P E R I O D I C O U I L T E C - A N N O I I - N . 1 1 N O V E M B R E 2 0 1 6
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P E R I O D I C O U I L T E C - A N N O I I - N . 1 0 X X X X X X R E 2 0 1 6
In questo numero
Xxxxx e la fine della prima stagione di globalizzazione
di Xxxxx Xxxxxx
CONTRATTI: Tessile Abbigliamento: adesione alle sciopero
DELL’80%
A pag. 6
FOCUS: Bilateralità
A pag. 11
SPECIALE Conferenza di Organizzazione Uil
A pag. 14
INTERVISTA A XXXXXXXX XXXXXXX
A pag. 23
"Siamo noi a governare la globalizzazione, oppure è la globalizzazione a go- vernarci" ebbe a dire tem- po fa Xxxx' Xxxxxx, quan- do era il Presidente "povero" dell'Uruguay. Oggi la domanda si fa più intrigante dopo la vittoria di Xxxxxx Xxxxx
nelle elezioni presidenziali Usa ed i suoi annunci che attendono però la prova dei fatti come la dichiarata vo- cazione protezio- nista.
In realtà se guardiamo bene a cosa è avvenuto in questi anni ci accorgiamo che la elezione di Xxxxx
si materializza quando la prima fase della globaliz- zazione si era esaurita, dopo i colpi della recessio- ne, le nuove tensioni inter- nazionali, le questioni irri- solte dell'immigrazione e del terrorismo. Non a caso il voto che ha premiato
Xxxxx è frutto di paure e delusioni verso classi diri- genti considerate lontane (Continua a pagina 3)
P A G I N A 2
SOMMARIO
I N D U S T R I @ M O C I Anno II - n.11 - Novembre 2016
EDITORIALE
Xxxxx e la fine della prima stagione di globalizzazione
di Xxxxx Xxxxxx
TESSILE
Tessile-Abbigliamento: adesione allo sciopero dell’80%
In oltre 6000 ai presidi
MANIFATTURIERO
Industrie ceramiche: c’è l’ipotesi di accordo 2016-2019
76€ l’aumento mensile, 2000 il montante in tasca ai lavoratori
di Xxxxxxxx Xxxxxxxx
MANIFATTURIERO
Contratto penne, spazzole e pennelli: siglata ipotesi di accordo 2016-2019
78€ l’aumento complessivo di Xxxxxxxx Xxxxxxxx
ELETTRICO
CCNL Elettrico: è rottura nelle trattativa per il rinnovo. Indette 8 ore di sciopero
Le aziende elettriche provocano, i lavoratori rispondono
di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
FOCUS
Bilateralità: la nuova frontiera di responsabilizzazione delle parti sociali
di Xxxxxxx Xxxxx
SPECI@LE CONF. DI ORGANIZZAZIONE UIL
IX Conferenza di Organizzazione Uil
APPROFONDIMENTO
Di Parigi, Xxxxx e Referendum Costituzionale
de Un groviglio di interessi contrastanti sull’energia
in di Xxxxx Xxxx
fo
INTERVISTA
Xxxxxxxx Xxxxxxx
Quadro del Mercato del Lavoro in ripresa, legge di bilancio equilibrata, industria 4.0 è una
grande sfida di Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxx
I N D U S T R I @ M O C I
(Continua da pagina 1) andata troppo avanti per
tornare all'anno zero in
interessi ed economie
Xxxxx Xxxxxx (Segretario generale Uiltec)
(si pensi al fatto che
e sorde rispetto al clima di incertezza sul futuro che incombe anche sulla socie- tà americana, pure rimanen- do forte e dinamica sul pia- no economico con una cre- scita che viaggia comunque attorno al 2% e la disoccupazione che resta sotto il 5% (valori che in Eu- ropa scarseggiano da un bel po').
Dalla elezione di Xxxxx si può trarre legittimamente la convinzione che la crisi dell'attuale modello di globa- lizzazione fa il paio con l'e- spandersi delle sirene popu- liste mentre appare in declino ancora più marca- to il tradizionale modo di fare politica. Se si vuole es- sere realisti però non si può tacere il fatto che prima o poi si sarebbe arrivati a que- sto punto di snodo, anche se l'epicentro di questo cam- biamento (o involuzione?) si è andato a collocare nella superpotenza per eccellen- za, vale a dire gli Stati Uniti. E' troppo presto per farsi una idea precisa della reale politica di Xxxxx, anche se i motivi di inquietudine sussi- stono tutti, ma non lo è per ragionare sulle prospettive cui potremmo anda- re incontro e che ci riguarda- no da vicino.
La globalizzazione indubbiamente ha cambiato le regole del gioco
che difficilmente tor- neranno quelle di prima non fosse altro per il fatto che la competizione si svi- luppa incessante sul versante del- le innovazioni a tutti i livelli e la integrazio- ne fra economie è
un solo colpo o a seguito di virate politiche od xxxx- xxxxxx.
Ma la globalizzazione ha creato anche problemi giganteschi fra i qua- li l'accresciuta ed incon- trollabile forza della finan- za, uno scena- rio internazionale multipo- lare che spesso sfugge a previsioni attendibili e che vive ad uno stato che potremmo definire perfino "fluido" per i continui mu- tamenti cui è sottoposto, tanto da far pensa- re all'attuale Papa che sia già in atto una sorta di strisciante terza guerra mondiale.
Globalizzazione che ha inoltre determinato l'au- mento esponenziale delle diseguaglianze con la concentrazione della ric- chezza e di poteri sempre meno controllabili con gli strumenti della democra- zia.
Ed ancora, la globalizza- zione ha favorito l'impo- verimento progressivo dei cosiddetti ceti medi cui sta togliendo prerogative e identità. Nel frattem- po però ha intrecciato
la Cina, cui Xxxxx ha dedicato una buone do- se di...freddezza a dife- sa dei prodotti Usa, de- tiene il 10% del debito statunitense) oggi difficili da smantellare anche se probabilmente il com- mercio mondiale è desti- nato ad essere in parte ridisegnato da nuovi vincoli e nuovi compro- messi. Ma il vuoto da colmare riguarda soprat- tutto questioni che di- ventano, specialmente per l'Europa in cui vivia- mo e lavoriamo, crucia- li.
Nell'armamentario di battute infelici di cui è maestro, Xxxxxx ha sprezzantemente liqui- dato Xxxxx giudicandolo uno che non sa nulla del mondo.
Peccato che il sedicente Presidente della Com- missione europea non abbia ancora dimostrato di capire cosa serve all'Europa per non cola- re a picco. Xxxxx, caval- cando in modo avventu- roso il malcontento, al- meno una cosa l'ha ca- pita, ovvero che la fase dell'austerità va cancel- lata definitivamente,
“dalla elezione di Xxxxx si può trarre la convinzione che la crisi dell’attuale modello di globalizzazione fa il paio con
l’espandersi delle sirene populiste mentre appare in declino ancora più marcato il tradizionale modo di fare politica”
mentre Bruxelles continua a colti- vare burocraticamente regole che, sia pure in modo surrettizio, ga- rantiscono ad un presunto rigore ancora il ruolo di gendarme, ottu- so per giunta visto che ad esem- pio l'inflazione, terrore da sempre della Germania, nel frattempo è diventata deflazione.
In questo senso il fatto che l'Europa sia destinata a gio- carsi il futuro dimostrando di saper fare da sola può essere conside- rata una scommessa da far venire i brividi ma diventa ora una neces- sità che assomiglia molto al fa- moso ultimo treno da prendere per evitare una lunga stagione di marginalizzazione. Certamente questa esigenza di cambiare e di trovare nuove forme di coesione, a partire da una nuova cultura politica ed economica, comporta cambiamenti profondi.
A partire dalle politiche europee che in questo periodo mostrano segni evidenti di divisione e di impotenza, finendo con l'apparire in balia delle pulsioni populiste. Cresce la sensazione che le at- tuali classi dirigenti, chi più chi meno, sembrano aver smarrito il compito di saper esprimere auto- revolezza e credibilità, mostrando vera capacità di progettare il futu- ro e ritrovando in tal modo un le- game reale con le popolazio-
ni provate dalla lunga recessione, dalla perdita di diritti che pareva- no acquisiti per sempre sul pian civile e del lavoro, dalla assenza di speranze per una vita migliore. La mancanza del ruolo di un vero, forte riformismo, radicato nella realtà, in questi frangenti si avverte come non mai ed è rap- presentata dal grigiore e dai timori con i quali le forze socialdemocra- tiche in Europa si muovono nei loro Paesi fra perdita di consensi, sudditanze, ricerca frustrante di nuovi leader.
