Codice procedura: 680 Classifica: PA00_IF680 Proponente: Limes 17 s.r.l.
Codice procedura: 680
Classifica: PA00_IF680
Proponente: Limes 17 s.r.l.
Procedimento: Procedura di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.. Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.
OGGETTO: Impianto fotovoltaico ed opere connesse denominato “Marcanzotta”, della potenza istallata di 86,16 MWp, da realizzare nel Comune di Monreale (PA).
PARERE predisposto sulla base della documentazione e delle informazioni fornite dal servizio 1 del Dipartimento Regionale Ambiente regione Siciliana e contenute sul nuovo portale regionale SIVVI.
PARERE ISTRUTTORIO CONCLUSIVO C.T.S. n. 59/2022 del 09/03/2022
VISTO l’art. 91 della Legge Regionale n. 9 del 07 maggio 2015 recante “Norme in materia di autorizzazione ambientali di competenza regionale”, come integrato con l’art. 44 della Legge Regionale n. 3 del 17.03.2016;
VISTO il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante “Norme in materia ambientale” e ss.mm.ii.;
VISTO il D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 di attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi-naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche e ss.mm.ii.;
VISTO il D.A. 30 marzo 2007 “Prime disposizioni d'urgenza relative alle modalità di svolgimento della valutazione di incidenza ai sensi dell'art. 5, comma 5, del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 e s.m.i”;
VISTO l’art. 1, comma 3, della L.R. n. 13/07 e l’art. 4 del D.A. n. 245/GAB del 22 ottobre 2007, i quali dispongono che la procedura di valutazione di incidenza è di competenza dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente;
VISTO il DPR 13 06.2017 n. 120: Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo;
VISTA la Delibera di Giunta regionale 21/07/2015 n. 189 concernente: “Commissione Regionale per le Autorizzazioni Ambientali di cui all’art. 91 della Legge Regionale 7 maggio 2015, n. 9 - Criteri per la costituzione-approvazione”, con la quale la Giunta Regionale, in conformità alla proposta dell’Assessore Regionale per il Territorio e l’Ambiente, di cui alla nota n. 4648 del 13/07/2015 (Allegato “A” alla delibera), ha approvato i criteri per la costituzione della citata Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;
VISTO il D.A. n. 207/GAB del 17 maggio 2016 – Costituzione della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale e successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il D.P.R. 14 giugno 2016 n. 12 di rimodulazione degli assetti organizzativi dei Dipartimenti Regionali;
VISTA la nota assessoriale prot. n. 5056/GAB/1 del 25/07/2016 relativa a “Prima direttiva generale per l’azione amministrativa e per la gestione ex comma 1, lettera b) dell’art. 2 della L.R. 15/05/2000, n. 10;”
VISTA la nota assessoriale prot. n. 7780/GAB12 del 16/11/2016 esplicativa sul coordinamento tra le attività dipartimentali e la Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;
VISTO il D.A. n. 142/GAB del 18/04/2018 che regolamenta il funzionamento della C.T.S. per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale;
VISTA la Nota prot. 605/GAB del 13 febbraio 2019, recante indicazioni circa le modalità di applicazione dell’art. 27-bis del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii;
VISTO il D.A. n. 295/GAB del 28/06/2019 che approva la “Direttiva per la corretta applicazione delle procedure di valutazione ambientale dei progetti”;
VISTO il D.A. n. 311/GAB del 23 luglio 2019, con il quale si è preso atto delle dimissioni dei precedenti componenti della Commissione Tecnica Specialistica (C.T.S.) e contestualmente sono stati nominati il nuovo Presidente e gli altri componenti della C.T.S.;
VISTO il D.A. n. 318/GAB del 31 luglio 2019 di ricomposizione del Nucleo di coordinamento e di nomina del vicepresidente;
VISTO il D.A. n. 414/GAB del 19 dicembre 2019 di nomina di nn. 4 componenti della CTS, in sostituzione di membri scaduti;
VISTO il D.A. n. 285/GAB del 3 novembre 2020, con il quale è stato inserito un nuovo componente con le funzioni di segretario del Nucleo di Coordinamento.
VISTO il D.A n. 19/GAB del 29.01.202021 di nomina di nn. 5 componenti della C.T.S., in sostituzione di membri scaduti o dimissionari, di integrazione del nucleo di coordinamento e di nomina del nuovo vicepresidente.
RILEVATO che con DDG n. 195 del 26/3/2020 l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana ha approvato il Protocollo d’intesa con ARPA Sicilia, che prevede l’affidamento all’istituto delle verifiche di ottemperanza dei provvedimenti di valutazione ambientale di competenza regionale relative alle componenti: atmosfera; ambiente idrico (limitatamente agli aspetti qualitativi); suolo e sottosuolo; radiazioni ionizzanti e non; rumore e vibrazione;
VISTO il D.A. n. 265/GAB del 15/12/2021 che regolamenta il funzionamento della C.T.S. per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale che ha sostituito il D.A. n. 57/GAB del 28/2/2020, pertanto abrogato;
VISTO il D.A. n. 273/GAB del 29/12/2021 di nomina di nn. 30 componenti ad integrazione della CTS e di nomina di due componenti ad integrazione del Nucleo di Coordinamento;
VISTA la nota prot. 16656 del 23/03/2020, con cui la Società Limes 17 s.r.l., ha presentato, ai sensi dell’articolo 27-bis del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., istanza di attivazione della procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale nell’ambito del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii. per l’impianto fotovoltaico ed opere connesse denominato “Marcanzotta”, della potenza istallata di 86,16MWp, unificata con la procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale da realizzarsi nel Comune di Monreale, Provincia di Palermo, relativo al progetto in oggetto;
VISTA la nota prot. ARTA n. 18570 del 07/04/2020 con la quale il Servizio 1 del DRA ARTA ha comunicato la procedibilità istanza, la pubblicazione documentazione ed il Responsabile del procedimento”, ai seguenti S.C.M.A.:
− Assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità,
− Dipartimento Regionale dell'Energia: oServizio 3 -Autorizzazione e Concessioni, oServizio 8- U.R.I.G,
oServizio 10 -Attività tecniche e Risorse Minerarie;
− Assessorato del Territorio e dell'Ambiente:
oIspettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo,
− Dipartimento della Presidenza,
− Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia,
− Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità,
− Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana Dipartimento dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana:
− Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
− Assessorato della Salute:
oDipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico,
− Assessorato Regionale dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea:
oDipartimento Regionale dell'Agricoltura,
oServ. 3 - Multifunzionalità e diversificazione in agricoltura,
oServizi 7 -Demanio Trazzerale e Usi Civici,
− M.I.S.E.,
− Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Ufficio delle Dogane di Palermo,
− Comando Militare Esercito,
− Comando Scuole A.M. 3^ Regione Area Reparto Regione e Territorio,
− Città Metropolitana di Palermo,
− Comune di Monreale (PA),
− A.R.P.A. Sicilia;
− A.R.P.A. - Struttura Territoriale di Palermo,
− Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo,
− A.S.P. Palermo;
− ENEL Distribuzione S.P.A.,
− TERNA S.p.A.,
− ENAC,
− ENAV,
− SNAM Rete Gas S.p.A.,
− Soc. Limes 17 s.r.l.,
− Presidente della Commissione Tecnico Specialistica;
VISTA la nota prot. ARTA n.24789 del 08/05/2020, con la quale L’Autorità di Bacino Idrografico del Distretto Idrografico della Sicilia dichiara che:
Piano di Gestione del Distretto Idrografico
- Si conferma che l’intervento ricade all’interno del Bacino Idrografico del fiume San Xxxxxxxxxx (R 19 045) ed interessa il corpo idrico superficiale IT19RW04501 Fiume Freddo;
- Dal monitoraggio effettuato da ARPA nel periodo 2011-2017 il corpo idrico risulta in uno stato chimico SCONOSCIUTO ed in uno stato ecologico SUFFICIENTE. La zona interessata dai lavori non rientra tra le Zone Vulnerabili da Nitrati di Origine agricola;
- L'analisi delle pressioni condotta nel vigente Piano di Gestione del Distretto Idrografico evidenzia tra le pressioni diffuse Agricoltura, siti contaminati/siti industriali abbandonati e Nitrati da Origine Agricola mentre tra le pressioni puntuali evidenzia l 'immissione di acque reflue urbane non trattat;.
- Le misure indicate nel report per il corpo idrico superficiale sono:
• KTM 1 - Misure per ridurre i carichi puntuali - Struttura 1i);
• KTM2 - Misure per ridurre i carichi diffusi – realizzazione impianti di fitodepurazione per i carichi derivanti da reflui zootecnici revisione delle ZVNOA, fitofarmaci ed aree sensibili ad eutrofizzazione);
• KTM3 - Reduce pesticides pollution from agriculture.(Attività istituzionali - Strutturali)
• KTM4 - Remediation of contaminated sites (historical pollution including sediments, groundwater, soil) (Misure per ridurre i carichi puntuali - Strutturali) Messa in sicurezza delle discariche;
• KTM 12 - Advisory services for agriculture (Attività istituzionali - Strutturali);
• KTM 15 - Measures for the phasing-out of emissions, discharges and losses of Priority Hazardous Substances or for the reduction of emissions, discharges and losses of Priority Substances (misure per ridurre i carichi puntuali - Strutturali - Riduzione delle emissioni nell’ambiente, in particolare nelle acque, degli stabilimenti/impianti industriali conseguente al rilascio dell'AIA e al relativo obbligo di adottare le migliori tecniche disponibili per la prevenzione dell'inquinamento delle acque)
Piano di Gestione Rischio Alluvioni
Si rileva che nell'ambito delle misure di prevenzione è prevista la misura limitazioni all'uso-regolamentazione con l'azione denominata "Pianificazione dell'uso del suolo e regolamentazione" che rappresenta con i loro obiettivi il riferimento per le previsioni di uso del suolo.
Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico
Le opere in progetto ricadono in un 'area del bacino del F. San Xxxxxxxxxx (045) nella quale non sono state censite allo stato attuale superfici a pericolosità e rischio idraulico e/o geomorfologico. a meno dell'intersezione tra l'area di impianto e il dissesto attivo, di codice 045-6M0-008 dovuto ad erosione accelerata ed interessato solo da interventi di mitigazione, che determina una situazione di pericolosità media. Non è prevista la posa di pannelli dei lotti G, H ed I all'interno della perimetrazione del dissesto.
Pareri di compatibilità idraulica sui progetti ai sensi delle norme di attuazione del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni
L'attuale regime normativo non prevede il rilascio del predetto parere di compatibilità idraulica per l'intervento in oggetto. Resta in capo alle Amministrazioni Comunali l'adozione delle misure previste dal vigente Piano e tra esse quella di protezione - gestione delle acque superficiali.
Pareri di compatibilità idrogeologica o idraulica previsti dalla normativa di attuazione dei PAI - Assetto geomorfologico
Per quanto riportato in precedenza, per l'intervento in oggetto non è previsto il rilascio del parere di compatibilità geomorfologica.
Pareri di compatibilità idrogeologica o idraulica previsti dalla normativa di attuazione dei PAI - Assetto idraulico
L'intervento non interessa aree ricadenti in zone perimetrate a pericolosità geomorfologica e, di conseguenza, non è previsto il rilascio del parere di compatibilità idraulica.
VISTA la nota prot. ARTA n.30962 del 05/06/2020, con la quale il Servizio 1 DRA ARTA comunica che non essendo pervenute entro i termini previsti, ai sensi dell'art. 27 bis, comma 3 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii., richieste di integrazione da parte degli Enti in indirizzo, alla documentazione presentata dal proponente di cui all'istanza prot. DRA n. 16656 del 23/03/2020, si è provveduto ai sensi dell'art. 27 bis, comma 4 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii. alla pubblicazione , sul sito del Dipartimento Ambiente - Aree Tematiche -VIA VAS "Portale Valutazioni Ambientali VIA-VAS" al link: xxxxx://xx-xxx.xxxxxxx.xxxxxxx.xx, dell'avviso al pubblico di cui all'articolo 23, comma 1, lettera e) del medesimo decreto;
VISTA la nota prot. ARTA n.30966 del 05/06/2020, con la quale la Città Metropolitana di Palermo pone le seguenti Osservazioni alla procedura in oggetto.
Ufficio Emissioni in Atmosfera e Valutazioni di Impatto Ambientale
“durante la fase di realizzazione dell’impianto, in ciascuna fase di produzione, manipolazione, trasporto, carico, scarico e stoccaggio dei materiali polverulenti utilizzati, viene prescritto il rispetto di tutte le prescrizioni e le direttive contenute nella Parte I dell’Allegato V alla Parte V del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.. Tali prescrizioni dovranno essere anche durante la dismissione dell’impianto”
Xxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxx, Speciali e Tributo Speciale
“Relativamente alle competenze dell’Ufficio scrivente, si osserva quanto segue:
• In mancanza di un “Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo” esitato con parere favorevole dall’Autorità competente, le terre e rocce provenienti dalle attività di scavo non destinate all’effettivo utilizzo, per rinterri e riempimenti all’interno delle aree di cantiere, dovranno essere conferite presso più vicini impianti di recupero rifiuti autorizzati;
• Dovranno essere conferiti ad impianti di recupero rifiuti autorizzati anche eventuali materiali di risulta (da demolizioni e lavorazioni varie);
• È opportuno che nel progetto sia specificato quali siano gli impianti di recupero rifiuti autorizzati più vicini, che saranno utilizzati allo scopo;
• Nella gestione dei rifiuti prodotti occorrerà attenersi a quanto previsto dalla normativa in merito agli adempimenti specifici;
• Nella realizzazione della viabilità interna del cantiere, per la realizzazione di rilevati e sottofondo stradale, dovrà essere privilegiato l’utilizzo di materiale idoneo proveniente da impianti di recupero inerti.
Ufficio Area viabilità, edilizia, beni culturali
“si esprime parere favorevole al rilascio del nulla osta di massima per le opre e i lavori sopra elencati con le seguenti prescrizioni:
- la Ditta deve comunicare prima dell’esecuzione dei lavori su ciascuna strada interessata il numero delle curve da allargare e la loro esatta ubicazione xxxx.xx Xx.xx e disegni e sezioni di dettaglio, affinché questa direzione prenda visione del tipo di intervento da eseguire sui luoghi;
- Per quanto concerne le aperture sulle strade provinciali, per accedere al parco e le relative recinzioni e/o lavorazioni la Società è obbligata a fare richiesta specifica per la realizzazione di recinzioni o la realizzazione di manufatti in prossimità delle strade e devono essere a norma del CdS con tutti gli allegati da questo ufficio (vedasi copia allegata) affinché questa Direzione rilasci regolare Determina Dirigenziale di autorizzazione con allegato Disciplinare Tecnico;
- Per gli attraversamenti sotterranei per la posa di cavidotto mediante scavo sulle sedi stradali la Società è obbligata a fare richiesta specifica di attraversamento di condutture elettriche e la loro esatta ubicazione xxx.xx Xx.xx e disegni e sezioni di dettaglio, affinché questa Direzione rilasci regolare Determina Dirigenziale di autorizzazione con allegato Disciplinare Tecnico;
- Per le costruzione di guardiania, previa acquisizione di regolare concessioni e/o autorizzazioni comunali, la distanza da mantenere dalla sede stradale è 20 mt., così come previsto nel CdS;
- Si rappresenta che la presente autorizzazione riguarda strettamente i punti di interruzione come rappresentanti da relazione tecnica in ns. possesso, previa integrazione di quanto predetto.
VISTA la nota prot. ARTA n. 39116 del 10/07/2020 con la quale il Comando Provinciale Vigili del Fuoco Palermo rende noto che il parere di competenza non potrà essere rilasciato da questo Comando fintantoché non sarà pervenuta la documentazione richiesta con la presente nota.
VISTA la nota prot. ARTA n. 40792 del 17/07/2020 con la quale l’Assessorato della salute-Dipartimento Regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio Epidemologico-Servizio 1 “Prevenzione secondaria, malattie professionali e sicurezza nei luoghi di lavoro” comunica che il Comitato Tecnico per la Radioprotezione nella seduta del 7/07/2020 ha rinviato l’esame della pratica in oggetto ritenendo necessario che la Ditta inoltri al Comitato una valutazione dei rischi per i lavoratori per l’esposizione a campi elettromagnetici. Si richiede quindi di integrare la documentazione con la suddetta Relazione.
VISTA la nota prot. ARTA n. 40792 del 17/07/2020 con la quale L’Aeronautica Militare-Comando Scuole dell’A.M./3^ Regione Aerea-Ufficio Territorio e Patrimonio, verificato che l’intervento non interferisce con compendi militari dell’A.M. né con vincoli eventualmente imposti a loro tutela, si esprime il parere favorevole dello scrivente Comando territoriale dell’A.M. ai sensi dell’art. 334 comma 1 del D.Lgs. 66/2010, alla realizzazione di quanto in oggetto;
VISTA la nota prot. ARTA n. 22523 del 14/04/2021 con la quale il Servizio DRA ARTA ha trasmesso alla Ditta proponente il Parere Istruttorio Intermedio n. 20 del 24.03.2021 con il quale la CTS ha evidenziato alcune criticità per le quali si richiedono i seguenti approfondimenti e/o integrazioni:
1. La valutazione di coerenza e compatibilità programmatica dell’intervento progettuale rispetto a tutti gli strumenti di programmazione e pianificazione presi in considerazione deve indicare specificatamente le caratteristiche e la tipologia dell’area di riferimento (secondo la classificazione operata da ciascun piano o programma esaminato), evidenziando altresì vincoli e prescrizioni - contenute nella parte riguardante i regimi normativi di ciascun piano o programma, nelle NTA o altro atto equivalente – riferibili alla tipologia di area su cui ricade l’intervento e rappresentando esplicitamente i rapporti di coerenza del progetto rispetto al quadro prescrittivo e vincolistico desumibile dai regimi normativi di ciascun strumento di pianificazione.
2. La descrizione dei rapporti di coerenza e compatibilità dell’Intervento rispetto agli strumenti di pianificazione e programmazione deve essere estesa anche alle aree che saranno interessate dalla linea di connessione con la RTN.
3. il quadro programmatico non risulta completo e, a titolo indicativo e non esaustivo, deve essere integrato dai seguenti strumenti di pianificazione e programmazione:
- Green Deal europeo o Patto Verde europeo 2020-2050;
- Piano di Azione Europeo per l’Economia Circolare 2020;
- Piano di Gestione del Rischio Alluvioni;
- Rapporto preliminare rischio idraulico in Sicilia;
- Piano di Sviluppo Rurale 2014-2022 della Sicilia;
- Piano Regionale Faunistico Venatorio 2013-2018;
- Piano Regionale per la lotta alla Siccità 2020;
- Piano di Azione per l’Energia Sostenibile.
4. Occorre attestare che non sussistano per l’area oggetto dell’intervento i divieti previsti dall’art. 10 della L. 353/2000, dalla L.R. 16/1996 e ss.mm.ii. e dall’art. 58 della L.R. del 04/2003.
5. Deve essere prodotta la comunicazione alla competente Sovrintendenza prevista dal punto 13.3 del D.M. 10 settembre 2009 a mente del quale «Nei casi in cui l'impianto non ricada in zona sottoposta a tutela ai sensi del d.lgs. 42 del 2004, il proponente effettua una comunicazione alle competenti Soprintendenze per verificare la sussistenza di procedimenti di tutela ovvero di procedure di accertamento della sussistenza di beni archeologici, in itinere alla data di presentazione dell'istanza di autorizzazione unica;
6. La relazione di compatibilità idraulica del progetto deve essere adeguata a quanto stabilito dal Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Sicilia approvato con D.P.C.M. 7 marzo 2019.
7. Compatibilmente con il livello di progettazione richiesto per la valutazione di impatto ambientale e dalle previsioni di cui al D.M. 10 settembre 2009, devono essere puntualmente definiti- in relazione anche alla morfologia dei luoghi- gli interventi riguardanti scavi, viabilità, fondazioni e sistemazione delle aree dove verranno posizionate le stringhe, adeguando, ove occorra, le valutazioni di carattere ambientale relative alle componenti interessate.
8. occorre fornire la quantificazione del materiale scavato, tendo conto di tutte le lavorazioni comprese nel progetto, ivi comprese quelle afferenti alla realizzazione delle connessione per l’allacciamento alla rete.
9. si chiede di integrare il progetto con il “Piano preliminare di utilizzo in situ delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti”, ai sensi dell’art. 24 del DPR 120/2017 che deve altresì chiarire: i volumi di scavo riguardanti l’esecuzione delle opere infrastrutturali lineari che si intendono realizzare; contenere apposita planimetria su cui evidenziare i punti ove condurre i campionamenti nonché le aree di deposito preliminare delle terre e rocce prodotte in attesa di caratterizzazione; specificare il numero di campioni che si intendono prelevare e le relative profondità di prelievo da sottoporre ad analisi.
10. Occorre integrare lo SIA con lo studio relativo alla valutazione del “Principio dell’invarianza idraulica” in corrispondenza del sito interessato dall’impianto, come previsto dal Piano di Gestione del Rischio Alluvioni.
11. Bisogna produrre una adeguata rappresentazione cartografica del layout dell’impianto in sovrapposizione con la Carta Sensibilità Ecologica, la Carta Pressione Antropica, la Carta Rete Ecologica, la Carta Fragilità Ambientale, e la Carta Valore Ecologico, rappresentando altresì, a fronte delle caratteristiche risultanti dalle predette carte, idonei elementi valutativi al fine di dimostrare l’assenza di significativi impatti rispetto alle componenti interessate.
12. Relativamente al consumo di suolo, al fine di analizzare l’eventuale alterazione generata dall’intervento, unitamente agli altri interventi della stessa tipologia e natura e realizzati/programmati in aree prossime, dei caratteri specifici del paesaggio locale, è necessario approfondire la problematica tenendo conto dei dati forniti da ARPA Sicilia nella pubblicazione “Consumo di suolo in Sicilia Monitoraggio nel periodo 2017-2018”.
13. Vanno analiticamente descritte le quantità e le tipologie di rifiuti prodotti durante la fase di costruzione e dismissione del progetto e le specifiche modalità di recupero previste.
14. Deve essere rappresentata la fonte di approvvigionamento e le stime di fabbisogno della risorsa idrica nelle diverse fasi di cantiere, esercizio e dismissione.
15. In fase di cantiere deve essere approfondito l’impatto ambientale connesso alla realizzazione dell’impianto verificando in particolare che le emissioni inquinanti e sonore prodotte dai mezzi di cantiere siano contenute entro i limiti previsti dalla normativa tenendo conto dell’eventuale presenza di recettori sensibili (che devono comunque essere segnalati).
16. Si chiede di considerare nel SIA gli effetti prodotti dal tipo di lavorazioni effettuate nella fase di cantiere e durante la manutenzione in primis (diserbo e compattazione); tali operazioni, protratte nel tempo, infatti, potrebbero portare ad una progressiva ed irreversibile riduzione della fertilità del suolo, aggravata dall’ombreggiamento pressoché costante del terreno (cfr. “Rapporto consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – edizione 2019” - Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente);
17. Occorre integrare la relazione agronomica per chiarire in maniera dettagliata e approfondita il rispetto delle condizioni previste per la realizzazione dei impianti FER in aree agricole, con particolare riferimento alle previsioni di cui all’art. 16.4. del d.m. 10 settembre 2010, chiarendo espressamente altresì se nell’area di intervento sono presenti culture di pregio e/o specie tutelate.
18. La fascia di rispetto perimetrale di 10 metri deve essere interamente inerbita con: per i primi tre metri, l’impiego di specie vegetali in grado di produrre bacche e di favorire la nidificazione e il riposo per le specie migranti (Mirto e biancospino), per i successivi 7 metri, l’impiego di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea tipica della flora mediterranea avente un sesto di impianto tale da realizzare una fascia coprente.
19. La recinzione dell’impianto dovrà essere posizionata tra la fascia di rispetto perimetrale ed il parco fotovoltaico al fine di migliorare l’inserimento paesaggistico del progetto e dovrà prevedere passaggi per la piccola fauna selvatica delle dimensioni di circa cm. 25 x 25 disposte ogni 25 metri.
20. Si dovrà prevedere la salvaguardia di tutti i fossi di irrigazione e delle aree di impluvio anche minori presenti nell’area di intervento realizzando fasce di rispetto dalle sponde di almeno 10 metri per lato e tutelando la vegetazione ripariale presente con interventi di ingegneria naturalistica al fine di mantenere i corridoi ecologici presenti e di assicurare un ottimale ripristino vegetazionale colturale a fine esercizio dell’impianto.
21. Per tutti gli interventi a verde si dovrà prevedere esclusivamente l’uso di specie vegetali autoctone, o provenienti da vivai in possesso di licenza ai sensi dell'art 4 del Dlgs 386/03 rilasciata dal Comando Corpo Forestale della Regione Siciliana (avendo così certezza del germoplasma autoctono).
22. Dovranno essere previste e realizzate adeguate fasce tagliafuoco, a ridosso delle fasce arboree, al fine di evitare che gli alberi possano diventare un veicolo di propagazione di incendi dall'esterno verso l’area dell’impianto.
23. Il soprassuolo dovrà essere mantenuto costantemente coperto da vegetazione, anche attraverso tecniche di inerbimento e l’opera di decespugliamento dovrà essere realizzata solo per la creazione di passaggi per gli addetti ai lavori, al fine di permettere una maggiore continuità di habitat; è fatto in ogni caso espresso divieto di utilizzare diserbanti chimici.
24. Le stradelle di servizio per la manutenzione dell’impianto dovranno essere previste in terra battuta.
25. Per l’illuminazione dell’area oggetto dell’intervento occorre assicurare l’utilizzo di soluzioni tecniche disponibili sul mercato meno energivore e limitando al contempo un eccessivo inquinamento luminoso della stessa. L’illuminazione sul perimetro dell’impianto deve attivarsi solo in caso di necessità mediante sensori tarati per percepire movimenti di entità significativa (non devono accendersi al passaggio di una volpe o di un istrice).
26. Nell’ambito del Piano di manutenzione e/o dismissione dell’impianto verificare la possibilità di utilizzare la procedura messa a punto dall’ENEA per il processo di riciclo dei pannelli fotovoltaici che garantisce il recupero dei materiali come il silicio, il vetro, i contatti elettrici e gli strati polimerici.
27. Dovrà essere previsto un sistema di regimazione delle acque superficiali, al fine di mantenere le condizioni di equilibrio idrogeologico preesistenti ed evitare l’effetto dilavamento ed il rilascio di acque meteoriche di dilavamento con contenuti di olii nel sottosuolo.
28. Nello studio d’impatto ambientale dovrà essere considerato l’effetto cumulo con altri progetti già realizzati o in previsione in un’area pari ad un raggio di 10 km; nello specifico, dovrà essere valutato l’effetto cumulo con riferimento all’avifauna migratrice (effetto lago), agli aspetti percettivi sul paesaggio ed al consumo complessivo di suolo. Al fine di vagliare gli effetti cumulativi, deve inoltre essere fornito il dimensionamento degli impianti FER limitrofi nonché una relazione dettagliata – anche
con relazioni fotografiche – atta a dimostrare gli assunti del proponente in ordine alle caratteristiche dell’area di intervento.
29. Occorre fornire una relazione integrativa dell’opzione zero dimostrando, fra l’altro, il rispetto del principio secondo il quale gli impianti energetici da fonti rinnovabili possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai piani urbanistici purché nel rispetto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, della valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, della tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.
30. Deve essere redatto il Piano di Monitoraggio Ambientale dei potenziali impatti ambientali significativi e negativi derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio dell’impianto Fotovoltaico in oggetto che includa le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e la gestione del monitoraggio, previsto all’art. 22, comma 3, lett. e) del D.Lvo. 152/2006 e ss.mm.ii.
31. La Relazione di Incidenza Ambientale in fase di screening deve essere integrata con una dettagliata descrizione delle caratteristiche naturalistiche dell’area di intervento, con i principali contenuti del Piano di Gestione “Complessi gessosi (S.Ninfa)” e con la redazione di una matrice di screening che evidenzi e valuti le principali interferenze potenziali del progetto.
32. In considerazione che l’area di intervento è interessata dalle principali rotte migratorie dell’avifauna così come riportato nel Piano Regionale Faunistico Venatorio all’interno del SIA devono essere approfondito lo studio delle interferenze della realizzazione del progetto con la componente avifauna al fine di valutare il cosiddetto “effetto lago”;
33. In relazione alle superiori richieste di integrazione ed approfondimento e delle relative opere di mitigazione ambientale da attuare dovrà essere aggiornato e revisionato il Progetto, lo Studio di Impatto Ambientale e la Relazione di Incidenza Ambientale in fase di screening.
VISTA la nota prot. ARTA n. 30767 del 14/05/2021 con la quale la Xxxxx proponente ha trasmesso al Servizio 1 DRA della documentazione integrativa in riscontro al parere CTS n. 20 del 24/03/2021;
VISTA la nota prot. ARTA n. 38822 del 11/06/2021 con la quale la Xxxxx proponente ha trasmesso al Genio Civile di Palermo la documentazione afferente alla pratica al fine del rilascio del nulla osta ministeriale per la costruzione ed esercizio dell’intervento progettuale in oggetto.
VISTA la nota prot. ARTA n. 44661 del 01/07/2021 con la quale l’ARPA Sicilia dichiara che In riferimento alla procedura in oggetto, si trasmettono in allegato alla presente le valutazioni della UOS Bonifiche sul Piano preliminare di utilizzo terre e rocce da scavo e della UOC Agenti Fisici sulla compatibilità elettromagnetica ed acustica del progetto, acquisite per via endoprocedimentale in fase istruttoria dalla scrivente UOC. Gli elaborati esaminati sono stati valutati al momento non approvabili a meno di una necessaria revisione degli stessi, sulla scorta delle osservazioni rilevate ed espresse.
Per ciò che concerne i contenuti e gli aspetti previsti dal DPR 120/2017 si evidenzia che il presente documento denominato "Piano di Utilizzo delle Terre e delle Rocce da Scavo” non è stato redatto in conformità a quanto previsto dall’allegato 5 della suddetta norma.
In particolare il documento non contiene:
✓ l'inquadramento geologico ed idrogeologico (con la descrizione del contesto geologico della zona; la ricostruzione stratigrafica del suolo/sottosuolo; la descrizione del contesto idrogeologico della zona; i livelli piezometrici degli acquiferi principali, direzione di flusso, con eventuale ubicazione dei pozzi e piezometri se presenti);
✓ la descrizione delle attività svolte sul sito (in particolare l'uso pregresso del sito e la cronistoria delle attività antropiche svolte sul sito; la definizione delle aree a maggiore possibilità di inquinamento e dei possibili percorsi di migrazione; l'identificazione delle possibili sostanze presenti; i risultati di eventuali pregresse indagini ambientali e relative analisi chimiche fisiche);
In merito alla caratterizzazione dei materiali di scavo, questa viene rinviata in sede di stesura del progetto esecutivo. Nel documento non viene descritta la modalità di esecuzione delle caratterizzazione ambientale, viene omesso il piano di indagine con l'ubicazione in planimetria dei punti individuati in base all'area d'intervento ed il relativo numero dei campioni che si intendono realizzare da sottoporre ad analisi. Si precisa che il set analitico minimale è quello riportato nell'allegato 4 del DPR 120/17 e non una scelta del proponente.
Secondo quanto previsto all'Allegato 2 del suddetto decreto, la densità dei punti d'indagine nonché la loro ubicazione vengono stabilite su un modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) o sulla base di considerazioni di tipo statistico (campionamento sistematico su griglia o casuale) e stabilisce altresì il numero minimo dei punti d'indagine in base alla dimensione dell'area d'intervento.
Nel documento non viene riportata alcuna planimetria con la designazione delle aree adibite a deposito temporaneo delle terre e delle rocce, in attesa di caratterizzazione, sia di quelle relative ai materiali che saranno conferiti a discarica/centro di recupero.
In presenza di materiali di riporto, in accordo alla Circolare MATTM Prot. 15786.10-1 1-2017 "Disciplina delle matrici materiali di riporto-chiarimenti interpretativi" ai fini del riutilizzo in situ ai sensi dell'art. 24 del DPR 120/2017, dovrà essere verificata la conformità al test di cessione di cui al DM 5 febbraio 1998 allo scopo di escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee.
Infine, nel documento non viene indicata la durata del piano stesso.
Pertanto, per quanto di competenza, limitatamente agli aspetti sottesi dal DPR 120/2017, si ritiene che il documento trasmesso non sia approvabile. Esso potrà essere approvato a condizione che venga integrato e aggiornato secondo quanto sopra esposto e previsto dall'allegato 5 del DPR! 20/20 17.
VISTA la nota prot. ARTA n. 59396 del 03/09/2021 con la quale il Servizio 1 DRA ARTA convoca la prima Conferenza di Servizi, ai sensi dell’art. 27 bis comma 7 del D. Lgs. 152/2006 con gli effetti dell’art. 14-quater della legge 241/90 e ss.mm.ii., che si terrà in data 21 Settembre 2021 alle ore 10,30.
