DOCUMENTO INFORMATIVO AI SENSI DELLA DIRETTIVA 2014/65/UE (MiFID II) E DEL TESTO UNICO FINANZIARIO
000, Xxx Xxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxxx, XXX 0000, Malta
DOCUMENTO INFORMATIVO AI SENSI DELLA DIRETTIVA 2014/65/UE (XxXXX XX) E DEL TESTO UNICO FINANZIARIO
Rigsave Capital Ltd. (“Rigsave” o l’“Intermediario”) - in conformità alla normativa vigente in materia di mercati degli strumenti finanziari e servizi di investimento e in particolare ai sensi delle disposizioni della Direttiva 2014/65/UE del 15 maggio 2014 (“MiFID II”) - ha sottoposto al cliente o potenziale cliente interessato a fruire dei servizi dell’Intermediario (il “Cliente”) un questionario per raccogliere dichiarazioni dello stesso Cliente inerenti dati ed informazioni sulla sua conoscenza ed esperienza riguardo al tipo specifico di strumento e/o servizio, sulla sua situazione finanziaria e sui suoi obiettivi di investimento (il “Questionario”).
Alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal Cliente nel Questionario - e segnatamente delle relative risultanze riportate in un’appendice denominata “profilazione” - Rigsave ha classificato il Cliente quale (la “Classificazione”).
Rigsave, sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal Cliente nel Questionario e della Classificazione, fornisce al Cliente il presente documento unitamente ad una copia del contratto relativo ai servizi di investimento di interesse per il Cliente prima che lo stesso sia vincolato da qualsiasi obbligo nei confronti dell’Intermediario e, comunque, prima di avviare la prestazione di qualsiasi servizio.
Il presente documento contiene (i) informazioni relative all’Intermediario e alla natura dei servizi di investimento forniti da Rigsave, (ii) una descrizione generale delle politiche adottate da Rigsave in materia di conflitti di interesse (Sezione 6) e di Order Transmission Policy (Allegato 3), (iii) informazioni sui tipi di strumenti finanziari che possono essere inclusi nel portafoglio del Cliente, sui tipi di operazioni realizzabili sugli stessi a seconda del Profilo di Investimento risultante in esito alla compilazione del Questionario e attribuito al Cliente nel contratto di gestione di portafoglio (Allegato 1), nonché sulla natura e sui rischi connessi agli investimenti in strumenti finanziari (Allegato 2). Le informazioni relative ai costi e agli oneri connessi ai servizi prestati da Rigsave vengono, invece, fornite al Cliente in allegato ai contratti che disciplinano la prestazione dei servizi di investimento richiesti dal Cliente stesso, una cui copia viene fornita unitamente al presente documento informativo.
Rigsave comunicherà al Cliente in tempo utile qualsiasi modifica rilevante delle informazioni fornite nel presente documento informativo per i servizi di investimento di cui il Cliente fruisce. Il presente documento, nella versione aggiornata, è sempre a disposizione del Cliente sul sito web di Rigsave all’indirizzo web xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xxx. Inoltre, previa conferma da parte del Cliente di accesso regolare ad internet mediante l’indicazione a Rigsave di un apposito indirizzo e-mail, il Cliente potrà in qualsiasi momento fare richiesta a Rigsave di ricevere copia della versione più aggiornata del presente documento informativo.
1. INFORMAZIONI SU RIGSAVE
1.1. Rigsave Capital Limited è una società a responsabilità limitata ai sensi delle leggi di Malta.
1.2. I contatti di Rigsave sono i seguenti: Indirizzo: Rigsave Capital Ltd
000, Xxx Xxxxxx Xxxxxx La Valletta, VLT 1455 Malta
Tel: x000 0000 0000
E-mail: xxxx@xxxxxxxxxxxxxx.xxx
Sito web: xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xxx
1.3. Rigsave è registrato nel Registro delle imprese di Malta con numero di registrazione: C 92570 e numero di licenza: IS/92570.
1.4. Rigsave è un’entità autorizzata e vigilata dall’Autorità maltese per i servizi finanziari (“MFSA”). I contatti della MFSA sono i seguenti:
Indirizzo: Malta Financial Services Authority Notabile Road
Mriehel BKR 3000 Malta
Tel: x000 0000 0000
Fax: x000 0000 0000
E-mail: xxxxxxxxxxxxxx@xxxx.xxx.xx
1.5. Rigsave è stato autorizzato dalla MFSA quale “Società di gestione di OICVM” ai sensi della Direttiva 2009/65/CE e in qualità di “Gestore di Fondi di Investimento Alternativi” ai sensi della Direttiva 2011/61/UE.
1.6. Rigsave è stato autorizzato dalla MFSA con Licenza di “Categoria 2”, sulla base della quale lo stesso è autorizzato a prestare, in via accessoria rispetto al servizio principale di gestione di OICVM e di FIA, (i) il servizio di gestione di portafogli di investimento, in linea con i mandati conferiti dagli investitori su base discrezionale e individuale e (ii) il servizio di ricezione e trasmissione di ordini, entrambi nei confronti sia di clienti al dettaglio sia di clienti professionali.
1.7. Rigsave è abilitato, in conformità alle disposizioni della XxXXX XX, a prestare in Italia, in regime di libera prestazione di servizi, le attività di cui ai precedenti punti 1.5 e 1.6. La MFSA ha notificato tale intenzione alla Banca d’Italia, che ha provveduto ad iscrivere Rigsave nell’Albo ex art. 35 del TUF - Sezione Gestori di FIA UE (n. iscrizione 318).
2. LINGUA E METODI DI COMUNICAZIONE CON I CLIENTI
2.1. I Clienti possono comunicare con Rigsave e ricevere dallo stesso documentazione e informazioni in lingua italiana.
2.2. Le comunicazioni tra il Cliente e Rigsave concernenti la prestazione dei servizi di investimento possono avvenire per iscritto o, nei limiti consentiti dalla normativa vigente, mediante tecniche di comunicazione a distanza (es. via posta elettronica). Le comunicazioni verso Rigsave dovranno essere inviate ai recapiti indicati nella versione più aggiornata del presente documento. Rigsave comunicherà con il Cliente utilizzando i recapiti dal medesimo indicati al momento dell’apertura del rapporto contrattuale, ovvero aggiornati per iscritto dal Cliente con successive comunicazioni al Gestore.
2.3. Per l’invio e la ricezione degli ordini relativi ai servizi di investimento di cui il Cliente fruisce l’unica modalità ammessa è quella indicata nel relativo contratto.
3. INFORMAZIONI SUL SERVIZIO DI GESTIONE DI PORTAFOGLI
3.1. Ai sensi dell’articolo 1, comma 5-quinquies del D. Lgs. n. 58/1998 (“TUF”), il servizio di gestione di portafogli consiste nella gestione, su base discrezionale e individualizzata, di portafogli di investimento che includono uno o più strumenti finanziari, nell’ambito di un contratto di mandato conferito dai Clienti in forma scritta.
3.2. Rigsave (i) effettuerà la valutazione di adeguatezza prescritta dalla normativa vigente, ottenendo dal cliente le necessarie informazioni in merito alla sua conoscenza ed esperienza in materia di investimenti riguardo al tipo specifico di strumento e/o di servizio, alla sua situazione finanziaria ed ai suoi obiettivi di investimento; (ii) presterà il servizio di gestione di portafogli secondo i criteri ed i limiti identificati nella valutazione di adeguatezza; (iii) valuterà gli strumenti finanziari contenuti nel portafoglio del cliente secondo criteri prestabiliti in relazione ai diversi tipi di strumenti finanziari.
3.3. Rigsave si riserva il diritto di delegare le attività di gestione discrezionale della totalità o di parte degli strumenti finanziari contenuti nel portafoglio del Cliente ad altri intermediari autorizzati al servizio di gestione di portafogli, ai sensi della normativa in vigore. In tal caso, Rigsave fornirà prontamente ai Clienti i dettagli di eventuali deleghe.
3.4. Rigsave effettuerà la valutazione dei prodotti e degli strumenti finanziari contenuti nel portafoglio del Cliente su base mensile, considerato che lo stesso è caratterizzato da effetto leva, utilizzando il valore di mercato o il valore equo (fair value) di ciascun prodotto/strumento ove il valore di mercato sia indisponibile.
3.5. Le informazioni (A) sui tipi di strumenti finanziari inclusi nel portafoglio del Cliente, (B) sui tipi di operazioni che possono essere effettuate in tali strumenti e (C) sugli eventuali limiti e obiettivi di gestione e sul livello di rischio entro il quale Rigsave può esercitare discrezionalità ed eventuali specifiche limitazioni a tale discrezionalità, sono riportate nell’Allegato 1 al presente documento informativo, suddivise a seconda del Profilo di Investimento risultante in esito alla compilazione del Questionario e attribuito al Cliente nel contratto di gestione di portafoglio.
3.6. Rigsave fornirà al Cliente un rendiconto mensile delle attività di gestione del portafoglio effettuate per conto dello stesso. Il rendiconto sarà messo a disposizione del Cliente entro 15 (quindici) giorni lavorativi dalla fine di ogni mese.
4. INFORMAZIONI SUL SERVIZIO DI RICEZIONE E TRASMISSIONE DI ORDINI
4.1. Il servizio di ricezione e trasmissione di ordini di cui all’art. 1, comma 5, lettera e) del TUF consente al Cliente di acquistare, vendere, sottoscrivere e, più in generale, effettuare investimenti in strumenti e prodotti finanziari, in base a decisioni ed istruzioni assunte a proprio rischio, secondo i termini ed alle condizioni concordate con Rigsave mediante apposito contratto scritto.
4.2. Rigsave, conformemente alla normativa vigente, è tenuto a richiedere al Cliente di fornire informazioni in merito alla sua conoscenza ed esperienza riguardo al tipo specifico di strumento e/o servizio proposto o chiesto, al fine di determinare se lo strumento e/o il servizio in questione sia appropriato per il Cliente (cd. valutazione di appropriatezza).
5. COLLOCAMENTO/TRASMISSIONE DEGLI ORDINI AD ALTRE ENTITÀ A FINI DI ESECUZIONE
5.1. Conformemente alla normativa vigente, nella prestazione del servizio di gestione di portafogli e del servizio di ricezione e trasmissione di ordini, Rigsave è tenuto ad agire per servire al meglio gli interessi del Cliente nel collocamento/trasmissione di ordini ad altre entità a fini di esecuzione (“best transmission”). Tuttavia, ove il Cliente impartisca istruzioni specifiche a Rigsave, quest’ultimo è tenuto ad agire nel rispetto delle predette istruzioni anche qualora ciò comportasse il mancato rispetto della propria Order Transmission Policy.
5.2. Nell’ambito del collocamento/trasmissione degli ordini, Rigsave considera i seguenti fattori nella scelta degli intermediari negoziatori più adeguati, al fine di ottenere il “miglior risultato possibile” per il Cliente:
• prezzo;
• costi di esecuzione;
• dimensione dell’ordine;
• data dell’ordine;
• velocità di esecuzione;
• tipo di esecuzione (ad es., ordine di mercato vs ordine a prezzo limitato);
• probabilità di esecuzione;
• processo di regolamento;
• tipologia di strumento finanziario;
• altre considerazioni rilevanti per l’esecuzione dell’ordine.
Nel determinare l’importanza di ognuno dei suddetti fattori, Rigsave prenderà in considerazione i seguenti criteri:
• profilo di investitore del Cliente così come risultante dal Questionario;
• caratteristiche dell’ordine del Cliente, incluso il caso in cui l’ordine comporti un’operazione di finanziamento tramite strumenti finanziari;
• caratteristiche degli strumenti finanziari oggetto dell’ordine;
• caratteristiche delle sedi di esecuzione a cui l’ordine può essere collocato/trasmesso.
È, in ogni caso, sempre facoltà di Rigsave rifiutare di collocare/trasmettere un ordine, dando in tal caso immediata e motivata comunicazione del rifiuto al Cliente.
5.3. Rigsave opererà, tra le altre, nelle seguenti sedi di esecuzione:
(i) Relativamente agli strumenti finanziari quotati a Malta o in Italia, Rigsave non esegue gli ordini direttamente nella Borsa maltese o italiana. Gli ordini relativi alle operazioni in titoli locali sono collocati/trasmessi ad un broker intermediario terzo con il quale Rigsave intrattiene rapporti contrattuali
(ii) Relativamente agli strumenti finanziari quotati su altri mercati stranieri, Rigsave non esegue gli ordini direttamente sui relativi mercati esteri. Gli ordini relativi alle operazioni in titoli stranieri sono collocati/trasmessi ad un broker intermediario terzo con il quale Rigsave intrattiene rapporti contrattuali.
5.4. Rigsave ha definito una lista di sedi di esecuzione, incluse altre controparti fuori borsa (“OTC”), alle quali colloca/trasmette gli ordini relativi a ciascuno strumento finanziario, indicate nell’Appendice A alla Transmission Policy ed in calce al presente documento. La lista include le sedi che permettono a Rigsave di ottenere, su base consistente, il migliore risultato possibile per il collocamento/la trasmissione degli ordini del Cliente. La lista viene rivista, aggiornata e approvata dal Comitato per gli Investimenti di Rigsave con cadenza massima annuale. L’obiettivo è di assicurare che ci sia un numero sufficientemente ampio di sedi e controparti, che queste siano affidabili e che possano fornire le migliori performance per tutti gli strumenti finanziari, i mercati e per tutti i tipi di ordine. La scelta della sede o della controparte in questione viene effettuata in base al caso specifico, prendendo in considerazione le caratteristiche particolari di un ordine e i principi di migliore esecuzione.
Nel collocamento/trasmissione di ordini relativi a strumenti finanziari OTC che includono strumenti finanziari personalizzati, Rigsave verificherà l’equità del prezzo proposto al Cliente raccogliendo i dati di mercato impiegati nella stima del prezzo dello strumento finanziario e, laddove possibile, confrontandolo con strumenti finanziari simili o comparabili.
