PROGETTO
COMUNE di BUSSETO
REALIZZAZIONE del TRONCO STRADALE di COLLEGAMENTO
tra la S.P. n. 588 "DEI DUE PONTI e S.P. n.94 "BUSSETO - POLESINE"
(TANGENZIALE di BUSSETO 3° STRALCIO)
PROGETTO
Società di ingegneria
Xxx. Xxxxxxxxx, 00 - 00000 XXXXX - Xxxxx Tel. 0521/986773 Fax 0521/988836
Dott. Geol. XXXXXXX XXXXX
Xxx Xxxx Xxxx, 0/X - 00000 XXXXX (XX) Tel. 0521/244693 Fax 0521/241207
OGGETTO:
PROGETTO DEFINITIVO
TAV. N.
ARCHEOLOGIA
A B A C U S s.r.l. - Dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx
Xxx Xxxxxx Xxxxx x. 000 - Xxx Xxxxxxxxx 00000 Xxxxx
tel./ fax 0000.000000 - P.I. – C.F. 02343500340
IMPATTO AMBIENTALE
A M B I T E R s.r.l. - società di ingegneria ambientale
xxx Xxxxxxxx, 0X - 00000 Xxxxx
tel. x000000000000 - fax x000000000000
PARTE GENERALE
TITOLO:
CAPITOLATO SPECIALE PRESTAZIONLE
AGGIORNAMENTI:
A.6
SCALA
-
RILIEVI TOPOGRAFICI
S. T. T O P s.r.l. Servizi Territoriali e Topografici Xxx Xxxxxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxx (XX)
Tel.0524/91243 - Fax. 0524/930626
G E O 3 s.r.l.
Xxx Xxxxxx Xxxxx, 00/X - 00000 XXXXX Tel.0524 944548
IL RESPONSABILE DI PROGETTO
Dott. Xxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx
REV. | DATA | DESCRIZIONE |
0 | Set. 2015 | Emissione |
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Dott. Arch. Xxxxxxx Xxxxxxx
CAPITOLATO SPECIALE PRESTAZIONALE
INDICE
INDICE | 1 | |
-Capo Primo- | 7 | |
OPERE STRADALI: QUALITÀ E | ||
PROVENIENZA DEI MATERIALI - MODO | ||
DI ESECUZIONE DELLE PRINCIPALI | ||
CATEGORIE DI LAVORO A MISURA - | ||
ORDINE DA TENERSI | ||
NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI | 7 | |
Art.1 | QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI | 8 |
Art.2 | MATERIALI | 10 |
Art.3 | BONIFICA DEGLI ORDIGNI BELLICI | 20 |
Art.4 | SONDAGGI E TRACCIATI | 24 |
Art.5 | PROVE DEI MATERIALI | 24 |
Art.6 | MOVIMENTI DI TERRE | 25 |
Art.7 | DEMOLIZIONI | 41 |
Art.8 | MALTE | 42 |
Art.9 | CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI E ARMATI (Normali e precompressi) | 42 |
Art.10 | CONGLOMERATO CEMENTIZIO PER COPERTINE, CANTONALI, PEZZI SPECIALI, PARAPETTI, ECC. | 55 |
Art.11 | CASSEFORME, ARMATURE E CENTINATURE | 55 |
Art.12 | INTONACI E APPLICAZIONI PROTETTIVE DELLE SUPERFICI IN CALCESTRUZZO | 56 |
Art.13 | VERNICIATURE | 57 |
Art.14 | ACCIAIO PER C.A. E C.A.P. | 67 |
Art.15 | ACQUEDOTTI E TOMBINI TUBOLARI | 68 |
Art.16 | CORDONE BENTONITICO IDROESPANSIVO | 68 |
Art.17 | SOVRASTRUTTURA STRADALE (Strati di fondazione, di base, di collegamento e di usura. Trattamenti superficiali) | 69 |
Art.18 | SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI | 88 |
Art.19 | FRESATURA DI STRATI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO CON IDONEE ATTREZZATURE | 88 |
Art.20 | CONGLOMERATI BITUMINOSI A CALDO RIGENERATI IN IMPIANTO FISSO E MOBILE | 89 |
Art.21 | SCOGLIERE PER LA DIFESA DALLE EROSIONI DELLE ACQUE | 92 |
Art.22 | CORDONATA IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO | 93 |
Art.23 | ELEMENTI PREFABBRICATI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO: CANALETTE DI SCARICO, CUNETTE E FOSSI DI GUARDIA, BEOLE | 93 |
Art.24 | CAVIDOTTI | 95 |
Art.25 | PAVIMENTAZIONI IN MASSELLI DI CLS AUTOBLOCCANTI | 95 |
Art.26 | MARCIAPIEDI ED ELEMENTI SPARTITRAFFICO IN CALCESTRUZZO AUTOBLOCCANTI | 96 |
Art.27 | GASDOTTI - ACQUEDOTTI - PRESCRIZIONI GENERALI | 97 |
Art.28 | BARRIERE DI SICUREZZA IN ACCIAIO PARAPETTI METALLICI | 105 |
Art.29 | BARRIERE ANTIRUMORE | 108 |
Art.30 | CARPENTERIA METALLICA | 129 |
Art.31 | SEGNALETICA STRADALE | 129 |
Art.32 | IMPIANTI ELETTRICI DI ALIMENTAZIONE | 130 |
Capo secondo | 147 | |
OPERE A VERDE: NORME PER L’ACCETTAZIONE DEI MATERIALI | 147 | |
Art.33 | TERRA DI COLTIVO RIPORTATA | 148 |
Art.34 | SUBSTRATI DI COLTIVAZIONE | 148 |
Art.35 | CONCIMI | 148 |
Art.36 | AMMENDANTI E CORRETTIVI | 148 |
Art.37 | PACCIAMATURA | 149 |
Art.38 | TESSUTO NON TESSUTO | 149 |
Art.39 | MATERIALE VEGETALE | 149 |
Art.40 | ALBERI | 150 |
Art.41 | ARBUSTI E CESPUGLI | 151 |
Art.42 | PIANTE ERBACEE ANNUALI, BIENNALI E PERENNI. | 151 |
Art.43 | SEMENTI | 152 |
Art.44 | IMPIANTO D’IRRIGAZIONE | 152 |
Art.45 | GARANZIE DELL’IMPIANTO D’IRRIGAZIONE | 153 |
Capo terzo | 154 | |
OPERE A VERDE: NORME PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI | 154 | |
Art.46 | CONDIZIONI DI ESECUZIONE IN GENERALE | 155 |
Art.47 | TRACCIAMENTI | 155 |
Art.48 | DIFESA DELLA VEGETAZIONE IN AREA DI CANTIERE | 155 |
Art.49 | TERRENO VEGETALE | 156 |
Art.50 | ALBERI ED ARBUSTI | 157 |
Art.51 | CONCIMI E TERRICCIATI | 158 |
Art.52 | SEMENTI PER TAPPETI ERBOSI | 158 |
Art.53 | OPERAZIONI PRELIMINARI SUL TERRENO | 159 |
Art.54 | LAVORAZIONI DEL TERRENO | 159 |
Art.55 | CONCIMAZIONI | 159 |
Art.56 | TRATTAMENTI CON DISERBANTI | 160 |
Art.57 | REALIZZAZIONE DEI TAPPETI ERBOSI | 160 |
Art.58 | PRESCRIZIONI PER LA MANUTENZIONE SUCCESSIVA ALL’IMPIANTO | 161 |
Capo quarto | 162 | |
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI | 162 | |
Art.59 | MISURAZIONE DEI LAVORI | 163 |
Art.60 | NOLI | 164 |
Art.61 | SCAVI - DEMOLIZIONI - RILEVATI | 164 |
Art.62 | MURATURE IN GENERE E CONGLOMERATI CEMENTIZI | 167 |
Art.63 | CASSEFORME - ARMATURE - CENTINATURE | 170 |
Art.64 | ACQUEDOTTI E TOMBINI TUBOLARI | 171 |
Art.65 | ACCIAIO PER STRUTTURE IN C.A. E C.A.P. | 173 |
Art.66 | MANUFATTI IN ACCIAIO | 174 |
Art.67 | INTONACI E PROTETTIVI - SMALTI CEMENTIZI -CAPPE D'ASFALTO - IMPERMEABILIZZAZIONI | 174 |
Art.68 | FONDAZIONE IN MISTO GRANULARE E MISTO CEMENTATO | 174 |
Art.69 | MASSICCIATA CILINDRATA E TRATTAMENTO BITUMINOSO | 174 |
Art.70 | CONGLOMERATI BITUMINOSI: STRATI DI BASE, DI COLLEGAMENTO E DI USURA | 175 |
Art.71 | SOVRASTRUTTURA STRADALE | 175 |
Art.72 | SCOGLIERE PER LA DIFESA DEL CORPO STRADALE DALLE EROSIONI DELLE ACQUE | 175 |
Art.73 | CORDONATE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO - ELEMENTI | |
PREFABBRICATI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO - CANALETTE DI | ||
SCARICO - SISTEMAZIONE CON TERRENO COLTIVO DELLE AIUOLE - LAVORI DI RIVESTIMENTO VEGETALE - OPERE IN VERDE | 176 | |
Art.74 | CORDONATE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO | 177 |
Art.75 | ELEMENTI PREFABBRICATI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO: CANALETTE DI SCARICO, CUNETTE E FOSSI DI GUARDIA | 177 |
Art.76 | TELO "GEOTESSILE" PER STRATO ANTICONTAMINANTE, RINFORZO E DRENAGGI | 177 |
Art.77 | CAVIDOTTI | 178 |
Art.78 | MARCIAPIEDI ED ELEMENTI SPARTITRAFFICO IN CLS AUTOBLOCCANTI | 178 |
Art.79 | BARRIERE DI SICUREZZA IN ACCIAIO E PARAPETTI METALLICI | 178 |
Art.80 | BARRIERE ANTIRUMORE | 178 |
Art.81 | LAVORI DIVERSI NON SPECIFICATI NEI PRECEDENTI ARTICOLI | 179 |
-Capo Primo-
OPERE STRADALI: QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI - MODO DI ESECUZIONE DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI LAVORO A MISURA - ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI
Art.1 QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
I materiali da impiegare per i lavori compresi nell'appalto dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia; in mancanza di particolari prescrizioni dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio in rapporto alla funzione a cui sono destinati.
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
I materiali occorrenti per l’esecuzione delle opere appaltate dovranno presentare i requisiti prescritti per ognuno del capitolato salvo il caso che nel capitolato stesso siano determinati i luoghi da cui debbano prendersi alcuni dei materiali medesimi.
In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
I materiali proveranno da località o fabbriche che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché corrispondano ai requisiti di cui sopra.
Quando la Direzione dei Lavori abbia rifiutato una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati dovranno essere allontanati immediatamente dal cantiere a cura e spese della stessa Impresa.
La direzione lavori ha facoltà di prescrivere le qualità dei materiali che si debbono impiegare in ogni singolo lavoro, quando si tratti di materiali non contemplati in queste specifiche.
I campioni rifiutati dovranno immediatamente ed a spesa esclusiva dell’impresa asportarsi dal cantiere e l’impresa sarà tenuta a surrogarli senza che ciò possa darle pretesto alcuno a prolungo del tempo fissato per l’ultimazione dei lavori.
CERTIFICATI DI QUALITA’
Per poter essere autorizzato ad impiegare i vari tipi di prescritti dal presente atto, l’Impresa, prima dell’impiego, dovrà esibire al Direttore dei Lavori, per ogni categoria di lavoro, i certificati rilasciati da un laboratorio ufficiale richiesti dal presente capitolato o che verranno eventualmente richiesti dal Direttore stesso. Tali certificati dovranno contenere i dati relativi alla provenienza ed alla individuazione dei singoli materiali o la loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o fornitura in rapporto ai dosaggi e composizioni proposte. Tali certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione.
PROVE DEI MATERIALI
In relazione a quanto prescritto circa le qualità e caratteristiche dei materiali, e la loro accettazione, l'Impresa fornitrice sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati o da impiegare, attraverso il prelevamento e l’invio dei campioni ai laboratori ufficiali indicati dalla Stazione Appaltante, nonché a tutte le relative prove.
I dati delle prove o i campioni saranno prelevati in contraddittorio, anche presso gli stabilimenti di produzione, per cui l’Impresa si impegna a garantire l’accesso presso detti stabilimenti ed a fornire l’assistenza necessaria.
Di detti dati o campioni potrà essere ordinata la conservazione nell’Ufficio Compartimentale, previa apposizione di sigillo e firma del Direttore dei Lavori e dell’Impresa, nei modi più adatti a garantirne l’autenticità e la conservazione.
Malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Direzione dei Lavori, l'impresa resta totalmente responsabile della riuscita delle opere anche per quanto può dipendere dai materiali stessi.
I materiali da impiegare nei lavori dovranno corrispondere ai requisiti qui di seguito fissati.
L’Appaltatore dovrà inoltre scrupolosamente attenersi alla legislazione vigente in merito alla sicurezza ed in particolare:
- D.M. 20.11.1968 Riconoscimento della efficacia ai fini della sicurezza dell’isolamento speciale completo di cui devono essere dotati gli utensili e gli apparecchi elettrici mobili senza collegamento a terra;
- D.M. 05.03.1973 Riconoscimento di efficacia dei dispositivi a frizione per l’arresto dei fine corsa adottati nei paranchi elettrici;
- Legge 18.10.1977 n.791 Attuazione della direttiva CEE 72/23 relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione;
- D.P.R. 31.07.1980 n.619 Istituzione dell’ISPESL (art.23 legge n.833/1978);
- D.M. Riconoscimento di efficacia ai sensi dell’art. 395 del D.P.R. 24.04.1955 n.547 di sistemi di sicurezza relativi ad elevatori trasferibili non installati stabilmente nei luoghi di lavoro;
- D.M. 04.03.1982 Riconoscimento di efficacia di nuovi mezzi o sistemi di sicurezza per i ponteggi sospesi o motorizzati;
- D.P.R. 08.06.1982 n.524 Segnaletica di sicurezza (rettificato con avviso pubblicato sulla G.U. n.206 del 28.07.1983;
- D.P.R. 21.07.1982 n.673 Attestazione e contrassegno di funi metalliche , catene e ganci;
- Legge 12.08.1982 n.597 Conversione in legge con modifiche del D.L. 30.06.1982 n.390 recante disciplina delle funzioni prevenzionali ed omologative delle USL e dell’ISPESL;
- Legge 02.05.1983 n.179 Interpretazione autentica dell’art.7 del D.P.R. 27.04.1955 n.547 concernente norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro;
- D.M. 01.03.1984 Ordinamento dei servizi dell’ISPESL;
- D.I. 04.02.1984 Modifiche all’autorizzazione alle USL ad esercitare alcune attività omologative di primo e nuovo impianto, in nome e per conto dell’ISPESL;
- D.M. 10.08.1984 Integrazione al D.M. 12.09.1958 concernente l’approvazione del modello del registro infortuni;
- D.M. 28.05.1985 Riconoscimento di efficacia di un sistema individuale anticaduta per gli addetti al montaggio e allo smontaggio dei ponteggi metallici;
- Legge 05.03.1990 n.46 Norme per la sicurezza degli impianti;
- D.M. 19.03.1990 Norme per il rifornimento di carburanti a mezzo di contenitori - distributori mobili per macchine in uso presso aziende agricole, cave e cantieri;
- D.M. 23.03.1990 n.115 Riconoscimento di efficacia per ponteggi metallici fissi aventi interasse tra i montanti superiore a 1.8 m;
- Legge 05.11.1990 n.320 Norme concernenti le mole abrasive;
- decreti legislativi 19 settembre 1994, n. 626, 14 agosto 1996, n. 494, e 19 novembre. n. 528 e SMI riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.
Art.2 MATERIALI
a) Acqua.
Dovrà essere dolce, limpida, esente da tracce di cloruri o solfati, non inquinata da materie organiche o comunque dannose all'uso cui le acque medesime sono destinate e rispondere ai requisiti stabiliti dalle norme tecniche emanate con D.M. 09 gennaio 1996 (S.O. alla G.U. n. 29 del 05/02/1996) in applicazione dell'Art. 21 della Legge 1086 del 5 novembre 1971.
b) Leganti idraulici.
Dovranno corrispondere, come richiamato dal D.M. 09 gennaio 1996, alla legge 26 maggio 1965 n. 595 (G.U. n. 143
del 10.06.1965).
I leganti idraulici si distinguono in:
1) Cementi (di cui all'art. 1 lettera A) - B) - C) della legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
- D.M. 3.6.1968 che approva le «Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi» (G.U. n. 180 del 17.7.1968).
- D.M. 20.11.1984 «Modificazione al D.M. 3.6.1968 recante norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi» (G.U. n. 353 del 27.12.1984).
- Avviso di rettifica al D.M. 20.11.1984 (G.U. n. 26 del 31.1.1985).
- D.I. 9.3.1988 n. 126 «Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi».
2) Agglomerati cementizi e calci idrauliche (di cui all'art. 1 lettera D) e E)della Legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
- D.M. 31.8.1972 che approva le «Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche» (G.U. n. 287 del 6.11.1972).
c) Calci aeree - Pozzolane.
Dovranno corrispondere alle «Norme per l'accettazione delle calci aeree», X.X. 00 novembre 1939, n. 2231 ed alle
«Norme per l'accettazione delle pozzolane e dei materiali a comportamento pozzolanico», X.X. 00 novembre 1939, n. 2230.
d) Additivi
Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue:
fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti - aeranti; fluidificanti - ritardanti; fluidificanti - acceleranti; antigelo – super fluidificanti , impermeabilizzanti.
Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità alle norme secondo i criteri generali.
e) Ghiaie - Ghiaietti - Pietrischi - Pietrischetti - Sabbie per strutture in muratura ed in conglomerati cementizi. Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature
Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 09 gennaio 1996 norme tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale e precompresso, ed a struttura metallica.
Le dimensioni dovranno essere sempre le maggiori tra quelle previste come compatibili per la struttura a cui il calcestruzzo è destinato; di norma però non si dovrà superare la larghezza di cm 5 (per larghezza s'intende la dimensione dell'inerte misurato in una setacciatrice) se si tratta di lavori correnti di fondazione; di cm 4 se si tratta di getti per volti, per lavori di elevazione, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpate o simili; di cm 3 se si tratta di cementi armati; e di cm 2 se si tratta di cappe o di getti di limitato spessore (parapetti, cunette, copertine, ecc.).
Per le caratteristiche di forma valgono le prescrizioni riportate nello specifico articolo riguardante i conglomerati cementizi.
f) Pietrischi - Pietrischetti - Graniglie - Sabbie - Additivi da impiegare per pavimentazioni.
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti «Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali» del C.N.R. (Fascicolo n. 4-Ed. 1953) ed essere rispondenti alle specificazioni riportate nelle rispettive norme di esecuzione dei lavori.
g) Ghiaie - Ghiaietti per pavimentazioni.
Dovranno corrispondere, come pezzatura e caratteristiche, ai requisiti stabiliti nella «Tabella U.N.I. 2710 - Ed. giugno 1945» ed eventuali e successive modifiche.
Dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, privi di elementi alterati, essere puliti e particolarmente esenti da materie eterogenee non presentare perdite di peso, per decantazione in acqua, superiori al 2%.
h) Detrito di cava o tout venant di cava o di frantoio.
Quando per gli strati di fondazione della sovrastruttura stradale sia disposto di impiegare detriti di cava, il materiale deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non plasticizzabile) ed avere un potere portante C.B.R. (rapporto portante californiano) di almeno 40 allo stato saturo. Dal punto di vista granulometrico non sono necessarie prescrizioni specifiche per i materiali teneri (tufi, arenarie) in quanto la loro granulometria si modifica e si adegua durante la cilindratura; per materiali duri la granulometria dovrà essere assortita in modo da realizzare una minima percentuale dei vuoti; di norma la dimensione massima degli aggregati non deve superare i 10 centimetri. Per gli strati superiori si farà uso di materiali lapidei più duri tali da assicurare un C.B.R. saturo di almeno 80; la granulometria dovrà essere tale da dare la minima percentuale di vuoti; il potere legante del materiale non dovrà essere inferiore a 30; la dimensione massima degli aggregati non dovrà superare i 6 centimetri.
i) Cordoni - Bocchette di scarico - Risvolti - Guide di risvolto - Scivoli per accessi - Guide e masselli per pavimentazione.
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle «Tabelle U.N.I. 2712, 2713, 2714, 2715, 2716, 2717, 2718 - Ed. 1945».
j) Scapoli di pietra da impiegare per fondazioni.
Dovranno essere sani e di buona resistenza alla compressione, privi di parti alterate, di dimensioni massime comprese tra 15 e 25 cm ma senza eccessivi divari fra le dimensioni massime e minime misurate nelle diverse dimensioni.
k) Pietra naturale.
Le pietre da impiegare nelle murature e nei drenaggi, gabbionate, ecc., dovranno essere sostanzialmente compatte ed uniformi, sane e di buona resistenza alla compressione, prive di parti alterate.
Dovranno avere forme regolari e dimensioni adatte al loro particolare impiego.
Le pietre grezze per murature frontali non dovranno presentare screpolature e peli, dovranno essere sgrossate col martello ed anche con la punta, in modo da togliere le scabrosità più sentite nelle facce viste e nei piani di contatto in modo da permettere lo stabile assestamento su letti orizzontali e in perfetto allineamento.
l) Materiali laterizi.
Dovranno corrispondere ai requisiti di accettazione stabiliti con X.X. 00 novembre 1939, n. 2233 «Norme per l'accettazione dei materiali laterizi» ed altre Norme UNI: 1607; 5628-65; 5629-65; 5630-65; 5631-65; 5632-65; 5633-
65.
I materiali dovranno essere ben cotti, di forma regolare, con spigoli ben profilati e dritti; alla frattura dovranno presentare struttura fine ed uniforme e dovranno essere senza calcinaroli e impurità.
I forati e le tegole dovranno risultare di pasta fine ed omogenea, senza impurità, xxx xxxxx, privi di nodi, di bolle, senza ghiaietto o calcinaroli, sonori alla percussione.
m) Manufatti di cemento.
I manufatti di cemento di qualsiasi tipo dovranno essere fabbricati a regola d'arte, con dimensioni uniformi, dosature e spessore corrispondenti alle prescrizioni e ai tipi; saranno ben stagionati, di perfetto impasto e lavorazione, sonori alla percussione senza screpolature e muniti delle eventuali opportune sagomature alle due estremità per consentire una sicura connessione.
n) Materiali ferrosi.
Saranno esenti da scorie, soffiature, saldature o da qualsiasi altro difetto. In particolare essi si distinguono in:
1) - acciai per c.a., c.a.p. e carpenteria metallica: dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti dalle Norme Tecniche emanate con D.M. 09 gennaio 1996 in applicazione dell'art. 21 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086;
2) - lamierino di ferro per formazione di guaine per armature per c.a.p.:
dovrà essere del tipo laminato a freddo, di qualità extra dolce ed avrà spessore di 2/10 di mm;
3) - acciaio per apparecchi di appoggio e cerniere: dovrà soddisfare ai requisiti stabiliti dalle Norme Tecniche emanate con D.M. 09 gennaio 1996 in applicazione dell'art. 21 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086.
o) Ghisa
La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di frattura grigia, finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da
screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre perfettamente modellata.
E’ assolutamente escluso l’impiego di ghise fosforose.
I chiusini e le caditoie saranno in ghisa grigia o sferoidale secondo norma UNI 4544, realizzati secondo norme UNI EN 124 di classe adeguata al luogo di utilizzo, in base al seguente schema:
Luoghi di utilizzo | classe | portata |
Per carichi elevati in aree speciali | E600 | 60 ton |
Per strade a circolazione normale | D400 | 40 ton |
Per banchine e parcheggi con presenza di veicoli pesanti | C250 | 25 ton |
Per marciapiedi e parcheggi autovetture | B125 | 12.5 ton |
Laddove indicato si impiegheranno chiusini in ghisa sferoidale a due o quattro semi coperchi triangolari incernierati su un fianco, in rispetto alla normativa che prevede un sforzo massimo, per l’apertura manuale, non superiore a 25 kg
p) Legnami.
Da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno soddisfare a tutte le prescrizioni ed avere i requisiti delle precise categorie di volta in volta prescritte e non dovranno presentare difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire da vero tronco e non dai rami, saranno diritti in modo che la congiungente i centri delle due basi non esca in alcun punto dal palo.
Dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza fra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare il quarto del maggiore dei due diametri.
I legnami, grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, dovranno avere tutte le facce spianate, tollerandosi in corrispondenza ad ogni spigolo l'alburno e lo smusso in misura non maggiore di 1/5 della minore dimensione trasversale dell'elemento.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega e dovranno avere tutte le facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta.
I legnami in genere dovranno corrispondere ai requisiti di cui al D.M. 30 ottobre 1912.
q) Prodotti per impermeabilizzazione
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione quelli che si presentano sotto forma di:
- membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
- prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua.
a) Le membrane si designano descrittivamente in base:
1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
4) al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere nontessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.).
b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
1) mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
2) asfalti colati;
3) malte asfaltiche;
4) prodotti termoplastici;
5) soluzioni in solvente di bitume;
6) emulsioni acquose di bitume;
7) prodotti a base di.polimeri organici.
c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alla lacerazione:
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
- stabilità di forma a caldo;
- impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;
- permeabilità al vapore d'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria ed acqua;
- resistenza all'ozono (solo per xxxxxxxxxxx e plastomeriche);
- resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
e) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alle lacerazioni;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionali a seguito di azione termica;
- stabilità di forma a caldo (esclusi prodotti a base di PVC, EPDM, IIR);
- comportamento all'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria;
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione;
- l'autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare strati di tenuta all'acqua e secondo del materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti.
• Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti
specificati, per i diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.
• Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 227.
• Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191.
• Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4377 FA 233.
• Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4378 FA 234.
• I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici, epossi-poliuretanici,
epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati) devono essere valutati in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori.
r) Bitumi - Emulsioni bituminose.
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti «Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali - Caratteristiche per l'accettazione», Ed. maggio 1978; «Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali», Fascicolo n. 3, Ed. 1958; «Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali (Campionatura dei bitumi)», Ed. 1980.
s) Bitumi liquidi o flussati.
Dovranno corrispondere ai requisiti di cui alle «Norme per I' accettazione dei bitumi liquidi per usi stradali», Fascicolo
n. 7 - Ed. 1957 del C.N.R.
t) Polveri di roccia asfaltica
Le polveri di roccia asfaltica non devono contenere mai meno del 7% di bitume; possono essere ottenute miscelando i prodotti della macinazione di rocce con non meno del 6% e non più del 10% di bitume; possono anche essere trattate con olii minerali in quantità non superiori all'1%.
Ai fini applicativi le polveri vengono distinte in tre categorie (I, II, III).
Le polveri della I categoria servono per la preparazione a freddo di tappeti composti di polvere asfaltica, pietrischetto ed olio; le polveri della II categoria servono per i conglomerati, gli asfalti colati e le mattonelle; le polveri della III categoria servono come additivi nei conglomerati e per aggiunte ai bitumi ed ai catrami.
Le polveri di I e II categoria devono avere finezza tale da passare per almeno il 95% dal setaccio 2, U.N.I. - 2332. Le polveri della III categoria devono avere la finezza prescritta per gli additivi stradali (norme C.N.R.).
Le percentuali e le caratteristiche dei bitumi estratti dalle polveri devono corrispondere ai valori indicati dalle tabelle riportate dalle Norme del C.N.R. Ed. 1956.
u) Olii asfaltici
Gli olii asfaltici impiegati nei trattamenti superficiali con polveri asfaltiche a freddo vanno distinti a seconda della provenienza della polvere, abruzzese o siciliana, con la quale si devono impiegare e della stagione, estiva od invernale, in cui i lavori si devono eseguire.
Per la stagione invernale si dovranno impiegare olii tipo A, e per quella estiva olii tipo B. Tutti questi olii devono contenere al massimo lo 0,50% di acqua, ed al massimo il 4% di fenoli; le altre caratteristiche, poi, devono essere le seguenti:
1) olii di tipo A (invernale) per polveri abruzzesi: viscosità Engler a 25°C da 3 a 6; distillato sino a 230°C al massimo il 15%; residuo a 330°C almeno il 25%; punto di rammollimento alla palla e anello 30 ÷45°C;
2) olii di tipo A (invernale) per polveri siciliane: viscosità Engler a 50°C al massimo 10; distillato sino a 230°C al
massimo il 10%; residuo a 330°C almeno il 45%; punto di rammollimento alla palla e anello 55 ÷ 70°C;
3) olii di tipo B (estivo) per polveri abruzzesi: viscosità Engier a 25°C da 4 a 8; distillato sino a 230°C al massimo l'8%; residuo a 330°C almeno il 30%; punto di rammollimento alla palla e anello 35 ÷50°C;
4) olii di tipo B (estivo) per polveri siciliane: viscosità Engler a 50°C al massimo 15%; distillato sino a 230°C al
massimo il 5%; residuo a 330°C almeno il 50%; punto di rammollimento alla palla e anello 55÷70°C.
Per gli stessi impieghi si possono usare anche olii derivanti da catrame e da grezzi di petrolio, o da opportune miscele di catrame e petrolio, purché di caratteristiche analoghe a quelle sopra riportate.
In caso di necessità gli olii possono venire riscaldati ad una temperatura non superiore a 60°C.
v) Teli di «geotessile».
Il telo «geotessile» avrà le seguenti caratteristiche:
- composizione: sarà costituito da polipropilene o poliestere senza l'impiego di collanti e potrà essere realizzato con le seguenti caratteristiche costruttive:
1) con fibre a filo continuo;
2) con fibre intrecciate con il sistema della tessitura industriale a "trama ed ordito";
3) con fibre di adeguata lunghezza intrecciate mediante agugliatura meccanica.
