CONTRATTO DI FIUME DEL BACINO DEL
CONTRATTO DI FIUME DEL BACINO DEL
TORRENTE PELLICE
TAVOLO
DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Fruizione e sviluppo sostenibile
VIGONE – 09/06/2014
RESTITUZIONE SINTETICA A CURA DI S&T E CORINTEA REVISIONE A CURA DELLA PROVINCIA DI TORINO: (SERVIZIO RISORSE IDRICHE E XXXXXXX XXXXXXX)
CONTRATTO DI FIUME DEL BACINO DEL TORRENTE PELLICE
TAVOLO DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA VIGONE 09 GIUGNO 2014
Presenti
ENTE |
Associazione per la Tutela degli Ambienti Acquatici e dell'Ittiofauna |
Azienda xxxxxxxx Xxxxx |
Azienda xxxxxxxx Xxxxx |
Biodistretto |
CIRF - Centro Italiano Riqualificazione Fluviale |
Coldiretti Torino |
Comune di Angrogna |
Comune di Xxxxxxx |
Comune di Bobbio Pellice |
Comune di Campiglione Fienile |
Comune di Cavour |
Comune di Luserna San Xxxxxxxx |
Comune di Osasco |
Comune di San Secondo di Pinerolo |
Comune di Torre Pellice |
Comune di Vigone |
Comune di Villafranca Piemonte |
Comunità Montana Pinerolese |
Confagricoltura |
Consorzio Irriguo Xxx Xxxxxxx |
Consorzio Irriguo Cavourese |
Legambiente Piemonte |
Movimento 5 Stelle Xxx Xxxxxxx |
Politecnico di Torino |
Provincia di Torino |
Free Flow Scuola di Canoa |
Apre l’incontro Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, facilitatrice di S&T, riprendendo i punti più importanti emersi nel corso del Tavolo di progettazione partecipata svoltosi il 17 aprile a Bobbio Pellice e sottolineando che l’obiettivo del Tavolo è quello di verificare il quadro delle problematiche e di iniziare raccogliere le possibili azioni da inserire nel Piano d’Azione (PdA) del Contratto di Fiume (CdF). Il percorso partecipato intrapreso infatti mira a individuare i problemi, le relative cause, identificare gli obiettivi e avanzare proposte di azioni concrete.
I problemi individuati nel corso del Tavolo precedente, sono riconducibili a due macro temi: la
comunicazione e la governance. Si riportano di seguito le problematiche emerse:
1. Scarsa valorizzazione dal punto di vista turistico – ricreativo del fiume e del suo territorio a causa di una mancanza di strumenti di comunicazione e di promozione delle risorse e delle valenze territoriali. A tale proposito è stato suggerito un maggiore coordinamento delle politiche locali e la
realizzazione di un Piano di comunicazione comune e integrato, nonché la progettazione degli strumenti appropriati (quali un sito web) che permettano di valorizzare le risorse territoriali e ambientali e di coordinare le opportunità fruitive e turistiche del territorio.
2. Mancanza di un’effettiva integrazione tra i differenti Comuni rispetto alle politiche di valorizzazione del territorio.
3. Mancanza di una strategia di sviluppo che riguardi la Xxx Xxxxxxx e il bacino idrografico del Pellice. Si propone l’elaborazione di un Piano di sviluppo turistico complesso organico condiviso. Emerge inoltre la difficoltà nel reperire le competenze inerenti il settore della promozione turistica.
4. Scarsa conoscenza, promozione e messa in rete delle valenze naturalistiche del territorio, quali ad esempio i Siti di Interesse Comunitario (SIC) Stazioni di Myricaria germanica e l’Oasi del Prà Barant, l’itinerario della biodiversità e delle vie d’acqua.
5. Scarsa identificazione dell’area fluviale quale elemento di identità territoriale. Non viene infatti riconosciuto il valore del fiume e risulta problematico da parte degli amministratori attivare politiche territoriali che avvicinino i cittadini al torrente Pellice. L’obiettivo è quello di favorire una corretta gestione delle aree fluviali dotandosi di strumenti urbanistici adeguati in grado di tutelare e riqualificare le aree spondali (in particolare tutelare le aree umide, favorendo uno sviluppo di tipo sostenibile). Si ipotizza di avviare una opportuna formazione e informazione, volta agli amministratori, anche rispetto al tema del rischio idrogeologico.
6. Insufficiente sensibilità ambientale. Servirebbe un maggiore lavoro con le comunità locali, anche avviando progetti di educazione ambientale volti a bambini e ragazzi. Sarebbe opportuno, inoltre, proporre percorsi di riscoperta del fiume, delle testimonianze storiche, legate all’identità e alla storia valdese. A questo proposito bisognerebbe individuare i soggetti da coinvolgere.