5.5. Aggregazione e assegnazione degli ordini: Nel collocamento/trasmissione degli ordini del Cliente, Rigsave si assicura che gli ordini vengano eseguiti per conto del Cliente e che siano prontamente ed accuratamente registrati ed assegnati. Rigsave colloca/trasmette gli ordini comparabili dei Clienti in successione e con prontezza, a meno che le caratteristiche dell’ordine o le condizioni di mercato prevalenti lo rendano impossibile o qualora l’interesse del Cliente richieda diversamente. Rigsave, nel collocare/trasmettere gli ordini, può raggruppare i singoli ordini dei Clienti quando sussistano le condizioni previste dall’art. 68 del Regolamento UE 565/2017 e nel rispetto delle medesime.
5.6. Riconciliazioni: Rigsave monitora l’esecuzione degli ordini da parte di tutte le controparti negozianti, dandone man mano approvazione. Rigsave effettua riconciliazioni regolari tra le proprie registrazioni contabili e quelle delle terze parti che detengono i beni di pertinenza del Cliente (somme di denaro e strumenti finanziari).
5.7. Monitoraggio e riesame della Order Transmission Policy: Rigsave monitorerà e revisionerà periodicamente, con cadenza almeno annuale, la propria Order Transmission Policy per identificare e, dove necessario, correggere eventuali mancanze. In particolare, Rigsave valuterà periodicamente se le sedi di esecuzione selezionate assicurino il miglior risultato possibile per il Cliente o se siano necessarie delle modifiche agli accordi con gli intermediari negoziatori.
6. CONFLITTI DI INTERESSE
6.1. Rigsave ha posto in essere opportune misure e procedure atte a identificare e prevenire o gestire i conflitti di interesse (reali o potenziali) che potrebbero sorgere nel momento della prestazione dei servizi di investimento.
6.2. Il presente paragrafo fornisce una descrizione in forma sintetica della politica sui conflitti di interesse adottata da Rigsave, fermo restando il diritto del Cliente di richiedere maggiori dettagli sulla stessa. Rigsave valuterà e riesaminerà periodicamente, con cadenza almeno annuale, la policy sui conflitti di interessi e adotterà le misure adeguate per rimediare a eventuali carenze.
6.3. La policy in materia di conflitti di interesse considera i casi in cui:
(A) è probabile che Rigsave, un “soggetto rilevante” (come definito dalla normativa vigente) o una persona avente un legame di controllo, diretto o indiretto, con Rigsave, realizzino un guadagno finanziario o evitino una perdita finanziaria a spese di un Cliente;
(B) Rigsave, un soggetto rilevante o una persona avente un legame di controllo, diretto o indiretto, con Rigsave, abbiano un interesse distinto da quello del Cliente nel risultato del servizio prestato al Cliente o dell’operazione realizzata per conto di quest’ultimo;
(C) Rigsave, un soggetto rilevante o una persona avente un legame di controllo, diretto o indiretto, con Rigsave, possono avvalersi di incentivi finanziari o di altro tipo che li portino a favorire gli interessi di un altro cliente o gruppo di clienti in modo prioritario rispetto agli interessi del Cliente interessato;
(D) Rigsave, un soggetto rilevante o una persona avente un legame di controllo, diretto o indiretto, con Rigsave, svolgono la stessa attività del Cliente;
(E) Rigsave, un soggetto rilevante o una persona avente un legame di controllo, diretto o indiretto, con Rigsave, ricevono o riceveranno da una persona diversa dal Cliente un incentivo, in relazione al servizio prestato al Cliente, sotto forma di beneficio monetario o non monetario o di servizi.
6.4. Qualora le disposizioni organizzative e amministrative adottate da Rigsave al fine di prevenire o gestire i conflitti di interesse, conformemente alla normativa vigente, non siano sufficienti per assicurare con ragionevole certezza che sia evitato il rischio di ledere gli interessi del Cliente, Rigsave informerà chiaramente il Cliente, prima di effettuare operazioni per suo conto, circa la natura generale e/o le fonti di tali conflitti e le misure adottate per mitigare tali rischi, al fine di consentire al Cliente di assumere una decisione informata sul servizio da prestarsi.
6.5. Rigsave ha identificato le seguenti categorie di conflitti:
(a) Conflitti tra Rigsave e i Clienti: potrebbero esistere potenziali conflitti tra gli interessi di Rigsave e quelli del Cliente, incluse situazioni in cui Rigsave potrebbe essere ingiustamente favorito a spese dei suoi Clienti.
(b) Xxxxxxxxx tra un dipendente e/o agente di Rigsave e i Clienti: potrebbero esistere potenziali conflitti tra gli interessi di un dipendente o agente di Rigsave e gli interessi dei Clienti. In tali situazioni, gli interessi dei dipendenti o agenti di Rigsave potrebbero non essere allineati con i migliori interessi dei Clienti. Rigsave ha anche una Policy di gestione dei conti personali dei dipendenti e degli agenti, volta a gestire i casi in cui ci sia conflittualità tra gli interessi dei dipendenti e degli agenti e quelli dei Clienti.
La politica retributiva di Rigsave è funzionale a prevenire conflitti di interesse che possano indurre i soggetti rilevanti a favorire i propri interessi o gli interessi di Rigsave a potenziale discapito di un Cliente. A tale fine la politica prevede che la retribuzione dei dipendenti non dipenda direttamente dal rendimento dei portafogli dei Clienti o dai ricavi generati dagli strumenti finanziari/servizi collocati agli stessi.
(c) Conflitti tra Clienti: potrebbero esistere potenziali conflitti tra diversi Clienti o diversi tipi di Clienti.
6.6. Rigsave può far uso anche di misure di “Chinese Walls” per interrompere o controllare il flusso di informazioni fra alcune aree della propria attività di business. Qualora un soggetto rilevante abbia dubbi sull’esistenza di un potenziale conflitto di interessi, lo stesso è incoraggiato a confrontarsi su tale situazione con la funzione di controllo della conformità di Rigsave.
6.7. Rigsave terrà e aggiornerà periodicamente un registro dei tipi di servizi di investimento svolti nell’ambito dei quali potrebbe insorgere un conflitto di interessi che comporti il rischio di danno agli interessi di uno o più Clienti.
7. INFORMAZIONI ULTERIORI
7.1. Rigsave, nella prestazione dei servizi descritti all’interno del presente documento informativo, non è in alcun modo autorizzato a detenere le disponibilità liquide e/o gli strumenti finanziari di pertinenza del Cliente. I beni di pertinenza dei Clienti sono infatti affidati in deposito ad intermediari terzi rispetto a Rigsave in forza di rapporti contrattuali di cui Rigsave non è parte.
Allegato 1
Caratteristiche della Gestione | |||
Profilo C (Conservativo) | Profilo F (Flessibile) | Profilo D (Dinamico) | |
1. Tipi di strumenti finanziari che potranno essere inclusi nel portafoglio del Cliente | |||
Xxxxxx azionari | Titoli azionari | Titoli azionari | |
Titoli a reddito fisso • Obbligazioni societarie e titoli di Stato • Obbligazioni convertibili • Titoli di debito emessi dai veicoli di cartolarizzazione Quote di fondi di mercato monetario Quote di Fondi OICVM (UCITS) Quote di Fondi alternativi (FIA) Strumenti finanziari derivati • Contratti finanziari a termine standardizzati (Futures) • Contratti di opzione (Options) • Contratti per differenza (CFDs) • Derivati di credito Prodotti strutturati • Certificati • Titoli strutturati | Xxxxxx a reddito fisso • Obbligazioni societarie e titoli di Stato • Obbligazioni convertibili • Titoli di debito emessi dai veicoli di cartolarizzazione Quote di fondi di mercato monetario Quote di Fondi OICVM (UCITS) Quote di Fondi alternativi (FIA) Strumenti finanziari derivati • Contratti finanziari a termine standardizzati (Futures) • Contratti di opzione (Options) • Contratti per differenza (CFDs) • Derivati di credito Prodotti strutturati • Certificati • Titoli strutturati | Xxxxxx a reddito fisso • Obbligazioni societarie e titoli di Stato • Obbligazioni convertibili • Titoli di debito emessi dai veicoli di cartolarizzazione Quote di fondi di mercato monetario Quote di Fondi OICVM (UCITS) Quote di Fondi alternativi (FIA) Strumenti finanziari derivati • Contratti finanziari a termine standardizzati (Futures) • Contratti di opzione (Options) • Contratti per differenza (CFDs) • Derivati di credito Prodotti strutturati • Certificati • Titoli |
strutturati | |||
2. Tipi di Operazioni che possono essere realizzate sugli Strumenti Finanziari in Portafoglio | |||
• Operazioni di compravendita al di fuori di mercati regolamentati e di sistemi multilaterali di negoziazione (così dette operazioni Over The Counter) • Acquisti/sottoscri zioni di strumenti finanziari oltre le disponibilità liquide di pertinenza del Cliente contabilizzate al momento dell’ordine (così dette “Operazioni a leva”) • Vendite di strumenti finanziari non contabilizzati nel Portafogli al momento dell’ordine di vendita (così dette “Vendite allo scoperto”). Tali operazioni verranno effettuate con costituzione di margini a titolo di garanzia | • Operazioni di compravendita al di fuori di mercati regolamentati e di sistemi multilaterali di negoziazione (così dette operazioni Over The Counter) • Acquisti/sottosc rizioni di strumenti finanziari oltre le disponibilità liquide di pertinenza del Cliente contabilizzate al momento dell’ordine (così dette “Operazioni a leva”) • Vendite di strumenti finanziari non contabilizzati nel Portafogli al momento dell’ordine di vendita (così dette “Vendite allo scoperto”). Tali operazioni verranno effettuate con costituzione di margini a titolo di garanzia | • Operazioni di compravendita al di fuori di mercati regolamentati e di sistemi multilaterali di negoziazione (così dette operazioni Over The Counter) • Acquisti/sot toscrizioni di strumenti finanziari oltre le disponibilità liquide di pertinenza del Cliente contabilizzate al momento dell’ordine (così dette “Operazioni a leva”) • Vendite di strumenti finanziari non contabilizzati nel Portafogli al momento dell’ordine di vendita (così dette “Vendite allo scoperto”). Tali operazioni verranno effettuate con costituzione di margini a titolo di garanzia |
Le Operazioni verranno effettuate direttamente attraverso l’acquisto/sottoscrizione di azioni e/o obbligazioni, oppure indirettamente attraverso l’acquisto/sottoscrizione di opzioni, fondi di investimento o prodotti strutturati. | |||
3. Obiettivi di Gestione | |||
Protezione del Capitale e mantenimento del potere di acquisto Flussi positivi principalmente attraverso coupon/dividendi e piccoli guadagni in conto capitale | Crescita del Capitale nel lungo periodo Flussi positivi attraverso coupon/dividendi ed una quota moderata di guadagni in conto capitale | Crescita sostanziale del Capitale e nel lungo periodo Sostanziali guadagni in conto capitale | |
4. Livello di Rischio | |||
4.1 Propensione al Rischio | |||
Bassa propensione al rischio Bassa fluttuazione del valore del portafoglio e dei ricavi | Media propensione al rischio Media fluttuazione del valore del portafoglio e dei ricavi | Propensione al rischio sopra la media Alto grado di fluttuazione del valore del portafoglio e dei ricavi | |
4.2 Volatilità | |||
Predominanza di investimenti a bassa volatilità | Predominanza di investimenti a volatilità medio-bassa | Predominanza di investimenti a volatilità medio-alta | |
4.3 Xxxx | |||
Xxxx Xxxxxxx – “Metodo Lordo” (sul valore del Portafoglio) | |||
100% | 200% | 300% | |
Leva Massima – “Metodo degli Impegni” (sul valore del Portafoglio) | |||
70% | 150% | 200% | |
La percentuale di leva è calcolata in ottemperanza al “Metodo Lordo” ed al “Metodo degli Impegni” così come definiti rispettivamente dagli articoli 7 ed 8 del Regolamento Delegato UE N. 231/2013, che integra la Direttiva 2011/61/EU del Parlamento e del Consiglio, ed è completato dalle metodologie di conversione stabilite dall’Allegato II di detto Regolamento relativamente agli strumenti derivati | |||
4.4 Asset allocation ed esposizione massima attesa | |||
Azioni, Fondi |
azionari, Derivati Finanziari ed Altri (esclusi CFD ed Opzioni esotiche per Clienti al Dettaglio) | Tra il 5% ed il 20% con esposizione massima non superiore al 25% | Tra il 15% ed il 40% con esposizione massima non superiore al 50% | Tra il 30% e l’85% con una esposizione massima non superiore al 100% |
Obbligazioni, Fondi Obbligazionar i, Derivati di Credito | Tra il 10% e il 70% con esposizione massima non superiore al 80% | Tra il 40% ed il 60% con esposizione massima non superiore all’80% | Tra il 5% ed il 70% con una esposizione massima non superiore al 100% |
Fondi di Private Equity, Fondi Immobiliari, altri Fondi Illiquidi e Prodotti Finanziari Illiquidi | 0% con esposizione massima non superiore a 0% | Tra lo 0% ed il 15% con esposizione massima non superiore al 20% | Tra lo 0% ed il 25% con una esposizione massima non superiore al 30% |
Liquidità e Fondi Monetari/Liq uidità | Tra il 10% ed il 70% con esposizione massima non superiore all’80% | Tra il 5% e l’80% con esposizione massima non superiore al 100% | Tra lo 0% ed il 70% con una esposizione massima non superiore al 100% |
4.5 Eventuali restrizioni alla discrezionalità del Gestore | |||
I riquadri da 4.1 a 4.4 sono solo indicativi e forniscono una rappresentazione ideale del livello di rischio per ciascun profilo. Resta inteso che il Gestore di Portafoglio è autorizzato ad andare oltre i livelli di rischio sopraindicati purché in una percentuale non superiore al 20% (da calcolarsi rispetto a ciascun livello) ed entro un limite temporale di 30 giorni. I livelli di volatilità e potenziale perdita aumenteranno proporzionalmente insieme ai ritorni che potranno realizzarsi. |
Allegato 2 – Descrizione generale della natura e dei rischi insiti negli strumenti finanziari ricompresi nel Servizio
Il presente Allegato contiene una descrizione generale, secondo quanto richiesto dalla Direttiva UE 2014/65 circa la natura e il rischio degli strumenti finanziari relativamente ai quali Rigsave Capital Ltd. (“Rigsave” o l’“Intermediario”) fornisce il servizio di gestione discrezionale del portafoglio del Cliente.
