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<.. image(Document Cover Page. Document Number: 8845/24. Subject Codes: CLIMA 165 ENV 417 ENER 182 TRANS 201 AGRI 338 ECOFIN 441 COMPET 424 IND 214 MI 403. Heading: NOTA DI TRASMISSIONE. Originator: Segretaria generale della Commissione europea, firmato da Xxxxxxx XXXXXX, direttrice. Recipient: Xxxxxxx XXXXXXXX, segretaria generale del Consiglio dell'Unione europea. Subject: COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI I dialoghi sulla transazione pulita - Un bilancio Un'industria europea forte per un'Europa sostenibile. Commission Document Number: COM(2024) 163 final. Preceeding Document Number: Not Set. Location: Bruxelles. Date: 11 aprile 2024. Interinstitutional Files: Not Set. Institutional Framework: Consiglio dell'Unione europea. Language: IT. Distribution Code: PUBLIC. GUID: 5135218504542609839_0) removed ..>
Consiglio dell'Unione europea
Bruxelles, 11 aprile 2024 (OR. en)
8845/24
CLIMA 165
ENV 417
ENER 182
TRANS 201
AGRI 338
ECOFIN 441
COMPET 424
IND 214
MI 403
NOTA DI TRASMISSIONE
Origine: Segretaria generale della Commissione europea, firmato da Xxxxxxx XXXXXX, direttrice
Data: 11 aprile 2024
Destinatario: Xxxxxxx XXXXXXXX, segretaria generale del Consiglio dell'Unione europea
n. doc. Comm.: COM(2024) 163 final
Oggetto: COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO,
AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
I dialoghi sulla transazione pulita - Un bilancio Un'industria europea forte per un'Europa sostenibile
Si trasmette in allegato, per le delegazioni, il documento COM(2024) 163 final.
All.: COM(2024) 163 final
8845/24 sg
TREE.1.A IT
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 10.4.2024
COM(2024) 163 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
I dialoghi sulla transazione pulita - Un bilancio Un'industria europea forte per un'Europa sostenibile
IT IT
1. INTRODUZIONE
Trasformare l'Europa in un'economia pulita, efficiente sotto il profilo delle risorse, equa e competitiva era una delle priorità fondamentali indicate dalla Commissione all'inizio del suo mandato. Per conseguire questo obiettivo e trasformare l'Europa nel primo continente a impatto climatico zero, nel 2019 la Commissione ha presentato il Green Deal europeo. L'iniziativa è stata seguita da una serie di proposte concrete, la maggior parte delle quali è stata ora sancita dalla legislazione. Nel 2023 la Commissione ha quindi pubblicato un piano industriale del Green Deal. Ora è necessario indirizzare gli interventi verso la definizione di modalità di attuazione mirate.
In tale contesto la Commissione europea ha assunto un chiaro impegno a fare dell'Europa un luogo e una destinazione attrattivi sul piano economico, con una solida base manifatturiera interna fondata su catene di approvvigionamento diversificate per le materie prime strategiche e i relativi input. Se assortita di corrette politiche di accompagnamento, la transizione dell'Europa verso la neutralità climatica e l'economia circolare permetterà di creare crescita pulita, nuovi modelli economici e mercati, posti di lavoro di alta qualità e sviluppo tecnologico. Nel 2022 le emissioni nette totali di gas a effetto serra sono risultate inferiori del 32,5 % rispetto al 19901, mentre l'economia è cresciuta del 67 %2 e, grazie all'ETS europeo, solo nell'ultimo decennio sono stati generati oltre 175 miliardi di EUR di entrate. In futuro l'UE dovrà necessariamente mobilitare investimenti e generare una crescita economica significativa. A tal fine rimane essenziale preservare e promuovere il mercato unico dell'UE.
I recenti sviluppi a livello geopolitico hanno reso ancora più evidente la necessità di un'economia pulita, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. L'aggressione russa all'Ucraina ha evidenziato la necessità di migliorare la resilienza e ridurre la dipendenza da partner inaffidabili.
Anche l'invito generale formulato dalla COP28 di abbandonare i combustibili fossili e l'impegno assunto a livello mondiale di triplicare la capacità di energia rinnovabile e di raddoppiare il tasso di efficientamento energetico entro il 2030 hanno dimostrato l'impegno a livello internazionale verso la transizione pulita e la necessità che l'Europa prosegua in questa direzione. Grazie a una corretta serie di politiche l'Europa trarrà beneficio dalla diffusione a livello mondiale delle energie e tecnologie pulite. Ponendosi all'avanguardia degli interventi internazionali finalizzati a sviluppare le energie rinnovabili e altre tecnologie pulite, l'UE continuerà a contribuire alla transizione verde e pulita a livello mondiale, anche attraverso la strategia di investimento del Global Gateway e le relazioni commerciali.
2. I DIALOGHI SULLA TRANSIZIONE PULITA
L'industria europea ha un ruolo fondamentale da svolgere nella transizione dell'economia europea. Allo stesso tempo è messa sotto pressione dal peggioramento del contesto geopolitico, economico e di sicurezza. La situazione è resa più grave dagli interventi di alcuni paesi terzi,
1 Relazione 2023 sull'azione dell'UE per il clima.
2 Stime tratte dalla banca dati AMECO (Commissione europea, DG ECFIN), PIL reale.
come le ingenti sovvenzioni e i requisiti di contenuto locale, che possono comportare una concorrenza sleale e distorsioni degli scambi. Un chiaro esempio ne è la diffusione di tecnologie a zero emissioni nette, che sono al centro di forti interessi geostrategici e di una corsa tecnologica globale, per le quali una giusta combinazione di politiche e investimenti è fondamentale per il futuro dell'Europa. Gli elevati costi dell'energia nell'UE, l'accesso insufficiente ai finanziamenti, la ridotta diffusione delle nuove tecnologie, la scarsa tolleranza delle imprese in caso di insuccesso e gli indebiti oneri normativi e burocratici rappresentano gravi rischi per la sostenibilità competitiva dell'industria europea.
Per rispondere a tali preoccupazioni e migliorare la collaborazione della Commissione con l'industria e le parti sociali, nel discorso sullo Stato dell'Unione del 2023 la presidente von der Leyen ha annunciato una serie di dialoghi sulla transizione pulita3, il cui obiettivo principale è sostenere l'industria nella costruzione dei modelli imprenditoriali per la decarbonizzazione dell'economia. La presente comunicazione fa il punto su questi dialoghi e fornisce un contributo per i filoni d'azione che possono contribuire a un approccio industriale rafforzato per un'Europa sostenibile.
I dialoghi, come pure il vertice delle parti sociali di Val Duchesse4 e le discussioni al vertice industriale di Anversa5, hanno dimostrato che l'industria e le parti sociali sono fortemente impegnate a conseguire gli obiettivi climatici e a dare forma e attuare il Green Deal europeo. Hanno inoltre dimostrato il fermo impegno dell'industria dell'Unione a prosperare in Europa e a generare crescita grazie all'accesso ai mercati globali e a catene del valore diversificate.
