Regione Lazio
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DIREZIONE FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO
Atti dirigenziali di Gestione
Determinazione 2 agosto 2017, n. G11002
Approvazione dello schema di Addendum alla Convenzione tra Regione Lazio e Lazio Innova per la gestione del Fondo regionale per il microcredito e la microfinanza – istituzione della "Sezione Speciale FSE 2014-2020
– Fondo Futuro 2014-2020" (Accordo di finanziamento ai sensi dell'art. dell'art. 38 del Regolamento UE 1303/2013).
OGGETTO: Approvazione dello schema di Addendum alla Convenzione tra Regione Lazio e Lazio Innova per la gestione del Fondo regionale per il microcredito e la microfinanza – istituzione della “Sezione Speciale FSE 2014-2020 – Fondo Futuro 2014-2020” (Accordo di finanziamento ai sensi dell’art. dell’art. 38 del Regolamento UE 1303/2013).
IL DIRETTORE REGIONALE PER LA FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE, SCUOLA E UNIVERSITA’, DIRITTO ALLO STUDIO
di concerto con
IL DIRETTORE REGIONALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
lo Statuto della Regione Lazio;
VISTI
la Legge Regionale del 18/02/2002, n. 6 recante “Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale” – e successive modifiche ed integrazioni;
il Regolamento del 6 settembre 2002, n.1 “Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale” e sue modificazioni e integrazioni ed in particolare il Capo I del Titolo III, relativo alle strutture organizzative per la gestione”;
la Legge n. 241/1990 "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi" e ss.mm.ii.;
il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” e ss.mm.ii.;
la Legge Regionale 31 Dicembre 2016, n. 17 “Legge di stabilità regionale 2017” pubblicata sul BURL del 31/12/2016 n. 105;
la Legge Regionale 31 Dicembre 2016, n. 18 “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2017-2019” pubblicata sul BURL del 31/12/2016 n. 105;
la Deliberazione della Giunta Regionale 31 dicembre 2016, n. 857 "Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2017-2019. Approvazione del "Documento tecnico di accompagnamento", ripartito in titoli, tipologie e categorie per le entrate ed in missioni, programmi e macro aggregati per le spese.";
la Deliberazione della Giunta regionale 31 dicembre 2016, n. 858 "Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2017-2019. Approvazione del "Bilancio finanziario gestionale", ripartito in capitoli di entrata e di spesa";
la Deliberazione della Giunta Regionale del 17 gennaio 2017, n. 14 "Applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 10, comma 2 e articolo 39, comma 4, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche, e ulteriori disposizioni per la gestione del bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2017-2019";
la Deliberazione di Giunta Regionale n. 623 del 10/11/2015 con la quale è stato conferito all’Avv. Xxxxxxxxxx Xxxxx l’incarico di Direttore della Direzione Regionale “Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio”;
la Deliberazione di Giunta Regionale n. 90 del 30/04/2013: Conferimento dell'incarico di Direttore della Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e Attività produttive alla dott.ssa Xxxxxxx Xxxxxxxx,
VISTI
il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea;
il Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo, sul Fondo di Coesione, sul Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale e sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, e disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo, sul Fondo di Coesione e sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio;
il Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo Sociale Europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio;
Regolamento Delegato n. 480/2014 della Commissione Europea del 3 marzo 2014 che integra il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca;
il Regolamento di Esecuzione (UE) N. 821/2014 della Commissione del 28 luglio 2014 recante modalità di applicazione del Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le modalità dettagliate per il trasferimento e la gestione dei contributi dei programmi, le relazioni sugli strumenti finanziari, le caratteristiche tecniche delle misure di informazione e di comunicazione per le operazioni e il sistema di registrazione e memorizzazione dei dati;
il Regolamento n. 1011/2014 della Commissione Europea, del 22 settembre 2014, recante modalità di esecuzione del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i modelli per la presentazione di determinate informazioni alla Commissione e le norme dettagliate concernenti gli scambi di informazioni tra beneficiari e autorità di gestione, autorità di certificazione, autorità di audit e organismi intermedi;
Regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione Europea, del 18 dicembre 2013, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti «de minimis»;
la Decisione di esecuzione della Commissione Europea n. C(2014) 8021 del 29.10.2014, che ha approvato determinati elementi dell’Accordo di partenariato con l’Italia;
la Direttiva del Presidente della Giunta Regionale n. R00004 del 07/08/2013 inerente l’istituzione della “Cabina di Regia per l’attuazione delle politiche regionali ed europee (Coordinamento e Gestione dei Fondi Strutturali e delle altre risorse finanziarie ordinarie e/o aggiuntive)”, aggiornata e integrata dalla Direttiva del Presidente della Giunta regionale R00002 dell’8/04/2015;
la Deliberazione del Consiglio Regionale del 10 aprile 2014, n. 2 con cui sono state approvate le “Linee di indirizzo per un uso efficiente delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo 2014-2020”;
la Deliberazione n.479 del 17 luglio 2014 con cui la Giunta Regionale ha adottato le proposte di Programmi Operativi Regionali: FESR, FSE e PSR FEASR 2014-2020;
la Deliberazione n. 660 del 14 ottobre 2014 con cui la Giunta regionale ha designato l’Autorità di Audit, l’Autorità di Certificazione, l’Autorità di gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e l’Autorità di gestione del Fondo Sociale Europeo (FSE) per il ciclo di programmazione 2014-2020;
la Decisione n° C(2014) 9799 del 12 dicembre 2014 con cui la Commissione Europea ha approvato il Programma Operativo Regione Lazio Fondo Sociale Europeo 2014- 2020 nell’ambito dell’Obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”, contrassegnato con il n°CCI2014IT05SFOP005;
la Deliberazione di Giunta regionale n. 55 del 17 febbraio 2015 recante: “Presa d’atto del Programma Operativo della Regione Lazio FSE n°CCI2014IT05SFOP005- Programmazione 2014-2020, nell’ambito dell’Obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”;
la Deliberazione di Giunta Regionale n. 83 del 13 marzo 2015 che ha istituito il Comitato di Sorveglianza del POR FSE;
la Deliberazione di Giunta Regionale n. 252 del 26 maggio 2015 concernente “Adozione della Strategia unitaria per le attività di comunicazione e informazione relative alla programmazione 2014-2020 dei Fondi SIE”;
la Determinazione Dirigenziale n. G14284 del 20 novembre 2015 avente ad oggetto “Strategia di comunicazione programmazione FSE 2014-2020 – Recepimento del logo FSE, del logo Lazio Europa, delle Linee Guida per i beneficiari del Fondo Sociale Europeo e approvazione della nuova versione del Manuale di stile del POR FSE Lazio 2014 – 2020”;
la Determinazione dirigenziale G05336 30/04/2015 “Strategia regionale di sviluppo della programmazione del Fondo Sociale Europeo 2014-2020. Approvazione del Piano di attuazione della governance del processo partenariale”;
la metodologia e i criteri di selezione delle operazioni approvati dal Comitato di sorveglianza nella riunione del 27 maggio 2015;
VISTI altresì
la Legge Regionale n. 10 del 18 settembre 2006, articolo 1 commi 20-28, che ha istituito il Fondo Regionale per il microcredito e la microfinanza (di seguito anche solo “Fondo”), modificata da ultimo con la Legge Regionale n. 7 del 14 luglio 2014;
la Legge Regionale n. 7 del 14 luglio 2014 che ha apportato significative modifiche ai commi sopra citati dell’art. 1 della legge 10/2006;
la Determinazione Dirigenziale n. G10349 del 24/07/2017 avente ad oggetto “POR 2014/2020 - Determinazione Dirigenziale n. G02664/2016 - Piano straordinario per il rafforzamento delle opportunità per i giovani del Lazio denominato "GENERAZIONI". Integrazione interventi, approvazione nuova Scheda intervento n. 7 Fondo per il Microcredito e la microfinanza “Sezione Speciale FSE 2014-2020 – Fondo Futuro 2014-2020”;
TENUTO CONTO
che, sulla base di quanto disposto dall’art. 1, comma 26, della L.R. 10/2006, in data 13 settembre 2008 è stata sottoscritta tra la Regione Lazio e Sviluppo Lazio SpA ora Lazio Innova SpA una convenzione per la gestione del Fondo per il microcredito (Fondo) registrata al n. 10066 del 7 ottobre 2008;
che la Giunta Regionale ha approvato con Deliberazione n 135 del 31 marzo 2016 il disciplinare e le linee operative del Fondo (di seguito “Disciplinare” e “Linee Operative”);
che il Disciplinare prevede che la gestione del Fondo sia affidata alla Direzione regionale competente in materia di microcredito e microfinanza, che può avvalersi dell’operato di Lazio Innova, disciplinandone l’attività attraverso apposita convenzione;
che il Regolamento Regionale n. 1/2002 citato, attribuisce la competenza in materia di microfinanza e microcredito alla Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive;
che con Determinazione Dirigenziale n. G03923 del 19/04/2016 si è approvato lo schema di convenzione tra Regione Lazio e Lazio Innova S.p.A. affidando a quest’ultima la gestione del Fondo, le cui modalità di utilizzo sono dettagliate in singole schede operative (“Schede di Attività”);
che la su citata convenzione prevede, nel caso di istituzione di una nuova Sezione del Fondo, la stipula di uno specifico addendum, finalizzato ad integrare la Convenzione con una ulteriore Scheda di Attività, contenente, ove necessario, una specifica disciplina per la gestione della Sezione;
che il POR FSE 2014-2020, approvato con Decisione della Commissione Europea n° C(2014) 9799 del 12 dicembre 2014, ha previsto l’utilizzo di Strumenti finanziari a valere sull’Asse I Occupazione;
che l’Autorità di Gestione del POR FSE ha completato, ai sensi di quanto previsto dall’art 37 del Regolamento (UE) 1303/13, la Valutazione ex ante degli Strumenti finanziari da attivare nell’ambito del POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio;
che la Valutazione ex ante degli Strumenti finanziari ha fornito evidenza dei fallimenti di mercato e delle condizioni di investimento subottimale, le relative esigenze di
investimento e il valore aggiunto apportato dallo strumento finanziario, nonché la strategia di investimento proposta per lo Strumento finanziario;
che, ai sensi di quanto previsto dall’art. 37, paragrafo 3 del Regolamento (UE) 1303/13, il CdS del POR FSE 2014-2020 è stato informato sui risultati e le conclusioni della Valutazione ex ante;
che la Valutazione ex ante prevede sia istituito un Fondo per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato in continuità con quanto realizzato nella precedente programmazione FSE 2007-2013;
che l’art. 38, paragrafo 7, del Regolamento (UE) 1303/13 dispone che, qualora uno strumento finanziario sia attuato a norma del paragrafo 4, primo comma, lettere a) e b), in funzione di come è strutturata l'attuazione dello strumento finanziario, i termini e le condizioni per i contributi dei programmi agli strumenti finanziari sono definiti in Accordi di finanziamento, conformemente all'allegato IV ai livelli seguenti:
a) ove applicabile, tra i rappresentanti debitamente autorizzati dell'AdG e l'organismo che attua il fondo di fondi;
b) e tra i rappresentanti debitamente autorizzati dell'AdG o, ove applicabile, l'organismo che attua il fondo di fondi e l'organismo che attua lo strumento finanziario;
che l’Allegato IV al Regolamento (UE) 1303/13 “Attuazione degli strumenti finanziari: accordi di finanziamento” prevede che l’accordo di finanziamento contempli, tra l’altro, un piano aziendale per lo strumento finanziario da attuare;
PRESO ATTO
che con Determinazione Dirigenziale n. G10349 del 24/07/2017, con la quale si è deciso, nel quadro delle scelte strategiche assunte dalla Regione Lazio, di integrare il Piano “GENERAZIONI”, approvando la nuova Scheda intervento n. 7 Fondo per il Microcredito e la microfinanza “Sezione Speciale FSE 2014-2020 – Fondo Futuro 2014-2020”;
che con la stessa Determinazione Dirigenziale n. G10349 del 24/07/2017, si è deciso di operare d’intesa con la Direzione competente in materia di microcredito e micro finanza, per quanto di specifica competenza, per dare attuazione alla “Sezione Speciale FSE 2014-2020 - Fondo Futuro 2014-2020”;
che con la stessa Determinazione Dirigenziale n. G10349 del 24/07/2017, si è prevista l’assegnazione di risorse finanziarie a valere sul POR 2014-2020 per l’attivazione di una nuova Sezione del Fondo, “Sezione Speciale FSE 2014-2020 - Fondo Futuro 2014- 2020”, nel quadro dell’Asse 1 “Occupazione”, per un ammontare complessivo pari a 35.000.000,00 € di cui 17.500.000,00 € a carico del Fondo Sociale Europeo, 12.250.000,00 € a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987 n. 183 e 5.250.000,00 € a carico del bilancio regionale;
che le risorse saranno rese disponibili per singola annualità come di seguito specificato:
10.000.000,00 € per il 2017;
10.000.000,00 € per il 2018;
10.000.000,00 per il 2019;
5.000.000,00 per il 2020.
che le risorse finanziare stanziate dal POR FSE 2014-2020 per l’attuazione del “Fondo Futuro 2014-2020”, prevedono una riserva sulla dotazione complessiva, per interventi rivolti ad alcune tipologie prioritarie di destinatari, per un importo complessivo per il periodo 2017-2020 pari a 12.250.000,00 €;
che si prevede una ulteriore riserva, sulla dotazione complessiva, destinata a finanziare gli interventi a sostegno delle microimprese operanti nei 15 Comuni dell’Area del Cratere dell’evento sismico del 24 agosto 2016, per un importo complessivo per il periodo 2017-2020 pari a 8.000.000,00 €;
che l’AdG FSE procederà, con successivi atti, ad impegnare le risorse stanziate per il “Fondo Futuro 2014-2020” a favore di Lazio Innova S.p.a. per una somma complessiva di euro 35.000.000,00 € a valere del POR FSE 2014-2020;
che risulta necessario approvare le nuove “Schede di attività” del “Fondo Futuro 2014- 2020” nonché le disposizioni per il convenzionamento aperto tra Lazio Innova ed i soggetti erogatori oltre che gli indirizzi per la reportistica ed il controllo del “Fondo Futuro 2014-2020” derivanti dal nuovo quadro regolamentare UE;
che il “Fondo Futuro 2014-2020” può essere alimentato da altri fondi pubblici europei, nazionali e regionali, che siano compatibili con lo stesso, e da versamenti effettuati da altri soggetti pubblici o privati, purché non profit, anche mediante l’istituzione di apposite Sezioni Speciali;
che il Direttore Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio, delega il Direttore Regionale per lo Sviluppo Economico e per le Attività Produttive alla firma degli atti allegati alla presente determinazione che concernono la Sezione speciale FSE;
che l’AdG FSE, di concerto con il Direttore Regionale per lo Sviluppo Economico e per
le Attività Produttive, procederà ad approvare un Avviso pubblico, per la selezione dei destinatari finali del “Fondo Futuro 2014-2020”.
RITENUTO pertanto
opportuno, in coerenza con la nuova disciplina del Fondo, costituire con le risorse finanziarie a valere sul FSE, pari a 35.000.000,00 €, una sezione speciale del Fondo regionale per il microcredito e la microfinanza denominata “Sezione Speciale FSE 2014-2020 - Fondo Futuro 2014-2020” ;
necessario approvare un nuovo schema di addendum (all. 1 al presente provvedimento), da sottoscrivere con Lazio Innova S.p.A., comprensivo dei suoi sotto elencati allegati:
Allegato A - Valutazione ex ante di cui all'articolo 37 del RDC, che giustifica lo strumento finanziario;
Allegato B - Scheda di attività, comprensiva della strategia e della politica di investimento dello strumento finanziario (Scheda di Attività D);
Allegato C - Schema di Convenzionamento aperto tra Lazio Innova e Soggetti erogatori (c.d. “Accordo Quadro”);
Allegato D - Piano Aziendale dello strumento finanziario;
Allegato E1 - Modelli per il controllo e le relazioni. Modello commentato per il reporting degli strumenti finanziari ai sensi dell'articolo 46 CPR
Allegato E2 - Modelli per il controllo e le relazioni. Soggetti Erogatori: reportistica esemplificativa fondo futuro.
DETERMINA
In conformità con le premesse, che si intendono qui integralmente richiamate:
di approvare l’istituzione della Sezione Speciale del Fondo per il Microcredito e la microfinanza “Sezione Speciale FSE 2014-2020 – Fondo Futuro 2014-2020” che opera con risorse a valere dell’Asse 1 – Occupazione POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio per una dotazione pari a euro 35.000.000,00 €, nel periodo 2017-2020;
di approvare lo schema di addendum alla Convenzione, per la gestione da parte di Lazio Innova S.p.A. del “Fondo Futuro 2014-2020” (All. 1 al presente provvedimento e di esso facente parte integrante), che assume la forma di “Accordo di Finanziamento”, ai sensi dell’art. 38 del Regolamento UE 1303/2013);
di approvare i sotto elencati Allegati al suindicato “Accordo di Finanziamento”, parte integrante della presente Determinazione Dirigenziale:
Allegato A - Valutazione ex ante di cui all'articolo 37 del RDC, che giustifica lo strumento finanziario;
Allegato B - Scheda di attività, comprensiva della strategia e della politica di investimento dello strumento finanziario (Scheda di Attività D);
Allegato C - Schema di Convenzionamento aperto tra Lazio Innova e Soggetti erogatori (c.d. “Accordo Quadro”);
Allegato D - Piano Aziendale dello strumento finanziario;
Allegato E1 - Modelli per il controllo e le relazioni. Modello commentato per il reporting degli strumenti finanziari ai sensi dell'articolo 46 CPR
Allegato E2 - Modelli per il controllo e le relazioni. Soggetti Erogatori: reportistica esemplificativa fondo futuro.
di pubblicare la presente Determinazione e l’Avviso Pubblico con i relativi allegati, sul sito della Regione Lazio all’indirizzo xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxx.xx/xx_xxxxxxxxxx/ nella sezione Bandi e Avvisi e sul portale xxxx://xxx.xxxxxxxxxxx.xx/ oltre che sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.
Avverso la presente Determinazione è ammesso ricorso con le modalità e nei tempi previsti dalla normativa vigente.
La Direttrice (Avv. Xxxxxxxxxx Xxxxx)
La Direttrice (Dott.ssa Xxxxxxx Xxxxxxxx)
Schema di Addendum alla Convenzione
per la gestione del Fondo per il microcredito e la microfinanza articolo 1, commi 20-28, Legge Regionale 10/2006
Sezione Speciale FSE 2014-2020 – FONDO FUTURO 2014-2020
(ai sensi dell’art. 38 Reg. UE 1303/2013 - Allegato IV) TRA
la Regione Lazio (di seguito denominata anche “Regione”), con sede legale in Xxxx, Xxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxx 000 C.F. 80143490581, rappresentata dal Direttore regionale …, Dott. ssa …, nata a … il … C.F.
…, in esecuzione della Deliberazione della Giunta regionale n…. del …..
E
Lazio Innova S.p.A. (di seguito denominata “Lazio Innova”), con sede in Xxxx, Xxx Xxxxx Xxxxxxx 00, P. IVA e C.F. 05950941004, rappresentata da ………….., nato a ……………… il ……………, C.F.
……………………, e domiciliato per la carica presso la sede legale di Lazio Innova S.p.A.. di seguito anche indicate cumulativamente “le Parti”
PREMESSO:
che la Regione Lazio, all’articolo 1, commi 20-28 della Legge Regionale n. 10 del 18 settembre 2006 e ss.mm.ii. ha istituito un “Fondo per il microcredito e la microfinanza” (di seguito denominato “Fondo”) e che successivamente la Legge Regionale n. 7 del 14 luglio 2014 ha apportato significative modifiche ai commi sopra citati dell’art. 1 della legge 10/2006 (di seguito, in riferimento al testo attualmente in vigore “Legge Regionale”)
che, in base alle modifiche introdotte dalla Legge Regionale n. 7 del 14 luglio 2014, la gestione operativa è affidata alla Direzione regionale competente in materia di microcredito (di seguito La Direzione);
che la Giunta regionale ha approvato con Deliberazione n 135 del 31marzo 2016 il disciplinare e le linee operative del Fondo (di seguito “Disciplinare” e “Linee Operative”);
che il Disciplinare prevede la possibilità che la Direzione affidi a Lazio Innova la gestione del Fondo;
che la Direzione ha approvato con determina n. G03923 del 19/04/2016 lo schema di convenzione tra Regione Lazio e Lazio Innova S.p.A. affidando a quest’ultima la gestione del Fondo, le cui modalità di utilizzo sono dettagliate in singole schede operative (“Schede di Attività”);
che in data 29 aprile 2016 la Regione Lazio e Lazio Innova hanno sottoscritto tale convenzione (“Convenzione”);
che la Convenzione prevede, nel caso di istituzione di una nuova Sezione del Fondo, la stipula di uno specifico addendum, finalizzato ad integrare la Convenzione con una ulteriore Scheda di Attività,
contenente, ove necessario, una specifica disciplina per la gestione della Sezione;
che in base alle scelte strategiche assunte dalla Regione Lazio per l’attuazione del POR FSE 2014- 2020, si intende attivare, nel quadro del “Piano Generazioni” (n. G10349 del 24/07/2017), uno Strumento finanziario, denominato “Fondo Futuro 2014-2020”, istituendo a tal fine una nuova Sezione del Fondo, Sezione Speciale FSE “Fondo Futuro 2014-2020” nell’ambito dell’operatività dell’asse di intervento “Sostegno a microimprese” di cui alla legge regionale 10/2006 e ss.mm.ii.;
che il POR FSE 2014-2020, approvato con Decisione della Commissione Europea n° C(2014) 9799 del 12 dicembre 2014, ha previsto l’utilizzo di Strumenti finanziari a valere sull’Asse I Occupazione;
che la Autorità di Gestione del POR FSE ha completato, ai sensi di quanto previsto dall’art 37 del Regolamento (UE) 1303/13 (di seguito denominato “RDC”), la Valutazione ex ante degli Strumenti finanziari da attivare nell’ambito del POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio;
che la Valutazione ex ante degli Strumenti finanziari ha fornito evidenza dei fallimenti di mercato e delle condizioni di investimento subottimale, le relative esigenze di investimento e il valore aggiunto apportato dallo strumento finanziario, nonché la strategia di investimento proposta per lo Strumento finanziario;
che, ai sensi di quanto previsto dall’art 37, paragrafo 3. del RDC, il Comitato di Sorveglianza (CdS) del POR FSE 2014-2020 è stato informato sui risultati e le conclusioni della Valutazione ex ante;
che la Valutazione ex Ante prevede sia istituito un Fondo per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato in continuità con quanto realizzato nella precedente programmazione FSE 2007-2013;
che l’art. 38, paragrafo 7, del RDC dispone che, qualora uno strumento finanziario sia attuato a norma del paragrafo 4, primo comma, lettere a) e b), in funzione di come è strutturata l'attuazione dello strumento finanziario, i termini e le condizioni per i contributi dei programmi agli strumenti finanziari sono definiti in accordi di finanziamento conformemente all'allegato IV ai livelli seguenti: a) ove applicabile, tra i rappresentanti debitamente autorizzati dell'AdG e l'organismo che attua il fondo di fondi; b) e tra i rappresentanti debitamente autorizzati dell'AdG o, ove applicabile, l'organismo che attua il fondo di fondi e l'organismo che attua lo Strumento finanziario;
che l’allegato IV al RDC “Attuazione degli strumenti finanziari: accordi di finanziamento” prevede che l’accordo di finanziamento contempli, tra l’altro, un piano aziendale per lo strumento finanziario da attuare;
che, con Determina … del …, è stato approvata l’istituzione del nuovo Strumento finanziario Fondo Futuro 2014-2020 a valere sulle risorse dell’Asse 1 – Occupazione POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio per un impegno nel periodo 2017-2020 pari a euro 35.000.000,00, così rese disponibili per annualità:
10.000.000,00 di euro per il 2017;
10.000.000,00 di euro per il 2018;
10.000.000,00 di euro per il 2019;
5.000.000,00 di euro per il 2020.
che, come previsto dalla stessa Determina … del …, tali risorse costituiscono una Sezione Speciale del Fondo per il microcredito e la microfinanza “Sezione Speciale FSE 2014-2020 – Fondo Futuro 2014-2020”;
che con Xxxxxxxxx … è stato approvato lo schema del presente addendum alla Convenzione, che assume la forma di “Accordo di Finanziamento” (di seguito “AdF”), ai sensi dell’art. 38 del RDC, per la disciplina dei rapporti fra la Regione Lazio e Lazio Innova per la gestione dello Strumento
finanziario denominato Fondo Futuro 2014-2020;
che sono da considerarsi parte integrante del presente AdF, anche se non materialmente allegati, , i seguenti documenti;
A) Valutazione ex ante di cui all'articolo 37 del RDC, che giustifica lo Strumento finanziario;
B) Scheda di attività, comprensiva della strategia e della politica di investimento dello Strumento finanziario (Scheda di Attività D);
C) Schema di Convenzionamento aperto tra Lazio Innova e Soggetti erogatori (c.d. “Accordo Quadro”);
D) Piano Aziendale dello Strumento finanziario;
E) Modelli per il controllo e le relazioni.
TENUTO CONTO
delle novità in merito alla operatività derivanti dalla istituzione della “Sezione Speciale FSE 2014-2020
– Fondo Futuro 2014-2020”, nonché delle modifiche introdotte dai Regolamenti UE sul funzionamento dei Fondi SIE per il periodo di programmazione 2014-2020, si rende necessario regolare i rapporti tra Regione Lazio e Lazio Innova attraverso il presente AdF;
che, successivamente alla firma dell’AdF, l’AdG FSE provvederà con apposito atto amministrativo, a trasferire le risorse finanziarie stanziate con Determina n. G10349 del 24/07/2017, a Lazio Innova per la gestione di Fondo Futuro 2014-2020;
quanto sopra premesso le Parti convengono e stipulano quanto segue
Articolo 1 Premesse
1. Le premesse e gli allegati, costituiscono parte integrante e sostanziale del presente AdF.
Articolo 2 Oggetto e finalità dell’AdF
1. Il presente AdF regola i rapporti tra la Regione Lazio e la società in house providing Lazio Innova nella sua qualità di Soggetto gestore della Sezione Speciale FSE 2014-2020 – FONDO FUTURO 2014-2020 (di seguito denominato “Fondo Futuro 2014-2020”); tale AdF definisce i termini e le condizioni di attuazione di Fondo Futuro 2014-2020 in conformità a quanto previsto dall'Allegato IV del RDC.
2. Fondo Futuro 2014-2020 è istituito con l’apporto di risorse del POR FSE 2014-2020 per il conseguimento degli obiettivi specifici del POR (Asse I - Occupazione), che prevedono l’utilizzo di Strumenti finanziari previo svolgimento di una Valutazione ex ante prevista ai sensi dell’art. 37(2) del RDC (Allegato A). In particolare, Fondo Futuro 2014-2020 sostiene programmi di investimento finalizzati a promuovere l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità, tramite il sostegno finanziario all’avvio di nuove imprese o alla realizzazione di nuovi investimenti da parte di imprese già situate nel territorio regionale. I finanziamenti sono erogati in coerenza con la Legge Regionale n. 10 del 18 settembre 2006,
articolo 1, commi 20-28, e ss.mm.ii.
3. Sono da considerarsi parte integrante del presente AdF, anche se non materialmente allegati, i seguenti documenti:
A) la valutazione ex ante di cui all'articolo 37 del RDC, che giustifica lo Strumento finanziario;
B) la Scheda di attività, comprensiva della strategia e della politica di investimento dello Strumento finanziario (“Scheda di Attività D”);
C) lo Schema di Convenzionamento aperto tra Lazio Innova e Soggetti erogatori (c.d. “Accordo Quadro”);
D) il piano aziendale dello Strumento finanziario;
E) i modelli per il controllo e le relazioni.
4. Resta valido quanto disciplinato dalla Convenzione per tutto quanto non espressamente indicato dal presente AdF.
Articolo 3 Risorse
1. Il Fondo Futuro 2014-2020 è costituito esclusivamente da risorse regionali provenienti dal POR FSE 2014-2020 (Asse I - Occupazione), senza il coinvolgimento del capitale bancario, né di altri co- finanziatori, per un importo pari a 35.000.000,00 di euro.
2. L’importo di cui al comma 1 è così ripartito: € 17.500.000,00 a carico del Fondo Sociale Europeo, € 12.250.000,00 a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987 n. 183 e € 5.250.000,00 a carico del bilancio regionale.
3. Si deve inoltre considerare, per le finalità del presente AdF, che:
a) la dotazione finanziaria potrà essere incrementata da altri apporti, in particolare da risorse ordinarie del bilancio regionale o da ulteriori risorse del POR FSE;
b) l’importo comprende i compensi riconosciuti a Lazio Innova ed ai Soggetti erogatori.
4. Le risorse sono così rese disponibili dalla Regione Lazio per singola annualità:
10.000.000,00 di euro per il 2017;
10.000.000,00 di euro per il 2018;
10.000.000,00 di euro per il 2019;
5.000.000,00 di euro per il 2020.
5. Le risorse non utilizzate nell’annualità di riferimento sono ribaltate sull’anno successivo.
6. Il trasferimento delle risorse delle annualità successive alla prima è condizionata all’erogazione ai destinatari finali di almeno il 50% delle risorse già trasferite.
7. Al fine di garantire piena attuazione alle priorità assegnate alla Sezione Speciale FSE del Fondo, per ciò che attiene le tipologie di soggetti da a) a e) di cui al punto Soggetti prioritari della Scheda di attività, Allegato B), Fondo Futuro 2014-2020 prevede - al suo interno - la costituzione di una specifica riserva finanziaria per un importo complessivo per il periodo 2017-2020 pari a Euro 12.250.000,00, così ripartito per annualità:
3.500.000,00 di euro per l’annualità 2017;
3.500.000,00 di euro per l’annualità 2018;
3.500.000,00 di euro per l’annualità 2019;
1.750.000,00 di euro per l’annualità 2020.
8. Inoltre, è definita una Riserva per le tipologie di soggetti di cui alla lett. f) di cui al punto Soggetti prioritari della Scheda di attività, Allegato B), destinata a finanziare gli interventi a sostegno delle microimprese operanti nei 15 Comuni dell’Area del Cratere dell’evento Sismico del 24 agosto 2016, per un importo complessivo per il periodo 2017-2020 pari a Euro 8.000.000,00, così ripartito per annualità:
3.000.000,00 di euro per l’annualità 2017;
2.000.000,00 di euro per l’annualità 2018;
2.000.000,00 di euro per l’annualità 2019;
1.000.000,00 di euro per l’annualità 2020.
9. Tali riserve si intendono operative, per la prima annualità dalla pubblicazione dell’Avviso fino al 31 dicembre 2017, per le annualità seguenti fino al sesto mese successivo a far data dall’apertura dei termini per la presentazione delle domande relative alla rispettiva annualità. Successivamente, le risorse residue saranno assegnate indistintamente e in funzione del solo esito dell’istruttoria annuale fino al completo utilizzo delle stesse.
10. Le risorse di Fondo Futuro 2014-2020, in aggiunta a quanto sopra indicato, possono incrementarsi per effetto:
a) dell’incremento della dotazione finanziaria di Fondo Futuro 2014-2020 a valere su altri apporti, in particolare, a valere su risorse (i) ordinarie di bilancio, (ii) del POR FSE e (iii) dei ritorni derivanti dalla liquidazione, anche parziale e progressiva, del Fondo Futuro 2007-2013;
b) degli interessi attivi eventualmente maturati sulle giacenze.
11. Le risorse finanziarie di Fondo Futuro 2014-2020 possono ridursi per effetto:
c) delle perdite derivanti dall’attività;
d) dei costi di gestione e delle commissioni di Fondo Futuro 2014-2020 di cui all’art. 14;
e) degli oneri finanziari e commissioni legate alla gestione del conto di tesoreria;
f) degli importi restituiti o da restituire alla Regione Lazio ai sensi dell’art. 18.
12. La movimentazione di Fondo Futuro 2014-2020 è regolata da una contabilità separata.
Articolo 4 Esecutività e durata
1. Il presente AdF è valido dalla sua sottoscrizione e, salvo revoca o risoluzione conformemente alle disposizioni del presente art. 15, resta in vigore fino al 31 dicembre 2023.
2. Entro i sei mesi che precedono la fine di tale periodo, le Parti hanno la possibilità di accordarsi sull’eventuale proseguimento dell’operatività di Fondo Futuro 2014-2020 per un ulteriore periodo da convenire tra loro.
3. Resta comunque inteso che alla data di scadenza ne saranno fatti salvi gli effetti per gli impegni e le obbligazioni in essere a quella data, sino alla loro totale estinzione.
Articolo 5 Operatività del Fondo
1. Fondo Futuro 2014-2020 opera in conformità con quanto previsto dalla normativa dell’Unione europea e nazionale, dalla Legge Regionale n. 10/2006, dal Disciplinare e dalle Linee Operative del Fondo per il microcredito e la microfinanza.
2. L’operatività di Fondo Futuro 2014-2020 e la modalità di utilizzo delle risorse assegnate sono dettagliate nella “Schede di Attività”, Allegato B), al presente AdF, formandone parte integrante.
3. La Scheda di Attività, in conformità con il contenuto minimo previsto nell’art. 5 comma 4 della Convenzione, opportunamente integrato, e nell’ambito delle regole generali di funzionamento del Fondo, specifica:
- Riferimenti normativi e regolamentari;
- Finalità dell’intervento;
- Destinatari dell’intervento, soggetti prioritari e soggetti esclusi;
- Risorse finanziarie;
- Settori economici di riferimento;
- Modalità di intervento;
- Caratteristiche del finanziamento;
- Spese ammissibili ed escluse;
- Modalità e procedure di accesso al finanziamento;
- Criteri di selezione;
- Politica di disinvestimento.
4. Lazio Innova il svolge ruolo di Xxxxxxxx gestore di Fondo Futuro 2014-2020 avvalendosi, per l’erogazione dei finanziamenti, di uno o più soggetti terzi, banche o intermediari finanziari vigilati, inclusi gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale di cui all’art. 111 del D.Lgs 385/1993 (TUB), per la parte di attività di cui al DM n.176/2014 art. 1 e per la quale ci sia compatibilità con i requisiti previsti ( “Soggetti erogatori”), appositamente convenzionati con Lazio Innova, sulla base di una procedura di adesione ad un accordo predefinito (convenzionamento aperto) di cui all’Allegato C).
Articolo 6 Compiti di Lazio Innova
1. Lazio Innova, in qualità di Soggetto gestore di Fondo Futuro 2014-2020, con riferimento all’attività ad essa attribuita, è responsabile di:
a) assicurare i necessari raccordi con l'AdG e il Comitato di Governace di cui al successivo art. 9 e, a valle, con i Soggetti erogatori;
b) osservare, per quanto di sua competenza, tutte le disposizioni previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia ed, in particolare, il Reg. (UE) n. 1303/2013, il Reg. (UE) n.
