Contract
MANUALE PER LE OPERAZIONI DI CAMPIONAMENTO
2002
Istituto per lo Studio degli Ecosistemi Verbania Pallanza (Italy)
Convenzione tra Ministero per le Politiche Agricole e Forestali - Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche (Divisione V) e C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi – Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Autori:
X.X. Xxxxxxx, X. Xxxxxx, M.C. Xxxxxxx, X. Xxxxxxxxx, X. Xxxxxxx e A. Pranzo
C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, X.xx X. Xxxxxxx 00, 00000 Xxxxxxxx Xxxxxxxx
X. Xxxxxxxx, X. Xxxxxxxxxxx e E. Pompei
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale delle Risorse Forestali Montane e Idriche, Div.V Corpo Forestale dello Stato, Xxx Xxxxxxxx 0, 00000 Xxxx
Direttore responsabile: Dr Xxxxxxxx de Xxxxxxxx Autorizzazione Cancelleria del Tribunale di Xxxxxxxx X. 58 del 7 Ottobre 1959
1. INTRODUZIONE… 3
1.1. IL PROGRAMMA NAZIONALE INTEGRATO PER IL CONTROLLO
DEGLI ECOSISTEMI FORESTALI (Reg. UE 1091/94)… 3
1.2. TIPOLOGIE DELLE AREE PERMANENTI… 6
1.2.1. Minimizzazione degli impatti delle ricerche sulle aree permanenti 6
1.3. TIPOLOGIE DI CAMPIONI CONSIDERATI… 9
1.3.1. Deposizioni atmosferiche a cielo aperto… 12
1.3.2. Chimica delle deposizioni sotto chioma (throughfall)… 16
1.3.3. Campionamento della neve… 17
1.3.4. Chimica delle deposizioni lungo il tronco (stemflow)… 19
1.3.5. Acque di ruscellamento (runoff)… 22
1.4. CAMPIONAMENTO, INVIO AL LABORATORIO E ASPETTI ANALITICI 23
1.4.1. Frequenza di prelievo… 23
1.4.2. Misura dei volumi di deposizione… 24
1.4.3. Variabili chimiche considerate… 24
1.4.4. Controlli di qualità analitica… 24
1.4.5. Validazione dei dati e preparazione per l’invio al Centro di Coordinamento europeo 25
2. ASPETTI XXXXXXX XXXXX XXXXXXXXXX XX XXXXXXXX X XXX XXXXXXXX 00
2.1. Frequenza di campionamento… 26
2.2. Prelievo dei campioni di pioggia… 26
2.3. Prelievo del campione di neve… 27
2.4. Prelievo del campione lungo il tronco… 28
2.5. Prelievo del campione nel corso d’acqua… 29
2.6. Trasporto campioni… 29
3. PREPARAZIONE DEI CAMPIONI PER LA SPEDIZIONE… 29
3.1. Misura dei volumi dei campioni e compilazione delle schede. 30
3.2. Identificazione dei campioni ed etichettatura… 32
3.3. Spedizione… 32
4. LAVAGGIO DEI RECIPIENTI… 33
5. MALFUNZIONAMENTI ED INTERVENTI DI MANUTENZIONE 34
BIBLIOGRAFIA 35
ALLEGATI 37
Allegato 1. Centri di coordinamento e laboratori di analisi
Allegato 2. Materiale necessario per il campionamento delle deposizioni atmosferiche in una area tipo
Allegato 3. Schede per l’invio dei campioni e segnalazione malfunzionamenti
1. INTRODUZIONE
La chimica delle deposizioni atmosferiche e le sue trasformazioni a contatto con la vegetazione sono di grande importanza per la comprensione degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla copertura vegetale stessa. L’attività di ricerca italiana su questi temi, coordinata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, è patrocinato dal Consiglio Economico per l’Europa delle Nazioni Unite (UN-ECE), nell’ambito della Convenzione sull’Inquinamento Transfrontaliero a Grande Distanza (Convention on Long Range Transboundary Air Pollution – CLRTAP). Per dare attuazione a questa Convenzione sono stati avviati, a livello internazionale, diversi programmi operativi quali l’International Cooperative Programme on Integrated Monitoring (ICP-IM) e l’International Cooperative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests (ICP Forests).
La parte di ricerca italiana relativa allo studio delle deposizioni atmosferiche è coordinata dal C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx, che ne cura gli aspetti tecnico scientifici relativi alle metodologie di campionamento e di analisi, alla validazione ed elaborazione dei risultati, ed ai contatti con il centro di coordinamento europeo.
Le metodologie di studio italiane si devono necessariamente ricondurre a quelle adottate in campo europeo, frutto di un gruppo di lavoro già attivo dal 1987. In particolare, per la parte sperimentale sono importanti riferimenti il “Manual on methods and criteria for harmonized sampling, assessment, monitoring and analysis of the effects of air pollution on forests”, preparato per il periodo 1993-1996 e i successivi aggiornamenti (UN-ECE 1994, 1998).
Il presente documento, che aggiorna una precedente versione edita nel 1997 (Allavena et. al., 1997), si propone i seguenti obiettivi:
• inquadrare le attività di ricerca sulla chimica delle deposizioni nel più ampio contesto dell’intero Programma Nazionale Integrato per il Controllo degli Ecosistemi Forestali in Italia (CON.ECO.FOR.), nonché nel contesto delle indagini internazionali
(monitoraggio delle foreste svolto dall’Unione Europea, Direzione Generale VI, in collaborazione con l’ICP Forests) (Paragrafi da 1.1 a 1.4);
• limitatamente allo studio della chimica delle deposizioni, fornire dettagli pratici sui criteri di predisposizione delle stazioni di campionamento, di raccolta dei campioni e del loro inoltro ai laboratori di analisi (Paragrafi da 2 a 5).
1.1. IL PROGRAMMA NAZIONALE INTEGRATO PER IL CONTROLLO DEGLI ECOSISTEMI FORESTALI (Reg. UE 1091/94)
La Convenzione di Ginevra sull’Inquinamento Transfrontaliero a Grande Distanza (CLRTAP), ratificata dall’Italia con L. 27/04/1982 n. 289, avviava nel 1979 un vasto programma europeo di controllo degli inquinanti atmosferici, sotto l’egida UN-ECE. Da ormai quindici anni (1985) l’Italia attua annualmente un’Indagine sul Deperimento delle Foreste (INDEFO), basata su circa 9600 punti (rete 3 × 3 km), grazie al lavoro delle
strutture territoriali e centrali del Corpo Forestale dello Stato e delle Regioni Autonome.
Dal 1987 è stata avviata una nuova indagine coordinata con tutti gli altri Paesi europei (Reg. CEE 3528/86 e segg., Rete CEE), basata su circa 200 punti posti su di una rete molto meno fitta (16 × 16 km). A seguito delle Risoluzioni approvate dalle Conferenze dei Ministri per la Protezione delle Foreste in Europa (Ris. n. 1, Strasburgo, 1990; Ris. n. 4,
Helsinki, 1993), alcuni Paesi europei hanno avviato ambiziosi programmi nazionali di controllo dello stato degli ecosistemi forestali basati su reti di aree permanenti appositamente scelte per il prelievo delle deposizioni atmosferiche (Germania 86 aree, Svezia 46 aree, Francia 25 aree, Finlandia 16 aree, Spagna 12 aree) per un totale di 263 aree nell’Unione Europea e 233 aree in altri paesi non facenti parete dell’Unione Europea (De Vries et al., 2001). Nel 1994, con l’emanazione del Reg. 1091/94, l’Unione Europea, d’intesa con l’UN-ECE ICP Forests, ha promosso la realizzazione di una Rete Europea di aree permanenti per la sorveglianza intensiva e continua degli ecosistemi forestali della durata di almeno 20 anni. L’Italia, attraverso la Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche (Div. V) del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha elaborato un programma nazionale basato su di una Rete Nazionale Integrata per il Controllo degli Ecosistemi Forestali (CON.ECO.FOR.), avviato gradualmente a partire dal 1995.
Il programma è basato su di una rete di 28 aree permanenti (Tabella 1) comprendente le principali biocenosi forestali. In queste aree era prevista la realizzazione di 17 tipi di indagine scientifica per studiare i cambiamenti a livello strutturale e funzionale degli ecosistemi in relazione a possibili fonti di inquinamento atmosferico o di altri fattori di perturbazione su larga scala. Tali fenomeni sono analizzati utilizzando le indagini di secondo livello previste dal Reg. UE 1091/94 (già attivate tra il 1995 ed il 1997), una serie di analisi di terzo livello, in particolare mediante l’uso di bioindicatori (licheni, funghi, briofite) e l’osservazione di alcune componenti fondamentali indicatrici della condizione della biocenosi (entomofauna, fenologia vegetale, ecc.); queste ultime indagini, non previste dai Regolamenti UE saranno attivate nei prossimi anni.
Le biocenosi forestali rappresentate nella Rete sono quelle più diffuse sul territorio italiano (boschi a Fagus sylvatica, 11 aree; a Quercus cerris, 5 aree; a Picea abies, 6 aree; a Quercus ilex, 4 aree; a Quercus petraea, 1 area; a Quercus robur, 1 area). La scarsità di biocenosi a carattere spiccatamente steno-mediterraneo della Rete Nazionale proposta è dovuta a problemi di difficile reperibilità di biotipi ecologicamente validi ed esenti da rischi di danneggiamento a causa di incendio od altri fattori, ma ne è previsto lo studio negli anni successivi attraverso il progressivo ampliamento della Rete.
Scopo del Progetto è quello di fornire un quadro esaustivo dello stato delle foreste del territorio nazionale mediante indagini di tipo diacronico e sincronico, ad elevato grado di approfondimento, attraverso l’utilizzazione di metodologie standard messe a punto in ambito nazionale ed internazionale. A tal fine sono state comprese nel presente progetto anche alcune iniziative a coordinamento regionale, in modo da disporre in tutti i casi di dati integrabili con quelli che verranno presentati dagli altri Stati Membri dell’Unione. La creazione della rete nazionale mira ad unificare ed integrare in un unico progetto coordinato gli sforzi delle singole Amministrazioni Regionali/Provinciali e di singoli Enti Pubblici di ricerca che promuovono od eseguono direttamente già da tempo indagini di diverso tipo volte alla conoscenza dello stato delle foreste italiane. Il quadro di riferimento normativo entro il quale si inserisce il progetto è costituito, oltre che dal sopra menzionato Reg. 1091/94, dai precedenti regolamenti europei in materia di protezione delle foreste dall’inquinamento atmosferico: 3528/86, 2157/92, 923/93 e 836/94.