Il telo «geotessile» dovrà altresì avere le seguenti caratteristiche fisico - meccaniche:
- coefficiente di permeabilità: per filtrazioni trasversali, compreso fra l0-3 e 10-1 cm/sec (tali valori saranno misurati per condizioni di sollecitazione analoghe a quelle in sito);
- resistenza a trazione: misurata su striscia di 5 cm di larghezza non inferiore a 600 N/5cm (1), con allungamento a rottura compreso fra il 10% e l'85%. Qualora nei tratti in trincea il telo debba assolvere anche funzione di supporto per i
sovrastanti strati della pavimentazione, la D.L. potrà richiedere che la resistenza a trazione del telo impiegato sia non inferiore a 1200 N/5cm o a 1500 N/5cm, fermi restando gli altri requisiti.
Per la determinazione del peso e dello spessore del «geotessile» occorre effettuare le prove di laboratorio secondo le Norme C.N.R. pubblicate sul B.U. n. 110 del 23.12.1985 e sul B.U. n. 111 del 24.12.1985.
(1) Prova condotta su strisce di larghezza 5 cm e lunghezza nominale di 20 cm con velocità di deformazione costante e pari a 2 mm/sec; dal campione saranno prelevati 3 gruppi di 5 strisce cadauno secondo le tre direzioni: longitudinale, trasversale e diagonale; per ciascun gruppo si scarteranno i valori minimo e massimo misurati e la media sui restanti 3 valori dovrà risultare maggiore del valore richiesto.
w) Tubazioni di calcestruzzo di cemento normale – Tubazioni monolitiche.
I tubi di cemento saranno costituiti da conglomerato composto di Kg 400 di cemento tipo 425 e ogni mc 0,800 di ghiaiettina e di mc 0,400 di sabbia e potranno costruirsi meccanicamente in apposito cantiere ovvero a mano, sia direttamente nei cavi, dove devono impiantarsi, sia in cantiere. Il ghiaiettino potrà essere sostituito da un’eguale quantità di pietrischetto.
La scelta del sistema di fabbricazione dei tubi sarà fatta dall’impresa secondo i mezzi di cui dispone e può avvalersi restando però essa in ogni caso responsabile della buona esecuzione e della regolare riuscita della condotta.
I tubi dovranno essere calibrati e di spessore uniforme. Gli spessore dei tubi saranno i seguenti:
• diametro interno mm 100 spessore minimo mm 25
• diametro interno mm 120 spessore minimo mm 25
• diametro interno mm 140 spessore minimo mm 30
• diametro interno mm 150 spessore minimo mm 30
• diametro interno mm 180 spessore minimo mm 30
• diametro interno mm 200 spessore minimo mm 30
• diametro interno mm 250 spessore minimo mm 35
• diametro interno mm 300 spessore minimo mm 35
• diametro interno mm 400 spessore minimo mm 45
• diametro interno mm 500 spessore minimo mm 55
Qualunque sia il sistema di fabbricazione prescelto dall’Impresa il conglomerato dovrà essere compreso im modo da raggiungere la massima compattezza, uniformità ed impermeabilità.
Non sarà tollerata alcuna diminuzione del diametro interno, mentre per gli spessori si ammetterà una tolleranza di mm 3.
Per i tubi fabbricati meccanicamente la superficie interna dovrà risultare perfettamente liscia; per quelli ottenuti con fabbricazione a mano la superficie interna sarà rivestita con intonaco lisciato di malta di cemento e sabbia in parti uguali dello spessore di 3 mm.
I tubi saranno tolti dalle forme non prima delle 24 ore dalla loro ultimazione e per 15 giorni successivi dovranno subire una conveniente stagionatura in apposite vasche oppure con frequenti ed abbondanti aspersioni con acqua. In ogni caso
i tubi non potranno essere trasportati o collocati in opera prima che siano trascorsi quaranta giorni dalla loro fabbricazione.
La Direzione dei lavori si riserva la facoltà di rifiutare i tubi approvvigionati in cantiere che a suo insindacabile giudizio si presentassero comunque difettosi.
x) Tubi in calcestruzzo in cemento armato centrifugato di tipo normale.
I tubi di cemento saranno costituiti da conglomerato composto di Kg 500 di cemento ogni mc 0,80 di ghiaietto e pietrischetto e mc 0,40 di sabbia e dovranno costruirsi meccanicamente in appositi cantieri. i tubi dovranno essere di forma e spessore regolari. La lunghezza utile dei tubi sarà di 3 m.
I giunti potranno essere indifferentemente del tipo a manicotto o del tipo ad anello a seconda della richiesta della direzione lavori.
Qualunque sia il sistema di lavorazione per la fabbricazione prescelta dall’impresa il conglomerato dovrà essere compresso in modo da raggiungere la massima compattezza, uniformità ed impermeabilità. La superficie interna dei tubi dovrà risultare liscia. Essi saranno tolti dalle forme non prima delle 24 ore dalla loro ultimazione e per quindici giorni successivi dovranno subire una conveniente stagionatura in apposite vasche oppure con frequenti ed abbondanti aspersione d’acqua.
In ogni caso i tubi non potranno essere trasportati e collocati in opera prima che siano trascorsi 30 giorni dalla loro fabbricazione.
Per quanto riguarda la dimensioni dei tubi saranno ammesse le seguenti tolleranza:
• rispetto al diametro teorico interno, tolleranza ± 0,01 D+5 mm
• rispetto allo spessore una tolleranza massima in meno dello 0,1 di 8 rispetto allo spessore normale
• rispetto alla ovalizzazione dello 0,005 di D + 3 mm
• per le altre tolleranze in genere si adotteranno quelle di uso per l’ente acquedotto pugliese per quanto giustamente ed equamente prescrivibili per tubi di fognatura
I tubi armati centrifugati saranno armati con fili longitudinali di acciaio trafilato crudo e con spirale di armatura di uguale materiale, opportunamente disposti e nel numero e nelle dimensioni prescelte da ognuna delle ditte costruttrici.
I tubi saranno alloggiati e disposti mediante opportuni giunti a manicotto pure armato, o da anello esterno, a seconda che richiederà la direzione dei lavori. I tubi appoggeranno sopra apposite sellette in cemento armato in numero di due per ogni tubo. La direzione lavori si riserva di rifiutare i tubi approvvigionati in cantiere che, a suo insindacabile giudizio si presenteranno comunque difettosi.
y) Pozzetti in cemento armato
L’impresa è tenuta a fornire e posare pozzetti in conglomerato cementizio prefabbricati compresa l'eventuale stuccatura delle giunzioni con malta di cemento, lo scavo ed ogni altro onere, dati in opera compresi allaccio e sottofondo in cls a x.xx 1.5 dello spessore di cm. 10. Le dimensioni dei pozzetti da impiegarsi saranno quelle indicate nei disegni esecutivi. Oltre ai pozzetti, qualora la Direzione dei Lavori lo ritenga necessario o quando espressamente previsto in progetto, dovranno impiegarsi prolunghe in cls e provvedere a stuccature o tagli per arrivare alla quota di progetto.
Resta inteso che a copertura dei pozzetti si utilizzeranno chiusini in cls prefabbricati completi di telaio o in ghisa sferoidale.
z) Tubi in policloruro di vinile
L’impresa è tenuta a fornire e posare tubi UNI 7473/75 serie 302 cloruro di polivinile a sezione circolare con giunto a bicchiere con relativi anelli di tenuta, conformi alle norme UNI per PN di 2.5 kg/cmq. Sono compresi gli oneri relativi all'approvvigionamento di tubi, lo scarico, l'accatastamento, la ripresa, lo sfilamento lungo lo scavo, il montaggio dei giunti, la posa definitiva, l'allacciamento delle/alle eventuali condotte esistenti
Sono inclusi, poi, gli oneri per la formazione del sottofondo, del rinfianco e della copertura in cls di cemento a x.xx 2.5 R325 non inferiore a cm. 15 attorno al tubo; per l'utilizzo del tubo in polifore viene previsto l'utilizzo di traini passacavi lungo tutto il tracciato.
Andranno, inoltre, disposti collari a staffa a quattro bulloni con rinforzi in acciaio, guarnizioni a corredo, tappo filettato, serie ISU 64, compreso ogni onere e/o magistero per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte.
Per la rete elettrica si dovranno impiegare tubi con diametro interno pari a quanto indicato sui disegni esecutivi, con pozzetti, delle dimensioni sempre secondo disegni esecutivi, con a copertura chiusini in ghisa sferoidale o conglomerato cementizio con indicazione per l’identificazione dell’impiego del pozzetto.
Per la rete fognaria verranno impiegati tubi, sempre in policloruro di vinile, UNI 7447/75 serie 303/1, del diametro interno secondo disegni esecutivi e pozzetti con eventuali prolunghe, con, a copertura, chiusini percolanti in ghisa sferoidale dotati di sifone.
aa) Tubi in polietilene
L’impresa è tenuta a fornire e posare tubi in polietilene alta densità (P.E. a.d.) con marchio IIP conforme norme UNI 7611-7615, serie 312, (saldati) per fluidi in pressione con giunzione mediante saldatura in testa, letto di posa e rivestimento della condotta con sabbia per uno spessore medio di 10 cm., sfilamento, calo, allaccio ed ogni altro onere per dare la condotta perfettamente funzionante e collaudata. Il diametro esterno, salvo diversa disposizione da parte della Direzione dei Lavori, sarà quello indicato sui disegni esecutivi.
I pozzetti impiegati lungo la rete dovranno essere in conglomerato cementizio prefabbricati, dotati eventualmente di prolunghe, e con, a copertura, i relativi chiusini.
ab) cordoni bentonitici
L’impresa è tenuta a fornire e posare cordoni bentonitici idroespansivi composti da 25% gomma butilica, 75% Bentonite di Sodio (espresse in percentuale di peso)
con peso specifico non minore di 1,6 gr/cm3, con garanzia di espansione a contatto con acqua di 6 volte del volume iniziale minimo, e con resistenza al carico idraulico fino a 5 bar.
Da utilizzare per la sigillatura delle riprese verticali ed orizzontali dei getti in calcestruzzo.
Il cordone bentonitico deve essere posto sul piano di posa, preventivamente ripulito da polvere e materiale incoerente, dovrà essere ingabbiato con le apposite reti di fissaggio e fissato con chiodi aventi passo non superiore ai 30 cm.
Deve in ogni caso essere garantita una copertura minima del manufatto sui lati di 8 cm.
Il cordone deve essere appoggiato sui piani di posa evitando accuratamente ogni interposizione tra il manufatto e la superficie stessa, ed ogni situazione che provochi schiacciamento del materiale od impedisca il confinamento regolare da parte del calcestruzzo.
Lame o tiranti del getto verticale debbono essere posizionate ad una distanza minima dal piano orizzontale non inferiore a 5-10 cm.
I cordoni andranno posati a temperature comprese tra i –5° e i +50° C
Art.3 BONIFICA DEGLI ORDIGNI BELLICI
1.1 Campo di applicazione
La presente sezione di Capitolato si applica ai lavori di Bonifica ordigni Bellici (B.O.B.).
Con la dicitura "Bonifica da Ordigni Bellici" si intendono tutte le attività finalizzate alla ricerca, disinnesco e la rimozione di ordigni bellici di qualsiasi natura dalle aree interessate dai lavori di costruzione oggetto del presente Capitolato.
Per ordigni bellici, indipendentemente dalla terminologia utilizzata nel seguito ed in ogni altro documento contrattuale o progettuale. si intendono: mine, bombe. proiettili. ordigni esplosivi, masse ferrose e residuati bellici di qualsiasi natura.
I lavori di bonifica dovranno essere eseguiti nel rispetto delle leggi dello Stato e dei regolamenti militari vigenti, e di quanto prescritto dal presente Capitolato.
In caso di conflitto, le prescrizioni e le disposizioni che l'Amministrazione Militare, competente per territorio, riterrà opportuno impartire circa l'esecuzione dei lavori di bonifica, potranno prevalere. con
l'accordo della DL, su quelle del presente Capitolato.
1.2 Oneri generali
a) La "Bonifica da Ordigni Bellici", ove prevista, è da intendersi tassativamente propedeutica a qualsiasi altra attività lavorativa e deve essere eseguita secondo le prescrizioni del progetto (da eseguirsi a cura e onere dell’ Appaltatore) le eventuali prescrizioni della Direzione Genio militare territorialmente competente.
b) Prima dell'inizio dei lavori di bonifica. l’Appaltatore , per il tramite della DL, dovrà richiedere le necessarie autorizzazioni e prescrizioni alla Direzione Generale Militare del Genio Militare competente.
c) La documentazione da sottoporre alla Direzione Generale Militare dovrà comprendere:
- In planimetria delle zone da bonificare;
- la data di inizio e la data di fine lavori prevista;
- l'elenco del personale tecnico specializzato b.c.m. (dirigenti tecnici, assistenti tecnici, rastrellatori, operai qualificati);
- una copia dei brevetti, non scaduti. rilasciati dall'Amministrazione Militare, attestanti l'idoneità di tutto il personale specializzato in riferimento alla qualifica per la quale dovrà essere impiegato;
- l'elenco del personale ausiliario
d) Almeno due giorni lavorativi prima dell'inizio delle attività, l'Appaltatore dovrà comunicare all'Amministrazione Militare:
- l'effettiva data di inizio lavori e la loro durata;
e) Il dirigente tecnico b.c.m. designato dall'impresa esecutrice, dovrà presenziare alla consegna dei lavori ed al rilascio delle prescrizioni da parte dell'Amministrazione Militare e dovrà controllare la regolarità dell'esecuzione.
f) Il coordinamento continuativo delle attività dovrà essere affidato ad un assistente tecnico b.c.n. che dovrà essere presente nell'area di lavoro durante l'intero orario lavorativo di ciascuna giornata e che avrà la responsabilità della custodia e della regolare compilazione dei documenti di cantiere.
C) l'Appaltatore, nella esecuzione dei lavori, dovrà attenersi alle disposizioni e, precauzioni da osservare per assicurare la continuità e la sicurezza dell'esercizio ferroviario.
h) Giornalmente all'inizio dell'attività lavorativa, l'Appaltatore consegnerà alla Direzione Lavori l'elenco nominativo, con qualifica, del personale effettivamente presente ed operante in cantiere.
i) Per una certa e completa identificazione degli operai che saranno impiegati nei lavori, la Direzione Lavori, potrà richiedere il certificato penale e quello di buona condotta e l'esibizione della carta di identità personale degli addetti ai lavori.
j) Le zone da bonificare dovranno essere opportunamente recintate e segnalate; sarà cura dell'Appaltatore richiedere l'intervento delle autorità preposte per i provvedimenti da adottare per la disciplina del transito nelle zone interessate dai lavori di bonifica.
k) Tutti i residuati bellici, di qualsiasi natura, rinvenuti appartengono e dovranno essere consegnati alla Amministrazione Militare.
l) Nel caso di lavori da eseguire su fondale marino, lacustre, alveo di fiume o comunque in presenza d'acqua. l'Appaltatore dovrà adeguare le attrezzature di ricerca e di servizio alla particolare tipologia dei luoghi.
m) Tutto il materiale proveniente dal taglio della vegetazione ed il materiale di risulta proveniente da scavi; trovanti, etc., dovrà essere trasportato a rifiuto in una discarica autorizzata che se non già prevista in progetto, dovrà indicata dall'Appaltatore, che dovrà anche ottenerne la disponibilità, e approvata dalla DL.
n) A conclusione dei lavori, L’Appaltatore dovrà fornire all'Amministrazione militare competente:
- l'elenco degli ordigni rinvenuti nel corso dei lavori;
- la planimetria indicante le zone bonificate;
- la "Dichiarazione a Garanzia" di avvenuta bonifica.
o) L'appaltatore, alla fine dei lavori dovrà rilasciare alla DL i certificati di collaudo e le attestazioni indicanti la corretta esecuzione dei lavori di Bonifica dopo averli richiesti a propria cura e spese alle autorità militari competenti.
1.3 Oneri per la sicurezza
a) I lavori dovranno essere eseguiti con tutte le prescrizioni intese ad evitare danni alle persone ed alle cose, osservando, a tale scopo, le particolari norme tecniche specificate dall'Amministrazione Militare competente, nonché le vigenti prescrizioni di Pubblica Sicurezza per il maneggio l'uso, il trasporto e la conservazione degli esplosivi, ed in particolare gli articoli 46 e 52 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza ed il relativo regolamento esecutivo del 18 Giugno l93 l n. 773 e leggi successive
b) L'Appaltatore, prima dell'inizio dei lavori, dovrà dare evidenza di aver ottemperato a quanto prescritto dalle leggi vigenti. La constatazione di quanto attuato e l'autorizzazione all'inizio lavori non esonera L’Appaltatore dalla propria responsabilità sull'andamento dei lavori.
c) In considerazione del fatto che i suddetti lavori di bonifica tendono a tutelare la pubblica incolumità e la sicurezza della circolazione dei treni, i lavori stessi saranno eseguiti in conformità della Circolare numero 300146 del 21 Novembre 1952 del Ministero degli Interni.
d) L'Appaltatore è tenuto ad assicurare il necessario servizio di pronto soccorso agli operai per il caso di incidenti per scoppio di ordigni esplosivi, predisponendo un posto di pronto soccorso con infermiere ed autoambulanza. sempre presenti durante le ore di lavoro, e materiali sanitari sufficienti per un primo soccorso d'urgenza e per i l trasporto dei
feriti in un ospedale vicino, prestabilito, in seguito a precisi accordi tra l’Appaltatore e le locali Autorità. Copia dei sopraccitati accordi dovrà essere inviata.
per informazione. alla Direzione Lavori prima dell'inizio delle attività unitamente alla dislocazione sulle aree da bonificare dei posti di Pronto Soccorso all'uopo predisposti.
2 NORMATIVE D1 RIFERIMENTO
Si richiamano, a titolo non esaustivo, le principali normative relative all'argomento in oggetto:
- D.L.L. 12/01/46. n. 320 e leggi successive
- R.D. 1SIO6i31 no 773 T.U. leggi Pubblica Sicurezza Artt.46 e 52 e leggi successive
- Regolamento esecutivo al T.U. di cui sopra
- Circolare 300146 del 24!11/52 del Min. Interni
- Capitolato Ministero Difesa Esercito ed. 1981 o successive 3 DEFINIZIONI
Per i termini tecnici, utilizzati nella presente specifica, si riportano di seguito le relative definizioni:
ORDIGNI BELLICI: si intendono, salvo eccezioni esplicitamente indicate: mine, bombe, proiettili od altri ordigni esplosivi in genere, nonché masse ferrose e residuati bellici di qualsiasi natura.
LAVORI DI BONIFICA: si intende l'insieme di tutte le azioni da intraprendere per l'eliminazione, mediante asportazione ed allontanamento, oppure la neutralizzazione, mediante brillamento, di tutti gli ordigni bellici dalla zona di bonifica.
ZONA DI BONIFICA: si definisce la porzione di territorio topografico in cui sia accertata o presunta la presenza di ordigni bellici e la cui estensione sia planimetrica che nel sottosuolo è definita in accordo con le competenti Autorità Militari.
Le fasi di lavoro da svolgere per effettuare la bonifica sono le seguenti:
- Rimozione della vegetazione
- Esplorazione del terreno
- Scavo per il recupero degli ordigni bellici
- Rimozione degli ordigni bellici.
4 RIMOZIONE DELLA VEGETAZIONE
Ove necessario. prima di procedere alla ricerca degli ordigni bellici. si dovrà procedere alla rimozione della vegetazione.
Il taglio della vegetazione dovrà essere eseguito in tutte quelle zone ove la presenza della stessa ostacoli l'uso dell'apparecchio cercamine e sarà effettuato da operai qualificati b.e.m. sotto il controllo di un rastrellatore.
Nel tagliare la vegetazione non dovranno essere esercitate pressioni sul terreno da bonificare e dovranno essere rispettate tutte le eventuali piante di alto fusto e tutte le "matricine" da lasciare in zona. salvo diverse disposizioni.
I1 materiale di risulta verrà accatastato in zona già bonificata e successivamente trasportato a rifiuto come indicato al punto 1.2m).
5 ESPLORAZIONE DEL TERRENO
La ricerca degli ordigni bellici dovrà essere effettuata con l'impiego di idonei apparecchi cercamine.
Il terreno da esplorare dovrà essere convenientemente frazionata in modo da avere la massima garanzia di completezza dell'esplorazione.
Le modalità di ricerca dovranno essere conformi alle prescrizioni in materia emanate dalla amministrazione militare e dovranno essere concordate con l'Autorità territorialmente competente.
L'attività di ricerca sarà suddivisa nelle seguenti tre fasi:
- esplorazione del piano soggetto a bonifica, nella sua consistenza al momento della esecuzione dei lavori, con cercamine selettivo fino ad almeno cm 30 di profondità tipo S.C.R. 625;
- esplorazione del piano soggetto a bonifica con cercamine tipo Xxxxxxx per la ricerca e localizzazione di masse ferrose fino alla profondità di almeno cm 100;
- esplorazione e localizzazione in profondità eseguita per strati successivi, non superiore a 1 metro, previa bonifica dello strato da sbancare. o mediante esecuzioni di perforazioni verticali con l'impiego di apposito apparecchio di ricerca.
La ricerca con cercamine selettivo fino a 30 cm dovrà essere eseguito solo se specificatamente richiesta dall'Amministrazione Militare; in caso contrario l'esplorazione sarà iniziata con il cercamine tipo xxxxxxx.
La ricerca in profondità dovrà essere eseguita quando richiesta dai documenti di progetto e/o dall'Amministrazione Militare.
La ricerca in profondità dovrà essere eseguita in stretto accordo alle modalità prescritte dall'Amministrazione Militare ed in ogni caso potrà avere inizio soltanto dopo che le masse ferrose localizzate con le precedenti fasi siano state rimosse.
Tutte le masse ferrose localizzate nel corso dell'esplorazione, ove non fossero subito rimosse, dovranno essere identificate in sito mediante idonee ed evidenti segnalazioni ed essere riportate su una planimetria indicando le coordinate planimetriche e la profondità rispetto al piano di campagna.
Tale planimetria sarà utilizzata per la successiva fase di recupero. 6 SCAVO PER IL RECUPERO DEGLI ORDIGNI BELLICI
Gli scavi finalizzati al recupero delle masse ferrose individuate con le fasi di ricerca superficiale dovranno essere effettuati esclusivamente a mano con precauzione ed attrezzature adeguate alla particolarità ed ai rischi della operazione.
Gli scavi finalizzati al recupero delle masse ferrose profonde potranno essere effettuati con mezzi meccanici con azionamento oleodinamico fino ad una quota un metro più elevata di quella della massa ferrosa da rimuovere (e comunque per strati non superiori a 70/80 cm per volta), la restante parte dello scavo dovrà essere eseguita a mano.
Gli scavi di sbancamento di strati già bonificati, per effettuazione di ricerche a strati successivi, previa approvazione dell’Amministrazione Militare, potranno essere eseguiti con mezzi meccanici.
Tutti gli scavi dovranno essere effettuati sotto la sorveglianza di un assistente tecnico b.c.m. o di un rastrellatore b.c.m.. Ove necessario L’Appaltatore dovrà provvedere a sbadacchiare od armare le pareti degli scavi e dovrà altresì provvedere all'aggottamento e alla regolamentazione delle acque meteoriche o di falda.
Tutte le aree scavate, al termine della bonifica, dovranno essere convenientemente rinterrate, con materiale proveniente dagli scavi o di fornitura dell’ Appaltatore, per ripristinare il preesistente stato dei luoghi.
7 COLLAUDO
Il collaudo dei lavori di bonifica, verrà eseguito secondo le modalità prescritte dall'Amministrazione Militare.
Resta inteso che al collaudo tecnico procederà l'Amministrazione Militare. dietro richiesta dell'Appaltatore, che è tenuto ad informare la DL dell'avvenuta richiesta, entro un mese dalla data di ultimazione dei lavori.
8 ULTERIORI SPECIFICHE PER LA BONIFICA DA ORDIGNI BELLICI
8.1 Qualifica del personale e dei mezzi
8.1.1 Personale
Il personale adibito a mansioni che implichino particolari specializzazioni. dovrà esser in possesso delle relative patenti o brevetti di specializzazione, riconosciuti Dalla legge e/o dall'Amministrazione Militare non scaduti.
8.1.2 mezzi di trasporto
I mezzi adibiti al trasporto di ordigni esplosivi dovranno essere dotati di relativo e regolare permesso e coperti da adeguate assicurazioni.
8.1.3 Attrezzature
le apparecchiature di rilevamento di masse metalliche, dovranno essere dei tipi di seguito elencati:
- Cercamine selettivo di tipo S.C.R. 6 3 o similare, per esplorazione fino a 30 cm. Di profondità.
- Cercamine tipo Xxxxxxx per esplorazione fino a 100 cm. di profondità.
Art.4 SONDAGGI E TRACCIATI
Subito dopo la consegna dei lavori, allo scopo di determinare con la dovuta esattezza possibile il programma delle opere da eseguire, l'Impresa dovrà effettuare, a suo carico e spese, i sondaggi necessari alla determinazione della natura dei terreni, per profondità di almeno un metro al di sotto delle quote rosse per gli scavi e al di sotto delle quote nere per i rilevati.
Prima di porre mano ai lavori di sterro e riporto, l'Impresa è obbligata ad eseguire la picchettazione completa del lavoro, in modo che risultino indicati i limiti degli scavi e dei riporti in base alla larghezza del piano stradale, alla inclinazione delle scarpate, alla formazione delle cunette. A suo tempo dovrà pure stabilire, nei tratti che indicherà la Direzione dei Lavori, le xxxxxx x xxxxx necessarie a determinare con precisione l'andamento delle scarpate, tanto degli sterri che dei rilevati, curandone poi la conservazione e rimettendo quelle manomesse durante la esecuzione dei lavori.
Qualora ai lavori in terra siano connesse opere murarie, l'Impresa dovrà procedere al tracciamento di esse, con l'obbligo della conservazione dei picchetti, ed eventualmente delle xxxxxx, come per i lavori in terra.
Oltre alla picchettazione completa dei lavori di scavo e reinterro l’Impresa è obbligata, prima di eseguire qualsiasi tipo di lavoro, a segnare con idonei picchetti collegati tra loro con una corda elastica, tutto l’andamento plano-altimetrico delle cordolature stradali e pedonali previste dal progetto.
Si procederà solo dopo autorizzazione della Direzione Lavori, visti i picchettamenti all’uopo predisposti, a mettere mano agli scavi e successiva posa di cordoli.
Art.5 PROVE DEI MATERIALI
a) Certificato di qualità.
L'Appaltatore, per poter essere autorizzato ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, conglomerati bituminosi, conglomerati cementizi, barriere di sicurezza, terre, cementi, calci idrauliche, acciai, ecc.) prescritti dalle presenti
Xxxxx Xxxxxxxx, dovrà esibire, prima dell'impiego, al Direttore dei Lavori, per ogni categoria di lavoro, i relativi
«Certificati di qualità» rilasciati da un Laboratorio ufficiale.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale. I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione.
b) Accertamenti preventivi.
Prima dell'inizio dei lavori comportanti l'impiego di materiali in quantità superiori a: 5000 m3 per i materiali lapidei e conglomerati bituminosi,
500 m3 per i conglomerati cementizi, 50 t per i cementi e le calci,
1.000 m per le barriere,
il Direttore dei Lavori, presa visione dei certificati di qualità presentati dall'Impresa, disporrà, se necessario (e a suo insindacabile giudizio) ulteriori prove di controllo di laboratorio a spese dell'Appaltatore.
Se i risultati di tali accertamenti fossero difformi rispetto a quelli dei certificati, si darà luogo alle necessarie variazioni qualitative e quantitative dei singoli componenti, ed all'emissione di un nuovo certificato di qualità.
Per tutti i ritardi nell'inizio dei lavori derivanti dalle difformità sopra accennate e che comportino una protrazione del tempo utile contrattuale sarà applicata la penale prevista nell'Art. «Tempo utile per dare compiuti i lavori - penalità in caso di ritardo» delle Norme Generali.
c) Prove di controllo in fase esecutiva.
L'impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, secondo quanto prescritto nel Capitolato Speciale Norme Generali, allegato al Contratto di Appalto.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nel competente Ufficio Compartimentale previa apposizione di sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell'Impresa e nei modi più adatti a garantirne l'autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Art.6 MOVIMENTI DI TERRE
A) SCAVI E RIALZI IN GENERE
Gli scavi ed i rialzi occorrenti per la formazione di cunette, accessi, passaggi e rampe, cassonetti e simili, nonché per l'impianto di opere d'arte, saranno eseguiti nelle forme e dimensioni risultanti dai relativi disegni salvo le eventuali variazioni che l'Amministrazione appaltante è in facoltà di adottare all'atto esecutivo, restando a completo carico
dell'Impresa ogni onere proprio ditali generi di lavori, non escluso quello di eventuali sbadacchiature e puntellature, essendosi di tutto tenuto conto nel fissare i corrispondenti prezzi unitari.
Nel caso che, a giudizio della Direzione dei Lavori, le condizioni nelle quali i lavori si svolgono lo richiedano, l'Impresa è tenuta a coordinare opportunamente la successione e la esecuzione delle opere di scavo e murarie, essendo gli oneri relativi compensati nei prezzi contrattuali.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Impresa potrà ricorrere all'impiego di mezzi meccanici.
Dovrà essere usata ogni cura nel sagomare esattamente i fossi, nell'appianare e sistemare le banchine, nel configurare le scarpate e nel profilare i cigli della strada.
Le scarpate di tagli e rilevati saranno eseguite con inclinazioni appropriate in relazione alla natura ed alle caratteristiche fisico - meccaniche del terreno, e, comunque, a seconda delle prescrizioni che saranno comunicate dalla Direzione dei Lavori mediante ordini scritti.
Per gli accertamenti relativi alla determinazione della natura delle terre, del grado di costipamento e del contenuto di umidità di esse, l'Impresa dovrà provvedere a tutte le prove necessarie ai fini della loro possibilità e modalità d'impiego, che verranno fatte eseguire a spese dell'Impresa presso Laboratori ufficiali.
Le terre verranno caratterizzate e classificate secondo le Norme C.N.R.
- U.N.I. 10006/1963 riportate nella Tabella a pagina seguente.