Allo stesso tempo i portatori di interessi hanno espresso crescenti preoccupazioni per la mancanza di condizioni eque di concorrenza a livello mondiale, i rischi di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e l'accesso insufficiente ai finanziamenti. Dai dialoghi è emerso che gli strumenti strategici dovrebbero essere modulati per venire in contro a tali preoccupazioni. I partecipanti hanno inoltre sottolineato la necessità di migliorare la giustificazione economica di un sistema produttivo competitivo ed efficiente sotto il profilo delle risorse e l'importanza del mercato unico e degli incentivi di mercato, in aggiunta agli obiettivi e alla regolamentazione. Le parti sociali hanno sottolineato l'importanza di garantire l'equità sociale della transizione, di creare posti di lavoro di qualità e di prevederne gli effetti sulle persone, sui consumatori e sulla forza lavoro, nonché la necessità di rafforzare un dialogo sociale strutturato anche nella definizione delle politiche industriali.
Le considerazioni esposte confermano la necessità di un approccio industriale rafforzato, basato sulla strategia industriale dell'UE e sul piano industriale del Green Deal, che consenta all'Europa di conseguire contemporaneamente tre obiettivi: la neutralità climatica entro il 2050, una maggiore competitività e resilienza dell'industria e una transizione socialmente equa e inclusiva.
3 Di seguito sono elencati i dialoghi sulla transizione pulita che hanno già avuto luogo: 10 ottobre 2023: idrogeno; 30 novembre 2023: intensità energetica; 22 febbraio 2024: tecnologie pulite; 23 febbraio 2024: materie prime critiche; 26 febbraio 2024: infrastrutture per il Green Deal; 14 marzo 2024: foreste e proprietari di foreste; 15 marzo 2024: città; 22 marzo 2024: siderurgia; 8 aprile 2024: mobilità pulita.
4 xxxxx://xxxxxxxxxx.xxxxxx.xx/xxxx/xxx-xxxxxxxx-xxxxxx-xx-xxx-xxxxxx-xxxxxxxx-xxxxxx-xxxxxxxxxxxxx-xxxxxx- dialogue-2024-01-31_it
5 xxxxx://xxxxxxx-xxxxxxxxxxx.xx/
I dialoghi hanno messo in luce alcuni filoni di azione che contribuiranno a tale approccio industriale rafforzato: 1) un quadro normativo efficace e semplificato che consenta alle imprese di realizzare la transizione; 2) un intervento sui prezzi dell'energia; 3) infrastrutture moderne;
4) un accesso più agevole ai finanziamenti e 5) un mercato unico più forte in un contesto competitivo a livello mondiale.
3. UN'ATTUAZIONE E UNA SEMPLIFICAZIONE EFFICACI PER OTTENERE RISULTATI
L'UE ha elaborato il quadro politico e normativo per conseguire gli obiettivi per il 2030 e mantenere l'Europa sulla buona strada per realizzare la neutralità climatica e un'economia sostenibile entro il 2050. Un quadro normativo chiaro crea stabilità e prevedibilità, elementi fondamentali per stimolare gli investimenti, in particolare nelle tecnologie a zero emissioni nette. Nel momento in cui la transizione pulita entra nella fase di attuazione, l'attenzione deve essere rivolta a un'applicazione rapida e uniforme del quadro concordato in tutti gli Stati membri dell'UE, anche mediante l'aggiornamento e il monitoraggio dei piani nazionali per l'energia e il clima.
Misurare significa fare. Sulla base delle sue varie relazioni e quadri di valutazione sul mercato unico e la competitività, e senza creare nuovi obblighi di comunicazione per l'industria, la Commissione pubblicherà su una piattaforma dedicata una serie limitata di indicatori fondamentali per monitorare, misurare e presentare in modo chiaro il livello di competitività del mercato unico e i progressi verso la transizione industriale pulita. La piattaforma riguarderà ambiti quali la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e fattori abilitanti quali la creazione di posti di lavoro e una forza lavoro qualificata, in particolare nelle industrie ad alta intensità energetica, i costi dell'energia, l'efficienza energetica, la diffusione di fonti di energia e combustibili a zero e a basse emissioni di carbonio come pure lo sviluppo delle infrastrutture e la circolarità. Potrà inoltre utilizzare le informazioni riguardanti i progressi conseguiti nella definizione di parametri di riferimento per la capacità produttiva e di riutilizzo sul piano interno nei settori contemplati dalla normativa sull'industria a zero emissioni nette e sulle materie prime critiche, la mobilitazione di investimenti per finanziare la transizione pulita e la diversificazione delle catene di approvvigionamento nei settori strategici. Tale panoramica aiuterà i responsabili politici a decidere le azioni necessarie per migliorare e accelerare l'applicazione del quadro concordato, sostenendo in tal modo l'industria nel suo ruolo guida verso la transizione6.
Alla luce del quadro legislativo completo adottato nel corso del presente mandato, la Commissione fornirà orientamenti per facilitare l'applicazione della legislazione dell'UE a sostegno dell'industria, dei paesi terzi e degli Stati membri, in particolare quelli con una capacità amministrativa più debole o con problemi specifici in materia di pianificazione territoriale, affinché possano conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo.
La facilità di fare impresa nel mercato unico favorisce il conseguimento della transizione. Nell'ambito dello strumento relativo agli ostacoli al mercato unico e dello sportello digitale
6 Si noti che anche i risultati dell'Osservatorio europeo degli ecosistemi industriali (SWD (2024) 77 final) possono fornire un'ulteriore base per un'azione politica basata su dati concreti.
unico, la Commissione istituirà una piattaforma digitale dedicata per individuare in modo più chiaro gli ostacoli nel mercato unico, in particolare quelli che frenano la diffusione di tecnologie pulite nel continente. I soggetti industriali, le parti sociali e gli altri portatori di interessi possono utilizzare queste informazioni per suggerire possibili miglioramenti del quadro normativo vigente, per rimuovere le barriere che rallentano gli investimenti e ostacolano la dimensione economica dei loro progetti o per segnalare incoerenze normative. La piattaforma, che opererà su base volontaria, non creerà nuovi obblighi di comunicazione per l'industria.
Allo stesso tempo, la Commissione continuerà ad applicare la legislazione europea per creare un mercato unico con procedure semplici per le imprese, anche adottando misure correttive seguite, ove necessario, da procedure di infrazione.
La semplificazione del quadro attraverso l'eliminazione degli oneri normativi indebiti dovrebbe costituire un impegno costante dell'Europa. La Commissione in carica perseguirà un'ulteriore riduzione degli oneri e la continuazione delle azioni in corso, come la riduzione del 25 % degli oneri derivanti dagli obblighi di comunicazione, senza tuttavia compromettere i propri obiettivi strategici. La Commissione ha compiuto progressi grazie alle 41 iniziative per razionalizzare gli obblighi di comunicazione presentate nel programma di lavoro per il 2024. Per sostenere questi interventi e preparare il terreno per azioni future, la Commissione ha elaborato piani di razionalizzazione mirati, che saranno presentati nella prossima indagine annuale sugli oneri. La Commissione valuterà inoltre la possibilità di utilizzare meglio la digitalizzazione e le nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale e i dati geospaziali, per verificare in quali circostanze le comunicazioni delle imprese possano essere sostituite da dati ottenuti con altri mezzi, riducendo così gli oneri per le stesse7.
