Contract
N° 51 del 19.08.2002 | |
OGGETTO: | Formazione del piano strutturale d’ambito in accordo con il Comune di Montecatini Val di Cecina – Ratifica del protocollo d’intesa tra la provincia di Pisa ed i comuni di Volterra e Montecatini Val di Cecina per la realizzazione e lo sviluppo del SITI – Approvazione dello schema di convenzione per la programmazione coordinata della pianificazione d’ambito – Istituzione dell’ufficio per la pianificazione d’ambito e nomina del garante per l’informazione – Avvio del procedimento ai sensi dell’art.25 della L.R.5/95 e con l’accordo previsto dall’art.36 della legge medesima. |
L’anno duemiladue addì diciannove del mese di agosto, alle ore 17.00, nel civico Palazzo dei Priori, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione straordinaria, in adunanza pubblica di 1° convocazione, previa trasmissione degli inviti con l’elenco degli oggetti da trattarsi nell’odierna seduta.
Presiede l’adunanza il Sig. Xxx Xxxxxxxxxx - Xxxxxxx, il quale accerta la presenza del numero legale per deliberare, rilevando che dei Consiglieri Signori:
XXXXXXX Xxxxxx | XXXXXXX Xxxxxxxx |
XXXXXXXXX Xxxxxx | XXXXXXXX Brunello |
XXXXXX Xxxxx | XXXXXXXX Xxxxxx |
XXXXXXX Xxxxxxx | XXXXXXX Xxxxxx |
DEI Xxxx Xxxxx | XXXXXX Xxxxxx |
XXXXXXX Xxxxxx in Gabellieri | XXXXXX Xxxxxxxx |
XXXXXXX Xxxxx | XXXXXX Xxxxxxxx |
XXXXX Xxxxxx | XXXXXXXX Xxxxxxxxxxxx |
DELLO SBARBA Rosa | XXXXXXX Xxx |
XXXXXXXXX Xxxxxxx in Xxxxxxxx | XXXXXX Xxxxxxxxxx |
risultano assenti soltanto i signori: Xxxxxxx, Cerri, Xxxxx Xxxxxx.
Quindi, con l’assistenza del Segretario Generale Dr. Xxxxxxx Xxxxxxxxx, si passa alla trattazione del seguente affare:
IL CONSIGLIO COMUNALE
Udita la relazione dell’Assessore Xxxxxxxx, risultante dal testo dell’allegato “A”; Uditi altresì gli interventi dei consiglieri Biondi e Xxxxxx;
Premesso che a seguito della L.R. 7/2001 il Comune di Volterra è risultato tra quelli tenuti alla sottoscrizione di un’intesa con Provincia e Regione per l’adozione del Piano Strutturale entro scadenze prefissate;
Rilevato che in data 28/3/2001 è avvenuta la firma dell’intesa sopra ricordata con l’impegno ad avviare, in forma coordinata con il Comune di Montecatini Val di Cecina, le procedure per la formazione del Piano Strutturale entro il 1/9/2001 e ad adottare il Piano entro il 31/12/2004;
Dato atto che l’intesa sottoscritta è stata ratificata con deliberazione C.C. n. 32 del 27/4/2001;
Preso atto che i comuni di Volterra e Montecatini Val di Cecina devono provvedere alla redazione del Piano Strutturale entro i termini stabiliti nell’intesa sottoscritta con la Provincia e la Regione il 31/3/2001 e con i contenuti di cui all’art.24 della L.R. 5/95, che definisce le indicazioni strategiche per lo sviluppo ed il governo del territorio comunale;
- si concorda nell’opportunità di avviare un processo coordinato nelle politiche di gestione del territorio in accordo con i principi di sostenibilità dello sviluppo e di compatibilità delle scelte con riferimento alle diverse situazioni territoriali ed ambientali, e che per la corretta gestione delle trasformazioni occorre avvalersi di strumenti più efficaci e in grado di monitorare costantemente l’evoluzione delle dinamiche territoriali quali i Sistemi Informativi Territoriali;
- in relazione alla crescente domanda di servizi, in particolare turistico-ricettivi, sociali e per il tempo libero e di attività culturali di aggiornamento ed orientamento post-universitario, per l’esistenza di vincoli minerari a cavallo del confine comunale è necessario governare le trasformazioni del territorio disponendo di un quadro conoscitivo il più documentato possibile, che consenta agli Enti strategie coordinate ed integrate al fine di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile, in linea con i principi di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale contenuti nel PTC e nel rispetto delle prescrizioni del PIT;
- per le motivazioni sopracitate è indispensabile individuare strategie comuni e coordinate per le scelte di programmazione urbanistica ed attivare collaborazioni tecniche specifiche all’interno di un Piano Strutturale d’ambito;
Concluso che, pertanto, è opportuno avvalersi di un comune gruppo di progettisti, cui affidare la redazione del Piano Strutturale d’ambito;
Considerato che l’Amministrazione comunale di Volterra per il suo territorio ha individuato e definito criteri generali di indirizzo del proprio Piano Strutturale, ponendoli all’attenzione del quadro conoscitivo come principi ispiratori dello sviluppo della procedura e come elementi di riflessione ed approfondimento della gestione in corso dello strumento urbanistico vigente;
Ravvisata la necessità di avviare le procedure per la formazione del Piano Strutturale ai sensi dell’art.25 e dell’art.36 della L.R. 5/95;
Esaminati gli atti che costituiscono gli obiettivi della pianificazione ed il progetto di quadro conoscitivo di riferimento e ritenutili meritevoli di approvazione in quanto corrispondenti agli indirizzi e finalità di questa Amministrazione;
Preso atto degli allegati parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica del Responsabile del Servizio e parere favorevole in ordine alla regolarità contabile del Responsabile del Servizio Finanziario;
Con voti favorevoli n.14 (Unione per Volterra e Alternativa per Volterra) e contrari n.4 (Polo per le libertà) espressi nei modi di legge da n.18 presenti e votanti;
D E L I B E R A
1) Di ratificare il Protocollo d’intesa tra la Provincia di Pisa ed i Comuni di Volterra e Montecatini Val di Cecina per la realizzazione e lo sviluppo del SITI (allegato “B”).
2) Di approvare l’allegato schema di convenzione per la programmazione coordinata della pianificazione del territorio dei comuni di Volterra e di Montecatini Val di Cecina (allegato “C”).
3) Di costituire presso il Comune di Volterra, quale ente capofila, l’Ufficio per la Pianificazione, composto come all’art.2 della convenzione di cui al punto che precede, con il compito di espletare l’azione comune per la redazione degli Strumenti urbanistici generali.
4) Di avviare ai sensi dell’art.25 della L.R. 5/95 il procedimento di formazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico in forma associata con il Comune di Montecatini Val di Cecina per le motivazioni esposte in narrativa e qui integralmente richiamate.
5) Di promuovere e concludere, per la definizione degli Strumenti urbanistici e nel corso del procedimento della loro formazione, un accordo di pianificazione con il Presidente della Regione Toscana e con il Presidente della Provincia di Pisa ai sensi dell’art.36 della L.R. 5/95 allo scopo di ottenere un proficuo coordinamento delle azioni e acquisire l’assenso di amministrazioni diverse competenti in materia di governo del territorio.
6) Di nominare per il Comune di Volterra Garante dell’informazione sul procedimento di cui all’art.3, comma 2, della L.R. n. 5/95, il Geom. Xxxxxxx Xxxxxxxxxx.
7) Di approvare il quadro conoscitivo di riferimento risultante dall’allegato “D”.
8) Di definire gli obiettivi da perseguire, anche in relazione alle verifiche compiute sullo stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente, sinteticamente espressi come segue:
Idee guida per la conservazione e la rivitalizzazione del centro storico, sintesi artistica ed architettonica della città, spazio urbano appartenente alla collettività e dilatazione degli spazi privati, luogo di associazione e di relazioni umane nonché di attività economiche e produttive.
Il territorio aperto, patrimonio paesaggistico ed ambientale, come risorsa da leggere e bene da tutelare e valorizzare nell’unità inscindibile e nell’armonizzazione dei rapporti tra campagna e costruito.
Tema della mobilità in rapporto al sostegno ed allo sviluppo del turismo come punto di forza del rilancio di Volterra, occasione per ideare percorsi studiati per le varie esigenze di accesso oltre che per ricreare luoghi di coesione urbana mediante l’evidenziazione dei servizi per una lettura immediata della città.
Recupero funzionale ed architettonico del patrimonio edilizio esistente nell’ottica di reinterpretazione, razionalizzazione e, in alternativa, creazione di soluzioni favorevoli al riuso dell’esistente per il risparmio delle risorse disponibili.
Espansione urbana nel rapporto con le presenze storico-artistiche e culturali del centro e nella corretta interazione con il quadro idrogeologico e geomorfologico.
Recupero di spazi urbani e riscoperta dei percorsi legati alle tradizioni storiche dell’alabastro e delle altre forme di artigianato artistico locale.
Individuazione della frazione di Saline come polo industriale e sua caratterizzazione come nodo intermodale e fulcro del potenziamento delle attività industriali, artigianali e commerciali. Riqualificazione ed integrazione delle realtà già presenti nel tessuto urbano nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile e nella tutela della salute e dell’ambiente. Programmazione di un necessario incremento del tessuto urbanistico con arricchimento delle funzioni.
9) Di promuovere forme ed iniziative di consultazione con le parti sociali, gli operatori economici, gli ordini e associazioni professionali, il volontariato e di attivare canali idonei al recepimento di proposte da parte dei cittadini.
10) Di comunicare il presente atto al Presidente della Regione Toscana ed al Presidente della Provincia di Pisa.
ALLEGATO “A”
RELAZIONE DELL’ASSESSORE XXXXXXXX
Colleghi Consiglieri,
io credo di dovere, a questo punto, fermare particolarmente la vostra attenzione sul tema in discussione, non perché nel contesto di un Consiglio Comunale ci siano argomenti “a priori” più importanti di altri ma perché ci sono a volte, come questa, passaggi amministrativi di largo respiro che segnano fortemente, ogni tre o quattro mandati elettorali, il corso delle cose nella sfera politica di governo a dimensione comunale. E nonostante che questo Consiglio si celebri in pieno Agosto, quando di solito si interrompe semmai il tempo delle ferie per l’urgenza di scadenze contabili, noi ci siamo riuniti anche per decidere collegialmente di dare avvio ad un procedimento di rielaborazione degli strumenti urbanistici comunali, che si concluderà con l’adozione di un Piano Strutturale e di un Regolamento Urbanistico, in pratica strumenti a valenza di Piano Regolatore Generale. Per dare evidenza all’eccezionalità dell’atto che stiamo per deliberare, vi ricordo soltanto che nell’arco degli ultimi trent’anni il nostro Comune ha affrontato tre volte il problema della emergente necessità di dotarsi di una chiave di lettura delle azioni di governo del territorio: nel 1970 era già stato elaborato un PRGC del quale si attendeva allora approvazione Ministeriale, peraltro mai concessa per sopravvenute modifiche all’impianto legislativo; tant’è che nel 1972, per effetto delle nuove disposizioni, fu possibile predisporre ed adottare un Regolamento Edilizio con annesso Programma di Fabbricazione, unico efficace strumento urbanistico cui fare riferimento; ma la legge cosiddetta Bucalossi alcuni anni dopo dettò le regole per dare ai Comuni la prospettiva certa di potersi dotare di un PRGC; ecco allora l’idea di attivare, per Volterra, già dal 1986 un Concorso nazionale di idee, dal quale maturò un incarico di progettazione del PRGC perfezionato nel 1988. Ora il dettato della L.R.5/95 e la successiva contrazione dei termini imposta dalla L.R.7/2001, chiama anche il Comune di Volterra alla sollecita verifica dello stato di attuazione delle previsioni del vigente PRGC ed alla corrispondente rielaborazione di una Pianificazione Strutturale regolamentata dalla normativa di un efficace Regolamento Urbanistico. I termini di tale iter procedurale sono stati concordati con Regione e Provincia ed hanno due precisi riferimenti temporali: avvio del procedimento entro il 1° settembre 2002 ed adozione degli strumenti completi entro il 31 dicembre 2004.
Ecco, noi crediamo senza retorica che, a prescindere dal valore dell’atto formale che assumeremo oggi, e che è per sempre un serio impegno verso al nostra comunità e verso le aspettative che da essa ci vengono manifestate, vi sia comunque una oggettiva necessità di riunire le idee di tutti, di ascoltare, di confrontare, di fare sintesi.
Noi chiediamo, quindi, che, a prescindere dal giudizio complessivo finale, ci sia la volontà da parte di tutti noi, in questa Assemblea elettiva, di dare durante l’elaborazione delle scelte legate al territorio il maggior contributo per la migliore riuscita di un’operazione che segnerà molti dei prossimi anni della vicenda politico - amministrativa di questo Comune.
Al contributo dei rappresentanti eletti, primi destinatari dell’invito al confronto, intendiamo associare il contributo che possono dare le parti sociali, gli operatori economici, gli ordini ed i collegi professionali, le associazioni del volontariato e quanti altri, anche cittadini non associati, ritengano di oggettiva utilità.
Con la deliberazione adottata da questo Consiglio Comunale diamo un forte
xxxxxxxxx politico: intanto la manifestazione della volontà di cominciare subito a lavorare; poi quella di procedere all’elaborazione degli strumenti urbanistici in forma coordinata con il Comune di Montecatini V.C., dando agli strumenti stessi la valenza di un Piano d’Ambito; infine l’indicazione, per quanto attiene al territorio del nostro Comune, di un quadro conoscitivo di riferimento cui collegare obiettivi da perseguire già emersi e conosciuti, rimandando il loro completamento all’esito delle previste consultazioni.
La relazione di avvio del procedimento descrive sinteticamente:
a) lo stato di attuazione del PRG vigente, le varianti adottate, le varianti ritenute necessarie, i Piani di recupero già individuati, i nuovi Piani di insediamento;
b) le principali problematiche territoriali (acqua, aria, suolo, mobilità, ecc.);
c) le ulteriori verifiche da compiere ed alcuni obiettivi strategici da conseguire, indicati in delibera come linee guida in materia di fabbisogno abitativo, di traffico e mobilità, di offerta culturale e turistica, di sport e tempo libero, di paesaggio ed ambiente ma anche di inquinamento, di uso sostenibile del suolo, di rischio geomorfologico e idrogeologico, di recupero e riqualificazione, di insediamenti produttivi e commerciali.
Tutti temi che ci impegneranno di qui al 2004 ma che renderanno questo lavoro che ci attende, consentitemi di dirlo, origine di una sorta di gratificazione che arricchirà un po’ di più l’esperienza di ciascuno di noi.
Allegato “B”
PROTOCOLLO D’INTESA TRA LA PROVINCIA DI PISA ED I COMUNI DI VOLTERRA E MONTECATINI V.C. PER LA REALIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE INTEGRATO (S.I.T.I.). E PER L'ATTIVAZIONE DI UNA COLLABORAZIONE TECNICA FINALIZZATA ALLA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO STRUTTURALE DEI COMUNI ED ALL' ACQUISIZIONE IN FORMA DIGITALE DEGLI ELABORATI PRODOTTI.
PREMESSO
- che ai sensi dell’art.19, comma 1, lettera l, del Decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267, alla Provincia spetta la raccolta e l’elaborazione di dati, fornendo allo stesso tempo l’assistenza tecnico-amministrativa agli Enti locali;
- che l’art. 3 della L.R. 5/95 prevede la stretta collaborazione tra gli Enti al fine di migliorare la qualità tecnica degli atti e favorire l’omogeneità dei criteri metodologici e l’efficacia dell’azione amministrativa;
- che ai sensi dell’art. 4 della L.R. 5/95 “la Regione, le Province e i Comuni singoli o associati partecipano alla formazione e gestione del sistema informativo territoriale (S.I.T.)” e che “Il S.I.T. costituisce il riferimento conoscitivo fondamentale per la definizione degli atti di governo del territorio e per la verifica dei loro effetti” nell’ambito del principio generale dello sviluppo sostenibile;
- che la Provincia di Pisa, in accordo con il precedente punto, si è fatta promotrice di un progetto di sviluppo di un Sistema Informativo Territoriale Integrato (S.I.T.I.) relativamente al proprio territorio e che tale progetto è stato approvato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica;
- che per l’attuazione del progetto S.I.T.I. la Provincia di Pisa e Ages S.p.A. di Pisa hanno siglato un protocollo d’intesa per la costituzione di una STRUTTURA TECNICA INTEGRATA tra i due Enti denominata SITI, che si caratterizza quale struttura qualificata di supporto e punto di riferimento per tutti gli Enti dell’area pisana;
- che è già disponibile in funzione della realizzazione del progetto una banca dati informatizzata di notevole consistenza avviata con gli studi e le ricerche propedeutici all'elaborazione del Piano Territoriale di Coordinamento e progressivamente arricchita con i nuovi elementi di volta in volta realizzati ed acquisiti, quali ad esempio una cartografia numerica di base in scala 1:10.000, che si affianca ad altre coperture tematiche a diverse scale;
- che si rende quindi opportuno avviare un processo interdisciplinare per consentire le migliori possibilità di condivisione ed accesso ai dati numerici
georeferenziati di Enti e Aziende, pubbliche e private, che operano sul territorio della Provincia di Pisa;
- che nel protocollo di accordo proposto dalla Regione, finalizzato allo sviluppo omogeneo ed integrato, all’aggiornamento ed alla diffusione delle banche dati geografiche georiferite a livello locale e nazionale, gli Enti si impegnano attraverso l’attivazione di piani di lavoro specifici a costruire e completare gli archivi documentali secondo lo standard e le specifiche regionali e a definire le modalità di collaborazione fra gli Enti pubblici della Toscana dando attuazione operativa agli indirizzi stabiliti nel citato art. 4 della L.R. 5/95 sullo sviluppo del S.I.T.;
- che i comuni di Volterra e Montecatini V.C. devono provvedere alla redazione del Piano Strutturale entro i termini stabiliti nell’intesa sottoscritta con la Provincia e la Regione il 31/3/2001 e con i contenuti di cui all’art. 24 della L.R. 5/95, che definisce le indicazioni strategiche per lo sviluppo ed il governo del territorio comunale;
CONSIDERATO
- che i due Comuni costituiscono un sistema territoriale omogeneo, sia per le caratteristiche fisico-geografiche ed ambientali, sia per i caratteri socio- economici e culturali;
- che si concorda nell’opportunità di avviare un processo coordinato nelle politiche di gestione del territorio in accordo ai principi di sostenibilità dello sviluppo e di compatibilità delle scelte con riferimento alle diverse situazioni territoriali ed ambientali, e che per la corretta gestione delle trasformazioni occorre avvalersi di strumenti più efficaci e in grado di monitorare costantemente l’evoluzione delle dinamiche territoriali quali i Sistemi Informativi Territoriali;
- che in relazione alla crescente domanda di insediamento di servizi (turistico- ricettivi, sociali e per il tempo libero, per attività culturali di aggiornamento ed orientamento post-universitario) ed all’esistenza di vincoli minerari con estensione sovracomunale è necessario governare le trasformazioni del territorio, sulla base di un quadro conoscitivo il più documentato possibile, che consenta agli Enti strategie coordinate ed integrate, al fine di garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile, in linea con i principi di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale contenuti nel PTC e nel rispetto delle prescrizioni del PIT;
- che per le motivazioni sopracitate è indispensabile individuare strategie comuni e coordinate per le scelte di programmazione urbanistica all’interno di un Piano Strutturale d’ambito;
- che pertanto è opportuno individuare un unico gruppo di progettisti, cui affidare la redazione del Piano Strutturale d’ambito, attivando le collaborazioni tecnichr specifiche necessarie;
- che la Provincia di Pisa, nell’ambito della collaborazione da avviare con i Comuni, fornirà attraverso i propri uffici il necessario apporto tecnico con l’obiettivo di pervenire, entro i termini stabiliti nell’intesa sottoscritta con Regione e Provincia per i piani strutturali ed attraverso un percorso
concertato, ad un Piano Strutturale d’ambito coerente con i contenuti del PTC;
- che la Provincia di Pisa, inoltre, metterà a disposizione dei Comuni il quadro conoscitivo del PTC provinciale, le elaborazioni relative alle nuove carte tematiche in corso di realizzazione (carta geologica e carta geomorfologica scala 1:10.000) e la struttura tecnica per le elaborazioni e l’informatizzazione del piano;
- che i Comuni si impegnano a provvedere all’approfondimento dei seguenti punti:
♦ quadro conoscitivo con riferimento alle tre tipologie di risorse definite nel PIT;
♦ individuazione dei sistemi e subsistemi;
♦ elementi per la valutazione degli effetti ambientali;
♦ statuto dei luoghi e invarianti;
♦ le salvaguardie;
♦ gli indirizzi programmatici e quant’altro previsto ai sensi dell’art. 24 della LR 5/95.
