CAPITOLO 1
CAPITOLO 1
OGGETTO ED AMMONTARE DELL'APPALTO DESIGNAZIONE, FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE
1.1-OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha ad oggetto l'esecuzione di tutte le opere e provviste per l’intervento di adeguamento funzionale e riqualificazione impiantistica dei locali ai piani primo e secondo dell’edificio demaniale già sede della stazione marittima presso il molo Santa Xxxxx nel porto di Ancona. Sono compresi nell’appalto tutti i lavori, le prestazioni e le forniture necessarie per dare l’intervento completamente realizzato, secondo le condizioni stabilite dal presente capitolato speciale d’appalto, con le caratteristiche tecniche, qualitative e quantitative previste dal progetto esecutivo con i relativi allegati, dei quali l’appaltatore dichiara di aver preso completa ed esatta conoscenza. Fanno parte dell’appalto anche tutte quelle azioni e realizzazioni necessarie alla prevenzione e alla protezione della salute dei lavoratori nei confronti dei rischi derivanti dalle attività del cantiere, sia quelle comprese nelle lavorazioni in appalto previste nell’elenco dei prezzi unitari di progetto, che quelle speciali dedicate esclusivamente alla realizzazione di opere provvisionali ai fini della protezione e prevenzione dei lavoratori espressamente elencate nel Piano di Sicurezza e Coordinamento che deve intendersi parte integrante e sostanziale del contratto di appalto. L’esecuzione di tutti i lavori dovrà essere effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve manifestare la massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi contrattuali e normativi.
1.2-AMMONTARE DELL'APPALTO
Il presente appalto è dato a misura, ai sensi dell'art. 53 del D. Lgs. 12/04/2006 n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture). In particolare l'importo complessivo dei lavori ed oneri compresi nell’appalto ammonta ad € 793.722,88 (settecentonovantatre- milasettecentoventidue/88 Euro) – I.V.A. non imponibile, ai sensi dell'art. 9, 1° comma, D.P.R. 26/10/1972, n. 633 e successive modifiche e integrazioni – di cui:
▪ € 780.334,20 (diconsi settecentottantamilatrecentotrentaquattro/20 Euro) per lavori interamente a misura;
▪ € 13.388,68 (diconsi tredicimilatrecentottantotto/68 Euro) quali oneri speciali per la sicurezza fisica dei lavoratori, come desunti nel Piano di Sicurezza e Coordinamento.
Dell’importo dei lavori a misura sopra indicato:
▪ € 13.691,00 (diconsi tredicimilaseicentonovantuno/00 Euro) corrispondono ad oneri ordinari complessivi per la sicurezza fisica dei lavoratori.
Nei prezzi stabiliti per la realizzazione delle opere di cui sopra, si deve intendere compensato all'appaltatore ogni onere generale e particolare, nessuno escluso, per dare le stesse perfettamente realizzate e funzionanti, complete anche nelle parti non esplicitamente descritte e prescritte nel presente capitolato speciale e nel progetto esecutivo. In conseguenza, i prezzi stabiliti per ogni singola lavorazione non potranno subire variazioni in aumento per effetto di previsioni incomplete o erronee fatte dall'appaltatore nella determinazione dell'offerta presentata in sede di gara d’appalto. In particolare, si stabilisce che l'importo del contratto, trattandosi di lavorazioni a misura, può variare, in aumento o in diminuzione, esclusivamente in base alle quantità di lavorazioni effettivamente
eseguite o, comunque, riscontrate in sede di contabilità, fermi restando i limiti di cui all’art. 132 del
D. Lgs. n. 163/2006 nonché delle condizioni previste nel presente capitolato speciale. Gli oneri relativi alle misure per la sicurezza fisica e la salute dei lavoratori sopra indicati – sia ordinari che speciali – non saranno assoggettati al ribasso d'asta, ai sensi dell'art. 131 del D. Lgs. n. 163/2006. Per gli stessi oneri, la liquidazione avverrà come segue:
- gli oneri ordinari per la sicurezza verranno compensati a misura, ovvero, per ciascuna delle singole lavorazioni in appalto, in base ai rispettivi prezzi unitari previsti sul computo degli stessi oneri del progetto esecutivo, per le effettive quantità delle lavorazioni medesime annotate in contabilità;
- gli oneri speciali per la sicurezza verranno compensati nella forma a corpo, quindi per il relativo prezzo complessivo sopra indicato, che è da intendersi dunque fisso e invariabile.
1.3-CATEGORIA PREVALENTE, CATEGORIE SCORPORABILI E SUBAPPALTABILI
L’appalto, per l’importo indicato di cui all’art. precedente, è composto da prestazioni identificabili nelle seguenti categorie di cui al D.P.R. n. 207/2010:
CATEGORIA | VALORE | INCIDENZA | CLASSIFI CA |
OS 28 | € 274.080,05 | 35,12 % | I |
OS 30 | € 263.621,34 | 33,78 % | I |
OG 1 | € 242.632,81 | 31,09 % | I |
TOTALE | € 780.334,20 | 100 % |
Di seguito vengono sinteticamente descritte le categorie di cui sopra nonché le opere in esse rispettivamente identificabili che, nella forma a misura, fanno parte dell’appalto:
OS 28 – “Impianti termici e di condizionamento” (categoria prevalente, classifica I, subappaltabile nei limiti del 30%)
- rimozione delle apparecchiature di climatizzazione esistenti e loro conferimento a rifiuto;
- realizzazione di nuovo impianto di condizionamento e di un impianto di ventilazione per uffici, mediante fornitura e posa in opera di apparecchiature e canalizzazioni nonché relativi accessori, compresi i collegamenti elettrici alle reti esistenti, le prove di funzionalità, la messa in esercizio;
- adeguamento dell’impianto termico a radiatori esistente, mediante spostamento dei corpi radianti e realizzazione di nuove linee di collegamento, prove di funzionalità;
OS 30 – “Impianti interni elettrici, telefonici, radiotelefonici e televisivi” (categoria scorporabile, classifica I, subappaltabile nei limiti del 30%)
- rifacimento totale degli impianti elettrici e speciali, nonché degli impianti telefonici e di trasmissione dati, mediante rimozione delle apparecchiature e delle linee esistenti con loro conferimento a rifiuto, fornitura e posa in opera di nuove linee ed apparecchiature, compresi i corpi illuminanti, i supporti di sostegno delle linee e delle apparecchiature medesime, ogni connessa opera accessoria;
- prove di funzionalità e messa in esercizio degli apparati impiantistici di cui al precedente punto;
OG 1 – “Edifici civili e industriali” (categoria scorporabile, classifica I, subappaltabile nei limiti del 100%)
- demolizione di tramezzi divisori esistenti e realizzazione di nuovi tramezzi analoghi per adeguamento della distribuzione di alcuni vani interni;
- formazione di nuova finestra;
- rifacimento – in alcuni vani – di massetti e pavimenti, nonché – in altri vani – lucidatura delle pavimentazioni in marmo esistenti;
- rinnovamento degli impianti idro-sanitari e dei rivestimenti presso i servizi igienici, ai fini dell’adeguamento alle norme in materia di accessibilità per persone a ridotta capacità motoria e sensoriale;
- realizzazione di nuovi intonaci in corrispondenza delle nuove pareti divisorie, rifacimento degli intonaci in corrispondenza di alcune superfici murarie ammalorate;
- realizzazione di nuovi controsoffitti, parte in cartongesso e parte in lastre quadrate di gesso lavorato;
- sostituzione delle porte interne;
- verniciature di elementi radianti e tinteggiature murarie.
Ai sensi dell’art 37 del vigente Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (D.Lgs. 163/2006), si stabilisce che l’appaltatore dovrà possedere i requisiti di qualificazione relativi alle categorie suddette, per le quali è concessa la possibilità di subappalto per non più della quota rispettivamente per ciascuna sopra indicata. In ogni caso, le imprese subappaltatrici dovranno essere in possesso delle adeguate qualificazioni inerenti le lavorazioni ad esse affidate e il subappalto andrà sempre preventivamente autorizzato dalla stazione appaltante ai sensi delle disposizioni normative vigenti.
1.4-DESIGNAZIONE SOMMARIA DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Le opere che formano oggetto dell'appalto possono riassumersi come appresso, salvo le prescrizioni che, all'atto esecutivo, potranno essere impartite dalla Direzione dei lavori:
- demolizione di tramezzi in laterizio;
- rimozione delle apparecchiature igienico-sanitarie;
- realizzazione di nuovi divisori in laterizio;
- demolizione e rifacimento di pavimenti e massetti su alcuni locali;
- demolizione e rifacimento di sola pavimentazione in altri locali;
- demolizione di controsoffittature esistenti in pannelli di gesso;
- realizzazione di nuovi controsoffitti in cartongesso e lastre di gesso;
- realizzazione di nuovi rivestimenti sulle pareti dei servizi igienici;
- rifacimento di porzioni di intonaco interno ammalorato;
- sostituzione dei battiscopa esistenti;
- posa di nuove apparecchiature ed accessori igienico-sanitari, con allacci alle relative reti idriche di adduzione e scarico;
- realizzazione di nuova finestra con infisso in alluminio e vetro;
- levigatura e lucidatura di pavimenti in marmo;
- rimozione delle porte esistenti ed installazione di nuove porte in legno;
- tinteggiature delle pareti interne, verniciatura di elementi radianti;
- realizzazione di nuovo impianto elettrico di illuminazione e forza motrice, impianti speciali e nuovo impianto di trasmissione dati, comprese le forniture necessarie, la posa di cavi su apposite canaline al di sopra dei controsoffitti e sotto traccia, la posa dei quadri elettrici, delle apparecchiature illuminanti e di ogni altro relativo accessorio;
- realizzazione di nuovo impianto di climatizzazione, comprese la fornitura con posa di nuove tubazioni di distribuzione al di sopra dei controsoffitti esistenti, la fornitura e posa delle apparecchiature di trattamento dell'aria all’interno dei controsoffitti, la fornitura e posa delle unità interne e delle unità esterne a pompa di calore per la climatizzazione estiva sulla copertura dell'edificio, ogni relativa opera accessoria;
- modifiche all'impianto termico, mediante spostamento dei radiatori esistenti, sostituzione delle valvole e rifacimento della relativa distribuzione in rame.
Sono compresi tutti gli oneri connessi alle prestazioni sopra elencate, fra cui il conferimento a rifiuto delle materie di risulta conformemente alle disposizioni legislative vigenti.
La forma e le principali dimensioni in dettaglio, nonché le specifiche tecniche e le modalità costruttive e realizzative delle opere e delle lavorazioni che formano oggetto dell'appalto risultano dai disegni e da tutti gli altri elaborati di progetto allegati al contratto, nonché dalle prescrizioni che, all'atto esecutivo, potranno essere impartite dalla Direzione dei lavori. Si precisa, al riguardo, che le modalità di esecuzione e gli oneri previsti nell'elenco pezzi e negli elaborati grafici, oltre che nel presente capitolato, per le varie lavorazioni sono da intendersi tassativi e dovranno essere rispettati dall'appaltatore, che non potrà eccepire la mancata conoscenza di tali modalità di esecuzione a causa di indicazioni insufficienti nei disegni di progetto o negli altri elaborati progettuali. I lavori sopra indicati dovranno essere organizzati ed eseguiti in distinte fasi, come previsto nel Piano di sicurezza e coordinamento nonché nella tavola della cantierizzazione a questo allegata, onde garantire la continuità delle attività dell’ente che opera all’interno dell’edificio oggetto di intervento. Restano escluse dall'appalto tutte le opere non contemplate nel presente capitolato, che la committenza si riserva di affidare in tutto od in parte ad altra ditta senza che l'appaltatore possa fare eccezione o richiesta o compenso alcuno.
1.5-VARIAZIONI ALLE OPERE PROGETTATE
La stazione appaltante si riserva la insindacabile facoltà di introdurre nelle opere, all'atto esecutivo, quelle varianti che riterrà opportune, nell'interesse della buona riuscita e dell'economia dei lavori, senza che l'appaltatore possa trarne motivi per avanzare pretese di compensi ed indennizzi, di qualsiasi natura e specie, non stabiliti dal relativo Regolamento di esecuzione emanato con D.P.R. 207/2010 e dal Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture emanato con X.Xxx.
n. 163/2006 e nel presente Capitolato Speciale di Appalto. Non si considerano varianti e modificazioni gli interventi disposti dal Direttore dei lavori per risolvere aspetti di dettaglio e che siano contenuti entro un importo non superiore al 5% delle categorie dell'appalto, sempreché non comportino un aumento dell'importo del contratto stipulato per la realizzazione delle opere, giusto quanto all’art. 132 del D. Lgs. n. 163/2006. Sono considerate varianti – e come tali ammesse – quelle
in aumento o in diminuzione finalizzate al miglioramento delle opere ovvero della loro funzionalità, che non comportino modifiche sostanziali e siano motivate da obbiettive esigenze derivanti da circostanze sopravvenute ed imprevedibili al momento della stipula del contratto. L'importo di queste varianti non può comunque essere superiore al 5% dell'importo originario e deve trovare copertura nella somma stanziata per l'esecuzione dell’intervento in appalto.
CAPITOLO 2
MODALITA' DI ESECUZIONE DEI LAVORI QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI
2.1-NORME GENERALI
L'Impresa dovrà eseguire le opere ed utilizzare i materiali da costruzione in ottemperanza alle Leggi, ai regolamenti vigenti ed alle prescrizioni degli enti competenti in materia di Lavori Pubblici, con particolare riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, alle norme UNI EN per la libera circolazione dei prodotti da costruzione, nonché agli ordini ed alle direttive all’uopo impartite dalla Direzione Lavori. Pertanto, fermo restando ogni altra responsabilità dell’appaltatore a termini di legge, il medesimo rimane unico e completo responsabile dell’esecuzione delle opere. La Direzione Lavori potrà procedere alla verifica ed al controllo di quanto eseguito tramite i mezzi di indagine che di volta in volta riterrà più opportuni.
2.2-OPERE EDILI
2.2.1 - ACQUA, CALCI, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, POZZOLANE, GESSO
a) Acqua - L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di grassi o sostanze organiche e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante.
b) Calci - Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione delle norme tecniche vigenti; le calci idrauliche dovranno altresì corrispondere alle prescrizioni contenute nella legge 595/65 (Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici), ai requisiti di accettazione contenuti nelle norme tecniche vigenti, nonché alle norme UNI EN 459-1 e 459-2.
c) Cementi e agglomerati cementizi.
1) Devono impiegarsi esclusivamente i cementi previsti dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26 maggio 1995 n. 595 e norme armonizzate della serie EN 197), dotati di attestato di conformità ai sensi delle norme UNI EN 197-1, UNI EN 197-2 e UNI EN 197-4.
2) A norma di quanto previsto dal Decreto 12 luglio 1999, n. 314 (Regolamento recante norme per il rilascio dell'attestato di conformità per i cementi), i cementi di cui all'art. 1 lettera A) della legge 595/65 (e cioè cementi normali e ad alta resistenza portland, pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della legge 595/65 e all'art. 59 del D.P.R. 380/2001 e ss.mm.ii. Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.
3) I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
d) Pozzolane - Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dalle norme tecniche vigenti.
e) Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. Per l'accettazione valgono i criteri generali dell'articolo "Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali" e le condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti.
f) Sabbie - Le sabbie dovranno essere assolutamente prive di terra, materie organiche o altre materie nocive, essere di tipo siliceo (o in subordine quarzoso, granitico o calcareo), avere grana omogenea, e provenire da rocce con elevata resistenza alla compressione. Sottoposta alla prova di decantazione in acqua, la perdita in peso della sabbia non dovrà superare il 2%.
La sabbia utilizzata per le murature, per gli intonaci, le stuccature, le murature a faccia vista e per i conglomerati cementizi dovrà essere conforme a quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008 e dalle relative norme vigenti.
La granulometria dovrà essere adeguata alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera. E' assolutamente vietato l'uso di sabbia marina.
I materiali dovranno trovarsi, al momento dell'uso in perfetto stato di conservazione.
Il loro impiego nella preparazione di malte e conglomerati cementizi dovrà avvenire con l'osservanza
delle migliori regole d'arte.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 459 - UNI EN 197 - UNI EN ISO 7027 - UNI EN 413 - UNI 9156 - UNI 9606.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.2 - MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE
1) Tutti gli inerti da impiegare nella formazione degli impasti destinati alla esecuzione di opere in conglomerato cementizio semplice od armato devono corrispondere alle condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti in materia.
2) Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni non nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di parametro o in pietra da taglio.
3) Gli additivi per impasti cementizi, come da norma UNI EN 934, si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti- acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione la Direzione dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare, secondo i criteri dell'articolo "Norme Generali - Accettazione Qualità ed Impiego dei Materiali", l'attestazione di conformità alle norme UNI EN 934, UNI EN 480 (varie parti) e UNI 10765.
4) I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e relative circolari esplicative.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 934 (varie parti), UNI EN 480 (varie parti), UNI EN 13139, UNI EN 13055-1, UNI EN 12620.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.3 - ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato D.M. 14 gennaio 2008 e dalle relative norme vigenti.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel D.M. di cui sopra.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
E' facoltà della Direzione dei Lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
2.2.4 - PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE
1 - Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero sistema di pavimentazione.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; la Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cotto forte, gres, ecc.) devono essere associate alla classificazione di cui alla norma 14411 basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua secondo le norme UNI EN ISO 10545-2 e 10545-3.
a) Le piastrelle di ceramica estruse o pressate di prima scelta devono rispondere alla norma UNI EN 14411.
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono all'appendice Q della UNI EN 14411, saranno accettati in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto ed, in mancanza, in base ad accordi tra Direzione dei Lavori e fornitore.
b) Per i prodotti definiti "pianelle comuni di argilla", "pianelle pressate ed arrotate di argilla" e "mattonelle greificate" dal Regio Decreto 2234/39, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti:
- resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo;
- resistenza alla flessione 2,5 N/mm² (25 kg/cm)2 minimo;
- coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
c) Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a secco ed estruse, per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alle norme UNI vigenti;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbimento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concordati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai produttori ed accettate dalla Direzione dei Lavori nel rispetto della norma UNI EN ISO 10545-1.
d) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
3 - I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni si intendono definiti come segue:
- elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti);
- elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
- lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 2 cm;
- marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm;
- marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;
- marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.
Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., fare riferimento alla norma UNI EN 14618.
I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.) ed a quanto prescritto nell'articolo prodotti di pietre naturali o ricostruite. In mancanza di tolleranze su disegni di progetto, si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte); le lastre ed i quadrelli
di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al Regio Decreto 2234/39 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm; l'accettazione avverrà secondo il punto 1. Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica:, UNI EN 1816, UNI EN 1817, UNI 8297, UNI EN 12199, UNI EN 14342, UNI EN 434, UNI ISO 4649.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.5 – INFISSI
1 - Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali, oggetti, e sostanze liquide o gassose nonché dell'energia tra spazi interni ed esterni dell'organismo edilizio o tra ambienti diversi dello spazio interno.
Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi.
Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento alla norma UNI 8369 ed alla norma armonizzata UNI EN 12519.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura.
La Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni indicate nel disegno di progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque devono, nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.), essere conformi alla norma UNI 7959 ed in particolare resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti, garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al vento.
Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico, comportamento al fuoco e resistenza a sollecitazioni gravose dovute ad attività sportive, atti vandalici, ecc.
Le prestazioni predette dovranno essere garantite con limitato decadimento nel tempo.
La Direzione dei Lavori potrà procedere all'accettazione delle luci fisse mediante i criteri seguenti:
a) mediante controllo dei materiali costituenti il telaio più vetro più elementi di tenuta (guarnizioni, sigillanti) più eventuali accessori, e mediante controllo delle caratteristiche costruttive e della lavorazione del prodotto nel suo insieme e/o dei suoi componenti; in particolare trattamenti protettivi del legno, rivestimenti dei metalli costituenti il telaio, l'esatta esecuzione dei giunti, ecc.;
b) mediante l'accettazione di dichiarazioni di conformità della fornitura alle classi di prestazione quali tenuta all'acqua, all'aria, resistenza agli urti, ecc. (vedere punto 3, lett. b,); di tali prove potrà anche chiedere la ripetizione in caso di dubbio o contestazione.
Le modalità di esecuzione delle prove saranno quelle definite nelle relative norme UNI per i serramenti (vedere punto 3).
3 - I serramenti interni ed esterni (finestre, porte finestre, e similari) dovranno essere realizzati seguendo le prescrizioni indicate nei disegni costruttivi o comunque nella parte grafica del progetto.
In mancanza di prescrizioni (o in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque nel loro insieme devono essere realizzati in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici e contribuire, per la parte di loro spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche, acustiche, luminose, di ventilazione, ecc.; lo svolgimento delle funzioni predette deve essere mantenuto nel tempo.
a) La Direzione dei Lavori potrà procedere all'accettazione dei serramenti mediante il controllo dei materiali che costituiscono l'anta ed il telaio ed i loro trattamenti preservanti ed i rivestimenti mediante il controllo dei vetri, delle guarnizioni di tenuta e/o sigillanti, degli accessori. Mediante il controllo delle sue caratteristiche costruttive, in particolare dimensioni delle sezioni resistenti, conformazione dei giunti, delle connessioni realizzate meccanicamente (viti, bulloni, ecc.) o per aderenza (colle, adesivi, ecc.) e comunque delle parti costruttive che direttamente influiscono sulla resistenza meccanica, tenuta all'acqua, all'aria, al vento, e sulle altre prestazioni richieste.
b) La Direzione dei Lavori potrà altresì procedere all'accettazione della attestazione di conformità della fornitura alle prescrizioni indicate nel progetto per le varie caratteristiche o in mancanza a quelle di seguito riportate. Per le classi non specificate valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
La attestazione di conformità dovrà essere comprovata da idonea certificazione e/o documentazione.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 12207, UNI EN 12208, UNI EN 12210, UNI EN 12211, UNI EN ISO 10077, UNI EN 179, UNI EN
1125, UNI EN 1154, UNI EN 1155, UNI EN 1158, UNI EN 12209, UNI EN 1935, UNI EN 13659, UNI
EN 13561, UNI EN 13241-1, UNI 10818, UNI EN 13126-1, UNI EN 1026 UNI EN 1027.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Porte e portoni omologati REI
Il serramento omologato REI deve essere installato seguendo le specifiche indicazioni riportate nel certificato di prova che, assieme all'omologazione del Ministero dell'Interno, alla dichiarazione della casa produttrice di conformità al prototipo approvato e alla copia della bolla di consegna presso il cantiere, dovrà accompagnare ogni serramento.