1304/2013 e il Reg. (UE) N. 1407/2013 relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti “de minimis”;
c) fornire le evidenze relative alle procedure ed alle verifiche di propria competenza eseguite, ai fini dello svolgimento delle funzioni di controllo di I livello da parte dell'AdG;
d) garantire una tempestiva e diretta informazione dell’AdG su eventuali procedimenti di carattere giudiziario, civile, penale o amministrativo che dovessero interessare Fondo Futuro 2014-2020 e collaborare alla tutela degli interessi della Regione Lazio e dell’Unione Europea;
e) tenere una codificazione contabile adeguata con quanto disciplinato dall’ art. 125 del RDC per tutte le transazioni relative all'operazione, ferme restando le norme contabili nazionali, compresi i requisiti per la contabilità fiduciaria/separata a norma dell’art. 38, paragrafo 8, del RDC;
f) alimentare il sistema informatizzato (SIGEM) per la raccolta e lo scambio elettronico dei dati necessari per la sorveglianza, la valutazione, la gestione finanziaria, la verifica e l’audit, in coerenza con quanto stabilito dagli articoli 122, comma 3, e 125, comma 2, lettera d), del RDC;
g) inviare i dati afferenti i destinatari dei finanziamenti per il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale a cura dell'AdG, secondo le scadenze indicate nell’Allegato E);
h) monitorare con regolarità e tempestività l'andamento degli interventi, in particolare ai fini della rilevazione dell'effettivo assorbimento dei fondi resi disponibili e comunicare tempestivamente gli esiti all'AdG;
i) assicurare l’accesso e fornire la necessaria collaborazione all'Autorità di Audit, all’Autorità di Certificazione, alla Commissione europea e alla Corte dei Conti europea per lo svolgimento dei controlli di Il livello a questa assegnati dai regolamenti dell’Unione europea;
j) esaminare le risultanze dei controlli effettuati dall'Autorità di Audit e fornire tutte le informazioni e la documentazione necessarie a consentire un adeguato riscontro da parte dell'AdG;
k) fornire aIl'AdG tutta la documentazione necessaria relativa allo stato di avanzamento degli interventi, sulla base di specifica indicazione dell’AdG relativamente alla natura delle informazioni e della documentazione da fornire, nonché della tempistica con cui tali dati devono essere resi disponibili;
l) garantire il rispetto degli obblighi in materia di informazione e pubblicità previsti all'art. 115 del RDC;
m) informare l’AdG, entro il mese successivo alla fine di ogni trimestre, di tutte le irregolarità, ovvero qualsiasi violazione del diritto dell'Unione o nazionale che abbia o possa arrecare un pregiudizio al bilancio dell'Unione mediante l'imputazione di spese indebite, che sono state oggetto di un primo accertamento, ai sensi del Regolamento delegato (UE) n. 2015/1970 e del Regolamento delegato (UE) n. 2015/1974.
2. Considerato che l’attuazione dello Strumento finanziario prevede il coinvolgimento di Xxxxxxxx erogatori appositamente convenzionati con Lazio Innova sulla base di un Accordo Quadro il cui schema è approvato dalla Regione Lazio, Lazio Innova, con la sottoscrizione di tale Accordo Quadro e della relativa scheda di attività specifica per Fondo Futuro 2014-2020 assegna ai Soggetti erogatori i seguenti compiti:
a) osservare, nello svolgimento dell’attività loro attribuita, tutte le disposizioni previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia ed, in particolare, il Reg. (UE) n. 1303/2013, il Reg.
(UE) n. 1304/2013 e il Reg. (UE) N. 1407/2013 relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti “de minimis”;
b) effettuare i controlli riguardanti gli aspetti amministrativi, tecnici e finanziari previsti;
c) fornire le evidenze relative alle procedure ed alle verifiche eseguite, ai fini dello svolgimento delle funzioni di controllo di I livello da parte dell'AdG;
d) garantire una tempestiva e diretta informazione a Lazio Innova su eventuali procedimenti di carattere giudiziario, civile, penale o amministrativo che dovessero interessare Fondo Futuro 2014- 2020 e collaborare alla tutela degli interessi della Regione Lazio e dell’Unione Europea;
e) tenere una codificazione contabile adeguata con quanto disciplinato dall’ art. 125 del RDC per tutte le transazioni relative all'operazione, ferme restando le norme contabili nazionali, compresi i requisiti per la contabilità fiduciaria/separata a norma dell’art. 38, paragrafo 8, del RDC;
f) inviare a Lazio Innova i dati afferenti i destinatari dei finanziamenti per il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale a cura dell'AdG, secondo le scadenze indicate nell’Allegato E), nonché i dati necessari per l’alimentazione del Registro Nazionale degli Aiuti (RNA) sulla base del tracciato che sarà fornito da Lazio Innova su specifica indicazione della Regione;
g) monitorare con regolarità e tempestività l'andamento degli interventi e comunicare tempestivamente gli esiti a Lazio Innova, anche ai fini della definizione dei compensi maturati che possono essere considerati spesa certificabile, e comunicare tempestivamente gli esiti a Lazio Innova;
h) fornire a Lazio Innova tutta la documentazione necessaria relativa allo stato di avanzamento degli interventi, seguendo le indicazioni relative alla natura delle informazioni e della documentazione da fornire, nonché alla tempistica con cui tali dati devono essere resi disponibili;
i) assicurare l’accesso e fornire la necessaria collaborazione all'Autorità di Audit, all’Autorità di Certificazione, alla Commissione europea e alla Corte dei Conti europea per lo svolgimento dei controlli di Il livello a questa assegnati dai regolamenti dell’Unione europea;
j) garantire il rispetto degli obblighi in materia di informazione e pubblicità previsti all'art. 115 del RDC;
k) informare Lazio Innova, entro il mese successivo alla fine di ogni trimestre, di tutte le irregolarità che sono state oggetto di un primo accertamento, ai sensi del Regolamento delegato (UE) n. 2015/1970 e del Regolamento delegato (UE) n. 2015/1974;
l) garantire che i documenti giustificativi delle spese dichiarate come ammissibili siano debitamente conservati e siano disponibili per consentire la verifica della legittimità e regolarità delle spese dichiarate alla Commissione ai sensi dell’art. 40, paragrafo 4, del RDC e che i documenti giustificativi che consentono la verifica della conformità alla legislazione nazionale e dell'Unione comprendano almeno quanto previsto all’art.9(1)(c) del Regolamento delegato (UE) n. 480/14;
m) stabilire procedure per far sì che tutta la documentazione fiscale sia conservata, nel rispetto della tempistica stabilita dalla normativa nazionale vigente (art. 2222 del Codice civile), per un periodo di dieci dall’anno contabile di riferimento e tutta la documentazione sia resa disponibile su richiesta della Commissione e della Corte dei conti europea secondo quanto disposto dall'art. 140 del RDC, per un periodo di tre anni a decorrere dal 31 dicembre successivo alla presentazione dei conti nei quali sono incluse le spese dell'operazione.
Articolo 7
Compiti dell’AdG del POR FSE
1. Permangono in capo all’AdG del POR FSE:
a) l’adozione degli atti su cui si basa l’iniziativa regionale oggetto del presente AdF (atti di definizione dei contenuti fondamentali dell’iniziativa, atti di programmazione, ecc.), la definizione della dotazione finanziaria, le eventuali procedure di comunicazione e notifica alla Commissione europea, fermo restando l’obbligo per il Soggetto gestore di assicurare la collaborazione ed il sostegno tecnico e operativo alle strutture regionali responsabili dello svolgimento di tali compiti ed adempimenti;
b) l’impegno a garantire l’accesso alle pertinenti strumentazioni e informazioni necessarie per l’esecuzione da parte di Lazio innova dei compiti previsti nell’AdF ed, in particolare, quelle riguardanti
- il sistema informatizzato per la raccolta e lo scambio elettronico dei dati necessari per la sorveglianza, la valutazione, la gestione finanziaria, la verifica e l’audit, in coerenza con quanto stabilito dagli articoli 122, comma 3, e 125, comma 2, lettera d), del RDC;
- il SIGECO costituito dal Documento descrittivo dell’organizzazione e delle procedure adottate dall’AdG, in coerenza con il modello di cui all’Allegato III del Regolamento (UE) n.1011/2014;
- gli esiti delle verifiche, le segnalazioni da parte delle Autorità coinvolte nel processo di gestione, controllo, certificazione e audit, ivi inclusi le raccomandazioni e i piani di azione per il miglioramento dei sistemi e le irregolarità riscontrate nel corso dell’attuazione del POR che possano avere ripercussioni su Fondo Futuro 2014-2020 e sulla corretta implementazione dello stesso;
c) le funzioni di vigilanza e controllo sull’operato di Lazio Innova e dei Soggetti erogatori;
d) l’alimentazione del Registro Nazionale degli Aiuti, sulla base degli elenchi delle pratiche istruite dai Soggetti erogatori ed inviati da Lazio Innova.
3. L’AdG per quanto riguarda le risorse del POR, si impegna ad assicurare a Lazio Innova l’effettiva e tempestiva disponibilità delle risorse finanziarie di cui all’articolo 3, nonché l’eventuale programmazione di altre risorse finanziarie aggiuntive.
Articolo 8 Piano Aziendale
1. Lazio Innova, nella sua qualità di Soggetto gestore di Fondo Futuro 2014-2020, conformemente con quanto indicato nel Piano Aziendale allegato al presente AdF (Allegato D), organizzerà le proprie strutture in modo sinergico con la propria esistente struttura tecnica e organizzativa in modo da assicurare il rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa nonché i requisiti di professionalità ed indipendenza.
2. In particolare, si precisa che la corretta implementazione del Piano è assicurata dal Responsabile pro- tempore del Servizio Progettazione ed Assistenza Finanziaria, individuato quale Responsabile dell’Esecuzione, interfaccia contrattuale unica nei confronti della Regione Lazio, che è intestatario della responsabilità per il conseguimento degli obiettivi, dei risultati e delle attività relativi all’esecuzione del
presente AdF. Trattasi di figura dotata di adeguate competenze professionali e di idoneo livello di responsabilità e potere decisionale.
3. La scheda di attività relativa alla gestione di Fondo Futuro 2014-2020, prevista all’interno del Piano di attività annuale presentato da Lazio Innova ai sensi delle vigenti disposizioni regionali, costituisce dettaglio annuale ed aggiornamento del Piano Aziendale; la pianificazione annuale, ove sostanzialmente difforme da quanto indicato nel Piano Aziendale allegato al presente AdF, sarà posta all’attenzione del Comitato di Governance.
Articolo 9 Comitato di Governance
1. Xxxxx restando il ruolo e le responsabilità attribuiti a Lazio Innova in qualità di Soggetto gestore di Fondo Futuro 2014-2020, all’AdG del POR FSE e al Nucleo Regionale, il cui ruolo è definito nella Scheda di Attività allegata sub b) all’AdF, è istituito un Comitato di Governance avente funzioni di sorveglianza, indirizzo e raccordo operativo con le strutture regionali competenti.
2. Fanno parte del Comitato di Governance l’AdG FSE, con funzione di Presidente, un componente designato della Direzione Sviluppo Economico e Attività Produttive, un componente designato dalla Direzione Regionale Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio e un componente designato da Lazio Innova, ovvero loro supplenti. I componenti del Comitato devono essere dirigenti o funzionari e partecipano al Comitato di Governance a titolo non oneroso. Ciascun componente assicura la piena e continua funzionalità del Comitato di Governance.
3. Il Comitato di Governance esprime pareri motivati, se del caso, a maggioranza dei suoi componenti, sulle seguenti materie:
a. riesame e aggiornamenti della VexA e relativo campo di applicazione;
b. documenti di gara ed Avvisi Pubblici o assimilabili, incluse eventuali variazioni a quelli allegati al presente AdF;
c. attività svolte dai Soggetti erogatori;
d. aggiornamento del Piano Aziendale di Lazio Innova allegato al presente AdF (Allegato D);
e. eventuali proposte di variazioni dello Strumento Finanziario e dei destinatari finali ammissibili per effetto di mutate condizioni, quali ad esempio variazioni della regolamentazione di riferimento;
f. relazioni e valutazioni richieste dalla Commissione europea, dal CdS, dal Tavolo di Partenariato, da altri Organismi esterni o di controllo;
g. eventuali cessioni dei rapporti giuridici attivi e passivi di Fondo Futuro 2014-2020 volti ad accelerarne la liquidazione;
x. xxxxxxxxxxxxx e controversie riguardanti il Fondo Futuro 2014-2020, su segnalazione di Lazio innova e dei Soggetti erogatori.
4. Il Comitato di Governance può assumere le iniziative più opportune ove ravveda possibili rischi riguardanti potenziali irregolarità e rettifiche finanziarie ovvero il mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa e dei risultati definiti in via programmatica, anche sulla base di chiarimenti, interpretazioni o successive disposizioni della Commissione Europea, dello Stato, dell’Autorità di Audit o di altre Autorità competenti.
5. Le riunioni del Comitato di Governance si tengono su convocazione del Presidente anche in forma telematica. La segreteria tecnica del Comitato di Governance, affidata a Lazio Innova, cura la verbalizzazione delle riunioni, la raccolta sistematica dei verbali e la loro autenticità, garantendone l’accesso da parte dei componenti, dell’Autorità di Certificazione e di Audit e degli Organi Sociali e di vigilanza di Lazio Innova.
Articolo 10
Vantaggio finanziario e aiuti di Stato
1. Fondo Futuro 2014-2020 opera senza il coinvolgimento di capitale bancario, né di risorse di altri co- finanziatori. Lazio Innova, società in house della Regione, non percepisce alcun vantaggio finanziario non percependo nessun corrispettivo, comunque denominato, da parte dei Soggetti erogatori e dei destinatari dei finanziamenti.
2. Lazio Innova garantisce trasparenza e non discriminazione di accesso degli intermediari finanziari alle procedure di convenzionamento aperto. L’Accordo Quadro tra Lazio Innova e Soggetti erogatori, e la relativa scheda di attività specifica per Fondo Futuro 2014-2020, riportando quanto indicato nel presente AdF e nella Scheda di Attività ad esso allegata sub c), definiscono chiaramente la strategia di investimento, le tipologie di agevolazione e i soggetti destinatari finali dell’azione, nonché i compensi dei Soggetti Erogatori e le disposizioni e i requisiti riguardanti l'accesso ai documenti da parte delle Autorità di Audit regionale, della Commissione e della Corte dei Conti Europea.
3. A livello di destinatario finale, i finanziamenti sono attuati in conformità alle norme del Regolamento (UE) n. 1407/2013 “de minimis”. Per ciascun prestito, Lazio Innova calcola l’ESL secondo la relativa normativa applicabile.
Articolo 11
Disposizioni per il controllo dell'attuazione degli investimenti
1. Lazio Xxxxxx si impegna a raccogliere e fornire all’AdG le informazioni indicate, nel rispetto di quanto indicato nei modelli per il controllo e le relazioni (allegati sub E).
2. A tal fine si fa presente che dovrà essere tenuta una contabilità separata con riferimento ai versamenti a Fondo Futuro e garantita l’evidenza degli interessi maturati sulle giacenze di liquidità da impiegare conformemente all’art. 43 del RDC e degli interessi versati dai destinatari finali.
3. Come stabilito all’art. 3 si specifica che i contributi del POR previsti come dotazione iniziale e quelli programmati sono composti da una quota FSE pari al 50% ed un corrispondente cofinanziamento nazionale pubblico, di natura statale per il 35% e regionale per il 15%, pertanto le previsioni dei commi
3 e 6 dell’art. 1 del Regolamento delegato (UE) n. 821/14 risultano applicabili utilizzando tali proporzioni senza necessità di specifiche registrazioni contabili e prove documentali.
4. Lazio Innova si impegna ad integrare la rendicontazione contabile con la gestione delle ulteriori informazioni procedurali e di risultato, ove possibile ed opportuno, per singoli destinatari finali o altri soggetti coinvolti, secondo la reportistica esemplificativa riportata nell’Allegato e), da perfezionare con i singoli Soggetti erogatori anche in un’ottica di interoperabilità dei rispettivi sistemi informatici.
5. Inoltre i rendiconti e le relazioni dovranno:
a) essere coerenti con i modelli per il controllo e le relazioni allegati al presente AdF sub E) ;
b) rappresentare le erogazioni effettuate e le domande presentate a valere su Fondo Futuro 2014- 2020, per singolo destinatario finale, in modo da avere un quadro chiaro delle risorse disponibili ad una certa data, nonché gli indicatori procedurali che consentano di effettuare le dovute previsioni a breve o medio periodo e programmare le eventuali azioni correttive;
c) rappresentare le erogazioni realmente effettuate, la spesa ammissibile e i relativi rimborsi, i casi e gli stadi di deterioramento delle attività finanziarie, anche per singolo destinatario finale;
d) riportare i dati relativi al Fondo Futuro 2014-2020 ed ai singoli destinatari finali, utili per verificare l’andamento rispetto ai risultati attesi (indicatori di realizzazione e di risultato), l’ammontare degli eventuali aiuti di Stato concessi in termini di ESL e l’eventuale effetto rotativo, qualora esaurite le risorse finanziarie si eroghino nuovi finanziamenti a valere sui rientri.
6. A tal fine, l’Accordo Quadro tra Lazio Innova e Soggetti Erogatori, e la relativa scheda di attività specifica per Fondo Futuro 2014-2020, riporteranno quanto indicato nel precedenti commi 2, 4 e 5 del presente articolo, relativamente agli obblighi di informativa da fornire a Lazio Innova, secondo identici modelli e relazioni.
Articolo 12
Definizione dei requisiti in materia di audit
1. Lazio Innova deve garantire le funzioni di gestione e controllo sull’attuazione di Fondo Futuro 2014- 2020 e sui propri atti assunti in qualità di gestore. In particolare, deve essere conservata con sistemi e procedure atte a garantire una pista di controllo adeguata per tutto il periodo di validità dell’AdF, tutta la documentazione che attesti:
a) la conformità delle attività realizzate in qualità di gestore di Fondo Futuro 2014-2020 con le previsioni del presente Accordo, dei suoi allegati e delle eventuali modifiche, delle procedure di selezione dei destinatari (avvisi) che saranno pubblicati dalla Regione;
b) la coerenza con il presente AdF, con i suoi allegati e con gli avvisi che saranno pubblicati dalla Regione degli standard contrattuali e di comunicazione tra Lazio Innova in qualità di gestore di Fondo Futuro, i Soggetti erogatori ed i destinatari finali;
c) la correttezza dei conti relativi al Fondo Futuro 2014-2020;
d) gli importi dei contributi POR che costituiscono le risorse di Fondo Futuro 2014-2020 e quelli effettivamente versati;
e) l’eleggibilità della spesa ammissibile e delle erogazioni, secondo le indicazioni dell’AdG;
f) la legittimità dei costi di gestione di Fondo Futuro 2014-2020, nonché degli altri movimenti economici, finanziari e patrimoniali e la eleggibilità di quelli considerati spesa ammissibile, secondo le indicazioni dell’AdG;
g) la correttezza degli importi restituiti dal Soggetti erogatori, nel rispetto di quanto previsto nel presente AdF e dei suoi allegati.
2. Lazio Xxxxxx deve inoltre garantire la conformità all’AdF delle attività svolte e degli atti assunti in qualità di gestore di Fondo Futuro 2014-2020. In particolare, Lazio Innova deve garantire la conservazione dei documenti che disciplinano gli accordi contrattuali sottoscritti con i Soggetti erogatori, inclusi quelli che ne determinano l’efficacia nonché le relative comunicazioni aventi rilievo contrattuale, con sistemi e procedure adeguate, rendendo accessibile alla AdG, all’Autorità di Certificazione, alla Autorità di Audit ed agli ulteriori organismi pubblici competenti o loro incaricati, tutta la documentazione.
3. Inoltre, considerato che l’attuazione dello Strumento finanziario prevede il coinvolgimento di Soggetti Erogatori appositamente convenzionati con Lazio Innova sulla base di un Accordo Quadro il cui schema è approvato dalla Regione Lazio e della relativa scheda di attività specifica per Fondo Futuro 2014-2022 (complessivamente anche “accordi”) predisposta in conformità con il contenuto del presente AdF e della Scheda di Attività in allegato B), si dispone che i Soggetti erogatori:
a. garantiscano funzioni di gestione e controllo sull’attività svolta in relazione all’attuazione di Fondo Futuro 2014-2020, in particolare conservando documentazione che attesti:
i. la conformità delle attività realizzate con le previsioni degli accordi sottoscritti, degli avvisi che saranno pubblicati dalla Regione;
ii. la correttezza dei conti relativi al Fondo Futuro 2014-2020
iii. la coerenza delle erogazioni effettuate con quanto indicato negli accordi sottoscritti e negli avvisi che saranno pubblicati dalla Regione;
iv. la legittimità dei costi di gestione di Fondo Futuro 2014-2020, nonché degli altri movimenti economici, finanziari e patrimoniali;
v. la correttezza degli importi tempo per tempo restituiti a Fondo Futuro 2014-2020.
b. garantiscano l’adozione di sistemi e procedure atte a rendere accessibile alla AdG, all’Autorità di Certificazione, alla Autorità di Audit ed agli ulteriori organismi pubblici competenti o loro incaricati, tutta la documentazione relativa alle attività svolte all’attuazione di Fondo Futuro 2014-2020, in particolare:
i. le domande presentate dai destinatari, inclusi i documenti previsti dagli avvisi e le eventuali integrazioni;
ii. le check list di controllo, i documenti istruttori, le informazioni acquisite, le relazioni, le delibere e gli altri atti interni previsti dalle procedure interne e previste o richiamate dagli accordi sottoscritti, anche con riferimento alla prevenzione dei conflitti di interesse;
iii. i documenti che disciplinano gli accordi contrattuali sottoscritti dai destinatari, inclusi quelli che ne determinano l’efficacia nonché le relative comunicazioni aventi rilievo contrattuale;
iv. la documentazione di spesa fornita dai destinatari a prova del fatto che il sostegno fornito attraverso lo strumento finanziario è stato utilizzato per la finalità prevista;
v. le prove del fatto che non sono state addebitate commissioni di istruttoria ai destinatari finali.
4. Lazio Innova, infine, garantisce, anche con la dovuta collaborazione dei Soggetti erogatori, che siano assicurati adeguati sistemi di individuazione dei rischi, misure antifrode efficaci e proporzionate e misure per prevenire le irregolarità per la gestione di Fondo Futuro 2014-2020, in coerenza con il SIGECO, con l’obbligo di segnalare qualsiasi irregolarità rilevata nell’espletamento delle attività.
Articolo 13 Gestione dei conti
1. Fondo Futuro 2014-2020 viene ascritto tra le passività dello stato patrimoniale del bilancio di esercizio di Lazio Innova, nella fattispecie di “fondi di terzi in amministrazione” per tutto il periodo che intercorre tra il trasferimento delle risorse e la liquidazione del Fondo Futuro 2014-2020 da concludersi con la restituzione del patrimonio residuo alla Regione Lazio, e non costituisce patrimonio
netto di Lazio Innova aggredibile da terzi. Fondo Futuro 2014-2020 è segregato nella contabilità di Lazio Innova, non ha personalità giuridica, si movimenta esclusivamente sui conti correnti bancari dedicati le cui modalità di impiego sono regolate e vincolate dal presente AdF.
2. Ove non diversamente disciplinato, le previsioni del presente AdF riguardanti i contributi del POR si applicano a tutte le risorse di Fondo Futuro 2014-2020, compresi quindi i relativi rimborsi in linea capitale e gli interessi attivi eventualmente maturati sulle giacenze del conto di tesoreria.
3. Lazio Innova assume l’obbligo di adempiere a tutti gli oneri di tracciabilità dei flussi finanziari, espressamente indicati nella Legge 13 agosto 2010, n. 136 e ss.mm.ii. A tal fine, per i movimenti finanziari relativi al presente AdF, utilizzerà il c/c bancario intestato a Lazio Innova – “Fondo Futuro 2014-2020” IBAN … presso la Banca …, via …, Roma.
4. Ai sensi dell’art. 3 co. 7 della Legge 136/2010 citata, il contraente individua di seguito le persone delegate ad operare sui sopraindicati conti:
i. Dott. …, nato a … il …. C.fis. …;
ii. Dott. …, nato a … il … C.fis. ...
5. Nel caso in cui le transazioni siano eseguite senza avvalersi degli istituti bancari o delle poste, ovvero i movimenti finanziari relativi al presente AdF non siano effettuati secondo gli strumenti del bonifico bancario (bancario o postale) ivi previste, l’AdF si risolve automaticamente, secondo quanto disposto dall’art. 3 co. 8 della Legge 136/2010 citata.
6. Lazio Xxxxxx garantisce che siano mantenute registrazioni adeguate al fine di distinguere gli interessi maturati sulle giacenze da impiegare conformemente all’art. 43 del RDC.
7. Lazio Innova garantisce che le giacenze finanziarie di Fondo Futuro 2014-2020 siano gestite in modo professionale, evitando potenziali conflitti di interesse e mirando a minimizzare il profilo di rischio, impiegandole in depositi bancari presso primari istituti di credito Il corrispettivo per tale attività, esclusi gli oneri addebitati sul c/c dedicato e le imposte e le tasse, è compreso nei costi di gestione di cui all’art. 14.
8. Si dispone che nella scheda di attività relativa a Fondo Futuro 2014-2020 allegata all’Accordo Quadro sottoscritto con i Soggetti erogatori siano contenute analoghe previsioni a quelle contenute nei precedenti commi 5, 6 e 7, oltre agli oneri di tracciabilità dei flussi finanziari sopra indicati.
Articolo 14 Compensi
1. Conformemente a quanto previsto dall’articolo 42 del RDC, paragrafo 1, lettera d), è riconosciuto a Lazio Innova il rimborso dei costi di gestione sostenuti, commisurati alle giornate/uomo svolte, così come definite nell’ambito del Piano Aziendale e nel dettaglio annuale di gestione di Fondo Futuro 2014- 2020 predisposto all’interno del Piano di attività annuale presentato da Lazio Innova ai sensi delle vigenti disposizioni regionali, debitamente rendicontati nel rispetto di quanto previsto dalla Direttiva regionale B06163 del 17-09-2012.
2. È, inoltre, riconosciuta la copertura di ulteriori costi sostenuti da Lazio Innova nello svolgimento dell’attività e previsti nel Piano Aziendale e nel dettaglio annuale di gestione di Fondo Futuro 2014- 2020, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i costi connessi all’ottenimento di pareri legali, e i costi connessi all’eventuale affidamento di attività a terzi.
3. Salvo diversamente disposto con altri atti, Lazio Innova sarà rimborsata dei costi sostenuti in misura non superiore allo 0,5% annuo delle risorse complessivamente versate a Fondo Futuro 2014-2020.
4. Sono riconosciute ai Soggetti erogatori, coinvolti nell’attuazione di Fondo Futuro 2014-2020, commissioni di gestione commisurate all’erogazione dei finanziamenti ai destinatari finali sulla base delle modalità definite e concordate negli accordi tra Lazio Innova e i Soggetti erogatori, di cui all’Allegato C), nella misura pari:
- al 2,5% delle risorse erogate, con un importo minimo di euro 300,00 per finanziamento;
- all’1,0% annuo delle risorse erogate ai destinatari finali pro rata temporis.
5. Inoltre, a titolo di compenso per l’attività di gestione amministrativa dei casi di ritardato pagamento, è riconosciuto ai Soggetti Erogatori un importo pari al tasso di mora pagato dal beneficiario. Tale compenso, ove non sia considerabile spesa ammissibile ai fini della certificazione delle spese, sarà riconosciuto a valere sui rientri.
Il compenso non è riconosciuto in caso di recupero coatto del credito mediante iscrizione a ruolo.
6. I costi di gestione e le commissioni di gestione di Lazio Innova e dei Soggetti erogatori saranno considerati spesa ammissibile ai fini della certificazione delle spese nel limite del 10% dell’importo complessivamente versato a valere sulle risorse del POR FSE a Fondo Futuro 2014-2020 sull’intero periodo di ammissibilità della spesa, così come stabilito dal Regolamento delegato n. 480/14, articolo 13(3)(e) per uno strumento finanziario che fornisce microcredito.
7. I costi di gestione e le commissioni di gestione di cui al presente articolo sono a carico delle risorse di Fondo Futuro 2014-2020, nonché, eventualmente, delle risorse rimborsate dai destinatari finali conformemente all’art. 44(1)(c) del RDC.
8. Nessun’altra retribuzione, diretta o indiretta, in particolare dai Soggetti erogatori e dai destinatari finali potrà essere riconosciuta a Lazio Innova per l’esecuzione del presente AdF. Analoga previsione contenuta negli accordi con i Soggetti erogatori chiarisce che nessun’altra retribuzione, diretta o indiretta, potrà essere riconosciuta dai destinatari finali ai Soggetti erogatori per l’attività connessa all’attuazione di Fondo Futuro 2014-2020.
9. Il pagamento dei corrispettivi a Lazio Innova avverrà annualmente dietro presentazione di apposita documentazione comprovante la spesa sostenuta per la gestione di Fondo Futuro 2014-2020.
10. La fatturazione sarà preceduta dall’espletamento dei controlli e delle verifiche, in termini di quantità e qualità, da parte dei competenti uffici della AdG FSE, che entro 60 giorni dalla ricezione della apposita documentazione, provvedono a:
a) comunicare a Lazio Innova la propria approvazione, autorizzando pertanto la fatturazione;
b) richiedere chiarimenti o formulare contestazioni formali, nel caso in cui ravvisino carenze, inesattezze o irregolarità, assegnando a Lazio Innova un termine perentorio di 15 giorni solari per adempiere. Il succitato termine di 60 (sessanta) giorni riprenderà a decorrere ex novo a seguito dell’esatto e puntuale adempimento da parte di Lazio Innova.
11. La Xxxxxxx Xxxxx, xxxxx x 00 (xxxxxx) giorni successivi alla ricezione della fattura da parte di Lazio Innova, autorizzerà quest’ultima al prelievo dei Costi di gestione da Fondo Futuro 2014-2020.
12. Ai corrispettivi spettanti ai Soggetti erogatori si applica una disciplina analoga a quella sopra indicata nei precedenti commi 8, 9 e 10; tale disciplina è contenuta negli accordi fra Lazio Innova e i Soggetti erogatori.
Articolo 15
Revoca e risoluzione dell’Accordo di Finanziamento
1. Il presente AdF potrà essere revocato da parte della Regione per sopravvenute gravi e motivate esigenze di pubblico interesse, salvo il riconoscimento di equo indennizzo nei confronti di Lazio Innova nel caso in cui la revoca non sia resa necessaria da normativa sopravvenuta.
2. Fatta salva la revoca di cui al precedente paragrafo, il presente AdF si risolve qualora le parti abbiano commesso gravi, ripetute e rilevanti inadempienze rispetto agli impegni assunti nello stesso, avuto riguardo all’interesse dell’altra parte.
3. Costituiscono inadempimenti del presente AdF da parte di Lazio Innova ogni grave inosservanza degli impegni assunti o violazioni reiterate dei doveri relativi alle attività svolte in qualità di gestore del Fondo Futuro 2014-2020 rispetto quanto previsto dal presente AdF e dalla normativa applicabile.
4. Qualora la Regione riscontri l’esistenza di uno dei casi suindicati, provvederà a contestarlo a Lazio Innova se del caso indicando adeguate soluzioni. Lazio Innova dovrà inviare le proprie controdeduzioni entro i successivi 30 giorni, ovvero adottare le soluzioni, nei tempi stabiliti dalla Regione, sentito il Comitato di Governance. In assenza di controdeduzioni o in mancanza dell’adozione delle soluzioni, o nel caso in cui queste non siano accolte, la Regione procederà alla risoluzione dell’AdF e a definire l’obbligo alla restituzione delle risorse finanziarie.
5. In caso di risoluzione dell’AdF per inadempimento, Lazio Innova avrà diritto al rimborso dei costi di gestione sostenuti in conformità al presente AdF, fermo restando il diritto ad ogni risarcimento, indennizzo, rimborso o ristoro per attività da eseguirsi.
6. Inoltre, la Regione può risolvere l’AdF nei seguenti casi:
a) cessazione dell’attività di impresa in capo a Lazio Innova o fallimento;
b) violazione del requisito di correttezza e regolarità contributiva, fiscale e retributiva;
c) violazione delle norme in tema di sicurezza del lavoro e trattamento retributivo dei lavoratori dipendenti;
d) cessione parziale o totale dell’AdF.
7. In caso di risoluzione dell’AdF la Regione può stipulare un nuovo AdF con terzi per l’affidamento del completamento delle attività ivi previste.
8. Nessuna contestazione potrà essere mossa nei confronti di Lazio Xxxxxx nel caso di ritardi dovuti alla Regione o inadempimenti derivanti da mancati versamenti dei contributi da parte della stessa, che incidano sul corretto svolgimento dell’attività di gestione di Fondo Futuro 2014-2020, come previsto dall’AdF.
Articolo 16 Informazione
1 Lazio Innova assicura, direttamente e attraverso i Soggetti erogatori, che siano fornite tutte le dovute informazioni per garantire l’accesso da parte dei destinatari finali al sostegno di Fondo Futuro 2014- 2020.
2 Al fine di garantire che siano rispettati gli obblighi in materia di informazione e pubblicità definiti all'articolo 115 del RDC in conformità con quanto previsto all’allegato XII del RDC ed al capo II del
Regolamento delegato (UE) n. 821/14, negli accordi fra Lazio Innova e i Soggetti erogatori si dispone in particolare che:
a) i Soggetti erogatori diano opportuna visibilità al pubblico del cofinanziamento dell’Unione e del FSE che lo sostiene mediante l’opportuna visibilità del logo del POR FSE sui loro siti ed, in particolare, sulle pagine dedicate all’attuazione di Fondo Futuro 2014-2020, nelle strutture fisiche appositamente indicate come front office (sportelli territoriali, etc.), nella modulistica, negli atti contrattuali e nelle comunicazioni con i destinatari finali;
b) i siti dei Soggetti erogatori descrivano Fondo Futuro 2014-2020, comprese le sue finalità, evidenziando il sostegno finanziario ricevuto dall’Unione;
c) i Soggetti erogatori raccolgano le informazioni, acquisendo l’obbligatorio consenso dei destinatari o degli altri soggetti coinvolti, previste per adempiere agli obblighi di trasparenza di cui all’art. 26 e 27 del D. Lgs. 33/2013 in materia di trasparenza sui vantaggi economici riconosciuti a valere su risorse pubbliche e, ove ricorra il caso, di cui all’art. 9, comma 1, lettera c) del RGE.
3 Tutti i dati e le informazioni raccolte da Lazio Innova nella gestione di Fondo Futuro 2014-2020 possono essere da questa o dalla Regione Lazio riutilizzate, salvo il rispetto del D. Lgs. 196/2003 in materia di dati personali ovvero informazioni preventivamente e motivatamente definite come riservate e da non divulgare.
Articolo 17
Disposizioni atte a garantire l’indipendenza dell’operato di Lazio innova
1. Al fine di dare attuazione al presente AdF e agli obblighi derivanti dalla normativa dell’Unione europea e nazionale applicabile, Lazio Innova dovrà organizzare le proprie strutture tecnico-amministrative in modo da assicurare il rispetto dei criteri di efficacia e di efficienza dell’azione amministrativa nonché i requisiti di professionalità ed indipendenza.