CLASSIFICAZIONE DELLE TERRE C.N.R. - uni 10006/1963 | |||||||||||||
Prospetto I - Classificazione delle terre | |||||||||||||
Classificazione Generale | Terre ghiaio-sabbiose Fazione xxxxxxxx xxxx xxxxxxx 0,000 UNI 2332 < 35 | Terre limo-argiliosa Fazione xxxxxxxx xxxx xxxxxxx 0,000 UNI 2332 > 35% | Torbe e terre organiche palustri | ||||||||||
Gruppo | Al | A3 | A2 | A4 | A5 | A6 | A7 | A8 | |||||
Sottogruppo | Al -a | Al -b | A2-4 | X0-0 | X0-0 | X0-0 | X0-0 | X0-0 | |||||
Analisi granulometrica. Xxxxxxxx xxxxxxxx xxxx | |||||||||||||
xxxxxxx | |||||||||||||
0 UNI 2332 % | |||||||||||||
0,4 UNI 2332 % | < 00 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
0,000 XXX 0000 % | < 30 | < 50 | < 00 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
< 15 | < 25 | < 15 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | < 35 | ||
Caratteristiche della xxxxxxxx xxxxxxxx xxxx | |||||||||||||
xxxxxxx 0,0 UNI 2332 | |||||||||||||
Limite liquido | |||||||||||||
Indice di plasticità | - | - | |||||||||||
- | - | < 40 | > 40 | < 40 | > 40 | < 40 | > 40 | < 40 | > 40 | > 40 | |||
< 6 | N.P. | < 10 | <10max | > 10 | > 10 | < 10 | < 10 | > 10 | > 10 | > 00 | |||
XXxXX-00 | XXxXX-00 | ||||||||||||
Indice di gruppo | 0 | 0 | 0 | < 4 | < 8 | < 12 | < 16 | < 20 | |||||
Tipi usuali dei materiali caratteristici costituenti il gruppo | Ghiaia o braccia, ghiaia o breccia sabbiosa, sabbia grossa, pomice, scorie vulcaniche, | Sabbia fine | Ghiaia e sabbia limosa o argillosa | Limi poco compress ibili | Limi poco compress ibili | Argille poco compress ibili | Argille fortemente compressib ili mediament e plastiche | Argille fortemente compressibil i fortemente plastiche | Torba di recente o remota fondazione, detriti organici di origine palustre | ||||
pozzolane | |||||||||||||
Qualità portanti quale terreno di sottofondo in assenza di gelo | Da eccellente a buono | Da mediocre a scadente | Da scartare come sottofondo | ||||||||||
Azione del gelo sulle qualità portanti del terreno |
di sottofondo | Nulla o lieve | Media | Molto elevata | Media | Elevata | Media | |
Ritiro o rigonfiamento | Nullo | Nullo o lieve | Lieve o medio | Elevato | Elevato | Molto elevato | |
Permeabilità | Elevata | Media o scarsa | Scarsa o nulla | ||||
Identificazione dei terreni in sito | Facilmente individuabile vista | a | Aspri al tatto Incoerenti allo stato asciutto | La maggior parte dei granuli sono individuabili ad occhio nudo - Aspri al tatto – Una tenacità media o elevata allo stato asciutto indica la | Reagiscono alla prova di scuotimento* - Polverulenti o poco | Non reagiscono alla prova di scuotimento*. Tenaci allo stato asciutto. Facilmente modellabili in | Fibrosi di color bruno o nero. Facilmente individuabili a vista |
presenza di argilla | tenaci allo stato asciutto – Non | bastoncini sottili allo stato | |||||
facilmente | umido | ||||||
modellabili allo | |||||||
stato umido. | |||||||
* Prova di cantiere che può servire a distinguere i limi dalla argilla. Si esegue scuotendo nel palmo della mano un campione di terra bagnata e comprimendolo successivamente fra le dita. La terra reagisce alla prova se, dopo lo scuotimento, apparirà sulla superficie un velo lucido di acqua libera, che scomparirà comprimendo il campione fra le dita |
Nell'esecuzione sia degli scavi che dei rilevati l'Impresa è tenuta ad effettuare a propria cura e spese l'estirpamento di piante, arbusti e relative radici esistenti sia sui terreni da scavare che su quelli destinati all'impianto dei rilevati, nonché, in questo ultimo caso, al riempimento delle buche effettuate in dipendenza dell'estirpamento delle radici e delle piante, che dovrà essere effettuato con materiale idoneo messo in opera a strati di conveniente spessore e costipato. Tali oneri si intendono compensati con i prezzi di elenco relativi ai movimenti di materie.
La D.L., in relazione alla natura dei terreni di posa dei rilevati o delle fondazioni stradali in trincea, potrà ordinare l'adozione di provvedimenti atti a prevenire la contaminazione dei materiali d'apporto e fra questi provvedimenti la fornitura e la posa in opera di teli «geotessili» aventi le caratteristiche indicate nelI'Art. «Qualità e provenienza dei materiali», punto v).
B) FORMAZIONE DEI PIANI DI POSA DEI RILEVATI
Tali piani avranno l'estensione dell'intera area di appoggio e potranno essere continui od opportunamente gradonati secondo i profili e le indicazioni che saranno dati dalla Direzione dei Lavori in relazione alle pendenze dei siti d'impianto.
I piani suddetti saranno stabiliti di norma alla quota di cm 20 al di sotto del piano di campagna e saranno ottenuti praticando i necessari scavi di sbancamento tenuto conto della natura e consistenza delle formazioni costituenti i siti d'impianto preventivamente accertate, anche con l'ausilio di prove di portanza.
Quando alla suddetta quota si rinvengono terreni appartenenti ai gruppi A1, A2, A3 (classifica C.N.R. - U.N.I. 10006) la preparazione dei piani di posa consisterà nella compattazione di uno strato sottostante il piano di posa stesso per uno spessore non inferiore a cm 30, in modo da raggiungere una densità secca pari almeno al 95% della densità massima AASHO modificata determinata in laboratorio, modificando il grado di umidità delle terre fino a raggiungere il grado di umidità ottima prima di eseguire il compattamento.
Quando invece i terreni rinvenuti alla quota di cm 20 al di sotto del piano di campagna appartengono ai gruppi A4, A5, A6, A7 (classifica C.N.R. - U.N.I. 10006/1963), la Direzione dei Lavori potrà ordinare, a suo insindacabile giudizio, l'approfondimento degli scavi per sostituire i materiali in loco con materiale per la formazione dei rilevati appartenente ai gruppi A1 e A3.
Tale materiale dovrà essere compattato, al grado di umidità ottima, fino a raggiungere una densità secca non inferiore al 90% della densità massima AASHO modificata.
La terra vegetale risultante dagli scavi potrà essere utilizzata per il rivestimento delle scarpate se ordinato dalla Direzione dei Lavori mediante ordine di servizio.
E' categoricamente vietata la messa in opera di tale terra per la costituzione dei rilevati.
Circa i mezzi costipanti e l'uso di essi si fa riferimento a quanto specificato nei riguardi del costipamento dei rilevati. Nei terreni in sito particolarmente sensibili all'azione delle acque, occorrerà tener conto dell'altezza di falda delle acque sotterranee e predisporre, per livelli di falda molto superficiali, opportuni drenaggi; questa lavorazione verrà compensata con i relativi prezzi di elenco.
Per terreni di natura torbosa o comunque ogni qualvolta la Direzione dei Lavori non ritenga le precedenti lavorazioni atte a costituire un idoneo piano di posa per i rilevati, la Direzione stessa ordinerà tutti quegli interventi che a suo giudizio saranno ritenuti adatti allo scopo, i quali saranno eseguiti dall'Impresa a misura in base ai prezzi di elenco.
Si precisa che quanto sopra vale per la preparazione dei piani di posa dei rilevati su terreni naturali.
In caso di appoggio di nuovi a vecchi rilevati per l'ampliamento degli stessi, la preparazione del piano di posa in corrispondenza delle scarpate esistenti sarà fatta procedendo alla gradonatura di esse mediante la formazione di gradoni di altezza non inferiore a cm 50, previa rimozione della cotica erbosa che potrà essere utilizzata per il rivestimento delle scarpate in quanto ordinato dalla Direzione dei Lavori con ordine di servizio, portando il sovrappiù a discarico a cura e spese dell'Impresa.
Anche il materiale di risulta proveniente dallo scavo dei gradoni al di sotto della cotica sarà accantonato, se idoneo, o portato a rifiuto, se inutilizzabile.
Si procederà quindi al riempimento dei gradoni con il predetto materiale scavato ed accantonato, se idoneo, o con altro idoneo delle stesse caratteristiche richieste per i materiali dei rilevati con le stesse modalità per la posa in opera, compresa la compattazione.
Comunque la Direzione dei Lavori si riserva di controllare il comportamento globale dei piani di posa dei rilevati mediante la misurazione del modulo di compressibilità ME determinato con piastra da 30 cm di diametro (Norme svizzere VSS-SNV 670317). Il valore di ME (I) misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento, al primo ciclo di scarico e nell'intervallo di carico compreso fra 0,05 e 0,15 N/mm2, non dovrà essere inferiore a 15 N/mm2.
C) FORMAZIONE DEI PIANI DI POSA DELLE FONDAZIONI STRADALI IN TRINCEA
Anche nei tratti in trincea, dopo aver effettuato lo scavo del cassonetto si dovrà provvedere alla preparazione del piano di posa della sovrastruttura stradale, che verrà eseguita, a seconda della natura del terreno, in base alle seguenti lavorazioni:
(1)ME= f0 . Δp/Δs . D (in N/mm2).
Dove:
f0 = fattore di forma della ripartizione del costipamento; per le piastre circolari = 1;
Δp = differenza tra i pesi riferiti ai singoli intervalli di carico in N/mm2; D = diametro della piastra in mm;
ΔS = differenza dello spostamento in mm della piastra di carico, circolare, rigida, corrispondente a p; p = peso riferito al carico trasmesso al suolo dalla piastra in N/mm2
1) quando il terreno appartiene ai gruppi A1, A2, A3 (classifica C.N.R. -U.N.I. 10006) si procederà alla compattazione dello strato di sottofondo che dovrà raggiungere in ogni caso una densità secca almeno del 95% della densità di riferimento, per uno spessore di cm 30 al di sotto del piano di cassonetto;
2) quando il terreno appartiene ai gruppi X0, X0, X0, X0, X0 (xxxxxxxxxx X.X.X. - X.X.X. 00000) la Direzione dei Lavori potrà ordinare, a suo insindacabile giudizio, la sostituzione del terreno stesso con materiale arido per una
profondità al di sotto del piano di xxxxxxxxxx, che verrà stabilita secondo i casi, mediante apposito ordine di servizio dalla Direzione dei Lavori.
Per la preparazione del piano di posa si dovrà raggiungere una densità secca almeno del 95% di quella di riferimento per uno spessore di cm 30 al di sotto del piano di cassonetto.
Il comportamento globale dei cassonetti in trincea sarà controllato dalla Direzione dei Lavori mediante la misurazione del modulo di compressibilità ME il cui valore, misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento, al primo ciclo di carico e nell'intervallo di carico compreso fra 0,15 e 0,25 N/mm2, non dovrà essere inferiore a 50 N/mm2.
D) STABILIZZAZIONE DEI PIANI DI POSA DEI RILEVATI E DELLE FONDAZIONI STRADALI IN TRINCEA
I piani di posa avranno l’estensione dell’intera area di appoggio del rilevato ovvero della fondazione stradale nel caso di sezione in trincea, e potranno essere continui o gradonati secondo i profili e le indicazioni che saranno dati dalla Direzione Lavori. Le quote dei suddetti piani saranno stabilite di volta in volta dal progettista dell’opera e saranno raggiunte praticando i necessari scavi di sbancamento.
Nel caso, alla predetta quota si rilevi la presenza di terreni con contenuto di materiale organico non superiore al 3.00 % e classificabili, secondo la normativa CNR-UNI 10006, come appartenenti alle seguenti categorie :
1) A5 con Ip > 8
2) A6 e A7
3) X0-0 x X0-0 con una xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx 0,40 UNI non inferiore al 35%
La Direzione Lavori, se lo riterrà opportuno, potrà commissionare all’appaltatore un’indagine sperimentale atta a stabilire la reattività della terra in sito con la calce, e quindi ordinare la miscelazione/stabilizzazione della stessa con calce viva o idrata.
Le modalità di impiego e la scelta della miscela dovranno essere del tipo di seguito elencate.
D.1) COSTITUZIONE DELLA MISCELA
L’individuazione della miscela più idonea all’impiego dovrà essere indicata alla Direzione Lavori come scaturita dalla serie di indagini di laboratorio, eseguite presso Laboratori ufficiali, di seguito descritte :
1) consumo iniziale di calce (CIC) determinato secondo la norma ASTM C977-92, non inferiore all’1,50%;
2) presenza percentuale di solfati (SO3), determinati secondo le norme UNI 8520 parte II, non superiore al 4.00 %;
3) reattività della terra alla calce per le frazioni inferiori a 2 micron, determinata secondo esame diffrattometrico, eseguito su campioni tal quali dopo trattamento sottovuoto con glicole etilico;
4) verifica delle caratteristiche, mediante esami chimici e fisici di controllo, della calce che dovrà risultare del tipo indicato in tabella (valori percentuali in peso) :
Requisito | Calce Viva | Calce Idrata |
CO2 | ≤ 5 % | --- |
(CaO + MgO) totali | ≥ 84 % | --- |
Titolo in Idrati | --- | ≥ 85 % |
SiO2+Al2O3+Fe2O3+SO3 | ≤ 5 % | ≤ 5 % |
Pezzatura | ≤ 2 mm | --- |
Passante al setaccio con luce netta da : | 200 μ m ≥ 90 % | 90 μ m ≥ 85 % |
5) determinazione del limite liquido e plastico, secondo la norma CNR UNI 10014, della terra in sito e della miscela, si riterrà idonea ad essere impiegata una terra che, dopo stabilizzazione presenti un abbattimento dell’indice di plasticità Ip del 25%;
6) determinazione del valore C.B.R.. su provini confezionati secondo la normativa CNR-UNI 10009 punto 3.2.1, compattati secondo AASHTO mod. T 180 e rispettivamente tenuti a maturare 7 giorni in aria a 20° ± 1° C e U.R. >
95 % (presaturazione), oppure come sopra e poi saturati 4 giorni in acqua a 20° ± 1° C (postsaturazione), lo studio
dovrà prevedere l’impiego di due provini per ogni valore di umidità della miscela ed inoltre dovranno essere analizzate almeno tre miscele con tenori di calce crescenti a partire dal valore minimo del CIC;
Si riterranno idonee all’impiego le miscele che presentano le seguenti caratteristiche :
a) per la formazione del corpo dei piani di posa dei rilevati : nel caso di presaturazione C.B.R. ≥ 50
nel caso di postsaturazione C.B.R. ≥ 30 e rigonfiamento ≤ 2%
b) per la formazione di piani di sottofondazione : nel caso di presaturazione C.B.R. ≥ 70
nel caso di postsaturazione C.B.R. ≥ 50 e rigonfiamento ≤ 1,5%
7) determinazione della resistenza a compressione ad espansione laterale libera, eseguita su provini apribili del tipo C.B.R., secondo B.U. CNR N. 29 compattati secondo AASHTO Mod. T 180, metodo D, avvolti in pellicola di polietilene e tenuti 7 giorni in aria a 20° ± 1°C e U.R. > 95%.
Si riterranno idonee all’impiego le miscele che presentano le seguenti caratteristiche :
a) per la formazione di piani di posa di rilevati : resistenza a compressione Rc ≥ 0,8 Mpa
b) per la formazione di piani di sottofondazione :
resistenza a compressione Rc ≥ 1,2 Mpa
Prima dell’inizio dei lavori l’Appaltatore è tenuto a presentare alla Direzione Lavori i risultati ottenuti dalle predette prove e quindi, acquisita l’approvazione, potrà procedere all’impiego della miscela.
Si precisa comunque che il quantitativo minimo di clce non dovrà mai essere inferiore all’1,5% in peso, pena la rimozione dell’intero strato di materiale a totale onere e cura dell’Impresa.
D.2) STABILIZZAZIONE
L’operazione di miscelazione, dovrà essere preceduta, da quella di frantumazione della terra in sito, ottenuta mediante passate successive di idonea attrezzatura (pulvimixer) fino ad ottenere una xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx 0 UNI superiore al 63%.
Terminata l’operazione si dovrà stabilire l’umidità della terra in sito, procedendo con metodi speditivi, ed eseguendo le verifiche in più punti ed a più profondità.
In presenza di valori che si discostano dal valore di umidità ottima, determinato a seguito delle prove di laboratorio sopra descritte e concordato con la Direzione Lavori, in valore assoluto maggiori del ± 2%, si procederà ad una nuova erpicatura in caso di eccesso di umidità, oppure ad annaffiare il terreno se troppo asciutto, per raggiungere il grado di
umidità desiderato.
Acquisita l’umidità ottima o comunque compresa nel range sopra definito, si procederà alla stesa della calce, mediante l’impiego di apposita attrezzatura a coclea, nella misura a metro quadrato, in funzione dell’altezza dello strato da stabilizzare, tale da raggiungere la percentuale prevista in sede di progetto della miscela.
L’operazione sopra descritta non dovrà mai essere effettuata in presenza di forte vento per garantire la sicurezza personale operante, che dovrà comunque essere dotato di maschere protettive, e l’esattezza del dosaggio della miscela. Ultimata la stesa della calce si procederà alla miscelazione eseguendo un adeguato numero di passate di pulvimixer al fine di ottenere una miscela continua ed uniforme per poi passare alla rullatura eseguita con rulli a piastre e a punta e/o carrelli pigiatori gommati.
La Direzione Lavori accerterà il raggiungimento del grado di compattazione attraverso prove in sito del peso di volume e del modulo di deformazione (Md). Tali prove saranno richieste con la frequenza di :
− Md: ogni 250 metri di strato finito
− Peso volume: ogni 2000 mc di materiale lavorato
Si riserva inoltre di eseguire prove dell’indice C.B.R., prove di rigonfiamento e prove di rottura a compressione su provini prelevati in sito costituiti da materiale già compattato.
La Direzione Lavori riterrà idonei i seguenti valori :
1) densità in sito B.U. CNR N.22 pari al 92% della densità Xxxxxxx ottenuta in laboratorio con provini costipati secondo AASHTO mod. T 180 e confezionati con la stessa miscela prelevata in sito;
2) valori di Md, ottenuti mediante piastra da 300 mm di diametro (B.U. CNR n. 146) :
– per piani di posa dei rilevati non inferiori a 15 N/mmq nel ciclo di carico compreso tra 0,05 N/mmq e 0,15 N/mmq;
– per piani di sottofondazione non inferiori a 30 N/mmq nel ciclo di carico compreso tra 0,15 N/mmq e 0,25 N/mmq
3) per le prove dell’indice C.B.R., prove di rigonfiamento e prove di rottura a compressione su provini prelevati in sito costituiti da materiale già compattato si potranno accettare valori non inferiori al 90% di quelli ottenuti in laboratorio sulla miscela di progetto.
Per il solo caso di sottofondazione, in trincea, si dovrà prevedere la realizzazione di uno strato protettivo da mettere in opera prima della realizzazione della sovrastruttura stradale.
L’Appaltatore, concordandolo con la Direzione Lavori potrà seguire una delle seguenti tecniche :
1) strato di sabbia bagnata di 3 ÷ 4 cm di spessore;
2) manto di protezione di bitume liquido BL 350-700 (BU CNR n.7) in ragione di 1,00 kg/mq
3) emulsione bituminosa a lenta rottura del tipo EL 55 (BU CNR n.3) in ragione di 1,80 kg/mq Il periodo di maturazione della miscela non potrà essere inferiore a 7 giorni.
Nel caso di impiego dello strato protettivo in sabbia si dovrà provvedere alla sua rimozione.
D.3) TRATTO DI PROVA
Prima dell'avvio dell'esecuzione dei lavori, a cura e spese dell'Impresa, sarà eseguito un tratto di prova di lunghezza adeguata, per la messa a punto delle varie operazioni riguardanti i lavori ed in particolare: il sistema e la regolarità di stesa dei materiali, la miscelazione dei componenti, la compattazione delle miscele.
Dalla sezione di prova verranno inoltre tratti gli elementi necessari per stabilire il valore del modulo di deformazione da richiedere eventualmente per il controllo. Nella sezione di prova dovranno essere eseguiti tutti i controlli di accettazione previsti nel presente capitolato.
Il tratto di prova dovrà essere di norma eseguito al di fuori della zona di lavoro. Con approvazione della Direzione dei lavori, tale tratto potrà essere eseguito su una zona interessante il lavoro, essere incluso nello stesso e pagato, solo se esso risponderà alle norme di accettazione previste. In caso contrario lo stesso dovrà essere demolito ed i materiali di risulta allontanati a cura e spese dell'Impresa.
Nel caso di cattiva riuscita della prova, la stesa sarà ripetuta fino ad esito favorevole. I tempi di esecuzione delle prove rientrano nei tempi contrattuali stabiliti per l'esecuzione dell'intero lavoro.
E) FORMAZIONE DEI RILEVATI
1. - I rilevati saranno eseguiti con le esatte forme e dimensioni indicate nei disegni di progetto, ma non dovranno superare la quota del piano di appoggio della fondazione stradale.
2. - Nella formazione dei rilevati saranno innanzitutto impiegate le materie provenienti da scavi di sbancamento, di fondazione od in galleria appartenenti ad uno dei seguenti gruppi A1, A2, A3 della classifica C.N.R. -U.N.I. 10006/1963, con l'avvertenza che l'ultimo strato del rilevato sottostante la fondazione stradale, per uno spessore non inferiore a m 2 costipato, dovrà essere costituito da terre dei gruppi X0, X0-0, X0-0, X0 xx reperibili negli scavi; altrimenti deciderà la Direzione dei Lavori se ordinare l'esecuzione ditale ultimo strato con materiale di altri gruppi provenienti dagli scavi o con materie dei predetti gruppi X0, X0-0, X0-0, X0 da prelevarsi in cava di prestito. Per quanto riguarda le materie del gruppo A4 provenienti dagli scavi, la Direzione dei Lavori prima dell'impiego potrà ordinarne l'eventuale correzione.
Per i materiali di scavo provenienti da tagli in roccia da portare in rilevato, se di natura ritenuta idonea dalla Direzione dei Lavori, dovrà provvedersi mediante riduzione ad elementi di pezzatura massima non superiore a cm 20. Tali elementi rocciosi dovranno essere distribuiti uniformemente nella massa del rilevato e non potranno essere impiegati per la formazione dello strato superiore del rilevato per uno spessore di cm. 30 al di sotto del piano di posa della fondazione stradale.
3. - Per quanto riguarda il materiale proveniente da scavi di sbancamento e di fondazione appartenenti ai gruppi A4, A5, A6, A7 si esaminerà di volta in volta l'eventualità di portarlo a rifiuto ovvero di utilizzarlo previa idonea correzione.
4.- I rilevati con materiali corretti potranno essere eseguiti dietro ordine della Direzione dei Lavori solo quando vi sia la possibilità di effettuare un tratto completo di rilevato ben definito delimitato tra due sezioni trasversali del corpo stradale.
5. - Le materie di scavo, provenienti da tagli stradali o da qualsiasi altro lavoro che risultassero esuberanti o non idonee per la formazione dei rilevati o riempimento dei cavi, dovranno essere trasportate a rifiuto fuori della sede stradale, a debita distanza dai cigli, e sistemate convenientemente, restando a carico dell'Impresa ogni spesa, ivi compresa ogni indennità per occupazione delle aree di deposito ed il rilascio delle autorizzazioni necessarie da parte degli Enti preposti alla tutela del territorio.
6. - Fintanto che non siano state esaurite per la formazione dei rilevati tutte le disponibilità dei materiali idonei provenienti dagli scavi di sbancamento, di fondazione od in galleria, le eventuali cave di prestito che l'Impresa volesse aprire, ad esempio per economia di trasporti, saranno a suo totale carico. L'Impresa non potrà quindi pretendere sovrapprezzi, né prezzi diversi da quelli stabiliti in elenco per la formazione di rilevati con utilizzazione di materie provenienti dagli scavi di trincea, opere d'arte ed xxxxxxx xxxxxxxx, qualora, pure essendoci disponibilità ed idoneità di queste materie scavate, essa ritenesse di sua convenienza, per evitare rimaneggiamenti o trasporti a suo carico, di ricorrere, in tutto o in parte, a cave di prestito.
7. - Qualora una volta esauriti i materiali provenienti dagli scavi ritenuti idonei in base a quanto sopra detto, occorressero ulteriori quantitativi di materie per la formazione dei rilevati, l’Impresa potrà ricorrere al prelevamento di materie da cave di prestito, sempre che abbia preventivamente richiesto ed ottenuto l’autorizzazione da parte della Direzione dei Lavori.
8. - E' fatto obbligo all'Impresa di indicare le cave, dalle quali essa intende prelevare i materiali costituenti i rilevati, alla Direzione dei Lavori che si riserva la facoltà di fare analizzare tali materiali presso Laboratori ufficiali ma sempre a spese dell'Impresa.
Solo dopo che vi sarà l'assenso della Direzione dei Lavori per l'utilizzazione della cava, l'Impresa è autorizzata a sfruttare la cava per il prelievo dei materiali da portare in rilevato.
L'accettazione della cava da parte della Direzione dei Lavori non esime l'Impresa dall'assoggettarsi in ogni periodo di tempo all'esame delle materie che dovranno corrispondere sempre a quelle di prescrizione e pertanto, ove la cava in seguito non si dimostrasse capace di produrre materiale idoneo per una determinata lavorazione, essa non potrà più essere coltivata.
9. - Per quanto riguarda le cave di prestito l'Impresa, dopo aver ottenuto la necessaria autorizzazione da parte degli Enti preposti alla tutela del territorio, è tenuta a corrispondere le relative indennità ai proprietari di tali cave e a provvedere a proprie spese al sicuro e facile deflusso delle acque che si raccogliessero nelle cave stesse, evitando nocivi ristagni e danni alle proprietà circostanti e sistemando convenientemente le relative scarpate, in osservanza anche di quanto è prescritto dall'art. 202 del T.U. delle leggi sanitarie 27 luglio 1934, n. 1265 e dalle successive modifiche; dal T.U. delle leggi sulla bonifica dei terreni paludosi 30 dicembre 1923, n. 3267, successivamente assorbito dal testo delle norme sulla Bonifica Integrale approvato con X.X. 00 febbraio 1933, n. 215 e successive modifiche.
10. - Il materiale costituente il corpo del rilevato dovrà essere messo in opera a strati di uniforme spessore, non eccedente cm 50.
Il rilevato per tutta la sua altezza dovrà presentare i requisiti di densità riferita alla densità massima secca AASHO modificata non inferiore al 90% negli strati inferiori ed al 95% in quello superiore (ultimi 30 cm).
Inoltre per tale ultimo strato, che costituirà il piano di posa della fondazione stradale, dovrà ottenersi un modulo di compressibilità ME definito dalle Norme Svizzere (SNV 670317), il cui valore, misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento, al primo ciclo di carico e nell'intervallo di carico compreso fra 0,15 e 0,25 N/mm2, non dovrà essere inferiore a 50 N/mm2.
Ogni strato sarà costipato alla densità sopra specificata procedendo alla preventiva essiccazione del materiale se troppo umido, oppure al suo innalzamento, se troppo secco, in modo da conseguire una umidità non diversa da quella ottima predeterminata in laboratorio, ma sempre inferiore al limite di ritiro.
L'impresa non potrà procedere alla stesa degli strati successivi senza la preventiva approvazione della Direzione dei Lavori.
Ogni strato dovrà presentare una superficie superiore conforme alla sagoma dell'opera finita così da evitare ristagni di acqua e danneggiamenti.
Non si potrà sospendere la costruzione del rilevato, qualunque sia la causa, senza che ad esso sia stata data una configurazione e senza che nell'ultimo strato sia stata raggiunta la densità prescritta.
Le attrezzature di costipamento saranno lasciate alla libera scelta dell'impresa ma dovranno comunque essere atte ad esercitare sul materiale, a seconda del tipo di esso, un genere di energia costipante tale da assicurare il raggiungimento delle densità prescritte e previste per ogni singola categoria di lavoro.
Pur lasciando libera la scelta del mezzo di costipamento da usare, si prescrive per i terreni di rilevati riportabili ai gruppi A1, A2, A3 un costipamento a carico dinamico - sinusoidale e per terreni di rilevati riportabili ai gruppi A4, A5, A6, A7 un costipamento mediante rulli a punte e carrelli pigiatori gommati.
In particolare, in adiacenza dei manufatti, che di norma saranno costruiti prima della formazione dei rilevati, i materiali del rilevato dovranno essere del tipo A1, A2, A3 e costipati con energia dinamica di impatto.
La Direzione dei Lavori si riserva comunque la facoltà di ordinare la stabilizzazione a cemento dei rilevati mediante mescolazione in sito del legante in ragione di 25 ÷50 Kg per m3 di materiale compattato.
Tale stabilizzazione dovrà, se ordinato, interessare un volume di rilevato la cui sezione, secondo l'asse stradale, può
assimilarsi in un trapezio con base minore di m 2, base maggiore di m 15 ed altezza pari a quella del manufatto.
11. - Il materiale dei rilevati potrà essere messo in opera durante i periodi le cui condizioni meteorologiche siano tali, a giudizio della Direzione dei Lavori, da non pregiudicare la buona riuscita del lavoro.
12. - L'inclinazione da dare alle scarpate sarà quella di cui alle sezioni di norma allegate al progetto.
13. - Man mano che si procede alla formazione dei rilevati, le relative scarpate saranno rivestite con materiale ricco di humus dello spessore non superiore a cm 30 proveniente o dalle operazioni di scoticamento del piano di posa dei rilevati stessi, o da cave di prestito, ed il rivestimento dovrà essere eseguito a cordoli orizzontali e da costiparsi con mezzi idonei in modo da assicurare una superficie regolare.
Inoltre le scarpate saranno perfettamente configurate e regolarizzate procedendo altresì alla perfetta profilatura dei cigli.
14. - Se nei rilevati avvenissero dei cedimenti dovuti a trascuratezza delle buone norme esecutive, l'Appaltatore sarà obbligato ad eseguire a sue spese i lavori di ricarico, rinnovando, ove occorre, anche la sovrastruttura stradale.