VISTA la nota prot. ARTA n. 60289 del 08/09/2021 con la quale il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Palermo comunica: Con riferimento alla richiesta di cui all'oggetto, assunta agli atti di questo Comando con nota prot. n. 29752 del 03/09/2021, si rende noto che gli impianti fotovoltaici non rientrano nell'elenco delle attività soggette alle visite e ai controlli di prevenzione incendi di cui all'allegato I del DPR 151/2011.
VISTA la nota prot. ARTA n. 60289 del 08/09/2021 con la quale il Genio Civile di Palermo comunica alla Ditta proponente la richiesta di integrazione documentale ai sensi dell’art. 15 L.R. 16/16 (ex art. 13 L64/74) e che nel frattempo l’istruttoria della pratica è sospesa.
Si conclude, infine, che questo Genio Civile, dopo avere espresso con esito favorevole l'istruttoria ai sensi del sopra citato art. 15 della L.R. 16/ 16 ed avere accertato la completezza della documentazione ed esaminati i vari pareri di cui all'art.120 del R.D. n.1775/1933, redigerà una relazione istruttoria, che sarà trasmessa all’Assessorato Regionale dell'energia con la documentazione allegata, che conterrà l'esito della stessa istruttoria. Per quanto sopra al momento quest'Ufficio non può rilasciare alcun parere.
VISTA la nota prot. ARTA n. 61143 del 10/09/2021 con la quale l’Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità-Dipartimento regionale dell’Energia-Servizio 8 Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia afferma: “In relazione a quanto sopra questo ufficio -fatti salvi i vincoli e gli obblighi derivanti da ogni altra disposizione di legge e senza pregiudizio alcuno per eventuali diritti di terzi -comunica, per quanto attiene ai soli aspetti minerari relativi ad attività di estrazione, ai sensi e per gli effetti degli art. 112 e 120 del R.D. 11.12.1933, n.1775, il proprio nulla osta alla richiesta in argomento, con la prescrizione di richiedere a Snam Rete Gas S.p.A. il preliminare nulla-osta ai lavori, in relazione all'eventuale presenza di metanodotti”.
VISTA la nota prot. ARTA n. 62388 del 16/09/2021 con la quale il la Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo evidenzia: questa Soprintendenza, esaminati i grafici un suo possesso, per quanto di competenza, ai sensi ell'art.146 del D. Lgs n. 42/2004 recante il "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" e ss.mm.ii. e dell'art. 25 del X.X.xx 50/2016 autorizza il progetto di che trattasi a condizione che:
1. Tutti i lavori di scavo e di movimentazione terra si svolgano alla presenza e sotto la supervisione di un archeologo che sia in possesso di laurea e specializzazione o dottorato di ricerca in archeologia e che opererà in stretto collegamento funzionale con l'Unità Operativa 4 per i Beni Archeologici di questa Soprintendenza, le spese saranno a carico della committenza. Resta inteso che la Scrivente, in esito alla sorveglianza dei lavori, si riserva di effettuare, anche in aree e a quote non previste inizialmente, ulteriori saggi, che potranno essere necessari secondo i risultati che la sorveglianza archeologica evidenzierà in itinere. Inoltre, se da detta sorveglianza dovessero emergere elementi di interesse archeologico, si procederà alla stipula di un accordo che disciplini le forme di documentazione e divulgazione dei risultati dell'indagine, mediante l'informazione dei dati raccolti e la produzione di edizioni scientifiche (ex a1t. 25 D.L. 50/2016 comma 14);
2. La realizzazione di opere che prevedano l'attraversamento di corsi d'acqua non dovrà prevedere in alcun caso la riduzione delle sezioni idrauliche esistenti, tutti gli interventi dovranno assicurare il consolidamento delle sponde, mediante l'esecuzione di opere di ingegneria naturalistica, in grado di ripristinare le caratteristiche idrauliche del corso d'acqua e la sua rinaturalizzazione;
3. Eventuali materiali di risulta provenienti dagli scavi per la posa degli impianti e per la posa del cavidotto, non riutilizzabili nell'ambito dei lavori dovranno essere smaltiti presso discariche autorizzate;
4. Tutti i lavori e il deposito dei materiali dovranno interessare esclusivamente le aree di sedime
delle opere da realizzare senza interferire con l'ambiente circostante;
5. La scelta delle specie vegetali da impiantare dovrà essere fatta nel rispetto delle effettive caratteristiche edafiche, la ditta dovrà impiantare esemplari di tipo adulto ed è fatto divieto di impiantare essenze vegetali estranee alla vegetazione naturale del sito d'intervento;
6. Prima dell'inizio dei lavori dovranno essere predisposte le opportune piazzole, scelte in prossimità delle aree di cantiere, per il deposito provvisorio dei materiali, avendo cura di scegliere terreni incolti e privi di vegetazione arborea;
7. Al termine della vita utile dell'impianto si dovrà procedere alla dismissione dello stesso e al ripristino del sito in condizioni analoghe allo stato originario.
Il progetto approvato dovrà essere realizzato nei particolari, nelle quote e nelle dimensioni conformemente ai grafici. Le aree libere dovranno essere reintegrate nei loro aspetti e nei loro valori paesistici.
VISTA la nota prot. ARTA n. 62672 del 16/09/2021 con la quale il Servizio 1 DRA ARTA posticipa per il giorno 22/09/2021 alle ore 10:30 la prima Conferenza di Servizi, ai sensi dell’art. 27 bis comma 7 del D. Lgs. 152/2006 con gli effetti dell’art. 14-quater della legge 241/90 e ss.mm.ii.;
VISTA la nota prot. ARTA n. 63424 del 21/09/2021 con la quale l’ANAS comunica che: Constatato che per la realizzazione dell'impianto fotovoltaico in argomento, denominato "Marcanzotta" e delle relative opere di connessione da realizzare nel Comune di Monreale (PA), non sono previste interferenze né lavorazioni/installazioni da eseguire in fascia di rispetto di strade statali, si rappresenta che non è dovuta alcuna espressione di parere da parte di questa ANAS - Area Gestione Rete Palermo;
VISTA la nota prot. ARTA n. 63610 del 21/09/2021 con la quale l’Assessorato dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità-Dipartimento Regionale dell'Energia-Servizio 3 Autorizzazioni comunica la procedibilità della pratica di cui trattasi ai sensi del combinato disposto dell'art. 4, co. 2 del regolamento approvato con DPRS n. 48/2012 e del punto 14.4 del D.M. 10/9/2010 recante Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, finalizzata al rilascio dell'autorizzazione unica di cui all'art. 12, comma 3, del D.lgs. n. 387/2003 e s.m. e dell'art. 5 D.lgs. n. 28/2011 e s.m. di competenza questo Dipartimento regionale dell'energia;
VISTA la nota prot. ARTA n. 63652 del 21/09/2021 con la quale la Xxxxx proponente trasmette documentazione progettuale aggiornata ed integrata con gli elaborati di progetto, già trasmessi con note del 20/03/2020, 15/08/2020, 13/05/2021, comprensivi del “catastino ditte particelle” e grafici catastali aggiornati;
VISTA la nota prot. ARTA n. 63765 del 22/09/2021 con la quale La Xxxxx proponente trasmette al Comando dei Vigili del Fuoco di Palermo la seguente documentazione richiesta con nota del 07/09/2021:
• Allegato 6: 2021.09.07_Regione Sicilia_richiesta istanza prev incendi VVF.pdf (264KB)
• Allegato 7: 2021.09.21_Regione Sicilia_istanza valutazione VVF.zip (35.4MB)
• Allegato 8: smime.p7s (9KB);
VISTO e LETTO il Verbale della Prima Conferenza di Servizi del 22.09.2021 dal quale in particolare si è evinto che:
- la Ditta proponente, alle richieste di integrazioni e del parere di compatibilità geomorfologica formulate dall’Ufficio del Genio Civile di Palermo nella citata nota prot. ARTA n. 60289 del 08/09/2021, che sarà premura della stessa trasmettere gli esiti delle indagini in situ e contestualmente chiede un termine di quarantacinque giorni per il riscontro;
- l’ARPA richiede quale metodologia sia stata utilizzata per valutare l’impatto cumulativo con altri impianti FER, rilevando che da altri progetti in corso d’esame si evince che la densità di impianti nel territorio interessato sembrerebbe molto maggiore di quanto dichiarato dalla Ditta proponente;
- la Ditta proponente chiarisce che ha riscontrato l’osservazione n. 27 del PII n. 20/2021 della CTS in riferimento all’effetto cumulo tramite una relazione specifica e che in riferimento alla tematica dell’impatto sul suolo “che il progetto per come revisionato nella suddetta integrazione comprende a fronte delle aree interessate dall’impianto fotovoltaico, opere a verde per complessivi 65 ettari circa, ed un’area d’inerbimento ricompresa tra i filari fotovoltaici. Si resta disponibili ad implementare l’utilizzo agricolo delle aree d’impianto”;
- Si concede alla Ditta proponente un termine 45 (quarantacinque) giorni, dalla notifica del presente verbale, per trasmettere le integrazioni richieste dall’Ufficio del Genio Civile di Palermo.
VISTA la nota prot. ARTA n. 66346 del 28/09/2021 con la quale la Xxxxx proponente trasmette delle integrazioni in riferimento alle richieste dell’ARPA contenute nella nota prot. ARTA n. 33583 del 01/07/2021 e riguardanti in particolare il Piano di Utilizzo delle terre e delle Rocce da Scavo;
VISTA la nota prot. ARTA n. 69506 del 13/10/2021 con la quale il Comando marittimo Sicilia-Ufficio: Infrastrutture/Demanio-Sezione Demanio comunica che: Per quanto di competenza e relativamente ai soli aspetti di natura demaniale, nulla contro la realizzazione dell’opera in argomento;
VISTE le note prot. ARTA n. 65346 del 28/09/2021 e n. 75499 del 05/11/2021 con la quale la Xxxxx proponente comunica che: In sede di prima conferenza dei servizi in data 21/09/2021 il geom. Carlino dell’Ufficio del Genio Civile di Palermo, ha rappresentato che in data 08/09/2021 con prot. n. 138141 è stata trasmessa alla Ditta Limes 17 s.r.l. una richiesta di integrazioni, ai sensi dell’art. 111 del R.D. 1775/1933, per l’avvio dell’istruttoria, e nella stessa nota è stato chiesto altresì, che dovrà essere richiesto il parere di compatibilità geomorfologica attraverso istanza da presentare tramite il Comune di Monreale in uno a due copie cartacee degli elaborati attinenti il parere di compatibilità geomorfologica. Pertanto, ad oggi si attende la relativa integrazione per l’espressione del parere di competenza, Trasmette Relazione Geologica per il progetto dell’impianto fotovoltaico ed opere connesse denominato “Marcanzotta”, della potenza istallata di 86.16MWp, da realizzarsi nel Comune di Monreale, Provincia di Palermo aggiornata. Si ritrasmettono inoltre i seguenti elaborati già prodotti in data nell’ambito dell’istanza di attivazione della procedura di Valutazione d'Impatto Ambientale nell’ambito del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale ai sensi dell’art. 27-bis del D.Lgs 152/06 e s.m.i.:
• RDI - Relazione di dimensionamento idraulico - RS06REL0006S2
• Xxx. 00.X Xxxxxx xxxx xxxxxxxx - XX00XXX0000X0
• Xxx. 00 Xxxxxxxxxxx xx xxxxxxxxx - XX00XXX0000X0
• Tav. 04.A Planimetria di dettaglio della stazione - RS06EPD0013S1
• Tav. 24 Planimetrie di dettaglio con scavi e riporti - RS06EPD0042I2
Doppia copia cartacea della medesima documentazione viene consegnata al Comune di Monreale al fine dell’inoltro al Genio Civile;
VISTA la nota prot. ARTA n. 79777 del 25.11.2021 con la quale l’ARPA Sicilia comunica che:
Premesso che il documento trasmesso viene denominato "Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo (terza revisione del 21.09.2021)", e che questa Agenzia aveva ritenuto non approvabile il precedente Piano di Utilizzo perché non conforme a quanto previsto dall'allegato 5 del DPR 120/20 17, considerato che a pag 2 del documento esaminato viene riportato che " (...) Nell'ambito del procedimento autorizzativo, il presente elaborato illustra il Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti, ai sensi dell'art. 24 del DPR 120/2017 13 giugno 2017 n.120. Il presente Piano ha una durata di anni 3 dalla data di approvazione" per quanto di competenza il presente parere istruttorio viene rilasciato valutando il documento in oggetto come "Piano di Utilizzo delle Terre e rocce" in applicazione del DPR 120/17 e non come "Piano preliminare di utilizzo" a meno che il proponente non voglia chiarire tale aspetto.
In merito alle attività di caratterizzazione ambientale e alle procedure di campionamento che si intendono eseguire, esaminato il totale dei volumi di materiali di scavo previsto che sarà di circa 71.159,64 metri cubi, bisognerà fare riferimento all'Allegato 2 al DPR 120/ 17, il quale riporta che la densità dei punti d'indagine nonché la loro ubicazione vengono stabilite su un modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) o sulla base di considerazioni di tipo statistico (campionamento sistematico su griglia o casuale) e stabilisce altresì il numero minimo dei punti d'indagine in base alla dimensione dell'area d'intervento.
Considerato che l'area interessata dalle opere d'impianto riportata nel documento "Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale" ha una estensione di circa 128.9 ha, si ritiene che il numero totale dei punti d'indagine (numero 60) riportati nel documento in esame nella tabella a pag.22 relativamente alle aree interessate dall'installazione dei moduli fotovoltaici, siano insufficienti alla caratterizzazione ambientale del sito. Tra l'altro, le dimensioni delle aree di scavo e il numero dei punti d'indagine non risultano coerenti con le dimensioni delle aree riportate nella tavola 25" Planimetria dei punti di prelievo".
Si chiede alla Società di voler chiarire per le aree interessate dall'installazione dei moduli fotovoltaicie dalla realizzazione della viabilità interna e delle recinzioni, quali siano stati i criteri sulla base delle dimensioni dell'area d'intervento che abbiano portato alla determinazione del numero dei punti d'indagine, avendo riscontrato che nella maggior parte dei lotti l'ubicazione dei punti d'indagine non è rappresentativa del lotto in questione.
Si precisa, in merito al riutilizzo in situ delle terre e rocce da scavo ad eccezione dei volumi già identificati da conferire in discarica/centro di recupero che, qualora in fase di progettazione esecutiva o comunque prima dell'inizio dei lavori non venga accertata l'idoneità del materiale scavato all'utilizzo ai sensi dell'art. 185, comma1, lettera c, le terre e rocce dovranno essere gestite come rifiuti ai sensi della Parte IV del D.lgs.152/06. Relativamente alla modalità di deposito del materiale che dovrà essere riutilizzato in situ, nel documento non viene riporta alcuna planimetria con la designazione delle aree adibite a deposito temporaneo delle terre e delle rocce, in attesa di caratterizzazione, sia di quelle relative ai materiali che saranno conferiti a discarica/centro di recupero.
Inoltre, in presenza di materiali di riporto, in accordo alla Circolare MATTM Prot. 15786.10-11-2017 "Disciplina delle matrici materiali di riporto-chiarimenti interpretativi" ai fini del riutilizzo in situ ai sensi dell'art. 24 del DPR 120/2017, dovrà essere verificata la conformità al test di cessione di cui al DM 5 febbraio 1998 allo scopo di escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee.
Per quanto di competenza, limitatamente agli aspetti sottesi dal DPR 120/2017, questa Agenzia al momento non esprime parere favorevole circa il documento in oggetto, solo successivamente all'aggiornamento del Piano e alla presentazione di quanto richiesto si potrà procedere ad un'espressione favorevole del parere di competenza;
VISTA la nota prot. ARTA n. 85208 del 17.12.2021 con la quale la Xxxxx proponente ha trasmesso il Piano Terre e Rocce da Scavo e relativi allegati revisionati in riscontro al parere istruttorio dell’ARPA prot. ARTA n. 79777 del 25.11.2021;
LETTI i seguenti elaborati trasmessi dal proponente:
Elaborato | |
PTO | Progetto benestariato terna |
AGR | Relazione Agronomica |
ARC | Verifica preventiva dell'interesse archeologico |
RGS | Relazione Geologica |
IOE | Relazione tecnica impianto fv ed opere elettriche |
RDF | Relazione di predimensionamento strutturale |
RDI | Relazione di dimensionamento idraulico |
RGT | Relazione Geotecnica |
RIR | Relazione sulle interferenze e sulle modalità di risoluzione |
ROC | Relazione opere civili |
RPA | Relazione paesaggistica |
RSO | Analisi ricadute socio-occupazionali |
RTG | Relazione tecnica generale con allegato cronoprogramma |
SOV | Studio opere di mitigazione a verde |
TRS | Piano di utilizzo delle terre e delle rocce da scavo |
CEM | Relazione CEM |
RVI | Relazione di verifica interferenze idrauliche |
CNA | Relazione Compatibilità Normativa Antincendio |
RGSIA | Relazione generale - Studio di Impatto Ambientale |
SNT | Sintesi non tecnica - Studio di Impatto Ambientale |
VPI | Valutazione preliminare d'incidenza |
IVP | Studio impatto visivo e paesaggistico |
PDS | Progetto di dismissione dell'impianto con stima dei costi |
PPT | Piano particellare esproprio tabellare |
APZ | Analisi prezzi |
RFT | Report fotografico stato di fatto |
REN | Rendering fotografico - Tavola 1 |
REN | Rendering fotografico - Tavola 2 |
REN | Rendering fotografico - Tavola 3 |
REN | Rendering fotografico - Tavola 4 |
REN | Rendering fotografico - Tavola 5 |
TIC | Tavola fotografica impatto cumulativo |
DVR | Valutazione rischio esposizione CEM |
PMA | Piano di monitoraggio ambientale |
SAF | Studio Avifaunistico |
SNA | Studio Naturalistico |
RIC | Relazione impatto cumulativo |
RRP | Relazione Riscontro Parere |
PIG | Programma Indagini Geognostiche |
Relazione geologica con all_rev 311021 | |
tav 1_Indagini su CTR | |
tav 2_Geologia con Indagini | |
tav3_ Geomorfo_Marcanzotta | |
tav4 Carta permeabiolit_10K-ott 21 | |
tav5_Carta Litotecnica_10K-ott 21 | |
tav6_Carta peric Geologiche_10K_ott 21 | |
tav7_Pericolosità Sismica_10K_ott21 | |
tav8_PAI_Marcanzotta-rev ott 21 | |
ALLEGATI CARTOGRAFICI | |
01.A | Corografia generale su IGM |
01.B | Localizzazione area impianto su XXX |
00.X | Layout delle opere in progetto su ortofoto |
02.A | Quadro di unione catastale |
02.B | Layout delle opere in progetto su catastale |
02.C | Piano particellare di esproprio grafico |
03.A | Tipici strutture pannelli |
03.B | Tipici area impianto |
03.C | Tipici locali impianto |
03.D | Tipici sezioni cavidotti |
03.E | Particolari risoluzione interferenze cavidotti |
04 | Planimetria di dettaglio |
04.A | Planimetria di dettaglio della stazione |
05 | Cavidotto - Planimetria tracciato con indicazione sezioni tipo |
06.A | IRC - Planimetrie e sezioni elettromeccaniche |
06.B | IUC - Planimetrie e sezioni elettromeccaniche |
06.C | IUC ed IRC - Edifici e particolari costruttivi |
06.D | Schema elettrico unifilare |
07 | Schemi elettrici impianto fv |
08.A | Opere di progetto su carta dei vincoli |
08.B | Opere di progetto su carta dei vincoli |
09 | Opere di progetto su carta dell'uso suolo |
10 | Opere in progetto con vincolo idrogeologico |
11 | Opere in progetto con aree SIC, ZPS, ZSC |
12 | Area d'intervento su Piano di Tutela delle Acque |
13 | Aree ecologicamente omogenee |
14 | Carta dei caratteri geomorfologici |
15 | Reti naturali antropiche |
16.A | Tavola dell'impatto visivo |
16.B | Tavola dell'intervisibilità |
17 | Individuazione punti di vista rendering fotografici |
18 | Opere di mitigazione a verde |
CME | Computo metrico estimativo |
EPZ | Elenco prezzi |
PSC | P.S.C. in fase di progettazione - schede di sicurezza |
19.A | Planimetria delle interferenze con rete idrografica |
19.B | Monografia interferenza con rete idrografica |
20 | Tavola della Cantierizzazione |
21.A | Tavola dell'impatto cumulativo - intervisibilità |
21.B | Tavola dell'impatto cumulativo - uso suolo |
22 | Individuazione Area impianto su Progetto Carta Natura |
23 | Individuazione recettori su catastale |
24 | Planimetrie di dettaglio con scavi e riporti |
25 | Planimetria punti di campionamento |
CONSIDERATO che dal contenuto degli elaborati progettuali trasmessi ed in particolare dallo Studio di Impatto Ambientale (SIA) emerge quanto segue (sono stati estrapolati e riportati in corsivo gli elementi che assumono una rilevanza ai fini delle conseguenti determinazioni):
VISTO e CONSIDERATO che nel capitolo “QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE” vengono descritte le caratteristiche tecniche del progetto proposto che di seguito vengono sintetizzate.
Inquadramento geografico
Il sito del costruendo impianto è ubicato all’interno del comune di Monreale, nella parte occidentale della Sicilia, a ovest del territorio provinciale di Palermo.
Il sito è agevolmente raggiungibile dalla Xxxxxxxxxx X00 Xxxxxxx-Xxxxxx xxx Xxxxx, uscendo all’uscita di Gallitello e percorrendo la XX 00 prima e 47 dopo
Le aree interessate dall’impianto si sviluppano per una superficie di oltre 300 ha, (di cui 192 direttamente ricompresi nello stesso) e sono prevalentemente interessate da verde agricolo con il realizzarsi delle seguenti colture (vedasi Relazione Agronomica allegata):
• coltivazione di frumento;
• coltivazione di foraggere;
• coltivazione del melone giallo.
Caratteristiche tecniche dell’impianto
Per il presente progetto si è previsto di impiegare moduli fotovoltaici monocristallini per le loro migliori rese ed un tracker monoassiale, in direzione est – ovest, per il loro incremento di produzione pari al 10% ca..
La scelta progettuale, operata per l’impianto di Marcanzotta ha previsto la realizzazione 86.16 MWp ca. di potenza nominale in un terreno circa a 192 ha.
Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 86.16 MWp ca. con inseguitore solare ad un asse (monoassiale) destinato a operare in parallelo alla rete elettrica di distribuzione. L‘impianto, di tipo grid-connected in modalità trifase (collegata direttamente alla rete di distribuzione), è costituito 10 lotti. L‘impianto di generazione fotovoltaica in progetto sarà installato direttamente a terra con struttura in acciaio di tipo RETROFIT.
In considerazione dell’altezza dal suolo dei moduli fotovoltaici (da 2,5 m a circa 4,50 m) e del fatto che le strutture ruotano nel corso della giornata da est ad ovest (inseguitori monoassiali), il verificarsi e l’entità dei fenomeni di riflessione della radiazione incidente sarebbero ciclici in quanto legati al momento della giornata, alla stagione nonché alle condizioni meteorologiche.
I moduli fotovoltaici verranno fissati ad una struttura di sostegno ancorata a terra mediante pali battuti.
Le opere di cantiere previste sono quelle necessarie all’interramento del cavidotto, si prevede quindi la realizzazione di piccoli scavi per le trincee di posizionamento dei cavi la cui profondità è generalmente contenuta nell’ambito dei primi 1,5 metri dal piano di campagna.
I cavi per posa interrata saranno dotati di guaina protettiva, per proteggerli contro lo schiacciamento e dal contatto con l'acqua.
Il riempimento della trincea e in generale dello scavo è l’operazione fondamentale della posa in opera. La sabbia verrà sistemata attorno al tubo e costipata a mano fino alla mezzeria dello stesso, avendo la massima cura che non rimangano zone vuote e che il rinfianco tra tubo e parete dello scavo sia continuo e compatto. Il secondo strato di sabbia di rinfianco giungerà sino alla generatrice superiore del tubo con costipazione a mano. Il terzo strato di sabbia avrà un’altezza di almeno 20 cm. La compattazione avverrà solo lateralmente al tubo, mai sulla verticale. Il riempimento sarà effettuato con materiale proveniente dallo scavo depurato degli elementi con diametro superiore a 10 cm. Scartando solo le terre difficilmente comprimibili come torbose, e
ghiacciate. Il riempimento andrà eseguito per strati successivi di spessore pari a 30 cm che verranno compattati ed eventualmente bagnati.
In corrispondenza degli attraversamenti stradali, lo strato di riempimento della trincea di posa, verrà chiuso in superficie con binder e tappeto di usura, ripristinandone la funzionalità.
Ulteriori Opere Civili
Le opere preliminari di sistemazione del suolo, servono a garantire l’inquadramento dell’area di progetto, buona praticabilità del sito, stabilità al posizionamento delle strutture e ad evitare qualunque tipo di dissesto di ordine idrogeologico. Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale Pag 148 di 309
Si provvederà a convogliare le acque meteoriche nei luoghi di normale deflusso naturale avendo cura di non modificare il naturale deflusso delle acquee, sia prima che dopo l’esecuzione degli interventi, realizzando ove necessario nel contempo le opere di regimazione idrauliche.
Tali operazioni permetteranno di procedere con l’individuazione delle diverse aree di cantiere che sono:
• Area di ingresso;
• Area di stoccaggio merci da porre in opera;
• Viabilità interna di servizio;
• Area occupata dalle strutture a sostegno dei moduli;
• Fascia di rispetto perimetrale;
• Punti di posizionamento delle cabine.
Per una descrizione più accurata si rimanda alla apposita Relazione Opere Civili allegata al progetto definitivo dell’impianto FV.
Si prevede di dotare l’impianto di illuminazione perimetrale di sensori tarati per percepire movimenti di entità significativa (non devono accendersi al passaggio di una volpe o di un istrice) in modo che esso si attivi solo in caso di necessità. Si provvederà ad effettuare idonea operazione di taratura in campo.
VISTO e CONSIDERATO che nel capitolo “QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO”
vengono analizzate le relazioni tra il progetto proposto e gli strumenti di pianificazione territoriale e di settore a livello comunale, regionale e nazionale, verificando la coerenza del progetto rispetto alle norme, alle prescrizioni e agli indirizzi previsti dei seguenti strumenti di programmazione presenti nell’area
Linee guida nazionali per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili
Strategia Energetica Nazionale (SEN)
La ditta proponente afferma: L'intervento in oggetto è compatibile con l'obbiettivo del 28% di rinnovabili sui consumi complessivi al 2030 rispetto al 17,5% del 2015 della SEN.
Piano Cave: Dopo esposizione della normativa vigente e delle varie integrazioni la ditta proponente afferma che: Nessuna delle aree o impianti indicati dal piano interferisce con il progetto di “Marcanzotta”: l’iniziativa non ricade pertanto nell’ambito di applicazione della pianificazione in esame.
Linee guida Piano Territoriale Paesaggistico Regionale: Dopo esposizione della normativa vigente e delle varie integrazioni la ditta proponente afferma che: L’intervento in oggetto non interessa direttamente nessuna delle aree indicate dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale
Aree ad elevato rischio ambientale: Dopo esposizione della normativa vigente e delle varie integrazioni la ditta proponente afferma: L’impianto in esame non ricade né entro né in prossimità delle suddette aree non rientrando pertanto nell’ambito di applicazione dei piani di risanamento delle stesse.
Piano per la difesa della vegetazione dagli incendi: Dopo esposizione della normativa vigente e delle varie integrazioni la ditta proponente afferma: Le aree interessate dall’intervento in esame sono caratterizzate da un basso rischiodi incendio estivo e da un nullo rischio di incendio invernale.
Piano Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.S.)
Il Proponente afferma che il presente progetto si inserisce coerentemente nelle suddette previsioni di piano.
Piano Regolatore Generale della Città di Monreale
Il proponente afferma che: Il territorio su cui sorgerà l’impianto, secondo le prescrizioni degli Strumenti Urbanistici del Comune interessato ricade in zona E (Verde Agricolo) come da Certificato di Destinazione Urbanistica allegato al progetto dell’impianto
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
Il proponente dichiara che Per quanto concerne il Comune di Monreale il PAI individua alcune aree interessate da dissesto.
Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.)
Il proponete afferma che ai sensi del Piano di tutela delle acque della Regione Siciliana approvato con Ordinanza Commissariale n. 333 del 24 dicembre 2008 l’area d’impianto è ricompresa nel sistema “San Xxxxxxxxxx” e nel Bacino idrografico significativo del Fiume San Xxxxxxxxxx, mentre essa non ricade in nessuno dei bacini idrogeologici individuati dal piano. L’intervento in esame non risulta essere in contrasto con la pianificazione in esame
Piano di gestione del Rischio alluvioni
La ditta proponente afferma che: il progetto in analisi risulta compatibile con il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni.
Rapporto preliminare di rischio idraulico
La ditta proponente afferma che: Coerenza dell’intervento col piano/programma: …la zona interessata non è direttamente interessata da “nodi” identificati dal Rapporto preliminare sul Rischio Idraulico in Sicilia, e quelli identificati dal piano in prossimità della stessa, sono definiti a “rischio idraulico” “non classificato”.
Piano di Sviluppo Rurale 2014-2022 della Sicilia
Il proponente afferma che:.. l’iniziativa oggetto di studio si prefissa quale scopo principale l’abbattimento di CO2, legato alle emissioni evitate. Esse sono stimabili come segue (vedasi § Emissioni evitate):
Emissioni evitate | CO2 | Nox | Sox |
t/anno | t/anno | t/anno | |
annue | 82.217 | 62,55 | 17,49 |
in 20 anni | 1.644.349 | 1.251 | 350 |
Nel comune di Monreale (PA) - entro cui ricade l’intervento in oggetto – il Programmadi Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia 2014-2020 non individua “Zone soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane Reg. (UE) 1305/13 art.32, par.1, lett.b”.
Piano Regionale Faunistico Venatorio 2013/2018
La ditta proponente afferma che: Come riporta lo Studio Avifaunistico nelle conclusioni “Nel presente studio si è provveduto ad analizzare la comunità ornitica dell’area di Marcanzotta, evidenziando la fenologia delle specie censite e tentando di creare uno specchio predittivo delle possibili cause di conflitto tra le specie avifaunistiche e il suddetto impianto fotovoltaico. Particolare attenzione si è rivolta all’identificazione delle specie migratrici e alla stima dei flussi migratori sopra l’area di impianto, rivelatasi non particolarmente abbondante. Si è provveduto inoltre all’analisi dell’interazione con la componente avifaunistica delle mitigazionipreviste per il progetto in esame ed in particolare delle opere di mitigazione a verde, tra cui il mantenimento della vegetazione tipica degli impluvi e la realizzazione di fasce di protezione e separazione a verde. La presenza di quattro specie a rischio, inserite in direttiva Uccelli, di cui duecon numeri abbondanti nel sito di impianto e status negativo di conservazione in Italia, impone noidi ridurre al minimo eventuali conflittualità e di porre seriamente attenzione alla concentrazione e alla presenza di queste specie, anche negli anni a venire. Per quanto sopra esposto si conclude che, attenendosi rigidamente alle misure di mitigazione proposte, il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile solare nel Comune di Monreale (PA) denominato “Marcanzotta” risulta essere compatibile con la componente avifaunistica.”. Dunque il progetto, con l’applicazione delle misure di mitigazione previste all’interno dello Studio Avifaunistico allegato, risulta compatibile con il Piano Regionale Faunistico Venatorio.
Piano Regionale per la lotta alla Siccità 2020
Il proponente afferma che: Il progetto in esame non interferisce con gli interventi di ammodernamento delle condotte irrigue del Consorzio di Bonifica di Palermo previsti dal Piano Regionale per la lotta alla Siccità.
Piano di Azione per l’Energia Sostenibile
Il proponente afferma che: si noti come con l’iniziativa oggetto di studio si preveda di ottenere un abbattimento di CO2, legato alle emissioni evitate, del seguente ordine:
Emissioni evitate | CO2 | Nox | Sox |
t/anno | t/anno | t/anno | |
annue | 82.217 | 62,55 | 17,49 |
in 20 anni | 1.644.349 | 1.251 | 350 |
Pertanto la presente si costituisce come adiuvandum al raggiungimento dell’obiettivo di “ridurre le emissioni locali di gas serra entro il 2020 di almeno il 20% rispetto all’anno base” prefissatosi dal Comune di Monreale con l’adesione al “Patto dei Sindaci”, giusta deliberazione consiliare n. 55 del 6 settembre 2013.
Piano Forestale Regionale (P.F.R.)
