxx ha una visione del futuro co- stellata di qualche timore («Siamo preoccupati per le tentazioni protezionistiche»), ma anche
di relativa fiducia («L’Italia può crescere, è finito il tempo della rassegnazione per le imprese italiane»). È soprattutto, però, la stabilità politica «fattiva» il non tanto oscuro oggetto di desiderio del leader degli in- dustriali. «Non possiamo permetterci - scandisce – mesi di inerzia in attesa del voto».
Presidente, come le imprese guardano a questi primi mesi del 2017 e a quelli che verranno?
«Con attenzione alle potenzialità del Paese. La sfida degli imprenditori italiani parte dalla fabbrica, della quale sono attori assieme ai lavoratori, per incrocia- re la politica economica nazionale e affermare che la vera questione italiana, oggi più che mai, è la questio- ne industriale. Vale per l’Italia e, beninteso, anche per l’Europa».
sindacati: quale è il prossimo obiettivo, dopo le intese rag- giunte?
«Con i sindacati stiamo lavorando per un accordo che chiamiamo Patto per la Fabbrica nel presupposto che si possa ottenere scambio tra salario e produttività anche attraverso l’uso corretto della contrattazione aziendale di secondo livello. Insieme dovremo cre- are le condizioni per avere maggiore occupazione e combattere due mali assoluti: la povertà e l’eccesso di disuguaglianza che riduce la capacità di crescita. Ci auguriamo che i rapporti con i sindacati continuino a essere improntati al principio di corresponsabilità che riteniamo centrale per portare il Paese al successo che merita».
Xxx grandi temi a quelli più immediati: come giudica l'attuale disciplina dei voucher?
«Non c’è dubbio che l’utilizzo dei voucher vada re- golato, non demonizzato, e va aggiunto che la nostra categoria è quella che ne fa meno uso. Sotto il profilo dell’incidenza sul monte complessivo dell’occupazio- ne in Italia non sembra che il fenomeno abbia un ri- lievo determinante e pare sia in atto una battaglia di principio più che di sostanza. Detto questo è chiaro che ogni abuso debba essere elimina-
Sarà l'anno di una ripresa più robusta o dobbiamo attenderci una nuova fase di stallo?
«Quasi tutti gli indicatori mostrano che ci sarà una ripresa a livello mon- diale. Non si crescerà ai ritmi che vorremmo ma pur sempre si crescerà.
Gli indicatori mostrano che ci sarà una ripresa a livello mondiale.
Non si crescerà ai ritmi che vorremmo, ma
si crescerà
to. Per quanto riguarda l’articolo 18, di cui si continua a dibattere, credia- mo non sia opportuno smontare una riforma prim’ancora che abbia potu- to produrre i suoi effetti. Com’è noto non esiste contemporaneità tra il mo- mento in cui si assume una decisione e quello della verifica dei risultati. In
L’Italia deve farsi trovare pronta insi-
stendo sulla politica dell’offerta e dei
Germania ci sono voluti 15 anni per
beneficiare degli effetti delle riforme
fattori che consente a tutte le imprese di competere alla pari perché le migliori e le più attrezzate possano affermarsi nel mercato interno e su quelli internazio- nali. Contiamo molto sulla capacità di reazione delle imprese italiane perché è finito il tempo della rasse- gnazione».
Lei ha riavviato una fase di concertazione intensa con i
volute dall’ex cancelliere Schroder. Il Jobs Act va let- to e inserito in una politica organica per la crescita e l’occupazione».
Che cosa chiede all'attuale governo? Vi sono le condizioni per misure a sostegno degli investimenti? Quali?
«La prima richiesta è di non mollare per nessuna ragione sul principio delle riforme. Ne abbiamo un
grande e non rinviabile bisogno su diversi fronti: tem- pi della giustizia, efficienza della pubblica ammini- strazione, rapporti non conflittuali con il fisco, qualità dell’istruzione. Dobbiamo poi lavorare intensamente sulle opportunità di Industria 4.0 per affermare la tipologia d’impresa alla quale pensiamo quando di- ciamo di volere un Paese competitivo: ad alta inten- sità d’investimenti, alta tecnologia, alta produttività. Senza questi requisiti non potremmo vincere una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. E, attenzione, la sfida oggi non è tanto tra Paesi europei ma tra l’Europa e il resto del mondo. Tutto questo nel presupposto che si realizzi una politica economica co- erente e unitaria, sostenuta dalle regioni che dovranno usare le proprie risorse, soprattutto quelle europee, per rafforzare le linee nazionali senza sovrapporre ad esse infinite piccole misure che finirebbero con il creare confusione».
Xxxxxx votare presto o far decantare la situazione e vara- re una legge elettorale nuova e uniforme, anche se questo dovesse portare al voto nel 2018?
«Su questo argomento è meglio lasciar lavorare il Par- lamento e le forze politiche. Quello che a noi impren- ditori interessa, in ogni caso, è che il tempo che abbia- mo davanti non sia impiegato in sterile attesa del voto ma venga riempito con proposte e atti da realizzare nell’interesse del Paese. Non possiamo permetter- ci settimane o mesi d’inerzia. Le cose da fare sono tante, le abbiamo individuate e indicate. Dobbiamo agire, in Italia e in Europa, per la crescita e la stabilità delle nostre economie stabilendo quali obiettivi reali vogliamo raggiungere, con quale risorse e strumenti, per poi agire sui saldi di bilancio».
La pubblica amministrazione rappre-
Xxxxxx Xxxxxxx
Xxxxxxxx Xxxxxx, presidente di Confindustria
senta da qualche decennio un freno per l'impresa più che un'opportunità, oltre che un costo per i contribuenti. Quali interventi sarebbero benvenuti per pro- durre efficienza e taglio della spesa im- produttiva?
«Anche in questo campo non è giusto generalizzare: esiste purtroppo una
Dobbiamo agire in Italia e in Europa per la crescita e la stabilità delle economie e stabi- lire gli obiettivi reali
da raggiungere
Come giudica le pratiche protezionistiche che, a partire dal presidente americano Xxxxx sembrano affacciarsi sulla scena internazionale?
«Siamo molto preoccupati per le ten- tazioni protezionistiche perché il li- bero scambio è fondamentale per la buona salute delle economie nazio-
pubblica amministrazione inefficiente ma conosciamo anche esempi di effi-
nali. Per quanto riguarda i rapporti fondamentali con gli Stati Uniti ci
cienza che andrebbero rivalutati. Si dovrebbe comun- que procedere lungo la strada delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni soprattutto tra le municipalizza- te, dove si annida una grande spesa improduttiva. Non possiamo più permetterci di finanziare gli sprechi. Questo dovrebbe essere il principio ispiratore di ogni decisione».
auguriamo che l’Unione Europea conservi il suo stato di partner privilegiato».
Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxx
La perdita della centralità
S
Negli ultimi anni del Novecento prende cor- po la crisi della middle class, mentre in Italia è soprattutto la recessione economica ad agire come elefante nella cristalleria sociale.
e parliamo di classe media è inutile affannarsi a cercare un’icona, un’immagine che per la sua unicità e forza espressiva ne rappresenti uni- versalmente l’identità. Così come è avvenuto, invece, nel dipinto "Quarto Stato" del pittore piemontese Xxxxxxxx Xxxxxxxx da Volpedo, dove il proletariato è raffigurato in tutta la sua essenza. Anche perché a sentire economisti e sociologi esistevano – ed esisto- no – più classi medie. Addentrarsi però nelle dispute, certamente fondate, degli studiosi renderebbe meno palpabile un dato che invece è sotto gli occhi di tutti: la middle class si è ristretta. Di più. Ha perso la centra- lità che ne ha fatto, a partire dal secondo dopoguerra e in tutta l’area occidentale, il pilastro dello sviluppo economico e dell’organizzazione della società. Middle class uguale Novecento, verrebbe da dire. E neppu-
re tutto. Dagli anni 50 agli anni 90.
spese, proprietà. E riconoscimento degli altri membri della comunità. Si parte in tutto il mondo occidenta- le con il forte impulso alla ricostruzione all’indomani della seconda guerra mondiale che crea la società dei consumi. In Italia si consolida attorno agli anni Set- tanta quando, dopo l’eccezionale crescita economica e occupazionale, prende forma stabile il sistema univer- sale di tutela e garanzie: è quella che il sociologo Giu- seppe de Xxxx xxxxxxxxxx come la "cetomedizzazione" della società italiana. Negli ultimi anni del Novecento prende corpo la crisi della middle class. Come sempre si comincia dagli Usa. È stato calcolato che tra il 1999 e il 2014 il reddito medio è sceso da 78 mila a 73 mila dollari, allargando la distanza tra i più ricchi e i più poveri. Non solo stop al mito della marcia progressi- va verso l’alto ma addirittura direzione opposta, con alcuni – pochi – che si salvano e altri – molti – che scivolano verso il basso. Creando disperazione, rabbia verso i poteri politici e avversione, quando non odio, verso quanti fuggendo dai propri Paesi approdano nell’occidente e sono accusati di "rubare" il lavoro. In Italia è soprattutto la crisi economica,
Prima era soprattutto working class.
Dopo? Dopo, tutto sommato, è an- cora un’area in cerca di definizione perché la rivoluzione dei processi pro- duttivi assicurata dall’automazione, l’irruzione progressiva della digitaliz- zazione nei servizi, le delocalizzazioni quale frutto della globalizzazione e, da ultimo, la più grave crisi economi-
Le indagini certifica- no che mentre il 60% degli italiani si sentiva ceto medio nel 2006, dieci anni dopo, la per- centuale è scesa poco al di sotto del 40%
che va avanti dal 2007, ad agire come
elefante nella cristalleria sociale: salta più di un milione di posti di lavoro, intere filiere produttive spariscono, il reddito pro-capite crolla, in un lustro, del 13% e i consumi nazionali più o meno nello stesso tempo del 10%. Tranne una fascia limitata, l’impo- verimento colpisce tutti. Le indagini
ca mondiale all’indomani della Gran-
de Depressione del 1929 hanno agito
Demos-Coop certificano che mentre
il 60% degli italiani si sentiva ceto
come fattori tellurici squassando la skyline a cui era- vamo avvezzi. Studi recenti hanno provato che – da sola – la tecnologia ha polverizzato negli Stati Uniti milioni di posti di lavoro routinario negli ultimi venti anni. Impiegati, privati e pubblici dipendenti, picco- li imprenditori, professori, artigiani, commercianti: mestieri diversi che avevano accomunato un’area, una classe, sulla base dei consumi, degli stili di vita, delle garanzie sociali, delle prospettive. Chi ne faceva parte sapeva bene quale fosse il proprio posto nella società perché tutto glielo ricordava: occupazione, reddito,
medio nel 2006, dieci anni dopo, la percentuale è scesa poco al di sotto del 40%, addirittura al 38% secondo il rapporto 2015 redatto dal centro Einaudi per Intesa San Paolo. E all’orizzonte non si vedono segnali d'in- versione di tendenza. Da noi ma anche altrove. I più anzi vedono un inarrestabile processo di polarizzazio- ne favorito dalla sostituzione del lavoro umano con macchine e robot, con pochi in alto e tanti, tantissimi in basso e un’area mediana sempre meno abitata.
Xxxxxx Xxxxx
Gli anni del letargo
L
La lunga crisi ha spazzato via le certezze di un ceto medio che è sempre più impoverito.
a casa e la pensione di anzianità, il posto fisso e l’articolo 18, i figli e la speranza di vederxx xxx- xxxxx e sistemati, la fiducia nel conto in banca e
un gruzzolo di denaro o di titoli di Stato risparmiati. Ebbene sì, la più lunga crisi del Dopoguerra ha spaz- zato via tutte le cinque-sei principali certezze del ceto medio italiano. E cancellandole o ridimensionandole ha finito per mettere fuori gioco milioni di famiglie, sospingendole nella palude di un eterno, provvisorio, presente. La società dei due terzi rimane tale ma si è di fatto rovesciata e il terzo non è più quello dei poveri ma dei ricchi, mentre i due terzi dall’agiatezza scivolano verso il declino. Il risultato? Un Paese rat- trappito che non riesce neanche a garantire il fisiolo- gico ricambio demografico. Consumi gelati per non dire ibernati. Un’economia rinsecchita che si muove come un bradipo. Per capirci, nel 2015 sono nati 485 mila bambini; nei primi sei mesi del 2016 sono stati 15 mila in meno rispetto allo stesso
di «xxxxx xxxxx, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone».
Difficile dire dove cominciano gli effetti e dove fini- scono le cause in un circolo vizioso che sembra proce- dere senza sosta. Ma, di certo, dietro lo scivolamento di ampi strati della società verso il basso c’è il venir meno di cinque-sei pilastri che hanno rappresentato per decenni la constituency del ceto medio. Innan- zitutto la casa: aspirazione di tutti e bene rifugio per eccellenza, gli italiani hanno visto i propri immobili perdere, sotto il peso di una tassazione vessatoria (ma non solo per questo), il 30-40% del loro valore. Né la cancellazione dell’imposta sulla prima abitazione ha prodotto un rilancio dei prezzi. Abituati a incre- menti salariali periodici e rivalutazioni delle pensioni annuali, hanno dovuto fare i conti con xxxxxxx con- trattuali al lumicino ma più in generale con blocchi degli aumenti: netta e calcolata con percentuali a due cifre la perdita del potere d’acquisto di stipendi e as- segni. Sicuri di poter andare via tra i 57 e i 60 anni, i nostri connazionali si sono trovarti a
periodo dell’anno precedente. Nel
1964, per avere un’idea del tracollo, le nascite superavano - e non di poco - il milione. La domanda interna è andata giù, tra il 2008 e il 2016, a una media di oltre il 2% l’anno. Il Pil, dopo es- sere precipitato sotto zero, viaggia (si fa per dire) sullo «zero virgola». Trend
La generazione dei figli sta peggio di quella dei padri e questi ultimi sono diventati una sor- ta di agenzia di welfare familiare
gestire la fine delle pensioni di anzia-
nità e il drastico incremento dell’età pensionabile a quota 66 anni: esodati, mobilitati, ma anche coloro che sono rimasti al lavoro ne sanno qualcosa. Convinti che far studiare i figli fosse un buon investimento e una via per far prendere loro l’«ascensore sociale»
economici ai quali fanno da contrap-
punto un’infinita stagione di rabbia
verso l’alto, hanno dovuto scoprire che
la sorte lavorativa della prole è stata
esplicita e di ribellismo latente, di iper-mobilità del voto e di protesta populista, ma anche un livello di rassegnazione senza precedenti.