15. - Qualora si dovessero costruire dei rilevati non stradali (argini di contenimento), i materiali provenienti da cave di prestito potranno essere solo dei tipi A6, A7. Restano ferme le precedenti disposizioni sulla compattazione.
16. - In alcuni casi la D.L. potrà, al fine di migliorare la stabilità del corpo stradale, ordinare la fornitura e la posa in opera di teli «geotessili» in strisce contigue opportunamente sovrapposte nei bordi per almeno cm 40. Le caratteristiche ditale telo saranno conformi a quelle di cui al punto v) dell'art. «Qualità e provenienza dei materiali» tenendo presente che per tale caso particolare la resistenza a trazione del telo non dovrà essere inferiore a 1200 N/5 cm.
F) FORMAZIONE DEI RILEVATI (ARGILLA E CALCE)
Il corpo del rilevato stradale potrà essere costituito da materiali, provenienti da cave di prestito o presenti in sito, con contenuto di materiale organico non superiore al 3% e classificabili, secondo la normativa CNR-UNI 10006, come appartenenti alle seguenti categorie :
1) A5 con Ip > 8;
2) A6 e A7;
3) X0/0 x X0/0 con una xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx 0,4 UNI non inferiore al 35%; se stabilizati a calce del tipo viva o idrata.
Le modalità di impiego e la scelta della miscela dovranno essere del tipo di seguito elencate.
F.1) COSTITUZIONE DELLA MISCELA
L’individuazione della miscela più idonea all’impiego dovrà essere indicata alla Direzione Lavori come scaturita dalla serie di indagini di laboratorio, eseguite presso Laboratori ufficiali, di seguito descritte :
1) consumo iniziale di calce (CIC) determinato secondo la norma ASTM C977-92, non inferiore all’1,50%;
2) presenza percentuale di solfati (SO3), determinati secondo le norme UNI 8520 parte II, non superiore al 4.00 %;
3) reattività della terra alla calce per le frazioni inferiori a 2 micron, determinata secondo esame diffrattometrico, eseguito su campioni tal quali dopo trattamento sottovuoto con glicole etilico;
4) verifica delle caratteristiche, mediante esami chimici e fisici di controllo, della calce che dovrà risultare del tipo indicato in tabella nr. 1, (valori percentuali in peso)
Tab. 1
Requisito | Calce Viva | Calce Idrata |
CO2 | ≤ 5 % | --- |
(CaO + MgO) totali | ≥ 84 % | --- |
Titolo in Idrati | --- | ≥ 85 % |
SiO2+Al2O3+Fe2O3+SO3 | ≤ 5 % | ≤ 5 % |
Pezzatura | ≤ 2 mm | --- |
Passante al setaccio con luce netta da : | 200 μ m ≥ 90 % | 90 μ m ≥ 85 % |
5) determinazione del limite liquido e plastico, secondo la norma CNR UNI 10014, della terra in sito e della miscela, si riterrà idonea ad essere impiegata una terra che, dopo stabilizzazione presenti un abbattimento dell’indice di plasticità Ip del 25%;
6) determinazione del valore C.B.R. su provini confezionati secondo la normativa CNR-UNI 10009 punto 3.2.1, compattati secondo AASHTO mod. T 180 e rispettivamente tenuti a maturare 7 giorni in aria a 20° ± 1°C e U.R. >
95% (presaturazione), oppure come sopra e poi saturati 4 giorni in acqua a 20° ± 1°C (postsaturazione), lo studio
dovrà prevedere l’impiego di due provini per ogni valore di umidità della miscela ed inoltre dovranno essere analizzate almeno tre miscele con tenori di calce crescenti a partire dal valore minimo del CIC;
Si riterranno idonee all’impiego le miscele che presentano le seguenti caratteristiche :
a) per la formazione del corpo del rilevato esclusi gli ultimi 50 cm : nel caso di presaturazione C.B.R. ≥ 50
nel caso di postsaturazione C.B.R. ≥ 30 e rigonfiamento ≤ 2%
b) per la formazione di sottofondazioni : nel caso di presaturazione C.B.R. ≥ 70
nel caso di postsaturazione C.B.R. ≥ 50 e rigonfiamento ≤ 1,5%
7) determinazione della resistenza a compressione ad espansione laterale libera, eseguita su provini apribili del tipo C.B.R., secondo B.U. CNR N. 29 compattati secondo AASHTO Mod. T 180, metodo D, avvolti in pellicola di polietilene e tenuti 7 giorni in aria a 20° ± 1°C e U.R. > 95%.
Si riterranno idonee all’impiego le miscele che presentano le seguenti caratteristiche :
a) per la formazione del corpo del rilevato : resistenza a compressione Rc ≥ 0,80 Mpa
b) per la formazione di sottofondazioni :
resistenza a compressione Rc ≥ 1,20 Mpa
Prima dell’inizio dei lavori l’Appaltatore è tenuto a presentare alla Direzione Lavori i risultati ottenuti dalla predette prove e quindi, acquista l’approvazione, potrà procedere all’impiego della miscela.
Si precisa che il quantitativo minimo di calce non dovrà mai essere inferiore all’1,50 % in peso, pena la rimozione dell’intero strato di materiale a totale onere e cura dell’Impresa.
F.2) POSA IN OPERA
L’operazione di miscelazione, eseguita dopo la posa in opera della terra in strati di altezza massima pari a 30 cm, dovrà essere preceduta, se necessario, da quella di frantumazione della terra in sito, ottenuta mediante passate successive di idonea attrezzatura (pulvimixer) fino ad ottenere una xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx 0 UNI superiore al 63 %.
Terminata l’operazione si dovrà stabilire l’umidità della terra in sito, procedendo con metodi speditivi, ed eseguendo le verifiche in più punti ed a più profondità.
In presenza di valori che si discostano dal valore di umidità ottima, determinato a seguito delle prove di laboratorio sopra descritte e concordato con la Direzione Lavori, in valore assoluto maggiori del ± 2%, si procederà ad una nuova
erpicatura in caso di eccesso di umidità, oppure ad annaffiare il terreno se troppo asciutto, per raggiungere il grado di umidità desiderato.
Acquisita l’umidità ottima o comunque compresa nel range sopra definito, si procederà alla stesa della calce, mediante impiego di apposita attrezzatura a coclea, nella misura a metro quadrato tale da raggiungere la percentuale prevista in sede di progetto della miscela.
L’operazione sopra descritta non dovrà mai essere effettuata in presenza di forte vento per garantire la sicurezza del personale operante, che dovrà comunque essere dotato di maschere protettive, e l’esattezza del dosaggio della miscela. La miscelazione tra terra e calce potrà avvenire anche presso impianti fissi ubicati nelle vicinanze della cava di prestito. Ultimata la stesa della calce si procederà alla miscelazione eseguendo un adeguato numero di passate di pulvimixer al fine di ottenere una miscela continua ed uniforme per poi passare alla rullatura eseguita con rulli a piastre e a punta e/o carrelli pigiatori gommati.
La Direzione Lavori accerterà il raggiungimento del grado di compattazione attraverso prove in sito del peso di volume e del modulo di deformazione (Md). Tali prove saranno richieste con la fequenza di :
− Md : ogni 250 metri di strato finito
− Peso volume : ogni 2000 mc di materiale lavorato
Si riserva inoltre di eseguire prove dell’indice C.B.R., prove di rigonfiamento e prove di rottura a compressione su provini prelevati in sito costituiti da materialie già compattato.
La Direzione Lavori riterrà idonei i seguenti valori :
1) densità in sito B.U. CNR N.22 pari al 92% della densità Xxxxxxx ottenuta in laboratorio con provini costipati secondo AASHTO mod. T 180 e confezionati con la stessa miscela prelevata in sito;
2) valori di Md, ottenuti mediante piastra da 300 mm di diametro (B.U. CNR n. 146) :
− per il corpo del rilevato non inferiori a 20 N/mmq nel ciclo di carico compreso tra 0,05 N/mmq;
− per il piano di sottofondazione non inferiori a 50 N/mmq nel ciclo di carico compreso tra 0,15 N/mmq e 0,25 N/mmq
3) per le prove dell’indice C.B.R., prove di rigonfiamento e prove di rottura a compressione su provini prelevati in sito costituiti da materiale già compattato si potranno accertare valori non inferiori al 90% di quelli ottenuti in laboratorio sulla miscela di progetto.
Per il solo caso di sottofondazione si dovrà prevedere la realizzazione di uno strato protettivo da mettere in opera prima della realizzazione della sovrastruttura stradale.
L’Appaltatore, concordandolo con la Direzione Lavori potrà seguire una delle seguenti tecniche.
1) strato di sabbia bagnata di 3 ÷ 4 cm di spessore;
2) manto di protezione di bitume liquido BL 350-700 (BU CNR n.7) in ragione di 1,00 Kg/mq
3) emulsione bituminosa a lenta rottura del tipo EL 55 (BU CNR n.3) in ragione di 1,80 Kg/mq Il periodo di maturazione della miscela non potrà essere inferiore a 7 giorni.
Nel caso di impiego dello strato protettivo in sabbia si dovrà provvedere alla sua rimozione.
G) SCAVI DI SBANCAMENTO
Per scavi di sbancamento si intendono quelli occorrenti per l'apertura della sede stradale, piazzali ed opere accessorie, quali ad esempio: gli scavi per tratti stradali in trincea, per lavori di spianamento del terreno, per taglio delle scarpate delle trincee o dei rilevati, per formazione ed approfondimento di piani di posa dei rilevati, di cunette, cunettoni, fossi e canali, nonché quelli per impianto di opere d'arte praticati al di sopra del piano orizzontale passante per il punto più depresso del piano di campagna lungo il perimetro di scavo e lateralmente aperti almeno da una parte.
Questo piano sarà determinato con riferimento all'intera area di fondazione dell'opera. Ai fini di questa determinazione, la Direzione dei Lavori, per fondazione di estensione notevole, si riserva la facoltà insindacabile di suddividere l'intera area in più parti.
L'esecuzione degli scavi di sbancamento può essere richiesta dalla Direzione dei Lavori anche a campioni di qualsiasi tratta senza che l'Impresa possa pretendere, per ciò, alcun compenso o maggiorazione del relativo prezzo di elenco.
H) SCAVI DI FONDAZIONE
Per scavi di fondazione si intendono quelli relativi all'impianto di opere murarie e che risultino al di sotto del piano di sbancamento, chiusi, tra pareti verticali riproducenti il perimetro della fondazione dell'opera.
Gli scavi occorrenti per la fondazione delle opere d'arte saranno spinti fino al piano che sarà stabilito dalla Direzione dei Lavori.
Il piano di fondazione sarà perfettamente orizzontale o sagomato a gradini con leggera pendenza verso monte per quelle opere che cadono sopra falde inclinate.
Anche nei casi di fondazioni su strati rocciosi questi ultimi debbono essere convenientemente spianati a gradino, come sopra.
Gli scavi di fondazione comunque eseguiti saranno considerati a pareti verticali e l'Impresa dovrà, all'occorrenza, sostenerli con convenienti sbadacchiature, compensate nel relativo prezzo dello scavo, restando a suo carico ogni danno alle persone, alle cose e all'opera, per smottamenti o franamenti del cavo.
Nel caso di franamento dei cavi, è a carico dell'Impresa procedere al ripristino senza diritto a compensi.
Dovrà essere cura dell'Impresa eseguire le armature dei casseri di fondazione con la maggiore precisione, adoperando materiale di buona qualità e di ottime condizioni, di sezione adeguata agli sforzi cui verrà sottoposta l'armatura stessa ed adottare infine ogni precauzione ed accorgimento, affinché l'armatura dei cavi riesca la più robusta e quindi la più resistente, sia nell'interesse della riuscita del lavoro sia per la sicurezza degli operai adibiti allo scavo.
L'impresa è quindi l'unica responsabile dei danni che potessero avvenire alle persone ed ai lavori per deficienza od irrazionalità delle armature; è escluso in ogni caso l'uso delle mine.
Gli scavi potranno, però, anche essere eseguiti con pareti a scarpa, ove l'Impresa lo ritenga di sua convenienza.
In questo caso non sarà compensato il maggior scavo oltre quello strettamente occorrente per la fondazione dell'opera e l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese, al riempimento, con materiale adatto, dei vuoti rimasti intorno alla fondazione dell'opera.
Sono considerati come scavi di fondazione subacquei soltanto quelli eseguiti a profondità maggiore di m 0,20 (centimetri venti) sotto il livello costante a cui si stabiliscono naturalmente le acque filtranti nei cavi di fondazione.
Ogni qualvolta si troverà acqua nei cavi di fondazione in misura superiore a quella suddetta, l'Appaltatore dovrà provvedere mediante pompe, canali fugatori, ture, o con qualsiasi mezzo che ravvisasse più opportuno o conveniente, ai necessari aggottamenti, in quanto tale onere risulta ricompreso ne prezzo di appalto.
In tale prezzo si intende contrattualmente compreso l'onere per l'Impresa dell'aggottamento dell'acqua durante la costruzione della fondazione in modo che questa avvenga all'asciutto.
L'Impresa sarà tenuta ad evitare la raccolta dell'acqua proveniente dall'esterno nei cavi di fondazione; ove ciò si verificasse resterebbe a suo totale carico la spesa per i necessari aggottamenti.
Nella costruzione dei ponti è necessario che l'Impresa provveda, fin dall'inizio dei lavori, ad un adeguato impianto di pompaggio, che, opportunamente graduato nella potenza dei gruppi impiegati, dovrà servire all'esaurimento dell'acqua di filtrazione dall'alveo dei fiumi o canali.
Naturalmente tale impianto idrovoro, che converrà sia suddiviso in più gruppi per far fronte alle esigenze corrispondenti alle varie profondità di scavo, dovrà essere montato su apposita incastellatura che permetta lo spostamento dei gruppi, l'abbassamento dei tubi di aspirazione ed ogni altra manovra inerente al servizio di pompaggio. L'Impresa, per ogni cantiere, dovrà provvedere a sue spese al necessario allacciamento dell'impianto nonché alla fornitura ed al trasporto sul lavoro dell'occorrente energia elettrica, sempre quando l'Impresa stessa non abbia la possibilità e convenienza di servirsi di altra forza motrice. L'impianto dovrà essere corredato, a norma delle vigenti disposizioni in materia di prevenzione degli infortuni, dei necessari dispositivi di sicurezza restando l'Amministrazione appaltante ed il proprio personale sollevati ed indenni da ogni responsabilità circa le conseguenze derivate dalle condizioni dell'impianto stesso.
Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal D.M. 11 marzo 1988 (S.0. alla G.U. n. 127 dell'01.06.1988).
Art.7 DEMOLIZIONI
Le demolizioni in genere saranno eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro, rimanendo perciò vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece dovranno essere trasportati o guidati salvo che vengano adottate opportune cautele per evitare danni ed escludere qualunque pericolo.
Le demolizioni dovranno essere effettuate con la dovuta cautela per impedire danneggiamenti alle strutture murarie di cui fanno parte e per non compromettere la continuità del transito, che in ogni caso deve essere costantemente mantenuto a cura e spese dell'Appaltatore, il quale deve, allo scopo, adottare tutti gli accorgimenti tecnici necessari con la adozione di puntellature e sbadacchiature.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese della appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
I materiali provenienti da tali demolizioni resteranno di proprietà dell'Impresa, essendosene tenuto conto nella determinazione dei corrispondenti prezzi di elenco.
La Direzione dei Lavori si riserva di disporre, con sua facoltà insindacabile, l'impiego dei suddetti materiali utili per la esecuzione dei lavori appaltati.
I materiali non utilizzati provenienti dalle demolizioni dovranno sempre, e al più presto, venire trasportati, a cura e spese dell'Appaltatore, a rifiuto od a reimpiego nei luoghi che verranno indicati dalla Direzione dei Lavori.
Gli oneri sopra specificati si intendono compresi e compensati nei relativi prezzi di elenco.
In tutte le operazioni suddette dovranno essere scrupolosamente rispettate le norme in materia di protezione dei lavoratori, prevenzione degli infortuni sul lavoro,.e smaltimento dei rifiuti.
Art.8 MALTE
Le caratteristiche dei materiali da impiegare per la confezione delle malte ed i rapporti di miscela, corrisponderanno alle prescrizioni delle voci dell'Elenco Prezzi per i vari tipi di impasto ed a quanto verrà, di volta in volta, ordinato dalla Direzione dei Lavori. La resistenza alla penetrazione delle malte deve soddisfare alle Norme UNI 7927-78.
Di norma, le malte per muratura di mattoni saranno dosate con Kg 400 di cemento per m3 di sabbia e passate al setaccio ad evitare che i giunti tra i mattoni siano troppo ampi; le malte per muratura di pietrame saranno dosate con Kg 350 di cemento per m3 di sabbia; quelle per intonaci, con Kg. 400 di cemento per m3 di sabbia e così pure quelle per la stuccatura dei paramenti delle murature.
Il dosaggio dei materiali e dei leganti verrà effettuato con mezzi meccanici suscettibili di esatta misurazione e controllo che l'Impresa dovrà fornire e mantenere finiti a sua cura e spese.
Gli impasti verranno preparati solamente nelle quantità necessarie per l'impiego immediato; gli impasti residui che non avessero immediato impiego saranno portati a rifiuto.
Art.9 CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI E ARMATI (Normali e precompressi)
A) GENERALITÀ
L'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese alle verifiche di stabilità di tutte le opere incluse nell'appalto, elaborandone i particolari esecutivi ed i relativi computi metrici nei termini di tempo indicati dalla Direzione dei Lavori.
Per la determinazione della portanza dei terreni e per la conseguente verifica delle opere di fondazione, l'Impresa provvederà a sua cura e spese all'esecuzione di sondaggi e di appropriate indagini geognostiche secondo le norme di cui al D.M. 11.3.1988.
Le verifiche e le elaborazioni di cui sopra saranno condotte osservando tutte le vigenti disposizioni di legge e le norme emanate in materia. In particolare i 'Impresa sarà tenuta all'osservanza:
- della legge 5 novembre 1971, n. 1086 " Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica" (G.U. n. 321 del 21.12.1971);
- del D.M. 09 gennaio 1996 "Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche (S.0. alla G.U. n. 29 del 05/02/1996);
- UNI ENV Eurocodice 2 “Progettazione delle strutture in calcestruzzo”;
- della legge 2 febbraio 1974, n. 64 "Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche" (G.U. n. 76 del 21.03.1974);
- del D.M. 16 GENNAIO 1996, "Xxxxx Xxxxxxxx relative alle costruzioni sismiche" (G.U. n. 29 del 05.02.1996);
- delle istruzioni emanate con Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 65 del 10.04.1997 “ Istruzione per l’applicazione delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche di cui al D.M. del 16 gennaio 1996”;
- del D.M. 4 maggio 1990 "Aggiornamento delle Norme Tecniche per la progettazione, la esecuzione ed il collaudo dei ponti stradali" (G.U. n. 24 del 29.01.1991) e sue istruzioni emanate con circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 34233 del 25.02.1991 (Circolare A.N.A.S. n. 28/1991 del 18.06.1991).
Gli elaborati di progetto, firmati dal progettista e dall'Impresa, dovranno indicare i tipi e le classi di calcestruzzo, compresa la classe di esposizione, ed i tipi di acciaio da impiegare e dovranno essere approvati dalla Direzione dei Lavori.
In particolare, prima dell'inizio dei getti di ciascuna opera d'arte, l'Impresa sarà tenuta a presentare in tempo utile all'esame della Direzione dei Lavori:
a) i calcoli statici delle strutture ed i disegni di progetto di cantiere (comprensivi delle linee di influenza delle deformazioni elastiche) che, come innanzi specificato, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione dei Lavori, per poi allegarli alla contabilità finale;
b) i risultati dello studio preliminare di qualificazione eseguito per ogni tipo di conglomerato cementizio la cui classe figura nei calcoli statici delle opere comprese nell'appalto al fine di comprovare che il conglomerato proposto avrà resistenza non inferiore a quella richiesta dal progetto. Tale studio, da eseguire presso un Laboratorio ufficiale, dovrà indicare anche natura, provenienza e qualità degli inerti, granulometria degli stessi, tipo e dosaggio di cemento, rapporto acqua-cemento, tipo e dosaggio di eventuali additivi, tipo di impianto di confezionamento, valore previsto della consistenza misurata con il cono di Xxxxxx, valutazione della lavorabilità del calcestruzzo, sistemi di trasporto, getto e maturazione.
c) i risultati dello studio preliminare di qualificazione eseguito per ogni tipo di conglomerato cementizio la cui classe di esposizione figura nei calcoli statici delle opere comprese nell'appalto al fine di comprovare che il conglomerato proposto avrà durabilità non inferiore a quella richiesta dal progetto.
La Direzione dei Lavori autorizzerà l'inizio del getto dei conglomerati cementizi solo dopo aver avuto dall'Impresa i certificati dello studio preliminare di cui al punto b) rilasciati dai Laboratori ufficiali suddetti ed aver effettuato gli opportuni riscontri, ivi comprese ulteriori prove di laboratorio, come indicato dall'Art. «Prove dei materiali».
L'esame e la verifica, da parte della Direzione dei Lavori, dei progetti delle opere e dei certificati degli studi preliminari di qualificazione, non esonerano in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per pattuizione di contratto, restando stabilito che, malgrado i controlli eseguiti dalla Direzione dei Lavori, essa Impresa rimane l'unica e diretta responsabile delle opere a termine di legge; pertanto essa sarà tenuta a rispondere degli inconvenienti di qualunque natura, importanza e conseguenza che avessero a verificarsi.
L'Impresa sarà tenuta inoltre a presentare all'esame della Direzione dei Lavori i progetti delle opere provvisionali (centine, armature di sostegno e attrezzature di costruzione).
B) COMPONENTI
Cemento. - Il cemento impiegato per la confezione dei conglomerati cementizi deve essere esclusivamente di tipo ‘Portland’ e deve corrispondere ai requisiti prescritti dalle leggi vigenti richiamanti al comma b) del precedente Art.
«Qualità e provenienza dei materiali».
Nel caso in cui esso venga approvvigionato allo stato sfuso, il relativo trasporto dovrà effettuarsi a mezzo di contenitori che lo proteggano dall'umidità ed il pompaggio del cemento nei silos deve essere effettuato in modo da evitare miscelazione fra tipi diversi.
L'Impresa deve avere cura di approvvigionare il cemento presso cementerie che diano garanzia di bontà, costanza del tipo, continuità di fornitura. Pertanto all'inizio dei lavori essa dovrà presentare alla Direzione Lavori un impegno, assunto dalle cementerie prescelte, a fornire cemento per il quantitativo previsto, i cui requisiti chimici e fisici corrispondano alle norme di accettazione di cui all'Art. «Qualità e provenienza dei materiali». Tale dichiarazione sarà essenziale affinché la Direzione dei Lavori possa dare il benestare per l'approvvigionamento del cemento presso le cementerie prescelte, ma non esimerà l'Impresa dal far controllare periodicamente, anche senza la richiesta della Direzione dei Lavori, le qualità del cemento presso un Laboratorio ufficiale per prove di materiali.
Le prove dovranno essere ripetute su una stessa partita qualora sorgesse il dubbio di un degradamento delle qualità del cemento, dovuto ad una causa qualsiasi.
Inerti. - Dovranno corrispondere alle caratteristiche già specificate all'Art. «Qualità e provenienza dei materiali»; inoltre non dovranno essere scistosi o silicomagnesiaci.
Xxxxxxx rifiutati pietrischetti, pietrischi e graniglie contenenti una percentuale superiore al 15% in peso di elementi piatti o allungati la cui lunghezza sia maggiore di 5 volte lo spessore medio.
Le miscele di inerti fini e grossi, mescolati in percentuale adeguata, dovranno da. luogo ad una composizione granulometrica costante, che permetta di ottenere i requisiti voluti sia nell'impasto fresco (consistenza, omogeneità, lavorabilità, aria inglobata, ecc.), che nell'impasto indurito (resistenza, permeabilità, modulo elastico, ritiro, viscosità, durabilità, ecc.).
La curva granulometrica dovrà essere tale da ottenere la massima compattezza del calcestruzzo con il minimo dosaggio di cemento, compatibilmente con gli altri requisiti.
Particolare attenzione sarà rivolta alla granulometria della sabbia, al fine di ridurre al minimo il fenomeno del bleeding (essudazione) nel calcestruzzo.
Gli inerti dovranno essere suddivisi in almeno 3 pezzature; la più fine non dovrà contenere più del 5% di materiale trattenuto al setaccio a maglia quadrata da 5 mm dilato.
Le singole pezzature non dovranno contenere frazioni granulometriche, che dovrebbero appartenere alle pezzature inferiori, in misura superiore al 15% e frazioni granulometriche, che dovrebbero appartenere alle pezzature superiori, in misura superiore al 10% della pezzatura stessa.
La dimensione massima dei grani dell'inerte deve essere tale da permettere che il conglomerato possa riempire ogni parte del manufatto, tenendo conto della lavorabilità dell'impasto, dell'armatura metallica e relativo copriferro, delle caratteristiche geometriche della carpenteria, delle modalità di getto e di messa in opera.
Acqua. - Proverrà da fonti ben definite che diano acqua rispondente alle caratteristiche specificate all'Art. «Qualità e provenienza dei materiali».
L'acqua dovrà essere aggiunta nella minore quantità possibile in relazione alla prescritta resistenza ed al grado di lavorabilità del calcestruzzo, tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti, in modo da rispettare il previsto rapporto acqua/cemento.
Additivi. - La Direzione Xxxxxx deciderà a suo insindacabile giudizio se gli additivi proposti dall'Impresa potranno o no essere usati, in base alle conoscenze disponibili da precedenti lavori o sperimentazioni. Su richiesta della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà inoltre esibire certificati di prove di Laboratorio ufficiale che dimostrino la conformità del prodotto alle disposizioni vigenti; dovrà comunque essere garantita la qualità e la costanza delle caratteristiche dei prodotti da impiegare.
C) CONTROLLI DI ACCETTAZIONE DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI
Durante l'esecuzione delle opere cementizie per la determinazione delle resistenze a compressione dei conglomerati, per la preparazione e stagionatura dei provini, per la forma e dimensione degli stessi e relative casseforme, dovranno essere osservate le prescrizioni previste dall'allegato 2 delle Norme Tecniche del D.M. 09 gennaio 1996.
Ad integrazione di tali norme, la Direzione dei Lavori ordinerà n. 3 (tre) prelievi costituiti ciascuno da n. 2 provini in modo da poter assoggettare uno dei prelievi a prove preliminari di accettazione presso il laboratorio di cantiere, o altro posto nelle vicinanze del cantiere stesso; resta inteso che il secondo prelievo andrà sottoposto a prove presso un Laboratorio ufficiale ed il terzo prelievo sarà utilizzato, all'occorrenza, nel caso si rendesse necessario eseguire altre prove.
Tutti gli oneri relativi alle prove di cui sopra, in essi compresi quelli per il rilascio dei certificati, saranno a carico dell'impresa.
Nel caso che il valore della resistenza caratteristica cubica Rck ottenuta sui provini assoggettati a prove nei laboratori di cantiere risulti essere inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dal Direttore dei Lavori, questi potrà, a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti dell'opera d'arte interessata in attesa dei risultati delle prove eseguite presso Laboratori ufficiali.
Qualora anche dalle prove eseguite presso Laboratori ufficiali risultasse un valore della Rck inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori, ovvero una prescrizione del controllo di accettazione non fosse rispettata, occorre procedere, a cura e spese dell'Impresa, ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme sulla base della resistenza ridotta del conglomerato, ovvero ad una verifica delle caratteristiche del conglomerato messo in opera mediante prove complementari, o col prelievo di provini di calcestruzzo indurito messo in opera o con l'impiego di altri mezzi di indagine. Tali controlli e verifiche formeranno oggetto di una relazione supplementare nella quale si dimostri che, ferme restando le ipotesi di vincoli e di carico delle strutture, la Rck è ancora compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, secondo le prescrizioni delle vigenti norme di legge.
Se tale relazione sarà approvata dalla Direzione Lavori il calcestruzzo verrà contabilizzato in base al valore della resistenza caratteristica trovata.
Nel caso che la Rck non risulti compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, l'Impresa sarà tenuta a sua cura e spese alla demolizione e rifacimento dell'opera oppure all'adozione di quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione Lavori. Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all'Impresa se la Rck risulterà maggiore a quella indicata nei calcoli statici e nei disegni approvati dalla Direzione Lavori.
Oltre ai controlli relativi alla Rck la Direzione Lavori preleverà, con le modalità indicate nelle norme UNI 6126-72 e con le frequenze di cui all'allegato 2 del D.M. 09 gennaio 1996 campioni di materiali e di conglomerati per effettuare ulteriori controlli, quali:
a) quelli relativi alla consistenza con la prova del cono eseguita secondo le modalità riportate nell'appendice E delle norme UNI 7163-79;
b) quelli relativi al dosaggio del cemento da eseguire su calcestruzzo fresco in base a quanto stabilito nelle norme UNI 6393-72 e 6394-69 (poiché di regola tale determinazione deve essere eseguita entro 30 minuti dall'impasto, occorre attenzione particolare nella scelta del luogo di esecuzione).
In particolare, in corso di lavorazione, sarà altresì controllata l'omogeneità, il contenuto d'aria ed il rapporto acqua/cemento.
Circa le modalità di esecuzione delle suddette prove, si specifica quanto segue.
La prova di consistenza si eseguirà misurando l'abbassamento al cono di Xxxxxx (slump test), come disposto dalla Norma UNI 7163-79. Tale prova sarà considerata significativa per abbassamenti compresi fra 2 e 20 cm. Per abbassamenti inferiori a 2 cm si dovrà eseguire la prova con la tavola a scosse secondo il metodo DIN 1048, o con l'apparecchio VEBE'.
La prova di omogeneità è prescritta in modo particolare quando il trasporto del conglomerato avviene mediante autobetoniera. Essa verrà eseguita vagliando due campioni di conglomerato, prelevati a 1/5 e 4/5 dello scarico della betoniera, attraverso il vaglio a maglia quadra da 4,76 mm.