Per tutto quanto sopra considerato si ritiene utile definire e concludere un protocollo d’intesa ai sensi del D. Lgs. 267/2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali”, che assume valore, ai sensi dell’art. 3 della
LR 5/95, ai fini della realizzazione del Piano Strutturale d’ambito.
Il giorno venti del mese di maggio dell’anno 2002 tra la Provincia di Pisa nella persona del Vicepresidente Xxxxx Xxxxx, il Comune di Volterra, nella persona del Vice Sindaco Xxxxxx Xxxxxxxx, ed il Comune di Montecatini V.C., nella persona del Segretario Xxxxxx Xxxxxxx con delega del Sindaco, si conviene quanto segue:
PARTE GENERALE
Art. 1
OGGETTO DELL’ ACCORDO
1. I contenuti della premessa fanno parte integrante del presente accordo.
2. Il presente accordo si propone di favorire progressivamente la costituzione di un Sistema Informativo Territoriale Integrato per l’area pisana attraverso forme di cooperazione tra gli Enti con l'attivazione di piani di lavoro congiunti, programmi e progetti quale attuazione operativa degli indirizzi dell'art. 4 della legge regionale 5/95 in materia di sviluppo di Sistemi Informativi Territoriali.
Art. 2
OBIETTIVI GENERALI DELL’ ACCORDO
1. I contenuti del presente accordo sono in linea con il protocollo quadro predisposto dalla Regione Toscana con il quale si definiscono le modalità di collaborazione fra gli Enti pubblici della Toscana, dando attuazione operativa agli indirizzi stabiliti nell’art. 4 della L.R. 5/95 sullo sviluppo del S.I.T.
2. Gli Enti contraenti concordano sui seguenti obbiettivi generali da raggiungere attraverso la cooperazione:
a) Costruire per fasi successive il Sistema Informativo Territoriale secondo quanto indicato dall’art. 4 della L.R. 5/1995 attraverso la cooperazione e l’integrazione dei S.I.T. costruiti dai singoli Enti, secondo programmi di lavoro coordinati ed utilizzando le tecnologie telematiche per garantire forme avanzate di elaborazione, accesso e navigazione ai vari patrimoni informativi;
b) Riorganizzare il sistema di archivi dei singoli Enti e costruire le nuove basi dati secondo regole tecniche e standard informativi uniformi, con un’adeguata documentazione ed omogenee procedure di verifica della qualità dei dati in modo da avere un patrimonio informativo comune fra i vari Enti;
c) Realizzare interventi coordinati di sviluppo e valorizzazione del personale tecnico e delle competenze esistenti negli Enti, quale essenziale patrimonio di conoscenze indispensabili per lo sviluppo del S.I.T. regionale;
d) Promuovere progetti congiunti innovativi di costruzione di nuove basi dati e di applicazioni di analisi, anche in cooperazione con altre Regioni ed Enti in Italia ed all’estero;
e) Sviluppare i sistemi informativi territoriali in modo coordinato fra gli Enti di ogni area garantendo servizi di assistenza e di supporto.
3). Il protocollo regionale viene allegato al presente accordo, del quale costituisce parte integrante.
Art. 3 DECISIONI OPERATIVE
1. Gli Enti individuano quale struttura tecnica specializzata di riferimento per lo sviluppo e la gestione del Sistema Informativo Territoriale Integrato e la realizzazione degli obbiettivi del presente accordo la STRUTTURA TECNICO INTEGRATA di S.I.T.I. della Provincia di Pisa.
2. Ciascun Comune provvederà a nominare un proprio referente tecnico che si rapporterà operativamente con la Struttura Tecnico Integrata di SITI per la realizzazione degli obiettivi del presente accordo.
3. Gli archivi costituenti il patrimonio informativo di S.I.T.I. detenuti dalla Struttura Tecnico Integrata della Provincia sono messi a disposizione del
Comune e di ogni Ente contraente il presente protocollo su semplice richiesta, fatte salve le limitazioni di legge ed eccezion fatta per la cartografia numerica alla scala 1:2.000 realizzata da Regione Toscana e AGES S.p.A., i cui termini di cessione risultano già disciplinati dal Protocollo di intesa tra
Regione ed AGES medesime.
4. I Comuni contraenti si impegnano a mettere a disposizione del Sistema Informativo Territoriale Integrato, e di conseguenza di ogni Ente contraente, il presente protocollo, i dati da essi realizzati o dati dei quali comunque dispongono senza limitazioni per la cessione, su semplice richiesta, fatte salve le limitazioni di legge.
5. Nel successivo art. 10 “PATRIMONIO INFORMATIVO NUMERICO” sono indicati in sintesi gli archivi che S.I.T.I. renderà disponibili per ogni Ente contraente.
6. Ogni ulteriore archivio che verrà realizzato dagli Enti andrà automaticamente ad aggiornare il patrimonio messo a disposizione di tutti gli Enti.
7. L’elenco allegato verrà aggiornato da ogni Ente con cadenza almeno annuale e comunicato dai Referenti Comunali alla Struttura Tecnico Integrata di
S.I.T.I. che provvederà a comunicarlo alla Regione.
8. Gli Enti contraenti adottano la stessa scheda di documentazione prodotta dalla Regione Toscana degli archivi territoriali basata sullo standard CEN, o schede più ampie ma con gli stessi contenuti informativi minimi.
9. La Struttura Tecnico Integrata di S.I.T.I. provvede alla realizzazione, gestione e pubblicazione di un catalogo contenente l’indicazione di tutti gli archivi territoriali disponibili e relativa documentazione, utilizzabile anche in rete secondo quanto previsto dal progetto di Sistema Informativo Territoriale Integrato per l'area pisana, integrato con quello predisposto dalla Regione Toscana.
10. S.I.T.I. proporrà agli Enti contraenti regole comuni per la procedura di consultazione e cessione dei dati territoriali a soggetti terzi, secondo le specifiche dettate da Regione Toscana nel protocollo di accordo sui SIT.
Art. 4 IMPEGNI DEGLI ENTI
1. La Provincia di PISA si impegna attraverso la Struttura Tecnico Integrata di
S.I.T.I. ad attuare il progetto di Sistema Informativo Territoriale Integrato ed a fornire assistenza agli Enti locali aderenti per la realizzazione dello stesso.
2. La Struttura Tecnico Integrata di S.I.T.I costituisce la struttura di riferimento verso la Regione per tutti gli Enti aderenti al progetto, garantisce la diffusione degli archivi agli Enti e svolge servizi di assistenza, gestione banche dati e servizi telematici.
3. Il Servizio Tecnico Qualificato in materia di Sistemi Informativi Territoriali che la Struttura Tecnico Integrata di SITI potrà fornire agli Enti, aderenti al
presente protocollo di accordo, che ne faranno specifica richiesta sarà articolato su vari livelli e disciplinato con ulteriori specifici accordi.
4. L'adesione al presente protocollo d’intesa costituisce automaticamente adesione da parte dei Comuni al protocollo di intesa regionale.
5. Gli Enti contraenti attivano piani di lavoro per completare la documentazione degli archivi e per pubblicarla sulla RETE secondo quanto specificato nel protocollo regionale.
6. Gli Enti contraenti si impegnano a contribuire all'aggiornamento del patrimonio informativo secondo programmi e progetti operativi congiunti e secondo le specifiche dettate dal Protocollo Regionale.
Art. 5
ATTIVITÀ DELLA STRUTTURA TECNICO INTEGRATA DI S.I.T.I.
1. L'attività della Struttura Tecnica Integrata di S.I.T.I. sarà finalizzata alla realizzazione degli obiettivi contenuti nell’accordo e potrà riguardare nello specifico:
- la cura, l'armonizzazione, l'integrazione, la diffusione e la distribuzione di Dati cartografici di base e di Informazioni Geografiche Socio-Economiche georeferenziate;
- la definizione delle regole di armonizzazione e di integrazione e degli standard qualitativi;
- la verifica di congruenza tra le varie informazioni e la conformità della loro struttura e qualità alle regole di cui prima;
- la promozione della cultura di utilizzo dell'informazione geografica nei processi di pianificazione e gestione del territorio per favorire sempre di più un suo uso omogeneo;
- l’integrazione delle mappe cartografiche numeriche in scala 1:1.000, 1:2.000 e 1:10.000 e la definizione di adeguati algoritmi di proiezione tra le varie scale, per la creazione di un continuo geografico territoriale per l'intero territorio della Provincia di Pisa;
- la definizione, di concerto con gli Enti proprietari, di un regolamento e delle procedure per l'uso e la diffusione di dati cartografici e di informazioni socio-economiche georeferenziate a terzi;
- la fornitura delle cartografie numeriche di base in scala 1:10.000 dell'intero territorio della Provincia di Pisa;
- la fornitura di mappe tematiche relative alle banche dati degli Enti proprietari;
- la raccolta e distribuzione dei dati provenienti dalla collaborazione con i vari Enti territoriali;
- la raccolta e inserimento negli archivi e conseguente aggiornamento delle banche dati e del quadro conoscitivo territoriale;
- lo sviluppo di metodologie e tecniche di lavoro da tradurre anche in pacchetti SW per implementare nuove funzionalità del S.I.T.I. (P.R.G., concessioni edilizie, gestione tributi, catasto, reti tecnologiche, toponomastica ecc.);
- la promozione dell'installazione di postazioni cartografiche nei Comuni della Provincia e fornitura in "service" di supporto ed assistenza agli utenti del S.I.T.I. dislocati sul territorio provinciale da disciplinare con ulteriori specifici accordi;
- la realizzazione di un Mapserver di S.I.T.I. per la diffusione via rete Internet della Banca Dati geografica disponibile presso SITI e delle informazioni in essa contenute relative a Piani provinciali e PRG comunali;
- la realizzazione di un catalogo generale multimediale documentato secondo lo standard europeo TC/287 dei dati geografici disponibili accessibile in rete Internet;
- l’attività di servizio tecnico qualificato in materia di Sistemi Informativi Territoriali per gli Enti aderenti a SITI che ne faranno specifica richiesta da disciplinarsi con ulteriore specifico accordo.
PARTE SPECIFICA
Art. 6
OBBIETTIVO SPECIFICO DELL'ACCORDO
1. Il presente accordo nello specifico disciplina le modalità di realizzazione di una collaborazione tecnica in materia di pianificazione territoriale e Sistemi Informativi Territoriali tra la Provincia di Pisa ed i Comuni di Volterra e Montecatini V.C. finalizzata alla predisposizione del Piano Strutturale d’ambito ed alla sua acquisizione in forma digitale attraverso le elaborazioni del SIT.
2. Gli Enti si impegnano a uniformarsi alle specifiche tecniche dettate dalla Regione Toscana sia per la predisposizione del Piano che per l’acquisizione degli elaborati geografico-tematici, tabellari e testuali.
3. Le specifiche tecniche, allegate al presente protocollo per farne parte integrante, vanno intese come la definizione delle norme minime che gli elaborati digitali del Piano Strutturale dovranno rispettare perché la Regione possa assumerne il contenuto informativo e possa applicare le proprie procedure di verifica.
Art. 7
ASPETTI TECNICI-ORGANIZZATIVI
1. La Struttura Tecnica di SITI messa a disposizione dalla Provincia di PISA garantirà la corretta integrazione tra il processo di formazione del Piano strutturale d’ambito ed il Sistema Informativo Territoriale integrato;
In particolare SITI provvederà a definire:
-La progettazione delle specifiche modalità di raccordo tra il Sistema Informativo Territoriale e le varie fasi inerenti il processo pianificatorio;
-La progettazione delle modalità di rilevazione dei dati presentemente non disponibili in forma georeferenziata;
-L’individuazione delle fonti esterne di dati e delle modalità di acquisizione dei medesimi.
2. I Comuni metteranno a disposizione personale dei propri uffici ed incaricheranno un idoneo gruppo di progettisti con professionalità di carattere multidisciplinare.
Art. 8
MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLA COLLABORAZIONE TECNICA PER GLI ASPETTI URBANISTICO TERRITORIALI
1. L’attività di supporto tecnico della Provincia di Pisa attraverso le proprie strutture si svilupperà durante le varie fasi di elaborazione del Piano Strutturale realizzate dai Comuni e rappresentate da:
• Recupero conoscenze, approfondimenti e formazione del quadro conoscitivo;
• Analisi integrate delle componenti del territorio, elementi per la valutazione degli effetti ambientali;
• Elaborazioni progettuali relative alla individuazione dei sistemi e dei subsistemi ambientali, insediativi, infrastrutturali, di servizio e funzionali, delle Unità Territoriali Organiche, allo statuto dei luoghi ed alle invarianti, le salvaguardie, gli indirizzi programmatici e quant’altro previsto ai sensi della LR 5/95, art. 24, e la definizione normativa.
Art. 9
MODALITA' DI REALIZZAZIONE DELLA COLLABORAZIONE TECNICA DA PARTE DELLA STRUTTURA TECNICO INTEGRATA DI S.I.T.I.
1. L’attività relativa all’integrazione tra processo di formazione del Piano Strutturale e Sistema Informativo Territoriale prodotta dalla struttura Tecnico Integrata di SITI sarà articolata per fasi e riguarderà nello specifico:
a) Fornitura del Patrimonio Informativo numerico disponibile presso la struttura tecnico integrata di S.I.T.I. relativo al territorio Comunale di Volterra e Montecatini V.C. in forma digitale e cartacea;
b) Acquisizione numerica alla scala 1:10.000 (riferimento C.T.R. Regionale) del quadro conoscitivo prodotto dai professionisti incaricati alla predisposizione del Piano Strutturale dei Comuni;
c) Analisi, studio, organizzazione e sistematizzazione dei dati numerici informatizzati secondo le specifiche del Sistema Informativo Territoriale Integrato, in coerenza con quanto stabilito dalla Regione Toscana;
d) Progettazione e definizione di procedure specifiche informatiche sul SW GIS di valutazione automatica del quadro conoscitivo prodotto, attraverso
l'analisi integrata delle informazioni, a supporto della definizione delle scelte del Piano Strutturale;
e) Definizione di procedure automatiche di collegamento diretto tra cartografia digitale acquisita e la normativa del Piano a fini della corretta applicazione e gestione dello stesso;
f) Definizione di procedure automatiche finalizzate alla restituzione e divulgazione del Piano Strutturale.
Art. 10
PATRIMONIO INFORMATIVO NUMERICO
1. Il patrimonio numerico che la Provincia di Pisa, attraverso la Struttura Tecnico Integrata di Siti, si impegna a fornire al Comune di Pomarance ed ai professionisti incaricati riguarda in particolare:
a) Dati di base
Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 in formato raster Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 in formato numerico
Viabilità principale e secondaria scala 1:10.000 in formato numerico Rete idrografica scala 1:10.000 in formato numerico
Aree urbanizzate scala 1:10.000 in formato numerico Toponimi scala 1:10.000 annotazioni
Altimetria scala 1:10.000 in formato numerico Ortofoto digitale 1:10.000 in formato raster
b)Suolo e Ambiente
Geologia scala 1:10.000 – 1:25.000 in formato numerico Geomorfologia scala 1:10.000 – 1:25.000 in formato numerico Dati disponibili sulle verifiche idrauliche
Vincolo idrogeologico scala 1:25.000 in formato numerico DTM Modello digitale del terreno pixel 25 m raster
Carta delle pendenze per derivazione automatica Carta delle esposizione per derivazione automatica
Pericolosità geomorfologica scala 1:10.000 in formato numerico Pericolosità idraulica scala 1:10.000 in formato numerico
In carenza di dati informatizzati e georeferenziati di pozzi e sorgenti sarà reso accessibile l’archivio cartaceo;
c) Paesaggio
Beni culturali scala 1:10.000 in formato numerico Aree boscate scala 1:25.000 in formato numerico
Vincolo paesaggistico 1497 scala 1:25.000 in formato numerico Vincolo L.431/85 scala 1:25.000 in formato numerico
Vincoli minerari
Aree protette L.R. 52/82 scala 1:25.000 in formato numerico
Riserve Naturali ed A.N.P.I.L., L.R. 49/95 scala 1:10.000 in formato numerico Siti naturali di importanza regionale L.R. 56/2000 scala 1:10.000 in formato numerico
Piano Faunistico scala 1:25.000 in formato numerico
Subsistemi ambientali delle aree agricole scala 1:10.000 in formato numerico
d) Insediato
Mosaico PRG comunali scala 1:5.000 in formato numerico al 1995 Stato di attuazione PRG scala 1:5.000 in formato numerico al 1995 Servizi e aree produttive scala 1:5.000 in formato numerico al 1995 Stratificazione storica scala 1:5.000 in formato numerico al 1995 Sistema delle Strutture Turistico ricettive in formato numerico 1:10.000 aggiornato al 2002;
Sistema delle Strutture Commerciali per Grande e Media Distribuzione in formato numerico scala 1:10.000 aggiornato al 2002;
Art. 11 DURATA DELL'ACCORDO
1. Il presente protocollo ha la durata di 3 anni per quanto riguarda i contenuti di cui alla parte generale dell’accordo e può essere rinnovato per ulteriori due anni, salvo esplicita disdetta da parte del singolo contraente, da inviare almeno sei mesi prima della scadenza con apposito atto;
2. Per quando riguarda la parte specifica dell’accordo, relativa alla collaborazione tecnica finalizzata alla formazione del Piano Strutturale, essa avrà una durata pari ai tempi necessari per la sua predisposizione.
Art. 12
COSTI DELLA COLLABORAZIONE TECNICA
1. La Provincia di Pisa attraverso la Struttura Tecnico Integrata di SITI, oltre alle risorse tecnologiche HW e SW messe a disposizione (Workstation, Software GIS, Plotter etc..) destinerà per la Collaborazione Tecnica prevista nell’accordo risorse umane con pluriennale esperienza in materia di Sistemi Informativi Territoriali.
2. Alla presente collaborazione tecnica La Provincia di Pisa farà fronte attraverso le risorse destinate al Progetto XXXX XXXXX finanziato dal Ministero della Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Art. 13 CONSIDERAZIONI FINALI
1. Gli Enti contraenti si impegnano attraverso le strutture tecniche di riferimento individuate nel presente accordo alla definizione di ulteriori progetti e
programmi di cooperazione nel campo di applicazione dei Sistemi Informativi Territoriali, che verranno definiti di comune intesa;
2. Ulteriori attività prodotte dalla Struttura Tecnico Integrata di S.I.T.I. relative ad assistenza tecnica e supporto in materia di Sistemi Informativi Territoriali non inerenti ad attività connesse e disciplinate dal presente accordo saranno a carico dei Comuni.