La ditta installatrice dovrà inoltre fornire una dichiarazione che attesti che il serramento è stato installato come specificato nel certificato di prova.
2.2.6 – PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
1 - Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti - facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio.
Tutti i prodotti descritti nei punti che seguono vengono considerati al momento della fornitura. La Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su
campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate e in genere come da norma UNI 8012.
2 - Prodotti rigidi
In via orientativa valgono le prescrizioni della norma UNI 8981 (varie parti).
a) Per le piastrelle di ceramica vale quanto riportato nell'articolo prodotti per pavimentazione, tenendo conto solo delle prescrizioni valide per le piastrelle da parete.
b) Per le lastre di pietra vale quanto riportato nel progetto circa le caratteristiche più significative e le lavorazioni da apportare. In mancanza o ad integrazione del progetto valgono i criteri di accettazione generali indicati nell'articolo: prodotti di pietra integrati dalle prescrizioni date nell'articolo prodotti per pavimentazioni di pietra (in particolare per le tolleranze dimensionali e le modalità di imballaggio). Sono comunque da prevedere gli opportuni incavi, fori, ecc. per il fissaggio alla parete e gli eventuali trattamenti di protezione.
c) Per gli elementi di metallo o materia plastica valgono le prescrizioni del progetto. Le loro prestazioni meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al fuoco, di resistenza agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni termoigrometriche saranno quelle prescritte in norme UNI, in relazione all'ambiente (interno/esterno) nel quale saranno collocati ed alla loro quota dal pavimento (o suolo), oppure in loro mancanza valgono quelle dichiarate dal fabbricante ed accettate dalla Direzione dei Lavori. Saranno inoltre predisposti per il fissaggio in opera con opportuni fori, incavi, ecc.
Per gli elementi verniciati, smaltati, ecc. le caratteristiche di resistenza alla usura, ai viraggi di colore, ecc. saranno riferite ai materiali di rivestimento.
La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione, produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.
Per gli elementi piccoli e medi fino a 1,2 m come dimensione massima si debbono realizzare opportuni punti di fissaggio ed aggancio. Per gli elementi grandi (pannelli prefabbricati) valgono per quanto applicabili e/o in via orientativa le prescrizioni dell'articolo sulle strutture prefabbricate di calcestruzzo.
3 - Prodotti fluidi o in pasta.
a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce-cemento-gesso), da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all'incendio adeguata;
- impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
b) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste:
- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
- essere traspiranti al vapore d'acqua;
- avere funzione impermeabilizzante;
- impedire il passaggio dei raggi U.V.;
- ridurre il passaggio della CO2;
- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
- avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
- resistere (quando richiesto) all'usura.
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.7 – PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE
1 - Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati funzionali di queste parti di edificio.
Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all'articolo che tratta queste opere.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; la Direzione dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI ed in mancanza di questi quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali).
2 - I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:
a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante pressatura o trafilatura con materiale normale od alleggerito devono rispondere alla norma UNI EN 771-1;
b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI EN 771-1 (ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei Lavori.
3 - I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ±0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ±2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.
I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei Lavori.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.8 – COMPONENTI DELL'IMPIANTO DI ADDUZIONE DELL'ACQUA
In conformità all'art. 6 - comma 1, del D.M. 22/01/2008, n. 37, gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alla regola dell'arte.
Nell'esecuzione di tutte le lavorazioni, le opere, le forniture, i componenti, anche relativamente a sistemi e subsistemi di impianti tecnologici oggetto dell'appalto, devono essere rispettate tutte le prescrizioni di legge e di regolamento in materia di qualità, provenienza e accettazione dei materiali e componenti nonché, per quanto concerne la descrizione, i requisiti di prestazione e le modalità di esecuzione di ogni categoria di lavoro, tutte le indicazioni contenute o richiamate contrattualmente nel presente Capitolato Speciale d'Appalto, negli elaborati grafici del progetto esecutivo e nella descrizione delle singole voci allegata allo stesso capitolato e, ove necessario, le caratteristiche e prescrizioni di enti preposti o associazioni di categoria quali UNI, CEI, UNCSAAL etc..
Per quanto riguarda l'accettazione, la qualità e l'impiego dei materiali, la loro provvista, il luogo della loro provenienza e l'eventuale sostituzione di quest’ultimo, si applica l'art. 167 del D.P.R. 207/2010.
2.2.9 – APPARECCHI SANITARI E RUBINETTERIA
In generale, gli apparecchi sanitari dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- robustezza meccanica;
- durabilità;
- assenza di difetti;
- resistenza all'abrasione;
- pulibilità di tutte le parti;
- a resistenza alla corrosione (per usi specifici);
- adeguatezza alle prestazioni da fornire.
Di seguito si riportano le caratteristiche degli apparecchi.
Vasi
- Dovranno essere conformi alla norma UNI EN 997 se di porcellana sanitaria ed alla UNI 8196 se di resina metacrilica.
Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono:
- tenuta d'acqua del sifone incorporato, visibili e di altezza non minore a 50 mm;
- superficie interne visibili completamente pulite dall'azione del flusso d'acqua comunque prodotto;
- nessuna proiezione di schizzi all'esterno durante l'uso;
- sedili costruiti con materiale non assorbente, di conduttività termica relativamente bassa, con apertura frontale quando montati in servizi pubblici.
Lavabi
Dovranno essere conformi alla norma UNI EN 14688. Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono:
- ogni punto deve essere agevolmente raggiungibile per la pulizia;
- il bacino di raccolta deve essere di conformazione tale da evitare la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.
Bidet
Dovranno essere conformi alle norme UNI EN 14528, se di resina metacrilica. Per tutti gli altri tipi i criteri di scelta sono:
- ogni punto agevolmente raggiungibile per la pulizia;
- nessuna proiezione di schizzi all'esterno durante l'uso;
- alimentazione d'acqua realizzata in modo tale da non contaminare la distribuzione dalla quale è derivata.
Xxxxxxxxx di erogazione e miscelazione
I rubinetti singoli ed i miscelatori dovranno essere conformi alla UNI EN 200. Tutti i tipi non normati devono avere le seguenti caratteristiche:
- inalterabilità nelle condizioni d'uso previste;
- tenuta all'acqua nel tempo;
- conformazione dei getti tale da non provocare spruzzi all'esterno dell'apparecchio, per effetto dell'impatto sulla superficie di raccolta;
- proporzionalità fra apertura e portata erogata;
- minima perdita di carico alla massima erogazione;
- silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le posizioni di funzionamento;
- facile smontabilità e sostituzione di pezzi, possibilmente con attrezzi elementari;
- continuità nella variazione di temperatura fra la posizione di freddo e quella di caldo e viceversa (per i rubinetti miscelatori).
Scarichi
Dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- inalterabilità;
- tenuta fra otturatore e piletta;
- facile e sicura regolabilità per il ripristino della tenuta stessa (scarichi a comando meccanico).
Sifoni
Dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- autopulibilità;
- superficie interna esente da scabrosità che favoriscano depositi;
- altezza minima del battente che realizza la tenuta ai gas di 50 mm;
- facile accessibilità e smontabilità.
Tubi di raccordo rigidi e flessibili (per il collegamento tra tubi di adduzione e rubinetteria)
I tubi metallici flessibili dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti. Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono:
- inalterabilità nelle condizioni d'uso previste;
- indeformabilità in senso radiale alle sollecitazioni interne ed xxxxxxx xxxxxx all'uso;
- superficie interna esente da scabrosità che favoriscano i depositi;
- pressione di prova uguale a quella dei rubinetti collegati.
La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta se i tubi rispondono ad una serie di norme, alcune specifiche in relazione al materiale, tra le quali: UNI EN 579, UNI EN 580, UNI EN 712, UNI EN 713, UNI EN 714, UNI EN 715, UNI EN ISO 1167, UNI EN ISO 2505, UNI EN
ISO 4671, UNI EN ISO 7686, UNI EN ISO 15875. Tale rispondenza deve essere comprovata da una dichiarazione di conformità.
Rubinetti a passo rapido, flussometri (per vasi, orinatoi e vuotatoi)
Dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- erogazione con acqua di portata, energia e quantità sufficienti ad assicurare la pulizia;
- dispositivi di regolazione della portata e della quantità di acqua erogata;
- costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito;
- contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento.
Cassette per l'acqua di pulizia (per vasi, orinatoi e vuotatoi)
Dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- troppopieno di sezione tale da impedire, in ogni circostanza, la fuoriuscita di acqua dalla cassetta;
- rubinetto a galleggiante che regola l'afflusso dell'acqua, realizzato in modo che, dopo l'azione di pulizia, l'acqua fluisca ancora nell'apparecchio, sino a ripristinare nel sifone del vaso il battente d'acqua che realizza la tenuta ai gas;
- costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito;
- contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento;
- spazi minimi di rispetto per gli apparecchi sanitari.
Per il posizionamento degli apparecchi, dovranno essere rispettate le indicazioni riportate nelle norme UNI 9182 e UNI EN 806 varie parti.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.10 – MURATURE IN GENERE: CRITERI GENERALI PER L'ESECUZIONE
Nella costruzione delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle volte, piattabande e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per:
- il passaggio delle canalizzazioni verticali;
- per il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione;
- gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc..
Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione.
Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di otto né minore di 5 mm.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per la esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente collegate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi con paramento a vista (cortina) si dovrà avere cura di scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di paramento i giunti non dovranno avere larghezza maggiore di 5 mm e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica o di cemento, diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura.
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di zero gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
La Direzione dei Lavori stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani, di porte e finestre siano collocati degli architravi (cemento armato, acciaio) delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro ed al sovraccarico.
Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.
Per quanto non espressamente contemplato nel presente articolo, le modalità esecutive devono essere conformi alle indicazioni della normativa consolidata.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.2.11 – OPERE DI TINTEGGIATURA, VERNICIATURA E COLORITURA
Le operazioni di tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovranno essere precedute da un'accurata preparazione delle superfici interessate (raschiatura, scrostatura, stuccatura, levigatura e pulizia) con modalità e sistemi idonei ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.
In particolare, dovrà curarsi che le superfici si presentino perfettamente pulite e pertanto esenti da macchie di sostanze grasse od untuose, da ossidazioni, ruggine, scorie.
Nel corso dell'applicazione delle pitture, dovrà essere posta particolare cura agli spigoli e alle zone difficilmente accessibili.
L'applicazione dovrà essere effettuata esclusivamente con prodotti pronti all'uso e preparati nei modi stabiliti dalle case produttrici; non sarà, quindi, consentito procedere, salvo altre prescrizioni, ad ulteriori miscelazioni con solventi o simili che non siano state specificatamente prescritte.
Tutti i prodotti dovranno trovarsi nei recipienti originali, sigillati, con le indicazioni del produttore, le informazioni sul contenuto, le modalità di conservazione ed uso e quanto altro richiesto per l'impiego dei materiali.
La temperatura ambiente non dovrà in ogni caso superare i 40°C mentre la temperatura delle superfici dovrà essere compresa fra i 5°C e 50°C con un massimo di 80% di umidità relativa.
L'applicazione dei prodotti vernicianti non dovrà venire effettuata su superfici umide; in esterno pertanto, salvo l'addizione di particolari prodotti, le stesse operazioni saranno sospese con tempo piovoso, nebbioso od in presenza di vento.
In ogni caso, le opere eseguite dovranno essere protette fino a completo essiccamento in profondità, dalle correnti d'aria, dalla polvere, dall'acqua, dal sole e da ogni causa che possa costituire origine di danno e di degenerazione in genere.
L’appaltatore dovrà adottare inoltre ogni precauzione e mezzo atti ad evitare spruzzi, sbavature e macchie di pitture, vernici, smalti sulle opere già eseguite (pavimenti, rivestimenti, zoccolatura, intonaci, infissi, apparecchi sanitari, rubinetterie ecc.) restando a carico dello stesso ogni lavoro o provvedimento necessari per l'eliminazione degli imbrattamenti, dei degradi nonché degli eventuali danni apportati.
La Direzione dei Lavori avrà la facoltà di ordinare, a cura e spese dell'Appaltatore, il rifacimento delle lavorazioni risultanti da esecuzione non soddisfacente e questo sia per difetto dei materiali impiegati, sia per non idonea preparazione delle superfici, per non corretta applicazione degli stessi, per mancanza di cautele o protezioni o per qualunque altra causa ascrivibile all'Appaltatore.
L'Appaltatore dovrà procedere con immediatezza a tali rifacimenti, eliminando nel frattempo eventuali danni conseguenti dei quali rimane, in ogni caso ed a tutti gli effetti, unico responsabile.
In ogni caso le opere eseguite dovranno essere protette, fino al completo essiccamento, dalla polvere, dall'acqua e da ogni altra fonte di degradazione.
Tutti i componenti base, i solventi, i diluenti e gli altri prodotti usati dalle case produttrici per la preparazione delle forniture, dalla mano d'opera per l'applicazione e gli eventuali metodi di prova, dovranno essere conformi alla normativa vigente ed avere caratteristiche qualitative costanti confermate dai marchi di qualità.
Prima dell'applicazione di ogni successiva mano di pittura la mano precedente dovrà essere completamente essiccata o indurita e, inoltre, dovrà essere riparato ogni eventuale danneggiamento delle mani già applicate, utilizzando lo stesso tipo di pittura usato in precedenza.
La scelta dei colori è dovuta al criterio insindacabile della Direzione dei Lavori e non sarà ammessa alcuna distinzione tra colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e delle migliori qualità.
Il colore di ogni mano di pittura dovrà essere diverso da quello della mano precedente per evitare di lasciare zone non pitturate e per controllare il numero delle passate che sono state applicate.
In caso di contestazione, qualora l'Appaltatore non sia in grado di dare la dimostrazione del numero di passate effettuate, la decisione sarà a sfavore dell'Appaltatore stesso. Comunque egli ha l'obbligo, dopo l'applicazione di ogni passata e prima di procedere all'esecuzione di quella successiva, di farsi rilasciare dal personale della Direzione dei Lavori una dichiarazione scritta.
Prima d'iniziare le opere da pittore, l'Appaltatore ha inoltre l'obbligo di eseguire nei luoghi e con le modalità che gli saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere l'approvazione della Direzione dei Lavori. Egli dovrà infine adottare ogni precauzione e mezzo atti ad evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere finite (pavimenti, rivestimenti, infissi, ecc.), restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati.
Le opere di verniciatura su manufatti metallici saranno precedute da accurate operazioni di pulizia (nel caso di elementi esistenti) e rimozione delle parti ossidate; verranno quindi applicate
almeno una mano di vernice protettiva ed un numero non inferiore a due mani di vernice del tipo e colore previsti fino al raggiungimento della completa uniformità della superficie.
Nelle opere di verniciatura eseguite su intonaco, oltre alle verifiche della consistenza del supporto ed alle successive fasi di preparazione si dovrà attendere un adeguato periodo, fissato dalla Direzione dei lavori, di stagionatura degli intonaci; trascorso questo periodo si procederà all'applicazione di una mano di imprimitura (eseguita con prodotti speciali) o una mano di fondo più diluita alla quale seguiranno altre due mani di vernice del colore e caratteristiche fissate.
La tinteggiatura potrà essere eseguita, salvo altre prescrizioni, a pennello, a rullo, a spruzzo,ecc. in conformità con i modi fissati per ciascun tipo di lavorazione nell’elenco prezzi progettuale.
2.2.12 – DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Le demolizioni di murature, xxxxxxxxxxxx, ecc., sia parziali che complete, devono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue murature, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi, danni collaterali o disturbo. Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di
risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni e rimozioni l'appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti concordati con la Direzione dei Lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore della Stazione Appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella pulizia, sia nel trasporto, sia nei loro assestamenti e per evitarne la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà della stazione appaltante, la quale potrà ordinare all'appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre dall'appaltatore essere trasportati fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche. Al tal proposito, l’appaltatore si configura quale produttore del rifiuto ai sensi dell’art. 183 D. Lgs. n. 152/2006, pertanto ad egli spetta l’osservanza di ogni obbligo sancito dalla norma medesima.
2.2.13 – ESECUZIONE DELL'IMPIANTO DI ADDUZIONE DELL'ACQUA
In conformità all'art. 6 - comma 1 del D.M. 22/01/2008 n. 37, gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alla regola dell'arte. Si considerano a regola d'arte gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri enti di normalizzazione
appartenenti agli stati membri dell'Unione Europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo.
1 Si intende per impianto di adduzione dell'acqua l'insieme delle apparecchiature, condotte, apparecchi erogatori che trasferiscono l'acqua potabile (o quando consentito non potabile) da una fonte (acquedotto pubblico, pozzo o altro) agli apparecchi erogatori.
2 Per la realizzazione delle diverse parti funzionali si utilizzano i materiali indicati nei documenti progettuali. Qualora non siano specificati in dettaglio nel progetto od a suo completamento si rispetteranno le prescrizioni seguenti e quelle già fornite per i componenti; vale inoltre, quale prescrizione ulteriore a cui fare riferimento, la norma UNI 9182 - UNI EN 806 e la UNI 9511.
Le reti di distribuzione dell'acqua devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
- le colonne montanti devono possedere alla base un organo di intercettazione (valvola, ecc.), con organo di taratura della pressione, e di rubinetto di scarico (con diametro minimo 1/2 pollice), le stesse colonne alla sommità devono possedere un ammortizzatore di colpo d'ariete. Nelle reti di piccola estensione le prescrizioni predette si applicano con gli opportuni adattamenti;
- le tubazioni devono essere posate a distanza dalle pareti sufficiente a permettere lo smontaggio e la corretta esecuzione dei rivestimenti protettivi e/o isolanti. La conformazione deve permettere il completo svuotamento e l'eliminazione dell'aria. Quando sono incluse reti di circolazione dell'acqua calda per uso sanitario queste devono essere dotate di compensatori di dilatazione e di punti di fissaggio in modo tale da far mantenere la conformazione voluta;
- la collocazione dei tubi dell'acqua non deve avvenire all'interno di cabine elettriche, al di sopra di quadri apparecchiature elettriche, od in genere di materiali che possono divenire pericolosi se bagnati dall'acqua, all'interno di immondezzai e di locali dove sono presenti sostanze inquinanti. Inoltre i tubi dell'acqua fredda devono correre in posizione sottostante i tubi dell'acqua calda. La posa entro parti murarie è da evitare. Quando ciò non è possibile i tubi devono essere rivestiti con materiale isolante e comprimibile, dello spessore minimo di 1 cm;
- nell'attraversamento di strutture verticali ed orizzontali i tubi devono scorrere all'interno di controtubi di acciaio, plastica, ecc. preventivamente installati, aventi diametro capace di contenere anche l'eventuale rivestimento isolante. Il controtubo deve resistere ad eventuali azioni aggressive; l'interspazio restante tra tubo e controtubo deve essere riempito con materiale incombustibile per tutta la lunghezza. In generale si devono prevedere adeguati supporti sia per le tubazioni sia per gli apparecchi quali valvole, ecc., ed inoltre, in funzione dell'estensione ed andamento delle tubazioni, compensatori di dilatazione termica;
- le coibentazioni devono essere previste sia per i fenomeni di condensa delle parti non in vista dei tubi di acqua fredda, sia per i tubi dell'acqua calda per uso sanitario. Quando necessario deve essere considerata la protezione dai fenomeni di gelo.
Nella realizzazione dell'impianto si devono inoltre rispettare le distanze minime nella posa degli apparecchi sanitari norma UNI 9182 e le disposizioni particolari necessarie a garantire l'accessibilità (D.P.R. 380/2001 e s.m.i., e D.M. 236/89).
Nei locali da bagno sono da considerare le prescrizioni relative alla sicurezza (distanze degli apparecchi sanitari, da parti dell'impianto elettrico) così come indicato nella norma CEI 64-8.
Ai fini della limitazione della trasmissione del rumore e delle vibrazioni, oltre a scegliere componenti con bassi livelli di rumorosità (e scelte progettuali adeguate), in fase di esecuzione si curerà di adottare corrette sezioni interne delle tubazioni in modo da non superare le velocità di scorrimento dell'acqua previste, limitare le pressioni dei fluidi soprattutto per quanto riguarda gli organi di intercettazione e controllo, ridurre la velocità di rotazione dei motori di pompe, ecc. (in linea di principio non maggiori di 1.500 giri/minuto). In fase di posa si curerà l'esecuzione dei dispositivi di dilatazione, si inseriranno supporti antivibranti ed ammortizzatori per evitare la propagazione di vibrazioni, si useranno isolanti acustici in corrispondenza delle parti da murare.
3 La Direzione dei Lavori per la realizzazione dell'impianto di adduzione dell'acqua opererà come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di esecuzione siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, per le parti destinate a non restare in vista o che possono influire negativamente sul funzionamento finale, verificherà che l'esecuzione sia coerente con quella concordata (questa verifica potrà essere effettuata anche in forma casuale e statistica nel caso di grandi opere).
In particolare verificherà le giunzioni con gli apparecchi, il numero e la dislocazione dei supporti, degli elementi di dilatazione, degli elementi antivibranti, ecc.
b) Al termine dell'installazione verificherà che siano eseguite dall'installatore e sottoscritte in una dichiarazione di conformità, le operazioni di prelavaggio, di lavaggio prolungato, di disinfezione e di risciacquo finale con acqua potabile. Detta dichiarazione riporterà inoltre i risultati del collaudo (prove idrauliche, di erogazione, livello di rumore). Tutte le operazioni predette saranno condotte secondo la norma UNI 9182, punti 25 e 27. Al termine la Direzione dei Lavori raccoglierà in un fascicolo i documenti progettuali più significativi ai fini della successiva gestione e manutenzione (schemi dell'impianto, dettagli costruttivi, schede di componenti con dati di targa, ecc.) nonché le istruzioni per la manutenzione rilasciate dai produttori dei singoli componenti e dall'installatore (modalità operative e frequenza delle operazioni).
2.2.14 – ESECUZIONE DELL’IMPIANTO DI SCARICO ACQUE USATE
In conformità all'art. 6 - comma 1, del D.M. 22/01/2008, n. 37 e s.m.i., gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alla regola dell'arte. Si considerano a regola d'arte gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri enti di normalizzazione appartenenti agli stati membri dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo.
Inoltre, l'impianto di scarico delle acque usate deve essere conforme alle disposizioni della parte III del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. (Norme in materia ambientale).
Si intende per impianto di scarico delle acque usate l'insieme delle condotte, apparecchi, ecc. che trasferiscono l'acqua dal punto di utilizzo alla fogna pubblica.
Il sistema di scarico deve essere indipendente dal sistema di smaltimento delle acque meteoriche almeno fino al punto di immissione nella fogna pubblica.