Tale descrizione spiega le caratteristiche del tipo specifico di strumento interessato, il funzionamento e i risultati dello strumento finanziario in varie condizioni di mercato, sia positive che negative, e i rischi propri di tale tipo di strumento, così da consentire al Cliente di adottare decisioni di investimento consapevoli.
Tuttavia, questo documento non è da considerarsi un elenco completo di tutti gli strumenti finanziari, né si propone di fornire una descrizione esaustiva di tutti i rischi che potrebbero essere associati agli strumenti finanziari. È piuttosto una descrizione dei rischi principali che ne derivano. Rigsave può integrare periodicamente queste descrizioni, nonché fornire informazioni aggiuntive relative a un particolare strumento finanziario (ad esempio, un memorandum informativo, un prospetto o altra offerta o materiale commerciale).
Il Cliente non dovrebbe effettuare operazioni con strumenti finanziari se non ne comprende appieno la natura e l’entità dei relativi rischi e, conseguentemente, della propria esposizione agli stessi. Il Cliente è invitato a contattare Rigsave qualora non comprenda i contenuti di quanto descritto in seguito.
1. Premessa
Il Cliente è consapevole che tutti gli strumenti finanziari comportano un certo grado di rischio e un certo grado di volatilità e che i rendimenti e i risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Il valore di uno strumento finanziario e gli introiti ricevuti da questi strumenti possono, infatti, diminuire o incrementarsi e gli investitori potrebbero anche non vedersi restituita la somma originariamente investita.
Rigsave non garantisce che i rendimenti-obiettivo o attesi del Cliente saranno conseguiti, in quanto le previsioni non costituiscono un indicatore affidabile delle performance future. Anche qualora un rendimento fosse definito come “garantito”, l’investitore è esposto al rischio di insolvenza del “garante” sottostante.
Anche qualora uno strumento finanziario si comporti come atteso, oscillazioni nei tassi di cambio o modifiche alla tassazione possono avere un effetto negativo sul prezzo o sul valore dello strumento finanziario o sugli introiti da esso derivanti. I rendimenti degli investimenti possono essere limitati da tributi imposti e l’inflazione potrebbe ridurre il valore degli investimenti. Inoltre, gli strumenti finanziari (anche quelli con caratteristiche simili) possono essere esposti a rischi diversi, diverse combinazioni di rischi, o possono mostrare o essere esposti a rischi in diversa misura in diversi momenti. Inoltre, quando un portafogli detiene due o più strumenti finanziari, il rischio aggregato del portafogli potrebbe essere diverso, in natura o in misura, dal rischio dei singoli strumenti finanziari che compongono il portafogli.
Come specificato nel prosieguo, molti dei rischi descritti in seguito valgono per gli strumenti finanziari in generale, mentre alcuni dei principali rischi sono caratteristici di particolari tipi di strumenti finanziari. Ad esempio, un titolo azionario o obbligazionario di in un mercato emergente può essere colpito da diversi rischi, incluso: il rischio valutario; il rischio legale e normativo; il rischio relativo al mercato emergente; il rischio emittente; il rischio di liquidità e il rischio di mercato.
Rigsave potrà, periodicamente, portare all’attenzione del Cliente strumenti finanziari che presentano ulteriori termini e condizioni rispetto a quelle riportate nel presente Allegato. Tali strumenti potranno essere elencati in diversi tipi di documenti, inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, documenti indicati come “prospetto”, “memorandum di offerta”, “memorandum informativo”, “termini finali” o “termini e condizioni”. Tali documenti potranno contenere norme di legge o contrattuali che comportano rischi, nonché descrizioni aggiuntive dei rischi che si applicano a un particolare strumento finanziario ed è estremamente importante che il Cliente le esamini attentamente. I termini e condizioni di questi strumenti finanziari potrebbero anche comportare rischi ulteriori rispetto a quelli di seguito descritti e lo strumento finanziario potrebbe avere delle caratteristiche peculiari proprie che non sono riscontrabili nella relativa categoria di strumenti finanziari.
Il Cliente prende altresì atto che la terminologia utilizzata per descrivere i diversi tipi di strumenti finanziari potrebbe non essere utilizzata sempre nella medesima accezione. Potrebbe, infatti, presentare differenze tra mercati o Paesi/giurisdizioni e assumere significati diversi in diversi contesti (ad esempio, in relazione a normativa relativa a servizi finanziari e tassazione). Le caratteristiche esatte (e, di conseguenza, il rischio) di un particolare strumento finanziario dipendono dagli specifici termini e condizioni che si applicano a quello specifico strumento finanziario. Uno strumento finanziario potrebbe avere caratteristiche peculiari che lo distinguono da strumenti finanziari appartenenti a categorie simili e tali distinzioni diventano evidenti solo in determinate condizioni di mercato o al verificarsi di determinati avvenimenti che possono essere specificamente legati all’emittente e pertanto possono produrre risultati inaspettati. Perciò è importante esaminare e comprendere le caratteristiche di uno strumento finanziario prima di effettuare qualsiasi investimento.
Alcuni strumenti finanziari potrebbero essere altamente speculativi e adatti solamente ad investitori con esperienza e conoscenza avanzata del settore finanziario, disposti all’assunzione dei rischi associati a tali strumenti, che possono comprendere anche la perdita di tutto o di una parte sostanziale del valore di tali strumenti. Ad esempio, gli strumenti non quotati sono spesso altamente illiquidi e difficili da valutare in maniera precisa. Il Cliente dovrebbe assicurarsi di aver compreso appieno le caratteristiche degli strumenti finanziari e i rischi coinvolti, prima di decidere se investire o meno negli stessi.
Salvo il caso in cui il contesto richieda altrimenti, i termini “titoli”, “investimenti” e “strumenti finanziari” possono essere utilizzati indifferentemente tra loro. Nonostante alcune delle successive descrizioni dei rischi siano relative propriamente ai “titoli” (azioni e obbligazioni), tali rischi possono valere per tutti gli altri strumenti finanziari e per gli investimenti in generale.
2. Tipologie di Strumenti finanziari
2.1. Titoli azionari
Un titolo azionario (o azione) rappresenta una partecipazione in un emittente. Un investimento in un titolo azionario può essere effettuato allo scopo di accrescere il capitale e/o la generazione di redditi attraverso la distribuzione di dividendi all’investitore da parte dell’emittente. Tuttavia, come non può esserci sicurezza della crescita di capitale, allo stesso modo non è garantita la distribuzione di dividendi.
In caso di insolvenza o liquidazione dell’emittente, gli azionisti si trovano su un gradino inferiore rispetto ai creditori della società (inclusi creditori subordinati e non garantiti). Ne consegue che gli azionisti riceveranno un ricavo qualora rimangano delle risorse dalla liquidazione una volta che tutti i creditori dell’emittente sono stati completamente pagati.
I titoli azionari hanno generalmente una maggiore volatilità dei prezzi rispetto alla maggior parte dei titoli a reddito fisso, perché il valore dei titoli azionari è più strettamente collegato alla redditività dell’emittente. Ciò significa che il valore o il prezzo dei titoli azionari oscilla in genere in misura maggiore rispetto ai titoli a reddito fisso, e ciò anche se entrambi si riferiscono allo stesso emittente.
Il valore di un titolo azionario che fa parte di un indice può crollare se viene rimosso da un indice. Allo stesso modo, il valore di un titolo azionario può salire se questo viene aggiunto a un indice.
Anche quando i titoli azionari sono quotati in borsa, le regole della borsa possono variare e alcuni cambi valgono in diversi mercati (ad esempio, mercati in espansione o di piccole e medie imprese (PMI), per specifiche categorie di emittenti che potrebbero non avere i requisiti per essere quotati sul mercato “principale”). Queste differenze possono avere effetto sulla disponibilità di informazioni sul titolo e/o ridurre i livelli di liquidità del titolo.
I titoli azionari non quotati sono generalmente meno liquidi di quelli quotati e potrebbero persino non essere negoziabili poiché, ad esempio, soggetti a diritti di prelazione per gli azionisti o ad altri diritti e di solito sono più difficili da valutare con precisione.
2.1.1. Ricevute di deposito
Le ricevute di deposito sono strumenti finanziari generalmente emessi da una banca (o da un altro gestore), che rappresenta una partecipazione in un certo numero di strumenti finanziari (di solito azioni, perciò sono qui menzionate nella categoria “Titoli azionari”) di una società quotata in una borsa di un altro Paese e depositati presso il gestore. In origine, sono state create per soddisfare il desiderio degli investitori di investire in società al di fuori dei mercati interni evitando però alcune delle problematiche che altrimenti si sarebbero necessariamente incontrate. Tra le categorie di ricevute di deposito ci sono le Ricevute di Deposito Americane ("ADR") e Ricevute di Deposito Globali ("GDR"). Le ADR sono scambiate nelle borse e nei mercati statunitensi e le GDR nelle borse e nei mercati europei. I rischi considerati riguardano sia gli strumenti finanziari sottostanti che la banca che emette le ricevute.
Le ricevute di deposito possono essere classificate come “sponsorizzate” o “non sponsorizzate”. Le ricevute di deposito non sponsorizzate sono certificati emessi dalla banca senza il coinvolgimento o la partecipazione dell’emittente dello strumento finanziario sottostante. I relativi termini e condizioni definiscono le caratteristiche della specifica ricevuta di deposito, ma potrebbero esserci delle differenze tra queste due categorie come, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la disponibilità di informazioni per l’emittente del titolo azionario sottostante, il trattamento di azioni societarie (come le offerte in opzione), l'esercizio del diritto di voto relativo al capitale sottostante e la ripartizione delle spese relative all’operazione riguardante la disposizione di ricevute di deposito.
Le ricevute di deposito possono essere costituite da azioni sottostanti su base uno a quattro o una frazione di una o più azioni. Gli investitori in ricevute di deposito possono essere esposti anche ad altri rischi, come il rischio valutario, perché lo strumento sottostante può essere nominato in una valuta diversa da quella della ricevuta.
2.1.2. Azioni privilegiate
Si tratta di una categoria di titoli azionari che attribuisce a una classe di azionisti il diritto a un dividendo fisso che è pagabile prima (per questo “privilegiate”) della distribuzione di dividendi ad altre classi (di solito ordinarie) di azionisti dell’emittente ma pur sempre subordinate rispetto alla posizione dei creditori (inclusi quelli non garantiti o comunque privilegiati). Nonostante non si ricorra all’emittente qualora il dividendo privilegiato non sia versato, alcune azioni privilegiate possono conferire un diritto ai dividendi cumulativo, che permette al detentore delle azioni privilegiate di ricevere dividendi non pagati in periodi precedenti. Le azioni privilegiate di solito comportano diritti di voto limitati.
2.2. Titoli a reddito fisso
Il termine “titoli a reddito fisso” si riferisce a titoli di debito come obbligazioni, note e certificati di deposito. Questi strumenti finanziari rappresentano in effetti dei finanziamenti erogati all’emittente e il detentore di tali strumenti diventa creditore dell’emittente del titolo a reddito fisso. In caso di insolvenza dell’emittente, è probabile che i detentori di titoli a reddito fisso possano partecipare alle risorse della liquidazione degli attivi, con la priorità dedicata ai detentori di titoli azionari.
I titoli a reddito fisso hanno un valore nominale. Questo è l’importo (o importo nominale) che sarà restituito agli investitori al completamento dei termini del titolo (la sua “scadenza”), il quale può variare nella misura in cui, ad esempio, gli strumenti contengano una disposizione che permetta il riscatto anticipato (di solito alla riduzione dei tassi di interesse). Come accade con il rimborso dell’importo nominale al momento della scadenza, i titoli a reddito fisso di solito danno al loro titolare il diritto di ricevere pagamenti di interesse periodici (solitamente chiamati “cedole”).
Il prezzo di acquisto o vendita (nel mercato secondario) di un titolo a reddito fisso può essere più o meno elevato del valore nominale. Ciò è dovuto a diverse ragioni, fra cui: (a) il tasso di interesse pagabile rispetto al titolo a reddito fisso relativo ai tassi di mercato prevalenti e previsti per il futuro; (b) la scadenza del titolo; (c) l'affidabilità creditizia dell’emittente, inclusi rating di credito e cambi anticipati applicabili; e (d) il tasso di inflazione.
I titoli a reddito fisso sono soggetti a rischio di tasso di interesse. Qualora il tasso di interesse aumenti, il valore dello strumento sul mercato secondario (vale a dire, l’importo che un titolare riceverebbe laddove dovesse vendere l’obbligazione) probabilmente crollerebbe. Le obbligazioni con tasso di interesse oscillante o variabile (vale a dire che l’importo dell’interesse pagabile varia periodicamente in base agli specifici termini del titolo) possono essere meno suscettibili a diminuzioni di valore a seguito dell’aumento del tasso di interesse, ma potrebbero comunque subirne degli effetti. Un aumento o una diminuzione del valore (cioè del prezzo di mercato) di un’obbligazione nel mercato secondario prima della scadenza non ha effetti sull’importo dovuto e pagabile alla scadenza dell’obbligazione, fermo restando il rischio che l’emittente non sia in grado di restituire il valore nominale ricevuto in prestito dall’investitore.