3. Su richiesta dei Comuni potrà essere definito un ulteriore specifico accordo di collaborazione finalizzato alla realizzazione di un Ufficio per la gestione in ambiente GIS delle tematiche di interesse del Comune e riguardante in particolare l’analisi e la definizione delle necessità, l’acquisizione delle necessarie dotazioni HW e SW, la formazione del personale e la consulenza a regime.
Per la Provincia di Xxxx Xxxxx Xxxxx
Per il Comune di Volterra Xxxxxx Xxxxxxxx Per il Comune di Montecatini V.C. Xxxxxx Xxxxxxx
Pisa lì 20 maggio 2002
Allegato “C” CONVENZIONE PER LA PROGRAMMAZIONE COORDINATA DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DEI COMUNI DI VOLTERRA E DI
MONTECATINI VAL DI CECINA.
L'anno ….. e di questo il giorno ……. del mese di………………, in Volterra (Pi), presso la sede comunale;
- Xxx Xxxxxxxxxx, Sindaco pro tempore del Comune di Volterra (Pi), il quale interviene al presente atto in rappresentanza del Comune medesimo C.F.: 00183970508, in virtù della deliberazione consiliare n. …. del ;
E
- Xxxxx Xxxxx, Sindaco pro tempore del Comune di Montecatini Val di Cecina (Pi), il quale interviene al presente atto in rappresentanza del Comune medesimo C.F.: 00344340500, in virtù della deliberazione consiliare n. …. del ;
PREMESSO:
Visto l’art. 30 del D.Lgs. 267/2000 recante disposizioni sullo svolgimento in forma coordinata di determinati funzioni e servizi tra enti locali;
Vista la Legge Regionale n. 5/1995 “Norme per il governo del territorio” e successive modifiche ed integrazioni;
Visto il Protocollo d’intesa, stipulato in data 20.05.2002, tra la Provincia di Pisa ed i Comuni di Volterra e Montecatini Val di Cecina per la realizzazione e lo sviluppo del sistema informativo territoriale integrato (S.I.T.I.) e per l’attivazione di una collaborazione tecnica finalizzata alla predisposizione del Piano Strutturale dei Comuni ed all’acquisizione in forma digitale degli elaborati prodotti;
Dato atto che i Comuni di Volterra e Montecatini Val di Cecina hanno convenuto di redigere in modo strettamente coordinato i nuovi strumenti urbanistici generali (Piano
Strutturale e Regolamento Urbanistico);
Viste le deliberazioni consiliari del Comune di Volterra n. . del e del Comune di Montecatini Val di Cecina n. del , mediante le quali è stato approvato il presente schema di Convenzione;
TUTTO CIÒ PREMESSO, TRA LE PARTI, COME SOPRA RAPPRESENTATE SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE:
Art. 1 - Obiettivi
Ai sensi e per gli effetti dell’art. 30, comma 4, del D.Lgs. 267/2000, le Amministrazioni Comunali di Volterra e di Montecatini Val di Cecina decidono di svolgere in modo coordinato ed in forma unitaria le funzioni relative all’attività di pianificazione ed all’assetto dei rispettivi territori tramite la redazione degli Strumenti urbanistici generali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico), ai sensi dell'art. 23 della L.R. 16.01.1995 n. 5 e successive modifiche ed integrazioni.
Art. 2 – Ufficio per la pianificazione
Presso il Comune di Volterra, che si costituisce quale ente capofila, è costituito l’Ufficio per la Pianificazione con il compito di espletare l’azione comune per la redazione degli Strumenti urbanistici generali di cui all’articolo precedente.
L’Ufficio per la Pianificazione è composto nel modo seguente:
- Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente del Comune di Volterra;
- Responsabile del Servizio Urbanistica e Edilizia Privata del Comune di Volterra;
- Responsabile dei procedimenti del Servizio Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Montecatini Val di Cecina;
- Segretario Comunale del Comune di Volterra;
- Segretario Comunale del Comune di Montecatini Val di Cecina.
L’Ufficio per la Pianificazione si avvarrà all’occorrenza della collaborazione di un esperto in materie informatiche reperibile dalla dotazione funzionale del Comune di Volterra per assistenza e consulenza specifiche e idonee a gestire al meglio il rapporto
con il SITI della Provincia di Pisa in materia di acquisizione, inserimento in rete e conservazione del “Patrimonio informativo numerico” fornito dalla Provincia, oggetto del Protocollo d’intesa firmato il 20/5/2002..
Le funzioni di coordinamento dell’Ufficio per la Pianificazione sono svolte dal Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente del Comune di Volterra, Xxx. Xxxxx Xxxx. Per il Comune di Volterra: le funzioni di Garante dell’informazione sul procedimento, di cui all’art. 18, comma 2, della L.R. n. 5/95, sono svolte dal Geom. Xxxxxxx Xxxxxxxxxx; Per il Comune di Montecatini Val di Cecina: le funzioni di Garante dell’informazione sul procedimento di cui all’art. 18, comma 2, della L.R. n. 5/95, sono svolte dall’Arch. Xxxxx Libera Xxxxxxxxx.
L’Ufficio per la Pianificazione ha il compito di provvedere all’ordinato svolgimento del procedimento amministrativo finalizzato alla predisposizione dei nuovi Strumenti urbanistici generali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico) dei Comuni di Volterra e di Montecatini Val di Cecina. L’Ufficio per la Pianificazione provvede, altresì, ad assicurare la regolarità delle operazioni di coordinamento tra gli apparati amministrativi dei Comuni e tra questi e quelli della Provincia; inoltre, successivamente al conferimento dell'incarico, mantiene i rapporti con i professionisti incaricati.
Le Amministrazioni Comunali di Volterra e di Montecatini Val di Cecina affidano all’Ufficio per la Pianificazione l’esercizio delle seguenti funzioni:
- Pubblicazione degli atti: oltre alla ordinaria pubblicazione all’Albo Pretorio dei Comuni, ciascuno per gli atti di propria competenza, la pubblicazione sarà effettuata anche presso la sede all’Ufficio per la Pianificazione e, in base alle normative vigenti, se necessario, su bollettini ufficiali, quotidiani e siti internet;
- Pubblicazione, ai sensi della vigente normativa, del bando di prequalificazione per l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione degli Strumenti urbanistici generali di cui trattasi;
- Attuazione dei procedimenti amministrativi necessari al corretto e tempestivo
funzionamento dell’Ufficio per la Pianificazione, ivi inclusi gli acquisiti di beni e servizi eventualmente occorrenti al buon andamento dello stesso.
Per quanto concerne gli impegni di spesa, si procederà sulla base di quanto indicato al successivo articolo 6.
Art. 3 – Sede dell'Ufficio per la Pianificzione
L'Ufficio per la Pianificazione, ha la propria sede in Volterra, presso il Settore Urbanistica ed Ambiente, sito in Piazza dei Priori n 12.
Art. 4 – Affidamento dell'incarico
La procedura di affidamento dell'incarico per la redazione dei nuovi Strumenti Urbanistici sarà rivolta a studi professionali e ad associazioni anche temporanee di professionisti, sarà svolta con forme idonee ad assicurarne l'evidenza pubblica per cui, al relativo bando, sarà data adeguata pubblicità.
Tale procedura si svolgerà attraverso una fase di prequalificazione, finalizzata all'individuazione di una rosa di soggetti professionali altamente qualificati.
È in facoltà dell’Ufficio per la Pianificazione predisporre, separatamente, più bandi di prequalificazione relativi a ciascuna delle categorie professionali interessate.
L'individuazione dei professionisti cui affidare l'incarico oggetto della presente convenzione sarà effettuata, all'interno della predetta rosa, senza vincolo di graduatoria e sulla base di adeguate motivazioni, con deliberazione dalla Giunta Comunale del Comune capofila, sentita la Commissione di cui al successivo articolo 5.
Le fasi di esecuzione dell'incarico saranno quelle previste dalla citata L.R. n. 5/95. L'affidamento dell'incarico professionale sarà effettuato con atto del Coordinatore dell’Ufficio per la Pianificazione, il quale provvederà alla stipula della convenzione con i Professionisti incaricati.
L'esame delle candidature pervenute nei modi e nei tempi stabiliti dal predetto bando di prequalificazione saranno esaminate da una Commissione tecnica così composta:
1. Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente del Comune di Volterra, con funzioni
di Presidente;
2. Responsabile del Servizio Urbanistica e Edilizia Privata del Comune di Volterra;
3. Responsabile dei procedimenti del Servizio Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Montecatini Val di Cecina;
Allo scopo di recepire, sotto il profilo dell’azione politica di governo del territorio, quanto di utile possa emergere da ogni idea avanzata per sviluppare le linee guida indicate nel bando, è opportuno che nella fase di esame delle proposte pervenute partecipino ai lavori della Commissione anche i Sindaci di Volterra e di Montecatini Val di Cecina.
Il Presidente della Commissione potrà nominare un dipendente delle amministrazioni comunali di Volterra e di Montecatini Val di Cecina, con funzioni di segreteria.
Art. 5 – Forme di consultazione tra enti
La consultazione tra gli enti aderenti alla presente convenzione viene garantita con l'istituzione di una apposita Commissione composta dai Sindaci dei Comuni e dagli Assessori delegati in materia urbanistica o comunque designati dai rispettivi Sindaci.
Tale Commissione esercita compiti di coordinamento politico ed amministrativo dell'attività di redazione degli Strumenti Urbanistici assicurando il paritario coinvolgimento dei due enti nelle decisioni assunte dal Comune capofila e negli eventuali indirizzi da impartirsi all’Ufficio per la Pianificazione.
Art. 6 – Ripartizione delle spese
Le spese a carico di ogni singolo Comune saranno ripartite tenuto conto dei seguenti parametri: superficie territoriale e popolazione.
In virtù del suddetto criterio, gli oneri relativi all'affidamento dell'incarico per la predisposizione degli Strumenti Urbanistici di cui all'articolo 1 ed al funzionamento dell’Ufficio per la Pianificazione saranno ripartiti secondo le seguenti percentuali:
• Comune di Volterra 70% degli oneri complessivi;
• Comune di Montecatini Val di Cecina 30% degli oneri complessivi.
Ai pagamenti necessari, ivi inclusi quelli a favore dei Professionisti incaricati, provvederà il Comune di Volterra, in quanto ente capofila.
Il Comune di Montecatini Val di Cecina provvederà a mettere preventivamente a disposizione del Comune capofila le risorse finanziarie di sua spettanza in base alla ripartizione di cui sopra.
Art. 7 – Durata
La durata della presente convenzione è strettamente legata al raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 1, consistenti nella redazione degli Strumenti Urbanistici Generali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico) dei Comuni di Volterra e di Montecatini Val di Cecina.
Il presente atto è la completa e precisa espressione della volontà delle parti, le quali lo leggono, lo confermano e lo sottoscrivono come appresso.
Per il Comune di Volterra - il Sindaco (Xxx Xxxxxxxxxx)
……………………………….
Per il Comune di Montecatini Val Di Cecina - il Sindaco (Xxxxx Xxxxx)
……………………………..
Allegato “D”
COMUNE DI VOLTERRA
(Provincia di Pisa)
SETTORE URBANISTICA ED AMBIENTE
Assessore Geom. Xxxxxx Xxxxxxxx Dirigente Xxx. Xxxxx Xxxx
PIANO STRUTTURALE
RELAZIONE PROGRAMMATICA PER L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO
AGOSTO 2002
LO STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE
Il Comune di Volterra è sito nel centro della Toscana, al confine est della Provincia di Pisa ed è parte integrante della Comunità Montana della Val di Cecina, composta anche dai Comuni di Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, Pomarance e Monteverdi.
Da una rapida sintesi effettuata intorno alla situazione economica e sociale della Comunità Montana della Val di Cecina appare evidente la staticità e la scarsa dinamica sia dell’occupazione che della produzione.
Le prospettive di sviluppo riguardano solamente alcuni settori del terziario: il turismo, ed in particolare quello collegato alla natura (agriturismo), ed il turismo culturale.
Il PRG vigente è stato adottato con delibera del C.C. 21 febbraio 1990 n. 30, e le “controdeduzioni” con delibera del C.C. 24 aprile 1991 n. 83.
Il lungo iter si è concluso solo con la delibera del C.C. 11 aprile 1995 n. 32, a cui è seguita l’approvazione finale con modifiche d’ufficio e raccomandazioni della Giunta Regionale Toscana del 29 gennaio 1996 n. 91, pubblicata nel B.U.R.T. n. 12 il 21 febbraio 1996.
Beni ambientali, beni culturali e pianificazione urbanistica sono per lo studioso situati in una prospettiva generale e “teorica”, ma “in pratica” nella realtà del Comune di Volterra le tre discipline sopra menzionate si intrecciano e si sovrappongono in una sintesi organica come appare evidente dall’esame della
documentazione del P.R.G. e da due ordini di questioni che conviene premettere per capire sino in fondo le peculiarità di questa città.
La prima di esse riguarda l’affascinante complessità delle interrelazioni legate alla forma urbana e territoriale con le sue caratteristiche morfologiche e geografiche, che è stata affrontata nella stesura del P.R.G. senza semplificarne i contorni e accogliendo pienamente le suggestioni che un’area così interessante per la sua storia e per la qualità del suo presente ha mano a mano posto all’evidenza.
L’obiettivo perseguito dal P.R.G. è stato quello di immaginare e costruire le premesse per una valorizzazione intelligente della città e del suo ambiente, facendo perno sulla sua “isolata centralità” e sulle sue caratteristiche uniche di struttura urbana e paesaggistica per prefigurare un uso moderno delle risorse produttive del suo territorio in ordine al suo incomparabile paesaggio ed alle presenze monumentali e quindi ad un turismo a queste collegato.
La seconda ragione è legata all’impetuoso sviluppo del turismo di massa che ha interessato in forte misura le città dotate di un patrimonio d’arte e di memoria storica di grande attrattiva, di cui Volterra è naturalmente fornita, che a partire dai primi anni ’80 ha fatto emergere di colpo un’identità di “città d’arte”, nel senso di città che, da sempre conosciute per una storia millenaria ed un patrimonio architettonico di assoluto rilievo, per ciò stesso in un determinato momento si scoprono capaci di richiamare consistenti flussi di visitatori, dove le ricchezze artistiche, storiche ed ambientali si traducono in vere e proprie risorse produttive di importanza primaria per l’economia cittadina.
Con queste premesse è più agevole capire le impostazioni e gli sviluppi del lavoro svolto dal xxxx. Xxxxxx e dal gruppo da lui coordinato per la redazione del P.R.G.
Il lavoro è iniziato nell’estate del 1986 con la preparazione del progetto per il concorso nazionale di idee vinto nel giugno dell’anno successivo, anche e soprattutto sulla base della metodologia individuata e proposta, basata su una
profonda revisione dei criteri culturali e tecnici tradizionali sostituiti da intuizioni personali fortemente innovative, tendenti all'esame ed al giudizio delle differenze esistenti sul territorio per adattarvi le strumentazioni di piano.
L’incarico fu perfezionato nell’aprile del 1988 ed il gruppo era così formato: Xxx. X. Xxxxxxxx, economista, Arch. X. Xxxxxxxxxx, Arch. X. Xxxxxx, capogruppo, Arch. X. Xxxxxxxx, a cui si aggiunse nel giugno del 1988 l’Arch. X. Xxxxxxxxxx, consulente per il centro storico.
Per quanto riguarda la struttura definitiva il Piano consta di:
• Relazione generale, che altro non è che una sorta di “guida” all’interno della normativa di attuazione e delle Tavole di P.R.G., in grado di chiarire, per chi dovrà attuarlo e per chi dovrà gestirne l’attuazione, le ragioni delle scelte e della loro proposizione in termini urbanistici;
• Normativa di attuazione, ossia la parte giuridico–normativa del Piano stesso;
• Disegni del Piano, ossia la parte prettamente tecnica con le Tavole;
• Allegato alla Normativa, ossia gli “elenchi” di cui alla L.R. Toscana 1979 n. 10 e alla L.R. Toscana 1980 n. 59.
La ricerca della qualità urbana ha rappresentato l’obiettivo primario del
P.R.G. perseguito mediante una profonda revisione dei criteri progettuali tradizionali, nel senso che, ovviamente nel rispetto delle quantità previste nelle diverse leggi nazionali e regionali, il Piano ha impostato nuovi criteri e norme di attuazione delle previsioni che descrivono i “modi” e non soltanto le quantità, siano esse per i nuovi insediamenti, per i completamenti e per la tutela.
Si trattò di superare nei criteri di strutturazione del P.R.G. il pedissequo rispetto di categorie poste a vincolo essenzialmente numerico delle possibilità trasformative affidate ad una semplificante divisione del territorio in zone, dalla quale derivano meccanicamente indici e misure; legato, il tutto, più che a un esame
puntuale delle diverse caratteristiche del territorio stesso, a giudizi sui mezzi possibili per intervenire e ad aprioristici dati generici sulle potenzialità di una data area, rinviando nei casi più delicati a strumenti attuativi e a progetti di dettaglio futuri.
Il P.R.G. ha riservato ad ogni area oggetto di possibilità insediativa o di tutela una vera e propria Norma e/o Scheda normativa nella quale sono contenuti: caratteri dell’area, prescrizioni normative d’impostazione generale per gli interventi possibili, prescrizioni normativo–attuative particolari, dati e quantità.
Questa articolazione strutturata in Norme e Schede permette di analizzare e spiegare le ragioni in base alle quali sono state operate le scelte del Piano e il tipo d’interventi permessi, di andare in profondità con indicazioni e suggerimenti di qualità in modo tale da aiutare chi, durante la vita del Piano, dovrà realizzarne le opere.
All’interno del territorio di Volterra da un lato questa costruzione normativa si articola per i diversi settori di intervento sulla base delle differenti caratteristiche delle aree prese in esame, dall’altro si relaziona alle implicazioni più generali dentro le quali ogni settore si colloca.
Questi due livelli s’intersecano e formano la serie di apparati normativi individuati in grandi suddivisioni, nel cui contesto un’apposita Scheda interviene con la propria autonomia, localizzata in riferimento al proprio quadro generale di appartenenza.
Le grandi suddivisioni sono:
• il territorio aperto, organizzato in tipi insediativi e aree di particolare vocazione e carattere;
• il Parco Archeologico Urbano;
• il Centro Storico entro le mura medievali;
• le aree urbane esterne alle mura medievali, suddivise in Ambiti;
• le aree urbane della frazione di Saline di Volterra, suddivise anch’esse in Ambiti;
• le aree urbane della frazione di Villamagna.
Il progettista del PRG ha inteso affrancarsi dal concetto vincolante di “zone omogenee”, espressione che vuol indicare un’uguaglianza di genere, di funzione urbanistica e di disciplina, la cui scarsa elasticità poco si adatta a una concreta interpretazione delle possibilità e dei modi d’uso del territorio, tutta definita puntualmente e “adattata” alla compatibilità tra esistente e progetto del nuovo.
Il P.R.G. considera il bene ambientale e storico-architettonico come bene produttivo e ciò trova il suo punto di precisazione nelle scelte di fondo che caratterizzano il disegno del Piano, le sue normative articolate per differenze.