La Commissione aiuterà l'industria a colmare il deficit di competenze8, che rappresenta un serio ostacolo per la transizione pulita9. A tal fine è necessaria una forte attenzione da parte degli Stati membri per individuare tale deficit e collaborare con l'industria e le parti sociali al fine di intraprendere azioni volte a porvi rimedio in conformità del piano d'azione per rispondere alle carenze di manodopera e competenze10.
Un quadro favorevole, efficace e semplificato per un'economia competitiva e sostenibile inizia spesso a livello locale e regionale. Le città svolgono un ruolo fondamentale per conseguire gli obiettivi del Green Deal sul campo, come dimostrato dal Patto dei sindaci e dalla missione dell'UE sulle "Città intelligenti e a impatto climatico zero", che vede la partecipazione di 100 città (in rappresentanza del 12 % della popolazione dell'UE) impegnate a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Per accelerare l'attuazione del Green Deal e promuovere la solidità industriale dell'Europa, la Commissione continuerà a lavorare per individuare le catene del valore fondamentali, i mercati guida e le opportunità di aggregazione della domanda con
7 In questa fase di transizione lo sportello digitale unico continuerà ad agevolare la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, garantendo in tutti gli Stati membri una piattaforma centralizzata per accedere alle informazioni, alle procedure amministrative e all'assistenza.
8 Nell'ambito del patto europeo per le competenze, 3,5 milioni di lavoratori sono già stati formati per garantire che la transizione verde e digitale crei posti di lavoro di qualità in Europa.
9 L'UE ha già messo a disposizione 5,8 miliardi di EUR per ingenti investimenti nelle competenze e nei posti di lavoro verdi.
10 COM(2024) 131 final del 20 marzo 2024
un forte ancoraggio a livello regionale e locale, facendo leva sugli investimenti nella decarbonizzazione della politica di coesione negli Stati membri e nelle regioni dell'UE.
Questo approccio collaborativo continuerà a essere sostenuto da alleanze industriali.
4. ENERGIA PULITA ABBONDANTE E A PREZZI ACCESSIBILI
I partecipanti ai dialoghi hanno sottolineato che la garanzia di un approvvigionamento, abbondante e a prezzi accessibili di energia a zero e a basse emissioni di carbonio è una condizione fondamentale per accelerare la decarbonizzazione dell'economia dell'UE e preservare la competitività dell'industria europea. Per raggiungere tale obiettivo, e nel pieno rispetto del diritto degli Stati membri di stabilire il rispettivo mix energetico, l'Europa avrà bisogno di tutte le fonti energetiche a zero e a basse emissioni di carbonio e di tutte le tecnologie di flessibilità, nonché di mercati dell'energia efficienti e integrati. Grazie al miglioramento dell'efficienza energetica e alla diffusione di prodotti sostenibili ed efficienti è possibile continuare a ridurre i costi dell'energia e garantire una transizione efficace sotto il profilo dei costi.
Gli sforzi senza precedenti dei cittadini, dell'industria, degli Stati membri e dell'UE hanno consentito di stabilizzare la situazione sul mercato dell'energia dell'UE11. Tuttavia, i prezzi dell'energia continuano a incidere sulla competitività dell'industria dell'UE. I prezzi al dettaglio dell'energia elettrica industriale nell'UE sono da 2 a 3 volte più elevati rispetto agli Stati Uniti (dal 2021 al 2023), mentre storicamente la differenza era compresa tra 1,5 e 2 volte. I prezzi del gas sono da 3 a 6 volte superiori a quelli degli Stati Uniti, mentre storicamente la differenza era compresa tra 2 e 3 volte. Questa situazione impone una discussione approfondita con la partecipazione di tutte le istituzioni dell'UE, degli Stati membri e dei portatori di interessi per definire in che modo l'Europa possa introdurre l'energia pulita eliminando di pari passo gradualmente i combustibili fossili in modo accessibile e competitivo, in particolare premiando i pionieri dell'energia pulita e dell'efficienza energetica e ovviando nel contempo alle possibili carenze di finanziamenti in caso di fallimento del mercato.
I dialoghi hanno riconfermato che questa situazione va a beneficio delle industrie ad alta intensità energetica, ma anche dei settori delle tecnologie pulite e dei trasporti12, entrambi fondamentali per stimolare la crescita e creare posti di lavoro in Europa. In effetti alcuni settori industriali e dei trasporti hanno chiesto l'adozione di ulteriori misure innovative e transitorie
11 I prezzi del gas e dell'energia elettrica si stanno gradualmente avvicinando ai livelli dell'estate 2021, mentre la dipendenza dell'UE dal gas russo è scesa dal 45 % nel 2021 al 15 % nel 2023. L'UE ha diversificato l'approvvigionamento di gas e ha ridotto la domanda di energia.
12 Il successo della transizione verso una mobilità sostenibile dipende dall'accesso all'energia pulita e alle materie prime. In particolare, i settori marittimo e aeronautico avranno bisogno di quantità considerevoli di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come sostenuto dall'alleanza industriale per la catena del valore dei carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Lo sviluppo della produzione di tali combustibili permetterà di diversificare l'approvvigionamento energetico dell'UE, migliorandone nel contempo la competitività industriale. L'UE garantirà una costante prevedibilità normativa per incentivare gli investimenti nella produzione delle materie prime necessarie per aumentare la presenza di tali combustibili innovativi sul mercato europeo nel prossimo decennio.
per garantire energia a prezzi più bassi e, nel contempo, certezza ai produttori di energia attraverso prelievi di lungo termine. I partecipanti hanno inoltre osservato che una riduzione delle tariffe di rete a carico delle industrie ad alta intensità energetica che perseguono strategie di decarbonizzazione potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici. In futuro ciò potrebbe richiedere una discussione a livello europeo sulle metodologie di fissazione delle tariffe di rete, con particolare attenzione alle industrie ad alta intensità energetica, in linea con l'acquis dell'UE. I partecipanti hanno sottolineato l'importanza di intraprendere ulteriori azioni a livello dell'UE per agevolare la produzione e la diffusione di combustibili alternativi sostenibili.