2. A tal fine le attività di gestione di Fondo Futuro 2014-2020 dovranno essere inserite nell’organizzazione di Lazio Innova in modo chiaro, sfruttando le sinergie utili con le procedure e le funzioni societarie già esistenti, nel rispetto delle disposizioni regionali sul controllo analogo, come meglio delineato nel Piano Aziendale di Lazio Innova allegato al presente AdF (Allegato D). Le funzioni ed i compiti relativi alle attività di gestione assegnati al personale di Lazio Innova o ad incaricati saranno attribuiti attraverso atti formali interni, secondo quanto previsto dalle procedure aziendali ed in coerenza con il SIGECO del POR FSE;
3. Il Responsabile Unico dei Procedimenti amministrativi afferenti a Fondo Futuro 2014-2020, ai sensi della
L. 241/90 e ss. mm. e ii, è individuato nel Direttore Generale di Lazio Innova. .
4. La rendicontazione annuale di Fondo Futuro 2014-2020 deve essere corredata da apposite “procedure di verifica concordate” condotte da un revisore dei conti/società di revisione sulla base dell’International Standard on Related Services (ISRS) 4400, “Engagements to Perform Agreed-upon Procedures Regarding Financial Information” nonché del Documento di Ricerca della Assirevi emanato in tale ambito.
5. In attuazione del presente AdF trovano applicazione, con il coinvolgimento delle strutture organizzative preposte, le procedure adottate da Lazio Innova per disposizioni di legge ovvero per l’esercizio del controllo analogo da parte della Regione, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo: il “Modello di Organizzazione Gestione e Controllo” ed il relativo “Codice Etico” adottati ai sensi del D.lgs. n.
231/2001, il “Regolamento per l’acquisizione in economia di beni, servizi e lavori, e per le sponsorizzazioni e per l’aggiudicazione di appalti aventi ad oggetto i servizi di cui all’allegato II B” adottato ai sensi dell’art. 125 D.Lgs. 163/2006, il “Regolamento per il reclutamento del personale e il conferimento di incarichi professionali”, i “Piani anticorruzione per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di corruzione” ed il relativo “Manuale operativo per la trasparenza” adottati ai sensi del D.Lgs. 33/2013, la “Procedura di gestione delle incompatibilità” adottata ai sensi del D.Lgs. 39/2013 e la “Procedura di segnalazione di illeciti e irregolarità” ex art. 54-bis del D.Lgs 165/2001.
6. Lazio Innova osserverà per l’intera durata dell’AdF tutte le prescrizioni normative e contrattuali in materia di pari opportunità, retribuzione, contributi assicurativi e previdenziali, assicurazioni, infortuni, nonché in tema di adempimenti, prestazioni ed obbligazioni inerenti il rapporto di lavoro del personale e relativa sicurezza sul lavoro, secondo la normativa e i contratti di categoria in vigore.
7. Lazio Innova garantisce la gestione delle risorse di Fondo Futuro 2014-2020 in modo indipendente e con il dovuto livello di professionalità, efficienza, trasparenza e diligenza attese da un organismo attuatore di strumenti finanziari.
8. Negli accordi con i Soggetti erogatori sono contenute disposizioni analoghe a quelle di cui ai precedenti commi 6 e 7.
Articolo 18
Disposizioni relative ai rimborsi e alla liquidazione dello strumento finanziario
1. La politica di disinvestimento è stabilita in coerenza con quanto previsto dall’art. 44 e dall’art. 45 del RDC.
2. Per quanto riguarda le risorse rimborsate dai destinatari finali ai Soggetti erogatori, quale quota capitale dei finanziamenti erogati, esse devono essere restituite a Lazio Innova entro il primo bimestre di ciascun anno sull’apposito conto corrente dedicato a Fondo Futuro 2014-2020, al netto delle spese e degli oneri legati alla tenuta del conto.
3. Sulla base dei dati di consuntivo annuali, la Regione entro il primo trimestre di ciascun anno darà indicazioni a Lazio Innova se le risorse rimborsate dai Soggetti erogatori dovranno essere restituite alla Regione, insieme agli interessi generati dall’attivo di cassa di Fondo Futuro 2014-2020 al netto degli importi stimati per eventuali impegni residui, oppure se tali risorse andranno ad incrementare l’operatività di Fondo Futuro 2014-2020.
4. Le risorse da restituire alla Regione dovranno essere versate su un c/c bancario intestato alla Regione e dalla stessa appositamente comunicato. La causale di versamento, da indicare all’atto del trasferimento, dovrà essere “restituzione risorse relative a Fondo Futuro 2014-2020 a valere sul POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio”, ovvero analoghe diciture qualora le restituzioni dovessero riguardare contributi derivanti da fonti diverse dal POR.
5. Lazio Innova è autorizzata a trattenere un importo stimato per le spese di chiusura dei conti correnti prima dell’ultima restituzione significativa di cui al comma precedente e quindi effettuare quanto prima un ultimo versamento per l’effettiva differenza. Entro 30 giorni dall’ultimo versamento Lazio Innova invia ai componenti del Comitato di Governance e all’AdG il rendiconto finale di chiusura.
Articolo 19
Disposizioni relative al riutilizzo delle risorse imputabili al sostegno del Fondo
1. La Regione, ai sensi degli artt. 44 e 45 del RDC, garantisce che le risorse restituite da Fondo Futuro 2014-2020 alla Regione stessa, e imputabili alle risorse del POR FSE, siano reimpiegate per le stesse finalità e conformemente agli obiettivi del Programma, secondo il seguente ordine di priorità indicativo:
i. ulteriori investimenti nell’ambito dello stesso Fondo Futuro 2014-2020;
ii. attraverso la ricostituzione di un nuovo strumento finanziario regionale volto alla concessione di microcrediti a favore delle stesse tipologie di destinatari finali;
iii. incrementando la dotazione finanziaria del Fondo regionale per il microcredito e la microfinanza, istituito ai sensi dell’art. 1, commi 20-28 della Legge Regionale n. 10 del 18 settembre 2006 e ss.mm.ii.
1. L’ AdF è regolato dalla Legge Italiana.
Articolo 20 Disposizioni finali
2. In applicazione della normativa vigente in materia, Lazio Innova e i suoi dipendenti incaricati dell’attuazione del presente AdF, (di seguito indicati come "Parti Esonerate") sono esonerati da ogni responsabilità nei confronti di Fondo Futuro 2014-2020 per perdite o altri danni subiti in relazione alla gestione, ad eccezione dei casi in cui le perdite o i danni siano imputabili a condotte attive od omissive tenute da una Parte Esonerata con dolo o colpa grave. La Regione Lazio tiene le Parti Esonerate manlevate e indenni, a carico del patrimonio di Fondo Futuro 2014-2020, da tutti i danni, le perdite, i costi e le spese derivanti da azioni giudiziarie, controversie e altre pretese avanzate o minacciate, anche da terzi, nei confronti di Parti Esonerate per condotte anche omissive collegate alla gestione, a eccezione dei casi in cui detti danni, perdite, costi e spese siano connessi a condotte attive od omissive tenute da Parti Esonerate con dolo o colpa grave.
3. I rapporti tra Regione Lazio e Lazio innova per la gestione del Fondo Futuro 2014-2020 sono regolati esclusivamente dal presente AdF dal momento della sua sottoscrizione.
4. Per qualunque controversia inerente alla validità, interpretazione, esecuzione e risoluzione dell’AdF, è esclusivamente competente il Foro di Roma.
5. Sono a totale ed esclusivo carico di Lazio Innova le spese per la stipulazione dell’AdF ed ogni relativo onere fiscale correlato, ivi comprese le spese di bollo e di copie.
6. Ogni modifica successiva dell’AdF dovrà essere stabilita per iscritto.
Roma,
Regione Lazio Lazio Innova S.p.A.
ALLEGATI ALL’ADF
Allegato A) Valutazione ex ante. Allegato B) Scheda di attività D.
Allegato C) Schema di Convenzionamento aperto tra Lazio Innova e Soggetti erogatori. Allegato D) Piano Aziendale.
Allegato E) Modelli per il controllo e le relazioni.
Allegato A)
RAPPORTO DI VALUTAZIONE EX ANTE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI
POR FSE LAZIO 2014 - 2020
RAPPORTO FINALE
Giugno 2017
Il presente studio è stato predisposto da CLES Srl, IZI SpA e ISRI Scarl per conto dell’Autorità di gestione del POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio
INDICE
1 PREMESSA 1
2 ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO REGIONALE 3
L’economia regionale nel quadro nazionale ed europeo 3
I gruppi target del FSE 5
2.2.1 I disoccupati 6
2.2.2 Gli inattivi e gli “scoraggiati” 13
2.2.3 La propensione all’autoimpiego e all’imprenditorialità 14
3 ANALISI DEI FALLIMENTI DI MERCATO E DELLE CONDIZIONI DI SUBOTTIMALITÀ DEGLI INVESTIMENTI 18
Il contesto del credito 18
3.1.1 Inquadramento generale del mercato del credito 18
3.1.2 Il costo del credito 20
3.1.3 La qualità del credito 21
3.1.4 Il sistema delle garanzie pubbliche e private 22
Principali caratteristiche dei fallimenti di mercato nell’ambito del FSE 23
Analisi delle condizioni di subottimalità degli investimenti 26
3.3.1 La stima del Fabbisogno potenziale 26
3.3.2 La stima del GAP di investimento 29
4 ANALISI DELLE LEZIONI APPRESE DALL’IMPIEGO DI STRUMENTI FINANZIARI ANALOGHI 32
Le principali esperienze a livello regionale e nazionale 32
4.1.1 Le esperienze regionali 32
4.1.2 Le esperienze nazionali 42
4.1.3 Le lezioni apprese 43
L’esperienza del POR FSE 2007-2014 della Regione Lazio 44
4.2.1 L’Avviso Pubblico per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato a valere sul Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Fondo futuro): caratteristiche principali
44
4.2.2 Il quadro delle domande di finanziamento 47
4.2.3 Le lezioni apprese dall’esperienza del Fondo Futuro 51
5 ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DELLO STRUMENTO FINANZIARIO 54
Analisi quantitativa del leverage e del valore aggiunto dello Strumento finanziario 54
Analisi qualitativa del valore aggiunto dello strumento finanziario 58
Analisi della coerenza dello strumento finanziario con altri interventi pubblici che si rivolgono allo stesso mercato 61
5.3.1 Gli interventi a livello nazionale 61
5.3.2 Gli interventi a livello comunitario 64
Analisi delle implicazioni dello strumento finanziario in materia di aiuti di stato, proporzionalità dell’intervento e delle misure intese a ridurre al minimo le distorsioni di mercato
65
5.4.1 Analisi delle implicazioni dello Strumento finanziario rispetto alla normativa degli aiuti di stato 65
5.4.2 Valutazione della proporzionalità dell’intervento e delle misure intese a ridurre al minimo le distorsioni di mercato 69
6 STRATEGIA DI INVESTIMENTO PROPOSTA PER GLI STRUMENTI FINANZIARI 70
La strategia di investimento degli Strumenti finanziari 70
Le caratteristiche dei prodotti proposti 71
Definizione della struttura di governance dello strumento finanziario 74
Definizione del sistema di monitoraggio degli strumenti finanziari 78
Disposizioni per eventuali aggiornamenti 81
1 PREMESSA
In presenza di un mercato del credito che rimane caratterizzato da una situazione di forte restrizione nelle condizioni di offerta, che penalizzano in particolar modo le potenzialità di sviluppo delle micro e piccole imprese, la Regione è intenzionata a riproporre anche nel nuovo ciclo della programmazione del FSE uno strumento a sostegno del microcredito e della microfinanza. Secondo i dati di Banca d’Italia, ancora nella prima metà del 2016 i finanziamenti bancari alle imprese hanno mostrato una riduzione di 2 punti percentuali in termini tendenziali, con richieste da parte delle aziende che continuano a essere indirizzate prevalentemente al finanziamento del capitale circolante, mentre seguitano a mostrare una intonazione negativa le domande di finanziamento per mutui e altri rischi a scadenza.
In linea con le disposizioni regolamentari, la Regione ha previsto nell’ambito del Programma Operativo FSE 2014-2020 l’uso di strumenti finanziari, specificando le priorità di investimento e le relative azioni potenzialmente interessate da tali modalità di attuazione. In attuazione delle linee programmatiche è stata così avviata la valutazione ex ante del nuovo Fondo per il microcredito e la microfinanza, Fondo che sarà rivolto alle microimprese e ai liberi professionisti che per condizioni soggettive e oggettive si trovino in situazioni di difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito.
La valutazione è stata sviluppata sulla base dei riferimenti metodologici delle Linee Guida predisposte dalla BEI e dalla Commissione europea “Ex –ante assessment methodology for financial instruments in the 2014-2020 programming period” e con quanto previsto dall’art. 37 del Regolamento (UE) n. 1303/2013. Nello specifico, la struttura del Rapporto e la corrispondenza tra le richieste regolamentari e le analisi sviluppate sono illustrate nella tabella seguente.
Tabella 1.1 – Struttura del Rapporto di valutazione ex ante del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza
Capitolo del rapporto | Ambito di analisi | Regolamento (UE) art.37 Paragrafo 2 |
Capitolo 1 Premessa | ||
Capitolo 2 Analisi del contesto economico regionale | Analisi dei fallimenti del mercato | Lettera a) |
Capitolo 3 Analisi dei fallimenti di mercato e delle condizioni di subottimalità degli investimenti | Analisi dei fallimenti del mercato, delle condizioni di investimento subottimali e delle esigenze di investimento | Lettera a) |
Capitolo 4 Analisi delle lezioni apprese dall’impiego di strumenti analoghi Capitolo 5 Analisi quantitativa e qualitativa degli strumenti finanziari | Valutazione delle lezioni tratte dall'impiego di strumenti analoghi e dalle valutazioni ex ante effettuate in passato dagli Stati membri | Lettera d) Lettera b) Lettera c) |
Valutazione del valore aggiunto degli strumenti finanziari che si ritiene saranno sostenuti dai fondi SIE, della coerenza con altre forme di intervento pubblico che si rivolgono allo stesso mercato, delle possibili implicazioni in materia di aiuti di Stato, della proporzionalità dell'intervento previsto e delle misure intese a contenere al minimo la distorsione del mercato | ||
Stima delle risorse pubbliche e private aggiuntive che lo strumento finanziario ha la possibilità di raccogliere, fino al livello del destinatario finale (effetto moltiplicatore previsto), compresa, se del caso, una valutazione della necessità di remunerazione preferenziale, e del relativo livello |
Capitolo del rapporto | Ambito di analisi | Regolamento (UE) art.37 Paragrafo 2 |
Capitolo 6 Strategia di investimento proposta per gli Strumenti finanziari | Strategia di investimento proposta, compreso un esame delle opzioni per quanto riguarda le modalità di attuazione, i prodotti finanziari da offrire, i destinatari finali e, se del caso, la combinazione prevista con il sostegno sotto forma di sovvenzioni | Lettera e) |
Definizione del sistema di monitoraggio degli Strumenti finanziari | Lettera f) | |
Disposizioni che consentano di procedere, ove necessario, al riesame e all'aggiornamento della valutazione ex ante durante il periodo di attuazione dello strumento finanziario | Lettera g) |
2 ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO REGIONALE
L’ECONOMIA REGIONALE NEL QUADRO NAZIONALE ED EUROPEO
Nel 2016 l’economia del Lazio sembrerebbe aver finalmente ripreso una dinamica leggermente espansiva, in linea con l’andamento nazionale1, dopo un quadriennio (2011-2015) caratterizzato da ripetute contrazioni del PIL regionale, superiori a quelle osservabili, in media, nelle altre ripartizioni territoriali (cfr. grafico seguente). In ogni caso, che la situazione economica della nostra Regione resti alquanto critica lo conferma il fatto che il PIL del 2015 risulti inferiore di quasi 8 punti percentuali rispetto al valore del 2010 e quasi 10 punti al di sotto del “picco” raggiunto nel 2008, prima dell’esplodere della grande recessione.
Grafico 2.1 - Evoluzione del PIL
Valori concatenati, anno di riferimento 2010 (Indice 2008=100)
Fonte: ISTAT, Conti Economici Territoriali
D’altro canto, anche le previsioni a breve-medio termine, pur essendo improntate ad un cauto ottimismo, non sembrano prospettare una crescita particolarmente vigorosa: il PIL italiano, nel biennio 2017-2018 non dovrebbe, infatti, crescere al di sopra dell’1% annuo, un tasso non solo inferiore a quello dei nostri principali partner europei, ma che non sarà certamente sufficiente a dare un forte impulso alla ripresa dell’occupazione. A riprova delle evidenti difficoltà in cui versa l’economia italiana basti richiamare le recenti stime elaborate dal FMI nell’aggiornamento di gennaio del “World Economic Outlook” (cfr. tabella seguente) che prospettano per l’Italia una crescita del PIL pari appena allo 0,7% nel 2017 e allo 0,8% nel 2018, con una riduzione, rispettivamente, dello 0,2 e dello 0,3 rispetto alle previsioni pubblicate qualche mese prima (ottobre 2016). E’ appena il caso di segnalare come le stime siano state invece ritoccate al rialzo per quasi tutti gli altri paesi ed in particolare per le economie avanzate prese nel loro complesso, per effetto sia di una seconda metà del 2016 che è andata generalmente meglio delle attese iniziali sia dell’aspettativa di uno forte stimolo di bilancio da parte del nuovo Governo degli Stati Uniti.
1 Nel 2016 il PIL italiano, corretto per gli effetti di calendario, è aumentato dell’1,0%. La variazione annua del PIL stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari a +0,9% (nel 2016 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2015).
Tabella 2.1 - Stime di crescita del Prodotto Interno Lordo nel periodo
(Variazione percentuale sull'anno precedente)
2017 | 2018 | |
Area Euro | 1,6 | 1,6 |
Germania | 1,5 | 1,5 |
Francia | 1,3 | 1,6 |
Spagna | 2,3 | 2,1 |
Italia | 0,7 | 0,8 |
Xxxx Xxxxxxxx | 0,0 | 0,0 |
Xxxxx Xxxxx | 1,9 | 2,0 |
Economie avanzate | 1,9 | 2,0 |
Economie emergenti | 4,5 | 4,8 |
Mondo | 3,4 | 3,6 |
Fonte: IMF “World Economic Outlook. Update”, gennaio 2017.
Le ancora più recenti previsioni della Commissione Europea, pubblicate a febbraio del 2017, attribuiscono al nostro Paese una crescita leggermente superiore a quanto ipotizzato dal FMI (pari al +0,9% nel 2017 e al +1,1% nel 2018), ma confermano inequivocabilmente come l’Italia sia il paese dell’Unione Europea accreditato del più basso tasso di crescita nel biennio 2017-2018 (il PIL dell’intera UE dovrebbe infatti crescere, in media, del +1,8% in entrambi gli anni).
In questo quadro non molto incoraggiante è positivo se non altro constatare come le aspettative di crescita futura anche nella nostra Regione sembrerebbero finalmente improntate ad un cauto ottimismo: i più recenti dati raccolti ed elaborati dalla Banca d’Italia2 indicano, infatti, una crescita della quota di imprese regionali che segnala un aumento del fatturato nei primi tre trimestri del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015, in particolare nel settore dell’industria in senso stretto, pur permanendo un clima di forte e generalizzata incertezza legata allo scenario geopolitico internazionale che sta frenando soprattutto la ripresa degli investimenti. In base alle informazioni raccolte dalla Banca d’Italia, il miglioramento congiunturale dovrebbe comunque proseguire anche nel corso del 2017.
Per quanto riguarda i principali settori dell’economia regionale, lo stesso rapporto della Banca d’Italia segnala come nell’industria in senso stretto si stia rafforzando la fase espansiva, grazie soprattutto ai risultati positivi ottenuti dalle imprese della metalmeccanica e da quelle con un più forte orientamento all’export, mentre le aziende di minori dimensioni stanno, in generale, registrando andamenti meno favorevoli. Nelle costruzioni la fase recessiva sembrerebbe essersi finalmente conclusa ed emergerebbero segnali di inversione ciclica, seppure ancora molto flebili. Infine, segnali positivi si colgono anche nel settore dei servizi privati non finanziari, dove si sta assistendo ad un consolidamento delle dinamiche espansive già registrate in precedenza, pur in presenza di un rallentamento dei flussi turistici.
A livello regionale il lento miglioramento del quadro congiunturale si è riflesso anche sul mercato del lavoro, consolidando le tendenze positive già in atto da alcuni trimestri, pur in presenza di un andamento che continua ad essere caratterizzato da forti oscillazioni cicliche (cfr. grafico seguente). Nel 2016 l’occupazione è cresciuta dell’1,1% rispetto all’anno precedente (+27 mila unità circa) grazie tuttavia soltanto all’incremento dell’occupazione dipendente (+1,6%), mentre il
2 Banca d’Italia, Economie regionali. L’economia del Lazio, Aggiornamento congiunturale, novembre 2016.
lavoro autonomo si è leggermente ridotto (-0,2%). Hanno beneficiato della ripresa occupazionale più recente sia la componente maschile (+1,1%), sia quella femminile (+1,3%). Per quanto riguarda i principali settori di attività economica, l’occupazione è aumentata soprattutto in agricoltura e nei servizi, mentre ha continuato a ridursi nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni.
Grafico 2.2 - Andamento dell’occupazione nel Lazio
(Migliaia di unità)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Grazie all’andamento positivo registrato negli ultimi trimestri, il tasso di occupazione della popolazione in età 15-64 anni si è attestato nel 2016 al 51,8% (media annua), riavvicinandosi ai livelli già raggiunti dalla nostra Regione nel 2008 prima, quindi, dell’inizio della grave crisi che ha colpito l’economia nazionale e che ha portato in tutte le regioni ad un drastico aumento degli squilibri nel mercato del lavoro.
Grafico 2.3 - Andamento nel Lazio del tasso d’occupazione della popolazione in età 15-64 anni
(Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
I GRUPPI TARGET DEL FSE
Nel PO FSE 2014-2020 della Regione Lazio, il ricorso agli strumenti di ingegneria finanziaria è previsto in particolare nell’ambito dell’Asse I – “Occupazione” con riferimento alle priorità 8i e 8ii e nasce dalla consapevolezza che sia necessario mettere in campo strumenti volti a sostenere coloro che intendano avviare nuove iniziative imprenditoriali o percorsi di lavoro autonomo ovvero a consolidare le loro iniziative imprenditoriali o lavorative. Infatti, coerentemente con gli
obiettivi specifici individuati, il PO prevede azioni a supporto della creazione d’impresa e del lavoro autonomo, da rivolgere prioritariamente:
da un lato agli inattivi, agli adulti disoccupati, alle donne, ai lavoratori over 50, agli immigrati e ai disoccupati di lunga durata (Azione 8.5.3);
dall’altro ai giovani disoccupati in età compresa fra 15 e 29 anni (Azione 8.1.7).
A seguire si propone pertanto una breve analisi volta ad evidenziare l’attuale consistenza che assumono a livello regionale i principali target di policy a cui dovrebbero prioritariamente rivolgersi gli strumenti finanziari previsti nel PO FSE.
2.2.1 I DISOCCUPATI
Il numero delle persone in cerca d’occupazione resta nel Lazio su livelli molto elevati, per quanto si sia registrato nell’ultimo biennio (2014-2016) un parziale riassorbimento della disoccupazione. I dati ISTAT dell’Indagine sulle Forze di Lavoro aggiornati al 2016 (media annua) segnalano la presenza nel territorio regionale di circa 290 mila persone in cerca d’occupazione, con un’incidenza della componente maschile pari al 54,3% del totale. Nell’arco degli ultimi 8 anni (cfr. grafico seguente) la disoccupazione regionale ha subito prima un forte aumento, fino a raggiungere il “picco” più elevato nel 2014, quando nel Lazio si sono contati, nel complesso, circa 330 mila disoccupati, per poi subire solo di recente una parziale riduzione.
Grafico 2.4 - Persone in cerca di occupazione nel Lazio
(Migliaia di unità)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Naturalmente, anche il tasso di disoccupazione della popolazione in età 15 anni ed oltre ha registrato nel periodo in esame prima un forte incremento, raggiungendo nel 2014 un’incidenza pari al 12,5% della forza lavoro, a cui ha fatto seguito una parziale riduzione, fino ad assestarsi nel 2016 su di un valore pari all’11,1%, leggermente inferiore per la componente maschile (10,8%) rispetto a quella femminile (11,6%). E’ il caso di osservare come il tasso di disoccupazione del Lazio, pur collocandosi leggermente al di sotto della media nazionale (11,7%), sopravanzi di 0,7 punti il dato riferito al Centro Italia (10,4%).
2.2.1.1 I disoccupati di lunga durata
Un dato che testimonia in modo inequivocabile le notevoli difficoltà in cui versa il mercato del lavoro regionale è costituito dall’elevata incidenza che assume la disoccupazione di lunga durata (oltre 12 mesi): nel 2016 questa si è attestata nel Lazio al 54,4% del totale, un dato inferiore a quello rilevabile, in media, a livello nazionale (57,3%), ma superiore ancora una volta alla media del Centro Italia (52,6%). Questo significa che oltre la metà dei disoccupati residenti nel Lazio è alla ricerca di un’occupazione da più di 12 mesi; in termini assoluti, si trovavano quindi in questa condizione circa 160 mila persone per le quali la probabilità di trovare un impiego risulta
oggettivamente molto più bassa rispetto a chi è alla ricerca di un lavoro da molto meno tempo, come dimostra l’ampia letteratura esistente sul tema.
L’osservazione del grafico seguente evidenzia peraltro come l’incidenza della disoccupazione di lunga durata nel Lazio, come anche nelle altre ripartizioni territoriali, sia progressivamente aumentata durante gli anni della crisi economica e della successiva fase di stagnazione ed abbia subito una parziale contrazione soltanto nel corso dell’ultimo biennio.
Grafico 2.5 - Incidenza della disoccupazione di lunga durata sul totale
(Valori percentuali)
2.2.1.2 Le donne
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Uno dei target privilegiati degli strumenti finanziari ipotizzati nell’Asse I “Occupabilità” del PO FSE 2014-2020 sono le donne che tradizionalmente incontrano grandi difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro regionale ed anche a rimanervi, soprattutto dopo la nascita dei figli. L’analisi della condizione femminile rilevabile nel mercato de lavoro regionale conferma come questa componente risulti fortemente svantaggiata rispetto agli uomini, anche se la condizione relativa delle donne è andata leggermente migliorando nel corso degli ultimi anni per effetto, soprattutto, di un drastico peggioramento della situazione in cui versa la componente maschile delle forze di lavoro.
I dati ISTAT dell’Indagine sulle Forze di Lavoro aggiornati al 2016 indicano come le donne rappresentino nel Lazio il 45,7% dei disoccupati complessivi, un dato che corrisponde a circa 133 mila unità. Se si analizzano le dinamiche relative agli ultimi 8 anni (2008-2016), è evidente come la disoccupazione femminile è aumentata in modo significativo fra il 2011 ed il 2014, quando si sono contati oltre 150 mila disoccupati di sesso femminile, per poi subire un parziale riassorbimento solo nel corso dell’ultimo biennio, in generale, caratterizzato da una lieve ripresa del ciclo economico e dell’occupazione.
Grafico 2.6 - Persone in cerca di occupazione per genere nel Lazio
(Migliaia di unità)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Nel Lazio la disoccupazione femminile è, tuttavia, cresciuta meno di quella maschile, anche perché l’andamento dell’occupazione è stato negli ultimi anni leggermente più favorevole alla prima componente. Il grafico seguente mette a confronto gli andamenti dell’occupazione registrati a partire dal 2008: come si nota, nell’intero periodo considerato l’occupazione femminile è cresciuta di circa 112 mila unità (+12,4%), a fronte di un aumento dell’occupazione maschile quantificabile in circa 39 mila unità (+3,1%), quindi pari, in termini assoluti, a poco più di un terzo.
Grafico 2.7 - Occupati per genere nel Lazio
(Migliaia di unità)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Ciò detto, va comunque osservato come il tasso di occupazione femminile risulti nel Lazio pari ad appena il 51,8% (media 2016) e, pur risultando in crescita negli ultimi anni, si collochi oltre 16 punti al di sotto del corrispondente tasso maschile (68,2%). Se è vero che a livello nazionale la situazione in termini di divari di genere appare sostanzialmente paragonabile a quella del Lazio, nel Centro Italia la “distanza” fra le due componenti risulta leggermente più contenuta, rilevandosi un tasso di occupazione che per le donne è pari al 54,4%, mentre per gli uomini si attesta al 69,9%.
2.2.1.3 Gli over 55
Un altro possibile target degli strumenti finanziari del PO è rappresentato dai lavoratori c.d. maturi. In effetti la crisi economica sembrerebbe aver avuto un impatto più modesto sulla componente più anziana della forza lavoro (55-64 anni), anche se questa constatazione non deve assolutamente sminuire la condizione di particolare svantaggio in cui versano quei lavoratori con più di 50 anni che, una volta perso il lavoro, incontrano difficoltà spesso insormontabili a trovare
una nuova occupazione, a causa soprattutto di un basso livello d’istruzione e/o della scarsa spendibilità che spesso caratterizza i loro skill professionali.
Grafico 2.8 - Tasso di disoccupazione della componente anziana (55-64 anni) e totale nel Lazio (Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Se si mette a confronto l’andamento nel Lazio del tasso di disoccupazione relativo all’intera popolazione in età lavorativa (15-64) con quello della componente più anziana delle forze di lavoro, appare comunque evidente come quest’ultima abbia effettivamente registrato un aumento della disoccupazione relativamente più contenuto. Fra il 2008 ed il 2016 il tasso di disoccupazione relativo alla classe d’età 55-64 anni è cresciuto, infatti, di 2,4 punti, poco più della metà dell’incremento registrato per l’intera popolazione in età lavorativa (15-64 anni). L’ultimo dato disponibile riferito al 2016 indica per gli over 55 un tasso di disoccupazione nel Lazio pari al 5,1% – a fronte del 5,7% nazionale e del 5,0% del Centro Italia – corrispondente, in termini assoluti, ad un numero di disoccupati pari all’incirca a 22.400 unità.
2.2.1.4 I giovani
Come è noto, l’emergenza principale sul fronte occupazionale continua ad essere rappresentata dai giovani. La prolungata crisi economica che ha interessato l’economia nazionale e regionale producendo crescenti squilibri nel mercato del lavoro non ha, infatti, colpito tutte le tipologie di soggetti nella stessa misura, ma ha avuto un impatto particolarmente drammatico soprattutto sui
più giovani che sono progressivamente scivolati verso
una condizione di crescente marginalità. Il grafico seguente, che mette a confronto l’andamento nel Lazio del tasso di disoccupazione relativo all’intera popolazione in età lavorativa (15-64) con quello giovanile (15-24 anni), rende del tutto evidente come la crisi abbia penalizzato in modo particolare proprio la componente più giovane delle forze di lavoro, come accaduto d’altro canto anche sull’intero territorio nazionale. Dall’inizio della crisi (2008), il tasso di disoccupazione giovanile è passato nel Lazio dal 26,1% al 41,6%, segnando un incremento ben superiore a quello registrato dal tasso di disoccupazione complessivo (dal 7,5% al 11,3%). Come si nota dall’osservazione del grafico seguente, solo nell’ultimo biennio si è assistito ad una parziale riduzione del tasso di disoccupazione giovanile (dal 49,0% al 41,6%) che resta comunque su livelli assolutamente inaccettabili, essendo oltre tre volte e mezzo superiore a quello
Grafico 2.9 - Tasso di disoccupazione giovanile (15-24) e totale nel Lazio (Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
degli adulti. In termini assoluti, si trovano in condizione di disoccupazione circa 56 mila giovani che ricadono nella classe d’età 15-24, rispetto ad una forza lavoro che, nella stessa fascia d’età, conta nel Lazio all’incirca 134 mila individui.
Come già anticipato, gli elevatissimi tassi di disoccupazione che caratterizzano i giovani sono la diretta conseguenza di una andamento del mercato del lavoro che è stato particolarmente sfavorevole proprio per questa componente delle forze di lavoro. Per mostrare quale sia stato l’effetto differenziale della crisi è sufficiente considerare il grafico seguente che mette a confronto l’andamento dell’occupazione relativo alla classe d’età 15-24 con quello che ha caratterizzato l’intera popolazione adulta (15-64 anni). Come si nota, mentre l’occupazione complessiva, pur mantenendo un andamento alquanto stagnante, è riuscita comunque a registrare nell’intero periodo 2008-2016 un incremento pari a 140 mila unità (+6,5%), grazie soprattutto alla buona performance dell’ultimo biennio (2014-2016), l’occupazione giovanile ha subito un vero e proprio tracollo fino al 2014 (-37%), con parziali segnali di ripresa soltanto nell’ultimo biennio durante il quale si è recuperato circa un quinto dei posti di lavoro andati perduti nel periodo precedente.
Grafico 2.10 - Occupazione giovanile (15-24) e totale nel Lazio
Indici (2008=100)
2.2.1.5 I NEET
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Le crescenti difficoltà che incontrano le fasce più giovani della popolazione ad inserirsi per la prima volta e/o a restare nel mercato del lavoro trovano pienamente conferma anche nei dati relativi ai c.d. NEET (Not in Education, Employment or Training). In base alle ultime statistiche al momento disponibili relative al 2016, oltre un quinto (22,5%) dei giovani in età 15-29 anni residenti nel Lazio non risultano, infatti, né occupati, né impegnati in un percorso di studi, a fronte di un dato medio nazionale pari al 24,3%, ma che scende al 20,4% se si fa riferimento soltanto al Centro Italia. In termini assoluti, si tratta di oltre 190 mila giovani, che rappresentano quasi il 9% del totale nazionale. Da notare come il fenomeno dei NEET riguardi nel Lazio in misura sostanzialmente analoga la componente maschile e quella femminile (nel 2016, l’incidenza era, rispettivamente, del 22,9% e del 22,1% del totale), contrariamente a quanto si registra sull’intero territorio nazionale dove si rileva una prevalenza di NEET fra le donne (26,3% a fronte del 22,4% fra gli uomini).
Nel corso degli ultimi anni il fenomeno ha assunto ovunque dimensioni davvero preoccupanti. Come si evince dall’osservazione del grafico seguente, nel periodo 2008-2016 l’incidenza dei NEET è cresciuta, infatti, in tutte le aree del Paese, ma in modo ancora più accentuato proprio nel Lazio, dove si è passati dal 14,9% al 22,5% del totale, con un aumento di 7,6 punti, a fronte dei 6,5 e 5 punti registrati, rispettivamente, nella ripartizione centrale e a livello nazionale. E’ il caso inoltre di osservare come la crescita registrata nel Lazio sia imputabile quasi esclusivamente alla componente maschile: fra i giovani uomini, infatti, l’incidenza dei NEET è praticamente raddoppiata (dall’11,4% si è passati, infatti, al 22,9%), mentre fra le donne si è assistito ad una crescita molto più contenuta (in questo caso la quota di NEET sul totale è aumentata solo di 3,6 punti, passando dal 18,5% registrato nel 2008 al 22,1% del 2016).
Grafico 2.11 - Incidenza dei giovani NEET nella classe d’età 15-29 anni.
(Valori percentuali)
2.2.1.6 Gli immigrati
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Un’altra componente delle forze di lavoro che registra alti tassi di disoccupazione è quella degli
immigrati regolarmente presenti sul territorio regionale. I dati aggiornati al 1° gennaio del 2016 indicano come la popolazione straniera residente nel Lazio conti complessivamente 645.159 individui, di cui 521.126 in età lavorativa, con un peso della componente femminile che si attesta in quest’ultimo caso su di un valore pari al 52,8% del totale.
Purtroppo l’ISTAT non rende disponibili i dati relativi alla condizione professionale degli stranieri, se non a livello nazionale e per macro ripartizioni geografiche.