La percentuale in peso di materiale grosso nei due campioni non dovrà differire più del 10%. Inoltre l'abbassamento al cono dei due campioni prima della vagliatura non dovrà differire più di 3 cm.
La prova del contenuto d'aria è richiesta ogni qualvolta si impieghi un additivo aerante. Essa verrà eseguita con il metodo UNI 6395-72.
Il rapporto acqua/cemento dovrà essere controllato determinando l'acqua contenuta negli inerti e sommando tale quantità all'acqua di impasto.
In fase di indurimento potrà essere prescritto il controllo della resistenza a diverse epoche di maturazione, su campioni appositamente confezionati.
La Direzione Lavori si riserva di prelevare campioni di conglomerato cementizio anche da strutture già realizzate e stagionate, oppure di effettuare, sulle opere finite, armate o non, misure di resistenza a compressione, non distruttive, a mezzo sclerometro od altre apparecchiature.
La prova o misura di resistenza a mezzo sclerometro verrà eseguita nel modo seguente:
1) nell'intorno del punto prescelto dalla Direzione Lavori verrà fissata una area non superiore a 0,1 m2; su di esso si eseguiranno 10 percussioni con sclerometro, annotando i valori dell'indice letti volta per volta;
2) si determinerà la media aritmetica di tali valori;
3) verranno scartati i valori che differiscono dalla media più di 15 centesimi dall'escursione totale della scala dello sclerometro;
4) tra i valori non scartati, se non inferiori a 6, verrà dedotta la media aritmetica che, attraverso la tabella di taratura dello sclerometro, darà la resistenza a compressione del calcestruzzo;
5) se il numero dei valori non scartati è inferiore a 6 la prova non sarà ritenuta valida e dovrà essere rieseguita in una zona vicina.
Di norma per ciascun tipo di sclerometro verrà adottata la tabella di taratura fornita dalla relativa casa costruttrice; la Direzione Lavori si riserva di effettuare in contraddittorio la taratura dello sclerometro direttamente sui provini che successivamente verranno sottoposti a prova distruttiva di rottura a compressione. Per l'interpretazione dei risultati è buona norma procedere anche a prove di confronto su strutture le cui prove di controllo abbiano dato risultati certi.
Nella eventualità di risultati dubbi, si dovrà procedere al controllo diretto della resistenza a rottura per compressione mediante prove distruttive su provini prelevati direttamente in punti opportuni delle strutture già realizzate, mediante carotature, tagli con sega a disco, estrazione di grossi blocchi, ecc. (Norme UNI 6132-72).
D) CONFEZIONE
La confezione dei calcestruzzi dovrà essere eseguita con gli impianti preventivamente sottoposti all'esame della Direzione Lavori. Gli impianti di betonaggio saranno del tipo automatico o semiautomatico, con dosatura a peso degli inerti, dell'acqua, degli eventuali additivi e del cemento; la dosatura del cemento dovrà sempre essere realizzata con bilancia indipendente e di adeguato maggior grado di precisione.
La dosatura effettiva degli inerti dovrà essere realizzata con precisione del 3%; quella del cemento con precisione del 2%.
Le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due mesi e tarate all'inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all'anno.
Per l'acqua e gli additivi è ammessa anche la dosatura a volume.
La dosatura effettiva dell'acqua dovrà essere realizzata con precisione del 2% ed i relativi dispositivi dovranno essere tarati almeno una volta al mese.
I dispositivi di misura del cemento, dell'acqua e degli additivi dovranno essere di tipo individuale. Le bilance per la pesatura degli inerti possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie pezzature con successione addizionale).
I sili del cemento debbono garantire la perfetta tenuta nei riguardi dell'umidità atmosferica.
Gli impasti dovranno essere confezionati in betoniere aventi capacità tale da contenere tutti gli ingredienti della pesata senza debordare.
Il tempo e la velocità di mescolamento dovranno essere tali da produrre un conglomerato rispondente ai requisiti di omogeneità di cui al precedente paragrafo C).
Per quanto non specificato, vale la norma UNI 7163-79.
L'impasto dovrà risultare di consistenza uniforme ed omogenea, uniformemente coesivo (tale cioè da essere trasportato e manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi); lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo eseguita la vibrazione in opera).
La lavorabilità non dovrà essere ottenuta con maggiore impiego di acqua di quanto previsto nella composizione del calcestruzzo. Il Direttore dei Lavori potrà consentire l'impiego di aeranti, plastificanti o fluidificanti, anche non previsti negli studi preliminari.
In questi casi, l'uso di aeranti e plastificanti sarà effettuato a cura e spese dell'Impresa, senza che questa abbia diritto a pretendere indennizzi o sovrapprezzi per tale titolo.
La produzione ed il getto del calcestruzzo dovranno essere sospesi nel caso che la temperatura scenda al di sotto di 0°C. salvo diverse disposizioni che la Direzione Lavori potrà dare volta per volta, prescrivendo, in tal caso, le norme e gli accorgimenti cautelativi da adottare; per questo titolo l'Impresa non potrà avanzare richiesta alcuna di maggiori compensi.
E) TRASPORTO
Il trasporto dei calcestruzzi dall'impianto di betonaggio al luogo di impiego dovrà essere effettuato con mezzi idonei al fine di evitare la possibilità di segregazione dei singoli componenti e comunque tali da evitare ogni possibilità di deterioramento del calcestruzzo medesimo.
Non saranno ammessi gli autocarri a cassone o gli scivoli. Saranno accettate, in funzione della durata e della distanza di trasporto, le autobetoniere e le benne a scarico di fondo ed, eccezionalmente, i nastri trasportatori. L'uso delle pompe sarà consentito a condizione che l'Impresa adotti, a sua cura e spese, provvedimenti idonei a mantenere il valore prestabilito del rapporto acqua/cemento del calcestruzzo alla bocca d'uscita della pompa.
Qualora il trasporto del conglomerato avvenga mediante autobetoniera l'omogeneità dell'impasto sarà controllata, all'atto dello scarico, con la prova indicata al precedente paragrafo C).
In ogni caso la lavorabilità dell'impasto verrà controllata con le prove di consistenza al cono di Xxxxxx (slump test) sia all'uscita dall'impianto di betonaggio o dalla bocca dell'autobetoniera, sia al termine dello scarico in opera; la differenza fra i risultati delle due prove non dovrà essere maggiore di 5 cm e comunque non dovrà superare quanto specificato dalla Norma UNI 7163-79, salvo l'uso di particolari additivi.
E' facoltà della Direzione Lavori di rifiutare carichi di calcestruzzo non rispondenti ai requisiti prescritti.
F) POSA IN OPERA
Sarà eseguita con ogni cura e regola d'arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificati i piani di posa, le casseforme, i cavi da riempire e dopo aver posizionato le armature metalliche. Nel caso di getti contro terra, roccia, ecc., si deve controllare che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di collegamento, siano eseguiti in conformità alle disposizioni di progetto e di capitolato.
I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto ed alle prescrizioni della Direzione Lavori. Si avrà cura che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento.
I getti potranno essere iniziati solo dopo la verifica degli scavi, delle casseforme e delle armature metalliche da parte della Direzione Lavori.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l'Impresa dovrà tener registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro. Il calcestruzzo sarà posto in opera e assestato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze.
Le eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate e i punti incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta fine di cemento immediatamente dopo il disarmo; ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti nei limiti che la Direzione Lavori, a suo esclusivo giudizio, riterrà tollerabili, fermo restando in ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell'Impresa.
Eventuali ferri (filo, chiodi, reggette) che, con funzione di legatura di collegamento casseri od altro, dovessero sporgere dai getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 0,5 cm sotto la superficie finita, e gli incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento; queste prestazioni non saranno in nessun caso oggetto di compensi a parte.
Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione. A questo scopo il conglomerato dovrà cadere verticalmente al centro della cassaforma e sarà steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50 cm ottenuti dopo la vibrazione.
Gli apparecchi, i tempi e le modalità per la vibrazione saranno quelli preventivamente approvati dalla Direzione Lavori. E' vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore.
Tra le successive riprese di getto non dovranno aversi distacchi o discontinuità o differenze d'aspetto, e la ripresa potrà effettuarsi solo dopo che la superficie del getto precedente sia stata accuratamente pulita, lavata e spazzolata.
La Direzione Lavori avrà la facoltà di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti vengano eseguiti senza soluzione di continuità così da evitare ogni ripresa; per questo titolo l'Impresa non potrà avanzare richiesta alcuna di maggiori compensi e ciò neppure nel caso che, in dipendenza di questa prescrizione, il lavoro debba essere condotto a turni ed anche in giornate festive. Quando il calcestruzzo fosse gettato in presenza d'acqua, si dovranno adottare gli accorgimenti necessari per impedire che l'acqua lo dilavi e ne pregiudichi il normale consolidamento.
L'onere ditali accorgimenti è a carico dell'impresa.
G) STAGIONATURA E DISARMO
A posa ultimata sarà curata la stagionatura dei getti in modo da evitare un rapido prosciugamento delle superfici dei medesimi, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo. Il sistema proposto dall'Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
Durante il periodo della stagionatura i getti dovranno essere riparati da possibilità di urti, vibrazioni e sollecitazioni di ogni genere.
Prima del disarmo, tutte le superfici non protette del getto dovranno essere mantenute umide con continua bagnatura e con altri idonei accorgimenti per almeno 7 giorni.
La rimozione delle armature di sostegno dei getti potrà essere effettuata quando siano state sicuramente raggiunte le prescritte resistenze. In assenza di specifici accertamenti, l'Impresa dovrà attenersi a quanto stabilito dalle Norme Tecniche previste dal D.M. 09 gennaio 1996.
Subito dopo il disarmo si dovranno mantenere umide le superfici in modo da impedire l'evaporazione dell'acqua contenuta nel conglomerato, fino a che non siano trascorsi 7 giorni dal getto.
Dovrà essere controllato che il disarmante impiegato non manchi o danneggi la superficie del conglomerato. A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione chimica, escludendo i lubrificanti di varia natura.
La Direzione Lavori potrà prescrivere che le murature in calcestruzzo vengano rivestite sulla superficie esterna con paramenti speciali in pietra, laterizi od altri materiali da costruzione; in tal caso i getti dovranno procedere contemporaneamente al rivestimento ed essere eseguiti in modo da consentirne l'adattamento e l’ammorsamento.
H) GIUNTI DI DISCONTINUITÀ ED OPERE ACCESSORIE NELLE STRUTTURE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
E' tassativamente prescritto che nelle strutture da eseguire con getto di conglomerato cementizio vengano realizzati giunti di discontinuità sia in elevazione che in fondazione onde evitare irregolari ed imprevedibili fessurazioni delle strutture stesse per effetto di escursioni termiche, di fenomeni di ritiro e di eventuali assestamenti.
Tali giunti vanno praticati ad intervalli ed in posizioni opportunamente scelte tenendo anche conto delle particolarità della struttura (gradonatura della fondazione, ripresa fra vecchie e nuove strutture, attacco dei muri andatori con le spalle dei ponti e viadotti, ecc.).
I giunti saranno ottenuti ponendo in opera, con un certo anticipo rispetto al getto, appositi setti di materiale idoneo, da lasciare in posto, in modo da realizzare superfici di discontinuità (piane, a battente, a maschio e femmina, ecc.) affioranti in faccia vista secondo le linee rette continue o spezzate.
La larghezza e la conformazione dei giunti saranno stabilite dalla Direzione dei Lavori.
I giunti, come sopra illustrati, dovranno essere realizzati a cura e spese dell'Impresa, essendosi tenuto debito conto ditale onere nella formulazione dei prezzi di elenco relativi alle singole classi di conglomerato.
Nel caso in cui è previsto in progetto che il giunto sia munito di apposito manufatto di tenuta o di copertura, L’Appaltatore è tenuto alla speciale conformazione del giunto, unitamente alla fornitura e posa in opera dei manufatti predetti con le specificazioni di tutti i particolari oneri che saranno prescritti per il perfetto definitivo assetto del giunto. I manufatti, di tenuta o di copertura dei giunti, possono essere costituiti da elastomeri a struttura etilenica (stirolo butadiene), a struttura paraffinica (bitile), a struttura complessa (silicone poliuretano, poliossipropilene, poliossicloropropilene), da elastomeri etilenici cosiddetti protetti (neoprene) o da cloruro di polivinile.
In aggiunta dei manufatti predetti, può essere previsto l'impiego di sigillanti.
I sigillanti possono essere costituiti da sostanze oleoresinose, bituminose siliconiche a base di elastomeri polimerizzabili o polisolfuri che dovranno assicurare la tenuta all'acqua, l'elasticità sotto le deformazioni previste, una aderenza perfetta alle pareti, ottenuta anche a mezzo di idonei primers, non colabili sotto le più alte temperature previste e non rigidi sotto le più basse, mantenendo il più a lungo possibile nel tempo le caratteristiche di cui sopra dopo la messa in opera.
E' tassativamente proibita l'esecuzione di giunti obliqui formanti angolo diedro acuto (muro andatore, spalla ponte obliquo, ecc.). In tali casi occorre sempre modificare l'angolo diedro acuto in modo tale da formare con le superfici esterne delle opere da xxxxxxxx angoli diedri non inferiori ad un angolo retto con facce piane di conveniente larghezza in relazione al diametro massimo degli inerti impiegati nel confezionamento del conglomerato cementizio di ogni singola opera.
Nell'esecuzione di manufatti contro terra si dovrà prevedere in numero sufficiente ed in posizione opportuna l'esecuzione di appositi fori per l'evacuazione delle acque di infiltrazione.
I fori dovranno essere ottenuti mediante preventiva posa in opera nella massa del conglomerato cementizio di tubi a sezione circolare o di profilati di altre sezioni di PVC o simili.
Tali oneri ricompresi ecompensati nei prezzi d’appalto
I) PREDISPOSIZIONE DI FORI, TRACCE, CAVITÀ, ECC.
L'impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è previsto nei disegni costruttivi o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori, circa fori, tracce,
cavità, incassature, ecc., nelle solette, nervature, pilastri, murature, ecc., per sedi di cavi, per attacchi di parapetti, mensole, segnalazioni, parti di impianti, eventuali fornelli da mina, ecc.
L'onere relativo è compreso e compensato nei prezzi unitari e pertanto è ad esclusivo carico dell'Impresa. Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni così prescritte dalla Direzione Lavori, saranno a totale carico dell'Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le demolizioni e le ricostruzioni di opere di spettanza dell'Impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di adattamento di infissi o impianti, i ritardi, le forniture aggiuntive di materiali e la maggiore mano d'opera occorrente da parte dei fornitori.
L) MANUFATTI PREFABBRICATI PRODOTTI IN SERIE (in conglomerato normale o precompresso, misti in laterizio e cemento armato, e metallici)
(D.M. 09 gennaio 1996 - Parte terza)
La documentazione da depositarsi ai sensi dei punti a), b), c), d) dell'art. 9 della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e smi dovrà dimostrare la completa rispondenza dei manufatti prefabbricati alle prescrizioni di cui alle presenti norme.
La relazione dovrà essere firmata da un tecnico a ciò abilitato, il quale assume con ciò le responsabilità stabilite dalla legge per il progettista.
I manufatti prefabbricati dovranno essere costruiti sotto la direzione di un tecnico a ciò abilitato, che per essi assume le responsabilità stabilite dalla legge per il direttore dei lavori. A cura di detto tecnico dovranno essere eseguiti i prelievi di materiali, le prove ed i controlli di produzione sui manufatti finiti con le modalità e la periodicità previste dalle presenti Norme. I certificati delle prove saranno conservati dal produttore.
Ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere accompagnata, oltre a quanto previsto dal penultimo comma dell'art. 9, anche da un certificato di origine firmato dal produttore, il quale con ciò assume per i manufatti stessi le responsabilità che la legge attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della produzione previsto al precedente comma. Il certificato dovrà garantire la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di cui alla documentazione depositata al Ministero dei LL.PP., e portare la indicazione del tecnico che ne risulta, come sopra detto, progettista.
Ai sensi dell'art. 9 della legge 5 novembre 1971, n. 1086e smi , ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengono esposte le modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i limiti di impiego dei manufatti stessi.
In presenza delle condizioni sopra elencate, i manufatti prefabbricati potranno essere accettati senza ulteriori esami o controlli.
Copia del certificato d'origine dovrà essere allegato alla relazione del direttore dei lavori di cui all'art. 6 della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e smi.
M) CONGLOMERATI CEMENTIZI PRECONFEZIONATI
E' ammesso l'impiego di conglomerati cementizi preconfezionati, purché rispondenti in tutto e per tutto a quanto avanti riportato. Xxxxxxx in proposito le specifiche prescrizioni di cui alla Norma UNI 7163-79 per quanto non in contrasto con le prescrizioni di cui al D.M. 09 gennaio 1996.
Anche per i calcestruzzi preconfezionati si ravvisa la necessità di predisporre ed effettuare i prelievi per le prove di accettazione nei cantieri di utilizzazione all'atto del getto per accertare che la resistenza del conglomerato risulti non inferiore a quella minima di progetto.
La garanzia di qualità dei calcestruzzi preconfezionati potrà essere comprovata a seguito di apposite prove sistematiche effettuate dai Laboratori Ufficiali di cui all'Art. 20 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086 e di altri autorizzati con decreto del Ministro dei Lavori Pubblici come previsto dall'articolo citato.
Tuttavia queste prove preliminari o di qualificazione hanno il solo carattere complementare e non possono in nessun caso ritenersi sostitutive delle indispensabili prove di controllo in corso d'opera, i cui certificati dovranno essere allegati alla contabilità finale.
L'Impresa resta l'unica responsabile nei confronti della Stazione appaltante per l'impiego di conglomerato cementizio preconfezionato nelle opere in oggetto dell'appalto e si obbliga a rispettare ed a far rispettare scrupolosamente tutte le norme regolamentari e di legge stabilite sia per i materiali (inerti, leganti, ecc.) sia per il confezionamento e trasporto in opera del conglomerato dal luogo di produzione.
Ciò vale, in particolare, per i calcestruzzi preconfezionati i quali, in relazione alle modalità ed ai tempi di trasporto in cantiere, possono subire modifiche qualitative anche sensibili.
L'Impresa, inoltre, assume l'obbligo di consentire che il personale dell'Ente appaltante., addetto alla vigilanza ed alla Direzione dei Lavori, abbia libero accesso al luogo di produzione del conglomerato per poter effettuare in contraddittorio con il rappresentante dell'Impresa i prelievi e i controlli dei materiali, previsti nei paragrafi precedenti. La classe di resistenza per i conglomerati impiegati nella realizzazione delle opere è fissata secondo quanto indicato nelle tavole di progetto.
La granulometria e lo slump dei conglomerati dovranno essere adeguati alla tipologia ed alla densità delle armature metalliche indicate nelle tavole di progetto; sarà cura dell’impresa sottoporre prima dell’impiego una scheda prodotto (mix – design) dei materiali alla approvazione della D. Lavori
N) PRESCRIZIONI PARTICOLARI RELATIVE AI CEMENTI ARMATI
Si richiama quanto è stato prescritto nelle «Generalità» all'articolo relativo ai conglomerati cementizi semplici ed armati circa l'obbligo dell'Impresa di presentare, per il preventivo benestare della Direzione dei Lavori, nel numero di copie che saranno richieste, i disegni esecutivi ed i calcoli di stabilità delle opere in c.a. e delle centine ed armature di sostegno redatti da un progettista qualificato, nonché i computi metrici relativi.
L'esame o verifica, da parte della Direzione dei Lavori, dei progetti e dei calcoli presentati, non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le pattuizioni del contratto, restando stabilito che, malgrado i controlli eseguiti dalla Direzione dei Lavori, essa Impresa rimane unica e completa responsabile delle opere; pertanto essa sarà tenuta a rispondere degli inconvenienti di qualunque natura, importanza e conseguenza che avessero a verificarsi.
Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri, dovranno essere impiegati opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio.
Qualora le opere in cemento armato vengano costruite in prossimità dei litorali marini, si osserveranno le prescrizioni previste dal D.M. 09 gennaio 1996, nonché quelle indicate nella circolare n. 6804 del 19 novembre 1959, del Servizio Tecnico dell'A.N.A.S., per quanto non in contrasto con il citato D.M. e delle quali si richiamano i seguenti paragrafi:
a) gli inerti del conglomerato dovranno essere di adatta granulometria continua, tanto che lo strato esterno del conglomerato, rivestente i ferri, risulti impermeabile. Essi dovranno, altresì, essere lavati abbondantemente con acqua
dolce in modo che siano asportati completamente i cloruri e i solfati. Per lo stesso motivo l'acqua di impasto dovrà essere limpida e dolce ed esente dalle predette sostanze nocive;
b) il conglomerato dovrà essere confezionato esclusivamente con cemento portland, impiegando casseforme a superfici interne lisce e dovrà essere, in ogni caso, vibrato;
c) subito dopo la sformatura, l'intera superficie esterna della struttura dovrà essere trattata con una boiacca fluidissima di cemento da somministrare e diffondere uniformemente con un pennello, previo accurato risarcimento con malta ricca di cemento delle superfici alveolari.
L'osservanza delle stesse norme potrà essere ordinata dalla Direzione dei Lavori anche in zone in cui siano presenti acque con componenti di natura aggressiva (acque selenitose, solforose, carboniche, ecc.).
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l'Impresa dovrà tener registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro.
Nei prezzi di appalto, si intendono comprese e compensate tutte le spese per la compilazione degli elaborati di cantiere e di officina, quelle delle prove di carico delle strutture e del collaudo statico delle stesse, nonché le spese per le prove dei materiali che verranno impiegati nella costruzione, quelle dei saggi e dei rilievi.
Durante l'esecuzione delle opere la Direzione dei Lavori avrà il diritto di ordinare tutte quelle cautele, limitazioni, prescrizioni di ogni genere, che essa riterrà necessarie nell'interesse della regolarità e sicurezza del transito ed alle quali l'Impresa dovrà rigorosamente attenersi senza poter accampare pretese di indennità o compensi di qualsiasi natura e specie diversi da quelli stabiliti dalle presenti Norme Tecniche e relativo Elenco Prezzi.
O) PRESCRIZIONI PARTICOLARI RELATIVE AI CEMENTI ARMATI PRECOMPRESSI Boiacche cementizie per le iniezioni nei cavi di precompressione di strutture in c.a.p. nuove
Nelle strutture in conglomerato cementizio armato precompresso con cavi scorrevoli, allo scopo di assicurare l'aderenza e soprattutto proteggere i cavi dalla corrosione, è necessario che le guaine vengano iniettate con boiacca di cemento reoplastica, fluida pompabile ed a ritiro compensato (è richiesto un leggero effetto espansivo).
Tale boiacca preferibilmente pronta all'uso previa aggiunta.di acqua, oppure ottenuta da una miscela di cemento speciale, additivo in polvere, dosato in ragione del 5 - 6% sul peso del cemento, ed acqua, non dovrà contenere cloruri né polvere di alluminio, né coke, né altri agenti che provocano espansione mediante formazione di gas capaci di innescare fenomeni di corrosione.
Oltre a quanto prescritto dalle vigenti norme di legge (Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5.11.1971 n. 1086 con D.M. 09/01/96), si precisa quanto segue, intendendosi sostituite dalle prescrizioni che seguono (più restrittive) parte delle prescrizioni analoghe contenute nel citato D.M.
1)La fluidità della boiacca di iniezione dovrà essere misurata con il cono di Marsh (punto 1.8.4.7.1.1)per ogni impasto all'entrata delle guaine e per ogni guaina all'uscita; l'iniezione continuerà finché la fluidità della boiacca in uscita sarà paragonabile a quella in entrata Si dovrà provvedere con appositi contenitori affinché la boiacca di sfrido non venga scaricata senza alcun controllo sull'opera o attorno ad essa. Una più accurata pulizia delle guaine ridurrà l'entità di questi sfridi.
2) L'impastatrice dovrà essere del tipo ad alta velocità, almeno 4000 - 5000 giri/min (con velocità tangenziale minima di 14 m/sec), è proibito l'impasto a mano, il tempo di mescolamento verrà fissato di volta in volta in base ai valori del cono di Marsh.
3) Prima di essere immessa nella pompa la malta dovrà essere vagliata con setaccio a maglia di 2 mm di lato.
4) L'essudazione non dovrà essere superiore allo 2% del volume (punto 1.8.4.7.1.2).
5) Il tempo d'inizio presa non dovrà essere inferiore a tre ore (a 303 k)(a 30 °C).
6) E’ tassativamente prescritta la disposizione di tubi di sfiato in corrispondenza di tutti i punti più elevati di ciascun cavo, comprese le trombette ed i cavi terminali.
Ugualmente dovranno esserci tubi di sfiato nei punti più bassi dei cavi lunghi e con forte dislivello.
All'entrata di ogni guaina dovrà essere posto un rubinetto, valvola o altro dispositivo, atti a mantenere, al termine dell’iniezione., la pressione entro la guaina stessa per un tempo di almeno 5 h.
7) L'iniezione dovrà avere carattere di continuità e non potrà venire assolutamente interrotta.
In caso di interruzioni dovute a causa di forza maggiore e superiori a 5 min, il cavo verrà lavato e l'iniezione andrà ripresa dall'inizio.
8) E’ preferibile l'impiego di cemento tipo 32,5 (usando il 42,5 solo per gli impieghi in inverno).
(1) Misura della fluidità con il cono di Marsh.
L'apparecchio dovrà essere costruito in acciaio inossidabile ed avere forma e dimensioni come in figura, con ugello intercambiabile di diametro d variabile da mm 5 a mm 11.
La fluidità della malta sarà determinata misurando i tempi di scolo di 1000 cm3 di malta (essendo la capacità totale del cono di 2000 cm3, il tempo totale di scolo va diviso per due). La fluidità della malta sarà ritenuta idonea quando il tempo di scolo di 1000 cm3 di malta sarà compreso tra 13 e 25 minuti secondi. La scelta del diametro dell'ugello dovrà essere fatta sulla base degli abachi in figura, rispettivamente per cavi a fili e a trefoli:
Dove:
P = pressione dell'iniezione (g/cm2) L= lunghezza della guaina (cm)
∅e= ∅G2-n. x ∅ f2 [diametro equivalente in funzione della guaina (∅ G), del diametro dei fili (∅ f) e del loro
numero (n.)].
(2) Misura della essudazione della malta.
Si opera con una provetta graduata cilindrica (000 xx0, ∅ 6 cm, con 6 cm di malta). La provetta deve essere tenuta in
riposo e al riparo dall'aria. La misura si effettua 3 ore dopo il mescolamento, con lettura diretta oppure con pesatura prima e dopo lo svuotamento con pipetta dell' acqua trasudata.
2) prima di essere immessa nella pompa la malta dovrà essere vagliata con setaccio a maglia di mm 2 dilato;
3) l'essudazione (2) non dovrà essere superiore al 2% del volume;
4) l'impastatrice dovrà essere del tipo ad alta velocità (4.000 ÷ 5.000 giri/min con velocità tangenziale minima di 14 m/sec). E' proibito l'impasto a mano;
5) il tempo di inizio presa non dovrà essere inferiore a 3 ore;
6) è tassativamente prescritta la disposizione di tubi di sfiato in corrispondenza a tutti i punti più elevati di ciascun cavo, comprese le trombette ed i cavi terminali.
Egualmente dovranno essere disposti tubi di sfiato nei punti più bassi dei cavi lunghi o con forte dislivello.
Art.10 CONGLOMERATO CEMENTIZIO PER COPERTINE, CANTONALI, PEZZI SPECIALI, PARAPETTI, ECC.
Per la esecuzione di opere di completamento del corpo stradale e delle opere d'arte quali: parapetti, copertine di muri di sostegno, d'ala, di recinzione, soglie, cordonate, cantonali, ecc., verrà confezionato e posto in opera perfettamente costipato, con appositi vibratori, un conglomerato cementizio avente un Rck ≥ 30 N/mm2.
Ferme restando tutte le prescrizioni inserite negli articoli relativi agli aggregati, alla confezione e posa in opera dei
conglomerati per opera in c.a., si terrà presente che l'aggregato grosso da impiegare dovrà avere dimensioni massime di mm 20.
La costruzione delle armature o casseforme dovrà essere effettuata con particolare cura, onde ottenere una perfetta esecuzione del getto e le precise misure e sagome prescritte dalla Direzione dei Lavori o riportate nei disegni di progetto.
Nelle opere in cui venissero richiesti giunti di dilatazione o contrazione, l'Impresa è in obbligo di eseguirli a perfetta regola, a distanza conveniente e secondo le prescrizioni impartite dalla Direzione dei Lavori; del relativo onere si è tenuto conto nella determinazione del relativo prezzo di elenco.
Art.11 CASSEFORME, ARMATURE E CENTINATURE
Per l'esecuzione di tali opere provvisionali, sia del tipo fisso che del tipo scorrevole, sia in senso verticale che in quello orizzontale, nonché per il varo di elementi strutturali prefabbricati, l'Impresa potrà adottare il sistema, i materiali ed i mezzi che riterrà più idonei o di sua convenienza, purché soddisfino alle condizioni di stabilità e di sicurezza, curando la perfetta riuscita dei particolari costruttivi.
L'Impresa è tenuta ad osservare, nella progettazione ed esecuzione di armature e centinature, le norme ed i vincoli che fossero imposti dagli Enti e persone responsabili, circa il rispetto di particolari impianti o manufatti esistenti nella zona interessata dalla nuova costruzione.
Le operazioni di disarmo saranno effettuate secondo le norme contenute nel D.M. 09 gennaio 1996 e, in mancanza di queste, secondo le prescrizioni del Direttore dei Lavori.
Nella costruzione sia delle armature che delle centinature di qualsiasi tipo, l'Impresa è tenuta ad adottare gli opportuni accorgimenti affinché in ogni punto della struttura l'abbassamento possa venire fatto simultaneamente.
Nella progettazione e nella esecuzione delle armature e delle centinature, l'Impresa è inoltre tenuta a rispettare le norme e le prescrizioni che, eventualmente, venissero impartite dagli Uffici competenti circa l'ingombro degli alvei attraversati, o circa le sagome libere da lasciare in caso di sovrappassi di strade e ferrovie.