Il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali - Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche (Divisione V) rappresenta l’organismo di coordinamento e controllo dell’intero progetto, nonché il “National Focal Centre” per l’Italia. Le ricerche vengono svolte sotto il controllo e l’indirizzo scientifico di Enti di ricerca di rilevanza nazionale altamente qualificati nei diversi settori di indagine, con i quali sono state stipulate apposite convenzioni.
Tab. 1 – Aree permanenti aderenti alla rete CON.ECO.FOR. * Aree gestite da Enti locali per i campionamenti e per la parte analitica, su convenzione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. In grassetto le aree dove sono effettuate le misure di chimica delle deposizioni atmosferiche nell’anno 2002.
00 - XXX0 Xxxxx Xxxxx (Xxxxxxxxxx - XX), m 1500 (Fagus sylvatica) 02 – BAS1 Monte Grosso (Potenza), m 1125 (Quercus cerris) 03 - CAL1 Piano Limina (Giffone - RC), m 1100 (Fagus sylvatica) 04 - CAM1 Serra Nuda (Xxxxxxx Monforte - SA), m 1175 (Fagus sylvatica) 05 - EMI1 Carrega (Sala Baganza - PR), m 200 (Quercus petraea) 06 - EMI2 Brasimone (Camugnano - BO), m 975 (Fagus sylvatica) 07 – FRI1 Bosco Boscat (Castion di Strada – UD), m 6 (Quercus robur) 08 - FRI2 Tarvisio (Tarvisio - UD), m 820 (Picea abies) 00 - XXX0 Xxxxx Xxxxxx (Xxxxxxxxxxxxx - XX), m 690 (Quercus cerris) 00 - XXX0 (*) Xxx Xxxxxx (Xxx xx Xxxxxx - XX), m 1190 (Picea abies) 11 – MAR1 Roti (Matelica – MC), m 775 (Quercus cerris)
12 - PIE1 Val Sessera (Bioglio - BI), m 1150 (Fagus sylvatica) 13 – PUG1 Foresta Umbra (Vico del Xxxxxxx – FG), m 800 (Fagus sylvatica) 14 – SAR1 Marganai (Iglesias – CA), m 700 (Quercus ilex)
15 - SIC1 Ficuzza (Godrano - PA), m 940 (Quercus cerris)
16 - TOS1 (*) Colognole (Livorno), m 150 (Quercus ilex)
00 - XXX0 Xxxxx Xxxxxx (Xxxxxx), m 1775 (Picea abies) 18 – UMB1 Pietralunga (Pietralunga – PG), m 725 (Quercus cerris) 19 – VAL1 La Thuile (La Thuile – AO), m 1740 (Picea abies) 20 – VEN1 Pian di Cansiglio (Xxxxxxxx Veneto – TV), m 1100 (Fagus sylvatica) 21 – ABR2 Rosello (Rosello – CH), m 980 (Fagus sylvatica) 22 – LAZ2 Monte Circeo (San Felice Circeo – LT), m 190 (Quercus ilex) 23 - LOM2 (*) Giovetto (Borno – BS), m 1150 (Picea abies)
24 - LOM3 (*) Val Penscei (Moggio – LC), m 1220 (Fagus sylvatica)
25 - TOS2 (*) Cala Violina (Scarlino – XX), x 0 (Xxxxxxx xxxx)
00 - XXX0 (*) Xxxxxxxxxxx (Xxxxxxxx – FI), m 1170 (Fagus sylvatica)
27 – BOL1 (*) Xxxxx (Xxxxxxx), x 0000 (Xxxxx abies)
28 – LIG1 (*) Monte Zatta (Borzonasca – GE), m 1290 (Fagus sylvatica)
Le indagini e le analisi sono materialmente effettuate nelle singole aree dal personale dipendente dal Ministero (in particolare da quello del Corpo Forestale dello Stato) o da Enti convenzionati con esso, tra i quali Amministrazioni Regionali e Province Autonome. Il programma prevede di effettuare le seguenti indagini sulle aree della rete nazionale:
1. Studio della vegetazione
2. Valutazione dello stato delle chiome degli alberi
3. Chimica del suolo e analisi pedologica
4. Analisi chimica delle foglie
5. Studio degli accrescimenti arborei
6. Analisi chimica delle deposizioni atmosferiche
7. Indagini meteorologiche
8. Studio degli inquinanti atmosferici
9. Telerilevamento
Maggiori dettagli sul progetto CON.ECO.FOR., sulle metodologie di campionamento, di misura e sulle caratteristiche delle aree permanenti sono riportate da Xxxxxxxx et al. (1999, 2000), mentre per una sintesi dei risultati conseguiti nei primi due anni si rimanda a Xxxxxxx et al. (1998, 1999).
1.2. TIPOLOGIE DELLE AREE PERMANENTI
Le aree permanenti tipo, per il campionamento delle deposizioni atmosferiche sotto chioma e lungo il tronco (Fig. 1), devono essere situate in vaste aree omogenee dal punto di vista geologico e vegetazionale e comprendere due parcelle di 2500 m2 (quadrati di 50 m di lato). La prima, definita parcella di analisi, è quella in cui si svolgono le diverse ricerche; la seconda, parcella di controllo, posta in prossimità della prima, rimane integra per la durata del programma e serve come confronto per evidenziare eventuali modificazioni dovute all’impatto delle attività delle ricerche stesse. Ogni area permanente è costituita da una zona centrale circondata da una fascia neutra di circa 1 metro di larghezza e recintata per evitare furti o atti di vandalismo. Ogni area e a sua volta divisa in 25 quadrati di 10 m di lato.
1.2.1 Minimizzazione degli impatti delle ricerche sulle aree permanenti
Sulla base di quanto emerso nell'incontro nazionale del 08/05/1997, tra la Direzione Generale e tutti gli Enti di ricerca nazionali che coordinano le ricerche, sono state elaborate procedure di riduzione degli impatti associati alle operazioni da svolgere nelle aree permanenti.
Parcella di analisi
Parcella di controllo
2500 m2
2500 m2
10/100 ha circa
VASTA AREA OMOGENEA
50 m
Fig. 1 – Schema di area permanente tipo.
Le superfici interessate dalle ricerche vengono suddivise in quattro categorie, a seconda del diverso grado di tutela loro assegnato (Fig. 2, non comprendente la parcella di controllo):
1. parcella di controllo - superficie di 2.500 m2, delimitata sul terreno da apposita recinzione. Al suo interno non è ammesso l'ingresso di nessuno, eccettuati gli addetti ai rilievi fitosociologici limitatamente ad uno/due giorni ogni due anni;
2. parcella di analisi - superficie di 2.500 m2, delimitata sul terreno da picchetti e funicelle colorati in rosso (da disporre anche lungo il perimetro delle 25 subaree di superficie pari a 100 m2 ciascuna); al suo interno è ammesso solamente il transito degli addetti alle ricerche (da effettuare comunque con estrema cautela e da ridurre al minimo indispensabile) ed è vietata la sosta, se non strettamente necessaria;
3. fascia di rispetto - larga da 20 a 40 m (a seconda dell'altezza degli alberi dominanti), a ridosso delle parcelle di analisi e di controllo, non delimitata sul terreno. Al suo interno è ammesso il transito degli addetti alle ricerche e del pubblico, mentre sono vietati utilizzazioni e pascolamento;
4. aree di servizio - comprendono le superfici comprese tra la recinzione della parcella di analisi e il perimetro della stessa area (con una larghezza media di circa 30 cm), quella dedicata alla centralina meteorologica in the plot (36 m2, recintati) e il piccolo piazzale di accesso (di circa 5 m di diametro) posto in corrispondenza del cancelletto di ingresso della parcella di analisi. Al loro interno è ammesso il transito e la sosta degli addetti alle ricerche.
Fascia di rispetto non recintata
Parcella di analisi (50 x 50 m)
Recinzione area di analisi
Griglia subaree (10 x 10 m)
1 2 3 4
Centralina meteo (recintata)
5 6 7 8
Corridoio di servizio
9 10 11 12
Raccoglitori deposizioni stemflow
13 14 15 16
PARCELLA DI ANALISI
ammesso solo il transito degli addetti alle ricerche (da ridurre comunque al minimo indispensabile)
FASCIA DI RISPETTO
Raccoglitori deposizioni bulk
Raccoglitori della neve
Piazzaletto di servizio
ammesso il transito degli addetti alle ricerche e del pubblico vietati utilizzazioni e pascolamento
AREE DI SERVIZIO
ammesso il transito e la sosta degli addetti alle ricerche
Fig. 2 - Schema di area permanente tipo con definizione della fascia di rispetto e delle aree di servizio.
Nelle operazioni di campagna e, in particolare, nella manipolazione dei raccoglitori per le deposizioni atmosferiche (svuotamenti, lavaggi, sversamenti, ecc.), si raccomanda di ridurre al minimo il danneggiamento della superficie della parcella di analisi. In particolare, si raccomanda di seguire le seguenti indicazioni:
• lo svuotamento dei raccoglitori stemflow (disposti nelle vicinanze del perimetro della parcella) deve essere effettuato al di fuori di tutte le superfici tutelate di cui sopra, utilizzando appositi tubi flessibili;
• il numero di persone presenti contemporaneamente all'interno della parcella ed il tempo di attraversamento e sosta devono essere ridotti al minimo;
• per effettuare gli spostamenti all'interno della parcella, devono essere utilizzate il più possibile le aree di servizio;
• qualora la pendenza sia considerevole, gli spostamenti all'interno della parcella devono sempre avvenire con cautela, preferibilmente lungo le isoipse e comunque mai lungo le linee di massima pendenza;
• non calpestare mai le subparcelle di studio che saranno appositamente contrassegnate e delimitate sul terreno;
• prestare attenzione ai cinque picchetti posti in corrispondenza dei siti di prelievo del suolo che, al fine di evitare confusione con altre ricerche, devono essere colorati in blu.