Se si fa comunque riferimento al Centro Italia (gli stranieri residenti nel Lazio rappresentano, d’altro canto, oltre il 50% del totale della ripartizione), i dati di fonte ISTAT aggiornati al 2016 indicano come il tasso di disoccupazione della popolazione straniera in età superiore a 15 anni si attesti, in media, al 16,7%, oltre 7 punti percentuali al di sopra del corrispondente tasso riferito alla sola componente italiana (9,4%). Nel corso degli ultimi 8 anni il divario fra le due componenti si è progressivamente ampliato, come si nota chiaramente
Grafico 2.12 - Italia centrale: tasso di disoccupazione della componente straniera e italiana della popolazione in età 15 anni ed oltre (Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
dall’osservazione del grafico seguente che mette appunto a confronto l’andamento del tasso di disoccupazione relativo alla popolazione straniera di 15 anni ed oltre con il corrispondente tasso riferito ai soli cittadini italiani. A questo riguardo desta inoltre evidente preoccupazione il fatto che il tasso di disoccupazione della popolazione straniera non abbia mostrato chiari segnali di riduzione neanche nell’ultimo biennio, a differenza di quanto si registra per la componente italiana.
Approfondendo l’analisi si può altresì notare come, fra gli stranieri, le difficoltà maggiori nel mercato del lavoro sembrerebbero viverle soprattutto gli uomini, come si nota dall’osservazione dei due grafici seguenti che mettono a confronto i tassi di disoccupazione italiani e stranieri separatamente per la componente maschile e per quella femminile.
Grafico 2.13 - Italia centrale: tasso di disoccupazione della componente straniera e italiana della popolazione in età 15 anni ed oltre (maschi)
(Valori percentuali)
Grafico 2.14 - Italia centrale: tasso di disoccupazione della componente straniera e italiana della popolazione in età 15 anni ed oltre (femminine)
(Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Nel caso della componente straniera va tuttavia evidenziato come la forte crescita della disoccupazione sia soprattutto conseguenza di un costante e continuo aumento dei flussi migratori e, conseguentemente, dell’offerta di lavoro, piuttosto che di un andamento particolarmente sfavorevole del mercato del lavoro. Il grafico seguente mette a confronto l’andamento dell’occupazione per la componente straniera ed italiana, facendo ancora una volta riferimento ai dati riferiti al Centro Italia e utilizzando i numeri indice in base 2008. Come si nota, mentre nell’intero periodo 2008-2016 gli occupati di nazionalità italiana sono complessivamente diminuiti del 2,5%, con una perdita in termini assoluti di circa 100 mila posti di lavoro, l’occupazione straniera ha conosciuto un vero e proprio boom, aumentando complessivamente di oltre il 50% (il che corrisponde a circa 220 mila posti di lavoro in più).
Grafico 2.15 - Italia centrale: Occupati stranieri e italiani di 15 anni ed oltre
Indici (2008=100)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Se si ipotizza che la situazione che si registra per la componente straniera nel mercato del lavoro del Lazio sia pressoché analoga a quella rilevabile, in media, nel Centro Italia, ne deriverebbe la presenza nella regione di circa 320 mila occupati e di 64 mila disoccupati di cittadinanza straniera corrispondenti, in quest’ultimo caso, a circa un quinto del totale della disoccupazione complessivamente rilevabile a livello regionale.
2.2.1.7 Il quadro riepilogativo
Il grafico seguente riassume la composizione della disoccupazione regionale e la consistenza dei principali gruppi target degli strumenti finanziari ipotizzati, così come questa emerge dall’analisi dei dati di fonte ISTAT riferiti alla media dei quattro trimestri del 2016.
Figura 2.1 - La composizione e le componenti principali della disoccupazione regionale
Fonte: ns. elaborazione su dati ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
2.2.2 GLI INATTIVI E GLI “SCORAGGIATI”
Infine, un ultimo cenno meritano le persone non occupate che risultano fuori dal mercato del lavoro.
Al di là del dato relativo al complesso degli inattivi, che ammontano nel Lazio a circa 1,242 milioni di unità (dato che si riferisce alla media 2016), è senz’altro il caso di segnalare come fra questi ci siano circa 264 mila persone – in prevalenza di sesso femminile (60,7% del totale) – che sarebbero potenzialmente disponibili a lavorare, ma che non cercano attivamente un lavoro, perché “scoraggiate”. Come si evince dall’osservazione del grafico seguente, il loro numero è andato progressivamente aumentando negli anni che hanno fatto seguito all’esplodere della crisi (erano meno di 200 mila nel 2008-2009) e solo nel 2016 si sono registrati segnali che lascerebbero intravedere una progressiva riduzione del fenomeno.
Grafico 2.16 - Persone che nel Lazio si dichiarano disponibili a lavorare senza essere attivamente alla ricerca di un impiego. (Migliaia di unità)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
2.2.3 LA PROPENSIONE ALL’AUTOIMPIEGO E ALL’IMPRENDITORIALITÀ
Poiché gli SF previsti nel PO FSE 2014-2020 dovrebbero essere specificamente rivolti a sostenere coloro che intendano avviare nuove iniziative imprenditoriali o percorsi di lavoro autonomo, si
xxxxxx opportuno realizzare anche una breve analisi
descrittiva sulla presenza del lavoro autonomo e sulla propensione all’imprenditorialità che caratterizza l’economia regionale, focalizzando in particolare l’attenzione sui giovani e le donne che rappresentano due target privilegiati degli SF.
I dati ISTAT dell’Indagine Continua sulle forze di lavoro aggiornati al 2016 indicano la presenza nell’economia regionale di circa 526 mila lavoratori autonomi (circa un terzo donne e due terzi uomini), con un’incidenza del 22,5% sull’occupazione complessiva. Il confronto con le altre ripartizioni territoriali evidenzia come il peso del lavoro autonomo sia nel Lazio leggermente inferiore a quanto si rileva, in media, sia a livello nazionale (23,9%) sia nelle regioni del Centro Italia (24,6%), essendo in quest’ultimo caso significativamente più elevata soprattutto la quota di lavoro autonomo con riferimento alla componente maschile (28,9% nel Centro, a fronte del 26,5% nel Lazio).
Grafico 2.17 - Incidenza del lavoro autonomo sul totale (Media 2016) (Valori percentuali)
Fonte: ISTAT, Indagine sulle Forze di Lavoro
Rispetto all’inizio della crisi (2008), l’incidenza del lavoro autonomo si è ridotta nel Lazio di 1,1 punti percentuali, in misura leggermente inferiore a quanto registrato, in media, nelle altre ripartizioni territoriali. Il dato più preoccupante è rappresentato soprattutto dal forte calo della quota di lavoratici autonome sul totale (dal 19,6% del 2008 si è passati, infatti, al 17,4% nel 2016), a riprova delle crescenti difficoltà che incontrano in particolare le donne a intraprendere nel Lazio percorsi di lavoro autonomo e/o di autoimprenditorialità.
Purtroppo non è possibile spingere l’analisi ad un maggior livello di dettaglio, considerando la quota di occupazione indipendente nelle diverse fasce d’età ed in particolare fra i più giovani (15- 24 anni), perché il dato ISTAT relativo all’occupazione indipendente si riferisce a livello regionale soltanto alla totalità degli occupati in età 15 anni ed oltre.
L’avvio di una nuova impresa, soprattutto in una fase contraddistinta da crescenti difficoltà sul mercato del lavoro, costituisce naturalmente una delle possibili strade per creare nuova
occupazione. A questo riguardo, i dati sulla nati- mortalità imprenditoriale di fonte Infocamere evidenziano una forte vivacità da parte della regione Lazio che, nel periodo 2010-2016, ha fatto registrare tassi di crescita del tessuto imprenditoriale non solo sempre positivi, ma anche sistematicamente superiori alla media nazionale e del Centro Italia.
Il grafico seguente mette a confronto i tassi di sviluppo del tessuto imprenditoriale registrati nel periodo 2010-2016 per il complesso delle imprese. Come si nota, il Lazio si pone nettamente al di sopra dei valori medi registrati sia a livello nazionale, che nel Centro Italia, e ha rappresentato nel 2016 la regione italiana con il saldo positivo più ampio fra iscrizioni e cessazioni (oltre 11 mila imprese).
E’ il caso di osservare come la maggiore vivacità imprenditoriale del Lazio resti pienamente
Grafico 2.18 - Tasso di crescita del tessuto imprenditoriale totale (Variazione percentuale sull’anno precedente)
Fonte: Unioncamere - InfoCamere
confermata anche qualora si faccia riferimento soltanto ai dati relativi alle attività extra-agricole, al netto quindi delle imprese operanti nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (cfr. grafico seguente).
Oltre all’andamento della nati-mortalità imprenditoriale nel suo complesso, è interessante analizzare anche il ruolo che svolgono alcune specifiche categorie di soggetti, come i giovani e le donne, che rappresentano due target privilegiati degli SF previsti dal PO FSE. Per valutare il peso che rivestono sia l’imprenditorialità giovanile che quella femminile sul totale delle imprese iscritte nei registri camerali, si può fare ricorso alla banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo che riporta i dati relativi sia ai giovani con meno di 30 anni (imprese giovanili) sia alle donne (imprese femminili) titolari di imprese individuali (cfr. indicatori dell’Accordo di Partenariato 2014- 2020).
Il grafico seguente si riferisce innanzi tutto alle imprese giovanili e mostra come sia variato nel Lazio il loro numero nell’arco degli ultimi 6 anni. Come si nota, questo è andato progressivamente
Grafico 2.19 – Tasso di crescita del tessuto imprenditoriale extra-agricolo (Variazione percentuale sull’anno precedente)
Fonte: ISTAT – DPS, Banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo
aumentando fino al 2014 (18.780 imprese), per poi subire una brusca contrazione nel corso dell’ultimo biennio. Nell’insieme del periodo considerato (2010-2016), il numero di imprese giovanili è comunque aumentato a livello regionale di 141 unità (+0,8%) passando da 17.552 a 17.693 unità.
Grafico 2.20 – Titolari di imprese individuali con meno di trent'anni iscritti nel registro delle CCIAA del Lazio
Fonte: ISTAT – DPS, Banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo
Al di là dei dati assoluti è interessante inoltre considerare il peso che assume l’imprenditoria giovanile sul totale delle imprese individuali. Il grafico seguente mette a confronto la situazione riscontrabile nel Lazio con quella che caratterizza, in media, le ripartizioni territoriali di livello superiore (Centro e Italia nel suo complesso), facendo riferimento, anche in questo caso, al periodo 2010-2016. Come si nota, il peso dell’imprenditoria giovanile, mentre è rimasto sostanzialmente invariato nel Lazio, essendosi registrata dapprima un lieve aumento e successivamente una contrazione quasi della stessa entità, si è fortemente ridotto sia nel Centro Italia che a livello nazionale, a causa della progressiva contrazione del numero complessivo di imprese giovanili pari, rispettivamente, al -10,4% e al -12,8% del totale. Per effetto di queste
dinamiche divergenti oggi il Lazio registra fra le
Grafico 2.21 – Incidenza dell’imprenditoria giovanile sul totale. (Valori percentuali)
Fonte: ISTAT – DPS, Banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo
imprese individuali un’incidenza dell’imprenditoria giovanile pari al 6,6% che risulta superiore sia al dato medio nazionale (6,3%) che, ancor più, al dato riferito al Centro Italia (5,9%).
Come già anticipato, anche per quanto riguarda il ruolo svolto dall’imprenditorialità femminile, si può fare ricorso alla banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo. Il grafico seguente mostra come sia variato a livello regionale il numero di donne titolari di imprese individuali nell’arco degli ultimi 6 anni (2010-2016). Anche in questo caso, dopo una crescita iniziale, il numero di imprese femminili iscritte negli archivi delle Camere di Commercio laziali è andato progressivamente riducendosi, per poi subire una lieve ripresa solo nel corso dell’ultimo anno. Nell’intero periodo 2010- 2016 il numero di imprese femminili nel Lazio è
diminuito di 260 unità, essendo passato da 74.190 a 73.930 unità (-0,4%).
Grafico 2.22 - Donne titolari di imprese individuali iscritti nel registro delle Camere di Commercio del Lazio
Fonte: ISTAT – DPS, Banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo
Anche in questo caso vale la pena considerare come si sia modificato il peso dell’imprenditoria femminile sul totale delle imprese individuali, mettendo a confronto la situazione riscontrabile nel Lazio con quella delle ripartizioni territoriali di livello superiore.
Grafico 2.23 – Incidenza dell’imprenditoria femminile sul totale
(Valori percentuali)
Fonte: ISTAT – DPS, Banca dati degli indicatori per le politiche di sviluppo
Come si evince dall’osservazione del grafico precedente, è evidente come nel Lazio l’incidenza dell’imprenditoria femminile si sia progressivamente ridotta non solo in termini assoluti, ma anche in termini relativi, in controtendenze con le dinamiche che hanno caratterizzato le altre ripartizioni territoriali, dove il peso delle imprese femminili è costantemente aumentato.
3 ANALISI DEI FALLIMENTI DI MERCATO E DELLE CONDIZIONI DI SUBOTTIMALITÀ DEGLI INVESTIMENTI
L’utilizzo di Strumenti finanziari da parte delle Autorità di Gestione dei Fondi SIE richiede, come previsto dall’art. 37 del Reg. UE 1303/2013, che questi siano attuati al fine di sostenere investimenti di soggetti che non trovano un finanziamento adeguato da parte del mercato. Il Regolamento stabilisce, infatti, la necessità di sviluppare un’analisi dei fallimenti di mercato che concorrono a limitare l’accesso al credito da parte delle imprese e di conseguenza a determinare un livello di investimento non ottimale nel contesto economico-produttivo. A tal fine, di seguito si riepilogano le condizioni del mercato creditizio regionale, le condizioni di subottimalità degli investimenti in riferimento ai principali gruppi target di un potenziale strumento per il microcredito e la microfinanza e i fallimenti di mercato che giustificano il loro utilizzo.
IL CONTESTO DEL CREDITO
3.1.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL MERCATO DEL CREDITO
a) Il quadro nazionale
La moderata crescita economica in atto a livello nazionale dal 2015 ha favorito una lieve ripresa della domanda di finanziamenti da parte del settore privato non finanziario (imprese e famiglie), come evidenziano i dati riportati in un recente studio della Banca d’Italia sulle economie regionali3.
Per quanto riguarda l’aggregato delle imprese, nel primo semestre del 2016 la domanda di finanziamenti è risultata in crescita in tutte le aree del Paese. Le nuove richieste di finanziamenti hanno interessato l’industria manifatturiera, soprattutto nel Centro e nel Nord Ovest, e il comparto dei servizi, in particolare nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. Nel comparto edile, invece, la domanda ha continuato a restare pressoché stagnante, pur cogliendosi alcuni parziali segnali di ripresa circoscritti tuttavia all’area centrale del Paese. Dal lato dell’offerta è proseguito l’allentamento delle condizioni di accesso al credito, in misura analoga a quanto già rilevato nel secondo semestre del 2015. Ne hanno beneficiato in misura maggiore le imprese manifatturiere e dei servizi, specialmente quelle localizzate nel Mezzogiorno. Da parte del sistema bancario permane invece un orientamento molto prudente nei confronti delle imprese delle costruzioni, soprattutto nel Nord Est.
Per quanto concerne invece l’aggregato delle famiglie, la domanda di finanziamenti ha continuato a crescere a livello nazionale sia nella componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni sia in quella del credito al consumo, malgrado i criteri di concessione dei prestiti siano rimasti, in questo caso, sostanzialmente invariati, dopo quattro semestri consecutivi in cui si era registrato un progressivo allentamento delle condizioni di accesso al credito.
b) Il quadro regionale
Spostando l’attenzione su quanto si rileva più specificamente a livello regionale, il quadro che si ricava dall’analisi dei dati più recenti appare ancora caratterizzato dalla presenza di elementi di
3 Banca d’Italia, Economie regionali. La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale, dicembre 2016.
forte incertezza. In base ai dati elaborati dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sull’economia regionale del Lazio4, nel primo semestre del 2016 si sarebbe, infatti, registrato un ulteriore lieve calo dei prestiti bancari al settore privato non finanziario (-0,2% su base annua), dopo la sensibile contrazione già registrata nel 2015 (-1,5%) che aveva tuttavia fatto seguito ad una lieve ripresa della domanda nel corso dell’anno precedente (+1,0% nel 2014). Nel caso del Lazio, tuttavia, i prestiti alle famiglie e alle imprese hanno avuto andamenti del tutto contrapposti: infatti, mentre si è assistito ad una ulteriore crescita della domanda di prestiti da parte delle famiglie (+2,0%), nel primo semestre del 2016 hanno continuato ancora a ridursi i prestiti erogati alle imprese (-2,0%), seppure in modo meno marcato rispetto al semestre precedente, quando il calo era risultato pari al -3,5% (cfr. grafico seguente).
Grafico 3.1 - Prestiti bancari erogati alle imprese e alle famiglie consumatrici nel Lazio
(Variazioni percentuali sui 12 mesi)
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
Per quanto riguarda l’aggregato delle imprese, va comunque osservato come la riduzione rilevata nel primo semestre del 2016 abbia, in realtà, riguardato soltanto i gruppi imprenditoriali di maggiore dimensione, mentre fra le imprese minori sembrerebbe per la prima volta registrarsi una lievissima ripresa dei prestiti bancari, dopo numerosi semestri caratterizzati da variazioni di segno esclusivamente negativo. Dal punto di vista settoriale, la ripresa della domanda è imputabile unicamente alle imprese del manifatturiero e dei servizi, anche se le loro richieste risultano prevalentemente indirizzate al finanziamento del capitale circolante e alla ristrutturazione delle posizioni debitorie, più che alla realizzazione di nuovi investimenti. Per quanto concerne invece le condizioni d’offerta praticate alle imprese, nel primo semestre del 2016 si è registrata sia una riduzione dei tassi applicati ai finanziamenti bancari, sia un lieve aumento delle quantità complessivamente offerte.
Spostando l’attenzione sulla domanda proveniente dalle famiglie, la crescita registrata a livello regionale a partire dal primo semestre del 2015 (cfr. fig. precedente) è stata favorita sia dall’espansione dei prestiti al consumo, sia dalle crescenti richieste per mutui. Su quest’ultima componente della domanda ha influito positivamente il permanere di condizioni di finanziamento distese, essendosi verificato sia un progressivo ampliamento delle quantità offerte, sia una sensibile ulteriore riduzione degli spread applicati.
4 Ibid.
In base alle informazioni raccolte dalla Banca d’Italia presso gli intermediari finanziari operanti nella nostra Regione, è ipotizzabile che anche nella seconda parte del 2016 siano proseguite nel Lazio le tendenze già rilevate nel primo semestre dell’anno per quanto riguarda l’andamento dei prestiti bancari sia alle imprese che alle famiglie.
3.1.2 IL COSTO DEL CREDITO
Come mostrato nella tabella seguente il costo del credito, dopo essere fortemente diminuito nel corso degli ultimi anni, mostra segnali di parziale rialzo, pur in un quadro generale che continua ad essere caratterizzato dalla permanenza di tassi d’interesse molto ridotti. In base all’ultima rilevazione effettuata da Banca d’Italia e relativa al secondo trimestre del 2016, il tasso d’interesse a breve termine praticato nel Lazio al complesso delle imprese si è attestato in media al 5,1%, in leggera crescita rispetto ai valori registrati a dicembre 2015 (4,9%), ma in calo rispetto a marzo 2016 (5,4%). Va comunque osservato come il costo del credito a breve termine abbia continuato ad essere molto più caro:
da un lato per le piccole imprese (7,5%) in confronto a quelle di medio-grande dimensione (5,0%);
dall’altro per le imprese operanti nel settore dei servizi (5,8%) rispetto a quelle del manifatturiero (4,4%) ed anche delle costruzioni (4,8%).
Facendo sempre riferimento ai dati relativi al secondo trimestre del 2016, si nota invece un sensibile rialzo dei tassi sui finanziamenti a medio e a lungo termine, almeno in confronto a quanto rilevato dalla stessa Banca d’Italia nel primo trimestre dello stesso anno (dal 2,1% al 2,7%) quando si erano tuttavia toccati i livelli in assoluto più bassi (cfr. tabella seguente). A questo proposito va peraltro osservato come la crescita del costo del denaro abbia riguardato soltanto i tassi applicati ai prestiti alle imprese (dal 1,8% del marzo 2016 si è passati, infatti, al 2,8% nel giugno del 2016), mentre ha continuato a ridursi il costo del credito alle famiglie, confermando per questa componente della domanda il trend in atto oramai dal dicembre del 2012, come si evince dall’osservazione della tabella seguente.
Tabella 3.1 – Tassi di interesse bancari praticati nel Lazio
(Valori percentuali)
dic. 2010 | dic. 2011 | dic. 2012 | dic. 2013 | dic. 2014 | dic. 2015 | mar. 2016 | giu. 2016 | ||
Prestiti a breve termine | 4,9 | 5,9 | 6,0 | 6,2 | 5,6 | 4,4 | 4,5 | 4,2 | |
di cui: - imprese medio-grandi | 5,2 | 6,4 | 6,9 | 6,9 | 6,2 | 4,8 | 5,3 | 5,0 | |
- piccole imprese | 7,0 | 7,8 | 8,4 | 8,5 | 8,0 | 7,9 | 7,7 | 7,5 | |
totale imprese | 5,3 | 6,5 | 7,0 | 7,0 | 6,3 | 4,9 | 5,4 | 5,1 | |
di cui: - attività manifatturiere | 4,7 | 5,7 | 6,3 | 6,4 | 4,5 | 3,0 | 4,9 | 4,4 | |
- costruzioni | 5,9 | 7,4 | 7,2 | 7,2 | 6,8 | 5,8 | 5,6 | 4,8 | |
- servizi | 5,3 | 6,4 | 7,1 | 7,2 | 6,8 | 5,5 | 5,5 | 5,8 | |
Prestiti a medio-lungo termine | 3,1 | 3,6 | 4,6 | 4,2 | 3,4 | 2,8 | 2,1 | 2,7 | |
di cui: - famiglie consumatrici | 3,1 | 4,0 | 4,1 | 3,9 | 3,2 | 2,8 | 2,7 | 2,5 | |
- imprese | 3,0 | 3,4 | 5,0 | 4,3 | 3,5 | 2,9 | 1,8 | 2,8 |
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
3.1.3 LA QUALITÀ DEL CREDITO
Le difficoltà del quadro economico si sono inevitabilmente riflesse sulla rischiosità del credito bancario i cui indicatori permangono su livelli estremamente elevati, pur cogliendosi alcuni segnali che lascerebbero prevedere un lieve miglioramento della situazione rispetto al recente passato. Nella media dei quattro trimestri conclusisi a giungo 2016, il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti di inizio periodo è stato, nel Lazio, pari al 2,8%, sostanzialmente in linea con i valori registrati nel biennio precedente (2014-2015). La stabilizzazione del suddetto indicatore ha riguardato sia i prestiti alle famiglie che quelli alle imprese, con le nuove sofferenze attestatesi, rispettivamente, all’1,5% e al 4,4% sul totale dei prestiti.
Per quanto riguarda i prestiti alle imprese, l’andamento del tasso di ingresso in sofferenza è risultato tuttavia alquanto differenziato in base sia alle dimensioni che al settore di attività economica; infatti, se il suddetto indicatore è rimasto sostanzialmente invariato per le imprese di maggiori dimensioni, per le piccole imprese si è assistito ad un aumento del tasso di ingresso in sofferenza dal 3,5% del dicembre 2015, al 3,9% del giungo 2016. Per quanto riguarda invece i principali settori d’attività economica va osservato come il tasso d’ingresso in sofferenza sia parzialmente diminuito per le imprese delle costruzioni (dal 5,9% del dicembre 2015, al 5,6% del giugno 2016) e soprattutto del manifatturiero (dall’8,2% al 5,1%), mentre è viceversa aumentato per le imprese del settore dei servizi (dal 3,8% al 4,3%).
Tabella 3.2 – Nuove sofferenze nel Lazio
(Valori in percentuale dei prestiti)
Periodi | società finanziarie e assicurative | Imprese | famiglie consumatrici | totale | |||||
totale | di | cui: | di cui: piccole imprese | ||||||
manifatturiero | costruzioni | servizi | |||||||
dic-11 | 0,2 | 2,8 | 1,7 | 4,2 | 3,0 | 2,7 | 1,1 | 2,0 | |
dic-12 | 0,7 | 2,8 | 2,0 | 5,2 | 2,3 | 3,1 | 1,1 | 2,0 | |
dic-13 | 0,4 | 5,5 | 2,5 | 10,2 | 5,2 | 3,4 | 1,2 | 3,5 | |
dic-14 | 1,6 | 4,2 | 3,7 | 5,4 | 4,3 | 3,8 | 1,1 | 2,7 | |
dic-15 | 1,2 | 4,5 | 8,2 | 5,9 | 3,8 | 3,5 | 1,4 | 2,9 | |
giu-16 | 1,4 | 4,4 | 5,1 | 5,6 | 4,3 | 3,9 | 1,5 | 2,8 |
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
L’incidenza delle consistenze dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti è rimasta sui livelli molto elevati già raggiunti alla fine del 2015 risultando pari, rispettivamente, al 41,2% per le imprese e al 15,6% per le famiglie consumatrici, come si evince dall’osservazione della tabella seguente.
Tabella 3.3 – Crediti deteriorati su crediti totali
Periodi | società finanziarie e assicurative | Imprese | famiglie consumatrici | totale | |||||
totale | di | cui: | di cui: piccole imprese | ||||||
manifatturiero | costruzioni | servizi | |||||||
dic-11 | 6,5 | 23,5 | 20,7 | 31,8 | 23,1 | 29,4 | 11,2 | 17,8 | |
dic-12 | 7,1 | 27,9 | 30,1 | 36,4 | 26,8 | 32,5 | 12,5 | 20,7 | |
dic-13 | 11,1 | 34,8 | 38,0 | 43,6 | 33,0 | 35,9 | 13,5 | 25,1 | |
| 21 |
(Valori percentuali)
Periodi | società finanziarie e assicurative | Imprese | famiglie consumatrici | totale | ||||
totale | di cui: | di cui: piccole imprese | ||||||
manifatturiero | costruzioni | servizi | ||||||
dic-14 13,5 39,1 37,9 52,8 37,0 39,6 14,6 28,0 | ||||||||
dic-15 12,1 41,4 34,3 55,6 39,9 41,3 15,5 29,3 | ||||||||
giu-16 11,2 41,2 35,5 56,1 39,5 41,7 15,6 28,9 |
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
3.1.4 IL SISTEMA DELLE GARANZIE PUBBLICHE E PRIVATE
In base ai dati riportati nel Rapporto della Banca d’Italia sull’economia regionale del Lazio5, nel 2015 il grado di copertura delle garanzie per le imprese regionali – espresso dal rapporto tra il valore delle garanzie e il totale dei prestiti – si è attestato al 56,2%, in linea con l’anno precedente quando si era raggiunto il “picco” più elevato dall’esplodere della crisi. Si tratta, in ogni caso, di un valore che risulta leggermente inferiore a quello osservabile, in media, sia a livello nazionale (58,3%) che nel Centro Italia (59,0%). Rispetto al biennio precedente (2013-2014), la quota dei prestiti garantiti si è leggermente ridotta, ma è contemporaneamente aumentato il valore della garanzia media sui crediti, in particolare per quelli con garanzia parziale.
Per quanto riguarda i principali settori d’attività economica, il grado di copertura delle garanzie è ulteriormente aumentato nelle costruzioni (69,4%) e nei servizi (59,0%), pur restando leggermente al di sotto dei valori rilevabili, in media, a livello nazionale e nel Centro Italia.
Spostando invece l’attenzione sulle diverse tipologie d’impresa, risulta evidente come siano soprattutto le imprese di minori dimensioni a dover far fronte alla maggiore richiesta di garanzia da parte degli intermediari finanziari: ciò viene in particolare evidenziato nella tabella seguente che mostra come nel 2015 il grado di copertura sui prestiti alle piccole imprese sia risultato pari al 75,4%, quasi 20 punti percentuale superiore al valore medio registrato nel Lazio.
Tabella 3.4 – Garanzie sui prestiti alle imprese nel periodo 2013-2015
(Valori percentuali)
Voci | Garanzie sui prestiti alle imprese (valori percentuali) | ||||||||
Lazio | Centro | Italia | |||||||
2013 | 2014 | 2015 | 2013 | 2014 | 2015 | 2013 | 2014 | 2015 | |
Quota dei prestiti garantiti (a) | 65,3 | 65,6 | 64,4 | 69,2 | 69,2 | 67,7 | 69,3 | 69,3 | 68,1 |
di cui: - totalmente garantiti | 42,4 | 42,0 | 41,9 | 45,5 | 44,9 | 44,0 | 44,5 | 44,0 | 42,7 |
- parzialmente garantiti | 23,0 | 23,6 | 22,5 | 23,8 | 24,3 | 23,7 | 24,7 | 25,4 | 25,4 |
Garanzia media sui prestiti garantiti (b) | 85,3 | 85,6 | 87,3 | 86,2 | 86,4 | 87,1 | 85,9 | 86,0 | 85,6 |
di cui: - sui prestiti parzialmente garantiti | 58,1 | 59,9 | 63,5 | 59,8 | 61,4 | 63,1 | 60,4 | 61,7 | 61,5 |
Grado di copertura (a*b) | 55,7 | 56,2 | 56,2 | 59,7 | 59,8 | 59,0 | 59,5 | 59,6 | 58,3 |
di cui: - garanzie reali | 33,6 | 32,5 | 32,2 | 37,7 | 37,0 | 36,2 | 37,9 | 37,4 | 36,1 |
- garanzie personali | 34,4 | 35,7 | 36,0 | 36,1 | 36,7 | 36,4 | 34,6 | 35,1 | 34,8 |
di cui: - piccole imprese | 75,9 | 76,0 | 75,4 | 77,1 | 77,1 | 76,3 | 75,0 | 75,0 | 74,5 |
di cui: - industria manifatturiera | 40,6 | 40,4 | 34,0 | 44,9 | 44,5 | 40,9 | 43,5 | 43,5 | 41,5 |
5 Ibid.
Voci | Garanzie sui prestiti alle imprese (valori percentuali) | ||||||||
Lazio | Centro | Italia | |||||||
2013 | 2014 | 2015 | 2013 | 2014 | 2015 | 2013 | 2014 | 2015 | |
- costruzioni | 67,0 | 68,3 | 69,4 | 72,1 | 73,1 | 73,1 | 74,7 | 74,7 | 73,6 |
- servizi | 57,8 | 58,2 | 59,0 | 62,4 | 62,5 | 62,3 | 63,2 | 63,6 | 62,2 |
Garanzie collettive e pubbliche | |||||||||
Quota sul totale delle garanzie personali | 2,1 | 2,6 | 3,3 | 6,3 | 6,6 | 7,0 | 7,4 | 8,3 | 9,0 |
di cui: - confidi | 1,8 | 1,7 | 1,8 | 4,3 | 4,2 | 4,1 | 5,4 | 5,3 | 4,9 |
- finanziarie regionali | 0,2 | 0,3 | 0,3 | 1,5 | 1,5 | 1,5 | 0,4 | 0,4 | 0,4 |
- fondo di garanzia PMI (FPMI) | 0,2 | 0,6 | 1,3 | 0,4 | 0,9 | 1,5 | 1,5 | 2,6 | 3,7 |
Fonte: Banca d’Italia, Economie regionali
Durante la crisi è cresciuto, in ogni caso, il ruolo delle garanzie pubbliche a sostegno dell’accesso al credito delle imprese, in particolare per quelle di più piccola dimensione. Come si evince dall’osservazione della tabella precedente, nel triennio 2013-2015 le garanzie rilasciate dai confidi, dalle finanziarie regionali e dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (FPMI) sono progressivamente aumentate, in linea con analoghe tendenze osservabili nelle altre ripartizioni territoriali; nel Lazio, l’incidenza di queste garanzie, sul totale delle garanzie personali, ha raggiunto nel 2015 il 3,3%, rispetto al 2,1% registrato nel 2013. Va sottolineato come tale quota resti nettamente al di sotto della media nazionale (9,0%) e di quella del Centro Italia (7,0%).
Per quanto riguarda il Lazio va, inoltre, segnalato come la crescita delle garanzie rilasciate dal FPMI sia stata in particolare favorita dall’abrogazione (ad inizio 2014) della normativa regionale che limitava l’accesso delle imprese al Fondo. Tra il 2013, anno precedente alla modifica della normativa, e il 2015, l’incidenza di queste garanzie sul totale di quelle personali è passata dallo 0,2% all’1,3%; nello stesso periodo i finanziamenti nel Lazio con garanzie del Fondo sono più che raddoppiati e la loro quota sull’operatività nazionale si è portata dal 3,5% al 7,3%.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI FALLIMENTI DI MERCATO NELL’AMBITO DEL FSE
Le difficoltà del mercato creditizio regionale presentate nel paragrafo precedente tendono a penalizzare soprattutto il sistema delle micro e piccole imprese regionali. Queste, pur in presenza di condizioni finanziarie strutturalmente sane possono, infatti, non accedere ai tradizionali canali creditizi per l’operare di fallimenti di mercato che sfavorisce una ottimale allocazione delle risorse alle differenti attività economiche.
Da un punto di vista più qualitativo, i principali fallimenti di mercato che contraddistinguono il campo di intervento del FSE e i suoi target di riferimento possono essere ricondotti a numerose e differenti cause, ma possono in linea generale essere raggruppate in quattro ambiti principali: istituzionale, culturale, di mercato e relativamente alle competenze.
Per quanto riguarda l’ambito istituzionale, le barriere per l’accesso al credito possono essere rappresentate, ad esempio, da carenze legislative riguardo canali di finanziamento innovativi, limitazioni normative ai prestiti e un sistema non adeguato di informazione e pubblicità relativamente alle possibilità di finanziamento. Queste possono avere un impatto negativo, sia per i soggetti svantaggiati in generale, sia e soprattutto per le imprese sociali, sottoposte più di altre ad aspetti legislativi che ne limitano l’accesso al credito, oltre che dalla difficoltà di reperire informazioni corrette e verificate.
Figura 3.1 – Principali ambiti dei fallimenti di mercato
Barriere di
mercato
Barriere
culturali
Barriere di
accesso al credito
Barriere
istituzionali
Barriere di
competenze
Le barriere culturali sono riferibili principalmente alle interrelazioni tra gli istituti di credito e i soggetti richiedenti: tali aspetti possono incidere in modo particolare sui migranti, sia a causa di difficoltà linguistiche sia in conseguenza di possibili differenze culturali nell’approcciare trattative commerciali e relazioni interpersonali. Un altro caso di barriera culturale si verifica, ad esempio, in presenza di soggetti che, in considerazione delle loro caratteristiche, rinunciano a priori a rivolgersi agli istituti finanziari, prevedendo un diniego da parte delle banche (per motivi legati a disoccupazione, lavoro precario, mancanza di garanzie); tale caso riguarda più soventemente le donne e le componenti più giovani della popolazione.
Per quanto riguarda l’ambito relativo alle competenze, i riferimenti principali sono alla scarsa attenzione e abitudine che i soggetti richiedenti prestano al momento della domanda di finanziamento (va ricordato che in molti casi le domande vengono respinte per informazioni incomplete o errate), alla carenza di conoscenze in ambito finanziario, utili sia alla comprensione degli strumenti finanziari esistenti sia all’elaborazione di piani di sviluppo aziendali caratterizzati da maggiore sostenibilità, minore rischio e migliori possibilità di essere approvati.