Poche settimane fa abbiamo scoperto come il Censis, nel suo 50° Rapporto, ha raccontato a che punto è la lunga notte buia dell’Italia nella grande crisi e la soli- tamente immaginifica definizione dello stato d’animo delle nostre comunità non è stata molto lontana da quella dell’anno scorso. Sono questi – disse nell’oc- casione Xxxxxxxx De Xxxx – gli anni del «letargo esi- stenziale collettivo», una sorta di «limbo italico», fatto
segnata da contratti a termine, cocopro, stage, tirocini e, alla fine, da quel contratto a tutele crescenti senza più l’articolo 18 dello Statuto.
Insomma, per la prima volta dal Dopoguerra la ge- nerazione dei figli sta peggio dei padri e questi ultimi sono diventati una sorta di agenzia di welfare fami- liare. E, allora, addio consumi, addio risparmi (se non difensivi e non certo per investimenti). Ma anche ad- dio nipoti.
A.R.M.
Una crisi di portata internazionale
“
La ricchezza globale è in aumento, ma al- cuni guadagnano molto più di altri. E la classe media, anno dopo anno, arranca ed è sempre più preoccupata nel difendere il suo status quo.
Il problema dell’Europa è l’Europa”. A dirlo – inaspettatamente, ma non per la prima volta – è il ministro dell’economia Xxxxxxxxx Xxxxxx che al
Forum Economico Mondiale ha fatto il punto su po- pulismi e classe media, non solo parlando dell’Italia, ma estendendo il discorso a tutto il Vecchio continen- te, che non riesce ad avere una visione politica capace di coinvolgere i cittadini. “Nelle economie avanzate e specialmente in Europa l’insoddisfazione della classe media, la disillusione per il futuro e la delusione per le prospettive vengono espresse dicendo no a qualsiasi cosa i leader politici suggeriscano”.
La Brexit, da questo punto di vista, più che un cam- panello d’allarme è stata la vera e propria certificazio- ne di un processo critico e sottostimato da politici e opinione pubblica che ha coinvolto i redditi di intere famiglie. Come riporta un articolo del
dopo anno, arranca ed è sempre più preoccupata nel difendere il suo status quo.
Del resto i cambiamenti non riguardano solo i red- diti delle persone comuni, ma anche il loro punto di vista, la percezione che hanno di se stesse. Per molti la prospettiva di migliorare il proprio tenore di vita è stata sostituita dalla paura di perdere quel poco che è rimasto. Si lavora e si vive per resistere alla crisi e per non retrocedere verso uno status più basso. L’incubo della povertà si affaccia su categorie di famiglie che fino a dieci o quindici anni fa si ritenevano al sicuro. Veniamo al caso dell’Italia. Un rapporto Demos sulla mobilità sociale ha preso in considerazione un cam- pione di cittadini a cui è stato chiesto a quale classe sociale credono di appartenere. Gli italiani intervista- ti praticavano mestieri molto diversi l’uno dall’altro. I più ottimisti alla fine sono risultati i liberi profes- sionisti e i lavoratori autonomi, con percentuali però inferiori rispetto a dieci anni fa, mentre il 65% degli operai ha apertamente detto di sentirsi di appartenere alla classe bassa o medio-bassa. Anche gli studenti, i disoccupati e alcuni pensionati hanno ammesso di fare fatica a riconoscersi in una classe media.
quotidiano indipendente inglese The Guardian, del marzo 2015, gli inglesi tra il 1980 e il 2010 hanno visto au- mentare il numero di famiglie povere del 60% e i nuclei familiari con reddi-
L'1% più ricco della popolazione mondiale possiede più risorse del resto del mondo
Questo cambio di percezione, oltre che economico, racconta molto bene i tempi difficili che stiamo vivendo ed evidenzia una mutazione non soltanto economica, ma anche culturale e spi-
to medio sono diminuiti del 27%.
rituale. Fare progetti a lungo termine
per l’italiano medio sta diventando
Il Rapporto Oxfam 2016 ci dice che la crisi della disu- guaglianza globale sta raggiungendo estremi mai toc- cati prima. L’1% più ricco della popolazione mondiale possiede più risorse del resto del mondo. Ma forse il dato più indicativo è quello che ci segnala come negli ultimi trent'anni la dimensione dell’economia globale sia più che raddoppiata. Il volume della produzione continua a crescere e il Pil è aumentato in diverse re- gioni del mondo. Questi dati positivi però sembrano tradursi a vantaggio soprattutto di pochi eletti. In al- tre parole la ricchezza globale è in aumento, ma alcuni guadagnano molto più di altri. E la classe media, anno
praticamente impossibile.
La precarietà e la flessibilità non consentono né di programmare il futuro né, in alcuni casi, di investire su se stessi. Il cittadino medio così facendo smette di mettersi in gioco, si chiude in se stesso, per difendere e conservare quello che gli resta. Come dargli torto?
Xxxxx Xxxxxx
I poveri non possono più attendere
È
"Non siano i poveri le vittime dei ritardi della politica": ecco in sintesi il monito lan- ciato dal professor Xxxxxxxxx Xxxx.
chiaro e netto l’allarme di Xxxxxxxxx Xxxx, do- cente di politica sociale all’Università di Tren- to e coordinatore del gruppo Alleanza contro
la povertà, fucina dei provvedimenti ad hoc messi in cantiere dal precedente governo Xxxxx e oggi all’e- same del Parlamento. Una discussione lunga che ha finora impedito, nonostante l’urgenza, l’approvazione di quei provvedimenti di contrasto della povertà. «È in discussione in Parlamento – spiega Xxxx – la de- lega che introduce il Rei, il reddito d’inclusione, che rappresenta la misura definitiva contro la lotta alla povertà».
Dunque la misura strutturale destinata alle famiglie più in difficoltà rischia di non partire più?
«In questi mesi, come Alleanza contro la povertà - che è il principale soggetto di rappresentanza che si batte per le politiche contro la povertà in Italia e che racchiude 37 tra associazioni, terzo settore, sindacati, comuni e regioni - abbiamo lavorato molto con Go- verno e Parlamento, inteso come tutte le forze in gio- co, dal Pd ai 5 Stelle. L’obiettivo era
misura sperimentale, prevista per il 2017 in attesa di far partire il Rei nel 2018, e che potrebbe essere pro- crastinata».
Si rischia insomma, paradossalmente, che un eventuale stop dell’attuale legislatura possa diventare un xxxxx- rang proprio per le fasce più deboli della popolazione?
«Purtroppo la popolazione con maggiore difficoltà è anche quella più disillusa dalla politica e anche la prima vittima degli effetti delle crisi politiche. L’Italia è con la Grecia l’unico Paese ancora privo di una mi- sura di reddito minimo a sostegno di chiunque sia in povertà assoluta. Il governo Xxxxx ha introdotto una serie di stanziamenti che rimarranno, in quanto strut- turali. Ma bisogna vedere, come anticipavo, che cosa accadrà ora».
Un italiano su quattro a rischio povertà, due su quattro al Sud. le famiglie sempre più in affanno e lo scivola- mento del ceto medio verso l’area povertà. Una fotografia impietosa e preoccupante.
«Siamo nell’indigenza, la povertà dura e pura. In realtà non è cresciuto così tanto il rischio di povertà quanto invece la povertà assoluta. I dati confermano il profilo dell’Italia un anno dopo la lunga crisi economica del 2007-'14. È un Paese dove non solo è cresciuta forte- mente la diseguaglianza, è aumentata
arrivare all’approvazione di una mi-
sura, il Rei, ben congegnata e rivolta non solo ad alcuni poveri, ma a tutti i poveri assoluti, cioè a quel 7,6% di cui parlano i dati Istat».
l’iter a che punto è?