Il tasso di interesse di un titolo a reddito fisso può essere fisso, fluttuante o variabile e può variare in maniera inversamente proporzionale a un tasso di riferimento. Il tasso di rendimento o il rendimento dell’importo nominale su alcune obbligazioni di debito possono essere collegati o indicizzati al livello dei tassi di cambio tra valute diverse o altre attività o tassi di riferimento. Inoltre, i titoli obbligazionari societari possono essere altamente personalizzati e dunque soggetti, tra le altre cose, ad un elevato rischio di liquidità e di trasparenza del prezzo.
Laddove un emittente fosse in difficoltà, i titolari di titoli obbligazionari rischiano di non ricevere tutti i pagamenti. La solvibilità degli emittenti potrebbe dipendere da diversi fattori, come la solvibilità e il credit rating della società madre e dell’emittente stesso, il settore di attività, fattori politici ed economici nei relativi Paesi. Tali fattori possono a loro volta influire sul prezzo e sulla domanda dei titoli obbligazionari nei mercati. A parità di altre condizioni, il valore dei titoli obbligazionari scenderà in caso di indebolimento della posizione finanziaria di un emittente, che potrebbe influire sulla sua capacità di ripagare tali titoli.
Debito sovrano – gli investimenti in titoli a reddito fisso emessi (o garantiti) da enti sovrani (come un governo, le sue agenzie e le sue imprese sostenute, organismi pubblici nazionali, autorità pubbliche e municipalità locali) sono ugualmente suscettibili alla riduzione del valore risultante dalle aspettative dei mercati sull’inadempienza o da altri eventi creditizi avversi, a loro volta dovuti all’incapacità o alla riluttanza dell’emittente di effettuare tempestivamente pagamenti di capitale o di interesse. L’incapacità di un ente sovrano di effettuare tempestivamente pagamenti dei propri debiti può dipendere da diversi fattori, fra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, insufficienti riserve di valuta (laddove il debito fosse denominato in una valuta estera) o l’incapacità di gestire in maniera adeguata oscillazioni nei relativi tassi di cambio di valuta; l’incapacità o riluttanza a soddisfare le domande dei creditori e/o dei relativi enti sovranazionali riguardanti il servizio del debito o le riforme economiche; la misura dell’indebitamento relativa ai risultati economici e al gettito fiscale; difficoltà di tesoreria; e altre considerazioni politiche e sociali. Il rischio di perdita in caso di inadempienza di un debito sovrano o di altri eventi creditizi avversi è accresciuto da un ricorso o mezzi insufficienti per rafforzare i diritti dell’investitore in quanto titolare del debito sovrano. Inoltre, le ristrutturazioni del debito sovrano, che possono essere plasmate da diversi fattori fuori dal controllo dell’investitore, possono produrre una perdita di valore dei titoli del debito sovrano di un investitore. Nonostante alcuni strumenti di debito sovrano possono essere descritti come “privi di rischio”, in realtà non lo sono. Come già detto in precedenza, tutti gli investimenti comportano un certo rischio, non solo creditizio ma anche di altro genere, come il rischio di valuta o del tasso di interesse.
Titoli Garantiti da Beni - Alcuni titoli a reddito fisso generano un rendimento legato alla performance di un pool di attività reale o nozionale. In tali casi, il rendimento ricevuto dall’investitore dipenderà dalla performance del relativo pool di attività. L’emittente potrebbe essere un governo, un’azienda o un ente formato appositamente per emettere le obbligazioni (di solito in questo caso le obbligazioni trasmettono agli investitori i flussi di cassa generati da attività specifiche, come prestiti alle imprese, ipoteche residenziali o crediti delle carte di credito). Il rischio a cui gli investitori in questi titoli si espongono dipende dai termini e condizioni specifici dei titoli, oltre ai rischi associati alle relative attività. Tra i possibili rischi si annoverano:
(a) oltre all'esposizione al rischio creditizio dell’emittente, esiste il rischio che l’ultimo prenditore possa non ripagare i debiti inclusi nel pool di attività;
(b) il rischio di rimborso anticipato. Ad esempio, al diminuire dei tassi di interesse, i prenditori possono pagare le ipoteche prima del previsto, producendo rendimenti inferiori a quanto atteso;
(c) l’assoggettamento a normative che rendono difficile la riscossione dei pagamenti da parte di chi fornisce tali prestiti, generando delle perdite. A titolo esemplificativo si pensi alle norme in materia di credito al consumo o alle leggi in vigore in materia di bancarotta o insolvenza che possono avere un effetto sulla riscossione dei pagamenti o alterare le tempistiche e gli importi di tale riscossione;
(d) i prestiti potrebbero non essere garantiti, esponendo gli investitori al rischio di inadempimento come creditori non garantiti;
(e) i titoli garantiti da beni sono soggetti a rischi associati alla frode o alla negligenza, alla violazione di obbligazioni, all’appropriazione indebita e altre inadempienze da parte dei soggetti che forniscono le attività. In alcuni casi, il trattamento improprio della documentazione relativa al pool di attività da parte del fornitore di servizi o del proprietario o di garanzie collaterali (ad esempio, la mancata o non corretta documentazione di un interesse maturato nella garanzia collaterale) possono influire sul diritto del titolare alla garanzia collaterale;
(f) il numero e la natura delle attività incluse nel pool può rendere difficile appurare il rischio, dal momento che ogni attività ha un profilo di rischio diverso dalle altre; e
(g) laddove il pool di attività include finanziamenti, questi possono essere estesi sulla base di linee guida sottoscritte inadeguate, sulla base di nessuna linea guida o di pratiche fraudolente.
2.3. Obbligazioni convertibili
Alcune obbligazioni sono convertibili o scambiabili, il che significa che l’importo nominale dell’obbligazione (l’importo che sarebbe altrimenti pagabile al titolare alla scadenza) viene convertito o scambiato con un numero specifico di altre forme di strumenti finanziari (solitamente le azioni ordinarie dell’emittente) a un prezzo o rapporto specifico o determinabile, solitamente in uno specifico periodo e in specifiche circostanze. A seconda dei termini dell’obbligazione, la conversione o lo scambio possono avvenire su opzione dell’emittente o del titolare dell’obbligazione o essere obbligatorie (ad esempio, alla scadenza).
La struttura basilare di un’obbligazione convertibile combina un titolo a reddito fisso e un’opzione su azioni. A causa della loro natura ibrida, le obbligazioni convertibili hanno sia le caratteristiche proprie delle azioni che quelle delle obbligazioni e i rischi di entrambe, nonché i fattori che influenzano il prezzo di mercato delle obbligazioni convertibili (inclusi i tassi di interesse
prevalenti, il prezzo delle azioni e il credit rating dell’emittente).
Alcune azioni convertibili sono esposte al “call risk”, cioè il rischio che l’emittente riscatti anticipatamente l’obbligazione, facendo sì che l’investitore perda l’opportunità di convertire l’obbligazione in azione oppure che l’obbligazione sia convertita in azione in un momento diverso da quello voluto dall’investitore.
Nonostante le obbligazioni convertibili forniscono all’investitore la crescita potenziale delle azioni, non comprendono una proprietà diretta delle azioni.
Se la conversione non avviene, l’investitore riceverà il valore nominale alla scadenza in caso di emittente solvente, fornendo una potenziale protezione dai ribassi in caso di diminuzione del prezzo delle azioni.
È importante esaminare i termini delle obbligazioni convertibili, inclusi quelli relativi al prezzo o rapporto di conversione, alle disposizioni in materia di adattamento in base agli eventi societari, come questioni legate a diritti e acquisizioni. Questi e gli altri fattori prima descritti possono avere un effetto sul valore dell’obbligazione convertibile.
2.4. Investimenti collettivi
Gli investimenti collettivi, come fondi comuni, fondi indicizzati quotati, fondi di investimento, fondi speculativi e investimenti in private equity sono di solito chiamati “organismi di investimento collettivo”. Sono strutturati in molte forme diverse che includono (a titolo non esaustivo) fondi patrimoniali o veicoli societari, partnership e trust.
In genere prevedono un accordo che permette a un numero di investitori di “mettere insieme” le proprie attività e farle gestire professionalmente da un manager indipendente e di ricevere profitti e/o introiti generati dall’investimento collettivo delle loro attività.
A seconda della struttura, gli investitori possono avere o meno la proprietà effettiva delle attività nel pool.
Le attività nel pool di solito includono gli strumenti finanziari descritti nel presente documento, come obbligazioni e titoli azionari, nonché altri investimenti collettivi e potrebbero includere strumenti derivati, patrimonio immobiliare o qualsiasi altra attività. In quanto tale, un organismo di investimento collettivo è esposto al rischio legato a questi strumenti finanziari e a ogni altra attività presente nel pool. Inoltre, potrebbe essere esposto ad altri rischi, a seconda delle decisioni prese dal gestore dell’organismo di investimento collettivo che potrebbe agire in conflitto di interessi rispetto agli investitori. Sebbene ciò sia visto come un modo per diversificare i rischi, il valore di un investimento in un organismo collettivo di investimento potrebbe sia salire che scendere, in misura tale da utilizzare ciò come un vantaggio per potenziare il rendimento.
In base a questo, l’investimento in questi organismi dovrebbe fornire l’opportunità di ridurre il rischio diversificando l’investimento in maniera più ampia rispetto a quanto sarebbe possibile investendo direttamente nelle attività. La riduzione del rischio si ottiene perché l’ampia gamma di investimenti detenuti da un organismo di investimento collettivo può ridurre l'effetto di un
cambiamento del valore di un investimento sulla performance generale del portafogli. Tuttavia, non può esserci certezza che ciò produrrà migliori performance o che tali tecniche di riduzione del rischio avranno successo. Ad esempio, se l’organismo di investimento collettivo investe in una singola classe di attività (come i titoli azionari), l’organismo sarà esposto al rischio di ridurre il valore generale dei mercati azionari.
Gli investimenti collettivi possono essere classificati come “chiusi” o “aperti”. La distinzione si riferisce al fatto che l’investimento collettivo possa essere liquidato prima di una determinata scadenza, nonché al numero fisso o meno di partecipazioni (o altri interessi proprietari) in circolazione. Ciò può influire sulla possibilità che le partecipazioni (o altri interessi proprietari) nel fondo vengano negoziate a un valore dell’attivo netto o con uno sconto/premio sul valore dell'attivo netto.
I fondi chiusi hanno un numero fisso di partecipazioni (o altri interessi proprietari o unità) in circolazione e di conseguenza un pool di attività fisso da gestire. Il valore del pool di attività può crescere (o ridursi) con buoni (o cattivi) investimenti ma in genere non viene aggiunto o versato capitale aggiuntivo dagli investitori. Un investitore che vuole uscire dall’investimento può in genere vendere le proprie azioni (o altri interessi proprietari) nel mercato ad un altro investitore ma non richiedere la liquidazione della sua partecipazione al gestore del fondo prima della scadenza del termine. La vendita della partecipazione ad altri investitori è solitamente soggetta a limiti di circolazione quali l’appartenenza ad una determinata categoria di investitori. Di conseguenza, i fattori di domanda e offerta possono influenzare il prezzo al quale le azioni (o altri interessi proprietari) in fondi chiusi vengono negoziate e ciò può costituire uno sconto o un premio sul valore delle attività del fondo. Fondi indicizzati quotati e fondi di investimento sono esempi di organismi chiusi.
Al contrario, il valore delle attività detenute in fondi aperti può cambiare a causa di afflussi o deflussi netti di capitale da parte degli investitori, nonché a causa dell'esito degli investimenti. Quando si verifica un afflusso di denaro, il manager investe in ulteriori attività. Quando gli investitori richiedono la liquidazione delle partecipazioni al manager del fondo, questi dispone degli investimenti esistenti per soddisfare tali riscatti.
L’investimento dell’investitore viene valutato sulla base del valore del pool di attività – il valore netto degli attivi. Sostanzialmente, il valore netto aggregato delle attività dell’organismo viene diviso per il numero di azioni (o altre unità di interesse proprietario) in circolazione, per fornire un valore netto per azione. Ciò implica che sarà meno probabile che i fattori di domanda e offerta influenzino il prezzo delle azioni (o unità). I fondi dell’OICVM e i fondi comuni (unit trust) sono esempi di fondi aperti.
Di solito non esiste un vero e proprio mercato secondario in cui investire in fondi aperti. Solitamente l’investitore realizza l’investimento attraverso un processo di riscatto, secondo il quale il fondo vende una porzione delle attività e trasferisce i ricavi all’investitore. I termini esatti di questo processo, inclusa la frequenza con cui avvengono i riscatti e i periodi richiesti di preavviso, sono specificati nei termini e condizioni dei documenti relativi al fondo. Il fondo può avere la discrezione di ridurre la frequenza con cui si verificano i riscatti o imporre restrizioni o tariffe sui riscatti o altre misure per limitare i prelievi dal fondo.
Poiché i gestori dei fondi chiusi non hanno bisogno di vendere le attività presenti nel pool per
soddisfare la richiesta di riscatto dell’interesse di un investitore, ciò aggiunge una certa stabilità alla gestione del fondo chiuso ma preclude le possibilità di liquidazione delle partecipazioni da parte dell’investitore. Al contrario, in genere i fondi aperti possono in qualsiasi momento soddisfare gli investitori che vogliono liquidare la propria partecipazione. Ciò può causare dei problemi agli altri investitori, perché il manager potrebbe dover vendere delle attività a un livello anche inferiore al loro valore di mercato per pagare gli investitori che vogliono liquidare le partecipazioni e in alcuni casi potrebbe non esserci mercato per le attività illiquide detenute nel fondo.
Gli investimenti collettivi possono essere regolamentati o liberi. I fondi liberi possono essere fondati in altre sedi competenti (ad esempio, le cosiddette “giurisdizioni offshore”), dove gli standard regolamentari e soprattutto quelli legati alla supervisione regolamentare potrebbero essere meno rigidi di quelli esistenti nel Regno Unito (“UK”) o in Unione Europea (“UE"). Un organismo di investimenti collettivi libero viene così chiamato perché non è soggetto alle stesse restrizioni di un organismo regolamentato (ad esempio, in termini di natura degli investimenti effettuabili e di come esso viene gestito). Nonostante gli stessi organismi possano non essere autorizzati, riconosciuti o regolati, le persone che offrono servizi all’organismo (ad es., il manager o l’amministratore) possono essere soggette a regolamenti. Gli OICR (categoria di cui sono parte gli OICVM e i FIA) sono un esempio di fondi regolamentati. I fondi liberi sono di solito soggetti a restrizioni relative alla promozione e/o alla vendita. Ad esempio, possono essere limitati a investitori istituzionali. Ciò implica che il mercato dei fondi liberi potrebbe essere più limitato e potrebbe risultare difficile liquidare questo tipo di investimento.