Tra le principali tipologie di fallimenti di mercato che incidono in maniera rilevante nel limitare l’accesso al credito da parte delle micro e piccole imprese si possono, in particolare, ricordare le seguenti fattispecie:
Asimmetrie informative dal lato del prestatario: molto spesso può capitare che gli intermediari finanziari non abbiano informazioni sufficienti sui debitori e sulle proposte di business da loro presentate. Il rischio è che gli istituti finanziari, non riuscendo a stabilire con un buon grado di correttezza le caratteristiche del debitore e la capacità di ritorno economico dell'investimento proposto, decidano di applicare ad essi tassi di interesse più elevati e richiedere maggiori garanzie. Ciò può essere riscontrato particolarmente nel caso dei soggetti svantaggiati, che non riescono a garantire la necessaria fiducia alle istituzioni finanziarie a causa della loro reputazione e del background sociale. Oppure nel caso di imprese innovative o nella fase di early stage, per cui gli istituti di credito non dispongono di informazioni sufficienti a giudicare la sostenibilità del progetto imprenditoriale (e quindi della capacità di rimborsare il debito;
Asimmetrie informative dal lato del debitore: le asimmetrie dal punto di vista delle informazioni disponibili riguardano anche i soggetti che hanno necessità di accedere al credito. Gli imprenditori, reali o potenziali, potrebbero talvolta non presentare domanda per accedere a un finanziamento poiché non sono a conoscenza dei diversi strumenti finanziari offerti dagli
istituti di credito o essere a conoscenza solo di strumenti più noti non adatti alle loro necessità. Tale asimmetria informativa incide in particolar modo sulle piccole e micro imprese, caratterizzate da una minore cultura imprenditoriale e minori conoscenze finanziarie;
Costi di transazione: le imprese devono sostenere dei costi legati alla presentazione dei progetti di investimento, connessi a un'eventuale assistenza da parte di soggetti terzi nella redazione del progetto, all'adeguamento da parte dell'impresa alla normativa in atto e al soddisfacimento dei requisiti legislativi previsti per la richiesta del prestito. In particolare, questi aspetti sono molto gravosi per le piccole imprese, per le quali il costo di conformarsi alla legislazione è molto più elevato rispetto alle grandi imprese in proporzione ai loro volumi di mercato;
Mancanza di accesso a strumenti finanziari adeguati: talvolta le imprese rilevano una barriera di acceso al credito nei casi in cui non sono presenti strumenti finanziari adeguati alle loro specifiche esigenze. Tali esigenze possono essere differenti in base alla tipologia di attività realizzata, alla sua durata e ai tempi necessari per produrre i risultati programmati, così come alle diverse fasi di sviluppo in cui si trova l’azienda (start-up, sviluppo, maturità, ecc.). L’offerta di servizi finanziari può non essere sempre in linea con tali necessità, rischiando di determinare una contrazione dei finanziamenti e degli investimenti;
Scarsa fiducia negli istituti finanziari: talvolta, i soggetti che potrebbero richiedere un finanziamento non presentano domanda per la scarsa fiducia che ripongono negli istituti di credito. Ciò può essere dovuto a pregresse esperienze negative, o per la considerazione di essere la parte debole nei rapporti di forza con tali istituti. Ne consegue che gli istituti finanziari sono talvolta visti quasi come un "avversario" e la recente crisi economica ha contribuito ad accentuare ulteriormente da parte degli imprenditori una visione piuttosto critica nei confronti degli istituti di credito. Tali considerazioni sono valide in particolare per le piccole imprese, che sentono di avere meno potere contrattuale nei confronti delle banche. In questi casi, la presenza di organizzazioni e/o dispositivi che possono fungere da intermediari tra le parti può facilitare un miglioramento dei rapporti di fiducia, creando le condizioni per migliorare l’accesso al credito da parte delle micro e piccole imprese e favorirne i progetti di investimento;
Mancanza di garanzie: la scarsa possibilità di fornire garanzie patrimoniali adeguate da parte dei soggetti che richiedono il finanziamento costituisce un ulteriore fattore negativo nella valutazione delle domande, anche quando le prospettive di ritorno economico dell’idea imprenditoriale possono essere positive, determinando l’esclusione finanziaria dei soggetti dal mercato creditizio.
Figura 3.2: Individuazione del fallimento di mercato
ANALISI DELLE CONDIZIONI DI SUBOTTIMALITÀ DEGLI INVESTIMENTI
3.3.1 LA STIMA DEL FABBISOGNO POTENZIALE
Al fine di giungere alla quantificazione della stima del fabbisogno potenziale e del gap di investimento presente nel territorio della Regione Lazio si è preso a riferimento le analisi elaborate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la valutazione ex ante degli strumenti finanziari del PON Iniziativa Occupazione Giovani 2014-2015 e del PON Sistemi di politiche attive per l’occupazione 2014-2020, aggiornando e adeguando al contesto laziale le stime e le metodologie da esso adottate.
L’analisi del fabbisogno teorico di investimento deve partire da una quantificazione della domanda potenziale che può essere espressa dai destinatari di un fondo per il microcredito, così come individuati dal POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio in relazione alle priorità 8.i e 8.ii. In particolare, si tratta dei seguenti gruppi target:
NEET: giovani tra i 18 e 29 anni che non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione;
Disoccupati con meno di 35 anni o più di 54 anni; Disoccupati di lunga durata (da 12 mesi o più); Donne disoccupate.
Così come realizzato nell’ambito della valutazione ex ante degli strumenti finanziari elaborata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS), al fine di calcolare il fabbisogno potenziale sono stati presi considerati i NEET e i disoccupati, con quest’ultimi che riuniscono le tre diverse categorie specifiche sopra menzionate. Per ognuna di queste tipologie di destinatari viene determinato il bacino di riferimento e stimato il fabbisogno potenziale.
La stima della domanda potenziale dei NEET
I dati ISTAT relativi al 2016 registrano la presenza di 192.724 giovani NEET ricompresi nella fascia di età 15-29 anni, pari al 22,5% della corrispondente popolazione. Il dato è certamente molto elevato, pur se in riduzione negli ultimi anni grazie, soprattutto, alla contrazione presentata dalla componente femminile. Ai fini delle analisi il dato deve essere, tuttavia, aggiustato per eliminare due sottogruppi appartenenti all’insieme dei NEET:
i NEET disoccupati, per evitare un doppio conteggio, dato che si tratta di individui che sono già ricompresi nella stima riportata nel paragrafo successivo relativamente alla domanda potenziale dei disoccupati;
i NEET che non sono disponibili a lavorare, in quanto non risulterebbe corretto includere anche coloro che non lavorano e non sono comunque interessati a lavorare nel calcolo dei soggetti potenzialmente interessati ad accedere ad un fondo per il microcredito.
Ai fini delle analisi si è preso in considerazione come bacino potenziale solo i NEET che seppure non ricercando attivamente lavoro sono comunque disponibili a lavorare qualora ne avessero la possibilità6.
Occorre precisare che l’ISTAT non fornisce a livello regionale dati per la sottocategoria di NEET appartenenti alla "zona grigia dell'inattività", ma solo a livello di ripartizione territoriale: si è, pertanto, dovuto stimare il bacino di riferimento potenziale prendendo a riferimento i dati del Centro Italia, quale approssimazione per una quantificazione della quota regionale di NEET appartenenti a tale tipologia (a livello del Centro Italia i NEET che non ricercano attivamente lavoro, ma sarebbero comunque disponibili a lavorare sono pari al 25,1% del totale dei NEET).
Tabella 3.5 - NEET per condizione professionale - ripartizione Centro Italia
Tipologia NEET | Valore assoluto | Valore % |
Disoccupati | 168.545 | 48,8 |
Inattivi | 176.883 | 51,2 |
Zona grigia dell'inattività | 86.550 | 25,1 |
Non cercano e non disponibili a lavorare | 90.333 | 26,2 |
Totale | 345.428 | 100,0 |
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Applicando tale percentuale al numero dei NEET presenti nella Regione Lazio (192.724), il bacino potenziale di riferimento di un fondo per il microcredito e l’autoimprenditorialità può essere quantificato in
48.289 giovani NEET.
Il bacino potenziale può essere ulteriormente raffinato, cosi come sviluppato dal MLPS, utilizzando due proxy relative all’imprenditorialità giovanile, al fine di determinare i destinatari che potenzialmente potrebbero essere interessati ad intraprendere attività imprenditoriali e di autoimpiego. L’utilizzo di due differenti proxy è utile per stabilire un livello massimo e un livello minimo di domanda potenziale, in funzione della maggiore o minore propensione all’autoimprenditorialità dei potenziali destinatari. Nello specifico, le proxy7 utilizzate per determinare la quota dei NEET potenzialmente interessati ad intraprendere un’attività di autoimprenditorialità o di autoimpiego fanno riferimento:
6 Ci si riferisce a quella che l’Istat definisce come “zona grigia dell’inattività”.
7 Le proxy adottate per la stima sono quelle utilizzate dal MLPS per la valutazione ex-ante degli strumenti finanziari presa a riferimento della presente analisi.
alla quota di posizioni lavorative indipendenti nelle imprese attive per la classe di età 15-29 anni sul totale delle posizioni lavorative per la stessa classe di età (Proxy1);
ai titolari di imprese individuali con meno di trent'anni in percentuale sul totale dei titolari di imprese individuali iscritti nei registri delle Camere di Commercio italiane (Proxy 2).
Come riportato nella tabella seguente, applicando alla stima del bacino potenziale i valori delle proxy, la domanda massima di NEET potenzialmente interessati ad intraprendere un percorso di autoimprenditorialità o di autoimpiego può essere quantificata in circa 5.400 unità, mentre la domanda minima risulta di poco inferiore ai 3.300 individui, con un valore medio di 4.348 unità. La tabella che segue riepiloga il procedimento seguito per giungere alla stima della domanda potenziale di finanziamenti da parte dei NEET presenti nel territorio regionale.
Tabella 3.6 - Stima della domanda potenziale da parte dei NEET tra 15 e 29 anni
Indicatore | Valore |
NEET totali (a) | 192.724 |
Quota dei NEET non disoccupati e disponibili a lavorare (b) | 25,1% |
NEET non disoccupati e disponibili a lavorare (c)=(a)*(b) | 48.289 |
Proxy 1 (d) | 11,20% |
Proxy 2 (e) | 6,81% |
Domanda massima (f)=(c)*(d) | 5.408 |
Domanda minima (g)=(c)*(e) | 3.288 |
Domanda media | 4.348 |
Fonte: elaborazioni su dati Istat. Proxy1: quota di posizioni lavorative indipendenti nelle imprese attive per la classe di età 15-29 anni sul totale delle posizioni lavorative per la stessa classe di età; Proxy 2: Titolari di imprese individuali con meno di trent'anni in percentuale sul totale dei titolari di imprese individuali iscritti nei registri delle Camere di Commercio italiane (totale).
La stima della domanda potenziale dei disoccupati
Per quanto riguarda la domanda potenziale derivante dal gruppo target si deve considerare come questa ricomprenda i:
disoccupati con meno di 35 anni o più di 54 anni; disoccupati di lunga durata (da 12 mesi o più); disoccupate donne.
Da ciò si evince che i destinatari potenziali dell'iniziativa di un fondo per il microcredito sono costituiti da tutti i disoccupati con l'unica eccezione dei disoccupati uomini tra i 35 e i 54 anni che sono i cerca di un posto di lavoro da meno di 12 mesi. Per stimare i destinatari potenziali, tale particolare sottoinsieme dovrà, pertanto, essere escluso, sottraendolo dal totale dei disoccupati presenti nel territorio regionale ( 292.501 unità).
Nella tabella seguente si riporta la procedura utilizzata per la stima del bacino potenziale e i risultati delle simulazioni. Come si può osservare, nel 2016 i disoccupati ricompresi tra i 35 e 54 anni ammontano a quasi 66.000 unità, di cui oltre 34 mila unità costituite da disoccupati di lunga durata e le restanti 32 mila unità da persone alla ricerca di un posto di lavoro da meno di 12 mesi. Sottraendo questo ultimo dato dal totale dei disoccupati presenti sul territorio della Regione Lazio si può ottenere il bacino dei potenziali destinatari di una possibile iniziativa di sostegno al microcredito: si tratta di un bacino potenziale di quasi 261.000 individui.
Tabella 3.7 - Stima del bacino potenziale di disoccupati della Regione Lazio interessati dall'iniziativa Fondo Microcredito
Indicatore | Valore | |
Totale disoccupati | (a) | 292.501 |
Disoccupati maschi 35-54 | (b) | 65.955 |
Tasso disocc. lunga durata maschile 35-54 (proxy Centro Italia) | (c) | 4,09% |
Disoccupati maschi 35-54 di lunga durata | (d=b*c) | 34.209 |
Disoccupati meschi 35-54 NON di lunga durata | (e=b-d) | 31.746 |
Bacino potenziale | (f=a-e) | 260.755 |
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Come già evidenziato per i NEET il passaggio dal bacino potenziale alla domanda potenziale richiede di stimare la quota dei destinatari potenziali che potrebbe essere interessata ad intraprendere forme di autoimprenditorialità e di autoimpiego, In questo caso, la quantificazione è stata ottenuta facendo ricorso a una proxy dell'imprenditorialità calcolata come quota di occupati indipendenti sul totale degli occupati regionali.
Nello specifico, la proxy è stata calcolata per due classi di età, in modo da ottenere stime più attendibili in relazione alla propensione all'autoimprenditorialità delle persone di differente età:
per i disoccupati con meno di 35 anni, si è utilizzata la quota di occupati indipendenti tra 15 e 34 anni sul totale degli occupati di quella fascia d'età;
per i disoccupati dai 35 anni in su, si è fatto ricorso alla quota di occupati indipendenti con 35 anni o più sul totale degli occupati della corrispondente classe d'età;
I risultati, di cui nella seguente tabella si riportano gli esiti, mostrano una domanda potenziale che raggiungerebbe le 59 mila unità, di cui 27 mila di età compresa tra 15 e 34 anni e 32 mila con 35 anni e oltre. I dati evidenziano, dunque, come la domanda potenziale sia quasi equamente distribuita tra disoccupati giovani e disoccupati in età adulta, mettendo ancora una volta in risalto le criticità legate all’inserimento lavorativo delle componenti più giovani della popolazione regionale.
Tabella 3.8: Stima della domanda potenziale proveniente dai disoccupati del territorio regionale
Indicatore | Valore | |
Bacino disoccupati 15-34 | (a) | 138.627 |
Bacino disoccupati 35+ | (b) | 122.128 |
Proxy 1 | (c) | 19,57% |
Proxy 2 | (d) | 25,91% |
Domanda disoccupati 15-34 | (e=a*c) | 27.131 |
Domanda disoccupati 35+ | (f=b*d) | 31.646 |
Domanda totale disoccupati | (g=e+f) | 58.778 |
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Proxy 1: quota occupati indipendenti tra 15 e 34 anni sul totale degli occupati tra 15 e 34 anni. Proxy 2: quota occupati indipendenti da 35 anni in su sul totale degli occupati da 35 anni in su.
3.3.2 LA STIMA DEL GAP DI INVESTIMENTO
Dopo aver individuato la domanda potenziale da parte dei diversi gruppi di destinatari, è possibile determinare una stima del gap di investimento presente nel territorio della Regione Lazio. Va osservato, in primo luogo, che l’utilizzo di due differenti proxy per la stima della domanda
potenziale da parte dei NEET non produce risultati molto divergenti nel livello massimo e in quello minimo di domanda complessiva, dato il peso notevolmente superiore che la domanda espressa dai disoccupati produce in termini di fabbisogni: si prenderà, quindi, in esame una sola ipotesi di lavoro, assumendo come stima della domanda da parte dei NEET il valore medio delle due ipotesi calcolate per tale gruppo di destinatari. Ne consegue che il valore della domanda potenziale risulta superiore alle 63 mila unità, di cui 4.348 NEET e quasi 59 mila disoccupati.
Assumendo che il totale di risorse stanziate per il Fondo sia pari 35 Mln di euro e che, in base all'esperienza realizzata in passato nell'ambito del POR FSE 2007-2013 della Regione Lazio, il valore medio dei prestiti concessi sia di 22.500 euro, il numero di finanziamenti che possono essere concessi ammonta a 1.556 unità, con un tasso di copertura medio del 2,47% della domanda potenziale. Chiaramente il grado di copertura sarebbe più elevato nel caso in cui il valore medio dei prestiti fosse inferiore: ad esempio, se venisse richiesto il valore minimo dei prestiti (5.000 euro), il numero di finanziamenti potrebbe raggiungere le 7.000 unità, con un tasso di copertura pari a circa l'11% della domanda potenziale. Viceversa, in corrispondenza del valore massimo dei prestiti (25.000 euro), il numero di finanziamenti scenderebbe a 1.400 unità, facendo calare il tasso di copertura della domanda potenziale al 2,22%.
Tabella 3.9 - Stima della domanda potenziale proveniente dai disoccupati del territorio regionale
Indicatore | Valore |
Domanda potenziale | 63.088 |
N° minimo prestiti | 1.400 |
N° massimo prestiti | 7.000 |
N° medio prestiti (in base a esperienza precedente) | 1.556 |
Copertura min domanda (%) | 2,22% |
Copertura max domanda (%) | 11,10% |
Copertura media domanda (%) | 2,47% |
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Ne emergerebbe un gap di investimento elevato rispetto all’offerta di finanziamento della precedente programmazione del FSE della Regione Lazio (la dotazione finanziaria del Fondo Futuro è risultata, infatti, pari a 35 milioni di euro). Nello specifico, il gap di investimento può essere quantificato a seconda del valore medio dei prestiti ammessi a finanziamento in:
oltre 1.384 milioni di euro, prendendo a riferimento il valore medio dei prestiti concessi di
22.500 euro, valore pari alla media dei contributi concessi nell’ambito del Fondo Futuro 2007-2013;
280 milioni di euro nell’ipotesi minima, assumendo un valore medio dei prestiti pari al valore minimo ammissibile a finanziamento (5.000 euro);
circa 1.542 milioni di euro nel caso in cui il valore medio dei prestiti risulti pari a 25.000 euro (valore massimo del contributo concedibile nell’ambito del Fondo Futuro 2007-2013).
L’analisi del gap derivante dal confronto fra la domanda teorica potenziale e l’offerta di strumenti regionali attuale conferma l’esistenza di un marcato disallineamento potenziale, tale da configurare l’esistenza di un fallimento di mercato, sebbene differenziato in funzione dell’universo e dei target di riferimento, così come evidenziato dalla stesso studio del MLPS.
Tabella 3.10 - Stima del gap d’investimento rispetto alla domanda potenziale
Ipotesi | Domanda teorica potenziale (numero) | Valore medio del prestito (euro) | Domanda di finanziamento potenziale (euro) | Offerta attuale di finanziamento (euro) | Gap d’investimento (euro) |
Ipotesi minima | 63.088 | 5.000 | 315.438.758 | 35.000.000 | -280.438.758 |
Ipotesi massima | 63.088 | 25.000 | 1.577.193.792 | 35.000.000 | -1.542.193.792 |
Ipotesi media | 63.088 | 22.500 | 1.419.474.413 | 35.000.000 | -1.384.474.413 |
I numeri riportati devono essere interpretati, naturalmente, come mere stime indicative dell’esistenza di un fabbisogno teorico di finanziamento da parte dei target principali del FSE, fabbisogno che non riesce ad essere, se non in minima parte, coperto dalle risorse attualmente disponibili, giustificando la costituzione di un fondo per il microcredito e la microfinanza.
4 ANALISI DELLE LEZIONI APPRESE DALL’IMPIEGO DI STRUMENTI FINANZIARI ANALOGHI
Nell’ambito della programmazione 2007-2013 si è assistito ad un frequente ricorso (da parte di regioni e beneficiari) di strumenti di ingegneria finanziaria (SIF) finalizzati al sostegno dell’autoimprenditorialità e autoimpiego per le fasce più deboli della popolazione (giovani, donne, disoccupati, migranti), con particolare attenzione per quella giovanile.
Al fine di consolidare le esperienze pregresse, a livello regionale, nazionale e comunitario, traendone insegnamenti utili per l’avvio e la futura implementazione del nuovo strumento di ingegneria finanziaria, si propone di seguito un breve excursus delle esperienze di strumenti analoghi più significative, individuati dal Valutatore sulla base del ruolo e dei risultati raggiunti nella programmazione 2007-2013.
Si fornisce, inoltre, un’analisi dell’attuazione del Fondo per il Microcredito e per la Microfinanza promosso dalla Regione Lazio a valere sulle risorse del POR FSE 2007-2013, evidenziandone le performance attuative, i risultati raggiunti e le principali criticità incontrate nella sua attuazione.
LE PRINCIPALI ESPERIENZE A LIVELLO REGIONALE E NAZIONALE
4.1.1 LE ESPERIENZE REGIONALI
L’analisi proposta nelle pagine seguenti si focalizza in modo particolare sulle esperienze maturate nell’ambito dei PO FSE 2007-2013, prendendo in considerazione soprattutto quei SIF che hanno mostrato maggiore capacità di successo e che possono quindi rappresentare degli utili riferimenti anche per la progettazione degli strumenti finanziari che si ipotizza di attivare nell’ambito del POR FSE 2014-2020 della Regione Lazio.
La tabella seguente propone innanzi tutto un quadro riassuntivo degli strumenti finanziari attivati dalle diverse regioni italiane nel periodo 2007-2013. Come si nota, il ricorso a tali strumenti è stato frequente soprattutto nelle Regioni del Centro-Sud ed in particolare del Mezzogiorno. Una citazione particolare merita la Sardegna che, nell’ambito del proprio Programma Operativo, ha attivato ben 4 distinti strumenti di ingegneria finanziaria, con il preciso intendimento di ovviare alle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese esistenti e di incentivare, al contempo, la creazione di nuove imprese da parte di soggetti “non bancabili” che si trovano in condizione di particolare svantaggio nell’avvio e/o nello sviluppo di un’attività imprenditoriale.
Tabella 4.1 - Quadro riassuntivo dei SIF attivatati dalle Regioni nell’ambito dei PO FSE 2007-2013
Regioni | Nome dello strumento |
Piemonte | - |
Valle d'Aosta | Fondo Microcredito FSE |
Lombardia | Fondo Xxxxxxx FSE |
Provincia Bolzano | - |
Provincia Trento | - |
Veneto | - |
Friuli-Venezia Giulia | - |
Liguria | - |
Xxxxxx-Romagna | - |
Toscana | - |
Regioni | Nome dello strumento |
Umbria - | |
Marche Fondo Garanzia | |
Lazio Fondo Microcredito FSE | |
Abruzzo Fondo Microcredito FSE | |
Molise - | |
Campania | Fondo Microcredito FSE |
Fondo Microcredito Piccoli Comuni Campani - PICO | |
Puglia Fondo di Microcredito d'Impresa FSE | |
Basilicata Fondo di Sostegno e Garanzia FSE | |
Calabria Fondo Unico per l’Occupazione e la Crescita - FUOC | |
Sicilia Sardegna | Fondo di Partecipazione |
Fondo Microcredito FSE | |
Fondo PISL-POIC; | |
Fondo per lo Sviluppo del Sistema Cooperativistico in Sardegna | |
Fondo Regionale di Finanza Inclusiva |
A seguire si fornisce una breve disamina degli strumenti di ingegneria finanziaria sperimentati nei diversi contesti regionali, ad eccezione del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza attivato nell’ambito del PO FSE 2007-2013 del Lazio, per il quale si rimanda al paragrafo 4.2.
4.1.1.1 Valle d’Aosta: “Fondo Microcredito FSE”
Il “Fondo Microcredito FSE”, è stato istituito dalla Regione Valle d’Aosta con la L.R. n. 20 del 18/12/2013 e finanziato con 4,5 Meuro, di cui 3,5 Meuro a valere sull’Asse A “Adattabilità” e 1,0 Meuro a valere sull’Asse C “Inclusione Sociale” del PO FSE 2007-2013. Per promuovere la competitività e i processi di autoimprenditorialità, il Fondo ha previsto la concessione di prestiti di microcredito a soggetti che, per condizioni soggettive e/o oggettive, si trovano in condizione di difficoltà nell’accedere ai tradizionali canali del credito. L’obiettivo prioritario è stato quello di rispondere alla difficoltà di accesso al credito, soprattutto da parte di alcune categorie “non bancabili” e in condizione di svantaggio nell’avvio e/o nello sviluppo di un’attività imprenditoriale.
Lo strumento si è rivolto in modo particolare a:
microimprese, da costituire o già costituite, aventi forma giuridica di società di persone, società a responsabilità limitata, cooperative, ditte individuali;
nuove iniziative imprenditoriali promosse da soggetti svantaggiati aventi forma giuridica di società di persone, società a responsabilità limitata, cooperative, ditte individuali.
Il finanziamento concesso dal Fondo ha assunto la forma tecnica di un mutuo chirografario. L’importo concesso era compreso fra 5 mila e 25 mila euro. La durata massima del finanziamento era stabilita in 60 mesi, con applicazione di un tasso d’interesse pari a 0 e rimborso previsto in un massimo di 9 rate costanti posticipate.
Contestualmente al finanziamento, è stato attivato per i destinatari dell’intervento anche un percorso formativo individuale a supporto della definizione e della successiva attuazione dell’idea imprenditoriale.
La gestione del Fondo Microcredito FSE è stata affidata a FINAOSTA S.p.a., società in house della Regione.
Per quanto concerne l’operatività, solo nel gennaio del 2016 è stato approvato l’accordo di finanziamento tra la Regione Valle d’Aosta e FINAOSTA S.p.A., nonché le Direttive di attuazione
ed il Piano operativo che hanno stabilito le regole di funzionamento e i criteri per la gestione delle procedure di selezione dei progetti e dei relativi piani d’impresa.
4.1.1.2 Lombardia: “Fondo Xxxxxxx fse”
Il Fondo denominato “Fondo Xxxxxxx FSE” è stato istituito dalla Regione Lombardia con la D.G.R.
n. 7.687 del 2008 e finanziato con le risorse dell’Asse III “Inclusione Sociale” del PO FSE 2007- 2013, con uno stanziamento pari inizialmente a 10 Meuro, che è stato successivamente integrato con ulteriori 10 Meuro. Coerentemente con le finalità dell’Asse III, il Fondo è stato in particolare destinato a:
agevolare, mediante la concessione di interventi finanziari, l’accesso al credito da parte di soci cooperatori, anche in stato di disagio o di esclusione sociale (cd. soggetti svantaggiati) che già prestavano o avrebbero comunque prestato la loro attività presso le imprese cooperative;
a consentire il consolidamento e lo sviluppo delle imprese cooperative che si prefiggevano di realizzare programmi di inclusione sociale, attraverso la loro ricapitalizzazione da parte dei soci cooperatori beneficiari degli interventi finanziari.
Il Fondo ha operato in qualità di “fondo di fondi”, ovvero per il tramite di intermediari bancari selezionati. Più nel dettaglio, l’intervento aveva l’obiettivo di co-finanziare, attraverso istituti di credito selezionati da Finlombarda Spa (ente gestore), operazioni di ricapitalizzazione di cooperative sociali e di produzione e lavoro operanti in Lombardia. Gli istituti di credito selezionati si impegnavano a loro volta a impiegare risorse proprie aggiuntive per un importo pressoché equivalente a quello aggiudicato tramite la gara, generando in tal modo un effetto moltiplicatore dell’investimento regionale.
La forma tecnica di intervento è consistita nella concessione di un micro-finanziamento di importo fisso (4 mila euro) a persone fisiche (soci o potenziali soci) che si dovevano impegnare a capitalizzare la cooperativa presso cui prestano attività quali soci cooperatori, entro un massimale di 200 mila euro a cooperativa. Il finanziamento è stato concesso per il 50% dell’importo a valere sulle risorse del “Fondo Xxxxxxx FSE” e per il residuo 50% a valere sulle risorse proprie dell’intermediario bancario preliminarmente selezionato mediante procedura ad evidenza pubblica. Contestualmente è stata anche concessa una garanzia. In sintesi, il Fondo è stato pertanto concepito come strumento unitario di micro-credito organizzato in 3 distinte componenti:
la prima è rappresentata dalla quota di garanzia concessa dallo strumento a valere sul finanziamento rilasciato dall’istituto di credito convenzionato entro il limite massimo del 10% del valore del prestito, a copertura della parte di finanziamento concessa a valere sulle risorse proprie dell’intermediario bancario;
la seconda componente (componente bullet) di importo pari a 2 mila euro, è rappresentata da un finanziamento a tasso zero, di durata pari a 5 anni (60 mesi), rimborsabile in un'unica soluzione alla scadenza;
la terza componente (componente amortizing), di importo pari anch’essa a 2 mila euro, è rappresentata da un finanziamento a tasso fisso, di durata pari a 5 anni, rimborsabile con ammortamento su base mensile. Tale componente è stata erogata dall’intermediario bancario selezionato a valere su risorse finanziarie proprie, garantite dalla prima componente.
Il Fondo Xxxxxxx specificamente rivolto al consolidamento e allo sviluppo delle cooperative sociali, ha rappresentato un’esperienza originale e di indubbio successo, come dimostra sia l’elevato numero di domande pervenute, di soggetti finanziati e di cooperative ricapitalizzate, sia l’apporto aggiuntivo significativo offerto dal sistema bancario, che ha permesso in particolare di raddoppiare le risorse pubbliche messe a disposizione del Fondo.
4.1.1.3 Marche: Fondo di garanzia
La Regione Marche, nell’ambito del PO FSE 2007-2013, ha costituito un “Fondo di Garanzia” a integrazione del “Prestito d’onore regionale”, attivato precedentemente per favorire l'avvio di nuove imprese attraverso la concessione di "microcredito" a medio termine, senza il ricorso a garanzie di qualunque tipo e prevedendo, al contempo, l'erogazione di servizi di assistenza tecnica (tutorship) gratuiti. Lo strumento del Prestito d’onore si rivolgeva in modo particolare a diverse categorie di soggetti svantaggiati: donne e uomini fra i 18 ed i 60 anni disoccupate/i o inoccupate/i ai sensi del D.Lgs. n. 297/2002; lavoratrici e lavoratori sospese/i per cassa integrazione ordinaria (CIGO), straordinaria (CIGS) o in deroga; donne occupate "over 35".
Gli importi dei prestiti concessi ammontavano al massimo a € 25 mila euro nel caso di imprese individuali e di società con meno di 3 soci e a 50 mila euro nel caso di società con almeno 3 soci. La durata del finanziamento era pari a 6 anni ad un tasso d’interesse fisso e comprensivo di spread del 3,2%. Gli interessi dovevano essere rimborsati dal soggetto finanziato in un’unica soluzione, decorsi 12 mesi dalla prima somministrazione del credito.
Il Fondo di Garanzia collegato al Prestito d’onore è diventato operativo a marzo del 2011 ed ha avuto una dotazione finanziaria pari inizialmente a 1,8 Meuro, poi ampliata con altri 2 Meuro. Tuttavia solo 1,5 Meuro sono ascrivibili a risorse provenienti dal PO FSE 2007-2013, a valere in particolare sull’Asse II del Programma, mentre la parte rimanente è stata finanziata con risorse regionali e nazionali.
La gestione del Fondo di garanzia è stata assegnata a seguito di una gara pubblica al RTI costituito da Banca del Mezzogiorno e MedioCredito centrale Spa.
4.1.1.4 Abruzzo: Fondo Microcredito FSE
Il “Fondo Microcredito FSE” è stato istituito dalla Regione Abruzzo con D.G.R. n° 846 del 15/11/2010 e finanziato a valere sugli Assi II “Occupabilità” e III “Inclusione Sociale” del PO FSE 2007-2013. Il Fondo ha operato mediante la concessione di finanziamenti a favore di iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo, costituende o già costituite, purché promosse da soggetti con difficoltà ad accedere ai canali tradizionali del credito; i suddetti finanziamenti erano specificamente rivolti a:
a) microimprese che assumono la forma giuridica di ditta individuale, di società di persone o società cooperative (queste ultime anche sociali o a responsabilità limitata);
b) lavoratori autonomi (tra cui anche liberi professionisti). Le risorse del Fondo sono state in particolare utilizzate per:
l’erogazione di microcrediti, fino ad un massimo di 25 mila euro, per supportare i processi di autoimprenditorialità da parte di soggetti in condizioni di svantaggio e per realizzare nuovi investimenti per sostenere microimprese che si trovano in difficoltà ad accedere ai canali tradizionali del credito;
la copertura, attraverso una specifica garanzia prestata dal Fondo, dell'80% dei prestiti erogati a favore di soggetti che si trovano in difficoltà ad accedere ai canali tradizionali del credito.
Il finanziamento concesso dal Fondo, nel rispetto della regola comunitaria del “de minimis”, prevedeva importi diversi in base alle caratteristiche del soggetto richiedente; più in particolare: per le persone fisiche (ditte individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti) l’importo concesso era compreso fra 5 mila e 10 mila euro; per le persone giuridiche (società di persone e società cooperative) l’importo variava fra 10 mila e 25 mila euro. La durata massima del finanziamento era stabilita in 60 mesi, con applicazione di un tasso d’interesse pari a 0 e rimborso previsto in rate mensili costanti posticipate.
Oltre al finanziamento, i beneficiari del Fondo avevano anche la possibilità di avvalersi, a titolo gratuito, del supporto di una rete di Operatori Territoriali i cui nominativi sono stati preventivamente selezionati e inclusi in un apposito Albo pubblicato sul sito del soggetto gestore. La gestione del Fondo Microcredito FSE è stata affidata a Abruzzo Sviluppo S.p.A., società in house della Regione, che si è occupata di selezionare, mediante una procedura ad evidenza pubblica, il soggetto responsabile del servizio di Tesoreria (Banca Caripe Gruppo Banca Popolare di Bari), nonché ad istituire un apposito albo degli Operatori Territoriali, cioè di quei soggetti deputati a realizzare azioni di accompagnamento e supporto ai beneficiari del Fondo stesso.
4.1.1.5 Campania
La Regione Campania, nell’ambito del PO FSE 2007-2013 ha istituito due diversi strumenti di ingegneria finanziaria: il “Fondo Microcredito FSE” e il “Fondo Microcredito Piccoli Comuni Campani (PICO) – FSE”.
Il “ Fondo Microcredito FSE”
Il “Fondo Microcredito FSE” è stato istituito con DGR n. 733 del 19 dicembre 2011 e finanziato con risorse del PO FSE 2007-2013 a valere, in particolare, sull’Asse I “Adattabilità”, sull’Asse II “Occupabilità” e sull’Asse III “Inclusione Sociale”. La dotazione del Fondo, pari inizialmente a 65 Meuro, è stata successivamente incrementata di altri 35 Meuro, raggiungendo così un ammontare complessivo pari a 100 Meuro.
Il Fondo ha previsto la concessione di prestiti rimborsabili a soggetti tradizionalmente “non bancabili”, finalizzati a sostenere l'avvio di nuove attività imprenditoriali, ovvero la realizzazione di nuovi investimenti nell'ambito di iniziative già esistenti. In particolare, sono stati individuati quali destinatari finali dei finanziamenti i disoccupati, specie se di lunga durata, i lavoratori in CIGS e mobilità, i giovani, gli immigrati e le donne in generale
Il finanziamento concesso dal Fondo ha assunto la forma tecnica di un mutuo chirografario. L’importo concesso era compreso fra 5 mila e 25 mila euro. La durata massima del finanziamento era stabilita in 60 mesi, con applicazione di un tasso d’interesse pari a 0 e rimborso previsto a partire dal settimo mese, con rate costanti posticipate mensili.