Un italiano su quattro è a rischio povertà,
il doppio al Sud: una fotografia impietosa e preoccupante
fortemente la povertà».
Quanto ai giovani, molti non possono neanche prendere in considerazione l’i- dea di poter formare una nuova fami- glia.
«Purtroppo sia la povertà sia il rischio
«Il disegno di legge delega è all’at-
tenzione del Senato. Non abbiamo chiaro quello che accadrà, ma siamo
di povertà, per effetto della crisi, sono
inversamente proporzionali all’età. Più sei giovane, peggio stai. E infatti
consapevoli che il percorso parlamentare, insieme con quello di riforma intrapreso, rischia di interrompersi. E, com'è immaginabile, speriamo che non accada».
Se ciò accadesse, quali altre misure di contrasto alla po- vertà resterebbero in piedi?
«I soldi destinati allo scopo rimarrebbero, ma reste- remmo con la norma transitoria e non si farebbe il passo verso la misura regina, la più forte, e verso l’o- biettivo di trasferirla a tutti i poveri. Rimarrebbe in- somma il Sia (Sostegno inclusivo attivo), che è una
la categoria che sta meglio in media in Italia è quella degli anziani. All’opposto, il segmento che ha subìto un vero boom di crescita di povertà e disagio sono i minori. Che vuol dire i figli delle famiglie con genitori giovani, che a loro volta sono quelli che hanno diffi- coltà legate al lavoro».
Xxxxxxx Xxxxx
All'origine della crisi: opinioni a confronto
T
Giornalisti e accademici ne parlano da di- versi anni: la classe media è in crisi. Ma quali sono le cause? Proviamo a capirne di più recuperando i punti di vista di economi- sti, docenti universitari e scrittori.
empi duri per i cittadini della middle class. Da diversi anni ormai il declino della cosiddetta classe media è al centro di dibattiti televisi-
vi e convegni universitari. Accademici e giornalisti convergono tutti su un dato: il presente è nero e la situazione economica di lavoratori e famiglie appar- tenenti ai Paesi industrializzati decisamente meno ro- sea rispetto a 10 o 15 anni fa. Alcuni punti di vista si focalizzano su cause e responsabilità differenti, anche se connesse l’una all’altra. C’è chi si concentra sulle re- sponsabilità dell’Europa, chi preferisce puntare il dito contro la disoccupazione e chi invece tira in ballo gli effetti della globalizzazione.
L’economista Xxxxxx Xxxxxxx da anni critica feroce- mente le politiche europee parlando
basse. È anche vero però che chi deve rinunciare a qualcosa ritiene più importante avere un nuovo cellu- lare che la carne in tavola tutti i giorni (...). Il termine che amo usare è arbitraggio. Noi siamo sempre più arbitri del nostro modo di spendere i soldi. Faccio un esempio: se il budget è ridotto è probabile che una fa- miglia preferisca andare al discount, o tagliare il con- sumo di pesce, ma non rinunciare allo sport per i figli, o alla settimana di vacanza. Pensate all'abbigliamento: oggi si spende sempre meno, è quasi tutto low cost".
Il sociologo Xxxx Xxxxxxx in un’intervista pubblicata tempo fa su Il Fatto Quotidiano si concentra sulla crisi del mondo del lavoro: “Il dramma dell’Italia non è che meno di 3 milioni di persone lavorino con con- tratti a tempo determinato, ma è che una cifra ana- loga se non superiore di lavoratori, spesso immigrati, lavorino completamente senza contratto, che altri 3 milioni di persone cerchino un lavoro senza trovarlo, e altri 3 milioni un lavoro manco lo cerchino, perché hanno perso la speranza di trovarlo. Ho chiamato Terza società questo esercito di 10 milioni di persone di cui nessuno si occupa e che fanno la
apertamente del vecchio continente come di una “fabbrica della menzo- gna”: “La cosa che mi ha colpito è che l’uscita del Regno Unito non abbia minimamente sollecitato una discus- sione politica all’interno dell’Europa. Abbiamo perso un Paese di grande tradizione e cultura come se niente
A questa middle class depauperata e senza i punti di riferimento di un tempo ognuno con- segna un messaggio: dagli slogan agli spot
vera differenza fra l’Italia e la maggior parte dei Paesi avanzati”.
Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxx economista e docente universitaria si concentra invece sui mutamenti storici e tecno- logici che hanno cambiato profonda-
fosse. Questo significa che le politi-
che europee procedono con il pilota
mente gli equilibri economici: “In un
primo lungo periodo (1950-1970) il
automatico a prescindere da Xxxxx o da eventuali nuovi paradigmi internazionali. C’è una classe sociale che comanda in Europa, composta da eurocrati che hanno alleati sparsi in tutti i Paesi e sono diventati un ceto interessato a difendere solo se stesso”.
Xxxxxxxx de Xxxx, presidente del Censis, si concentra sulle priorità e sugli stili di vita della classe media con- temporanea e al concetto di nuova povertà preferisce quello di scelte obbligate: “La crisi ha imposto una restrizione dei consumi, in particolare nelle fasce più
rapido processo di industrializzazione, insieme a po- litiche fiscali e di spesa pubblica progressive, hanno favorito la formazione della classe “media”, il conso- lidamento della democrazia e una elevata crescita in tutti gli Stati occidentali. In un secondo periodo, dal 1980 fino a oggi, la rivoluzione informatica ha deter- minato l’aumento della diseguaglianza.
Il processo di apertura e di liberalizzazione dei merca- ti nazionali e internazionali conseguente all’intensifi- carsi delle tecnologie informatiche e della globalizza-
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zione sono tra i fattori più importanti per spiegare la crescita della diseguaglianza all’interno d’ogni nazio- ne e per spiegare la riduzione che invece si è verificata nella diseguaglianza globale. Il trasferimento di parti o di interi processi produttivi dai Paesi industrializ- zati a quelli in via di sviluppo ha indebolito il potere contrattuale dei lavoratori in quelli ricchi. Alla perdita di posti di lavoro relativamente ben pagati nei Pae- si industrializzati ha corrisposto la crescita di posti a basso salario in quelli in via di sviluppo. È andata così formandosi, ad esempio in Cina e in India, una classe media”.
Lo scrittore Xxxxxxxx Xxxxx, in un articolo per l’In- ternazionale di ottobre 2015 intreccia le sorti della classe media e quella dei populismi che venivano, già allora, alla ribalta. Lungi dal dare un giudizio negativo del fenomeno, Xxxxx lo inquadra come fisiologico del malessere sociale diffuso e dall’opportunità, sfruttata da alcuni leader politici, in Italia e in altri Paesi, di creare dei «blocchi identitari» nei quali le«masse» po-
tessero facilmente identificarsi. In quelle masse il ceto medio sarebbe in buona compagnia con “i precari, ma anche i migranti che chiedono diritti, i cittadini di un meridione socialmente depresso, gli studenti che non vogliono alimentare un'emigrazione che non è più fuga solo di cervelli ma di manodopera a basso costo, quelli che non hanno case di proprietà e che non pos- sono e non potranno accedere a un mutuo”.
Sotto i nostri occhi, in questo periodo, assistiamo ai molteplici tentativi di raccogliere il malumore e le dif- ficoltà del ceto medio da parte di politici, amministra- tori ma anche case produttrici di beni di consumo o più semplicemente il salumiere sotto casa. Xxxxxx ha un messaggio da consegnare: chi uno slogan, chi uno spot, chi un'offerta speciale. Forse non conosciamo tutte le ipotesi per rimuovere le cause e i problemi che affliggono la middle class, ma vediamo chiaramente quali sono le strategie per sfruttarne gli effetti.
