Verbale di riunione di contrattazione delle delegazioni di parte pubblica e delle parti sindacali
Verbale di riunione di contrattazione delle delegazioni di parte pubblica e delle parti sindacali
del giorno 23 marzo 2022
VERBALE
Il giorno 23 marzo 2022, alle ore 09.30, si sono riunite, in modalità telematica, le delegazioni di parte pubblica e di parte sindacale.
Sono presenti, per la parte pubblica, il Rettore, Xxxx. Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxxxx, il Pro- Rettore vicario, Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxx, l’Xxx. Xxxxxxx Xx Xxxxxxx, Direttore Generale, il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx, Dirigente della Direzione del Personale.
Per la parte sindacale sono presenti:
Il Sig. Xxxxx XXXXX, Coordinatore della RSU, la Dott.ssa Xxxxxxxx XXXXXXX, la Dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxx e il Xxxx. Xxxxxx XXXXX della Rappresentanza Sindacale Unitaria;
il Xxxx. Xxxxxxxx XXXXX in rappresentanza della FLC CGIL;
il Xxxx. Xxxxx XXXXXX in rappresentanza della FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA Toscana;
il Xxxx. Xxxxxxx XXXXXXX in rappresentanza della CISL – FEDERAZIONE SCUOLA,
UNIVERSITA’, RICERCA (FSUR);
il Sig. Xxxxxx XXXXXXX in rappresentanza della CONFSAL Fed. SNALS.
In qualità di esperti per la parte pubblica sono presenti: la Dott.ssa Xxxxx Xxxxxx Xxxxxx, coordinatore presso la Direzione del Personale; il Xxxx. Xxxx Xxxxxx, coordinatore presso la Direzione del Personale; la Sig.ra Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, Responsabile dell’Unità Allocazione Costi del Trattamento Economico del Personale e Gestione dei Fondi per la Contrattazione Integrativa; la Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, Responsabile dell’Unità Amministrazione Personale Tecnico Amministrativo. La parte pubblica è integrata di due componenti, la Dott.ssa Xxxxx Xxxxxx, dirigente della Direzione Gare, Contratti e Logistica, e l’Xxx. Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx, dirigente della Direzione Edilizia, che partecipano in qualità di esperte in materia, relativamente al punto 4 dell’ordine del giorno la Dott.ssa Xxxxxx e al punto 4 e 5 l’Xxx. Xxxxxxxxx. Partecipa alla riunione la Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxxx, dell’Unità Allocazione Costi del trattamento economico del personale, con funzioni di verbalizzazione.
Ordine del giorno
1. Comunicazioni
2. Bozza di contratto collettivo integrativo sui criteri e sulle modalità di selezione ai fini delle PEO requisiti al 31/12/2021
3. Bozza di contratto lavoro agile – revisione post contrattazione del 10/03/2022
4. Regolamento per gli incentivi per funzioni tecniche
5. Regolamento di Ateneo per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro –
Modalità applicative
1. Comunicazioni
Il Rettore, Xxxx. Xxxxxxxxxx, apre la riunione salutando i presenti e dando la parola al Direttore Generale per le comunicazioni.
Il Direttore Generale comunica che giovedì scorso, 17 marzo, gli studenti del collettivo dopo 6, 7 mesi di disinteresse hanno nuovamente occupato l’aula destinata alle riunioni delle organizzazioni sindacali; ritenendo non opportuno stare in attesa, propone al Sig. Billi di verificare un’altra soluzione ed il Sig. Xxxxx accetta.
2. Bozza contratto collettivo integrativo PEO requisiti al 31/12/2021
Il Direttore Generale lascia la parola al Dott. Farenti.
Il Dott. Farenti dichiara che ci sono stati tavoli tecnici al riguardo e l’accordo è stato raggiunto: rispetto allo scorso anno c’è stata una redistribuzione di risorse all’interno delle categorie per eliminare una disparità di trattamento, soprattutto per la cat. D. In accordo con la parte sindacale sono stati riparametrati i posti e la ripartizione che dovrebbe essere più equa. Il Dott. Farenti fa presente che la trattazione dell’argomento in un periodo inusuale è stata dettata dal fatto che alla fine dello scorso anno sembrava in uscita il CCNL; al momento l’urgenza di effettuare la prova è scemata, visto il ritardo nella firma del contratto, ma questo non toglie che l’accordo debba essere siglato e rimane l’impegno di mettere in campo e portare a termine la procedura appena possibile, compatibilmente con tutti gli altri impegni a livello concorsuale, invitando i sindacati, se non ci sono altre osservazioni, a firmare l’accordo una volta licenziato in questa sede.
Il Xxxx. Xxxxxxxxxx passa la parola al Sig. Billi.
Il Sig. Billi ringrazia e puntualizza che quello che si è riunito è l’osservatorio del salario accessorio e non è stato raggiunto l’accordo, ma è stato trovato un punto di caduta condivisibile, l’accordo avviene nella seduta di oggi. Al riguardo richiede il mantenimento, all’interno dell’accordo, del passaggio in cui si dava la possibilità di espletare la prova in presenza in un locale messo a disposizione dalla parte pubblica, a particolari casi già evidenziati in passato: lavoratori sprovvisti di attrezzature informatiche o di luogo.
Il Sig. Billi, per quanto detto dal Dott. Farenti, afferma che c’è stato un articolato e approfondito lavoro dell’osservatorio che ha condiviso l’idea di ripartire le risorse in virtù del reale costo dei passaggi all’interno della singola categoria, che è l’unica differenza rispetto al passato, in cui vi era un’assegnazione proporzionale rispetto al numero di partecipanti alle PEO.
Il Xxxx. Xxxxxxxxxx risponde che è assolutamente fattibile mettere a disposizione un’aula con una ventina di postazioni, come lo scorso anno, e passa la parola al Xxxx. Xxxxx.
Il Xxxx. Xxxxx relativamente alle PEO afferma che la proposta per la FLC CGIL è assolutamente da accogliere perché sono state fatte modifiche perequative per il personale di categoria D; per quanto riguarda il CCNL ha saputo, informalmente, che probabilmente i sindacati saranno convocati dopo le elezioni delle RSU.