7. Necessità di massimizzare le opportunità di fruizione del territorio del bacino, diversificando e destagionalizzando l’offerta.
8. Maggiore coinvolgimento delle aziende agricole locali in un’ottica di valorizzazione territoriale e di sviluppo sociale ed economico. A questo scopo risulta fondamentale il riferimento al Piano di Sviluppo Rurale (PSR), 2014-2020. A tal proposito si è prospettato di avviare degli incontri specifici con gli agricoltori.
9. Lo sviluppo del biodistretto delle Valli Valdesi promosso dall’AIAB, un’associazione di soggetti pubblici e privati di recente istituzione che sul modello di quello del Cilento potrebbe sostenere lo sviluppo e la valorizzazione sostenibile delle risorse locali.
Il dibattito si sviluppa a partire dal tema della gestione del rischio idrogeologico; viene rilevato che per poter iniziare un discorso di fruizione e valorizzazione del torrente, occorre innanzitutto affrontare il problema della messa in sicurezza. La moderatrice fa notare che questo tema è oggetto del Tavolo tematico “Valorizzazione delle sponde e gestione del rischio idraulico” e potrà essere ripreso in quella sede nell’ambito del secondo ciclo di incontri.
Si evidenzia che il problema principale è la scarsa comunicazione tra i Comuni, soprattutto tra quelli di valle e quelli di pianura, anche a causa delle diverse esigenze e delle diverse caratteristiche territoriali.
Si propone di “educare” i fruitori all’accessibilità al torrente, infatti si segnalano furti e atti di vandalismo nel campi prospicienti il torrente, oltre alle problematiche dovute ad esempio alla presenza di animali
domestici liberi e l’abbandono di rifiuti sulle sponde e in alveo. Si tratta di problemi culturali, non risolvibili con la sola definizione di regole condivise (per quanto importanti) ma che devono essere affrontati anche attraverso specifiche azioni di sensibilizzazione e di educazione ambientale.
La Comunità Montana del Pinerolese (e prima del 2009 quella della Xxx Xxxxxxx)1 segnala che in passato ha realizzato e coordinato un laboratorio di educazione ambientale facente parte della Rete Regionale di Servizi per l’Educazione Ambientale. Il laboratorio, grazie al sostegno degli Assessorati all’Ambiente della Regione Piemonte e della Provincia di Torino nell’ambito delle iniziative INFEA, realizza progetti rivolti alla scuola e alla cittadinanza adulta, fornisce servizi formativi e informativi, coordina i diversi interventi in ambito di educazione ambientale2. Per quanto riguarda i SIC, l’ex Comunità Montana ha realizzato diversi incontri ed attività di informazione con le scuole e con i cittadini per sottolineare l’importanza della biodiversità e della sua tutela. Inoltre ha promosso e partecipato al processo dell’Agenda 213 locale, nel corso del quale Enti territoriali, associazioni e cittadini hanno discusso e ragionato insieme intorno ai temi, considerati cruciali, dell’energia e della mobilità. Non sono però state attuate, in conseguenza a questi incontri, delle azioni concrete, anche a causa della modifica del quadro istituzionale che ha visto la trasformazione e poi lo scioglimento dell’ex Comunità Montana del Pellice e la recente costituzione dell’Unione Montana. A tal proposito si segnala una certa preoccupazione poiché il tempo che è intercorso tra l’attuazione della L.R. 11/20124 e la L.R. n. 3/20145 ha comportato una incertezza rispetto al destino della CM, causando molte richieste di trasferimento da parte dei funzionari delle medesime. La Legge infatti dava la possibilità ai Comuni di assorbire del personale: questo ha comportato la perdita di personale con competenze importanti quali quelle sul turismo e sulla rete sentieristica.
L’associazione ambientalista Legambiente, insieme ad altre associazioni del territorio, ha sviluppato alcune proposte su quattro temi: balneazione, acqua viva, pesca e percorsi escursionistici.
1) La balneazione: è presente sul torrente Pellice da Bobbio alle spiagge del basso Pellice, coinvolge un numero importante di persone nel periodo estivo; il territorio però non è “organizzato” per ospitarli, con conseguenti problematiche, ad esempio, di auto parcheggiate lungo il torrente in zone non idonee e di abbandono di rifiuti. Si potrebbero prendere ad esempio le esperienze condotte sul fiume Po, a monte di Carmagnola, dove sono state predisposte apposite aree parcheggio lontane dalle sponde e dove sono stati ottenuti risultati rilevanti anche in termini di diminuzione dei rifiuti abbandonati grazie alla sistemazione di cassonetti per l’immondizia nelle aree parcheggio.