Il proponente afferma che: l'impianto in esame non interferisce con la pianificazione in esame
Piano di Sviluppo TERNA
Il Proponente afferma che L’area di progetto non è interessata da alcuno degli interventi elencati nei PdS (Piano di Sviluppo della Trasmissione Nazionale).
Scheda di sintesi pianificazione
Nello Studio di Impatto Ambientale si riporta una tabella di sintesi della coerenza programmatica degli obiettivi dell’intervento progettuale con gli obiettivi dei piani e programmi esaminati nel Quadro Programmatico valutando al fine il grado di recepimento nel progetto delle strategie di sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente
Vincolo paesaggistico-ambientale, archeologico ed architettonico (D.Lgs. n. 42/2004);
Si riporta la tabella riepilogativa delle distanze dell’impianto dai vincoli ed aree tutelate in genere indicate nello SIA.
Elemento più prossimo | Denominazione elemento | Distanza [m] |
zona umida di interesse internazionale | Pantano Leone | 35 km. Ca |
Parco | Parco dei monti Sicani | 15 km ca. |
Riserva | Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa” | 8.3 km ca. |
Elemento rete Natura | 2000 SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA – GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA”. | 7.2 km ca |
Oasi | Oasi WWF Caporama | 30 km ca. |
Vincolo paesaggistico (ex Legge 1497/39, territori contermini a laghi e fiumi, aree costiere, montagne oltre 1200m, aree boschive, vulcani) | Aree contermini alle sponde dei corsi d’acqua per una profondità di 150m– affluenti del Fiume Freddo | 0m |
Vincolo boschivo | Area rimboschimento | 100m |
Il proponente afferma che: nell’area sono individuate alcune aree tutelate come vincoli paesaggistici. Il proponente afferma che: Xxxx’area di impianto alcuni elementi del reticolo idrografico affluenti del Fiume Freddo, sono sottoposi a regime di tutela ai sensi del suddetto Dlgs 42/04.
Fasce di rispetto di 150m dai corsi d’acqua vincolati
Il proponente afferma che: Gli elementi della rete idrografica superficiale vincolati paesaggisticamente nell’area constano degli affluenti al Fiume Freddo che scorre ad Ovest dell’area impianto. Le interferenze
avvengono con attraversamenti con cavidotto MT interrato su viabilità esistente. Pertanto non si avrà alcun impatto paesaggistico sui beni vincolati
Aree definite boschive
La ditta proponente afferma che: L’area di impianto non è interessata da vincolo idrogeologico, il più prossimo vincoloboschivo ai sensi del Dlgs 227/01 è un’area di rimboschimento a 100m dall’area impianto
Elenco delle interferenze
Nell’area di impianto sono presenti elementi delle reti antropiche strutturali ed infrastrutturali e delle reti naturali. In particolare sono presenti elementi:
• della Rete idrografica superficiale;
• della Rete viaria.
Gli elementi della rete idrografica superficiale nell’area constano degli affluenti al Fiume Freddo che scorre ad Ovest dell’area impianto. Alcuni di essi sono vincolati ai sensi del Dlgs. 42/04.A seguire si riportano le interferenze di detti elementi con l’impianto in esame:
Elemento rete idrografica | Tipologia interferenza | Localizzazione |
Corso d’acqua in C.da Costa di Palermo | Attraversamento con cavidotto MT interrato su viabilità esistente | C.da Xxxxxxxxxx |
Corso d’acqua in X.xx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxx e Maramma | Attraversamento con cavidotto MT interrato su Regia trazzera di Gibellina | C.da Xxxxxxxxxx |
Attraversamento con cavidotto MT interrato su viabilità esistente | C.da Maramma | |
Recinzione impianto esterna alla fascia di rispetto di 150m | X.xx Marcetta e Maramma |
Il proponente afferma che: Xxxxxxxx progetto è stato sviluppato per gli attraversamenti del cavidotto MT interrato e della viabilità d’impianto che non sia stato possibile evitare.
Rete Viaria - Fasce rispetto stradali
La ditta proponente afferma che: Le interferenze dell’impianto con la rete viaria vengono di seguito elencate:
Elemento rete viaria | Tipologia interferenza | Localizzazione |
Strada Provinciale n° 47 di Giammartino X. Xxxxx di Fratacchia- X. Xxxxxxxxxxx | Attraversamento con cavidotto MT interrato | C.da Xxxxxxxxxxx |
tracciato cavidotto MT interrato | Masseria Marcanzotta | |
Xxxxxx Xxxxxxxxxxx xx 00 xx Xxxxxxxxxx | tracciato cavidotto MT interrato | Casa le Fosse |
Regia trazzera di Poggioreale | tracciato cavidotto MT interrato | C.da Marcanzotta |
Regia trazzera di Gibellina | tracciato cavidotto MT interrato | C.da Xxxxxxxxxx |
VISTO e CONSIDERATO che nel capitolo “QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE” viene
descritto il progetto per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico in oggetto, la scelta della localizzazione e la valutazione delle alternative progettuali che di seguito si riportano:
Inquadramento geografico
Il sito del costruendo impianto è ubicato all’interno del comune di Monreale, nella parte occidentale della Sicilia, a ovest del territorio provinciale di Palermo. L’area in oggetto ricade nella Carta Tecnica Regionale n. 607130, 606160, 607090. Dal punto di vista meteoclimatico, il sito ricade in un’area a clima tipicamente meso- mediterraneo con inverni miti e poco piovosi ed estati calde ed asciutte. Le temperature minime invernali raramente scendono al di sotto di 10°C mentre le temperature estive massime oscillano tra i 28 °C e i 35 °C. I venti sono a regime di brezza senza una significativa direzione prevalente. La zona è caratterizzata da un valore medio di 144 kWh/m2mese (fonte JRC - Photovoltaic Geographical Information System), valore che rende il sito particolarmente adatto ad applicazioni di tipo fotovoltaico. L’irraggiamento è, infatti, la quantità di energia solare incidente su una superficie unitaria in un determinato intervallo di tempo, tipicamente un giorno (kWh/m2giorno), questo è influenzato dalle condizioni climatiche locali (nuvolosità, foschia ecc..) e dipende dalla latitudine del luogo: come è noto cresce quanto più ci si avvicina all’equatore. Il territorio interessato è collinare.
Inquadramento idro-morfologico
Al fine di indagare i terreni geotecnicamente interessati dal progetto, saranno realizzate tutte le prove necessarie per determinare i litotipi su cui insistono tali aree.
Accessibilità
Il sito è agevolmente raggiungibile dalla Xxxxxxxxxx X00 Xxxxxxx-Xxxxxx xxx Xxxxx, uscendo all’uscita di Gallitello e percorrendo la XX 00 prima e 47 dopo.
Uso attuale del sito
Le aree interessate dall’impianto si sviluppano per una superficie di oltre 300 ha, (di cui 192 direttamente ricompresi nello stesso) e sono prevalentemente interessate da verde agricolo ad uso seminativo.
Descrizione dell’intervento
Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 86.16 MWp ca. con inseguitore solare ad un asse (tracker orizzontali monoassiali a linee indipendenti) L‘impianto, di tipo grid-connected in modalità trifase (collegata direttamente alla rete elettrica di distribuzione), è costituito da 10 lotti. L‘impianto di generazione fotovoltaica in progetto sarà installato direttamente a terra con struttura in acciaio di tipo RETROFIT e l’energia elettrica da essi prodotta verrà convogliata ai gruppi di conversione (inverters) e da essi alle cabine di trasformazione distribuite all’interno dell’area di impianto. La consegna dell’energia elettrica prodotta dall’impianto avverrà conformemente alla Soluzione Tecnica Minima Generale trasmessa da Terna S.p.a. al proponente con nota del 04/12/2018. In particolare l’energia sarà vettoriata, a mezzo di un cavidotto interrato in MT, ad una nuova stazione di trasformazione MT/AT (impianti di utenza per la
connessione) sita in c.da Volta di Falce, e da questa, a mezzo di un cavidotto interrato in AT, ad una nuova stazione elettrica della RTN (impianti di rete per la connessione) da inserire in entra-esce sulla linea RTN a 220KV “Partinico-Partanna”. L'iniziativa s'inquadra nel piano di sviluppo di impianti per la produzione d'energia da fonte rinnovabile che la società “Limes 17 s.r.l.” intende realizzare nella Regione Sicilia per contribuire al soddisfacimento delle esigenze d'energia pulita e sviluppo sostenibile sancite sin dal Protocollo Internazionale di Kyoto del 1997 e ribadite nella “Strategia Energetica Nazionale 2017”.
Alternativa “zero”
L’alternativa zero consiste nella non realizzazione del progetto. Non realizzare un progetto di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile ed in particolare solare in un Paese quale l’Italia, firmatario del protocollo di Kyoto e che ha assunto, in sede comunitaria, l’impegno a ridurre di 476 milioni di tonnellate all'anno le emissioni di CO2 anche incrementando la propria produzione di energia da fonti rinnovabili, risulterebbe almeno anacronistico. Per quanto al progetto in esame a seguire di riporta una valutazione delle ricadute connesse alla mancata realizzazione dell’impianto analizzate in funzione di diversi aspetti.
- Programmazione e normativa
Il quadro di riferimento programmatico di cui al presente Studio di impatto ambientale ha dimostrato la coerenza del progetto con le seguenti programmazioni:
• LINEE GUIDA NAZIONALI
• STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE (SEN)
• Piano Cave
• Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale
• Aree ad Elevato Rischio Ambientale
• Piano per la difesa della vegetazione dagli incendi
• Piano Forestale Regionale
• Piano tutela regionale delle acque
• Piano di Gestione del Rischio Alluvioni
• Rapporto preliminare rischio idraulico in Sicilia
• Piano di Sviluppo Rurale 2014-2022 della Sicilia
• Piano Regionale Faunistico Venatorio 2013-2018
• Piano Regionale per la lotta alla Siccità 2020
• Piano di Azione per l’Energia Sostenibile
• PIANIFICAZIONE DI BACINO – Piano di Assetto Idrogeologico
• Piano Energetico Regionale
• PdS TERNA
In particolare il presente progetto di qualifica come un ad adiuvandum rispetto agli obiettivi pianificati nelle normative pubbliche promosso da un attore privato La mancata realizzazione dell’impianto di cui alla presente comporterebbe pertanto un allontanamento dalle indicazioni di cui alle suddette pianificazioni.
La mancata realizzazione del presente progetto comporterebbe il permanere delle presenti condizioni in situ. A tal proposito si noti come le aree interessate sono prevalentemente interessate da verde agricolo con il realizzarsi delle seguenti colture (vedasi Relazione Agronomica allegata):
• coltivazione di frumento;
• coltivazione di foraggere;
• coltivazione del melone giallo.
Si può prevedere il permanere dello stato di povertà e banalità faunistica e vegetazionale attualmente presente relative, considerata l’assenza di attrattori sia turistici, che residenziali che industriali. Si può ipotizzare dunque una continuazione della conduzione agricola dei fondi, eventualmente con rotazione o cambio delle colture, con il connesso aumento nel tempo del carico organico apportato a danno del sistema idrologico dai vari input energetici richiesti dalle pratiche agricole (fertilizzanti, ammendanti, diserbanti). Analogamente, non è prevedibile l’instaurarsi di habitat di pregio e quindi l’insediamento di nuove specie e l’arricchimento della composizione faunistica con specie di pregio.
- Ambiente
La producibilità annua dell’impianto FV di Marcanzotta è stimata in 167.45 GWh annui. Pertanto, le emissioni evitate concernenti la produzione elettrica dell’impianto sonostimabili in:
Emissioni evitate | CO2 | Nox | Sox |
t/anno | t/anno | t/anno | |
annue | 82.217 | 62,55 | 17,49 |
in 20 anni | 1.644.349 | 1.251 | 350 |
Il proponente afferma che: Pertanto anche considerazioni di carattere ambientale portano a concludere che la scelta delle rinnovabili è una strada se non obbligata almeno auspicabile per il nostra Paese: la produzione di energia da fonte rinnovabile, ed in particolare da fonte solare, oltre a consentire l’utilizzo di un “combustibile” presente in quantità notevole in alcune zone d’Italia e della Sicilia in particolare consente di produrre energia non solo senza generare impatti negativi sull’ambiente circostante ma anche permettendo di ridurre le emissioni atmosferiche di gas serra e composti inquinanti (evitando la produzione di quella energia con impianti alimentati da combustibili fossili).
Alternativa di localizzazione
In termini di localizzazione, in considerazione della tipologia dell’iniziativa (impianto puntuale da realizzarsi su terreni privati) l’analisi delle alternative è stata condotta implicitamente in funzione dei criteri di siting utilizzati per individuare il sito più idoneo alla realizzazione di un impianto fotovoltaico di dimensioni medie.
Infatti la scelta dell’area d’impianto è nata considerando 2 ordini di criteri:
− criteri di carattere macrogeografici
− criteri locali.
Nel primo caso, la scelta della regione Sicilia, ed in particolare della provincia di Palermo quale sede in cui proporre un impianto per la produzione di energia elettrica dallo sfruttamento del sole, è stata dettata dall’alto indice di radiazione solare annuale che caratterizza questa area dell’Isola, tra i più alti in Italia (2.000-2.200 Kwh/m2). Nel secondo caso i criteri per l’individuazione del sito d’impianto sono stati:
Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale Pag 89 di 234:
a) distanza di oltre 7 Km da siti SIC, ZPS ed aree di tutela ambientale e naturalistica;
b) assenza di vincoli di qualsiasi natura: paesaggistici, archeologici, idrogeologici, sismici, boschivi etc etc.
c) andamento pianeggiante dell’area d’impianto per sfruttare al meglio le superfici disponibili minimizzando opere di sbancamento o sistemazione dei suoli ottimizzando al contempo la resa energetica;
d) viabilità di accesso al sito di impianto esistente in maniera tale da limitare la sottrazione di suolo agli usi attuali e minimizzare i lavori di movimentazione terre nell’area di impianto.
Alternative impiantistiche
La possibilità di produrre energia da fonti rinnovabili, chiaramente, non è attuabile solo mediante l’utilizzo dell’energia solare ma può sfruttare anche altre fonti:
− Energia Eolica
− Biomasse
− Geotermia.
✓ Energia Eolica
L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in altre forme di energia. Attualmente viene per lo più convertita in elettrica tramite una centrale eolica. Il suo sfruttamento, relativamente semplice e poco costoso, è attuato tramite macchine eoliche divisibili in due gruppi ben distinti in funzione del tipo di modulo base adoperato definito generatore eolico. Il sito dell’impianto non si presta allo sfruttamento di energia eolica.
✓ Energia da biomasse
Lo sfruttamento della risorsa “Biomasse” rappresenta un capitolo essenziale della strategia europea che assegna alle fonti rinnovabili un ruolo fondamentale per il futuro energetico. Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale Pag 90 di 234 Da questa fonte, infatti sono attesi contributi importanti sia sul fronte della produzione elettrica, sia su quella della produzione di calore che per quanto riguarda i trasporti. Attualmente la produzione di energia dalle biomasse è ancora in fase iniziale. Essa è inoltre fortemente dipendente dalla disponibilità della risorsa biomassa di caratteristiche atte alla conversione in energia ed in quantità sufficiente alla potenza dell’impianto installato: condizioni non verificate per il sito in esame.
✓ Energia Geotermica
L'energia geotermica è l'energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore. Si basa sulla produzione di calore naturale della Terra (geotermia) alimentata dall'energia termica rilasciata in processi di decadimento nucleare di elementi radioattivi quali l'uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente all'interno della terra.
Il principio di funzionamento di una centrale geotermica è alquanto semplice per linee logiche. Il flusso di vapore proveniente dal sottosuolo produce una forza tale da far muovere una turbina, l'energia meccanica della
turbina viene infine trasformata in elettricità tramite un sistema alternatore. I sistemi geotermici possono essere a vapore dominante, quando l’alta temperatura determina la formazione di accumuli di vapore, o ad acqua dominante, se l’acqua rimane allo stato liquido. Nel primo caso l’energia geotermica può essere utilizzata per produrre energia elettrica, inviando il vapore, attraverso dei vapordotti, a una turbina collegata a un generatore di corrente. Se il fluido non raggiunge una temperatura sufficientemente elevata, l’acqua calda potrà essere utilizzata per la produzione di calore. Lo sviluppo dell’energia geotermica ha come atto fondante la presenza di giacimenti naturali di vapore, l’area di progetto designata per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico non presenta nessuna delle caratteristiche naturali atte allo sfruttamento delle sopracitate fonti geologiche di calore. Va altresì detto che il sistema di tutela del territorio della Sicilia, ha per lo più decretato come aree soggette a vincolo tutte quelle realtà che si presterebbero allo sfruttamento di tale fonte.
Alternative tecnologiche
Negli ultimi anni la ricerca nell’ambito dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e più specificatamente nel settore relativo agli impianti fotovoltaici è sensibilmente cresciuta, ottenendo risultati incoraggianti dal punto di vista tecnologico, economico ed ambientale. Queste ricerche si sono concentrate anche sulla valorizzazione estetica dei pannelli, che prevede una ricerca fondata su nuovi design innovativi. L’unico limite è dato dall’attuale impossibilità di utilizzare questi pannelli in impianti a carattere industriale proprio perché ancora eccessivamente costosi e non vantaggiosi per quanto concerne la produttività rispetto alle altre opzioni offerte dal mercato.
Per questa ragione è possibile e necessario restringere l’ambito opzionale delle tecnologie attuabili per l’impianto in oggetto secondo le differenti tipologie:
✓ Strutture di supporto a sistema Tracker Mono – assiale;
✓ Strutture di supporto a sistema Tracker Bi-assiale;
✓ Strutture di supporto a sistema Fisso. E in base al tipo di silicio utilizzato in:
✓ Pannelli fotovoltaici in silicio amorfo;
✓ Pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino;
✓ Pannelli fotovoltaici in silicio policristallino.
✓ Sistema Tracker Mono – assiale
Questi tipi d’impianti si caratterizzano dal modello cosiddetto fisso per la presenza nella loro struttura di un dispositivo meccanico atto ad orientare favorevolmente rispetto ai raggi del sole il pannello fotovoltaico. Lo scopo principale di un inseguitore è quello di massimizzare l'efficienza del dispositivo ospitato a bordo. Nel campo fotovoltaico i moduli montati a bordo di un inseguitore, vengono generalmente disposti geometricamente su un singolo pannello, pratica che evita l'impiego di un inseguitore per ogni singolo modulo. Gli inseguitori ad un grado di libertà, ovvero mono-assiali effettuano la rotazione rispetto ad un unico asse ruotante.
• Rotazione intorno alla direzione est-ovest.
In questo caso il pannello viene sollevato o abbassato verso l'orizzonte in modo che l'angolo rispetto al suolo sia statisticamente ottimale in base alla stagionalità. All'atto pratico un inseguitore di tilt viene realizzato impiegando profili meccanici telescopici in modo da sollevare o abbassare il pannello fotovoltaico rispetto all'orizzonte. Concettualmente simili al ripiano sollevabile di un banco di scuola, questi inseguitori offrono un incremento di produzione pari al 10%.
• Rotazione intorno la direzione nord-sud.
L'altezza del sole rispetto all'orizzonte viene ignorata. Questi inseguitori sono particolarmente indicati per i paesi a bassa latitudine (Italia compresa, specialmente al sud), in cui il percorso del sole è mediamente più ampio durante l'anno. La rotazione richiesta a queste strutture è più ampia del tilt, spingendosi a volte fino a
±60°. Questi inseguitori fanno apparire ogni fila di moduli fotovoltaici come uno spiedo orientato verso l'equatore. Una caratteristica avanzata di questi inseguitori è detta backtracking e risolve il problema degli ombreggiamenti che inevitabilmente le file di moduli fotovoltaici causano all'alba e al tramonto sollevandosi verso l'orizzonte. Questa tecnica prevede che i servomeccanismi orientino i moduli in base ai raggi solari solo nella fascia centrale della giornata, ma invertano il tracciamento a ridosso di alba e tramonto. La posizione notturna di un campo fotovoltaico con backtracking è perfettamente orizzontale rispetto al suolo e dopo l'alba il disassamento dell'ortogonale dei moduli rispetto ai raggi solari viene progressivamente ridotto mano a mano che le ombre lo permettono. Prima del tramonto viene eseguita un'analoga procedura al contrario, riportando il campo fotovoltaico in posizione orizzontale per il periodo notturno.
• Rotazione intorno l’asse zenith-nadir.
Per ottenere ciò il pannello viene montato a bordo di una base rotante servoassistita, complanare al terreno. L'incremento di produzione elettrica risultante è approssimativamente pari al 25%. Questo aumento di produzione, chiaramente spiega perché vengano preferiti agli impianti fissi. In effetti pur essendo maggiormente onerosi permettono una maggiore produttività che, oltre a generare una maggiore redditività, giustifica maggiormente l’occupazione del suolo e il relativo impatto ambientale, una maggiore quantità di energia prodotta determina infatti minore produzione di CO2.
✓ Pannelli a sistema Tracker Bi-assiale
Gli inseguitori più sofisticati dispongono di due gradi di libertà, con cui si prefiggono di allineare perfettamente e in tempo reale l'ortogonale dei pannelli fotovoltaici con i raggi solari. Il modo più economico, ma non l'unico, per realizzarli è montare un inseguitore a bordo di un altro. Con questi inseguitori si registrano aumenti di produzione elettrica che raggiungono anche il 35%-40%, a fronte però di una maggior complessità costruttiva. Una maggiore complessità costruttiva si traduce anche in un aumento dei costi di realizzazione decisamente non trascurabile, tale da rendere meno opzionabile la realizzazione dell’impianto, determinando quindi un allontanamento dagli indici di produzione di energia da fonti rinnovabile, obiettivo certamente non secondario per tutti i Paesi cofirmatari del Protocollo di Kyoto.
✓ Sistema fisso
L’impianto di tipo grid-connected (collegato direttamente alla rete di distribuzione dell’energia elettrica), fisso prevede l’utilizzo di pannelli posizionati verso sud ad una inclinazione di 25° gradi rispetto all’andamento del terreno, che non mutano assetto al mutare dell’inclinazione solare, per cui avranno rispetto agli impianti ad inseguimento una redditività naturalmente inferiore ma potranno essere istallati in configurazioni più compatte. Per questa ragione laddove l’estensione del terreno lo consente è preferibile l’utilizzo dei cosiddetti impianti Tracker. Nel caso in esame l’estensione del territorio è tale per cui si è scelto di adottare il sistema fisso rispetto al sistema con inseguimento solare per garantire una maggiore potenza per unità di superficie.
✓ Pannelli fotovoltaici a silicio amorfo
Il modulo fotovoltaico a silicio amorfo è certamente il più economico, allo stesso tempo però ad una vantaggiosità monetaria risponde un rendimento deficitario rispetto ad altri modelli, nonché un degrado maggiore nel tempo. Questo tipo di pannello fotovoltaico si presenta come una lastra di vetro grigio/bluastra di colore uniforme, lo spessore è di pochi millimetri e, solitamente è dotato di una cornice in alluminio per
conferire maggiore robustezza o maneggiabilità al modulo stesso. In pratica un vetro trasparente speciale viene rivestito su di un lato, con vari passaggi, di silicio allo stato amorfo e di vari altri prodotti, al fine di creare un ottimo livello di impermeabilità e di isolamento elettrico. Il mancato utilizzo di questa tipologia di pannello si deve ad un rendimento di questi che va dal 6 al 10 % circa, ma che collassa nei primi due mesi di vita all’incirca del 20 %, per poi rimanere stabile. Una tale perdita negli altri tipi di pannello si verifica in maniera decisamente più dilazionata nel tempo e quindi anche più ritardata.
✓ Pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino
Questo tipo di pannello in Silicio monocristallino è formato da differenti unità dette celle. Ogni cella, a sua volta è realizzata a partire da un wafer la cui struttura cristallina è omogenea (monocristallo), opportunamente drogato in modo da realizzare una giunzione p-n. La Dimensione tipo varia tra gli 8 e i 10 cm con una efficienza calcolata, intorno al 15÷17%. Questo tipo di pannello è considerato più pregiato essendo più puro per il tipo di silicio utilizzato, in effetti ha le caratteristiche migliori per un costo maggiorato rispetto agli altri modelli in termini strettamente proporzionali all’efficienza garantita.
✓ Pannelli fotovoltaici in Silicio policristallino
Il Silicio policristallino, si differenzia dal sopracitato silicio monocristallino in rapporto ad un differente wafer, che in questo caso risulta essere non strutturalmente omogeneo ma organizzato in grani localmente ordinati (policristallo). Le dimensioni delle singole celle in questo caso variano dai 12 ai 15 cm. Questo tipo di pannelli avendo caratteristiche tecniche estremamente simili al monocristallino vengono preferiti perché prevedono costi decisamente inferiori. Esistono delle celle con contatti affogati nel Si (back-contact) con rendimenti di 1,5÷2% in più. Questa tipologia di cella si caratterizza inoltre per la presenza di uno strato di antiriflettente (ossido di titanio).
Il proponente afferma che: Per il presente progetto si è previsto di impiegare moduli fotovoltaici monocristallini per le loro migliori rese ed un tracker monoassiale, in direzione est – ovest, per il loro incremento di produzione pari al 10% ca..
Alternative dimensionali
Parlare di dimensioni di un impianto fotovoltaico significa stabilire una taglia dell’impianto che viene definita in base all’energia prodotta. In fase descrittiva si è già specificato che l’impianto in questione possiede una potenza nominale pari a 86.16 MWp ca..Chiaramente la scelta di una dimensione rispetto ad un’altra risponde a differenti fattori sintetizzabili in:
• Il Budget disponibile;
• La media dei consumi elettrici annuali;
• Dimensione e accessibilità del sito di installazione;
• Presenza di ombreggiamenti;
• Presenza di una linea elettrica di adeguata potenza.
Il proponente afferma che: La scelta progettuale, operata per l’impianto di Marcanzotta ha previsto la realizzazione 86.16 MWp ca. di potenza nominale in un terreno circa a 192 ha.
Caratteristiche generali dell’impianto
Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 86.16 MWp ca. con inseguitore solare ad un asse (monoassiale) destinato a operare in parallelo alla rete elettrica di distribuzione. L‘impianto, di tipo
grid-connected in modalità trifase (collegata direttamente alla rete di distribuzione), è costituito 10 lotti (distribuiti in 5 aree distinte). L‘impianto di generazione fotovoltaica in progetto sarà installato direttamente a terra con struttura in acciaio di tipo RETROFIT.
oModuli fotovoltaici. Il proponente afferma che: I moduli fotovoltaici garantiranno una idonea resistenza al vento, alla neve, agli sbalzi di temperatura, in modo da assicurare un tempo di vita di almeno 30 anni. Ogni modulo sarà inoltre dotato di scatola di giunzione stagna, con grado di protezione IP 65, contenente i diodi di by-pass ed i morsetti di connessione. I moduli fotovoltaici avranno una garanzia sul decadimento delle prestazioni che sarà non superiore al 10% nell‘arco di almeno 20 anni. Per il progetto si prevede di utilizzare dei moduli monocristallini da 435 Wp, i Longi LR4_72 HBD435m.
oStruttura di sostegno dei moduli fotovoltaici e Sistema di ancoraggio.-Il proponente afferma che: L‘impostazione di progetto dell‘angolo di tilt è di 0° rispetto al piano orizzontale. La disposizione delle file e delle schiere all‘interno delle stesse è tale da mantenere sempre un interasse costante in modo da impedire ‘ombreggiamento reciproco tra i pannelli.
oPower station d’impianto - Inverter fotovoltaici e trasformatori BT/MT- Il proponente afferma che: Il gruppo di conversione o inverter sarà idoneo al trasferimento della potenza dal generatore fotovoltaico alla rete, in conformità ai requisiti normativi tecnici e di sicurezza applicabili. La scelta è caduta sugli inverter SMA Sunny central nelle diverse potenze disponibili per il sistema a 1500V: 2500, 2750, 3000 kW.
oCavidotto interrato MT. Il proponente afferma che: Il trasporto dell’energia prodotta da ciascun lotto FV, avverrà mediante cavi interrati posati su letto di sabbia, secondo quanto prescritto dalle modalità della vigente Norma CEI 11-17.
oOpere civili – cavidotto MT. Il proponente afferma che: Le opere di cantiere previste sono quelle necessarie all’interramento del cavidotto, si prevede quindi la realizzazione di piccoli scavi per le trincee di posizionamento dei cavi la cui profondità è generalmente contenuta nell’ambito dei primi 1,5 metri dal piano di campagna. I cavi per posa interrata saranno dotati di guaina protettiva, per proteggerli contro lo schiacciamento e dal contatto con l'acqua.
oCabine di smistamento a servizio dell’impianto FV. Il proponente afferma che: All’interno della Cabina di smistamento, trovano alloggio gli scomparti MT necessari per l’arrivo e la ripartenza dei cavi rispettivamente dalle singole cabine d’impianto e verso la Stazione Elettrica Utente
oLocale guardiania a servizio dell’impianto FV. Il proponente afferma che: Il locale guardiania è realizzato con la stessa tipologia di prefabbricato. Al suo interno trovano alloggio i seguenti elementi:
- i servizi igienici;
- la sala comandi: ove è possibile stazioni il personale d’impianto;
- il locale servizi: ove si dispongono i servizi ausiliari CA-CC ed i quadri MT di controllo;
- sala quadri: in essa sono disposti i quadri BT ed il sistema di tele gestione dell’impianto FV.
oUlteriori Opere Civili. Il proponente afferma che: Le opere preliminari di sistemazione del suolo, servono a garantire l’inquadramento dell’area di progetto, buona praticabilità del sito, stabilità al posizionamento delle strutture e ad evitare qualunque tipo di dissesto di ordine idrogeologico. Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale Pag 111 di 234 Si provvederà a convogliare le acque meteoriche nei luoghi di normale deflusso naturale avendo cura di non modificare il naturale deflusso delle acquee, sia prima che dopo l’esecuzione degli interventi, realizzando ove necessario nel contempo le opere di regimazione idrauliche.
oImpianti per la connessione alla RTN. Il proponente afferma che: Gli impianti di connessione alla RTN sono stati progettati in conformità al suddetto Preventivo di Connessione. La tipologia di inserimento in antenna prevista consiste nell’utilizzo di un elettrodotto a 220 kV interrato da collegare con lo stallo uscita linea in area Utente da un lato e con lo stallo dedicato in Stazione Elettrica RTN di dall’altro. Le recinzioni previste per l’area della stazione elettrica avranno una altezza pari a 2,50 metri e saranno dotate di appositi cancelli oEdificio Utente. Il proponente afferma che: All’interno della stazione di trasformazione è ubicato l’edificio Utente della “limes 17 s.r.l.” , destinato alle apparecchiature ed ai circuiti in bassa tensione. Al suo interno sono alloggiati gli apparati di comando e telecontrollo, i quadri elettrici dei Servizi Ausiliari, la batteria e gli scomparti in Media Tensione (MT) per i collegamenti ai sottocampi, un locale servizi igienici. L’edificio sarà a struttura portante in c.a. e tamponamento in muratura rivestito con intonaco civile od eventualmente in prefabbricato. La copertura sarà a tetto piano, opportunamente coibentata ed impermeabilizzata. Il
pavimento dei locali apparati è previsto del tipo modulare flottante sopraelevato.
oUfficio Gestione. Il proponente afferma che: L’edificio sarà completo degli impianti tecnologici necessari quali ad esempio: l’impianto di riscaldamento e/o condizionamento, l’impianto rilevazione incendio, l’impianto antintrusione, ecc.), realizzati in conformità a quanto prescritto dalle Norme UNI, CEI e CEI EN di riferimento. L’edificio potrà essere a struttura portante in c.a. e tamponamento in muratura rivestito con intonaco civile o prefabbricato. La copertura sarà a tetto piano, opportunamente coibentata ed impermeabilizzata.
VISTO e CONSIDERATO che nel capitolo “QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE” vengono descritti i caratteri ambientali dell’area individuata per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, che di seguito si riportano:
Metodologia
Il presente Studio di Impatto Ambientale è stato redatto ai sensi della vigente normativa di riferimento ed in particolar modo al Testo Unico dell’Ambiente – Dlgs 153/06 “Norme in materia ambientale” come novellato dal Dlgs. 16/05/2017 n° 104. In particolare, conformemente all’allegato VII alla parte seconda del Testo Unico dell’Ambiente – Dlgs 153/06 “Norme in materia ambientale” e s.m.i. - le componenti ambientali considerate sono state le seguenti:
• Flora e Fauna
• Suolo e Sottosuolo
• Popolazione: campi elettromagnetici, Vibrazioni
• Relazione Generale - Studio di Impatto Ambientale
• Popolazione: Rumore
• Ambiente Idrico
• Aria e Fattori Climatici
• Beni Materiali, Patrimonio Architettonico e Archeologico
• Paesaggio
La componete “Radiazioni Ionizzanti”, in considerazione della natura dell’opera, non è stata indagata in quanto non rilevante per la stessa. L’analisi- per le singole componenti nonché per l’ambiente nel suo complesso- ambientali è stata svolta per fasi come di seguito descritti:
Descrizione componente
Per ognuna delle componenti ambientali è riportata una descrizione della condizione attuale, corrispondente alla fase “stato di fatto” ed “ante operam”. La presente fase corrisponde allo scatto di una fotografia dell’ambiente in condizioni di “scarico”, in assenza cioè degli impatti derivati dalla presenza dell’opera in esame. I dati necessari al completamento di detta fase sono stati reperiti sia attraverso un attento studio bibliografico che tramite la redazione di appositi monitoraggi in sito. Lefonti indagate, oltre alla letteratura specifica delle singole tematiche, sono stati i dati pubblicati dagli enti preposti e le pianificazioni di settore eventualmente esistenti.