1.3. TIPOLOGIE DI CAMPIONI CONSIDERATI
I prelievi per la determinazione della chimica delle deposizioni atmosferiche avverranno nelle aree di studio scelte in ogni regione (Fig. 3 e Tab. 2). Per una corretta quantificazione del flusso di inquinanti dall’atmosfera saranno considerate le seguenti tipologie di campioni:
• deposizioni atmosferiche umide (pioggia o neve) a cielo aperto, raccolte con campionatori costantemente esposti (bulk);
• deposizioni (pioggia o neve) raccolte sotto la chioma della vegetazione (throughfall)
• acque di scorrimento lungo il tronco (stemflow);
Limitatamente ad alcune aree, verranno inoltre eseguite le seguenti misure:
• deposizioni atmosferiche umide a cielo aperto, raccolte con campionatori automatici (wet);
• acqua superficiale di ruscellamento nell’area o nelle immediate vicinanze dell’area in esame (runoff).
Si sottolinea la differenza esistente fra ciò che interessa i campioni bulk e quello che in letteratura è definito come “Deposizione secca”. La deposizione secca non può essere misurata direttamente, essendo strettamente dipendente dal tipo di superficie in considerazione e dalla micrometeorologia dello spazio che la circonda. A parità di condizioni fisiche e di concentrazioni di inquinanti atmosferici, la quantità di deposizione secca sarà quindi diversa nel caso si tratti di aghifoglie, latifoglie, vegetazione erbacea o altri tipi di superficie. La deposizione secca è in genere stimata dalle concentrazioni degli inquinanti atmosferici gassosi e particellati e dalle velocità di deposizione. In alternativa, per alcune componenti, la deposizione secca è valutata dalle differenza fra il flusso del throughfall e di quello a cielo aperto.
La valutazione della deposizione umida di soluti permette di comparare la situazione fra le diverse stazioni italiane e di confrontarla con quella di altre aree europee. In particolare i dati di deposizione umida così raccolti sono confrontabili con quelli della rete europea EMEP, questi ultimi ottenuti con frequenza di prelievo giornaliera. Il materiale particellato raccolto dai campionatori bulk è infatti in grado di alterare sensibilmente le caratteristiche chimiche delle deposizioni, soprattutto per quanto riguarda i valori di pH, alcalinità e le concentrazioni di calcio, magnesio e potassio. Le differenze fra campioni bulk e wet sono maggiori in aree calcaree che in aree silicee. In genere meno alterate risultano le concentrazioni dei solfati e dei composti dell’azoto, variabili legate alle emissioni antropiche. Poiché è su queste sostanze che si punta maggiormente l’attenzione, anche le misure eseguite con campionatori bulk risultano significative. Inoltre le analisi dei campioni bulk sottochioma permettono di valutare le variazioni della chimica delle deposizioni nel passaggio attraverso la chioma, consentendo così una stima della deposizione secca sulla vegetazione. La quantità di acqua che scivola lungo i rami e raggiunge il suolo percolando sul tronco (stemflow), fornisce un importante integrale dei processi che avvengono fra le acque di deposizione, le superfici fogliari e i composti su di esse depositati. Benché in termini di quantità siano inferiori rispetto al throughfall, in genere presentano concentrazioni di soluti sensibilmente più elevate. Infine l’esame delle acque superficiali, che lasciano l’area di prelievo, fornisce informazioni sul complesso dei fenomeni prima descritti (interazione con le chiome e con i tronchi) e con quelli che avvengono con il primo contatto con minerali e sostanze che compongono il suolo. Di
particolare rilevanza, fra le diverse sostanze analizzate, sono le concentrazioni dell’azoto inorganico, che permettono di valutare se gli apporti atmosferici di azoto, superano la quantità massima di questo elemento utilizzabile da parte della vegetazione e della flora batterica presente nei suoli (Xxxxxxxx, 1994; Xxxxxx & Xxxxxxxx, 1995).
LOM1
BOL1
TRE1
FRI2
LOM3 LOM2
PIE1
EMI1
EMI2
LIG1
TOS1
LAZ1
ABR1
CAM1
CAL1
SIC1
Abete rosso - Picea abies foresta del nord (5 aree) Faggio - Fagus sylvatica foresta sub-atlantica (7 aree) Cerro - Quercus cerris foresta medio-europea (2 aree) Rovere Quercus petraea foresta acidofila (1 area)
Leccio - Quercus ilex foresta mediterranea (2 aree)
Fig. 3 – Collocazione delle aree permanenti nelle quali vengono campionate le deposizioni atmosferiche (anno 2002), con l’indicazione delle principali specie arboree rappresentate.
1.3.1 Deposizioni atmosferiche a cielo aperto
L’area per i campionamenti a cielo aperto (bulk, neve e, dove previsto, wet), dove sono eseguite anche le misure di meteorologia, deve essere il più possibile prossima alle aree forestali di misura e di controllo. In particolare, per quanto riguarda gli aspetti relativi alla chimica delle deposizioni, devono essere rispettati i seguenti requisiti:
• la distanza da alberi, costruzioni od ostacoli di varia natura deve essere almeno quattro volte la loro altezza;
• si deve evitare la vicinanza di sorgenti locali di inquinamento, come strade sterrate, allevamento di animali, gruppi elettrogeni;
• l’area deve essere recintata e, se sono previsti i campionamenti wet, munita di energia elettrica.
La frequenza del prelievo sarà settimanale; in relazione a particolari esigenze si potranno eseguire anche prelievi con una frequenza più elevata, fino ad arrivare a considerare i singoli eventi in aree caratterizzate da bassa piovosità. Queste variazioni rispetto al programma generale saranno decise dal coordinamento delle ricerche, in accordo con gli operatori locali, dopo i primi mesi di attività.
Le deposizioni a cielo aperto (in seguito chiamate semplicemente deposizioni o deposizioni atmosferiche) saranno prelevate con campionatori costantemente esposti di tipo bulk in tutte le aree, mentre solo in alcune verranno utilizzati anche campionatori ad apertura automatica di tipo wet.
Campionatori di tipo bulk
Sono costituiti da una bottiglia graduata in polietilene di 2 litri, con un imbuto del diametro di 19,5 cm o 14,5 cm in funzione della piovosità dell’area. Il volume raccolto è di 30 ml per ogni millimetro di precipitazione nel caso dell’imbuto più grande, di 16,5 ml nel secondo caso. La bottiglia è alloggiata in un cilindro di PVC di diametro leggermente superiore, in modo da lasciare una camicia d’aria intorno alla bottiglia. Il cilindro è a sua volta fissato su un’asta metallica di 150 cm di altezza (Fig. 4a). L’imbuto contiene un filtro a rete per impedire il prelievo di detriti grossolani, quali foglie o insetti. La struttura è completata da un anello di protezione per evitare che gli uccelli si posino sull’imbuto di prelievo (Fig. 4b).
Il rapporto fra diametro dell’imbuto (19,5 cm) e capacità totale della bottiglia (2,2 litri) permette di campionare interamente sino a circa 74 mm di precipitazione (133 mm nel caso dell’imbuto più piccolo). Nel caso di precipitazioni particolarmente intense, superiori a tale valore, si deve provvedere ad uscite supplementari durante la settimana. D’altra parte il limite inferiore di volume che si può campionare è stimabile in circa 2 mm, vale a dire che se il campionatore a cielo aperto presenta volumi inferiori a 60 ml il campione non deve essere raccolto. In questo caso il campione va scartato e le bottiglie sciacquate con acqua deionizzata e riposizionate. Il volume misurato deve comunque essere riportato sulla scheda invio campione pioggia come descritto in seguito.
In assenza di precipitazione si provvede comunque alla sostituzione degli imbuti e delle bottiglie esposte, per evitare l’accumularsi di polveri o di corpi estranei. Questo particellato è fortemente dipendente dal tipo di suolo e da possibili disturbi nelle immediate vicinanze del raccoglitore.
Fascetta superiore per il fissaggio del tubo al palo
Palo di sostegno Campionatore
O Cm 14
Fascetta inferiore per il fissaggio del tubo e sostegno della bottiglia di campionamento
Cm 40
5 cm
Cm 40
Fig. 4a – Schema di campionatore bulk per le deposizioni atmosferiche.
In ciascuna area saranno collocati due o tre campionatori a cielo aperto a seconda del tipo di campione raccolto, neve o pioggia. Questo permette di aumentare il numero di misure del volume di deposizione, ma soprattutto di scartare campioni evidentemente inquinati, senza perdere l’intero campione del periodo di prelievo. I volumi di deposizione dovranno essere riportati nelle schede di campionamento. Queste schede sono da compilare al momento del campionamento e una copia deve essere spedita con il campione al laboratorio di analisi. Prima di continuare la lettura, si consiglia di prendere visione della scheda riportata nell’allegato 3.
Fig. 4b – Schema della sezione alta del campionatore bulk per le deposizioni atmosferiche completo dell’anello per la protezione dagli uccelli.
Campionatori automatici di tipo wet
Questo tipo di campionatore permette di raccogliere le deposizioni umide wet (piogge o neve <30cm), minimizzando l’interferenza delle polveri (dry). Lo strumento utilizzato per il campionamento è il modello “wet and dry” ARS 1010 della ditta MTX Italia S.p.A. con alimentazione 12 Volt D.C. (Fig. 5). Questo campionatore è costituito dalle seguenti parti:
• due recipienti per il campionamento in polietilene bianco, di cui uno per il campionamento della pioggia (wet) e l’altro per il campionamento delle polveri (dry).
Questi due recipienti sono chimicamente puliti (vengono lavati con acqua deionizzata), pertanto non devono essere toccati all’interno con mani od altri oggetti. Il contenuto del recipiente per le polveri non viene analizzato; questo recipiente viene però utilizzato per verificare la corretta apertura dello strumento sulla posizione wet.
• Sensore riscaldato per il rilevamento inizio e fine dell’evento piovoso o nevoso.
• Xxxxxxxxx che si posiziona sul recipiente di campionamento delle piogge wet quando vi è assenza di precipitazioni, oppure si posiziona sul recipiente di campionamento delle
polveri dry quando vi sono precipitazioni umide in corso. Lo spostamento viene eseguito dal motore e ha un ritardo di circa dieci minuti dalla fine della precipitazione. Nella parte inferiore del coperchio vi è una guarnizione di tenuta in gomma piuma che si appoggia sul recipiente di raccolta.