Ma anche sul terreno economico e sociale l'evoluzione inevitabile della globalizzazione pone a tutti domande scomode. Oggi è im- pensabile immaginare che si pos- sa arrivare a quel- la globalizzazione della solidarietà
auspicata da Papa Xxxxxxxxx (chi glielo propone a Xxxxx?), ma resta essenziale evitare che la deregulation complessiva delle nostre società prosegua indistur- bata.
Il movimento sindacale può fare molto in questa direzione. Intan- to continuando ad essere cataliz- zatore di quella coesione sociale che è ben diversa dal populismo che va per la maggiore. Sul piano delle politiche economiche va raf- forzata la capacità di proposta sfuggendo ad un costume che si preoccupa esclusivamente di va- lutare progressi o regressi sulla base di dati contingenti. Si prenda in considerazione la crescita del Pil italiano nel terzo trimestre di questo 2016. Per un verso dimo- stra che l'economia italiana non si rassegna alla stagnazione, ma per un altro mette in mostra la debo- lezza di una ripresa che ci conti- nua a collocare agli ultimi posti della crescita europea. Non va sottovalutato che l'economia italia- na naviga nelle acque basse della deflazione, che il recupero dei livelli occupazionali ha perso slan- cio, che crescono i licenziamenti, che la precarietà continua a dila- gare. Mai come in questo momen- to è fondamentale tracciare un percorso che abbia chiaro il mo- dello di crescita economica e so- ciale da perseguire. Deve finire insomma la fase nella quale ci si contenta di riparare i guasti della crisi e si mettono "toppe" econo- miche e sociali alla situazione. Un
esempio per tutti: il nuo- vo Presidente americano, per logi- che interne, mostra insofferenza per le politiche ambientali ed ener- getiche "pulite".
Noi avremmo invece tut- to l'interesse a potenziare una poli- tica di sviluppo che tenga insie- me energia, chimica verde, tutela dell'ambiente. Se poi davvero la ricetta dell'espansione economica statunitense sarà "più opere infra- strutturali e meno tasse", come non pensare che anche il nostro Paese dovrebbe onorare concreta- mente il debito che ha accumulato con i ritardi in materia di reti e di manutenzione del territorio, non- ché quello con una riforma equa del fisco cominciando a rendere giustizia ai ceti più deboli senza strizzare l'occhio a quelli più ricchi
e apparentemente più potenti. In- dubbiamente poi l'avvento di Xxxxx ed il tramonto della prima epoca della globalizzazione ren- deranno più complessa la tenuta del nostro irrinunciabile destino di Paese manifatturiero.
Un tema che richiederebbe una riflessione che va oltre i 20 miliardi promessi dalla legge di stabilità al progetto di industria 4.0 nei prossi- mi anni. Semmai si dovrà dimo- strare concreta disponibilità da parte delle Istituzioni verso un confronto ampio con tutti gli attori economici e sociali, in grado di recepire davvero le proposte e le osservazioni che emergono ed emergeranno dal mondo del lavo- ro. Così come occorrerà procedere sulla via di nuove relazioni indu- striali senza il timore di imbatterci,
tutti, in problemi che inevitabilmen-
te imporranno cambiamenti .
Ne va il destino della occupazione e del valore lavoro. Dovremmo essere capaci insomma, di andare oltre le illusioni e le delusioni. Pun- tando ad allargare il campo nel quale operare per non farci soffo- care dai mutamenti in atto. Tornare a ragionare da costruttori di una società che invece rischia di ripie- gare su se stessa, mentre l'Europa (di Junker?) si sfarina. Non è que- sto l'orizzonte nel quale vogliamo validare con il nostro impegno la fedeltà alle ragioni della parte del mondo del lavoro più esposto e che ritiene, a ragione, il sindacato un baluardo contro ogni pericolosa forma di declino e di vecchie e nuove ingiustizie sociali.
6 dic 2016 - Bologna | Ristretta per Trattativa rinnovo CCNL CALZATURE |
14 dic 2016 - Milano | Plenaria Trattativa rinnovo CCNL PELLETTERIA |
16 dic 0000 - Xxxxxxx | Trattativa rinnovo CCNL CONCIA |
21 dic 0000 - Xxxxxx | Manifestazione-Assemblea per rottura Trattativa rinnovo CCNL TESSILE |
Tessile-Abbigliamento: adesione allo sciopero dell’80%
In oltre 6000 ai presidi
“anche perché il contratto nazionale non è mai solo frutto
dell’inflazione; ragioniamo di normative, orari,
flessibilità, competitività il tutto all’interno di una grande trattativa che comprende anche il salario”
Ad incrociare le braccia nelle due tran- che (18 e del 21 novembre) di otto ore di sciopero a livello territoriale sono stati oltre l’80% dei lavoratori. I presidi orga- nizzati su tutti i territori hanno visto il coinvolgimento di oltre 6000 persone. E dopo ben 20 anni che non si scioperava nel settore tessile e abbigliamento non era facile raggiungere una partecipazio- ne tale da dare alle aziende un segnale forte. Il segnale che gli oltre 420mila la- voratori interessati dal ccnl non ci stan- no, si schierano a favore del rinnovo del contratto scaduto da oltre otto mesi, di aumenti salariali equi per tutti i dipen- denti, per il rinnovo dei livelli di inquadra- mento, mentre dicono NO alla modifica dell’istituto della malattia, alla riduzione delle ferie, alla modifica peggiorativa della legge 104, allo straordinario obbli- gatorio.
Sì perché i padroni insistono su posizioni che sembrano tutte volte alla riduzione di diritti e salari. Partendo dal fattore sala- riale occorre innanzitutto sottolineare l’intenzione di SMI di proporre una verifi- ca dell’inflazione ex post, ovvero al ter- mine di ogni anni, invece di anticiparla in busta paga così come previsto dall’attua- le modello contrattuale. Un tentativo di introdurre un nuovo modello contrattuale che definisce ex post i minimi e che non dà, all’atto della sottoscrizione, nessuna certezza sugli aumenti.
Sempre sotto il fattore salariale, poi, c’è da aggiungere che gli impresari non solo intendono dunque non riconoscere alcun incremento salariale nel prossimo trien- nio, ma chiedono la restituzione di 72
euro derivanti dallo scostamento tra in- flazione prevista e quella effettiva.
Sotto l’aspetto normativo le aziende in- tendono intervenire sugli istituti contrat- tuali della malattia e delle ferie, mettere mano sulla 104 che regola i permessi retribuiti e il tutto in un settore in cui il 90% dei lavoratori sono donne e con salari tra i più bassi d’Italia: circa di mille euro al mese. Senza contare che in 5 anni sono andati persi 100mila posti di lavoro mentre il fatturato delle aziende è passato da 52 miliardi a 54.
Insomma Xxx vuole un contratto nazio- nale di lavoro con l'aumento di salario solo a livello aziendale. Una vecchia po- sizione di Confindustria che non ha mai portato da nessuna parte. Soprattutto questo non può andare bene in un com- parto dove la contrattazione di 2° livello, per cultura e per dimensione aziendale, stenta ad affermarsi, anzi non riguarda più del 20% delle aziende del settore.
Ma l’atteggiamento assolutamente fermo da parte degli industriali di Xxx, che si sono arroccati su una posizione di perdi- ta di autonomia, suggerendo di adeguar- si al percorso intrapreso dai meccanici è del tutto incomprensibile. Perché i mec- canici hanno fatto un lungo percorso per arrivare ad una sintesi, mentre nel tessi-
le ancora deve iniziare tutto. E il problema sembra più che altro di tipo ideologico e non di merito: non si è ancora iniziato neanche a par- lare di cifre e del resto nella piatta- forma presentata dalle OOSS la richiesta di aumento salariale era di 100 euro, probabilmente in sede di trattativa sarebbe scesa; non una richiesta folle considerando che questi lavoratori sono tra i me- no pagati e hanno tenuto duro ne- gli anni della crisi e adesso non si vuol riconoscere loro un giusto aumento. Anche perché il contratto nazionale non è mai solo frutto dell’inflazione; ragioniamo di nor- mative, orari, flessibilità, competiti- vità il tutto all’interno di una grande trattativa che comprende anche il salario.