I benefici della transizione energetica si concretizzeranno pienamente solo quando le tecnologie a zero e a basse emissioni di carbonio avranno sostituito in modo più stabile i combustibili fossili e quando saranno stati completati significativi investimenti nelle reti, nello stoccaggio e nella flessibilità. È necessario accelerare la diffusione di tutte le fonti di energia a zero o basse emissioni di carbonio. Gli Stati membri dovrebbero valorizzare appieno il potenziale offerto dalle nuove norme, anche recependo rapidamente la direttiva sulle energie rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli alla conclusione di accordi di compravendita di energia elettrica e accelerando il rilascio delle autorizzazioni per le energie rinnovabili e le relative connessioni alla rete e produzione. Per valorizzare questo potenziale potrebbe essere necessario rafforzare la capacità amministrativa, anche garantendo personale e finanziamenti adeguati alle autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni. Lo strumento di sostegno tecnico è a disposizione degli Stati membri per aiutarli a migliorare i sistemi di autorizzazione. Allo stesso tempo, per quanto riguarda la bioenergia a base di legno, è importante attuare i nuovi criteri di sostenibilità per l'uso della biomassa legnosa ed evitare regimi di sostegno che creino effetti distorsivi sul settore della bioeconomia in rapida espansione.
Per affrontare la transizione l'industria ha sollecitato la creazione di cluster industriali13 per collegare i principali impianti e poli di produzione a impianti di generazione a zero e a basse emissioni di carbonio, a impianti di produzione di idrogeno e combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, o a infrastrutture di cattura, stoccaggio, trasporto e utilizzo del carbonio. Il raggruppamento di attività industriali, in linea con le norme dell'UE in materia di concorrenza, potrebbe aiutare i fornitori di tecnologie a zero emissioni nette e di energie rinnovabili a espandere le attività e a migliorarne la sostenibilità commerciale rifornendo diversi clienti industriali all'interno di un cluster, mentre l'industria manifatturiera potrebbe decarbonizzare le attività a un costo inferiore garantendosi l'accesso alle tecnologie pulite e condividendo i costi, creando nel complesso una forte attrattiva commerciale. Inoltre, in linea con le recenti conclusioni della COP e con la proposta della Commissione di revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia, gli Stati membri devono adottare misure volte a eliminare le sovvenzioni per l'uso di combustibili fossili, anche quelle in forma di forma di esenzioni fiscali o aliquote ridotte. Nell'UE le sovvenzioni per i combustibili fossili ammontavano a 56 miliardi di EUR nel 2021 e a 123 miliardi di EUR nel 202214. Oltre la metà
13 Come i distretti dell'idrogeno e i distretti di accelerazione per le tecnologie a zero emissioni nette.
14 xxxxx://xxx.xxx.xxxxxx.xx/xx/xxxxxxxx/xxxxxxxxxx/xxxxxx-xxxx- subsidies#:~:text=Fossil%20fuel%20subsidies%20remained%20relatively,and%20Russia's%20invasion%20of
delle sovvenzioni per i combustibili fossili non ha una data limite prefissata in 19 Stati membri15.
Grafico 1: Sovvenzioni per i combustibili fossili in percentuale del PIL e data di fine prevista
Fonte: Commissione europea.
I partecipanti ai dialoghi hanno invitato gli Stati membri a riconsiderare il livello di imposte e prelievi sull'energia, compresa l'energia elettrica. Una loro riduzione potrebbe far diminuire i prezzi dell'energia elettrica di circa 10-20 EUR/MWh in media per i clienti industriali nell'UE, con un notevole potenziale aggiuntivo negli Stati membri in cui le imposte sono a un livello elevato. Allo stesso tempo la tassazione dell'energia ha una correlazione diretta con il sostegno alla transizione verde in quanto invia i corretti segnali di prezzo e fornisce i giusti incentivi per un consumo e una produzione sostenibili. Le eventuali modifiche in questo ambito dovrebbero essere concepite in piena coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione e tenendo conto di eventuali impatti distributivi e di bilancio.
15 Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Svezia e Ungheria.
Grafico 2: Prezzi dell'energia elettrica – quota di imposte e prelievi
Media di imposte/prelievi sul prezzo dell'energia elettrica nel primo semestre del 202316
Fonte: EUROSTAT (nrg_pc_205)- Prezzi dell'energia elettrica per i consumatori non domestici - Fascia IC
5. INFRASTRUTTURE MODERNE COME COLONNA PORTANTE DELL'INDUSTRIA
Le infrastrutture energetiche, digitali e di trasporto sono fondamentali per la sicurezza economica dell'Europa e per la competitività a lungo termine della sua industria. La portata della sfida da affrontare, tuttavia, è senza precedenti. Solo in questo decennio la capacità di trasmissione transfrontaliera di energia elettrica dovrebbe raddoppiare. Per soddisfare il crescente parco veicoli a emissioni zero, è necessario, entro il 2025 (e avendo come parametro di riferimento il 2020) quadruplicare le infrastrutture di ricarica elettrica accessibili al pubblico e creare ulteriori infrastrutture di rifornimento di idrogeno17. Per collegare l'infrastruttura di mobilità elettrica e altri utenti della rete è necessario ammodernare e ampliare in modo sostanziale le infrastrutture elettriche, in particolare a livello di distribuzione. Il 40 % delle reti di distribuzione nell'UE ha più di 40 anni, chiaro segnale della necessità di investire urgentemente in soluzioni intelligenti e flessibili e di espansione
16 Valori negativi indicano che il prezzo dell'energia elettrica al netto di imposte e prelievi è inferiore rispetto al periodo precedente a causa delle sovvenzioni concesse dagli Stati membri mediante agevolazioni fiscali e/o delle metodologie di contabilità fiscale negli Stati membri.
17 Comunicazione della Commissione: Un piano strategico di attuazione per delineare una serie di azioni supplementari a sostegno della rapida realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, xxxxx://xxx- xxx.xxxxxx.xx/xxxxx-xxxxxxx/xx/XXX/?xxxxXXXXX%0X00000XX0000.
della rete18. Occorre ridurre la durata della pianificazione, delle gare d'appalto e delle procedure autorizzative per tali investimenti. I ritardi nello sviluppo delle infrastrutture comportano costi molto elevati (miliardi di euro), a causa in particolare della riduzione della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell'aumento dei prezzi dell'energia.
L'UE già sostiene lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per la transizione pulita, ma per garantire un approccio più europeo e il completamento tempestivo degli investimenti necessari, anche nel campo della sicurezza, è necessaria una migliore pianificazione integrata a lungo termine tra energia, trasporti e dati. È urgente che la Commissione, gli Stati membri, gli enti locali e regionali, i gestori delle reti, i soggetti industriali, le autorità di regolamentazione e le istituzioni finanziarie attuino tra di loro un coordinamento più stretto. La Commissione analizzerà e, se del caso, adeguerà i formati esistenti per offrire una piattaforma che assicuri un'interazione regolare e diretta con tutti i soggetti fondamentali, concentrandosi su progetti infrastrutturali concreti, compresi quelli a livello intersettoriale.