Il Xxxx. Xxxxxxx afferma di essere d’accordo sul contratto per le PEO e anche lui, come il Xxxx. Xxxxx, ha notizie informali che ci possa essere una velocizzazione delle trattative per il CCNL.
Il Dott. Farenti non ha alcuna obiezione alla proposta del Sig. Billi per la prova in presenza delle persone che non sono attrezzate per svolgerla da remoto. Per chiudere il punto sulle PEO afferma che, visto che da una pre-intesa alla firma del contratto passano circa due mesi di tempo, siamo in “pre-allarme” e garantisce di mettere le PEO in cantiere.
Il Sig. Xxxxx come RSU esprime parere favorevole alla pre-intesa delle PEO 2022 e chiede massimo impegno per espletare le PEO prima del periodo feriale estivo.
Il Dott. Farenti ribadisce l’impegno per farle prima possibile, compatibilmente con gli impegni della struttura, ma non garantisce che vengano fatte nel mese di maggio.
Il Rettore ribadisce l’impegno ma chiede di non mettere una data precisa.
Il Sig. Xxxxx accetta e sottolinea l’impegno e l’ottima innovazione portata dal Prof. Di
Xxxxxxx.
Il Direttore Generale ribadisce la necessità delle firme.
La Sig.ra Xxxxxxxx propone di inserire un comma per la partecipazione in presenza con i canoni già scritti nel bando e sottolinea che la prova in presenza non era inserita nel precedente contratto ma solo nel bando.
Il Dott. Farenti, visto che non c’è alcuna resistenza alla prova in presenza per le persone che ne hanno necessità e tutti concordano su questo, propone di inserire direttamente nel bando tale possibilità, in modo da avere maggior chiarezza anche della situazione pandemica.
Il Sig. Xxxxx suggerisce solo di modificare il comma, il Direttore Generale ed il Xxxx. Xxxxxxxxxx concordano di inserire che, in caso di estrema urgenza, verrà predisposta un’aula attrezzata da parte dell’amministrazione.
Tutti le parti concordano per la firma del contratto.
3. Bozza di contratto lavoro agile – revisione post contrattazione del 10/03/2022
Il Direttore Generale effettua una rapida sintesi di quanto avvenuto nella scorsa seduta di contrattazione del 10 marzo e afferma che ci sono stati diversi interventi che hanno portato ad una quadra su tante questioni e che era rimasto da approfondire le 8 giornate nel mese. Nella versione inviata è stata aggiunta una nota in cui viene spiegata la motivazione normativa ed il documento attuale dovrebbe avere i contenuti concordati.
Il Xxxx. Xxxxxxxx afferma che non ha niente da aggiungere e che il testo dovrebbe riflettere quanto detto dal Direttore Generale.
Il Dott. Farenti comunica che i lavoratori fragili, come comunicato dal Xxxx. Xxxxxx, sono 16, il decreto-legge ancora non è stato pubblicato, ma è stata prorogata la tutela della fragilità fino al 30 giugno e non più fino al 31 marzo.
Il Xxxx. Xxxxxxx afferma che, anche se la tematica andrà rivista al momento del rinnovo del CCNL, come CISL richiede ufficialmente alla parte pubblica se la percentuale del 20% può essere portata al 25% in modo da coprire diverse esigenze. Chiede, inoltre, se quelli che attualmente hanno la certificazione del medico competente devono richiedere la certificazione o meno.
Il Dott. Farenti non solo ritiene che non occorra una nuova certificazione, ma crede che chi dovesse avere necessità di una diagnosi di questo tipo possa richiederla fino al 30 giugno.
Il Xxxx. Xxxxxxxxxx risponde al Sig. Xxxxxxx di non aver niente in contrario ad arrivare al 25%, invece del 20% indicato al comma 4 dell’art. 4.
Il Xxxx. Xxxxxxxx precisa indicando che la percentuale è presente anche al comma 5 e 6 dello stesso articolo.
Il Sig. Xxxxx premette che nell’altra seduta di contrattazione pensavano di portare come documento propositivo per lo smart working quello che era stato elaborato a dicembre 2020 e da lì si era sviluppata la discussione interna alla RSU per avviare il confronto alla contrattazione del 10. Il 10 poi è stato prodotto questo documento da lui riportato il 22 marzo 2022 alla discussione plenaria della RSU e dalla quale sono scaturite delle volontà di intervenire sperando di migliorarlo. Seguendo il criterio suggerito dal Xxxx. Xxxxxxxx nella scorsa seduta indica le volontà articolo per articolo. All’ art. 2 comma 2 la RSU ha deliberato e propone che sia importante aggiungere nel punto in cui si parla di attività che richiedono una presenza continuativa del lavoratore “ e che comportano un contatto costante con l’utenza e che al contempo non consentono la possibilità di svolgere alcuna attività in modalità agile”, in modo da consentire a chi deve svolgere il servizio di farlo in modo più fluido, in quanto ci possono essere anche attività che non sempre devono essere svolte in presenza ma si possono svolgere anche da remoto.
Il Rettore interviene per capire meglio ed apportare la modifica proposta.
Il Sig. Billi sempre nella discussione con la RSU sostiene che è emerso che percentuali massime di concessione di smart working non ci siano ma ci sono solo minimi, e come RSU propongono una soglia del 30% per il lavoro agile.
Il Sig. Xxxxx afferma inoltre che particolare attenzione è stata posta sull’art. 5 comma 6 relativamente al periodo di contattabilità e dove viene indicato almeno 4 ore deve essere messo al massimo 4 ore, quando l’orario di servizio è di 6 ore, altrimenti potrebbero esserci abusi ed andare ad impattare con il diritto alla disconnessione del lavoratore, e nella giornata di 9 ore la contattabilità massima deve essere al massimo di 6 ore.
Il Xxxx. Xxxxxxxx interviene dicendo che sostituire almeno 4 ore con al più non è chiaro e propone di mettere che il responsabile della struttura può richiedere al lavoratore di garantire al più 4 ore.
Il Xxxx. Xxxxxx chiede se è possibile condividere il testo.
Il Rettore condivide il testo ed effettua le modifiche che di volta in volta si rendono necessarie condividendole con i presenti.