Ma l’immobilismo oltranzista da parte dell’associazione imprendito- riale sta rovinando un sistema di relazioni sindacali che dura da molti anni e che scontenta le stes- se imprese, come ad esempio nel caso di la Perla che, non ricono- scendosi in queste posizioni, è uscita dal contratto di Smi- Confindustria per passare a quello di Uniontessile Confapi. Attual- mente sembra che sciopero e pre- sidi non abbiano fatto cambiare idea alla controparte; l’obiettivo dei sindacati non può restare che quello di garantire ai lavoratori un contratto nazionale che tuteli i loro
diritti e continue- remo con forme di lotta per far sentire le nostre ragioni. Del resto l’idea che possa essere imposto alle varie catego- rie da parte di Confindustria una sorta di mo- dello unico con- trattuale non an- dava bene nella
Russia sovietica e non può anda- re bene nell'Italia del 2016.
IndSui sètraipeecretorammeircchoel:ecd’ìè1l3’ipgoetnensai idoi ialctcaovrodloo p2e0r16il-2r0in1n9ovo del ccnl occhialeria
76Primo incontro interlocutorio ma che lascia margini per una chiusura in tempi brevi
d€i Rli’cacaurdmo eMnartcoellmi
ensile, 2000 il montante in tasca ai lavoratori
di Xxxxxxxx Xxxxxxxx
“un traguardo importante in questo momento delicato nelle
relazioni industriali con Confindustria che propendono per
altri orientamenti”
Xxxxxxxx Xxxxxxxx (Segretario Nazionale Uiltec)
È stata firmata nella notte di mercoledì 16 novembre l'i- potesi di accordo per il rin- novo del CCNL Industrie Ceramiche scaduto il 30 giugno 2016 con Confindu- stria Ceramica. L’intesa pre- vede un aumento medio di 76 euro per il Livello D1: un incremento che sfiora il 4,3 per cento e che quindi è superiore a quanto previsto dall'Istat.
Si tratta di incrementi certi nell'importo, nella decorren- za e non soggetti ad alcun tipo di riallineamento a po- steriori con l'inflazione effet- tivamente registrata dall'I- stat e dunque non soggetti alla "restituzione" dell'even- tuale differenziale. Un tra- guardo importante in questo momento delicato nelle rela- zioni industriali con Confin- dustria che propendono per altri orientamenti. Inoltre occorre sottolineare che l'incremento riguarda tutti i lavoratori dei settori interes- sati: piastrelle, materiali re- frattari, ceramiche sanitarie e stoviglierie. Un risultato per niente scontato, data la diversa condizione dei set-
xxxx e, tuttavia, ottenuto gra- zie alla determinazione di tutta la Delegazione Trattan- te.
Sul fronte del welfare con- trattuale (previdenza com- plementare) è previsto un incremento dell'aliquota contributiva a FONCER a carico dell'impresa dello 0,2 per cento dal 1 luglio 2018 per gli addetti delle piastrel- le e dei refrattari. Anche per gli addetti delle stoviglierie e dei sanitari è previsto un incremento allo stesso titolo dello 0,1 per cento dal 1 luglio 2019. In materia di assistenza sanitaria integra- tiva è prevista la costituzio- ne di una apposita Commis- sione che riveda le presta- zioni con FASIE con l'obiet- tivo di migliorarle.
In materia di diritti individua- li, non saranno tenuti in con-
siderazione in caso di pato- logie oncologiche i giorni di assenza anche non conti- nuativi per terapie salvavita fino al 100 per cento del periodo di comporto spet- tante. Per quanto concerne le normative, migliorato il capitolo delle relazioni indu- striali con l'obbligo di infor- mazione e consultazione per i gruppi industriali e le imprese sopra i 100 dipen- denti.
Insomma una firma che conclude una trattativa diffi- cile anche per l’assenza di un modello generale condi- viso e resa possibile dalla tenuta unitaria, dalla persi- stenza di relazioni consoli- date tra le Parti, dal contri- buto fondamentale della Delegazione Trattante.
Contratto penne, spazzole e pennelli: siglata ipotesi di accordo 2016-2019
78€ l’aumento complessivo
di Xxxxxxxx Xxxxxxxx
70 euro sui minimi, 8 euro sull’assistenza sanitaria inte- grativa. Questo quello che i sindacati sono riusciti ad ottenere lo scorso 22 no- vembre a Milano con l’Asso- ciazione Nazionale Produt- tori Articoli per Scrittura e Affini, l’Associazione Nazio- nale Produttori Spazzole, Pennelli, Scope e Prepara- tori relativi a Materie Prime, entrambe aderenti a Confin- dustria in tema di ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl 2016-2018. L’intesa, che riguarda oltre 5000 ad- detti in 700 imprese prevede l’erogazione degli aumenti salariali sui minimi (3° liv.) in tre tranche: dal 1 gennaio 2017, 28,00 euro; dal 1 maggio 2017, 21,00 euro; dal 1 febbraio 2018, 21,00 euro, per un montante com- plessivo di circa 1442,00 euro, oltre che 8 euro, a ca- rico delle imprese, per l'av- vio del Fondo di assistenza sanitaria integrativa, a de- correre dal 1 luglio 2017. Per le imprese che non fan-
no contrattazione di 2° livello, l'intesa prevede l'aumento dell'elemento perequativo che passa dai 265 del precedente contratto agli attuali 275 euro annui.
Un’intesa che soddisfa i sindacati non solo sotto l’aspetto economico, ma anche sul piano delle nor- mative a motivo del mi- glioramento del sistema di relazioni industriali, di informazione e di parteci- pazione. Inoltre sul capi- tolo del “welfare” contrat-
tuale, va inoltre aggiunto lo 0,20% – totalmente a carico delle imprese – sulla previdenza com- plementare (“Previmoda”) in caso di premorienza ed invalidi- tà.
Sul tema delicato dei contratti a termine e somministrazione a ter- mine, l'ipotesi di accordo prevede un tetto massi- mo omnicomprensivo di utilizzo al 25%. Infine, ottenuto un’importante miglioramento sul tema dei diritti e delle tutele individuali: una giornata in più di permesso retri- buito in caso di malattia figlio, fino a 8 anni. È stata inoltre introdotta – vera e propria novità - la frazionabilità del conge- do di 30 giorni per ado- zioni internazionali.
Insomma un buon con- tratto in un momento di particolare tensione nel- le relazioni industriali con la Confindustria ne- gli altri settori della cate- goria.
“un buon contratto in un
“era apparso curioso l’atteggiamento di compmletaochmiusurea dnel ptreocedednteiincontro”
particolare tensione nelle relazioni industriali con la Confindustria negli altri settori della categoria”
CCNL Elettrico: è rottura nella trattativa per il rinnovo. Indette 8 ore di sciopero
Si è aperto mercoledì 13 gennaio il tavolo per il rinnovo del ccnl occhialeria
Primo incontro interlocutorio ma che lascia margini per una chiusura in tempi brevi
Le adzi iReicncadredoeMlaertcterlliiche provocano, i lavoratori rispondono
di Xxxxxxx Xxxxxxxxx
“è stato duro dovere constatare dopo mesi di confronto, che
l’atteggiamento delle aziende sia
rimasto irragionevolmente fermo su posizioni inaccettabili”
Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Segretario nazionale Uiltec)
La delegazione trattante unitaria, nell’incontro del 24 novembre scorso, preso atto dei testi pervenuti dalla parte datoriale, ha delibera- to la rottura del negoziato ed indetto 8 ore di sciopero. È stato duro dovere consta- tare dopo mesi di confron- to, che l’atteggiamento delle aziende sia rimasto irragio- nevolmente fermo su posi- zioni inaccettabili.
Sin dalla presentazione del- la piattaforma per il rinnovo del ccnl del settore, sulla base dell’oggettiva trasfor-
mazione che interessa il settore, abbiamo dichiarato la nostra volontà di voler fare del rinnovo contrattuale l’occasione utile per le rela- zioni industriali con l’intento di voler costituire un sistema in grado di agevolare la transizione industriale che sta investendo il settore. Sulla base di tali presuppo- sti abbiamo provato a pro- porre modelli partecipativi di condivisione organica e preventiva delle informazio- ni ed un rafforzamento del ruolo sindacale nelle scelte strategiche aziendali.