Xxxxx Xxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxx
Storie
La “carrellata” nel passato
V
Xxxxxxxx Xxxxxxx è un nostro pensionato, classe 1929. È siciliano e ha intrapreso l’attività di agente nel lontano 1948, quando non aveva ancora vent’anni. Lui stesso si è definito «un pioniere del settore». Ecco la sua storia.
erso la fine dello scorso anno, tra le altre, ab- biamo ricevuto una richiesta per la pubblica- zione di una storia. Quella che abbiamo scelto
di raccontarvi in questa occasione ci ha colpito subito sia per la forma sia per il contenuto.
All’attenzione della redazione di Ena-
un po' nostalgica: sì, perché è emerso forte un grande amore verso la professione di agente e rappresentante di commercio, svolta con grande passione per ben 42 anni.
Nell’immediato dopoguerra, Xxxxxxxx iniziò a lavora- re in varie città della Sicilia “sulle orme paterne”: an- che in questo caso ritroviamo quel passaggio di con- segne tra generazioni che abbiamo spesso raccontato nelle pagine di Enasarco Magazine. Addirittura, in questo caso il legame familiare e professionale copre tre generazioni: suo nonno, negli anni
sarco Magazine, infatti, è arrivata una lettera cartacea e scritta a mano dal signor Xxxxxxxx, un nostro pensiona- to che va per gli 88 anni: “Le accludo questo scritto, che vuole rievocare ta- luni periodi epocali attinenti la vissuta professione di agente e rappresentan- te di commercio”.
Già nelle poche righe che accom-
«Fino all'avvento delle auto, per gli sposta- menti c'era solo il treno; in stazione un fattorino ci aiutava a portare i bagagli col campionario»
Venti, era stato a sua volta rappresen- tante di commercio.
Partendo da Palermo, sua città natale, Xxxxxxxx ha percorso in lungo e largo prima la sua regione e poi l'Italia in- tera. Gli spostamenti, agli inizi della sua carriera, avvenivano per lo più in treno su linee ferroviarie “disagiate e malmesse”, dal momento che non si
pagnavano la sua lettera, in cui ci ha
raccontato in breve alcuni episodi si-
poteva ancora permettere l’acquisto
di un’automobile. Ricorda poi come
gnificativi della propria carriera, Xxxxxxxx ci ha parti- colarmente incuriositi. A quel punto è stato un obbligo davvero molto piacevole metterci in contatto con lui telefonicamente e farci raccontare dell'altro. Nella chiacchierata il nostro affezionato lettore ha riper- corso le principali tappe della sua vita professionale, attraverso una ricostruzione lucida, puntale e a tratti
affrontasse gli spostamenti con quattro bagagli di campionari – essenzialmente articoli di pelletteria e merceria, il suo settore – oltre all’immancabile vali- getta da rappresentante. Fuori dalla stazione c’era sta- bilmente un facchino, adibito al trasporto delle valigie proprio per gli agenti di commercio, una persona di fiducia con la quale di volta in volta ci si accordava
per il trasporto del bagaglio durante gli spostamenti nell’arco dell’intera giornata lavorativa. Si visitavano i negozi dei vari clienti, con al seguito l’addetto alle valigie che le spostava su un apposito trasportino a due aste condotto a mano, fino alla sera quando si ri- entrava in albergo e si lasciava l’ingombrante carico in un piccolo deposito dell’hotel.
All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso ini- ziarono a diffondersi le auto e con esse avvenne quella che Xxxxxxxx definisce la svolta epocale: “La mia pri- ma macchina è stata la Fiat 500 Belvedere metalli- ca”, di cui a distanza di mezzo secolo ricorda ancora il numero di targa (PA 31770). La nuova utilitaria era “capiente e funzionale: in una sola parola magnifica”. Dal suo racconto si evince come questa novità di fatto rappresentasse una rivoluzione per la categoria: veni- vano migliorate in un solo colpo le condizioni di lavo- ro, la mobilità, l’autonomia e l’indipendenza personali e, di conseguenza, le attività connesse allo svolgimen- to della professione.
L’autonomia dell’agente è sempre stata importante, per questo Xxxxxxxx dedica all'argomento qualche riga in più: “La categoria era configurata nella fatti- specie dei lavoratori autonomi, nei molteplici aspetti ad essa attribuiti: fisco, previdenza e contribuzione, contratti con le aziende mandanti, associazioni ed enti di categoria, iscrizione alla Camera di commercio e ai ruoli professionali, etc. In effetti, l’attività dell’agente di commercio esprime una sua peculiarità sia caratte- riale sia operativa con ampi margini di indipendenza e autonomia. Sempre con il fine ultimo di portare a conclusione gli affari e le vendite”.
Le principali caratteristiche che ci ha raccontato sono in buona sostanza
Una Giardiniera, l'acquisto che ha rappresentato il punto di svolta nella carriera di Xxxxxxxx
xxxxx://xxx.xxxxxx.xxx/xxxxxx/xxxxxxx/0000000000/
fessione: “I giovani di quell’Italia post bellica – con le sue macerie morali e materiali – che esercitavano il duro mestiere furono dei veri e propri pionieri per quel tempo”. Per di più, le sfide e le difficoltà di que- sto lavoro si vivono e si affrontano quotidianamente sul campo e non al chiuso, ad esempio in una stanza d’ufficio. Metaforicamente, “non ci sono sedie sotto i tavoli per gli agenti”, proprio per-
quelle che, pur con i dovuti aggior- namenti, sono tutt’oggi le peculiarità del mestiere. Xxxxx stesso tema, poi, allarga l’orizzonte anche a un approc- cio quasi psicologico e personale della figura del rappresentante: “In chiave
«Ci definiscono uomini
soli per la vocazione al sacrificio e la ca- parbietà. Senza, non andremmo lontani»
ché la loro attività li porta a uscire e
a spostarsi di continuo. “All’epoca an- ziché starcene rinchiusi a nicchiare in comodi recinti giovanili ci siamo rim- boccati le maniche, caricandoci anche fisicamente il peso dei nostri campio- nari da portarci in giro”.
pubblicistica spesso noi agenti siamo
stati indicati come uomini soli”. Que-
Ciò ha rappresentato per lui e i suoi
xxxxxxxx un’occasione e un motivo di
sto perché a suo dire “noi agenti siamo da sempre sostenuti da una quasi istintiva vocazione per questo mestiere; inoltre siamo dotati del necessario impulso a operare con caparbietà e spirito di sacrificio, senza le quali non si arriverebbe lontano”.
Proprio sul tema dei sacrifici affrontati durante la sua lunga carriera, Xxxxxxxx chiude la sua lettera e il ri- cordo torna inevitabilmente agli inizi della sua pro-
riscatto “sia personale sia nazionale” e dalle sue parole traspare tutto l’orgoglio per quanto fatto.
Xxxxxxxx Xxxx
Raccontateci la vostra storia all’indirizzo:
Assemblea Enasarco 2016
Autofocus
Lo scorso 15 dicembre si è tenuta a Roma la prima Assemblea pubblica della Fondazione Enasarco. L’evento è stato introdotto dal pre- sidente Xxxxxxxxxxx Xxxxx a cui hanno fatto seguito gli interventi dell’on. Xxxxx Xx Xxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxx e i saluti degli onorevoli Xxxxxx Xxxxxxxxx e Xxxxxxxx Xxxxxx.