Il Sig. Billi e la RSU, relativamente all’art. 6 comma 1 dove si dice “tenuto conto delle mansioni svolte e secondo un criterio di ragionevolezza” ritengono sia un criterio troppo indefinito. Sia il Direttore Generale sia il Rettore propongono di semplificare e di togliere questo inciso, concordano sia il Xxxx. Xxxxx che il Sig. Cagnoni e il Sig. Billi.
Il Sig. Xxxxx propone di inserire all’art 10 comma 3 “è consentito il ricorso a permessi
brevi ed altri istituti che comportano riduzioni di orario”.
Sempre relativamente allo stesso articolo il Sig. Billi riporta che la RSU ha dibattuto
un’ora sulla fruizione del buono pasto e gli ha dato mandato di perorare nuovamente la
causa per il suo riconoscimento anche al lavoratore agile in virtù di due interpretazioni. La prima relativa al fatto che il lavoratore agile ha gli stessi diritti e doveri di colui che lavora in presenza, senza penalizzazioni; la seconda relativa alla circolare 2 del 2020 che puntualizza che il personale in smart working non ha automatico diritto al buono pasto ma che ciascuna P.A. assume le determinazioni di competenza in materia, previo confronto con le organizzazioni sindacali. Quindi tutta la RSU ritiene che attribuire o meno il buono pasto sia una decisione da contrattualizzare. Riportare nell’accordo che il riconoscimento del buono pasto non è compatibile con il lavoro agile secondo la RSU non rispetta la realtà e ingenera l’idea di non conferire il buono pasto da parte della contrattazione. Il Sig. Xxxxx afferma di avere il mandato della riunione plenaria della RSU di continuare a chiederlo nel rispetto delle norme vigenti e di renderlo operativo all’interno di questo contratto.
Il Rettore passa la parola al Xxxx. Xxxxx.
Il Xxxx. Xxxxx, scusandosi perché dovrà lasciare la riunione prima del termine per un’assemblea alla Scuola Normale, afferma di concordare con la RSU di alzare la percentuale al 30% visto anche che i fragili sono 16 e fa presente che anche nel CCNL, viste le bozze, non proporranno una percentuale di lavoro agile da applicare.
Il Xxxx. Xxxxx chiede relativamente alla verifica da parte del Direttore Generale, prevista giustamente all’art. di uscita del documento, di aggiungere un’altra tipologia di verifica all’art. 4 comma 5 perché circolano voci, probabilmente non vere, che alcuni responsabili faranno come vogliono e chiede al Direttore e al Rettore un controllo più capillare al fine di confermare che queste voci siano false; afferma che i due mesi possono andare bene come osservatorio. Per le altre richieste afferma che il Sig. Xxxxx è stato esaustivo.
Il Rettore passa la parola al Xxxx. Xxxxxxx.
Il Xxxx. Xxxxxxx precisa che la CISL non metterà percentuali al lavoro agile e auspica di alzare la percentuale al 30%, facendo presente però che si tratta di un accordo ponte.
Il Xxxx. Xxxxxxxx chiede un chiarimento al Xxxx. Xxxxx circa la proposta sull’art. 16
comma 3 per la richiesta di modifica concreta da attuare.
Il Xxxx. Xxxxx risponde che se non nell’art 16 si potrebbe mettere un controllo settimanale dei progetti approvati nell’art. 4 comma 3.
Il Direttore Generale ritiene complicato fare un controllo settimanale.
Il Xxxx. Xxxxx chiede se possibile un controllo dei contratti struttura per struttura, Direzione per Direzione per evitare che vengano messi divieti da parte di qualcuno.
Il Direttore concorda con la verifica in termini percentuali. Il Rettore chiede se è necessario esplicitarlo.
Il Xxxx. Xxxxx risponde in maniera affermativa.
Il Xxxx. Xxxxx lascia la seduta dopo circa 48 minuti.
Il Sig. Xxxxx rappresenta un’altra criticità e, visto che nell’art. 22 della L.81/2017 è presente un’informativa sui rischi connessi al particolare rapporto di lavoro, chiede la redazione e la consegna di un opuscolo da rendere disponibile al momento del perfezionamento della domanda di lavoro agile, che spieghi i rischi che possono essere connessi a questo tipo di lavoro.
La Sig.ra Diciotti insieme al Direttore Generale e al Rettore specificano che è già
previsto all’art. 15.
Il Dott. Farenti specifica che era stato detto che questo opuscolo sarebbe stato
redatto dall’Ufficio sicurezza e ambiente.
Il Rettore per maggior chiarezza propone di modificare il titolo dell’articolo 13 e mettere “Sicurezza e formazione”.
Il Direttore Generale propone di spostare il comma.
La Sig.ra Xxxxxxxx suggerisce di inserirlo all’art.13 comma 1 aggiungendo: mediante documentazione idonea fornita al lavoratore in modalità agile.
Il Dott. Farenti precisa che l’opuscolo è sicuramente un documento a vantaggio del lavoratore ma anche a vantaggio dell’Amministrazione: mettere a disposizone l’opuscolo è un dovere e diritto dell’Amministrazione perché ci possono essere risvolti successivi che possono portate a conteziosi.
Il Rettore, con il supporto del Direttore Generale, propone di mettere un comma aggiuntivo all’ art. 13 e di togliere l’art. 15.
Il Sig. Xxxxx concorda e ribadisce che l’importante è che il messaggio sia chiaro e concorda con il Dott. Farenti sul fatto che la norma tutela le due parti: il lavoratore come consapevolezza ed il datore di lavoratore per aver trasferito le informazioni necessarie a tutelare il lavoratore, che poi è quello riportato nell’art. 22 della L.81.
Il Xxxx. Xxxxxxxx concorda con la modifica così come il Direttore Generale.
Il Direttore Generale aggiunge, come era stato detto la volta scorsa, che nei prossimi mesi verrà organizzato un corso asincrono sui rischi specifici.