Alcuni investimenti collettivi sono gestiti passivamente, vale a dire che essi provano a replicare un indice di mercato azionario come il FTSE 100 o l’indice Hang Seng, un settore di mercato come quello energetico o tecnologico o una merce come l’oro o il petrolio. Tuttavia, esiste il rischio che possano avere rendimenti inferiori rispetto all’indice o altri benchmark che provano a replicare. Inoltre, le tariffe pagate ai fornitori del servizio (incluso il manager) possono ridurre i rendimenti dell’investimento. Quando questi fondi sono chiusi (come i fondi indicizzati quotati), come già detto, il valore della quota detenuta nel fondo collettivo può avere un sovrapprezzo o uno sconto sul NAV.
Fondi di fondi - I fondi di fondi sono investimenti collettivi che investono in altri investimenti collettivi. Offrono agli investitori l’opportunità di diversificare la propria esposizione (con un solo manager o una sola strategia). Tuttavia, come per le tariffe aggiuntive, i fondi di fondi comportano il rischio che il loro manager potrebbe non avere l'esperienza e l'expertise necessaria per selezionare il migliore fondo e per supervisionare i relativi manager in maniera continuativa per assicurare il successo della diversificazione delle strategie. Inoltre, la diversificazione non assicura profitti o protezioni da perdite.
2.5. Fondi di investimento alternativi
Come si evince dal nome, i fondi di investimento alternativi (FIA) si propongono di raggiungere gli obiettivi tramite investimenti e strategie di trading non tradizionali, vale a dire investimenti e strategie che di solito non vengono utilizzati o non sono disponibili per gli investimenti collettivi regolamentati. Nel contesto normativo europeo, i fondi alternativi sono denominati FIA e differiscono da quelli non alternativi denominati OICVM o UCITS (vale a dire, i fondi disciplinati dalla Direttiva Europea n. 2009/65/CE concernente il coordinamento delle disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari). I FIA possono essere aperti o chiusi.
Come per gli investimenti collettivi liberi, i FIA specie se riservati a investitori istituzionali hanno di solito nessuna o poche restrizioni normative sugli strumenti finanziari in cui possono investire e/o sulle strategie che possono implementare, anche relativamente alla leva finanziaria. Ciò non significa che non sono soggetti a restrizioni sugli investimenti che possono fare o sulle strategie che possono perseguire o ad altre limitazioni. Tuttavia, la conformità a tali restrizioni o limitazioni resta confinata nel rapporto contrattuale con l’investitore e difficilmente è soggetta alla supervisione di una autorità giudiziaria.
I FIA possono investire in attività come i fondi immobiliari globali (direttamente o indirettamente, ad esempio estendendo agevolazioni di credito, siano esse cartolarizzate o no), merci, leveraged loan, start-up e titoli non quotati.
Le strategie impiegate dai FIA sono spesso le più complesse della categoria. Esempi comprendono copertura e leva attraverso derivati, vendite allo scoperto e strategie “opportuniste” che cambiano insieme alle condizioni di mercato al presentarsi di diverse opportunità. Alcuni FIA impiegano una sola strategia (fondi con strategia unica). Ad esempio, potrebbero offrire un'esposizione del 100% a valute od obbligazioni sottovalutate o impiegare una strategia market neutral o di “rendimento assoluto” che utilizza posizioni corte e lunghe in azioni per generare introiti. Altri potrebbero impiegare diverse strategie (fondi multistrategia) come una combinazione di strategie market neutral e diverse strategie di arbitraggio. Altri ancora sono strutturati come fondi contenenti numerosi fondi alternativi, un tipo speciale di “fondo di fondi FIA”.
Fermo quanto evidenziato sopra circa le differenze tra fondi chiusi e fondi aperti, gli investimenti in FIA sono solitamente soggetti a restrizioni sul trasferimento e riscatto e perciò presentano un rischio di liquidità maggiore rispetto agli investimenti collettivi regolamentati. I trasferimenti possono essere soggetti alla previa approvazione e il riscatto può essere consentito solo dopo un periodo iniziale di permanenza e con un lungo preavviso. In molti casi, non c’è mercato liquido per gli investimenti in FIA. Inoltre, il gestore può avere ampia discrezionalità di imporre tempi di preavviso o di permanenza in risposta a determinate condizioni di mercato. Perciò, gli investitori potrebbero non riuscire a uscire dai propri investimenti o a farlo a prezzi vantaggiosi.
Tali rischi sono diversificati essendo investimenti collettivi, condividono ma possono esservi maggiormente esposti. Ad esempio, l’implementazione efficace di una strategia per i FIA può dipendere maggiormente dai manager del portafogli, che possono avere diversi livelli di esperienza. Un altro esempio è che, se ricorrono alla leva finanziaria, saranno esposti a un rischio di perdite maggiori in caso di riduzione del valore degli strumenti finanziari nei quali hanno investito.
Categorie di questo tipo includono fondi di private equity, fondi immobiliari (inclusi quelli relativi agli investimenti in infrastrutture), fondi speculativi e fondi di beni reali (come quelli di energie rinnovabili). Queste categorie possono sovrapporsi, anche in relazione agli investimenti effettuati e alle strategie perseguite. Le seguenti descrizioni mirano a fornire delle informazioni generali sulle caratteristiche che solitamente differenziano le categorie di FIA.
La struttura tariffaria dei FIA può produrre tariffe più elevate di quelle applicate ai fondi comuni tradizionali e può variare in base alle performance. Ciò significa che i gestori di solito ricevono una commissione più elevata quando i loro fondi hanno performance migliori di determinati obiettivi nel mercato, il che può implicare che si intraprendano vie più rischiose e decisioni di investimento più speculative di quanto avverrebbe in assenza di tale commissione.
La tariffazione e la rendicontazione possono essere meno frequenti (di solito mensili) e ciò rende più complesso tracciare la diligenza del gestore, il monitoraggio e la performance degli investitori. La trasparenza relativa all’implementazione della strategia di investimento del fondo può essere inferiore rispetto a quella dei fondi regolamentati. In particolare, i FIA possono limitare la quantità di informazioni veicolate relativamente alle strategie o posizioni di investimento, perché potrebbero considerarle proprietarie e riservate. Le posizioni possono essere divulgate parzialmente o con un ritardo significativo. Inoltre, la divulgazione delle informazioni potrebbe non avvenire in maniera uniforme, perché tutti o alcuni investitori potrebbero aver accesso a più informazioni o a informazioni più precise o potrebbero influenzare le decisioni relative alla gestione del FIA.
Cercando di investire in mercati o strumenti finanziari non trasparenti illiquidi, i FIA possono entrare in competizione con altri FIA e non essere in grado di effettuare le transazioni desiderate oppure possono competere con FIA che effettuano un investimento contrario e le cui azioni portano a ridurre il valore del FIA, cosicché altri possano negoziare contro la posizione di un FIA.
2.5.1. Fondi speculativi
I fondi speculativi di solito sono impegnati della gestione attiva dei propri portafogli. Investono spesso nei mercati di capitale, insieme ai tradizionali fondi comuni e possono avere molte caratteristiche simili a questi. Tuttavia, alcune delle caratteristiche tipiche dei fondi speculativi includono le seguenti:
(a) possono utilizzare derivati per investimenti direzionali e/o per assumere posizioni corte e/o per una leva importante, attraverso il prestito;
(b) possono assumere posizioni concentrate in particolari emittenti ed essere impegnati in attivismo azionario;
(c) possono investire in una vasta gamma di attività finanziarie e non (inclusi titoli e beni illiquidi, non quotati e in difficoltà) e in una vasta gamma di mercati (inclusi quelli emergenti); e
(d) possono perseguire strategie di investimento a breve termine, il che significa che i fondi speculativi vengono scambiati con maggior frequenza. Ciò può far sì che il fondo vada incontro a commissioni e oneri operativi più elevati, riducendo i ricavi.
Non tutti i fondi speculativi utilizzano tutte o alcune di queste strategie. I fondi speculativi possono concentrarsi su una particolare strategia di investimento o perseguire una varietà di strategie o combinazioni. Perciò, il rischio comportato da questi fondi non è il medesimo per tutti i fondi speculativi e può variare periodicamente anche in maniera rapida.
Nonostante i ricavi possono essere più elevati degli investimenti collettivi regolamentati, gli investimenti in fondi speculativi comportano un rischio più elevato e/o rischi aggiuntivi oltre a quelli degli investimenti collettivi regolamentati come gli OICVM. Per questo motivo sono adatti
solo a investitori che li comprendono appieno e sono disposti ad assumersi i rischi che comportano. In particolare, tali investitori sono esposti a rischi potenziali che potrebbero portare alla perdita completa dell’investimento. L’utilizzo della leva finanziaria significa che i movimenti del mercato potrebbero avere un effetto sproporzionato sul valore dell’attivo netto dell’organismo di investimento collettivo.
2.5.2. Fondi private equity
I fondi private equity sono investimenti collettivi che investono esclusivamente o quasi completamente in strumenti finanziari emessi da società non quotate (o che rilevano società quotate con l’intenzione di revocarne la quotazione). Di solito l’investimento in fondi private equity avviene con assunzione di impegni (cioè, un investitore si impegna a investire un certo importo nel fondo e tale importo viene prelevato da parte del fondo quando è necessario effettuare investimenti in private equity). I fondi private equity tendono ad essere chiusi e di solito vengono liquidati in un periodo prestabilito (salvo disposizioni che estendano la vita del fondo).
2.5.3. Fondi immobiliari
I fondi immobiliari sono investimenti collettivi liberi che investono principalmente in beni immobili, in società che investono in beni immobili e/o in finanziamenti relativi a beni immobili. La maggior parte dei fondi immobiliari sono strutturati e operano in maniera simile ai fondi private equity. L’investimento in fondi immobiliari avviene di solito con assunzioni d’impegno (cioè, un investitore si impegna a investire un certo importo nel fondo e tale importo viene prelevato da parte del fondo quando è necessario effettuare investimenti immobiliari). I fondi immobiliari tendono ad essere chiusi e di solito vengono liquidati in un periodo prestabilito (salvo disposizioni che estendano la vita del fondo).
2.6. Derivati
Esistono molti tipi diversi di strumenti finanziari derivati, con diverse caratteristiche e soggetti a diverse condizioni. Come già detto, i derivati sono talvolta combinati o incorporati in altri strumenti finanziari. I derivati sono strumenti complessi e una singola operazione può comprendere più di un derivato e le sue caratteristiche possono dipendere da particolari requisiti delle parti. Alcuni dei rischi connessi all’utilizzo dei derivati possono dipendere dalla possibilità che il derivato venga negoziato in borsa o fuori borsa (“over the counter”, OTC).
Le principali categorie dei derivati sono: opzioni, future (forward) e swap. Il termine “contratto per differenza” (utilizzato soprattutto in UK) è talvolta utilizzato per descrivere alcuni tipi di operazioni di derivati che si perfezionano con il pagamento del solo differenziale e senza consegna fisica dei beni oggetto del contratto. La terminologia utilizzata per descrivere i diversi tipi di derivati potrebbe non essere uniforme o coerente. Potrebbe presentare differenze tra mercati o Paesi e assumere significati diversi in diversi contesti (ad esempio, in relazione alla normativa relativa ai servizi finanziari ovvero a quella fiscale). I derivati sono adatti solo a investitori avanzati, i quali dovrebbero rivedere attentamente tutti i termini e le condizioni delle operazioni con derivati per assicurarsi di aver compreso appieno i propri diritti e obbligazioni e il funzionamento dei derivati nelle diverse condizioni di mercato.
2.6.1. Opzioni
In questo contesto, un’opzione indica semplicemente il diritto di comprare o vendere un'attività. Le opzioni sono divise in put e call. In maniera semplicistica:
(a) un’opzione call conferisce al compratore (titolare) il diritto di comprare un’attività sottostante dal venditore (writer) dell’opzione e impone al venditore dell’opzione l’obbligo di vendere l'attività sottostante al compratore dell’opzione; e
(b) un’opzione put conferisce al compratore il diritto di vendere un’attività sottostante al venditore dell’opzione e impone al venditore dell’opzione l’obbligo di comprare l'attività sottostante dal compratore dell’opzione.
Invece della consegna fisica di un’attività sottostante, un’opzione può dare al compratore il diritto di ricevere una somma in denaro (ad esempio un’opzione su indice) o il diritto di richiedere al venditore di compiere un’altra operazione con il compratore (ad esempio, una “swaption”, cioè l’opzione di effettuare una operazione swap). I termini di un’opzione solitamente specificano, oltre alla natura e importo dell’attività sottostante, il prezzo al quale quell'attività sarà venduta/comprata (il “prezzo d'esercizio dell’opzione"), se regolato fisicamente o in contanti, la data (o le date) in cui l’opzione viene esercitata (dal compratore) e la data di scadenza dell’opzione (dopo la quale il compratore non può più esercitare l’opzione). Il prezzo d’acquisto pagabile dal compratore per l’opzione viene chiamato “premio” e di solito (ma non necessariamente) viene versato immediatamente all’acquisto dell’opzione.
L’acquisto di opzioni comporta in genere un rischio inferiore rispetto alla vendita (writing) delle opzioni, perché il compratore può far decadere l’opzione (vale a dire, non esercitarla). Ad esempio, nel caso di un’opzione call, è probabile che il compratore di un’opzione non eserciti l’opzione se il prezzo di mercato dell’attività sottostante è inferiore a quello d’esercizio.
