Egna, atti di discriminazione sul treno. La Provincia deve intervenire, inserendo clausole anti-discriminazione nel contratto di servizio con Trenitalia.
Interrogazione
Egna, atti di discriminazione sul treno. La Provincia deve intervenire, inserendo clausole anti-discriminazione nel contratto di servizio con Trenitalia.
Sulla edizione del giornale “Alto Adige” del 29 novembre si è potuta leggere la seguente cronaca, che per la sua gravità riportiamo per intero:
“EGNA. Gli ha urlato di scendere immediatamente dal treno, poi gli ha gettato i documenti dal finestrino e, quando il passeggero è sceso per raccoglierli, il controllore ha chiuso le porte e fatto ripartire il convoglio lasciando l’uomo a terra. È accaduto a Egna quando il treno s’è fermato in stazione.
L’episodio è accaduto venerdì della scorsa settimana verso l’ora di pranzo. Il treno è il regionale 10920. Una coppia giovane, di origini pakistane, sale sul treno regionale che da Trento porta a Bolzano. Passa il controllore - probabilmente veneto - e chiede il biglietto alla coppia straniera, che ne è sprovvista. Il controllore inizia ad alzare la voce e richiede più volte il biglietto ai passeggeri. Ai due stranieri viene quindi ordinato di scendere quando il treno è all’altezza della stazione di Egna. Vedendo che la coppia non ne vuole sapere, il controllore chiede i rispettivi documenti. Mosso da un gesto di stizza, li lancia poi all’esterno del vagone attraverso il finestrino. I documenti terminano sulla panchina lungo il binario. Il passeggero scende di corsa per riprendere i propri effetti personali. Nemmeno il tempo di raccogliere i documenti che il controllore ordina di chiudere le porte e far ripartire il treno, lasciando l’uomo a terra e la moglie sola sul treno. La donna scoppia a piangere.
A questo punto il controllore ritorna orgoglioso nello scompartimento a
prendersi gli applausi di alcuni passeggeri. Ma non tutti sono d’accordo e chiedono spiegazioni al controllore che replica: «Ne vedo ogni giorno di questi episodi, spesso gli stranieri sono senza biglietto e con loro bisogna usare questi metodi per fargli imparare la lezione. Devono rispettare le nostre regole».
Ma altri passeggeri hanno ritenuto l’accaduto umiliante ed eccessivo:
«Non sarebbe successo se il passeggero fosse stato italiano».
La gravità dell’episodio, se esso dovesse essere confermato, è evidente. Se infatti ciò che riporta il giornale fosse davvero accaduto (e non c’è stata smentita
nei giorni successivi), si sarebbe trattato di un atto di discriminazione per motivi razziali bandito dalla nostra Costituzione e punito dal nostro codice penale, senza escludere la possibilità del reato di abuso in atti d'ufficio, visto che il controllore é pubblico ufficiale. Il minimo che si dovrebbe chiedere alle ferrovie è comunque un severo provvedimento disciplinare, poiché il controllore non ha attivato verso le persone trovate senza biglietto la prevista procedura, che contempla l’obbligo del pagamento sul treno di un biglietto maggiorato e, in caso di rifiuto, l’intervento della polizia ferrovieria alla stazione successiva. Niente può invece giustificare un atto così grave di intolleranza e discriminazione, tanto più in mezzo a una carrozza ferroviaria di un treno regionale.
La verifica sulla veridicità di tale episodio e poi abbastanza semplice, visto che l’articolo riporta anche il numero del treno in questione, il regionale 10920, e la data. Accertare la verità è dunque impresa non difficile.
La Provincia ha con Trenitalia un contratto di servizio che riguarda proprio i treni regionali, su cui si può viaggiare con biglietti emessi in loco e integrati con la rete di trasporto pubblico locale grazie a tale accordo. La Provincia dunque non può ignorare ciò che avviene sui treni, di cui condivide una qualche responsabilità.
Si chiede alla giunta provinciale:
1. Come si è attivata la Giunta provinciale per accertare la veridicità dell’episodio citato dal giornale?
2. Se non si è ancora attivata, intende farlo chiedendo a Trenitalia e/o alla polizia ferroviaria di fare piena luce sull’episodio e prendere tutti i provvedimenti previsti dal codice penale e dalle norme interne alle ferrovie per sanzionare severamente un episodio che, se confermato, equivarrebbe a un gravissimo atto di discriminazione per motivi razziali?
3. Intende la Provincia autonoma, se si dovesse arrivare a un procedimento giudiziario, costituirsi parte civile in quanto – se l’episodio è vero e la magistratura dovesse attivare un procedimento – è stata lesa la pacifica convivenza, fondamento della nostra autonomia e principale bene da difendere anche per l’Ente-Provincia?
4. Intende la Provincia, alla luce di questo episodio, ricercare un’intesa con Trenitalia per inserire clausole anti-discriminazione (di qualsiasi discriminazione si tratti) all’interno del contratto di servizio, come parte integrante ed essenziale della qualità del servizio ferroviario che Treitalia deve garantire ai suoi/sue passeggeri/e e che la Provincia deve richiedere e tutelare?
Consiglieri provinciali Xxxxxxxx Xxxxx Xxxxxx Xxxx Xxxxx
Bolzano, 30 novembre 2009