Siamo arrivati a un passaggio
“
a comporre la platea ci sono anche le associazioni di categoria ed esponenti del mondo politico nazionale, come gli onorevoli Xxxxxx Xxxxxxxxx e Xxxxxxxx Xx- xxxx, che sono intervenuti per salutare i presenti.
approvare il Preconsuntivo 2016 e il Budget 2017.
Per la Fondazione è una giornata particolare. L’incon- tro pubblico anticipa un importante adempimento formale della Fondazione Enasarco: nel pomeriggio infatti proprio l’Assemblea dei delegati è riunita per
fondamentale nella storia della Fondazione Enasarco. Abbiamo realizzato una cesura con il passato, c’è stata una riforma sostanziale che ha permesso agli agenti e alle aziende mandanti di partecipare a una rivo- luzione democratica estremamente innovativa. Per la prima volta i nostri iscritti hanno votato per l’Assemblea
Dobbiamo estirpare il fenomeno delle non iscrizioni e del mancato pagamento dei con- tributi per tutelare gli agenti di commercio più giovani
“Stiamo assolvendo l’impegno di una massima trasparenza dell’ente e quel- lo di oggi pomeriggio sarà il punto di partenza che permetterà al CdA di iniziare a operare nelle politiche inno- vative che si è prefissato” ha sottoline- ato il presidente. “Il bilancio preven- tivo presenta il segno più e dimostra il trend positivo della Fondazione, sia
dei delegati. Oggi sono passati sei
mesi e un giorno dalla nomina del
per quanto riguarda la gestione previ-
denziale che per quella assistenziale”.
Consiglio di Amministrazione”. Il presidente Xxxx- xxxxxxx Xxxxx introduce così la prima Assemblea pubblica Enasarco. È la mattina del 15 dicembre e la cornice è quella romana dell’Hotel Radisson Blu. Xxxxx parla davanti ai 60 delegati eletti ad aprile, ma
Nel nuovo corso la Fondazione Enasarco dovrà af- frontare diverse priorità, prima fra tutte la sostenibili- tà a 50 anni e la garanzia dell’erogazione delle pensio- ni. Ma ce n’è una in particolare che tocca nel profondo il presidente e il consiglio: quella dei giovani da in-
trodurre nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda il contratto di agenzia Xxxxx è piuttosto chiaro: “Dob- biamo estirpare il fenomeno delle non iscrizioni e del mancato pagamento dei contributi, per tutelare quegli agenti di commercio che, alla prese con le loro prime esperienze professionali, vengono indotti a guadagna- re subito senza ricevere in cambio prospettive per il futuro”.
Le parole di Xxxxx anticipano una serie di interventi da parte di invitati illustri che nell’arco della matti- nata riflettono non soltanto sul cambio di rotta della Fondazione Enasarco, ma anche sullo stato di salute generale degli enti previdenziali, sull’attuale contesto economico e commerciale del Paese e della categoria degli agenti di commercio, nonché sugli investimenti nell’economia reale. Su quest’ultimo punto si è soffer- mato soprattutto l’on. Xxxxx Xx Xxxxx, presidente della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previden- za e assistenza sociale: “La nostra commissione non è contraria agli investimenti nei fondi” afferma, sottoli- neando la peculiare importanza che gli enti previden- ziali inizino a investire nell’economia reale. “Abbiamo un patrimonio delle casse che si aggira intorno agli 80 miliardi di euro. Complessivamente in Italia tra casse, fondi e fondazioni bancarie circolano circa 28 miliardi di euro, ma solo il 3% viene investito e le casse previ- denziali nell’economia reale investono il 7% del loro patrimonio. Nonostante abbiano delle ragioni, dettate soprattutto da una serie di contraddizioni normative e di ambiguità tra settore pubblico e privato, mi sem- bra comunque un investimento insufficiente”. Nel suo discorso Xx Xxxxx ribadisce più volte come gli enti previdenziali siano “ingessati” da troppi lacci burocra- tici e normativi e anticipa che la commissione a inizio 2017 presenterà una legge di riordino delle casse.
economici dei miei nonni e dei miei genitori. Grazie ai loro risparmi sono riuscito a studiare alla Bocconi. Per questo motivo, nella mia società facciamo del no- stro meglio per difendere i risparmi degli investitori. Abbiamo una responsabilità nei loro confronti. Per quanto mi riguarda investire è una questione sociale!”
Nel corso della mattinata c’è spazio anche per un
All’Assemblea sono presenti anche Xxxxx Xxxxxxx, responsabile del- la segreteria tecnica del ministro del lavoro, e Xxxxxx Xxxxx, fondatore e amministratore delegato di Algebris Investments. Laureato alla Bocconi e trasferitosi a Londra a 24 anni, Xxxxx è stato premiato come Young Global
Tra le priorità che Xxxxxxxx dovrà affron- tare ci sono la soste- nibilità a 50 anni e la garanzia dell'erogazio- ne delle pensioni
messaggio di solidarietà e un ricono-
scimento alla città di Amatrice, tra- gicamente colpita dal terremoto. Fa- xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxx (nella foto in alto) sono i primi tre agenti di commercio ai quali è stata assegnata l’erogazio- ne straordinaria che la Fondazione
Leader dal Forum economico Mon- diale. Nel 2006 ha creato la società
Enasarco mette a disposizione per gli
iscritti residenti nelle zone coinvolte dal sisma. “Siete i nostri eroi e non
di gestione del risparmio Algebris, che nel giro di un
anno ha assicurato agli investitori un guadagno del 40%. Davanti alla platea racconta con orgoglio la sua esperienza imprenditoriale di italiano all’estero e ri- corda i sacrifici compiuti all’inizio del suo percorso professionale: “Da ragazzo sono cresciuto sugli sforzi
dovete mollare” è l’incoraggiamento del presidente
Xxxxx, mentre stringe la mano a ognuno di loro.
C.V.
Preconsuntivo 2016
e Budget 2017
Autofocus
wrangler / xxxxxxxxxxxx.xxx
I
L’Assemblea dei delegati Xxxxxxxx ha approva- to, lo scorso dicembre, i due fondamentali do- cumenti sulla gestione della Cassa.
numeri dei due documenti rappresentano la pro- va certificata dell’ottimo stato di salute finanziaria della Fondazione.
La gestione della previdenza è passata da un rosso di oltre 35 milioni e mezzo di euro del 2012 a un saldo positivo di quasi 33 milioni di euro
oritari: la centralità degli iscritti e dei pensionati; la previsione di agevolazioni per i giovani iscritti e di incentivi per le imprese che conferiscono mandati; il sostegno alla formazione degli agenti; l’ampliamento dello «spazio» dedicato a prestiti e finanziamenti; il miglioramento della polizza.
«Il voto dell’Assemblea – ha dichiarato il presidente Xxxxxxxxxxx Xxxxx – ci conforta sulle scelte che ab- biamo assunto per garantire il massimo della soste- nibilità finanziaria alla Fondazione e
nel 2016, per attestarsi, in termini di previsione 2017, a un più 28 milioni e 600 mila euro.
Analogamente per la gestione dell’as- sistenza si passa da un saldo positivo di oltre 45 milioni e 600 mila euro del 2012 a circa 82 milioni di euro del 2016, con una previsione di circa 86 milioni per il 2017. Stesso trend per
I numeri certificano che la Fondazione gode di un'ottima salute finanziaria; le scelte fatte inoltre garanti- scono la sostenibilità della Cassa
per realizzare nel corso del 2017 un innovativo e ampio sistema integrato di welfare di categoria per gli agenti di commercio, i consulenti finanziari e le loro famiglie. I numeri positivi del Preconsuntivo e del Budget costitui- scono la solida base della mission isti- tuzionale della Fondazione ma anche la spinta per i nuovi servizi a favore di
la complessiva gestione istituzionale:
nel preconsuntivo 2016 siamo a circa
iscritti e pensionati».