Il Dott. Farenti prende la parola e, relativamente ai buoni pasto, afferma che questo riconoscimento non ha ragione di esistere per chi svolge l’attività a casa e sottolinea che diverse sentenze della Corte dei Conti non lo giudicano un trattamento economico e al lavoratore agile vengono comunque riconosciuti tutti gli emolumenti economici spettanti ai lavoratori in presenza. Il buono pasto ha un ruolo di ristoro, è un benefit, ha una funzione assistenziale e viene previsto dove non è presente la mensa. Essendo un tecnico che deve dare un parere alla parte pubblica ribadisce il suo parere negativo al riconoscimento.
Il Dott. Farenti riguardo la percentuale dei lavoratori agili sottolinea che si è partiti dal 15%, si è chiuso nella scorsa seduta al 20%, oggi siamo al 25%, chiuderebbe con il 25%, andare al 30% vuol dire andare troppo oltre, già così vorrebbe dire 400 persone.
Il Xxxx. Xxxxxx chiede la parola ed afferma che eviterebbe in questo accordo di scrivere che il buono pasto non è compatibile, ma che è una scelta dell’Ateneo non erogarlo e propone o di non scriverlo o scriverlo diversamente per evitare se cambia la normativa generale di non poterlo erogare in futuro in quanto sottoscritto un accordo.
Il Xxxx. Xxxxxx è d’accordo con il Xxxx. Xxxxxx di non mettere la parola compatibile (art. 10 comma 4) e aggiunge alle riflessioni del Dott. Farenti che la circolare della Funzione Pubblica di marzo 2020, menzionata dal Sig. Billi, è piuttosto ambigua, in quanto non si assume la responsabilità di dire se spetta o non spetta, e anche lui fa fatica dal punto di vista tecnico a dire alla parte pubblica di sottoscrivere un accordo che contempla il buono pasto, anche perché quando si sottoscrivono accordi decentrati, generatori di responsabilità erariali, risponde solo la parte pubblica, non la parte sindacale, perché non c’è rapporto di servizio tra le organizzazioni sindacali e l’ Amministrazione.
Il Xxxx. Xxxxxxx dice che se la decisione del tavolo è quella di non dare il buono pasto al lavoratore agile, anche se da un punto vista sindacale sarebbe più giusto darlo, comprende la parte pubblica in quanto ci possono essere delle problematiche a concederlo, sicuramente, come sosteneva il Xxxx. Xxxxxx, non condivide assolutamente il “non compatibile” e preferirebbe togliere questa parola o togliere il comma 4.
Il Rettore propone di riscriverlo mettendo nelle giornate lavorative di lavoro agile il buono pasto non viene erogato e passa la parola al Sig. Billi.
Il Sig. Xxxxx afferma che non è semplice stabilire se riconoscere o meno il buono pasto, se fosse pacifico il suo non riconoscimento non sarebbe necessario disciplinarlo nel CCI del lavoro agile. Visto che la parte pubblica richiede un’esclusione esplicita, così come
la RSU richiede il riconoscimento esplicito, e visto che anche la circolare 2 dice che le parti lo possono riconoscere, richiede, o di non mettere niente e lasciare i lavoratori liberi di fare ricorso con le relative conseguenze o di trovare un punto d’incontro. Ritenendo non opportuno né per la RSU sottoscrivere un accordo per escluderlo, né per la parte pubblica mettere che si ha diritto al buono pasto, attendendo la decisione finale del Rettore, sostiene che non possiamo far sì che una delle due parti carichi sull’altra la responsabilità della scelta, ma occorre trovare un punto d’incontro e, sapendo che ci sono alcune Università che hanno riconosciuto il buono pasto anche ai lavoratori agili, rimette a questo tavolo e alla volontà politica la decisione della strada finale da percorrere.
Il Xxxx. Xxxxxx concorda con il Sig. Xxxxx di non scaricare la scelta su una o l’altra parte ma afferma che se un lavoratore vuole fare ricorso per ottenere i buoni pasto lo può fare anche se nell’accordo c’è una previsione in tal senso; il giudice può stabilire che l’accordo è illegittimo e concorda anche con la soluzione di non scrivere niente, perché può darsi che il CCNL risolva la questione.
Il Rettore passa la parola al Xxxx. Xxxxxx che chiede di intervenire.
Il Xxxx. Xxxxxx seguendo il ragionamento del Dott. Farenti conferma che c’è il rischio di incartarsi facendo un ragionamento generale sui buoni pasto che esula dall’argomento. A suo avviso è il caso di parlarne in un’altra occasione e ritiene opportuno rivedere la questione anche in base all’orario di lavoro.
Per riprendere l’ordine del giorno sul lavoro agile. il Xxxx. Xxxxxx non metterebbe un divieto assoluto perché il lavoro agile a suo avviso segue il lavoro ordinario.
Il Rettore chiede se ci sono altri interventi.
Il Dott. Farenti propone di riaffrontare il discorso quando esce il CCNL per vedere se viene disciplinata questa materia.
Il Rettore a questo punto, anche per andare incontro alle osservazioni della parte sindacale, propone di togliere il comma 4 e attendere il contratto. Chiede inoltre al Xxxx. Xxxxxx di riformulare l’ultima parte del comma 3 art. 10.
Riprendendo il discorso sulla percentuale di lavoro agile il Rettore propone una via di mezzo anche per vedere come procede in questi mesi.
Il Sig. Xxxxx interviene affermando che c’è una ripresa dei contagi, anche di persone vaccinate e, visto che siamo in una fase di raccordo tra esistente e futuro, anche per far riabituare le persone a lavorare in presenza, ripropone il 30%.
Il Xxxx. Xxxxxxxxxx invita qualcun altro ad intervenire per avere altre opinioni.
Interviene il Direttore Generale, dicendo che questo è un modello transitorio, di vedere cosa dirà il CCNL; a suo avviso in prospettiva si potrebbe estenderlo in termini di platea e ridurlo in termini di numero, almeno nella fase iniziale ad un giorno, anche perché le strutture spingono per un maggior ritorno in presenza.
Il xxxx. Xxxxxxxx alle ore 11.23 circa lascia la seduta per impegni didattici.
La discussione prosegue per oltre mezz’ora con la parte sindacale che in più riprese chiede di arrivare al 30% e la parte pubblica ferma sulla concessione della percentuale del 25%. Data anche la necessità di prendere una decisione, visti i tempi ristretti, si giunge all’accordo del 25%.