I partecipanti hanno messo in rilevo la forte discrepanza tra gli elevati costi di investimento iniziali per sviluppare le infrastrutture e i fondi disponibili. Gli investimenti privati non sono stati sufficientemente mobilitati. Date le risorse limitate degli strumenti pubblici di finanziamento, quali il meccanismo per collegare l'Europa, il sostegno pubblico dovrebbe essere ben mirato e concepito per attirare gli investimenti privati. Per quanto riguarda l'energia la Commissione intensificherà le discussioni con l'industria, le autorità nazionali di regolazione, i gestori dei sistemi e le parti sociali per valutare in che modo le soluzioni di flessibilità e la gestione della domanda possano integrare efficacemente gli investimenti nelle infrastrutture e ridurre la spesa in conto capitale e in che modo gli utenti della rete, in particolare i produttori di energia elettrica, possano contribuire al finanziamento degli investimenti necessari, evitando nel contempo ulteriori pressioni sui prezzi dell'energia. Per quanto riguarda i trasporti, la combinazione di sovvenzioni e prestiti nell'ambito dello strumento per l'infrastruttura per i combustibili alternativi del meccanismo per collegare l'Europa può servire a stimolare gli investimenti, limitando nel contempo le distorsioni della concorrenza nel mercato interno. Le sinergie tra gli investimenti nei settori dell'energia e dei trasporti per facilitare il finanziamento delle infrastrutture potrebbero essere oggetto di ulteriore valutazione.
Nel contesto della sua ambiziosa agenda per le infrastrutture pulite, l'UE dovrebbe rimanere all'avanguardia mondiale nella produzione di cavi, condotte, turbine, elettrolizzatori, trasformatori e tecnologie di ricarica e rifornimento dei veicoli e di altri componenti chiave. A tal fine sarà determinante la rapida attuazione del piano d'azione per le infrastrutture di rete, comprese la visibilità a lungo termine dei progetti e le specifiche comuni dei prodotti. La Commissione valuterà pertanto la possibilità di sostenere l'industria nella standardizzazione della domanda di cavi, condotte e tecnologie necessari per sviluppare la rete energetica. I requisiti di resilienza applicabili agli appalti e alle aste contribuiranno a creare la domanda di apparecchiature e componenti prodotti nell'UE che soddisfino standard elevati per l'uso nello sviluppo delle infrastrutture.
18 Comunicazione della Commissione: Infrastrutture di rete: il collegamento mancante - Piano d'azione dell'UE per le infrastrutture di rete, xxxxx://xxx-xxx.xxxxxx.xx/xxxxx-xxxxxxx/XX/XXX/?xxxxXXXXX:00000XX0000.
6. SBLOCCARE I FINANZIAMENTI PER LA TRANSIZIONE
La comunicazione sul traguardo climatico dell'UE per il 204019 e la relativa valutazione d'impatto stimano a circa 1 500 miliardi di EUR all'anno, tra il 2031 e il 2050, il costo totale degli investimenti associati ai settori economici necessari per la transizione pulita nel suo complesso. Dato che una quota significativa di tale importo andrebbe messa in conto anche in assenza di una transizione pulita, gli investimenti aggiuntivi risulterebbero inferiori20 (660 miliardi all'anno, secondo le stime). 21
Il settore privato continuerà a svolgere un ruolo guida per quanto riguarda gli investimenti nella transizione pulita e nell'espansione delle imprese innovative. Per aumentare i finanziamenti all'economia pulita europea sono necessari il rafforzamento dell'Unione dei mercati dei capitali e la mobilitazione del capitale di rischio, dei fondi pensione, del private equity e dei fondi sovrani. Meno del 30 % dei finanziamenti delle imprese europee proviene da titoli azionari e obbligazionari negoziabili, rispetto a quasi il 70 % per le imprese statunitensi22. Un'Unione dei mercati dei capitali profonda e integrata potrebbe, secondo alcune stime, generare 470 miliardi di EUR all'anno di investimenti, anche nella transizione pulita23. La Commissione continuerà a migliorare l'utilizzabilità del quadro per la finanza sostenibile al fine di massimizzarne l'impatto. Strumenti quali la certificazione degli assorbimenti di carbonio o i crediti per la biodiversità possono promuovere nuovi modelli imprenditoriali e premiare i portatori di interessi che individuano soluzioni basate sulla natura. I partecipanti ai dialoghi hanno sottolineato la necessità di ridurre il costo della raccolta di capitali, diversificare le opzioni di finanziamento per le imprese, proporre nuovi strumenti finanziari innovativi e agevolare gli investimenti transfrontalieri.
Una più ampia disponibilità di strumenti di condivisione dei rischi è e continuerà a essere necessaria; si tratta di un settore in cui la Banca europea per gli investimenti (BEI) può svolgere un ruolo significativo, date le sue notevoli disponibilità e la sua capacità di attrarre banche e investitori privati. A livello nazionale dovrebbero essere valorizzate le banche nazionali di promozione. La Commissione valuterà in che modo gli strumenti di condivisione del rischio, le garanzie, i crediti e le assicurazioni messi a disposizione dagli Stati membri, ad esempio attraverso le agenzie per il credito all'esportazione, possano rivelarsi efficaci sotto il profilo dei costi per sostenere la transizione pulita del settore, rimediare ai fallimenti del mercato e garantire un accesso supplementare ai finanziamenti privati.
19 COM(2024) 63 final.
20Una parte significativa di tali costi dovrebbe infatti essere sostenuta anche in assenza della transizione pulita, benché in quel caso la struttura delle spese sarebbe diversa. Ad esempio, gli investimenti nel sistema energetico saranno finalizzati ad aumentare la produzione interna decentrata di energia rinnovabile anziché a pagare il costo dei combustibili fossili importati.
21 Valutazione d'impatto che accompagna la comunicazione sul traguardo climatico per il 2040, combinando gli investimenti aggiuntivi nel sistema energetico (produzione e utilizzatori di energia) e ulteriori investimenti nel settore dei trasporti.
22 Haver Analytics e calcoli del personale dell'FMI. xxxxx://xxx.xxx.xxx/-/xxxxx/Xxxxx/Xxxx/Xxxxxx/0000/xxx- background-note-on-cmu-for-eurogroup.ashx.
23 New Financial: Driving growth: how EU capital markets can support a post-Covid recovery, xxxxx://xxxxxxxxxxxx.xxx/xxxxxx-xx-xxxxxxx-xxxxxxx-x-xxxx-xxxxx-xxxxxxxx/.
La Commissione dovrebbe rafforzare il coinvolgimento politico e il dialogo con i soggetti istituzionali, tra cui la BEI, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), le istituzioni finanziarie internazionali e le banche private per garantire condizioni favorevoli alla rapida mobilitazione dei finanziamenti privati, comprese le garanzie per gli investimenti, e assicurare così l'afflusso dei nuovi capitali urgentemente necessari per la transizione pulita.
Anche con un maggiore coinvolgimento dei mercati privati, è probabile che in alcuni settori continueranno a verificarsi fallimenti del mercato, imponendo una valutazione sulle modalità per rendere il sostegno finanziario pubblico più forte, mirato e innovativo. In questo modo potrebbero essere messi a disposizione finanziamenti ponte, realizzando un'efficace condivisione del rischio di investimento, al fine di attirare finanziamenti privati e stimolare investimenti decisivi nelle tecnologie fondamentali per la decarbonizzazione.