Valutazione degli impatti: fase di cantiere
Il successivo step ha consistito nell’analisi della fase di cantierizzazione dell’opera. In particolare essa si configura come un momento di “carico eccezionale” sullo stato dell’ambiente con la presenza di lavorazioni e conseguentemente impatti non propri dell’opera ma della sola cantierizzazione.
L’analisi è stata svolta nel seguente modo:
- individuazione delle azioni di cantierizzazione;
- identificazione dei possibili impatti connessi alla cantierizzazione;
- valutazione dei possibili impatti connessi alla cantierizzazione. Valutazione degli impatti: fase di cantiere
Il successivo step ha consistito nell’analisi della fase di cantierizzazione dell’opera. In particolare essa si configura come un momento di “carico eccezionale” sullo stato dell’ambiente con la presenza di lavorazioni e conseguentemente impatti non propri dell’opera ma della sola cantierizzazione.
L’analisi è stata svolta nel seguente modo:
- individuazione delle azioni di cantierizzazione;
- identificazione dei possibili impatti connessi alla cantierizzazione;
- valutazione dei possibili impatti connessi alla cantierizzazione.
Valutazione degli impatti: esercizio e manutenzione
Gli impatti caratterizzanti l’opera sono quelli che essa esplica durante la fase di esercizio. L’analisi di detti elementi è stata così svolta:
- individuazione delle azioni nella fase di esercizio dell’opera;
- identificazione dei possibili impatti connessi alla fase di esercizio dell’opera;
- valutazione dei possibili impatti connessi alla fase di esercizio dell’opera.
Energia
• fase di cantiere: l’approvvigionamento energetico avverrà mediante allacciamento alla rete; sarà attivato un allaccio temporaneo per cantiere di potenza pari a 20KW.
• fase di esercizio: i consumi di energia sono sostanzialmente limitati al funzionamento dell’impianto di illuminazione e si prevede la connessione della stazione elettrica alla linea MT.
Acqua
In merito ai consumi acqua, si precisa che l’approvvigionamento idrico in fase di cantierizzazione verrà effettuato mediante autobotte qualora la rete di approvvigionamento idrico non fosse disponibile.
• la fase di cantiere i reflui di tipo civile saranno gestiti mediante WC chimici(acque nere) e serbatoi di accumulo (acque bianche e acque grigie) installati presso l’area di cantiere e trattati come rifiuto grazie ad interventi periodici di prelievo e smaltimento ad opera di ditte specializzate. Le acque meteoriche incidenti sulle aree del cantiere a terra potranno drenare naturalmente poiché si tratta di aree di cantiere non impermeabilizzate (vedasi la allegata Tavola di Cantierizzazione). L’area di cantiere sarà comunque dotata di opportune canalizzazioni per regimentare le acque meteoriche in caso di eventi di pioggia intensi.
• In fase di esercizio, i consumi di acqua sono sostanzialmente limitati ed occasionali poiché l’impianto non prevede la presenza di personale in loco.
I consumi relativi alla operazione di lavaggio dei pannelli sono di seguito stimati:
• Consumo di acqua del robot pulitore: 6 l/min
• Velocità pulizia del robot: 22mq/min
• N° tot pannelli: 198072
• Superficie totale pannelli: 444040 mq ca.
• Consumo di acqua per pulizia dell’impianto: 12.1 mc ca.
• N° di lavaggi annui: 3
• Consumo di acqua annuo: 121.1 mc ca.
• CER 150101 imballaggi di carta e cartone
• CER 150102 imballaggi in plastica
• CER 150103 imballaggi in legno
• CER 150104 imballaggi metallici
• CER 150105 imballaggi in materiali compositi
• CER 150106 imballaggi in materiali misti
• CER 150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da talisostanze
• CER 150203 assorbenti, materiali filtranti, xxxxxxx e indumenti protettivi, diversi da quelli dicui alla voce 150202
• CER 160210* apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse daquelle di cui alla voce 160209
• CER 160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303
• CER 160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305
• CER 160604 batterie alcaline (tranne 160603)
• CER 160601* batterie al piombo
• CER 160605 altre batterie e accumulatori
• CER 160799 rifiuti non specificati altrimenti (acque di lavaggio piazzale)
• CER 161002 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001
• CER 161104 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161103
• CER 161106 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche,diversi da quelli di cui alla voce 161105
• CER 170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse daquelle di cui alla voce 170106
• CER 170202 vetro
• CER 170203 plastica
• CER 170302 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301
• CER 170407 metalli misti
• CER 170411 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410
• CER 170504 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503
• CER 170604 materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603
• CER 170903* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti misti)contenenti sostanze pericolose
Le quantità totali prodotte si prevedono esigue. In ogni caso, nell’area di cantiere saranno organizzati gli stoccaggi in modo da gestire i rifiuti separatamente per tipologia e pericolosità, in contenitori adeguati alle caratteristiche del rifiuto. I rifiuti destinati al recupero saranno stoccati separatamente da quelli destinati allo smaltimento. Tutte le tipologie di rifiuto prodotte in cantiere saranno consegnate a ditte esterne, regolarmente autorizzate allesuccessive operazioni di trattamento (smaltimento e/o recupero) ai sensi della vigente normativa di settore. Si precisa che durante il funzionamento operativo l’impianto fotovoltaico non produce rifiuti, salvo i materiali derivanti da manutenzioni e sostituzioni di pannelli e impiantinon funzionanti. Per quanto alla fase di dismissione, il PDS Piano di Dismissione allegato stima quantità e tipologie dei materiali coinvolti e definisce le attività di recupero cui saranno soggetti
Popolazione: campi elettromagnetici, vibrazioni
• Fase di cantiere
Le attività che ingenerano vibrazioni sensibili sono solitamente quelle connesse a scavi di grossa entità ed a realizzazione di perforazioni nel sottosuolo. Per l’infissione dei pali delle strutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici, verranno impiegati macchinari appositi. Il ricorso ai battipali idraulici, grazie alla loro ampia capacità di modulazione dell’altezza di caduta, offre la possibilità di regolare l’energia in modo da individuarne il valore efficace ai fini dell’infissione con il minimo disturbo arrecato alle eventuali strutture limitrofe. Per la cantierizzazione delle opere di connessione non sono previste questo tipo di attività.
Per quanto concerne la realizzazione dell’impianto FV non è previsto l’uso di mezzi e/o macchinari per la messa in opera che implichi particolari emissioni elettromagnetiche.
• Esercizio e manutenzione
Si può pertanto concludere che è garantita la piena compatibilità con i limiti imposti dalla legge, sviluppandosi i tracciati dei cavi, così come progettati, su aree non a rischio, nel pieno rispetto di quanto prescritto all’art. 4 (Obiettivi di qualità) del D.P.C.M. 8 luglio 2003.”
• Mitigazione e prevenzione degli impatti.
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente campi elettromagnetici si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
− localizzazione dell’area di impianto al di fuori del centro abitato (il più prossimo è Camporeale a
7.5 km ca.) e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− impiego di apparecchiature elettromeccaniche nell’impianto e nelle stazioni elettriche tali da non produrre vibrazioni di rilievo;
− localizzazione dell’area per la realizzazione delle opere di connessione al di fuori del centro abitato e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− condivisione della consegna alla RTN con altri produttori minimizzandotutti gli impatti connessi;
− assenza di linee aeree elettriche e impiego di cavidotti MT ed AT interrati al di sotto di 1.2 m, progettazione e posa secondo gli standard nazionali ed internazionali vigenti;
− corretto dimensionamento delle opere elettromeccaniche ed impiego di apparecchiature certificate secondo la normativa vigente.
Popolazione rumore
• Fase di cantiere
Le attività saranno programmate in modo da limitare la presenza contemporanea di più sorgenti sonore. Si noti inoltre come l’area d’impianto sia stata scelta al di fuori dal centro abitato e lontano da possibili ricettori sensibili.I percorsi da e per detti siti a partire dalle aree di cantiere, sono stati studiati in modo da appositamente evitare l’interessamento con gli stessi delle aree di rilevanza naturalistica nonché i centri abitati di rilievo. Inoltre il centro abitato di Ramacca, così come altri, non è interessato dalla viabilità prescelta che è tutta extraurbana e prevalentemente viabilità provinciale: Per quanto concerne le emissioni sonore connesse al traffico veicolare durante la cantierizzazione, considerando anche i valori di Traffico Giornaliero Medio Annuo TGMA registrati da ANAS Spa nell’area, si può affermare che l’incremento di traffico indotto daltrasporto di materiale da e per il cantiere, non sarà tale da ingenerare una variazione sensibile.
• Esercizio e manutenzione
Per quanto concerne la realizzazione delle opere di connessione alla RTN saranno impiegati esclusivamente macchinari statici, che costituiscono una modesta sorgente di rumore, e apparecchiature elettriche che costituiscono fonte di rumore esclusivamente in fase di manovra. Il rumore sarà quindi prodotto in pratica dalle unità di trasformazione principali appositamente scelti tra quelli a bassa emissione acustica. Il rumore dall’impiego delle nuove piste dal traffico connesso all’impianto sarà praticamente nullo essendo questo ridottissimo.
• fase di dismissione
Comporterà impatti paragonabili per tipologia ed entità a quella di cantierizzazione.
Flora
La Relazione Agronomica a corredo dell’impianto in esame individua le seguenti caratterizzazioni per i terreni interessati:
▪ lotto “A” - Nell'ultimo decennio si è coltivato prevalentemente grano, in qualche annata una parte dei terreni sono stati interessati dalla coltivazione di ortive sottotunnel.
▪ lotto “B” - Anche qui si è coltivato prevalentemente grano, una parte dei terreni sono stati coltivati ad ortive sotto tunnel qualche anno fa.
▪ lotto “C” - Trattasi del lotto più esteso. La coltivazione del frumento prevale, in alcune annate una parte dei terreni sono stati coltivati ad ortive sotto tunnel, su altri terreni è stato coltivato melone
giallo.
• lotto “D” - In questo lotto la coltivazione del grano, negli ultimi anni, è stata interrottain poche occasioni dalla coltivazione del melone giallo.
▪ lotto “E” - In questo lotto non sono stati coltivati ortaggi o melone giallo negli ultimi15 anni. Il grano è stato alternato in alcune annate alle foraggere.
▪ lotto “F” - Come il lotto “E”.
▪ lotto “G” - Negli ultimi anni alla coltivazione del frumento e delle foraggere è succeduta, parzialmente, la coltivazione del melone giallo.
▪ lotto “H” - In questo lotto alla solita rotazione frumento - foraggere è succeduta, nel2104 e nel 2015, la coltivazione del melone giallo.
• lotto “I” - La coltivazione del grano è stata interrotta in poche occasioni da altrepiante annuali.
• lotto “L” - Nell'ultimo decennio la coltivazione del frumento e delle foraggere è statainterrotta in un paio di annate dalla coltivazione del melone giallo.
Il progetto in esame ricade entro l’”Ambito 3: Colline del Trapanese.
Rete Natura 2000
Il nodo della rete di Natura 2000 che risulta essere più prossimo all’impianto in esame, è il Sito di Interesse Comunitario SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA”,
che ne dista 7.2km ca.
Valutazione degli impatti
si riporta la fase della valutazione a livello di screening effettuata per il sito SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA” e per l’impatto derivante dall’impianto in oggetto
SCHEDA DI SCREENING SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA” | ||
FASE DI CANTIERIZZAZIONE | FASE DI ESERCIZIO E MANUTENZIONE | |
Azioni, progetto | − Incantieramento − Cantierizzazione viabilità − Realizzazione recinzione − Cantierizzazione strutture sostegno pannelli − Realizzazione opere idrauliche − Realizzazione opere elettriche interne − Cantierizzazione opere di connessione alla RTN | − Esercizio e manutenzione dell’impianto e delle relative opere di connessione allaRTN |
Dimensioni, entità, area,superficie occupata | − le aree di cantiere saranno poste all’interno delle aree d’impianto ed avranno estensione variabile per un approfondimento di veda la tavola di cantierizzazione − la cantierizzazione delle opere di connessione non coinvolgerà aree esterne alle stesse su cui le opere insistono | − la potenza nominale dell’impianto è di 86.16 MW − la superficie occupata dall’impianto è di ca. 192 ha di cui solo 129 ca.direttamente occupati da pannelli e viabilità − l’area occupata dagli impianti di rete per la connessione è pari a 20000 mq ca. − l’area occupata dagli impianti di utenza per la connessione è pari a 10300 mq ca. − l’area occupata dalla realizzazione delle opere di mitigazione a verde è pari a 64.5 ha ca. |
Cambiamenti fisicichederiveranno dal progetto | allo stato attuale della progettazione non si ipotizzano cambiamenti fisici significativi delle condizioni delle aree del SIC imputabili alla cantierizzazione delle opere considerando la distanza coinvolta tra gli elementi in esame | allo stato attuale della progettazione non si ipotizzano cambiamenti fisici significativi imputabili all’esercizio ed alla manutenzione delle opere considerando la distanza coinvolta tra gli elementi in esame |
Fabbisogno dirisorse | - il cantiere non necessiterà di particolari forniture di materie prime ma solo dei materiali di costruzione (cls e misto granulometrico di fondazione stradale) In merito ai consumi acqua, si precisa che l’approvvigionamento idrico in fase di cantierizzazione verràeffettuato mediante autobotte qualora la rete di approvvigionamento idrico non fosse disponibile. | L’impianto sfrutta quale materia prima la fonte di energia solare fotovoltaica senza pertanto determinare un consumo particolare di risorse. Per quanto alla pulizia dei pannelli ed alla irrigazione delle opere a verde si prevede di impiegare la risorsa idrica già presente in loco a servizio delle attività agricole attualmente esistenti sui lotti interessati |
Emissioni erifiuti | − rifiuti: il cantiere produrrà prevalentemente rifiuti non pericolosi, le terre e rocce da scavi verranno prevalentemente riutilizzate in sito. Le quantità totali prodotte si prevedono esigue. In ogni caso, nell’area di cantiere saranno organizzati gli stoccaggi in modo da gestire i rifiuti separatamente per tipologia e pericolosità, in contenitori adeguati alle caratteristiche del rifiuto. I rifiuti destinati al recupero saranno stoccati separatamente da quelli destinati allo smaltimento. Tutte le tipologie di rifiuto prodotte in cantiere saranno consegnate a ditte esterne, regolarmente autorizzate alle successive operazioni di trattamento (smaltimento e/o recupero) ai sensi della vigente normativa di settore. − Per quanto concerne le emissioni sonore connesse al traffico veicolare durante la cantierizzazione, considerando anche i valori di Traffico Giornaliero Medio Annuo TGMA registrati da ANAS Spa nell’area, si può affermare che l’incremento di traffico indotto dal trasporto di materiale da e per il cantiere, non sarà tale da ingenerare una variazione sensibile (vedasi RGSIA) Tali emissioni non avranno tuttavia ripercussioni sul SIC considerando la distanza coinvolta tra gli elementi in esame − Lo studio di impatto ambientale del progetto stima le emissioni gassose associate all’esecuzione dei lavori in progetto come non rilevanti (vedasi RGSIA). Tali emissioni non avranno tuttavia ripercussioni sul SIC considerando la distanza coinvolta tra gli elementi in esame | − La produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica non comporta né emissioni né rifiuti, parimenti l’esercizio delle opere elettromeccaniche di consegna dell’energia alla rete. |
Diatanza dalsito | − Il punto più prossimo dell’impianto dista 7200 m ca. dal SIC XXX000000 |
IdentificazioneImpatti e valutazione loro significatività | − danneggiamento e/o eliminazione diretta di habitat e specie floristiche: La sottrazione di habitat e specie floristiche dal SIC è nulla in fase di cantiere essendo lo stesso cantiere posto totalmente al di fuori del SIC; è prevista la ripiantumazione in altro luogo degli esemplari eventualmente rimossi in fasedi costruzione − impatti sulla componente atmosfera: in cantiere si impiegheranno solo macchinari conformi alle ultime vigenti normative europee; è inoltre prevista la Riduzione delle polveri prodotte dalle attività e dal transito degli automezzi mediante innaffiamento delle strade e delle aree sterrate − Impatti derivati: il traffico di veicoli pesanti per il trasporto di materiali in cantiere non interesserà l’area SIC − impatti sulla componente rumore: in considerazione della notevole interdistanza tra l’area d’impiantoe il SIC, le emissioni sonore generate durante la fase di cantierizzazione non interesseranno il SIC − è prevista la restituzione alle condizioni iniziali delle aree di cantiere non strettamente necessarie alla funzionalità dell’opera Pertanto, ed in considerazione del fatto che l’area d’impianto dista 7200m ca. dalla SIC, gli impatti della cantierizzazione dell’impianto e delle relative opere di connessione alla rete sulla SIC XXX000000 possono essere ritenuti trascurabili | − danneggiamento e/o eliminazione diretta di habitat e specie floristiche: Lasottrazione di habitat e specie floristiche dell’impianto dal SIC è nulla essendo lo stesso impianto posto totalmente al di fuori del SIC; − rifiuti ed emissioni: in considerazione della notevole interdistanza tra l’area d’impianto e il SIC, le eventuali emissioni sonore generate durante la fase di esercizio non interesseranno il SIC ; per quanto ai rifiuti ed alle atre emissioni, la tecnologia fotovoltaica non ne produce alcuno − rischio di erosione causato dalla impermeabilizzazione delle strade di servizio: l’apertura di nuove piste è limitata a 2000 m ca. prevedendo l’impiego di viabilità esistente, esse inoltre sono previste con copertura preferibilmente non impermeabilizzata e con pendenze contenute entro il 20% − disturbo fauna: in considerazione della notevole interdistanza tra l’area d’impianto e il SIC, non si prevede che l’esercizio dell’impianto, il quale peraltro sarà privo di tiranti e di parti in tensione esterne, possa arrecare disturbo alla fauna; inoltre il cavo di connessione alla stazione di consegna dell’energia è previsto interrato e non linea aerea, che maggiori interferenze con la fauna potrebbe presentare − incidenza sulla fauna: la possibilità di incidenza diretta sulla fauna potrebbe riguardare solo l’uccisione accidentale di rettili di piccole dimensioni a causa della movimentazione di mezzi di cantiere, possibilità assai remota sia a causa della distanza dell’area di cantiere dal sito − L’incidenza su flora e fauna connessa alla realizzazione delle opere di dismissione non potrà che essere positiva favorendo esse la biodiversità dei luoghi Pertanto, ed in considerazione del fatto che l’area d’impianto dista 7200 m ca. dalla SIC, gli impatti dell’impianto e delle relative opere di connessione alla rete sulla SICITA010022 possono essere ritenuti trascurabili |
FASE DI DISMISSIONE | |
Azioni, progetto | 1. la rimozione delle opere fuori terra; • Smontaggio delle apparecchiature elettriche; • Smontaggio dei pannelli fotovoltaici; • Smontaggio cabine prefabbricate di consegna; • Rimozione dei container di alloggiamento dei quadri, degli inverter e dei trasformatori; • Smontaggio dei cancelli e delle recinzioni; 2. la rimozione delle opere interrate; X. Xxxxxxxxxxx delle opere in fondazione dei cancelli, delle recinzioni e le basi dei prefabbricati B. Rimozione del cavidotto e dei pozzetti C. Dismissione opere idrauliche per lo smaltimento delle acque meteoriche (tubi di drenaggio, gabbioni metallici, calcestruzzo pietrame); D. Dismissione del rilevato stradale della viabilità interna al parco fotovoltaico (sottofondo, rilevato e geotessuti di separazione/consolidamento); 3. il ripristino dei siti per un uso compatibile allo stato ante-operam − Rimuovere dai tratti stradali della viabilità di servizio da dismettere la fondazione stradale tutte le opere d’arte assicurando comunque uno strato vegetale di un metro come sopra; − Per i ripristini vegetazionali, di utilizzare essenze erbacee, arbustive ed arboree autoctone diecotipi locali o di provenienza regionale, delle specie già segnalate nella Relazione dello Studio di impatto Ambientale; − Per i ripristini geomorfologici, di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica come nel seguito descritto. |
Dimensioni, entità, area, superficie | − le aree di cantiere saranno poste all’interno delle aree d’impianto ed avranno estensione variabile − la cantierizzazione delle opere di connessione non coinvolgerà aree esterne alle stesse su cui le opere insistono |
occupata | |
Cambiamenti | − allo stato attuale della progettazione non si ipotizzano cambiamenti fisici significativi delle condizioni delle aree del SIC imputabili alla cantierizzazione della dismissione opere considerando la distanza coinvolta tra gli elementi in esame |
fisici che | |
deriveranno dal | |
progetto | |
Fabbisogno di risorse | - il cantiere non necessiterà di particolari forniture di materie prime ma solo dei materiali di costruzione (cls e misto granulometrico di fondazione stradale) In merito ai consumi acqua, si precisa che l’approvvigionamento idrico in fase di cantierizzazione verrà effettuato mediante autobotte qualora la rete di approvvigionamento idrico non fosse disponibile. |
Emissioni e rifiuti | − Per quanto alla fase di dismissione, il PDS Piano di Dismissione allegato stima quantità e tipologie dei materiali coinvolti e definisce le attività di recupero cui saranno soggetti - ad esso esplicitamente si rimanda. |
Distanza dal sito | − Il punto più prossimo dell’impianto dista 7200 m ca. dal SIC XXX000000 |
Identificazione Impatti e valutazione loro significatività | − danneggiamento e/o eliminazione diretta di habitat e specie floristiche: La sottrazione di habitat e specie floristiche dal SIC è nulla in fase di cantiere essendo lo stesso cantiere posto totalmente al di fuori del SIC; è prevista la ripiantumazione in altro luogo degli esemplari eventualmente rimossi in fase di costruzione − impatti sulla componente atmosfera: in cantiere si impiegheranno solo macchinari conformi alle ultime vigenti normative europee; è inoltre prevista la Riduzione delle polveri prodotte dalle attività e dal transito degli automezzi mediante innaffiamento delle strade e delle aree sterrate − Impatti derivati: il traffico di veicoli pesanti per il trasporto di materiali in cantiere non interesserà l’area SIC − impatti sulla componente rumore: in considerazione della notevole interdistanza tra l’area d’impianto e il SIC, le emissioni sonore generate durante la fase di cantierizzazione non interesseranno il SIC − è prevista la restituzione alle condizioni iniziali delle aree di cantiere non strettamente necessarie alla |
funzionalità dell’opera | |
Pertanto, ed in considerazione del fatto che l’area d’impianto dista 7200m ca. dalla SIC, gli impatti della cantierizzazione dell’impianto e delle relative opere di connessione alla rete sulla SIC XXX000000 possono essere ritenuti trascurabili |
L’habitat naturale sarà comunque ripristinato in fase di esercizio e potrà ulteriormente essere valorizzato in fase di dismissione dell’impianto stesso, magari con la realizzazione di opere di rinaturalizzazione che portino il livello di naturalità del sito adun valore più alto, se paragonato all’attuale. Va ulteriormente precisato che le aree più sensibili sono soprattutto quelle umide e le macchie boscate, habitat comunque non interessati dall’installazione. I tipi di habitat, quindi non presentano peculiarità tali da determinare un grosso impatto in termini floro- faunistici.
Per quanto agli impatti sulla componente si notino inoltre le seguenti:
• Risulta documentata la totale compatibilità di questi impianti con il pascolo dibovini ed ovini anche nelle immediate vicinanze;
• Nell’area interessata dalle opere non sono state riscontrate specie vegetali inserite negli allegati della Direttiva 92/43/CEE o tutelate dalle normative internazionali recepite dall'Italia e la flora riscontrata non rivela habitat di interesse comunitario e prioritario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE;
• la pressione antropica già presente, dovuta all’utilizzo a scopo agricolo dell’area in esame, dovrebbero rendere minime le interazioni con la fauna locale;
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Area Ramsar, distandone oltre35 km ca. (Pantano Leone);
• l’impianto non interessa direttamente alcun Parco, distandone oltre 15km ca. (parco naturale regionale denominato "Parco di Monti Sicani");
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Riserva, distandone oltre 8.3 km ca. (Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa”);
• l’impianto non interessa direttamente alcun elemento della Rete Natura 2000, distandone oltre 7.2 km ca. (SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA”)
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Oasi, distandone oltre 00 xx xx. (Xxxx xxx XXX “Xxxxxxxx”);
• l’impatto sulle colture arbustive sarà mitigato prevedendone l’espianto e la successiva ripiantumazione in aree limitrofe alla zona interessata delle operein disponibilità dello stesso proponente.
Suolo e sottosuolo
Scenario di base della componente
Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino Idrograficodel Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 045) e dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume Jato ed il bacino del Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 044) e dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume San Xxxxxxxxxx e Punta di Solanto (n. 046) - entro cui ricade l’area di impianto - è stato redatto nel 2006 ai sensi dell’ART.1 D.L. 180/98 convertito con modifiche con la L.267/98E SS.MM.II.. Esso caratterizza la geologia dell’area come di seguito esposto. La porzione di territorio ricadente all’interno del bacino del Fiume S. Xxxxxxxxxxx delle aree territoriali adiacenti ad esso si inquadra in un contesto geologico, appartenente al settore settentrionale della Sicilia, espressione della componente nordoccidentale della catena Appenninico-Maghrebide (Catalano et al., 1995; 1996). La ditta proponente afferma che: per l’area oggetto del presente progetto, è stata realizzata una campagna di rilievo geologico i cui risultati sono riportati nell’allegata Relazione Geologica. Essa afferma che la successione stratigrafica del sottosuolo è caratterizzata dal basso da una Formazione di Base (FB, riferibile ad argille e sabbie della Fm. Terravecchia), che verso l’alto passano alla porzione alterata della Formazione di Base (FBA) e al terreno
vegetale (TV). In altri settori, sono stati distintiantichi terrazzi alluvionali (forme di spianamento) che solo in parte presentano il relativo deposito alluvionale caratterizzato da sabbie grossolane e ciottoli arrotondati di arenarie quarzose.
Erosione del suolo
Per quanto al Comune interessato dall’opera in progetto, Comune di Monreale (PA),non si registrano incrementi di consumo di suolo rilevanti nel periodo 2017-2018 (0.001%). Per quanto all’uso attuale del suolo, l’area interessata dall’installazione dei pannelli fotovoltaici è costituita da alcuni appezzamenti che al momento sono coltivati prevalentemente a seminativo.
• Fase d cantiere
La realizzazione dell'impianto non richiederà l'esecuzione di interventi tali da comportare sostanziali modificazioni del terreno, in quanto sono state privilegiate soluzioni che minimizzano le operazioni di scavo e riporto, volte a rispettare l'attuale morfologia del sito peraltro pianeggiante. Per l’impianto FV non sono previsti rilevanti movimenti terra se non quelli dovuti alloscotico superficiale per le cabine e gli edifici, all’approfondimento fino al raggiungimentodel piano di posa delle fondazioni, allo scavo per la posa dei cavidotti interrati ed al modesto livellamento. Successivamente alla realizzazione delle opere di fondazioni (edifici, fondazioni macchinario, etc) sono previsti rinterri fino alla quota di – 30 cm dal p.c. e trasferimento a discarica autorizzata del materiale in eccesso.
• Fase di esercizio e manutenzione
Per quanto riguarda l’impianto in oggetto, l’instaurarsi di fenomeni di erosione idrica localizzati all'interno dell'area di progetto a seguito di eventi piovosi sarà di fatto trascurabile. L’analisi del progetto in esame consente di affermare che l'intervento non introduce variazioni di rilievo nella relazione tra gli eventi meteorologici ed il suolo e disincentiva la possibilità che si inneschino fenomeni degradativi di tipoerosivo né induce fenomeni di compattazione del suolo .L’area oggetto di studio si trova in condizioni morfologiche, idrogeologiche e geologiche favorevoli alla stabilità. I modesti movimenti di terra previsti non determineranno variazioni rilevanti e modifiche tali da creare pregiudizio alla fattibilitàdell'opera
Ambiente idrico
Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino Idrograficodel Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 045) e dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume Jato ed il bacino del Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 044) e
dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume San Xxxxxxxxxx e Punta di Solanto (n. 046) - entro cui ricade l’area di impianto - è stato redatto nel 2006 ai sensi dell’ART.1 D.L. 180/98 convertito con modifiche con la L.267/98E SS.MM.II.. Esso caratterizza l’idrografia dell’area come di seguito esposto. Il Fiume X. Xxxxxxxxxx rappresenta la parte terminale del F. Freddo che nasce presso Case Castelluzzi in territorio di Calatafimi- Segesta e lungo il suo percorso, che si sviluppa per circa 46 Km, riceve le acque di diversi affluenti, ma quasi tutti di scarsa importanza. L’a del Fiume assume il nome di X. Xxxxxxxxxx a partire dalla confluenza dei Fiumi Caldo e Freddo, al confine tra i territori comunali di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi (tutti ricadenti in provincia di Trapani), ad una quotadi circa 29 m s.l.m.L’altitudine massima del bacino è di circa 825 m s.l.m., l’altitudine minima è 0,00 m s.l.m. (alla foce) e l’altitudine media è pari a circa 246 m s.l.m. Tra gli affluenti principali sono da annoverare: il X. Xxxxxxxxx, che confluisce in destra presso Contrada Pergola, al confine tra il territorio di Calatafimi-Segesta, Alcamo e Monreale; il Rio Giummarella, checonfluisce in sinistra presso la Stazione XX.XX. di Alcamo al confine tra il territorio di Calatafimi-Segesta e Alcamo; il F. Caldo che confluisce in sinistra presso Xxxxxx Xxxxxxxx, al confine tra il territorio di Castellammare del Golfo, Alcamo e Calatafimi- Segesta. Degli affluenti citati il Fiume Caldo rappresenta l’affluente più importante. Il Fiume X. Xxxxxxxxxx scorre prevalentemente in direzione NNE-SSO e con andamento meandriforme nella sua parte terminale, indice della maturità evolutiva raggiunta
• Fase di cantiere,
Per quanto concerne la fase di cantierizzazione sia dell’impianto FV che delle sue opere di connessione a rete, l’impatto sulla componente ambiente idrico può ritenersi trascurabile vista l’assenza di scavi di fondazione per il primo e l’esiguità degli stessi per il secondo. Il cantiere di costruzione dell’impianto non prevede particolari approvvigionamenti di risorse idriche, si provvederà inoltre, ove necessario, ad un adeguato sistema di canalizzazione delle acque di dilavamento delle stesse aree di cantiere.
• Esercizio e manutenzione,
Si prevede la realizzazione di opere idrauliche con lo scopo di intercettare l’acqua pluviale che scola dalla viabilità e portarla allo scarico nei recettori naturali. A protezione idraulica delle opere sono previste delle cunette e fossi di guardia realizzate sul terreno senza rivestimenti in modo tale da minimizzare l’impatto visivo delle stesse. Per quanto al tracciato del cavo MT interrato di collegamento dei lotti alla stazione di trasformazione, esso interessa in svariati punti le fasce di rispetto dalle sponde dei corsi d’acqua, ma sempre entro viabilità esistente Le aree in oggetto si trovano prevalentemente in prossimità di alcuni impluvi pocosignificativi; ad oggi le semine per la coltivazione vengono effettuate quasi fino ai bordi del fondo dell'impluvio. I fenomeni di potenziale dissesto, già di per sé modesti, verrannomitigati tramite la piantumazione di essenze vegetali adatte a rallentare o annullare l’erosione ad opera delle acque di ruscellamento superficiale. In queste zone si prevededi utilizzare come pianta prevalente la Tamerice, aggiungendo nelle zone più asciutte altre specie, sempre tipiche della nostra macchia.[…] È prevista la salvaguardia di tutti i fossi di irrigazione e delle aree di impluvio, anche minori, presenti nell’area di intervento realizzando fasce di rispetto dalle sponde di almeno 10 metri per lato e tutelando la vegetazione ripariale eventualmente presente mediante l’applicazione dell’ingegneria naturalistica al fine di mantenere i corridoi ecologici presenti e di assicurare un ottimale ripristino vegetazionale colturale a fine esercizio dell’impianto. L’applicazione delle tecniche di ingegneria naturalistiche sono limitate a piccole porzioni di superficie, descritte come segue:
saranno realizzati uno o più canali di deflusso delle acque superficiali con andamento sinuoso e trasversale rispetto alle curve di livello, in coincidenza degli impluvi; il canale di deflusso, di profondità 50/60 cm, deve essere munito di argini costruiti di pietrame e rocce locali utili a smorzare la corrente dell’acqua proveniente dal declivio; lo stesso canale deve essere munito anche di una pavimentazione in pietrame e rocce locali, con scalini di altezza 25 cm per spezzare la forza della corrente d’acqua; lungo i canali di deflusso, è utile effettuare l’impianto di specie arbustive al fine di aumentare maggiormente la funzione anti erosiva e per favorire l’attecchimento di specie erbacee che rallentano il ruscellamento e il trasporto di terra fertile. Le acque raccolte dai canali di deflusso sono convogliate verso gli impluvi principalied esterni all’impianto.”