Il Rettore sottolinea che è stato raggiunto un ottimo compromesso, visto che si tratta della posizione intermedia, e ribadisce comunque la massima disponibilità a rivedere il tutto.
Il Rettore effettua un veloce riepilogo dei punti da modificare e si sofferma sulla
revisione dell’ultima parte del comma 3 dell’art. 10.
La Sig.ra Diciotti per la modifica di cui sopra, riguardante i permessi brevi, propone di riportare il relativo comma delle linee guida.
Il Direttore Generale chiede di avere un feed back veloce della bozza per poter essere operativi.
Il Rettore si assenta momentaneamente.
4. Regolamento per gli incentivi per funzioni tecniche
Intervengono all’incontro la Xxxx. Xxxxx Xxxxxx e l’Xxx. Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx.
Il Direttore Generale introduce l’argomento sul “Regolamento per gli incentivi per funzioni tecniche” ed accenna come si comporterà l’Ateneo nel riconoscere benefici ed incentivi economici al personale impegnato nella gestione degli appalti e dei lavori. Spiega che il documento ha una parte introduttiva ed è abbastanza articolato con parecchi richiami al codice degli appalti; nelle sezioni finali è presente l’individuazione dei presupposti per l’attribuzione degli incentivi differenziando lavori, servizi di ingegneria e architettura, servizi e forniture, e che la determinazione dell’ammontare annuo del fondo è legata al volume degli interventi avviati e sviluppati nel corso dell’anno. Sottolinea, inoltre, che sono previste ipotesi di decurtazione di questi incentivi in caso di ritardo sui tempi ed incremento dei costi e che, infine, vi sono le norme di chiusura. Come base per la redazione del documento è stata utilizzata un’ipotesi di regolamento predisposta dal CODAU.
La Dott.ssa Xxxxxx informa che la novità di rimettere mano al regolamento è scaturita dall’emanazione del Codice dei Contratti Pubblici che ha reinquadrato la materia, estendendo l’ambito di applicazione ai servizi e forniture, oltre che alla realizzazione di opere o lavori. Nel frattempo che stavano lavorando alla stesura del regolamento è uscito quello CODAU e, su richiesta del Direttore Generale, è stato necessario rivederlo facendo riferimento a quello schema.
L’ Xxx. Xxxxxxxxx sottolinea che il documento è stato condiviso con il personale e loro aspettano che diventi uno strumento utilizzabile perché è dal 2016 che non percepiscono l’incentivo.
Il Rettore passa la parola al Sig. Billi.
Il Sig. Billi accoglie positivamente l’arrivo del regolamento e afferma che erano anni che facevano pressioni affinché si concludesse l’iter dei tre regolamenti, non nega che sia molto articolato e complesso e specifica che servirà del tempo per capirlo meglio, anche in virtù delle informazioni fornite dal tavolo e chiede chiarezza sul percorso di condivisione utilizzato all’interno delle strutture, perché le informazioni che ha ricevuto non sono lineari. Il Sig. Xxxxx chiede inoltre chi è che espleta le gare per forniture e servizi visto che alcune vengono espletate anche all’interno delle strutture e si augura che il regolamento vada ad intervenire anche su questa fattispecie di attività e non solo su quelle della Direzione. Rende noto anche che verrà fatto un percorso di piena approvazione e
condivisione del documento come RSU all’interno delle strutture interessate.
Il Direttore Generale dichiara che il percorso è stato guidato dagli uffici della Direzione dell’Ateneo, ma assicura che ci sono stati più scambi e che il coinvolgimento è stato abbastanza diffuso.
L’Xxx. Xxxxxxxxx afferma che il primo format era stato predisposto dalla Direzione Edilizia insieme alla Direzione Gare prima dell’emanazione delle linee guida CODAU e che la stesura del documento era pervenuta dopo vari incontri plenari con il personale. Successivamente all’emanazione delle linee del CODAU, contenenti un’ipotesi di
regolamento, il Direttore Generale chiese di utilizzare quest’ultimo: inizialmente ci fu un po’ una sommossa del personale della Direzione Edilizia che non voleva ripartire da capo e rimettere in gioco tutto il lavoro fino ad allora svolto. Pertanto, tramite i propri rappresentanti sindacali, fu chiesto di non buttare via tutto il lavoro fatto proprio perché condiviso dal personale, ma di utilizzare il format del regolamento CODAU, preservando tutte le precedenti previsioni quando non in contrasto con quest’ultimo e così è stato fatto. Successivamente sono stati fatti altri incontri ed ora risulta tutto condiviso dal personale della Direzione Edilizia e dal personale della Direzione Gare, Contratti e Logistica coinvolto negli appalti.
Il Sig. Billi specifica che quando ha fatto riferimento a informazioni non lineari non parlava di Edilizia ma di personale interessato, coinvolto in generale, quindi anche di quello delle strutture.
Il Direttore Generale chiede un chiarimento alla Dott.ssa Xxxxxx per la parte più trasversale.
La Dott.ssa Xxxxxx afferma che in effetti quando il lavoro è partito ed è stato condotto nel tempo, anche per una sua mancanza e perché non riguarda tutte le strutture visto che, per le forniture di servizi, si parla di affidamenti da 500 mila euro in su, non è stato pensato, in buona fede, di coinvolgere le strutture e sottolinea che il servizio gare è trasversale per tutte le strutture, e nel caso in cui saranno interessate anche altre strutture avranno sicuramente il ritorno per quelle fasi che svolgeranno; all’inizio del percorso c’erano gruppi di lavoro ristretti ma poi il lavoro è stato condiviso capillarmente con tutti, con le varie revisioni, tranne che per i dipartimenti. Nulla vieta che ora venga loro proposto e ben venga il loro contributo.
Il Sig. Xxxxx evidenzia la prima criticità all’ art. 2 comma 3 quando si parla di non particolare complessità e chiede quale sia la discriminante.
L’Xxx. Xxxxxxxxx risponde che non si deve guardare, anche in base alla pronuncia ANAC, solo la complessità tecnica ma anche la complessità amministrativa-giuridica: per il legislatore sono infatti da incentivare tutte le attività che sono proprie della stazione appaltante e non possono essere cedute a terzi, attività tese al rispetto dei principi di trasparenza, inclusività, correttezza delle procedure, pubblicità, ecc. di cui all’art. 30 del Codice degli Appalti.