La gestione del Fondo è stata affidata a Sviluppo Campania Spa, società in house della Regione la quale ha fornito ai beneficiari anche un servizio gratuito di accompagnamento alla presentazione della domanda, avvalendosi dei propri sportelli presenti sul territorio regionale e di un numero di telefono appositamente attivato.
“Fondo Microcredito Piccoli Comuni Campani (PICO) – FSE”
Il “Fondo Microcredito Piccoli Comuni Campani (PICO) – FSE”, è stato istituito con la DGR n. 608 del 20 dicembre 2013, finanziandolo con le risorse del PO FSE 2007-2013 a valere sugli Assi I “Adattabilità”, e II “Occupabilità”, per un importo complessivo pari a 20 Meuro. Con questo specifico Fondo la Regione ha voluto mettere in campo uno strumento a favore della micro imprenditorialità che fosse specificamente rivolto ai “piccoli” Comuni della regione (con popolazione fino a 5.000 abitanti), con lo scopo di contrastare i fenomeni di spopolamento, di superare le difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese e, contestualmente, di promuovere la propensione dei territori locali ad attrarre nuovi investimenti. Anche la gestione di questo secondo Fondo è stata affidata a Sviluppo Campania Spa.
Sul piano procedurale l’attuazione dell’intervento è avvenuta in due fasi successive.
1. Nella prima si è proceduto a selezione i “piccoli” Comuni che hanno dovuto presentare una “manifestazione d’interesse” per candidare il proprio territorio ad usufruire dei finanziamenti previsti dal Fondo al fine di supportare iniziative coerenti e funzionali alla strategia di sviluppo del territorio comunale e di contrasto alla disoccupazione giovanile e
allo spopolamento dei territori, facendo leva soprattutto sulla promozione dei cosiddetti servizi “essenziali” (es. inerenti la scuola, la salute, la mobilità, ecc.).
2. Una volta selezionati i Comuni e i relativi PICO (Piani Comunali di sviluppo), si è quindi proceduto ad individuare, attraverso un Avviso pubblico, i beneficiari finali del finanziamento, che sono stati selezionati fra tutti coloro che hanno presentano progetti imprenditoriali localizzati nei Comuni prescelti nella fase precedente e coerenti con i settori indicati nei singoli PICO.
I destinatari finali del Fondo erano costituiti da le micro, piccole e medie imprese esistenti o da costituire da parte di lavoratori occupati, disoccupati, inoccupati e inattivi, con una specifica attenzione ai giovani, ai disoccupati di lunga durata, alle donne e agli immigrati nei settori individuati dai piccoli Comuni che hanno aderito all’iniziativa.
4.1.1.6 Puglia: “Fondo di microcredito d’impresa FSE”
Il “Fondo Microcredito d’Impresa FSE” è stato istituito con la DGR n. 2934 del 22 dicembre 2011 e finanziato a valere sull’Asse II “Occupabilità” del PO Puglia FSE 2007-2013, con risorse pari inizialmente a 30 Meuro, successivamente incrementate fino a 42 Meuro (DGR n. 1969 del 18.10.13). Come nei casi precedentemente analizzati, il Fondo aveva come finalità quella di favorire l’accesso al credito da parte di soggetti e microimprese “non bancabili” ed ha subito delle parziali modifiche in corsa d’opera. Inizialmente, il Fondo si rivolgeva esclusivamente a: microimprese costituite da non più di 5 anni; nuove iniziative economiche (start up) promosse da persone svantaggiate, così come definite dal Regolamento (CE) 800/2006; nuove iniziative economiche volte a valorizzare le idee, i saperi, le energie e i talenti mediante la creazione di un’attività imprenditoriale. Successivamente, in considerazione dell’aggravarsi della crisi economica e delle crescenti difficoltà del tessuto imprenditoriale regionale nell’accedere al credito, la Regione ha parzialmente riprogrammato la strategia di intervento del Fondo. Per evitare una sovrapposizione di interventi con le misure previste dal PO FESR e per dare immediata risposta alle istanze pervenute dal territorio, sono stati in particolare rivisti i criteri di ammissibilità per l’accesso ai finanziamenti del Fondo, eliminando il requisito, inizialmente previsto, in ordine alla non finanziabilità di imprese costituite da più di 5 anni.
Il Fondo ha previsto la concessione di finanziamenti da erogare ai beneficiari finali sotto forma di mutui chirografari, assegnando importi compresi tra un minimo di 5 mila euro e un massimo di 25 mila euro. Il prestito prevedeva un piano di ammortamento della durata massima di 60 mesi, con applicazione di un tasso di interesse fisso, pari al 70% del tasso di riferimento UE e, nel caso di ritardato pagamento, l’applicazione di un tasso di mora pari al tasso legale. Le restituzioni dovevano avvenire in rate costanti posticipate, dando comunque la possibilità a tutte le imprese finanziate di richiedere l’estinzione anticipata del finanziamento mediante il rimborso in unica soluzione della sola quota di capitale non rimborsata, oltre agli interessi eventualmente maturati tra la data di pagamento dell’ultima rata e la data del rimborso.
La gestione del Fondo è stata affidata a Puglia Sviluppo Spa, società in house della Regione.
4.1.1.7 Basilicata: “Fondo di sostegno e garanzia FSE”
Il “Fondo di Sostegno e Garanzia FSE” è stato istituito con la D.G.R. n.2234 del 22 dicembre 2009 con l’obiettivo primario di sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali, ovvero la realizzazione di nuovi investimenti, nell’ambito di iniziative già esistenti, da parte di categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito e in condizione di svantaggio.
Il Fondo è stato finanziato con 15 Meuro a valere su: l’Asse II “Occupabilità” (5 Meuro) e l’Asse III “Inclusione Sociale” (10 Meuro). In origine, il Fondo prevedeva sia la concessione di prestiti o microcrediti da restituire a tassi agevolati rispetto alle condizioni offerte dal mercato, sia la concessione di garanzie (quest’ultima linea non è stata tuttavia mai attivata, con conseguente
successivo spostamento delle risorse inizialmente assegnate sull’altra linea d’intervento, quella del microcredito).
I prestiti, concessi nel rispetto della regola comunitaria del “de minimis” senza la richiesta di garanzie, potevano avere una dimensione finanziaria di ammontare non superiore a 25 mila euro (da restituire in rate costanti senza interessi) e potevano essere richiesti da soggetti altrimenti non bancabili quali in particolare:
microimprese con progetti di crescita e sviluppo aziendale;
persone fisiche, singole o in gruppo, con idee di impresa, ed in particolare donne e figure rientranti nella categoria dei soggetti svantaggiati;
ditte individuali e lavoratori autonomi;
operatori del privato sociale e enti no profit operanti nei settori a valenza sociale.
La gestione del Fondo è stata affidata a Sviluppo Basilicata S.p.A. – società in house della Regione. In fase attuativa il Fondo ha subito delle parziali modifiche che sono state principalmente rivolte: da un lato ad allungare da 48 a 60 mesi i termini per la restituzione del prestito; dall’altro a rendere le disposizioni attuative più coerenti con le finalità che si prefiggeva il Fondo stesso.
4.1.1.8 Calabria “Fondo Unico per l’Occupazione e la Crescita – (FUOC)”
Sin dal 2009, nell’ambito del PO FSE 2007-2013, la Regione Calabria ha avviato la sperimentazione di strumenti di ingegneria finanziaria, con la costituzione in particolare di 3 fondi, come di seguito brevemente specificato:
Il Fondo Garanzia Microcredito (FGM) istituito nel 2009 per favorire l’accesso al microcredito da parte di soggetti deboli o svantaggiati, al fine di sostenere la creazione di nuove iniziative imprenditoriali e attività professionali o altre attività di lavoro autonomo;
Il Fondo Garanzia per l’Occupazione (FGO) istituito nel 2011 per incentivare l’assunzione di lavoratori svantaggiati, molto svantaggiati o disabili e sostenere, al contempo, la competitività dei settori produttivi strategici per l’economia regionale e la diffusione di modelli organizzativi flessibili;
Il Fondo APPRODO – Attività Professionali PROomosse da DOnne – istituito nel 2013 con l’obiettivo di sostenere le attività professionali promosse da donne nelle fasi di tirocinio o praticantato e nelle fasi di start up di studi professionali, anche in associazione.
Successivamente, nel xxxxx xxx 0000, xx Xxxxxxx Xxxxxxxx ha avviato un processo di analisi della performance e della governance dei diversi strumenti di ingegneria finanziaria attivati, da cui è scaturita una rivisitazione dell’impianto attuativo e della strategia di intervento che ha portato alla creazione di un Fondo Unico per l’Occupazione e la Crescita (FUOC) che ha assorbito le risorse precedentemente assegnate ai vecchi fondi.
La gestione del FOUC, che è entrato nella fase operativa nel 2015, è stata affidata Fincalabria Spa; il FOUC si compone, in particolare, di tre sub-Fondi, corrispondenti a tre diverse sezioni tecniche:
1. Operazione Microcredito d’impresa, avente ad oggetto la concessione di prestiti/mutui chirografari a tassi nulli fino ad importo massimo di 25 mila euro, erogati direttamente da Fincalabra SpA per sostenere l’imprenditorialità, l’autoimpiego, l’inclusione degli immigrati e dei soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali e professionali, per investimenti, spese di gestione e spese di promozione e commercializzazione dei prodotti;
2. Operazione Fondo per l’Occupazione, avente ad oggetto la concessione di prestiti/mutui chirografari a tasso zero per incentivare l’assunzione di lavoratori svantaggiati, molto svantaggiati o disabili;
3. Operazione microcredito d’impresa femminile – denominata APPRODO, avente ad oggetto la concessione di prestiti/mutui chirografari a tassi agevolati erogati direttamente da Fincalabra per supportare le fasi di tirocinio o praticantato o avvio di studi professionali, anche in associazione, di imprese femminili.
4.1.1.9 Sicilia: Fondo di Partecipazione
La Regione Siciliana in data 14.12.2010, ha istituito uno specifico Fondo di Partecipazione (Holding Fund) di garanzia e agevolazione al credito a valere sul POR FSE 2007 – 2013. Il Fondo è stato finanziato con 15 Meuro a valere sull’Asse III “Inclusione sociale” - obiettivo specifico G. A tale dotazione si aggiungeva un impegno di risorse da parte del settore finanziario privato (cosiddetto effetto leva).
Tale iniziativa nasceva in considerazione delle difficoltà crescenti nell’accedere al credito da parte delle micro imprese a carattere individuale, delle cooperative sociali e, più in generale, di quella parte di popolazione non in grado di offrire sufficienti garanzie per l’accesso al credito (c.d. “soggetti non bancabili”). Più in particolare, attraverso questo Fondo si intendeva assicurare supporto creditizio per l’avvio di nuove imprese e/o, nel caso di micro aziende già avviate, per il consolidamento e lo sviluppo delle loro posizioni di mercato. Un’attenzione specifica veniva inoltre rivolta alle imprese del terzo settore, impegnate nel sociale e nella cura, a cui veniva offerta la possibilità di accedere al Fondo per rafforzare il loro capitale sociale e migliorare la qualità dei servizi offerti.
Operativamente il Fondo ha agito erogando prestiti di entità contenuta a favore di imprese sociali, piccole imprese, imprenditori individuali e lavoratori autonomi. L’avvio operativo del Fondo è avvenuto nel 2014, ma l’utilizzo da parte dei beneficiari è risultato relativamente modesto, tanto che, con l’avvicinarsi della conclusione del Programma, si è dovuto procedere ad un progressivo ridimensionamento delle risorse inizialmente conferite al Fondo stesso.
4.1.1.10 Sardegna
Nell’ambito del PO FSE 2007-2013 della Regione Sardegna, l’Autorità di Gestione ha attivato quattro distinti strumenti di ingegneria finanziaria, con il preciso intento di ovviare alle difficoltà di accesso al capitale e al credito da parte delle imprese esistenti e di incentivare, al contempo, la creazione di nuove imprese. Per garantire un alto grado di diversificazione nell’offerta di agevolazioni di tipo rotativo presente sul territorio regionale e poter soddisfare, così, il fabbisogno di finanziamento del maggior numero possibile di soggetti, gli strumenti di ingegneria finanziaria sono stati definiti in modo tale da presentare caratteristiche specifiche e differenti l’uno dagli altri, come di seguito brevemente illustrato.
“Fondo Microcredito FSE”
Il Fondo Microcredito FSE è stato istituito con la DGR n. 53/61 del 4.12.2009, finanziandolo con risorse del PO FSE 2007-2013 a valere in particolare sull'Asse II “Occupabilità” e sull’Asse III “Inclusione Sociale”. Il Fondo ha rappresentato lo strumento finanziario d’elezione scelto dalla Regione Sardegna per facilitare l’accesso al credito da parte dei soggetti svantaggiati e delle donne, supportando la creazione e lo sviluppo delle microimprese e delle PMI. Il Fondo è stato pertanto rivolto a sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali, ma anche la realizzazione di nuovi investimenti nell’ambito di iniziative già esistenti, da parte di soggetti che, per determinate condizioni oggettive e soggettive, incontrano difficoltà nell’accedere al credito (c.d. “soggetti non bancabili”).
La gestione del Fondo è stata affidata a SFIRS S.p.A, società in house della Regione. Il Fondo ha previsto l’erogazione di microcrediti nel rispetto del regime “de minimis” assegnando importi compresi tra un minimo di 5 mila euro e un massimo di 25 mila euro nella forma tecnica del
prestito chirografario. Il prestito prevedeva un piano di ammortamento della durata massima di 60 mesi, con applicazione del “tasso 0” e, nel caso di ritardato pagamento, l’applicazione di un tasso di mora pari al tasso legale. Le restituzioni dovevano avvenire in rate costanti posticipate mensili, con decorrenza di 6 mesi dalla stipula del contratto o di 18 mesi per le imprese che risultavano in fase di costituzione all’atto della presentazione della domanda. Non sono state previste garanzie reali, patrimoniali o finanziarie a carico dei potenziali beneficiari, salvo per le s.r.l. e per le società cooperative a r.l.
La dotazione finanziaria del Fondo, a seguito dell’ultima rimodulazione disposta con D.G.R. n. 52/28 del 28/10/2015, è risultata pari, nel complesso, a 78,5 Meuro.
Nato come prima sperimentazione regionale di un meccanismo di micro-finanza fondato integralmente sulle logiche di co-responsabilizzazione proprie degli strumenti di ingegneria finanziaria a carattere rotativo, il Fondo ha avuto un’ottima performance, configurandosi oggi come intervento strutturato e consolidato nell’offerta regionale di strumenti di finanziamento disponibili. Va, infatti, sottolineato come lo strumento finanziario del Microcredito abbia prodotto in Sardegna risultati significativi sia in termini di tassi di crescita delle imprese che di ricadute occupazionali, principalmente intese come creazione di posti di lavoro autonomo.
“Fondo PISL-POIC FSE”
Il Fondo PISL (Progetti Integrati di Sviluppo Locale)-POIC (Progetti Operativi per l’imprenditorialità Comunale) FSE, costituito con DGR n. 27/17 del 1 giugno 2011 rappresenta lo strumento di ingegneria finanziaria attraverso il quale la Regione Sardegna ha inteso proseguire la sua azione a sostegno dello sviluppo delle capacità imprenditoriali del territorio regionale e dell’implementazione di pratiche e strumenti atti a favorire la rinascita economica e sociale dei comuni dell’isola. Più in particolare, il Fondo PISL-POIC è stato rivolto a sostenere lo sviluppo di capacita imprenditoriali e la creazione di occupazione, mediante l’erogazione di prestiti.
Sul piano operativo il Fondo ha finanziato due diverse tipologie d’interventi:
le operazioni PISL rivolte specificamente alle aree interne e ai comuni di più piccola dimensione (con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti). L’azione risultava finalizzata a creare e/o rafforzare progetti di sviluppo incentrati sulla promozione dell’occupazione e della creazione d’impresa, attraverso incentivi rotativi;
Le operazioni POIC destinate invece ai comuni medio-grandi (con popolazione superiore ai
3.000 abitanti), che sono stati chiamati ad un’azione di programmazione complessa, capace di integrare gli incentivi rotativi del Fondo, con gli altri strumenti di sviluppo operativi sul territorio per lo sviluppo imprenditoriale-occupazionale e socio-economico.
Entrambi gli interventi ("PISL" e "POIC"), sono stati attuati in base a una procedura a due stadi:
Fase I: predisposizione dei POIC e dei PISL, da parte dei Comuni, valutazione da parte della SFIRS SpA e approvazione degli stessi a cura dell’AdG;
Fase II selezione, sulla base di appositi dispositivi attuativi, dei destinatari/beneficiari degli incentivi previsti nei PISL e nei POIC e successiva erogazione degli incentivi.
Anche la gestione di questo Fondo è stata affidata a SFIRS S.p.A. A seguito delle diverse rimodulazioni operate nel corso degli anni, la dotazione finanziaria del Fondo è risultata pari a circa 28,7 Meuro a valere sull’Asse I “Adattabilità“ e II “Occupabilità” del POR FSE 2007-2013.
I dati relativi all’attuazione mostrano, in questo caso come le due tipologie d’interventi previste dal Fondo PISL-POIC abbiano avuto un’efficacia diversa: senz’altro maggiore per lo strumento POIC che si rivolgeva ai Comuni medio-grandi, con popolazione superiore ai 3.000 abitanti; decisamente inferiore per lo strumento PISL riservato invece ai comuni di più piccole dimensioni.
“Fondo per lo sviluppo del sistema cooperativistico in Sardegna”
La Regione Sardegna, riconoscendo al sistema cooperativistico un ruolo strategico per il progresso socio-economico dell’Isola, con DGR 50/24 del 21 dicembre 2012, successivamente modificata dalla DGR 18/08 del 20 maggio 2014 e dalla DGR 31/17 del 5 agosto 2014, ha costituito il “Fondo per lo sviluppo del sistema cooperativistico in Sardegna” finalizzato a supportare il processo di capitalizzazione e rafforzamento delle cooperative sarde. La dotazione finanziaria del Fondo, a seguito dell’ultima rimodulazione disposta con la D.G.R. n. 52/28 del 28/10/2015, è risultata pari a circa 6,7 Meuro ed è stato finanziato a valere sull’Asse I “Adattabilità“ e II “Occupabilità” del POR FSE.
Il Fondo ha operato tramite l’erogazione di contributi rotativi rimborsabili, a sostegno del capitale di rischio, concessi nella forma tecnica del prestito partecipativo, strumento finanziario che consente alla società cooperativa di ottenere, sin dall’inizio, le risorse finanziarie necessarie per l’attuazione di un programma di investimento che deve obbligatoriamente precedere anche l’incremento del livello di capitalizzazione della cooperativa stessa.
Anche in questo caso la gestione del Fondo è stata affidata a SFIRS S.p.A.
Gli interventi relativi al I° Avviso si sono concretizzati nella concessione alle cooperative di finanziamenti con importi compresi tra un minimo di 21 mila euro e un massimo di 120 mila euro. È stato previsto un piano di ammortamento della durata massima di 60 mesi, con applicazione del “tasso 0” per gli interventi fino a 60 mila euro, mentre per gli interventi di importo superiore il tasso di interesse è stato stabilito al 15% del tasso di riferimento europeo vigente alla data dell’istruttoria, ma in ogni caso non inferiore allo 0,50% annuo. Il II° Avviso ha ampliato il campo delle imprese destinatarie, rivolgendosi anche alle cooperative neo-costituite o in via di costituzione. Inoltre, dando seguito a quanto disposto con D.G.R. n. 52/28 del 28/10/2015 riguardo alla rimodulazione e al potenziamento del raggio d’azione del Fondo, l’Avviso ha previsto il sostegno finanziario, sempre in forma di prestito partecipativo, ad iniziative di “Workers Buy- Out” con l’obiettivo di supportare processi di acquisizione di imprese da parte dei lavoratori di aziende a rischio di chiusura.
Il Fondo per lo sviluppo del sistema cooperativistico in Sardegna ha avuto un ritardo in fase di attuazione, dovuto in particolare alla novità dello strumento per il mondo cooperativistico e alle difficoltà incontrate dai destinatari finali per la presentazione delle istanze e dei documenti per la stipula dei contratti. Inoltre, si è registrato un ritardo nella predisposizione dell’avviso specificamente rivolto al sostegno di imprese cooperative esistenti e di nuova costituzione, nonché alle azioni di “Workers buy-out”. Questo ha portato a rivedere la dotazione del Fondo e a decertificare una parte degli importi inizialmente stanziati.
“Fondo Regionale di Finanza Inclusiva”
Il “Fondo Regionale di Finanza Inclusiva” è stato costituito con la DGR n. 46/26 del 21/11/2012 prevedendo una dotazione finanziaria di 5 Meuro a valere sull’Asse I “Adattabilità”, successivamente incrementata fino a 7,5 Meuro con la DGR 52/28 del 28/10/2015. Il Fondo è stato istituito con l’intento specifico di agevolare i beneficiari di contributi pubblici (in via prioritaria i beneficiari di interventi a valere sul POR FSE), aventi difficoltà di accesso al credito, nell’ottenere le garanzie fideiussorie richieste dall’Amministrazione per l’erogazione di anticipi. Più nello specifico, il Fondo, la cui gestione è stata affidata anche in questo caso a SFIRS S.p.A, ha operato attraverso:
il rilascio di controgaranzia a favore di intermediari finanziari (Xxxxxx, assicurazioni, altri) che avevano a loro volta rilasciato una fideiussione/polizza fideiussoria pari alla quota di contributo che il beneficiario ha richiesto a titolo di acconto;
il rilascio di garanzie dirette, da parte del Fondo, per i soggetti a rischio di esclusione finanziaria, impossibilitati, per debolezza economica/patrimoniale, ad accendere fideiussioni o garanzie dirette presso Banche, assicurazioni ed altri intermediari autorizzati.
Le garanzie prestate dal Fondo, sotto forma di garanzie dirette cumulabili, sulla stessa operazione, con altri regimi di aiuto o sovvenzioni, concessi dalla Regione o da altri enti pubblici, entro i limiti dell’intensità agevolativa massima fissata dalla normativa comunitaria, hanno riguardato sia Agenzie formative, non operanti in regime d’aiuto, che start-up d’impresa.
L’AdG del PO FSE 2007 – 2013 ha affidato la realizzazione delle attività inerenti l’attuazione del Fondo all’Organismo Intermedio - Centro Regionale di Programmazione (CRP) che, in qualità di AdG del POR FESR, risultava responsabile dell’attuazione del Fondo di garanzia, cogaranzia e controgaranzia per le PMI in Sardegna.
4.1.2 LE ESPERIENZE NAZIONALI
Il crescente attivismo delle Regioni nel campo delle politiche a favore della neo imprenditorialità e del lavoro autonomo, che ha portato in molti casi all’attivazione di appositi strumenti di ingegneria finanziaria rivolti a specifici target di destinatari, si è andato peraltro a sovrapporre alle policy e alle misure d’incentivazione già esistenti a livello nazionale.
Il X.Xxx. del 21 aprile 2000, n. 185, ha costituito per molti anni il principale strumento normativo di sostegno alla realizzazione e all'avvio di nuove attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione. Entrando più nel merito di quanto previsto dal suddetto D.Lgs. occorre precisare che:
a) per quanto riguarda il sostegno all’imprenditorialità (Titolo I del suddetto D.Lgs.), le agevolazioni, concesse esclusivamente a giovani di età compresa fra 18 e 35 anni, prevedevano: i) contributi a fondo perduto e mutui agevolati per gli investimenti, entro i limiti stabiliti dall'Unione Europea; ii) contributi a fondo perduto in conto gestione, nel rispetto della soglia “de minimis”, a copertura delle spese di funzionamento sostenute nel primo triennio di attività; iii) assistenza tecnica in fase di realizzazione degli investimenti e di avvio delle iniziative. Potevano essere in particolare finanziati i progetti d'impresa che prevedevano investimenti fino ad un massimo di circa 2,5 Meuro. I mutui agevolati venivano assistiti dalle garanzie previste dal codice civile e da privilegio speciale. La durata complessiva del rimborso per i mutui agevolati era fissata entro il limite temporale di 15 anni, a decorrere dalla data di scadenza della prima rata;
b) per quanto concerne invece l’autoimpiego (Titolo II del suddetto D.Lgs.), le forme di agevolazione erano esclusivamente rivolte alle aree depresse e svantaggiate del Paese e prevedevano la concessione di: i) agevolazioni finanziarie nella forma di un contributo a fondo perduto e di un finanziamento agevolato fino a coprire, cumulativamente, il 100% degli investimenti ammissibili; ii) contributi a fondo perduto in conto gestione, limitatamente al primo anno di attività; iii) assistenza tecnica in fase di realizzazione degli investimenti e di avvio delle iniziative, che poteva essere realizzata per il periodo massimo di un anno. Per le agevolazioni in favore del lavoro autonomo e dell'autoimpiego in forma di microimpresa erano in particolare ammissibili 3 diverse tipologie di iniziative: i) lavoro autonomo (in forma di ditta individuale) con copertura di investimenti complessivi unitari previsti fino a 5.165 euro; ii) micro impresa (in forma di società) con copertura investimenti complessivi fino a 25.823 euro; iii) franchising (in forma di ditta individuale o di società) da realizzare con Franchisor accreditati con Invitalia; il tasso di interesse sulle operazioni di mutuo agevolato era fissato nella misura del 30% del tasso di riferimento vigente alla data della delibera di ammissione alle agevolazioni. Per l’autoimpiego in franchising, il tasso di interesse era fissato in misura pari al tasso di riferimento vigente, ridotto in misura compatibile con il limite “de minimis”.
Per il periodo di programmazione 2007-2013 le due linee d’intervento a sostegno della nuova imprenditorialità e del lavoro autonomo – la cui gestione è stata affidata in entrambi i casi a Sviluppo Italia, ora Invitalia – sono state finanziate su tutto il territorio nazionale, seppure con
obiettivi e importi diversi a seconda delle zone geografiche e limitatamente alle aree svantaggiate del Paese. Benché non siano disponibili informazioni di dettaglio sui progetti complessivamente finanziati (diverse centinaia), è indubbio come le misure in oggetto abbiano svolto un ruolo molto importante nel sostenere la nascita di nuove iniziative imprenditoriali su tutto il territorio nazionale, senza che siano peraltro emerse particolari criticità in fase di attuazione degli interventi.
4.1.3 LE LEZIONI APPRESE
In conclusione vale la pena tirare le fila dell’analisi condotta sulle principali esperienze maturate a livello regionale e nazionale nel campo delle policy e, più specificamente, degli strumenti di ingegneria finanziaria volti a sostenere i processi di auto imprenditorialità e di auto impiego da parte di soggetti svantaggiati. A seguire, vengono sintetizzate le principali conclusioni e le raccomandazioni che si ritiene possano essere d’ausilio per l’impostazione degli strumenti finanziari che si ipotizza di attivare nell’ambito del PO FSE 2014-2020 del Lazio. Nello specifico si evidenzia:
per fronteggiare gli effetti della crisi, molte Regioni hanno attivato nell’ambito dei propri PO cofinanziati dal FSE appositi strumenti di ingegneria finanziaria, che si sono affiancati agli strumenti già esistenti a livello nazionale, per venire soprattutto incontro alle esigenze di tutti quei soggetti – peraltro sempre più numerosi – che non solo non dispongono di capitali propri per avviare un’attività autonoma, ma che incontrano difficoltà spesso insormontabili per accedere al credito, non avendo garanzie da offrire in cambio del prestito (c.d. “soggetti non bancabili”);
l’esperienza maturata nell’ambito dei Fondi di Microcredito dimostra come la mancata richiesta di garanzie per accedere ad un prestito abbia effettivamente rappresentato un elemento decisivo per mettere il soggetto beneficiario nelle condizioni di provare ad intraprendere una nuova attività imprenditoriale o lavorativa, laddove il finanziamento è stato concesso ad un soggetto in condizione di svantaggio economico, sociale e occupazionale, ancor più se appartenente alle categorie con maggiori difficoltà di accesso al credito;
in base alle esperienze di cui è stato possibile analizzare più diffusamente gli esiti, sembrerebbe potersi evincere che il Microcredito, proprio in relazione alla modesta entità delle somme prestate, appaia uno strumento molto più adatto a incentivare la nascita di micro imprese o attività autonome da parte dei soggetti svantaggiati, piuttosto che a favorire il consolidamento delle imprese già esistenti, a prescindere dalla forma giuridica che queste ultime assumono (imprese individuale, S.r.l., cooperativa);
la scelta operata da molte Regioni di attivare un Fondo a carattere rotativo si è dimostrata non solo efficace nel sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali o autonome, ma spesso anche efficiente e sostenibile, perché le risorse prestate ai beneficiari sono state – o lo saranno in base alle previsioni – in gran parte restituite alle scadenze prefissate, permettendo così di emanare nuovi Avvisi e finanziare nuovi “soggetti non bancabili”, con evidenti effetti moltiplicativi rispetto alla dotazione iniziale del Fondo;
l’ampia casistica analizzata sembrerebbe suggerire come abbiano funzionato meglio gli strumenti più semplici in confronto a quelli che hanno previsto meccanismi procedurali più complessi come, ad esempio, quei Fondi che hanno legato l’erogazione del credito alla realizzazione di uno specifico programma territoriale da selezionare preventivamente alla identificazione dei beneficiari finali;
sul piano della governance le Regioni, nella gran parte dei casi, hanno preferito avvalersi delle proprie finanziarie regionali, adottando il modello dell’ “in house providing”, senza quindi prevedere lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica volta a selezionare degli appositi intermediari finanziari cui affidare la gestione del Fondo; in generale, la scelta di ricorrere ad una gestione diretta del microcredito, seppure attraverso le proprie finanziarie regionali,
oltre che rappresentare un’utile semplificazione della procedura, appare generalmente dettata dall’esigenza di evitare che il coinvolgimento del sistema bancario potesse in qualche misura ostacolare, o quanto meno limitare, l’accesso al credito proprio da parte dei soggetti svantaggiati “non bancabili” che costituiscono il target privilegiato di questo tipo di interventi; se la finalità del microcredito è principalmente quella di sostenere la nascita di microimprese e/o attività lavorative autonome, per aumentare l’efficacia dell’intervento sembrerebbe senz’altro auspicabile che il finanziamento concesso dal Fondo venga accompagnato sia da un’attività di formazione preliminare personalizzata sui diversi aspetti concernenti lo sviluppo della propria idea imprenditoriale o lavorativa, sia da un’attività di consulenza e tutoraggio a tutto campo, in modo di mettere il beneficiario nelle condizioni di avvalersi di un supporto qualificato sin dal momento della presentazione della domanda; a quest’ultimo riguardo, le esperienze maturate nei diversi contesti regionali suggeriscono inoltre come sia preferibile che l’eventuale servizio di tutorship venga svolto da un soggetto diverso dal gestore del Fondo, per evitare inutili conflitti d’interesse;
al fine di raggiungere il più ampio bacino di beneficiari, è importante che, preliminarmente all’emanazione degli Avvisi, venga dato ampio risalto alle attività di comunicazione, che dovrebbero in particolare essere specificamente rivolte verso i target prescelti, per informarli adeguatamente soprattutto in merito alle opportunità offerte dal Fondo;
infine, un’ultima considerazione deve essere svolta in merito al rischio che a livello regionale, nazionale e dell’Unione si determini un’eccessiva proliferazione di strumenti che abbiano più o meno le stesse finalità (promuovere l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego), il che impone inevitabilmente la necessità di stabilire forme di coordinamento più stringenti fra i diversi strumenti attivabili nello stesso contesto territoriale, onde evitare il rischio di creare un’eccessiva confusione fra i potenziali beneficiari e di produrre inutili effetti di spiazzamento fra i diversi strumenti in campo.
L’ESPERIENZA DEL POR FSE 2007-2014 DELLA REGIONE LAZIO
4.2.1 L’AVVISO PUBBLICO PER LA CONCESSIONE DI FINANZIAMENTI A TASSO AGEVOLATO A VALERE SUL FONDO PER IL MICROCREDITO E LA MICROFINANZA (FONDO FUTURO): CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Un approfondimento particolare merita l’esperienza maturata a livello regionale nel corso della programmazione 2007-2013. Le analisi del contesto regionale e le difficolta di accesso al credito manifestate dalle piccole e micro imprese hanno, infatti, indotto l’Autorità di Gestione del POR FSE del Lazio a costituire un Fondo per il microcredito e la microfinanza nell’ambito del precedente ciclo di programmazione.
Il Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Fondo Futuro), costituito su iniziativa della Regione Lazio e demandato a Lazio Innova per la gestione operativa, ha previsto l'erogazione di piccoli prestiti a tasso agevolato allo scopo di sostenere l'avvio e lo sviluppo della microimprenditorialità. L’iniziativa si è inserita nell’ambito del Piano Generazioni, un set di interventi che la Giunta della Regione Lazio ha messo in campo al fine di contrastare le difficoltà di inserimento lavorativo e sociale della componente più giovane della popolazione.
Il Fondo, alimentato con 35.000.000,00 di euro a valere sulle risorse del POR FSE 2007-20138, è destinato a sostenere gli investimenti di microimprese e liberi professionisti di tutti i settori economici9 che per condizioni soggettive e oggettive si trovino in situazioni di difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito, con particolare riguardo all’autoimpiego e all’avvio di nuove imprese, attraverso la concessione di finanziamenti a tassi agevolati e senza il coinvolgimento di capitale bancario, né di altri cofinanziatori.
Di seguito si riportano le principali caratteristiche e modalità operative della Sezione speciale FSE del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza.
Tabella 4.2 - Caratteristiche del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Sezione speciale FSE)
Destinatari dell’intervento | Lo strumento è destinato a sostenere gli interventi in favore di microimprese, aventi forma giuridica di ditte individuali, società di persone e cooperative, costituite e già operanti, ovvero in fase di avvio d’impresa, e liberi professionisti che per condizioni soggettive e oggettive si trovino in situazioni di difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito con unità locali presenti nel territorio regionale (Asse A dell’art.1 co. 25 della legge regionale di riferimento). Sono previste le seguenti priorità di selezione: soggetti con età inferiore ai 35 anni o superiore ai 50 anni; soggetti che abbiano un reddito non superiore alla seconda fascia ISEE deliberata dall’INPS; soggetti che abbiano partecipato alle iniziative regionali “Torno subito”, “In studio” e “Coworking”; lavoratori svantaggiati, definiti dall’Articolo 2 del Regolamento UE 651/2014. |
Modalità di intervento | Le risorse della Sezione Speciale FSE sono utilizzate per erogare finanziamenti ai beneficiari senza il coinvolgimento del capitale bancario, né di altri co-finanziatori. Pertanto il finanziamento è interamente a valere sulle risorse della Sezione Speciale FSE e il rischio di mancato rimborso è interamente a carico delle risorse del Fondo. I finanziamenti sono erogati da uno o più soggetti terzi, banche o intermediari finanziari vigilati, appositamente convenzionati con Lazio Innova sulla base di una procedura di adesione ad un accordo predefinito (convenzionamento aperto). Il soggetto erogatore svolge anche il ruolo di operatore territoriale, assicurando ai beneficiari finali almeno due dei servizi di tutoraggio e accompagnamento indicati a titolo esemplificativo nelle Linee Operative. |
Caratteristiche del finanziamento | Il finanziamento può essere finalizzato a sostenere l’autoimpiego, l’avvio di nuove imprese, con particolare riferimento ai soggetti beneficiari degli interventi “Torno subito”, “Instudio” e “Coworking”, e alla realizzazione di nuovi investimenti nell’ambito di iniziative esistenti ubicate sul territorio regionale. I finanziamenti possono coprire fino al 100% delle spese ammissibili del progetto, hanno la forma tecnica di mutui chirografari e si caratterizzano come di seguito indicato: importo minimo: 5.000,00 euro; importo massimo: 25.000,00 euro; durata: fino a 84 mesi; rata: mensile posticipata salvo diverse disposizioni contenute nelle convenzioni; tasso: fisso, predefinito nella misura dell’1% annuo; |
8 Tali risorse costituiscono una Sezione Speciale del Fondo per il Microcredito e per la Microfinanza (Sezione Speciale FSE).