Non solo tali considerazioni non hanno trovato spazio di confronto ma, al contrario, ci siamo ritrovati di fronte a proposte aziendali che, in virtù di flessibilità gestionali ed efficientamento di costi, hanno evidenziato la volon- tà di superare spazi contrat- tuali e di confronto consoli- dati relegando la funzione sindacale a momento passi- vo di “presa d’atto” di scelte aziendali.
Non quindi partecipazione ma confinamento del ruolo sindacale in spazi di retro- guardia antistorica e ridi- mensionamento di elementi economici consolidati.
Un atteggiamento inoppor- tuno in considerazione della fase delicata che sta attra- versando il Paese sul piano del fabbisogno energetico nazionale ed europeo e, soprattutto, i lauti introiti che stanno incamerando tutte le aziende del settore, sia quelle di distribuzione, che quelle di generazione.
Nessuno spazio, quindi, per ulteriori tentativi: la trattativa si è bruscamente interrotta e l’oltranzismo datoriale non permette altro che le forme di mobilitazione. 8 ore di sciopero, blocco dello straordinario e degli sposta- menti di orario, assemblee informative in tutti i posti di lavoro, oltre alla immediata sospensione delle relazioni sindacali in tutte le aziende.
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Bilateralità: la nuova frontiera di responsabilizzazione delle parti sociali
di Xxxxxxx Xxxxx
Xxxxxxx Xxxxx (Funzionario Uiltec Nazionale)
Fra gli strumenti coi quali il sinda- cato italiano af- fronta e gestisce gli importanti cambiamenti del welfare naziona- le vi è certamen- te quello della bilateralità. Co- me è ormai noto, la nascita e lo sviluppo degli enti bilaterali, si ritrova essenzial- mente in questo contesto ed ha assunto uno svi- luppo significati-
vo in alcuni ambiti particolari, come nel caso della mutualizzazione di alcune provvidenze previste dai contratti, della formazione professionale, del sostegno al reddito per la perdita (transitoria e/o definitiva) dell'impiego. In quest'ultimo caso ciò si è reso partico- larmente necessario a causa della carenza di stru- menti di copertura pubblica in caso di mancanza invo- lontaria di lavoro.
La bilateralità, come oggi la intendiamo, nasce nell'ambito degli accordi stipulati tra parti sociali dato- riali e dei lavoratori e rap-
presenta l'esperienza più significativa di un modo alternativo di fare relazioni sindacali rispetto ai modelli comuni di contrattazione di impronta industriale. Pos- siamo affermare, infatti, che gli enti bilaterali siano lo specchio dei settori pro- duttivi dai quali nascono. A questo proposito, il settore dell'artigianato ne è l'e- sempio calzante e rappre- senta ad oggi la migliore espressione di bilateralità. Probabilmente uno svilup- po così importante nel mondo artigiano, va ricer- cato nella particolare rela- zione tra datore di lavoro e
lavoratore, soggetti non frontalmente opposti come nel più classico modello di lotta di classe, ma piutto- sto soggetti "vicini" negli obiettivi e nei rapporti sino ad instaurare relazioni di collaborazione piuttosto di che semplice subordinazione. Il terreno fertile che la bilateralità trova nell'ambito dell'artigianato, impron- tato quindi al reciproco rispetto e alla collaborazione, si trova, inoltre, arricchito di significati e risultati del rapporto tra Organizzazioni sindacali e Associazioni datoriali.
Recentemente la legislatura, di fronte alle sempre più importanti ristrettezze di risorse pubbliche, mo- stra un interesse crescente nei confronti degli enti bilaterali, attraverso un processo di riscoperta dei
meccanismi mutualistici che, agli inizi del secolo, hanno rappresentato l'unico sostegno per i lavoratori in caso di sospensioni o riduzioni dell'attività produtti- va. Da allora, se per l'industria sono stati creati istitu- ti come quello della cassa integrazione, lo stesso non è accaduto in settori come quello dell'artigianato e dell'impresa diffusa. In tali ambiti, il compito di defi- nire un sistema efficace ed efficiente di ammortizza- tori sociali è spettato alle parti sociali.
Partendo dal meccanismo del sostegno al reddito, la bilateralità si è molto presto estesa ad altri campi, intervenendo nella sicurezza sui luoghi di lavoro, sulla formazione continua dei dipendenti e verso la
(Continua da pagina 11) 2008 che ha rappresentato il primo passo verso la
riforma degli assetti contrattuali in Italia, hanno definito
sanità integrativa, sviluppando una serie di presta- zioni rivolte sia ai lavoratori che ai titolari delle im- prese, in forme diverse, rivolte ai singoli territori re- gionali, gestite e condivise da Sindacati e Associa- zioni datoriali.
Per quanto riguarda l'artigianato, il sistema della bilateralità è incentrato sui singoli fondi regionali che fanno capo ad unico Ente nazionale, l'EBNA (Ente Bilaterale Nazionale dell'Artigianato). L'OPNA (Organismo Paritetico Nazionale dell'Artigianato), inoltre, in piena conformità all'art.2, comma1, lettera ee, del decreto legislativo n.81/2008, Testo Unico Salute e Sicurezza sul Lavoro, coordina la rete arti- giana regionale e territoriale (OPRA e OPTA); pro- muove e partecipa ad attività di prevenzione con enti e istituzioni; promuove e sviluppa progetti di prevenzione, formazione e organizzazione del lavo- ro per il settore artigiano; è sede privilegiata per la gestione dell'attività formativa svolta con Fondarti- gianato. Strumento fondamentale è poi l'FSBA, il Fondo di solidarietà nazionale per il comparto arti- giano, la cui principale finalità è quella di erogare prestazioni di sostegno al reddito in costanza di rap- porto di lavoro nei casi di sospensione dell'attività lavorativa per crisi temporanee dell'azienda. Infine SANARTI, fondo di assistenza sanitaria integrativa dell'artigianato.
Gli accordi interconfederali sottoscritti negli ultimi 10 anni, in particolare quello del 23 luglio 2009, conse- guenza ed esecuzione dell'intesa del 21 novembre
lo scenario in cui le prestazioni bilaterali diventano "diritto contrattuale di ogni singolo lavoratore, che per- tanto matura, nei confronti delle imprese non aderenti al sistema bilaterale, il diritto alla erogazione diretta delle prestazioni da parte dell'impresa datrice di lavo- ro", unitamente ad elemento retributivo aggiuntivo da erogarsi in busta paga. Un sistema strutturato di wel- fare contrattuale in anticipo rispetto alla crisi economi- ca che ha determinato gli attuali, purtroppo inadeguati, sistemi di protezione sociale.
La stessa legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero), nel definire l'insieme degli ammortizzatori sociali, fa espli- cito riferimento agli Enti Bilaterali, ed in particolare a quello dell'artigianato (art.3, comma 14), come model- lo di riferimento per la creazione di un sistema com- partecipato sempre più efficiente e sempre meno assi- stenziale.
La bilateralità può costituire una nuova frontiera di re- sponsabilizzazione delle parti sociali in ambiti in cui l'autoregolazione può dimostrarsi più efficace della legge nell'interpretare e soddisfare gli interessi comuni dei lavoratori e delle imprese (soprattutto dopo il de- creto Poletti 83473 del 1 agosto 2014, col quale sono state gradualmente cancellate le prestazioni in deroga rivolte anche alle piccole aziende artigiane), ma non può essere, da sola, la soluzione all'assenza di riforma strutturale del nostro sistema di difesa sociale.
IX Conferenza di organizzazione UIL
Lavoro una passione che non passa
di Xxxxxxx Xxxxx
Xxxxxxx Xxxxx (Segretario organizzati- vo Uiltec)
Negli ultimi anni la UIL ha puntato a realiz- zare alcuni obiettivi che sono stati ripropo- sti e rilanciati nel corso della IX Conferen- za di Organizzazione svoltasi a Roma il 3, 4 e 5 novembre scorsi.
Tra questi riveste un ruolo decisivo l'ade- guamento delle Strutture confederali nelle loro articolazioni (Regionali e territoriali) e la regionalizzazione dei Servizi.
Un cambiamento ormai si impone, non è più il momento dei rinvii, ciascuno si faccia cari- co del suo "pezzo" e proceda in sintonia con le indicazioni contenute nel Documento fi- nale votato all' unanimità il 5 novembre, giorno di chiusura della Conferenza.