L’approvazione del Bilancio di pre-
115 milioni di attivo e sulla stessa soglia si dovrebbe collocare il risultato del 2017.
L’Assemblea dei delegati, su proposta avanzata dal presidente e condivisa dal CdA, ha approvato anche una serie di obiettivi-target rilevanti per la valoriz- zazione delle prestazioni e dei servizi a favore degli iscritti. Dovranno costituire punti di riferimento pri-
visione è stata anche l’occasione per la presentazio- ne di una serie di progetti strategici con i quali la Fondazione punta a rafforzare e valorizzare il proprio ruolo centrale nel welfare per gli agenti e i consulenti finanziari e per i pensionati.
G.M.
La nuova polizza assicurativa
C
Xxxxxxxxx Xxxxxxx, responsabile del servizio prestazioni integrative, presenta la nuova po- lizza riservata agli iscritti della Fondazione.
on la nuova polizza, cosa cambia in particolare per gli iscritti?
Dal 1° novembre 2016 è in vigore la nuova polizza assicurativa RBM Assicurazione Salute. Uti- lizzando il meccanismo di una sana concorrenza fra le società assicurative, la Fondazione Enasarco ha ot- tenuto per gli iscritti indennizzi superiori, rispetto a quelli della polizza precedente, e a un costo inferiore. Quali sono gli step da seguire in caso di un sinistro e come viene gestita la domanda di rimborso?
Si dovrà utilizzare il modello disponibile sul portale xxxxxxxx.xx, corredato dalla fotocopia della documen- tazione medica, e inviarlo entro 90 giorni di tempo dal verificarsi dell’evento, pena la decadenza del dirit- to al risarcimento. La richiesta va inoltrata alla com- pagnia assicuratrice tramite raccomandata A/R; come ulteriore possibilità, si potrà inserirla nel portale di RBM Salute e da lì seguirne lo stato di avanzamento. Come si determinano i rimborsi e in quanto tempo ven- gono liquidati ?
Essenzialmente ci sono 4 tipologie di indennità do- vute a:
1. intervento chirurgico a seguito di malattia. È corrisposto un indennizzo determinato in misura fissa e forfettaria in base alla classe di apparte- nenza dell’intervento;
2. ricovero a seguito di malattia o infortunio. C'è un indennizzo determinato in misura fissa indi- pendentemente dalla durata del ricovero, con o senza intervento chirurgico, dovuto a infortunio o malattia;
3. degenza domiciliare a seguito di malattia o infor- tunio. La polizza prevede un indennizzo deter- minato in misura fissa e forfettaria;
4. grande intervento chirurgico a seguito di malat- tia o infortunio. Vengono liquidate le spese soste- nute a seguito di ricovero per grande intervento chirurgico.
Nella prima casistica è possibile consultare il “Nomen- clatore degli interventi chirurgici”, nelle altre due le re-
lative “Tabelle” e per l’ultima l’elenco “Grandi interven- ti”: tutti questi documenti sono disponibili nel portale xxxxxxxx.xx/Xxxxx/xxxxxxxxx/Xxxxxxxxxxxxx. Quanto ai tempi, la società, entro 35 giorni lavorativi dal ricevi- mento della pratica completa, provvederà al pagamento della prestazione economica direttamente all'assicurato. C’è un’altra importante novità che riguarda gli iscritti, ovvero il Programma delle prestazioni integrative 2017. Anche se ne parleremo più approfonditamente nei prossi- mi numeri del magazine, ci anticipa le principali novità in fatto di welfare?
Il Programma 2017 presenta una serie di importan- ti novità. Sono stati modificati alcuni criteri di am- missione per le prestazioni orientate agli iscritti più giovani; per quelle relative a nascita, maternità, asili nido, libri scolastici e soggiorni estivi, si è ridotto il requisito minimo di contribuzione obbligatoria che scende da cinque anni ai tre attuali.
La Fondazione ha valutato quanto comunicato dai propri iscritti tramite i rapporti con le parti sociali, i social media, e tutti gli altri canali di comunicazione; ne è emerso un quadro che ha visto aumentare il nu- mero di agenti che, pur con attività avviata da anni, si trovano improvvisamente in difficoltà economica per la perdita dei mandati con le preponenti. Per venire incontro a queste esigenze è stato modificato il re- quisito per poter accedere all’erogazione straordinaria, permettendo la richiesta anche a chi non abbia più un mandato aperto da non più di 6 mesi dalla data di presentazione della domanda. Sono inoltre state confermate tutte le prestazioni in essere l’anno prece- dente e inserite due nuove: l’erogazione straordinaria per infortunio, ricoveri o spese mediche per gli agenti over 75 anni e il contributo per la formazione profes- sionale degli agenti che operano in forma individuale. La prima consente all’agente in attività di età superio- re a 75 anni (e quindi non coperto dalla polizza sani- taria agenti) di richiedere un’erogazione straordinaria a copertura parziale di spese derivanti da infortuni, malattie gravi o ricoveri; la seconda prestazione copre il 50% delle spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione inerenti la professione.
G.M.
Numero unico 000.00.00.00: nuovi orari
Aliquote contributive 2017
In breve
A causa del rinnovo e della riqualificazione del Contact Center, fino al 13 marzo sarà possibile chiedere il supporto dei nostri uffici solo attraverso il numero unico 199.303033 dal lunedì al venerdì in un orario ridotto tra le 10:00 e le 16:00. Non saranno attivi i canali email e chat. Per mag- giori informazioni è possibile consultare la guida nel sito xxxxxxxx.xx.
Dal 1° gennaio 2017 entrano in vigore le nuove aliquote previste dal Regolamento delle attività istituzionali della Fondazione: per il fondo previdenza l’aliquota sarà pari al 15,55% (di cui il 3% a titolo di solidarietà) delle provvigioni maturate a partire dal primo trimestre di quest’anno.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la guida
Come si calcola il contributo previdenziale.
Scadenzario: distinta del 4° trimestre 2016
Per le aziende è tempo di scadenze contributive: il paga- mento del quarto trimestre 2016, che ha come termine ulti- mo il 20 febbraio prossimo, è anticipato al 13/2 per le ditte che utilizzano l'addebito bancario, al fine di non incorrere in sanzioni.
Per compilare la distinta, che è già disponibile online, è ne- cessario collegarsi all’area riservata inEnasarco, generare la
Prestazioni integrative 2017
Nel sito xxxxxxxx.xx è disponibile il Programma delle
prestazioni integrative 2017, che presenta una serie di novità, di cui xxxxxxxxx in dettaglio nei prossimi magazi- ne. Le più importanti sono l’erogazione straordinaria per gli over 75 e il contributo per l’aggiornamento professionale, oltre all’introduzione di un criterio per facilitare l’accesso alle prestazioni rivolte maggiormente al sostegno familiare
Minimali e massimali 2017
Agente plurimandatario: il massimale provvigionale annuo per ciascun rapporto di agenzia è pari a 25.000 euro (con- tributo massimo per mandato pari a 3.887,50 euro); il mi- nimale contributivo annuo per ciascun rapporto di agenzia è pari a 418 euro.