9 Ad eccezione di quelli esclusi ai sensi del Regolamento UE 1407/2013.
costi per il beneficiario (spese di istruttoria, commissioni di erogazione o incasso, penale di estinzione anticipata): pari a zero. Non sono richieste, a sostegno del finanziamento, garanzie reali, patrimoniali, finanziarie, né personali. In caso di ritardato pagamento, si applica al beneficiario un interesse di mora pari al tasso sopra indicato, maggiorato di 1 punto percentuale in ragione d’anno. | |
Spese ammissibili e non ammissibili | Sono ammissibili le spese connesse all’attività di impresa e indicate nel business plan, quali, ad esempio, le spese di costituzione, i canoni di locazione, le consulenze, la retribuzione di dipendenti e soci lavoratori, i corsi di formazione, l’acquisto di arredi, impianti, macchinari e attrezzature, l’acquisto di software, gli investimenti atti a consentire che l’impresa operi nel rispetto di tutte le norme di sicurezza dei luoghi di lavoro, dell’ambiente e del consumatore, ecc. Non sono ammissibili le spese relative a: imposta sul valore aggiunto recuperabile, ai sensi dell’art.7 del Regolamento CE 1080/2006 e art. 11.2 del Regolamento CE 1081/2006; imposte e tasse; pagamento di spese già fatturate al momento della presentazione della domanda; consolidamento debiti bancari; interessi passivi; acquisto di beni di rappresentanza o ad uso promiscuo, quali ad esempio computer portatili, mezzi di trasporto, telefoni cellulari. |
Direzione e coordinamento di Lazio Innova | Lazio Innova S.p.A., Soggetto gestore del Fondo, assicura i necessari raccordi con l'AdG e le seguenti funzioni: predispone le bozze degli atti necessari all’individuazione dei beneficiari finali (Avvisi), sottoponendoli all’approvazione della Direzione regionale competente; svolge tutte le attività operative necessarie alla gestione del Fondo; provvede all’individuazione dei soggetti terzi coinvolti nell’attuazione ed alla predisposizione degli atti necessari a disciplinare i rapporti con tali soggetti; garantisce la supervisione ed il coordinamento dell’attività svolta dai soggetti terzi eventualmente coinvolti nell’attività. Inoltre, Lazio Innova S.p.A. garantisce: il monitoraggio dell'andamento degli interventi, nonché l’invio dei dati di dettaglio afferenti il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale dell’intervento a cura dell'AdG; la verifica dell’esito dei controlli riguardanti gli aspetti amministrativi, tecnici finanziari e fisici effettuati da parte dei Soggetti Erogatori; la fornitura delle informazioni relative alle procedure ed alle verifiche eseguite, ai fini dello svolgimento delle funzioni di controllo di I livello da parte dell'AdG; l’informazione dell’AdG su eventuali procedimenti di carattere giudiziario, civile, penale o amministrativo che dovessero interessare l'operazione cofinanziata dal POR, oggetto della presente Scheda di Attività e collaborare alla tutela degli interessi della Regione Lazio; una codificazione contabile adeguata per tutte le transazioni relative all'operazione; l'utilizzo di un sistema gestionale informatizzato per la registrazione e la conservazione dei dati; la necessaria collaborazione all'Autorità di Audit per lo svolgimento dei controlli di Il livello a questa assegnati dai regolamenti comunitari. |
Gestione da parte del Soggetto Erogatore | In virtù degli Accordi stipulati con Lazio Innova, i Soggetti erogatori hanno a disposizione un plafond di risorse dedicato all’attuazione, utilizzabile per l’erogazione dei Finanziamenti. La gestione dei Soggetti erogatori prevede: l’assistenza per la presentazione delle |
domande, il calcolo del piano di ammortamento, la stipula del contratto di finanziamento, l’erogazione del finanziamento, l’incasso delle rate e, ove necessario, la gestione dei solleciti di pagamento rate, del recupero crediti e del contenzioso. | |
Principali step attuativi | Lo strumento di ingegneria finanziaria è stato avviato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. T00395 del 27/10/2014 e la dotazione del Fondo è stata costituita con Determinazione Dirigenziale n. G17456 del 3/12/2014. In seguito si è provveduto: all’emanazione della DD n. G 17456 del 03 dicembre 2014 recante “POR FSE Lazio 2007-2013 – Approvazione dello schema di Addendum alla Convenzione tra Regione Lazio e Sviluppo Lazio S.p.A. – per la gestione del fondo di Ingegneria Finanziaria a favore delle PMI e delle micro imprese; alla sottoscrizione dell’Addendum alla Convenzione tra Regione Lazio e Sviluppo Lazio S.p.A. in data 11.12.2014; all’emanazione della DD n. G18677 del 23 dicembre 2014 recante “Approvazione modifiche alla Relazione allegata (allegato A) allo schema di addendum di Convenzione approvato con Determinazione Dirigenziale n. G 17456 del 03.12.2014 recante "POR FSE Lazio 2007-2013 – Approvazione dello schema di Addendum alla Convenzione tra Regione Lazio e Sviluppo Lazio S.p.A. – per la gestione del fondo di Ingegneria Finanziaria a favore delle PMI e delle micro imprese e conseguente modifica della relazione allegata all’addendum di Convenzione con la società Sviluppo Lazio”, eliminando il Fondo di partecipazione tra gli strumenti attivabili con il concorso del POR Lazio FSE 2007-2013 e destinando le risorse inizialmente attribuite allo strumento Fondo di partecipazione al solo Fondo Microcredito, le cui finalità sono pienamente compatibili con il campo di azione del FSE; all’emanazione della DD n. G 03978 dell’8 aprile 2015 recante “Approvazione modifiche dello schema di Addendum approvato” con DD n. G 17456; all’emanazione DD n. G 17431 del 30 dicembre 2015 recante “Approvazione modifiche alla relazione allegata (Allegato A bis) allo schema di Addendum alla Convenzione” approvato con DD n. G 18677 del 23 dicembre 2014; all’emanazione DGR n. 135 del 31 marzo 2016, concernente l’approvazione del Disciplinare del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza e delle allegate Linee Operative; con DD n. G03923 del 19 aprile 2016 all’approvazione dello schema di convenzione per la gestione del Fondo per il Microcredito e la Microfinanza e le schede di attività A e B e con DD n. G04684 del 6 maggio 2016 all’approvazione dello schema di contratto tra LazioInnova e Soggetto Erogatore. all’emanazione della Determinazione G05491 del 17/05/2016 di “Approvazione dell’Avviso Pubblico per la presentazione delle proposte progettuali per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato a valere su Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Sezione Speciale FSE)”; con Determinazione Dirigenziale n. G11756 del 13/10/2016, alla proroga dei termini per la presentazione domande da parte dei destinatari al 16 gennaio 2017 e dei termini per il trasferimento delle risorse a favore del destinatario al 31 gennaio 2017 (successivamente posticipati ulteriormente al 24 febbraio). |
4.2.2 IL QUADRO DELLE DOMANDE DI FINANZIAMENTO
Nel complesso, il grado di risposta all’Avviso Pubblico per la presentazione delle proposte progettuali per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato a valere su Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Sezione Speciale FSE) risulta positivo: le richieste di finanziamento ricevute dai Soggetti erogatori risulta tale da suggerire che la tipologia di strumento finanziario proposto si
pone effettivamente in linea con l’obiettivo di copertura del fabbisogno regionale di investimenti e con le esigenze delle imprese target.
Il totale dei finanziamenti richiesti è risultato estremamente elevato e pari 2.088 domande per un totale di 48.394.580,28 euro, tenuto conto anche del limitato tempo messo a disposizione dall’Avviso per la presentazione delle domande e l’erogazione dei prestiti. Di questi, le delibere positive da parte del Nucleo Regionale sono state 1.610, per un importo di finanziamenti richiesti pari a 36.272.117,64 euro.
Al netto delle rinunce (77) e delle revoche (87) i finanziamenti ammessi sono risultati pari a 32.706.352,61 euro, per un totale di 1.446 domande. Si evidenzia anche un buon rapporto tra domande accolte e domande presentate (circa il 70% del totale dei finanziamenti richiesti è stato ammesso a finanziamento), fattore che presuppone un sostanziale allineamento delle proposte progettuali in termini qualitativi e formali rispetto a quanto richiesto dall’Avviso.
Tabella 4.3: Domande e finanziamenti
Numero domande presentate | Totale finanziamenti richiesti | Totale domande ammesse a finanziamento | Totale finanziamenti ammessi |
2.088 | € 48.394.580,28 | 1.446 | 32.706.352,61 |
Soggetti erogatori
Lo Strumento di ingegneria finanziaria messo in campo dalla Regione ha, inoltre, ricevuto una risposta positiva anche da parte degli intermediari finanziari presenti sul territorio. Alla Convenzione hanno aderito tutti i principali soggetti qualificati alla concessione di finanziamenti alle micro e piccole imprese presenti sul territorio, dall’Artigiancassa, a Coopfidi, a Fidimpresa e alla BCC.
Tra gli 8 intermediari finanziari convenzionati con Lazio Innova e riportati nella figura seguente, quelli interessati da un maggior numero di richieste sono stati Coopfidi (792 richieste), Fidimpresa (476), Artigiancassa (339) e BCC (217), intermediari che hanno assorbito una domanda di finanziamenti pari a circa 42 milioni di euro, a fronte di una domanda complessiva di poco più di 48 milioni di euro.
Figura 4.1 – Domande di finanziamento presentate ai Soggetti Erogatori
Dal punto di vista del rapporto tra finanziamenti ammessi e domande presentate si rileva come quasi tutti i Soggetti erogatori presentino tassi elevati. Come si può osservare dal grafico seguente, tra i Soggetti erogatori le percentuali maggiori si registrano per BCC (80% delle richieste e 77% degli importi), Confeserfidi (78% e 70%), Fidimpresa e Coopfidi, mentre per Micro.Italiano la quota di copertura delle richieste di finanziamento è di circa il 10%, sebbene sia da considerare il numero limitato di domande ricevute.
Grafico 4.2 - Domande e importi ammessi a finanziamento
(valori % sul totale delle domande presentate e dei finanziamenti richiesti)
Dal punto di vista della lavorazione delle richieste di finanziamento, i tempi medi impiegati dai Soggetti erogatori sembrano superare nella maggior parte dei casi i tre mesi, sebbene una quota significativa di domande siano oggetto di valutazione già a partire dal primo mese di ricezione della domanda. Rispetto ai tempi di effettiva erogazione del finanziamento a partire dal momento di presentazione della richiesta, questi superano generalmente i 90 giorni, con picchi anche di 190- 200 giorni. Rilevante risulta, tuttavia, la quota di finanziamenti erogati già tra il primo e il secondo mese dalla ricezione della domanda.
Grafico 4.3 – Periodo di lavorazione delle domande
Destinatari degli interventi
Nella maggioranza dei casi – circa il 78% - le domande di finanziamento sono state presentate da ditte individuali, per il 7% da titolari di Partita Iva e per il restante 15% da società in nome collettivo, in accomandita semplice e cooperative. Relativamente ai finanziamenti erogati e a quelli non erogati emerge una componente lievemente maggiore fra i secondi di ditte individuali (79%), segnale di un’incidenza maggiore di casi di anomalie per questa tipologia di proponenti rispetto al totale delle domande presentate. Al contrario, i titolari di Partita IVA mostrano una percentuale di finanziamenti erogati leggermente maggiore.
Grafico 4.4 – Forma giuridica dei richiedenti
Circa la metà dei richiedenti ha presentato domanda per investimenti diretti ad imprese di nuova costituzione, dato rilevante ai fini degli obiettivi del Fondo: il 48% circa delle imprese risulta, infatti, in fase di avvio, mentre circa il 52% risulta come già costituita ed operante.
Le imprese appartengono in gran parte ai settori
afferenti alle attività di ristorazione, al commercio al dettaglio, ai servizi alla persona e, in misura minore, all’alloggio, coprendo complessivamente circa il 50% dei settori interessati dalle domande di investimento. Nello specifico, si distinguono gli investimenti in attività afferenti a ristoranti e bar, ai trattamenti estetici e al turismo ricettivo quali bed & breakfast, affittacamere, ecc..
Dal punto di vista delle caratteristiche dei richiedenti, sulla base delle informazioni messe a disposizione dai Soggetti Erogatori, emerge una leggera prevalenza della componente maschile (il 55% delle domande di finanziamento), rispetto alla componente femminile (45%).
Nel merito degli strumenti di premialità indicati dalla Regione Lazio in fase di valutazione delle domande,
Grafico 4.5 – Operatività delle imprese
emerge che il 45% del totale dei richiedenti ha dichiarato di possedere requisiti di appartenenza ai “soggetti prioritari” definiti dall’Avviso. Il 28,5% dei richiedenti ha meno di 35 anni, dato che indica come il target principale dell’iniziativa regionale abbia mostrato una risposta positiva allo strumento.
Anche la percentuale di over 50 risulta significativa – superando il 10% -, a indicazione di una quota di progetti diretti al reimpiego delle professionalità adulte o all’investimento in imprese già esistenti. Percentuali inferiori si riscontrano, invece, rispetto ai criteri di appartenenza a categorie di lavoratori svantaggiati10 o a fasce di reddito basse, così come poco significativa risulta l’integrazione con altre iniziative per l’occupabilità e l’occupazione promosse dalla Regione Lazio, quali “Torno subito”, “Coworking” e “In studio”.
Tabella 4.4: Soggetti prioritari
Priorità | V. % |
< 35 anni | 28,5% |
> 50 anni | 10,2% |
Lavoratori svantaggiati | 3,4% |
ISEE < 2^ fascia | 2,8% |
Partecipazione ai programmi “Torno subito”, “Coworking”, “In studio” | 0,2% |
Totale soggetti prioritari | 45,2% |
4.2.3 LE LEZIONI APPRESE DALL’ESPERIENZA DEL FONDO FUTURO
Come emerso dall’analisi dei dati di monitoraggio il Fondo Futuro ha presentato elevati livelli di performance, garantendo un assorbimento delle risorse stanziate in tempi rapidi. Tale performance dimostra come lo strumento messo in atto da parte della Regione Lazio sia stato in grado di venire incontro alle esigenze del territorio ed, in particolare, da parte di quelle imprese che difficilmente trovano nelle politiche pubbliche opportunità adeguate e funzionali alle loro caratteristiche.
La semplicità dello strumento, congiuntamente alle condizioni estremamente favorevoli dei prestiti erogati, hanno consentito alle microimprese di accedere a canali di finanziamento che in questo periodo gli sarebbero stati preclusi, non addossando ad esse costi di transazione difficilmente sostenibili. La stessa possibilità di richiedere un finanziamento senza apportare garanzie, sia reali sia fideiussorie, ha ampliato sicuramente la platea dei potenziali beneficiari dell’iniziativa.
Tuttavia, è bene soffermarsi su quegli aspetti più critici che hanno contraddistinto l’operativa dello strumento, al fine di evidenziare gli elementi di miglioramento che possono garantire nel futuro una migliore efficienza ed efficacia dell’iniziativa regionale. Tale attività di analisi si è avvalsa del contributo fornito da Lazio Innova che, nella sua qualità di Soggetto gestore del Fondo, ha seguito insieme all’amministrazione regionale tutte le fasi di programmazione e implementazione dello strumento. Nello specifico, i principali elementi valutativi possono essere ricompresi in quattro ambiti:
10 Ai sensi del Reg 651/2014 è definito «lavoratore svantaggiato» chiunque soddisfi una delle seguenti condizioni: a) non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) avere un'età compresa tra i 15 e i 24 anni; c) non possedere un diploma di scuola media superiore o professionale (livello ISCED 3) o aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non avere ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito; d) aver superato i 50 anni di età; e) essere un adulto che vive solo con una o più persone a carico; f) essere occupato in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere sottorappresentato; g) appartenere a una minoranza etnica di uno Stato membro e avere la necessità di migliorare la propria formazione linguistica e professionale o la propria esperienza lavorativa per aumentare le prospettive di accesso ad un'occupazione stabile.
rispetto all’Avviso e alle Convenzioni stipulate con i Soggetti Erogatori, in particolare per quanto riguarda alcuni aspetti definitori non sempre chiari;
rispetto all’iter procedurale e al funzionamento del Fondo;
rispetto ai Soggetti Erogatori e al coordinamento con Lazio Innova;
rispetto ai destinatari finali e al supporto fornito da Lazio Innova e dai Soggetti erogatori nella presentazione delle domande.
Per quanto riguarda il primo ambito, il riscontro fornito dal Soggetto gestore ha evidenziato alcuni elementi di criticità, in particolare, per quanto riguarda la necessità:
di meglio esplicitare il concetto di ESL e le sue modalità di calcolo, nonché, in vista della programmazione 2014-2020, la necessità di chiarire ed identificare il soggetto dell’amministrazione responsabile dell’alimentazione del Registro Nazione degli Aiuti di Stato (RNA) (de minimis) e delle relative procedure;
di rivedere la definizione delle cause di esclusioni connesse alla presenza di “Anomalie”, eccessivamente stringenti e di difficile verifica da parte dei Soggetti erogatori. A tal fine, è stato evidenziato da parte dei Soggetti erogatori che l’attuale riferimento temporale previsto dall’Avviso all’art. per la verifica delle cause di esclusione potrebbe essere ridotto dagli attuali 5 anni a 3 anni o ultimo anno;
di chiarire meglio la natura delle spese ammissibili che, a volte, ha richiesto da parte dei Soggetti erogatori il bisogno di affrontare in sede operativa situazioni dubbie, le quali hanno successivamente sollecitato l’integrazione delle disposizioni con apposite FAQ;
di chiarire meglio la definizione di “non bancabilità” dei destinatari finali, richiesta dall’Avviso per l’accesso all’erogazioni dei contributi e che a livello normativo, sia dell’UE sia nazionale, non trova un preciso riferimento, rendendo così difficile la verifica della sua sussistenza da parte del Soggetto erogatore.
Per quanto riguarda le convenzioni stipulate con i Soggetti erogatori, è emerso come il meccanismo del Plafond, pur risultando molto efficiente in termini operativi, semplificando i rapporti tra il Soggetto gestore e i Soggetti erogatori degli aiuti, in alcuni casi ha irrigidito eccessivamente lo strumento. Soprattutto nella fase finale, infatti, le risorse inutilizzate di alcuni Soggetti erogatori non sono state restituite tempestivamente e rese disponibili per ulteriori destinatari finali. A tale riguardo, il Xxxxxxxx gestore ha suggerito l’esigenza di ridurre l’ammontare iniziale dei Plafond, gestendone la ricostituzione all’occorrenza.
Rispetto al funzionamento dello strumento le principali criticità sono emerse riguardo alle modalità di erogazione dei finanziamenti e sui meccanismi di rendicontazione delle spese. L’Art. 13 – Concessione dei finanziamenti e modalità di erogazione dell’Avviso stabilisce, infatti, che il finanziamento, pur se erogato in un’unica soluzione su un apposito conto corrente vincolato infruttifero intestato al destinatario, prevede una quota del 20% utilizzabile per esigenze di liquidità, fermo l’obbligo di rendicontazione delle spese effettuate, e un 80% dell'importo bloccato sul conto e sbloccabile da parte del Soggetto erogatore solo a fronte della documentazione comprovante le spese e previa verifica dell’ammissibilità della stesse.
Come osservato dal Soggetto gestore, tale meccanismo richiederebbe un approfondimento in vista della nuova programmazione, in quanto ha generato ripetute incertezze da parte dei Soggetti erogatori sulle modalità utilizzabili per verificare e garantire - ex post – l’ammissibilità delle spese della quota svincolata. A tal fine, potrebbe anche essere valutata l’opportunità di eliminare la quota di anticipo e svincolare il finanziamento solo a fronte della documentazione accertante la spesa e la verifica della sua ammissibilità.
È evidente che questi elementi si inseriscono nell’ambito di una criticità che si è manifestata non solo nella gestione del Fondo Futuro, ma anche nell’ambito di altri Strumenti di ingegneria finanziaria attivati a livello regionale. Ci si riferisce alle non sempre sufficienti competenze ed expertise, in termini di regole sull’utilizzo dei fondi strutturali, possedute dai Soggetti erogatori. Vi
è, pertanto, la necessità di mettere in campo un’azione di supporto costante e di affiancamento ai Soggetti erogatori, attraverso sia la predisposizione di strumenti e manualistica (ad esempio vademecum da fornire ai Soggetti Erogatori al momento della sottoscrizione della convenzione), sia la previsione di incontri periodici nell’ambito dei quali affrontare situazioni e dubbi emersi in sede operativa, anche mediante la partecipazione agli incontri dell’Assistenza tecnica al FSE.
Va rilevato, infine, che per quanto riguarda i destinatari finali non sono emerse particolari criticità, anche se va sottolineato come non sempre hanno ricevuto lo stesso livello di assistenza da parte dei Soggetti erogatori. Condivisibilmente con quanto suggerito dal Soggetto gestore, nell’ambito della convenzione si potrebbe prevedere di dettagliare maggiormente gli obblighi dei Soggetti erogatori nei confronti dei destinatari finali degli aiuti, prevedendo, ad esempio, anche l’introduzione di un obbligo di informativa ai destinatari, attraverso la previsione di un documento standard uguale per tutti.
Trasversalmente a tutti gli ambiti osservati, va considerato come nell’attuazione di un nuovo strumento a valere sulle risorse del POR 2014-2020 particolare attenzione andrà posta nello stabilire un opportuno sistema di monitoraggio e adeguati protocolli di scambio delle informazioni tra i Soggetti erogatori e il Soggetto gestore, sia definendo un preciso set di informazioni che devono essere raccolte presso i destinatari finali, sia attraverso la definizione di una tempistica precisa per il trasferimento dei dati. A tale riguardo, andrà attentamente bilanciata l’esigenza informativa con la necessità di non appesantire eccessivamente le procedure, con il rischio di compromettere l’affidabilità e la puntualità dei dati.
La mancanza di un sistema di monitoraggio, sempre disponibile e consultabile, in grado di dare evidenza oggettiva anche all’ordine cronologico di arrivo delle domande ha, nella fase finale di assegnazione delle risorse, costituito un elemento di criticità nella gestione delle domande per effetto di una scarsa trasparenza sulla situazione effettiva delle stesse. Sotto questo profilo, andrà chiarito il ruolo e le modalità con cui l’entrata in funzione del SIGEM, il sistema di monitoraggio del FSE, potrà garantire l’affidabilità nello scambio di informazioni.
5 ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA DELLO STRUMENTO FINANZIARIO
Le scelta di utilizzare uno strumento finanziario per il sostegno all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego si colloca in un quadro economico caratterizzato, come si è visto, da un rilevante gap di investimento e da una evidente difficoltà di accedere al mercato creditizio da parte delle imprese (soprattutto per quelle di piccole dimensioni). Fenomeni questi che si manifestano congiuntamente ad una fase di contrazione della spesa pubblica che ha ridotto drasticamente le risorse destinate al sostegno del sistema produttivo.
In tale contesto si inserisce l’esigenza di trovare alternative valide, dal punto di vista dell’efficacia e dell’efficienza, ai più tradizionali incentivi a fondo perduto al sistema produttivo e di verificarne11, in termini quantitativi e qualitativi, il Valore Aggiunto (VA) che gli SF possono apportare alle politiche pubbliche.
La stima del valore aggiunto dello strumento presentata di seguito è stata pertanto condotta:
sia in termini quantitativi, stimando il potenziale beneficio finanziario che un Fondo rotativo riesce a generare rispetto all’erogazione di finanziamenti a fondo perduto;
sia in termini qualitativi, considerando i principali elementi di vantaggio e svantaggio che lo strumento può apportare ai destinatari dell’iniziativa e alla pubbliche amministrazione.
Nel presente capitolo si fornisce, inoltre, come previsto dalle norme regolamentari una analisi della coerenza dello strumento finanziario con gli altri interventi pubblici che si rivolgono allo stesso mercato e territorio, nonché una disamina delle implicazioni di un potenziale SF in materia di aiuti di stato.
ANALISI QUANTITATIVA DEL LEVERAGE E DEL VALORE AGGIUNTO DELLO STRUMENTO
FINANZIARIO
La valutazione del valore aggiunto consente di supportare la scelta di attivare uno strumento finanziario rotativo, comparando i risultati che possono essere raggiunti attraverso lo SF rispetto ad altre forme di supporto e di valutare se la scelta dello strumento consente di perseguire gli obiettivi della strategia regionale nel modo più efficiente ed efficace. Così come indicato dalle linee guida sulla valutazione ex ante degli strumenti finanziari, la valutazione deve prendere in considerazione tre ordini di elementi:
il leverage dello strumento finanziario, che risulta direttamente influenzato dal contributo fornito allo SF dagli investitori privati;
i benefici diretti che gli investimenti finanziati dallo SF sono in grado di conseguire, espressi in termini di indicatori fisici, ovvero numero di imprese che ricevono un sostegno, numero di posti di lavoro creati, ecc.;
i benefici indiretti, espressi in termini fisici (numero di imprese aggiuntive che ricevono un sostegno e di posti di lavoro ulteriori creati tramite gli investimenti), connessi all’effetto rotativo dello SF e alla sua capacità di auto-alimentarsi tramite il rientro delle somme prese in prestito dalle imprese destinatarie.
11 Secondo quanto dal Reg. (UE) n. 1303/2013 (art. 37).
Per quanto riguarda il primo aspetto, si deve tener conto che il calcolo del leverage dello SF non necessariamente coincide con il valore aggiunto. Il leverage, sulla base di quanto disposto dall’art. 140 del Regolamento finanziario, viene calcolato come rapporto tra le risorse nazionali, pubbliche e private, e le risorse dei Fondi SIE (quota unionale), ma a differenza del valore aggiunto non tiene conto:
del contributo finanziario apportato dai destinatari finali degli interventi agli investimenti;
la natura finanziaria dello strumento, ad esempio se il supporto avviene attraverso sovvenzioni a fondo perduto o attraverso finanziamenti rimborsabili;
il futuro valore degli investimenti aggiuntivi che possono essere implementati in presenza di fondi rotativi oltre il ciclo di programmazione.
Uno dei principali benefici degli Strumenti finanziari è la possibilità di attrarre investimenti privati nel finanziamento degli interventi, incrementando così le potenzialità di conseguire gli obiettivi programmatici dell’Amministrazione regionale. Il coinvolgimento dei privati può avvenire a differenti livelli sia direttamente attraverso l’apporto fornito dagli investitori al capitale del Fondo, sia attraverso il contributo agli investimenti dei destinatari finali degli aiuti. Come previsto dall’art 38 (9) del Regolamento (UE) n. 1303/2013 i contributi nazionali pubblici e privati possono, infatti, essere forniti a tutti i livelli, al livello di fondo dei fondi, di strumento finanziario o di destinatari finali, conformemente alle norme specifiche di ciascun fondo.
La definizione del livello al quale i differenti soggetti intervengono nel finanziamento degli interventi è cruciale, in quanto tende ad influenzare sia le risorse private che possono essere raccolte sia il funzionamento stesso dello SF e deve essere tale da garantire l’obiettivo, previsto dalla normativa unionale, di “modificare il comportamento delle imprese interessate spingendole a intraprendere un’attività supplementare che non svolgerebbero senza l’aiuto o svolgerebbero soltanto in modo limitato o diverso”.
Ne discende che la quantificazione del valore aggiunto apportato dallo Strumento finanziario deve essere valutato tenuto conto di come i finanziamenti siano resi sostanzialmente appetibili per i destinatari finali degli aiuti. A sua volta questo dipende in modo diretto dalla capacità dell’investimento – differente a seconda dei settori di riferimento, dello stato dell’azienda (già costituita e operante o in fase di avvio), ecc. – di generare un’adeguata rimuneratività delle risorse impegnate nella realizzazione dei progetti. Dal punto di vista quantitativo la valutazione del valore aggiunto dello SF deve prendere in considerazione:
l’apporto eventuale di risorse finanziarie conferite al Fondo dagli investitori in aggiunta alle risorse europee e nazionali fornite attraverso i Fondi SIE;
l’intensità e le caratteristiche delle tipologie di strumenti fornite attraverso gli SF, così come delle altre risorse eventualmente apportate attraverso le risorse FSE, anche a titolo di sovvenzione, per rendere attrattivi e remunerativi gli investimenti del Fondo per un investitore privato;
le caratteristiche rotative garantite dal Fondo con la possibilità di finanziare altri potenziali interventi analoghi una volta recuperare le risorse prestate;
le ulteriori risorse apportate dal destinatario finale degli interventi e che, sulla base della normativa unionale, non sono ricomprese nel calcolo del leverage dello SF, ma contribuiscono in ogni caso a determinare il valore aggiunto dello SF.
Al fine di quantificare il Valore aggiunto, si considerano due misure alternative di supporto agli investimenti delle microimprese attivabili in coerenza con la strategia regionale e con l’esperienza della passata programmazione: la prima, attraverso la costituzione di un Fondo rotativo di finanzia agevolata; la seconda attraverso la concessione di un contributo agli investimenti nella forma di sovvenzioni a fondo perduto, tipologia di intervento che rappresenta la principale alternativa per il sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità. I risultati delle simulazioni e la quantificazione del valore aggiunto e del leverage che tali strumenti sono potenzialmente in grado di generare
permettono di evidenziare pro e contro delle possibili soluzioni alternative e rappresentano la base per la fase di definizione della strategia di investimento proposta per lo Strumento finanziario.
Su tale base si sono prese in considerazione due possibili ipotesi di finanziamento, una tramite l’utilizzo dello strumento finanziario e una tramite l’apporto di sovvenzioni:
nella prima ipotesi, si è assunto un contributo del fondo rotativo pari al 100% della spesa ammissibile, completamente a valere sulle risorse del FSE;
nella seconda ipotesi, si è assunto un contributo tramite sovvenzioni a fondo perduto pari al 50% della spesa ammissibile, a valere sulle risorse del FSE, e il restante 50% da finanziare tramite l’apporto di risorse private del destinatario finale.
A tale riguardo, per la stima del leverage e del valore aggiunto dello Strumento finanziario si può utilmente fare riferimento alle esperienze già maturate in regione nella programmazione 2007- 2013. In particolare, ci si riferisce agli strumenti rotativi che sono stati utilizzati nell’ambito dell’Asse I Adattabilità del POR FSE 2007-2013, relativamente all’“Avviso pubblico per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato a valere sul Fondo per il Microcredito e la Microfinanza (Sezione Speciale FSE)”, strumento orientato a supportare l’accesso al credito delle microimprese e dei titolari di Partita IVA.
In base alle ipotesi proposte, e considerando una dotazione del Fondo pari a 35 milioni di euro, nel caso di sovvenzioni la spesa complessiva raggiungerebbe i 70 milioni di euro (comprensiva delle quota di cofinanziamento apportata dal destinatario finale degli aiuti), a fronte dei 35 milioni dell’ipotesi di utilizzo dello strumento finanziario, in assenza di un apporto esterno di capitali da parte di intermediari finanziari.
Tabella 5.1 – Fondo rotativo di finanza agevolata: Stima delle risorse pubbliche e private potenzialmente attivabili (euro)
Ipotesi 1 | Ipotesi 2 | |||
Euro | % | Euro | % | |
Fondo rotativo di finanza agevolata di cui | 35.000.000,00 | 100,00% | 0,00 | 0,00% |
- POR FSE | 35.000.000,00 | 100,00% | 0,00 | 0,00% |
- intermediari finanziari | - | - | - | - |
Altre risorse private | - | - | 35.000.000,00 | 50,00% |
Contributi del POR FSE a fondo perduto | 0,00 | 0,00% | 35.000.000,00 | 50,00% |
TOTALE | 35.000.000,00 | 100,00% | 70.000.000,00 | 100,00% |
Per le simulazioni sul leverage e sul valore aggiunto delle due ipotesi di finanziamento, occorre comunque adottare ulteriori assunzioni per quanto riguarda le condizioni finanziarie dell’agevolazione concessa. Nel caso specifico sono state adottate le seguenti ipotesi:
tasso di interesse agevolato per la quota a valere sulle risorse del POR FSE pari all’1%; durata del prestito di sette anni con preammortamento di dodici mesi;
tasso di riferimento UE per l’attualizzazione pari allo 0,92%12; tasso di interesse di mercato pari al 4,5%13;
finanziamento medio richiesto pari a € 22.500;
12 Secondo quanto indicato dalla Commissione Europea al 1.04.2017.
13 Tassi attivi sui finanziamenti per cassa al settore produttivo - Classe di grandezza fino a 250.000 (fonte Banca d'Italia "Bollettino statistico" E1.3 IV/2016)
applicazione del Regolamento (UE) N. 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 relativo all’applicazione degli artt. 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea agli aiuti “de minimis”.
La tabella 5.2 illustra gli esiti delle simulazioni. Come si può vedere il leverage risulta pari a 2 in entrambe le ipotesi. Se si considera il valore aggiunto generato dallo strumento finanziario, che considera anche la quota di risorse apportate dal destinatario finale degli investimenti e la rotatività dei fondi agevolativi, la sovvenzione presenta un valore aggiunto leggermente superiore all’ipotesi di utilizzo dello Strumento finanziario (4,0, a fronte di 3,8).
Il numero delle imprese destinatarie degli aiuti risulterebbero pari a 3.111 nel caso di sovvenzioni, mentre scenderebbe a 1.368 unità nel caso di uno SF. Tuttavia, se si considerano anche gli effetti indiretti connessi alla rotatività dello SF, il numero delle imprese raggiunte ammonterebbe a 2.924 imprese, valore sostanzialmente in linea con il numero di imprese raggiunte dalle sovvenzioni.
Come evidenziato in tabella, il contributo fornito dai due strumenti non è neutrale rispetto alla scelta di investimento che viene supportato con le risorse regionali da parte delle imprese. La differente tipologia di aiuto influenza, infatti, la redditività dell’investimento determinando un diverso effetto agevolativo, tanto che se l’aiuto viene misurato in termini di equivalente sovvenzione lorda (ESL), questa risulta pari al 50% nel caso della sovvenzione e al 13,3% nel caso del prestito agevolato.
Tuttavia, in presenza di un mercato creditizio caratterizzato da una situazione di credit crunch, potrebbe essere più conveniente e immediatamente realizzabile per le stesse imprese poter contare su un prestito che copra l’intero ammontare dell’investimento, piuttosto che dover cercare altre forme di finanziamento per la quota non coperta dalla sovvenzione.