Il sistema di scarico può essere suddiviso in più impianti convoglianti separatamente acque fecali, acque saponose, acque grasse. Il modo di recapito delle acque usate sarà comunque conforme alle prescrizioni delle competenti autorità.
L'impianto di cui sopra si intende funzionalmente suddiviso come segue:
- parte destinata al convogliamento delle acque (raccordi, diramazioni, colonne, collettori);
- parte destinata alla ventilazione primaria;
- parte designata alla ventilazione secondaria;
- raccolta e sollevamento sotto quota;
- trattamento delle acque.
Per la realizzazione delle diverse parti funzionali, si utilizzeranno i materiali ed i componenti indicati nei documenti progettuali ed a loro completamento si rispetteranno le prescrizioni seguenti.
Vale inoltre quale precisazione ulteriore a cui fare riferimento la norma UNI EN 12056. I tubi utilizzabili devono rispondere alle seguenti norme:
- tubi di acciaio zincato: UNI EN 10224 e UNI EN 10255 (il loro uso deve essere limitato alle acque di scarico con poche sostanze in sospensione e non saponose). Per la zincatura si fa riferimento alle norme sui trattamenti galvanici. Per i tubi di acciaio rivestiti, il rivestimento deve rispondere alle prescrizioni delle norme UNI ISO 5256, UNI EN 10240, UNI 9099, UNI 10416-1 esistenti (polietilene, bitume, ecc.) e comunque non deve essere danneggiato o staccato; in tal caso deve essere eliminato il tubo;
- tubi di materiale plastico: devono rispondere alle seguenti norme: tubi di PVC per condotte all'interno dei fabbricati: UNI EN 1329-1; tubi di polipropilene (PP): UNI EN 1451-1;
- tubi di polietilene ad alta densità (PEad) per condotte all'interno dei fabbricati: UNI EN 1519- 1.
Per gli altri componenti vale quanto segue:
- per gli scarichi ed i sifoni di apparecchi sanitari, vedere articolo sui componenti dell'impianto di adduzione dell'acqua;
- in generale i materiali di cui sono costituiti i componenti del sistema di scarico devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
a) minima scabrezza, al fine di opporre la minima resistenza al movimento dell'acqua;
b) impermeabilità all'acqua ed ai gas per impedire i fenomeni di trasudamento e di fuoruscita odori;
c) resistenza all'azione aggressiva esercitata dalle sostanze contenute nelle acque di scarico, con particolare riferimento a quelle dei detersivi e delle altre sostanze chimiche usate per lavaggi;
d) resistenza all'azione termica delle acque aventi temperature sino a 90° C circa;
e) opacità alla luce per evitare i fenomeni chimici e batteriologici favoriti dalle radiazioni luminose;
f) resistenza alle radiazioni UV, per i componenti esposti alla luce solare;
g) resistenza agli urti accidentali.
In generale i prodotti ed i componenti devono inoltre rispondere alle seguenti caratteristiche:
h) conformazione senza sporgenze all'interno per evitare il deposito di sostanze contenute o trasportate dalle acque;
i) stabilità di forma in senso sia longitudinale sia trasversale;
l) sezioni di accoppiamento con facce trasversali perpendicolari all'asse longitudinale;
m) minima emissione di rumore nelle condizioni di uso;
n) durabilità compatibile con quella dell'edificio nel quale sono montati;
gli accumuli e sollevamenti devono essere a tenuta di aria per impedire la diffusione di odori all'esterno, ma devono avere un collegamento con l'esterno a mezzo di un tubo di ventilazione di sezione non inferiore a metà del tubo o della somma delle sezioni dei tubi che convogliano le acque nell'accumulo;
Per la realizzazione dell'impianto si utilizzeranno i materiali, i componenti e le modalità indicate nei documenti progettuali.
Vale inoltre quale prescrizione ulteriore a cui fare riferimento la norma UNI EN 12056.
1) Nel suo insieme l'impianto deve essere installato in modo da consentire la facile e rapida manutenzione e pulizia; deve permettere la sostituzione, anche a distanza di tempo, di ogni sua parte senza gravosi o non previsti interventi distruttivi di altri elementi della costruzione; deve permettere l'estensione del sistema, quando previsto, ed il suo facile collegamento ad altri sistemi analoghi.
2) Le tubazioni orizzontali e verticali devono essere installate in allineamento secondo il proprio asse, parallele alle pareti e con la pendenza di progetto. Esse non devono passare sopra apparecchi elettrici o similari o dove le eventuali fuoriuscite possono provocare inquinamenti. Quando ciò è inevitabile devono essere previste adeguate protezioni che convoglino i liquidi in un punto di raccolta. Quando applicabile vale il D.M. 12 dicembre 1985 per le tubazioni interrate.
3) I raccordi con curve e pezzi speciali devono rispettare le indicazioni predette per gli allineamenti, le discontinuità, le pendenze, ecc.
Le curve ad angolo retto non devono essere usate nelle connessioni orizzontali (sono ammesse tra tubi verticali ed orizzontali), sono da evitare le connessioni doppie e tra loro frontali ed i raccordi a T. I collegamenti devono avvenire con opportuna inclinazione rispetto all'asse della tubazione ricevente ed in modo da mantenere allineate le generatrici superiori dei tubi.
4) I cambiamenti di direzione devono essere fatti con raccordi che non producano apprezzabili variazioni di velocità od altri effetti di rallentamento.
Le connessioni in corrispondenza di spostamento dell'asse delle colonne dalla verticale devono avvenire ad opportuna distanza dallo spostamento e comunque a non meno di 10 volte il diametro del tubo ed al di fuori del tratto di possibile formazione delle schiume.
5) Gli attacchi dei raccordi di ventilazione secondaria devono essere realizzati come indicato nella norma UNI EN 12056. Le colonne di ventilazione secondaria, quando non hanno una fuoriuscita diretta all'esterno, possono:
- essere raccordate alle colonne di scarico ad una quota di almeno 15 cm più elevata del bordo superiore del troppopieno dell'apparecchio collocato alla quota più alta nell'edificio;
- essere raccordate al disotto del più basso raccordo di scarico;
- devono essere previste connessioni intermedie tra colonna di scarico e ventilazione almeno ogni 10 connessioni nella colonna di scarico.
6) I terminali delle colonne fuoriuscenti verticalmente dalle coperture devono essere a non meno di 0,15 m dall'estradosso per coperture non praticabili ed a non meno di 2 m per coperture praticabili. Questi terminali devono distare almeno 3 m da ogni finestra oppure essere ad almeno 0,60 m dal bordo più alto della finestra.
7) Punti di ispezione devono essere previsti con diametro uguale a quello del tubo fino a 100 mm, e con diametro minimo di 100 mm negli altri casi.
La loro posizione deve essere:
- al termine della rete interna di scarico insieme al sifone e ad una derivazione;
- ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°;
- ogni 15 m di percorso lineare per tubi con diametro sino a 100 mm ed ogni 30 m per tubi con diametro maggiore;
- ad ogni confluenza di due o più provenienze;
- alla base di ogni colonna.
Le ispezioni devono essere accessibili ed avere spazi sufficienti per operare con gli utensili di pulizia. Apparecchi facilmente rimovibili possono fungere da ispezioni.
Nel caso di tubi interrati con diametro uguale o superiore a 300 mm bisogna prevedere pozzetti di ispezione ad ogni cambio di direzione e comunque ogni 40÷50 m.
8) I supporti di tubi ed apparecchi devono essere staticamente affidabili, durabili nel tempo e tali da non trasmettere rumori e vibrazioni. Le tubazioni vanno supportate ad ogni giunzione; ed inoltre quelle verticali almeno ogni 2,5 m e quelle orizzontali ogni 0,5 m per diametri fino a 50 mm, ogni 0,8 m per diametri fino a 100 mm, ogni 1,00 m per diametri oltre 100 mm. Il materiale dei supporti deve essere compatibile chimicamente ed in quanto a durezza con il materiale costituente il tubo.
9) Si devono prevedere giunti di dilatazione, per i tratti lunghi di tubazioni, in relazione al materiale costituente ed alla presenza di punti fissi quali parti murate o vincolate rigidamente. Gli attraversamenti delle pareti a seconda della loro collocazione possono essere per incasso diretto, con utilizzazione di manicotti di passaggio (controtubi) opportunamente riempiti tra tubo e manicotto, con foro predisposto per il passaggio in modo da evitare punti di vincolo.
10) Gli scarichi a pavimento all'interno degli ambienti devono sempre essere sifonati con possibilità di un secondo attacco.
La Direzione dei Lavori per la realizzazione dell'impianto di scarico delle acque usate opererà come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di esecuzione siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre (per le parti destinate a non restare in vista o che possono influire in modo irreversibile sul funzionamento finale) verificherà che l'esecuzione sia coerente con quella concordata (questa verifica potrà essere effettuata anche in forma casuale e statistica nel caso di grandi opere). In particolare verificherà le giunzioni con gli apparecchi, il numero e la dislocazione dei supporti, degli elementi di dilatazione e degli elementi antivibranti.
Effettuerà o farà effettuare e sottoscrivere in una dichiarazione i risultati delle prove di tenuta all'acqua eseguendola su un tronco per volta (si riempie d'acqua e lo si sottopone alla pressione di 20 kPa per 1 ora; al termine non si devono avere perdite o trasudamenti).
b) Al termine dei lavori verificherà che siano eseguite dall'installatore e sottoscritte in una dichiarazione di conformità le prove seguenti:
- evacuazione realizzata facendo scaricare nello stesso tempo, colonna per xxxxxxx, gli apparecchi previsti dal calcolo della portata massima contemporanea. Questa prova può essere collegata a quella della erogazione di acqua fredda, e serve ad accertare che l'acqua venga evacuata con regolarità, senza rigurgiti, ribollimenti e variazioni di regime. In particolare si deve constatare che dai vasi possono essere rimossi oggetti quali carta leggera appallottolata e mozziconi di sigaretta;
- tenuta agli odori, da effettuare dopo il montaggio degli apparecchi sanitari, dopo aver riempito tutti i sifoni (si esegue utilizzando candelotti fumogeni e mantenendo una pressione di 250 Pa nel tratto in prova. Nessun odore di fumo deve entrare nell'interno degli ambienti in cui sono montati gli apparecchi).
Al termine la Direzione dei Lavori raccoglierà inoltre in un fascicolo i documenti progettuali più significativi ai fini della successiva gestione e manutenzione (schemi dell'impianto, dettagli costruttivi, schede dei componenti, ecc.) nonché le istruzioni per la manutenzione rilasciate dai produttori dei singoli componenti e dall'installatore (modalità operative e frequenza delle operazioni).
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
2.3 IMPIANTO ELETTRICO
2.3.1 PRESCRIZIONI GENERALI
I materiali, gli apparecchi e la messa in opera degli impianti elettrici saranno conformi al progetto, alla normativa vigente ed a quanto disposto dal presente capitolato.
Prima dell'inizio dei lavori relativi all'installazione dell'impianto, l'Appaltatore e' tenuto a presentare un'adeguata campionatura, tutte le informazioni, note tecniche ed integrazioni al progetto eventualmente richieste.
Il collaudo degli impianti avverra' sia in corso d'opera che a lavori ultimati ed interessera' parte degli impianti o tutta la rete installata.
I conduttori saranno in rame elettrolitico di prima fusione; qualora, nello stesso impianto, venissero impiegati sia conduttori in rame che in alluminio non dovranno esserci punti di contatto diretto fra i due metalli salvo con le apposite morsettiere.
I tubi di protezione dei conduttori saranno realizzati con resine poliviniliche e, nei tratti richiesti (sotto i pavimenti, con carichi particolari, etc.), avranno spessori adeguati.
Tutti gli interruttori avranno distanze di isolamento e contatti idonei alla tensione di esercizio, non dovranno essere soggetti a surriscaldamenti o deformazioni, essere di facile manovrabilita' e con i dispositivi di sicurezza richiesti.
Le valvole, le morsettiere, le cassette, i comandi e le prese di corrente dovranno essere facilmente individuabili e di immediata lettura od uso.
Tutte le parti dell'impianto saranno soggette, in caso di locali con pericolo di incendio, alle particolari specifiche del caso.
La tensione di alimentazione delle lampade ad incandescenza e degli apparecchi monofase non dovra' superare i 230 Volt.
I conduttori avranno, salvo altre prescrizioni, sezione non inferiore a:
a) - 1,5 mmq. per i circuiti luce/ segnalazione;
- 2,5 mmq. per i circuiti F.M. e terra (singole utenze);
- 6 mmq. per i circuiti di terra;
b) isolamento minimo di grado 3;
c) la caduta di tensione massima ammessa sino all'utilizzo dovra' essere del 4% per i circuiti luce e del 5% per quelli di forza motrice.
Ogni impianto dovra' avere un interruttore generale onnipolare e dispositivi di protezione contro i corti circuiti ed i sovraccarichi, sara' inoltre predisposta la completa messa a terra dell'edificio e delle sue parti con una rete di conduttori totalmente separata.
Tutte le parti metalliche accessibili soggette a passaggi di corrente anche accidentali, dovranno essere protette contro le tensioni di contatto usando adeguate reti di messa a terra od isolamenti speciali.
Particolare cura dovra' essere usata nell'attuazione dei collegamenti per le parti metalliche, la messa a terra e l'insieme dell'impianto elettrico, secondo le norme previste per i locali da bagno.
2.3.2 INSTALLAZIONE
Tutti i conduttori dell'impianto elettrico, anche se isolati, dovranno essere messi in opera (sia sottotraccia che in vista) in tubi di protezione in plastica o altro materiale eventualmente richiesto per installazioni speciali.
Il diametro interno dei tubi protettivi sara' 1,5 volte il diametro del cerchio circoscritto dal fascio di cavi contenuto e, comunque, mai inferiore a 16 mm.; nel caso di ambienti con pericolo di incendio, i tubi protettivi saranno in acciaio con giunti a manicotto filettati e con cassette, interruttori ed ogni altra parte dell'impianto a tenuta stagna.
Tutte le parti dell'impianto dovranno risultare chiaramente distinguibili (con colori e posizioni adeguate) e le separazioni richieste fra le varie reti saranno eseguite con l'esclusione di qualsiasi punto di contatto.
I cavi disposti in canalizzazioni non dovranno essere soggetti a fenomeni di surriscaldamento o condensa e nessun elemento o parte di impianto elettrico, telefonico, televisivo, etc. estraneo all'impianto ascensori, dovra' trovarsi nei vani di corsa degli stessi.
Le giunzioni dei conduttori saranno eseguite con l'impiego di morsetti collocati in cassette o scatole di derivazione; nessun conduttore, cavo o altra parte dell'impianto elettrico potra' essere soggetto (o trasmettere) sollecitazioni meccaniche eccedenti il peso proprio.
Tutte le cassette e le scatole di derivazione saranno incassate, salvo altre prescrizioni, al livello delle superfici murarie finite; le prese a spina o gli interruttori per gli elettrodomestici ed apparecchi di particolare potenza saranno del tipo previsto dalle norme vigenti.
I quadri saranno posizionati in luoghi accessibili, escludendo i locali soggetti a pericolo di incendio ed oltre al quadro generale centralizzato saranno installati quadri secondari di distribuzione ad ogni piano.
2.3.3 CONSISTENZA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
L’impianto elettrico generale si compone dei seguenti impianti:
- impianto di illuminazione
- impianto di forza motrice
- impianto di trasmissione dati e telefonia
- impianto di rivelazione ed allarme incendi
- impianto di videoproiezione e diffusione sonora
- impianto T.V.C.C.
2.3.4 APPARECCHI SERIE CIVILE COMPONIBILE
Apparecchi di tipo modulare con ingombri da 1 a 3 moduli, componibili su supporti a 3 moduli.
Il montaggio degli apparecchi avverrà a scatto dal retro senza l’uso di utensili; lo smontaggio sarà possibile solamente con l’uso di un attrezzo.
I supporti impiegati saranno in policarbonato autoestinguente, realizzati in maniera tale da isolare completamente le parti attive ed i cavi di collegamento della placca.
Normativa di riferimento
Apparecchi di comando (AC) CEI 23.9
Apparecchi di protezione (AP) CEI 23.3 CEI 23.18 Apparecchiature di derivazione (AD) CEI 12.15
Prese a spina (PS) CEI 23.5 Prese a spina complementari (PSC) CEI 23.16 Apparecchiature elettroniche IEC 669-2-1
Caratteristiche generali | AC | AP | PS | PSC |
Tensione nominale | 250V | 220V | 250V | 250V |
Frequenza | 50Hz | 50Hz | 50Hz | 50Hz |
Sez. max. conduttori | 2x4mm2 | 2x4mm2 | 2x4mm2 | 2x4mm2 |
Corrente nominale | 10, 16A | 6, 10 e 16A | 10 e 16A | 10 e 16A |
Idn | - | 10ma | - | - |
Numero poli | 1 e 2P | 1P, 1P+N | 2P+T | 2P+T |
Potere d’interruzione: | ||||
6A | - | 1500A | - | - |
10 e 16A | - | 3000A | - | - |
Grado di protezione | IP31 o 41 | IP41 | IP21 | IP21 |
2.3.5 PRESE INTERBLOCCATE
Saranno costituite da una custodia metallica o in pvc autoestinguente con fori per fissaggio a parete e saranno complete di:
- interruttore rotativo o a levetta con dispositivo di blocco della presa a circuito inserito;
- frutto (presa CEE) in materiale isolante termoplastico e termoindurente;
- gruppo di potafusibili con fusibili per protezione linea, bipolare o tripolare, con o senza neutro (in alternativa potranno essere previsti degli interruttori magnetotermici modulari);
- morsetto di terra;
- accessori di montaggio e cablaggio interni;
- coperchio a molla con guaina e tappo da 1/4 di giro;
- grado di protezione minimo IP 65;
- morsetti interni per serraggio conduttori di sezione fino a 6 mmq.
2.3.6 TUBAZIONI ISOLANTI
Saranno realizzate con materiale plastico autoestinguente costituito da mescole di polivinile (pvc) trafilato per la formazione di tubazioni rigide o stampato per quelle flessibili di tipo corrugato.
Saranno conformi alle norme CEI e porteranno il contrassegno del Marchio Italiano di Qualità.
Il tipo rigido sarà piegabile a freddo con apposite molle oppure a caldo senza comunque diminuire le prestazioni tecniche e meccaniche della tubazione.
Gli accessori di installazione saranno:
- manicotti di giunzione;
- curve ispezionabili o meno;
- tasselli con fascette porta-tubo;
- raccordi a T, ecc.
Le tubazioni flessibili, di tipo pesante antischiacciamento per posa rispettivamente a parete ed a pavimento, saranno inoltre complete, ove occorra, di filo pilota per l’infilaggio dei conduttori.
2.3.7 CANALETTE IN ACCIAIO ZINCATO
Canalette portacavi in lamiera di acciaio zincato dello spessore di circa 15/10, complete di:
- coperchio in lamiera zincata;
- staffe di sostegno;
- curve, giunti, derivazioni e riduzioni di sezione;
- bulloni ed accessori di montaggio.
Ove necessario, saranno dotate del grado di protezione IP 44.
2.3.8 CANALETTE IN PVC
Saranno costituite da profilati in pvc autoestinguente e saranno complete di:
- coperchio in pvc autoestinguente fissabile a scatto;
- setti di separazione interna fissabili ad incastro su ancoraggi predisposti;
- staffe di sostegno a parete o a soffitto;
- supporti plastici per il sostenimento dei cavi, da usarsi per la posa in verticale delle canalette;
- giunti rettilinei;
- curve, accessori per spostamenti di quota e raccordi con canalette di sezione diversa. Avranno grado di protezione medio IP 21.
2.3.9 CASSETTE DI DISTRIBUZIONE DA INCASSO
Saranno realizzate in polistirolo antiurto arancio autoestinguente e composte da:
- settori sfondabili pretranciati su tutti i lati;
- guide per posa separatori isolanti al fine di installare nella scatola impianti a tensioni e per usi differenti;
- coperchio in pvc fissabile con viti su fori asolati;
- anello di rinforzo superiore;
- possibilità di utilizzare coperchi paramalta.
2.3.10 CASSETTE DI DISTRIBUZIONE STAGNE
Saranno costituite da scatole con corpo in lega di materiale termoplastico autoestinguente e composte da:
- settori sfondabili circolari per l’entrata di cavi o tubazioni su tutti i lati;
- passacavi in gomma;
- fori sul fondo per il fissaggio della scatola a parete mediante viti con tasselli di ancoraggio;
- coperchio in pvc fissabile con viti e con cerniere bilaterali piombabili per le scatole più grandi;
- guaina tubolare incassata nella scatola o nel coperchio per il raggiungimento della protezione stagna IP 55;
- caratteristiche di doppio isolamento.
2.3.11 CAVI DI TIPO N07 V-K
Saranno rispondenti alle norme CEI 20-20, 20-22 e tabelle UNEL 35752 ed avranno le seguenti caratteristiche:
- conduttori in rame a formazione flessibile;
- isolamento in pvc qualità R2 non propagante l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi;
- tensione nominale Uo/U = 450/750 V;
- temperatura massima di esercizio 90°C;
- attestazione del Marchio Italiano di Qualità (nelle sezioni previste ad usufruirne). Compresi i collegamenti alle estremità con morsetti isolanti o capicorda a compressione.
2.3.12 CAVI DI TIPO FG7
Saranno rispondenti alle norme CEI 20-13, 20-22 e tabelle UNEL 35373 ed avranno le seguenti caratteristiche:
- conduttori in rame a formazione flessibile;
- isolamento in gomma qualità G7 non propagante l’incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi;
- guaina di qualità R2 di colore grigio chiaro;
- tensione nominale Uo/U = 0,6/1 KV;
- temperatura massima di esercizio 85°C;
- attestazione del Marchio Italiano di Qualità (nelle sezioni previste ad usufruirne). Compresi i collegamenti alle estremità con morsetti isolanti o capicorda a compressione.
2.3.13 QUADRI DI BASSA TENSIONE
Generalità
La presente specifica riguarda i criteri di base per la progettazione, la costruzione e le modalità di collaudo per i quadri di distribuzione energia a bassa tensione compresi i quadri generali e quelli secondari.
Normativa
I quadri, nel loro complesso, e nei singoli componenti, saranno costruiti e collaudati in accordo con le seguenti norme e raccomandazioni:
CEI EN 60.439-1
IEC 529 ( CEI 70.1 )
I singoli componenti dovranno tenere conto di:
tabelle UNEL,
norme di riferimento specifiche.