Il Rettore interviene affermando che nell’art. 2 comma 3 è specificato cosa si intende per particolare complessità, in particolare: attività di programmazione di costi, valutazione del progetto, controllo delle procedure, rispetto dei termini di gara.
L’Xxx. Xxxxxxxxx si rende disponibile a fornire una documentazione specifica per capire come si perviene a certi affidamenti. Specifica che nella manutenzione non ci sono solo le verifiche periodiche, che potrebbero ritenersi non particolarmente complesse, soprattutto se non contestualizzate, ma che occorre tener conto che c’è la manutenzione correttiva, la predittiva, che gli edifici sono per lo più di grandi dimensioni, articolati, soggetti a vincolo architettonico, storico, monumentale, ecc. per i quali anche la sola quantificazione dei costi e la predisposizione dei relativi documenti per l’appalto, sia tecnici che amministrativi, richiedono una particolare esperienza e conoscenza, l’aggiornamento continuo alle norme ed ai prezzari di riferimento, sovente non univoci.
Il Sig. Xxxxx interviene dicendo che sembra che si lasci a valutazioni ad personam visto che nel regolamento si legge che la manutenzione ordinaria e straordinaria non rientra nella costituzione del fondo e poi, subito dopo, si dice di non particolare complessità e servizi di progettazione interna, forse era più semplice mettere uno spartiacque economico.
L’Xxx. Xxxxxxxxx interviene dicendo che comunque uno spartiacque è l’utilizzo di una procedura selettiva, senza la quale non esiste incentivazione.
La Dott.ssa Xxxxxx afferma che inizialmente avevano individuato una quota proprio per evitare quanto detto dal Sig. Billi, per spartiacque, però si riserva di verificare. Comunque non crede ci siano particolari problemi anche perché, in caso di dubbio, si andrà sempre a favore del personale, naturalmente dove possibile.
L’Xxx. Xxxxxxxxx aggiunge che il Codice non esclude la manutenzione dalle attività incentivabili, piuttosto è stata una pronuncia ANAC che ha limitato l’incentivazione per gli appalti di manutenzione a quelli complessi e conferma quanto detto dalla Dott.ssa Xxxxxx, cioè che ci sarà la tendenza ad applicarla in maniera più inclusiva possibile, anche perché il lavoro connesso agli appalti di manutenzione, soprattutto ordinaria, è poco gratificante, e più stressante, oltre che meno visibile. L’Xxx. Xxxxxxxxx fa presente che entrano nell’incentivo anche coloro che, pur non essendo direttamente coinvolti in un intervento edilizio consistente, come una ristrutturazione/riqualificazione, svolgono con la manutenzione, anche non complessa, attività propedeutiche al procedimento edilizio (es. saggi, test, ecc.), come previsto peraltro dal Regolamento CODAU.
Il Sig. Billi specifica che la paura è proprio quella di escludere qualcuno, la volontà è di fare un percorso condiviso; chiede inoltre se i collaudatori sono solo interni o possono essere anche esterni.
L’Xxx. Xxxxxxxxx afferma che sono per lo più esterni, ma possono essere anche interni. Specifica che ci sono altre figure incentivabili come il Coordinatore per la Sicurezza cantieri ed il collaudatore tecnico amministrativo che collauda l’opera, in base a come è stato condotto tutto l’appalto; costui deve accedere a tutti gli atti contabili, le certificazioni, le asseverazioni, gli ordini di servizio, ecc. Quest’ultimo si avvale dei collaudi specialistici, strutturale statico e funzionale di impianti: la sua attività è talmente complessa che spesso viene nominato in corso d’opera.
Il Sig. Xxxxx afferma che sarebbe più opportuno parlare di collaudatore di corretta procedura piuttosto che collaudatore tecnico. L’xxx. Xxxxxxxxx precisa che le funzioni ed i requisti tecnico-professionali del collaudatore sono definiti dalla norma e dalle linee ANAC. Chiede inoltre chi svolge il ruolo di programmazione prevista all’art. 14.
L’Xxx. Xxxxxxxxx afferma che la programmazione riguarda tantissime figure che devono provvedere ad individuare gli interventi e a predimensionarli, ma è presente un referente che firma tutti i programmi (programma Triennale dei LL.PP) e che li pubblica sul sito di Ateneo e sul sito del Ministero, come previsto da un Decreto Ministeriale.
Il Sig. Billi si riserva ulteriori approfondimenti e un passaggio con i lavoratori interessati prima di esprimere qualsiasi valutazione. Ribadisce di essere contento che il regolamento sia stato fatto, si auspica che sia il più possibile inclusivo nell’applicazione trasparente delle norme, senza troppa discrezionalità interpretativa.
Il Rettore afferma che a suo parere il regolamento proposto va in questa direzione e passa la parola al Sig. Cagnoni.
Il Xxxx. Xxxxxxx afferma di aver trovato molto interessante e importante la presentazione di questo regolamento e si riserva anche lui di fare passaggi, sia tra il personale, sia all’ interno degli organi della CISL.
Il Rettore con il Direttore Generale, il Sig. Billi e il Xxxx. Xxxxxxx decidono di prendere un mese di tempo per parlare nuovamente di questo argomento e ringrazia tutti coloro che hanno collaborato a questo regolamento.
La Dott.ssa Xxxxxx lascia la riunione, anche il Xxxx. Xxxxxx abbandona l’incontro.
5. Regolamento di Ateneo per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro
Il Direttore Generale prende la parola ed introduce il “Regolamento di ateneo per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro” che sostituisce quello del 2013, spiegando che il regolamento tiene conto delle modifiche organizzative effettuate all’interno dell’Ateneo e delle nuove previsioni normative oltre che della soppressione dell’addetto locale SPP e dell’introduzione di una nuova figura: l’assistente. Il Direttore specifica che l’assistente non ha responsabilità dirette ma è un fido collaboratore della figura dirigenziale. E’ prerogativa del responsabile nominarla per essere supportato nella gestione della sicurezza e chiede al tavolo osservazioni e contributi, in particolare per le modalità applicative della figura dell’assistente, tenendo conto che collegata alla sua attuazione c’è una rivisitazione, condivisa con i RLS, della procedura per la gestione degli infortuni al fine di gestire al meglio la sicurezza.
Il Sig. Billi cerca di capire con il regolamento approvato quale è il margine operativo, se si tratta solo di scambio di idee o è possibile emendare.
Il Rettore risponde che il regolamento è approvato dagli Organi, si può discutere sulle modalità operative ed in particolare della figura dell’assistente.
Il Sig. Billi effettua una riflessione sull’importante ruolo che svolgono i RAR e RAD e solleva due criticità. La prima relativa al coinvolgimento legale del RAR e RAD all’interno della sicurezza e, nel fatto che può essere anche un docente a svolgere questa funzione, vede un conflitto, perché la stessa persona può essere nominata sia all’interno della catena della sicurezza, sia come garante delle regole applicate. Crede che nei dipartimenti scientifici tutti i docenti e ricercatori siano nominati RAR e RAD ma chiede conferma; la seconda criticità è che il personale nominato come assistente possa essere coinvolto in attività al di fuori delle sue competenze e possibilità e ritiene complicata la nascita di questa figura, che tutti vogliono senza responsabilità ma, una volta nominata se succedesse qualcosa di importante, potrebbe essere tirata in ballo.
Il Direttore spiega che questa figura è stata richiesta direttamente ed espressamente da alcune strutture al primo passaggio in CdA, non ha compiti diretti, non è come il RAR e il RAD nella catena delle responsabilità; è un valore aggiunto per il Direttore o il Dirigente, può essere applicata anche alle Direzioni dove non ci sono RAD e RAR. A suo avviso ci sono già persone che informalmente svolgono questa attività: la nomina comunque è condivisa dall’interessato e sarà previsto un corso formativo. Il Direttore Generale afferma, inoltre, che non vede la sovrapposizione con il RAR e RAD, fa da tramite tra le figure cardine della sicurezza e il Direttore.
Il Sig. Xxxx afferma che quindi potrebbe anche coincidere con il vice-Direttore, vice Dirigente in base agli indirizzi che vengono dati.
L’Xxx. Xxxxxxxxx risponde che, ai fini della responsabilità, è importante quanto scritto all’art. 8 per i Dirigenti, che nella catena della responsabilità della sicurezza hanno una posizione ben individuata e che è facoltà del Direttore di Dipartimento nominarla o meno; non è detto che sia presente in tutte le strutture e la sua presenza non toglie responsabilità al Direttore che rimane responsabile dell’operato dell’assistente, come specificato nel regolamento. Specifica, inoltre, che le figure passibili di sanzioni sono quelle datoriali: il Rettore e il Direttore Generale e le figure dirigenziali ovvero i Dirigenti delle Direzioni e i responsabili di struttura, nonché i RAR ed i RAD, poi il Medico Competente e il Servizio Prevenzione e Protezione. Non ci sono altre figure nella catena delle responsabilità e non ci possono essere altre figure perché la responsabilità è direttamente connessa ai poteri
decisionali e di spesa, fatto salvo per il Medico Competente e per il Servizio Prevenzione e Protezione che potrebbero essere chiamati in causa, nell’ambito dell’accertamento delle responsabilità, rispettivamente di una malattia professionale o di un infortunio, per le competenze con cui coadiuvano le figure datoriali.
Il Rettore passa la parola al Xxxx. Xxxxxxx.
Il Xxxx. Xxxxxxx interviene affermando che, anche se l’Xxx. Xxxxxxxxx ha già affermato che solo le figure dirigenziali sono responsabili, sarebbe più tranquillo se ci fosse una specifica, all’art. 8 comma 5, e andrebbe specificato meglio che se non ci sono competenze in essere verrà effettuata una formazione preventiva. Chiede inoltre, al di là dei casi previsti dal decreto legislativo, per cosa è previsto l’esperto di radioprotezione.
L’Xxx. Xxxxxxxxx risponde che l’esperto deve essere presente in tutte le attività in cui c’è esposizione a sostanze radioattive o si utilizzano macchine radiogene e deve valutare l’esposizione dei singoli lavoratori a questi agenti. Spiega che sono presenti due livelli per l’Esperto di Radioprotezione, che dipendono dal livello di esposizione: quello di primo livello però è presente solo nel DICI nell’ambito della ricerca nucleare. Afferma, inoltre, che l’esperto in radioprotezione lo abbiamo sempre avuto perché imposto dalla legge, è inglobato nel regolamento della sicurezza ma era già presente nei regolamenti precedenti e nell’attuale regolamento è stato semplicemente cambiato il nome da Xxxxxxx Qualificato a Esperto di Radioprotezione per adeguarsi all’ultimo decreto emanato in materia.
Il Rettore si assenta momentaneamente.
Il Xxxx. Xxxxxxx chiede se nel dipartimento del DICI c’è personale professionalmente esposto e se le visite periodiche vengono effettuate dall’esperto di radioprotezione.
L’Xxx. Xxxxxxxxx risponde che le visite vengono effettuate dal Xxxx. Xxxxxx che è Medico Competente e anche Medico Autorizzato, ovvero medico autorizzato a svolgere sorveglianza sanitaria sui lavoratori esporti a radiazioni ionizzanti.
Il Direttore Generale aggiunge che al CdA del 28 marzo c’è un punto all’ordine del giorno in cui il Consiglio dovrà decidere il rinnovo dell’incarico per gli esperti di primo e secondo livello all’interno del DICI.
L’Xxx. Xxxxxxxxx afferma che l’esperto qualificato poteva essere un esterno ma visto che c’è una struttura che ha le competenze è stato preferito fare una convenzione con il DICI; precisa, inoltre, che i lavoratori esposti sono tantissimi e praticamente in tutte le strutture scientifiche dove si fa uso di macchine radiogene (spettrometri, apparecchiature diagnostiche in genere, ecc.), anche se la loro esposizione è molto bassa al di sotto di certi limiti.