Tabella 5.2 – Leverage e valore aggiunto dello strumento finanziario
Strumento finanziario | Sovvenzioni | ||
a | Fondo rotativo di finanza agevolata | 35.000.000,00 | - |
b | di cui FSE (comprensivo della quota nazionale) | 35.000.000,00 | - |
c | investitori privati | 0,00 | - |
d | Altre risorse pubbliche e private del destinatario finale | - | 35.000.000,00 |
e | Contributi FSE a fondo perduto | - | 35.000.000,00 |
f | TOTALE | 35.000.000,00 | 00.000.000,00 |
g | FSE (quota UE) | 17.500.000,00 | 00.000.000,00 |
h | Cofinanziamento nazionale | 17.500.000,00 | 00.000.000,00 |
i | Cofinanziamento privato | 0,00 | 0,00 |
l | Altre risorse pubbliche e private del destinatario finale | - | 35.000.000,00 |
m | ELS medio (%) | 13,3 | 50,0 |
n | Leverage (g+h+i)/g | 2,0 | 2,0 |
o | VAN del rimborso del prestito (scontato al tasso di riferimento UE) | 30.781.279,08 | - |
p | Valore aggiunto (g+h+i+l+o)/g | 3,8 | 4,0 |
Benefici diretti |
Strumento finanziario | Sovvenzioni | ||
Numero di imprese che ricevono un sostegno | 1.556 | 3.111 | |
Benefici indiretti (effetto rotativo dello SF) | |||
Numero di imprese che ricevono un sostegno | 1.368 | - | |
Benefici diretti e indiretti | |||
Numero di imprese che ricevono un sostegno | 2.924 |
Le simulazioni presentate dimostrano che l’utilizzo di uno Strumento finanziario, oltre a fornire un rilevante valore aggiunto in termini di economicità e sostenibilità dell’intervento pubblico, deve essere valutato in riferimento alle condizioni di contesto e alla tipologia di imprese che si intende sostenere. Dal punto di vista dei destinatari, infatti, a fronte di una potenziale riduzione dell’intensità di aiuto in termini di ESL, gli Strumenti finanziari possono garantire una più ampia e certa copertura finanziaria dell’operazione. Se le sovvenzioni dirette garantiscono, infatti, un’elevata intensità di aiuto, non è detto che garantiscano un’adeguata copertura finanziaria dell’operazione, lasciando di fatto al beneficiario il problema di reperire le risorse necessarie al cofinanziamento privato dell’operazione. Con l’utilizzo di un Fondo rotativo (nelle sue diverse ipotesi) l’intervento pubblico fornisce, al contrario, un’ampia copertura finanziaria a fronte di un aiuto inferiore in termini di ESL, divenendo uno strumento utile soprattutto nel sostegno di quei soggetti che presentano maggiori difficoltà di accesso al mercato creditizio.
ANALISI QUALITATIVA DEL VALORE AGGIUNTO DELLO STRUMENTO FINANZIARIO
Dal punto di vista qualitativo, un fondo rotativo possiede determinate caratteristiche che potenzialmente lo rendono più efficace ed efficiente nell’implementazione degli interventi di sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità rispetto ad altre tipologie di supporto.
In generale, la caratteristica principale degli SF sta nel fornire una maggiore disponibilità di finanziamenti in conseguenza della rotatività delle risorse. Aspetto, quest’ultimo, cruciale se si considera come a parità di risorse pubbliche erogate, il ritorno nel medio-lungo periodo delle risorse investite aumenta sensibilmente la quantità di progetti sviluppabili e migliora le prospettive di finanziabilità delle imprese nel futuro. Nel complesso, gli interventi di supporto alle imprese attraverso uno SF risulta più efficace rispetto ai finanziamenti a fondo perduto, evitando più facilmente distorsioni di mercato e alla concorrenza.
Anche in termini di gestione e attuazione, lo Strumento finanziario apporta elementi positivi quali:
la maggiore attenzione nella strutturazione e selezione degli investimenti, grazie alle competenze e conoscenze del gestore dello strumento finanziario (solitamente afferente al mondo bancario) sia dal punto di vista tecnico/progettuale che da quello contrattuale e di analisi della controparte;
l’assenza dei rischi relativi al mancato recupero del finanziamento da parte dei Soggetti Erogatori – che sono in capo al Fondo – con l’effetto di rendere le procedure di attivazione dei finanziamenti più veloci, garantendo così l’erogazione delle risorse a disposizione nei plafond loro assegnati;
la semplificazione delle procedure amministrative, riducendo le procedure (es. unico bando) e i soggetti responsabili delle iniziative.
Se da un lato risulta evidente il notevole valore aggiunto derivante dall’utilizzo degli strumenti finanziari rispetto ai dispositivi “classici” di finanziamento a fondo perduto, dall’altro devono essere considerati gli elementi di criticità legati sia alla natura degli strumenti sia alla diversa natura
dei soggetti coinvolti nella loro attivazione. Tra i fattori più problematici si riscontra la generale complessità delle procedure di attivazione degli strumenti, soprattutto rispetto alle conoscenze ed esperienze degli attori coinvolti: da un lato, la limitata esperienza di enti pubblici e amministrazioni nell’applicazione degli SF può richiedere un apposito servizio di assistenza tecnica di supporto alle stazioni appaltanti; dall’altro, può persistere un gap di competenze da parte dei Soggetti erogatori nell’accesso e nell’implementazione degli strumenti finanziari e nel corretto utilizzo di tali strumenti nell’ambito delle politiche di coesione. Infatti, sebbene questi soggetti possiedano notevoli capacità ed esperienza nell’applicazione e gestione degli strumenti finanziari, compensando anche le mancanze delle amministrazioni in tal senso, talvolta non rivelano le competenze necessarie per l’utilizzo e l’implementazione di strumenti sostenute a valere sulle risorse dei Fondi SIE.
Inoltre, ulteriori elementi di criticità possono essere determinati:
dalle tempistiche lunghe per la definizione e l’effettivo utilizzo degli strumenti e per le procedure di selezione dei gestori: l’utilizzo degli strumenti finanziari è infatti soggetto a notevoli ritardi dati dalla burocrazia legata alle procedure sia pubbliche sia bancarie; dall’aumento complessivo dei costi di transazione dato dalla remunerazione dei Soggetti erogatori e dai rimborsi relativi alle spese ed oneri di gestione (come nel caso degli esperti legali per il recupero dei crediti e per i contenziosi);
dal rischio di mancato recupero del credito e la perdita nel complesso del Fondo da questo derivante, significativo soprattutto in presenza di microimprese e nuovi investimenti; dall’incertezza del sistema normativo e legale che vede la mancata definizione di un chiaro e preciso quadro di regole per gli strumenti finanziari, con frequenti sovrapposizioni tra i diversi ordinamenti nell’ambito delle procedure.
Nello specifico del Fondo rotativo si presentano nella tabella seguente le principali caratteristiche in termini di apporto positivo all’attuazione del Programma e di criticità riscontrabili nel loro utilizzo.
Tabella 5.3 – Vantaggi e svantaggi dello strumento finanziario
Facile da attuare e amministrare e comprensibile per tutte le parti coinvolte, sebbene sia necessaria un’analisi ex-ante della domanda e dell’offerta e del quadro legale/tributario
Risolve problemi di liquidità e di sostenimento dei rischi legati ad alcuni segmenti di mercato, senza la necessità di garanzie
Propone un’offerta standardizzata con condizioni favorevoli rispetto a quelle di
Linee di mercato
credito Si rivolgere a target di destinatari specifici con dedicate accentuate difficoltà di accesso al credito (giovani, over 50, redditi bassi, lavoratori
svantaggiati)
Risulta complementare rispetto ad altri strumenti finanziari esistenti e ad altre politiche pubbliche di supporto alle imprese Può incentivare le capacità imprenditoriali e gestionali dei destinatari anche in ottica di una migliore sostenibilità delle iniziative e di una maggiore qualità dei progetti finanziati Comporta una minore necessità di sostegno
Mancata possibilità/disponibilità a richiedere debito aggiuntivo
Possibilità di azzardo morale da parte dei Soggetti erogatori per la mancanza di rischio e quindi potenziale finanziamento di progetti non bancabili
La dimensione delle imprese destinatarie o la tipologia di investimento potrebbe influire da deterrente rispetto all’assunzione dell’onere di un finanziamento da restituire nell’arco di un periodo di tempo limitato
Problematiche di definizione delle condizioni del prestito, della sua ammissibilità e delle potenziali perdite per rischio di insolvenza dei destinatari
Minor controllo dei risultati ottenuti dai progetti in termini di coerenza con la policy regionale
Significativo rischio in capo al Fondo futuro derivante dal mancato recupero dei crediti, soprattutto nel caso di imprese di piccola dimensione e di nuovi investimenti
Mancanza di know-how tecnico dei proponenti
Svantaggi
Vantaggi
Strumenti finanziari
Svantaggi
Vantaggi
Strumenti finanziari
pubblico e un impatto potenzialmente positivo sul bilancio pubblico grazie alla quota di interessi
Risolve le problematiche di accesso ai finanziamenti di piccolo importo, considerati generalmente poco remunerativi dalle banche, soprattutto in periodi di bassi tassi d’interesse Dal momento che i prestiti sono ripagati le risorse possono essere reinvestite in più progetti
soprattutto nel caso di destinatari giovani o con poche esperienze lavorative e di progettazione Possibilità di spiazzamento dell’investimento privato o di investimenti in progetti che il settore privato avrebbe scartato per valide motivazioni
Assenza di servizi di supporto alla fase di progettazione (formazione, orientamento, consulenza, ecc.)
Box – Impatto sociale e valore aggiunto degli strumenti finanziari nel POR FSE
Come indicato nell’Introduzione agli strumenti finanziari nell’ambito del Fondo Sociale Europeo (Commissione Europea – Banca Europea per gli Investimenti), l’utilizzo e il valore aggiunto degli Strumenti Finanziari può essere interpretato in modo differente secondo il paradigma dell’Investimento a impatto sociale, sviluppatosi in contesti nazionali ed internazionali (UE, OCSE, Nazioni Unite, G8, G20) come “l’offerta di finanziamenti ad organizzazioni i cui obiettivi sono rivolti verso esigenze sociali con l’aspettativa esplicita di un ritorno misurabile sia sociale che finanziario”. Gli elementi principali dell’investimento a impatto sociale sono:
I fabbisogni sociali. L’obiettivo primario e il punto di partenza dell’investimento a impatto sociale sono quelli di affrontare i bisogni sociali che vanno dall’invecchiamento della popolazione alla disabilità, dalla salute ai problemi legati alla cura dei bambini e alle famiglie, dai prezzi accessibili per alloggi alla disoccupazione, ecc..
La domanda. Le organizzazioni che erogano servizi svolgono un ruolo decisivo nel soddisfare le esigenze sociali. Queste comprendono organizzazioni per lo sviluppo locale, organizzazioni di beneficenza, organizzazioni no-profit, imprese sociali e imprese a impatto sociale. Gli individui, svantaggiati o meno, possono essere visti come «potenziali» beneficiari.
L’offerta. Gli investitori a impatto sociale variano, oltre alle istituzioni pubbliche e governative, vi sono anche fondazioni, individui con un alto patrimonio netto, filantropi, banche e altre istituzioni finanziarie.
Gli intermediari. Le banche commerciali, banche di investimento, consulenti finanziari indipendenti, intermediari e commercianti svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di investimenti a impatto sociale.
Il contesto abilitante. Include il sistema sociale, la tassazione e le regolamentazioni.
L’investimento a impatto sociale è facilmente adattabile ai programmi FSE e può utilizzare strumenti finanziari per attuare iniziative relative al FSE:
I bisogni nell’investimento a impatto sociale sono simili a quelli della strategia del programma, all’asse prioritario e agli obiettivi tematici e specifici.
Le risorse del programma diventano parte dell’offerta. La domanda proviene dai destinatari finali descritti nelle azioni del programma.
Il contesto è rappresentato, nel linguaggio della politica di coesione, dagli elementi chiave della condizionalità ex- ante. Questi includono, ad esempio, la capacità amministrativa, gli oneri amministrativi e la pianificazione settoriale. Gli intermediari finanziari possono implementare gli strumenti finanziari.
Nello specifico degli Obiettivi Tematici del FSE attraverso le cui risorse è finanziato il Fondo Futuro, il valore aggiunto in termini di Impatto sociale dato dall’utilizzo degli strumenti finanziari si evince tramite alcuni elementi, presentati nella tabella seguente. Come riportato nell’Introduzione agli strumenti finanziari nell’ambito del Fondo Sociale Europeo, gli strumenti finanziari sembrano, difatti, particolarmente adatti alla creazione di posti di lavoro contribuendo al lavoro autonomo attraverso l’imprenditorialità e la creazione di imprese. Ciò è confermato da una relazione sul tema della microfinanza condotta dall’European Microfinance Network, che spiega come l’obiettivo più diffuso degli strumenti finanziari sia il sostegno della microimpresa seguito dalla creazione di posti di lavoro. Oltre all’occupazione e alla creazione di imprese, gli strumenti finanziari e la microfinanza sono utilizzati altresì per affrontare problemi legati all’inclusione sociale e a combattere la povertà soprattutto per specifici gruppi svantaggiati, contrastando l’esclusione sociale e lavorativa.
Obiettivo Tematico 8 Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori | Rendimenti economici in aggiunta al valore sociale specialmente quando le iniziative sono indirizzate alla creazione delle PMI. | ||
Ricaduta diretta e tangibile sul contesto economico locale attraverso la diminuzione del tasso di disoccupazione. | |||
Quando gli strumenti finanziari sono indirizzati alla creazione di impresa, insieme ai rendimenti finanziari, vi potrebbe anche essere maggior coinvestimento. | |||
Gli strumenti finanziari possono coprire delle lacune di mercato incorse da imprenditori nell’economia sociale in quegli stati dove vi è un insufficiente supporto governativo. | |||
Obiettivo Tematico 9 Promuovere l’inclusione Sociale e combattere la povertà | Attivazione degli strumenti finanziari locali per soddisfare i bisogni di inclusione sociale. | ||
Gli strumenti finanziari possono integrare il supporto per l’inclusione sociale insufficiente nella maggior parte degli Stati membri. | |||
Gli strumenti finanziari sono uno strumento importante per combattere la povertà in tempi di crisi finanziaria ed economica persistente | |||
Fornire strumenti finanziari a gruppi di persone svantaggiate riduce la spesa pubblica per i servizi sociali. Il valore aggiunto consiste anche nel rendere il debitore più responsabile. |
ANALISI DELLA COERENZA DELLO STRUMENTO FINANZIARIO CON ALTRI INTERVENTI PUBBLICI CHE SI RIVOLGONO ALLO STESSO MERCATO
L’articolo 37 (2) (b) del Regolamento Disposizioni Comuni richiede che la valutazione ex ante debba comprendere anche un’analisi della coerenza degli strumenti finanziari ipotizzati con altre forme di intervento pubblico, al fine di evitare possibili sovrapposizioni e assicurare, in questo modo, un’allocazione efficiente delle risorse pubbliche disponibili. Come previsto dalle linee guida UE “Ex – ante assessment methodology for financial instruments in the 2014-2020 programming period”, tale analisi deve, in particolare, focalizzarsi su altre forme di intervento pubblico che si rivolgono allo stesso mercato.
5.3.1 GLI INTERVENTI A LIVELLO NAZIONALE
A livello nazionale le principali forme di intervento pubblico che sono specificamente volte a sostenere l'avvio di nuove attività imprenditoriali o di lavoro autonomo promosse da diverse categorie di soggetti, sono attualmente rappresentate dai seguenti strumenti:
Nuove imprese a tasso zero; Smart & Start Italia;
Fondo “SELFIEmployment”.
a) “Nuove imprese a tasso zero”
Per quanto riguarda le misure a favore della nuova imprenditorialità, attualmente, a livello nazionale, il principale strumento di riferimento attivo è costituito da “Nuove imprese a tasso zero”. Questa iniziativa costituisce la versione completamente rinnovata della misura a favore dell’autoimprenditorialità prevista dal Titolo I del D.Lgs. 185/2000 già descritta in precedenza (cfr. par. 2.2.); questa, infatti, è stata modificata e aggiornata di recente dal Ministero dello Sviluppo Economico con la Circolare del 9 ottobre 2015 che ha dato in particolare attuazione a quanto previsto dal regolamento adottato con decreto 8 luglio 2015, n. 140 del Ministro dello sviluppo
economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze14. Il suddetto regolamento ha stabilito, infatti, nuovi criteri e modalità di concessione degli incentivi in favore della nascita di micro e piccole imprese, abrogando quanto prescritto in precedenza dal D.Lgs. 185/2000; le principali novità introdotte dal regolamento 140/2015 sono così sintetizzabili:
gli incentivi si rivolgono non più soltanto ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne, indipendentemente dalla loro età, e possono essere altresì concessi non soltanto nelle aree svantaggiate, ma in tutto il territorio nazionale;
non viene più prevista l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa); possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da 12 mesi;
anche le persone fisiche che intendano costituire una società sono ammesse a presentare la domanda d’incentivo.
Come già avveniva in precedenza, la gestione degli interventi a favore dell’autoimprenditorialità è stata assegnata all’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (INVITALIA), la quale eroga gli incentivi attingendo dal Fondo rotativo nazionale per le nuove imprese, istituito dal Decreto del Ministero dell'Economia del 30 novembre 2004. I primi bandi a sostegno dell’imprenditorialità giovanile e femminile sono stati emessi nel 2016.
b) Smart & Start Italia
Fra gli strumenti nazionali a favore della nuova imprenditorialità, una menzione particolare merita anche l’iniziativa “Smart & Start Italia” promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, che si rivolge ad un target di destinatari molto più circoscritto del precedente. Si tratta, infatti, di un incentivo “mirato” volto a sostenere la nascita e la crescita delle start-up innovative ad alto contenuto tecnologico iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese. L’agevolazione che, anche in questo caso, consiste in un credito agevolato a tasso zero15, viene concessa sia a persone fisiche che vogliano avviare una start up innovativa, sia ad imprese già costituite da non più di 4 anni.
La prima edizione del bando, partita a settembre del 2013 (Smart&Start), che prevedeva anche la concessione di agevolazione a fondo perduto, è stata riservata alle sole regioni del Mezzogiorno e alle aree del cratere sismico aquilano. La successiva edizione, lanciata con il D.M. 24 settembre 2014 del MISE, ha introdotto alcune importanti novità, di seguito brevemente richiamate:
le agevolazioni sono state innanzi tutto estese a tutto il territorio nazionale, pur prevedendo diverse forme di incentivazione, a seconda dell’area geografica di riferimento; più in particolare, mentre le start up localizzate nel Centro Nord possono in generale beneficiare soltanto di un finanziamento a tasso agevolato, le start up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del cratere sismico aquilano, possono anche beneficiare di un incentivo a fondo perduto, come già avveniva in precedenza; l’importo massimo finanziabile è stato aumentato da 500 mila euro a 1,5 Meuro.
Anche in questo caso la gestione della misura, che avviene a sportello, risulta affidata all’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (INVITALIA). Il programma Smart&Start Italia può attualmente contare su una dotazione di risorse pari a circa 200 Meuro che in futuro potrà essere ulteriormente incrementata.
14 Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 206 del 5 settembre 2015.
15 Una quota a fondo perduto viene in realtà mantenuta per le sole start up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano, che dovranno restituire solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.
c) Il “Fondo SELFIEmployment”
Per quanto concerne invece le agevolazioni in favore dell’autoimpiego, il principale strumento attivo a livello nazionale è attualmente costituito dal fondo “SELFIEmployment”. Si tratta di un Fondo rotativo – istituito nel 2016 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in qualità di Autorità di Gestione dei 2 Programmi Operativi Nazionali “Iniziativa Occupazione Giovani” (PON IOG) e “Sistemi di Politiche Attive per l’Occupazione” (PON SPAO) – che sostiene la nascita di nuove iniziative imprenditoriali o di autoimpiego, attraverso l’accesso al credito agevolato, e che si rivolge, in modo specifico, ai soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro.
Attualmente, possono accedere al suddetto Fondo esclusivamente i giovani NEET di età compresa fra i 15 e i 29 anni, iscritti a Xxxxxxxx Xxxxxxx, che abbiano completato con successo i percorsi di accompagnamento all'autoimpiego e di supporto allo start-up di impresa previsti dallo stesso Programma. In seguito, tuttavia, la platea dei destinatari potrebbe essere anche ampliata, aumentando l'età massima fino a 35 anni oppure indirizzando parte delle risorse verso altri target di soggetti svantaggiati come, ad esempio, le donne disoccupate o in cerca di occupazione e i disoccupati di lunga durata.
Anche la gestione di questo Fondo è affidata all’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (INVITALIA), con cui il Ministero ha stipulato un apposito Accordo di finanziamento. INVITALIA cura, quindi, l'istruttoria delle domande di finanziamento e la selezione delle proposte di investimento. Si occupa della gestione finanziaria della provvista del Fondo, oltre che del controllo e del monitoraggio delle iniziative cofinanziate. A supporto delle iniziative finanziate, con lo scopo di migliorarne la performance e di aumentarne la sostenibilità, fornisce inoltre un servizio di tutoraggio e affiancamento successivo allo start-up, per un periodo non inferiore a 12 mesi.
La dotazione finanziaria di cui dispone il Fondo ammonta, attualmente, a circa 114 milioni di euro, di cui:
64 Milioni provengono da contributi di 11 Regioni (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Xxxxxx- Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Sicilia e Calabria) che hanno conferito al Fondo quota parte delle risorse di Garanzia Giovani destinate a sostenere i percorsi di autoimprenditorialità;
50 Milioni sono risorse stanziate a valere sul PON SPAO (Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l’Occupazione) a titolarità diretta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e ripartite tra tutte le Regioni.
Tabella 5.4 - I principali strumenti volti a sostenere la nascita di nuove imprese a livello nazionale
Sinergia/ complementarietà/ sovrapposizione
Principali strumenti a sostegno della neo imprenditorialità e del lavoro autonomo
NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO
Obiettivo: sostenere la nascita di micro e piccole imprese;
A chi si rivolge: imprese di micro e piccola dimensione, appena costituite (da non più di 12 mesi) o costituende, a prevalente, o totale, partecipazione giovanile (18-35 anni) o femminile16.
Ambito territoriale: intero territorio nazionale.
Cosa finanzia: programmi di investimento di importo non superiore a 1,5 Meuro relativi alla produzione di beni, alla fornitura di servizi – compreso il commercio e il
Lo strumento presenta un’elevata complementarietà con un Fondo per il microcredito e la microfinanza regionale, in quanto generalmente orientato a sostenere piani di investimento di dimensioni più elevati.
16 Per prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile si intendono le imprese, anche cooperative, la cui compagine societaria sia composta per oltre la metà dei soci e delle rispettive quote di partecipazione da giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni e/o da donne.
Principali strumenti a sostegno della neo imprenditorialità e del lavoro autonomo | Sinergia/ complementarietà/ sovrapposizione |
turismo – e ad attività riconducibili anche a più settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell'imprenditorialità giovanile, riguardanti la filiera turistico-culturale o l'innovazione sociale. Agevolazione prevista: finanziamento a tasso zero a copertura massima del 75% dell’investimento ammesso, da restituire in 8 anni con rate semestrali costanti posticipate la cui scadenza viene fissata al 31 maggio e al 30 novembre di ogni anno. | |
SMART & START ITALIA Obiettivo: sostenere la nascita e la crescita di start up innovative. A chi si rivolge: start up innovative di piccola dimensione, da avviare o già costituite (da non più di 48 mesi), iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese (per i requisiti di start up innovativa si veda l’art. 25 del DL n. 179/2012). Lo strumento presenta un’elevata Ambito territoriale: intero territorio nazionale. complementarietà con un Fondo per il Cosa finanzia: piani di impresa di importo compreso fra 100 mila e 1,5 Meuro microcredito e la microfinanza regionale, concernenti la produzione di beni e l’erogazione di servizi che presentino uno dei in quanto orientato a sostenere piani di seguiti requisiti: a) si caratterizzino per il forte contenuto tecnologico e innovativo; b) investimento relativo ad un target riguardino lo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia differente, nello specifico, prevedendo digitale; c) rappresentino degli spinn off da ricerca. erogazioni per importi minimi superiori ai Agevolazione prevista: 100 mila euro. a) Finanziamento a tasso zero fino al 70% delle spese ammissibili (max 1,05 Meuro) che viene elevato fino all’80% (max 1,2 Meuro) nel caso in cui la start up abbia una compagine composta da giovani e/o donne o, in alternativa, abbia fra i suoi soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero; b) Servizi di tutoring tecnico-gestionale nel caso in cui la start up risulti costituita da meno di 12 mesi. | |
FONDO “SELFIEMPLOYMENT” Obiettivo: sostenere l’avvio di nuove piccole iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo. A chi si rivolge: giovani NEET che hanno aderito al Programma Xxxxxxxx Xxxxxxx e concluso il percorso di accompagnamento all’avvio e supporto allo start up d’impresa, i quali possono accedere ai finanziamenti in forma autonoma o aggregata. Ambito territoriale: intero territorio nazionale. Lo strumento presenta rischi di Cosa finanzia: piani di impresa relativi a nuove iniziative imprenditoriali o di lavoro sovrapposizione con un Fondo per il autonomo, di importo compreso fra 5-50 mila euro concernenti la produzione di microcredito e la microfinanza regionale, beni e servizi, incluso il commercio anche in forma di franchising. anche se l’elevato fabbisogno evidenziato Agevolazione prevista: in sede di analisi della domanda tendono a a) Finanziamento a tasso zero senza garanzie personali fino al 100% del scongiurare effetti di spiazzamento programma di spesa, rimborsabile in massimo 7 anni; sono previste in particolare 3 diverse tipologie di prestiti: microcredito per iniziative con piani di spesa inclusi fra 5-25 mila €; microcredito esteso per iniziative con piani di spesa inclusi fra 25-35 mila €; piccoli prestiti per iniziative con piani di spesa inclusi fra 35-50 mila €. b) Attività di tutoraggio a supporto dei beneficiari. |
5.3.2 GLI INTERVENTI A LIVELLO COMUNITARIO
A livello europeo, lo strumento con cui potrebbero maggiormente realizzarsi forme di integrazione e sinergie è rappresentato dal “Programma per l’occupazione e l’innovazione sociale” (EaSI), promosso dalla Commissione Europea e dalla banca Europea degli Investimenti e gestito dal Fondo Europeo degli Investimenti (FEI), che prevede anche un’asse d’intervento su “Microfinanza e imprenditorialità sociale”. Il suddetto programma rappresenta attualmente la principale iniziativa promossa dall’UE in tema di occupazione e affari sociali e riunisce tre programmi che, nel
precedente ciclo di programmazione 2007-2013, erano stati gestiti separatamente: PROGRESS (Programme for Employment and Social Solidarity); EURES (European Employment Services) e Progress Microfinance. (PROGRESS, EURES e PROGRESS Microfinance). L’obiettivo principale del programma EaSI risulta quello di finanziare misure per facilitare l’accesso al microcredito e promuovere la mobilità dei lavoratori in tutta Europa. Il focus è posto, in particolare, sulle soluzioni innovative per rilanciare l’occupazione e per combattere l’esclusione sociale. Le altre priorità del programma sono l'aiuto ai giovani, la promozione della parità di genere, la lotta alla discriminazione, alla disoccupazione di lunga durata e all’esclusione sociale. La dotazione complessiva del programma per l’intero periodo 2014-2020 è di circa 919 Meuro, di cui il 21% circa destinato all’asse Microfinance (circa 193 Meuro).
Quest’ultimo asse risulta finalizzato ad accrescere la disponibilità di microcrediti – prestiti di importo inferiore ai 25 mila euro – per la costituzione e lo sviluppo di piccole imprese. Esso si rivolge, in modo particolare, ai disoccupati e ai soggetti fuori dal mercato del lavoro che vogliano mettersi in proprio e/o costituire/sviluppare una micro impresa e che abbiano difficoltà ad accedere ad un finanziamento tradizionale. Questo strumento, tuttavia, non finanzia direttamente gli imprenditori o gli aspiranti imprenditori, ma permette ad una serie di intermediari finanziari – banche pubbliche o private, istituti non bancari, erogatori di microfinanziamenti senza fini di lucro
– di aumentare il volume dei loro prestiti emettendo garanzie per coprire il rischio di eventuali perdite. Le condizioni di erogazione dei microfinanziamenti – importo, durata, tasso d’interesse, commissioni e così via – dipendono quindi dall’istituto che li concede e a cui si devono necessariamente rivolgere i potenziali beneficiari.
Tabella 5.5 - I principali strumenti volto a sostenere la nascita di nuove imprese a livello europeo
Sinergia/ complementarietà/ sovrapposizione
Principali strumenti a sostegno della neo imprenditorialità e del lavoro autonomo
"MICROFINANZA"
Obiettivo: migliorare l'accesso e la disponibilità di microfinanziamenti a favore di soggetti appartenenti alle categorie vulnerabili che desiderano avviare o sviluppare la loro attività, nonché di microimprese e di imprese sociali sia in fase di avviamento che di sviluppo;
A chi si rivolge: enti pubblici o privati costituiti a livello nazionale, regionale o locale, che concedono microcrediti a persone e imprese (N.B. il programma non finanzia direttamente gli imprenditori o le imprese sociali, ma presta garanzie agli istituti erogatori di microcrediti al fine di aumentare la disponibilità delle risorse);
Ambito territoriale: intero territorio nazionale;
Cosa finanzia: piani di impresa relativi all’avvio e/o al consolidamento dell’attività;
Agevolazione prevista: concessione di microprestiti di importo inferiore ai 25 mila euro; le condizioni di erogazione dei suddetti prestiti – importo, durata, tasso d’interesse, commissioni e così via – dipendono tuttavia dall’istituto che li concede e a cui si devono necessariamente rivolgere i potenziali beneficiari.
Lo strumento non presenta rischi di sovrapposizione con un Fondo per il microcredito e la microfinanza regionale, in quanto prevede una differente forma di agevolazione (garanzie agli istituti creditizi) e condizioni per le imprese destinatarie finali degli aiuti meno favorevoli.
ANALISI DELLE IMPLICAZIONI DELLO STRUMENTO FINANZIARIO IN MATERIA DI AIUTI DI STATO, PROPORZIONALITÀ DELL’INTERVENTO E DELLE MISURE INTESE A RIDURRE AL MINIMO LE DISTORSIONI DI MERCATO
5.4.1 ANALISI DELLE IMPLICAZIONI DELLO STRUMENTO FINANZIARIO RISPETTO ALLA NORMATIVA DEGLI AIUTI DI STATO
L’art. 37 del Regolamento UE n.1303/2014 prevede in più occasioni che nella valutazione ex ante degli strumenti finanziari vengano considerati i potenziali impatti in materia di aiuti di Stato. La
valutazione deve, in particolare, esaminare lo Strumento finanziario analizzando i passaggi procedurali previsti per la sua istituzione e verificare i profili della conformità alle regole del mercato e della disciplina degli aiuti applicabile, ovvero:
se rientra nella disciplina del regolamento de minimis;
se rientra nella disciplina del GBER (Regolamento UE n. 651/2014) che definisce categorie di aiuti di Stato compatibili con il mercato ed esenti dall’obbligo di notifica;
se si prevede un’eventuale procedura di notifica, con successiva approvazione da parte della Commissione della compatibilità dell’aiuto con il mercato prima dell’implementazione dello Strumento Finanziario.
Nella parte che segue si valuta l’esistenza di eventuali vantaggi concorrenziali ed il relativo impatto sulle regole degli aiuti di Stato rispetto ai differenti livelli nel quale agisce il funzionamento di un potenziale Strumento finanziario.
A. Primo livello: aiuti agli investitori
Nel rispetto dei principi dettati dalla normativa comunitaria applicabile per evitare la presenza di aiuti a livello degli intermediari (parità di trattamento), la Regione Lazio potrà costituire un Fondo attraverso il versamento di risorse a valere sul POR FSE su un conto corrente dedicato intestato ad una società in house regionale al fine di trasferire l’intero vantaggio ai beneficiari finali.
B. Secondo livello: Aiuti a intermediari finanziari gestori del fondo
Una volta costituito il Fondo presso il soggetto in house regionale occorre valutare se tale soggetto abbia l’autorizzazione ad operare ai sensi degli artt. 106 e 107 del TUB. In caso affermativo è possibile non selezionare intermediari finanziari privati per la concessione dei finanziamenti e l’impatto sugli aiuti sembra potersi escludere se l’accordo di finanziamento tra l’AdG e il soggetto in house regionale fissa dei limiti alle condizioni di gestione e la remunerazione complessiva rispecchia le normali condizioni di mercato.
Laddove, gli intermediari finanziari intervengono a livello del Fondo attraverso l’apporto di un loro contributo alla dotazione del fondo, la loro selezione dovrà essere regolata tramite una procedura aperta, trasparente, non discriminatoria e obiettiva e tale da garantire una remunerazione giusta e in linea con gli attuali livelli di mercato in situazioni comparabili, così evitando vantaggi concorrenziali e scongiurando il rischio di concessione di aiuti di Stato agli intermediari finanziari17. In questo caso, il conferimento da parte dell’Amministrazione pubblica al Fondo dovrà essere effettuato in linea con le normali condizioni di mercato al fine di non arrecare un vantaggio per la controparte di tale operazione.
C. Terzo livello: la regione e il meccanismo di allocazione delle risorse dello Strumento finanziario
Nel caso sia necessario selezionare degli intermediari finanziari che fungono da tramite per il trasferimento degli aiuti ai destinatari finali, il soggetto manager del fondo dovrà garantire trasparenza e non discriminazione di accesso degli intermediari alle procedure di convenzionamento tra il Soggetto gestore e i Soggetti erogatori. La convenzione tra Soggetto
17 Cfr. Comunicazione della Commissione “Orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio” (2014/C 19/04)
gestore e Xxxxxxxx erogatori dovrà indicare chiaramente la strategia di investimento, le tipologie di agevolazione e i soggetti destinatari finali dell’azione, oltre a prevedere forme di controllo da parte dell’investitore pubblico (si veda anche il Capitolo sulla governance).
Al fine di evitare, o quanto meno ridurre al minimo criticità rilevate in passate gestioni di Strumenti finanziari, i costi di gestione dovranno essere contenuti entro i tetti previsti dagli art. 12 e 13 del regolamento (UE) n. 480/2014 e, comunque, dovranno essere legati al raggiungimento degli obiettivi.
D. Quarto livello: Aiuti ai beneficiari finali
Con riferimento, infine, alle possibili implicazioni in materia di aiuti di Stato che potrebbero sorgere a seguito dell’istituzione dello strumento finanziario da parte dell’AdG del FSE 2014-2020 della Regione Lazio, non si ravvisano pericoli in considerazione dell’entità del sostegno previsto (da un minimo di € 5.000 a un massimo di € 25.000), ampiamente nei limiti consentiti dalla normativa vigente del regolamento de minimis. In base al Reg. (UE) n. 1407/2013, Aiuti pubblici sotto una determinata soglia (€ 200.000 per impresa nell’arco di tre anni) non costituiscono Aiuti di Stato in quanto si presume non incidano sulla concorrenza in modo significativo, previa verifica dei limiti dell’intensità massima di aiuto nei destinatari finali.
Di seguito si riporta una tabella riepilogativa delle condizioni e delle intensità massima di aiuto previste dalla disciplina UE per gli Aiuti agli investimenti delle PMI, sia per quanto riguarda il regolamento de minimis sia, per completezza informativa, per quanto riguarda il Regolamento generale di esenzione (UE) N. 651/2014.