Tutti i componenti in materiale plastico dovranno rispondere ai requisiti di autoestinguibilità a 960°C (30/30s) in conformità alle norme IEC 695.2.1 (CEI 50.11)
Dati Generali
Nella costruzione dei quadri si dovranno considerare le diverse condizioni di servizio:
- i quadri elettrici saranno installati all'interno di locali chiusi;
- la frequenza nominale sarà di 50 Hz ( ± 2,5% );
- le correnti nominali di corto circuito, previste per i vari quadri, saranno quelle riportate sugli schemi relativi;
- la durata delle correnti di corto circuito sarà assunta per 1 secondo.
I quadri elettrici saranno dimensionati secondo le caratteristiche meccaniche ed elettriche contenute nelle tavole progettuali allegate.
Le componenti perimetrali e frontali costituenti il quadro elettrico, unitamente ai componenti del sistema di distribuzione, dovranno essere in grado di garantire le seguenti caratteristiche tecniche:
Caratteristiche | Cassette | Armadi |
Tensione d’impiego | fino a 1000V | fino a 1.000 V |
Tensione d’isolamento | fino a 1000V | fino a 1.000 V |
Grado di protezione | IP 30, 40, 43, 55 | IP 20, 30, 31, 54, 55 |
Corrente nominale | fino a 630A | fino a 3.200 A |
Corrente nominale del sistema di sbarre orizzontale/verticale | fino a 400A | fino a 3.200 A |
Corrente nominale di breve durata ammissibile | fino a 25 K/1 s | fino a 85 KA/1 s |
Corrente nominale di cresta ammissibile | fino a 53 KA | fino a 187 KA |
Salvo diversa indicazione le caratteristiche standard dei quadri elettrici saranno le seguenti:
Caratteristiche | Valori minimi |
Tensione nominale | 400V ± 10 % |
Frequenza nominale | 50Hz ± 5 % |
Grado di protezione | IP 40 |
Dovrà essere posta particolare attenzione alla verifica delle dimensioni dei quadri elettrici (quelle indicate negli elaborati grafici allegati sono da ritenersi indicative) per garantire un temperatura interna al quadro elettrico non inferiore a -10 °C e non superiore a 50 °C.
Saranno ammesse modifiche dimensionali dei quadri solo per eccesso.
Dispositivi di Manovra e Protezione
Al fine di poter garantire un coordinamento ottimale con la rispondenza alle Norme CEI 17-13/1, saranno oggetto di preferenza da parte del committente apparecchiature che incorporeranno dispositivi principali del medesimo costruttore.
Dovrà essere garantita una facile individuazione delle manovre da compiere, che dovranno pertanto essere concentrate sul fronte dello scomparto.
All’interno dovrà essere possibile una agevole ispezionabilità ed una facile manutenzione.
Le distanze, i dispositivi e le eventuali separazioni metalliche eventualmente richieste nelle tavole progettuali allegate, dovranno impedire che interruzioni di elevate correnti di corto circuito o avarie notevoli possano interessare l’equipaggiamento elettrico montato in vani adiacenti.
Devono essere in ogni caso garantite le distanze che realizzano i perimetri di sicurezza imposti dal costruttore delle apparecchiature.
Tutti i componenti elettrici ed elettronici devono essere contraddistinti da targhette di identificazione conformi a quanto indicato dagli schemi.
Dovrà essere previsto uno spazio pari al 30% dell’ingombro totale che consenta eventuali ampliamenti senza intervenire sulla struttura di base ed i relativi circuiti di potenza.
Carpenteria
La struttura dei quadri sarà realizzata con montanti in profilati di acciaio e pannelli di chiusura in lamiera ribordata di spessore non inferiore a 10-15/10.
I quadri dovranno essere chiusi su ogni lato e posteriormente, i pannelli perimetrali dovranno essere asportabili a mezzo di viti.
I pannelli posteriori dovranno essere di tipo avvitato o incernierato con cerniere a scomparsa.
Le porte frontali saranno corredate di chiusura a chiave; il rivestimento frontale sarà costituito (ove richiesto) da cristallo di tipo temperato.
I quadri o elementi di quadro costituenti unità a se stanti dovranno essere completi di golfari di sollevamento a scomparsa.
Anche se prevista la possibilità di ispezione dal retro del quadro, tutti i componenti elettrici saranno facilmente accessibili dal fronte mediante pannelli avvitati o incernierati.
Sul pannello anteriore saranno previste feritoie per consentire il passaggio degli organi di comando. Tutte le apparecchiature saranno fissate su guide o su pannelli fissati su specifiche traverse di sostegno.
Gli strumenti e lampade di segnalazione, salvo diversa indicazione nelle tavole di progetto, saranno montate sui pannelli frontali.
Sul pannello frontale ogni apparecchiatura sarà contrassegnata da targhette indicatrici che ne identificano il servizio.
Verniciatura
Per garantire una efficace resistenza alla corrosione, la struttura e i pannelli dovranno essere opportunamente trattati e verniciati.
Il trattamento di fondo dovrà prevedere il lavaggio, il decapaggio, la fosfatizzazione e l’elettrozincatura delle lamiere.
Le lamiere trattate saranno verniciate con polvere termoindurente a base di resine epossidiche mescolate con resine poliesteri colore a finire RAL normalizzati lisci e semi lucidi con spessore minimo di 70 micron.
Collegamenti di Potenza
Le sbarre, se previste, ed i conduttori dovranno essere dimensionati per sopportare le sollecitazioni termiche e dinamiche corrispondenti ai valori della corrente nominale e ai valori delle correnti di corto circuito richiesti.
Le sbarre dovranno essere del tipo preforato e fissate alla struttura tramite supporti isolati a pettine. Questi supporti saranno dimensionati e calcolati in modo tale da sopportare gli sforzi elettrodinamici dovuti al corto circuito; inoltre dovranno essere fissati alla struttura del quadro già predisposta per eventuali modifiche future e, per portate superiori a 400A, adatti a ricevere fino a 4 sbarre per fase.
Le sbarre dovranno essere in rame elettrolitico tipo Cu ETP, con punti di giunzione imbullonati e predisposti contro l'allentamento.
Dovrà essere possibile la loro suddivisione in sezioni pari agli elementi di scomposizione del quadro. Dovrà essere garantito il futuro ampliamento del sistema di sbarre.
Nel caso le sbarre vengano installate in posizione piatta, si dovrà provvedere ad un declassamento della loro portata nominale, riducendola del 20 %.
Le derivazioni saranno realizzate in corda o in bandelle di rame flessibile inguainate con isolamento non inferiore a 3 KV.
La seguente tabella indica le portate massime in ampere dei conduttori utilizzati per il cablaggio all’interno dei quadri elettrici aventi temperatura ambiente esterna massima di 35 °C:
Sez. | Quadro IP<30 | Quadro IP<30 | Quadro IP>30 | Quadro IP>30 |
(mm2) | Un circuito Separato | Più circuiti Raggruppati in fasci di cavi | Un circuito separato | Più circuiti Raggruppati in fasci di cavi |
1,5 | 16 | 14 | 14 | 12 |
2,5 | 25 | 22 | 23 | 20 |
4 | 32 | 28 | 29 | 24 |
6 | 40 | 36 | 39 | 33 |
10 | 63 | 55 | 55 | 50 |
16 | 90 | 80 | 77 | 70 |
25 | 110 | 100 | 100 | 93 |
35 | 135 | 125 | 125 | 120 |
50 | 180 | non ammesso | 150 | non ammesso |
70 | 230 | non ammesso | 190 | non ammesso |
95 | 275 | non ammesso | 230 | non ammesso |
Qualora sia necessario ancorare direttamente i conduttori alla struttura metallica del quadro, questi ultimi dovranno essere in doppio isolamento.
Nel caso di collegamento in sbarra di rame rigida degli apparecchi al sistema di sbarre principale, la portata nominale delle sbarre di collegamento degli apparecchi dovrà essere declassata. Questo declassamento sarà rispettivamente del 15% nel caso di sbarre di taglio, e del 25% nel caso di sbarre di piatto.
La superficie di sovrapposizione di due o più sistemi di sbarre collegati fra di loro sarà pari a 25mm per sbarre di spessore 5mm; in generale per sbarre in rame fino a 10mm di spessore la sovrapposizione sarà pari a 5 volte lo spessore della barra derivata di sezione più piccola.
Salvo diverse indicazioni nelle tavole progettuali allegate, i conduttori saranno dimensionati per la corrente nominale di ogni interruttore a prescindere dalla sua taratura e alimenteranno singolarmente ogni interruttore a partire dal sistema di sbarre sopra indicato.
Per correnti nominali superiori a 160A i collegamenti saranno in ogni caso realizzati con bandelle flessibili.
Portate massime in ampere delle bandelle flessibili isolate utilizzate per il cablaggio all’interno dei quadri elettrici aventi temperatura ambiente esterna massima di 40 °C:
Sezione ( mm ) | Portate in Ampere |
20x2 | 255 |
20x3 | 300 |
24x5 | 470 |
24x6 | 550 |
32x5 | 610 |
32x8 | 770 |
Questi valori si riferiscono ad una temperatura massima in esercizio continuo di 85 °C.
Gli interruttori saranno normalmente alimentati dalla parte superiore, salvo diversa esigenza di installazione; in tal caso potrà essere prevista diversa soluzione, purché sia inequivocabilmente segnalato sulla calotta coprimorsetti dell’interruttore e sul pannello frontale di chiusura del cubicolo (ove previsto), tramite targhette serigrafate avvitate sopra a questi ultimi.
Dovrà essere studiato altresì la possibilità di ammaraggio e collegamento elettrico di tutti i cavi entranti o uscenti dal quadro senza interposizione di morsettiere.
A tale riguardo normalmente i cavi di alimentazione si attesteranno direttamente ai morsetti dell'interruttore generale, provvisto di apposite calotte coprimorsetti, mentre non transiteranno in morsettiera i cavi uscenti con sezione superiore a 35 mm2.
Le sbarre dovranno essere identificate con opportuni contrassegni autoadesivi a seconda della fase di appartenenza così come le corde saranno equipaggiate con anellini terminali colorati.
Tutti i conduttori sia ausiliari che di potenza (salvo la prescrizione s.d.) si attesteranno a delle morsettiere componibili su guida, con diaframmi dove necessario, che saranno adatte, salvo diversa prescrizione, ad una sezione di cavo non inferiore a 6 mm2.
Salvo diversa indicazione le caratteristiche dei sistemi di sbarre dei quadri elettrici saranno le seguenti:
Caratteristiche | Valori minimi |
Corrente nominale sbarre principali | pari alla corrente nominale dell’interruttore generale del quadro dal quale sono derivate |
Corrente nominale sbarre derivate | pari alla somma delle correnti nominali degli apparecchi derivati |
Conduttore di protezione
Dovrà essere in barra di rame preforata, sufficientemente dimensionato e fissato all’interno del quadro per sopportare le sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche dovute alle correnti di guasto. Dovrà inoltre essere facilmente accessibile per permettere ulteriori collegamenti e per verificare i serraggi.
La sezione minima del conduttore di protezione sarà di 12 x 3 mm nel caso di cassette, e di 25 x 5 mm nel caso di armadi.
Per un sistema di sbarre a forte intensità di corrente, o comunque in presenza di una corrente di corto circuito presunta > 25 KA, sarà necessario verificare la sezione del PE con la seguente formula:
(I2t) ≤ K2S2
dove:
S sezione del PE in mm
K coefficiente dipendente dal tipo di materiale (176 per il rame)
I2t energia specifica passante limitata dall’apparecchiatura posta immediatamente
a monte del PE
Questo metodo di calcolo permette di ottimizzare la sezione del PE.
In ogni caso le sezioni del PE sopra indicate, 12 x 3 mm e 25 x 5 mm, sono le minime ammesse.
La Norma CEI EN 60.439-1 definisce un metodo che permette di calcolare rapidamente la sezione del conduttore di protezione in funzione della sezione dei conduttori attivi, a condizione che sia utilizzato lo stesso materiale (rame).
Sezione dei conduttori attivi ( mm2 ) | Sezione minima del PE ( mm2 ) |
S < 16 | S |
16 < S < 35 | 16 |
35 < S < 400 | S/2 |
400 < S < 800 | 200 |
S > 800 | S/4 |
Collegamenti Ausiliari
Saranno in conduttore flessibile con isolamento pari a 3 KV con le seguenti sezioni minime:
4 mm2 per i T.A.,
2,5 mm2 per i circuiti di comando,
1,5 mm2 per i circuiti di segnalazione e T.V.
Ogni conduttore sarà completo di anellino numerato corrispondente al numero sulla morsettiera e sullo schema funzionale.
Dovranno essere identificati i conduttori per i diversi servizi (ausiliari in corrente alternata, corrente continua, circuiti di allarme, circuiti di comando e circuiti di segnalazione) impiegando conduttori con guaine colorate differenziate oppure ponendo alle estremità anellini colorati.
Potranno essere consentiti due conduttori sotto lo stesso morsetto solamente sul lato interno del quadro.
I morsetti dovranno essere del tipo per cui la pressione di serraggio sia ottenuta tramite una lamella e non direttamente dalla vite.
I conduttori saranno riuniti a fasci entro canaline o sistemi analoghi con coperchio a scatto.
Tali sistemi consentiranno un inserimento di conduttori aggiuntivi in volume pari al 30% di quelli installati.
Non è ammesso il fissaggio con adesivi.
Accessori di Cablaggio
Costituiranno titolo di preferenza accessori per l'alimentazione di apparecchiature modulari previsti dal costruttore degli stessi.
Collegamenti alle Linee Esterne
Se la linea è in blindoconduttura o contenuta in canalina o in cunicoli dovranno essere previste delle piastre metalliche in due pezzi asportabili per evitare l'ingresso di corpi estranei.
In caso di cassette da parete con linee passanti dalla parte superiore o inferiore dovranno essere previste specifiche piastre passacavi in materiale isolante. In ogni caso le linee dovranno attestarsi alla morsettiera in modo adeguato per rendere agevole qualsiasi intervento di manutenzione.
Le morsettiere non dovranno sostenere il peso dei cavi ma gli stessi dovranno essere ancorati ove necessario a degli specifici profilati di fissaggio.
Schemi
Ogni quadro, anche il più semplice, dovrà essere corredato di apposita tasca portaschemi dove saranno contenuti i disegni degli schemi di potenza e funzionali rigorosamente aggiornati.
Strumenti di Misura
In genere avranno dimensione di 72 x 72 mm; saranno di tipo elettronico con visualizzatore a display luminoso e idonei per la lettura delle tensioni e correnti del sistema elettrico.
Le letture ampermetriche saranno coadiuvate da riduttori di corrente a foro passante con valore della corrente secondaria da 0 a 5 A direttamente proporzionale al valore di fondo scala dei riduttori stessi.
Collaudi
Le prove di collaudo saranno eseguite secondo le modalità della norma CEI 17.13/1.
Inoltre il fornitore dovrà fornire i certificati delle prove di tipo previste dalla stessa norma CEI 17.13.1 effettuate dal costruttore su prototipi del quadro (apparecchiatura di serie AS).
Qualora la fornitura riguardi apparecchiatura non di serie (ANS), derivata da prototipi certificati dal costruttore, dovrà fornire i relativi certificati previsti dalla norma.
2.3.14 INTERRUTTORI AUTOMATICI MODULARI
Interruttori automatici magnetotermici, magnetotermici differenziali e differenziali puri modulari. Generalità
Riferimenti normativi : CEI EN 60898, CEI 23-3 4° ed.
CEI 23-18, CEI EN 61009-1 App. G
Tensione nominale : 230/400 V c.a. 50/60 Hz
Correnti nominali : <=63 A
Poteri di interruzione : 4,5 - 6 e 10 KA secondo Xxxxx XXX
EN 60898
Caratteristiche di intervento : Curva B, C e D Taratura: fissa
Numero di poli : da 1 a 4, tutti protetti e 1P+N
Marchio di qualità IMQ per interruttori magnetotermici e magnetotermici differenziali con In 25 A e IDn =30, 300 e 500 ma.
Gli interruttori automatici con protezione differenziale saranno disponibili con i seguenti valori di IDn:
- 0,01 A (In <= 25 A), - 0,03 - 0,3 - 0,5 - 1 A istantanei
- 0,3 e 1 A selettivi
ed avranno una protezione contro gli scatti intempestivi (onda di corrente di prova 8/20 s). Sensibilità alla forma d’onda:
tipo AC per l’utilizzazione con corrente alternata
tipo A per l’utilizzazione con apparecchi di classe 1 con circuiti elettronici che danno origine a correnti pulsanti e/o componenti continue.
L’intervento automatico sarà segnalato dalla posizione della leva di manovra.
Caratteristiche Costruttive
Gli interruttori si installeranno, mediante aggancio bistabile, su guida simmetrica DIN, e potranno essere alimentati da valle senza declassamenti o alterazioni delle proprie caratteristiche elettriche.
Tutti gli interruttori con potere di interruzione superiore a 6 KA saranno dotati di chiusura rapida (manovra indipendente) e sezionamento visualizzato.
Per correnti nominali superiori a 25 A dovrà essere possibile il collegamento di cavi di sezione fino a 35 mm2.
I morsetti delle apparecchiature devono essere dotati di un dispositivo di sicurezza per evitare l’introduzione dei cavi a morsetto serrato, ed inoltre devono essere zigrinati per assicurare una migliore tenuta al serraggio.
Le viti devono potere essere serrate con utensili dotati di parte terminale a taglio o a croce.
Le singole fasi degli interruttori multipolari devono essere separate fra di loro mediante diaframma isolante.
Gli interruttori automatici magnetotermici differenziali devono essere dotati di visualizzazione meccanica dell'intervento per differenziale sul proprio frontale.
Ausiliari Elettrici
Ogni interruttore modulare dovrà avere la possibilità di essere accessoriato con i seguenti ausiliari elettrici :
* interruttori modulari magnetotermici e magnetotermici differenziali 1, 2, 3, 4 poli e 1P+N 6KA; contatto ausiliario di segnalazione posizione aperto chiuso,
contatto ausiliario di segnalazione scattato relè, bobina di sgancio 24,48,110,220,415 V c.a. / V c.c., bobina di minima tensione 48 V c.c. - 48, 220 V c.a., bobina di minima tensione temporizzata 220 V c.a., comando a motore per interruttori modulari.
* interruttori differenziali puri 2 e 4 poli;
contatto ausiliario di segnalazione posizione aperto chiuso, contatto ausiliario di segnalazione scattato relè,
bobina di sgancio 24,48,110,220,415 V c.a. / V c.c., bobina di minima tensione 48 V c.c. - 48, 220 V c.a., bobina di minima tensione temporizzata 220 V c.a.,
Possibilità di verificare ad interruttore aperto il funzionamento dei contatti di segnalazione dello stato dell'interruttore e di segnalazione guasto. Devono essere ben leggibili sugli ausiliari elettrici le indicazioni degli schemi elettrici, di montaggio e delle caratteristiche.
Lo stato degli ausiliari elettrici deve essere visualizzato meccanicamente; questi ultimi devono essere montati senza utilizzare viti.
Accessori Meccanici
Gli apparecchi dovranno avere la possibilità di utilizzare un blocco meccanico a lucchetto montabile con facilità sul nasello dell’interruttore, in posizione di interruttore aperto, inoltre dovranno avere la possibilità di essere comandati lateralmente o frontalmente mediante manovra rotativa rinviata con eventuale blocco porta.
I morsetti dovranno essere protetti contro i contatti diretti mediante parti isolanti che assicureranno all’apparecchio un grado di protezione maggiore o uguale a IP20.
2.3.15 GRUPPO DI MISURA AMPEROMETRICO
Il gruppo di misura sarà costituito da uno strumento indicatore da pannello in classe 1,5 con funzionamento elettromagnetico a bobina mobile, oppure del tipo digitale con visualizzatore a display, per corrente alternata, con tensione di prova 2 KV per un minuto a 50 Hz e da tre trasformatori di misura ampermetrica aventi ciascuno le seguenti caratteristiche:
- costruzione in un solo avvolgimento secondario con terminali a morsetto;
- custodia isolante con foro centrale per il passaggio del cavo o della barra elettrica;
- tensione di prova 3 KV per un minuto da 40 a 60 Hz;
- tensione di esercizio fino a 600 V;
- corrente massima secondaria 1 o 5 A;
- fori sulla custodia per il fissaggio con viti al pannello di fondo.
Il gruppo sarà completo di un commutatore rotativo per la misurazione delle correnti sulle tre fasi.
2.3.16 GRUPPO DI MISURA VOLTMETRICO
Il gruppo di misura sarà composto da uno strumento indicatore da pannello in classe 1,5 con funzionamento elettromagnetico a bobina mobile, oppure del tipo digitale con visualizzatore a display per corrente alternata o continua, avente le seguenti caratteristiche tecniche:
- tensione di prova 2 KV per un minuto a 50 Hz;
- tensione massima di esercizio fino a 600 V;
- portate a fondo scala da 30 a 500 V;
- inserzione sulle fasi mediante fusibili;
- autoconsumo massimo 6 VA.
Il gruppo sarà completo di un commutatore voltmetrico a 4 o 7 posizioni del tipo rotativo per la misura delle tensioni fra le fasi e fra queste ed il neutro
2.3.17 SEZIONATORI CON FUSIBILI
Saranno costituiti da un involucro in materiale isolante avente dimensioni modulari per la composizione su guide DIN o per fissaggio con viti, composti da:
- meccanismi interni e molle in acciaio inox temperato;
- leva esterna per il sezionamento della tensione con indicazione dello stato di aperto o chiuso;
- portafusibili a cartuccia per fusibili fino a 63 A;
- contatti mobili e fissi argentati;
- calotta coprimorsetti da installare sul lato arrivo tensione.
Il tipo tetrapolare sarà inoltre dotato di un polo neutro chiuso avente movimento simultaneo a quelli di fase.
2.3.18 CONTATTORI COMPATTI
Saranno costruiti per il fissaggio a scatto su guide DIN o a vite ed avranno le seguenti caratteristiche costruttive:
- esecuzione compatta;
- custodia isolante contenente gli asservimenti;
- pacco lamellare saldamente bloccato per evitare vibrazioni;
- bobina di eccitazione elettromagnetica con possibilità di comando a 12 - 24 - 48 - 110 - 220 V;
- contatti fissi e mobili in rame argentato;
- connessioni mobili in calza di rame stagnato;
- contatti protetti da caminetti deionizzanti;
- contatti ausiliari con pastiglie in argento.
2.3.19 RELE’ TERMICI
I relè termici saranno predisposti per il montaggio sui contattori della stessa serie o grandezza oppure per il fissaggio con viti su piastre portapparecchi.
Saranno costituiti da contenitore isolante portante i bimetalli per il funzionamento e saranno completi di:
- meccanismo per l’apertura simultanea delle tre fasi all’intervenire della protezione di una sola fase;
- pulsante esterno per il ripristino del relè;
- contatti ausiliari per eventuali segnalazioni con portata massima di 6 - 10 A;
- pomello per la regolazione del campo di intervento.