Aria e fattori climatici
• Fase di Cantiere
Per quanto concerne la realizzazione dell’impianto e delle opere di connessione direte gli unici impatti riscontrabili sulla componente aria sono connessi all’impiego di mezzidi cantiere ed all’innalzamento di polveri. Le sorgenti di emissione in atmosfera attive nella fase di cantiere possono essere distinte in base alla natura del possibile contaminante in: sostanze chimiche inquinanti e polveri.
Le sorgenti di queste emissioni sono:
o gli automezzi pesanti da trasporto,
o i macchinari operatori da cantiere,
o i cumuli di materiale di scavo,
o i cumuli di materiale da costruzione.
Le polveri saranno prodotte dalle operazioni di:
• scavo e riporto per il livellamento dell’area cabine;
• scavo e riporto per il livellamento delle trincee cavidotti;
• battitura piste viabilità interna al campo;
• movimentazione dei mezzi utilizzati nel cantiere.
Nel cantiere dell’opera in esame non si prevede di realizzare operazioni di macinazione o frantumazione che possano ingenerare polveri. Con riferimento alle emissioni inquinanti generate dall’impiego di mezzi operatori connessi alla cantierizzazione dell’opera si notino preliminarmente le seguenti:
• l’eventuale impatto sarà temporalmente limitato: ampiezza temporale pari al periododei lavori;
• l’eventuale impatto sarà completamente reversibile: al termine dei lavori le condizioni potranno tornare allo stato ex ante;
• la scala spaziale dell’impatto è limitata: esso sarà di tipo locale.
Per svolgere la valutazione delle emissioni gassose in atmosfera si è proceduto adeffettuare una stima dei mezzi impiegati per l’esecuzione dei lavori per la creazione dell’impianto in questione
• Fase di esercizio e manutenzione
Vista l’assenza di processi di combustione, la mancanza totale di emissioni aeriformi e l’assenza di emissioni termiche apprezzabili, l’inserimento ed il funzionamento di un impianto solare non è in grado di influenzare le variabili microclimatiche dell’ambiente circostante
• Fase di dismissione
La fase di dismissione comporterà impatti paragonabili per tipologia ed entità a quella di cantierizzazione
Beni Materiali, Patrimonio Architettonico e Archeologico
• Fase di cantiere
Le aree di cantiere saranno interne a quelle d’impianto e pertanto non interesseranno elementi del patrimonio architettonico esistente. Per quanto alla valutazione del rischio archeologico, la relazione archeologica allegata al progetto in esame, cui si rimanda per un approfondimento della tematica, conclude: In relazione alla valutazione del rischio archeologico relativo al progetto, le operazioni di scavo connesse alla realizzazione delle opere in oggetto definiscono, quindi, un indice di rischio mediamente basso di interferire in depositi archeologici individuati tramite indagine bibliografica ed in base alle considerazioni finora espresse.
• Esercizio e manutenzione
Nella maggioranza dei casi l’impatto visivo, in virtù dell’orografia stessa dei luoghi o della presenza di ostacoli sul piano di campagna (spesso vegetazione), è risultato essere trascurabile od irrilevante. In quasi tutti i casi i beni sono risultati essere in stato di degrado (crolli di coperture, crepe, discariche abusive, ecc…) od ampiamente alterati (interventi in calcestruzzo, demolizioni, ecc..), comunque l’impatto visivo dell’impianto su di essi è spesso risultato essere non xxxxxxxxx.xx proponente afferma che: SI rimanda allo Studio di impatto Visivo e Paesaggistico allegato al progetto in esame per eventuali approfondimenti
• Fase di dismissione
La fase di dismissione comporterà impatti paragonabili per tipologia ed entità a quella di cantierizzazione.
Paesaggio
• Fase di cantiere
L’unico possibile impatto sulla componente paesaggio in fase di cantierizzazione dell’opera, potrebbe essere connesso alla presenza di cumuli di materiale cavato per l’esecuzione degli scavi in progetto. Detto impatto è stato minimizzato prediligendo aree pianeggianti per il posizionamento delle singole componenti dell’impianto (opere di connessione, piste, etc..).
• Esercizio e manutenzione
L’orografia del terreno è tale dalimitare la visibilità dell’impianto (ad esempio l’abitato di Camporeale ricade al di fuori dell’area di visibilità teorica), dall’altro che, in vasta parte delle aree in cui l’intervisibilità teorica sussista, essa generi un impatto visivo modesto in quanto connesso ad una visibilità parziale e non totale dello stesso.
• Fase di dismissione
La fase di dismissione comporterà impatti paragonabili per tipologia ed entità a quella di cantierizzazione.
VISTO e CONSIDERATO che nel SIA la “VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI” è stata effettuata all’interno della descrizione delle componenti ambientali. Di seguito se ne riportano gli stralci ritenuti significativi.
Metodologia
Valutazione degli impatti cumulativi
Per quanto agli impatti cumulativi si è provveduto a valutare l’interazione dell’opera con altre eventualmente preesistenti o in progetto che abbiano impatti sulle medesime componenti ambientali interessate da quella in esame.
Criteri per la valutazione degli impatti
In particolare i criteri per la valutazione degli impatti sono stati:
- la finestra temporale di esistenza dell’impatto e la sua reversibilità;
- l’entità oggettiva dell’impatto in relazione, oltre che alla sua intensità, anche all’ampiezza spaziale su cui si esplica;
- la possibilità di mitigare l’impatto tramite opportune misure di mitigazione.
Inoltre, come esplicitamente previsto dal comma 5-bis dell’allegato VII alla parte seconda del Testo Unico dell’Ambiente – Dlgs 153/06 “Norme in materia ambientale” e s.m.i. - si è riportata una descrizione delle misure di monitoraggio che si è previsto di implementare ai fini della valutazione postoperam degli effetti della realizzazione dell’impianto.
Definizione dell’area di indagine
Le analisi svolte hanno avuto per campo di indagine un’area almeno pari a quella di prossimità dell’impianto stimata in 5 km ca.. Pertanto le analisi per componente ambientale riportate nel seguente quadro di riferimento ambientale sono riferite ad un’area di tale estensione.
Matrice di definizione della magnitudo degli impatti potenziali
Al fine di semplificare l’esposizione delle tematiche più avanti disaminate, si ritiene opportuno anticipare una matrice di definizione della magnitudo degli impatti potenziali. In essa sono state identificate le azioni di progetto (sia per la fase di cantierizzazione che per quella di esercizio) e riportati in modo sintetico i risultati delle stime - § 1.2 – 1.9 - sugli impatti dalle stesse generati.
CONSIDERATO che nello SIA è allegata una matrice degli impatti bidimensionale azioni di progetto/componenti ambientali, dove si evidenzia che il livello degli impatti è unicamente classificato “trascurabile”
Popolazione rumore
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente rumore si sono poste in esserele seguenti mitigazioni:
− Localizzazione dell’area di impianto al di fuori del centro abitato il più prossimo è Camporeale a 7.5 km ca.) e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− Localizzazione dell’area per la realizzazione delle opere di connessione al di fuori del centro abitato e
comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− Limitazione, in fase di cantiere, della presenza contemporanea di più sorgenti sonore a mezzo di opportuna calendarizzazione della presenzadelle macchine operatrici in cantiere;
− Scelta progettuale di apparecchiature elettriche a bassa emissionesonora;
− Condivisione della connessione alla RTN con altri produttori minimizzando tutti gli impatti connessi;
− Scelta progettuale di realizzazione cavi elettrici di collegamento (sia ATche MT) interrati in vece di soluzioni aeree la cui realizzazione avrebbe comportato la possibilità di un maggiore impatto (effetto corona, vento, ecc…).L’habitat naturale sarà comunque ripristinato in fase di esercizio e potrà ulteriormente essere valorizzato in fase di dismissione dell’impianto stesso, magari con la realizzazione di opere di rinaturalizzazione che portino il livello di naturalità del sito ad un valore più alto, se paragonato all’attuale. Va ulteriormente precisato che le aree più sensibili sono soprattutto quelle umide ele macchie boscate, habitat comunque non interessati dall’installazione. I tipi di habitat, quindi non presentano peculiarità tali da determinare un grosso impatto in termini floro- faunistici.
Per quanto agli impatti sulla componente si notino inoltre le seguenti:
• Risulta documentata la totale compatibilità di questi impianti con il pascolo dibovini ed ovini anche nelle immediate vicinanze;
• Nell’area interessata dalle opere non sono state riscontrate specie vegetali inserite negli allegati della Direttiva 92/43/CEE o tutelate dalle normative internazionali recepite dall'Italia e la flora riscontrata non rivela habitat di interesse comunitario e prioritario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE;
• la pressione antropica già presente, dovuta all’utilizzo a scopo agricolo dell’area in esame, dovrebbero rendere minime le interazioni con la fauna locale;
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Area Ramsar, distandone oltre35 km ca. (Pantano Leone);
• l’impianto non interessa direttamente alcun Parco, distandone oltre 15km ca. (parco naturale regionale denominato "Parco di Monti Sicani");
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Riserva, distandone oltre 8.3 km ca. (Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa”);
• l’impianto non interessa direttamente alcun elemento della Rete Natura 2000, distandone oltre 7.2 km ca. (SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA”)
• l’impianto non interessa direttamente alcuna Oasi, distandone oltre 00 xx xx. (Xxxx xxx XXX “Xxxxxxxx”);
• l’impatto sulle colture arbustive sarà mitigato prevedendone l’espianto e la successiva ripiantumazione in aree limitrofe alla zona interessata delle operein disponibilità dello stesso proponente.
Suolo e sottosuolo
Scenario di base della componente
Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino Idrograficodel Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 045) e dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume Jato ed il bacino del Fiume X. Xxxxxxxxxx (n. 044) e dell’Area Territoriale tra il bacino del Fiume San Xxxxxxxxxx e Punta di Solanto (n. 046) - entro cui ricade
l’area di impianto - è stato redatto nel 2006 ai sensi dell’ART.1 D.L. 180/98 convertito con modifiche con la L.267/98E SS.MM.II.. Esso caratterizza la geologia dell’area come di seguito esposto. La porzione di territorio ricadente all’interno del bacino del Fiume S. Xxxxxxxxxxx delle aree territoriali adiacenti ad esso si inquadra in un contesto geologico, appartenente al settore settentrionale della Sicilia, espressione della componente nordoccidentale della catena Appenninico-Maghrebide (Catalano et al., 1995; 1996). La ditta proponente afferma che: per l’area oggetto del presente progetto, è stata realizzata una campagna di rilievo geologico i cui risultati sono riportati nell’allegata Relazione Geologica. Essa afferma che la successione stratigrafica del sottosuolo è caratterizzata dal basso da una Formazione di Base (FB, riferibile ad argille e sabbie della Fm. Terravecchia), che verso l’alto passano alla porzione alterata della Formazione di Base (FBA) e al terreno vegetale (TV). In altri settori, sono stati distintiantichi terrazzi alluvionali (forme di spianamento) che solo in parte presentano il relativo deposito alluvionale caratterizzato da sabbie grossolane e ciottoli arrotondati di arenarie quarzose.
Erosione del suolo
Per quanto al Comune interessato dall’opera in progetto, Comune di Monreale (PA),non si registrano incrementi di consumo di suolo rilevanti nel periodo 2017-2018 (0.001%). Per quanto all’uso attuale del suolo, l’area interessata dall’installazione dei pannelli fotovoltaici è costituita da alcuni appezzamenti che al momento sono coltivati prevalentemente a seminativo.
Valutazione degli impatti cumulativi
Per quanto all’uso diretto del suolo, si valuti come la scala a cui detti impatti si esplicano è quella strettamente locale ove, la presenza stessa dell’impianto oggetto della presente, esclude quella di altri impianti di ugual natura.
N° Impianto | Comune | Contrada | HA | Uso Suolo |
1 | Camporeale (PA) | C.da Curbici | 3 | Seminativo semplice |
2 | Monreale (PA) | C.da Petarre | 12 | Seminativosemplice |
3 | Salaparuta (TP) | C.da X. Xxxxxxx | 3 | Seminativosemplice |
Ambiente idrico
Valutazione degli impatti cumulativi
La compresenza dell’impianto con eventuali altri impianti, essendo sostanzialmente trascurabile l’impatto prodotto dallo stesso sulla componente ambientale in esame, non potrà ingenerare un sensibile effetto cumulativo sull’ambiente idrico.
Aria e fattori climatici
Valutazione degli impatti cumulativi
mitigazione di seguito esposte – ove presenti agirebbero nell’abito della sola area di cantiere e sarebbero pertanto da ricondurre ad una scala strettamente locale su cui la stessa messa in opera dell’impianto in esame esclude la presenza di altre strutture che possano addurre impatti cumulabili.
Beni Materiali, Patrimonio Architettonico e Archeologico
Valutazione degli impatti cumulativi
Si sono indagati gli aspetti concernenti gli impatti cumulativi sulla componente Beni Materiali, Patrimonio Architettonico e Archeologico, con delle specifiche viste a 360° da punti di interesse presenti nell’area (vedi render allegati alla presente). Esse, partendo dalle viste reali, internalizzano di fatto la tematica degli impatti cumulativi dell’impianto in progetto con altri preesistenti sul territorio. Una apposita Relazione degli Impatti Cumulativi è stata redatta per il presente progetto (cui si rimanda per l’approfondimento della tematica), essa afferma: L’analisi è esposta nella Tavola fotografica impatto cumulativo (TIC) ove emerge chiaramente come l’impianto in progetto, analizzato in relazione agli impianti già esistenti nel territorio, risulti non creare un impatto cumulativo percettibile sul paesaggio
La Relazione degli impatti cumulativi conclude:“Per quanto alla compresenza dell’area dell’impianto in oggetto con altri esistenti, si è verificato come l’incidenza cumulativa delle superfici degli stessi sui territori comunali di rispettiva collocazione non sia rilevante. Per quanto all’impatto paesaggistico, le analisi effettuate, sia areale a mezzo della redazione di una Tavola dell’intervisibilità cumulata, sia puntuale a mezzodell’analisi delle potenziali intervisibilità da specifici punti opportunamente scelti sul territorio, ha mostrato come l’impianto in progetto, analizzato in relazione agli impianti già esistenti nel territorio, risulti non creare un impatto cumulativo percettibile sul paesaggio. La realizzazione di adeguati interventi mitigativi correlata alla realizzazionedegli impianti infatti attenua le possibilità concernenti la cumulazione degli impatti visiviconnessi ai diversi impianti. L’apposita analisi sull’uso del suolo da cartografia regionale consente di affermare che i suoli interessati dalla istallazione di impianti fotovoltaici nell’area, siano prevalentemente impiegati per colture agricole di tipo seminativo e presentino pertanto di per se stessi, bassi valori di biodiversità. Inoltre la compresenza strutture pannellate con aree vegetate crea una discontinuità cromatica che può contribuire, “spezzando” la continuità delle superfici pannellate, alla limitazione dell’effetto lago. Per quanto concerne il cumulo dell’effetto lago con altri impianti, si riscontra come gli altri impianti fotovoltaici esistenti presenti nell’area siano posti ad una distanza tale (oltre 4.1 km) da non interferire con l’home range delle specie avifaunistiche individuate nell’area (vedasi Studio Avifaunistico allegato). Tutti gli interventi mitigativi sono peraltro volti a migliorare la valenza florofaunistica e la biodiversità dell’area - attualmente antropizzata da attività agricoleintensive - nonché creare eventualmente ripari per le specie.”
VISTO e CONSIDERATO che nel SIA le “MISURE DI MITIGAZIONE AMBIENTALE” sono
individuate e descritte all’interno della caratterizzazione delle componenti ambientali nel quadro di riferimento ambientale Di seguito se ne riportano gli stralci ritenuti maggiormente significativi.
Metodologia
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Si è operata una definizione delle misure di mitigazione per tutti gli impatti, sia connessi alla fase di cantierizzazione che di esercizio, per cui è stato possibile identificare le misure stesse. In particolare si è proceduto come di seguito esposto:
- individuazione della misura di mitigazione per il singolo impatto;
- descrizione della misura;
- valutazione della capacità di mitigazione della misura in termini di:
▪ contenimento dell’entità dell’impatto (eventualmente eliminazione);
▪ limitazione dello spazio su cui l’impatto si esplica o della sua durata temporale.
Si sono inoltre descritte le misure previste per evitare, prevenire, ridurre o, se possibile, compensare gli impatti ambientali significativi e negativi identificati del progetto. Tale descrizione deve spiegare in che misura gli impatti ambientali significativi e negativi sono evitati, prevenuti, ridotti o compensati e deve riguardare sia le fasi di costruzione che di funzionamento. Il concetto di prevenzione degli impatti dovuti alla costruzione ed all’esercizio di un’opera, introdotto dal DLgs 104/2017 (cfr. Allegato VII punto 7, così come modificato dal citato decreto), concerne l’insieme di quelle scelte da assumere in fase di progettazione al preciso fine di evitare e/o prevenire il determinarsi di detti impatti, senza con ciò dover ricorrere alla definizione di interventi di loro mitigazione, ovvero, laddove ciò non fosse bastevole/possibile, di compensazione. Assunto che il concetto di prevenzione si sostanzia nell’integrazione della dimensione ambientale all’interno del processo di progettazione di un’opera, i termini nei quali avviene l’interazione tra la sfera progettuale e quella ambientale, ossia tra l’ambito della definizione delle scelte progettuali e quello dell’analisi degli effetti ambientali da queste determinati, non si esplica secondo un rapporto di tipo univoco. In altri termini, avendo identificato i profili rispetto ai quali procedere all’analisi ambientale di un’opera nelle dimensioni Costruttiva, “Opera come costruzione”, Fisica, “Opera come manufatto”, ed Operativa”, “Opera come esercizio”, ed avendo adottato la medesima logica nell’articolazione degli ambiti d’azione relativi alle misure assunte per evitare e prevenire gli impatti, è possibile affermare che non sussiste un’unica correlazione tra la dimensione progettuale a cui appartiene l’ambito d’azione e quella di analisi ambientale con riferimento alla quale sono stati identificati gli impatti alla cui prevenzione sono rivolte dette misure. Esemplificando, il definire la configurazione fisica prestando - ad esempio - particolare attenzione all’assetto attuale delle possibili aree di intervento, costituisce una scelta che, seppur afferente alla dimensione progettuale Fisica, si riflette su tutte le tre dimensioni di analisi ambientale. Muovendo da tale considerazione, a valle della necessaria preventiva individuazione delle misure volte ad evitare/prevenire le diverse tipologie di impatti relative ai fattori di cui all’art. 5 lett. c) del D.lgs. 152/2006 così come modificato dal D.lgs. 104/2017, è stata successivamente operata una loro sistematizzazione volta ad evidenziare le possibili sinergie che l’attuazione di ciascuna di dette misure consente di ottenere in termini di esclusione e/o prevenzione di impatti afferenti a diversi fattori ambientali.
Valutazione conclusiva
In ultimo è stato possibile effettuare una valutazione conclusiva degli effetti sull’ambiente dell’opera considerando sia le azioni di progetto che le mitigazioni individuate, traendo in tal modo un bilancio ambientale complessivo dell’intervento-
Popolazione: campi elettromagnetici, vibrazioni
Mitigazione e prevenzione degli impatti.
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente campi elettromagnetici si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
− localizzazione dell’area di impianto al di fuori del centro abitato (il più prossimo è Camporeale a 7.5 km ca.) e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− impiego di apparecchiature elettromeccaniche nell’impianto e nelle stazioni elettriche tali da non produrre vibrazioni di rilievo;
− localizzazione dell’area per la realizzazione delle opere di connessione al di fuori del centro abitato e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− condivisione della consegna alla RTN con altri produttori minimizzandotutti gli impatti connessi;
− assenza di linee aeree elettriche e impiego di cavidotti MT ed AT interrati al di sotto di 1.2 m, progettazione e posa secondo gli standard nazionali ed internazionali vigenti;
− corretto dimensionamento delle opere elettromeccaniche ed impiego di apparecchiature certificate secondo la normativa vigente.
Popolazione rumore
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente rumore si sono poste in esserele seguenti mitigazioni:
− Localizzazione dell’area di impianto al di fuori del centro abitato il più prossimo è Camporeale a 7.5 km ca.) e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− Localizzazione dell’area per la realizzazione delle opere di connessione al di fuori del centro abitato e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
− Limitazione, in fase di cantiere, della presenza contemporanea di più sorgenti sonore a mezzo di opportuna calendarizzazione della presenzadelle macchine operatrici in cantiere;
− Scelta progettuale di apparecchiature elettriche a bassa emissionesonora;
− Condivisione della connessione alla RTN con altri produttori minimizzando tutti gli impatti connessi;
− Scelta progettuale di realizzazione cavi elettrici di collegamento (sia AT che MT) interrati in vece di soluzioni aeree la cui realizzazione avrebbe comportato la possibilità di un maggiore impatto (effetto corona, vento, ecc…).
Rete Natura 2000
Il proponente afferma che: attenendosi rigidamente alle misure di mitigazione proposte, il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile solare nel Comune di Monreale (PA) denominato “Marcanzotta” risulta essere compatibile con la componente avifaunistica.”
Per quanto concerne la flora interessata dalla realizzazione degli impianti, la necessità di prevedere delle opere di mitigazione a verde contestualmente all’istallazione dei pannelli, comporterà necessariamente un arricchimento della componente vegetazionale dell’area attualmente interessata come sopraesposto, esclusivamente da colture agricole. Per quanto all’effetto lago sulla componente avifaunistica lo Studio Avifaunistico allegato al presente progetto afferma:
• interruzione del continuum generato dal posizionamento dei tracker mediante la frapposizione di aree a verde (sia fasce contermini agli impluvi, sia fascia perimetrale, sia aree interne a verde);
• distanziamento dei filari di strutture di sostegno dei pannelli tale da non ingenerare un continuum (il progetto prevede un interasse superiore ai 9,3 m);
• istallazione di “inseguitori monoassiali” caratterizzati da un continuo e lento movimento di inseguimento del sole (inseguitori di rollio), il che diminuisce ulteriormente la possibilità che i pannelli possano essere scambiati per una distesa d’acqua;
• istallazione di xxxxxxxx a basso indice di riflettanza con superfici esposte difficilmente ingeneranti riflesso simile a quello delle superfici acquose.
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
• danneggiamento e/o eliminazione diretta di habitat e specie floristiche: La sottrazione di habitat e specie floristiche dal SIC è nulla essendo l’impianto posto al di fuori del SIC stesso; è prevista la ripiantumazione delle colture arbustive eventualmente espiantate in aree limitrofe alla zona d’impianto in disponibilità dello stesso proponente.
• impatti sulla componente atmosfera: in cantiere si impiegheranno solo macchinari conformi alle ultime vigenti normative europee; è inoltre prevista la riduzione delle polveri prodotte dalle attività e dal transito degli automezzimediante innaffiamento delle strade e delle aree sterrate;
• Impatti derivati: il traffico di veicoli pesanti per il trasporto di materiali in cantiere non interesserà il sito Natura 2000 come da percorsi individuati nell’allegata tav. Cantierizzazione;
• impatti sulla componente rumore: verrà opportunamente calendarizzata la presenza delle macchine operatrici in cantiere in modo da minimizzare gli effetti di disturbo sulla fauna; le apparecchiature elettromeccaniche (inverters, trasformatori) previsti sono ottimizzati per la riduzione delle emissioni sonore;
• tempi di costruzione: essi saranno contenuti mediante opportuno cronoprogramma e mediante la minimizzazione delle nuove piste da aprire edegli impianti di connessione alla rete;
• è prevista la restituzione alle condizioni iniziali delle aree di cantiere nonstrettamente necessarie alla funzionalità dell’opera;
• condivisione della connessione alla RTN con altri produttori minimizzando tutti gli impatti connessi;
• rifiuti: la tecnologia fotovoltaica non ne produce alcuno;
• rischio di erosione causato dalla impermeabilizzazione delle strade di servizio: l’apertura di nuove piste è limitata a 2000 m ca. prevedendo l’impiego di viabilità esistente, esse inoltre sono previste con copertura preferibilmente non impermeabilizzata;
• disturbo fauna: il cavo di connessione alla stazione di consegna dell’energia è previsto interrato e non linea aerea, che maggiori interferenze con la faunapotrebbe presentare;
Il proponente afferma che: Il presente progetto prevede la realizzazione di oltre 64 ha di aree a verde compresi nell’area impianto per le quali non si prevede di effettuare operazioni di diserbo (per una approfondita descrizione delle quali si rimanda all’allegato Studio delle opere di mitigazione a verde).
Erosione del suolo
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente suolo e sottosuolo si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
- scelta progettuale del sito di installazione in prossimità di viabilità preesistente in modo da limitare il consumo di suolo per apertura di nuove piste
- scelta progettuale di realizzare l’area di cantiere all’interno del sito stesso al fine di minimizzare il consumo di suolo ad essa destinato;
- mantenimento del suolo pedologico tramite semplice infissione dei sistemi disupporto dei pannelli;
- non interessamento del sottosuolo con fondazioni tramite semplice infissione dei sistemi di supporto dei pannelli;
- non interessamento del sottosuolo con fondazioni tramite impiego di container per esterni;
- condivisione della connessione alla RTN con altri produttori minimizzando tutti gli impatti connessi.
Ambiente idrico
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente ambiente idrico si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
• non interessamento del sottosuolo con fondazioni tramite sempliceinfissione dei sistemi di supporto dei pannelli;
• condivisione della connessione alla RTN con altri produttori minimizzandotutti gli impatti connessi;
• minimizzazione della possibilità di interferire con la falda localizzando l’impianto in un’area pianeggiante (pertanto diminuendo la necessità direalizzare degli scavi);
• attraversamento dei corsi d’acqua col cavidotto MT interrato solo su viabilitàpreesistente.
Aria e fattori climatici
Mitigazione e prevenzione degli impatti
Nel trattamento e nella movimentazione del materiale saranno adottati i seguentiaccorgimenti:
• nei processi di movimentazione saranno utilizzate scarse altezze di getto e bassevelocità d’uscita;
• i carichi di inerti fini che possono essere dispersi in fase di trasporto sarannocoperti;
• verranno ridotti al minimo i lavori di raduno, ossia la riunione di materiale sciolto;
• minimizzazione dei percorsi di trasporto dei materiali;
In riferimento ai depositi di materiale saranno adottati i seguenti accorgimenti:
• bagnatura delle superfici in cantiere laddove necessario.
• saranno ridotti i tempi in cui le aree di cantiere e gli scavi rimangono esposti all’erosione del vento;
• le aree di deposito di materiali sciolti saranno localizzate lontano da fonti di turbolenza dell’aria;
• i depositi di materiale sciolto verranno adeguatamente protetti mediante misure come la copertura con stuoie, teli o copertura verde.
Infine, in riferimento alle aree di circolazione nei cantieri saranno intraprese leseguenti azioni:
• pulitura sistematica a fine giornata delle aree di cantiere con macchine a spazzole aspiranti, evitando il perdurare di inutili depositi di materiali di scavo o di inerti;
• pulitura ad umido degli pneumatici degli autoveicoli in uscita dal cantiere tramite vasche di pulitura all’intersezione con la viabilità ordinaria;
• programmazione, nella stagione anemologicamente più attiva, di operazioni regolari di innaffiamento delle aree di cantiere;
• recintare le aree di cantiere con reti antipolvere di idonea altezza in grado di limitare all’interno la sedimentazione delle polveri;
• controllare le emissioni dei gas di scarico dei mezzi di cantiere ovvero del loro stato di manutenzione;
• impiego di mezzi di cantiere conformi alle più aggiornate normative europee.
Beni Materiali, Patrimonio Architettonico e Archeologico
Mitigazione e prevenzione degli impatti
La scelta progettuale è stata finalizzata alla minimizzazione del fenomeno di “Riduzione del sistema paesaggistico”, consistente nella progressiva diminuzione, eliminazione, alterazione, sostituzione di parti o componenti strutturanti di un sistema. Ciò è stato realizzato tramite le seguenti:
oAssecondando le geometrie consuete del territorio come i percorsi esistenti;
oevitando di interrompere le unità storiche riconosciute quali i crinali;
oevitando la rimozione di elementi quali reti di canalizzazioni agricole, fontane ed edicole votive ecc…
onon interessando direttamente alcuno dei beni isolati presenti nell’area.
La condivisione della connessione alla RTN con altri produttori, minimizza tutti gli impatti connessi: consumo di suolo, impermeabilizzazione di suolo, tempi di cantierizzazione, impatti in fase di cantiere sulle componenti atmosfera, acqua, rumore, ecc.., eliminazione specie floristiche, impatto paesaggistico.Per quanto alla riduzione dell’impatto paesaggistico dell’impianto nell’area in generale, esso è stato inoltre minimizzato:
o distanziandosi in linea d’aria da elementi di pregio paesaggistico come le aree archeologiche decretate (di cui la più prossima è Monte Castellazzo nel territorio del Comune di Poggioreale ad oltre 5.5 km identificato come Centro indigeno ellenizzato al n. 60 delle LLGG del PTPR);
o ponendosi al di fuori dei beni isolati (il più vicino essendo a 200m ca. la masseria Marcansotta n. 84 delle LLGG del PTPR);
o distanziandosi dai centri abitati di cui il più prossimo è Camporeale ad oltre 7.5 km.
Paesaggio
Mitigazione e prevenzione degli impatti
I suoli interessati dall’istallazione dei pannelli sono attualmente adibiti ad usoagricolo (vedasi Relazione Agronomica allegata al progetto). Il sito di ubicazione dell’Impianto fotovoltaico non ricade in area vincolata. Di seguitosi riporta l’elenco delle aree vincolate più prossime all’impianto:
oArea Ramsar: oltre 35 km ca. (Pantano Leone);
oParco: oltre 15km ca. (parco naturale regionale denominato "Parco di MontiSicani");
oRiserva: oltre 8.3 km ca. (Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa”);
oelemento della Rete Natura 2000: oltre 7.2 km ca. (SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA”);
oOasi: oltre 00 xx xx. (Xxxx xxx XXX “Xxxxxxxx”);
oaree archeologiche decretate: oltre 5.5 km (Monte Castellazzo nel territorio del Comune di Poggioreale identificato come Centro indigeno ellenizzato al
on. 60 delle LLGG del PTPR);
obeni isolati: a 200m ca. (masseria Marcansotta n. 84 delle LLGG del PTPR);
ocentri abitati: oltre 7.5 km ( Camporeale ).
L’impiego di una connessione alla RTN condivisa con altri produttori, minimizza tutti gli impatti connessi: consumo di suolo, impermeabilizzazione di suolo, tempi di cantierizzazione, impatti in fase di cantiere sulle componenti atmosfera, acqua, rumore, ecc.., eliminazione specie floristiche, impatto paesaggistico.
Si sono previste, al fine di mitigare i comunque non rilevanti impatti dell’impianto, alcune opere di mitigazione tra cui la messa a dimora di una adeguata fascia arborea di mitigazione visiva in 10 m minimi di larghezza per un totale di 64 ha d’area a verdeprevista
Popolazione: campi elettromagnetici, vibrazioni.
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente campi elettromagnetici si sono poste in essere le seguenti mitigazioni:
o localizzazione dell’area di impianto al di fuori del centro abitato e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
o localizzazione dell’area per la realizzazione delle opere di connessione al di fuori del centro abitato e comunque in aree prive di ricettori sensibili;
o condivisione della stazione elettrica di trasformazione con altri produttori minimizzando tutti gli impatti connessi;
o assenza di linee aeree elettriche e impiego di cavidotti MT ed AT interrati al di sotto di 1.2m, progettazione e posa secondo gli standard nazionali ed internazionali vigenti;
o corretto dimensionamento delle opere elettromeccaniche ed impiego di apparecchiature certificate secondo la normativa vigente.