Le Unioni Regionali confederali e le Categorie Nazionali terranno le loro Conferenze nei prossimi mesi, la nostra si svolgerà a Roma il 23 e 24 febbraio p.v.
Al termine delle Conferenze delle strutture orizzontali e verticali sarà convocato il Consi- glio Confederale Nazionale al quale è demandato il compito di votare un documento complessivo relativo alla riorganizzazione della UIL nella sua interezza.
Siamo tutti consapevoli del grande cambiamento avvenuto nel nostro Paese e di come questo interagisca anche con la strutturazione dei corpi intermedi, con particolare riguar- do al Sindacato. Sono mutate le istanze dei lavoratori e noi siamo chiamati ad ottimizza- re e migliorare gli strumenti della nostra azione sindacale e ciò a partire dalla macchina organizzativa e dalle modalità di funzionamento dei diversi livelli ed articolazioni della UIL, ponendo sempre più al centro di tutto i lavoratori, gli iscritti, i delegati, le nostre Rsu. In questo contesto è di particolare rilievo il ruolo esercitato dai livelli regionali, tanto con- federali che di categoria: essi restano elemento centrale dell’articolazione organizzativa e di politica sindacale della UIL nel suo complesso.
Il nodo gordiano della riforma che ci apprestiamo a varare è tutto qui; al termine del no- stro comune percorso, che deve assolutamente essere condiviso tra Categorie nazionali, Strutture Confederali e Servizi dovremo stabilire la nuova articolazione sul territorio della UIL nel suo complesso.
In tutto ciò le Unioni regionali confederali eserciteranno una funzione strategica e delica- ta e, proprio per questo, non possono essere lasciate sole a decidere le nuove articola- zioni territoriali poiché queste, giocoforza, influenzeranno anche l'attuale forma di pre- senza organizzata delle categorie sui territori.
Dico questo perché la Uiltec ha già fatto un notevolissimo percorso in tal senso ed il no-
stro reale cambiamento è di facile lettura, attraverso atti concreti e presenza organizza- ta statutariamente sull'intero territorio nazionale.
Dobbiamo essere tutti consa- pevoli, proprio perché ciò che ci apprestiamo a fare modifi- cherà in maniera sostanziale l'attuale assetto organizzativo, che un percorso così difficile e delicato deve essere condiviso convintamente da tutte le strut- ture interessate e per far ciò è indispensabile individuare dei momenti di riflessione comune
che conducano a delle scelte chiare, inequivocabili e non raggirabili.
L'assunzione di decisioni impone il vincolo a praticar- le da parte di tutti i soggetti che le hanno assunte, dobbiamo quindi essere consapevoli che ciò compor- ta una grande responsabilità sia oggettiva che sog- gettiva.
A tal proposito la Uiltec ritiene indispensabile che una "regia nazionale" – Confederale e di categoria- so- vrintenda questo percorso poiché per noi ciò rappre- senta la garanzia che quanto si va a fare (modificare) su un territorio non lo si fa per interessi dettati da lo- calismi e necessità di garantire "rendite di posizione" o, più prosaicamente, per procrastinare nel tempo
l'avvicendamento di gruppi dirigenti ormai inamovibili da decenni.
Il coraggio, la capacità e la volontà di agire il cambia- mento saranno praticabili solo dal momento successi- vo in cui ciascuno di noi avrà interiorizzato ed accetta- to tutto questo.
Non è cosa scontata ne' sarà, tantomeno, di facile realizzazione.
Oggi, per quel che succede nel nostro Paese, per l'at- tenzione che ci riservano i media, per i cambiamenti che sempre più ci segneranno nel complesso, i perso- nalismi, la familiarità , l'esercitare le proprie funzioni nel medesimo ruolo apicale per molti anni di seguito rappresentano e, sempre di più lo saranno, un limite nel percorso di trasparenza e rinnovamento che tutti insieme abbiamo iniziato il 21 novembre 2014 giorno dell'elezione di Xxxxxxx Xxxxxxxxxx a Segretario Ge- nerale della UIL.
A questo proposito mi piace condividere con tutti voi uno dei tanti passaggi che molto ho apprezzato nella Relazione del nostro Segretario Organizzativo Xxxx- xxxxx Xxxxxxxxxxx: "....Non è più tempo, tantomeno nelle organizzazioni della rappresentanza, di lea- dership esasperata, di individualismi e protagoni- smi personali.
Quando si affrontano momenti forti e importanti, come i Congressi e le Conferenze di Organizzazio- ne, è il lavoro di squadra che fa premio, sono il confronto e la partecipazione le nostre modalità di azione, la collegialità ci deve caratterizzare".
Un percorso, questo, che in qualche maniera La Uiltec ha anticipato già a partire dalla sua nascita, quando il 25 gennaio 2013 a Fiuggi si decise di accorpare la Uilcem e la Uilta, dando vita alla nuova grande cate-
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goria dei lavoratori dell’industria tessile, dell’energia e della chimica. Un accorpa- mento di due categoria che, per storia sin- dacale e modalità organizzative sul territo- rio, erano molto diverse tra loro. Non è stata cosa facile ma grazie alla coesione dell'intero gruppo dirigente ed alla condivi- sione del percorso che insieme abbiamo costruito, siamo riusciti ad ottenere gli otti- mi risultati che tutti ci riconoscono. La stra- da scelta è stata quella di non escludere o mortificare nessuno, siamo stati attenti e rispettosi della storia di ciascuno perché riteniamo che il patrimonio dei singoli è quello che poi conduce alla ricchezza di tutti.
La notevole differenza tra settori, la speci- ficità degli argomenti dei comparti, le pe- culiarità delle singole situazioni contrattuali (oggi la Uiltec ne conta più di 30), le tipici- tà territoriali e la tradizione industriale le- gate ai territori delle due ex categorie, hanno sicuramente contribuito a rendere la sfida più ardua che mai, senza contare le difficoltà derivanti dal trovare la sintesi per costituire i nuovi organismi mediando tra le diverse “anime” della categoria (manifatturiero, chimico, elettrico, energia, tessile).
La Uiltec può contare oggi su una struttura snella, agile e ricca di dirigenti sindacali che, a tutti i livelli, ben ne interpretano il ruolo nuovo che sempre più viene richie- sto di esercitare ad un Sindacato moder- no.
Abbiamo praticato uno snellimento nella composizione dei gruppi dirigen- ti ed abbiamo ridotto a 64 le istanze congressuali, abbiamo 7 Strutture regionalizzate, abbiamo attribuito alle istanze Regionali ruoli di maggiore rilevanza sia economica che sindacal- mente strategica, per fare ciò si ren- deva indispensabile procedere anche all'accorpamento della città Capoluo- go con la Regione (art. 21 St.).
Soltanto attraverso la creazione di una struttura organizzativa agile, chiara nei compiti ed oggettivamente rispondente ai bisogni del territorio potevamo far funzionare al meglio una categoria dell'industria così com- plessa, fatta di molte anime diverse
tra loro, ma che deve interpretare, al con- tempo, un ruolo unico cioè quello di ga- rantire e tutelare iscritti e lavoratori lottan- do tutti i giorni al loro fianco per garantirne diritti, condizioni di lavoro accettabili e continuare a sottoscrivere Contratti Collet- tivi di Lavoro che li tutelino negli interessi più ampi.
Allo stesso tempo la Uiltec deve tutelare e sostenere l'intero suo gruppo dirigente che opera nei territori ed è per questo che vogliamo interagire con tutte le istanze, confederali e categoriali, per portare a compimento nel miglior modo possibile la riforma organizzativa che tutti insieme ci apprestiamo a varare.
Di una cosa ho piena certezza: il compito che ci aspetta, nessuno escluso, è da far tremare i polsi però sono altrettanto certa che, almeno come inizio, debbano valere per tutti le poche righe di Xxxxxxxxx che ho indicato sopra in neretto, secondo me rap- presentano un'ottima sintesi ed un buon viatico nell' indicarci la strada da percorre- re, nel dirci ciò che non va più bene e di come possiamo assolvere al grande im- pegno che tutti insieme ci xxxxxxx ad assumere.
Il risultato voluto e gli obiettivi che ci pro- poniamo non sono molto distanti, possia- mo ottenerli però soltanto attraverso un percorso comune fatto di collegialità, con- divisione e assunzione di responsabilità, praticate però, nel pieno rispetto delle per- sone e delle regole che governano la no- stra grande Organizzazione.