Tuttavia, la vendita (writing) di opzioni comporta un rischio molto maggiore. Il venditore di un’opzione si assume l’obbligo legale di comprare o vendere l'attività sottostante (o pagare l’importo di liquidazione in contanti) se l’opzione viene esercitata, a prescindere dalla differenza tra il prezzo d’esercizio e il prezzo di mercato esistente al momento dell’esercizio dell’opzione. Nel caso di un’opzione call, qualora il venditore dell’opzione non possegga l’attività sottostante, questi è teoricamente esposto a un rischio illimitato, perché il venditore dovrà comprare l'attività sottostante nel mercato (o pagare l’importo di liquidazione in contanti) e il prezzo di mercato potrebbe essere molto più alto del prezzo d’esercizio. Il rischio può aumentare ulteriormente a causa di altri fattori, ad esempio nel caso in cui l'attività sottostante sia illiquida. Se il venditore dell’opzione possiede l'attività sottostante (una “call coperta"), allora il rischio è ridotto.
La perdita massima che deriva dall’acquisto di un’opzione in caso di mancanza di esercizio della stessa è in sostanza il costo di quell’opzione (noto anche come premio) più eventuali commissioni e altri costi relativi all’operazione.
Se un’opzione non viene esercitata prima della scadenza, ai sensi dei presenti termini, potrebbe scadere perdendo il suo valore. Di conseguenza, è importante identificare i termini applicabili per l'esercizio, che potrebbero prevedere disposizioni specifiche in termini di tempi e metodi di notifica. Il mancato rispetto di tali termini potrebbe invalidare l'esercizio dell’opzione.
2.6.2. Contratti in future
I contratti in future comportano l’obbligo di cedere o assumere l'attività sottostante in una data futura o, in alcuni casi, prevedono il pagamento di una somma in denaro. Le operazioni in future hanno le stesse caratteristiche delle operazioni forward. Tuttavia il termine “future” viene utilizzato solitamente per descrivere transazioni negoziate in borsa e il termine “forward” si riferisce di solito a transazioni negoziate individualmente fuori borsa. In entrambi i casi, la data di cessione futura supera la data di regolamento di una transazione a pronti per un'attività sottostante. Tuttavia, la terminologia non viene utilizzata uniformemente e, ad esempio, i contratti forward in valuta possono essere strutturati come “forward non cedibili”, implicando che le relative valute nella coppia di valute non vengono scambiate alla data di regolamento. Quando un contratto in future viene regolato fisicamente, un investitore che non vuole ricevere o effettuare la consegna materiale può chiudere la posizione (di solito assumendo una posizione uguale e opposta) entro il tempo limite (cut-off time) applicabile. Non c’è garanzia che sarà possibile chiudere la posizione in termini vantaggiosi.
2.6.3. Swap
Questo termine descrive solitamente uno strumento finanziario con il quale le parti concordano di scambiare determinati flussi di cassa sulla base del valore di o del ricavo proveniente da una o più attività sottostanti o altri punti di riferimento (ad esempio, un indice o un tasso di interessi).
Il termine “contratto per differenza” (o “CFD") viene generalmente utilizzato per descrivere un contratto tra due parti, di solito descritte come “compratore” e “venditore”, che sancisce che il venditore pagherà al compratore la differenza tra il valore di un’attività (di solito un’azione o un indice) a una data specifica e il suo valore a una data successiva (se la differenza è negativa, allora il compratore pagherà la differenza al venditore). In effetti, i CFD sono derivati finanziari che permettono agli operatori di trarre vantaggio dall’aumento dei prezzi (posizioni lunghe) o dalla loro riduzione (posizioni corte) su strumenti finanziari sottostanti e di solito sono utilizzati per speculare su questi mercati.
I termini “swap” e “contratto per differenza” sono talvolta utilizzati in maniera intercambiabile per riferirsi allo stesso strumento finanziario.
Tra i possibili esempi di swap si annoverano:
Interest rate swap - di solito questi swap prevedono lo scambio di flussi di cassa sulla base di due o più tassi di interesse, dove i flussi di cassa scambiati vengono calcolati in base agli importi di capitale nozionale. Ad esempio, una parte può pagare all'altra un tasso di interesse oscillante o variabile (basato sull’importo di capitale nozionale) in cambio del pagamento da parte dell’altra parte di un tasso di interesse fisso (basato sul medesimo importo di capitale nozionale). Le società utilizzano gli interest rate swap per ridurre la propria esposizione al rischio di incremento dei tassi di interesse. Una società che paga un tasso di interesse variabile può ottenere un’esposizione a tasso di interesse fisso attivando uno swap. Perciò, la società può stipulare un contratto di swap in cui riceve un tasso variabile e pagare a tasso fisso.
Credit default swap - un credit default swap (“CDS”) è un contratto in cui l’acquirente della protezione (lo swap è simile a una forma di contratto assicurativo) paga un premio al venditore della protezione, in cambio della protezione da un evento creditizio che può verificarsi in capo ad
un’entità di riferimento. L'acquirente del CDS sarà esposto al rischio creditizio del venditore della protezione. Se c’è una forte correlazione tra il rischio di inadempimento dell’entità di riferimento e il venditore del CDS, la protezione creditizia perde parte del suo valore.
I derivati OTC sono di solito documentati secondo i termini standard del settore (ad esempio l’ISDA Master Agreement), che contengono disposizioni chiave che regolano le relazioni contrattuali tra le parti, inclusi i loro rispettivi diritti, passività e obblighi. Questi termini (che comprendono in realtà diversi documenti, tra cui un contratto, un prospetto, le relative definizioni e le conferme individuali con specifiche disposizioni relative alla specifica transazione) regolano il modo in cui il derivato opererà in circostanze diverse, incluso il caso in cui ci sia una turbativa sul mercato che influenzi la relativa attività sottostante. In queste circostanze, l’investitore potrebbe non poter influenzarne il risultato. Sebbene i termini e condizioni per queste transazioni utilizzati da banche, agenzie di investimento e altri partecipanti si basano sui termini standard del settore, essi sono personalizzati dalla specifica banca, agenzia di investimento o un altro partecipante e un investitore potrebbe avere una limitata capacità di effettuare modifiche. Si tratta di documenti spesso piuttosto tecnici e complessi e dovreste assicurarvi di avere un’esperienza adeguata a rivederli e comprenderli e/o rivolgervi a un consulente specializzato prima di effettuare una transazione.
Una garanzia collaterale (a volte indicata come “margine”) è una caratteristica importante delle operazioni con derivati. La garanzia collaterale copre le “sopravvenienze passive” che di solito insorgono nell’ambito di una transazione con derivati e in relazione alle quali una o entrambe le parti sono esposte al rischio di credito (o di rendimento) dell’altra parte. Una garanzia collaterale viene utilizzata per gestire l'esposizione al rischio di credito tra le parti fino a che vengono eseguiti gli obblighi delle parti contemplati dal derivato. I rischi comportati dalla concessione di una garanzia collaterale sono descritti in seguito.
2.7. Warrant
Il termine “warrant” viene utilizzato per descrivere un diritto limitato nel tempo a sottoscrivere azioni, obbligazioni, prestiti o titoli di stato esercitabile nei confronti dell’emittente originario del titolo sottostante. I warrant (se intesi come descritto) e le opzioni (vale a dire le opzioni call) hanno le stesse caratteristiche, soprattutto in quanto conferiscono al compratore del warrant il diritto (ma non l’obbligo) di acquisire un'attività sottostante. Tuttavia, un warrant (se inteso come descritto) può distinguersi da un’opzione (vale a dire un’opzione call) secondo quanto segue:
(a) il termine “opzione” si riferisce al diritto di acquistare uno strumento finanziario sottostante già esistente, dove il venditore dell’opzione è diverso dall’emittente dello strumento finanziario sottostante; e
(b) il termine “warrant” si riferisce (come descritto in precedenza) al diritto di sottoscrivere uno strumento finanziario che sarà emesso all’esercizio del warrant (vale a dire che lo strumento finanziario sottostante non è ancora in essere) e dove il warrant viene emesso dallo stesso emittente dello strumento finanziario.
Tuttavia, il termine “warrant” viene utilizzato anche per descrivere una serie di strumenti finanziari diversi in mercati diversi, che potrebbero avere caratteristiche diverse rispetto a quelle prima descritte, inclusa la possibilità di regolamento in contanti.
Il prezzo del warrant dipende soprattutto dal prezzo o dal valore dell'attività sottostante, inclusa la volatilità di quel prezzo o valore, e il tempo rimanente prima della scadenza del warrant.
2.8. Prodotti strutturati
Il termine “prodotti strutturati” si riferisce a strumenti finanziari che generano un ritorno legato alla performance di un'attività o indice sottostante, come un titolo azionario, una valuta o una merce. I prodotti strutturati hanno diverse forme e, di solito, combinano gli elementi di titoli a reddito fisso e dei derivati e, in questo caso, hanno le stesse caratteristiche di rischio di tali strumenti finanziari. A seconda della loro particolare struttura, vengono definiti “titoli”, “certificati” e “warrant”.
I titoli strutturati possono avere delle clausole di protezione principali. Se ciò accade, di solito si parla di una clausola secondo cui l’importo nominale da pagare alla scadenza non è inferiore a una somma prestabilita, a prescindere dalla performance dell’attività o dell’indice sottostante. Tuttavia, se un investitore vende il prodotto strutturato prima della scadenza, il prezzo di vendita potrebbe essere inferiore all’importo da pagare alla scadenza sulla base della clausola di protezione principale. Inoltre, gli investitori sono di solito esposti al rischio di credito dell’emittente e (come per i titoli a reddito fisso) il valore (vale a dire, il prezzo di mercato) del prodotto strutturato prima della scadenza è influenzato, non solo dalle forze della domanda e dell’offerta, ma anche dal rating del credito o dal valore percepito del credito nei confronti dell’emittente.
In genere, l’emittente sarà una società veicolo controllata da una banca o da una società di investimenti. Sebbene i prodotti strutturati possano essere quotati in borsa, potrebbero avere una liquidità limitata. La banca, la società di investimento o un affiliato possono impegnarsi in maniera limitata ad agire come market maker in relazione al prodotto strutturato ma potrebbe essere difficile ottenere una valutazione autonoma del prezzo quotato.
I prodotti strutturati sono di solito sottoscritti con l’intenzione di detenerli fino alla scadenza. La cessione di un prodotto strutturato prima della scadenza può far sì che il prezzo di vendita sia notevolmente inferiore all’importo investito e potrebbe non riflettere aumenti di valore attribuibili all’aumento dell’attività sottostante.
Depositi strutturati – sono depositi in cui il tasso di interesse o il ricavo deriva da o si basa su un'attività o un indice sottostante (come un prodotto strutturato). I depositi sono custoditi da istituti di credito (come una banca o una società immobiliare) e l’investitore è perciò soggetto al rischio creditizio dell’istituto di credito e ad altri rischi, soprattutto al rischio di mercato relativo all’attività o indice sottostante. I termini dei depositi strutturati possono impedirne la risoluzione prima della scadenza prevista o prevedere che tale risoluzione possa avvenire solo su pagamento di una fees di uscita che potrebbe costituire un importo o una percentuale fissa della somma originale investita.
3. Principali rischi di investimento
Questa sezione contiene una lista delle principali categorie di rischi di investimento generici di solito associati agli strumenti finanziari. Non tutti questi rischi valgono per tutti gli strumenti finanziari e diversi strumenti finanziari (inclusi quelli con caratteristiche simili) possono avere
alcuni o tutti questi rischi in misure diverse tra loro.
3.1. Rischio emittente
Si riferisce al rischio associato allo specifico emittente di uno specifico strumento finanziario. Il valore di uno strumento finanziario può scendere a causa di diverse ragioni, direttamente legate all’emittente, come ad esempio (a titolo non esaustivo) insolvenza, gestione e performance finanziaria, la disponibilità e/o il costo del finanziamento, la leva finanziaria, la reputazione e la domanda ridotta delle merci o dei servizi dell’emittente, nonché i guadagni storici e in prospettiva dell’emittente e il valore delle sue attività. L’emittente può anche non adempiere ai suoi obblighi previsti dai termini e condizioni validi per lo strumento finanziario. Il rischio emittente si riferisce al rischio connesso ad eventi societari come fusioni, acquisizioni e subentri (incluso il loro mancato adempimento), nonché ad altri eventi che possono comportare la diluizione di qualsivoglia interesse proprietario di un investitore nell’emittente.
3.2. Rischio di credito/controparte
Il rischio di credito (o di controparte) nasce dalla mancata possibilità o intenzione di una controparte, emittente o altra persona (ad esempio, un gestore o un broker) di adempiere ai propri obblighi contrattuali, o dalla percezione o aspettativa che ciò stia accadendo o possa accadere in futuro. Perciò ci sono delle sovrapposizioni con il rischio emittente prima descritto.
Ad esempio, il titolare di uno strumento finanziario sarà esposto al rischio di credito: (a) delle parti con le quali effettua la transazione (incluse transazioni derivate e prestiti); (b) qualsivoglia persona presso la quale depositi le proprie attività o fondi o alla quale trasferisca garanzie collaterali; (c) l’emittente di un titolo a reddito fisso; (d) qualsivoglia persona che debba delle somme di denaro al titolare.
Il rischio può insorgere nel corso dell'esecuzione di una transazione, ad esempio quando il prezzo d’acquisto per uno strumento finanziario è stato pagato ma lo strumento finanziario non è stato consegnato.
3.3. Rischio di rating del credito
I rating del credito sono valutazioni sul rischio di credito. Esprimono un’opinione circa la capacità e l’intenzione di un emittente, come una società, uno Stato o un governo, di adempiere ai propri obblighi finanziari nella loro totalità e a tempo debito. I rating del credito descrivono anche la qualità creditizia di un singolo strumento finanziario, come un titolo societario o di Stato, e la relativa possibilità che l’emittente possa essere inadempiente. I rating del credito non sono misure assolute della probabilità di inadempienza. Poiché esistono eventi e sviluppi futuri imprevedibili, l’attribuzione di rating del credito non è una scienza esatta. Non sono perciò da considerarsi come garanzie della qualità del credito o come misure esatte della probabilità che uno specifico emittente o un indebitamento saranno (o meno) inadempienti.