Da questo punto di vista tutto il territorio comunale è da considerarsi, e tale lo considera il P.R.G., come un vero e proprio “parco”, nel senso che al suo interno le azioni trasformative normate tendono, sempre, a valorizzare quanto già esiste o a correggere quanto d’incoerente si è determinato fino ad oggi.
Per questi motivi di principio il P.R.G. non è organizzato per “zone territoriali omogenee” anche se queste sono ben individuabili, ma piuttosto per aree e sistemi di aree distinguibili in base ai caratteri degli interventi ammessi, tutti descritti in modo puntuale o, se rinviati a piani e progetti attuativi di fase intermedia, comunque ben definiti negli indirizzi e nella qualità.
In sintesi, le quantità ammesse zona per zona derivano dalla qualità da raggiungere, intervento per intervento e nel complesso degli interventi.
Allo stesso tempo il soddisfacimento degli standards, sulla base delle zone omogenee di cui al D.M. n. 1444 del 1968, è assicurato ambito per ambito secondo le norme di legge nazionali e regionali; perciò il Piano, pur usando questo diverso metodo di suddivisione del territorio, risponde alla sostanza legislativa assicurando il rispetto, e di solito il superamento in eccesso, degli standards del decreto citato, conformemente alle indicazioni regionali, ossia ad orientamenti di politica urbanistica transitoria, che portano i 18 mq./ab. a 30 mq./ab.
Le norme sono organizzate come vere e proprie “relazioni” sulle possibilità realizzative nelle diverse parti, di volta in volta, in modi più o meno complessi ma sempre ricondotti, nel centro Storico di Volterra come nelle nuove aree d’espansione e completamento, alla puntualità dell’intervento, illustrandone nella norma stessa le forme e i modi d’attuazione possibile.
È, quindi, un Piano già virtualmente attuativo, che si contrappone ai capisaldi essenziali della pianificazione di matrice funzionalista, sanciti e ricompresi nei dettami della legge 1150, dal momento che non rimanda a successive fasi della pianificazione ma conduce direttamente alle iniziative edilizie dei soggetti interessati, attivate mediante semplici concessioni comunali.
Premesso che, come enuncia l’art. 1 della Normativa di attuazione: “il P.R.G. estende le proprie norme a tutto il territorio comunale”, il piano risulta più leggibile se analizzato fra le suddivisioni del territorio volterrano, “il territorio aperto” ed “il Centro Storico entro le mura medievali”, con una citazione a parte per il “Parco Archeologico Urbano”, che in un certo qual modo rappresenta una “sintesi” tra natura e cultura.
Il Territorio Aperto
Le componenti caratteristiche della struttura del territorio volterrano sono costituite dalla maglia di poderi, ossia dalle unità minime della gestione agricola del territorio secondo il contratto mezzadrile. Non si comprende la struttura morfologica del territorio aperto volterrano attuale se non si fa riferimento a tale organizzazione produttiva e sociale ed ai segni fisici che ha lasciato.
L’immagine di lunga durata del territorio aperto rimane pertanto assai omogenea, ben conservata e leggibile, assai forte e resistente alle trasformazioni, ricca di potenzialità di un nuovo uso.
Le indicazioni di P.R.G. hanno, infatti, coniugato la scelta di mantenimento delle forze produttive agricole e di conservazione della struttura storica del territorio-documento con quella della valorizzazione delle risorse.
Viene in tal modo confermata e sviluppata l’ipotesi iniziale di fare del territorio nel suo insieme una sorta di “Parco–Museo” diffuso, che si pone in continuità con la tradizione dei giardini e dei parchi storici nella loro antica ricchezza di funzioni.
La principale finalità del P.R.G. per il territorio aperto di Volterra consiste dunque in una scelta di conservazione, uso e valorizzazione dell’esistente, considerando le sue caratteristiche come altrettante risorse da leggere e da utilizzare, come potenzialità da sviluppare. Conservazione e valorizzazione sono, insieme, i termini inscindibili della tutela.
Le risorse paesistiche, a Volterra, rivestono al contempo interesse culturale e naturalistico, oltre che economico.
Siamo di fronte, qui più che altrove, ad un’inscindibile unità di storia e natura nel territorio aperto che è da considerarsi interamente come un prodotto dell’intervento diretto o indiretto degli uomini, “architettura” costruita con materiali quali la vegetazione, le acque, il suolo, oltre alla pietra ed al mattone.
Secondo l’art. 27 “Norma generale per il territorio aperto”, sulla base della lettura storica e morfologica del territorio aperto, il Piano ritiene di valore storico ogni elemento costitutivo del territorio stesso, di cui interpreta sia le caratteristiche proprie sia le relazioni che esso instaura con gli altri elementi; inoltre tutela e valorizza il patrimonio storico e naturalistico, considerandolo come vero e proprio valore produttivo; al contempo mantiene e consolida l’uso agricolo del suolo, come autonomo valore economico e, insieme, come condizione contestuale indispensabile per la conservazione dei caratteri storici.
Ai fini della conservazione della sua leggibilità nel territorio aperto non è ammessa la formazione di nuovi siti insediativi ed è favorito prioritariamente l’uso
del patrimonio edilizio esistente e degli spazi aperti ad esso connessi, a scopi sia agricoli che extragricoli.
Eventuali nuove costruzioni ed ampliamenti sono regolamentati non solo negli usi ammissibili e nei caratteri architettonici, ma anche nelle scelte localizzative: in particolare essi potranno aggiungersi solo a complessi dove già siano presenti insediamenti “storici”.
Essi dovranno inoltre rispettare i caratteri architettonici e morfologici dei luoghi, con criteri analoghi a quelli che sottendono le norme generali per gli interventi di ristrutturazione e di ampliamento degli edifici.
Il piano tutela anche gli elementi vegetali, che pur provenienti da intenzionalità utilitarie, hanno assunto oggi significati tali da configurarli come “monumenti naturali” per:
⮚ interesse naturalistico, per eccezionalità botaniche, di localizzazione, di vecchiaia, ecc.;
⮚ interesse culturale, toponimi, fatti e personaggi storici legati all’oggetto, tradizioni d’uso, racconti, ecc.;
⮚ interesse documentario;
⮚ interesse paesistico, alberi o elementi caratterizzanti parti di paesaggio, storicizzandolo.
Il Centro Storico entro le Mura Medievali
Il Centro Storico è l’ambiente per eccellenza con specificità tutte proprie, da inquadrare complessivamente e studiare caso per caso, e un’area paradigmatica da interpretare con attenzione per i rapporti complessivi con l’insieme costruito ed il territorio aperto circostante.
Questa condizione, in certo modo sempre presente in ogni città, ha una forza particolare a Volterra, data la sua specifica, irripetibile morfologia, determinata da una stratificazione millenaria su una conformazione naturale già
essa stessa particolarissima. Questo è il primo fondamentale “valore intrinseco” di Volterra.
La città è il frutto dello straordinario innesto dell’urbanistica medievale su un impianto etrusco–romano: le diverse città succedutesi sul colle insistono in parte sui medesimi luoghi, comunicando, attraverso un’intensa giustapposizione di elementi profondamente diversi su una trama di percorsi comuni, il senso misterioso di una stratificazione di millenni.
È la dimostrazione del delicato problema del rapporto tra la realtà dei centri storici e le loro preesistenze – vale a dire proprio le testimonianze della loro storia – in cui le aree archeologiche assumono il ruolo privilegiato di questa mediazione. Sopravvivenze, come sono, concrete e tangibili delle vicende antiche, esse possono costituire un formidabile strumento di raccordo tra passato e presente.
La forma di Volterra deriva dalla persistenza nel tempo delle ragioni all’origine dei primi insediamenti: il trovarsi in posizione dominante ed isolata all’incrocio di traffico e di possibile sfruttamento delle risorse minerarie.
Il tessuto architettonico della città è medievale: questo dimostra in certo senso la forza della sua struttura ma anche l’attenzione che si deve porre per un corretto recupero degli edifici, che lo subordini a quell’unitarietà dell’insieme urbano che è espressione tipica della conformazione di Volterra.
L’operazione che cerca di favorire il P.R.G. è tesa complessivamente non alla conservazione “museale”, statica, ma alla rivitalizzazione del Centro Storico sulla base della sua morfologia originaria.
Si tratta di ipotesi progettuali che si legano al concreto confronto tra la realtà già data dei luoghi, che non può essere significativamente alterata pena la perdita di identità preziose e uniche, le ipotesi generali d’assetto del territorio, che si devono coniugare con moderne esigenze di qualità della vita in dinamica evoluzione, e la compatibilità tra l’una e le altre.
In realtà ciò pone in una posizione particolare la questione del rapporto tra irrinunciabili esigenze di vita e di comfort e l’area costruita entro le mura urbane, perché molti degli obiettivi che il Piano ha individuato dipendono da essa proprio per questa relazione di necessità, di corrispondenza e dipendenza reciproca tra ciò che per convenzione chiamiamo “Centro Storico“, individuandolo nell’ambito compreso entro le mura medievali, e Volterra intera nel suo territorio.
Gli elementi morfologici fondamentali del Centro Storico di Volterra individuati dal P.R.G. si delineano così: le mura, l’acropoli e la Fortezza, la Piazza dei Priori–San Xxxxxxxx, le “incrociate” medievali, i “vuoti urbani”. Non tutti oggetto d’intervento, essi sono però tutti elementi costitutivi del Piano.
Dall’esposizione sin qui condotta emerge un quadro delle possibili trasformazioni interne all’edilizia del Centro Storico, in alcuni casi, per fortuna isolati, rivolte a correggere situazioni non rispettose dell’immanente storicità, per ribaltare il criterio dell’ottica del caso per caso ed affermare, invece, con il P.R.G. la priorità di un principio che riconosca le leggi d’appartenenza, di solidarietà di ogni elemento all’insieme e da questo faccia in gran parte dipendere l’indicazione d’intervento.
Il Parco Archeologico Urbano
Una citazione merita anche il progetto di P.A.U., un’originale idea rimasta inattuata per la mancata erogazione dei fondi previsti per la realizzazione.
Il PAU si inserisce nell’ottica dell’impostazione funzionale del PRG, volta a superare il criterio della suddivisione del territorio in zone omogenee e che individua, pertanto, le scelte urbanistiche non più sulla base vincolistica degli indici e standard fissati dalla normativa.
In questa logica esso rappresenta l’esempio più lucido e significativo della programmazione di interventi possibili di conservazione e modificazione del contesto storico ed ambientale, tutti legati da un filo logico di riscoperta e visita
di un percorso culturale che si snoda attraverso i secoli di storia millenaria che hanno segnato in profondità l’attuale conformazione della città e costituisce, in definitiva, un’intuizione straordinaria ricca di insperate potenzialità.
Si tratta di immaginare Volterra, il suo parco, le sue attrezzature museali come una un’esposizione archeologica permanente, una specifica, originale e rara risorsa economica e culturale prodotta dalla storia della città.
All’interno di questa impostazione il PAU costituisce il complesso di elementi puntuali, coordinati dal PRG, rivolti sia alla valorizzazione delle emergenze monumentali e ambientali, sia al disegno strategico di dotare Volterra di attrezzature adeguate al livello di qualità che la città si propone di raggiungere nel campo dell’offerta culturale.
Secondo gli autori del Piano la formazione del Parco non doveva essere vista e concepita come un progetto “una tantum”, ma come un processo in evoluzione continua intorno al quale si snoda e arricchisce una serie complessa d’attività gestite da operatori pubblici e privati.
Vi è anche un’esigenza di carattere essenzialmente culturale, in senso lato, che deriva dalla straordinaria ricchezza di reperti archeologici etruschi e romani, di natura anche urbanistica ed architettonica, mirabilmente fusi con la città costruita medievale e rinascimentale.
Rivalutare e qualificare tale patrimonio era, dunque, una specie di “atto dovuto” rispetto ad una realtà di assoluto rilievo in campo nazionale ed internazionale.
In altre parole la progressiva realizzazione del Parco doveva rappresentare un modo di rivitalizzazione del rapporto tra passato e presente e d’incentivazione per le attività economiche collegate, con tutte le possibili ricadute dall’interesse suscitato dal coinvolgimento del visitatore nella ricostruzione più o meno integrale delle funzioni dei monumenti archeologici.
Nella costruzione del P.A.U. un posto fondamentale è riservato alla natura: la riconquista culturale dell’ambiente, della simbiosi antichissima tra uomo e natura passa anche attraverso la ricerca del “passato ambientale”, del rapporto tra l’uomo e la natura attraverso i secoli.
La parola d’ordine del Parco doveva essere la ricomposizione del nesso tra natura e cultura con l’obbiettivo di evitare le lacerazioni indotte dai rapporti economico–sociali dominanti.
Il Piano non individua una precisa area del territorio comunale come “area del P.A.U.”; esso comprende concettualmente una vasta area territoriale attorno al colle di Volterra come ambito di studio nel quale individuare e localizzare i confini del “suburbium”, date le strette interrelazioni che hanno caratterizzato il rapporto tra la città ed il suo territorio.
L’area ha come ambito di riferimento il tracciato più esterno delle mura etrusche, intese come suo limite verso l’esterno e l’interno, nel senso che dalla città si guarda verso l’area e, viceversa, dall’area si comprende l’essenza della città, o meglio dell’insieme di insediamenti e villaggi, che un tempo erano contenuti al suo interno.
Dal centro del Parco i percorsi si dirigono verso i principali nuclei di attenzione e attrazione con chiare indicazioni sui tempi, sulle difficoltà, sui servizi disponibili oltre che ovviamente sugli obbiettivi archeologici.
I principali sono, peraltro, assai noti e riconoscibili: l’acropoli, le mura e le porte urbiche, le necropoli, il teatro e le terme di Vallebuona , le terme Guarnacciane.
L’organizzazione dei percorsi è stata immaginata prevedendo su ognuno di essi delle strutture fisse (alcune da realizzare ex novo, altre previo recupero di manufatti abbandonati o al momento adibiti ad altro uso) capaci di ospitare “happening museali”; è da tenere presente, infatti, il possibile uso di queste strutture per attività collaterali di natura didattico-ricreativa per i visitatori.
Il Parco si configura, pertanto, come un insieme concreto, definito di “luoghi” da percorrere, in cui sostare, da cui guardare a distanza ravvicinata o talora molto grande, secondo un filo logico che, seguendo i percorsi tracciati, si dispiega nella mutevole morfologia del colle volterrano.
Ciò avviene nel territorio per effetto di relazioni in un contesto già dato, in cui è fondamentale l’intreccio tra architettura della città medievale, persistenza di tracciati e resti ancora visibili delle città precedenti, e natura che li contiene e coinvolge tutti conferendo ad ognuno vitalità e significato secondo modi specifici che il Parco mette in luce e valorizza.
Idealmente il Parco prevede in origine la realizzazione di 4 percorsi, la cui trama avrebbe dovuto in seguito arricchirsi in accordo con la crescita di interesse degli utenti in parallelo con l’approfondimento degli studi scientifici sul territorio antico di Volterra:
- Il primo, di Porta Xxxxx, percorre l’antico tracciato in uscita dalla città (Porta Fiorentina) verso Fiesole, attraversa la zona settentrionale del colle volterrano e conduce all’incontro con le necropoli del Portone, di Vallebuona e del Teatro romano.
- Il secondo, delle mura della Pescaia, è legato alla visita del Museo Guarnacci e dell’Acropoli e, percorrendo l’area nordorientale del colle di Volterra, raggiunge le mura della Pescaia fino a ricongiungersi con il primo percorso.
- Il terzo, della Berniona e di X. Xxxxxx, si propone la visita delle pendici meridionali della città.
- Il quarto, di Montebradoni, si occupa del territorio nordoccidentale e, attraverso S. Giusto e le Balze, raggiunge la badia e Montebradoni, centro che il Piano intende rivalutare e rivitalizzare localizzandovi attività ricettive e ricreative.
Novità normative – Il Piano di Assetto Idrogeologico
Gli eventi alluvionali del giugno 1996 hanno introdotto una legislazione in tema di sicurezza iniziata in via di urgenza con il D.L. 576/96, convertito nella L. 677/96, demandando alla Regione il compito di individuare e perimetrare le aree a rischio idrogeologico, all’interno delle quali sono vietate le realizzazioni di nuovi insediamenti, anche produttivi, fino all’esecuzione di interventi strutturali di messa in sicurezza.
La delibera C.R. 255/1997 provvedeva ad individuare su cartografia le aree a rischio idrogeologico rinviando le decisioni operative alla formazione di Piani di Bacino o, quanto meno, a Piani stralcio di cui all’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89.
L’impatto emotivo seguito ai tragici eventi di Sarno e la successiva legge 267/98 ha prodotto un’accelerazione delle procedure da avviare entro il 31/10/99 per l’adozione di Piani stralcio, che contenessero in particolare l’individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia.
La delibera G.R. 1212/99, integrata dalla 266/2001, costituisce un primo, parziale adempimento in condizioni di emergenza che, senza influire direttamente sui processi pianificatori, introduceva almeno limitazioni all’attività edilizia, sottoponendole a più penetranti controlli da parte dell’Autorità di Bacino competente.
La realizzazione dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) rappresenta il passaggio successivo, compiuto per il necessario, definitivo superamento degli strumenti di emergenza con norme, misure ed interventi mirati alla prevenzione dei rischi idraulici ed idrogeologici; il che significa, a ben vedere, il ritorno all’ordinarietà nella pianificazione, programmazione e attuazione delle politiche di tutela del territorio, riconducendo ad unità la molteplicità dei centri decisionali.
Il PAI è stato adottato con delibera G.R. 831/2001 ed i suoi elaborati hanno grande rilevanza ai fini del quadro conoscitivo, ma la novità più incisiva è che produce dirette conseguenze in tema di pianificazione territoriale dal momento che fin dalla sua adozione costituisce variante agli strumenti urbanistici.
In questo contesto si inserisce la presenza e l’attività sia dell’Autorità di Bacino dell’Arno che dell’analoga Autorità di Bacino Toscana Costa (fiumi Fine, Cecina, Cornia), titolari delle pianificazioni dei vincoli sulle aree soggette a pericolosità idrogeologica e geomorfologica, dal I al IV grado di rischio.
Il territorio del Comune di Volterra gravita in parte (versante Nord) sul bacino del fiume Era che è affluente dell’Arno, in parte (versante Sud) sul bacino del fiume Cecina; nel primo caso appaiono a rischio le aree limitrofe all’alveo dell’Era e dei suoi maggiori affluenti, ma sono scarsi gli insediamenti edificati o le zone edificabili investite dal vincolo derivante; nel secondo caso, oltre alle aree limitrofe agli alvei dei corsi d’acqua principali, appaiono soggette a vincolo ampie porzioni di aree ad elevata antropizzazione anche di natura industriale, al limite dei confini comunali. Le nuove normative ostacolano, per ovvia conseguenza, le ipotesi future di eventuale sviluppo.
Il ciclo integrato delle acque
Approvvigionamento idrico
La principale fonte di approvvigionamento idropotabile è costituita da acque prelevate a mezzo di batterie di pozzi trivellati nel subalveo del fiume Cecina in località Puretta, sita nel Comune di Pomarance.
L’impianto, realizzato nei primi anni ’70 dall’allora Consorzio Acquedotto Volterra-Pomarance (fondato nel 1930), ha integrato l’originaria dotazione idrica proveniente della condotta della Carlina, la cui costruzione risaliva al ‘37 per convogliare acque di sorgente captate dalla zona delle Cornate nel Comune di Radicondoli.
La Carlina ha garantito (con 14 l/s) l’adduzione a Volterra centro e a Saline inizialmente mediante l’attingimento alle fontanelle pubbliche e successivamente, a partire dagli anni ’60, mediante l’allacciamento a contatore.