• Parte elettronica che gestisce i segnali provenienti dal sensore al fine di spostare il coperchio sul recipiente appropriato.
• Motore per lo spostamento del coperchio sui recipienti di raccolta.
Il campionatore wet utilizza un secchio in grado di contenere circa 280 mm di precipitazione, pertanto raramente può traboccare.
In assenza di precipitazioni, come per il campionatore bulk, si deve provvedere settimanalmente alla sostituzione del recipiente di raccolta wet, e ad una verifica del corretto funzionamento dello strumento.
Fig. 5 – Campionatore wet and dry.
Malfunzionamenti dello strumento si possono riscontrare se l’alimentazione elettrica viene a mancare o la parte elettromeccanica ha dei guasti. In questi casi gli inconvenienti più frequenti sono il blocco del coperchio su uno dei due recipienti, oppure la presenza di acqua nel recipiente di raccolta delle polveri (dry). Questa anomalia indica il mancato spostamento del coperchio da un recipiente all’altro, di conseguenza il campione raccolto nel recipiente wet non sarà rappresentativo della precipitazione e quindi andrà eliminato ed il recipiente dry svuotato senza conservare l’acqua raccolta.
Nel campionamento della neve in quantità superiore ai 30 cm si ha la perdita di campione per traboccamento; in questi casi si devono pulire dalla neve tutte le superfici dello strumento e le parti in movimento e sostituire il recipiente di raccolta senza conservare il campione. Per precipitazioni nevose superiori ai 30 cm si può utilizzare solo il campione bulk prelevato con il cilindro per la neve descritto nel paragrafo 1.3.3.
Per eventuali altre informazioni o malfunzionamenti fare riferimento al manuale dello strumento fornito dalla ditta costruttrice, o contattare il Centro di Coordinamento
tecnico-scientifico e laboratorio di analisi del C.N.R. di Verbania (allegato 1).
1.3.2 Chimica delle deposizioni sotto chioma (throughfall)
A causa della notevole variabilità del flusso attraverso la chioma degli alberi, il prelievo deve essere eseguito con più raccoglitori di tipo bulk, disposti sul terreno in maniera da fornire un campione significativo della variabilità dell’area in esame. I campionatori sono gli stessi descritti per il prelievo a cielo aperto. Sono possibili diverse strategie di campionamento finalizzate ad ottenere un campione medio rappresentativo. Ad esempio il manuale ICP Foreste (UN-ECE 1994) prevede la dislocazione di sedici campionatori ad intervalli regolari lungo le due diagonali dell’area di prelievo. Per la raccolta dei campioni nelle aree permanenti tipo italiane, per omogeneità con altre misure eseguite, si è scelto di operare come segue:
• si suddivide il quadrato di 50 m di lato che costituisce l’area di misura in 25 quadrati di 10 m di lato;
• i 16 campionatori si collocano ai vertici dei nove quadrati più interni (Fig. 6).
I campionatori devono essere numerati in ordine progressivo da 1 a 16, come illustrato in figura 6, e la loro posizione deve essere segnata sulla mappa dell’area. I volumi di precipitazione raccolti settimanalmente all’interno delle bottiglie corrispondenti a ciascun campionatore, devono essere misurati separatamente e segnati sulle schede di invio campioni pioggia. Quindi i campioni vengono cumulati in un unico recipiente, dal quale viene prelevata l’aliquota da spedire al laboratorio di analisi.
1 | 2 | 3 | 4 | ||||
5 | 6 | 7 | 8 | ||||
9 | 10 | 11 | 12 | ||||
13 | 14 | 15 | 16 | ||||
10 m |
AREA PERMANENTE TIPO
PARCELLA DI ANALISI
PARCELLA DI CONTROLLO
10 m
Fig. 6 – Schema di dislocazione dei campionatori sotto chioma nell’area permanente tipo.
1.3.3 Campionamento della neve
Nel caso di precipitazioni nevose il prelievo dei campioni, da effettuarsi con frequenza settimanale, va eseguito con gli appositi contenitori cilindrici in polietilene (diametro interno 20 cm, altezza 80 cm) con raccordo conico, collocati in tubi di materiale plastico alti circa 1 m e con diametro di 25 cm (Fig. 7) ed in grado di contenere circa 800 mm di precipitazione.
Coperchio a pressione a tenuta stagna
5.00cm
29.00 cm
1.50cm
Anello di fermo
Raccordo conico
Particolare dell'anello di fermo
A A
80.00cm
n° 2 fori a 180° D = 8 mm
1.00cm
22.00cm
SEZ A : A
Coperchio a pressione
a tenuta stagna
Contenitore per
Campioni neve
Tubo esterno in PVC
Raccordo conico
Palo di sostegno
Campionatore
Fascette di fissaggio
Tubo esterno
Fig. 7 – Schema del campionatore bulk per la raccolta della neve.
Questo tipo di prelievo si rende necessario per l’inadeguatezza dell’imbuto e della bottiglia usati per il prelievo delle piogge, a raccogliere correttamente la precipitazione nevosa.
L’esposizione dei campionatori della neve (Fig. 8), distribuiti secondo le diagonali del quadrato individuato precedentemente per il campionamento sotto chioma e numerati in ordine progressivo da 1 a 8, viene fatta per le stazioni dove di norma vi sono precipitazioni nevose, affiancandoli a quelli per la pioggia nel periodo compreso tra novembre e marzo. E’ così possibile poter selezionare a posteriori il campione da inviare all’analisi, scegliendolo tra i due tipi di prelievo (imbuto o contenitore). Per precipitazioni nevose superiori a 10 cm si consiglia l’uso dei cilindri. Il campione prelevato con il campionatore ritenuto non idoneo viene eliminato, provvedendo alla sostituzione dell’attrezzatura imbuti, bottiglie e recipienti cilindrici. Il tipo di campionatore usato deve essere segnalato sulla scheda di campionamento, sia per registrare la natura dell’evento, sia per il calcolo del volume di precipitazione, in quanto il diametro della bocca per la raccolta della neve è diverso rispetto a quello dell’imbuto per la raccolta della pioggia.
Il campione di neve deve essere trasportato in luogo chiuso e riscaldato, dove viene fatto sciogliere. La completa fusione richiede in genere tempi abbastanza lunghi (anche parecchie ore); si può accelerarla riscaldando in maniera uniforme il recipiente, ad esempio collocandola in prossimità di un calorifero. Evitare fonti di calore intense (fornelli o stufe).
Si provvede quindi alla misura del volume, da eseguirsi con cilindro graduato ed all’imbottigliamento del campione per la spedizione.
In tutte le fasi del prelievo e delle misure, bisogna evitare accuratamente di toccare il campione con le mani o con qualunque altro materiale, diverso da quelli predisposti per le misure e la spedizione.
1 | 8 | ||||||
2 | 7 | ||||||
6 | 3 | ||||||
5 | 4 | ||||||
10 m |
AREA PERMANENTE TIPO
PARCELLA DI ANALISI
PARCELLA DI CONTROLLO
10 m
Fig. 8 – Schema di dislocazione dei campionatori per la neve nell’area permanente tipo.
1.3.4 Chimica delle deposizioni lungo il tronco (stemflow)
Le misure dell’entità delle deposizioni lungo il tronco (stemflow) devono essere associate a quelle delle deposizioni sotto chioma e devono essere effettuate sugli alberi più rappresentativi dell’area in esame, tenendo conto nelle singole aree della posizione sociale, del diametro e dell’altezza delle piante stesse.
Nell'approntare la strumentazione per la misura dello stemflow (Fig. 9) sono stati considerati i seguenti aspetti:
• la plasticità della strumentazione per garantire il normale accrescimento della pianta anche nel corso di ricerche di durata pluriennale;
• le caratteristiche dei collari di intercettazione (dimensione e forma, posizionamento e aderenza alla corteccia, altezza e forma del bordo di contenimento);
• il dimensionamento dei recipienti di raccolta dell'acqua;
• le caratteristiche dei materiali (resistenza nei confronti degli agenti atmosferici e inerzia chimica);
• la perfetta tenuta dei raccordi per una completa captazione del deflusso e per evitare l'infiltrazione di acqua dall'esterno e le perdite per evaporazione;
• la praticità e la facilità di gestione della strumentazione.
Fig. 9 - Esempio di campionatore stemflow.
La costruzione del collare per la raccolta dell'acqua è stata effettuata utilizzando un profilato di NEOPRENE con idonea sagomatura atta a contenere il deflusso, con caratteristiche eccellenti di resistenza all’invecchiamento ed in grado di sopportare ampie variazioni di temperatura (tra -70 e +95°C). Il profilato con lunghezza di almeno 1,5 volte la circonferenza del tronco, è avvolto a spirale lungo il fusto in modo tale da favorire il deflusso e, al tempo stesso, da non costituire un impedimento meccanico all'accrescimento del diametro dell'albero. Per il fissaggio al tronco del collare di neoprene e del supporto di raccordo con il tubo del bidone, viene utilizzata una striscia adesiva e dei tasselli in plastica di lunghezza tale da arrecare meno danno possibile alla pianta. A questo proposito sono stati sperimentati con successo i tasselli in plastica che andranno a sostituire, in occasione delle future manutenzioni, quelli in metallo. Il passo della spirale è stato determinato con attenzione, perché elevate pendenze imprimono all'acqua un'accelerazione eccessiva, con conseguente fuoriuscita dal collare di una parte del deflusso. Esperienze pregresse indicano che la pendenza della spirale non deve superare i 20-25 gradi.
Per avere la certezza di raccogliere tutta l'acqua di stemflow si è provveduto a sigillare con paraffina fusa la zona di contatto tra la corteccia ed il profilato. Questa metodologia, già sperimentata con risultati positivi da altri ricercatori, è stata giudicata il sistema più idoneo per sigillare il collare, in quanto la paraffina non cede ioni all'acqua e può essere rimodellata con facilità. Ciò risulta estremamente importante prevedendo programmi di ricerca di durata pluriennale, poiché la crescita degli alberi e il distacco della parte esterna della corteccia possono determinare, con il tempo, la perdita di adesione del sigillante.