Poiché si ritiene che circa il 35 % della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra da conseguire entro il 2050 dipenda da soluzioni che attualmente si trovano solo in fase di dimostrazione o prototipo24, è chiaro quanto siano importanti i finanziamenti per la ricerca e l'innovazione (R &I), anche attraverso Orizzonte Europa, nonché quelli per l'espansione e la diffusione delle soluzioni esistenti.
La Commissione si è impegnata a mobilitare un sostegno senza precedenti di 1 000 miliardi di EUR per la transizione pulita nel periodo 2021-203025. Vi rientrano 578 miliardi di EUR per l'integrazione delle questioni climatiche attinti al bilancio dell'UE e a NextGenerationEU. Nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza oltre 202 miliardi di EUR sono destinati alla transizione climatica, di cui 110 miliardi di EUR alla decarbonizzazione dell'industria e alle tecnologie pulite (compresi 23 miliardi di EUR per iniziative di R&S) e oltre 2 miliardi di EUR allo sviluppo di competenze e posti di lavoro verdi per l'economia pulita. La politica di coesione sostiene la transizione degli Stati membri verso un'economia pulita e climaticamente neutra con una dotazione di 93 miliardi di EUR nel periodo 2021-2027. Il Fondo per una transizione giusta mette a disposizione 19 miliardi di EUR di investimenti specificamente destinati alla trasformazione delle regioni con industrie carbonifere e ad alta intensità di carbonio maggiormente colpite dalla transizione verde. Sebbene la sua capacità sia inferiore rispetto all'elevata domanda dei prodotti che offre, anche il programma InvestEU si è rivelato determinante per mobilitare finanziamenti privati in settori prioritari verdi in cooperazione con le istituzioni pubbliche partner.
Significativi finanziamenti provengono dalla vendita all'asta di quote del sistema di scambio di quote di emissione (ETS). Nell'ultimo decennio le entrate provenienti dal sistema ETS europeo sono ammontate a oltre 175 miliardi di EUR. Dal 2024 al 2030, in funzione del prezzo del carbonio e di altri fattori, l'EU ETS potrebbe generare circa 220 miliardi di EUR e ulteriori 113 miliardi di EUR nel periodo 2027-2030 grazie al nuovo sistema di recente istituzione di scambio di quote di emissione per l'edilizia, il trasporto stradale e altri settori. Nel giugno 2023 la Commissione ha proposto che il 30 % delle entrate generate dallo scambio di quote di emissioni dell'UE confluisca nel bilancio dell'Unione26, contribuendo a finanziarne
24 "Net Zero Roadmap; a global pathway to keep the 1.5°C goal in reach", AIE, aggiornamento del 2023.
25 COM/2020/21 final
26 Sono escluse le entrate per il fondo per l'innovazione, le entrate relative alla dotazione iniziale per il Fondo per la modernizzazione e le quote utilizzate per REPowerEU.
l'orientamento verso gli investimenti sostenibili. Per realizzare investimenti di qualità superiore è necessario un bilancio dell'UE solido; in tale contesto la Commissione auspica rapidi progressi sia per quanto riguarda le modalità innovative di utilizzo dei fondi pubblici per attirare investimenti privati, sia in relazione alla proposta di risorsa propria basata sull'ETS.
Più specificamente, circa il 10 % delle quote ETS rilasciate nel periodo 2021-2030 è destinato ai due programmi di finanziamento faro dell'UE, ossia il Fondo per l'innovazione e il Fondo per la modernizzazione. Gli inviti organizzati nell'ambito del Fondo per l'innovazione hanno un tasso di sottoscrizione fino a 20 volte superiore ai fondi disponibili. Gli industriali hanno segnalato la necessità di aumentare il bilancio del Fondo per l'innovazione e di semplificare ulteriormente le norme, anche per sostenere le scale-up verdi e le start-up in tutti i settori dell'industria, dei trasporti, dell'economia circolare e dell'energia.
Una quota superiore dei proventi dell'ETS potrebbe essere destinata a sostenere la decarbonizzazione. Attualmente gli Stati membri spendono in media circa il 75 % delle entrate per interventi in campo climatico e energetico, che dovranno aumentare al 100 % ai sensi della direttiva ETS riveduta, offrendo ampie opportunità per aumentare il sostegno all'industria.
Grafico 3: Proventi ETS spesi dagli Stati membri per interventi in campo climatico e energetico
In base all'utilizzo comunicato, in milioni di euro
Fonte: Agenzia europea dell'ambiente, xxxxx://xxx.xxx.xxxxxx.xx/xx/xxxxxxxx/xxxxxxxxxx/xxx-xx-xxxxxxxxxx-xxxxxxxx- generated#:~:text=Total%20auctioning%20revenues%20generated%20under,and%20the%20Modernisation%20Fund%20( EUR3.
Anche per quanto riguarda l'accesso ai fondi pubblici, la semplicità è sinonimo di risultati migliori. I partecipanti ai dialoghi hanno sottolineato che l'accesso ai fondi dell'UE è complesso e lungo a causa dei diversi criteri di ammissibilità, delle procedure di domanda e degli adempimenti burocratici. Hanno segnalato la difficoltà di orientarsi tra i diversi fondi dell'UE e nazionali, in particolare per le PMI. Xxxxx invitato l'UE a semplificare e accelerare
l'accesso ai finanziamenti pubblici e a esplorare modalità per collegare i finanziamenti dell'UE ai finanziamenti locali e regionali disponibili, avvalendosi del portale "Funding & Tenders" aggiornato27.
La piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP) è un'iniziativa fondamentale per stimolare gli investimenti nelle tecnologie critiche europee, come le tecnologie digitali, quelle ad elevatissimo contenuto tecnologico, le tecnologie pulite e le biotecnologie, con un potenziale di investimento stimato fino a 50 miliardi di EUR. Tra le priorità della Commissione rientra l'avvio del portale della sovranità STEP nel secondo trimestre del 2024 e il miglioramento delle sue funzionalità nel corso del tempo. Il portale riunirà le informazioni sulle opzioni di finanziamento dell'UE per i settori di investimento STEP e sosterrà i promotori di progetti nell'individuare le migliori opportunità di finanziamento dell'UE per le loro esigenze commerciali. Il prossimo quadro finanziario pluriennale rappresenta un'opportunità per razionalizzare ulteriormente il panorama finanziario dell'UE e rafforzare le sinergie tra i programmi, al fine di sostenere più efficacemente la transizione pulita.
Nell'ambito di questo filone di lavoro, la Commissione valuterà anche come accelerare l'erogazione di sovvenzioni e finanziamenti dell'UE. Il livello medio per quanto riguarda gli impegni e la spesa per l'integrazione delle questioni climatiche nell'ambito dei fondi dell'UE ammonta a circa il 30 % delle dotazioni disponibili per il periodo 2021-2027. Ciò è particolarmente significativo per i progetti relativi alle tecnologie pulite e alla decarbonizzazione, in quanto i lunghi tempi di realizzazione impongono di erogare sovvenzioni e finanziamenti in tempi precoci per garantire che tali investimenti possano ancora contribuire in modo efficace al conseguimento degli obiettivi per il 2030.