Il cambiamento che vogliamo, la UIL che faremo. Con passione
di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxxx
Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxxx (Segretario Organizzativo UIL)
Sono stati tre giorni importanti quelli trascorsi a Ro- ma per la Conferenza di Organizzazione della UIL. Tre giorni di confronto, di scambio di idee, di pensie- ri, di proposte, di fissazione di impegni; tre giorni di condivisioni di problematiche diverse e certe volte uguali da territorio a territorio, da categoria a catego- ria; tre giorni per fare il punto sul già fatto e sul da farsi, per tirare le somme e proseguire verso nuovi obiettivi, verso mete necessarie per la storia e la mis- sion della nostra organizzazione.
Ho visto sul ring della UIL avvicendarsi i nostri sin- dacalisti e le nostre sindacaliste di ogni regione, sia di confederazione che di categoria, giovani e meno giovani (e ringrazio qui, davanti a tutti, Xxxxx e Xxxx che sono intervenuti e le decine di delegati della UIL- TEC che hanno animato la platea sempre attenta), sono stati tre giorni di emozioni sul filo rosso di una parola che abbiamo scelto per slogan che è soprat- tutto un sentimento, un’energia, una marcia in più per fare il nostro mestiere, per fare il sindacato: la pas- sione.
Con questa energia abbiamo preso degli impegni concreti ed importanti per la crescita della UIL e per continuare a tutelare e difendere i nostri lavoratori ed i pensionati di questo Paese.
La UIL, il Sindacato in generale , non vive un mo- mento facile da molteplici punti di vista. Prima di tutto perché sempre più ampio è diventato quel gap e quella sfiducia tra lavoratore e sindacato, la stessa sfiducia che è andata a minare il rapporto politica e cittadinanza e che ha alimentato movimenti rabbiosi, non lucidi, non lungimiranti e soprattutto non sempre capaci di interpretare con onestà e lealtà la realtà che viviamo. A questa fiducia che va ricercata, rico- struita con la vicinanza dei nostri sindacalisti ancora più forte e più convincente sui luoghi di lavoro, va aggiunto il contesto economico e politico in cui vivia-
mo, le problematiche da condividere con un’Europa per molti aspetti ancora immatura ed egoista e, infine, bisogna subire i vezzi nuovi di alcuni poteri forti che, per pregiudizio o per un giudizio infondato e malevolo quando non per bieco interesse, hanno deciso di ral- lentare , ostacolare il passo alle organizzazioni sinda- cali. Basti pensare ai tagli ai Caf e alle strutture di Pa- tronato che sono prima di tutto servizi ai cittadini e a quelle fasce più deboli della società, alle diminuite libertà sindacali fino a quella mancanza di apertura al dialogo, al confronto, alla partecipazione tra le parti, governo e forze sociali, fondamentale per la crescita di un Paese. Non è certo la prima volta che abbiamo difficoltà con i governi o le controparti, ma sono nume- rose le battaglie che ci aspettano a partire dal rinnovo dei contratti non solo del pubblico impiego ma di tante categorie che oramai vedono stipendi, tutele e cresci- ta del benessere al palo da troppi anni.
La UIL ha il dovere di fortificarsi nella sua organizza- zione e quindi nella sua missione, nei suoi obiettivi. Vogliano puntare sui delegati sindacali di base che raccolgono il consenso dei colleghi in ogni luogo di lavoro o presidiano i luoghi di vita dei cittadini. Le sedi territoriali devono essere forti, capillari e soprattutto devono essere in grado di mettere in campo azioni efficienti ed al contempo devono essere aperte alla società per cogliere i tenti fermenti vivi che pulsano, che esprimono la voglia di protagonismo dei cittadini sui temi più diversi: dalla legalità all’ambiente, dai dirit- ti sociali alla cultura. E’ importante fare rete tra le strutture della UIL, eliminare con senso di responsabi- lità sprechi, spazi inutilizzati e rafforzare le attività sa- ne, meritevoli, valide. La UIL deve rinnovare i suoi “ingranaggi” e fare squadra: non ci servono contrasti, litigiosità, personalismi, beghe interne, conservatori- smi. Le diversità sono positive quando non diventano ostacoli o zavorre per l’obiettivo principale che è il be- ne del Sindacato e dei nostri lavoratori e dei cittadini tutti.
Il percorso, che assieme abbiamo delineato nel docu- mento che è stato la base del confronto nella confe- renza di organizzazione nazionale confederale, è defi- nito (ed è per questo che non riprendo qui l’intera ana- lisi e le scelte di carattere strategico sul piano organiz- zativo) ed anche il metodo che abbiamo adottato è chiaro e univoco: rinnovamento senza rinnegare la nostra storia ed i valori che ci caratterizzano, attuazio- ne di ogni scelta in modo calibrato sulle diverse realtà, partecipazione e condivisione, cadenzamento degli impegni e non derogabilità delle decisioni una volta assunte, con verifica via via dei risultati acquisiti. Per- ché non è possibile che il sindacato si rinnovi solo in parte o “a macchia di leopardo”, con alcuni ambiti che
resistono al cambiamento ed altri settori che, come può talvolta accadere, corrono persi-
no troppo.
Chiediamo sburocratizzazione, modernità ed efficienza agli altri, ma cominciamo da noi stessi, dalle nostre strutture, dai nostri strumenti. Non dimentichiamo che i lavoratori ci osservano, ci giudicano anche dai nostri atteggiamenti e dalla nostra coerenza tra ciò che diciamo, annunciamo e ciò che facciamo. E da questo punto di vista, come ho detto nel mio intervento alla Conferenza romana, serve sobrietà, serietà, gestione trasparente delle risorse del sindacato. Noi dobbiamo essere sempre credibili agli occhi di chi si affi- da a noi.
Sono sfide importanti queste. Ma sono sfide di cui siamo all’altezza e che quindi possia- mo vincere.
Abbiamo seguito con attenzione e rispetto quanto fatto dalla vostra Categoria da Bellaria in poi per rimodulare le strutture sul territorio, per dare forza all’iniziativa dei delegati di base, per inserire nei gruppi dirigenti nuovi soggetti giovani e sempre più donne. Il vostro Segretario generale, con un intervento argomentato e intriso di passione, li ha ricordati a tutti i 1.800 partecipanti all’assise di inizio novembre. Abbiamo apprezzato i risultati ac- quisiti che abbiamo messo a fattore comune dell’intera organizzazione, tant’è che oggi sono ancora più numerosi i dirigenti del vostro comparto che assolvono anche a compiti e ruoli di competenza confederale. D’altra parte, che la vostra categoria sia “l’ultima nata” fra le sedici in cui si artico-
la la UIL, venendo dalla fusione di due storiche categorie che peraltro nel tempo si erano caratteriz- zate per accorpamenti di un ancor più frammentato mondo, è un chiaro segna- le del vostro impegno a perseguire l’obbiettivo di una adeguata rappresen- tanza del lavoro con un’ar- ticolazione operativa ed una scelta organizzativa adeguata, all’altezza delle sfide che vi/ci aspettano.
Sfide che, e lo dico senza
alcuna piaggeria, affrontate sempre e nei diversi contesti con determinazione, senso di responsabilità ed equilibrio, fantasia e concretezza: i risultati ci sono, mi pare proprio di poter dire, sul piano del consenso fra i lavoratori, sottoscrizione di contratti e accordi, centralità nel dibattito sindacale e nel confronto con le controparti.
Le conferenze di organizzazione dei livelli confederali regionali e delle categorie a livello nazionale, che si susseguiranno fino ad aprile, serviranno per radicare al meglio come e in quali tempi concretizzare gli impegni presi prima a Bellaria e poi il 3-4-5- novembre a Roma. Non possiamo permetterci rituali vuoti e autocelebrativi, fuori il mondo cambia in fretta e divora tutto. Sono fin d’ora certo che anche la Conferenza di Organizzazione del- la UILTEC sarà un “momento forte” in questo percorso.
La UIL, il Sindacato, ha il dovere non solo di far rispettare la sua storia, il suo ruolo, ma anche di portarla avanti , di accrescerla, lo dobbiamo alla nostra memoria, ma soprattut- to lo dobbiamo al nostro futuro, ai nostri giovani, ai nostri lavoratori, ai più fragili come i pensionati e gli immigrati, lo dobbiamo ad un Paese e ad un’Europa che ha bisogno, oggi e in prospettiva, di un Sindacato forte, autorevole, progettuale, ben organizzato.