Le opere provvisionali dovranno essere progettate per sostenere il peso dei getti delle strutture fino all’atto della pretensione dei cavi e del disarmo dell’impalcato. Dovranno essere previste tutte le necessarie misure per evitare movimenti e differenze che possano causare il non perfetto allineamento delle superfici esterne delle strutture finite.
Le casseforme ivi comprese le armature di sostegno e di controventatura, per strutture in conglomerato cementizio di qualsiasi forma e dimensione, compreso ogni onere per chiodature, uso di smussi angolari, disarmi, allontanamento del materiale occorso, ecc. , vanno disposte a perfetta regola d'arte, anche secondo quanto prescritto dalla Direzione dei Lavori.
Sarà buona norma trattare le superficie delle casseforme, prima del loro impiego, con prodotti specifici (disarmine) atti ad agevolare le operazioni di disarmo.
L’ appaltatore dovrà peritarsi di procedere, durante le operazioni di disarmo, in modo da evitare azioni dinamiche sulle strutture.
Il via alle operazioni di disarmo dovrà essere dato una volta che il conglomerato abbia raggiunto una sufficiente resistenza e per ciò si dovrà consultare la D.L:
Le paratie o casseri in legname occorrenti per le fondazioni debbono essere formate con pali o tavoloni infissi nel suolo e con le longarine o filagne di collegamento in sommità, della qualità e dimensioni che saranno prescritte. I tavoloni debbono essere battuti a perfetto contatto l'uno con l'altro; ogni palo o tavolone che si spezzasse sotto battitura, o che nella discesa deviasse dalla verticale, deve essere dall' Appaltatore, a sue cure e spese, estratto e sostituito.
Le teste dei pali o dei tavolini debbono essere muniti di adatte cerchiature in ferro per evitare le scheggiature e gli altri guasti che possono essere causati dai colpi di maglio. Le punte dei pali e dei tavolini debbono essere munite di puntazze di ferro quando il direttore dei lavori lo giudichi necessario.
Quando le condizioni del sottosuolo lo permettono, i tavoloni o le palancole, anziché infissi nel terreno, possono essere posti orizzontalmente sulla fronte dei pali verso lo scavo e debbono essere assicurati ai pali stessi mediante robusta ed abbondante chiodatura, in modo da formare una parete stagna e resistente.
Art.12 INTONACI E APPLICAZIONI PROTETTIVE DELLE SUPERFICI IN CALCESTRUZZO
In linea generale, per le strutture in calcestruzzo non verranno adottati intonaci, perché le casseforme dovranno essere predisposte ed i getti dovranno essere vibrati con cura tale che le superfici di tutte le predette strutture dovranno presentare aspetto regolare e non sgradito alla vista.
Gli intonaci, quando fosse disposto dalla Direzione dei Lavori, verranno eseguiti dopo accurata pulizia, bagnatura delle pareti e formazione di fasce di guida in numero sufficiente per ottenere la regolarità delle superfici. A superficie finita non dovranno presentare screpolature, irregolarità, macchie; le fasce saranno regolari ed uniformi e gli spigoli eseguiti a regola d'arte.
Sarà cura dell'Impresa mantenere umidi gli intonaci eseguiti quando le condizioni locali lo richiedano.
A) INTONACI ESEGUITI A MANO
Nelle esecuzioni di questo lavoro verrà applicato un primo strato di circa 12 mm di malta (rinzaffo), gettato con forza in modo da aderire perfettamente alla muratura. Quando questo primo strato sarà alquanto consolidato, si applicherà il secondo xxxxxx che verrà steso con la cazzuola e regolarizzato con il frattazzo.
Lo spessore finito dovrà essere di mm 20; qualora però, a giudizio della Direzione dei Lavori, la finitura dei getti e delle murature lo consenta, potrà essere limitato a mm 10 e in tal caso applicato in una volta sola.
B) INTONACI ESEGUITI A SPRUZZO (GUNITE)
Prima di applicare l'intonaco l'Impresa avrà cura di eseguire, mediante martelli ad aria compressa, muniti di appropriato utensile, la «spicconatura» delle superfici da intonacare, alla quale seguirà un efficace lavaggio con acqua a pressione ed occorrendo sabbiatura ad aria compressa.
Le sabbie da impiegare saranno silicee, scevre da ogni impurità ed avranno un appropriato assortimento granulometrico preventivamente approvato dalla Direzione dei Lavori.
La malta sarà di norma composta di Kg. 500 di cemento normale per m3 di sabbia, salvo diverse prescrizioni della Direzione dei Lavori.
L'intonaco potrà avere spessore di mm 20 o 30 e sarà eseguito in due strati, il primo dei quali sarà rispettivamente di m 12 o 18 circa. Il getto dovrà essere eseguito con la lancia in posizione normale alla superficie da intonacare e posta a distanza di 80 ÷ 90 cm dalla medesima. La pressione alla bocca dell'ugello di uscita della miscela sarà di circa 3
atmosfere.
Qualora si rendesse necessario, la Direzione dei Lavori potrà ordinare l'aggiunta degli idonei additivi per le qualità e dosi che di volta in volta verranno stabilite, od anche la inclusione di reti metalliche elettrosaldate in fili d'acciaio, di caratteristiche che saranno precisate dalla Direzione dei Lavori. In quest'ultimo caso l'intonaco potrà avere spessore di mm 30 ÷ 40.
Quando l'intonaco fosse eseguito in galleria e si verificassero delle uscite d'acqua, dovranno essere predisposti dei
tubetti del diametro di 1 pollice.
Questi ultimi saranno asportati una settimana dopo e i fori rimasti saranno chiusi con malta di cemento a rapida presa.
C) APPLICAZIONI PROTETTIVE DELLE SUPERFICI IN CALCESTRUZZO
Qualora la Direzione dei Lavori lo ritenga opportuno, potrà ordinare all'Impresa l'adozione di intonaci idrofughi o di sostanze protettive delle superfici dei calcestruzzi.
Art.13 VERNICIATURE
Generalità.
Tutte le strutture in acciaio dovranno essere protette contro la corrosione mediante uno dei cicli di pitturazione definiti nel presente articolo.
I cicli di verniciatura saranno preceduti da spazzolature meccaniche o sabbiature secondo le disposizioni impartite di volta in volta dalla Direzione Lavori.
I cicli di verniciatura saranno formati da un minimo di tre mani di prodotti verniciati mono o bicomponenti indurenti per filmazione chimica o filmazione fisica; le caratteristiche di composizione dei cicli da applicare sono le seguenti:
Ciclo «A».
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da tre mani di prodotti vernicianti. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
l° strato - Mano di fondo al clorocaucciù pigmentata con minio e cromato di zinco (Zn Cr 04), avente un ottimo potere bagnante sul supporto.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante clorocaucciù
- PVC%(1) ≥36%
- % pigmenti sul totale polveri ≥82%
- tipi di pigmento minio - ZnCrO4
- legante secco % 25%
- spessore del film 80 ÷ 100 μ
- metodo di applicazione pennello
2° strato - Mano intermedia al clorocaucciù pigmentata con: rosso ossido, ferro micaceo, alluminio avente un ottimo potere di attacco alla mano sottostante.
Caratteristiche formulative della mano intermedia:
- tipo di legante clorocaucciù
- PVC% ≥41%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥14%
- tipi di pigmento rosso ossido, ferro-micaceo, alluminio
- legante secco % 28%
(1) Concentrazione volumetrica del pigmento.
- spessore del film 80 ÷ 100 μ
- metodo di applicazione pennello
3° strato - Mano di finitura: clorocaucciù acrilica pigmentata con biossido di titanio, avente una ottima resistenza agli agenti atmosferici e chimici.
Caratteristiche formulative della mano di finitura:
- tipo di legante clorocaucciù acrilica
- PVC% ≥26%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥26%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 33%
- spessore del film 40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
Il tutto come riportato nella tabella che segue.
Ciclo di verniciatura «A»
............................................... 1° strato 2° strato 3° strato
Tipo di legante ...................... clorocaucciú .................... clorocaucciú clorocaucciú PVC %................................... ≥ 36% .............................. ≥41% ≥26%
% pigmento sul totale
polveri ................................... ≥ 82% .. - -
% pigmento sul prodotto .......
finito ...................................... - ...................................... ≥ 14% ≥ 26%
Tipi di pigmento.................... minio, cromato................. rosso ossido, ferro biossido di titanio
............................................... di zinco(ZnCrO4)............. xxxxxxx, alluminio (TiO2) Legante secco %.................... 25% 28% 33%
Spessore del film................... 80÷100μ .......................... 80÷100μ 40μ
Metodo di applicazione......... pennello ........................... pennello pennello-rullo
Ciclo «B».
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da tre mani di prodotti vernicianti. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
1° strato - Mano di fondo epossidica pigmentata con ZnCrO4 (cromato di zinco) avente un ottimo potere bagnante sul supporto.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante epossidico
- PVC% ≥36%
- % pigmento sul totale polveri ≥25%
- tipo di pigmento cromato di zinco ZnCrO4
- legante secco % 26%
- spessore del film 30÷40 μ
- metodo di applicazione pennello
2° strato - Mano intermedia epossidica pigmentata con biossido di titanio (TiO2), avente un ottimo potere di attacco alla mano sottostante:
- tipo di legante epossidico
- PVC% ≥40%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥11%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 26%
- spessore del film 80÷100 μ
- metodo di applicazione pennello
3° strato - Mano di finitura poliuretanica di tipo non ingiallente e non sfarinante. Il tipo di polisocianato dovrà essere alifatico (né aromatico, né cicloalifatico), con un contenuto di monomeri volatili non superiore allo 0,7% (ASTM D 2615/67 T):
- tipo di legante poliuretanico
- PVC% ≥16%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥26%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 39%
- spessore del film 30÷40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
Ciclo di verniciatura «B»
...................................................................1° strato | 2° strato | 3° strato |
Tipo di legante epossidico | epossidico | poliuretanica |
PVC % ≥ 36% | ≥40% | ≥16% |
% pigmento sul totale polveri ≥ 25% | - | - |
% pigmento sul prodotto ........................... finito ..- | ≥ 11% | ≥ 26% |
Tipi di pigmento cromato di zinco | biossido di titanio | biossido di titanio |
...................................................................(ZnCrO4) | (TiO2) | (TiO2) |
Legante secco % 26% | 26% | 39% |
Spessore del film 30 ÷ 40μ | 80 ÷ 100μ | 30 ÷ 40μ |
Metodo di applicazione pennello | pennello | pennello-rullo |
Ciclo «C».
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da quattro mani di prodotti verniciati. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
l° strato - Mano di fondo oleofenolica i cui pigmenti inibitori dovranno essere di base: ossido di piombo (minio), cromati di zinco, fosfati di zinco, cromati di piombo, silico-cromati di piombo, in composizione singola o miscelati tra loro in modo da conferire la migliore resistenza alla corrosione.
E' ammessa la presenza di riempitivi a base di solfato di bario (BaSO4) e silicati in quantità non superiore al 45% sul totale dei pigmenti e riempitivi.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante oleofenolico
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento ossido di piombo, cromati di zinco, fosfati di zinco,
cromati di piombo, silico-cromati di piombo
- legante secco (resina) % ≥18%
- tipo di olio nel legante olio di lino e/o legno
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
2° strato - Mano intermedia oleo fenolica di colore differenziato dalla 1° mano, di composizione identica al 1° strato; il pigmento inibitore potrà essere sostituito con aggiunta di ossido di ferro per la differenziazione del colore, in quantità non superiore al 6% sul totale dei pigmenti e riempitivi.
Caratteristiche formulative della 2a mano:
- tipo di legante oleofenolico
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento ossido di piombo, cromato di zinco, fosfato di zinco,
cromati dipiombo,
silico-cromati di piombo, ossido di ferro
- legante secco (resina) % ≥18%
- tipo di olio nel legante olio di lino e/o legno
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
3° strato - Mano intermedia alchidica modificata con olii vegetali e clorocaucciù, il cui rapporto in peso, a secco, dovrà essere di 2:1. Non sarà tollerata la presenza di colofonia.
Caratteristiche formulative della 3a mano:
- tipo di legante alchidico-clorocaucciù
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento biossido di titanio (TiO2), ftalocianina bleu
- % di TiO2 sul totale pigmenti ≥30%
- legante secco (resina)% ≥40%
- tipo di olio nel legante olio vegetale
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
4° strato - Mano di finitura alchidica modificata con olii vegetali e clorocaucciù di composizione identica al 3° strato, di colore differente dalla precedente mano.
Caratteristiche formulative della 4a mano:
- tipo di legante alchidico-clorocaucciù
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento biossido di titanio (Ti02), ftalocianina bleu
- % TiO2 sul totale pigmenti ≥30%
- legante secco (resina) % ≥40%
- tipo di olio nel legante olio vegetale
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
Ciclo di verniciatura «C»
1° strato | 2° strato | 3° strato | 4° strato | |||||||
Tipo di legante | oleofenolico | oleofenolico | alchidico clorocaucciù | alchidico clorocaucciù | ||||||
% di polveri | pigmenti | sul | totale | ≥55% | ≥55% | ≥55% | ≥55% | |||
Tipi di pigmento | ossido di piombo (minio), cromati di zinco, fosfati di zinco, cromati di piombo, silico cromati di piombo | ossido di piombo, cromato di zinco, fosfato di zinco, cromati di piombo, silicocromati, di piombo, ossido di ferro | biossido di titanio, ftalocianina bleu | biossido di titanio, ftalocianina bleu | ||||||
% di TiO2 sul totale pigmenti | - | - | ≥30% | ≥30% | ||||||
Legante secco (resina)% | ≥18% | ≥18% | ≥40 | ≥40 | ||||||
Tipo di olio nel legante | olio di lino e/o legno | olio di lino e/o legno | olio vegetale | olio vegetale | ||||||
% olio nella resina secca | ≥60% | ≥60% | ≥60% | ≥60% | ||||||
Spessore del filo secco | 35÷40μ | 35÷40μ | 35÷40μ | 35÷40μ | ||||||
Metodo di applicazione | pennello rullo | pennello airless | rullo- | pennello airless | rullo- | pennello airless | rullo- |
Dato che nelle caratteristiche formulative dei singoli stadi relativi ai cicli A, B e C sono presenti sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene, come specificato dal D.M. 25 luglio 1987 n. 555 (S.O.alla G.U. n. 15 del 20.1.1988), rettificato con avviso pubblicato sulla G.U. n. 90 del 18.4.1988, si dovrà adottare una serie di misure procedurali ed
organizzative, al fine di ottenere un controllo ambientale e sanitario, tenendo peraltro presente quanto disposto dal D.P.R. 20.2.1988 n. 141 (G.U. n. 104 del 5.5.1988).
Preparazione del supporto.
La preparazione del supporto metallico dovrà essere eseguita dall'Impresa mediante spazzolatura meccanica o sabbiatura, fino ad eliminazione di tutte le parti ossidate che presentino scarsa coesione e/o aderenza con il supporto.
Il tipo di pulizia: spazzolatura meccanica e sabbiatura, dovrà essere tale da permettere un ottimo attacco della mano di fondo del ciclo di verniciatura e dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
Tale approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa relativa al raggiungimento dei requisiti finali del ciclo di verniciature anticorrosive in opera.
Caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche) del ciclo di verniciature anticorrosive.
1) Le caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche) si intendono per cicli di verniciatura anticorrosiva applicata su supporti in acciaio tipo UNI 3351, sottoposti ad invecchiamento artificiale.
Per l'invecchiamento artificiale è previsto un ciclo così composto:
Agente aggressivo | Durata | Temperatura |
Radiazione ultravioletta ................................. ..... | 6h | 60°C |
Corrosione per immersione continua in soluzioni | ||
aerate (U.N.I.4261-66)....................................... .. | 12h | 35°C |
Corrosione in nebbia salina (U.N.I.5687-73) ....... | 12h | 35°C |
Radiazione ultravioletta........................................ | 6h | 60°C |
Immersione in soluzione satura di Ca C12............... | 12h | 35°C |
Dopo questo ciclo di invecchiamento artificiale, verranno eseguiti i controlli riportati di seguito.
2) Ingiallimento: secondo norma DIN 53230. Il prodotto di finitura deve essere non ingiallente (prova su prodotto non pigmentato).
3) Ruggine e Blistering (ASTM D 714-56) (DIN 53210):
Ciclo «A» | Blistering: | 1°strato = 9F |
2° strato = 9M | ||
3° strato = 9F | ||
Ruggine: | RO (ruggine assente) | |
Ciclo «B» | Blistering: | 1°strato = 9M |
2° strato = 9M | ||
3° strato = 9F |
Ruggine: | RO (ruggine assente) | |
Ciclo «C» | Blistering: | l° strato = 9F |
2° strato = 9F | ||
3° strato = 9M | ||
4° strato = 9F |
Ruggine: RO (ruggine assente)
4) Adesione (DIN 53151):
Ciclo «A» Gto÷Gt1 (stacco nullo al massimo del 5%)
Ciclo «B» Gto (stacco nullo)
Ciclo «C» Gto÷Gt1 (stacco nullo al massimo del 5%)
5)Spessore films secchi:
Ciclo «A» 1°strato = 90μ
2° strato = 80μ 3° strato = 40μ
Ciclo «B» 1° strato = 30μ
2° strato = 90μ 3° strato = 35μ
Ciclo «C» 1° strato = 35μ
2° strato = 35μ 3° strato = 35μ 4° strato = 35μ
6) Resistenza all'abrasione: si determina solo su prodotto di finitura mediante Xxxxx Abraser, con mola tipo CS 10, dopo 1000 giri con carico di 1 Kg.
Il valore espresso come perdita in peso deve essere inferiore a 10 milligrammi.
7) Brillantezza: controllata mediante Glossmetro Xxxxxxx con angolo di 60°, deve avere un valore iniziale superiore al 90% e finale non inferiore all'80%.
8) Prova di piegatura a 180° (su lamierino d'acciaio UNI 3351) con mandrino ∅ 4 mm.
Al termine non dovranno presentarsi screpolature o distacchi.
Prove di accettazione dei prodotti.
L'Impresa dovrà preventivamente inviare presso un laboratorio ufficialmente riconosciuto quanto segue:
a) campioni dei prodotti componenti il ciclo con relativi diluenti in contenitori sigillati del peso di 0,500 Kg e nel numero di tre per ogni prodotto (uno di questi campioni non deve essere pigmentato);
b) schede tecniche dei prodotti verniciati compilate in tutte le loro voci e fogli per le:
- caratteristiche di composizione: foglio A;
- caratteristiche di applicazione: xxxxxx X.
Il colore di finitura sarà indicato dalla Direzione Lavori; i pigmenti necessari per il raggiungimento del tono di colore richiesto dovranno essere, nella scheda riportante le caratteristiche di composizione, sottratti alla quantità percentuale di solvente. Controllata la rispondenza del rivestimento con le caratteristiche di resistenza richieste, i prodotti componenti il ciclo saranno identificati mediante analisi spettrofotometrica all'infrarosso. La Direzione Lavori potrà fare accertare in ogni momento sui prodotti presenti in cantiere la corrispondenza delle caratteristiche di resistenza, di composizione e di applicazione accertate in fase di gara e/o riprodurre gli spettri IR su detti materiali. Tali spettri dovranno essere uguali a quelli ricavati dai campioni.
Prove caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche)
N | Prova(ciclo <A >) | Fondo | Intermedia | Finitura |
1 | Blistering | 9M | 9M | 9F |
2 | Ruggine | RO | ||
3 | Adesione | Gto÷Gt1 | ||
4 | Spessore films secchi | 90μ | 80μ | 40μ |
5 | Abrasione | <10 mg | ||
6 | Brillantezza iniziale | >= 90% | ||
7 | Brillantezza finale | >= 80% |
Prove caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche)
N | Prova(ciclo <B >) | Fondo | Intermedia | Finitura |
1 | Blistering | 9M | 9M | 9F |
2 | Ruggine | RO | ||
3 | Adesione | Gto | ||
4 | Spessore films secchi | 30μ | 90μ | 35μ |
5 | Abrasione | <10 mg | ||
6 | Brillantezza iniziale | >=90% | ||
7 | Brillantezza finale | >=80% |
Prove caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche)
N | Prova(ciclo <C>) | Fondo | Intermedia | Intermedia | Finitura |
1 | Blistering | 9F | 9F | 9M | 9F |
2 | Ruggine | RO |
3 | Adesione | Gto÷Gt1 | |||
4 | Spessore films secchi | 35μ | 35μ | 35μ | 35μ |
5 | Abrasione | <10 mg | |||
6 | Brillantezza iniziale | >= 90% | |||
7 | Brillantezza finale | >= 80% |
Art.14 ACCIAIO PER C.A. E C.A.P.
GENERALITÀ
Le ditte fornitrici dell’acciaio devono operare in controllo qualità ai sensi della norma ISO 9001
Gli acciai per armature di c.a. e c.a.p. dovranno corrispondere: - ai tipi ed alle caratteristiche stabilite: dal D.M. 09 gennaio 1996 “Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”. (S.O. alla G.U. n. 29 del 05.02.1996) emanate in applicazione dell'art. 21 della Legge 5 novembre 1971 n. 1086.
Gli acciai inox per armatura di c.a. ad aderenza migliorata dovranno corrispondere per analisi chimica alle normative AISI 304L e 316L (cioè ai rispettivi tipi al Cr-Ni e Cr-Ni-Mo ), entrambi a basso contenuto di carbonio ( L = low carbon) per garantire la saldabilità.
Le caratteristiche meccaniche dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 9 gennaio 1996 “Xxxxx Xxxxxxxx per i calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche” e relativa Circolare esplicativa (rispettivamente G.U. n.29 del 5 febbraio 1996 e G.U. n.277 del 26 novembre 1996) emanate in applicazione del’art. 21 della Legge 5 novembre 1971, n.1086.
Il tipo di acciaio cui si fa riferimento per le caratteristiche meccaniche è l’FeB44k.
Modalità di prelievo ed unità di collaudo di tale acciaio seguono le medesime prescrizioni previste per gli acciai comuni per armatura di c.a..
Le modalità di prelievo dei campioni da sottoporre a prova sono quelle previste dallo stesso D.M. 09 gennaio 1996. L'unità di collaudo per acciai in barre tonde lisce e in barre ad aderenza migliorata è costituita dalla partita di 25 t. max; ogni partita minore di 25 t. deve essere considerata unità di collaudo indipendente.
L'unità di collaudo per acciai per c.a.p. è costituita dal lotto di spedizione del peso max di 30 t., spedito in un'unica volta, e composto da prodotti aventi grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione).
I prodotti provenienti dall'estero saranno considerati controllati in stabilimento, qualora rispettino la stessa procedura prevista per i prodotti nazionali di cui al D.M. 09 gennaio 1996.
Gli acciai provenienti da stabilimenti di produzione dei Paesi della CEE dovranno osservare quanto disposto per essi dal D.M. 09 gennaio 1996.
Fermo restando quanto sopra previsto dalle normative vigenti in materia di qualità dei materiali per la ripresa di getto di pareti, solette, interpiani, scale, bocche di lupo ecc, potranno essere adottati agganci di ripresa a scatola tipo ‘stabox’ che dovranno avere lo scheletro in acciaio tipo BST 500 WR e ferri di ripresa come da indicazioni di progetto, il fissaggio sui casseri deve essere eseguito secondo le norme DIN e le istruzioni del produttore.
Art.15 ACQUEDOTTI E TOMBINI TUBOLARI
Il getto in opera degli acquedotti tubolari in conglomerato cementizio verrà eseguito, per la parte inferiore della canna, usando semplici sagome; per la parte superiore verranno usate apposite barulle di pronto disarmo. Per il getto è consentito anche l'uso di forme pneumatiche.
Qualora vengano impiegati tubi di cemento, per i quali è valida sempre quest'ultima prescrizione, questi dovranno essere fabbricati a regola d'arte, con diametro uniforme e gli spessori corrispondenti alle prescrizioni impartite dalla D.L.; saranno bene stagionati e di perfetto impasto e lavorazione, sonori alla percussione, senza screpolature e sbavature e muniti di apposite sagomature alle estremità per consentire un giunto a sicura tenuta.
Di norma i tubi saranno posati in opera in base alle livellette e piani stabiliti e su di una platea di calcestruzzo magro dello spessore prescritto dalla Direzione dei Lavori; verranno inoltre rinfiancati con calcestruzzo cementizio secondo il dosaggio prescritto e secondo la sagomatura prevista nei disegni di progetto, previa perfetta sigillatura dei giunti con malta di puro cemento.
DIMENSIONI INDICATIVE DEI TUBI E SPESSORE DELLA PLATEA DI POSA
Ø tubi in cm | Spessore tubi in mm | Spessore della platea in cm |
80 | 70 | 20 |
100 | 80 | 20 |
120 | 100 | 20 |
Art.16 CORDONE BENTONITICO IDROESPANSIVO
Il cordone bentonitico sarà composto da 25% gomma butilica, 75% Bentonite di Sodio (espresse in percentuale di peso) con peso specifico non minore di 1,6 gr/cm3, con garanzia di espansione a contatto con acqua di 6 volte del volume iniziale minimo, e con resistenza al carico idraulico fino a 5 bar
Da utilizzare per la sigillatura delle riprese verticali ed orizzontali dei getti in calcestruzzo.
Il cordone bentonitico deve essere posto sul piano di posa, preventivamente ripulito da polvere e materiale incoerente, dovrà essere ingabbiato con le apposite reti di fissaggio e fissato con chiodi aventi passo non superiore ai 30 cm.
Deve in ogni caso essere garantita una copertura minima del manufatto sui lati di 8 cm.
Il cordone deve essere appoggiato sui piani di posa evitando accuratamente ogni interposizione tra il manufatto e la superficie stessa, ed ogni situazione che provochi schiacciamento del materiale od impedisca il confinamento regolare da parte del calcestruzzo.
Lame o tiranti del getto verticale debbono essere posizionate ad una distanza minima dal piano orizzontale non inferiore a 5-10 cm.
I cordoni andranno posati a temperature comprese tra i –5° e i +50° C
Art.17 SOVRASTRUTTURA STRADALE (Strati di fondazione, di base, di collegamento e di usura. Trattamenti superficiali)
In linea generale, salvo diversa disposizione della Direzione dei Lavori, la sagoma stradale per tratti in rettifilo sarà costituita da falde inclinate aventi pendenza trasversale del 2,50 %.
Le curve saranno convenientemente rialzate sul lato esterno con pendenza che la Direzione dei Lavori stabilirà in relazione al raggio della curva e con gli opportuni tronchi di transizione per il raccordo della sagoma in curva con quella dei rettifili o altre curve precedenti e seguenti.
Il tipo e lo spessore dei vari strati, costituenti la sovrastruttura, saranno quelli stabiliti, per ciascun tratto, dalla Direzione dei Lavori, in base ai risultati delle indagini geotecniche e di laboratorio.
L'Impresa indicherà alla Direzione dei Lavori i materiali, le terre e la loro provenienza, e le granulometrie che intende impiegare strato per strato, in conformità degli articoli che seguono.
La Direzione dei Lavori ordinerà prove su detti materiali, o su altri di sua scelta, presso Laboratori Ufficiali. Per il controllo delle caratteristiche tali prove verranno, di norma, ripetute sistematicamente, durante l'esecuzione dei lavori, nei laboratori di cantiere.
L'approvazione della Direzione dei Lavori circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non solleverà l'Impresa dalla responsabilità circa la buona riuscita del lavoro.
L'Impresa avrà cura di garantire la costanza nella massa, nel tempo, delle caratteristiche delle miscele, degli impasti e della sovrastruttura resa in opera.
Salvo che non sia diversamente disposto dagli articoli che seguono, la superficie finita della pavimentazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllata a mezzo di un regolo lungo m 4,50 disposto secondo due direzioni ortogonali; è ammessa una tolleranza in più o in meno del 3%, rispetto agli spessori di progetto, purché questa differenza si presenti solo saltuariamente.
Allo scopo di evitare frequenti rifacimenti, particolarmente onerosi sul ponte, tutta la pavimentazione, compresi i giunti e le altre opere accessorie, deve essere eseguita con materiali della migliore qualità e con la massima cura esecutiva.
A) STRATI DI FONDAZIONE
1. FONDAZIONE IN MISTO GRANULARE.
Tale fondazione è costituita da una miscela di materiali granulari (misto granulare) stabilizzati per granulometria con l'aggiunta o meno di legante naturale, il quale è costituito da terra passante al setaccio 0,4 UNI
L'aggregato potrà essere costituito da ghiaie, detriti di cava, frantumato, scorie od anche altro materiale; potrà essere: materiale reperito in sito, entro o fuori cantiere, oppure miscela di materiali aventi provenienze diverse, in proporzioni stabilite attraverso una indagine preliminare di laboratorio e di cantiere.
Lo spessore da assegnare alla fondazione sarà fissato dalla Direzione dei Lavori in relazione alla portata del sottofondo; la stesa avverrà in strati successivi, ciascuno dei quali non dovrà mai avere uno spessore finito superiore a cm 20 e non inferiore a cm 10.
a) Caratteristiche del materiale da impiegare.
Il materiale in opera, dopo l'eventuale correzione e miscelazione, risponderà alle caratteristiche seguenti:
1) l'aggregato non deve avere dimensioni superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o lenticolare;
2) granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti:
Serie xxxxxxxx e setacci U.N.I. | Miscela passante. % totale in peso |
Crivello 71 | 100 |
Crivello 40 | 75÷100 |
Crivello 25 | 60÷87 |
Crivello 10 | 35÷67 |
Crivello 5 | 25÷55 |
Xxxxxxxx 0 | 00x00 |
Xxxxxxxx 0,4 | 7÷22 |
Setaccio 0,075 | 2÷10 |
3) rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3;
4) perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 30%;
5) equivalente in sabbia (1) misurato sulla xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx 0 ASTM compreso tra 25 e 65. Tale controllo dovrà anche essere eseguito per materiale prelevato dopo costipamento. Il limite superiore dell'equivalente in sabbia
(65) potrà essere variato dalla Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale. Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25 e 35, la Direzione Lavori richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR di cui al successivo comma 6);
6) indice di portanza CBR (2), dopo 4 giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale passante al crivello 25) non minore di 50. E' inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ±- 2% rispetto all'umidità ottima di costipamento.
Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi, l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi I), 2), 4), 5), salvo nel caso citato al comma 5) in cui la miscela abbia equivalente in sabbia compreso tra 25 e 35.
b) Studi preliminari.
Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate dalla Direzione Lavori mediante prove di laboratorio sui campioni che l'Impresa avrà cura di presentare a tempo opportuno.
Contemporaneamente l'Impresa dovrà indicare, per iscritto, le fonti di approvvigionamento, il tipo di lavorazione che intende adottare, il tipo e la consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata. I requisiti di accettazione verranno inoltre accertati con controlli dalla Direzione Lavori in corso d'opera, prelevando il materiale in sito già miscelato, prima e dopo effettuato il costipamento.
1) N. 4 ASTM. La prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento.
(2) ASTM D 1883/61 - T, oppure C.N.R. - U.N.I. 10009 - Prove sui materiali stradali; indice di portanza C.B.R. di una terra.
c) Modalità esecutive.
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza prescritti ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo costipato, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante dispositivi spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostruito a cura e spese dell'Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dalla Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere (prove di costipamento).
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHO modificata (1).
(1) AASHO T 180-57 metodo D con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al setaccio 3/4". Se la misura in sito riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di dimensioni maggiori di 25 mm, la densità ottenuta verrà corretta in base alla formula:
dr = di Pc (100 - x)
100 Pc - xdi
dove:
dr = densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm, da paragonare a quella AASIIO modificata determinata in laboratorio; di = densità della miscela intera;
Pc, = peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm;
x = percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm.
La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele contenenti una percentuale in peso di elementi di dimensione superiore a 35 mm, compresa tra il 25 e il 40%.
In tal caso nella stessa formula, al termine x, dovrà essere sempre dato il valore 25 (indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso di trattenuto al crivello da 25 mm)
Il valore del modulo di compressibilità ME , misurato con il metodo di cui all'art. «Movimenti di terre», ma nell'intervallo compreso fra 0,15 e 0,2 N/mm2, non dovrà essere inferiore ad 80 N/mm2.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre i cm, controllato a mezzo di un regolo di m 4,50 di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.
Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5%, purché questa differenza si presenti solo saltuariamente.
Sullo strato di fondazione, compattato in conformità delle prescrizioni avanti indicate, è buona norma procedere subito alla esecuzione delle pavimentazioni, senza far trascorrere, tra le due fasi di lavori un intervallo di tempo troppo
lungo, che potrebbe recare pregiudizio ai valori di portanza conseguiti dallo strato di fondazione a costipamento ultimato. Ciò allo scopo di eliminare i fenomeni di allentamento, di asportazione e di disgregazione del materiale fine, interessanti la parte superficiale degli strati di fondazione che non siano adeguatamente protetti dal traffico di cantiere o dagli agenti atmosferici; nel caso in cui non sia possibile procedere immediatamente dopo la stesa dello strato di fondazione alla realizzazione delle pavimentazioni, sarà opportuno procedere alla stesa di una mano di emulsione saturata con graniglia a protezione della superficie superiore dello strato di fondazione oppure eseguire analoghi trattamenti protettivi.
2. FONDAZIONE IN MISTO CEMENTATO CON FRESATO ED EMULSIONE BITUMINOSA.
Materiali inerti
Nel caso di impiego di aggregati della preesistente fondazione in misto granulare occorrerà verificare l’assenza di sostanze plastiche (limi, argille) e la rispondenza alle prescrizioni granulometriche (CNR BU n. 23 del 14.12.71) indicate nel fuso seguente.
SERIE XXXXXXXX E SETACCI UNI | PASSANTE TOTALE IN PESO % |
Crivello 71 | 100 |
Crivello 40 | 75 ÷ 100 |
Crivello 25 | 60 ÷ 87 |
Crivello 10 | 35 ÷ 67 |
Crivello 5 | 25 ÷ 50 |
Setaccio 2 | 15 ÷ 40 |
Setaccio 0,4 | 7 ÷ 22 |
Setaccio 0,075 | 2 ÷ 10 |
Qualora le caratteristiche del misto non rispondessero a tali indicazioni si deve operare mediante l’aggiunta di inerti di dimensioni e caratteristiche tali da riportare la curva granulometrica nel fuso richiesto. Gli inerti di integrazione devono provenire esclusivamente da frantumati di cava (frantumazione 100%), ed essere conformi alle seguenti specifiche:
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature (CNR 34/73) inferiore al 25% in peso;
-sensibilità al gelo (CNR 80/80) inferiore al 30%;
-coefficiente di imbibizione (CNR fasc. IV/1953) inferiore a 0.015;
-coefficienti di forma Cf e di appiattimento Ca (CNR 95/84) inferiori rispettivamente a 3 ed 1.58.
Emulsione bituminosa
Il legante è costituito da emulsione bituminosa di bitume modificato sovrastabilizzata al 60% di residuo secco, avente caratteristiche di impastare e legare i leganti idraulici (cemento, calce idraulica, calce idrata) dosata in percentuale variabile (3% circa) sul peso dell’aggregato. Ai fini dell’accettazione, almeno 15 giorni prima dell’inizio della posa in opera, l’Impresa è tenuta a predisporre la qualificazione dell’emulsione tramite certificazione attestante i requisiti prescritti. Tale certificazione deve essere di norma rilasciata dal produttore o da un Laboratorio che opera per c/terzi.
Cemento
Deve essere impiegato cemento Portland, d’altoforno o pozzolanico (tipo I, III o IV) con classe di resistenza 325, in percentuale variabile (2.5 ÷ 3.5% circa) sul peso dell’aggregato.
Acqua
Deve essere impiegata acqua pura, priva di sostanze organiche, esente da impurità dannose, oli, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva.
Miscele
Le percentuali ottimali di cemento, di emulsione bituminosa modificata sovrastabilizzata, di acqua e dell’eventuale integrazione di inerti saranno stabilite in relazione alle prove di addensamento e di resistenza eseguite in laboratorio su provini cilindrici di miscela, confezionati entro stampi C.B.R. (CNR UNI 10009). In particolare, sarà necessario operare secondo quanto segue:
-per una corretto impiego del materiale fresato preesistente è opportuno eseguire, sulla tratta interessata dai lavori, prelievi di materiale per determinarne in laboratorio l’umidità (CNR UNI 10008/63) e la curva granulometrica (CNR 23/71). Le determinazioni sopra riportate devono essere intensificate in caso di disomogeneità del materiale;
-per la determinazione dell’Umidità ottimale di costipamento e relativa Densità massima secca della miscela degli
aggregati di progetto si esegue uno studio Xxxxxxx modificato (CNR B.U. n°69/78). La miscela granulometrica sottoposta a prova Xxxxxxx deve contenere una percentuale di cemento pari all’incirca alla metà di quella ottimale e quantità d’acqua massime crescenti dell’1,0% in peso;
-per la determinazione delle percentuali ottimali di emulsione modificata sovrastabilizzata e di cemento, si confezionano provini di miscela essiccata entro stampi C.B.R. impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3) da maturarsi 7 giorni a T=25 °C e sottoporsi a prove di compressione e trazione indiretta. Per il confezionamento dei provini gli stampi C.B.R. verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell’ultimo strato con la consueta eccedenza di circa 1 cm rispetto all’altezza dello stampo vero e proprio. Tale eccedenza deve essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l’altezza del provino risulti definitivamente 17,78 cm. La miscela verrà costipata su 5 strati con il pestello e l’altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificata e 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51±0,5 mm, peso pestello 4,535±0,005 daN, altezza di caduta 45,7 cm). Le miscele che costituiscono i provini dovranno essere confezionate con quantità crescenti di emulsione bituminosa modificata sovrastabilizzata e cemento, calcolandole in modo che la percentuale di umidità effettiva dell’impasto non sia mai superiore a quella misurata sulla curva di massima densità.
Le rotture dei provini devono avvenire secondo le seguenti modalità:
per ogni percentuale di cemento e di emulsione si dovranno confezionare:
-n. 3 provini per la determinazione della resistenza a compressione (CNR BU n. 29/83)
-n. 3 provini per la determinazione della resistenza a trazione indiretta (Brasiliana) (CNR BU n. 97/84)
Dai risultati delle prove di laboratorio devono essere scelti la curva, la densità, le resistenze di progetto, la quantità di emulsione modificata sovrastabilizzata e di cemento di progetto da usare come riferimento nelle prove di controllo.
La miscela ottimizzata deve possedere una resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 25 daN/cm2 e non superiore a 45 daN/cm2, ed a trazione non inferiore a 2.5 daN/cm2.
B) STRATO DI BASE E BINDER: CONGLOMERATO BITUMINOSO AD ALTO MODULO
Materiali inerti
Il prelievo dei campioni di materiali inerti, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Capitolo II del fascicolo 4/1953. Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione, così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo C.N.R. B.U n. 93 (11-7-1983). L'aggregato grosso dovrà essere ottenuto esclusivamente per frantumazione ed essere costituito da elementi sani, duri, durevoli, poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei. L'aggregato grosso sarà costituito da materiali che potranno anche essere di provenienza o natura petrografica diversa, indicativamente si indica in un 35-40% l’impiego di rocce di natura eruttivo magmatica, possibilmente porfiriche,
purché alle prove appresso elencate, eseguite su campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti:
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature (C.N.R. 34/1973), inferiore al 25%;
-indice dei vuoti delle singole pezzature, (C.N.R. 4/1953), inferiore a 0,80;
-coefficiente di forma (UNI 8520) per ogni classe di aggregati, maggiore di 0,25;
-coefficiente di appiattimento (UNI 8520) per ogni classe di aggregati, minore di 10;
-coefficiente di imbibizione (C.N.R. 4/1953), inferiore a 0,015;
-materiale non idrofilo (C.N.R. 4/1953);
-materiale che non spoglia in acqua a 40°C (C.N.R. 138/1992).
L'aggregato fino sarà costituito esclusivamente da sabbie di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell'Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953 ed in particolare:
-equivalente in sabbia (C.N.R. 27/1972), maggiore di 70;
-materiale non idrofilo (C.N.R. 4/1953);
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sul materiale granulare di origine delle sabbie (C.N.R. 34/1973), inferiore al 25%;
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica e dovranno risultare alla setacciatura per via secca per il 100% al setaccio n. 40 ASTM, per almeno il 90% al setaccio n. 80 ASTM e per almeno l’80% al setaccio n. 200 ASTM.
Legante – bitume modificato
Dovranno essere impiegati bitumi modificati mediante l’opportuna additivazione di idonei polimeri al fine di determinare un aumento dell’intervallo di plasticità (riduzione della suscettibilità termica), un aumento dell’adesione ed un aumento della viscosità. Il legante modificato dovrà essere prodotto in appositi impianti capaci di dosare e disperdere perfettamente i polimeri nel bitume e dovrà presentare caratteristiche di costanza qualitativa, verificata da laboratori attrezzati. Lo stoccaggio dovrà avvenire in apposito serbatoio riscaldato, coibentato e preventivamente svuotato dal bitume preesistente. Il prelevamento dei campioni di bitume dovrà avvenire secondo la norma EN 58. I dati della caratterizzazione chimico-fisica e reologica del legante elastomerizzato dovranno rientrare fra quelli di seguito indicati in tabella:
Tipo di prova | Metodo di prova | XxX 00 – 50 / 65 Classe 2 |
Punto di rammollimento P.A. | EN 1427 | > 65 °C |
Penertazione a 25°C | EN 1426 | 30 – 50 dmm |
Punto di rottura Fraass | EN 12593 | < - 10 °C |
Viscosità dinamica a 160°C* | ASTM D 4402 | > 400 mPa*s |
Ritorno elastico a 25°C | EN 13398 | min. 50% |
Stabilità allo stoccaggio: | EN 13399 | |
sulla penetrazione | ± 5 dmm | |
sul rammollimento | ± 5 °C | |
Invecchiamento (RTFOT) | EN 12607 | |
sulla penetrazione | > 65% dell’originale | |
sul rammollimento | ± 5°C dall’originale |
*) Rpm 20, Spindle 21
Miscele
Le miscele da adottarsi dovranno avere una composizione granulometrica contenute nei seguenti fusi:
Conglomerato bituminoso per strato di Base | |
Xxxxxxxx e setacci UNI | Passante % totale in peso |
Crivello 40 | 100 |
Crivello 30 | 80 - 100 |
Crivello 25 | 70 – 95 |
Crivello 15 | 45 – 70 |
Crivello 10 | 35 – 60 |
Crivello 5 | 25 – 50 |
Xxxxxxxx 0 | 18 – 40 |
Setaccio 0,4 | 6 – 20 |
Setaccio 0,18 | 4 – 14 |
Setaccio 0,075 | 4 - 8 |
Conglomerato bituminoso per strato di Binder | |
Xxxxxxxx e setacci UNI | Passante % totale in peso |
Crivello 30 | 100 |
Crivello 20 | 80 - 100 |
Crivello 15 | 70 – 90 |
Crivello 10 | 55 – 75 |
Crivello 5 | 35 – 55 |
Xxxxxxxx 0 | 25 - 42 |
Setaccio 0,4 | 12 – 24 |
Setaccio 0,18 | 10 – 15 |
Setaccio 0,075 | 6 – 12 |
Il legante bituminoso dovrà essere compreso, per quanto riguarda la base, tra il 3,5% ed il 4,5% riferito al peso totale degli aggregati, mentre per il binder dovrà essere compreso tra il 4% e il 5.5%, sempre riferito al peso degli aggregati. Il contenuto di bitume della miscela dovrà comunque essere quello necessario all’ottimizzazione delle caratteristiche di seguito riportate. Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
-il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 1200 Kg. Il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 400;
-la resistenza alla prova di trazione indiretta (C.N.R. B.U. 134) a 25°C di almeno 1,5 N/mm2; -la percentuale dei vuoti dei xxxxxxx Xxxxxxxx deve essere compresa fra 2 e 6%.
-la percentuale dei vuoti residui in opera deve essere compresa fra 3 e 7% e comunque la massa volumica del conglomerato in sito non dovrà essere inferiore al 97% della massa volumica dei xxxxxxx Xxxxxxxx compattati in laboratorio.
-la prova Xxxxxxxx eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni a temperatura ambiente, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati.
-la miscela dovrà rispondere alle seguenti caratteristiche dinamiche: la determinazione del modulo complesso effettuata su provini prelevati da una stesa di prova tra il 15° ed il 20° giorno dalla loro confezione dovrà fornire i valori riportati in tabella:
Temperatura | Modulo complesso |
10°C | > 14.000 MPa |
25°C | > 7.000 MPa |
40°C | > 1.500 MPa |
-determinazione della deformabilità a carico costante (creep). I valori del parametro Jp dovranno essere compresi tra quelli di seguito riportati:
Temperatura | |
10°C | 1*10E-8 \ 10*10E-8 cm2/kg*s |
25°C | 1*10E-8 \ 10*10E-7 cm2/kg*s |
40°C | 1*10E-8 \ 10*10E-6 cm2/kg*s |
Controllo dei requisiti di accettazione.
L'Impresa ha l'obbligo di fare eseguire prove sperimentali sui campioni di aggregato e di legante, per la relativa accettazione.
L'Impresa è poi tenuta a presentare con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ogni cantiere di confezione, la composizione delle miscele che intende adottare; ogni composizione proposta dovrà essere corredata da una completa documentazione degli studi effettuati in laboratorio, attraverso i quali l'Impresa ha ricavato la ricetta ottimale.
La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove ricerche. L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera.
Una volta accettata dalla D.L. la composizione proposta, l'Impresa dovrà ad essa attenersi rigorosamente comprovandone l'osservanza con xxxxx giornalieri. Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato
grosso superiore a ±5% e di sabbia superiore a ± 3% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica
prescelta, e di ± 1,5% sulla percentuale di additivo.
Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di ± 0,3%.
Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come pure dall'esame delle carote prelevate in sito.
In ogni cantiere di lavoro dovrà essere installato a cura e spese dell'Impresa un laboratorio idoneamente attrezzato per le prove ed i controlli in corso di produzione, condotto da personale appositamente addestrato.
In quest'ultimo laboratorio dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con frequenza giornaliera:
- la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli aggregati stessi all'uscita dei vagli di riclassificazione;
- la verifica della composizione del conglomerato (granulometria degli inerti, percentuale del bitume, percentuale di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore o a quella della tramoggia di stoccaggio;
- la verifica delle caratteristiche Xxxxxxxx del conglomerato e precisamente: peso di volume (B.U. C.N.R. n. 40 del 30.3.1973), media di due prove; percentuale di vuoti (B.U. C.N.R. n. 39 del 23.3.1973), media di due prove; stabilità e rigidezza Xxxxxxxx.
Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle tarature dei termometri dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo ritenuto opportuno.
In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dalla Direzione Lavori sul quale l'Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati.
In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni la Direzione Lavori effettuerà, a sua discrezione, tutte le verifiche, prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa e quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali.
Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per garantire il perfetto essiccamento, l'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo.
La zona destinata all'ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e 170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%.
Posa in opera delle miscele.
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto granulare ed in misto cementato.
Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire l'ancoraggio, si dovrà provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 Kg/m2.
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismo di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa di dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente con l'impiego di 2 o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 1300 °C.
La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possano pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Impresa.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza soluzione di continuità.
La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Al termine della compattazione, lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo spessore non inferiore al 97% di quella Xxxxxxxx dello stesso giorno, rilevata all'impianto o alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla produzione giornaliera secondo la norma B.U. C.N.R. n. 40 (30 marzo 1973), su carote di 15 cm di diametro; il valore risulterà dalla media di due prove.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta rettilinea lunga m. 4, posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato dovrà aderirvi uniformemente.
Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm. Il tutto nel rispetto degli spessori e delle sagome di progetto.
C) STRATO DI USURA SMA
Materiali inerti
Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Capitolo II del fascicolo 4/1953. Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione, così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo C.N.R. B.U n. 93 (11-7-1983). L'aggregato grosso dovrà essere ottenuto per frantumazione ed essere costituito da elementi sani, duri, durevoli, poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei. L'aggregato grosso sarà costituito da materiali che potranno anche essere di provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti:
-il 100% del materiale deve provenire da frantumazione di rocce silicee eruttivo magmatiche, preferibilmente porfiriche;
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature (C.N.R. 34/1973), inferiore od uguale al 20%;
-coefficiente di levigabilità accellerata (C.N.R. 140), maggiore di 0,45;
-coefficiente di forma maggiore di 0,15;
-coefficente di appiattimento (AFNOR P 18-561) per ogni classe di aggregati, minore di 10;
-coefficiente di imbibizione (C.N.R. 4/1953), inferiore a 0,015;
-materiale non idrofilo (C.N.R. 4/1953), con limitazione per la perdita in peso allo 0,7%;
L'aggregato fino sarà costituito da sabbie esclusivamente di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell' Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953 ed in particolare: equivalente in sabbia (C.N.R. 27/1972), maggiore di 70%; Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica e dovranno risultare alla setacciatura per via secca per il 100% al setaccio n. 40 ASTM, per almeno il 90% al setaccio n. 80 ASTM e per almeno il 80% al setaccio n. 200 ASTM.
Legante – bitume modificato
Dovranno essere impiegati bitumi modificati mediante l’opportuna additivazione di idonei polimeri al fine di determinare un aumento dell’intervallo di elasto-plasticità (riduzione della suscettibilità termica), un aumento dell’adesione ed un aumento della viscosità. Il dosaggio dei polimeri suscettibili di impiego potrà variare a secondo delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto, tra il 5 e l’8% sul peso del bitume. I tipi, i dosaggi e le condizioni di impiego, dovranno ottenere il preventivo benestare della DL. Il legante modificato dovrà essere prodotto in appositi impianti capaci di dosare e disperdere perfettamente i polimeri nel bitume e dovrà presentare caratteristiche di costanza qualitativa, verificata da laboratori attrezzati. Lo stoccaggio dovrà avvenire in apposito serbatoio riscaldato, coibentato e preventivamente svuotato dal bitume preesistente. Il prelevamento dei campioni di bitume dovrà avvenire secondo la norma EN 58. I dati della caratterizzazione chimico- fisica e reologica del legante elastomerizzato dovranno rientrare fra quelli di seguito indicati:
Tipo di prova Metodo di prova | Caratteristiche richieste |
Punto di rammollimento P.A. EN 1427 | superiore a 75 °C |
Penertazione a 25°C EN 1426 | 50 - 70 dmm |
Punto di rottura Fraass EN 12593 | < -15°C |
Viscosità dinamica a 160°C* ASTM D 4402 | superiore a 0,7 Pa*s |
Ritorno elastico a 25°C EN 13398 | min. 75% |
Stabilità allo stoccaggio: EN 13399 | |
- sulla penetrazione | ± 5 dmm |
- sul rammollimento | ± 3°C |
Invecchiamento (RTFOT) EN 12607 | |
- sulla penetrazione | > 60% dell’originale |
- sul rammollimento | ± 5°C dall’originale |
* ) Rpm 20, Spindle S21
Fibre
Devono essere impiegate fibre stabilizzanti, di di vetroresina o carbonio con punto di fusione superiore ai 220-250°C, il cui tenore sarà regolato in funzione del tipo, ma che dovrà essere compreso tra lo (0.3÷0.7)% in peso.
Miscele
Le miscele degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura SMA dovranno avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie setacci ASTM | Maglie mm | Passante % totale in peso |
0/12 mm | ||
Xxxxxxxx 0/0” | 16 | |
Setaccio ½“ | 12,7 | |
Xxxxxxxx 0/0” | 9,5 | 100 |
Setaccio1/4” | 6,35 | 40 - 90 |
Xxxxxxxx Xx0 | 4,76 | 30 - 55 |
Xxxxxxxx Xx00 | 0 | 20 - 30 |
Xxxxxxxx Xx00 | 0,42 | 11 - 23 |
Xxxxxxxx Xx00 | 0,18 | 9 - 18 |
Setaccio N°200 | 0,075 | 8 - 13 |
Il legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 6,0% ed il 7,0% riferito al peso totale degli aggregati. Il contenuto di bitume della miscela dovrà comunque essere quello necessario all’ottimizzazione delle caratteristiche di seguito riportate. Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti: resistenza meccanica tale da sopportare senza deformazioni permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che statica, anche sotto le più alte temperature estive, senza peraltro manifestare comportamenti negativi durante i mesi invernali; il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 800 Kg. Il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato
in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 320; la resistenza alla prova di trazione indiretta (C.N.R. B.U. 134) a 25°C di almeno 0,80 N/mm2;la deformazione alla prova di impronta (C.N.R. 136-1991) con punzone da 500 mmq a 60°C dopo 60 minuti, deve essere inferiore a 5 dmm;la percentuale dei vuoti dei xxxxxxx Xxxxxxxx deve essere compresa fra 3% e 6%.
Controllo dei requisiti di accettazione.
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base.
D) TRATTAMENTI SUPERFICIALI
Immediatamente prima di dare inizio ai trattamenti superficiali di prima o di seconda mano, l'Impresa delimiterà i bordi del trattamento con un arginello in sabbia onde ottenere i trattamenti stessi profilati ai margini.
Ultimato il trattamento resta a carico dell'impresa l'ulteriore profilatura mediante asportazione col piccone delle materie esuberanti e colmatura delle parti mancanti col pietrischetto bituminoso.
a) Trattamento con emulsione a freddo.
Preparata la superficie da trattare, si procederà all'applicazione dell'emulsione bituminosa al 55%, in ragione, di norma, di Kg 3 per metro quadrato.
Tale quantitativo dovrà essere applicato in due tempi.
In un primo tempo sulla superficie della massicciata dovranno essere sparsi Kg 2 di emulsione bituminosa e dm3 12 di graniglia da mm 10 a mm. 15 per ogni metro quadrato.
In un secondo tempo, che potrà aver luogo immediatamente dopo, verrà sparso sulla superficie precedente il residuo di Kg 1 di emulsione bituminosa e dm3 8 di graniglia da mm 5 a mm. 10 per ogni metro quadrato.
Allo spargimento della graniglia seguirà una leggera rullatura da eseguirsi preferibilmente con rullo compressore a tandem, per ottenere la buona penetrazione della graniglia negli interstizi superficiali della massicciata.
Lo spargimento dell'emulsione dovrà essere eseguito con spanditrici a pressione che garantiscano l'esatta ed uniforme distribuzione, sulla superficie trattata, del quantitativo di emulsione prescritto per ogni metro quadrato di superficie nonché, per la prima applicazione, la buona penetrazione nel secondo strato della massicciata fino a raggiungere la superficie del primo, sì da assicurare il legamento dei due strati.
Lo spandimento della graniglia o materiale di riempimento dovrà essere fatto con adatte macchine che assicurino una distribuzione uniforme.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato si preleveranno i campioni con le modalità stabilite precedentemente.
Indipendentemente da quanto possa risultare dalle prove di laboratorio e dal preventivo benestare da parte della Direzione dei Lavori sulle forniture delle emulsioni, l'Impresa resta sempre contrattualmente obbligata a rifare tutte quelle applicazioni che, dopo la loro esecuzione, non abbiano dato soddisfacenti risultati, e che sotto l'azione delle piogge abbiano dato segni di rammollimento, stemperamento o si siano dimostrate soggette a facile asportazione mettendo a nudo la sottostante massicciata.
b) Trattamento con bitume a caldo.
Il trattamento con bitume a caldo, su pavimentazioni bitumate, sarà fatto utilizzando almeno 1 Kg/m2 di bitume, dopo una accurata ripulitura, fatta esclusivamente a secco, della pavimentazione esistente.
Gli eventuali rappezzi che si rendessero necessari saranno eseguiti, con la stessa tecnica, a cura e spese dell'Impresa. L'applicazione di bitume a caldo sarà eseguita sul piano viabile perfettamente asciutto ed in periodo di caldo secco.
Ciò implica che i mesi più favorevoli sono quelli da maggio a settembre e che in caso di pioggia il lavoro si debba sospendere.
Il bitume sarà riscaldato a temperatura fra 160°C e 180°C entro adatte caldaie che permettono il controllo della temperatura stessa.
L'applicazione dovrà essere fatta mediante spanditrice a pressione in modo tale da garantire l'esatta distribuzione con perfetta uniformità su ogni metro quadrato del quantitativo di bitume prescritto.
Con tale applicazione, debitamente ed immediatamente ricoperta di graniglia di pezzatura corrispondente per circa il 70% alle massime dimensioni prescritte ed in quantità di circa m3 1,20 per 100 m2, dovrà costituirsi il manto per la copertura degli elementi pietrosi della massicciata precedentemente trattata con emulsione bituminosa.
Allo spandimento della graniglia seguirà una prima rullatura con rullo leggero e successivamente altra rullatura con rullo di medio tonnellaggio, non superiore alle t. 14, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato, si preleveranno i campioni con le modalità prescritte. Verificandosi in seguito affioramenti di bitume ancora molle, l'Impresa provvederà, senza ulteriore compenso, allo spandimento della conveniente quantità di graniglia nelle zone che lo richiedano, procurando che essa abbia ad incorporarsi nel bitume a mezzo di adatta rullatura leggera, in modo da saturarla completamente.
L'Impresa sarà obbligata a rifare, a sua cura, tutte quelle parti della pavimentazione che per cause qualsiasi dessero indizio di cattiva o mediocre riuscita e cioè presentassero accentuate deformazioni della sagoma stradale, ovvero ripetute abrasioni superficiali non giustificate dalla natura e dalla intensità del traffico.
L'Amministrazione si riserva la facoltà di variare le modalità esecutive di applicazione del bitume a caldo, senza che per questo l'Appaltatore possa sollevare eccezioni ed avanzare particolari richieste di compensi.
Tanto nei trattamenti di prima mano con emulsione bituminosa, quanto in quelli di seconda mano con bitume a caldo, l'Impresa è obbligata a riportare sul capostrada la graniglia eventualmente non incorporata. Quella che decisamente non può essere assorbita andrà raccolta e depositata nelle piazzuole, rimanendo di proprietà dell'Amministrazione.
Gli oneri di cui sopra sono compresi e compensati nei prezzi di Xxxxxx e pertanto nessun maggior compenso spetta all'Impresa per tale titolo.
c) Trattamento a caldo con bitume liquido.
Il bitume liquido da impiegare per esecuzione di trattamenti dovrà essere quello ottenuto con flussaggio di bitume a penetrazione 100 ÷ 120 e costituito, se di tipo 150/300 per almeno l'80% da bitume, se di tipo 350/700 per almeno l'85% da bitume e per la restante parte, in ambedue i casi, da olio di catrame.
I bitumi liquidi, da impiegarsi per l'esecuzione di trattamenti superficiali, dovranno avere le caratteristiche prescritte dal fascicolo VII delle norme del 1957 del C.N.R.
Il tipo di bitume liquido da impiegarsi sarà prescritto dalla Direzione dei Lavori tenendo conto che per la temperatura ambiente superiore ai 15 °C si dovrà dare la preferenza al bitume liquido 350/700, mentre invece con temperatura ambiente inferiore dovrà essere impiegato quello con viscosità 150/300.
In nessun caso si dovrà lavorare con temperature ambienti inferiori agli 8°C.
Con le consuete modalità si procederà al prelievo dei campioni prima dell'impiego, i quali verranno sottoposti all'analisi presso il Centro Sperimentale dell'A.N.A.S. di Cesano o presso altri Laboratori Ufficiali.
Il lavoro di trattamento dovrà essere predisposto su metà strada per volta, onde non interrompere la continuità del traffico e la buona riuscita del lavoro.
Il vecchio manto bituminoso dovrà essere sottoposto ad una accurata operazione di depolverizzazione e raschiatura della superficie, mediante spazzoloni, scope metalliche e raschietti.
Così preparata la strada, la tratta da sottoporre a trattamento sarà delimitata lungo l'asse stradale per l'esecuzione a metà carreggiata per volta e poi, in modo uniforme, sarà distribuito sulla superficie, con distribuzione a pressione, il bitume liquido nella quantità media di 1 Kg/m2 previo suo riscaldamento a temperatura tra i 100°C e 110°C entro adatti apparecchi che permettano il controllo della temperatura stessa.
La distribuzione del bitume dovrà avvenire con perfetta uniformità su ogni metro quadrato nel quantitativo di bitume prescritto.