L’acqua, all’origine di elevate caratteristiche biologiche ed organolettiche con durezza massima generalmente inferiore a 15 gradi francesi, progressivamente ha visto scadere l’ottima qualità per addizioni chimiche non eliminabili con metodologie economiche.
Di tutt’altra origine e consistenza l’integrazione idrica proveniente dal Cecina, (inizialmente 30 l/s poi saliti a 42), acqua superficiale di durezza elevata fino a 35-40 gradi francesi, minacciata quasi subito da contaminazioni di boro, a difesa delle quali fu prontamente eretto un diaframma in calcestruzzo.
Il complesso delle due adduzioni ha garantito una dotazione idrica giornaliera massima nel periodo estivo di oltre 3.000 mc a Volterra e di oltre 400 mc a Saline.
Il sistema è andato drammaticamente in crisi a partire dalla metà degli anni ’80 per una serie concomitante di avvenimenti:
1) la progressiva diffusione di abitudini e standard igienici moderni;
2) l’estensione capillare degli allacciamenti alla periferia ed alle residenze rurali con graduale copertura della quasi totalità della popolazione;
3) l’esplosione del turismo di massa;
4) la proliferazione delle strutture ricettive e per vacanza, l’incremento dei servizi di accoglienza e ristorazione, la crescita esponenziale del fenomeno dell’agriturismo.
A partire dalla metà degli anni ’90, quando il Consorzio si è convertito in ASAV, successivamente divenuta S.p.A., il deficit estivo è stato parzialmente colmato con accumuli idrici naturali, in possesso di privati, detenuti in laghi ad uso agricolo; in seguito la progettata captazione ed adduzione di prelievi dal subalveo
del torrente Trossa, in Comune di Montecatini Val di Cecina, ha permesso di riportare la disponibilità al livello dei consumi.
La frazione di Villamagna è storicamente alimentata dall’acquedotto agricolo Iano-Montaione, costruito dall’ex Consorzio di Bonifica della Valdera.
A partire dal luglio 2002 nell’adduzione e distribuzione all’ASAV è subentrato il gestore unico del ciclo integrato delle acque, individuato dall’ATO Toscana Costa nell’ASA di Livorno.
Rete fognaria e depurazione
Il sistema fognario è di tipo misto e sostanzialmente costituisce un’integrazione con materiali e tecnologie moderne dell’impianto originario di epoca antica, che è lecito supporre funzioni in parte ancora oggi a quote ed in località non del tutto note a causa della sovrapposizione delle strutture edilizie nelle varie epoche e delle consistenti alterazioni dei livelli di scorrimento della viabilità interna ed esterna alla cinta muraria.
Nella metà degli anni ’80 l’Amministrazione Comunale ha intrapreso un programma di razionalizzazione ed ammodernamento dello smaltimento delle acque reflue con la costruzione di un depuratore in località Pinzano per la zona di Volterra nord e della relativa rete di intercettazione degli scarichi, servendo una popolazione equivalente calcolata in 4.550 abitanti.
Per completare il programma a suo tempo avviato e risanare zone abitate rimaste scoperte l’ASAV, subentrata per competenza, ha predisposto nel 1999 la ristrutturazione della rete fognaria periferica di Volterra sud e di Saline per il convogliamento dei liquami in località Villa a sud ovest del poggio e in loc. Cancellini a sud della stazione ferroviaria di Saline, dove saranno insediati i relativi impianti di depurazione.
L’opera, che attiverà un investimento di oltre 9 miliardi di lire, è stata finanziata ed i lavori sono di prossimo inizio.
Il problema relativo alla frazione di Xxxxxxxxxx xxxx invece affrontato mediante un progetto di fattibilità per l’applicazione di tecniche di depurazione naturale e/o integrate (sistema di fitodepurazione), che allo stato è oggetto di studio da parte dell’ARPAT di Pisa per effetto di una convenzione stipulata con la Comunità Montana.
Stato di attuazione
Alcune idee portanti del PRG non hanno avuto successo, altre si sono imposte con l’intervento di soggetti pubblici e privati che hanno evidenziato nuove prospettive di sviluppo o di utilizzo di aree o manufatti esistenti ed hanno beneficiato di varianti ad hoc per svilupparsi, altre ancora, pur possedendo in via di principio interessanti potenzialità edificatorie in direzioni nemmeno lontanamente immaginate dallo strumento, sono state trascurate per le difficoltà incontrate nel procedimento di immissione sul mercato e, pertanto, richiedono un puntuale, ulteriore approfondimento.
Una valutazione sintetica, efficace proprio perché ridotta all’essenziale, può fotografare il tasso di attuazione in termini volumetrici della realizzazione delle previsioni edificatorie di piano in aree residenziali per quanto riguarda le nuove costruzioni:
Località | Volumi previsti mc. | Volumi realizzati mc. | % di attuazione |
Volterra | 110.850 | 50.000 | 45 |
Saline | 69.080 | 40.000 | 58 |
Villamagna | 13.100 | 5.500 | 42 |
TOTALE | 193.030 | 95.500 | 49 |
Un’ulteriore possibilità di rivedere l’impostazione del PRG senza, peraltro, stravolgerne i contenuti di fondo è derivata dall’introduzione di nuove disposizioni, che nel momento in cui attivano processi di adeguamento diventano occasione per gli aggiustamenti nel frattempo maturati.
La variante per le zone agricole
La Regione Toscana ha approvato la L.R. 17 ottobre 1994, n. 76, “Disciplina delle attività agrituristiche” e la L.R. 14 aprile 1995, n. 64, “Disciplina degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone con prevalente funzione agricola”, introducendo novità significative nella regolamentazione delle aree che nel vigente PRG di Volterra ricadono all’interno del Territorio Aperto e che sono normate dal Titolo secondo delle Norme Tecniche di Attuazione.
Con lo scopo di adeguare le previsioni di PRG alla più recente normativa regionale, ma anche nel più generale intento di valorizzare le risorse del Territorio Aperto, il Comune di Volterra ha promosso una variante urbanistica.
Obiettivo della variante è stato quello di destinare le aree ricadenti all’interno del Territorio Aperto prevalentemente ad attività inerenti la produzione agricola, la residenza e la ricettività, con interventi che valorizzino le risorse esistenti e che non costituiscano nuovi insediamenti in aree non infrastrutturate, a fine di garantire la tutela delle risorse essenziali del territorio.
Accanto a ciò essa intende rilocalizzare in aree più idonee le funzioni non più compatibili con tale obiettivo e riordinare dal punto di vista ambientale le aree oggi compromesse, operando una riorganizzazione puntuale delle caratteristiche morfologiche del territorio aperto e una razionalizzazione delle destinazioni d’uso presenti non compatibili.
Si può dire dunque che la variante operi pienamente all’interno dei principi ispiratori della L.R. 5/95 in quanto stabilisce un nesso positivo tra lo sfruttamento
economico delle risorse paesaggistiche del territorio e la loro conservazione nel tempo, ponendo le premesse perché la persistenza dell’uso ne favorisca la tutela.
Il primo aspetto considerato riguarda il risanamento ambientale e paesaggistico di alcune aree del territorio aperto compromesse da interventi eseguiti in passato, che per volumetria, morfologia, destinazione d’uso e disposizione hanno configurato alcuni insediamenti del tutto incongruenti con i valori che il piano intende tutelare.
Ai fini del miglioramento ambientale di tali situazioni localizzate la strategia adottata consiste nel consentire la possibilità di demolire e ricostruire (riordino ambientale con adeguamento tipologico) tali volumi, abbattendone la cubatura del 20% e mutandone la destinazione d’uso in residenziale o ricettivo.
In alternativa è lasciata facoltà di trasferire non più di 1.000 mc. delle volumetrie legali esistenti in luoghi dove possano arrecare minor disturbo o dove possano concorrere al consolidamento di insediamenti residenziali, turistici o agrituristici già esistenti.
Nello stesso tempo la norma adottata prescrive caratteristiche architettoniche precise per la ricostruzione, favorendo funzioni adeguate (residenza, ricettività rurale, agriturisrno).
Complessivamente le undici aree caratterizzate da volumetrie incompatibili raggiungono una consistenza volumetrica di circa 47.000 mc, che potrebbe portare a un abbattimento di volumetria esistente di circa 9.500 mc.
Si tratta dunque di una quantità piuttosto cospicua che, nelle intenzioni della variante, può condurre a un miglioramento significativo e diffuso del paesaggio agrario.
Il Parco Archeologico Urbano - PAU
Il primo importante effetto che ci si attendeva dal PAU era il potenziamento dell’immagine di Volterra in campo nazionale ed internazionale, destinato a provocare cospicue e favorevoli conseguenze sulla struttura e sulla qualità della massa turistica attratta.
L’offerta di nuovi strumenti conoscitivi collegata idealmente all’organizzazione di percorsi si traduce in programmi di visite culturalmente mirate, complete, articolate in grado di prolungare il soggiorno in città del visitatore, determinando un automatico sviluppo delle permanenze turistiche, che all’epoca in media superavano di poco il giorno.
La possibilità di un “laboratorio archeologico” permanente in sinergia con le pregevoli infrastrutture locali (musei, monumenti, percorsi) consente al PAU lo svolgimento di tutta una serie di attività sia didattiche che creative, suscettibili di sviluppo attraverso corsi di formazione archeologica e storica, integrate con attività collaterali (scuole di fotografia, pittura, scultura, ecc.)
La realizzazione del PAU avrebbe dovuto aprire la strada ad importanti innovazioni e prospettive in grado di trasformare Volterra in un centro di richiamo turistico-culturale internazionale, basato sull’intelligente utilizzazione di risorse già esistenti e fino ad allora scarsamente utilizzate perché non organizzate.
Il Parco, redatto dal gruppo di lavoro nel periodo 1992-95, ma che purtroppo è rimasto “sulla carta”, consiste in un insieme di progetti esecutivi e preliminari, di studi di fattibilità, di indagini storiche corredati da un programma economico-finanziario, valutato in circa 24 miliardi, dato quest’ultimo che da solo spiega le ragioni che ne hanno determinato la non praticabilità, se si escludono alcune iniziative singole recentemente intraprese a corredo di realizzazioni che vedono la presenza di capitale privato in forma di project financing (parcheggio interrato di Vallebuona).
Riqualificazione della zona di Poggio alle Croci
Il contesto storico di Poggio alle Croci, che ha rappresentato per molti decenni la sede di insediamento dell’ospedale psichiatrico di Volterra, fa parte attualmente del patrimonio dell’Azienda Sanitaria Locale n. 5 non utilizzato a fini sanitari.
L’area comprende una vasta superficie di terreni e fabbricati per i quali l’USL non ha in programma l’uso strumentale e intende avviare un procedimento di alienazione.
La zona ricade, come Ambito V di Poggio alle Croci, nella normativa di attuazione dell’attuale PRG, che l’aveva destinata alla nuova edificazione adottando la scelta di minimo impatto, che prevedeva un’edilizia diffusa, assai poco strutturata, legata all’idea di città giardino novecentesca, una prefigurazione precisa di più serie di villette per turisti con pochi interventi sulla struttura urbana esistente.
Le previsioni, tuttavia, non escludono diverse possibilità di trasformazione urbanistica che interessano una volumetria complessiva di oltre 100.000 mc. e mirano a soddisfare un potenziale fabbisogno di nuove abitazioni, di strutture ricettive e di attività di servizio mediante interventi di recupero di padiglioni e costruzioni esistenti.
La natura pubblica della proprietà, la sua attuale collocazione in un più vasto complesso ospedaliero, anche se in parte dismesso, le difficoltà di accesso unitamente ad una normazione che sovrappone previsioni di Piano a largo respiro con indicazioni di dettaglio tipiche di uno strumento attuativo conferisce una certa rigidità ad un eventuale utilizzo che risponda alle mutate esigenze di sviluppo dell’area mediante una diversa riorganizzazione insediativa in rapporto agli attuali scenari economici cittadini.
Le linee di indirizzo per la riqualificazione dell’area di Poggio alle Croci, a suo tempo concordate con l’Azienda USL 5 attuale proprietaria del complesso
immobiliare e adottate dall’Amministrazione Comunale con delibera C.C. 4/2002, riguardano perciò:
• il recupero dei padiglioni Ferri, Charcot, Maragliano, con il mantenimento dei loro valori storici e la salvaguardia delle testimonianze tramandate (graffito N.O.F.),
• la riorganizzazione del sistema infrastrutturale interno all’area,
• la valorizzazione delle aree boscate, con l’individuazione di zone in cui sia possibile anche una loro utilizzazione pubblica,
• l’eventuale destinazione di parte della nuova edificazione a funzioni che si relazionino con il Presidio Ospedaliero.
Il progetto di recupero del padiglione Ferri, per un volume di circa 37.000 mc, posto sulla sommità del Poggio, tra le possibili soluzioni indicava l’insediamento di un complesso didattico formativo comprese residenze e servizi, mentre altre recenti prospettive ne hanno ricercato un possibile uso per ricettività turistiche articolato secondo diversi settori di mercato.
Il PRG, che pure ne prevede il recupero, prescrive:
- conservazione delle facciate, in particolare il graffito posto nella corte interna;
- mantenimento della disposizione e della forma delle aperture;
- mantenimento della forma e dei materiali della copertura;
- insediamento di attività di tipo residenziale, ricettivo e per servizi.
Il sistema dei Parcheggi
Il miglioramento della viabilità di accesso a Volterra che, nella situazione attuale, scoraggia molti tour operators ad includere la città nei loro programmi, è una priorità che impegna da tempo, con alterne vicende, l’operato dell’Amministrazione.
Gli avvenimenti più recenti su questo versante registrano con grande favore l’impegno pubblico del Presidente della Regione Toscana a finanziare, già dall’esercizio 2002, i lavori di ammodernamento della S.S. 68 nel tratto Saline di Volterra-Cecina, il cui progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, si sta avviando alla fase esecutiva per iniziativa della Provincia di Pisa.
In parallelo con il tema della viabilità principale di accesso al nostro territorio si pone l’adeguamento del sistema organizzato di parcheggi.
Indubbiamente una delle sfide chiave nell’ambito urbano è oggi rappresentata dall’automobile. Con l’aumento del livello di comfort ed il costante miglioramento del rapporto qualità/prezzo rappresenta la maggiore responsabile del degrado delle città soprattutto in termini di vivibilità quotidiana.
L’auto compromette irreparabilmente la scala umana del territorio urbanizzato, invita a diluire l’abitato, a consumare indiscriminatamente il suolo, genera congestione della circolazione e dipendenza dall’uso del mezzo privato.
Tutto ciò contrasta con la qualità dei quartieri antichi, nati per i pedoni e non per le auto, fino a compromettere il paesaggio e danneggiare anche il contesto urbano più pregiato.
La costruzione di nuovi parcheggi è una necessità impellente in considerazione del fatto che la quasi totalità dei turisti che visitano Volterra usa la propria auto e non i trasporti pubblici e che l’attuale dotazione di posti macchina è del tutto insufficiente.
Obiettivo primario del PRG è la pedonalizzazione, nel corso di un quindicennio, del centro storico (entro le mura medievali), progressivamente
attuata anche per le auto dei residenti in conseguenza della graduale realizzazione del sistema dei parcheggi interrati intorno alle mura.
La soluzione a favore di parcheggi sotterranei è una scelta obbligata derivante dalla constatazione che ulteriori parcheggi di superficie limitrofi alle mura medioevali non sono realizzabili per la mancanza di aree idonee e per gli effetti negativi che avrebbero sulla struttura del paesaggio.
A tal fine il PRG individua 9 aree di parcheggio, prevalentemente interrati, circostanti le mura medievali (P.zza Martiri = 200 auto, Porta S.Xxxxxxxxx = 80, Gioconovo = 450, X.Xxxx = 190, Bastione P.ta Fiorentina = 150, Mattatoio = 80, Docciola = 350 + 25 bus, Porta Marcoli = 450, Parco S.Xxxxxx = 240) per un totale di 2.260 posti di cui ben 1.990 interrati.
Il dimensionamento del sistema dei parcheggi di cui alle previsioni di PRG era fondato su uno studio risalente al 1983 (Piano di circolazione del Centro Storico) e si basava sull’osservazione preliminare che il centro storico di Volterra, in termini di spostamenti veicolari, non è in condizione di rispondere alla crescente domanda di meccanizzazione delle attività di trasporto di merci e persone.
D'altra parte il costante incremento dell'afflusso turistico (che negli ultimi anni è cresciuto al ritmo del 5-10% annuo) specie in auto private rende imprescindibile la realizzazione di una prima serie di interventi sui parcheggi in relazione alla necessità di convogliare i mezzi in arrivo dalle due principali direttrici (Siena-Firenze e Pisa-Cecina) verso un sistema coordinato di sosta in grado di limitare per quanto possibile l'utilizzazione della viabilità intorno alle mura alla ricerca di posti auto disponibili.
Esiste a Volterra un fabbisogno non soddisfatto di circa 1.400 posti auto derivante sia dall’aumentata attrazione della città come polo di interesse turistico sia dalla necessità di allontanare il traffico privato dal centro storico entro le mura medievali, secondo una linea che l’Amministrazione Comunale persegue fin dagli anni 80.
Il Piano Regolatore vigente ha affrontato la questione con una strategia che sia le mutate condizioni, sia gli stralci regionali in sede di approvazione, fanno apparire come non più praticabile.
Non tutte le aree individuate sono suscettibili di entrare contemporaneamente in un sistema integrato di sosta, e ciò per evidenti motivi di natura sia urbanistica sia economica; si tratta invece, valutando costi e benefici di ciascuna localizzazione rispetto alle altre, di operare una scelta di un numero limitato di aree che garantiscano capacità e funzionalità adeguate al sistema, nella conservazione dei caratteri storico-ambientali del paesaggio urbano.
Mettendo in ordine di punteggio decrescente le possibili aree utilizzabili a fini di parcheggio, secondo 5 fattori (accessibilità, impatto ambientale, costi di realizzazione, capacità, distanza dal centro), è possibile individuare le seguenti aree oggetto di attenzione dividendole in 2 gruppi con ordine di priorità in relazione ai suddetti 5 fattori:
Gruppo 1: Area adiacente al Teatro Romano (ex campo calcio), ex Stazione, Balze, ex Tiro a segno
Gruppo 2: Colombaie, Marcoli 1, Piazzale Boscaglia, Gioconovo, Macello, Marcoli 2, Pisana, Docciola.
Nel 1° gruppo si sottolinea come l'area ex campo di calcio (adiacente al Teatro Romano) costituisca l'area più strategica, per le seguenti ragioni:
- proprietà pubblica dell'area ed immediata disponibilità della stessa
- posizione simmetrica al già esistente parcheggio di X.xxx Xxxxxxx
- vicinanza al centro storico
- trattasi di area già interessata a sosta di superficie
- potenziale capacità di posti auto
- necessità di riqualificare l'area prospiciente il Teatro Romano
- opportunità di riaprire l'antica Postierla nelle mura corrispondente al vicolo Sarperi e conseguente rivitalizzazíone della zona di via X.Xxxx e limitrofe
- facile accessibilità dalla direttrice Pisa- Cecina.
Nel 2° gruppo sono invece inserite aree che possono influire sul sistema solo se validamente collegate al centro da un servizio navetta.
L’esistenza di tale servizio fa rientrare a pieno titolo nel sistema il parcheggio di Docciola che, particolarmente svantaggiato nella sua versione interrata per i costi proibitivi, appare invece del tutto funzionale nella versione a raso. Tra l’altro, da tempo l’Amministrazione Comunale ha intrapreso le opere di sistemazione e allargamento del viale dei Filosofi per raggiungere l’area in maniera più agevole.