Il Sig. Xxxxx interviene affermando che visto la responsabilità ed il coinvolgimento di quello che viene chiamato assistente sarebbe opportuno individuare questa figura nel vice- responsabile della struttura e collegarla anche alla struttura di appartenenza; nel regolamento, inoltre, non si prevedono le incompatibilità. Secondo il sig. Billi il personale che fa parte della RLS o RSU deve essere incompatibile con questa figura perché deve svolgere una funzione di terzo controllore, deve vedere come le norme vengono applicate dall’Ateneo.
Il Sig. Xxxxx precisa che occorre anche capire quanto la parte pubblica con risorse aggiuntive vorrebbe trovare un’indennità da attribuire a queste figure perché sul fondo del salario accessorio le disponibilità sono poche, quindi devono esserci risorse esterne. Sostiene anche che tra i compiti richiesti a questa figura c’è anche da segnalare le irregolarità o anomalie riscontrate nelle visite periodiche e le criticità in ordine all’igiene e sicurezza e che quindi deve essere una persona forte in grado di denunciare il direttore e di interpretare anche le norme.
L’Xxx. Xxxxxxxxx risponde che il documento che descrive i compiti non è tassativo, è un esempio; a suo parere limitare il tipo di figura tra i docenti e il personale tecnico amministrativo limita la scelta dei Direttori, che però rimangono responsabili e ciò non è corretto: visto che la responsabilità rimane in capo comunque al Direttore, lo stesso deve poter scegliere da chi farsi aiutare, altrimenti la sua responsabilità viene meno, a scapito della sicurezza. Inoltre, se l’assistente individua delle criticità questo non può che far che comodo al Direttore perché è a sua tutela; l’assistente contribuisce con la catena interna che permette di promuovere la sicurezza e nessuno viene penalizzato. Spiega inoltre che prima era presente il referente poi è stata creata, anche su proposta dell’RLS e del servizio prevenzione e protezione, l’Addetto Locale del SPP con qualifiche e responsabilità aggiuntive, che avrebbe dovuto far parte del servizio prevenzione e protezione. Ma questa figura non è mai decollata, anche perché tante strutture non volevano condividerla con il servizio di prevenzione e protezione. Successivamente, l’Ateneo ha sopperito alla mancanza dei vari Addetti Locali, limitatamente per le informazioni che avrebbero potuto fornire circa i cambiamenti intervenuti nelle attività delle strutture o nel personale o nei prodotti utilizzati, con l’assunzione di personale tecnico presso il SPP il quale, oltre ad altri compiti, si interfaccia con le strutture per essere aggiornato. Ciononostante, la presenza di una figura nelle strutture con la quale i tecnici del SPP possano agevolmente interfacciarsi, senza dover sempre rivolgersi al Direttore di Dipartimento o ad una molteplicità di soggetti, è comunque utile e ottimizza i tempi di indagine e di reperimento delle informazioni, perciò nella revisione del Regolamento, e anche perché richiesto in CdA dalle strutture di ripristinare un qualcosa di simile, è stato ritenuto utile aggiungere questo nuovo articolo sulla figura dell’assistente.
Il Direttore Generale aggiunge specificando nuovamente che questa figura aiuta, assiste il dirigente e riferisce a lui interfacciandosi con le altre figure del servizio prevenzione e sicurezza. Inoltre, ritiene sia più adatto personale tecnico amministrativo e afferma infine che, premesso che devono accettare una volta individuati, devono essere formati preventivamente.
L’ Xxx. Xxxxxxxxx riferisce che ci sono stati solo due casi di referenti professori a Fisica ed Agraria, per il resto sempre personale tecnico amministrativo.
Il Xxxx. Xxxxxxx chiede di specificare che oltre ad essere nominato deve essere
d’accordo.
L’ Xxx. Xxxxxxxxx afferma che tutte le figure della sicurezza possono rifiutare la nomina, tranne l’addetto all’antincendio e che magari può essere inviata una circolare dove si specifica come applicare il regolamento.
Il Sig. Xxxxx ribadisce di aver riferito le sue perplessità e che sarà necessario capire come procedere e parlarne con le colleghe che si occupano di sicurezza.
L’ Xxx. Xxxxxxxxx puntualizza che lei è il coordinatore e svolge la funzione di supporto alle figure datoriali per il coordinamento dei due servizi di prevenzione e protezione.
Il Sig. Xxxxx prende atto di questa figura di raccordo specificando che non hanno ricevuto la comunicazione di questa organizzazione e ribadisce le perplessità espresse e, dal momento che il regolamento è già approvato, ognuno farà le proprie valutazioni.
Il Direttore Generale afferma che le osservazioni sulla formazione e sulla nomina
verranno inserite nell’attuazione.
L’Xxx. Xxxxxxxxx specifica che gli aspetti di sicurezza si muovono sul profilo penale e chi ha le responsabilità deve avere gli strumenti per poterle esercitare e non vede perché debba essere limitato nella scelta dei suoi assistenti.
Il Sig. Xxxxx replica che a suo avviso un assistente non deve essere un componente dei RLS.
Il Direttore Generale propone di portare al tavolo una circolare con i contenuti di queste indicazioni.
Il Rettore afferma che alcune osservazioni del Sig. Billi possono essere accolte nelle modalità attuative, senza modificare il regolamento, come raccomandazioni ed è del parere di non mettere troppi paletti.
L’Xxx. Xxxxxxxxx sull’incompatibilità dei RLS afferma che forse sarebbe opportuno un passaggio con i RLS per evitare disaccordi.
Non essendovi altri interventi, il Rettore, Xxxx. Xxxxxxxxxx, ringrazia tutti i presenti
e dichiara chiuso l’incontro di contrattazione alle ore 13.55.
Pisa, 23 giugno 2022
IL COORDINATORE RSU IL DIRETTORE GENERALE
x.xx Xxxxx Xxxxx x.xx Xxx. Xxxxxxx Xx Xxxxxxx
FLC CGIL IL RETTORE
x.xx Xxxxxxxx Xxxxx x.xx Xxxx. Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxxxx
CISL – FSUR IL PRO-RETTORE VICARIO
x.xx Xxxxxxx Xxxxxxx x.xx Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxx
FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA IL DIRIGENTE DEL PERSONALE
x.xx Xxxxx Xxxxxx x.xx Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx
CONFSAL – SNALS
x.xx Xxxxxx Xxxxxxx