Dovranno evitarsi in modo assoluto le chiazze e gli eccessi di bitume, rimanendo stabilito che le aree così trattate dovranno essere raschiate e sottoposte a nuovo trattamento a totale spesa dell'Appaltatore.
Immediatamente dopo lo spandimento del bitume, la superficie stradale dovrà essere ricoperta con pietrischetto in ragione di litri 20 per metro quadrato, di cui litri 17 dovranno essere di pezzatura rigorosa da mm 16 a mm 18 e litri 3 di graniglia da mm 2 a mm 4.
Pertanto, gli ammannimenti rispettivi di pietrischetto e di graniglia su strada, dovranno essere fatti a cumuli alternati rispondenti singolarmente alle diverse pezzature e nei volumi rispondenti ai quantitativi fissati.
I quantitativi di pietrischetto e di graniglia così ammanniti verranno controllati con apposite misurazioni da eseguirsi prima dell'inizio della bitumatura.
Il pietrischetto della pezzatura più grossa verrà sparso uniformemente sulla superficie bitumata ed in modo che gli elementi siano fra di loro a stretto contatto.
Dopo pochi passaggi di rullo pesante si procederà al conguaglio delle eventuali irregolarità di sparsa del pietrischetto suddetto, facendo le opportune integrazioni e, quindi, si procederà alla sparsa della graniglia minuta ad intasamento dei vuoti rimasti fra gli elementi del pietrischetto precedentemente sparso.
Allo spandimento completo del pietrischetto e della graniglia seguirà la rullatura con rullo pesante, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Si dovrà aver cura che il pietrischetto e la graniglia, all'atto della sparsa, siano bene asciutti ed in precedenza riscaldati dal sole rimanendo vietato l'impiego di materiale umido.
I tratti sottoposti a trattamento dovranno rimanere chiusi al traffico per almeno 18 ore e, quindi, la bitumatura dovrà essere eseguita su strisce di metà strada alternate alla lunghezza massima di m. 300.
A tal fine l'Impresa dovrà disporre un apposito servizio di guardiania diurna e notturna per il pilotaggio del traffico, del cui onere s'è tenuto largamente conto nella determinazione del prezzo unitario.
L'Appaltatore provvederà a sua cura e spese all'apposizione di cartelli di segnalazione, cavalletti, ecc., occorrenti per la chiusura al traffico delle estese trattate.
Il pietrischetto che risulterà non incorporato nel bitume, per nessun motivo potrà essere impiegato in trattamenti di altre estese di strada.
Infine l'Appaltatore provvederà, con i propri operai, alla esatta profilatura dei bordi della nuova pavimentazione, al ricollocamento in opera delle punteggiature marginali spostate dal compressore, nonché alla raschiatura ed eventuale pulitura di zanelle, di cordonate, di marciapiedi, imbrattati durante l'esecuzione dei lavori, essendo tali oneri stati compresi nella determinazione dei prezzi di Elenco.
Si pattuisce che quelle aree di trattamento che in prosieguo di tempo risultassero difettose, ovvero prive di penetrazione di pietrischetto e di graniglia, saranno dall'Appaltatore sottoposte, a totale sua spesa, ad un nuovo ed analogo trattamento.
Art.18 SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI
Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature, l'Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando, all'uopo, apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato.
La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori entro i limiti indicati nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e spese dell'Impresa.
Lo strato bituminoso della pavimentazione stradale demolito dovrà essere smaltito presso discariche autorizzate a cura e spese dell’Impresa secondo la legge, D.L. 05 febbraio 1997 n° 22 pubblicata su G.U. del 15 febbraio 1997, modificato ed integrato ai sensi del D.L. 08 novembre 1997 n° 389 pubblicato su G.U. del 08 novembre 1997, D.M. 19 novembre 1997 pubblicato su G.U. 29 gennaio 1998, D.M. 11 marzo 1998 pubblicata su G.U. del
12 maggio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. La scelta delle discariche dovrà essere effettuata dall’Impresa e approvata dalla D.L.. Parte del materiale potrà essere riutilizzato nei lavori previa richiesta alla
D.L. e approvazione incondizionata di essa.
Art.19 FRESATURA DI STRATI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO CON IDONEE ATTREZZATURE
La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta.
Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper, escavatore, demolitori, ecc., a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio.
Le attrezzature tutte dovranno essere perfettamente efficienti e funzionanti e di caratteristiche meccaniche, dimensioni e produzioni approvate preventivamente dall'A.N.A.S..
Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di riciclaggio.
La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi).
L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L.
Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, l'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica.
Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio.
Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo.
La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subeorticali dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito.
Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature.
Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso.
Art.20 CONGLOMERATI BITUMINOSI A CALDO RIGENERATI IN IMPIANTO FISSO E MOBILE
a) Descrizione.
I conglomerati bituminosi rigenerati in impianto fisso o mobile sono costituiti da misti granulari composti da conglomerati preesistenti frantumati, inerti nuovi, aggiunti in proporzioni e tipo variabili a seconda della natura di conglomerato (base, binder, usura) che si deve ottenere, impastati a caldo con bitume, al quale viene aggiunto un idoneo prodotto di natura aromatica, che rigeneri le proprietà del legante contenuto nelle miscele bituminose preesistenti. La messa in opera avviene con sistemi tradizionali.
Il conglomerato bituminoso preesistente denominato «materiale da neidare», proviene in genere dalla frantumazione, direttamente dalla sua primitiva posizione, con macchine fresatrici (preferibilmente a freddo).
Per i materiali descritti nel presente articolo, in carenza di indicazioni, valgono le prescrizioni per i conglomerati bituminosi.
b ) Materiali inerti.
Le percentuali minime del materiale da riutilizzare non dovranno essere inferiori al 50%. Il restante materiale sarà costituito da nuovi inerti, aventi i requisiti di accettazione previsti per i conglomerati normali. Si potrà usare materiale fresato di qualsiasi provenienza, per impieghi nello strato di base; materiale proveniente da vecchi strati di binder ed usura, per impieghi nello strato di binder; solo materiali provenienti da strati di usura per gli strati di usura.
c) Legante.
Il legante sarà costituito da quello presente nel materiale fresato integrato da bitume nuovo, generalmente additivato con rigeneranti-fluidificanti in modo da ottenere le viscosità e le caratteristiche di adesione prescritte nel punto d) che segue.
Il bitume fresco sarà normalmente del tipo di penetrazione 80/100, salvo diversa prescrizione della Direzione Lavori.
d)Miscela
La granulometria della miscela costituita da materiale di risulta dalla fresatura e dai nuovi inerti dovrà corrispondere al fuso prescritto nelle specifiche norme tecniche per il tipo di conglomerato che si vuoi realizzare (base, binder o usura). La percentuale di bitume da aggiungere e la percentuale di rigenerante da utilizzare saranno determinate come appresso. Percentuale totale di bitume (Pt) della miscela ottenuta (materiali fresati e materiali nuovi)
Pt = 0,035 a + 0,045 b + cd + f
essendo:
Pt = % (espressa come numero intero) di bitume in peso sul conglomerato. a = % di aggregato trattenuto al N. 8 (ASTM 2.38 mm).
b = % di aggregato passante al N. 8 e trattenuto al N. 200 (0.074). c = % di aggregato passante al N. 200.
d = 0.15 per un passante al N. 200 compreso tra li e 15. d = 0.18 per un passante al N. 200 compreso tra 6 e 10 d = 0.20 per un passante al N. 200 ≤ 5.
f = parametro compreso normalmente fra 0.7 e 1, variabile in funzione dell'assorbimento degli inerti.
La percentuale rispetto al totale degli inerti, di legante nuovo da aggiungere (Pn) sarà pari a
Pn = Pt - (PvxPr) in cui:
Pv = % di bitume vecchio preesistente (rispetto al totale degli inerti).
Pr = valore decimale della percentuale di materiale riciclato (nel nostro caso maggiore o uguale a 0,5). La natura del legante nuovo da aggiungere sarà determinata in base ai seguenti criteri:
- la viscosità del legante totale a 60°C non dovrà superare 4000 poise, quindi, misurata la viscosità del legante estratto ( b ) è possibile calcolare la viscosità (sempre a 60°C) che dovrà avere il legante da aggiungere usando il monogramma su scala semilogaritmica della figura seguente.
Indicando con A il punto le cui coordinate sono: il valore ottenuto di Pn/Pt ed il valore della viscosità di 4000 poise, l'intersezione della retta con l'asse verticale corrispondente al valore 100 dell'asse orizzontale, fornisce il valore C della viscosità del legante che deve essere aggiunto.
Qualora non sia possibile ottenere il valore C con bitumi puri, si dovrà ricorrere a miscele bitume-rigenerante. Si ricorda che la viscosità a 60°C di un bitume C.N.R. 80/100 è 2000 poise.
Per valutare la percentuale di rigenerante necessaria si dovrà costruire in un diagramma - viscosità percentuale di rigenerante rispetto al legante nuovo - una curva di viscosità con almeno tre punti misurati:
K = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto nelle proporzioni determinate secondo i criteri precedenti, senza rigenerante.
M viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 10% in peso rispetto al bitume aggiunto.
F= viscosità della miscela simile alla precedente in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 20% in peso rispetto al bitume aggiunto.
Da questo diagramma mediante interpolazione lineare è possibile dedurre, alla viscosità di 2000 poise, la percentuale di rigenerante necessaria.
La miscela di bitume nuovo o rigenerato nelle proporzioni così definite dovrà soddisfare particolari requisiti di adesione determinabili mediante la metodologia Vialit dei «Points et Chaussees»; i risultati della prova eseguita su tale miscela non dovranno essere inferiori a quelli ottenuti sul bitume nuovo senza rigenerante.
Il conglomerato dovrà avere gli stessi requisiti (in termini di valori Xxxxxxxx e di vuoti) richiesti per i conglomerati tradizionali; ulteriori indicazioni per il progetto delle miscele potranno essere stabilite dalla D.L. utilizzando la prova di deformabilità viscoplastica a carico costante (Norma C.N.R.). Il parametro Jl dovrà essere definito di volta in volta (a seconda del tipo di conglomerato), mentre lo Jp a 40°C viene fissato il limite superiore di
20 x 10-6 cm2/ da N.s.
e) Per il controllo dei requisiti di accettazione valgono le prescrizioni relative dei conglomerati non rigenerati.
f) Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi o mobili automatizzati del tipo a tamburo essiccatore- mescolatore. Il dispositivo di riscaldamento dei materiali dovrà essere tale da ridurre al minimo il danneggiamento e la bruciatura del bitume presente nei materiali da riciclare, pur riuscendo ad ottenere temperature (e quindi viscosità) tali da permettere l'agevole messa in opera (indicativamente superiori a 130÷140 gradi centigradi).
L'impianto fisso dovrà essere dotato del numero di predosatori sufficienti per assicurare l'assortimento granulometrico
previsto.
Il dosaggio a peso dei componenti della miscela dovrà essere possibile per ogni predosatore. Sarà auspicabile un controllo automatico computerizzato dei dosaggi (compreso quello del legante); questo controllo sarà condizione necessaria per l'impiego di questo tipo d'impianto per il confezionamento dei conglomerati freschi; questo impiego potrà essere reso possibile in cantieri in cui si usino materiali rigenerati e vergini solo dopo accurata valutazione di affidabilità dell'impianto.
L'impianto sarà dotato di tutte le salvaguardie di legge per l'abbattimento di fumi bianchi e azzurri, polveri, ecc.
g) Posa in opera delle miscele.
Valgono le prescrizioni dei conglomerati tradizionali, con gli stessi requisiti anche per le densità in situ.
Art.21 SCOGLIERE PER LA DIFESA DALLE EROSIONI DELLE ACQUE
Per difendere dalle erosioni provocate dalle acque i tratti del corpo stradale posti lungo l’alveo o nelle zone golenali dei corsi d'acqua od in fregio a questi, potranno essere costruite scogliere costituite da massi naturali oppure da massi artificiali.
I massi di pietra naturale per gettate o scogliere devono avere il maggior peso specifico possibile, essere di roccia viva e resistente, non alterabile all'azione delle acque e non presentare piani di sfaldamento o incrinature da gelo.
La Direzione dei Lavori potrà ordinare la prova di resistenza del materiale all'urto, all'abrasione, alla gelività, alla salsedine marina, ecc., in base alle norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione, approvate con X.X. 00 novembre 1939, n. 2232.
I massi di pietra naturale per gettate o scogliere, a seconda del peso, saranno divisi nelle seguenti categorie:
a) pietrame in scapoli del peso singolo compreso fra Kg 5 e Kg 50 per l'intasamento delle scogliere;
b) massi naturali di la categoria del peso singolo compreso fra Kg 51 e Kg 1.000;
c) massi naturali di 2a categoria del peso singolo compreso fra Kg l.000 e Kg3.000;
d) massi naturali di 3a categoria del peso singolo compreso fra Kg 3.001 e Kg 7.000.
L'Appaltatore deve impiegare per il sollevamento, trasporto e collocamento in opera dei massi, quegli attrezzi, meccanismi e mezzi d'opera che saranno riconosciuti più adatti per la buona esecuzione del lavoro e per evitare che i massi abbiano a subire avarie. Le scogliere devono essere formate incastrando con ogni diligenza i massi gli uni contro gli altri, in modo da costruire un tutto compatto e regolare, di quelle forme e dimensioni stabilite nel progetto. Per ciascuna scogliera il Direttore dei Lavori fissa il volume minimo dei massi e le proporzioni dei massi di volume differente.
Se la costruzione della scogliera deve essere eseguita con massi artificiali, questi devono essere formati sul posto d'impiego ogni qualvolta ciò sia possibile, ed in caso diverso, in vicinanza del lavoro.
I massi artificiali devono essere di calcestruzzo cementizio, della classe stabilita nell'Elenco dei Prezzi.
Nella formazione dei massi si potrà ammettere che venga impiegato pietrame a ciottoli spaccati, purché in proporzione non maggiore di un quinto del volume del masso stesso, e purché i singoli pezzi risultino ben distribuiti nella massa del calcestruzzo, non si trovino mai a contatto fra loro e siano addentrati, rispetto alle superfici esterne dei massi, di almeno 10 cm.
I ciottoli ed il pietrame devono essere ben puliti dalle sostanze terrose ed eterogenee che eventualmente li ricoprissero e, ove occorra, lavati a grande acqua; quelli non suscettibili di perfetta pulitura saranno rifiutati.
La confezione dei massi deve essere attuata secondo le norme generali per le opere in calcestruzzo cementizio; i massi confezionati fuori opera non debbono essere portati al posto d'impiego se non dopo adeguata stagionatura e dopo aver acquistato il grado di resistenza necessario per non subire danneggiamenti durante le operazioni di carico, scarico e collocamento in opera.
Art.22 CORDONATA IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Gli elementi prefabbricati delle cordonate in calcestruzzo avranno sezione che sarà di volta in volta precisata dalla Direzione dei Lavori.
Saranno di norma lunghi cm 100, salvo nei tratti di curva a stretto raggio o casi particolari per i quali la Direzione dei Lavori potrà richiedere dimensioni minori.
Il calcestruzzo per il corpo delle cordonate dovrà avere una resistenza cubica a rottura a compressione semplice a 28 giorni di maturazione non inferiore a 30 N/mm2. Il controllo della resistenza a compressione semplice del calcestruzzo a 28 giorni di maturazione dovrà essere fatto prelevando da ogni partita di 100 pezzi un elemento di cordonatura dal quale saranno ricavati 4 provini cubici di cm 10 di lato. Tali provini saranno sottoposti a prove di compressione presso un laboratorio indicato dalla D.L. e sarà assunta quale resistenza a rottura del calcestruzzo la media delle resistenze dei 4 provini.
Le operazioni di prelievo e di prova, da eseguire a cura della D.L. ed a spese dell'Impresa, saranno effettuate in contraddittorio redigendo apposito verbale controfirmato dalla D.L. e dall'Impresa. Nel caso che la resistenza risultante dalle prove sia inferiore al valore richiesto (almeno 30 N/mm2), la partita sarà rifiutata e dovrà essere allontanata dal cantiere.
Tassativamente si prescrive che ciascuna partita sottoposta a controllo non potrà essere posta in opera fino a quando non saranno noti i risultati positivi delle prove. Gli elementi verranno posati su un letto di calcestruzzo del tipo di fondazione di classe 100. Gli elementi di cordolo verranno posati attestati, lasciando fra le teste contigue lo spazio di cm 0,5. Tale spazio verrà riempito di malta cementizia dosata a 350 Kg di cemento normale per m3 di sabbia.
Art.23 ELEMENTI PREFABBRICATI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO: CANALETTE DI SCARICO, CUNETTE E FOSSI DI GUARDIA, BEOLE
Generalità.
Per tutti i manufatti di cui al presente articolo, da realizzare in conglomerato cementizio vibrato, il controllo della resistenza a compressione semplice del calcestruzzo a 28 giorni di maturazione dovrà essere fatto prelevando, da ogni partita, un manufatto dal quale saranno ricavati 4 provini cubici di cm 5 di lato. Tali provini saranno sottoposti a prove di compressione presso un laboratorio indicato dalla D.L. e sarà assunta quale resistenza a rottura del calcestruzzo la media delle resistenze dei 4 provini.
Le operazioni di prelievo e di prova, da eseguire a cura della D.L. ed a spese dell'Impresa, saranno effettuate in contraddittorio redigendo apposito verbale controfirmato dalla D.L. e dall'Impresa. Nel caso la resistenza risultante dalle prove sia inferiore al valore richiesto, la partita sarà rifiutata e dovrà essere allontanata dal cantiere. Tassativamente si prescrive che ciascuna partita sottoposta a controllo non potrà essere posta in opera fino a quando non saranno noti i risultati positivi delle prove.
a) Canalette.
Saranno costituite da elementi prefabbricati, secondo i disegni tipo di progetto. Gli elementi dovranno essere in conglomerato cementizio vibrato avente una resistenza cubica a compressione semplice a 28 giorni di maturazione non inferiore a 25 N/mm2. Il prelievo dei manufatti per la confezione dei provini sarà fatto in ragione di un elemento di canaletta per ogni partita di 500 elementi o per fornitura numericamente inferiore. Le canalette dovranno estendersi lungo tutta la scarpata, dal fosso di guardia fino alla banchina. Prima della posa in opera l'Impresa avrà cura di effettuare lo scavo di impostazione degli elementi di calcestruzzo, dando allo scavo stesso la forma dell'elemento e in modo che il piano di impostazione di ciascun elemento risulti debitamente costipato, per evitare il cedimento dei singoli elementi.
Alla testata dell'elemento a quota inferiore, ossia al margine con il fosso di guardia, qualora non esista idonea opera muraria di ancoraggio, l'impresa avrà cura di infiggere nel terreno 2 tondini di acciaio ∅ 24, della lunghezza minima di m. 0,80.
Questi verranno infissi nel terreno per una lunghezza minima di cm 60, in modo che sporgano dal terreno per circa 20 cm. Analoghi ancoraggi saranno infissi ogni tre elementi di canaletta in modo da impedire lo slittamento delle canalette stesse. La sommità delle canalette che si dipartono dal piano viabile dovrà risultare raccordata con la pavimentazione mediante apposito imbocco da eseguirsi in calcestruzzo del tipo di fondazione di classe 250, prefabbricato o gettato in opera
La sagomatura dell'invito dovrà essere fatta in modo che l'acqua non trovi ostacoli e non si crei quindi un'altra via di deflusso.
d) Xxxxxxx e fossi di guardia in elementi prefabbricati.
Saranno costituiti da elementi prefabbricati in conglomerato cementizio vibrato, avente resistenza cubica a compressione semplice a 28 giorni di maturazione non inferiore a 30 N/mm2 ed armato con rete a maglie saldate di dimensioni cm 12x12 in fili di acciaio del ∅mm 5.
Il prelievo dei manufatti per la preparazione dei provini sarà fatto in ragione di un elemento di cunetta per ogni partita
di 100 elementi o fornitura numericamente inferiore. Gli elementi di forma trapezoidale o ad L, a norma dei disegni tipo
di progetto ed a seconda che trattasi di rivestire cunette e fossi in terra di forma trapezoidale o cunette ad L, dovranno avere spessore di cm 6 ed essere sagomati sulle testate con incastro a mezza pialla.
La posa in opera degli elementi dovrà essere fatta sul letto di materiale arido costipato, avendo cura che in nessun posto restino dei vuoti che comprometterebbero la resistenza delle canalette.
E' compresa inoltre la stuccatura dei giunti con malta di cemento normale dosata a Kg. 500.
e) Beole.
Le beole saranno costituite da lastre di cm 200x50, spessore di 10 cm, da disporsi affiancate in modo da ottenere giunti ricorrenti aperti verso l'alto.
Le lastre costituenti il rivestimento dovranno essere prefabbricate in calcestruzzo vibrato avente una resistenza cubica a compressione semplice a 28 giorni di maturazione non inferiore a 25 N/mm2. Il prelievo dei manufatti per la confezione dei provini sarà fatto in ragione di una lastra per ogni partita di 500 lastre o fornitura numericamente inferiore.
Il terreno di posa delle lastre dovrà essere accuratamente livellato e costipato.
Art.24 CAVIDOTTI
La presente specifica tecnica ha per oggetto l'esecuzione dei cavidotti da realizzarsi medianante scavo gettata di sottofondazione, posa tubi, gettata di rinfianco e copertura, e reinterro.
La rete di messa a terra è da realizzare mediante posa di dispersori verticali a picchetto predisposti nelle camerette.
Per motivi di standardizzazione e dell'organizzazione dell'assistenza manutentiva i chiusini dovranno essere della marca del tipo concordato con la Direzione lavori.
I chiusini delle camerette saranno in fusione di ghisa del tipo rinforzato carrabile, senza caditoie, completi di controtelaio da premurare sempre in fusione di ghisa e dovranno essere di forma circolare, la Direzione Lavori è titolata a richiedere la marcatura (nella fusione) di scritte indicanti la proprietà e la funzione del manufatto.
Ciò non potrà essere motivo di richiesta di compensi suppletivi da parte dell'Appaltatore.
Le tubazioni dei cavidotti saranno in PVC UNI 7443-75 tipo 303/2 serie pesante con giunzioni a bicchiere, anello elastomerico complete di pezzi speciali e distanziatori.
Art.25 PAVIMENTAZIONI IN MASSELLI DI CLS AUTOBLOCCANTI
La posa dei masselli in calcestruzzo dovrà essere eseguita una volta che sia disposto il pacchetto di supporto costituito da uno strato di misto litoide di cava a granulometria fine di circa 5 cm, da una soletta in conglomerato cementizio di spessore 10 cm e infine da uno strato di pietrico “0” di allettamento con spessore di 6-8 cm..
La posa in opera dei masselli dovrà essere eseguita manualmente o mediante macchine idonee alfine di avere una regolare disposizione degli stessi sul piano di allettamento, prestando fede a quanto prescritto dalla norma UNI 9065.
A seguito di questa operazione è fatto obbligo di eseguire una vibrocompattazione della pavimentazione a mezzo di apposita piastra per ottenere un primo effetto di autobloccaggio dei singoli moduli livellandone le irregolarità.
Xxxxxx di migliorare l’ efficacia della compattazione e mantenere i corretti allineamenti, prima del passaggio della piastra, dovrà essere sparsa sabbia nei giunti per avere un pre-intasamento
La vibrocompattazione dovrà essere condotta su una superficie pulita, e se possibile si deve evitare di eseguirla se questa è bagnata perché ciò potrebbe danneggiare la finitura dei masselli. La vibrazione va iniziata dai bordi perimetrali e condotta verso il centro della pavimentazione.
La sigillatura finali dei giunti, successiva alla vibrocompattazione, dovrà prevedere l’ impiego di sabbia assolutamente priva di impurità e residui di frantumazione, preferibilmente di natura silicea e proveniente da fiume, avente dimensione massima di 2 mm., in quanto l’ autobloccanza si attiva essenzialmente attraverso l’ attrito generato nella sabbia fra i giunti.
La bordatura della pavimentazione è indispensabile per il contenimento delle spinte orizzontali dei masselli che, sottoposti ai carichi, tendono a migrare lateralmente, e per trattenere la sabbia di allettamento. Tale contenimento potrà essere rappresentato dalle strutture esistenti oppure ottenuto con la messa in opera di appositi cordoli posati su un rinfianco in calcestruzzo con l’ accortezza che questo non interferisca con la posa dei masselli.
I masselli da impiegarsi dovranno essere multistrato di altezza 6 cm., realizzati con due impasti differenziati; uno per lo strato di supporto e uno per lo strato di usura, quest’ ultimo dovrà avere uno spessore di almeno 5 mm..
La pigmentazione, così come gli inserti quarzitici, potrà riguardare solo l’ impasto per lo strato di usura.
I masselli, oltre ad offrire delle ottime caratteristiche meccaniche, ad ogni modo relative alla destinazione d’ uso della pavimentazione, dovranno avere una comprovata resistenza all’ aggressione di agenti chimici.
La fornitura sarà campionata per l'accettazione scritta da parte della Direzione dei Lavori.
Art.26 MARCIAPIEDI ED ELEMENTI SPARTITRAFFICO IN CALCESTRUZZO AUTOBLOCCANTI
I marciapiedi e lo spartitraffico saranno costituiti da elementi prefabbricati in calcestruzzo vibrocompresso delle dimensioni risultanti dai disegni di progetto.
Saranno forniti in elementi di lunghezza non inferiore a 0,50 m, salvo i tratti di curva od i pezzi speciali, che potranno avere lunghezza diversa.
Gli elementi saranno conformati con apposite nicchie e rilievi che consentono il perfetto incastro autobloccante degli elementi ed un perfetto allineamento degli stessi.
La classe di resistenza del calcestruzzo impiegato per la confezione degli elementi non dovrà essere inferiore a 350 Rck; il cls dovrà inoltre essere leggermente armato.
Le superfici calpestabili degli elementi prefabbricati avranno finitura rigata a 45°, mentre le altre superfici dovranno presentarsi perfettamente lisciate, prive di cavillature, nidi d'ape e irregolarità e dovranno inoltre avere una tonalità di colore costante.
Gli elementi saranno posati uno accanto all'altro senza essere ancorati al suolo; dovrà essere particolarmente curata l'aderenza tra un elemento e l'altro ed il loro perfetto allineamento.
Art.27 GASDOTTI - ACQUEDOTTI - PRESCRIZIONI GENERALI
Tutti i materiali utilizzati nella costruzione della condotta gas (tubi, pezzi speciali, guarnizioni, grassi, apparecchiature, vernici, ecc.) destinati a venire in qualsiasi modo a contatto con il fluido trasportato dovranno rispettare esattamente i disposti del D.M. del 24/11/84 relativo alle “Norme di sicurezza…” e più in generale essere conformi alla normativa vigente in merito al loro utilizzo. Tutti i materiali utilizzati nella costruzione della condotta acqua (tubi, pezzi speciali, guarnizioni, grassi, apparecchiature, vernici, ecc.) destinati a venire in qualsiasi modo a contatto con il fluido trasportato dovranno rispettare esattamente i disposti delle circolari del Ministero della Sanità n° 33 del 27 aprile 1977 e n° 102 del 2 dicembre 1978 e più in generale essere conformi alla normativa vigente in merito al loro utilizzo a contatto con acqua potabile. Si dovranno rispettare tutte le disposizioni del D.M. del 12/12/85 relativo alle “Norme tecniche relative alle tubazioni”. Tale rispondenza sarà testimoniata da apposita certificazione rilasciata dai produttori dei rispettivi materiali, in assenza di tali certificazioni la D.L. non accetterà i relativi materiali.
a) MATERIALI - CARATTERISTICHE E METODI DI PROVA
a.1) TUBI IN POLIETILENE PER ACQUEDOTTI
Le tubazioni in polietilene devono corrispondere alle caratteristiche ed ai requisiti di accettazione prescritti dalle norme UNI ed alle raccomandazioni I.I.P. e precisamente:
UNI 7611: Tubi in PEad per acquedotti; tipi, dimensioni e requisiti. UNI 7615: Tubi in PEad; metodi di prova generali.
UNI 7612: Raccordi di PEad per condotte di fluidi in pressione; tipi, dimensioni e requisiti.
UNI 7616 + FA 90: Raccordi di PEad per condotte di fluidi in pressione; metodi di prova generali. Per l’acquedotto saranno impiegati tubi per la pressione nominale PN = 16 bar.
Prove di accettazione materiali
• Le prove previste alle UNI ISO 4437.
a.2) TUBI DI ACCIAIO RIVESTITO PER ACQUEDOTTI
I tubi di acciaio per acquedotti avranno caratteristiche e requisiti di accettazione conformi alle norme UNI 6363-84 CLASSE B (serie normale) in acciaio Fe 410 oppure alle norme DIN 2458 e DIN 1626 in acciaio St 37.0 e allorquando carenti o inteso in senso restrittivo alla Circolare Ministero dei Lavori pubblici n° 2136 del 5.5.1966. Le estremità dei tubi saranno normalmente predisposte per saldatura di testa in accordo alla UNI 6363/84 oppure DIN 1626. Su richiesta della D.L. l’Appaltatore dovrà utilizzare, senza nessun compenso particolare fino al 20 % della lunghezza complessiva della condotta, tubi con giunto a saldare a bicchiere sferico al fine di realizzare andamenti leggermente curvilinei senza l’utilizzo di pezzi speciali. Le estremità dovranno essere adeguatamente protette con cuffie rigide in materiale plastico. RIVESTIMENTI INTERNI I tubi per l’acqua saranno internamente zincati come da UNI 5745, oppure rivestiti in malta di cemento centrifugata che dovrà corrispondere alle specifiche “Tecnische Regeln Arbeitsblatt” W. 342 dic. 1978 nonché DIN 2614, oppure rivestiti con resina epossidica o polveri poliammidiche. RIVESTIMENTI ESTERNI I tubi saranno protetti esternamente con polietilene estruso a calza a tre strati secondo UNI 9099 o DIN 30670; i valori di prova sono indicati dalla norma UNI 9099 ovvero DIN 30670; tali prove dovranno essere condotte secondo le modalità della citata UNI 9099 ovvero DIN 30670. Insieme con i tubi dovrà essere