2.3.20 IMPIANTO DI TERRA
L’impianto di terra è costituito da tutti gli elementi necessari a collegare un circuito, una massa, una massa estranea al terreno per ottenere uno o più dei seguenti scopi:
a) offrire una via di chiusura a bassa resistenza alle correnti di dispersione verso terra negli impianti TT per facilitare l’intervento degli apparecchi di interruzione del guasto;
b) vincolare al potenziale di terra un punto di un circuito che può essere il centro stella del trasformatore di cabina (sistemi TT e TN), il secondario di un trasformatore, per esigenze di un circuito FELV, il secondario di un trasformatore elevatore per l’alimentazione di lampade a scarica,
ecc., al fine di determinare in modo univoco la tensione nominale verso terra per esigenze ai fini funzionali;
c) limitare la tensione totale verso terra di una massa in avaria in un sistema IT in caso di primo guasto;
d) vincolare al potenziale di terra una massa o una massa estranea al fine di controllare lo stato di isolamento rispetto ad un sistema elettrico isolato da terra (sistema IT o protezione mediante separazione elettrica).
La Norma CEI 64-8/4 prescrive che l’impianto di terra deve essere unico per masse simultaneamente accessibili.
Componenti dell’impianto di terra
Per la corretta applicazione della norma CEI 64-8/5, è necessario definire l’impianto di terra distinguendo cinque parti, ognuna delle quali è soggetta a specifiche prescrizioni dimensionali:
a) Il dispersore, che è costituito dai complessi metallici in intimo contatto con il terreno, è la parte destinata a disperdere o a captare le correnti di terra; il dispersore può essere "intenzionale" quando è installato unicamente per scopi inerenti alla messa a terra dell’impianto elettrico oppure "di fatto" quando si utilizza una struttura avente altri scopi primari.
In ogni caso un elemento fa parte del dispersore se contribuisce in misura significativa alla dispersione delle correnti oppure se, essendo necessario al funzionamento, è soggetto all’azione corrosiva del terreno: per esempio una corda nuda direttamente interrata, destinata a collegare fra loro due parti disperdenti, fa parte del dispersore; la stessa corda se isolata dal terreno e protetta dall’azione corrosiva non fa più parte del dispersore bensì del conduttore di terra (CT).
Come dispersori potranno essere scelti se non diversamente specificato:
a) treccia di rame nuda da 50 mm2;
b) picchetto massiccio in acciaio rivestito di rame ı 20 mm. con rivestimento per deposito elettrolitico da 100 ım, lunghezza 1,5 m.
c) picchetto in profilato in acciaio zingato a caldo, spessore 5 mm dimensione trasversale 50 mm, lunghezza 2 m.
b) Il conduttore di terra (CT) è un elemento destinato a collegare il dispersore al collettore di terra oppure i diversi elementi del dispersore fra loro ma che non è in intimo contatto con il terreno (ciò non significa che debba essere isolato elettricamente da terra).
Il conduttore di terra può essere costituito da cavo isolato, corda metallica nuda, piattina metallica, tubi metallici o altri elementi strutturali metallici inamovibili con le seguenti caratteristiche di affidabilità, di continuità elettrica e resistenza alla corrosione:
- percorso breve
- giunzioni con saldatura a forte o con appositi robusti morsetti o manicotti protetti contro la corrosione
- assenza di sollecitazioni meccaniche
- opportuno dimensionamento.
c) Il collettore (o nodo) principale di terra è l’elemento al quale confluiscono i conduttori di terra, i conduttori di protezione principali, i conduttori equipotenziali principali. Esso può essere costituito
da un morsetto o da una sbarra meccanicamente robusti e atti ad assicurare nel tempo la continuità elettrica. Deve essere possibile il sezionamento, solo mediante l’uso di un attrezzo,
almeno del conduttore di terra per poter effettuare le verifiche. Uno stesso impianto può comprendere uno o più collettori di terra (per esempio uno per ogni montante). Non è invece lecito realizzare impianti di terra senza collettori o con una o più giunzioni inaccessibili tra dispersore e conduttori di protezione.
d) I conduttori di protezione (PE) sono gli elementi destinati a collegare le masse al collettore principale di terra. In genere sono costituiti da cavi unipolari isolati o da anime di cavi multipolari isolate contraddistinte dal colore giallo-verde. Si possono impiegare anche conduttori nudi a percorso indipendente o no dalla conduttura principale o altre strutture metalliche inamovibili
con opportune caratteristiche di continuità elettrica e di affidabilità meccanica.
Si deve comunque evitare la concatenazione magnetica su lunghi tratti tra conduttore di protezione ed estese strutture in ferro che potrebbero diventare sede di correnti indotte, trasformando l’anello di guasto in un circuito con comportamento simile a quello del primario di un trasformatore di corrente (con evidente enorme aumento dell’impedenza).
e) Conduttori equipotenziali (EQP – EQS) sono tutti gli elementi destinati a collegare le masse alle masse estranee e le masse estranee tra loro, al fine di assicurare l’equipotenzialità.
Si distinguono dai conduttori di protezione per la loro funzione elettrica. Infatti i conduttori di protezione sono dimensionati per convogliare a terra, attraverso il dispersore, le correnti che si verificano per contatto franco fra una massa ed un conduttore di fase facente parte dell’impianto stesso.
I conduttori equipotenziali sono invece destinati solo rendere equipotenziali (e quindi allo stesso valore di tensione) tutte le masse estranee. In teoria quindi non dovrebbero, sia in condizioni ordinarie che di guasto, essere attraversati da corrente (tanto che la sezione di questi conduttori e dettata da ragioni di resistenza meccanica e non elettrica). Si distinguono in conduttori equipotenziali principali (EQP) e supplementari (EQS).
I conduttori equipotenziali principali collegano le strutture metalliche principali dell’edificio (impianto termoidraulico, armature del calcestruzzo, grondaie ecc.) al collettore di terra con connessioni in genere realizzate alla base dell'edificio.
Si ricorda che i collegamenti equipotenziali principali devono sempre essere realizzati nei sistemi TT e TN con protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito guasto.
I conduttori equipotenziali supplementari collegano in loco le masse estranee (in genere già collegate al collettore di terra) al morsetto di terra locale per costituire un’ulteriore sicurezza.
Si ricorda che questi collegamenti non sono indispensabili negli ambienti ordinari e sono obbligatori in taluni ambienti particolari (bagni, docce, luoghi conduttori ristretti)
Protezione dalla corrosione
Per quanto riguarda l'impianto di terra in generale e gli elementi del dispersore, in particolare, la ditta dovrà prevedere la massima cura nel predisporre tutti gli interventi ed opere atte a garantire la massima protezione degli elementi di cui sopra dai vari processi corrosivi.
In particolare si dovrà evitare che :
- le parti metalliche interrate dei componenti (picchetti e paline di terra, corde nude, etc) attraversino strati di materiali diversi specialmente se resi artificialmente diversi a causa di movimenti e riporti di terra dovuti all'esecuzione dei lavori o ad altre cause, ciò in quanto la differenza di contenuto di ossigeno dei due strati di materiale, in presenza di acqua, innesca il fenomeno di corrosione chimica del metallo (risulta, quindi, per esempio, vietato porre in opera
dispersori metallici nel terreno infissi con la parte inferiore in uno strato di terreno indisturbato e con quella superiore in uno strato di terreno disturbato, smosso e/o di riporto;
- le connessioni e giunzioni fra parti metalliche di diversa natura (rame-acciaio zincato, alluminio- rame, etc.) dei componenti, interrate e/o in ambiente anche solo potenzialmente elettrolitico (per esempio in pozzetti sede nel tempo di possibile e involontario riempimento con detriti e soggetti a presenza di acqua) dovranno essere tassativamente eseguite tramite l'interposizione di accessori in materiale conduttore nobile ed inattacabile agli agenti atmosferici.
Distribuzione conduttori di protezione ed equipotenziali
Salvo più precise indicazioni contenute nelle norme specifiche (CEI 64-8, CEI 31-30), con particolare riferimento a quanto previsto anche dalla CEI 64-8 relativamente alla composizione delle condutture ammesse negli “ambienti a maggio rischio in caso di incendio”, e salvo più precise indicazioni, non in contrasto con quelle delle norme, contenute negli elaborati progettuali, la distribuzione dell'impianto di protezione e di equipotenzialità dovrà avvenire secondo schemi ripetitivi e con logica univoca (esclusivamente radiale e quindi con unico nodo di terra principale e/o più nodi di terra secondari con derivazioni finali alle masse, masse estranee, etc; in derivazione-radiale ovverosia con distribuzione primaria tramite conduttore di protezione principale da cui derivare in parallelo nodi di terra principali dai quali procedere in modo radiale) in modo da evitare distribuzioni casuali difficilmente controllabili, ampliabili e manutenibili nel tempo e di dubbia affidabilità.
Il sistema di distribuzione dovrà, comunque, a carico dell'Appaltatore, essere preventivamente concordato per iscritto con la Direzione lavori pena, in caso dell'esecuzione di opere in difformità rispetto a quanto sopra, le conseguenti rimozioni e ripristini senza ulteriori indennizzi.
Collegamenti equipotenziali
Una volta eseguiti i collegamenti equipotenziali, salvo risultati negativi delle misure sulle masse estranee che dovranno sempre e comunque essere eseguite dalla ditta installatrice, non sarà necessario eseguire ulteriori collegamenti di masse estranee e tutti i collegamenti equipotenziali che si rendessero necessari successivamente all'esecuzione delle opere di fondazione per la mancata applicazione da parte della ditta installatrice di quanto sopra, non dovranno essere alla stesso retribuiti ed anzi saranno alla ditta stessa addebitati gli oneri derivanti da smontaggi, smantellamenti, rimozioni e ripristini necessari per la tardiva esecuzione dei collegamenti di cui sopra.
2.3.21 GRUPPO STATICO DI CONTINUITA’
Il primo ed il secondo piano avranno l’ausilio di due gruppi di continuità distinti in caso di mancanza di alimentazione elettrica di rete.
Il sistema statico di Continuità UPS della potenza nominale pari a 10kVA, con batterie di accumulatori di tipo ermetico regolate a valvola, realizzato in conformità delle seguenti norme specifiche per gli UPS: IEC EN 62040-1-2-3
L'UPS è di tipo On Line a doppia conversione (VFI) secondo la classificazione VFI-SS-111, come definito nella norma IEC EN 62040-3: il carico è sempre alimentato dall'inverter, che fornirà una tensione sinusoidale stabilizzata in tensione ed in frequenza.
Batteria costituita da accumulatori stazionari al piombo di tipo ermetico regolati a valvola. Convertitore realizzato con controllo PFC mediante l'impiego di microprocessore DSP e semiconduttori di potenza IGBT, consente all'apparecchiatura di ottenere un assorbimento a basso contenuto armonico ed elevato Fattore di Potenza.
Inverter di tipo IGBT (Isolated Gate Bipolar Transistor) con controllo digitale a microprocessore DSP con frequenza di commutazione pari a 18 kHz.
Dotato di dispositivo di protezione Back-feed Protection, per impedire che, nel caso di guasto degli SCR, vi sia un ritorno di tensione sull'alimentazione di rete.
Con display grafico per la segnalazione dello stato di funzionamento dell'UPS con visualizzazione di:
-informazioni Generali: la data, l'ora, il nr. di pagina oppure il titolo del menu attivo in quel momento.
- visualizzazione dati / Navigazione Menu: misure dell'UPS, costantemente aggiornate dal microprocessore.
- stato UPS / Errori-Guasti:
Sei segnalatori luminosi:
Funzionamento da rete Funzionamento da batteria Carico su by-pass
Stand-by / Allarme Batterie da sostituire Modalità Line Interactive Un segnalatore acustico Caratteristiche tecniche:
INGRESSO
Tensione nominale 380V trifase +N Frequenza nominale 50 Hz Tolleranza della frequenza 40 ÷ 72 Hz
Fattore di potenza ingresso al 100 % del carico applicato 0.99 Distorsione armonica della corrente d'ingresso =3
BY PASS
Tensione nominale 380V trifase +N Tolleranza di tensione: 180-264 V Frequenza nominale 50 Hz Tolleranza della frequenza +/-5 USCITA
Potenza nominale (KVA) 12 Potenza attiva (KW) 10.8 Fattore di potenza 0.9
Tensione nominale 380V trifase +N Variazione statica ± 1%
Variazione dinamica ± 1% Fattore di cresta Ipeak/Irms: 3:1
Distorsione di tensione = 1% con carico lineare; = 3% con carico distrocente; Frequenza 50/60 Hz
Stabilità di frequenza in batteria 0.01% BATTERIE
Tipo VRLA AGM/GEL
Tempo di ricarica 6 ore Autonomia 20min Rumorosità = 52 dBA a 1 m Dimensioni 930x320x840mm
2.3.22 CORPI ILLUMINANTI
2.3.22.1 ILLUMINAZIONE ORDINARIA
L’illuminazione all'interno dei locali sarà realizzata mediante apparecchi nelle posizioni indicate nelle tavole di progetto.
Particolare cura si dovrà porre all'altezza ed al posizionamento di installazione, nonchè alla schermatura delle sorgenti luminose per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento diretto o indiretto.
In mancanza di indicazioni, gli apparecchi di illuminazione si intendono ubicati a soffitto con disposizione simmetrica e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di disuniformità consentito.
Uffici e direzione tecnica
Apparecchi illuminanti da incasso in controsoffitto con sorgente fluorescente T5 4x24W, corpo in lamiera di acciaio verniciata, ottica darklight con diffusione del fascio simmetrica,in alluminio superpuro con luminanza controllata L < 1000cd/mq per a>65°,idoneo per l'utilizzo in ambienti con videoterminali secondo la norma EN 12464-1.
Dotato di sistema di ritenzione anticaduta e cavo di collegamento a terra, compreso reattore elettronico dimmerabile, dimensioni:596x596mm, H=63mm
Salette riunioni
Corpo illuminante ad incasso con sistema di illuminazione a luce indiretta finalizzato all'utilizzo di lampade fluorescenti compatte 2XTC-L 55W, Corpo in lamiera d'acciaio verinciata bianca, cablaggio contenuto all'interno dell'apparecchio, con reattore dimmerabile DALI dotato di switch-dimcon possibilità di regolazione attraverso un normale pulsante.
Dimensioni: 596x596mm, H=150mm, Peso 6,9Kg Ottica simmetrica con puntamento fisso
Segreteria personale
Tipo da incasso
Plafoniera da incasso sorgente fluorescente T5 2X17W con riflettore in policarbonato autoestinguente V2, metallizzato con polveri di alluminio in alto vuoto con procedimento CVD, corpo in policarbonato infrangibile e autoestinguente V2 stabilizato a raggi UV, antingiallimento, portalampada in policarbonato e contatti in bronzo fosforoso e schermo serigrafato.
Cablaggio automatizzato dimmerabile 1-10V fornito con fusibile di protezione 3.15A. Tipo a sospensione
Apparecchio a sospensione con lampade ad emissione diffondente/diretta Darklight conforme alla norma EN 12464-1 con rosone in resina termoplastica, corpo in alluminio verniciato, diffusore inferiore in policarbonato opalino, con cavetti di sospensione con funzione di alimentazione, lampade fluorescenti T16 2x80W con reattore elettronico dimmerabile dali integrato.
Distribuzione del flusso luminoso 50% in emissione diretta e 50% in emissione diretta Dimensioni: 1500x70x1000
Sala di attesa
Corpo illuminante multisorgente ad incasso 600x600 con illuminazione diffusa tramite 3 lampade fluorescenti lineari compatte e diffusione d'accento con quatrro proiettori orientabili per lampade alogene 12 V, con corpo in estruso di alluminio verniciato grigio, diffusore in policarbonato, supporti lampade alogene o a ioduri in pressofusione di alluminio inseriti in vani di acciaio vericiato nero.
Proiettori orientabili individualmente con inclinazione da -10° a +70° e rotazione fino a 355°, Alimentazione elettronica, trasformatore elettronico per lampade alogene dimmerabile con comandi a taglio di fase discendente.
Due circuiti di accensione separati per il controllo indipendente dell'emissione diffondente e dell'accento.
Dimensioni: 590x590mm Dimensioni incasso: 592x592mm Profondità: 137mm
Lampade:
T16 (G5) 3x24 W + QR111 (G53) 12V 4x50W
Presidenza
Tipo da incasso
Corpo illuminante multisorgente ad incasso 600x600 con illuminazione diffusa tramite 3 lampade fluorescenti lineari compatte e diffusione d'accento con quatrro proiettori orientabili per lampade alogene 12 V, con corpo in estruso di alluminio verniciato grigio, diffusore in policarbonato, supporti lampade alogene o a ioduri in pressofusione di alluminio inseriti in vani di acciaio vericiato nero.
Proiettori orientabili individualmente con inclinazione da -10° a +70° e rotazione fino a 355°, Alimentazione elettronica, trasformatore elettronico per lampade alogene dimmerabile con comandi a taglio di fase discendente.
Due circuiti di accensione separati per il controllo indipendente dell'emissione diffondente e dell'accento.
Dimensioni: 590x590mm
Dimensioni incasso: 592x592mm Profondità: 137mm
Lampade:
T16 (G5) 3x24 W + QR111 (G53) 12V 4x50W
Tipo a sospensione
Corpo illuminante a sospensione con utilizzo di sorgenti luminose fluorescenti T16 con emissione luminosa up/down light, idoneo all'impiego in ambienti con videoterminali secondo la norma EN 12464-1; emissione down e up light ottenuta mediante un riflettore in alluminio superpuro.
Emissione darklight con ottiche lamellari a profilo biparabolico in allumino superpuro anodizzato speculare. Luminanza ridotta per a>65°.
Corpo in alluminio estruso monopezzo verniciato a liquido, testate in materiale plastico stampate ad iniezione, schermi di protezione inferiore e superiore in policarbonato con trattamento anti-UV. Completo di cavo di alimentazione e cavi di sospensione con sistema di regolazione millimetrica.
Dotato di reattore dimmerabile DALI è predisposto per lo switch dimcon possibilità di regolazione anche attraverso un pulsante.
Dimensioni: 345x50mm; L=1580mm Lampade T16 2x80W
Tipo da incasso a luce LED
Corpo illuminante rotondo wall-washer realizzato in alluminio pressofuso e materiale termoplastico con staffa portalampda in acciaio verniciata nera, con ottica simmetrica con puntamento fisso.
Dimensioni: D=82mm, H=99mm Peso 0.2Kg
Alimentazione 12V
Lampada LED spot dimmerabile 10W
Sala conferenze
Tipo da incasso a luce LED
Corpo illuminante rotondo wall-washer realizzato in alluminio pressofuso e materiale termoplastico con staffa portalampda in acciaio verniciata nera, con ottica simmetrica con puntamento fisso.
Dimensioni: D=82mm, H=99mm Peso 0.2Kg
Alimentazione 12V
Lampada LED spot dimmerabile 10W Tipo da incasso alogeno
Corpo illuminante ad incasso per l'illuminazione diretta d'accento mediante fasci di luce concentrata con lampada alogena AR111 3x75W, costituito da una controcassa in lamiera di alluminio che ospita i vani ottici con lampade collocate su anelli in alluminio pressofuso orientabili per mezzo di snodi cardanici in tecnopolimeri (rotazione di +/- 45° verticale e orizzontale) con possibilità del blocco del puntamento.
Dimensioni: 499x180mm H= 134mm Peso:2,7Kg
Diffusione del fascio simmetrica
Tipo lineare
Corpo illuminante su profilo in alluminio con sistema di fissaggio in appoggio, diffusione omogenea della luce con LEd ad alta muninosità per mezzo dello schermo in PMMA satinato fissato su asole interne.
Supporto laterale bianco con interruttore on/off
Dimensioni: Lunghezza 2000mm, larghezza 19mm, altezza 16,50mm Colore LED: RGB
Potenza 14,4 W/m Tensione 12V DC Tipo incasso
Apparecchio di illuminazione per installazione ad incasso per interni per luce diffusa diretta a doppia sorgente, dotato di una struttura in estruso di alluminio 78mmx75mm, di riflettore interno, di uno schermo in policarbonato opale, di alimentazione elettronica integrata, di tappi laterali in alluminio in finitura e di staffe in acciaio per il montaggio rapido in cartongesso.
Sorgente luminosa: 4x35W G5 T5 Dimensione: L 2950 mm
Corridoi
Plafoniera da incasso sorgente fluorescente T5 2X17W con riflettore in policarbonato autoestinguente V2, metallizzato con polveri di alluminio in alto vuoto con procedimento CVD, corpo in policarbonato infrangibile e autoestinguente V2 stabilizato a raggi UV, antingiallimento, portalampada in policarbonato e contatti in bronzo fosforoso e schermo serigrafato.
Cablaggio automatizzato dimmerabile 1-10V fornito con fusibile di protezione 3.15A.
Bagni e locali tecnici
Incasso soffitto sorgente fluorescente FLC 2X26W, corpo in alluminio pressofuso, riflettore in alluminio ossidato e brillantato, vericiato per anaforesi con smalto acrilico, biano, stabilizato ai raggi UV. Con riflettore con vetro serigrafato.
Completo di staffe regolabili in acciaio zincato e molle anticaduta del diffusore. Peso 1.2Kg
Vani scale
Lampada da parete per interni a luce diretta/indiretta, in finitura in acciaio inox di dimensioni 70x600x95mm, verniciata o con trattamento galvanico con predisposizione per cablaggi fluorescenti, con riflettori e recuperatori di flusso in alluminio metalizzato ad alta efficenza versioni con schermo di chiusura in vetro temperato satinato diffondente.
Sorgente luminosa: 1x 55W 2G11 TCL
Ingresso e portico esterno
Plafoniera da incasso sorgente fluorescente T5 2X17W con riflettore in policarbonato autoestinguente V2, metallizzato con polveri di alluminio in alto vuoto con procedimento CVD, corpo in policarbonato infrangibile e autoestinguente V2 stabilizato a raggi UV, antingiallimento, portalampada in policarbonato e contatti in bronzo fosforoso e schermo serigrafato.
Cablaggio automatizzato dimmerabile 1-10V fornito con fusibile di protezione 3.15A.
Scala esterna
Corpo illuminante in alluminio pressofuso con diffusore in vetro temperato di spessore 8mm con lente in vetro, luce indiretta con power LED ad alte amissione di flusso, luce diretta e indiretta.
Completo di 1 LED nella parte superiore e una lampada fluorescente nella parte inferiore con alimentatore incorporato
Xxxxxxx XXX 0x00X + 1,2W LED
Locali piano interrato
Plafoniere stagne saranno costituite da un corpo base in resina poliestere autoestinguente, resistente alla temperatura, all'umidità, agli acidi ed alcalini, dotate di coppa in plexiglass trasparente con guarnizioni e clips di chiusura, complete di:
- reattori 220 V
-condensatori per il rifasamento ed antidisturbo
- starter e portastarter
- collegamenti interni
- portalampade
- tubi fluorescenti da 18 - 36 - 58 W 4000 gradi K
- grado di protezion eminimo IP 55.
2.3.22.2 PLAFONIERE PER LUCE DI EMERGENZA
Riferimenti normativi
CEI 34-21 (Apparecchi di illuminazione) CEI 110-2 (Radiodisturbi)
CEI 20-22 (Cablaggio)
CEI 70.1 (Grado di protezione degli involucri) CEI 34-4 (Armoniche)
UNI 10380 IMQ
Saranno costituite da corpo in materiale isolante con schermo in pvc o policarbonato trasparente, contenente le seguenti apparecchiature:
- lampada fluorescente con attacchi laterali o fluorescente compatta;
- reattori elettronici rispondenti alla normativa CEI 34-54 e CEI 34-54 VI, con tensione nominale a 230 V + 10%, 50 Hz, ad accensione immediata della lampada senza effetto strabascopico, completi di protezioni contro sovraccarico e sovratensioni di ingresso, filtro radio disturbi;
- gruppo di batterie al nichel-cadmio per un'autonomia non inferiore ad i ora;
- mininverter, eventualmente compreso nella circuiteria del reattore elettronico, per la generazione della tensione oscillante
- led di segnalazione per diagnosi autonoma con indicazione della lampada funzionante o in avaria. Potranno essere del tipo per funzionamento solo in emergenza (SE) oppure sempre accese (SA) per la continua indicazione delle vie di esodo.
A seconda del tipo di utilizzazione prevista nelle tavole di progetto, potranno essere del tipo a parete, da incasso a parete o nel controsoffitto, a bandiera con appoggio a parete o soffitto e porteranno serigrafie conformi alle norme VV.F. per le indicazioni di esodo.
2.3.22.3 SISTEMA DI REGOLAZIONE E RILEVAZIONE DI LUMINOSITA’
Sistema di regolazione con multisensore di luminosità e di presenza per il controllo di reattori dimmerabili DALI per la possibilità di eseguire l'on-off del sistema ed impostare l'illuminamento desiderato, Altezza massima di installazione 4m, completo di cavi BUS di cablaggio ai reattori dimmerabili delle plafoniere.
Area dI copertura D=7m
2.3.22.4 RILEVATORI DI MOVIMENTO
Rilevatore di movimento a raggi infrarossi passivi adatto per montaggio in controsoffitti completo di unità di potenza.
Caratteristiche tecniche:
Alimentazione 220-240 V - 50Hz
Carico: 1000W per lampade a incandescenza - 500W per lampade fluorescenti Angolo di rilevamento: 360°
Portata del fascio: diametro 8m a 2.40m di installazione Temporizzatore: da 1 0sec. a 10 min.
Crepuscolare: da 0 a 200 lux
Dimensioni del foro nel controsoffitto 70mm Fissaggio a mollette.
2.3.23 IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI E TELEFONIA
Il sistema di Cablaggio Strutturato prevederà la realizzazione di due armadi Rack di piano collegati tra loro mediante cavo in fibra ottica multimodale 50/125 OM2.
La tipologia fisica della rete, come si evince dagli elaborati grafici allegati, sarà del tipo a stella e la rete sarà di tipo LAN.
Agli armadi Rack dovranno convergere tutti i cavi delle rete dati e fonia del rispettivo piano. Le parti principali dell’impianto dovranno essere costituite da:
- Distribuzione orizzontale e verticale fonia/dati con cavo UTP Cat.6 in partenza dall’armadio;
- Stazioni di lavoro dotate di presa triplice con connettori tipo RJ45 fonia/dati.
- Armadi standard da 19” di distribuzione completi di apparecchiature attive, patch panel RJ45, patch cord etc. per il numero di utenze necessarie con una scorta di almeno il 20% di spazio disponibile per futuri ampliamenti.
Il cablaggio viaggerà in canalina nel controsoffitto e separato dall’impianto elettrico.
L’insieme del cablaggio strutturato dovrà rispondere alla normative ISO IEC11801, EN50173 e EIA/TIA 568°/B “cat. 6” e dovrà essere verificata per tale categoria.
A conclusione dei lavori dovrà essere consegnata al committente la documentazione di dettaglio degli impianti corredata dalle tabelle e dai disegni occorrenti, atti ad individuare correttamente le apparecchiature in campo e nelle centrali, come di seguito descritta:
- certificazione del sistema di cablaggio;
- descrizione della struttura della rete con l’elenco complessivo dei prodotti utilizzati;
- posizionamento di ogni componente installato in campo, percorsi utilizzati e numerazione identificativa;
- layout generale impianti (su supporto cartaceo e magnetico);
- stampe in dettaglio della certificazioni di tutte le prese RJ45 di categoria.6;
- stampa in dettaglio di verifica secondo l’ultimo draft della categoria .
- schema armadio fonia/dati/tecnologico di piano;
- schemi di interconnessione degli apparati.
La Ditta installatrice dovrà inoltre certificare la corretta installazione fisica e funzionale della rete telematica secondo la categoria 6 mediante misurazione del rapporto Tempo/Velocità/Distanza con apposite apparecchiature di test collaudando inoltre la continuità e la corretta disposizione delle coppie sui permutatori e sulle prese fonia/dati/tecnologiche.
2.3.23.1 POSTAZIONI DI LAVORO
Ogni postazione di lavoro (PdL) sarà attrezzata con n. 3 prese con connessione RJ45: per cui l’impresa appaltatrice dovrà realizzare tutti i collegamenti dei punti presa fino all’armadio di permutazione previsto. Tutti i cavi dovranno essere collegati sui pannelli di permutazione.
Per mezzo di “bretelle di permutazione” si potranno indirizzare i vari punti o su apparati attivi (HUB o altro) oppure sul “patch pannel” collegato al centralino telefonico.
Il numero delle postazioni di lavoro e la loro dislocazione sarà quella riportata negli elaborati grafici allegati, tuttavia la direzione lavori potrà anche posizionarle in modo differente qualora si presentino esigenze specifiche.
2.3.23.2 CAVO UTP
Come previsto dalle norme ISO/IEC, CENELEC, EIA/TIA sarà posato cavo tipo “doppino intrecciato” a 4 coppie, classificato come UTP (Unshielded Twisted Pair) cat. 6.
L’isolamento delle coppie sarà in polietilene, mentre la guaina esterna sarà in PVC.
La distanza massima consentita fra apparato e armadio non deve essere maggiore di 90 m poiché la norma impone di non superare i 90 m della stesura del cavo e di riservare 5 m per le patch-cord (corde di permutazione) e 5 m per il collegamento dell’utente alla presa.
La posa dei cavi dovrà avvenire principalmente secondo i percorsi indicati negli elaborati grafici allegati, per mezzo di tubazioni in PVC in esecuzione da incasso, collegate ai canali in acciaio zincato posati sopra ai controsoffitti.
Il cablaggio orizzontale dovrà essere eseguito secondo la norma EIA/TIA 568 e ss.mm.i., provvedendo inoltre all’identificazione di ogni cavo tramite idonea targhetta di numerazione.
E’ inoltre compito dell’impresa appaltatrice evitare qualunque problema di interferenza elettrica, procedendo se del caso, a modifiche di tracciato, con oneri interamente a suo carico.
2.3.23.3 CAVO IN FIBRA OTTICA
Il cavo in fibra ottica tipo loose multimodale 50/125 OM2 monotubo avrà le seguenti caratteristiche tecniche:
- attenuazione massima a λ=850mm ≤ 3.5dB/Km
- attenuazione massima a λ=1300mm ≤ 1.5dB/Km
- minima larghezza di banda modale a λ=850mm e 1300mm ≥ 500MHzXKm
Con guaina esterna colore nero LSZH e con elementi di sostegno della trazione in fibra di vetro.
2.3.23.4 PRESE RJ45 in cat. 6
Prese XX00 XXX in cat 6 rispondenti alle norme EN50173: 2002-09 e ISO/IEC 11801:2002-09 da utilizzare sia sui patch panel sia sul posto di lavoro.
Le dimensioni sono: L= 17.5mm; P=25mm; H=24mm
Tutte le prese dovranno essere del tipo ad incisione dell’isolante.
Gli involucri saranno in ABS o PC, i contatti in bronzo fosforato, ricoperto da una lega Ni/Au. La presa sarà dotata di copertura non schermata per l’uscita del cavo.
2.3.23.5 ARMADIO RACK
Gli armadi rack di piano dovranno essere costituiti in lamiera verniciata completo di portella con cristallo trasparente e chiusura a chiave; dimensioni minime 600x1700x600 (LxHxP).
All’interno dell’armadio dovranno essere forniti e posati in opera:
- n.2 patch panel, che dovranno essere del tipo per montaggio su unità rack 19’’, completo ognuno di 24 connettori RJ45 a 8 pin in categoria 6. A questi connettori dovranno essere attestati i cavi delle postazioni sopra descritte;
n. 2 mensole su struttura Rack per l’installazione di apparati di rete;
n. 1 gruppo prese con n. 6 prese schuko/universali e complete di n. 1 interruttore magnetotermico a bordo.
Sono altresì compresi tutti gli oneri relativi alla fornitura e posa in opera di tutti i materiali necessari quali passacavi, etichetti identificatici, termostato, sistema di ventilazione e quant’altro si rendesse necessario per la realizzazione delle lavorazioni previste.
2.3.24 IMPIANTO DI RIVELAZIONE E ALLARME INCENDI
L’impianto di rivelazione incendi consiste dei seguenti elementi:
- una centrale di rivelazione incendi da posizionare nella portineria al piano terra;
- n. 4 rivelatori puntiformi di fumo;
- n.8 pulsanti di allarme manuale;
- n.5 pannelli di segnalazione ottica acustica;
- n. 2 campane allarme incendio una per ogni vano scale
Per l’impianto Rivelazione Incendi, a conclusione dei lavori dovrà essere consegnata al committente la documentazione di dettaglio degli impianti corredata dalle tabelle e dai disegni occorrenti, atti ad individuare correttamente tutte le apparecchiature ed il loro posizionamento.
L’impresa dovrà eseguire il collegamento dei componenti della centrale dell'impianto di rivelazione incendi, provvedendo alla programmazione della centrale, configurazione ed identificazione dei singoli componenti dell'impianto di rivelazione incendi, programmazione eventi e moduli di uscita.
2.3.24.1 CENTRALE DI RIVELAZIONE INCENDI
Centrale di segnalazione incendio convenzionale a 4 zone bilanciate ed escludibili, con possibilità di collegare fino a 32 dispositivi ad ogni zona: rivelatori di incendio, gas, pulsanti di allarme, fornita di uscita di ripetizione allarme per ogni zona di rivelazione.
Due uscite di allarme tacitabili, controllate ed escludibili per l'attivazione di sirene, campane, lampeggatori, a24V. realizzato conformemente ai criteri dettati dalle normative EN 54 e UL/ULC.
2.3.24.2 PANNELLO DI SEGNALAZIONE
Pannello di segnalazione allarme incendio dotato di batteria al Ni-Cd in tampone che in condizioni di allarme alimenta l'apparecchio.
Circuito di carica della batteria dotato di sistema di controllodella carica con LED. Funzione di tes magnetico con magnete in dotazione.
Alimentazione 24Vcc, Assorbimento100 mmA
Temperatura di funzionamento da -10°C a +50°C Classe IP30
Dimensioni (lxhxp)=385x180x50mm
Contenitore in materiale plastico autoestinguente realizzato conformemente ai criteri dettati dalle normative EN 54 e UL/ULC, fornito e posto in opera funzionante, compresi gli oneri di collegamento di test elettrico 12/24 Volts c.c., fino alla centrale e compresa la canalizzazione che deve essere indipendente dagli altri impianti, completo inoltre degli oneri relativi al fissaggio.
2.3.24.3 CAMPANE DI ALLARME
Campana in acciaio per sistemi di allarme incendio con calotta di acciaio smaltato di colore rosso, di diametro 150mm, altezza 60mm.
Alimentazione 24Vcc Assorbimento 24mmA Pressione acustica a 1m = 93dB
Realizzato conformemente ai criteri dettati dalle normative EN 54 e UL/ULC, fornito e posto in opera funzionante, compresi gli oneri di collegamento fino alla centrale e compresa la canalizzazione che deve essere indipendente dagli altri impianti, completo inoltre degli oneri relativi al fissaggio.
2.3.24.4 RIVELATORI DI FUMO
Rilevatore di fumo ottico analogico indirizzato completo di zoccolo, in grado di fornire un segnale proporzionale alla quantità di fumo rilevata e di scambiare informazioni con la centrale di gestione bi-direzionalmente. Realizzato conformemente ai criteri dettati dalle normative EN 54 e UL/ULC, 12/24V.
2.3.24.5 PULSANTI DI ALLARME INCENDIO
L’Impresa dovrà provvedere alla fornitura e posa di tutti i pulsanti manuali di allarme previsti, ed indicati negli elaborati grafici di progetto.
Il pulsante dovrà essere a singola azione (dopo la rottura del vetro verrà generato automaticamente un allarme in centrale).
Il pulsante manuale a rottura vetro sarà dotato di led di segnalazione di avvenuto azionamento, sarà contenuto in contenitore plastico di colore rosso e sarà adatto per il montaggio a vista.
Dovrà essere possibile effettuare il test senza rompere il vetro o rimuovere il coperchio, mentre l'eventuale ripristino dovrà avvenire solo mediante l'utilizzo di un apposito attrezzo, in quanto il pulsante dovrà essere provvisto di dispositivo di automantenimento.
Il pulsante dovrà contenere un modulo destinato all'identificazione singola dello stesso.
Sarà realizzato in custodia in PVC o in ferro, con vetro frangibile, atto ad azionare un segnale di allarme riconoscibile dalla centrale.
2.3.24.6 CAVI IMPIANTO RIVELAZIONE INCENDI
Cavo multipolare twistato e schermato con conduttori rigidi o flessibili resistente al fuoco secondo normativa EN 50200, non propaganti la fiamma, a bassa emissione di fumi e zero alogeni. Conforme alla normativa UNI 9795/2010 riguardante la progettazione dei sistemi fissi di rilevazione e segnalazione allarme incendio.
Conduttore in trefolo di rame rosso oxigen free, in accordo alla CEI 20-29 , classe 5; Isolamento in mescola speciale di elastomero siliconico;
Conduttore di drenaggio in rame stagnato;
Guaian in speciale mescola poliolefina halogen free, colore rosso. Tensione nominale 0,6/1 KV;
Tensione di prova: 4000V; Temperatura operativa: -20°C / + 90°C Sezione 2x1mmq
2.3.25 IMPIANTO DI VIDEOPROIEZIONE E DIFFUSIONE SONORA
L’impianto di videoproiezione e diffusione sonora viene installato nella sala conferenze ed è costituito dai seguenti elementi:
- Centrale audio
- Diffusori acustici
- Base microfonica
- Proiettore LCD
- Schermo avvolgibile motorizzato
- Armadio rack contenitore centrale audio.
2.3.25.1 PROIETTORE
Proiettore LCD 3500 lumen, audio utilizzabile durante la modalità di standby, eco standby a basso consumo 0,9W. e Software Logo Transfer (via LAN) compreso, completo di supporto da soffitto in metallo,
Fornito e posto in opera compresi tutti i collegamento elettrici, il cavo multipolare schermato da 0.75mmq di collegamento fino alla
centrale audio e quanto altro per dare l'opera finita.
2.3.25.2 DIFFUSORI ACUSTICI
Diffusore acustico rotondo da incasso, realizzato in materiale plastico di tipo ABS autoestinguente V0 con altoparlante a 2 vie a larga banda, con woofer a sospensione morbida da 5 " e Tweeter coassiale a cupola al neodimio, con frequenza di crossover 5 KHz. Dotato di trasformatore per il collegamento con linee audio 100V a tensione costante e presa 80 ohm a corrente costante. Diametro foro incasso: 193mm.
Fornito e posto in opera compresi tutti i collegamento elettrici, il cavo multipolare schermato da 0.75mmq di collegamento fino alla centrale audio e quanto altro per dare l'opera finita.
2.3.25.3 BASI MICROFONICHE
Base microfonica in metallo pesante, con piedini in gomma, con interruttore, con presa XLR 3 poli e uscita con spina XLR 3 poli bilanciata, indicata per microfoni con flessibile. Colore: vernice nera antigraffio. Dimensioni: A 49 x L 113 x P 162 mm Peso: 1,37 Kg.
Compreso microfono ad alta sensibilità a condensatore ad alimentazione Phantom, asta flessibile con connettore tipo XLR, installabile su presa tipo XLR. Selettore sensibilità 0 dB, - 10 dB e dispositivo filtro passa alto. Risposta in frequenza: 50 Hz÷18.000 Hz.
Impedenza nominale: 66 ohm +/- 30%. Sensibilità: -56dB, - 66 ( -10dB switch setting) Alimentazione Phantom: 48VDC Dimensioni: 19 x 470 mm Peso: 200 gr
Fornito e posto in opera compresi tutti i collegamento elettrici, il cavo multipolare schermato da 0.75mmq di collegamento fino alla centrale audio e quanto altro per dare l'opera finita.
2.3.25.4 CENTRALE AUDIO
Centrale audio costituita dalle seguenti apparecchiature:
-Mixer Audio professionale, 5 ingressi micro, 4 ingressi aux, alimentazione phantom, uscite bilanciate, 1 unità rack.
-Sezione Tuner: radio FM con ampio display retroilluminato, 60 preset stazioni memorizzabili, uscita stereo indipendente con prese RCA. Sezione Player: lettore CD con meccanica anti-shock compatibile CD, CD-R, CD-R/W MP3 ed ingressi USB e scheda, ampio display retroilluminato, uscite indipendenti con prese RCA. Telecomando ad infrarossi. Alimentazione: 230 Vac Colore: nero Dimensioni: A 44 x L 482 x P 250 mm (1 unità rack) Peso: 4,1 Kg
- Amplificatore finale di potenza da 240 W per linee a tensione costante 100V. Protezione contro cortocircuiti, indicatore di livello audio d'ingresso, sistema di smaltimento calore ad aria forzata. Ingresso bilanciato con connettore XLR, uscita segnale XLR. Controllo della sensibilità d'ingresso. Sensibilità ingresso 1V. Uscite di potenza per il collegamento dei diffusori acustici: 100V (41,7 Ohm), 70 V (20,1). Alimentazione 230 Vac o 115 Vac selezionabile oppure alimentazione 24 VDC. Colore frontale e contenitore nero.
Dimensioni: H 132 x L 482 x 350 mm. Peso: 18 Kg.
2.3.25.5 ARMADIO
Armadio contenitore realizzato a norme rack 19"realizzato in lamiera prezincata verniciato con sistema a polveri epossidiche in forno composto da elementi stampadi ad "U" chiusi ad anello, con doppia foratura sugli elementi verticali per il fissaggio di pannelli, guide, apparecchiature, piani di supporto, completo di fondi di chiusura.
Sono comprese le seguenti apparecchiature:
- Guide scorrevoli a norme Rack 19" per amplificatori di potenza con spessore a parete. Il kit è formato da una coppia di staffe
complete di viti e dadi per il fissaggio al mobile Rack standard 19"
Particolari in lamiera stampata prezincata, verniciata con sistema a polveri epossidiche in forno.
Dimensioni: A 90 x L 49 x P 332 mm.
2 unità Rack
- Piano fisso per montaggio in armadi a norme rack 19" di apparecchiature stereo hi-fi o altro uso non corrispondenti allo standard rack. Struttura in lamiera stampata, prezincata, verniciato con sistema a polveri epossidiche in forno. Dimensioni a norme rack 19", minime 2 unità.
-Pannelli di chiusura impiegati per chiudere spazi liberi non utilizzati nell'armadio rack 19". I pannelli con feritoie di aerazione sono utilizzati per espellere il calore prodotto dai circuiti di potenza e vengono quindi installati sopra e sotto amplificatori, alimentatori e centralini. Costruiti in lamiera stampata, prezincata, verniciatura antigraffio con sistema a polveri epossidiche in forno. Forature a norme rack 19", forniti completi di viti, dadi in gabbia e rondelle.
Larghezza rack 19" standard 483 mm.
dimensioni dell'armadio: (BxLxH)=(600x540x530mm)
Kits accessori,rotelle e cavetti con precablaggio e precollaudo regia rack 12 unità compresi.
2.3.25.6 SHERMO AVVOLGIBILE MOTORIZZATO
Schermo avvolgibile motorizzato, telo frontale bianco, con cassonetto in alluminio anodizzato colore bianco; dimensioni dello schermo 2,5x1,9m.
2.3.26 IMPIANTO DI T.V.C.C.
Il sistema TVCC è costituito dai seguenti elementi:
1. apparati di ripresa
2. apparati di trasmissione
3. apparati di registrazione
4. apparati di visualizzazione
2.3.26.1 TELECAMERE INTERNE
Telecamera fissa IR a colori alta risoluzione VARIFOCAL 4-9 mm. anitvandalo
-CCD: 1/3" SONY EXview HAD CCD II
- FOCALE: 4-9 mm
- RISOLUZIONE: 700 LINEE
- MODI AUTO: Controllo automatico del guadagno, Shutter Elettronico
- NUMERO LED: 36 (35m)
- ALIMENTAZIONE: 12 Vdc; 370mA
- DIMENSIONI: 120 x 105 mm
- USO: Interno/Esterno
- Alimentatore stabilizzato
- Ingresso: 230 VAC
2.3.26.2 TELECAMERE ESTERNE
Telecamera per esterno 700 LINEE 0 LUX AUTOIRIS VARIFOCAL 2,8 - 12 mm Filtro Meccanico CCD: 1/3" Sony EFFIO 960H EXview HAD CCD II (ICX672/673)
- ILLUMINATORE: 21 LED IR
- OBIETTIVO: AUTOIRIS VARIFOCAL 2,8 - 12mm
- PIXEL EFFETTIVI: 976 x 582 (PAL)
- PORTATA LED: 25mt
- RISOLUZIONE: 700 LINEE
- FILTRO MECCANICO
- SENSIBILITA': 0 LUX LED ON
- STAFFA INCLUSA
- Dimensioni: 255 x 100 x 120 mm
- Alimentatore stabilizzato
- Ingresso: 230 VAC - 50 Hz
- Approvato: CE
2.3.26.3 MONITOR
Monitor LCD 19"
NP023 - INGRESSI: VGA
- RISOLUZIONE: 1280x1024 pixels;
- ANGOLO DI VEDUTA: 175° orizzontalmente, 170° verticalmente
- LUMINOSITA': 250 cd/mq
- CONTRASTO: 4000:1
- TEMPO DI RISPOSTA 2ms
2.3.26.4 VIDEOREGISTRATORE
Videoregistratore DVR 8 Canali video H.264, 3G/GPRS, Triplex , Motion Detection, USB 2.0 , LAN, Lingua italiana, DDNS,VGA
Caratteristiche tecniche:
- DVR: Videoregistratore digitale a otto ingressi
- INGRESSI VIDEO: 8 canali video in 1.0 VP-P, 75ohm(BNC TYPE)
- USCITA VIDEO: 2 canali (Monitor/SPOT) + VGA
- RISOLUZIONE IN LIVE: 720×576
- VISUALIZZAZIONE: Pieno Schermo, Quad
- SEQUENZIALE: Visualizza Telecamere in Sequenza
- FUNZIONE PIP: (picture in picture)
- RISOLUZIONE IN REGISTRAZIONE: 720×576(100 fps) / 720×288(200 fps)/ 360x288(200 fps)
- ZOOM DIGITALE: Live
- COMPRESSIONE: Formato H.264
- REGISTRAZIONE: Modo Continuo, su Allarme o Timer
- MOTION DETECTION
- PROTOCOLLO NETWORK: TCP/IP
- OPERAZIONE DA REMOTO: Visualizzazione, backup, esportazione immagini in formato AVI
- BACKUP: Esportazione da remoto, Backup da USB 2.0
- CONTROLLO PTZ: RS485 (supporta PELCO-D e altri protocolli)
- INGRESSI D'ALLARME: 4
- USCITA D'ALLARME: 1
- AUDIO INGRESSI/USCITA: 4/1
- HARD DISK: 2 HDD SATA non removibile supportato
- CONTROLLO REMOTO: Telecomando in dotazione
- FUNZIONALITA': GPRS per visione da Palmari o telefoni cellulari che supportano Windows mobile
5.0 e 6.0,Symbian, I-Phone e Android
- ACCESSO: DDNS
- WEB SERVER
- DIMENSIONI: 280mm(W) x 220mm(D) x 60mm(H)
- Hard Disk 500 Gb SeaGate SATA
- Interfaccia SATA (Dedicato alla videosorveglianza)
- Velocità di trasferimento dati fino a: 3 GB/s
- Tempo di ricerca track-to-track lettura <1 ms, scrittura <2 ms
- Memoria Cache: 8 Mb
- Tempo di avvio 16 ms
2.3.27 VERIFICA E PROVA PRELIMINARE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
Durante l’esecuzione delle opere, devono essere eseguite, conformemente alle norme CEI in materia, con particolare riferimento alle 64-8, alcune verifiche e prove preliminari per accertare, oltre alla regolare consistenza degli impianti, che questi siano in condizione di poter funzionare normalmente. In particolare si dovranno eseguire:
a) L’esame a vista.
b) La verifica della sezione dei conduttori e la calibratura delle tubazioni.
c) La verifica della sfilabilità dei cavi.
d) Il controllo della taratura degli apparecchi di protezione.
e) Il controllo a vista, le prove di continuità dell’impianto di terra nelle giunzioni, nei morsetti e/x xxxxxxx di ammaraggio e la misura della resistenza di terra.
f) Il controllo dei materiali ai requisiti delle campionature presentate.
g) Il controllo dei marchi di armonizzazione dei conduttori e del M.I.Q. per le altre apparecchiature.
h) La verifica della documentazione tecnica attestante l’autoestinguenza dei materiali isolati espressamente dichiarati.
i) La verifica dell’idonea esecuzione delle giunzioni con adeguate morsettiere.
j) La verifica delle conformità delle apparecchiature degli impianti relativi alle tavole ed agli schemi di progetto.
Le verifiche e le prove preliminari di cui sopra devono essere eseguite dalla Direzione Lavori in contraddittorio con la Ditta Aggiudicataria, e di esse e dei risultati ottenuti si deve compilare regolare verbale.
La Direzione Lavori, ove trovi da eccepire in ordine a quei risultati perché non conformi alle prescrizioni del presente capitolato, emette il verbale di ultimazione lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale stesso, che da parte della Ditta Aggiudicataria sono state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni necessarie.
Si intende che, nonostante l’esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, la Ditta Aggiudicataria rimane responsabile delle deficienze riscontrate in seguito, anche dopo il collaudo e fino al termine del periodo di garanzia come stabilito dal Capitolato Speciale di Appalto.
2.3.28 COLLAUDO DELL’IMPIANTO ELETTRICO
Il collaudo dovrà essere eseguito per ogni categoria di impianto, dopo la data di entrata in esercizio attestata da apposito verbale.
In particolare le operazioni di collaudo dovranno prevedere le seguenti verifiche:
a) che siano state osservate le norme tecniche generali;
b) che gli impianti ed i lavori siano corrispondenti a tutte le richieste e le preventive indicazioni della Stazione Appaltante;
c) che gli impianti ed i lavori corrispondano a tutte quelle eventuali modifiche concordate in sede di aggiudicazione e di esecuzione dei lavori;
d) che i materiali impiegati nell’esecuzione degli impianti, dei quali sono stati presentati i campioni, siano corrispondenti ai campioni stessi;
e) che gli impianti abbiano ottenuto il benestare di esercizio delle Autorità competenti di zona.
Tali controlli hanno lo scopo di verificare se le condizioni per le quali la verifica provvisoria aveva dato esito favorevole, non siano alterate nel periodo intercorrente tra la verifica provvisoria ed il collaudo definitivo, mentre per quelle condizioni per le quali nella verifica provvisoria si siano riscontrate delle deficienze, il controllo, in sede di collaudo definitivo, ha lo scopo di accertare se, dopo la verifica provvisoria, si sia provveduto ad ovviare alle deficienze stesse.
A maggior ragione, gli anzidetti accertamenti prescritti per la verifica provvisoria, dovranno effettuarsi in sede di collaudo definitivo, qualora la verifica provvisoria non abbia avuto luogo o sia stata solo parzialmente eseguita.
Le modalità da seguire per i collaudi sono quelle previste dalle norme CEI 64-8 cap. X: Esame a vista.
Su ogni impianto utilizzatore prima di eseguire verifiche e misure particolari, si deve effettuare un esame a vista tendente ad accertare la rispondenza, per quanto risulta accessibile ed ispezionabile, alle prescrizioni delle Norme Generali 64-8 per gli Impianti Elettrici e delle presenti Norme.
Verifica del tipo e del dimensionamento dei componenti i circuiti, e dell'approvazione dei contrassegni di identificazione.
Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell’impianto utilizzatore:
- siano del tipo adatto alle condizioni di posa ed alle caratteristiche dell’ambiente;
- siano correttamente dimensionati, in relazione ai carichi reali degli apparecchi utilizzatori suscettibili di funzionare simultaneamente o, in mancanza di questi, ai carichi convenzionali, ed in ogni caso per i cavi ed i conduttori in base alle portate massime indicate nelle apposite tabelle CEI- UNEL;
- rechino i debiti contrassegni di identificazione ove prescritti.
Verifica dei cavi e del rapporto fra diametro dei tubi o dei condotti e diametro circoscritto al fascio dei cavi contenuti.
La verifica della sfilabilità dei cavi consiste nell’estrarre uno o più cavi dal tratto di tubo o di condotto compreso tra due cassette o scatole successive, e nell’osservare che questa operazione non abbia danneggiato il cavo stesso.
La verifica deve essere eseguita su tratti di tubo o di condotto per una lunghezza complessiva tra l’1 ed il 5% della totale lunghezza del tubo o dei condotti dell’impianto.
Contemporaneamente a questa prova viene fatta la verifica del rapporto fra il diametro interno del tubo o del condotto ed il diametro del cerchio circoscritto al fascio contenuto nel tubo o nel condotto. Verifica della calibratura interna o dei condotti.
Durante le prove precedenti, negli stessi tratti di tubo o di condotto presi in considerazione, si deve fare la verifica della calibratura della sezione interna dei tubi o dei condotti.
La calibratura va fatta a mezzo di una sfera avente diametro pari a 0,75 volte il diametro del tubo o del condotto da verificare; la sfera deve venire fissata a metà lunghezza di un filo sufficientemente lungo.
Misura della resistenza di isolamento.
La misura della resistenza deve essere eseguita mediante un ohmmetro la cui tensione continua sia circa 125 V in caso di misura su parti di impianto di categoria ZERO e circa 500 V in caso di misura su parti di impianto di 1^ categoria.
La misura va effettuata fra l’impianto (collegando assieme tutti i conduttori attivi) ed il circuito di terra, e fra ogni coppia di fili tra loro.
Durante le misure gli apparecchi utilizzatori devono essere disinseriti. Misura della caduta di tensione.
La misura della caduta di tensione, fra il punto di inizio dell’impianto utilizzatore ed il punto scelto per la prova, si effettua come segue:
- devono essere inseriti: un voltmetro nel punto di inizio ed un secondo voltmetro nel punto sotto prova; i due strumenti devono avere la stessa curva di errore;
- devono essere allacciati:
a) ove siano già in opera tutti gli apparecchi utilizzatori ed esistano specifici accordi col
committente, quelli suscettibili di funzione simultaneamente.
b) ove non siano ancora in opera gli apparecchi utilizzatori o non esistano specifici accordi col committente, cariche convenzionali ad ogni derivazione compresa tra il punto di inizio dell’impianto ed il punto sotto prova;
- si devono eseguire contemporaneamente le letture sui voltmetri suddetti e calcolare la caduta di tensione percentuale.
E’ ammessa una tolleranza del 10%.
Verifica delle protezioni contro i corto circuiti ed i sovraccarichi.
Per la verifica della protezione contro i corto circuiti ed i sovraccarichi si deve controllare:
- se il potere di interruzione contro i corto circuiti è adeguato alle condizioni dell’impianto e della sua alimentazione;
- se la taratura degli apparecchi di protezione contro i sovraccarichi è correlata alla sezione dei conduttori protetti dag1i stessi apparecchi.
Verifica degli impianti di terra e di protezione da tensione di contatto.
Va controllata la continuità dell’impianto di terra, dal morsetto principale di terra posto sul quadro di distribuzione fino al dispersore di terra,
Inoltre va controllato che gli apparecchi di protezione contro le tensioni di contatto siano dimensionati secondo le prescrizioni delle Norme CEI 64-8 e successive varianti.
La verifica si effettua nel seguente modo:
1) - L’impianto di terra deve corrispondere alle norme CEI 64-8.
Gli interruttori automatici magnetotermici devono intervenire, in caso di guasto verso terra, nei tempi previsti dalle norme o comunque interrompere il circuito quando vengono superati i valori ammessi di tensione verso terra.
Per quest’ultima verifica occorre misurare la resistenza dell’impianto di terra.
2) - In caso di protezione mediante messa a terra diretta e dispositivi di protezione differenziale, si controlla che un guasto franco a terra provochi in ogni caso l’intervento del dispositivo differenziale.
Verifica degli utilizzatori ad installazione fissa.
La verifica riguarda sia l’apparecchio utilizzatore sia la sua installazione. Di ogni apparecchio utilizzatore si deve verificare:
- la resistenza di isolamento;
- la rispondenza alle prescrizioni delle tabelle CEI-UNEL, ove esistenti, dei singoli componenti (spine portalampade, interruttori, relè, ecc.).
Per quanto riguarda l’installazione dell’apparecchio si deve verificare:
- il corretto allacciamento all’impianto;
- l’applicazione di un adeguato organo di manovra e protezione, quando prescritto.
Verifica illuminotecnica degli ambienti con particolare riguardo alla quantità di lux misurati sui piani di lavoro.
La Ditta, oltre che essere responsabile della perfetta manutenzione delle opere fino al collaudo, sarà poi tenuta ad eseguire i lavori di riparazione e di modificazione che in sede di collaudo definitivo saranno giudicati necessari.
Infatti l’accettazione in consegna della Stazione Appaltante, e per essa della Direzione Lavori, non ha valore assoluto nei riguardi della perfetta esecuzione delle opere delle Norme di Capitolato.
La nomina del o dei Collaudatori è di competenza della Stazione Appaltante, la quale si riserva di includere fra essi un proprio dipendente.
L’Amministrazione Appaltante si riserva di richiedere alla Direzione Lavori l’emissione del certificato di regolare esecuzione in luogo del collaudo.
2.4 IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ESTIVA, IMPIANTO DI VENTILAZIONE E IMPIANTO DI RISCALDAMENTO A RADIATORI
2.4.1 PREMESSA
L’edificio viene dotato di un nuovo impianto di climatizzazione estiva a volume di refrigerante variabile e di un impianto di riscaldamento a radiatori, alimentati dal generatore di calore esistente. Inoltre, per garantire il ricambio dell’aria negli ambienti di lavoro, viene installato un impianto di ventilazione con recupero del calore.
L’impianto di climatizzazione prevede tre unità moto condensanti a volume di refrigerante variabile da collocare all’esterno sul terrazzo del primo piano dell’edificio. Il percorso delle tubazioni è indicato nelle tavole di progetto.
Negli uffici sono previsti delle unità interne installate a controsoffitto per sistema VRV a R410 con potenza frigorifera e caratteristiche tecniche indicate negli elaborati progettuali.
L’impianto di ventilazione è costituito da cinque unità di recupero del calore da posizionare nel controsoffitto dei piani primo e secondo e da una rete aeraulica per la distribuzione dell’aria primaria, indicata nelle tavole di progetto relative, che si estende con percorsi orizzontali e raggiunge i diffusori installati a controsoffitto di ciascun locale.
L’espulsione dell’aria avviene tramite griglie di ripresa poste nei corridoi, nelle sale riunioni e nei servizi igienici.
L’impianto di riscaldamento a radiatori esistente viene ristrutturato installando una nuova rete di distribuzione principale, con l’inserimento di collettori di distribuzione e di valvole termostatiche nei corpi scaldanti. I radiatori esistenti sono riposizionati ed integrati come indicato negli elaborati progettuali.
2.4.2 DATI TECNICI DI PROGETTO
Impianto di climatizzazione estiva Condizioni climatiche estate
Temperatura esterna 34 °C
Umidità relativa esterna 60%
Temperatura interna + 26 °C
Umidità relativa interna 50 % Impianto di ventilazione
Ricambi orari
Uffici e locali assimilabili 25-35 mc/h a persona Sala riunioni 25-35 mc/h a persona
Servizi 6 vol/h. (estrazione)
Velocità dei fluidi
Canali principali 4.00-5,00 m/sec. max
Canali secondari | 3,50 | m/sec. |
Bocchette di mandata | 2,50 | m/sec. |
Bocchette di ripresa | 2,50 | m/sec. |
Bocchette di transito | 1,50 | m/sec. |
Bocchette di presa aria esterna | 3,50 | m/sec. max |
Aria nelle zone occupate | 0,15 | m/sec. Max |
Impianto di riscaldamento | ||
Temperature dei fluidi |
Acqua calda radiatori 75 °C Velocità dei fluidi
Tubazioni principali 1,50 m/sec. max
Tubazioni secondarie 1,00 m/sec. max
2.4.3 IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ESTIVA
2.4.3.1 UNITA’ ESTERNE MOTOCONDENSANTI A POMPA DI CALORE
Le unità motocondensanti per sistema a Volume di Refrigerante Variabile, controllate da inverter, con refrigerante R410A, a pompa di calore, hanno struttura modulare per installazione affiancata di più unità. Possono collegare al massimo 30 unità interne. . La potenza delle unità interne collegate deve essere compresa tra un minimo del 50 e può arrivare in alcuni casi fino ad un massimo del 200
% di quella erogata dalla pompa di calore. Hanno le seguenti caratteristiche:
- struttura autoportante in acciaio, dotata di pannelli amovibili, con trattamento di galvanizzazione ad alta resistenza alla corrosione, griglie di protezione sulla aspirazione ed espulsione dell’aria di condensazione a profilo aerodinamico ottimizzato.
- batteria di scambio costituita da tubi di rame rigati internamente W-HiX e pacco di alette in alluminio sagomate ad alta efficienza con trattamento anticorrosivo, dotata di griglie di protezione laterali a maglia quadra. La geometria in controcorrente e il sistema e-Pass permettono di ottenere un’alta efficienza di sottoraffreddamento anche con circuiti lunghi e di ridurre la quantità di refrigerante.
- Ventilatore elicoidale, controllato da inverter, con funzionamento silenzioso, griglia di protezione antiturbolenza posta sulla mandata verticale dell’aria azionato da motore elettrico a cc Brushless direttamente accoppiato, funzionante a controllo digitale, controllo della velocità tramite microprocessore per ottenere un flusso a pressione costante nello scambiatore.
- Compressore inverter ermetico a spirale orbitante di tipo scroll ottimizzato per l’utilizzo con R410A a superficie di compressione ridotta con motore brushless a controllo digitale, con velocità fino a 6300 rpm; controllo della capacità dal 14 al 100%; raffreddamento con gas compressi che rende superfluo l’uso di un separatore di liquido. Resistenza elettrica di riscaldamento del carter olio della potenza di 33 W.
- Compressore on/off ermetico a spirale orbitante di tipo scroll velocità 2900rpm; controllo della capacità dal 10 al 100%; Resistenza elettrica di riscaldamento del carter olio della potenza di 33 W. Possibilità di funzionamento dell’impianto anche in caso di avaria di uno dei compressori grazie alla funzionalità di back-up; raffreddamento con gas compressi che rende superfluo l’uso di un separatore di liquido.
- funzionalità i-Demand per la limitazione del carico elettrico di punta e avviamento in sequenza dei compressori. Compensazione automatica del tempo di funzionamento tra i compressori. Controllore di sistema a microprocessore per l’avvio del ciclo automatico di ritorno dell’olio, che rende superflua l’installazione di dispositivi per il sollevamento dello stesso.
Campo di funzionamento:
in raffreddamento da –5°CBS a 43 ° CBS, in riscaldamento da –20°CBU a 15.5° CBU.
- possibilità di ridurre il livello di pressione sonora fino a 45 dB(A) tramite impostazione sulla PCB dell’unità esterna e/o con schede aggiuntive.
- circuito frigorifero ad R410A con distribuzione del fluido a due tubi, controllo del refrigerante tramite valvola d’espansione elettronica, olio sintetico, con sistema di equalizzazione avanzato; comprende il ricevitore di liquido, il filtro e il separatore d’olio.
- funzione automatica per la carica del refrigerante provvede autonomamente al calcolo del quantitativo di refrigerante necessario e alla sua carica all’’interno del circuito. Grazie a questa funzione è in gradi di provvedere automaticamente anche alla verifica periodica del contenuto di gas nel circuito.
- attacchi tubazioni del refrigerante situate o sotto la macchina o sul pannello frontale;
- funzione e-Bridge per il sottoraffreddamento ottimale del refrigerante e il controllo del livello di riempimento del ricevitore.
Dispositivi di sicurezza e controllo: il sistema dispone di sensori di controllo per bassa e alta pressione, temperatura aspirazione refrigerante, temperatura olio, temperatura scambiatore di calore e temperatura esterna. Sono inoltre presenti pressostati di sicurezza per l'alta e la bassa pressione (dotati di ripristino manuale tramite telecomando). L'unità è provvista di valvole di intercettazione (valvole Xxxxxxxx ) per l'aspirazione, per i tubi del liquido e per gli attacchi di servizio. Il circuito del refrigerante viene sottoposto a pulizia con aspirazione sotto vuoto di umidità, polveri e altri residui. Successivamente viene precaricato con il relativo refrigerante. Microprocessore di sistema per il controllo e la regolazione dei cicli di funzionamento sia in riscaldamento che in raffreddamento. In grado di gestire tutti i sensori, gli attuatori, i dispositivi di controllo e di sicurezza e gli azionamenti elettrici, nonché di attivare automaticamente la funzione sbrinamento degli scambiatori.
Alimentazione: 400 V, trifase, 50 Hz.
Collegamento al sistema di controllo tramite bus di comunicazione di tipo non polarizzato.
Funzione di autodiagnostica per le unità interne ed esterne tramite il bus dati, accessibile tramite comando manuale locale e/o dispositivo di diagnostica: Service-Checker – visualizzazione e memorizzazione di tutti i parametri di processo, per garantire una manutenzione del sistema efficace. Possibilità di stampa dei rapporti di manutenzione e memoria degli ultimi 10 min di funzionamento. Possibilità di controllo dei consumi tramite collegamento a comando centralizzato.
Gestione del funzionamento via web tramite collegamento a comando centralizzato.
Possibilità di interfacciamento con bus di comunicazione per sistemi BMS (Bulding Management Systems) a protocollo LONworks® e BACnet®.
Accessori standard: manuale di installazione, morsetto, tubo di collegamento, tampone sigillante, morsetti, fusibili, viti.
La dichiarazione di conformità alle direttive europee 89/336/EEC (compatibilità elettromagnetica), 73/23/EEC (bassa tensione) e 98/37/EC (direttiva macchine) sarà fornita con l’unità, e alla normativa RoHS.
Le unità esterne saranno di tre tipologie:
TIPOLOGIA | 1 | 2 | 3 |
Potenza nominale in raffreddamento[KW] | 71.4 | 77 | 33.5 |
Potenza nominale in riscaldamento [KW] | 81.5 | 88 | 37.5 |
Peso [Kg] | 000 | 000 | 000 |
Dimensioni[mm] | 1680x2170x765 | 1680x2170x765 | 1680x930x765 |
Livello di pressione sonora a 1m di distanza [dB] | 62 | 64 | 60 |
Alimentazione elettrica | 400V – 50Hz | 400V – 50Hz | 400V – 50Hz |
COP | 3.94 | 3.83 | 3.97 |
EER | 3.41 | 3.26 | 3.48 |
Condizioni di riferimento:
in raffreddamento: temperatura interna 27°CBS/ X.X. 00 %, xxxxxxxxxxx xxxxxxx 00xXXX/X.X.00 %, xx riscaldamento: temperatura interna 20°CBS/ U.R. 40 %, temperatura esterna 7°CBS/U.R.70 %,
2.4.3.2 UNITA’ INTERNE A CONTROSOFFITTO PER SISTEMA VRV AD R410A dim.600X600
Le unità interne a cassetta a 4 vie per montaggio a controsoffitto per sistema VRV ad R410A, sono inserite nei moduli standard del controsoffitto.
Hanno le seguenti caratteristiche:
- carrozzeria in lamiera d’acciaio zincato rivestita di materiale termoacustico di polistirene espanso, pannello decorativo di colore bianco avorio, lavabile, antiurto, di fornitura standard;
- griglia con ripresa centrale, dotata di filtro a lunga durata in rete di resina sintetica resistente alla muffa, lavabile;
- mandata tramite le aperture sui quattro lati con meccanismo di oscillazione automatica dei deflettori, orientabili verticalmente tra 0° e 60°, con i quali è possibile ottenere un flusso d’aria in direzione parallela al soffitto, con un ampio raggio di distribuzione, con possibilità di chiudere una o due vie per l’aria per facilitare l’installazione negli angoli.
- possibilità di diluizione con aria esterna in percentuale pari al 10-15% del volume d’aria circolante.
- valvola di laminazione e regolazione dell’afflusso di refrigerante con motore passo-passo, 2000 passi, pilotata da un sistema di controllo a microprocessore con caratteristica PID (proporzionale- integrale-derivativa) che consente il controllo della temperatura ambiente con la massima precisione (scostamento di +/- 0,5° C dal valore di set point), raccogliendo i dati provenienti dai termistori sulla temperatura dell’aria di ripresa, sulla temperatura della linea del liquido e sulla temperatura della linea del gas.
-sonda di temperatura ambiente posta sulla ripresa dell’unità. In funzione delle effettive necessità deve essere possibile scegliere se utilizzare la sonda a bordo macchina o a bordo comando remoto a filo, ad essa connessa.
- termistori temperatura dell’aria di ripresa, temperatura linea del liquido, temperatura linea del gas
- ventilatore turbo con funzionamento silenzioso e assenza di vibrazioni, a due velocità, mosso da un motore elettrico monofase ad induzione direttamente accoppiato, dotato di protezione termica;
- scambiatore di calore in controcorrente costituito da tubi di rame internamente rigati HI-X Cu ed alette in alluminio ad alta efficienza.
- pompa di sollevamento della condensa con protezione a fusibile e prevalenza fino a 750 mm di fornitura standard.
- sistema di controllo a microprocessore con funzioni di diagnostica, acquisizione e analisi dei messaggi di errore, segnalazione della necessità di manutenzione; storico dei messaggi di errore per l’identificazione dei guasti; possibilità di interrogare i termistori tramite il regolatore PID;
- fusibile di protezione della scheda elettronica;
- collegamento al sistema di controllo tramite bus di comunicazione di tipo non polarizzato;
- possibilità di controllo dei consumi tramite collegamento a comando centralizzato;
- gestione del funzionamento via web tramite collegamento a comando centralizzato;
- possibilità di interfacciamento con bus di comunicazione per sistemi BMS (Bulding Management Systems) a protocollo LONworks® e BACnet;
- attacchi della linea del gas 12.7 mm e della linea del liquido 6.4 mm .
- drenaggio (Est/Int) 26/20 mm.
La dichiarazione di conformità alle direttive europee 89/336/EEC (compatibilità elettromagnetica), 73/23/EEC (bassa tensione) e 98/37/EC (direttiva macchine) sarà fornita con l’unità.
Le unità esterne saranno di quattro tipologie:
TIPOLOGIA | 25 | 32 | 40 | 50 |
Resa frigorifera[KW] | 2.8 | 3.2 | 4.5 | 5.6 |
Potenza termica [KW] | 3.2 | 4.0 | 5.0 | 6.3 |
Assorbimento in raffreddamento [W] | 73 | 76 | 89 | 115 |
Assorbimento in riscaldamento [W] | 64 | 68 | 80 | 107 |
Livello di pressione sonora a 1m di distanza [dB] (min/max) | 25/30 | 32/26 | 27/34 | 32/40 |
Dimensioni [mm] | 286x575x575 | 286x575x575 | 286x575x575 | 286x575x575 |
Condizioni di riferimento:
in raffreddamento: temperatura interna 27°CBS/ X.X. 00 %, xxxxxxxxxxx xxxxxxx 00xXXX/X.X.00 %, xx riscaldamento: temperatura interna 20°CBS/ U.R. 40 %, temperatura esterna 7°CBS/U.R.70 %,
2.4.3.3 UNITA’ INTERNE A CONTROSOFFITTO PER SISTEMA VRV AD R410A dim.800X800
Le unità interna a cassetta a 4 vie per montaggio a controsoffitto per sistema VRV ad R410A, hanno le seguenti caratteristiche tecniche:
- Potenzialità nominale in regime di raffreddamento pari a 5.6 kW e 6.3 kW in riscaldamento, alle seguenti condizioni: in raffreddamento temperatura interna 27°CBS/19°CBU, temperatura esterna 35°CBS, in riscaldamento temperatura interna 20°CBS, temperatura esterna 7°CBS/6°CBU, lunghezza equivalente del circuito 7,5 m, dislivello 0 m;
-carrozzeria in lamiera d'acciaio zincato rivestita di materiale termoacustico di polistirene espanso, pannello decorativo di colore bianco avorio, lavabile, antiurto, di fornitura standard;
-griglia con ripresa centrale, dotata di filtro a lunga durata in rete di resina sintetica resistente alla muffa, lavabile; mandata tramite le aperture sui quattro lati con meccanismo di oscillazione automatica dei deflettori, orientabili verticalmente tra 0° e 60°,con possibilità di chiudere una o due vie.
Dimensioni dell'unità (AxLxP) pari a 286x575x575, peso pari a 18 kg.
Possibilità di diluizione con aria esterna in percentuale pari al 10-15% del volume d'aria circolante. Valvola di laminazione e regolazione dell'afflusso di refrigerante con motore passo-passo, 2000 passi, pilotata da un sistema di controllo a microprocessore con caratteristica PID (proporzionale-integrale- derivativa) che consente il controllo della temperatura ambiente con la massima precisione (scostamento di +/- 0,5° C dal valore di set point), raccogliendo i dati provenienti dai termistori sulla temperatura dell'aria di ripresa, sulla temperatura della linea del liquido e sulla temperatura della linea del gas.
Sonda di temperatura ambiente posta sulla ripresa dell'unità.
Termistori temperatura dell'aria di ripresa, temperatura linea del liquido, temperatura linea del gas. Ventilatore turbo con funzionamento silenzioso e assenza di vibrazioni, a due velocità, mosso da un motore elettrico monofase ad induzione direttamente accoppiato, dotato di protezione termica; portata d'aria (A/B) di 840/600 m³/h , potenza erogata dal motore di 55 W, livello di pressione sonora (A/B) dell'unità non superiore a 41/33 dB(A) .
Scambiatore di calore in controcorrente costituito da tubi di rame internamente rigati HI-X Cu ed alette in alluminio ad alta efficienza.
Pompa di sollevamento della condensa con protezione a fusibile e prevalenza fino a 750 mm di fornitura standard.
Sistema di controllo a microprocessore con funzioni di diagnostica, acquisizione e analisi dei messaggi di errore, segnalazione della necessità di manutenzione; storico dei messaggi di errore per l'identificazione dei guasti; possibilità di interrogare i termistori tramite il regolatore PID. Fusibile di protezione della scheda elettronica.
Alimentazione: 220~240 V monofase a 50 Hz; assorbimento elettrico nominale in raffreddamento 115W e in riscaldamento 107 W.
Collegamento al sistema di controllo tramite bus di comunicazione di tipo non polarizzato. Possibilità di controllo dei consumi tramite collegamento a comando centralizzato.
Gestione del funzionamento via web tramite collegamento a comando centralizzato.
Possibilità di interfacciamento con bus di comunicazione per sistemi BMS (Bulding Management Systems) a protocollo LONworks® e BACnet.
Attacchi della linea del gas 12.7 mm e della linea del liquido 6.4 mm . Drenaggio (Est/Int) 26/20 mm.
La dichiarazione di conformità alle direttive europee 89/336/EEC (compatibilità elettromagnetica), 73/23/EEC (bassa tensione) e 98/37/ EC (direttiva macchine) sarà fornita con l'unità.
2.4.3.4 UNITA’ INTERNE A PARETE PER SISTEMA VRV AD R410A
Le unità interne per installazione a parete per sistema VRV ad R410A sono costituite da:
- copertura in materiale plastico, totalmente amovibile dal corpo macchina per facilitarne l’installazione, dotata di isolamento termoacustico in polietilene espanso; nella parte posteriore sono presenti le aperture per l’accesso agli attacchi del refrigerante e dello scarico condensa, mandata dotata di meccanismo di movimentazione automatica del deflettore con chiusura automatica al momento della disattivazione dell’unità, deflettore smontabile per la pulizia.
- ventilatore tangenziale con motore elettrico direttamente accoppiato, regolazione a gradini, funzionamento silenzioso e assenza di vibrazioni;
- scambiatore di calore costituito da tubi di rame internamente rigati ed alette in alluminio ad alta efficienza;
- valvola elettronica di espansione/regolazione in grado di assicurare un funzionamento silenzioso in ogni condizione di funzionamento, completa di motore passo-passo, 2000 posizioni, pilotata da un sistema di controllo a microprocessore con caratteristica PID (proporzionale-integrale-derivativa), in grado di assicurare il controllo della temperatura ambiente con la massima precisione;
- sonda di temperatura ambiente posta sulla ripresa dell’unità. In funzione delle effettive necessità deve essere possibile scegliere se utilizzare la sonda a bordo macchina o a bordo comando remoto a filo, ad essa connessa;
- termistori temperatura dell’aria di ripresa, temperatura linea del liquido, temperatura linea del gas.
- filtro dell’aria in rete di resina lavabile.
- pompa scarico condensa tipo K-KDU572BVE, prevalenza 1,0 m.
- microprocessore per il controllo e la gestione completa di autodiagnosi.
- dispositivi di sicurezza: fusibili, fusibile del motore del ventilatore.
- collegamento al sistema di controllo tramite bus di comunicazione di tipo non polarizzato
- alimentazione elettrica: 220~240 V monofase a 50 Hz. Caratteristiche tecniche:
Resa frigorifera[KW] : 2.8 Potenza termica [KW]: 3.2
Assorbimento in raffreddamento [W]: 28 Assorbimento in riscaldamento [W]: 34
Livello di pressione sonora a 1m di distanza [dB] (min/max): 29/36 Dimensioni [mm]: 290x795x238
2.4.3.5 CAVO DI COMANDO
Cavo di trasmissione segnale, del tipo non schermato da 0,75 ÷1,25 mmq collegherà tutte le unità esterne ed interne con i relativi comandi elettronici, così come indicato sullo schema della casa fornitrice delle apparecchiature di condizionamento.
I collegamenti di trasmissione segnale sono realizzati tenendo presente i seguenti limiti: La linea di comando deve seguire lo stesso percorso delle tubazioni, deve essere mantenuta separata dalla linea elettrica di alimentazione e non deve venire a contatto con le linee frigorifere deve inoltre essere posizionata in idonea canalina.
Si devono rispettati i seguenti limiti :
- lunghezza massima di un collegamento: 1000 m;
- lunghezza totale dei collegamenti: 2000 m;
2.4.3.6 TUBAZIONI IN RAME PER IMPIANTO VRV
Le tubazioni del refrigerante dovranno essere in rame disossidato fosforoso senza giunzioni, secondo le specifiche indicate dal fornitore delle apparecchiature di condizionamento.
Le tubazioni avranno le seguenti caratteristiche:
- Diametro esterno 6,5 mm Spessore 0,8 mm In rotoli precoibentati
- Diametro esterno 9,5 mm Spessore 0,8 mm In rotoli precoibentati
- Diametro esterno 12,7 mm Spessore 0,8 mm In rotoli precoibentati
- Diametro esterno 15,9 mm Spessore 0,9 mm In rotoli precoibentati
- Diametro esterno 19,1 mm Spessore 0,8 mm In barre nudo
- Diametro esterno 22,2 mm Spessore 0,8 mm In barre nudo
- Diametro esterno 25,4 mm Spessore 1,0 mm In barre nudo
- Diametro esterno 28,6 mm Spessore 1,0 mm In barre nudo
-Diametro esterno 31,8 mm Spessore 1,2 mm In barre nudo
- Diametro esterno 34,9 mm Spessore 1,2 mm In barre nudo
- Diametro esterno 38,1 mm Spessore 1,4 mm In barre nudo
La lunghezza massima ammissibile tra unità esterna ed interna dovrà essere di 165m, mentre la lunghezza totale delle tubazioni non supererà i 1000m.
Tutte le tubazioni verranno fornite e poste in opera complete dei sostegni, ottenuti mediante staffe in profilato d’acciaio, e degli opportuni fissaggi. A tale scopo si raccomanda che, per mantenere il corretto allineamento delle tubazioni, il distanziamento degli staffaggi deve essere opportunamente determinato sulla base del diametro delle tubazioni stesse.
Le tubazioni devono sopportare le pressioni e temperature che si possono verificare in esercizio.
Si deve inoltre tenere conto della necessità di evitare la formazione di coppie elettrolitiche all'interconnessione fra le tubazioni ed i componenti principali ed accessori, che possano provocare danni all'impianto. Le saldature devono essere effettuate in atmosfera di azoto.
Tutte le operazioni di istallazione della rete di tubazioni devono seguire le indicazioni contenute nei manuali tecnici della ditta costruttrice del sistema di climatizzazione.
Tutte le tubazioni devono essere sottoposte ad una prova di pressione per verificare la buona esecuzione delle saldature secondo le specifiche fornite dalla ditta di fornitura delle apparecchiature per il condizionamento. Inoltre, prima degli allacciamenti agli apparecchi, le tubazioni devono essere convenientemente soffiate utilizzando esclusivamente azoto onde eliminare sporcizia e grasso.
Le tubazioni correnti in copertura sono posate all’interno di una passerella in lamiera di acciaio zincato di adeguato spessore, chiusa da un apposito coperchio che ne consenta la protezione meccanica e dagli agenti atmosferici.
Per la discesa lungo il cavedio deve essere prevista una canalina in PVC per impianti di condizionamento autoestinguente antiurto e resistente ai raggi UV.
Preventivamente all’accensione dei sistemi, la ditta esecutrice dei lavori dovrà eseguire:
- “Lavaggio” della rete di distribuzione frigorigena con azoto secco;
- Prove di tenuta della rete di distribuzione frigorigena con azoto secco a pressione pari a quella di progettazione verificando che la pressione di carico non scenda per un periodo di almeno 24 ore;
- Depressurizzazione della rete di distribuzione frigorigena fino alle condizioni di vuoto (almeno –755 mm Hg);
- Rabbocco del gas refrigerante e verifica della corretta quantità di refrigerante come da manuale di installazione della casa di fornitura delle apparecchiature per il condizionamento.
2.4.3.7 GIUNTI E COLLETTORI PER IMPIANTO VRV
Giunti e collettori consentono il collegamento con le tubazioni principali di refrigerante. Sono realizzati in rame ricotto, di dimensioni adeguate alla derivazione.
La coibentazione dei giunti e collettori viene realizzata in guscio di poliuretano a cellule chiuse, con collante biadesivo a barriera vapore, e sarà di forniura della casa costruttrice dei giunti stessi.
I giunti e i collettori devono essere forniti dalla stessa casa di produzione delle apparecchiature per il condizionamento, e devono essere dimensionati attenendosi specificatamente alle prescrizioni tecniche della casa suddetta.
I giunti avranno entrata variabile dal diametro 9,5 mm al diametro 44,5 mm e uscita variabile dal diametro 6,4 al diametro 31,8 mm.
I collettori saranno provvisti di idonei riduttori di diametro.
2.4.3.8 TUBAZIONI DI SCARICO CONDENSA
Lo scarico della condensa delle unità interne di climatizzazione viene eseguito con tubo in pvc pesante, posto in opera sotto i pavimenti o in verticale sino al piano dove avverrà il collegamento ai pozzetti di drenaggio.
I discendenti devono essere completamente autonomi dalle altre reti di scarico.
L’intera rete di scarico condensa deve terminare in uno o più pozzetti a dispersione realizzati in maniera da impedire ogni qualsiasi collegamento alla rete di distribuzione dei liquami per impedire richiami di odori negli ambienti condizionati.
2.4.3.9 SUPPORTI ED ANCORAGGI PER TUBAZIONI
Devono essere adatti per consentire l’esatto posizionamento in quota dei tubi, la dilatazione ed il bloccaggio degli stessi, e a sopportare il peso previsto.
Vengono impiegati profilati di ferro protetti zincati.
Generalmente sono posti ad una distanza l’uno dall’altro di non più di 2,5 metri circa.
Si deve prevedere un supporto a non più di 60 cm da ogni cambio di direzione, e preferibilmente sul lato delle tubazioni a maggiore percorso.
Devono essere adeguatamente isolati con guarnizioni in gomma o simile per eliminare trasmissioni di rumori e vibrazioni.
Qualora siano adoperati collari pensili devono essere impiegati quelli del tipo snodato regolabile. L’installatore dovrà in ogni caso sottoporre alla D.LL. le caratteristiche di tutti i supporti ed ancoraggi in tempo utile.
Per permettere lo scorrimento delle tubazioni sui supporti di ancoraggio, devono essere all’occorrenza installati rulli completi di staffe e guide portarulli.
2.4.3.10 REGOLAZIONE AUTOMATICA ELETTRONICA
La regolazione dell’impainto di climatizzazione ed il monitoraggio è di tipo centralizzato dotato di schermo "Touch Screen", display a colori a cristalli liquidi; slot per scheda PCMCIA (per opzione contabilizzazione consumi), sportello per la regolazione del contrasto e della luminosità del display LCD; interfaccia di rete Ethernet standard RJ45 di serie, collegabile direttamente su reti LAN/WAN dedicate o aziendali esistenti per la comunicazione via modem (dedicato per un servizio di monitoraggio a distanza); messa a terra e alimentazione di rete (100-240 V ca, 50/60 Hz).
Gestisce fino ad un massimo di 64 gruppi o 128 unita' interne. Le principali funzioni del comando sono:
funzioni di avvio/arresto collettivo, per zona o per singolo gruppo;
impostazione dettagliata del condizionatore, regolando la temperatura, la commutazione della direzione e della velocità dell'aria e l'impostazione della modalità tramite telecomando per gruppo, per zona o collettivamente;
possibilità di inibire il controllo da comando locale (ON/OFF, C/H, SET POINT);
monitoraggio delle varie informazioni sulle unità interne, modalità di funzionamento, impostazioni di temperatura delle unità interne, informazioni di manutenzione incluso il segnale di pulizia del filtro o dell'elemento, informazioni di ricerca guasti con relativi codici per gruppo o per zona, storico dei dati del condizionatore;
modalità di funzionamento diversificate, con controllo sia tramite l'unità principale sia tramite il telecomando;
controllo di zona/collettivo: è possibile consolidare più di un gruppo in una zona, che può essere registrata per consentire le impostazioni per zona o collettive di tutto il sistema;
controllo dettagliato del funzionamento programmato per gruppo, zona o collettivamente impostando fino ad 8 opzioni per il programma annuale. Ogni programma può includere diciassette tipi di piano: per giorni settimanali (lunedì - domenica), per giorni speciali (1-10). Ogni piano consente di impostare fino a 16 operazioni.
commutazione automatica della modalità di funzionamento del sistema di condizionamento (Raffreddamento/Riscaldamento)
funzione di limitazione della temperatura che avvia ed arresta automaticamente il condizionatore, protezione tramite password per gestire l'accesso alle impostazioni o allo stesso comando.
possibilità di utilizzare il servizio di controllo remoto dell'impianto (AIRNET), che rileva via modem i parametri di funzionamento delle macchine e provvede a segnalare, tramite e-mail, eventuali anomalie al Centro Assistenza più vicino.
Controllo e monitoraggio da pagina web;
Possibilità di utilizzare un protocollo aperto per interfacciamento con sistemi di Building Management;
Espansione controllo da 64 u.i. e/o gruppi a 128 u.i. e/o gruppi di unità tramite accessorio collegato alla porta RS232C
Il dispositivo consente, mediante opportuno software caricato sul pannello, il controllo e monitoraggio da remoto per mezzo di browser
Internet Explorer con accesso ai dati da pagina web senza necessità di un software aggiuntivo sul pc di controllo.
Il comando centralizzato può essere collegato su rete LAN esistente e controllato direttamente all'interno della stessa rete o essere visibile su rete Internet dopo l'assegnazione di un indirizzo IP statico.
Caratteristiche tecniche:
Alimentazione 230V - 50Hz Potenza assorbita 10W
Dimensioni del panello: (AxLxP) 157x230x107mm Pannello LCD: 5,7 pollici / QVGA 320x240/ 4096 colori
Funzioni di comunicazione: una linea di comunicazione con impianto di condizionamento, una linea di comunicazione con DIII NET expander, due linee per servizi e modem, una linea per connessione LAN
2.4.3.11 UNITA’ MONOSPLIT PER LOCALI TECNICI
I locali tecnici che ospiteranno le apparecchiature elettriche vengono dotati di un condizionatore autonomo d'ambiente a due sezioni a pompa di calore, costituito da una unità esterna con ventilatore e compressore collegata tramite linea frigorifera precaricata ad una unità interna che può essere pensile. Il condizionatore è corredato dei dispositivi di regolazione e controllo con pannello di comando.
Caratteristiche tecniche:
Capacità di raffreddamento (min/max): 1.4/4.0 KW Capacità di riscaldamento (min/max): 1.4/5.2 KW Livello di pressione sonora (min.max): 24/41 dB Dimensioni unità interna (AxLxP): 295x800x215mm Dimensioni unità esterna (AxLxP): 550x765x285mm Alimentazione elettrica monofase a 220 V.
2.4.3.12 VERIFICHE E PROVE DELL’IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE
Le verifiche e le prove preliminari che si devono effettuare durante l’esecuzione delle opere per accertare che risultino completate e funzionanti prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori sono:
- spurgo delle tubazioni mediante soffiaggio di azoto da effettuarsi prima sulla linea liquido e poi sulla linea gas per ogni unità interna separatamente.
Lo spurgo delle tubazioni deve essere effettuato prima di collegare le unità interne alla rete di distribuzione.
- prova di tenuta in pressione del circuito frigorifero: dopo aver terminato l’installazione del circuito frigorifero la ditta Appaltatrice eseguirà la prova di tenuta in pressione con azoto per verificare la bontà dei collegamenti delle tubazioni frigorifere e la tenuta di tutti i componenti.
L’uso di gas tecnici differenti da azoto è vietato.
Se il controllo evidenzia in calo di pressione occorrerà procedere ad una ispezione accurata del circuito frigorifero, riparare le fughe e ripetere la procedura di messa in pressione.
- messa a vuoto del circuito per eliminare aria, azoto e umidità che possono essere presenti all’interno delle tubazioni dopo lo spurgo e la prova di pressione.
- carica del refrigerante eseguita<