Secondo i partecipanti, al fine di semplificare l'accesso ai finanziamenti nazionali e creare economie di scala, gli Stati membri dovrebbero, in linea con le norme in materia di aiuti di Stato, fare maggiore ricorso ai regimi di vendita all'asta come approccio di servizio, come avvenuto per la prima volta nell'ambito dell'asta pilota del 2023 della Banca europea dell'idrogeno, alla quale la Germania ha destinato350 milioni di EUR per l'idrogeno rinnovabile. Si tratta di regimi che rappresentano un modo innovativo per accelerare la diffusione sul mercato di tali tecnologie in tutta l'UE e ridurre gli oneri amministrativi, anche promuovendo significative sinergie per una rapida autorizzazione degli aiuti di Stato per i regimi in questione. La Commissione valuterà in che modo i concetti di vendita all'asta e di sovvenzione come approcci di servizio possano essere estesi ad altri settori strategici, garantendo nel contempo che le aste rimangano sufficientemente competitive, cominciando, ad esempio, dal sostegno annunciato dalla Commissione ai produttori europei delle batterie più sostenibili per un importo di 3 miliardi di EUR per tre anni.
Per quanto riguarda gli aiuti di Stato, i partecipanti ai dialoghi hanno spesso citato l'esempio del quadro temporaneo di crisi e transizione, tra cui le disposizioni che consentono agli Stati membri, in casi eccezionali, di fornire sostegno alle imprese, qualora vi sia un rischio reale di dirottamento degli investimenti al di fuori dell'Europa, con un massimale pari all'importo del sostegno che il beneficiario potrebbe ricevere per un investimento equivalente nell'ubicazione alternativa ("allineamento degli aiuti") o, se inferiore, all'importo necessario per incentivare
27 xxxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxx/xxxxxxx-xxxxxxx/xxxxxxxxxxxxx/xxxxxx/xxxxxx/xxxx
l'impresa a localizzare l'investimento nel SEE ("deficit di finanziamento"). Alcuni partecipanti hanno osservato che l'attuale disciplina degli aiuti di Stato dovrebbe tenere conto in misura maggiore della dimensione esterna, compresi gli impegni e le norme multilaterali vigenti e (eventuali) futuri in materia di sovvenzioni e di un contesto globale in evoluzione per quanto riguarda sicurezza, economia e commercio. La Commissione continuerà ad assicurare che le norme in materia di aiuti di Stato siano adeguate allo scopo alla luce di tutti i fattori pertinenti e in consultazione con tutti i portatori di interessi.
Nel complesso è necessario e urgente coordinare maggiormente i finanziamenti a livello dell'UE, creare economie di scala, migliorare l'allocazione efficiente delle risorse e utilizzare il mercato unico, tenendo conto allo stesso tempo degli obiettivi della politica di coesione per una transizione equa e inclusiva.
7. VALORIZZARE IL MERCATO UNICO PULITO IN UN CONTESTO COMPETITIVO A LIVELLO MONDIALE
La transizione pulita a livello mondiale rappresenta una significativa sfida geostrategica e geoeconomica. Al tempo stesso si tratta di un'opportunità senza precedenti per l'UE se vuole essere uno dei leader che definiranno il mercato globale delle tecnologie pulite prodotte in serie e diventare il più grande mercato sostenibile al mondo. Il mercato delle tecnologie pulite, che si prevede triplicherà fino a raggiungere un valore annuo di circa 600 miliardi di EUR a livello mondiale entro il 203028, offre ampie opportunità commerciali. I partenariati internazionali dell'UE possono sostenere l'industria delle tecnologie pulite dell'UE, comprese le PMI, con l'obiettivo di aprire nuove opportunità commerciali in tutto il mondo. Valorizzando il suo mercato unico, l'UE può mettere in comune la domanda e costruire partenariati strategici internazionali duraturi per garantire un approvvigionamento diversificato di tecnologie pulite.
Il mercato unico è il grande punto di forza dell'UE, in quanto offre la possibilità di agire su vasta scala e promuovere standard elevati anche al di fuori dell'Europa. Sono in corso ulteriori interventi per sostenere la normazione nell'ambito della strategia dell'UE in questo ambito.
Dato che circa 2 000 miliardi di EUR di fondi pubblici, pari al 14 % del PIL, sono spesi ogni anno attraverso le procedure di appalto pubblico, gli appalti pubblici strategici sono uno strumento fondamentale per creare mercati di tecnologie e soluzioni imprenditoriali a zero emissioni nette, circolari e pulite e per premiare le imprese che investono in tecnologie innovative e sostenibili e i cui processi produttivi registrano la migliore impronta di sostenibilità, creando nel contempo posti di lavoro di qualità. Le disposizioni in materia di resilienza e sostenibilità previste dalla legislazione europea29 garantiscono già tali opportunità, cui dovrebbe far seguito una discussione approfondita sul modo in cui gli appalti pubblici possano, nella pratica, avere un ruolo maggiormente strategico per sbloccare gli investimenti necessari a consolidare la sostenibilità competitiva in Europa.
28 xxxxx://xxx-xxx.xxxxxx.xx/xxxxx-xxxxxxx/XX/XXX/XXXX/?xxxxXXXXX:00000XX0000.
29 Ad esempio, il regolamento sull'industria a zero emissioni nette, il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili o il regolamento sui prodotti da costruzione.
Un altro strumento utile è l'acquisto in comune di materie prime strategiche sui mercati mondiali. Sulla base dei risultati positivi ottenuti grazie all'aggregazione della domanda e all'acquisto in comune di contromisure mediche nel settore sanitario e di gas nel settore dell'energia, la Commissione valuterà la possibilità di estendere l'aggregazione della domanda e l'acquisto in comune ad altre merci strategiche, attuando nel contempo il progetto pilota per l'idrogeno nell'ambito della Banca dell'idrogeno e organizzando l'acquisto in comune di materie prime critiche. In questo modo si aiuteranno gli acquirenti europei a garantirsi l'approvvigionamento di queste merci strategiche a prezzi accessibili su un mercato globale, sostenendo così gli interventi dei produttori e dei fornitori europei volti ad aumentare la capacità produttiva e a ridurre i tempi di diffusione delle tecnologie pulite fondamentali. La Commissione esaminerà ulteriori modalità operative per i soggetti dell'industria disposti a impegnarsi in vari modelli di cooperazione, anche attraverso la costituzione di consorzi, per negoziare collettivamente migliori condizioni presso i produttori mondiali, con significative garanzie per incoraggiare il trasferimento dei benefici agli utenti finali e il coinvolgimento delle imprese più piccole nel rispetto delle norme in materia di concorrenza.