In quanto opinioni, i rating del credito attribuiti da diverse agenzie di rating (o altri fornitori di rating) possono variare relativamente allo stesso emittente o strumento finanziario.
3.4. Rischio del tasso di interesse
I tassi di interesse possono fluttuare notevolmente in qualsiasi momento e periodicamente. Ne risulta che il valore degli strumenti finanziari può crescere o diminuire. Ad esempio, all’aumentare dei tassi di interesse, i titoli a reddito fisso generalmente perdono valore. A causa di questo rischio, gli strumenti o i titoli a reddito fisso a lungo termine hanno di solito una volatilità di prezzo maggiore rispetto agli strumenti a reddito fisso a breve termine. L’aumento dei tassi di interesse può essere dovuto a una grande varietà di fattori di mercato, che comprendono le politiche monetarie della banca centrale, l’aumento dell’inflazione e il cambiamento delle condizioni economiche generali.
3.5. Rischio di mercato
Il termine “rischio di mercato” viene di solito utilizzato in maniera generica per descrivere il rischio sistematico al quale gli investitori sono esposti e che può comportare perdite dovute a fattori che influenzano i mercati finanziari in generale o specifiche aree, Paesi, settori o emittenti. Molti dei rischi descritti altrove in questo documento possono comprendere componenti del rischio di mercato.
Il valore di uno strumento finanziario può diminuire a causa di condizioni generali di mercato che non sono legate a uno specifico emittente, come condizioni economiche avverse reali o percepite, cambiamenti nell’andamento generale dei guadagni societari, cambiamenti dei tassi di interesse o di valuta, l’inflazione, un sentimento avverso degli investitori in generale e le forze di domanda e offerta. Il valore degli strumenti finanziari può anche essere influenzato da disturbi del mercato e dalle attività di altri partecipanti del mercato che influenzano i prezzi.
Il valore di specifici strumenti finanziari può essere influenzato dal prezzo o dal valore di altri strumenti finanziari (siano o non siano essi direttamente collegati con quegli altri strumenti finanziari) e tale valore può crescere o diminuire, a volte rapidamente o in maniera imprevedibile.
3.6. Rischio valutario
Si riferisce ai rischi legati alla valuta in cui lo strumento finanziario è denominato. Quando uno strumento finanziario viene denominato in una valuta diversa dalla “valuta base” dell’investitore (che si riferisce generalmente alla valuta usata per misurare la performance del portafogli e di solito, ma non sempre, è la valuta del Paese in cui si trova l’investitore), l’investitore viene esposto al rischio che il valore delle due valute (o tasso di cambio) possa variare nel tempo. Perciò, sebbene il valore dello strumento finanziario possa aumentare quando questo viene misurato nella valuta di denominazione, l’investitore potrebbe subire una perdita quando esso viene misurato (o convertito) nella valuta base. Ciò accadrebbe quando la valuta nella quale è denominato lo strumento finanziario perdesse valore rispetto alla valuta base. Il rischio sussiste anche quando l’investitore detiene fondi in una valuta diversa da quella base.
I tassi di cambio possono oscillare notevolmente, anche in brevi periodi di tempo, per diverse ragioni, incluse le variazioni dei tassi di interesse, l’intervento (o il mancato intervento) di governi stranieri, le banche centrali o entità sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale o l’imposizione di controlli sulla valuta o altri sviluppi politici.
Il rischio valutario si riferisce anche al rischio che potrebbero verificarsi degli eventi che
producano un effetto negativo sulla valuta in cui è denominato uno strumento finanziario. Ad esempio, un governo potrebbe imporre dei controlli sui cambi (che potrebbero avere un effetto sul tasso di cambio applicabile) o altre restrizioni sul rimpatrio dei proventi della vendita.
3.7. Rischio legale e regolamentare
Le modifiche applicate o l’introduzione di nuove regole, norme e leggi (incluse quelle riguardanti particolari categorie di strumenti finanziari, emittenti e tassazione) o il modo in cui queste sono applicate o interpretate può avere un effetto sui vostri strumenti finanziari e/o sull’implementazione delle vostre strategie di investimento.
Gli investitori potrebbero essere esposti ai rischi comportati da regole, leggi e norme di giurisdizioni diverse da quella del Paese in cui si trovano e/o con cui hanno familiarità. Ad esempio, se investite in strumenti finanziari soggetti a regole, leggi e norme di altre giurisdizioni e/o investite in strumenti finanziari negoziati in mercati di altre giurisdizioni, è importante riconoscere che quelle leggi e norme possono essere diverse da quelle con cui avete familiarità e potreste subire delle conseguenze inattese.
Inoltre, tali regole, norme e leggi potrebbero essere soggette a un’applicazione o interpretazione incoerente o arbitraria e potrebbero essere modificate con effetto retroattivo. L’indipendenza dei sistemi giudiziari e la loro immunità dalle influenze economiche, politiche o nazionaliste non sono assicurate in molti Paesi. In molti Paesi, i giudici e gli organi giurisdizionali potrebbero non avere esperienza in diritto commerciale e societario. Gli organi legislativi potrebbero rivedere delle leggi già in vigore solo in risposta alla pressione politica o economica o a causa del malcontento popolare. Non c’è garanzia che un investitore ottenga un rimedio soddisfacente dalle corti locali in caso di violazione di una legge locale o di una controversia per la proprietà delle attività. Un investitore potrebbe anche incontrare difficoltà nel perseguire i rimedi legali o nell’ottenere e applicare delle sentenze nei tribunali. Ciò potrebbe essere esacerbato dagli accordi secondo i quali gli strumenti finanziari sono detenuti in custodia, ad esempio, nel caso in cui l’interesse proprietario di un investitore non viene riconosciuto nella giurisdizione dove sono conclusi i contratti per detenere lo strumento finanziario.
Anche i governi o le loro agenzie potrebbero acquisire attività in difficoltà da istituti finanziari e acquisire interessi proprietari in tali istituzioni. Le implicazioni della proprietà governativa e la disposizione di tali attività possono variare e tali programmi possono avere effetti positivi o negativi su liquidità, valutazione e performance delle partecipazioni di un investitore.
Rigsave non è da ritenersi responsabile della fornitura di consulenza legale o normativa e declina ogni responsabilità e non fornisce garanzie o assicurazioni relativamente a tali questioni.
3.8. Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità esiste quando particolari strumenti finanziari sono difficili da acquistare o vendere (ad es., se non sono negoziati pubblicamente e/o non hanno mercato disponibile al momento o potrebbero diventare meno liquidi in risposta agli sviluppi del mercato). Ciò può ridurre i ricavi perché gli investitori potrebbero non essere in grado di venderli a prezzi o in tempi vantaggiosi o di poterli vendere. Gli investimenti illiquidi o negoziati in volumi inferiori possono essere difficili da valutare.
Il rischio di liquidità può essere riconducibile a diversi fattori, tra i quali: gli specifici termini e condizioni degli strumenti; le restrizioni legali, normative o contrattuali sulla loro vendita o trasferimento; il fatto che lo strumento non sia negoziato su un mercato regolamentato (ad esempio, non è quotato in borsa); o in risposta agli sviluppi del mercato o a percezioni negative degli investitori. Il rischio di liquidità può insorgere quando la proprietà di uno specifico strumento finanziario si concentra in uno o in un piccolo gruppo di investitori e ciò può agire sul valore dello strumento. Il rischio di liquidità può anche aumentare come risultato del basso numero e della capacità ridotta dei partecipanti al mercato tradizionale di creare un mercato di scambio per il relativo strumento finanziario. Inoltre, i partecipanti del mercato potrebbero cercare di vendere lo strumento finanziario nello stesso momento e potrebbe non esserci sufficiente liquidità per soddisfare tutte queste vendite. Questi fattori possono esistere al momento dell’investimento o insorgere in seguito.
Alcuni strumenti finanziari possono essere pensati per essere detenuti fino alla scadenza. Nonostante l’emittente o un’altra persona (che potrebbe essere a lui associata) potrebbe accettare di agire come market maker per il relativo strumento finanziario, egli potrebbe limitare la propria responsabilità di generare un mercato (ad esempio, in determinate condizioni di mercato). Inoltre, se c’è solo un market maker (e soprattutto, se il market maker è associato all’emittente), sarà molto difficile verificare se il prezzo dello strumento finanziario offerto dal market maker è coerente con il fair value.
3.9. Rischio di call (o di riscatto)
Alcuni strumenti finanziari, soprattutto i titoli a reddito fisso (inclusi gli investimenti ibridi come i prodotti strutturati), sono soggetti al rischio che l’emittente possa esercitare il proprio diritto di riscattare il titolo prima di quanto previsto (una “call”). Gli emittenti potrebbero riscattare lo strumento finanziario prima della scadenza prevista per diverse ragioni (ad es., calo dei tassi di interesse, modifiche negli spread creditizi e miglioramento della qualità creditizia dell’emittente e, in caso di prodotti strutturati o investimenti ibridi, modifiche nel prezzo di riferimento della relativa attività, tasso di riferimento o indice). Se un emittente riscatta uno strumento finanziario prima della scadenza prevista ciò potrebbe frustrare l’obiettivo di mantenere quello strumento finanziario e l’investitore potrebbe conseguire un ricavo inferiore rispetto a quello che avrebbe potuto ricevere alla scadenza. L’investitore potrebbe non realizzare i ricavi complessivamente anticipati dell’investimento e potrebbe essere forzato a reinvestire in strumenti finanziari molto inferiori o con più elevati rischi di credito o altre caratteristiche meno vantaggiose.
3.10. Rischio di copertura
Alcune strategie sono pensate per ridurre (o “coprire") uno o più rischi relativi a uno o più strumenti finanziari detenuti in un qualsiasi portafoglio o alcuni rischi di un portafoglio nel suo insieme. Non c’è garanzia che tali tecniche di riduzione del rischio avranno successo.
Le operazioni di copertura (ad esempio, con l’uso di derivati) potrebbero non rispondere o essere più sensibili agli eventi del mercato rispetto all'esposizione che si cerca di coprire. Inoltre, le operazioni di copertura comportano un rischio aggiuntivo, ad esempio (relativamente alle transazioni con derivati) il rischio di credito per la controparte. Perciò, non solo le operazioni di copertura potrebbero non riuscire a raggiungere il proprio obiettivo ma potrebbero anche
comportare rischi maggiori o aggiuntivi.
Le operazioni di copertura (come i derivati) di solito hanno una data di scadenza o di risoluzione e tale data potrebbe non coincidere con il periodo di detenzione dello strumento finanziario sottostante. Alla scadenza dell’operazione di copertura, potrebbe non essere possibile conseguire gli effetti di copertura sperati oppure potrebbe risultare possibile solo effettuare una operazione di copertura simile a termini meno vantaggiosi.
3.11. Rischio di leva o di gearing
I termini leva e gearing descrivono diverse tecniche e strategie di investimento di solito volte a generare ricavi attraverso l’aumento dell'esposizione a strumenti finanziari o altre attività (incluse valute e indici). Tali tecniche includono i seguenti esempi: il prestito (spesso utilizzando un portafogli di strumenti finanziari come garanzia collaterale) e l’investimento dei ricavi in strumenti finanziari; e l’uso di derivati per ottenere una (maggiore) esposizione a uno strumento finanziario, maggiore rispetto a quella ottenuta acquistando direttamente lo strumento finanziario. Tali tecniche e strategie possono essere applicate a uno o più strumenti finanziari o possono essere incorporate in uno strumento finanziario (ad esempio, un prodotto strutturato o un fondo di copertura).
Tali tecniche e strategie possono amplificare sia i profitti che le perdite in uno strumento finanziario o portafogli, anche laddove la/le relative attività sottostanti subiscono movimenti relativamente piccoli. A seconda della tecnica o strategia utilizzata e ai termini e condizioni (applicabili) dello strumento finanziario in cui la tecnica o strategia è incorporata, l’importo delle perdite subite da un investitore potrebbe comportare la perdita dell’intero importo investito. In alcune circostanze, un investitore può essere tenuto a versare ulteriori pagamenti. Ad esempio, quando un investitore ha preso in prestito denaro protetto contro un portafogli o strumenti finanziari e utilizza le somme ricevuta in prestito per fare altri investimenti, l’investitore sarà tenuto a ripagare il prestito anche in caso di perdita totale di valore del portafogli.
3.12. Rischio di mercato non interno
Quando un investimento viene effettuato al di fuori del mercato interno (o domestico), l’investitore sarà esposto ai rischi di quel mercato e a problemi pratici, ad esempio relativi all’utilizzo della lingua locale quale linqua in cui sono redatte e quindi devono essere interpretate le regole di funzionamento del mercato. Premesso che la precisa natura e la misura di questi rischi è specifica di quel mercato, di seguito sono descritti, in termini generali, alcuni dei rischi che si potrebbero incontrare. In seguito si fornisce altresì una descrizione degli ulteriori (o maggiori) rischi che potrebbero insorgere in relazione agli investimenti fatti in mercati emergenti.
Anche nei mercati sviluppati, le leggi, regole, norme, convenzioni e pratiche di negoziazione potrebbero essere diverse da quelle con cui l’investitore ha familiarità. Ad esempio, la natura e la misura delle protezioni dell’investitore, il livello di trasparenza (incluso quello relativo agli standard contabili, di audit e reporting) e i relativi standard in materia di governo societario potrebbero essere diversi.
Inoltre, i diritti tipicamente associati a specifici strumenti finanziari, inclusi quelli relativi
all'esercizio dei diritti di voto, potrebbero essere diversi ed essere influenzati dai contratti ai sensi dei quali gli strumenti finanziari sono tenuti in custodia. Ad esempio, l’interesse proprietario di un investitore potrebbe non essere riconosciuto dagli organi giudiziari esteri. Le informazioni relative agli strumenti finanziari divulgate dall’emittente potrebbero non essere ricevute tempestivamente o non essere ricevute affatto. Ciò può influire sull’elaborazione delle azioni societarie.