VISTO e CONSIDERATO che il Piano di Utilizzo delle Terre e Rocce da scavo (quarta revisione del 17/12/2021), presentato volontariamente dalla Ditta proponente a seguito del parere ARPA rilasciato con nota prot. ARTA n. 79777 del 25/11/2021, presenta ancora alcune carenze ed in partricolare:
- in merito alle attività di caratterizzazione ambientale e alle procedure di campionamento che si intendono eseguire, esaminato il totale dei volumi di materiali di scavo previsto che sarà di circa 71.159,64 metri cubi, bisognerà fare riferimento all'Allegato 2 al DPR 120/ 17, il quale riporta che la densità dei punti d'indagine nonché la loro ubicazione vengono stabilite su un modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) o sulla base di considerazioni di tipo statistico (campionamento sistematico su griglia o casuale) e stabilisce altresì il numero minimo dei punti d'indagine in base alla dimensione dell'area d'intervento;
- tenuto conto che l'area interessata dalle opere d'impianto riportata nello SIA ha una estensione di circa 128,9 ettari, si ritiene che il numero totale dei punti d'indagine (numero 60) riportati nel documento in esame nella tabella a pag.22 del Piano, relativamente alle aree interessate dall'installazione dei moduli fotovoltaici, siano insufficienti alla caratterizzazione ambientale del sito. Tra l'altro, le dimensioni delle aree di scavo e il numero dei punti d'indagine non risultano coerenti con le dimensioni delle aree riportate nella tavola 25" Planimetria dei punti di prelievo";
- è necessario chiarire per le aree interessate dall'installazione dei moduli fotovoltaici e dalla realizzazione della viabilità interna e delle recinzioni, quali siano stati i criteri sulla base delle dimensioni dell'area d'intervento che abbiano portato alla determinazione del numero dei punti d'indagine, avendo riscontrato che nella maggior parte dei lotti l'ubicazione dei punti d'indagine non è rappresentativa del lotto in questione;
- in merito al riutilizzo in situ delle terre e rocce da scavo ad eccezione dei volumi già identificati da conferire in discarica/centro di recupero che, qualora in fase di progettazione esecutiva o comunque prima dell'inizio dei lavori non venga accertata l'idoneità del materiale scavato all'utilizzo ai sensi dell'art. 185, comma1, lettera c, le terre e rocce dovranno essere gestite come rifiuti ai sensi della Parte IV del D.lgs.152/06;
- relativamente alla modalità di deposito del materiale che dovrà essere riutilizzato in situ, nel documento non viene riporta alcuna planimetria con la designazione delle aree adibite a deposito temporaneo delle terre e delle rocce, in attesa di caratterizzazione, sia di quelle relative ai materiali che saranno conferiti a discarica/centro di recupero.
- in presenza di materiali di riporto, in accordo alla Circolare MATTM Prot. 15786.10-11-2017 "Disciplina delle matrici materiali di riporto-chiarimenti interpretativi" ai fini del riutilizzo in situ ai sensi dell'art. 24 del DPR 120/2017, dovrà essere verificata la conformità al test di cessione di cui al DM 5 febbraio 1998 allo scopo di escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee;
VISTO CONSIDERATO che è stata redatta una Relazione Preliminare d’Incidenza Ambientale (RIA) in quanto “Il nodo della rete di Natura 2000 che risulta essere più prossimo all’impianto in esame, è il Sito di Interesse Comunitario SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA
DI S. NINFA”, che ne dista 7.2 km ca. La presente relazione avrà pertanto quale oggetto la valutazione preliminare di incidenza del parco eolico in esame sul suddetto sito”.
Nella RIA viene descritta la Zona Speciale di Conservazione XXX000000 e precisamente il suo inquadramento geografico, gli habitat presenti e la descrizione del sito.
Viene analizzato il relativo Piano di Gestione attraverso i suoi caratteri generali e gli obiettivi generali e specifici. In particolare gli obiettivi generali sono:
1) Conservazione degli habitat e delle specie di interesse ed incremento della biodiversità;
2) Conservazione dell’integrità del Sito e limitazione dell’impatto antropico;
3) Rafforzamento delle azioni di governance del Sito;
4) Promozione dello sviluppo di attività economiche connesse con la gestione del Sito ed aumento del consenso da parte della comunità locale;
5) Integrazione del Sito nel territorio circostante all’interno della Rete Ecologica Siciliana.
Approfondendo gli obiettivi specifici definiti dal Piano di Gestione del SIC possiamo individuarne uno inerente alla nostra area d’interesse ovvero la “Promozione ed incentivazione degli usi sostenibili delle risorse”.
Come indicato nella matrice di valutazione, per quanto sopra esposto, si può preliminarmente concludere che l’incidenza dell’impianto fotovoltaico “Marcanzotta” nel comune di Monreale da 86.16 MWp e delle relative opere di connessione alla rete sul SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA” può essere considerata trascurabile, non apportando effetti diretti su habitat ed ambienti naturali e seminaturali.
La RIA prevede le seguenti opere di mitigazione ambientale.
- Danneggiamento e/o eliminazione diretta di habitat e specie floristiche: La sottrazione di habitat e specie floristiche dal SIC è nulla essendo l’impianto posto al di fuori del SIC stesso e ricadendo interamente in un’area agricola priva di particolare valore floristico-vegetazionale; è prevista la ripiantumazione in altro luogo degli esemplari eventualmente rimossi in fase di costruzione;
- Impatti sulla componente paesaggistica: L’impatto paesaggistico dei pannelli solari potrà essere mitigato dalla creazione di fasce di vegetazione arborea e arbustiva intorno l’impianto al fine di mascheramento dello stesso.
- Impatti sulla componente atmosfera: in cantiere si impiegheranno solo macchinari conformi alle ultime vigenti normative europee; è inoltre prevista la riduzione delle polveri prodotte dalle attività e dal transito degli automezzi mediante innaffiamento delle strade e delle aree sterrate;
- Impatti derivati: il traffico di veicoli pesanti per il trasporto di materiali in cantiere non interesserà l’area SIC;
- È prevista la restituzione alle condizioni iniziali delle aree di cantiere non strettamente necessarie alla funzionalità dell’opera;
- Rifiuti: la tecnologia solare fotovoltaica non ne produce alcuno;
- Rischio di erosione causato dalla impermeabilizzazione delle strade di servizio: l’apertura di nuove piste è limitata a 2000 m ca. prevedendo l’impiego di viabilità esistente, esse inoltre sono previste con copertura preferibilmente non impermeabilizzata;
- Disturbo fauna: in considerazione della notevole interdistanza tra l’area d’impianto e il SIC, non si prevede che l’esercizio dell’impianto, il quale peraltro sarà privo di tiranti e di parti in tensione esterne, possa arrecare disturbo alla fauna; inoltre il cavo di connessione alla stazione di consegna dell’energia è previsto interrato e non linea aerea, che maggiori interferenze con la fauna potrebbe presentare
CONSIDERATO che nella RIA in conclusione si dichiara che: facendo un’approfondita analisi relativamente alla valutazione preliminare d’incidenza è emerso come gli impatti dell’impianto nelle fasi di cantierizzazione, di esercizio e monitoraggio e di dismissione dell’opera, risultano essere trascurabili.
RISCONTRO AL PARERE ISTRUTTORIO INTERMEDIO CTS N. 20/2021 DEL 24/03/2021
VISTI e CONSIDERATI i riscontri della Ditta proponente alle criticità evidenziate dalla CTS nel PII n. 20/2021 del 24/03/2021 che hanno comportato una revisione dell’intera documentazione di progetto evidenziata nell’elaborato RS06REL002312 “Relazione Riscontro Parere” i cui contenuti vengono riportati di seguito unitamente alla verifica di superamento della criticità espressa dalla CTS.
Criticità 1
La valutazione di coerenza e compatibilità programmatica dell’intervento progettuale rispetto a tutti gli strumenti di programmazione e pianificazione presi in considerazione deve indicare specificatamente le caratteristiche e la tipologia dell’area di riferimento (secondo la classificazione operata da ciascun piano o programma esaminato), evidenziando altresì vincoli e prescrizioni - contenute nella parte riguardante i regimi normativi di ciascun piano o programma, nelle NTA o altro atto equivalente – riferibili alla tipologia di area su cui ricade l’intervento e rappresentando esplicitamente i rapporti di coerenza del progetto rispetto al quadro prescrittivo e vincolistico desumibile dai regimi normativi di ciascun strumento di pianificazione.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Il Quadro di Riferimento Programmatico dello SIA è stato rivisto ed integrato con una valutazione della coerenza programmatica degli obiettivi dei vari strumenti di pianificazione analizzati con l’intervento progettuale in esame sintetizzati; in una specifica tabella sinottica vengono sintetizzate le coerenze.
VALUTATO che si ritiene pertanto superata la criticità n. 1.
Criticità 2
La descrizione dei rapporti di coerenza e compatibilità dell’Intervento rispetto agli strumenti di pianificazione e programmazione deve essere estesa anche alle aree che saranno interessate dalla linea di connessione con la RTN
Controdeduzioni della Ditta proponente
Coerenza e compatibilità dell’Intervento rispetto agli strumenti di pianificazione e programmazione sono verificati anche per le aree interessate dalle opere di connessione, in merito si veda quanto già richiamato per l’approfondimento n° 1 e gli allegati grafici allo Studio di Impatto Ambientale
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 2
Criticità 3
il quadro programmatico non risulta completo e, a titolo indicativo e non esaustivo, deve essere integrato dai seguenti strumenti di pianificazione e programmazione:
- Green Deal europeo o Patto Verde europeo 2020-2050;
- Piano di Azione Europeo per l’Economia Circolare 2020;
- Piano di Gestione del Rischio Alluvioni;
- Rapporto preliminare rischio idraulico in Sicilia;
- Piano di Sviluppo Rurale 2014-2022 della Sicilia;
- Piano Regionale Faunistico Venatorio 2013-2018;
- Piano Regionale per la lotta alla Siccità 2020;
- Piano di Azione per l’Energia Sostenibile.
Controdeduzioni della Ditta proponente
In merito si veda quanto già richiamato per l’approfondimento n° 1.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene pertanto superata la criticità n. 3
Criticità 4
Occorre attestare che non sussistano per l’area oggetto dell’intervento i divieti previsti dall’art. 10 della L. 353/2000, dalla L.R. 16/1996 e ss.mm.ii. e dall’art. 58 della L.R. del 04/2003.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Per quanto all’art. 10 della L. 353/2000 si trasmettono (allegato XXX XX00XXX0000X0) i Certificati di Destinazione Urbanistica emessi dal Comune di Monreale in data 11/03/2020 i quali attestano come le aree d’impianto non ricadano in zona boscata e/o pascolo il cui soprassuolo sia stato percorso dal fuoco negli ultimi 10 anni (art. 10 della Legge 353/2000).
Per quanto alla L.R. 16/1996, l’assenza di vincolo boschivo sulle aree dell’impianto fotovoltaico di Marcanzotta è attestata nelle tavole allegate al progetto presentato:
• 08.A Opere di progetto su carta dei vincoli RS06EPD0020S1
• 08.B Opere di progetto su carta dei vincoli RS06EPD0021S1 In merito all’art. 58 della L.R. del 04/2003 esso recita:
“Mutamento destinazione opere per l'agricoltura : Gli immobili e le opere che hanno beneficiato di aiuti regionali per l'agricoltura non possono essere distolti dalla destinazione per la quale è stato concesso l'aiuto per almeno dieci anni dalla data di fine lavori”.
Nel merito, i proprietari delle aree in oggetto hanno prodotto dichiarazioni concernenti gli aiuti all’agricoltura regolarmente allegate al progetto presentato (file dich_progettista_propriet_CDU RS06ADD0012A0.pdf). Vedasi inoltre la AGR Relazione Agronomica (allegato RS06REL0001S2) revisionata completa della dichiarazione di cui all’approfondimento n° 17.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene pertanto superata la criticità n. 4
Criticità 5
Deve essere prodotta la comunicazione alla competente Sovrintendenza prevista dal punto 13.3 del D.M. 10 settembre 2009 a mente del quale «Nei casi in cui l'impianto non ricada in zona sottoposta a tutela ai sensi del d.lgs. 42 del 2004, il proponente effettua una comunicazione alle competenti Soprintendenze per verificare la sussistenza di procedimenti di tutela ovvero di procedure di accertamento della sussistenza di beni archeologici, in itinere alla data di presentazione dell'istanza di autorizzazione unica;
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si precisa che in data 28/02/2020 è stata trasmessa la nota “Limes 17 - comunicazione ai sensi del punto 13.3 del D.M. 10/9/2010, ai fini della verifica della sussistenza di procedimenti di tutela ovvero di procedure di accertamento della sussistenza di beni archeologici in itinere” alla Soprintendenza di Palermo (allegato Richiesta_sorprintendenza_apponendi_vinc RS06ADD0024I2).
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 5
QUADRO PROGETTUALE
Criticità 6
La relazione di compatibilità idraulica del progetto deve essere adeguata a quanto stabilito dal Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni del distretto idrografico della Sicilia approvato con D.P.C.M. 7 marzo 2019.
Controdeduzioni della Ditta proponente
E’ stata trasmessa la Relazione di dimensionamento idraulico (allegato RDI Relazione di dimensionamento idraulico RS06REL0006S2) aggiornata la quale afferma:
“Il presente studio idraulico è stato sviluppato anche sulla base di quanto stabilito nel Piano di Gestione del rischio Alluvioni del distretto idrografico della Sicilia (PGRA) approvato con D..C.M. 7 marco 2019. […]
In merito agli elementi analizzati, come già precedentemente esposto, non si ravvede la possibilità del manifestarsi di condizioni di pericolosità idraulica con effetti diretti sia sui manufatti e sulle aree interessate dalle opere sia sui corpi recettori posti a valle del progetto.
Vista la sostanziale assenza di modifiche geomorfologiche dei siti, la mancanza di modifica delle aree dei bacini scolanti, l’inalterata permeabilità si può concludere che il progetto garantisce un risultato di invarianza idraulica sui recettori naturali posti a valle delle opere.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 6
Criticità 7
Compatibilmente con il livello di progettazione richiesto per la valutazione di impatto ambientale e dalle previsioni di cui al D.M. 10 settembre 2009, devono essere puntualmente definiti- in relazione anche alla morfologia dei luoghi- gli interventi riguardanti scavi, viabilità, fondazioni e sistemazione delle aree dove verranno posizionate le stringhe, adeguando, ove occorra, le valutazioni di carattere ambientale relative alle componenti interessate.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Sono state trasmesse n. 24 tavole integrative di dettaglio con scavi e riporti (allegato RS06EPD0042I2) con individuazione delle aree soggette alle operazioni rispettivamente di scavo e riporto.
VALUTATO quanto riscontrato si i ritiene superata la criticità n. 7
Criticità 8
occorre fornire la quantificazione del materiale scavato, tendo conto di tutte le lavorazioni comprese nel progetto, ivi comprese quelle afferenti alla realizzazione delle connessione per l’allacciamento alla rete.
Controdeduzioni della Ditta proponente
E’ stato trasmesso il Piano di Utilizzo delle terre e rocce da scavo (allegato RS06REL0014S2) aggiornato con le opere di connessione (impianti di rete e di utenza per la connessione), il quale valuta i movimenti terra riportati in una tabella sinottica.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 8
Criticità 9
si chiede di integrare il progetto con il “Piano preliminare di utilizzo in situ delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti”, ai sensi dell’art. 24 del DPR 120/2017 che deve altresì chiarire: i volumi di scavo riguardanti l’esecuzione delle opere infrastrutturali lineari che si intendono realizzare; contenere apposita planimetria su cui evidenziare i punti ove condurre i campionamenti nonché le aree di deposito preliminare delle terre e rocce prodotte in attesa di caratterizzazione; specificare il numero di campioni che si intendono prelevare e le relative profondità di prelievo da sottoporre ad analisi.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Oltre al Piano di utilizzo delle terre e delle rocce da scavo revisionato, si trasmettono le seguenti tavole:
• tavole 24 Planimetrie di dettaglio con scavi e riporti (allegato RS06EPD0042I2) con individuazione delle aree soggette alle operazioni rispettivamente di scavo e riporto;
• tavola 20 Tavola della Cantierizzazione (allegato RS06EPD0037I2) con individuazione delle aree di deposito temporaneo materiale cavato;
• tavola 25 Planimetria punti di campionamento (allegato RS06EPD0043I2) con individuazione dei punti di campionamento del materiale cavato soggetto ad indagine.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 9
QUADRO AMBIENTALE
Criticità 10
Occorre integrare lo SIA con lo studio relativo alla valutazione del “Principio dell’invarianza idraulica” in corrispondenza del sito interessato dall’impianto, come previsto dal Piano di Gestione del Rischio Alluvioni.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Sono stati trasmessi dalla Ditta proponente la “Relazione geologica aggiornata” e la “Relazione di dimensionamento idraulico” nelle quali si afferma:
- Dalle considerazioni sin qui esposte, i previsti lavori per la realizzazione di quanto in progetto, non porteranno alcuna modifica al deflusso superficiale delle acque meteoriche né alcuna interferenza con l’assetto idrogeologico delle acque di circolazione profonda.”
- Il progetto è stato sviluppato con particolare attenzione tendente ad ottenere un risultato di sostanziale invarianza idraulica sui recettori naturali posti a valle delle opere progettate.
Infine la Relazione Generale dello Studio di impatto ambientale (allegato RS06SIA0001S2) revisionata afferma: “ (§ 4.8.3 Valutazione degli impatti: esercizio e manutenzione) Per quanto riguarda l’impianto in oggetto, l’instaurarsi di fenomeni di erosione idrica localizzati all'interno dell'area di progetto a seguito di eventi piovosi sarà di fatto trascurabile in considerazione dei seguenti fattori:
• la scarsa pendenza del sito: si è provveduto in fase di progetto a limitare le pendenze delle superfici previste entro il 15% ca;
• ripristino del manto erboso: le aree oggetto di istallazione dei pannelli fotovoltaici saranno oggetto di opere di mitigazione a verde e delle relative manutenzioni (vedasi §. Aree a Prato dello Studio delle opere di mitigazione a verde);
• contenimento della lunghezza di raccolta dell’acqua piovana: detta lunghezza sarà pari a quella del singolo pannello (2m in configurazione portrait sulla struttura di sostegno);
• contenimento della velocità di impatto dell’acqua: per la maggior parte delle ore giornaliere i pannelli saranno posti in posizione suborizzontale (le posizioni di massima inclinazione si realizzano solo nelle ore di tramonto ed alba) in tal modo contenendo l’accelerazione delle particelle d’acqua in caduta verso il suolo.
Quanto sopraesposto comportando un l’inerbimento e la manutenzione della superficie di impatto dell’acqua nonché la limitazione della superficie captante e dell’accelerazione delle particelle d’acqua, consentirà di arginare sia il fenomeno dello splash erosion che quello dello sheet erosion connessi alla istallazione dei pannelli fotovoltaici.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 10
Criticità 11
Bisogna produrre una adeguata rappresentazione cartografica del layout dell’impianto in sovrapposizione con la Carta Sensibilità Ecologica, la Carta Pressione Antropica, la Carta Rete Ecologica, la Carta Fragilità Ambientale, e la Carta Valore Ecologico, rappresentando altresì, a fronte delle caratteristiche risultanti dalle predette carte, idonei elementi valutativi al fine di dimostrare l’assenza di significativi impatti rispetto alle componenti interessate.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si è trasmesso lo SNA Studio Naturalistico (allegato RS6REL0021I2), corredato della tavola 22 Individuazione Area impianto su Progetto Carta Natura (allegato RS06EPD0040I2), dove si concluse che:
“[…] Non è stata rilevata alcuna specie vegetale sensibile nell’area del progetto di impianto fotovoltaico di contrada Marcanzotta in agro di Monreale (PA). Le opere di installazione dell’impianto fotovoltaico sono localizzate sui seminativi cerealicoli e foraggeri, quindi su superfici soggette ad intensa attività agricola, pertanto si constata che gli interventi previsti nel progetto, non determinano effetti negativi sugli strati di vegetazione rilevata e descritta per la zona dell’impianto.
Lo stesso cavidotto previsto in progetto è posto sotto traccia, interseca taluni seminativi poi percorre linearmente talune piste agricole e altre arterie stradali: pertanto anche le opere di scavo per la posa del cavidotto, non determinano conseguenze ostative per la colonizzazione spontanea della flora e della vegetazione sulle superfici del progetto.
Nella sede del progetto di impianto fotovoltaico, non sono state individuate condizioni ambientali riconducibili agli habitat di Natura 2000, né sono stati individuate situazioni ambientali riconducibili a biotopi. Non sono stati individuati ambienti naturali e seminaturali rappresentativi di un paesaggio ancora integro, perché l’espansione delle attività agricole ha ristretto i territori dove possano conservarsi lembi di vegetazione naturale e/o seminaturale. Sotto il profilo delle unità ambientali, nel territorio del progetto, domina in prevalenza un paesaggio basso collinare composto di seminativi agricoli e altre colture intensive. Pertanto si esclude un danno diretto e una indiretta interferenza sulle condizioni ecologiche degli habitat a seguito della installazione dell’impianto fotovoltaico e delle relative opere di connessione.
In conclusione, l’indagine sugli aspetti biologici dell’area interessata dal progetto, ha messo in risalto che, in generale, si escludono impatti negativi sulla flora, sulla vegetazione, sulla fauna e sugli habitat a seguito dei lavori di posa in opera dell’impianto fotovoltaico, delle strutture annesse e delle opere di connessione alla RTN di contrada Xxxxxxxxxxx in agro di Monreale (PA).
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene pertanto superata la criticità n. 11
Criticità 12
Relativamente al consumo di suolo, al fine di analizzare l’eventuale alterazione generata dall’intervento, unitamente agli altri interventi della stessa tipologia e natura e realizzati/programmati in aree prossime, dei caratteri specifici del paesaggio locale, è necessario approfondire la problematica tenendo conto dei dati forniti da ARPA Sicilia nella pubblicazione “Consumo di suolo in Sicilia Monitoraggio nel periodo 2017-2018”.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Vengono riportate le stime di consumo di suolo a livello nazionale negli ultimi sei anni e quelle effettuate da ARPA Sicilia nel periodo 2017-2018 a livello regionale, provinciale e comunale: in particolare viene evidenziato che nel periodo 2017-2018 nel territorio del comune di Monreale non si registrano incrementi di suolo rilevanti.
Si noti come la presenza dei pannelli non comporterà un aumento dell’impermeabilizzazione del suolo poiché il sistema di supporto degli stessi è fondato per semplice infissione e le aree di transito perimetrali non saranno asfaltate. Pertanto l’area impermeabilizzata coinciderà con quella direttamente occupata dalle cabine d’impianto e pari a 505 mq ca..
L’area occupata dalle stazioni elettriche (di rete e di utenza) comprensiva della relativa viabilità di accesso è pari a 20000 mq ca. di cui verranno impermeabilizzate solo le aree di fondazione delle apparecchiature elettromeccaniche e quelle riservate ai locali pari al 20% ca.
Con riferimento alla classificazione del consumo di suolo, l’impianto fotovoltaico in esame risulta essere identificato come “consumo di suolo reversibile” dallo stesso documento “Consumo di suolo in Sicilia - Monitoraggio nel periodo 2017-2018” di ARPA Sicilia (§. 1 Il monitoraggio del territorio e del consumo di suolo). Si ricordi infine che l’impianto in progetto prevede la realizzazione di 64 ha ca. di opere a verde.
Per quanto all’uso attuale del suolo, l’area interessata dall’installazione dei pannelli fotovoltaici è costituita da alcuni appezzamenti che al momento sono coltivati prevalentemente a seminativo (per un approfondimento della tematica si rimanda alla AGR Relazione agronomica revisionata allegata RS06REL0001S2).
Relativamente all’impatto cumulato la tematica è affrontata nella apposita RIC Relazione impatti cumulativi (allegato RS06REL0022I2) allegata.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene parzialmente superata la criticità n. 12.
Criticità 13
Vanno analiticamente descritte le quantità e le tipologie di rifiuti prodotti durante la fase di costruzione e dismissione del progetto e le specifiche modalità di recupero previste.
Controdeduzioni della Ditta proponente
I rifiuti prodotti dalla realizzazione del progetto derivano essenzialmente dalla fase di cantiere. Preliminarmente a solo titolo esemplificativo si riporta un elenco dei possibili rifiuti producibili in cantiere distinti per categorie ed identificati tramite codice CER (in rosso evidenziati i rifiuti speciali pericolosi):
• CER 150101 imballaggi di carta e cartone;
• CER 150102 imballaggi in plastica;
• CER 150103 imballaggi in legno;
• CER 150104 imballaggi metallici;
• CER 150105 imballaggi in materiali compositi;
• CER 150106 imballaggi in materiali misti;
• CER 150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze;
• CER 150203 assorbenti, materiali filtranti, xxxxxxx e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202;
• CER 160210* apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse da quelle di cui alla voce 160209;
• CER 160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303;
• CER 160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305;
• CER 160604 batterie alcaline (tranne 160603);
• CER 160601* batterie al piombo;
• CER 160605 altre batterie e accumulatori;
• CER 160799 rifiuti non specificati altrimenti (acque di lavaggio piazzale);
• CER 161002 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001;
• CER 161104 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161103;
• CER 161106 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161105;
• CER 170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106;
• CER 170202 vetro;
• CER 170203 plastica;
• CER 170302 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301;
• CER 170407 metalli misti;
• CER 170411 xxxx, xxxxxxx xx xxxxxx xx xxx xxxx xxxx 000000;
• CER 170504 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503;
• CER 170604 materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603;
• CER 170903* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose.
Le quantità totali prodotte si prevedono esigue. In ogni caso, nell’area di cantiere saranno organizzati gli stoccaggi in modo da gestire i rifiuti separatamente per tipologia e pericolosità, in contenitori adeguati alle caratteristiche del rifiuto. I rifiuti destinati al recupero saranno stoccati separatamente da quelli destinati allo smaltimento. Tutte le tipologie di rifiuto prodotte in cantiere saranno consegnate a ditte esterne, regolarmente autorizzate alle successive operazioni di trattamento (smaltimento e/o recupero) ai sensi della vigente normativa di settore.
Per quanto alle CER 170504 terra e rocce si rimanda al TRS Piano di utilizzo delle terre e delle rocce da scavo revisionato (allegato RS06REL0014S2).
Si precisa che durante il funzionamento operativo l’impianto fotovoltaico non produce rifiuti, salvo i materiali derivanti da manutenzioni e sostituzioni di pannelli e impianti non funzionanti.
Riguardo la fase di dismissione, il Piano di Dismissione revisionato (allegato RS06ADD0003I2) stima complessivamente i materiali di risulta e le attività di recupero sono descritte nel Piano di recupero.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene pertanto superata la criticità n. 13
Criticità 14
Deve essere rappresentata la fonte di approvvigionamento e le stime di fabbisogno della risorsa idrica nelle diverse fasi di cantiere, esercizio e dismissione.
Controdeduzioni della Ditta proponente
In merito ai consumi acqua, si precisa che l’approvvigionamento idrico in fase di cantierizzazione verrà effettuato mediante autobotte qualora la rete di approvvigionamento idrico non fosse disponibile.
Durante la fase di cantiere i reflui di tipo civile saranno gestiti mediante WC chimici (acque nere) e serbatoi di accumulo (acque bianche e acque grigie) installati presso l’area di cantiere e trattati come rifiuto grazie ad interventi periodici di prelievo e smaltimento ad opera di ditte specializzate.
Le acque meteoriche incidenti sulle aree del cantiere a terra potranno drenare naturalmente poiché si tratta di aree di cantiere non impermeabilizzate (vedasi la allegata Tavola di Cantierizzazione). L’area di cantiere sarà comunque dotata di opportune canalizzazioni per regimentare le acque meteoriche in caso di eventi di pioggia intensi.
In fase di esercizio, i consumi di acqua sono sostanzialmente limitati ed occasionali poiché l’impianto non prevede la presenza di personale in loco.
Per quanto ai fabbisogni irrigui connessi alla realizzazione delle opere di mitigazione a verde in progetto, si trasmette lo SOV Studio opere di mitigazione a verde (allegato RS06REL0013S2) revisionato, il quale afferma: “(cap.4 Piano di manutenzione del verde) L'intervento più importante da effettuarsi, una volta terminate le piantumazioni, é quello delle irrigazioni di soccorso da effettuare nel periodo estivo. Si prevede di eseguire nel periodo estivo n°2 interventi irrigui da effettuarsi, uno in luglio e l'altro nel mese di agosto. Tutto ciò almeno nei primi due anni. Nel caso di annate particolarmente siccitose potrebbe essere determinante un terzo intervento irriguo.”
Per quanto concerne la pulizia dei pannelli, essa sarà realizzata con l’impiego di mezzi meccanizzati dotati delle seguenti caratteristiche tecniche:
• sistema cingolato;
• sistema di radiocomando wireless;
• motorizzazione elettrica a 24v;
• sistema di batterie al litio;
• autonomia fino a 2 ore di lavoro continuativo
I consumi relativi alla operazione di lavaggio dei pannelli sono di seguito stimati:
• Consumo di acqua del robot pulitore: 6 l/min
• Velocità pulizia del robot: 22mq/min
• N° tot pannelli: 198072
• Superficie totale pannelli: 444040 mq ca.
• Consumo di acqua per pulizia dell’impianto: 12.1 mc ca.
• N° di lavaggi annui: 3
• Consumo di acqua annuo: 121.1 mc ca.
• Consumo tot di acqua: 363.3 mc ca.
Non sono previsti prelievi diretti da pozzi per le attività di realizzazione e di esercizio delle opere. Per gli scopi sopraesposti si prevede di impiegare la risorsa idrica già presente in loco a servizio delle attività agricole attualmente esistenti sui lotti interessati e stimata come di seguito esposto:
• laghetti irrigui esistenti – volume utile: 5000 mc ca..
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene parzialmente superata la criticità n. 14
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
Criticità 15
In fase di cantiere deve essere approfondito l’impatto ambientale connesso alla realizzazione dell’impianto verificando in particolare che le emissioni inquinanti e sonore prodotte dai mezzi di cantiere siano contenute entro i limiti previsti dalla normativa tenendo conto dell’eventuale presenza di recettori sensibili (che devono comunque essere segnalati).
Controdeduzioni della Ditta proponente
Un apposito studio della cantierizzazione è stato effettuato per il progetto in esame individuando sia le cave di prestito del materiale da impiegare in cantiere che le discariche di destino dei materiali.
Le attività di cantiere che si prevede realizzare possono essere ricondotte a opere civili e di installazione dell’impianto e dalla fase di commissionig ed avviamento.
In linea generale le principali attività di cantiere previste sono:
• allestimento area cantiere e preparazione dell’area:
• installazione moduli prefabbricati e bagni chimici,
• livellamento e preparazione superficie con rimozione di asperità naturali affioranti,
• realizzazione viabilità interna:
• scavo di scotico del terreno,
• realizzazione fondazione con successivo costipamento;
• posizionamento della rete di recinzione (senza fondazione infissa) e del cancello di ingresso;
• installazione opere elettriche:
• scavi a sezione obbligata,
• posa dei cavidotti,
• reinterri;
• realizzazione cabine di campo e cabina di ricezione:
• scavi per platee,
• installazione delle strutture prefabbricate (in CAV);
• installazione moduli;
• posa delle strutture di sostegno;
• operazioni di montaggio e cablaggio moduli;
• cablaggio degli inverter e installazione quadri elettrici;
• dismissione del cantiere.
Per quanto riguarda la ubicazione delle aree di cantiere è stata trasmessa dalla Ditta proponente la tavola 20 della Cantierizzazione (allegato RS06EPD0037I2) rielaborata e per quanto riguarda i mezzi di cantiere sono state prodotte nella relazione di riscontro delle schede di sintesi descrittive di ogni mezzo.
Emissione fase di cantiere-atmosfera
Partendo dai dati dell’Annuario dei dati ambientali 2020 di ARPA Sicilia e tenendo conto delle sorgenti di emissione in atmosfera attive nella fase di cantiere si è proceduto al calcolo delle emissioni generate considerando i fattori di emissione standard desunti dal database della EEA per l’emissione specifica di inquinanti (CO, NOx, PM2,5 e PM) dei mezzi di cantiere.
Al fine di minimizzare gli impatti sulla componente saranno adottati i seguenti accorgimenti:
• nei processi di movimentazione saranno utilizzate scarse altezze di getto e basse velocità d’uscita;
• i carichi di inerti fini che possono essere dispersi in fase di trasporto saranno coperti;
• verranno ridotti al minimo i lavori di raduno, ossia la riunione di materiale sciolto; In riferimento ai depositi di materiale saranno adottati i seguenti accorgimenti:
• bagnatura delle superfici in cantiere laddove necessario.
• saranno ridotti i tempi in cui le aree di cantiere e gli scavi rimangono esposti all’erosione del vento;
• le aree di deposito di materiali sciolti saranno localizzate lontano da fonti di turbolenza dell’aria;
• i depositi di materiale sciolto verranno adeguatamente protetti mediante misure come la copertura con stuoie, teli o copertura verde.
Infine, in riferimento alle aree di circolazione nei cantieri saranno intraprese le seguenti azioni:
• pulitura sistematica a fine giornata delle aree di cantiere con macchine a spazzole aspiranti, evitando il perdurare di inutili depositi di materiali di scavo o di inerti;
• pulitura ad umido degli pneumatici degli autoveicoli in uscita dal cantiere tramite vasche di pulitura all’intersezione con la viabilità ordinaria;
• programmazione, nella stagione anemologicamente più attiva, di operazioni regolari di innaffiamento delle aree di cantiere;
• recintare le aree di cantiere con reti antipolvere di idonea altezza in grado di limitare all’interno la sedimentazione delle polveri;
• controllare le emissioni dei gas di scarico dei mezzi di cantiere ovvero del loro stato di manutenzione;
• impiego di mezzi di cantiere conformi alle più aggiornate normative europee.
In tal modo si può affermare come gli impatti connessi ai movimenti di cui alla cantierizzazione della presente opera, sia su flora e fauna (recettori naturali) che sui recettori antropici, siano da considerare limitati e comunque del tutto temporanei.
Emissioni fase di cantiere – rumore
Le emissioni sonore nella fase di costruzione sia dell’impianto che delle relative opere di connessione sono previste nelle fasi di infissione e montaggio, nonché durante gli scavi per la posa dei cavidotti e la realizzazione dei locali tecnici.
La determinazione del rumore in fase di cantiere risulta di non facile esecuzione ed è soggetta a variabili non sempre prevedibili prima dell’allestimento e dell’organizzazione del cantiere. In particolare, la potenza sonora di una macchina operatrice è influenzata dalla marca, dallo stato di usura e manutenzione del mezzo, nonché dal tipo di lavorazione e dalla pendenza dei percorsi. Occorre inoltre notare come il numero di mezzi utilizzati possa variare a seconda dell’organizzazione del cantiere e della tempistica di progetto.
Ipotizzando una presenza contemporanea di 6 macchine con un rumore medio di 87 dB(A), trascurando l’attenuazione dovuta all’atmosfera e ad eventuali ostacoli, trascurando l’effetto del vento e considerando l’attenuazione dovuta al terreno ed alla direttività della fonte, secondo le formule 10 e 11 delle norme ISO 9613
– 2, si ottiene il grafico di seguito riportato.
Il grafico della precedente figura mostra come i livelli di rumore in fase di cantiere non superano i 60 dB(A) per distanze superiori a 150 m. A tale distanza quindi, il cantiere presenterà valori di emissione inferiori a quelli consentiti dai limiti di zona.
Le attività saranno programmate in modo da limitare la presenza contemporanea di più sorgenti sonore. Si noti inoltre come l’area d’impianto sia stata scelta al di fuori dal centro abitato e lontano da possibili ricettori sensibili.
Per quanto concerne le emissioni sonore connesse al traffico veicolare durante la cantierizzazione, considerando anche i valori di Traffico Giornaliero Medio Annuo TGMA registrati da ANAS Spa nell’area, (vedasi § precedente) si può affermare che l’incremento di traffico indotto dal trasporto di materiale da e per il cantiere, non sarà tale da ingenerare una variazione sensibile.
Emissioni fase di cantiere - ricettori
Si è svolta inoltre una ricognizione dei recettori nell’area di intervento assumendo quale area di valutazione un intorno dell’area impianto di 500m – vedasi tavola 23 Individuazione recettori su catastale (allegato RS06EPD0041I2).
L’analisi ha previsto l’individuazione e catalogazione dei possibili recettori antropici sensibili nell’area. Quale parametro valutativo si è assunta la categoria catastale dell’immobile censito al Catasto del Comune di Monreale (PA).
L’analisi mostra come i fabbricati presenti nell’area siano prevalentemente costituiti da immobili funzionali all’attività agricola sul territorio.
La società si impegna ad effettuare in fase di cantiere il monitoraggio dell’impatto acustico presso i ricettori individuati.
VALUTATO quanto riscontrato e si ritiene superatala criticità n. 15
Criticità 16
Si chiede di considerare nel SIA gli effetti prodotti dal tipo di lavorazioni effettuate nella fase di cantiere e durante la manutenzione in primis (diserbo e compattazione); tali operazioni, protratte nel tempo, infatti, potrebbero portare ad una progressiva ed irreversibile riduzione della fertilità del suolo, aggravata dall’ombreggiamento pressoché costante del terreno (cfr. “Rapporto consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – edizione 2019” - Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente).
Controdeduzioni della Ditta proponente
La Relazione tecnica Generale del progetto dell’impianto FV di Marcanzotta afferma ( § 8.1 Fase di costruzione):
“La posa delle fondazioni dei Tracker, che interesseranno strati superficiali di terreno non darà luogo alla generazione di materiale di risulta e, viste le caratteristiche puntuali delle stesse non avrà ricadute sulla circolazione superficiale e profonda delle acque in situ. La fase di installazione dei pannelli prende avvio con il trasporto sul sito dei pezzi da assemblare.”
Pertanto le operazioni di compattazione saranno limitate alle sole aree di sedime dei locali tecnici d’impianto, della viabilità e delle opere di connessione.
Per quanto alle operazioni di diserbo, si è previsto di integrare gli interventi mitigativi con un’ulteriore area a prato in corrispondenza dell’area di istallazione dei pannelli fotovoltaici. Pertanto si rimanda agli allegati revisionati Tav 18 Opere di mitigazione a verde e Studio opere di mitigazione a verde dove si afferma:
“(§ 3.3.1 Aree a prato) Nei 120 ha ca. di istallazione delle strutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici si prevede di realizzare aree a prato mediante l’impiego di specie vegetali foraggere abitualmente utilizzate nella zona, eventualmente in associazione con la flora spontanea (ritardando lo sfalcio nelle zone dove questa prevale ed aspettando la formazione dei semi). Considerando infatti l’ampio interasse tra le file delle strutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici (9.36 m) le condizioni di alternanza soleggiatura/ombreggiamento saranno tali da consentire una adeguato vegetamento dell’area. […]
(cap. 4 Piano di manutenzione del verde) Gli interventi di pulizia degli uliveti e delle altre aree di impianto vegetazionale, saranno effettuati con interventi meccanici (lavorazioni con attrezzi vari trainati da trattore).
Il contenimento vegetazionale delle aree a prato, sarà effettuato mediante sfalcio alla maturità “a secco” a cadenza annuale od eventuale concessione a pascolo dei terreni.
Gli spazi liberi e l’interasse tra le strutture di sostegno dei pannelli sono tali da consentire il passaggio delle macchine trattrici, considerato che le più grandi in commercio, non possono avere una carreggiata più elevata di 2,50 m, per via della necessità di percorrere tragitti anche su strade pubbliche.
Nel caso delle piante della macchia mediterranea non sarà possibile, per la pulizia dalle piante infestanti, procedere con mezzi meccanici trainati da trattore perché non si prevede un sesto di impianto regolare. Se occorrerà intervenire per la pulizia da eventuali infestanti si
Si noti inoltre come il medesimo “Rapporto consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – edizione 2019” - Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, classifichi il consumo di suolo da parte degli impianti fotovoltaici, come reversibile.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene pertanto solo parzialmente superata la criticità n. 16
Criticità 17
Occorre integrare la relazione agronomica per chiarire in maniera dettagliata e approfondita il rispetto delle condizioni previste per la realizzazione dei impianti FER in aree agricole, con particolare riferimento alle previsioni di cui all’art.
16.4. del d.m. 10 settembre 2010, chiarendo espressamente altresì se nell’area di intervento sono presenti culture di pregio e/o specie tutelate.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette la AGR Relazione Agronomica (allegato RS06REL0001S2) revisionata completa della dichiarazione in oggetto.
Nel merito, i proprietari delle aree in oggetto hanno prodotto dichiarazioni concernenti gli aiuti all’agricoltura regolarmente allegate al progetto presentato ( file dich_progettista_propriet_CDU RS06ADD0012A0.pdf).
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 17
MISURE DI MITIGAZIONE
Criticità 18
La fascia di rispetto perimetrale di 10 metri deve essere interamente inerbita con: per i primi tre metri, l’impiego di specie vegetali in grado di produrre bacche e di favorire la nidificazione e il riposo per le specie migranti (Mirto e biancospino), per i successivi 7 metri, l’impiego di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea tipica della flora mediterranea avente un sesto di impianto tale da realizzare una fascia coprente.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette lo SOV Studio opere di mitigazione a verde (allegato RS06REL0013S2) revisionato, il quale afferma:
“(§. 3.3.2 Fascia arborea di protezione e separazione ) La fascia di rispetto perimetrale di 10 metri sarà interamente inerbita con: per i primi tre metri, l’impiego di specie vegetali in grado di produrre bacche e di favorire la nidificazione e il riposo per le specie migranti (Mirto e biancospino ed altre specie mediterranee), per i successivi 7 metri, l’impiego di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea tipica della flora mediterranea avente un sesto di impianto tale da realizzare una fascia coprente. All'interno di questa fascia larga almeno una decina di metri, si prevede quindi di utilizzare, principalmente, una specie la cui chioma armoniosa può costituire una massa verde importante per le dimensioni, quindi utile come schermatura visiva, e resistente alla siccità del periodo estivo. Al fine di minimizzare l’impatto visivo connesso all’impianto si prevede l’impiego di specie sempreverdi con chioma simile ad alberi "frequenti" (Leccio, Sughera).
Saranno utilizzati anche ulivi e/o olivastri per “interrompere” con un diverso colore del fogliame ed una diversa morfologia della chioma l'omogeneità della barriera di piante del genere quercus. Le piante del genere quercus nella fase giovanile sono da considerarsi sciafile, quindi vegetano meglio in condizioni di minore intensità luminosa rispetto al pieno sole. Vi è quindi il rischio che valori elevati di intensità luminosa possano provocare foto-ossidazione della clorofilla ed arrestare il processo di sintesi con conseguente morte delle piante. Altre specie arboree eventualmente utilizzabili sono il carrubo ed alcune specie del genere ficus.
La piantumazione di un filare più o meno continuo di alberi di queste specie determinerà, dopo alcuni anni, una barriera verde di dimensioni appropriate; si prevede la collocazione di una pianta ogni 10/12 metri.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 18
Criticità 19
La recinzione dell’impianto dovrà essere posizionata tra la fascia di rispetto perimetrale ed il parco fotovoltaico al fine di migliorare l’inserimento paesaggistico del progetto e dovrà prevedere passaggi per la piccola fauna selvatica delle dimensioni di circa cm. 25 x 25 disposte ogni 25 metri.
Controdeduzioni della Ditta proponente
La tav. 04 Planimetrie di dettaglio e la tav. 03.B allegate al progetto dell’impianto FV di Marcanzotta, mostrano
come la disposizione relativa della recinzione rispetto alle opere di mitigazione a verde sia tale che la stessa sia
posizionata tra la fascia di rispetto perimetrale e l’area pannellata.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 19, a condizione che vengano implementate le misure di mitigazione rese necessarie in considerazione delle dimensioni dell’impianto e del cumulo con i progetti limitrofi.
VALUTATO in particolare, rispetto al punto precedente, che in considerazione della considerevole estensione dell’impianto e della vicinanza di altri impianti in fase di autorizzazione, risulta necessario mitigare ulteriormente gli impatti sulla fauna e consentire una maggiore permeabilità dei terreni nonché garantire la libera circolazione della fauna selvatica - così come anche riportato nella documentazione integrativa del Proponente (Relazione naturalistica) - a tal fine vengono indicate specifiche condizioni ambientali in coda al dispositivo.
Criticità 20
Si dovrà prevedere la salvaguardia di tutti i fossi di irrigazione e delle aree di impluvio anche minori presenti nell’area di intervento realizzando fasce di rispetto dalle sponde di almeno 10 metri per lato e tutelando la vegetazione ripariale presente con interventi di ingegneria naturalistica al fine di mantenere i corridoi ecologici presenti e di assicurare un ottimale ripristino vegetazionale colturale a fine esercizio dell’impianto.
Controdeduzioni della Ditta proponente
La tav. 04 Planimetrie di dettaglio allegata al progetto dell’impianto FV di Marcanzotta, mostra come sia stata mantenuta un’area di rispetto da tutti gli impluvi cartografati, pari ad almeno 10m dalle sponde.
Apposito progetto è stato sviluppato e trasmesso agli Enti per l’autorizzazione, per gli attraversamenti del cavidotto MT interrato e della viabilità d’impianto che non sia stato possibile evitare (RDI Relazione di dimensionamento idraulico, tav 19.A Planimetria delle interferenze con rete idrografica, 19.B Monografia interferenza con rete idrografica).
Per quanto alla tutela della vegetazione ripariale presente, lo SOV Studio opere di mitigazione a verde revisionato (allegato RS06REL0013S2) afferma:
“Le aree in oggetto si trovano prevalentemente in prossimità di alcuni impluvi poco significativi; ad oggi le semine per la coltivazione vengono effettuate quasi fino ai bordi del fondo dell'impluvio. I fenomeni di potenziale dissesto, già di per sé modesti, verranno mitigati tramite la piantumazione di essenze vegetali adatte a rallentare o annullare l’erosione ad opera delle acque di ruscellamento superficiale. In queste zone si prevede di utilizzare come pianta prevalente la Tamerice, aggiungendo nelle zone più asciutte altre specie, sempre tipiche della nostra macchia.[…] È prevista la salvaguardia di tutti i fossi di irrigazione e delle aree di impluvio, anche minori, presenti nell’area di intervento realizzando fasce di rispetto dalle sponde di almeno 10 metri per lato e tutelando la vegetazione ripariale eventualmente presente mediante l’applicazione dell’ingegneria naturalistica al fine di mantenere i corridoi ecologici presenti e di assicurare un
ottimale ripristino vegetazionale colturale a fine esercizio dell’impianto. L’applicazione delle tecniche di ingegneria naturalistiche sono limitate a piccole porzioni di superficie, descritte come segue: saranno realizzati uno o più canali di deflusso delle acque superficiali con andamento sinuoso e trasversale rispetto alle curve di livello, in coincidenza degli impluvi; il canale di deflusso, di profondità 50/60 cm, deve essere munito di argini costruiti di pietrame e rocce locali utili a smorzare la corrente dell’acqua proveniente dal declivio; lo stesso canale deve essere munito anche di una pavimentazione in pietrame e rocce locali, con scalini di altezza 25 cm per spezzare la forza della corrente d’acqua; lungo i canali di deflusso, è utile effettuare l’impianto di specie arbustive al fine di aumentare maggiormente la funzione anti erosiva e per favorire l’attecchimento di specie
erbacee che rallentano il ruscellamento e il trasporto di terra fertile. Le acque raccolte dai canali di deflusso sono convogliate verso gli impluvi principali ed esterni all’impianto.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 20
Criticità 21
Per tutti gli interventi a verde si dovrà prevedere esclusivamente l’uso di specie vegetali autoctone, o provenienti da vivai in possesso di licenza ai sensi dell'art 4 del Dlgs 386/03 rilasciata dal Comando Corpo Forestale della Regione Siciliana (avendo così certezza del germoplasma autoctono).
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette lo SOV Studio opere di mitigazione a verde (allegato RS06REL0013S2) revisionato, il quale afferma:
“(cap. 3 Opere di mitigazione a verde) Per tutti gli interventi a verde si prevede l’uso di specie vegetali autoctone, o provenienti da vivai in possesso di licenza ai sensi dell'art 4 del Dlgs 386/03 rilasciata dal Comando Corpo Forestale della Regione Siciliana.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 21
Criticità 22
Dovranno essere previste e realizzate adeguate fasce tagliafuoco, a ridosso delle fasce arboree, al fine di evitare che gli alberi possano diventare un veicolo di propagazione di incendi dall'esterno verso l’area dell’impianto.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette lo SOV Studio opere di mitigazione a verde (allegato RS06REL0013S2) revisionato, il quale afferma:
“(§. 3.2.3 Aree destinate a funzione tagliafuoco) La realizzazione delle opere di mitigazione a verde di cui alla presente relazione implica la piantumazione di diverse specie sia di tipologia cespugliosa che arbustive. Al fine di evitare che gli alberi possano diventare un veicolo di propagazione di incendi dall'esterno verso l’area dell’impianto si è prevista una fascia di terreno che sarà mantenuta priva di vegetazione. Questa fascia di terreno, posta in separazione tra la fascia arborea di protezione e separazione e l’area pannellata, ospiterà la viabilità perimetrale d’impianto e l’area di sedime della recinzione dello stesso, ed avrà ampiezza da un minimo di 6m ad un massimo di 8m..”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 22
Criticità 23
Il soprassuolo dovrà essere mantenuto costantemente coperto da vegetazione, anche attraverso tecniche di inerbimento e l’opera di decespugliamento dovrà essere realizzata solo per la creazione di passaggi per gli addetti ai lavori, al fine di permettere una maggiore continuità di habitat; è fatto in ogni caso espresso divieto di utilizzare diserbanti chimici.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Per quanto alle operazioni di diserbo, inerbimento ed all’opera di decespugliamento si veda quanto già richiamato per l’approfondimento n. 16.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 23
Criticità 24
Per l’illuminazione dell’area oggetto dell’intervento occorre assicurare l’utilizzo di soluzioni tecniche disponibili sul mercato meno energivore e limitando al contempo un eccessivo inquinamento luminoso della stessa. L’illuminazione sul perimetro dell’impianto deve attivarsi solo in caso di necessità mediante sensori tarati per percepire movimenti di entità significativa (non devono accendersi al passaggio di una volpe o di un istrice).
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si prevede di dotare l’impianto di illuminazione perimetrale di sensori tarati per percepire movimenti di entità significativa (non devono accendersi al passaggio di una volpe o di un istrice) in modo che esso si attivi solo in caso di necessità. Si provvederà ad effettuare idonea operazione di taratura in campo.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 24
Criticità 25
Nell’ambito del Piano di manutenzione e/o dismissione dell’impianto verificare la possibilità di utilizzare la procedura messa a punto dall’ENEA per il processo di riciclo dei pannelli fotovoltaici che garantisce il recupero dei materiali come il silicio, il vetro, i contatti elettrici e gli strati polimerici.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Per quanto alle operazioni indicate dal Piano di Dismissione revisionato allegato al presente progetto si veda quanto già richiamato per l’approfondimento n. 13.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 25
Criticità 26
Dovrà essere previsto un sistema di regimazione delle acque superficiali, al fine di mantenere le condizioni di equilibrio idrogeologico preesistenti ed evitare l’effetto dilavamento ed il rilascio di acque meteoriche di dilavamento con contenuti di olii nel sottosuolo.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Per quanto concerne l’effetto dilavamento, la Relazione Generale dello Studio di impatto ambientale (allegato RS06SIA0001S2) revisionata afferma:
“ (§ 4.8.3 Valutazione degli impatti: esercizio e manutenzione) Per quanto riguarda l’impianto in oggetto, l’instaurarsi di fenomeni di erosione idrica localizzati all'interno dell'area di progetto a seguito di eventi piovosi sarà di fatto trascurabile in considerazione dei seguenti fattori:
• la scarsa pendenza del sito: si è provveduto in fase di progetto a limitare le pendenze delle superfici previste entro il 15% ca;
• ripristino del manto erboso: le aree oggetto di istallazione dei pannelli fotovoltaici saranno oggetto di opere di mitigazione a verde e delle relative manutenzioni (vedasi §. Aree a Prato dello Studio delle opere di mitigazione a verde);
• contenimento della lunghezza di raccolta dell’acqua piovana: detta lunghezza sarà pari a quella del singolo pannello (2m in configurazione portrait sulla struttura di sostegno);
• contenimento della velocità di impatto dell’acqua: per la maggior parte delle ore giornaliere i pannelli saranno posti in posizione suborizzontale (le posizioni di massima inclinazione si realizzano solo nelle ore
di tramonto ed alba) in tal modo contenendo l’accelerazione delle particelle d’acqua in caduta verso il suolo.
Quanto sopraesposto comportando un l’inerbimento e la manutenzione della superficie di impatto dell’acqua nonché la limitazione della superficie captante e dell’accelerazione delle particelle d’acqua, consentirà di arginare sia il fenomeno dello splash erosion che quello dello sheet erosion connessi alla istallazione dei pannelli fotovoltaici.”
La regimazione delle acquee superficiali nelle aree di viabilità è dimensionata nelle seguenti relazioni:
• RDI Relazione di dimensionamento idraulico RS06REL0006S2
• RIR Relazione sulle interferenze e sulle modalità di risoluzione RS06REL0008S1 E rappresentata nei seguenti elaborati grafici :
• 03.B Tipici area impianto RS06EPD0008S2
• 04 Planimetria di dettaglio RS06EPD0012A0
Per quanto ai sistemi di raffreddamento dei trasformatori che verranno impiegati si noti come i TR MT sono previsti in alloggio entro i container, mentre i TR AT delle stazioni elettriche sono dotati di vasche di contenimento. Pertanto il progetto è configurato in modo da evitare qualsiasi tipo di sversamento di olii.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene superata la criticità n. 26
EFFETTO CUMULO
Criticità 27
Nello studio d’impatto ambientale dovrà essere considerato l’effetto cumulo con altri progetti già realizzati o in previsione in un’area pari ad un raggio di 10 km; nello specifico, dovrà essere valutato l’effetto cumulo con riferimento all’avifauna migratrice (effetto lago), agli aspetti percettivi sul paesaggio ed al consumo complessivo di suolo. Al fine di vagliare gli effetti cumulativi, deve inoltre essere fornito il dimensionamento degli impianti FER limitrofi nonché una relazione dettagliata – anche con relazioni fotografiche – atta a dimostrare gli assunti del proponente in ordine alle caratteristiche dell’area di intervento.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Al fine di quantificare il possibile effetto cumulo generato dallo stesso nel contesto in cui si inserisce è stata considerata la presenza di impianti fotovoltaici a terra, esistenti nell’intorno di 10 km rispetto all’ impianto progettato.
Per quanto agli impianti fotovoltaici in progetto si è effettuata una ricognizione di quelli pubblicati sul Portale regionale per le Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali, all'indirizzo xxxxx://xx-xxx.xxxxxxx.xxxxxxx.xx: non risultano essere in progetto impianti per i quali siano stati emessi decreti di autorizzazione e pertanto in previsione.
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene parzialmente superata la criticità n. 27.
OPZIONE ZERO
Criticità 28
Occorre fornire una relazione integrativa dell’opzione zero dimostrando, fra l’altro, il rispetto del principio secondo il quale gli impianti energetici da fonti rinnovabili possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai piani urbanistici purché nel rispetto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, della valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, della tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.
Controdeduzioni della Ditta proponente
La RGSIA Relazione Generale dello Studio di Impatto Ambientale (allegato RS06SIA0001S2) revisionata allegata alla presente approfondisce la tematica dell’alternativa zero considerandola nei seguenti aspetti:
• • Programmazione e normativa;
• • Stato dei luoghi;
• • Ambiente.
In particolare si afferma:
“(§ 3.2.1 Alternativa Zero ) La producibilità annua dell’impianto FV di Marcanzotta è stimata in 167.45 GWh annui. Pertanto anche considerazioni di carattere ambientale portano a concludere che la scelta delle rinnovabili è una strada se non obbligata almeno auspicabile per il nostra Paese: la produzione di energia da fonte rinnovabile, ed in particolare da fonte solare, oltre a consentire l’utilizzo di un “combustibile” presente in quantità notevole in alcune zone d’Italia e della Sicilia in particolare consente di produrre energia non solo senza generare impatti negativi sull’ambiente circostante ma anche permettendo di ridurre le emissioni atmosferiche di gas serra e composti inquinanti (evitando la produzione di quella energia con impianti alimentati da combustibili fossili).”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene che la criticità n. 28 sia solo parzialmente superata
PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Criticità 29
Deve essere redatto il Piano di Monitoraggio Ambientale dei potenziali impatti ambientali significativi e negativi derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio dell’impianto Fotovoltaico in oggetto che includa le responsabilità e le risorse necessarie per la realizzazione e la gestione del monitoraggio, previsto all’art. 22, comma 3, lett. e) del D.Lvo. 152/2006 e ss.mm.ii.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette lo PMA Piano di Monitoraggio Ambientale (allegato RS06REL0019I2).
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene la criticità n. 29 sia stata superata.
Criticità 30
Nella documentazione di progetto è allegata una Relazione di Incidenza Ambientale in fase di screening ma non risulta avviata la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
Controdeduzioni della Ditta proponente
L’area d’impianto del progetto in esame dista 7200 m ca. dalla SIC XXX000000 “COMPLESSO MONTI DI S. NINFA - GIBELLINA E GROTTA DI S. NINFA” pertanto la procedura di Valutazione di incidenza non è da attivare ai sensi della normativa vigente.
Si è provveduto, al fine di meglio esplicare la tematica in esame, alla revisione della VPI Valutazione preliminare di incidenza (allegato RS06ADD0001S2).
La ditta proponente ha inoltre redatto uno Studio Avifaunistico (allegato RS06REL0020I2) ed uno Studio Naturalistico (allegato RS06REL0021I2).
Studio Avifaunistico
Nel presente studio si è provveduto ad analizzare la comunità ornitica dell’area di Marcanzotta, evidenziando la fenologia delle specie censite e tentando di creare uno specchio predittivo delle possibili cause di conflitto tra le specie avifaunistiche e il suddetto impianto fotovoltaico. Particolare attenzione si è rivolta all’identificazione delle specie migratrici e alla stima dei flussi migratori sopra l’area di impianto, rivelatasi non particolarmente abbondante.
Si è provveduto inoltre all’analisi dell’interazione con la componente avifaunistica delle mitigazioni previste per il progetto in esame ed in particolare delle opere di mitigazione a verde, tra cui il mantenimento della vegetazione tipica degli impluvi e la realizzazione di fasce di protezione e separazione a verde. La presenza di quattro specie a rischio, inserite in direttiva Uccelli, di cui due con numeri abbondanti nel sito di impianto e status negativo di conservazione in Italia, impone noi di ridurre al minimo eventuali conflittualità e di porre seriamente attenzione alla concentrazione e alla presenza di queste specie, anche negli anni a venire.
Per quanto sopra esposto si conclude che, attenendosi rigidamente alle misure di mitigazione proposte, il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile solare nel Comune di Monreale (PA) denominato “Marcanzotta” risulta essere compatibile con la componente avifaunistica.
Il campionamento frequenziale progressivo ha evidenziato la presenza di 46 specie di uccelli, per lo più passeriformi e rapaci. Il 24% delle specie rappresenta uccelli migratori non nidificanti nell’area per mancanza di siti e habitat idonei o per ecologie e areali molto distanti biologicamente e geograficamente dall’area di studio. Il restante 76% a sua volta è diviso in un 50% di nidificanti certi, per il quale è stato possibile accertare la nidificazione tramite indizi certi
Studio Naturalistico
L’area del progetto di fotovoltaico di contrada Marcanzotta in agro di Monreale (PA) si colloca in una zona geografica della Sicilia, storicamente dedicata e vocata alla cerealicoltura, ai seminativi foraggeri e all’allevamento, grazie alla morfologia dei terreni quasi pianeggianti o collinari con scarse pendenze, con superfici munite di suolo profondo e fertile. Talune superfici sono destinate anche a frutteti (in prevalenza uliveti e vigneti): vigneti ed uliveti sono attivi ed in espansione, altre colture fruttifere sono in abbandono.
L’intensificazione delle colture dedicate ai seminativi di grano e foraggio ha ristretto, addirittura cancellato, le aree con vegetazione naturale, fino a ridurla in pochissime e ristrette superfici lungo gli impluvi.
Il quadro generale degli aspetti biologici è fortemente impoverito per l’assenza di ambienti naturali nell’area del progetto: in Sicilia si dispongono di buoni e approfonditi studi sullo stato quantitativo e qualitativo della biodiversità faunistica all’interno di aree protette (parchi e riserve naturali), ottimi dati e recenti ricerche hanno come oggetto gli habitat delle zone di tutela e di importanza europea (siti Natura 2000).
Ad oggi invece le aree che non presentano una sufficiente copertura di dati faunistici sui Vertebrati e sugli Invertebrati sono proprio le zone agricole della Sicilia: informazioni naturalistiche che sarebbero molto utili alla programmazione di progetti agricoli a basso impatto ambientale o per altri progetti a lungo termine.
Le aree agricole siciliane che presentano qualche approfondimento nel settore faunistico e che sono ancora oggetto di studio sono quei territori ai margini di aree protette e che fungono da aree “cuscino” di rilevante ruolo ambientale e paesaggistico, anche per quelle molteplici specie migratorie e stanziali con ampia valenza ecologica.
Non è stata rilevata alcuna specie vegetale sensibile nell’area del progetto di impianto fotovoltaico di contrada Marcanzotta in agro di Monreale (PA).
Le opere di installazione dell’impianto fotovoltaico sono localizzate sui seminativi cerealicoli e foraggeri, quindi su superfici soggette ad intensa attività agricola, pertanto si constata che gli interventi previsti nel progetto, non determinano effetti negativi sugli strati di vegetazione rilevata e descritta per la zona dell’impianto.
Lo stesso cavidotto previsto in progetto è posto sotto traccia, interseca taluni seminativi poi percorre linearmente talune piste agricole e altre arterie stradali: pertanto anche le opere di scavo per la posa del cavidotto, non determinano conseguenze ostative per la colonizzazione spontanea della flora e della vegetazione sulle superfici del progetto.
Nella sede del progetto di impianto fotovoltaico, non sono state individuate condizioni ambientali riconducibili agli habitat di Natura 2000, né sono stati individuate situazioni ambientali riconducibili a biotopi. Non sono stati individuati ambienti naturali e seminaturali rappresentativi di un paesaggio ancora integro, perché l’espansione delle attività agricole ha ristretto i territori dove possano conservarsi lembi di vegetazione naturale e/o seminaturale. Sotto il profilo delle unità ambientali, nel territorio del progetto, domina in prevalenza un paesaggio basso collinare composto di seminativi agricoli e altre colture intensive. Pertanto si esclude un danno diretto e una indiretta interferenza sulle condizioni ecologiche degli habitat a seguito della installazione dell’impianto fotovoltaico e delle relative opere di connessione.
In conclusione, l’indagine sugli aspetti biologici dell’area interessata dal progetto, ha messo in risalto che, in generale, si escludono impatti negativi sulla flora, sulla vegetazione, sulla fauna e sugli habitat a seguito dei lavori di posa in opera dell’impianto fotovoltaico, delle strutture annesse e delle opere di connessione alla RTN di contrada Xxxxxxxxxxx in agro di Monreale (PA).
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene la criticità n. 29 si superata.
Criticità 31.
In considerazione che l’area di intervento è interessata dalle principali rotte migratorie dell’avifauna così come riportato nel Piano Regionale Faunistico Venatorio all’interno del SIA devono essere approfondito lo studio delle interferenze della realizzazione del progetto con la componente avifauna al fine di valutare il cosiddetto “effetto lago” e determinare le conseguenti misure di mitigazione ambientale; le risultanze dello studio faunistico devono essere inserite all’interno del SIA.
Controdeduzioni della Ditta proponente
Si trasmette lo SAF Studio Avifaunistico (allegato RS06REL0020I2) corredato di indagini il quale conclude: “Nel presente studio si è provveduto ad analizzare la comunità ornitica dell’area di Marcanzotta, evidenziando la fenologia delle specie censite e tentando di creare uno specchio predittivo delle possibili cause di conflitto tra le specie avifaunistiche e il suddetto impianto fotovoltaico. Particolare attenzione si è rivolta all’identificazione delle specie migratrici e alla stima dei flussi migratori sopra l’area di impianto, rivelatasi non particolarmente abbondante.
Si è provveduto inoltre all’analisi dell’interazione con la componente avifaunistica delle mitigazioni previste per il progetto in esame ed in particolare delle opere di mitigazione a verde, tra cui il mantenimento della vegetazione tipica degli impluvi e la realizzazione di fasce di protezione e separazione a verde. La presenza di quattro specie a rischio, inserite in direttiva Uccelli, di cui due con numeri abbondanti nel sito di impianto e status negativo di conservazione in Italia, impone noi di ridurre al minimo eventuali conflittualità e di porre seriamente attenzione alla concentrazione e alla presenza di queste specie, anche negli anni a venire.
Per quanto sopra esposto si conclude che, attenendosi rigidamente alle misure di mitigazione proposte, il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile solare nel Comune di Monreale (PA) denominato “Marcanzotta” risulta essere compatibile con la componente avifaunistica.”
VALUTATO quanto riscontrato si ritiene che la criticità n. 29 sia stata superata.
VALUTATO che dallo studio avifaunistico il sito di impianto risulta area di nidificazione di specie di cui alla Direttiva uccelli (allegato 1) si ritiene di indicare specifiche condizioni ambientali;
Criticità 32.
In relazione alle superiori richieste di integrazione ed approfondimento e delle relative opere di mitigazione ambientale da attuare dovrà essere aggiornato e revisionato il Progetto, lo Studio di Impatto Ambientale e la Relazione di Incidenza Ambientale in fase di screening.
RILEVATO che la Ditta proponente nulla contro deduce a questa criticità.
CONSIDERAZIONI E VALUTAZIONI CONCLUSIVE
CONSIDERATO che il progetto in oggetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico ed opere connesse denominato “Marcanzotta”, della potenza istallata di 86,16MWp, da realizzarsi nel Comune di Monreale, Provincia di Palermo;
CONSIDERATO che l’intervento proposto rientra tra le tipologie progettuali di cui al punto 2 lettera b) “impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza complessiva superiore a 1 MW” dell’Allegato IV alla parte seconda del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e che, pertanto, lo stesso deve essere sottoposto (almeno) alla procedura di verifica di assoggettabilità, secondo quanto previsto dall’art. 6 comma 6 lettera d) del medesimo decreto;
CONSIDERATO E VALUTATO che: (i) dall’esame del quadro programmatico, non sono emersi profili ostativi alla realizzazione dell’intervento, tenuto conto delle previsioni di cui all’art. 12, comma 7, prevede che “Gli impianti di produzione di energia elettrica, di cui all'articolo 2, comma 1, lettere b) e c), possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici”; (ii) l’area di intervento non ricade in nessuna delle zone individuate al punto 1, lett. f) dell’Allegato 3, al d.m. 10 settembre 2010.
CONSIDERATO che:
- il progetto definitivo dell’intervento in esame ha visto la valutazione di diverse ipotesi progettuali e di localizzazione, ivi compresa quella cosiddetta “ALTERNATIVA ZERO”, cioè la possibilità di non eseguire l’intervento;
- la produzione di energia elettrica ottenuta dallo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili quali quella fotovoltaica, si inquadra nelle linee guida per la riduzione dei gas climalteranti, permettendo una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica;
- la non realizzazione dell’intervento, comporterebbe in alternativa una non riduzione dello sfruttamento di fonti energetiche convenzionali, con inevitabile continuo incremento dei gas climalteranti emessi in atmosfera, anche in considerazione del probabile aumento futuro di domanda di energia elettrica prevista a livello mondiale.
CONSIDERATO e VALUTATO che: (i) attraverso la documentazione prodotta, il Proponente ha riscontrato positivamente le criticità rappresentate in sede di Parere Istruttorio Intermedio; (ii) questa CTS ritiene per la più parte superate, sulla base delle argomentazioni svolte in precedenza, le problematiche emerse nel corso dell’istruttoria; (iii) le residue criticità possono essere risolte attraverso l’apposizione di specifiche condizioni che permettano di attenuare ulteriormente la pressione ambientale determinata dalla realizzazione dell’intervento.
CONSIDERATA e VALUTATA la nota prot. A.R.T.A. n. 62388 del 16/09/2021 con la quale la Soprintendenza BBCCAA di Palermo autorizza l’intervento progettuale a condizione che:
1. Tutti i lavori di scavo e di movimentazione terra si svolgano al la presenza e sotto la supervisione di un archeologo che sia in possesso di laurea e specializzazione o dottorato di ricerca in archeologia e che opererà in stretto collegamento funzionale con l'Unità Operativa 4 per i Beni Archeologici di questa Soprintendenza, le spese saranno a carico della committenza. Resta inteso che la Scrivente, in esito alla sorveglianza dei lavori, si riserva di effettuare, anche in aree e a quote non previste inizialmente, ulteriori saggi, che potranno essere necessari secondo i risultati che la sorveglianza archeologica evidenzierà in itinere. Inoltre, se da detta sorvegl ianza dovessero emergere elementi di interesse archeologico, si procederà alla stipula di un accordo che disciplini le forme di documentazione e divulgazione dei risultati del l'indagine, mediante l'informazione dei dati raccolti e la produzione di edizioni scientifiche (ex art. 25 D.L. 50/20 16 comma 14);
2. La realizzazione di opere che prevedano l'attraversamento di corsi d'acqua non dovrà prevedere in alcun caso la riduzione delle sezioni idrauliche esistenti, tutti gli interventi dovranno assicurare il consol idamento delle sponde, mediante l'esecuzione di opere di ingegneria naturalistica, in grado di ripristinare le caratteristiche idrauliche del corso d'acqua e la sua rinaturalizzazione;
3. Eventuali materiali di risulta provenienti dagli scavi per la posa degli impianti e per la posa del cavidotto, non riutilizzabili nell'ambito dei lavori, dovranno essere smaltiti presso discariche autorizzate;
4. Tutti i lavori e il deposito dei materiali dovranno interessare esclusivamente le aree di sedime delle opere da realizzare senza interferire con l'ambiente circostante;
5. La scelta delle specie vegetali da impiantare dovrà essere fatta nel rispetto delle effettive caratteristiche edafiche, la ditta dovrà impiantare esemplari di tipo adulto ed è fatto divieto di impiantare essenze vegetali estranee alla vegetazione naturale del sito d'intervento;
6. Prima dell'inizio dei lavori dovranno essere predisposte le opportune piazzole, scelte in prossimità delle aree di cantiere, per il deposito provvisorio dei materiali, avendo cura di scegliere terreni incolti e privi di vegetazione arborea;
7. Al termine della vita utile dell'impianto si dovrà procedere alla dismissione dello stesso e al ripristino del sito in condizioni analoghe allo stato originario;
CONSIDERATO e VALUTATO che il Piano di Cantierizzazione trasmesso non riporta una planimetria con la ubicazione delle aree di cantiere né le misure di mitigazione degli impatti prodotti durante le attività del cantiere;
VALUTATO che in merito agli effetti causati dalla realizzazione del progetto sulla componente “biodiversità” nello SIA, ed in particolare nello studio Avifaunistico allegato, si evidenzia che:
▪ in fase di cantiere l’impatto sarà dato dall’attività di preparazione del sito e per l’adeguamento della viabilità interna ai lotti, con produzione di rumore proveniente dai mezzi meccanici e conseguente disturbo alla fauna, sebbene tale impatto sia da considerarsi di lieve entità in quanto di durata limitata e la fauna risulta abituata al rumore di fondo dato dall’antropizzazione del territorio, mentre in fase di esercizio non saranno previsti
danneggiamenti né riduzione degli habitat e non sarà previsto disturbo alla fauna riconducibile alle emissioni in atmosfera o alle emissioni di rumore;
▪ per quanto riguarda le ricadute sull’avifauna in fase di esercizio, saranno adottati i dovuti provvedimenti per evitare “l’effetto lago”, ovvero il fenomeno per il quale la continuità visiva dei pannelli potrebbe essere interpretata dagli uccelli come un bacino d’acqua dolce. In particolare l’interasse dei pannelli sarà di 5,5 metri in modo tale da evitare la continuità visiva, e tra le stesse verranno effettuate piantumazioni di flora locale con lo stesso scopo. Inoltre, i pannelli verranno montati su strutture chiamate “inseguitori monoassiali” caratterizzate da un continuo e lento movimento di inseguimento del sole, il che diminuisce ulteriormente la possibilità che i pannelli possano essere scambiati per una distesa d’acqua;
VALUTATO in relazione all’impatto atteso sulla componente “paesaggio”, quanto dichiarato nello SIA dal proponente, ovvero in particolare che:
▪ l’analisi delle visuali mostra come i punti di vista dinamici e di fruizione siano esclusivamente quelli dalle strade comunali che costeggiano i siti;
▪ l’impatto dato dalla realizzazione dei campi FV in progetto sarà inoltre mitigato grazie alla morfologia pianeggiante che non consente viste dominanti sull’area di progetto, potendosi pertanto ritenere di basso grado e trascurabile;
VALUTATO che per quanto concerne l’impatto atteso sulla componente “suolo e sottosuolo”:
▪ questo sarà dato principalmente dall’occupazione del suolo per la durata della vita utile dell’impianto FV;
▪ le aree di progetto sono caratterizzate da una dominanza di seminativi semplici;
▪ i suoli destinati ad ospitare gli impianti fotovoltaici in progetto risultano improduttivi, sebbene siano stati precedentemente interessati dalla presenza di colture agricole;
▪ l’intervento è localizzato in un’area agricola, inquadrabile nella prima/seconda classe di Land Capability, come la maggior parte dei terreni agrari, ed è prevista la realizzazione di un prato permanente che migliora la fertilità del suolo stesso;
▪ l’installazione dei moduli fotovoltaici non apporterà nuovi rischi per la stabilità del suolo, dato che gli impianti fotovoltaici sono realizzati assemblando componenti prefabbricati e, inoltre, non necessitano di opere di fondazione, per cui non vengono realizzati scavi;
VALUTATO che in merito alla valutazione degli impatti cumulativi sulle varie componenti ambientali:
(i) il riferimento all’intero territorio comunale di Monreale - che è esteso 5.302.000 ettari – non appare adeguato per apprezzare la pressione ambientale del progetto, tenuto conto della concentrazione, nelle immediate vicinanze dell’area di progetto, di ulteriori interventi in fase autorizzativa;
(ii)in considerazione del contesto di riferimento e di quanto evidenziato al punto precedente, per preservare la tessitura del contesto agrario di riferimento, appaiono necessari puntuali interventi di mitigazione atti a garantire il mantenimento e recupero degli edifici rurali, la previsione di aree buffer rispetto a tali edifici, la tutela della rete viaria interpoderale nonché un allineamento regolare del margine delle strutture dei pannelli per permettere, per quanto possibile, un inserimento dell’impianto in maniera più armoniosa rispetto al contesto di riferimento.
CONSIDERATO e VALUTATO che in riferimento alla sensibile concentrazione territoriale di attività, impianti ed infrastrutture ad elevato impatto ambientale presenti nell’area di contesto dell’intervento in oggetto,
in accordo con quanto previsto all’Allegato 2 al Decreto M.I.S.E. del 10/09/201, è necessario che la Ditta proponente predisponga un progetto di misure di compensazione ambientale finalizzate al recupero ed al miglioramento ambientale del territorio interessato da concordare preventivamente con il Comune di Monreale;
VALUTATO che la Ditta proponente con nota prot. ARTA n. 85208 del 17.12.2021 ha trasmesso integrazione spontanea del Piano di utilizzo delle Terre e Rocce da Scavo ottemperando in parte alle osservazioni espresse dall’ARPA nella nota prot. ARTA n. 79777 del 25.11.2021;
CONSIDERATO E VALUTATO che la Ditta proponente non ha avviato la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale come richiesto dal PII CTS n. 20 del 24 marzo 2021 ma ha redatto due documenti, la “Valutazione preliminare di incidenza” e lo “Studio Avifaunistico”, che hanno evidenziato come l’intervento progettuale non interferisca con i Siti Natura 2000 e con i corridoi ecologici di collegamento con i principali Siti Natura 2000 dell’area Trapanese e Palermitana.
CONSIDERATO E VALUTATO che i benefici ambientali attesi dalla realizzazione dell’impianto, valutati sulla base della stima di produzione annua di energia elettrica, sono quantificabili in termini di risparmio di Tonnellate Equivalenti di Petrolio e di emissioni di CO2 in: .
CONSIDERATO E VALUTATO che, secondo quanto previsto all’art. 12, comma 1, del d.lgs. 387/2003, le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, sono di pubblica utilità indifferibili ed urgenti.
VALUTATO in definitiva che:
- il progetto non genera impatti, non compatibili a un punto di vista ambientale, nell’uso delle risorse nonché in relazione alle interferenze riscontrate sulle componenti ambientali esaminate;
- non sono previste emissioni in atmosfera, scarichi idrici o nel sottosuolo che possano determinare perturbazioni all’ambiente;
- la realizzazione dell’opera non comporterà quantità di emissioni di inquinanti significative, eccettuate quelle relative alla fase di cantiere, che saranno contenute mediante opportune misure di prevenzione;
- non sarà alterata negativamente in maniera significativa la qualità e la capacità di rigenerazione delle risorse naturali delle aree interessate dall’opera;
- gli impatti legati alla realizzazione dell’opera sono in parte ridotti attraverso specifici interventi di mitigazione nonché attraverso le condizioni previste nel presente parere.
CONTEMPERATE le esigenze di tutela ambientale con quelle dell’iniziativa privata volta alla produzione di energia da fonti rinnovabili.
VALUTATO che nel complesso l’impianto in oggetto risulta compatibile con le caratteristiche ambientali, urbanistiche e territoriali del contesto in cui è stato previsto, tenuto conto delle misure di mitigazione e delle condizioni ambientali del presente parere.
La Commissione Tecnica Specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale
Tutto ciò VISTO, CONSIDERATO E VALUTATO
ESPRIME
parere favorevole ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs 152/2006 della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, riguardo il progetto Impianto fotovoltaico ed opere connesse denominato “Marcanzotta”, della potenza istallata di 86,16MWp, da realizzare nel Comune di Monreale (PA), a condizione che siano ottemperate le seguenti condizioni ambientali.
Condizione Ambientale | n. 1 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Aspetti progettuali. |
Oggetto | Dovrà essere trasmessa copia del progetto esecutivo rielaborato in funzione delle condizioni/prescrizioni ambientali impartite dal presente parere. Il progetto esecutivo dovrà inoltre contenere tutte le misure di mitigazione contenute nello Studio di Impatto Ambientale e nella documentazione di progetto ed integrativa esaminata non in contrasto con le seguenti prescrizioni. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 2 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Paesaggio – Archeologia. |
Oggetto della prescrizione | Il progetto esecutivo dovrà contenere tutte le prescrizioni di cui al parere prot. 20085 del 15/09/2021 (prot ARTA n. 62388 del 16/09/2021) della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto | Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo |
Condizione Ambientale | n. 3 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Aspetti progettuali |
Oggetto della prescrizione | Il progetto dovrà essere adeguato alle prescrizioni di tutti gli Enti intervenuti nel procedimento. Dovrà essere trasmessa idonea documentazione attestante l’avvenuta ottemperanza. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 4 |
Macrofase | Ante operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Suolo |
Oggetto della prescrizione | Il soprassuolo delle aree interessate dall’impianto dovrà prevedere la realizzazione di superfici a prato mediante l’impiego di specie vegetali foraggere abitualmente utilizzate nella zona, in associazione con la flora spontanea. Il progetto dovrà contenere l’elenco delle specie erbacce foraggere che verranno utilizzate. Il progetto inoltre dovrà essere accompagnato da un piano di coltivazione che escluda l’uso di prodotti chimici di sintesi e che preveda come indicato dal Proponente dello sfalcio dopo la montata a seme delle specie erbacee naturali. È fatto in ogni caso espresso divieto di utilizzare diserbanti chimici. L’impianto deve essere dotato di sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 5 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Suolo- Sottosuolo. |
Oggetto della prescrizione | In merito alla presenza in prossimità dell’impianto in progetto (Lotto G) di aree a pericolosità e rischio geo-morfologico (come rappresentate nelle carte del PAI allegate alla relazione geologica), in fase di progettazione esecutiva dovrà essere prevista una fascia di rispetto di almeno 50 metri dal perimetro delle stesse aree. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 6 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Ambiente idrico – Suolo – Sottosuolo. |
Oggetto della prescrizione | Il progetto esecutivo dell’opera dovrà contenere tutte le misure necessarie al rispetto dell’invarianza idraulica e idrologica dell’area interessata. Si dovranno a tal fine definire adeguate misure di mitigazione per facilitare l’infiltrazione controllata delle acque all’interno dell’area progettuale, la capacità di ritenzione idrica del suolo e la sua permeabilità. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 7 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Ambiente idrico – Suolo – Sottosuolo. |
Oggetto della prescrizione | Al fine di non interferire con l’esistente reticolo idrografico rilevabile sulla CTR regionale e descritto dal Proponente nella Relazione idrologica, il progetto dovrà essere rimodulato prevedendo: a) la salvaguardia della rete idrografica secondaria esistente (impluvi anche minori) prevedendo una fascia di rispetto di 20 metri per lato e dovranno essere previsti interventi di riqualificazione naturalistica volti ad incrementare la biodiversità dell’area; b) la salvaguardia di tutte le aree di impluvio (anche minori) con fascia di rispetto dalle sponde di almeno 10 metri per lato. Inoltre, dovranno essere previsti interventi di riqualificazione naturalistica delle aree di impluvio volti ad incrementare la biodiversità dell’area; c) la salvaguardia dei laghetti collinari presenti (Lotti A, C, H e I) prevedendo una fascia di rispetto di 50 metri da sottoporre ad interventi di rinaturazione; d) Gli interventi di attraversamento dei corsi non dovranno prevedere in alcun caso la riduzione delle sezioni idrauliche esistenti. Tutti gli interventi dovranno assicurare il consolidamento delle sponde, mediante l'esecuzione di opere di ingegneria naturalistica, in grado di ripristinare le caratteristiche idrauliche del corso d'acqua e la sua rinaturalizzazione |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 8 |
Macrofase | Ante operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Ambiente idrico |
Oggetto della prescrizione | In fase di progettazione esecutiva si dovranno quantificare i fabbisogni idrici dell’impianto nelle fasi di cantiere ed esercizio ed a tal fine si dovranno identificare le soluzioni impiantistiche, opportunamente dimensionate, per il recupero ed il riutilizzo delle acque meteoriche. |
Xxxxxxx Xxxxx Verifica di | In fase di progettazione esecutiva |
Ottemperanza | |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 9 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Vegetazione-Fauna-Paesaggio. |
Oggetto | Dovranno essere trasmessi adeguati elaborati progettuali di dettaglio (relazioni, rappresentazioni cartografiche a scala non inferiore a 1:2000 e con stralci a scala 1:500, computi metrici estimativi) per dare evidenza degli interventi di mitigazione ambientali previsti e anche indicati nello studio avifaunistico e nello studio naturalistico del Proponente, le specie vegetali utilizzate, le tecniche e il materiale verde impiegato. In particolare: a) le fasce verdi perimetrali dovranno avere un’ampiezza di almeno 10 metri e con un sesto di impianto tale da realizzare una fascia coprente; b) dovranno essere previste e realizzate adeguate fasce tagliafuoco, a ridosso delle fasce arboree, al fine di evitare che gli alberi possano diventare un veicolo di propagazione di incendi dall'esterno verso l’area dell’impianto; c) la recinzione perimetrale dovrà prevedere una altezza dal suolo di almeno 30 cm al fine di consentire il libero passaggio della fauna; d) le stradelle di servizio, come previsto in progetto, dovranno essere realizzate in terra battuta; dovrà inoltre essere ridotto e razionalizzato il sistema delle stradelle di servizio all’interno dell’impianto; e) nel caso in cui le stradelle di servizio debbano attraversare dei canali, queste devono essere realizzate creando un sottopasso di una dimensione tale da consentire il passaggio della piccola fauna oltre al libero deflusso delle acque; f) la recinzione prevista dovrà essere posizionata tra gli interventi a verde delle opere di mitigazione ed il parco fotovoltaico al fine di migliorare l'inserimento paesaggistico del progetto; g) bisogna prevedere una fascia di rispetto di 5 metri dai cumuli di pietre presenti nell’area di impianto. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 10 |
Macrofase | Ante operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Suolo-Sottosuolo. |
Oggetto della prescrizione | È fatto divieto di alterare la morfologia dei luoghi e l'assetto idrogeologico dei suoli se non limitatamente alla modellazione finalizzata a garantire il regolare deflusso previsto in progetto. Dovranno essere evitati gli interventi di compattazione del suolo (ad esclusione delle stradelle di servizio). A tal fine dovranno essere presentati in fase di progettazione esecutiva adeguati elaborati progettuali. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 11 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Vegetazione |
Oggetto | Per tutti gli impianti a verde previsti: a) Si dovrà prevedere l’uso di specie vegetali autoctone coerenti con le condizioni pedoclimatiche dell’area; b) Nella fascia perimetrale le specie arboree dovranno prevedersi con dimensioni minime in vaso da cm 30-40 e/o minimo di anni 5 d’età. È fatto divieto utilizzare specie aventi carattere invasivo. Dovrà essere previsto un sesto di impianto della fascia perimetrale con piante sfalsate al fine di poter avere un maggiore effetto schermante. c) Tra le specie erbacee e arbustive facenti parte delle aree verdi si dovranno prevedere anche specie atte a fornire un'alta diversità entomologica grazie alla presenza di fioriture dilazionate nell'arco dell'anno; |
d) per la tutela della componente avifaunistica si dovrà prevedere la presenza di specie arboree e arbustive che possano offrire sia rifugio sia fonti di alimentazione; e) Le aree a verde dovranno essere mantenute in uno stato ottimale per tutto il periodo di vita dell’impianto; a tali fini, in sede di presentazione del progetto esecutivo, dovrà essere presentato un idoneo Piano di manutenzione con relativo cronoprogramma e computo metrico-estimativo. Le cure colturali dovranno essere effettuate fino al completo affrancamento della vegetazione e comunque ripetute con frequenze idonee per un periodo non inferiore ai cinque anni successivi all'ultimazione dei lavori; f) Nella scelta delle specie dovranno essere favorite quelle appetibili per i pascoli apistici. Si dovrà valutare la collocazione di arnie con utilizzo di api autoctone al fine di mantenere la trasmissione genetica delle specie. | |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione ambientale | n. 12 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di Applicazione | Fauna/paesaggio |
Oggetto della prescrizione | Compatibilmente con le esigenze di sicurezza dell’impianto, l’illuminazione sul perimetro dell’impianto deve attivarsi solo in caso di necessità mediante sensori tarati per percepire movimenti di entità significativa (non devono accendersi al passaggio di mammiferi di piccola taglia); l’impianto deve essere realizzato con corpi illuminanti rivolti verso il basso e a basso consumo energetico. I pannelli fotovoltaici dovranno avere un basso indice di riflettanza, al fine di ridurre il cosiddetto “effetto-acqua” o “effetto-lago” che potrebbe confondere l’avifauna. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 13 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Fase di progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Paesaggio. |
Oggetto | A tutela degli elementi e dei manufatti agricoli del paesaggio rurale dovrà essere previsto: a) il mantenimento, recupero edilizio e rifunzionalizzazione di tutti i manufatti rurali presenti nel sito interessato dal parco fotovoltaico nel rispetto dell’architettura rurale storica; b) un buffer di 50 metri attorno agli edifici rurali da sottoporre ad intervento di riqualificazione paesaggistica; c) il mantenimento e la tutela della rete viaria interpoderale interessata utilizzando fasce di rispetto della larghezza di ml 10,00 con impianti a verde aventi analoghe caratteristiche della fascia mitigativa già proposta lungo il confine dell’impianto; d) prevedere un allineamento regolare del margine delle strutture dei pannelli senza che questi assumano l’aspetto di reliquati, seguendo le linee e le forme naturali delle aree e l’attuale assetto colturale. In particolare, al fine di ridurre la frammentazione del paesaggio agricolo, dovranno essere escluse dall’istallazione: la porzione sud della plla. 25 Fg. 181 – la porzione sud della plla. 108 Fg. 181 – la plla. 118 Fg. 181 – lotto A2 (plle. 185 e 193 del Fg. 157); |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 14 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Fase di progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Paesaggio. |
Oggetto della prescrizione | Tutti i manufatti (compreso le Cabine Inverter/Trasformatori) che verranno realizzati nell’ambito dell’intervento ivi comprese eventuali strutture mobili: a) devono essere tinteggiati con colori adatti al contesto naturalistico dei luoghi; b) devono essere dotati di impianto antincendio. |
c) interventi di mascheramento a verde. | |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n.15 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Compensazioni ambientali |
Oggetto della prescrizione | Dovrà essere predisposto ai sensi del D.M. 10/09/2010 un progetto esecutivo degli interventi di compensazione ambientale, preventivamente concordato con il Comune di Monreale, da trasmettere unitamente ai relativi cronoprogramma e computo metrico estimativo. Gli interventi dovranno essere finalizzati al recupero e/o al miglioramento ambientale del contesto territoriale in oggetto. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 16 |
Macrofase | Ante Operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Cantierizzazione. |
Oggetto | Prima dell’inizio dei lavori dovrà essere redatto un Piano di Cantierizzazione con la dislocazione planimetrica delle aree interessate dal cantiere, che preveda tra l’altro le misure di mitigazione da applicare in tale fase, ed in particolare: a. in corrispondenza delle fasi di scavo e/o movimentazione terre prevedere tutti gli accorgimenti tecnici atti a ridurre la produzione e la propagazione di polveri (es. costante bagnatura delle piste, lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dall’area di cantiere, copertura dei mezzi che trasportano terre con opportuni teli, ecc); |
b. durante i lavori dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti tecnici e di gestione del cantiere al fine di prevenire possibili inquinamenti del suolo e delle acque superficiali e sotterranee; c. durante i lavori dovranno essere adottate specifiche misure di mitigazione per la salvaguardia della fauna; d. dovrà essere prodotto cronoprogramma aggiornato e dettagliato delle fasi di impianto (di cantiere, di esercizio e di dismissione). | |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Prima dell’inizio delle attività di cantiere |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n.17 |
Macrofase | Ante operam |
Fase | Progettazione esecutiva |
Ambito di applicazione | Avifauna. |
Oggetto della prescrizione | Prima dell’inizio dei lavori dovrà essere trasmesso il cronoprogramma di tutte le fasi di cantiere per la realizzazione dell’impianto al fine di escludere che siano effettuate lavori nel periodo riproduttivo delle specie dell’avifauna escludendo il periodo che va da marzo a giugno. |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Progettazione esecutiva |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 18 |
Macrofase | Ante operam |
Fase | Progettazione esecutiva/Prima dell’inizio dei lavori |
Ambito di applicazione | Terre e rocce da scavo. |
Oggetto della prescrizione | La gestione delle terre e rocce da scavo dovrà essere effettuata secondo quanto indicato dal D.P.R. 120/2017 e dovrà essere prodotta la documentazione come indicata dal comma 4 dell’art. 24. Le eventuali terre in esubero dovranno essere conferite in impianti di recupero escludendo il trasporto in discarica del terreno agrario. |
Xxxxxxx Xxxxx Verifica di Xxxxxxxxxxxx | In fase di progettazione esecutiva/Prima dell’inizio dei lavori |
Ente vigilante | ARPA Sicilia |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 19 |
Macrofase | Ante Operam- Corso Operam –Post Operam |
Fase | Progettazione esecutiva – in fase di cantiere – in fase di esercizio |
Ambito di applicazione | Monitoraggio Ambientale Aria, rumore, acqua e suolo. |
Oggetto della prescrizione | Dovrà essere predisposto un Piano di Monitoraggio Ambientale (P.M.A), riferito a tutte le macro-fasi (ante-operam, corso d’opera, post-operam). Il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA), dovrà essere predisposto e attuato in accordo con ARPA Sicilia per le componenti Aria, rumore, acqua e suolo. Il PMA dovrà definire durata, modalità delle attività di monitoraggio per ciascuna componente e la frequenza di restituzione dei dati, in modo da consentire ad ARPA, qualora necessario, di indicare, in tempo utile, ulteriori misure di mitigazione da adottare. Per la componete suolo il monitoraggio dovrà essere effettuato secondo le modalità indicate nelle “Linee guida per il monitoraggio del suolo su superfici agricole destinate ad impianti fotovoltaici a terra” Xxxxxxx Xxxxxxxx X.X. 00 settembre 2010, n. 1035. Le analisi dovranno altresì essere estese prevedendo lo studio della qualità biologica del suolo mediante l’indice QBS-ar (monitoraggio sulla pedofauna). |
Termine Avvio Verifica di Ottemperanza | Fase di progettazione esecutiva, Fase di cantiere, Fase di esercizio |
Ente vigilante | ARPA Sicilia |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 20 |
Macrofase | Corso operam |
Fase | Fase di cantiere |
Ambito di applicazione | Mitigazioni ambientali. |
Oggetto della prescrizione | Prima dell’avvio dei lavori di realizzazione del parco fotovoltaico, e successivamente alle opere di recinzione, dovranno essere realizzati tutti gli interventi di mitigazione ambientale individuati dal proponente come integrati e modificati con il presente parere. Gli interventi dovranno avvenire secondo quanto descritto nel progetto esecutivo adeguato alle superiori condizioni ambientali. Il proponente in merito dovrà presentare una relazione con dettagliata documentazione fotografica sugli interventi di mitigazione realizzati. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | Fase di cantiere |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 21 |
Macrofase | Corso Operam |
Fase | In fase di cantiere |
Ambito di applicazione | Suolo Acqua – Atmosfera – Rumore. |
Oggetto della prescrizione | • I macchinari usati, i serbatoi utilizzati per lo stoccaggio del combustibile o altri mezzi potenzialmente inquinanti, dovranno prevedere opportuni sistemi di contenimento di sversamenti accidentali e dovranno essere localizzati in zone distanti da punti di deflusso delle acque meteoriche; • Durante la fase di esecuzione delle operazioni di cantiere e di dismissione, dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari ad evitare la produzione di polveri aero-disperse, rumore ed emissioni in atmosfera. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | In fase di cantiere |
Ente vigilante | ARPA Sicilia |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 22 |
Macrofase | Corso Operam – Post Operam |
Fase | Fase di cantiere e Fase di esercizio |
Ambito di applicazione | Suolo – Sottosuolo |
Oggetto della prescrizione | a) È fatto divieto di utilizzare detergenti chimici per il lavaggio dei pannelli. Sarà possibile utilizzare esclusivamente prodotti eco- compatibili certificati. b) Per ogni sostanza potenzialmente idonea a causare contaminazioni del suolo, sottosuolo, acque sotterranee ed atmosfera, il cui utilizzo è contemplato per le attività di cantiere e di esercizio dell'impianto, dovranno essere previsti tutti gli utili accorgimenti in ordine di priorità ad evitare/contenere ordinari e/o accidentali fenomeni di rilascio, istruendo procedure operative per la prevenzione e gestione dei rischi potenziali di inquinamento per le sorgenti presenti. |
Termine Avvio Verifica di Ottemperanza | In fase di cantiere ed in fase di esercizio |
Ente vigilante | ARPA Sicilia |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 23 |
Macrofase | Corso operam – Post Operam |
Fase | In fase di cantiere ed esercizio |
Ambito di applicazione | Rifiuti |
Oggetto della prescrizione | I rifiuti prodotti durante le fasi di cantiere, di esercizio e di dismissione dell’impianto, così come le terre e rocce da scavo non riutilizzate in sito, dovranno essere conferiti prioritariamente ad impianti di recupero, nel rispetto dei criteri di gestione dei rifiuti di cui all’art. 179 del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | In fase di cantiere ed esercizio |
Ente vigilante | ARPA Sicilia |
Enti coinvolti |
Condizione Ambientale | n. 24 |
Macrofase | Post operam |
Fase | Prima dell’entrata in esercizio |
Ambito di applicazione | Ripristino aree di cantiere |
Oggetto | Al termine dei lavori, il Proponente dovrà provvedere al ripristino morfologico e vegetazionale di tutte le aree soggette a movimento di terra, al ripristino della viabilità pubblica e privata, utilizzata ed eventualmente danneggiata in seguito alle lavorazioni. Prima della messa in esercizio dovrà essere trasmessa adeguata documentazione fotografica di quanto realizzato, con allegata planimetria con i punti di ripresa e attestazione da parte del direttore dei lavori dell’avvenuta ottemperanza a tutto quanto prescritto. |
Termine avvio Verifica Ottemperanza | Prima dell’entrata in esercizio |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |
Condizione Ambientale | n. 25 |
Macrofase | Post Operam |
Fase | Prima dell’entrata in esercizio |
Ambito di applicazione | Dismissione |
Oggetto | Prima dell’avvio dell’attività dovrà essere presentato: a) Il piano di disattivazione e smantellamento dell’impianto a fine esercizio e il progetto di ripristino ambientale dell’area integrato con un puntuale cronoprogramma e con un piano di manutenzione delle aree verdi. b) Si dovrà prevedere che in fase di dismissione, le varie parti dell’impianto dovranno essere separate in base alla composizione chimica in modo da poter riciclare il maggior quantitativo possibile dei singoli elementi, quali alluminio e silicio, presso ditte che si occupano di riciclaggio e produzione di tali elementi; i restanti rifiuti, con particolare riferimento alle sostanze pericolose negli stessi contenute, quali piombo, cadmio, bromurati ritardanti di fiamma, cromo, capaci di generare significativi impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana, dovranno essere trattati a norma di legge. |
Condizione Ambientale | n. 25 |
c) il Computo metrico estimativo dei lavori relativi al ripristino dei luoghi. d) il rilascio di una cauzione a garanzia della esecuzione degli interventi di dismissione e delle opere della messa in ripristino come indicato dal DM 10/09/2010 in favore della Regione Siciliana. L’importo dovrà fare riferimento alle somme previste dal computo metrico estimativo delle opere di ripristino, finalizzate all’esecuzione dei lavori di ripristino dei luoghi ed al recupero e/o smaltimento dei moduli fotovoltaici. | |
Termine Avvio Verifica di Xxxxxxxxxxxx | Prima dell’entrata in esercizio dell’opera |
Ente vigilante | Autorità Ambientale della Regione Siciliana |
Ente coinvolto |