La UIL che faremo, il cambiamento che vogliamo lo dobbiamo anche, in buona misura, alla nostra “passione che non passa” che ho sentito respirare fra noi nella Conferenza di Organizzazione.
Parigi, Xxxxx e Referendum Costituzionale
Un groviglio di interessi contrastanti sull’energia
di Xxxxx Xxxx
Xxxxx Xxxx (Centro Studi Uiltec)
“l’Italia ha com- piuto passi signi- ficativi nella ridu- zione delle emis- sioni di gas serra, nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nell’efficienta- mento energetico del sistema pro-
duttivo”
La CoP 21,
tenutasi a Pa- rigi nel dicem- bre 2015, ha rappresentato un importante passo in avanti per impostare programmi mondiali di interventi per
mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’Unione Europea già nel 2014 definì una Strategia su Clima ed Energia con l'obietti- vo vincolante per gli Stati membri di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra nel territorio dell'Unione di almeno il 40% ri- spetto ai livelli del 1990, e di contribuire con una quota di almeno 27% di energia rinnovabile ed un miglioramento del 27% dell'efficienza energetica.
L’Italia ha compiuto passi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra, nella produzione di energia da fonti rinnovabili e nell’efficientamento energetico del sistema produttivo. A livello globale va ricordato
Agenda per lo sviluppo sostenibile:
che, mentre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dei Paesi sviluppati sono nel loro insieme stazionarie o in lieve contra- zione, quelle dei Paesi emergenti (PSV – paesi in via di sviluppo), che ormai rappre-
sentano il 60% del totale mondiale, sono in continuo aumento per gli effetti combinati dell’incremento della popolazione, dello sviluppo economico e della scarsa efficien- za energetica.
Secondo la Banca Mondiale i PVS, Paesi in vari stadi di sviluppo, sono 150 (su 194 Stati membri ONU e 190 erano presenti alla CoP 21) ed ospitano l’80% della popo- lazione mondiale. Inoltre, gli ulteriori 2,5 miliardi di esseri umani previsti dalle proie- zioni demografiche nei prossimi decenni risiederanno quasi esclusivamente nei PVS.
E’ anche opportuno ricordare che circa 1,2 miliardi di persone sono privi di elettricità e più di 2 miliardi sono “sotto-elettrificati”.
Insieme, le due categorie rappresentano quasi la metà degli abitanti del nostro pia- neta e questa immensa popolazione ha tutti i diritti di fruire dell’energia per il miglio- ramento della qualità della vita.
Gli impegni presi in sede CoP21 sono positivi per- ché, includendo per la prima volta i Paesi emergenti, costituiscono un progresso determinante rispetto al Protocollo di Kyoto, negoziato 20 anni fa, che esone- rava i PVS da qualsiasi obbligo di riduzione. In teoria significa che i crescenti consumi energetici futuri di questi Paesi potranno essere guidati con una visione di compatibilità ambientale nel significato più ampio del termine.
In questo mese si è tenuta a Marrakesh la CoP 22, il cui risultato più interessante è stato quello di verifica- re l’avvenuta ratifica da parte dei principali Stati degli impegni presi a Parigi. Va registrato però che alcuni
Paesi, quali la Germania, non hanno partecipato con i massimi livelli istituzionali, questo forse a significare che le grandi ristrutturazioni industriali necessarie per conseguire gli obiettivi di Parigi creano qualche difficoltà politica in vista dei numerosi appuntamenti elettorali del 2017 (elezioni in Francia, Germania,..). Nel contempo i cambiamenti (non climatici) sono stati moltissimi e non potranno non influenzare gli accordi di Parigi: elezione di Xxxxx, la Germania scarsamente attiva sul tema, la Brexit, il crollo dei prezzi delle materie prime (petrolio, gas, carbone).
Xxxx potrebbe modificarsi con la Presidenza
Xxxxx?
Egli non potrà ignorare i dati oggettivi sui cambia- menti climatici elaborati proprio da rispettabili agen- zie di ricerca americane. Ci si attende quindi, aldilà dei proclami elettorali, una analisi critica sugli effetti economici dell’accordo. In particolare sui programmi di riduzione dell’uso del carbone e dei prodotti petro- liferi. E’ ben vera la preoccupazione raccolta dal nuo- vo Presidente sugli effetti occupazionali negativi nel settore dell’industria estrattiva di materie prime, ma nel contempo la strada di una graduale de-
carbonizzazione è doveroso percorrerla. Si assisterà ad uno scontro politico di cultura e di interessi, al quale verrà trovata una soluzione. Già le grandi com- pagnie del petrolio si sono mosse su una linea am- bientale, più dura sarà con il settore minerario.
Ricordiamo brevemente che l’attuazione dell’accordo di Parigi richiederebbe la riduzione nei prossimi 25 anni del consumo globale di combustibili fossili dall’86% al 50%. Concretamente il peso del carbone nel portafoglio energetico globale dovrebbe passare dall’attuale 30% al 12%, quello dell’olio combustibile dal 32% al 22%, quello del gas naturale dal 24% al 15%.
Nello stesso periodo, secondo l’Agenzia Internazio- nale dell’Energia, è previsto un aumento della do- manda globale di energia del 35%, soprattutto in India, Cina, Sud est Asiatico, Sud America e Medio Oriente, ovvero in aree che non possono rinunciare all’energia per sostenere la propria crescita.
Il problema è molto complesso e con più soluzioni. Xx è lo stesso di qualche anno fa. Xxxxx riprendere alcune riflessioni dell’allora Ministro dell’Ambiente Italiano Clini che presagiva la difficoltà di evitare che- nel “pacchetto” globale della riduzione dei combusti- bili fossili - l’aumento dei consumi energetici nelle economie emergenti e in via di sviluppo non abbia come contrappeso l’impoverimento delle economie più sviluppate.
Rimane in ogni caso aperto il confronto in corso negli USA, ma anche in Germania e in Europa, sul futuro dell’industria mineraria, energetica e di base. E’ inte- ressante verificare come le strategie e i programmi di investimento delle grandi compagnie petrolifere USA ed europee non sono significativamente in- fluenzate dall’accordo di Parigi, per capire che il “velo” dei buoni propositi sul clima copre problemati-
che economiche e geopolitiche non risolte.
E l’Italia come si pone? A fine ottobre scorso è stata approvata la legge di ratifica degli accordi di Parigi. Sotto il profilo degli obiettivi raggiunti e raggiungibili, complice anche la lenta ma inesorabile deindustria- lizzazione e la scomparsa delle grandi aziende ener- givore, per l’Italia non sarà difficile mantenere gli im- pegni sul clima. E’ di qualche settimana la pubblica- zione del rapporto redatto da ENEA ed ISPRA – MIN. AMBIENTE dal titolo “Parigi ed oltre” nel quale vengono analizzati sia i risultati conseguiti sia gli scenari nazionali sotto il profilo ambientale fino al 2030.
Semmai il vero problema è l’elevato prezzo al consu- matore dell’energia elettrica e del gas che, in man- canza di una politica energetica nazionale, condizio- nerà in maniera negativa la ripresa economica ed industriale. Già da tempo si presagiva la crisi del nucleare francese e fra alcuni anni di quello tedesco. Avremmo dovuto prepararci. Invece ne subiremo ancor di più le conseguenze. L’Autorità per l’Energia prevede a gennaio consistenti aumenti delle tariffe. Il
mercato elettrico vedrà aumenti dei prezzi proprio a causa della richiesta inaspettata di energia elettrica dalla Francia. Diverremo esportatori di energia elet- trica, ma la forte domanda avrà l’effetto di aumentare i prezzi, in specie per gli acquisti dell’Acquirente Uni- co. Aumenti che si abbatteranno proprio sulle fasce più deboli dei consumatori, i cosiddetti a “maggior tutela”.
A questa situazione ha contribuito e contribuisce la competenza “scellerata” che lo Stato, nel 2001 con la modifica Costituzionale del Titolo V, affidò alle Regioni in tema di energia.
Ora con il nuovo Referendum del 4 dicembre si avrà l’occasione per far ritornare allo Stato le competenze sull’energia. Pochi affrontano questa tematica in campagna elettorale, ma è un argomento cruciale per lo sviluppo del Paese. Non si tratta di un SI politi- co, è una necessità vitale per la ripresa industriale ed economica.