3.13. Rischio di mercato emergente
Gli investimenti in mercati emergenti e/o in via di sviluppo possono presentare una maggiore esposizione ad alcuni dei rischi descritti in questo documento e/o essere più suscettibili ad altri rischi (che potrebbero esistere anche in mercati più sviluppati ma in misura minore). Questi rischi includono (a titolo non esaustivo): volatilità, illiquidità, rischio valutario; rischio emittente; rischio legale e regolamentare.
Le economie dei paesi emergenti potrebbero essere meno diversificate e le opportunità di investire potrebbero concentrarsi in un piccolo numero di emittenti rappresentanti un numero limitato di settori. Ciò potrebbe comportare una maggiore illiquidità e volatilità.
La natura e la misura delle protezioni dell’investitore e il livello di trasparenza (incluso quello relativo agli standard contabili, di audit e reporting) potrebbero essere inferiori a quelli esistenti in mercati più sviluppati. Rispetto ai mercati maturi, alcuni mercati emergenti potrebbero avere livelli inferiori di regolamentazione, il potenziamento di normative e monitoraggio delle attività degli investitori, anche rispetto alla regolamentazione e al controllo dell’abuso di mercato e della negoziazione basata su informazioni materiali riservate.
Alcuni governi esercitano un’influenza sostanziale sul settore economico privato e le incertezze politiche e sociali esistenti in molti Paesi in via di sviluppo sono talvolta significative. In risposta alle circostanze sociali e politiche avverse, alcuni governi hanno implementato politiche con i seguenti risultati: espropriazione, tassazione confiscatoria, nazionalizzazione, intervento nel mercato dei valori mobiliari e nel regolamento degli scambi, restrizioni sugli investimenti stranieri e controllo degli scambi.
Le pratiche e i processi relativi al regolamento delle operazioni di investimento e alla custodia degli strumenti finanziari nei mercati emergenti possono comportare rischi più elevati e potrebbero essere meno affidabili di quelli esistenti nei mercati sviluppati.
3.14. Rischio fiscale
I dividendi, gli interessi e altre somme esigibili (inclusi, a titolo non esaustivo, gli importi di capitale) relativi a strumenti finanziari e altri fondi detenuti da un investitore potrebbero essere soggetti a tassazioni, incluse ritenute fiscali. L'effetto della tassazione ridurrà il ricavo sul relativo strumento finanziario. Quando la tassa è ritenuta (cosa che potrebbe essere effettuata da parte di un’autorità fiscale) un investitore potrebbe recuperare la somma ritenuta o imputare parte di essa o l’intero importo ad altri obblighi fiscali dell’investitore. Tuttavia, non c’è garanzia che tale recupero o imputazione avranno successo. Anche la sede del gestore (o suo designato) può avere un effetto sul trattamento fiscale e (laddove applicabile) sul processo di recupero di una ritenuta fiscale.
Le leggi e norme fiscali, e la loro interpretazione e applicazione, possono variare periodicamente, anche con effetto retroattivo. Come risultato di tali modifiche, gli investitori potrebbero incorrere in passività fiscali impreviste e/o perdere benefici fiscali prima legati a particolari strumenti finanziari. Di conseguenza, il reale ricavo dell’investimento potrebbe essere diverso da quello atteso anche in maniera significativa.
Rigsave non è da ritenersi responsabile della fornitura di consulenza fiscale e declina ogni responsabilità e non fornisce all’investitore garanzie o assicurazioni relativamente al trattamento fiscale di qualsivoglia strumento finanziario.
3.15. Rischio di bail-in
Si tratta del rischio che strumenti finanziari di alcuni emittenti, inclusi gli istituti bancari, società immobiliari, società di investimento e alcuni gruppi bancari, possano essere soggetti ad azioni governative, bancarie e/o di altre autorità giudiziarie, ad esempio per gestire in maniera preventiva le crisi bancarie, a prescindere dalla possibilità che i termini di tali strumenti finanziari prevengano tali azioni. Le relative autorità potrebbero avere ampia discrezionalità sull'azione da intraprendere e i loro poteri potrebbero essere estesi in risposta a particolari eventi. Esempi di azioni che potrebbero intraprendere includono i seguenti:
(a) la riduzione, anche fino allo zero, dei principali strumenti a reddito fisso di tali emittenti;
(b) la conversione di tali strumenti a reddito fisso in titoli azionari o altri strumenti proprietari (con conseguente riduzione degli interessi proprietari degli azionisti esistenti);
(c) la modifica dei termini, anche in riferimento alla scadenza, di tali strumenti a reddito fisso;
(d) l’atto di spogliare gli investitori delle loro azioni.
3.16. Rischio di strumenti finanziari non quotati (e non negoziati in borsa)
Gli strumenti finanziari non negoziati o non quotati in borsa presentano rischi maggiori. Ad esempio, questi possono includere un maggiore rischio di liquidità e livelli inferiori di trasparenza, relativamente agli standard di contabilità, audit e reporting. Potrebbe anche essere difficile stabilire il valore di tali strumenti finanziari; i prezzi di domanda e offerta potrebbero non essere quotati e anche laddove lo fossero, potrebbe essere difficile stabilire un prezzo equo.
3.17. Rischio riguardante il personale
Alcune strategie messe in atto dagli emittenti o dagli intermediari possono dipendere fortemente da alcune persone chiave dell’emittente e/o dell’intermediario. La dipartita di personale chiave o la loro impossibilità di adempiere ai propri compiti potrebbero influenzare negativamente l'esecuzione della strategia.
3.18. Rischio collaterale
Gli strumenti finanziari e/o le strategie a essi relative possono comportare l'esposizione ai rischi associati alla fornitura di garanzie collaterali (a volte indicate come “margini”). Ad esempio, se un investitore effettua una transazione con derivati, l’investitore potrebbe dover fornire alla controparte una garanzia collaterale per mitigare il rischio che l’investitore possa non
ottemperare gli obblighi assunti con l’operazione in derivati. A seconda della natura della transazione con derivati e delle modifiche al valore dell’attività sottostante, l’investitore potrebbe dover depositare ulteriori garanzie collaterali. La mancata fornitura di una garanzia collaterale potrebbe comportare la risoluzione della relativa transazione e l’investitore rimarrà responsabile di eventuali perdite.
Inoltre, l’investitore potrebbe essere esposto al rischio creditizio della persona (di solito la controparte della transazione) alla quale viene fornita la garanzia collaterale, nel caso in cui questa non venga restituita e l’investitore sia un creditore non garantito rispetto a qualsivoglia reclamo in caso di insolvenza della persona a cui è stata fornita la garanzia collaterale.
Gli accordi in base ai quali viene fornita e detenuta la garanzia collaterale possono essere regolati da leggi di giurisdizioni diverse da quelle del luogo dell’investitore e/o con cui l’investitore ha familiarità.
Un’analisi e una spiegazione dettagliata delle conseguenze delle garanzie collaterali (incluso il concetto di fungibilità) non rientrano nello scopo di questo documento e richiederebbero concetti e analisi legali complesse. Prima di intraprendere operazioni che richiedono (o potrebbero richiedere) la fornitura di garanzie collaterali, gli investitori dovrebbero assicurarsi di aver compreso gli accordi applicabili alla garanzia collaterale, le circostanze in cui possono essere richieste ulteriori garanzie collaterali e le conseguenze legali e pratiche di tali accordi. Laddove necessario, gli investitori dovrebbero avvalersi di una consulenza legale da parte di un professionista abilitato di loro fiducia.
Allegato 3 – Order Transmission Policy
1. Conformemente alla normativa vigente, nella prestazione del servizio di gestione di portafogli e di ricezione e trasmissione di ordini, Rigsave è tenuta ad agire per servire al meglio gli interessi del cliente nel collocamento/nella trasmissione di ordini ad altre entità a fini di esecuzione (“best transmission”). Tuttavia, ove il Cliente impartisca istruzioni specifiche a Rigsave, quest’ultima non potrà rispettare la propria politica e strategia di trasmissione degli ordini, limitatamente alle specifiche istruzioni ricevute dal Cliente anche qualora ciò comportasse il mancato rispetto della propria Order Transmission Policy.
2. Nell’ambito del collocamento/della trasmissione degli ordini, Rigsave considera i seguenti fattori nella scelta degli intermediari negoziatori più adeguati al fine di ottenere il “miglior risultato possibile” per il Cliente:
• prezzo;
• costi di esecuzione;
• dimensione dell’ordine;
• data dell’ordine;
• velocità di esecuzione;
• tipo di esecuzione (ad es., ordine di mercato vs ordine a prezzo limitato);
• probabilità di esecuzione;
• processo di regolamento;
• tipologia di strumento finanziario;
• altre considerazioni rilevanti per l’esecuzione dell’ordine.
Nel determinare l’importanza di ognuno dei suddetti fattori, Rigsave prenderà in considerazione i seguenti criteri:
• profilo di investitore del Cliente così come risultante dal Questionario;
• caratteristiche dell’ordine del Cliente, incluso il caso in cui l’ordine comporti un’operazione di finanziamento tramite strumenti finanziari;
• caratteristiche degli strumenti finanziari oggetto dell’ordine;
• caratteristiche delle sedi di esecuzione a cui l’ordine può essere collocato/trasmesso.
È, in ogni caso, sempre facoltà di Rigsave rifiutare di collocare/trasmettere un ordine, dando in tal caso immediata e motivata comunicazione del rifiuto al Cliente.
3. Rigsave opererà, tra le altre, nelle seguenti sedi di esecuzione:
i. Relativamente agli strumenti finanziari quotati a Malta o in Italia, Rigsave non esegue gli ordini direttamente nella Borsa maltese o italiana. Gli ordini relativi ad operazioni in titoli locali sono collocate/trasmesse ad un broker intermediario terzo con il quale Rigsave ha rapporti ovvero direttamente mediante vendita o acquisto degli strumenti finanziari da parte di Rigsave.
ii. In rapporto agli strumenti finanziari quotati su altri mercati stranieri, Rigsave non esegue gli ordini direttamente in quella valuta estera. Le operazioni in titoli stranieri sono effettuate o da un broker intermediario terzo con il quale Rigsave ha una relazione di lunga durata o ovvero direttamente mediante vendita o acquisto degli strumenti finanziari da parte di Rigsave.
4. Rigsave ha definito una lista di sedi di esecuzione, incluse altre controparti fuori borsa (“OTC”), alle quali colloca/trasmette gli ordini relativi a ciascuno strumento finanziario, indicate nell’Appendice A alla Transmission Policy. La lista include le sedi che permettono a Rigsave di ottenere, su base consistente, il migliore risultato possibile per il collocamento/la trasmissione degli ordini del Cliente. La lista viene rivista, aggiornata e approvata dal Comitato per gli Investimenti del Rigsave con cadenza massima annuale. L’obiettivo è di assicurare che ci sia un numero sufficientemente ampio di sedi e controparti, che queste siano affidabili e che possano fornire le migliori performance per tutti gli strumenti finanziari, i mercati e per tutti i tipi di ordine. La scelta della sede o della controparte in questione viene effettuata in base al caso specifico, prendendo in considerazione le caratteristiche particolari di un ordine e i principi di migliore esecuzione.
Nel collocamento/trasmissione di ordini relativi a strumenti finanziari OTC che includono strumenti finanziari personalizzati, Rigsave verificherà l’equità del prezzo proposto al Cliente raccogliendo i dati di mercato impiegati nella stima del prezzo dello strumento finanziario e, laddove possibile, confrontandolo con strumenti finanziari simili o comparabili.
5. Nel collocamento/nella trasmissione degli ordini del Cliente, Rigsave si assicura che gli ordini vengano eseguiti per conto del Cliente e che siano prontamente e accuratamente registrati e assegnati. Rigsave colloca/trasmette gli ordini comparabili dei Clienti in successione e con prontezza, a meno che le caratteristiche dell’ordine o le condizioni di mercato prevalenti lo rendano impossibile o qualora l’interesse del Cliente richieda diversamente. Rigsave, nel collocare/trasmettere gli ordini, può aggregare i singoli ordini dei clienti quando sussistano le condizioni previste dall’art. 68 del Regolamento UE 565/2017 e nel rispetto delle medesime e cioè:
a) è improbabile che l’aggregazione degli ordini e delle operazioni vada nel complesso a discapito di uno dei clienti i cui ordini sono aggregati;
b) ciascun cliente per il cui ordine è prevista l’aggregazione è informato del fatto che l’effetto dell’aggregazione può andare a suo discapito in relazione ad un particolare ordine;
c) è stabilita e applicata con efficacia una strategia di assegnazione degli ordini che prevede un’assegnazione equa degli ordini e delle operazioni aggregati, compresi il modo in cui il volume e il prezzo degli ordini determinano le assegnazioni e il trattamento delle esecuzioni parziali.
6. Rigsave monitora l’esecuzione degli ordini da parte di tutte le controparti negozianti, dandone man mano approvazione. Rigsave effettua riconciliazioni regolari tra le proprie registrazioni contabili e quelle delle terze parti che detengono i beni di pertinenza del Cliente (somme di denaro e strumenti finanziari).
7. Rigsave monitorerà e revisionerà periodicamente, con cadenza almeno annuale, la propria Transmission Policy per identificare e, dove necessario, correggere eventuali mancanze. In particolare, Rigsave valuterà periodicamente se le sedi di esecuzione selezionate assicurino il miglior risultato possibile per il Cliente o se siano necessarie delle modifiche agli accordi con gli intermediari negoziatori.
Il Cliente dichiara di aver ricevuto, a titolo di informativa precontrattuale copia del presente documento informativo, ivi compresi i relativi allegati, di averlo letto disponendo di un tempo adeguato e di averne compreso i contenuti.
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