Le componenti del sistema sarebbero così le seguenti:
- Servizio di navette ecologiche
- Parcheggio interrato già esistente di piazza Martiri (circa 200 posti)
- Parcheggio interrato di Vallebuona (500 posti)
- Parcheggio a raso di Docciola, già esistente da sistemare (circa 300 posti)
- Parcheggio a raso delle Colombaie (circa 300 posti)
- Parcheggio a raso ex Stazione (circa 140 posti + terminal pullman turistici)
In tal modo i posti auto a breve distanza dal centro salirebbero a circa 6/700, mentre i posti a distanza maggiore serviti da bus navetta sarebbero complessivamente 7/800, senza contare che il sistema potrebbe essere progressivamente adeguato, in base alla risposta, a servire anche altre aree di sosta già esistenti oltre a quelle qui considerate.
Mentre la pedonalizzazione del centro storico – con forte limitazione al traffico anche dei residenti – e la valorizzazione della cerchia muraria medievale sono state dunque progressivamente attuate, il sistema dei parcheggi non è cresciuto in maniera corrispondente al fabbisogno e pone la necessità di urgenti interventi.
Le oggettive difficoltà di reperire sufficienti risorse pubbliche nella programmazione della spesa per investimento, stanti i vincoli derivanti dal patto di stabilità e gli altri limiti all'indebitamento, hanno costretto il Comune a progettare l'attuazione del PRG soprattutto mediante il coinvolgimento di soggetti privati.
Nel 2001 è stato avviato l’iter che dovrebbe portare con il meccanismo del project financing alla costruzione da parte di privati di un parcheggio sotterraneo da 500 posti auto nell’area di Vallebuona.
Variante per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente Nell’intento generale di valorizzare le risorse del territorio aperto e delle
aree urbane a ridosso del colle di Volterra, e in particolare per avviare un capillare risanamento di numerose aree compromesse da interventi incongrui con le caratteristiche storico-morfologiche del territorio attuati in passato, è stata promossa una variante urbanistica ai sensi della L.R. 59/80 come norma transitoria, nell’attesa di mettere a punto una variante organica per il Territorio aperto, in grado di recuperare le volumetrie esistenti con usi incompatibili con le caratteristiche del paesaggio aperto.
Il fine di un recupero morfologico e funzionale delle volumetrie costruite in epoca recente e di nessun interesse storico, culturale o architettonico, si è concretato con l’assenso a ristrutturazione urbanistica, all’interno dei singoli ambiti in cui è suddiviso il territorio comunale, di entità non superiore ai 10.000 mc. di volume ricostruito.
Di questa variante ha usufruito l’intervento di recupero e trasformazione dell’area artigianale esistente in loc. “Il Cipresso” per ospitare la sede di un’iniziativa culturale-ricettiva legata alla formazione post-universitaria.
Variante in loc. “Il Cipresso”
Fra le operazioni più interessanti e più attese, avviate da qualche tempo, quella che riguarda il progetto di insediamento didattico-ricettivo collegato alle Università Europee, che hanno scelto di studiare aspetti della storia e dell’architettura volterrana, ed alle prestigiose Scuole di Specializzazione (in particolare la Scuola Superiore S. Xxxx), ha completato, con il recente parere positivo della Soprintendenza di Pisa, l’iter approvativo e si appresta ad entrare nella fase di affidamento dei lavori.
Ciò costituisce già un importante traguardo verso la promozione di nuove vocazioni per la Città e impegna l’Amministrazione ad adoperarsi perché iniziative come questa non restino isolate.
L’area oggetto di intervento si colloca nella parte bassa a sud del colle volterrano in località “Il Cipresso” in fregio alla xxxxxx xxxxxxxxxxx xxx Xxxxx Xxxxxxxxxx, ove insiste un insediamento produttivo, già destinato alla lavorazione dell’alabastro fin dai primi anni ’70, oggi in stato di abbandono e di degrado.
Il costruito impegna una superficie utile a fini edificatori di 16.600 mq con una superficie coperta pari a 2.022 mq ed un volume di 11.683 mc.
Il decaduto interesse per l’uso artigianale e nuove ipotesi di utilizzo hanno stimolato un piano di recupero finalizzato alla trasformazione e sostituzione degli organismi edilizi esistenti mediante un insieme sistematico di opere rivolto alla creazione di strutture ricettive per la formazione e per lo svolgimento di attività culturali e ricreative.
La Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant'Xxxx di Pisa è un istituto pubblico di istruzione universitaria avente il fine di promuovere e potenziare, anche con studi di perfezionamento, la cultura scientifica.
Essa continua le antiche ed illustri tradizioni di precedenti collegi, accogliendo studenti di facoltà non presenti nella Scuola Normale Superiore, sui cui regolamenti è modellata la sua attività didattica e la sua vita comunitaria.
Tradizionale scopo della Scuola è quello di formare alla ricerca scientifica e all'insegnamento giovani studiosi particolarmente dotati. Ne è eloquente testimonianza il gran numero di professori universitari dell'Università di Pisa e di altre università italiane che sono stati allievi della Scuola.
Da sempre, tuttavia, la Scuola ha riservato un'attenzione particolare al mondo del lavoro in genere, rappresentato dalle istituzioni pubbliche e dalle imprese, il quale, accanto alla carriera universitaria, costituisce il naturale sbocco dei suoi allievi.
Per assolvere agli scopi della Scuola, il cui interesse per la nostra città è stato favorito dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra, la progettata organizzazione funzionale e distributiva individua spazi idonei per una superficie edificata di 2.500 mq. ed una volumetria di 13.600 mc. e destinati a:
⮚ studio e ricerca (laboratori e biblioteche)
⮚ didattica e comunicazione esterna (aule, sale conferenze)
⮚ accoglienza (strutture per la refezione e per il soggiorno)
⮚ ricreazione (ambienti di relax, strutture sportive, verde attrezzato)
⮚ servizi (uffici amministrativi, locali tecnologici, depositi).
Variante per il Polo riabilitativo
Non meno importante si pone anche il problema di una conclusione positiva del procedimento in corso per la realizzazione del tanto atteso Polo Sanitario di Riabilitazione con il coinvolgimento sinergico dell’I.N.A.I.L. e della Auxilium Vitae S.p.A.
L’intervento riguarda intanto la ristrutturazione di fabbricati posti all’interno dell’area ospedaliera da adibire a zona reception-soggiorno-uffici e la costruzione ex-novo di un fabbricato ad uso foresteria strutturato per 60 posti letto.
Il Piano Sanitario Regionale prevede il polo riabilitativo dell’INAIL con una ricettività di oltre 100 posti ottenuti attraverso la ristrutturazione dello Xxxxxx, delle Officine meccaniche e del Livi.
La fornitura di un servizio sanitario di tipo specialistico, destinato ad aggiungere un elevato livello di funzionalità al sistema ricettivo, si abbina ad una scelta di riqualificazione del patrimonio dell’ex ospedale psichiatrico, oggi in stato di estremo degrado derivante dall’abbandono in cui tutta l’area è caduta dopo la chiusura del complesso manicomiale.
Un’esigenza da soddisfare – il Laboratorio Universitario Volterrano L’attività didattica universitaria a Volterra è frutto dell’esistenza di due
laboratori universitari per lezioni fuori sede, il cui funzionamento procede parallelamente; il primo è il Laboratorio Universitario Europeo, i cui promotori sono stati l’Università di Siegen e il Xxxxxx Xxxxxxxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx xx Xxxxxxxx, che hanno proposto al Comune la costituzione di una struttura ad uso delle università straniere, principalmente europee.
C’è poi il Laboratorio Universitario Volterrano, che è ufficialmente nato nel 1996 in seguito alla firma di un protocollo di intesa fra l’Amministrazione Comunale di Volterra, l’Università di Pisa e la Provincia di Pisa; questo laboratorio coinvolge esclusivamente l’Università di Pisa che ogni anno vi partecipa con circa 8 professori e più di cento studenti.
Volterra già da tempo è sede di attività di ricerca e di didattica condotte da università italiane e straniere: gli scavi archeologici del teatro romano e dell’Acropoli e le indagini sull’edilizia del territorio condotti dalla Facoltà di
Lettere e dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, gli stages di architettura organizzati dall’Università di Chicago.
L’iniziativa del Laboratorio negli anni ha incisivamente segnato il percorso della formazione, ed anche della ricerca, sui monumenti locali, sulle piazze, sulle strade e su quella splendida realtà urbanistica e creativa che fa di Volterra un esempio unico di convivenza tra tradizione produttiva, arte, conservazione sociale e civile.
Il protocollo, firmato nel 1996 e successivamente rinnovato, prevedeva un contributo economico per la costituzione del Laboratorio Universitario Volterrano da parte di tutti gli enti promotori, destinati sia alle spese didattiche e logistiche, sia per l’allestimento di una sede fissa che fu individuata nel secondo Piano della Casa Torre Toscano. In questa sede furono collocate tutte le attrezzature necessarie allo svolgimento delle lezioni (tavoli da disegno, lavagne, telefono, fotocopiatrice, ecc.).
Inizialmente era previsto che questa struttura fosse riservata solo ai docenti e studenti dell’Università di Pisa, ma già dall’anno successivo poterono accedere al laboratorio anche gli ospiti stranieri che partecipavano al Laboratorio Universitario Europeo.
In questi anni di attività sono state coinvolte anche altre università oltre a quelle che hanno partecipato alla sua fondazione: Maastricht (dal 1997), Oxford Xxxxxx (dal 1999), Weimar (dal 1998, ma nel 1999 questa università è stata presente con un gruppo di lavoro internazionale che prevedeva anche studenti dell’Europa dell’Est, di Singapore e del Canada), Düsseldorf (dal 1999), Bochum (dal 1999), Francoforte (dal 2000).
Una stima attendibile sul numero degli studenti che hanno partecipato tende a valutare un’affluenza, dal 1996 al 2001, di oltre 1.800 studenti e di 50-60 fra professori e ricercatori.
Il notevole numero di università partecipanti ha avuto come conseguenza la stipula sia di convenzioni fra l’Amministrazione Comunale di Volterra e le università partecipanti, sia di protocolli d’intesa fra università di diverse nazioni (ad esempio Pisa e Siegen).
Generalmente le convenzioni fra università hanno portato a rapporti di collaborazione con lo scambio di docenti e alla realizzazione di progetti comuni, base di uno studio a più mani dell’area di Poggio alle Croci.
La destinazione su Poggio alle Croci è considerato il futuro naturale di questa iniziativa; infatti già dal primo anno si è pensato a trasformare questo laboratorio in una struttura stabile, una vera e propria “Università Europea” adeguatamente attrezzata.
L’idea di fondo è che la cultura è un potente elemento aggregatore ed evidenziatore di valori e radici che accomunano cittadini appartenenti alla Comunità, in grado di promuoverne la creatività ai fini della valorizzazione dei beni culturali, incentivarne la reciproca conoscenza nel campo della storia, della musica, della letteratura, degli spettacoli artistici, ecc., sviluppando la cooperazione.
Incentivare il processo di integrazione europea dell’università significa infondere dimensione internazionale nelle ordinarie attività di insegnamento, apprendimento e ricerca.
Il Piano di recupero di Vicarello
L’agglomerato situato in zona agricola non distante dalla frazione di Villamagna sulla strada provinciale per Castelfiorentino ha l’aspetto e la consistenza di una villa di campagna con il corredo di vari annessi agricoli in stato di avanzato degrado fisico e strutturale a causa della prolungata, mancata manutenzione.
Il progetto di recupero pone fine allo stato di abbandono e riporta nel ciclo economico un patrimonio edilizio destinato alla realizzazione di un complesso
turistico ricettivo articolato tra attività alberghiera ed appartamenti per vacanza, integrati da servizi ristorante e sala conferenze ed altri accessori per il tempo libero ed il benessere.
Il Piano di Recupero di Via Firenzuola
L’approvazione del Piano di Recupero di iniziativa pubblica del contesto di Via Xxx Xxxxxxx, del complesso urbano di via Firenzuola, Via del Poggetto ed ex Conservatorio di S. Xxxxxx costituisce un progetto di indubbio interesse che, una volta divenuto operante, potrà attivare agevolazioni e contributi pubblici.
Il Piano di Recupero prevede la riprogettazione urbanistica ed edilizia di una vasta area collocata nella parte orientale della città, posta all’interno di una zona delimitata a nord dalla cinta muraria medievale e a sud da Via Don Minzoni da Porta a Selci alla Chiesa di S. Xxxxxx.
All’interno si distinguono il complesso edilizio del Conservatorio di X. Xxxx in
S. Xxxxxx con il parco retrostante (1710), la chiesa di S. Xxxxxx (fine ‘600), Via Firenzuola e Via del Poggetto con i relativi sistemi edilizi.
Il piano si sviluppa sui seguenti assi tematici principali:
✓ riqualificazione urbanistica dell’area nel suo insieme, superamento delle attuali condizioni di degrado e segregazione di Via Firenzuola e del parco;
✓ recupero del complesso edilizio del Conservatorio, attualmente sede dell’Ostello della Gioventù, del Centro di Formazione Professionale della Provincia e di associazioni varie, per la nuova sede del Museo Guarnacci (considerato che la sede attuale è visibilmente divenuta inadatta ad ospitare 110.000 visitatori all’anno, gli spazi sono esigui e la qualità dei servizi offerti non è più all’altezza delle aspettative degli ospiti, che pretendono, giustamente, dal Museo una facilità e modernità di lettura che l’esistente configurazione ottocentesca non consente), del parco con finalità pubbliche di sostegno all’offerta culturale e promozionale, del percorso panoramico delle mura e del fabbricato ex lavatoi;
✓ recupero della chiesa di S. Xxxxxx per la salvaguardia del relativo patrimonio artistico ed architettonico con restituzione alla visione turistica come elemento di un itinerario storico-culturale;
✓ riqualificazione dei sistemi edilizi privati tramite opportune politiche di incentivazione per interventi conformi alle prescrizioni del piano.
Nel periodo di avvio e di studio delle tematiche progettuali si sono evidenziati alcuni limiti della struttura museale e della sua organizzazione funzionale. Nell’attuale sede vi sono spazi insufficienti per i servizi, per la didattica, per il merchandising. Un allestimento che, seppur ormai storicizzato, non è più al passo con le moderne tendenze.
Appare ormai improrogabile una revisione del cosiddetto “sistema museale” della città di Volterra con la presa d’atto che l’interesse culturale attratto dal Museo Etrusco Guarnacci è talmente cresciuto (i visitatori del Museo Guarnacci sono stati al 30.11.2001, ultimo dato disponibile, n. 108.661 contro i n. 103.899 dello stesso periodo del 2000, con un aumento su base annua del 4,5%) da rendere l’attuale, pur prestigiosa, sede di esposizione insufficiente a garantire una visita non superficiale e ad offrire i servizi di “comfort” più comuni.
Si è prospettata un’ipotesi realistica di trasferimento del Museo Guarnacci nella struttura del Conservatorio di S. Xxxxxx, che opportunamente ristrutturato garantirebbe più del doppio dell’attuale superficie espositiva, oltre a spazi per usi complementari (per es. il centro di restauro archeologico) e locali di accoglienza e sosta (book shop, servizio ristoro, ecc.).
L’ipotesi risulta interessante per le Sovrintendenze che l’hanno adottata per l’ideazione e la dislocazione del nuovo allestimento museale, allo stato inserito in un percorso concordato con le competenti autorità (Ministero, Regione, Provincia, Sovrintendenze), che dovrebbe portare in tempi rapidi alla stesura del progetto scientifico prima e di quello edilizio poi ed al reperimento dei necessari finanziamenti.
Il Piano di Recupero per il Reparto Bianchi e la localizzazione delle aree
PEEP
Nel PRG non sono state individuate e, pertanto, non sono disponibili aree o immobili da utilizzare per interventi di edilizia residenziale pubblica ai sensi della Legge 18.04.1962 n° 167.
Nel momento in cui la Regione Toscana ha deliberato il programma degli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata, individuando per il Comune di Volterra un intervento di recupero edilizio da realizzare da parte dell’ATER di Pisa, si è provveduto a localizzare l’iniziativa nel complesso immobiliare denominato “Bianchi” da sottoporre ad un radicale intervento di ristrutturazione al fine di trasformarlo in alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Per l’esecuzione di tale intervento, data la configurazione tipologica, architettonica e strutturale del fabbricato, si è reso necessario provvedere ad una specifica variante al PRG per l’individuazione aree PEEP, delimitazione zona di recupero e contestuale adozione del Piano di Recupero per il riutilizzo dell’ex padiglione e la sua nuova destinazione all’edilizia residenziale pubblica convenzionata, che determinasse le compatibilità degli interventi con il rispetto delle normative a carattere generale introdotte dalle Norme di Attuazione del vigente PRG per l’Ambito VI.
L’edificio, un tempo destinato a funzioni sanitarie, è ubicato nella zona di X. Xxxxxxxx, posta a nord del centro storico ed ha la consistenza di un manufatto in linea, dislocato su tre piani fuori terra più un seminterrato, per un volume complessivo di circa 12.000 mc. lordi su una superficie del lotto pari a circa 9.200 mq.
L’intervento di recupero è diretto alla realizzazione di 20 alloggi di edilizia abitativa a carattere popolare per una superficie utile complessiva di 1.200 mq.
L’inserimento richiede la contestuale realizzazione delle infrastrutture atte a garantire l’approvvigionamento idrico, la depurazione, lo smaltimento dei rifiuti solidi, la disponibilità di energia, la mobilità; quest’ultima è legata ai limiti posti
dall’attuale consistenza della Via Xxxxx Xxxxxx, per il momento unica viabilità di accesso, in comune peraltro con la zona di Poggio alle Croci.
I vincoli minerari - Le concessioni minerarie Solvay
La Comunità Montana, di cui Volterra fa parte, è caratterizzata dal fatto di essere in Italia una delle poche aree con larga disponibilità di risorse del sottosuolo e quindi oggetto di una intensa attività estrattiva.
Le principali risorse del volterrano sono la rilevante presenza di vasti giacimenti di gesso (“lenti” con spessore che arriva ai 30/40 m.) inseriti in aree argillo-sabbiose e da cui deriva anche l’estrazione dell’alabastro, ormai in forte declino per esaurimento, e di importanti banchi di salgemma, spessi 20/30 metri, raggiunti in profondità con pozzi trivellati soprattutto lungo la valle del Cecina, che sono utilizzati sia dall’industria chimica sia dalla Salina di Stato, cui al presente mira a sostituirsi la Solvay mediante un accordo industriale.
L’attività mineraria di quest’ultima si inserisce in un programma previsto da un contratto industriale tra l’ex Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, ora Ente Tabacchi Italiani (ETI), e la Società Chimica Solvay all’interno di un Protocollo d’Intesa per la sua attuazione stipulato tra Regione, Provincia, Comunità Montana ed i Comuni di Xxxxxxxx, Xxxxxxxxxxx Xxx xx Xxxxxx, Xxxxxxxxx x Xxxxxxxxxxx Xxx xx Xxxxxx.
Il motivo capitale sta nell’importanza del salgemma come materia prima minerale di “interesse strategico nazionale”, soggetta a vigilanza dal Distretto Minerario di Firenze.
La Solvay ha avviato l’estrazione del salgemma nel bacino di Volterra nei primi decenni del ‘900 ed attualmente il volume trattato è pari a 2.000.000 t/anno.