Xxxxxxxx Xxxxxxx
Quadro del Mercato del Lavoro in ripresa, legge di bilancio eatuilibrata, industria 4.0 è una grande sfida
A cura di Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxx
Xxxxxxxx Xxxxxxx
(Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali)
Qual è il quadro del mercato del lavoro?
I dati diffusi recentemente dall'Istat evidenziano un quadro complessiva- mente positivo del mercato del lavoro in un contesto ancora pieno di pro- blemi come sappiamo tutti. Il tasso di occupazione sale al 57,5 per cento, tornando ai livelli di giugno 2009. Crescono gli occupati, che sono 45 mila in più rispetto al mese precedente e 265 mila in più dello scorso an- no. Rispetto a febbraio 2014, e cioè dall'avvio dell'attività di questo go- verno, gli occupati sono 656 mila in più e si registra, inoltre, un forte calo degli inattivi su base mensile (127 mila in meno rispetto ad agosto) ed un crollo rispetto all'anno precedente (500 mila in meno), che porta il tasso di inattività al livello più basso dal 1977. Oltre al numero delle persone che lavorano cresce, quindi, anche quello delle persone che si attivano per cercare un'occupazione, incidendo sull'aumento del tasso di disoccu- pazione che si attesta all'11,7 per cento i dati che riguardano i giovani. Il tasso di occupazione per la classe di età 15-24 anni sale di 0,3 punti per- centuali rispetto al mese precedente, mentre il tasso di disoccupazione, pure ancora troppo elevato, cala di 1,2 punti percentuali, collocandosi al 37,1 per cento. In un anno è sceso di 2,1 punti percentuali e di 5,9 punti
percentuali rispetto al febbraio 2014. Va infine sottolineato - conclude il ministro del Lavoro - un dato relativo alla qualità dell'occupazione: dei 265 mila occupati in più rispetto allo scorso anno, la quasi totalità (264 mila) è rappresentata dalla crescita dei lavoratori a tempo indeterminato
I sindacati chiedono più risorse in finanziaria per lo sblocco dei contratti
Questo è un tema importante e ritengo che noi abbiamo cercato di fare una legge di bilancio equilibrata fa- cendo attenzione da una parte alle politiche sociali. Per altro su questo versante abbiamo fatto un lavoro importante con le organizzazioni sindacali proprio sul fronte della previdenza. Ma abbiamo dall’altro lato il tema degli investimenti sulle imprese, il tema di industria 4.0: Io credo che abbiamo costruito una legge di bilancio che aiuta la crescita perché aiuta il Paese in questa direzione in un quadro generale, in Europa e nel mondo che non è oggi particolarmente brillante. Sostenere con le nostre politiche il fatto che possa continua- re a camminare abbiamo bisogno consumi interni, quindi abbiamo bisogno di investimenti pubblici e priva- ti io credo che le scelte anche abbiamo fatto vadano in questa direzione
Ha parlato di Industria 4.0. Quali sono i rischi?
Noi dobbiamo sapere che questo creerà dei problemi e non si tratterà di problemi che riguarderà Xxxxxxx o il sindacato, ma di tutti, perché qui il fattore innovazione produce dei cambiamenti profondi anche e soprattut- to nel mondo del lavoro. Ci saranno lavori che scompariranno, lavori che si trasformeranno e lavori che na- sceranno. Certo, nel breve periodo c’è il rischio che siano più quelli che si perdono, per un fattore di riorga- nizzazione e se noi nel grande cambiamento del nostro paese non ci preoccupiamo di questo rischiamo di avere una società che si spacca, che si polarizza, e noi dobbiamo assolutamente evitare questo rischio e costruire una dinamica che ci consenta governare questi processi. Le politiche sociali servono anche a que- sto. Però visto che la manifattura resta la macchina del nostro paese, la spina dorsale, la nostra scelta di stare da una parte sul sociale e dall’altra sul tema dell’innovazione dello sviluppo è una scelta importantissi- ma.
SOLIDARIETA’ CON LE POPOLAZIONI TERREMOTATE
Roma, 24 novembre 2016 – La Uiltec devolverà in beneficenza alla Protezione Civile per gli aiuti alle popolazioni terremotate del Centro Italia, una quota destinata all’acquisto dei gadget per la Conferenza di Organizzazione UIL- TEC.
CONTRATTI, PENNE, XXXXXXXX, XXXXXXXX: SIGLATA IPOTESI DI ACCORDO 2016-2019
Roma, 22 novembre 2016 – E’ stata siglata oggi a Roma l’ipotesi di accordi per il rinnovo del contratto penne, spaz- zole e pennelli per il triennio 2016-2019 che interessa oltre 5000 addetti di 700 imprese. L’accordo prevede un au- mento salariale complessivo di 78 euro, di cui 70 sui minimi e 8 sull’assistenza sanitaria integrativa.
CONTRATTI, TESSILE E ABBIGLIAMENTO: ADESIONE ALLO SCIOPERO DELL’80%, IN OLTRE 6000 PARTE- CIPANTI AI PRESIDI
Roma, 21 novembre 2016 – Dopo 20 anni tornano sono tornati ad incrociare le braccia l’80% dei lavoratori del setto- re tessile abbigliamento per la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, che interessa oltre 420 mila addetti. “Smi-Confindustria resta sulle proprie posizioni – ha dichiarato i lsegretario generale Uiltec, Xxxxx Xxxx- ni, intervenuto al presidio lombardo sotto la sede dell’associazione confindustriale a Milano – saremo costretti a con- tinuare nelel iniziative di lotta”. Si terrà il 21 dicembre a Milano una manifestazione-assemblea nazionale.
CONTRATTI, CERAMICA: SIGLATA IPOTESI DI ACCORDO
Roma, 17 novembre 2016 – E’ stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl ceramica. L’intesa prevede un aumento sui minimi di 76 euro. Il montante in tasca ai lavoratori è di 2011 euro per piastrelle, 1786 per settore refrattari, 1147 per sanitari. La quota Foncer prevede un aumento dello 0,20% dal 1 luglio 2018 per refrattari e pia- strelle, 0,10 dal 1 luglio 2019 per i sanitari.
XXXXX XXXXXXXX E’ IL NUOVO SEGRETARIO DELLA UILTEC CATANIA
Catania, 15 novembre 2016 – Il Consiglio territoriale della Uiltec Catania ha eletto all’unanimità il nuovo segretario generale Xxxxx Xxxxxxxx e i componenti della segreteria: Xxxx Xxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx. Te- soriere Xxxxxxxx X' Xxxxxx. A tutti loro i complimenti e gli auguri di buon lavoro di tutta la Uiltec. Xxxxxxxx Xxxxxxx- ti, per molti anni alla direzione della categoria, continuerà a collaborare con la struttura e con la UIL confederale.
CONGEDI PARENTALI ENEL
Roma, 10 novembre 2016 – Siglato un importante accordo sui congedi parentali che prevede, rispetto a quanto pre- visto sui congedi parentali previsti dalla legge del 2001, una fruizione ad ore: a decorrere dal 1 marzo 2017 il conge- do parentale potrà essere utilizzato anche ad ore sia dal personale a tempo pieno che a tempo parziale per periodi minimi di un’ora giornaliera la cui somma nell’arco di ciascun mese di utilizzo deve corrispondere a giornate intere. Inoltre saranno riconosciute ai papà – in occasione della nascita di un figlio – ulteriori 8 giorni di permesso retribuito.
CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE UIL
Roma, 3-4-5 novembre 2016 – Si è svolta a Roma la tre giorni della IX Conferenza di organizzazione della Uil. “Questo spirito di mettere al centro il delegato è lo spirito giusto per tornare a dare valore al lavoro – Così il segreta- rio generale Uiltec Xxxxx Xxxxxx intervenendo al dibattito -. Dobbiamo allontanare l’idea della mercificazione del lavo- ro, perché il lavoro dovrebbe essere, e deve tornare ad essere, un’occasione di promozione e di crescita dell’uomo e non di umiliazione e sfruttamento, soprattutto in vista della grande sfida dell’Industria 4.0, che cambierà completa- mente il lavoro, l’inquadramento, gli orari di lavoro, i tempi di vita e di lavoro, che presupporrà una formazione conti- nua e che ci porrà interrogativi ai quali non possiamo non dare una risposta”.
Soluzione numero precedente
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Anno II - n. 11 - Novembre 2016 Direttore responsabile: Xxxxx Xxxxxx Redazione: Xxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxx
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