Particolare attenzione è stata prestata alla realizzazione del raccordo tra il collare e il tubo destinato a convogliare l'acqua al bidone di raccolta. La parte terminale del collare è stata infine introdotta all’interno di un raccordo smontabile per avere la possibilità di eseguire una pulizia agevole e completa di tutto l’apparato. Con portate elevate al raccordo può essere aggiunto anche un imbuto per convogliare più facilmente il campione nel tubo che porta al bidone di raccolta (Fig. 10). Per dare una maggiore solidità alla struttura, la parte fissa del raccordo verrà bloccata su un sostegno.
Il volume di acqua raccolto dallo stemflow è influenzato da:
• specie della pianta;
• sviluppo della chioma;
• disposizione dei rami;
• presenza delle foglie;
• condizioni atmosferiche (nebbia-vento);
Nel caso delle conifere si ha un deflusso ritardato rispetto all’inizio della precipitazione, nel faggio invece il ritardo è minimo.
E’ importante sottolineare che la quantificazione della capacità dei contenitori per la raccolta delle acque di stemflow dovrà essere in funzione delle condizioni ambientali e climatiche, delle specie forestali presenti, delle dimensioni degli alberi e della frequenza dei campionamenti. Questa elevata variabilità nei volumi raccolti ha portato alla scelta di un unico contenitore da 100 litri per la raccolta dei volumi di precipitazione da tutti gli stemflow operanti nel progetto.
Fig. 10 - Particolare del raccordo tra collare e tubo di congiunzione al bidone di raccolta.
La misura e la raccolta delle acque di stemflow verrà sospesa nei periodi dell’anno in cui la temperatura media scende al di sotto dello zero. Semestralmente o alla ripresa della stagione dei prelievi, dovrà essere verificata tutta la strumentazione e, se necessario, in caso di piante danneggiate da ghiaccio, fulmini o altri agenti, riposizionarla su nuove piante allo stesso modo rappresentative.
Operatori del C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, responsabili di questo tipo di campionamento, si recheranno nelle singole stazioni per effettuare controlli sul buon funzionamento della strumentazione ed eseguire la manutenzione straordinaria necessaria.
I campionatori delle deposizioni lungo il tronco devono essere numerati (T1, T2, T3) mantenendo tale numerazione costante nel tempo ed indicandola nelle schede che accompagnano i campioni.
E’ importante che il campione raccolto sia rappresentativo dell’intera precipitazione, per cui la capacità dei raccoglitori di stemflow dovrà essere scelta in modo da evitare il traboccamento dell’acqua durante l’evento. I volumi di precipitazioni raccolti lungo il tronco dovranno essere misurati all’interno dei bidoni da 100 litri tramite un’asta metrata, ed il volume misurato in cm verrà poi trasformato in litri grazie a una tabella di conversione (Tab. 3) e riportato nella scheda invio campioni pioggia relativa ai campionatori lungo il tronco.
I campioni dei tre contenitori in polietilene da 100 litri (T1, T2 e T3) presenteranno volumi diversi in litri (V1, V2, V3), in relazione alla dimensione della chioma dell’albero. La preparazione del campione cumulato e rappresentativo dei tre campionatori, da inviare al laboratorio di analisi, deve essere eseguita tenendo conto dei tre diversi volumi.
Da ogni recipiente, previo rimescolamento del campione stesso per renderlo omogeneo ed evitando con cura di xxxxxxx il fondo su cui si depositano i residui più grossolani, verrà prelevata un’aliquota di campione (q1, q2, q3) procedendo nel modo seguente:
1 - calcolare le quantità da prelevare da ciascun recipiente:
q1 = 1000 x V1/(V1+V2+V3) q2 = 1000 x V2/(V1+V2+V3) q3 = 1000 x V3/(V1+V2+V3)
2 - con un cilindro graduato in plastica da 1000 ml (un litro), versare progressivamente le quantità q1, q2, q3 in una bottiglia da due litri, sino ad arrivare al volume totale di un litro;
3 - tappare ed omogeneizzare la bottiglia capovolgendola 2 o 3 volte;
4 - con il campione cumulato così preparato sciacquare la bottiglia di 500 ml da spedire al laboratorio di analisi, effettuando tre lavaggi da circa 100 ml ciascuno;
5 - infine riempire la bottiglia da 500 ml etichettata TRONCO e chiuderla.
Il campione identificato con la sigla T viene inviato al laboratorio di analisi con la scheda di invio campioni. La frequenza di campionamento è settimanale come previsto per gli altri tipi di precipitazione.
Tab. 3 - Tabella di conversione da centimetri a litri per la misura del volume d’acqua raccolto lungo il tronco nel recipiente in polietilene da 100 litri.
cm | litri | cm | litri | cm | litri | cm | litri | cm | litri | cm | litri | cm | litri |
1 | 2 | 11 | 16 | 21 | 32 | 31 | 49 | 41 | 65 | 51 | 82 | 61 | 97 |
2 | 3 | 12 | 18 | 22 | 34 | 32 | 50 | 42 | 67 | 52 | 84 | 62 | 98 |
3 | 4 | 13 | 20 | 23 | 36 | 33 | 52 | 43 | 68 | 53 | 85 | 63 | 100 |
4 | 6 | 14 | 21 | 24 | 37 | 34 | 53 | 44 | 70 | 54 | 86 | 64 | 101 |
5 | 7 | 15 | 23 | 25 | 39 | 35 | 55 | 45 | 72 | 55 | 88 | 65 | 102 |
6 | 8 | 16 | 24 | 26 | 41 | 36 | 57 | 46 | 73 | 56 | 90 | 66 | 103 |
7 | 10 | 17 | 26 | 27 | 42 | 37 | 58 | 47 | 75 | 57 | 91 | 67 | 104 |
8 | 11 | 18 | 28 | 28 | 44 | 38 | 60 | 48 | 77 | 58 | 92 | 68 | 105 |
9 | 13 | 19 | 29 | 29 | 45 | 39 | 62 | 49 | 78 | 59 | 94 | 69 | 106 |
10 | 14 | 20 | 31 | 30 | 47 | 40 | 63 | 50 | 80 | 60 | 96 | 70 | 107 |
1.3.5 Acque di ruscellamento (runoff)
Il corso d’acqua sarà individuato dall’Ente responsabile delle ricerche, nelle immediate vicinanze dell’area di campionamento, avendo cura di verificare che il bacino drenato abbia caratteristiche sufficientemente uniformi e simili a quelle dell’area campione. Il punto di prelievo deve essere ben identificato sulla mappa dell’area o su un foglio I.G.M. in scala 1:25.000 e segnato con un picchetto. La sua collocazione deve risultare dalla documentazione dell’area trasmessa al Centro di Coordinamento. Deve
trattarsi di un torrente di dimensioni modeste, ma comunque tale da non essere asciutto per più di 3-4 mesi all’anno.
Il prelievo verrà eseguito direttamente con la bottiglia da inviare al laboratorio di analisi, avendo cura di evitare detriti grossolani (foglie o fango). Il prelievo sarà eseguito settimanalmente, anche in assenza di precipitazioni. Nello stesso momento verrà misurata la temperatura, che sarà registrata sulla scheda di invio campioni ruscellamento insieme agli altri dati richiesti. Nel caso in cui non si proceda alla spedizione di campioni per assenza di precipitazioni, il campione di ruscellamento dovrà essere conservato al buio e in frigorifero a 4°C, l’invio verrà poi effettuato contemporaneamente alla successiva spedizione di campioni di pioggia, evitando di conservare i campioni per più di due settimane.
Su questi campioni verranno misurate le stesse variabili chimiche delle deposizioni. Particolare interesse rivestono i composti dell’azoto, in quanto le concentrazioni nelle acque superficiali, messe a confronto con quelle delle deposizioni, offrono indicazioni sul livello di saturazione di azoto del suolo (Xxxxxxxx 1994; Xxxxxx & Xxxxxxxx, 1995).
1.4. CAMPIONAMENTO, INVIO AL LABORATORIO E ASPETTI ANALITICI
1.4.1 Frequenza di prelievo
La raccolta dei campioni deve essere svolta settimanalmente, quando non si desideri prendere in considerazione singoli eventi. Il prelievo avverrà il martedì mattina, con un intervallo di tolleranza di 12 ore (da lunedì pomeriggio a martedì pomeriggio), per evitare l’inizio di una nuova perturbazione o per permettere il termine di quella in corso. Oltre il limite del martedì pomeriggio si esegue comunque il campionamento. In caso di precipitazioni sporadiche, dopo prolungati periodi di siccità, il prelievo potrà essere eseguito per evento, previo accordo con il Centro di Coordinamento. Nel caso di precipitazioni particolarmente intense, tali da provocare il traboccamento dei campionatori, si dovrà provvedere ad un prelievo supplementare. I due gruppi di campioni (bulk a cielo aperto, sotto chioma, lungo il tronco, eventualmente wet e ruscellamento), raccolti nella prima e nella seconda parte dell’evento, vanno inviati separatamente al laboratorio di analisi.
Nel caso dei campioni wet e bulk si provvede alla sostituzione dei recipienti di raccolta da eseguirsi anche nel caso in cui non siano avvenute precipitazioni; questo per evitare l’accumularsi di polvere e detriti nei campionatori bulk. La misura dei volumi si effettua in campo o, quando possibile, in un ambiente appositamente attrezzato in prossimità dell’area di studio. Si preparano i campioni cumulati (throughfall e stemflow). Si prelevano quindi le aliquote di campioni da inviare ai laboratori di analisi.
Contemporaneamente al prelievo, o immediatamente dopo, si completano le schede di invio campioni pioggia (allegato 3), da spedire assieme ai campioni per il laboratorio di analisi. Le informazioni in esse contenute devono essere sempre interamente compilate, anche quando di carattere ripetitivo (esempio: area di prelievo ed Ente, persona responsabile del prelievo). Una copia della scheda deve essere trattenuta presso la stazione di prelievo. Per la spedizione dei campioni al laboratorio di analisi utilizzare le cassette termiche coibentate, fornite dall’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx.
1.4.2 Misura dei volumi di deposizione
La misura dei volumi di precipitazione costituisce una fase di importanza fondamentale sia nelle misure a cielo aperto che in quelle sotto chioma e lungo il tronco. Le misure a cielo aperto devono risultare confrontabili con quelle eseguite nell’ambito delle ricerche meteorologiche (tali verifiche saranno tuttavia eseguite a posteriori). Al contrario, i volumi di precipitazione sotto chioma e lungo il tronco non hanno relazioni prevedibili con il volume di precipitazione a cielo aperto. I volumi di precipitazione devono essere misurati separatamente per i diversi tipi di campionamento, segnando i valori sulla scheda di invio campioni. Nel caso di due prelievi eseguiti durante una precipitazione particolarmente intensa per evitare il traboccamento dei campionatori, i volumi di precipitazione devono essere registrati separatamente. Nel caso dei 16 campioni sotto chioma, dei 3 campioni bulk a cielo aperto e dei 3 campioni lungo il tronco, il volume deve essere misurato e registrato sulle schede di campionamento per i singoli campioni. Le misure devono essere eseguite con cilindri graduati di 0,5 o 2,0 litri, a seconda dei volumi da misurare nei primi due casi; per il campionamento lungo il si fa riferimento al paragrafo 1.3.4.
Le misure di volume serviranno alla valutazione dei flussi di sostanze (massa/superficie × tempo) dall’atmosfera alla vegetazione e al suolo.
1.4.3 Variabili chimiche considerate
Le analisi saranno effettuate su campioni filtrati (0,45 µm) ad eccezione delle misure di pH e conducibilità, che saranno eseguite sui campioni tal quali. La filtrazione deve essere eseguita nel laboratorio di analisi.
Le variabili da esaminare sono quelle di primo livello, elencate nel regolamento CEE n° 926/93 del 1° Aprile 1993 e qui di seguito riportate:
pH | Sodio (Na+) | Azoto totale (N) |
Conducibilità elettrica | Potassio (K+) | Fosforo reattivo (PO4---) |
Solfati (SO4--) | Magnesio (Mg++) | Alcalinità (HCO3-) per pH >5,0 |
Cloruri (Cl-) | Calcio (Ca++) | |
Nitrati (NO3-) | Ammonio (NH4+) |
1.4.4 Controlli di qualità analitica
Poiché più laboratori concorrono alle analisi chimiche, è essenziale assicurare la perfetta confrontabilità dei dati analitici prodotti, nonché la loro qualità in termini di riproducibilità ed accuratezza. Questo sarà lo scopo di un programma di controllo di qualità analitica, coordinato per parte italiana dal C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, in stretto collegamento con il Centro di Coordinamento Europeo.
Il programma di controllo di qualità analitica comprende:
• indagine sulle metodologie analitiche usate nei laboratori che partecipano allo studio;
• indagine sui controlli di qualità interni in atto presso gli stessi laboratori;
• organizzazione di sistematiche intercalibrazioni, con discussione collettiva dei risultati, individuazione ed eliminazione delle cause di errore.
Saranno organizzati regolari workshop al fine di esaminare i diversi problemi analitici che si possono presentare e per coordinare nella maniera migliore l’attività dei laboratori che producono dati per la rete.
1.4.5 Validazione dei dati e preparazione per l’invio al Centro di Coordinamento europeo
Queste operazioni sono condotte dal C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, quale ente responsabile, per parte italiana, degli studi sulla chimica delle deposizioni atmosferiche.
Limitatamente ai principali componenti dello spettro ionico, verranno eseguiti dei controlli di consistenza interna delle analisi che permettono di evidenziare situazioni anomale. Questi controlli sono gli stessi già usati nella rete italiana RIDEP nel quinquennio 1988÷1992 (Xxxxxxx et al., 1990) e si basano essenzialmente su tre criteri:
I. confronto della somma delle concentrazioni degli ioni positivi (H+, NH4+, Ca++, Mg++, Na+ e K+) e degli ioni negativi (SO4=, NO3-, Cl- e, per valori di pH >5,0, HCO3-, misurati come alcalinità);
II. confronto delle conducibilità misurate con quelle calcolate dal prodotto delle concentrazioni ioniche per le conducibilità specifiche a diluizione infinita;
III. relazione esistente fra conducibilità misurata e concentrazioni ioniche.
Le soglie di validazione dovranno essere scelte sulla base delle esperienze precedentemente condotte in campo nazionale ed internazionale. Questi criteri potranno risultare inadatti per acque con elevate concentrazioni di sostanze organiche, come spesso risulta nel caso di campioni sotto chioma e lungo il tronco. Per questi campioni si valuterà caso per caso l’attendibilità, facendo uso prevalentemente delle relazioni esistenti fra conducibilità misurata e concentrazioni ioniche. Il gruppo di lavoro internazionale dell’ICP Foreste sta attualmente mettendo a punto criteri per la validazione delle analisi, qualora emergessero metodologie diverse o aggiuntive rispetto quelle sopra citate, esse saranno prontamente adottate. In attesa di questo aggiornamento, il documento di riferimento ad oggi validato resta la Parte VI del Manuale dell'ICP Forests (UN-ECE 1998 ed aggiornamento 1999), riguardante la misura delle deposizioni e degli inquinanti atmosferici, che nell'allegato 4 considera gli aspetti relativi alla QA/QC delle analisi (Xxxxxx & Xxxxxxx, 1999).
I dati validati saranno stampati in tabelle e memorizzati su dischetti, secondo i formati richiesti dall’Unione Europea e consegnati al Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, che provvederà all’inoltro al Centro di Coordinamento Europeo.
2. ASPETTI PRATICI DELLE OPERAZIONI DI CAMPAGNA E DEI PRELIEVI
Di seguito si fornisce un elenco schematico delle operazioni da eseguire in campagna e sui campioni raccolti, rimandando al manuale, edito da questo Istituto sulle metodologie di studio delle deposizioni atmosferiche (2002), per maggiori dettagli. Queste note sono pertanto da considerarsi integrative rispetto alle metodiche già descritte. Si sottolinea inoltre che le schede di accompagnamento dei campioni hanno subito lievi modifiche rispetto la precedente versione del manuale (Xxxxxxxx et al., 1997).
Si ribadisce l’importanza di documentare le principali informazioni relative ai campionamenti su queste schede, che devono essere compilate in ogni loro parte e inviate al laboratorio di analisi insieme al campione.
Per chiarimenti o segnalazioni di particolari situazioni, prendere contatto con il personale del C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx.
2.1. Frequenza di campionamento
Tutti i tipi di campionamento saranno eseguiti, con frequenza settimanale, il martedì mattina, con un intervallo di tolleranza di 12 ore (da lunedì pomeriggio a martedì pomeriggio), per evitare l’inizio di una nuova perturbazione o per permettere il termine di quella in corso. Oltre il limite del martedì pomeriggio si esegue comunque il campionamento. Nel caso di aree caratterizzate da modeste precipitazioni, quali ad esempio le aree meridionali durante il periodo estivo, il prelievo potrà essere eseguito ad ogni evento, previo accordo con il Centro di Coordinamento presso il C.N.R. di Verbania (allegato 1).
Al momento del prelievo verificare le condizioni generali nell’area circostante la parcella di analisi, segnalando eventuali anomalie (note B della scheda invio campioni pioggia).
2.2. Prelievo dei campioni di pioggia
Campioni wet a cielo aperto
Per il prelievo del campione di deposizioni umide wet e sostituzione del recipiente con quello pulito, procedere nel modo seguente:
• apertura, agire sul comando MANUALE tramite il deviatore a levetta (momentaneo) per spostare il coperchio dalla posizione wet alla posizione dry. Sostituire immediatamente il recipiente in polietilene;
• chiusura, con lo stesso deviatore a levetta eseguire un comando RESET;
• portare il recipiente nel locale apposito e proseguire dal punto 3.1.
Se lo strumento è già aperto perché è in corso una precipitazione, sostituire semplicemente il recipiente di raccolta e segnalare sulla scheda invio campione che la sostituzione è avvenuta mentre era in corso una precipitazione.
Importante: quando si sostituisce il recipiente di prelievo delle deposizioni umide, controllare sempre che il recipiente per il campionamento delle polveri sia asciutto. Nel caso vi sia dell’acqua nel recipiente per le polveri (dry), significa che lo strumento non ha
funzionato correttamente, è quindi necessario eseguire i seguenti controlli:
❑ verificare che sul pannello dell’elettronica non ci siano spie accese che segnalano dei malfunzionamenti;
❑ accertarsi che vi sia l’alimentazione elettrica 12 Volt, con l’interruttore in posizione ON, premendo il pulsante di test la spia si deve accendere. Se la spia non si accende controllare che i fusibili interni all’elettronica non siano bruciati.
Dopo questi controlli e sistemati i malfunzionamenti eseguire un RESET dello strumento verificando che il coperchio si posizioni sul recipiente appropriato. Svuotare dall’acqua il recipiente per le polveri (dry).
Nel caso non sia possibile risolvere gli inconvenienti, si deve compilare in ogni sua parte l’apposita scheda malfunzionamenti wet-dry ARS 1010, riportata nell'allegato 3, segnalando le anomalie strumentali e le condizioni verificatesi nel periodo di campionamento (temporale o altro).
Per ogni altra informazione relativa al funzionamento dello strumento fare riferimento al manuale del campionatore “wet and dry” ARS 1010 della ditta MTX Italia S.p.A., fornito insieme allo strumento.
Campioni bulk a cielo aperto
• Verificare la presenza di corpi estranei sui filtri e all’interno dei campioni e il corretto posizionamento degli imbuti, eventuali anomalie vanno segnalate sulle schede;
• verificare il volume: se è inferiore a 60 ml non prelevare i campioni, ma sostituire ugualmente imbuti e recipienti; registrare comunque l’evento sulla scheda di invio campioni, che sarà inoltrata con il successivo campionamento utile;
• se durante la settimana si verificano precipitazioni particolarmente intense (volume superiore a 2 litri e le bottiglie stanno per traboccare), sostituire imbuti e recipienti
identificando ogni bottiglia sulla base della posizione del rispettivo campionatore (segnati come X0, X0, X0);
• portare le bottiglie al locale apposito e proseguire dal punto 3.1.
Campioni bulk sotto chioma
• Verificare la presenza di corpi estranei sui filtri e all’interno dei campioni ed il corretto posizionamento degli imbuti;
• sostituire imbuti e recipienti, identificando ogni bottiglia sulla base della posizione del rispettivo campionatore (segnati come BSC1, BSC2, BSC16);
• se durante la settimana si verificano precipitazioni particolarmente intense (volume superiore a 2 litri e le bottiglie stanno per traboccare), sostituire imbuti e recipienti
identificando ogni bottiglia sulla base della posizione del rispettivo campionatore (segnati come BSC1, BSC2, ….BSC16);
• portare le bottiglie al locale apposito e proseguire dal punto 3.1.
2.3. Prelievo del campione di neve
Nel periodo invernale (novembre – marzo) con precipitazioni nevose, i campioni bulk a cielo aperto e sotto chioma vengono prelevati con il contenitore cilindrico in polietilene per la neve (diametro interno 20 cm e altezza 80 cm) affiancato al campionatore
con imbuto.
• Sostituire i cilindri ogni settimana con il cambio accuratamente lavato;
• evitare di toccare la neve o l’interno dei cilindri con le mani;
• tappare e portare le bottiglie al locale apposito e proseguire dal punto 2.1.
All’inizio e alla fine del periodo invernale, quando non si è sicuri se la precipitazione sarà pioggia o neve, si devono esporre sia le bottiglie con imbuto, sia i cilindri di polietilene. Il prelievo verrà poi fatto considerando solo un tipo di campionatore (bottiglie o cilindri) a seconda del tipo di precipitazione. Nel caso di precipitazioni di acqua e neve, se gli imbuti dei campionatori di pioggia sono colmi di neve, il prelievo deve essere eseguito sui cilindri (campionatori di neve). In caso contrario (imbuti con solo tracce di neve), i campioni saranno prelevati dalle bottiglie (campionatori di poggia). Segnalare sempre sulla scheda di campionamento il tipo di campionatore usato per il prelievo.
2.4. Prelievo del campione lungo il tronco
Ad ogni prelievo è opportuno verificare visivamente lo stato dei materiali fissi e mobili (profilato lungo il tronco, raccordo fra profilato e tubo, bidoni di raccolta dell’acqua). In caso di grave danneggiamento chiedere l’intervento dei responsabili dell’installazione.
• Staccare il tubo dal giunto prima di aprire il bidone;
• misurare l’altezza del livello d’acqua raccolta all’interno del bidone da 100 litri usando il metro e trasformarla nel volume tramite la tabella 3 per la conversione dell’altezza in
centimetri al volume in litri;
• eseguire il prelievo con una bottiglia da due litri (una per ogni raccoglitore) direttamente dal recipiente di raccolta di stemflow, dopo aver omogeneizzato il
campione e dopo aver risciacquato 2-3 volte la bottiglia con il campione stesso evitando di raccogliere il campione dal fondo del recipiente;
• identificare ogni bottiglia sulla base della posizione del rispettivo campionatore (segnata come T1, T2 e T3);
• portare le bottiglie al locale apposito e proseguire dal punto 3.1;
• eseguire un’accurata pulizia di tutte le parti dello stemflow, compreso il raccordo, usando uno scovolino e lavando con acqua deionizzata;
• togliere eventuali residui che possano in qualche modo ostacolare il giusto funzionamento della canalina e del raccordo (foglie, aghi, pezzetti di rami, ecc.) segnalandone la presenza sulla scheda seguendo le note C della scheda;
• svuotare i contenitori, avendo cura di spargere il volume d’acqua evitando fenomeni di ruscellamento con asportazione di suolo o soprassuolo (meglio se questa operazione viene eseguita di fuori dell’area di prelievo);
• lavare e sciacquare i bidoni con acqua deionizzata e lasciare sgocciolare;
• riposizionare i bidoni.
Se i bidoni presentano incrostazioni verdi, presumibilmente dovute ad alghe, sostituire il bidone stesso da sottoponendolo ad accurato lavaggio in laboratorio.
Verificare la corretta tenuta fra la corteccia e il profilato; se si notano crepe o distacco di pezzi nella paraffina, è opportuno procedere nel seguente modo:
• rimuovere con una spatola eventuali parti non aderenti e pulire le fessure;
• fondere con il fornello, in un contenitore di vetro PYREX, un po' di paraffina;
• con un pennello ripristinare lo strato, fino ad ottenere la completa chiusura delle fessure;
• togliere le parti in eccesso ed eventuali colature che possano impedire il corretto deflusso dell'acqua.
2.5. Prelievo del campione nel corso d’acqua
Il prelievo va eseguito sempre nello stesso punto, individuato all’inizio della ricerca.
• Eseguire il prelievo con la bottiglia per la spedizione del campione al laboratorio, direttamente dal corso d’acqua, dopo averla risciacquata per 2-3 volte con il campione stesso;
• evitare di raccogliere frammenti di foglie o fango;
• riempire completamente la bottiglia senza lasciare bolle d’aria;
• misurare la temperatura del corso d’acqua;
• portare le bottiglie al locale apposito e proseguire dal punto 3.1.
2.6. Trasporto campioni
Le bottiglie vanno tappate e trasportate al più presto all’apposito locale per la preparazione del campione per la spedizione e per il successivo lavaggio dei recipienti di prelievo. Evitare di lasciare i campioni esposti alla luce diretta del sole o a temperature elevate; per i campioni di neve evitare assolutamente il contatto con le mani o oggetti che non siano stati precedentemente lavati con acqua deionizzata.
3. PREPARAZIONE DEI CAMPIONI PER LA SPEDIZIONE
Le seguenti operazioni vanno eseguite in un locale non troppo distante dall’area permanente, dove è conservato il materiale relativo alla messa in opera delle aree permanenti ed al campionamento delle deposizioni atmosferiche (imbuti, bottiglie di raccolta, cilindri graduati, ecc.). Il locale deve presentare le seguenti caratteristiche:
• essere adeguatamente pulito per evitare l’inquinamento dei campioni durante il trattamento;
• essere dotato di acqua corrente ed energia elettrica;
• essere fornito di deionizzatore o recipienti con acqua deionizzata;
• avere un piano di appoggio sul quale operare in condizioni di pulizia;
• nel locale si deve evitare di fumare, anche quando non sono in atto le operazioni di lavaggio e imbottigliamento.
Contestualmente alle misure e alle operazioni eseguite, dovranno essere debitamente compilate le schede di campionamento. E’ importante indicare il nome degli operatori che effettuano il prelievo e la preparazione dei campioni. Tutto il materiale plastico che entra in contatto con i campioni deve essere accuratamente lavato e sciacquato con acqua deionizzata e lasciato asciugare in un ambiente pulito.
3.1. Misura dei volumi dei campioni e compilazione delle schede
Wet a cielo aperto
• Misurare il volume con cilindro graduato da 500 o 2000 ml a seconda della quantità di precipitazione;
• verificare l’assenza di corpi estranei, eventualmente da segnalare seguendo le note C
della scheda di invio campioni;
• risciacquare la bottiglia con il campione;
• riempire l’apposita bottiglia per l’invio del campione al laboratorio di analisi, già etichettata WET secondo la procedura definita al punto 3.2;
Bulk a cielo aperto
• Verificare che nessuno dei tre campioni sia inquinato da escrementi di uccelli o altro, segnalandone l’eventuale presenza seguendo le note C della scheda di invio campioni;
• misurare separatamente il volume dei tre campioni, segnare i valori sulla scheda di campionamento ed indicare il raccoglitore “imbuto”;
• scartare eventuali campioni inquinati, segnalandoli nella colonna osservazioni della scheda;
• unire i campioni non inquinati in un recipiente pulito, sciacquato con acqua deionizzata e fatto scolare ed asciugare capovolto;
• risciacquare la bottiglia con il campione;
• riempire l’apposita bottiglia per l’invio del campione al laboratorio di analisi, già etichettata BULK secondo la procedura definita al punto 3.2;
• nel caso di precipitazioni particolarmente intense, che hanno reso necessario un prelievo durante la settimana in aggiunta a quello del martedì (vedi punto 1.2), compilare due schede, riportando tutti i dettagli e segnalando accuratamente i volumi, quindi unire i
campioni dei due prelievi e inviare il campione cumulato al laboratorio di analisi.
Bulk sotto chioma
• Verificare che nessuno dei sedici campioni sia inquinato da escrementi di uccelli o altro, segnalandone l’eventuale presenza seguendo le note C della scheda di invio campioni;
• misurare separatamente il volume dei sedici campioni, segnare i valori sulla scheda di campionamento ed indicare il raccoglitore “imbuto”;
• eventuali campioni inquinati, segnalati nella colonna “osservazioni” della scheda, non devono essere miscelati con i rimanenti per la preparazione del campione medio da inviare al laboratorio di analisi. Qualora la presenza di insetti o altri animali sia elevata,
inviare gli stessi, fissati con alcool a 70°, al Dr. Bussotti del Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università di Xxxxxxx - X.xx xxxxx Xxxxxxx, 00 - 00000 XXXXXXX;
• unire i campioni restanti in un recipiente pulito, sciacquato con acqua deionizzata ed asciugato o ben scolato;
• risciacquare la bottiglia con il campione;
• riempire l’apposita bottiglia per l’invio del campione al laboratorio di analisi, già etichettata BULK SOT. CH. secondo la procedura definita al punto 3.2;
• nel caso di precipitazioni particolarmente intense, che hanno reso necessario un prelievo
durante la settimana in aggiunta a quello del martedì (vedi punto 1.2), compilare due schede di invio campioni, riportando tutti i dettagli e segnalando accuratamente i volumi, quindi unire i campioni dei due prelievi e inviare il campione cumulato al laboratorio di analisi.
Neve
• Verificare che nessuno dei campioni (2 bulk a cielo aperto, 8 bulk sottochioma) sia inquinato da escrementi di uccelli o altro, segnalandone l’eventuale presenza seguendo le note C della scheda di invio campioni;
• Se possibile tappare i recipienti, lasciare sciogliere la neve nei cilindri eventualmente posizionando il contenitore in prossimità di una sorgente di calore, evitando fonti di calore troppo intense e dirette (fornelli o stufe), o a bagnomaria, togliendo il campione
dal bagno prima che la neve sia completamente sciolta;
• versare il campione in un recipiente pulito, sciacquato con acqua deionizzata ed asciugato o ben scolato;
• misurare il volume con un cilindro graduato, segnare i valori sulla scheda di campionamento ed indicare il tipo di raccoglitore “cilindro”;
• risciacquare la bottiglia con il campione;
• riempire l’apposita bottiglia per l’invio del campione al laboratorio di analisi, già etichettata secondo la procedura definita al punto 3.2;
• qualora si scelga il campione di neve per l’inoltro al laboratorio, bisogna ricordarsi di eliminare il campione prelevato in parallelo con xxxxxx.
Campioni lungo il tronco
• Verificare che nessuno dei tre campioni sia inquinato da escrementi di uccelli o altro, segnalandone l’eventuale presenza seguendo le note C della scheda di invio campioni;
• riportare sulle schede di campionamento i volumi misurati sui tre raccoglitori ed ottenuti dalla tabella di conversione da cm a litri;
• per ottenere il campione cumulato rappresentativo dei tre raccoglitori (T1, T2 e T3) sommare i volumi raccolti (V1, V2 e V3) e calcolare l’aliquota di campione (q1, q2, q3) che si deve prelevare da ciascun recipiente procedendo nel modo seguente:
q1 = 1000 x V1/(V1+V2+V3) q2 = 1000 x V2/(V1+V2+V3) q3 = 1000 x V3/(V1+V2+V3)
• con un cilindro graduato in plastica da 1000 ml (un litro), versare progressivamente le quantità q1, q2, q3 in una bottiglia da due litri, sino ad arrivare al volume totale di un litro;
• tappare ed omogeneizzare la bottiglia capovolgendola 2 o 3 volte;
• con il campione cumulato così preparato sciacquare la bottiglia di 500 ml da spedire al laboratorio di analisi, effettuando tre lavaggi da circa 100 ml ciascuno;
• riempire l’apposita bottiglia da 500 ml per l’invio del campione al laboratorio di analisi, già etichettata TRONCO secondo la procedura definita al punto 3.2;
Corso d’acqua
Il campione viene prelevato nella bottiglia pronta per l’invio al laboratorio di analisi
e già etichettata RUSC. secondo la procedura definita al punto 3.2.
Utilizzando il termometro a pozzetto in dotazione, misurare la temperatura al prelievo e provvedere a compilare la scheda di campionamento acque di ruscellamento.
3.2. Identificazione dei campioni ed etichettatura
Ogni settimana verrà identificata da un numero progressivo, iniziando dal primo martedì dell’anno solare (settimana 1). Nelle settimane senza precipitazione compilare ugualmente la scheda mantenendo la numerazione progressiva delle settimane; inviare queste schede allegate a quella del primo campionamento utile.
Per l’identificazione dei campioni nelle bottiglie rotonde da 500 ml, si utilizzano etichette permanenti in materiale plastico di colore diverso, con riportata la sigla della stazione ed il tipo di campione come descritto nello schema seguente:
Sigla della stazione | Tipo di campione | Colore etichetta | Sigla sulla “Scheda invio campioni” |
00 XXX1 | WET | Nero | /W |
00 XXX1 | BULK | Rosso | /B |
00 XXX1 | BULK SOT. CH. | Bianco | /BSC |
00 XXX1 | TRONCO | Blu | /T |
00 XXX1 | RUSC. | Blu | /R |
Le bottiglie vuote da 500 ml così etichettate, che vengono inviate dal C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx, sono già lavate e pronte per contenere il campione da spedire.
Qualora nella stessa spedizione vi siano campioni di due settimane diverse, identificare le bottiglie con un’etichetta adesiva aggiuntiva, indicante il numero della settimana o bottiglia e le date di inizio e fine periodo di campionamento. In questo caso utilizzare un numero di identificazione sulla bottiglia che deve corrispondere a quello riportato sulla scheda di accompagnamento.
I diversi tipi di campioni sono identificati con le seguenti sigle:
/W wet
/B bulk a cielo aperto
/BSC bulk sotto chioma
/T prelievo lungo il tronco
/R ruscellamento
3.3. Spedizione
I campioni prelevati nell’area, imbottigliati e pronti per la spedizione, vanno disposti nel contenitore termico unitamente ai moduli di accompagnamento e alle piastre refrigeranti. La cassetta termica va collocata nella scatola di cartone con le imbottiture in gomma piuma; la parte superiore della scatola dovrà recare una busta adesiva trasparente con l’indirizzo.
I campioni di deposizione atmosferica raccolti nel contesto del progetto CON.ECO.FOR. ed analizzati dal C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx, devono essere spediti a mezzo corriere al seguente indirizzo:
C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi
Lago Tonolli, 50 28922 Verbania Pallanza
Per il ritiro del pacco si deve inviare un Fax con la richiesta o avvisare telefonicamente ai seguenti numeri: Fax 0000 000000 tel. 0000 000000. Nella richiesta si deve specificare che si tratta di campioni di deposizioni atmosferiche del progetto CONECOFOR, riportando il nome della stazione e della persona a cui fare riferimento ed un recapito telefonico per ulteriori informazioni.
Tutte le spese di invio e ricevimento delle cassette termiche con i campioni sono a carico del C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi.
Con il contenitore frigorifero vengono fornite anche le etichette con l’indirizzo al quale inviare i campioni e le relative buste adesive da apporre sulle scatole di cartone. È assolutamente necessario inviare i campioni di precipitazione tutte le settimane quando si sono verificate delle precipitazioni. Nel caso del campionamento di acque di ruscellamento in assenza di precipitazioni, si possono cumulare al massimo due campioni. In ogni caso i campioni di ruscellamento non possono mai essere cumulati per più di quindici giorni, dopo di che devono essere comunque spediti al laboratorio di analisi.
Persone del laboratorio di analisi contattabili telefonicamente per eventuali chiarimenti: Xxxxxxxx Xxxxxxx telefono 0000 000000 (E-mail: x.xxxxxxx@xxx.xxx.xx) e Xxxxxxx Xxxxxx telefono 0000 000000 (E-mail: x.xxxxxx@xxx.xxx.xx).
4. LAVAGGIO DEI RECIPIENTI
Tutte le acque naturali (di pioggia, sorgenti, fiume, laghi e, di conseguenza, l’acqua dell’acquedotto) contengono una quantità variabile di ioni, principalmente calcio, bicarbonati, magnesio, solfati ed altri. L’acqua deionizzata (o demineralizzata) non contiene questi ioni o li contiene solo in misura trascurabile. Essa si ottiene facendo passare l’acqua naturale attraverso resine che trattengono gli ioni. Poiché lo scopo della ricerca è quello di misurare le concentrazioni ioniche nelle deposizioni atmosferiche, è importante che i campioni non entrino in contatto con altre acque contenenti ioni, o con superfici di campionatori, recipienti o imbuti sporchi di composti ionici.
Tutto il materiale plastico va quindi lavato accuratamente con acqua deionizzata, lasciato sgocciolare ed asciugare capovolto in un ambiente pulito. È assolutamente da evitare l’utilizzo di carta o strofinacci per asciugare le attrezzature.
Nel caso di recipienti particolarmente sporchi si può eseguire il lavaggio in due fasi; dapprima con poca acqua deionizzata passando all’interno dei recipienti della carta da filtro (in fogli o rotoli), successivamente risciacquare almeno tre volte con acqua deionizzata. Incrostazioni particolarmente tenaci devono essere asportate usando scovolini in materiale plastico. Non vanno assolutamente usati acidi o detersivi di alcun tipo.
Qualora si incontrino problemi a pulire in modo soddisfacente il materiale occorre avvisare il Centro di Coordinamento tecnico-scientifico e laboratorio di analisi (allegato 1) affinché provveda alla sostituzione.
5. MALFUNZIONAMENTI ED INTERVENTI DI MANUTENZIONE
Nel caso di malfunzionamenti nei raccoglitori, danneggiamento dei materiali (bottiglie, imbuti ecc.) con eventuale sostituzione, disservizi nelle spedizioni o qualunque altro problema inerente la raccolta e la spedizione dei campioni rivolgersi al proprio centro di coordinamento tecnico o laboratorio di analisi (allegato1).
Un dettagliato elenco del materiale necessario al campionamento è riportato nell’allegato 2, qualora questo materiale mancasse o ne fosse richiesta la sostituzione, contattare il proprio centro di coordinamento.
Per le aree i cui campioni vengono inviati ed analizzati dal C.N.R. - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania Pallanza, per tutti i campionatori automatici wet e per le manutenzioni straordinarie dei campionatori lungo il tronco fare riferimento alle seguenti persone:
C.N.R. - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Xxxxxxxx Xxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxx
Telefono: 0000 000000
Fax: 0000 000000
BIBLIOGRAFIA
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Xx Xxxxx, X., G.J. Xxxxxx, X. xxx xxx Xxxx, G.P.J. Xxxxxxxxx, X. Xxxxxxx, X.X. Xxxxxxx, X. Auée, X. Xxxxxxxxx, X.X. Xxxxxxxxxx, X. xxx Xxxxxx, X. xx Xxxxx, X. Xxxxxx,
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G.G. Forest, Mountain and Water Resources). Report CNR-III, 06.98:40 pp.. Xxxxxxx, X., X. Xxxxxxxxx, M.C. Xxxxxxx, X. Xxxxxxxxxxx, X. Rembges. X. Xxxxxxxxx,
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UN-ECE. 1994. Manual on methods and criteria for harmonized sampling, assessment, monitoring and analysis of the effects of air pollution on forests. Hamburg and Prague: 177 pp.
UN-ECE. 1998. Manual on methods and criteria for harmonized sampling, assessment, monitoring and analysis of the effects of air pollution on forests. Hamburg.
Controllo degli Ecosistemi Forestali (CON.ECO.FOR.)
MANUALE PER LE OPERAZIONI DI CAMPIONAMENTO
(Edizione 2002)
ALLEGATI
ALLEGATO 1
Centri di coordinamento e laboratori di analisi Rete Nazionale Integrata Controllo Ecosistemi Forestali
CON.ECO.FOR.
Centro di Coordinamento
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche. Corpo Forestale dello Stato - Divisione V
Xxx Xxxxxxxx, 0 - 00000 Xxxx - Tel. 06/00000000 Fax 06/483498 E-mail: xxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxx.xx
Primo Dirigente: Dr. