Intesa tra Ministero dell’Istruzione
Intesa tra Ministero dell’Istruzione
e Conferenza Episcopale Italiana circa
gli Obiettivi specifici di apprendimento dell’IRC
Il Card. Xxxxxxx Xxxxx, Presidente della Conferenza Episcopale Italia- na, e la Dott.ssa Xxxxxxx Xxxxxxx, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), giovedì 23 ottobre 2003 hanno sottoscritto un’Inte- sa concernente gli “Obiettivi specifici di apprendimento per l’insegnamen- to della religione cattolica (IRC)” nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria.
Questi Obiettivi specifici si collegano ai “Programmi” in vigore (ri- spettivamente del 1986 e del 1987), firmati a seguito della revisione del Concordato (1984) e dell’Intesa (1985; 1990). Si rendeva necessario però mettere l’IRC al passo con la riforma scolastica in atto, diventata legge il 23 marzo 2003. Con questo primo accordo si perviene alla definizione de- gli Obiettivi per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, in attesa delle ulteriori definizioni per la scuola secondaria di primo grado e di se- condo grado.
Gli uni e gli altri Obiettivi sono stati composti tenendo in attenta con- siderazione l’impianto generale della riforma, gli Obiettivi specifici gene- rali (scuola dell’infanzia) o quelli delle altre discipline (scuola primaria), ovviamente nel rispetto della specificità della disciplina della religione cat- tolica. Essi consentiranno inoltre agli insegnanti di religione di contribui- re alla formulazione rispettivamente dei “Piani personalizzati delle attività educative” per i bambini e dei “Piani di studio personalizzati” per i fan- ciulli, per un insegnamento non a sé stante ma dentro la collaborazione interdisciplinare.
Obiettivi specifici di apprendimento propri dell’insegnamento della religione cattolica nell’ambito delle indicazioni nazionali
per i piani personalizzati delle attività educative nella scuola dell’infanzia
Il Ministro
dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca e
il Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana
In attuazione di quanto stabilito dall’Accordo di revisione del Con- cordato lateranense tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984 (cf art. 9, comma 2, e Protocollo addizionale, punto 5, let- tera b, n. 1) e dalla successiva Intesa tra la Conferenza Episcopale Ita- liana e il Ministero della pubblica istruzione, ora Ministero dell’Istru- zione, dell’Università e della Ricerca, per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, firmata il 14 dicembre 1985;
attesa la necessità di adeguare il programma delle «specifiche e au- tonome attività educative in ordine all’insegnamento della religione cat- tolica nelle scuole pubbliche materne» sottoscritte dalle parti il 10 giu- gno 1986, alla luce delle indicazioni contenute nella legge 28 marzo 2003, n. 53, individuando gli «Obiettivi specifici di apprendimento» propri dell’insegnamento della religione cattolica, nell’ambito delle «In- dicazioni nazionali» per i piani personalizzati delle attività educative,
convengono con la presente intesa
di adottare, per l’insegnamento della religione cattolica nella scuo- la dell’infanzia, gli allegati Obiettivi specifici di apprendimento, che sa- ranno inseriti nelle «Indicazioni nazionali per i piani personalizzati del- le attività educative nelle scuole dell’infanzia».
Roma, 23 ottobre 2003
Il Presidente Il Ministro
della CEI dell’Istruzione, dell’Università XXXXXXX Xxxx. RUINI e della Ricerca
Xxxxxxx Xxxxxxx
Scuola dell’infanzia
– Osservare il mondo che viene riconosciuto dai cristiani e da tanti uo- mini religiosi dono di Dio Creatore.
– Scoprire la persona di Xxxx di Nazaret come viene presentata dai Xxxxxxx e come viene celebrata nelle feste cristiane.
– Individuare i luoghi di incontro della comunità cristiana e le espres- sioni del comandamento evangelico dell’amore testimoniato dalla Chiesa.
Obiettivi specifici di apprendimento propri dell’insegnamento della religione cattolica nell’ambito delle indicazioni nazionali
per i piani di studio personalizzati
nella scuola primaria
Il Ministro
dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca e
il Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana
In attuazione di quanto stabilito dall’Accordo di revisione del Con- cordato lateranense tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984 (cf art. 9, comma 2, e Protocollo addizionale, punto 5, let- tera b, n. 1) e dalla successiva Intesa tra la Conferenza Episcopale Ita- liana e il Ministero - ora denominato - dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, firmata il 14 dicembre 1985;
attesa la necessità di adeguare il programma delle «specifiche ed autonome attività di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche elementari», sottoscritte dalle parti il 4 maggio 1987, alla lu- ce delle indicazioni contenute nella legge 28 marzo 2003, n. 53, indivi- duando gli «Obiettivi specifici di apprendimento», propri dell’insegna- mento della religione cattolica, nell’ambito delle «Indicazioni naziona- li» per i piani di studio personalizzati,
convengono con la presente intesa
di adottare, per l’insegnamento della religione cattolica nella scuo- la primaria, gli allegati Obiettivi specifici di apprendimento, che saran- no inseriti nelle «Indicazioni nazionali per i piani di studio personaliz- zati nella scuola primaria».
Roma, 23 ottobre 2003
Il Presidente Il Ministro
della CEI dell’Istruzione, dell’Università XXXXXXX Xxxx. RUINI e della Ricerca
Xxxxxxx Xxxxxxx
Scuola primaria
Classe 1ª
– Dio Creatore e Padre di tutti gli uomini.
– Gesù di Nazaret, l’Emmanuele “Dio con noi”.
– La Chiesa, comunità dei cri- stiani aperta a tutti i popoli.
– Scoprire nell’ambiente i segni che richiamano ai cristiani e a tanti credenti la presenza di Dio Creatore e Padre.
– Cogliere i segni cristiani del Natale e della Pasqua.
– Descrivere l’ambiente di vita di Xxxx nei suoi aspetti quotidia- ni, familiari, sociali e religiosi.
– Riconoscere la Chiesa come fa- miglia di Dio che fa memoria di Xxxx e del suo messaggio.
Classi 2ª e 3ª
– L’origine del mondo e dell’uo- mo nel cristianesimo e nelle al- tre religioni.
– Xxxx, il Messia, compimento delle promesse di Dio.
– La preghiera, espressione di re- ligiosità.
– La festa della Pasqua.
– La Chiesa, il suo credo e la sua missione.
– Comprendere, attraverso i rac- conti biblici delle origini, che il mondo è opera di Dio, affidato alla responsabilità dell’uomo.
– Ricostruire le principali tappe della storia della salvezza, an- che attraverso figure significa- tive.
– Xxxxxxxx, attraverso alcune pa- gine evangeliche, come Xxxx viene incontro alle attese di perdono e di pace, di giustizia e di vita eterna.
– Identificare tra le espressioni delle religioni la preghiera e, nel “Padre Nostro”, la specifi- cità della preghiera cristiana.
– Rilevare la continuità e la no- vità della Xxxxxx xxxxxxxxx ri- spetto alla Pasqua ebraica.
– Cogliere, attraverso alcune pa- gine degli “Atti degli Apostoli”, la vita della Chiesa delle origini.
– Riconoscere nella fede e nei sa- cramenti di iniziazione (batte- simo-confermazione-eucari- stia) gli elementi che costitui- scono la comunità cristiana.
Classi 4ª e 5ª
– Il cristianesimo e le grandi reli- gioni: origine e sviluppo.
– La Bibbia e i testi sacri delle grandi religioni.
– Xxxx, il Signore, che rivela il Re- gno di Dio con parole e azioni.
– I segni e i simboli del cristiane- simo, anche nell’arte.
– La Chiesa popolo di Dio nel mondo: avvenimenti, persone e strutture.
– Xxxxxxx e interpretare i princi- pali segni religiosi espressi dai diversi popoli.
– Evidenziare la risposta della Bibbia alle domande di senso dell’uomo e confrontarla con quella delle principali religioni.
– Cogliere nella vita e negli inse- gnamenti di Xxxx proposte di scelte responsabili per un per- sonale progetto di vita.
– Riconoscere nei santi e nei martiri, di ieri e di oggi, proget- ti riusciti di vita cristiana.
– Evidenziare l’apporto che, con la diffusione del Vangelo, la Chiesa ha dato alla società e al- la vita di ogni persona.
– Identificare nei segni espressi dalla Chiesa l’azione dello Spi- rito di Dio, che la costruisce una e inviata a tutta l’umanità.
– Individuare significative espres- sioni d’arte cristiana, per rileva- re come la fede è stata interpre- tata dagli artisti nel corso dei secoli.
– Rendersi conto che nella comu- nità ecclesiale c’è una varietà di doni, che si manifesta in diver- se vocazioni e ministeri.
– Riconoscere in alcuni testi bi- blici la figura di Xxxxx, presen- te nella vita del Figlio Xxxx e in quella della Chiesa.
Comunicato stampa
Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), S. Em. il Card. Xxxxxxx Xxxxx, e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), Dott.ssa Xxxxxxx Xxxxxxx (presenti l’Xx. Xxxxxxxxx Xxxxx, sottosegretario al MIUR; S.E. Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx, segretario generale della CEI; dirigenti e funzionari del MIUR e addetti del Servi- zio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica presso la CEI), giovedì 23 ottobre alle ore 12.00, presso la sede del MIUR hanno sottoscritto gli “Obiettivi specifici di apprendimento per l’insegnamen- to della religione cattolica (IRC)” della scuola dell’infanzia e della scuo- la primaria. Frutto di un lungo lavoro di preparazione, che ha tenuto conto degli “Obiettivi specifici” delle altre discipline e soprattutto del “Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni)”, essi esprimono una adeguata cor- rispondenza agli orientamenti didattici proposti dalle “Indicazioni na- zionali”, senza perdere di vista la specificità dell’IRC.
Questi Obiettivi specifici si collegano ai “Programmi” in vigore (ri- spettivamente del 1986 e del 1987), firmati a seguito della revisione del Concordato (1984) e dell’Intesa (1985; 1990). Tali programmi hanno de- terminato un IRC in grado di esprimersi in maniera sempre più com- piuta sia per i contenuti che per la didattica messa in atto, compresa la sperimentazione CEI attivata dal 1998 in poi. Si rendeva necessario però mettere l’IRC al passo con la riforma scolastica in atto, diventata legge il 23 marzo scorso. Gli accordi concordatari contemplavano la possibile modifica dei programmi, da farsi d’intesa fra le parti (Proto- collo addizionale, punto 5, lettera b, n.1). Con questo primo accordo si perviene alla definizione degli Obiettivi per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, in attesa delle ulteriori definizioni per la scuola se- condaria di primo grado e di secondo grado. Si tratta di un passo deci- sivo per assicurare il pieno collegamento tra IRC e riforma della scuola, esigito da un IRC che vuole essere a tutti gli effetti inserito nella scuola, ma richiesto anche dalla stessa riforma scolastica che propone una di- dattica dove la convergenza fra le discipline, per un’attività interdisci- plinare, è uno degli aspetti qualificanti.
A questo risultato si è giunti dopo una intensa attività di sperimen- tazione attivata dal 1998 ad oggi e grazie all’apporto di vari esperti coin- volti dal Servizio Nazionale della CEI per l’IRC fin dal novembre 2002. La collaborazione fra MIUR e CEI intende favorire la “Convivenza civi- le”, “il conseguimento di una formazione spirituale e morale” e lo “ svi-
xxxxx xxxxxxxxx, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale” che la riforma considera scopi principali della “comunità” scuola e a pro- muovere un IRC ancora più inserito nella scuola e più efficace nella sua proposta educativa, in modo che tale insegnamento aiuti in maniera de- cisiva i bambini ed i ragazzi a costruirsi una vita ben riuscita, dentro una prospettiva ricca di senso.
Roma, 23 ottobre 2003
Messaggio del Consiglio Permanente
in occasione della XXVI “Giornata per la vita” 1° febbraio 2004
Il seguente messaggio è stato presentato da S.E. Mons. Xxxxx Xxxxxx- coni, Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, nella sessione del Consiglio Episcopale Permanente del 22-25 settembre 2003.
Il messaggio, a firma del Consiglio Episcopale Permanente, viene pubblicato per preparare debitamente la celebrazione della Giornata nelle diocesi.
Senza figli non c’è futuro
Senza figli non c’è futuro. Se i figli sono pochi, in una società di adulti e anziani, il futuro svanisce. A chi consegniamo ciò che siamo, ciò che a loro volta ci hanno consegnato i nostri genitori? È vero anche il contrario: senza futuro non ci sono figli. Quando l’orizzonte si fa in- certo o rischioso, si avverte sempre meno il desiderio di donare la vita, il coraggio di generare dei figli.
Alla “crisi delle nascite, al declino demografico e all’invecchiamen- to della popolazione” si riferiva anche il Santo Padre nel suo discorso al Parlamento italiano del 14 novembre 2002, invitando “a un impegno re- sponsabile e convergente, per favorire una netta inversione di tenden- za”. Per riuscirci, occorre aver presenti le cause della crisi, che sono più d’una e di varia natura. Il Papa parlava di “problemi umani, sociali ed economici”, assieme.
È un problema l’uomo. Siamo sempre più concentrati su noi stessi, preoccupati della nostra realizzazione personale. Ciò non è negativo; lo diventa se degenera nell’unico obiettivo che divora tutto il resto. Un gi- gantesco “io” stritola un fragile “noi”. Perché allora lottare per tenere insieme la propria famiglia? Perché partecipare alla vita amministrati- va e politica per rendere migliore la propria città e il proprio Paese? Una soggettività esagerata non concede spazio a nessuno, certo non a un fi- glio, a meno che non serva anch’egli a gratificare l’io.
È un problema la società. Viviamo nella “modernità liquida”, in cui nulla dev’essere solido, duraturo, permanente, per sempre. I valori di ie- ri erano la stabilità e la fedeltà. Oggi sono il movimento e il cambia- mento. Si dice che bisogna essere flessibili, senza un terreno su cui met-
xxxx xxxxxx; che solo il presente è un valore; non lo sono né il passato né il futuro. Il tempo si riduce così a una sequenza di attimi presenti, sen- za un prima né un dopo. Se questo è il contesto culturale, i figli non pos- sono rientrare nel progetto della modernità. I figli infatti sono per sem- pre, richiedono una famiglia solida per poter crescere, genitori che dia- no loro amore per tutta la vita, stabilmente. I figli, inoltre, catalizzano energie che invece – viene suggerito - è bene dedicare alla carriera, al successo, al potere. I figli dunque non appartengono all’orizzonte di questa modernità, di questa cultura.
Sono un problema anche le risorse economiche. Non si possono monetizzare i figli, ma è evidente che costano molto e l’organizzazione della nostra società li fa costare sempre di più. È la cruda realtà con cui devono misurarsi i genitori, i quali possono contare su aiuti economici e sgravi fiscali, che però non incidono ancora in modo determinante nella soluzione dei problemi quotidiani e che comunque restano di- stanti dai livelli di altri paesi europei. Un contributo una tantum alle coppie che generano un figlio è senz’altro una forma di incoraggiamen- to, ma non risolve tutti questi problemi se poi il contesto rimane im- mutato; se cioè il part-time, soluzione ideale per molte madri con figli piccoli, è spesso una chimera; se gli asili nido sono ampiamente insuffi- cienti; se le donne che dedicano alcuni anni della loro vita – quelli in ge- nere più proficui per la carriera – ai figli, quando rientrano nella loro azienda, vengono considerate professionalmente superate e non abba- stanza amanti del lavoro; se un padre che sceglie il congedo è fatto og- getto d’ironia, più che d’ammirazione; se una giovane coppia vede sva- nire nell’affitto di un bilocale, inadatto a famiglie con tanti figli, metà del proprio reddito.
Senza figli non c’è futuro. Ma anche senza genitori non c’è futuro. Un’intera cultura dominante ha scordato il valore della paternità e del- la maternità, anche spirituali. Xxxxxxx i figli e mancano i genitori. Ma mancano anche gli educatori e i maestri. Parlando dei figli che manca- no nel nostro Paese non dobbiamo dimenticare i figli che – numerosi – un futuro l’avrebbero se non se lo vedessero rubato dalla denutrizione, dalla malattia, dalla guerra; per non dire di quelli che un futuro non lo potranno mai avere perché viene loro radicalmente sottratto dalla per- sistente pratica dell’aborto.
Occorre quindi lavorare su più fronti.
Sulla famiglia, per vincere la tenaglia dell’egoismo che spinge a considerare la generosità, la comunione e la fraternità i vizi dei perden- ti, quando invece la storia dice che alla lunga sono le virtù dei vincenti. Sulla società, sul mercato del lavoro, nel dibattito culturale a parti-
re dai mass-media, per proporre immagini positive di genitori uniti, re- sponsabili e felici.
Sulla politica, perché consideri davvero la famiglia quello che è: il primo nucleo della società italiana, e attorno alla famiglia costruisca un progetto di Italia futura, investendo con convinzione sui figli, nostro fu- turo.
Per affrontare questi impegni non mancano le risorse di tanti uo- mini e donne che credono nella vita. Credono anche quando le condi- zioni di disabilità lasciano intravedere un futuro difficile e lottano per renderlo il migliore possibile. Testimoni ad un tempo di amore alla vita e di speranza per il futuro.
Benedica e avvalori questi intendimenti il Dio della vita.
Roma, 1° novembre 2003
Direttore responsabile: Xxxxxxxxx Xxxxxxxx
Redattore: Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Sede redazionale: Xxxxxxxxxxxxxxxx Xxxxxxx, 00 - Xxxx
Autorizzazione: Tribunale di Roma n. 175/97 del 21.3.1997
Stampa: Arti Grafiche Tris, Xxx X. Xxxxxxx, 000 - Xxxx - Novembre 2003