Agente monomandatario: il massimale provvigionale annuo per ciascun rapporto di agenzia è pari a 37.500 euro (contri-
Certificazione Unica 2017
Quest’anno la Certificazione Unica 2017 sarà disponi- bile online entro il 31 marzo prossimo. Gli utenti potran- no consultare il documento – relativo ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi diversi per il periodo d’imposta 2016 – direttamente nell’area riservata inEnasarco, nella sezione “Richieste” alla voce “Archivio Documenti”.
distinta, inserire le provvigioni e confermarla.
Ricordiamo che è necessario compilare la distinta di con- tribuzione, indicando le provvigioni maturate dagli agenti, anche se è stato raggiunto il massimale contributivo annuo, senza che ciò determini ulteriori pagamenti. Per approfon- dimenti, è possibile consultare l’articolo "Come pagare i contributi entro le scadenze previste".
degli agenti come il contributo per nascita, maternità, asili nido, libri scolastici e soggiorni estivi.
Si ricorda inoltre che nella guida ai mutui fondiari conven- zionati sono stati pubblicati i nuovi tassi in vigore per il primo semestre 2017.
buto massimo per mandato pari 5.831,25 euro); il minimale contributivo annuo per ciascun rapporto di agenzia è pari a 836 euro.
Scriveteci, ovunque siate.
Fondazione Enasarco Ufficio Comunicazione
Xxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxxxx, 00 00000 — Xxxx
Questi importi sono stati aggiornati dalla Fondazione Ena- sarco a seguito della pubblicazione, da parte dell’Istat, del tasso di variazione annua dell’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Il Museo universale
Industria 4.0. Uomini e
Blue & Lonesome
La La Land
Time out
Dal sogno di Xxxxxxxxx a Xxxx- va di Murano
Roma, Scuderie del Quirinale. Dal 16 dicembre al 12 marzo
Nel 1816 rientrarono a Roma una serie di capolavori artistici appartenenti allo Stato pontificio che erano stati sequestrati duran- te le campagne napoleoniche tra il XVIII e il XIX secolo. Almeno 500 dipinti italiani in quel perio- do furono infatti inviati a Parigi ed esposti al Louvre. Il 2016 è stato quindi un anno particolare, un anniversario importantissimo per la nostra tradizione artistica, culturale e nazionale, che le Scu- derie del Quirinale hanno deciso di celebrare con un eccezionale omaggio alla pittura italiana. Tra le opere esposte il Compianto su Cristo morto di Xxxxx Xxxxxx- se, il Ritratto di Xxxx Xxxxx X di Xxxxxxxx Xxxxxx, il Banchetto di Erode di Xxxxxxx Xxxxxx,
e molti altri ancora. L’obiettivo dell’esposizione è soprattutto quello di sensibilizzare il pub- blico al valore che assunse nel corso del tempo il patrimonio culturale nazionale. A partire dal 1816 cominciò una forte presa di coscienza tra gli artisti, gli intel- lettuali e i collezionisti d’arte sul destino delle nostre opere d’arte, sulla loro unicità e sui modelli spirituali e nazionali che carat- terizzavano quei dipinti capaci di raccontare la storia d’Italia e il suo legame con l’Europa.
macchine nella fabbrica digitale
Un libro a cura di Xxxxxxxx Xx-
gone e Xxxxxxx Xxxxxx
Xx. Xxxxxxx e Associati, pp.176 Provate a immaginare un mondo in cui gli operai e i dipendenti di un’azienda si troveranno a lavorare a contatto con dei robot e dove sarà possibile potenziare e migliorare
le performance lavorative grazie a delle simulazioni virtuali. Ogni fabbrica saprà approvvigionarsi di energia senza sprechi e al minor costo possibile. Ebbene questo fu- turo immaginario in realtà è molto più vicino di quanto si creda. Ce lo indica questo volume di 176 pagine curato da due studiose di giornalismo e tecnologia, Xxxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxx. Si parla di quarta rivoluzione industriale, un’epoca per molti teorici immi- nente che cambierà per sempre stili di vita, prodotti, servizi e me- todologie produttive. Presto gra- zie alla facoltà di comunicazione tra macchine ed esseri umani sarà possibile rilevare e correggere gli errori dei sistemi di produzione e rendere le fabbriche sempre più efficienti. La flessibilità degli im- pianti sarà tale da personalizzare i prodotti in funzione del singolo cliente. I robot lavoreranno a con- tatto con l'uomo e da esso appren- deranno tutti i segreti del mestiere. Ma questo comporterà anche un ruolo determinante e diverso della componente umana e così l’indu- stria 4.0 diventerà anche una sfida culturale ed etica.
Un album dei Rolling Stones
Etichetta: Polydor records
Era uscito nel 2005 l’ultimo al- bum in studio dei Rolling Stones. Ma nel frattempo non è che Xxxx Xxxxxx e compagni avessero smes- so di calcare le scene. Tutt’altro. Nonostante la loro veneranda età i musicisti della band più longeva della storia non hanno perso il vi- zio di andare in giro per l’Europa e l’America Latina a suonare dal vivo i loro classici davanti a platee sempre estasiate. Blue & Lone- some, uscito lo scorso 2 dicembre
e balzato subito al primo posto nelle classifiche inglesi, è il loro grande ritorno in uno studio di registrazione, ma è soprattutto un grande omaggio alla musica che li ha ispirati. Non si tratta infatti di un album con canzoni originali, ma di una raccolta di cover esegui- te dal quartetto inglese e tratte da autori che da sempre sono stati un punto di riferimento per loro: Wil- xxx Xxxxx, Xxxxxx’ Xxxx, Xxxxx Xxxxxxx. Nell’album sono raccolte complessivamente 12 tracce per una quarantina di minuti di puris- simo blues e rock ‘n roll. La forma- zione della band continua a essere la stessa degli ultimi anni: oltre agli immortali Xxxxxx e Xxxxx Xxxxxxxx, ci sono sempre Xxxxxx Xxxx e Xxxxxxx Xxxxx. In un paio di brani figura anche il prestigioso contri- buto alla chitarra di Xxxx Xxxxxxx.
Un film di Xxxxxx Xxxxxxxx
Con Xxxx Xxxxx, Xxxx Xxxxxxx,
X.X. Xxxxxxx. USA 2016
Se amate musica, ballo e colori sgargianti allora La La Land è il film per voi. La città è Los Angeles e i protagonisti sono due giovani che cercano di sfondare nel mondo dello spettacolo. Lui si chiama Xxxxxxxxx, è un musici- sta che ama il jazz e suona in un piano bar in attesa della grande occasione. Lei invece è Xxx, un’a- spirante attrice che tra un provi- no e l’altro fa la cameriera per le star del cinema. I due si incon- trano, si amano e condividono i loro sogni. Ma quando il successo inizierà ad arrivare e le ambizioni diventeranno sempre più grandi riusciranno a rimanere uniti? È il film che ha stregato Xxxxxxx- od e che è il serio favorito nella corsa all’Oscar di quest’anno con un record assoluto di 14 candi-
dature. Il regista e sceneggiatore Xxxxxx Xxxxxxxx è molto gio- vane (32 anni) ed è solo al terzo film, ma con La La Land firma un atto d’amore per lo spettacolo e per la vita che difficilmente può lasciare indifferenti. Oltre ai due attori protagonisti, Xxxx Xxxxxxx ed Xxxx Xxxxx, in grandissima forma, una menzione speciale va alla colonna sonora di Xxxxxx Xxxxxxx, ricca di canzoni bellis- sime e travolgenti.
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