L’area mineraria corrispondente alle concessioni ETI si trova ad E-SE del centro abitato di Saline ed ha un’estensione di circa 17 kmq, mentre l’attività mineraria vera e propria interesserà una superficie di 3.6 kmq.
La Solvay ha elaborato un progetto di estrazione che si propone di coniugare la razionale coltivazione dei banchi salini con la sostenibilità ambientale e la morfologia territoriale.
L’attività estrattiva per la quantità trattata (75.000-150.000 t/anno) produce impatti significativi che riguardano: consumo risorsa idrica, preparazione infrastrutture in aree boscate, impatto visivo, sversamenti di salamoia, camini di collasso (movimenti franosi localizzati) e subsidenza (cedimenti a largo raggio e a sviluppo lento, che richiedono zone di rispetto adeguate alla profondità delle trivellazioni, da 200 a 250 m).
Piano per gli Insediamenti Produttivi - PIP
Soltanto nel 2001 è giunto ad esaurimento l’utilizzo delle aree del PIP di X. Xxxxxxx con l’alienazione degli ultimi lotti, eccetto uno di circa 1.800 mq.
Si tratta di una previsione risalente alla metà degli anni ’70, destinata essenzialmente a dare risposte di idonea collocazione alle lavorazioni alabastrine, all’epoca in una fase di difficoltà periodica sui mercati internazionali, in primo luogo l’America, perché incontravano crescenti insofferenze con l’abitato a causa delle emissioni aeree e sonore ed in vista del un rilancio di un’attività artigianale tipica della storia e per decenni pilastro dell’economia locale.
Lo scarsa propensione per l’acquisizione di aree PIP urbanizzate a prezzo di esproprio si spiega con una flessione dell’interesse dell’estero per un prodotto voluttuario che diventava sempre meno appetibile con l’aumento dei costi della materia prima, di importazione per l’esaurimento delle cave in loco, e con una emergente concorrenza di prodotti similari, provenienti dai paesi di escavazione della pietra o che si avvalevano di tecnologie artificiali.
Il problema più importante rimane comunque il reperimento di materia prima locale di qualità, senza la quale il settore rischia di essere strangolato dalla dipendenza della pietra di Spagna.
Le stesse ragioni spiegano l’indifferenza per le aree artigianali di proprietà privata, sicuramente più onerose e per questo rimaste inattuate e disponibili per recenti nuovi utilizzi (Zona del Cipresso per l’intervento del S. Xxxx).
In quest’ottica si pone l’obiettivo di un PIP a Saline ideato per rispondere alla domanda di aree destinate ad attività di tipo artigianale, di piccole e medie dimensioni, e commerciale, che non trova soddisfazione altrove.
L’iniziativa costituisce al tempo stesso l’occasione per attuare l’adeguamento normativo alle direttive regionali relative alla programmazione urbanistica commerciale, recepita attraverso le indicazioni del Piano Guida: questo si articola in due aree, una pubblica che si prefigge di realizzare il PIP vero e proprio con lotti destinati ad attività artigianali di piccole dimensioni e attività terziarie, ed una privata in cui si collocano anche attività artigianali con fronte commerciale ovvero attività commerciali destinate alle medie strutture di vendita.
Principali problematiche territoriali emergenti
Dai primi anni ’90, quando l’impianto generale del PRG era ormai definito, ad oggi sono passati oltre dieci anni, che in tema di pianificazione urbanistica sono decisamente non trascurabili.
La riflessione sulle impostazioni di quel periodo o la necessaria revisione di determinati indirizzi, oltre ad essere necessario strumento di analisi per arrivare a comprendere compiutamente ciò che non andava o si è dimostrato inadeguato a cogliere nel profondo le aspettative della città, degli operatori economici e sociali, dell’imprenditoria, non può prescindere dal fatto che alcuni fattori fondamentali sono nel frattempo mutati, sia in quantità nel senso che la loro disponibilità
influenza decisamente le scelte future sia nella percezione e nell’acuta sensibilità della loro qualità da parte della collettività, che ne condizionano i comportamenti.
Dei più importanti elementi, presi singolarmente, si dà un rapido cenno poiché è evidente che essi si ritroveranno inseriti più organicamente negli obbiettivi della programmazione territoriale e nelle loro reciproche interrelazioni.
Acqua
Le risorse idriche non sono illimitate, ma vanno conservate e rispettate: è urgente far crescere un’autentica cultura dell’acqua partendo dall’importanza della sua presenza per l’equilibrio degli ambienti naturali e per il benessere della società.
Si richiede attenzione e controllo delle misure atte a garantire la qualità dell’acqua potabile mediante l’individuazione di standard ottimali di riferimento con promozione dell’utilizzo di tecniche per la depurazione naturale ed il recupero delle acque grigie.
Aria
I livelli di inquinamento dovuti ad attività industriali o riscaldamento invernale, sia per smog sia per monossido di carbonio o biossido di azoto o zolfo ovvero ozono, si sono elevati negli ultimi anni, determinando in molte città italiane il blocco del traffico a giorni alterni nei casi più acuti ovvero il fenomeno che dalla crisi petrolifera degli anni ’70 va sotto il nome di “domeniche a piedi”.
È raccomandata una corretta localizzazione degli insediamenti edilizi in rapporto alle attività industriali, artigianali e produttive in genere, e definizione di standard ottimali per garantire la qualità dell’aria all’interno degli edifici.
L’uso, e in molti casi l’abuso, del suolo destinato all’espansione edilizia ha determinato negli ultimi decenni un aumento dei costi individuali e sociali, i primi per rimediare a interpretazioni non corrette delle scelte geotecniche non adeguate
al contesto fondazionale ed i secondi per l’estensione di infrastrutture e servizi a località distanti dall’abitato.
Si impone il ricorso a modelli insediativi compatibili con la morfologia dei luoghi anche mediante utilizzo di adeguati indici di fabbricabilità e previsione di interventi che tengano presente la permeabilità del suolo.
Verde
Occorre prestare particolare attenzione all’adozione di comportamenti attenti all’utilizzo del verde come parametro di qualità bioclimatica in ambito urbano e, in contemporanea, predisposizione di misure atte a garantire il rispetto delle specie locali ed il loro impiego per interventi di riqualificazione del territorio.
Mobilità urbana
La grande rivoluzione rappresentata dalla diffusione incontrastata dell’uso dell’automobile privata caratterizza lo sviluppo degli insediamenti umani e delle loro relazioni.
L’accessibilità con l’auto individuale è divenuta uno dei parametri più importanti nella scelta di localizzazione, ma ha dato un contributo determinante al cambiamento di ruolo e di rapporto fra le città.
Ogni soluzione in materia esige l’impegno per migliorare l’accessibilità dall’esterno in uno con l’obbiettivo di ridurre la mobilità interna disincentivando l’uso superfluo di veicoli a motore, ammessi solo in funzione ausiliaria per facilitare l’accesso ai servizi locali e mantenere le attività economiche.
Il quadro conoscitivo e le ulteriori verifiche da compiere
Il quadro delle conoscenze, a disposizione dell’Amministrazione Comunale, cui fare riferimento per impostare la prima fase di indagine è costituito da:
- PIT regionale;
- PTC provinciale costituito da Relazione generale, Norme e relativi allegati, Elaborati grafici di progetto;
- PRG costituito da Relazione, Elaborati grafici, Studi geologici;
- Schedatura del patrimonio edilizio esistente di interesse storico;
- Variante per le zone agricole;
- Piano di recupero di Via Firenzuola;
- Linee di indirizzo per la riqualificazione della zona di Poggio alle Croci;
- Analisi e quadro conoscitivo elaborati per la formazione del PAI e disponibili presso la sede delle Autorità di Bacino, rispettivamente Arno e Toscana Costa;
- materiale vario disponibile presso i vari Servizi comunali con informazioni relative a produzione di rifiuti e livelli di raccolta differenziata, beni culturali, strade vicinali, studio sui parcheggi, estrazioni dal sottosuolo, ecc.
Le ulteriori verifiche da compiere in sede di stesura del quadro conoscitivo e le ricerche da attivare per approfondire lo stato generale delle risorse, riconoscere e descrivere l’ambiente fisico del territorio e sociale della comunità possono essere inizialmente individuate all’interno dei seguenti temi:
- patrimonio architettonico ed archeologico
- assetto geologico, geomorfologico ed idrogeologico
- struttura della popolazione
- risorse naturali (acqua, aria, clima, energia)
Il campo di ricerche sopra delineato sarà puntualizzato e ottimizzato dopo le prime verifiche del materiale a disposizione e di quello fornito dalla Provincia in accordo con il protocollo d’intesa.
OBBIETTIVI STRATEGICI
Il nuovo strumento urbanistico ha lo scopo di creare le condizioni di base per costruire un modello di vita ispirato ai principi della sostenibilità partendo dall’attuale stile di vita urbano e basato sulla percezione dei bisogni più sentiti dai cittadini con la preoccupazione di conseguire il benessere della collettività e la conservazione del patrimonio naturale.
La riflessione sui contenuti del Piano regolatore vigente e sul suo stato di attuazione incentrata sul raffronto fra le previsioni qualificanti e quanto effettivamente realizzato, anche in termini di standard urbanistici, ha portato all’individuazione delle motivazioni principali che hanno determinato o, quantomeno, influenzato la mancata attuazione degli interventi nel periodo di validità del piano.
La definizione degli obbiettivi da perseguire trae origine da esperienze, studi e dati contenenti le conoscenze di cui l'Ente dispone e si fonda in buona sostanza nella documentazione allegata al PRG vigente integrata dal quadro conoscitivo del PTC provinciale.
In particolare, orientandosi ai principi ispiratori del governo del territorio dettati dalla L.R. 5/95, sarà sviluppata ogni azione coerente al perseguimento di standard ottimali di uso del territorio, dei trasporti, della produzione industriale ed agricola, di sfruttamento delle risorse e dei consumi, delle attività ricreative, in sintesi del livello di qualità di vita atteso dalla comunità amministrata commisurato alla capacità di carico della natura.
L’individuazione delle risorse che devono essere suscettibili di uso senza consumo o, comunque, di trasformazione senza distruzione è una richiesta precisa della legislazione, rivolta a garantire la continuità e la stabilità nel tempo dei caratteri permanenti ed a lenta modificazione.
Questi sono oggi individuati quali elementi strutturali non negoziabili, le cui qualità devono essere garantite per le generazioni presenti al pari delle future.
La dottrina dello sviluppo sostenibile chiama in causa, in definitiva, una dimensione etica del problema della crescita e rappresenta un nuovo atteggiamento culturale rispetto al passato.
L’Amministrazione considera interesse pubblico da soddisfare nell’assolvimento dei propri compiti istituzionali l’obbiettivo della riduzione dei consumi di risorse ambientali ed energetiche non rinnovabili ed il controllo degli impatti complessivi sull’ambiente e sul territorio.
Conseguentemente lo studio e le indagini saranno rivolti a promuovere e garantire, anche con riferimento alle attività dei soggetti privati, un’analisi attenta del territorio, del livello di uso delle risorse, un’elevata qualità energetico- ambientale nell’attuazione di programmi di riqualificazione urbana, delle possibilità di recupero e di riuso edilizio e urbano, di edilizia di sostituzione, di pianificazione di nuovi insediamenti, di un miglioramento complessivo della rete dei servizi e della mobilità e di utilizzo del suolo in grado di garantire un progresso equilibrato della comunità.
Scelte in materia di interventi nel territorio
La strategia di governo del territorio si rivolge a componenti da valorizzare e potenziare, quali:
♦ la qualità ambientale e paesaggistica del territorio aperto;
♦ la presenza di testimonianze storiche e culturali, variamente stratificate, visibili nelle emergenze architettoniche diffuse sul territorio o conservate sotto forma di reperti o manufatti nelle strutture museali;
♦ la significativa valenza turistica, di massa e di qualità, convogliata da attrattive artistiche o da offerta di manifestazioni e spettacoli di richiamo regionale e nazionale.
In questa prospettiva le scelte in materia di modifiche del territorio, volte ad assicurare un’elevata qualità energetico-ambientale degli edifici e degli spazi aperti, si attuano con il ricorso, nei singoli comportamenti e provvedimenti di competenza, ai seguenti criteri e principi:
❖ esame in termini ecologici, e in misura adeguata alla dimensione del proprio territorio, della gestione dei sistemi direttamente incidenti sulle risorse ambientali. Nell’ambito di tale esame acquistano rilevanza i sistemi relativi a: energia (energia elettrica e termica, energie rinnovabili); acqua (acqua potabile, piovana, di falda); materiali (produzione, uso, riciclaggio e dismissione); rifiuti (trattamento e riciclaggio); ecosistema e paesaggio (microclima, habitat naturale per flora e fauna, tempo libero, spazi verdi); trasporti (circolazione pubblica, privata, su gomma, su ferro, pedonale, ciclabile); inquinamento (qualità dell’aria, protezione del suolo e delle falde, protezione dal rumore, protezione dai campi elettromagnetici);
❖ analisi delle risorse ambientali dello specifico territorio e promozione dell’equilibrio tra uso e conservazione in tutti i campi del processo decisionale locale, privilegiando la conservazione e l’arricchimento delle dotazioni attuali in modo da affidarle integre e valorizzate alle generazioni future;
❖ promozione delle integrazioni funzionali nel territorio urbano e regolamentazione dell’uso del suolo e del sottosuolo con riferimento alle valenze ambientali;
❖ adozione di una congrua politica delle risorse energetiche per gli edifici, il ricorso ad energie rinnovabili e adeguati programmi di sviluppo e
integrazione, incentivazione all’adozione di accorgimenti rivolti alla riduzione dei consumi individuali (dai doppi vetri alla coibentazione di tetti e pareti esterne, all’adozione di impianti di riscaldamento tecnologicamente avanzati e, quindi, più efficienti fino ad arrivare ad una “certificazione energetica degli edifici”, una sorta di marchio di qualità destinato a valorizzare gli immobili meglio attrezzati);
❖ adozione di una congrua politica delle risorse idriche per gli edifici, il miglioramento degli equilibri idrogeologici, la salvaguardia del ciclo naturale delle acque;
❖ promozione della partecipazione della collettività alle scelte strategiche di programmazione territoriale attraverso un percorso di consultazioni ed un confronto continuo con le categorie economiche, sociali e professionali, l’associazionismo ed il volontariato ambientale che assicuri la realizzazione di un impianto di base condiviso ed accettato dalla cittadinanza;
❖ promozione della partecipazione della collettività alla gestione del territorio e delle sue trasformazioni attraverso procedure e previsione di strutture atte a garantire una ascolto attento e costante delle istanze della cittadinanza, la diffusione di informazioni per il pubblico sulla qualità energetico-ambientale degli interventi sugli edifici e relativi spazi aperti e, in generale, un diretto e continuativo contatto con le rappresentanze sociali, economiche, sindacali e ambientali;
❖ verifica dinamica della gestione della città fondata sulla sostenibilità con promozione di forme di pianificazione partecipata del territorio con tutti i soggetti interessati alle politiche ambientali anche mediante acquisizione con specifici accordi tra i soggetti medesimi e utilizzo di banche dati e studi ambientali organizzati da soggetti pubblici e privati che operano nel settore.
IL NUOVO STRUMENTO URBANISTICO
Gli strumenti urbanistici classificano il territorio in aree dove coesistono attività tra loro compatibili ed in aree di specializzazione, le quali comportano inevitabilmente incompatibilità con altre attività.
Il Piano Strutturale costituirà la sintesi tecnica e l’integrazione funzionale degli obbiettivi e delle scelte definiti dall’Amministrazione, in quanto custode di un patrimonio fatto di cultura e tradizione, mediante un processo coordinato di valutazione delle unità di paesaggio da cui attingere contributi alla costruzione dell’apparato conoscitivo di base alla formazione del piano regolatore.
Il processo di acquisizione delle ulteriori conoscenze si svolgerà all’interno del percorso fissato dal procedimento di formazione del Piano Strutturale in relazione alla quantità e qualità delle risorse necessarie e disponibili.
Ne consegue che gli obbiettivi così come definiti dall’Amministrazione Comunale subiranno una fase di verifica ed approfondimento in rapporto al progresso del quadro conoscitivo ed ai contenuti del PTC e del PIT di modo che eventuali integrazioni e più dettagliate specificazioni saranno sempre possibili in fase di definizione e completamento dell’acquisizione delle risultanze.
Gli strumenti urbanistici attivano processi di densificazione: tale comportamento costituisce di per sé incentivo al consumo del suolo, anche in relazione alla riduzione dei costi di distribuzione dell’energia e per gli spostamenti.
Questa tendenza naturale sarà correlata con il criterio preferenziale costituito dalla durabilità del costruito e la conservazione delle risorse, il quale si caratterizza come obiettivo permanente di pubblico interesse in tutti i progetti di trasformazione urbana ed è diretto al recupero ottimale dell’urbanizzazione e dell’edificato esistenti rispetto alla creazione di nuovi insediamenti estensivi.
Volendo riassumere in breve tutta una filosofia di governo del territorio ed una precisa volontà di programmazione urbanistica si potrebbe affermare che Volterra, città antica, ha bisogno di conservare le sue bellezze naturali ed artistiche ma è soprattutto indispensabile che sia una città “che vive” e si adatta alle esigenze della modernità senza distruggere il suo prestigioso passato.
Non si può prescindere dall’individuazione di un percorso viario intorno alla città per migliorare il collegamento tra i diversi quartieri esterni alla cinta muraria senza impegnare l’abitato.
Altrettanto necessario lo studio di nuove strategie di parcheggio per i residenti e per i pendolari del lavoro.
Al tempo stesso sarà prestata speciale attenzione alla fluidità dei percorsi veicolari tra ed attorno agli edifici, un fattore che influenza profondamente la vivibilità degli insediamenti edilizi.
Da qui l’interesse per Piani Urbani del Traffico, ove esistenti, oppure per analisi sostitutive di settore ove prevedere per un verso la creazione di parcheggi sotterranei preferibilmente situati al di sotto degli edifici e dall’altro la possibilità di piste ciclabili e pedonali.
I problemi del traffico e della mobilità dovranno misurarsi con la compatibilità con l’assetto artistico e l’accessibilità al centro di Volterra, stimolare lo sviluppo dell’offerta turistica ma, al tempo stesso, concorrere al miglioramento della qualità della vita della popolazione residente o pendolare, al sostegno delle attività economiche ed all’incremento dell’offerta culturale.
Fenomeno non trascurabile sono le manifestazioni culturali a Volterra, una caratteristica propria della città e sempre presenti durante tutto l’arco dell’anno con i concerti di musica classica e moderna, le rappresentazioni teatrali, il festival dei gruppi corali e, in particolare, l’appuntamento estivo con Volterra Teatro e la settimana medievale.
Esso fa perno sul Turismo Culturale per dare sostegno ad una rinnovata valorizzazione e difesa del patrimonio storico ed all’incremento di attività culturali.
Una parte delle rappresentazioni si articola tra il Teatro Xxxxxx Xxxxxx, recentemente ristrutturato e restituito all’originaria funzione, ed il Teatro di S. Xxxxxx; il resto si svolge mediante gli allestimenti estivi all’aperto, che si possono svolgere in diversi luoghi, principalmente in Piazza dei Priori, talvolta con appendice in Piazza S. Xxxxxxxx.
In occasione di queste ultime manifestazioni, che non hanno una sede appropriata, ma si svolgono in diversi luoghi della città, ed anche nella prestigiosa Piazza dei Priori il richiamo di pubblico è notevole.
Si pone però l’esigenza di uno spazio dedicato agli spettacoli, alternativo al centro cittadino, in modo da ovviare ai problemi incontrati anche in Piazza dei Priori e soprattutto per non paralizzare il traffico urbano e le comunicazioni interne nei giorni delle rappresentazioni.
Questi temi rivestono una fondamentale importanza per ogni sforzo di miglioramento delle condizioni sociali della comunità e della qualità della vita, che tenga conto in modo adeguato dei ritmi dell’esistenza e della realtà consolidata.
Analoga attenzione particolare non può non essere prestata alle strutture culturali, sportive e ricreative, centro motore dell’animazione culturale nella
stagione turistica e non, da integrare con le strutture museali presenti e di importanza nazionale e le manifestazioni espositive, spesso di alto livello, promosse dagli operatori economici.
Un’oculata programmazione di investimenti rivolta all’integrazione degli impianti sportivi esistenti favorirà l’attività sportiva di base e farà da supporto ad un parallelo sviluppo delle relazioni umane, fattore di crescita personale e di vita di relazione.
Inquinamento
Il Piano non potrà ignorare un assetto territoriale che si ispiri a criteri ed accorgimenti mirati alla limitazione dei rischi di inquinamento dovuti a materiali, impianti, al loro uso, ai gas nocivi.
In questo ambito sarà fatto ogni sforzo per garantire la compatibilità elettromagnetica delle localizzazioni di impianti ripetitori e di comunicazione mobile e la compatibilità acustica reciproca degli insediamenti, favorendo con interventi ad hoc la riduzione delle emissioni sonore e l’isolamento acustico reciproco, con attenuazione di fenomeni di riverberazione, eco, risonanza.
Per quest’ultimo aspetto, nel rispetto dei principi ispiratori del piano di caratterizzazione acustica, saranno applicate le regole della compatibilità acustica degli insediamenti, ponendo speciale attenzione sia alla remotizzazione delle sorgenti (ad es. insediamenti residenziali adeguatamente lontani dalla viabilità principale) sia alla progettazione funzionale dei quartieri, curando una disposizione acusticamente accettabile degli edifici e delle sorgenti e l’interposizione di elementi naturali (colline, dossi, ampie aree verdi) o artificiali (barriere arboree, insediamenti di servizi) tra sorgenti e ricettori.
In questo contesto avverrà naturalmente l’integrazione con i piani del verde, di cui sono di solito corredati i piani urbanistici, ma che hanno lo scopo principale di precostituire corridoi ecologici e trame naturali all’interno dello spazio urbano per salvaguardare e promuovere isole di tranquillità e svago, specie per i più piccoli e gli anziani, e riposo visivo alla monotona sequenza del costruito.
Il concetto di paesaggio implica svariate opzioni; il motivo risiede nel carattere multidimensionale di questa accezione, il che lo pone al centro di studi multidisciplinari che coinvolgono ecologia, economia, cultura, storia (sia antropica che naturale), estetica, ecc.
Dal punto di vista del Piano Strutturale per una città come Volterra, dove il paesaggio convive con la storia e l’architettura fino a fondersi con esse in un solo elemento, l’approccio corretto, in modo niente affatto superficiale, consiste nell’indagare i rapporti che legano le varie componenti del territorio aperto, i loro ruoli funzionali, le loro caratteristiche attuali e la loro prevedibile evoluzione.
In prima analisi uno studio del paesaggio dovrà perseguire tre obbiettivi:
⮚ la valutazione dello stato di salute per individuarne cause e dinamiche evolutive per puntare in definitiva ad una possibile definizione di “qualità ambientale”, da conservare o cui tendere;
⮚ l’ideazione di una maglia di ambiti che, a partire dalle testimonianze residue della rete ecologica del passato, ristabilisca le relazioni con le aree di pregio agro-faunistico, artistico ed archeologico, le zone protette e le aree degradate da riqualificare in modo da ricostituire una rete culturale territoriale di primissimo livello;
⮚ approfondimento delle caratteristiche intrinseche di ogni ambito e rapporto di interdipendenza con il costruito.
Il suolo
Per quanto concerne la risorsa “suolo” i temi che necessitano di particolare attenzione sono, ad esempio, il rischio idrogeologico, le escavazioni, la qualità e l’estensione del patrimonio boschivo.
Il paesaggio e le risorse ambientali con il relativo patrimonio edilizio sono tra gli elementi di maggior pregio del territorio e richiedono l’impegno alla conservazione delle caratteristiche peculiari unitamente ad uno sforzo di ristrutturazione edilizia e recupero ad altri usi degli immobili incongrui, sia di quelli con destinazione agricola ma che non risultino più funzionali all’economia aziendale sia di quelli in contrasto con l’uso rurale e suscettibili di essere riconvertiti ad usi diversi.
La presenza umana nelle zone agricole e forestali e le relative attività devono mantenere una funzione di tutela dell’ambiente dal dissesto idrogeologico, mentre il patrimonio edilizio con destinazione agricola, compresi gli annessi, sarà oggetto di norme dirette alla conservazione, recupero e trasformazione con il precipuo scopo di salvaguardare l’equilibrio del paesaggio, incrementare il decoro dell’esistente o sostituirlo con interventi mirati all’integrazione funzionale tra attività diverse ma mutuamente compatibili.
L’Amministrazione ritiene di superare i conflitti che tradizionalmente contrappongono le politiche di sviluppo e quelle di tutela dell’ambiente adottando e promuovendo forme di recupero e di riuso del patrimonio edilizio esistente possibilmente con incentivi alla sostituzione edilizia.
Preservare e valorizzare le attività commerciali legate al centro antico, vecchie botteghe, negozi al dettaglio, laboratori artigiani tipici è un modo per salvaguardare un pezzo di storia e recuperare tradizioni che rischiano di scivolare inesorabilmente nell’oblio.
Un impegnativo intervento di trasformazione urbanistica è ipotizzabile attraverso il recupero del complesso edilizio dell’ex ospedale psichiatrico con un progetto di riqualificazione dell’area.
Un obiettivo del genere si prospetta come elemento qualificante del Piano in quanto mira al raggiungimento di una sorta di “qualità totale dello sviluppo”, in grado di far fronte, nel rispetto dell’aspirazione alla tranquillità pur in condizioni non proibitive di mobilità, ad una domanda di spazi urbani ed extraurbani che fa convivere in maniera ottimale il “bisogno di città e di ambiente”.
L’interesse ambientale non è estraneo all’esigenza di evitare il pericolo della depauperazione di un valore economico, culturale e sociale tra i più significativi per la città per stimolare un coinvolgimento attivo della comunità volterrana nella programmazione del suo uso sostenibile.
I resti di pietra, già contenitori di una fortissima identità culturale e formale, una volta venuta meno la funzione primigenia – l’ospedale psichiatrico – rischiano di trasformarsi in un’anonima periferia di residenze turistiche senza cuore né anima qualora non si proceda, nell’effettuazione del recupero dal punto di vista funzionale ed edilizio, in modo conforme all’etica della sostenibilità.
Una previsione del recupero con destinazione residenziale e ricettiva dell’ex complesso manicomiale assicura piena compatibilità tra sviluppo e tutela delle risorse naturali e dell’ambiente naturale e antropizzato.
Le già pregevoli qualità ambientali di questo comparto possono essere esaltate da un’integrazione di funzioni di significato sociale e di rapporto con il territorio, attribuendo, per esempio, alla zona edificata una vera e propria funzione direzionale che serva come fulcro alla sua espansione.
In questi termini un’accorta politica del recupero e del riuso inserita nelle linee programmatiche della pianificazione può essere capace di creare graduali strumenti per lo sviluppo delle emergenti attività economiche potenzialmente suscettibili di nuovi sbocchi occupazionali.
Si prende atto così che, se da un lato per una città come Volterra centrali in generale sono diventati gli obiettivi della riqualificazione urbana e dell’ambiente, dall’altro è doveroso ammettere che le attività presenti nel particolare contesto insediativo hanno perduto da tempo i loro ruoli e le loro funzioni così come non è al momento ipotizzabile che essi possano essere ripristinati.
Pensare, quindi, a strategie che si propongano di realizzare la permanenza pura e semplice di quelle attività è del tutto illusorio.
Il contenitore esiste ed è consistente e, se esso è senza dubbio uno strumento indispensabile, è altrettanto certo che serve un indirizzo politico preciso perché diventi un vivo e vitale recupero urbanistico.
L’idea si coniuga felicemente con un processo finalizzato alla rivitalizzazione ed attualizzazione di tutte le parti della città che, per vari motivi, versano in condizioni di precarietà e di degrado.
Ed è proprio nello sforzo di costante adeguamento delle funzioni alle emergenti esigenze di una realtà in rapido divenire che si potrebbe sostanziare l’azione di piano, orientando e guidando il cambiamento nell’interesse preminente della comunità.
In questa impegnativa operazione si terrà conto, oltre che del particolare valore storico-culturale del contesto, anche dell’intento di incentivare interventi ed iniziative rivolti ad un vantaggioso sfruttamento di potenzialità edificatorie oggi in gran parte sottovalutate o disattese.
In tal senso la prevalente funzione residenziale prevista nel P.R.G. potrebbe essere ridimensionata a favore di destinazioni d’uso che accolgano e sviluppino vocazioni inclini ad una polarizzazione terziaria organicamente integrata alla Città, come quelle relative al turismo congressuale e culturale, ad una prospettiva di prestigio legata al consolidato rapporto con il Laboratorio Universitario Europeo, creazione a carattere permanente dedicata alle scienze storiche, archeologiche e ambientali, ma anche ad una accogliente ricettività turistica di qualità, mentre il
parco tutto intorno continui ad essere il connotato naturalistico di una collocazione ambientale privilegiata.
In quest’ottica rimane fermo l’obiettivo del recupero e riqualificazione delle aree produttive dismesse o poste in contesti non pertinenti (per lo più in zona agricola e già oggetto di specifica variante) al fine di assoggettarle a trasformazioni edilizie in grado di favorirne le potenzialità e reimmetterle sul mercato destinandole ad altri usi senza l’ulteriore consumo di territorio.
Insediamenti produttivi e commerciali
Al tempo stesso è attualmente allo studio, ed il nuovo piano dovrà confermarlo, un PIP nelle vicinanze di Saline, che si propone di attrarre nuove realtà industriali e artigianali in un contesto congruo e moderno, lontano dall’abitato quanto necessario, ma dotato di adeguate vie di comunicazione, su gomma e su ferrovia, ed al tempo stesso di favorire lo spostamento da contesti non pertinenti di quelle attualmente presenti in zona agricola o all’interno dell’abitato, ma che con esso ora difficilmente potrebbero convivere.
Una opportuna diversificazione delle funzioni dell’area di impianto consentirà di localizzare anche le medie strutture di vendita, previste nella frazione dalla programmazione commerciale.
Rischio geomorfologico ed idrogeologico
Il territorio comunale appartiene a due bacini idraulici, delimitati dalla dorsale al culmine della quale è ubicato il centro abitato di Volterra: il Bacino dell’Arno, di cui è tributario l’Era, e il Toscana Costa, che si occupa del Fiume Cecina.
Il Piano di Bacino Toscana Costa è stato attivato mediante una procedura di evidenza pubblica per il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico che interessa il Comune di Volterra nelle aree del versante sud con inizio dal 16/1/2002.
L’Autorità del Bacino dell’Arno ha allo studio un intervento simile che si preannuncia imminente, a partire indicativamente dal prossimo settembre.
Il Piano di Bacino è strumento finalizzato a garantire il mantenimento e/o il ripristino di condizioni di equilibrio “naturale” e conseguentemente a definire le “condizioni di sicurezza” per la collettività che sul Bacino insiste.
Conseguentemente i contenuti del Piano non sono altra cosa da quelli contenuti in altri strumenti di pianificazione territoriale proprio perché il Piano produce analisi, valutazioni e proposte per rappresentare quadri di riferimento corretti per le scelte pianificatorie.
Gli obbiettivi sono fondamentalmente l’individuazione delle condizioni di “sostenibilità” in termini di disponibilità di risorse e di prevenzione dei rischi naturali e la definizione delle azioni necessarie al loro raggiungimento ed al loro mantenimento.
È previsto che il Piano per l’Assetto Idrogeologico abbia valore di piano territoriale di settore e, ai sensi dell’art. 1 bis, comma 5, della L. 365/2000, costituisca fin dalla sua adozione variante agli strumenti urbanistici.
Pertanto in sede di pianificazione e regolamentazione urbanistica ed ambientale si dovrà favorire la delocalizzazione degli insediamenti esistenti su aree poco stabili o soggette ad eventi alluvionali e disincentivare nuovi impegni di suolo a fini edilizi in ossequio al principio generale di protezione dell’esistente e della prevenzione del danno e del rischio rispetto al manifestarsi di eventi calamitosi.
A tal fine si rende necessaria una preliminare fase conoscitiva che analizzi le singole aree e fornisca un quadro esauriente della pericolosità e della vulnerabilità in relazione al dissesto idrogeologico del suolo e del sottosuolo.
L’obbiettivo primario che il Piano Strutturale dovrà conseguire è la coerenza dei PAI con gli strumenti ordinari di governo del territorio.
Documentazione e restituzione grafica
La documentazione grafica di base sarà la sintesi aggiornata e qualificata delle carte tematiche che individuano e caratterizzano gli elementi tipici del quadro conoscitivo del suolo e del sottosuolo (carte geologiche ed idrologiche con il reticolo idrografico minore, carte geomorfologiche, carte della distribuzione dei campi elettromagnetici), con indicazioni utili alla tutela dei cicli ecologici e del paesaggio (carta dei biotopi e dei corridoi naturalistici, carta delle unità di paesaggio), alla tutela e valorizzazione dell’eredità storica, artistica e monumentale (carta dei beni storici, carta delle potenzialità archeologiche), alla tutela della salute pubblica (carta dell’inquinamento atmosferico, studi epidemiologici territoriali che individuino i fattori di connessione con le caratteristiche ambientali e urbane).
Rapporto tra Enti
A conclusione delle suesposte considerazioni è opportuno sottolineare l’aderenza all’impostazione della L.R. 5/95 verso politiche territoriali integrate di ordine sovracomunale che ha determinato un accordo per una programmazione urbanistica di più ampio respiro, oltre i confini comunali, che si pone l’ottica di coordinare gli strumenti di governo del territorio inizialmente con il Comune di Montecatini Val di Cecina, cui ci legano generali caratteristiche di omogeneità di assetto morfologico oltre che fisico-geografiche all’origine di problemi e temi comuni di azione in materia di sfruttamento delle risorse del sottosuolo e di recupero ambientale, e successivamente di operare per un coinvolgimento più vasto con i Comuni dell’Alta Val di Cecina e dell’Alta Val d’Era per la messa a punto di strategie complessive di sviluppo economico e sociale.
L’Ufficio per la pianificazione
Le Amministrazioni Comunali di Volterra e di Montecatini Val di Cecina hanno deciso di svolgere in modo coordinato ed in forma unitaria le funzioni relative all’attività di pianificazione ed all’assetto dei rispettivi territori tramite la redazione degli Strumenti urbanistici generali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico), ai sensi dell'art. 23 della L.R. 16.01.1995 n. 5 e successive modifiche ed integrazioni.
Per la migliore riuscita dell’operazione presso il Comune di Volterra, che si costituisce quale ente capofila, è insediato l’Ufficio per la Pianificazione con il compito di espletare l’azione comune per la redazione degli Strumenti urbanistici generali.
L’Ufficio per la Pianificazione è composto nel modo seguente:
- Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente del Comune di Volterra;
- Responsabile del Servizio Urbanistica e Edilizia Privata del Comune di Volterra;
- Responsabile dei procedimenti del Servizio Urbanistica ed Edilizia Privata del Comune di Montecatini Val di Cecina;
- Segretario Comunale di Volterra;
- Segretario Comunale di Montecatini Val di Cecina.
L’Ufficio per la Pianificazione si avvarrà all’occorrenza della collaborazione di un esperto in materie informatiche reperibile dalla dotazione funzionale del Comune di Volterra per assistenza e consulenza specifiche e idonee a gestire al meglio il rapporto con il SITI della Provincia di Pisa in materia di acquisizione, inserimento in rete e conservazione del “Patrimonio informativo numerico” fornito dalla Provincia, oggetto del Protocollo d’intesa firmato il 20/5/2002.
Le funzioni di coordinamento dell’Ufficio per la Pianificazione sono svolte dal Dirigente del Settore Urbanistica ed Ambiente del Comune di Volterra, Xxx. Xxxxx Xxxx.
L’Ufficio per la Pianificazione ha il compito di provvedere all’ordinato svolgimento del procedimento amministrativo finalizzato alla predisposizione dei nuovi Strumenti urbanistici generali (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico) dei Comuni di Volterra e di Montecatini Val di Cecina; è incaricato, altresì, di assicurare la regolarità delle operazioni di coordinamento tra gli apparati amministrativi dei Comuni e tra questi e quelli della Provincia; inoltre, successivamente al conferimento dell'incarico, mantiene i rapporti con i professionisti incaricati.
Le Amministrazioni Comunali di Volterra e di Montecatini Val di Cecina affidano all’Ufficio per la Pianificazione l’esercizio delle seguenti funzioni:
- Pubblicazione degli atti: oltre alla ordinaria pubblicazione all’Albo Pretorio dei Comuni, ciascuno per gli atti di propria competenza, la pubblicazione sarà effettuata anche presso la sede all’Ufficio per la Pianificazione e, in base alle normative vigenti, se necessario, su bollettini ufficiali, quotidiani e siti internet;
- Pubblicazione, ai sensi della vigente normativa, del bando di prequalificazione per l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione degli Strumenti urbanistici generali di cui trattasi;
- Attuazione dei procedimenti amministrativi necessari al corretto e tempestivo funzionamento dell’Ufficio per la Pianificazione, ivi inclusi gli acquisiti di beni e servizi eventualmente occorrenti al buon andamento dello stesso.
L'Ufficio per la Pianificazione, ha la propria sede in Volterra, presso il Settore Urbanistica ed Ambiente, sito in Xxxxxx xxx Xxxxxx x. 00.
Il Garante per l’informazione
L’art. 25, comma 3, della L.R. 5/95 prevede che il procedimento di formazione ed approvazione del PRG avvenga mediante la partecipazione dei cittadini, degli operatori pubblici e privati, nonché delle associazioni di categoria, sindacali e del volontariato.
A tale scopo viene individuata una figura definita “garante dell’informazione” (art. 18) con il compito specifico di assicurare l’informazione sulle varie fasi del processo e la funzione di fornire a chiunque la conoscenza tempestiva e completa delle scelte dell’Amministrazione e dei relativi mezzi conoscitivi nonché di adottare le forme più idonee per favorire l’accesso dei cittadini singoli o associati.
Il garante raccoglie e trasmette immediatamente agli organi competenti le osservazioni e i pareri raccolti nelle varie fasi di formazione del Piano Strutturale.
L’attività di informazione non è unicamente funzionale all’interesse dell’Amministrazione né va confusa con il semplice rispetto degli adempimenti formali di espletamento delle pratiche burocratiche. Il ruolo attribuito al garante è più generale e mira a concretare principi di equidistanza, trasparenza ed oggettività del procedimento, a dare quindi piena attuazione alle finalità introdotte nell’ordinamento dalla L. 241/90.
Per il Comune di Volterra le funzioni di Garante dell’informazione sul procedimento, di cui all’art. 18, comma 2, della L.R. n. 5/95, saranno svolte dal Geom. Xxxxxxx Xxxxxxxxxx.
Le modalità operative e di comunicazione saranno concordate con il Comune di Montecatini Val di Cecina, che partecipa al processo pianificatorio.