Il regolamento sull'industria a zero emissioni nette stabilisce un parametro di riferimento per la capacità di produzione dell'UE di tecnologie a zero emissioni nette al fine di soddisfare quantomeno il 40 % della domanda prevista dell'UE entro il 2030. Gli Stati membri dovrebbero pertanto avvalersi appieno delle nuove disposizioni in materia di procedure autorizzative, criteri diversi dal prezzo negli appalti pubblici, aste relative alla resilienza e aste per le energie rinnovabili. Anche le misure di regolamentazione, comprese le norme in materia di accesso al mercato basate sull'impronta di carbonio, come nel regolamento sulle batterie, o su un mercato unico funzionante per la raccolta e il riutilizzo dei materiali secondari, sono importanti per garantire che i prodotti ottenuti in modo sostenibile acquisiscano una maggiore quota di mercato.
L'UE avrà bisogno di ingenti quantità supplementari di materie prime critiche per soddisfare il fabbisogno delle transizioni pulita e digitale. Per ridurre ulteriormente la dipendenza dell'UE dalle materie prime critiche è necessaria una rapida e piena attuazione della normativa sulle materie prime critiche e dei partenariati strategici concordati e un rafforzamento complessivo dell'economia circolare, valorizzando al massimo le materie e le risorse secondarie.30 L'UE sostiene l'industria nello sviluppo di catene del valore delle materie prime critiche interne e internazionali con partner in paesi terzi. In questo ambito rientra lo sfruttamento delle possibilità offerte dalla strategia Global Gateway e dall'approccio di Team Europa per creare un valore aggiunto per gli investimenti sostenibili nei paesi partner. La Commissione, con il sostegno dell'Alleanza europea per le materie prime, rafforzerà inoltre l'impegno con la BEI, la BERS, i fondi nazionali dedicati, le banche commerciali e le istituzioni finanziarie al fine di aumentare i finanziamenti per i progetti strategici.
30 I materiali rappresentano il 40-60 % dei costi totali dei fattori di produzione per le imprese manifatturiere dell'UE e la diffusa scarsità di risorse ha determinato un aumento dei costi per il 37 % delle imprese, nonché interruzioni della catena di approvvigionamento per un 27 % di esse e rallentamenti della capacità produttiva per un quarto delle imprese industriali oggetto dell'indagine.
Gli scambi commerciali sono uno dei motori fondamentali della competitività dell'UE. L'UE trae forza economica e politica dalla sua posizione di principale operatore commerciale e investitore, visto che con il 16 % delle esportazioni mondiali rappresenta il maggiore esportatore al mondo. L'UE promuove un commercio aperto e basato su regole, da cui trae beneficio. La politica commerciale dell'UE è fondamentale sia per proteggere il mercato unico dal commercio sleale sia per aprire i mercati ai prodotti dell'UE e garantire l'accesso ai fattori di produzione. Può inoltre svolgere un ruolo fondamentale per facilitare gli investimenti nelle materie prime e nell'energia verde nei paesi terzi e garantire che tali prodotti possano essere esportati nell'UE senza restrizioni imposte da paesi terzi. L'industria europea è sottoposta a una pressione crescente, in quanto le condizioni di concorrenza sono sempre più compromesse dalla concorrenza sleale di alcuni paesi terzi e da dipendenze eccessive nei settori strategici. In particolare, regimi di incentivi senza precedenti e un ampio ricorso alle sovvenzioni a favore delle industrie nazionali offrono vantaggi significativi alle imprese stabilite in tali paesi.
La Commissione e gli Stati membri dovrebbero avvalersi pienamente degli strumenti strategici di lotta alla concorrenza sleale a livello globale per garantire condizioni di parità nel mercato interno. Tra essi figura la possibilità che consente alla Commissione, a norma del regolamento sulle sovvenzioni estere, di indagare sulle sovvenzioni concesse da paesi terzi a imprese che esercitano un'attività economica nell'UE e di ovviare, se necessario, agli effetti distorsivi di tali sovvenzioni estere. Analogamente, il regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti (FDI)31 consente di valutare i rischi per la sicurezza di tali investimenti. Gli accordi commerciali dell'UE mirano a promuovere gli investimenti nelle energie rinnovabili, anche attraverso l'accesso alle reti energetiche, al fine di diversificare l'approvvigionamento e consentire l'accesso al mercato nei paesi terzi, preservando nel contempo la sicurezza dell'approvvigionamento.
Dovrebbero essere prese in considerazione e realizzate azioni, comprese misure commerciali, per proteggere l'economia dell'UE dalla concorrenza sleale sui mercati internazionali. In tale contesto è di primaria importanza che l'industria e gli Stati membri notifichino precocemente alla Commissione le potenziali distorsioni delle condizioni di concorrenza da parte di paesi terzi.
Resta essenziale progredire nella fissazione del prezzo del carbonio a livello mondiale. L'UE e gli Stati membri dovrebbero intensificare la collaborazione al fine di convincere altre economie a fissare un prezzo del carbonio. A tal fine, nel febbraio 2024 la Commissione ha istituito una task force con l'obiettivo di condurre più sistematicamente una diplomazia finalizzata alla fissazione del prezzo del carbonio a livello mondiale.
I partecipanti ai dialoghi hanno sottolineato la necessità di garantire la corretta attuazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che ha l'obiettivo di sostenere l'UE nel conseguimento dei suoi obiettivi ambientali. Prima della fine del periodo transitorio, la Commissione effettuerà un ampio riesame di tale meccanismo, compresa una valutazione dei rischi di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio per le merci prodotte nell'Unione e destinate all'esportazione verso paesi terzi. Il riesame riguarderà anche i prodotti a valle e altri
31 Regolamento (UE) 2019/452 che istituisce un quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti nell'Unione.
settori, compresi i trasporti internazionali, che competono a livello mondiale e sono esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
8. CONCLUSIONI
La protezione del clima, la crescita verde e la sostenibilità competitiva vanno di pari passo. Le tecnologie pulite e la produzione sostenibile sono e devono rimanere il vantaggio competitivo dell'UE. È giunto il momento di realizzare e intensificare gli investimenti in una transizione equa, nelle tecnologie pulite e nella produzione sostenibile.
A tal fine è necessario un approccio industriale rafforzato che garantisca agli investitori prevedibilità in un contesto normativo efficace e semplificato, consenta ai soggetti che optano per l'energia e i combustibili puliti di beneficiare di costi competitivi, fornisca le infrastrutture necessarie, sblocchi gli investimenti privati e pubblici, rafforzi il mercato unico e, in ultima analisi, migliori la competitività delle imprese europee e la loro capacità di realizzare il Green Deal europeo. Tutto questo richiederà un approccio più collaborativo attraverso un dialogo intenso con gli Stati membri, le autorità regionali e locali, l'industria e i portatori di interessi.
La Commissione, che continuerà a interagire con l'industria e le parti sociali attraverso i dialoghi sulla transizione pulita, è pronta ad avviare un dibattito approfondito con il Consiglio e il Parlamento sui fattori fondamentali di cui tenere conto e a collaborare in materia con tutti i portatori di interessi.