2) Le attività in “acqua viva”: quali canoa e rafting, hanno un certo richiamo turistico, anche estero. A Xxxxxxx c’è una scuola di canoa ma mancano le strutture logistiche di appoggio per la fruizione “fluviale” del territorio. In Francia, ad esempio, lungo il fiume Durance sono indicati i punti di
1 Si informano i presenti che essendo state destituite le Comunità Montane, sarà l’Unione Montana del Pinerolese che seguirà l’evolversi del Contratto di Fiume del Pellice (9 Comuni della Xxx Xxxxxxx e i 6 Comuni pedemontani intorno a Pinerolo, gli stessi facenti parte della Comunità Montana del Pinerolese).
2 Per ulteriori informazioni xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx-xx-xxxxxxxxxx-xxxxxxxxxx/xxxxxxxxxxx- territoriale/
3 Per ulteriori informazioni xxxx://xxx.xxxxxxxxxxx.xx/xxxxxx/xxxxxxx-00-xxxxxx-xxxxxx
4 Si tratta della «Legge regionale 28 settembre 2012, n. 11 – Disposizioni organiche in materia di enti locali» che ha determinato la soppressione delle Comunità Montane.
5 Si tratta «Legge regionale 14 marzo 2014, n. 3 – Legge sulla montagna» che prevede la formazione delle Unioni Montane con funzioni e finalità diverse e più complesse rispetto alla gestione associata di servizi e funzioni da parte dei piccoli comuni.
imbarco e di sbarco, ci sono parcheggi e aree sosta. Attrezzare il territorio in modo adeguato permetterebbe di incentivare la fruizione turistica dell’intero bacino.
3) La pesca ricreativa: avrebbe bisogno di essere organizzata a scala di bacino. Si potrebbe infatti suddividere il territorio in aree a gestione differente (come avviene all’estero): dalla protezione totale, per le aree più significative dal punto di vista naturalistico, fino alle riserve turistiche. A tal proposito in passato è stato presentato un progetto in Comunità Montana.
4) I percorsi escursionistici: hanno anche una valenza didattica, lungo il fiume (si pensi, ad esempio, all’anello che parte da Villanova e passa per Bobbio Pellice, o quello che parte da Torre Pellice e arriva fino al Comune di Villar Pellice), dovrebbero essere attrezzati, segnalati e valorizzati. La Comunità Montana Xxx Xxxxxxx, in passato ha realizzato progetti come “Osservare per comprendere” la cui cartellonistica dei percorsi è presente ormai da dieci anni.
Le logiche per definire politiche di sostegno alla fruizione, che portino risorse economiche, vanno indagate anche nell’ambito dei rapporti tra i due Parchi (il Parco fluviale del Po Cuneese e quello Torinese). Ci sono infatti emergenze ambientali e architettoniche che non sono collegate ad alcun percorso. Sono molte le aree che possono e devono essere valorizzare, ma devono essere messe in rete con iniziative note, con i centri che hanno una forte attrattività (come per esempio avviene per la Valle di Susa e Torino). Si suggerisce quindi di allargare l’abito territoriale di riferimento e di cercare collaborazioni con altri soggetti e altri territori, al fine di avviare un discorso di promozione turistica a una scala più idonea. Viene segnalato il tour operator specializzato “Viaggi e Miraggi”, che lavora sul territorio nazionale ed internazionale sui temi della valorizzazione di un turismo responsabile, grazie al quale si potrebbero promuovere pacchetti turistici in Xxx Xxxxxxx.
Secondo l’associazione di canoisti i valligiani spesso non conoscono il torrente Pellice a fondo: per incentivare un approccio di fruizione turistica di questo tipo si porta l’esempio dei bacini artificiali, per favorire le attività sportive, portando ad esempio la Val Chisone e il laghetto artificiale di Villar Perosa, dove vengono svolte attività sportive.
Si suggerisce di migliorare gli itinerari escursionistici tra i Comuni di Bobbio Pellice e di Villar Pellice, che presenta interessanti aspetti naturalistici e paesaggisti (attraversa i SIC), dove manca una segnaletica informativa. Inoltre il percorso potrebbe essere esteso fino al Comune di Torre Pellice, su entrambe le sponde fluviali. Si tratta quindi di un percorso già esistente che andrebbe valorizzato.
Nell’ambito della Fiera Dire Fare Eco Solidare, che si è svolta a Pinerolo domenica 8 giugno 20146, è stata presentata la mappa eco solidale del Pinerolese che riporta una ventina di strutture turistiche o associazioni della Xxx Xxxxxxx attente ad implementare politiche di sviluppo sostenibile e che sono già in rete.
Si sottolinea come l’ambiente naturale e quello culturale rappresenti una delle maggiori risorse della Xxx Xxxxxxx, ma che per poter permettere al turista di goderne a pieno sono necessarie le figure professionali delle guide escursionistiche ambientali e di guide turistiche, presenti sul territorio.
Si comunica che in Xxx Xxxxxxx sta nascendo un bio-distretto, che è un raggruppamento territoriale di aziende e enti associazioni che hanno lo scopo di promuovere sul territorio l’agricoltura biologica e l’immagine del territorio. Si tratta infatti di un territorio particolare dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Quello della Xxx Xxxxxxx è uno degli ultimi nati, ma è in compagnia di territori abbastanza interessanti quali il Cilento e la Valle di Gresta in Trentino. L’idea è di mettere insieme differenti realtà
6 xxxx://xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx/
(ovviamente con un focus sul biologico, ma non incentrato solo sul biologico) e i risultati sono molto interessanti: in Cilento, per esempio, si stanno sviluppando dei flussi turistici, in una zona d’Italia complicata, mentre in Val di Gresta, una piccola valle, poco conosciuta, i contadini locali hanno promosso il loro territorio come l’orto biologico del Trentino. Questo fatto ha ottenuto un richiamo fortissimo per il turismo slow (cicloturismo ed escursionismo). Si tratta quindi di vendere un’immagine vincente del territorio.
I bio-distretti sono associazioni, promossi dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, AIAB. La Xxx Xxxxxxx era il centro di riferimento per l’agricoltura biologica (CRAB)7, la cui attività non è più stata finanziata, e molte delle attività svolte sono confluite nella Associazione Piemontese - AIAB Piemonte. AIAB sta investendo molto anche in vista del prossimo PSR sullo sviluppo del biologico, ma in un’ottica più allargata rispetto a quelle che sono le tematiche strettamente legate del biologico: fruizione del territorio, conoscenza del territorio, una maggiore integrazione con e tra le aziende. Nel Nord ovest un tassello su cui ha deciso di puntare AIAB è Torre Pellice, sia per il territorio, sia per la cultura e la storia presente.
Un altro tipo di turismo che si integra bene con l’ambiente fluviale è quello di tipo equestre: lungo i corsi d’acqua ci sono ippovie molto interessanti e l’esperienza di avvicinarsi al torrente in cavallo è sempre molto suggestiva e permette di osservare da vicino anche gli animali selvatici. Si potrebbe promuovere il turismo equestre attraverso riviste specializzate o prevedendo accordi con i maneggi.
Sotto il profilo naturalistico sarebbe importante valutare la riperimetrazione del confine del SIC IT1110033 “stazioni di Myricaria germanica” estendendolo verso valle dove sono presenti peculiarità naturalistiche di rilievo. Sarebbe pertanto interessante avanzare una proposta che metta insieme la tutela ambientale e la fruizione turistica del territorio.
Per quanto concerne la caccia al cinghiale, un volontario dell’Oasi del Prà Barant denuncia il fatto che le battute al cinghiali, se non correttamente pianificate, possono costituire un problema per la fruizione turistica. Segnala a questo proposito che in passato era stata avanzata alla Provincia di Torino la proposta di prevedere solo tre battute l’anno pianificate (si segnalano 15 battute di caccia attualmente effettuate senza alcun preavviso e anche in periodi di riproduzione) e di effettuare gli abbattimenti su chiamata e a pagamento. Viene fatto notare che la questione della caccia al cinghiale è piuttosto complicata da affrontare poiché entrano in gioco fattori molto complessi, che variano da territorio a territorio. Si portano ad esempio la situazione del parco di Stupinigi e di quello Mandria ove si è riusciti a tenere sotto controllo il fenomeno (in particolare a Stupinigi).
Il Comune di Bobbio Pellice informa circa una proposta di istituire una riserva naturale per la pesca ricreativa nel Comune di Bobbio Pellice8, che potrebbe avere un forte richiamo turistico, ma nelle adiacenze è prevista la realizzazione di una derivazione idroelettrica. La speranza è di riuscire a realizzare la riserva, anche con la costruzione dell’impianto idroelettrico, effettuando un controllo severo sul rilascio di acqua a valle, per garantire il deflusso minimo vitale, necessario per assicurare la qualità ambientale e lo svolgimento delle attività fruitive.
L’Associazione tutela degli ambienti acquatici e dell’ittiofauna che gestisce in collaborazione con la Provincia di Torino, Servizio Tutela Flora e Fauna, l’impianto provinciale di Luserna San Xxxxxxxx, sottolinea che lavora interamente a titolo volontario per quanto riguarda sia l’allevamento, sia il recupero dell’ittiofauna. Le attività della tutela della fauna ittica e dell’immissione di pesci sono organizzate e
7 xxxx://xxx.xxxx.xx/xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxx-xxxxxx-xx-xxxxxxxxxxx-xxx-x-xxxxxxxxxxx- biologica.html
controllate dai funzionari della Provincia, con il supporto dell’Università e il coinvolgimento dei volontari dell’Associazione.
Viene rilevata la presenza in sala di molti degli stakeholder del territorio, ma anche la mancanza dei rappresentanti dei pescatori e delle associazioni venatorie che sarebbe invece auspicabile partecipassero ai prossimi incontri.
Viene segnalato il problema dei trasporti e della viabilità che deve essere migliorata per rendere più facilmente raggiungibile anche l’xxxx xxxxx. Per quanto concerne la possibilità di avere una pista ciclabile lungo le sponde del torrente Pellice, si mette in evidenza ce n’è una che parte da Airasca, rispetto alla quale si evidenzia un incremento degli utilizzatori. Si evidenzia inoltre come vi siano percorsi nella parte alta del torrente che si prestino ad essere resi ciclabili.
Si ribadisce l’importanza della manutenzione del territorio, inclusa quella della rete idrografica minore; anche in questo caso, si segnala la scarsa comunicazione tra le istituzioni e con le comunità locali. È importante che la politica di manutenzione del territorio, sia condivisa, sia tra Enti, sia con i cittadini. Si evidenzia inoltre l’importanza di pianificare a monte gli interventi in funzione delle problematiche rilevate sul territorio.
I Consorzi Irrigui sottolineano ripetutamente che è prioritario salvaguardare le aziende agricole, garantendo l’apporto idrico necessario alle coltivazioni presenti nel bacino del torrente Pellice. Tenuto conto di questi aspetti, il sistema agricolo può inserirsi a pieno diritto in un progetto di valorizzazione turistico-ricreativo del torrente Pellice. L’aspetto che preoccupa è che siano imposti dei vincoli nel futuro (come delle indicazioni da fornire ai Comuni relativi alla pianificazione territoriale).
A questo proposito si ricorda che la sottoscrizione del Contratto di Fiume è su base volontaria e che il CdF serve per condividere un percorso e i desiderata di un bacino idrografico. Si ribadisce che nel caso dei CdF viene posto l’accento sul tema della qualità progettuale della proposta anziché sul problema dei finanziamenti, infatti l’obiettivo del Contratto di Fiume è quello di raccogliere le proposte del territorio volte alla riqualificazione e valorizzazione dell’intero bacino idrografico. Queste proposte saranno inserite in un Piano d’Azione concertato e condiviso, documento chiave del Contratto di Fiume. Dopo la sottoscrizione del Contratto di Fiume si avvierà la fase attuativa nel corso della quale si individueranno i finanziamenti necessari per la realizzazione delle azioni emerse. Si ricorda ai presenti che il processo del CdF è sottoposto alla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), procedura che validerà le azioni proposte. Si ricorda inoltre che non sono previsti finanziamenti specifici per l’attuazione dei Piani di Azione dei Contratti di Fiume ma i finanziamenti saranno ricercati in base alle priorità di intervento e di volta in volta potranno arrivare da Enti diversi (AIPO per interventi di sicurezza idraulica, il gestore delle Reti idriche integrate per il collettamento delle reti fognarie, il PSR per gli interventi in ambito agricolo etc.). E’ quindi importante che tutti gli attori si facciano parte attiva nell’attuazione del Piano di Azione
Dato che le problematiche affrontate nei vari Contratti di Fiume sono simili (scarsità dell’acqua, qualità dell’acqua, possibilità di fruire del fiume e del suo territorio), chiedono alla Provincia di Torino portare ai tavoli di lavoro, a titolo di esempio, le soluzioni individuate in altri territori dove sono in corso da tempo processi di costruzione di Contratti di Fiume (es. Contratto di fiume del Sangone, Stura di Xxxxx).
Si ricorda che tutti i documenti e le informazioni inerenti il processo partecipato del Contratto di Fiume del Pellice sono pubblicati sulla pagina web della Provincia di Torino dedicata:
xxxx://xxx.xxxxxxxxx.xxxxxx.xxx.xx/xxxxxxxx/xxxxxxx_xxxxxxx/xxxxxx/xxxxxxxx_xxxxxxx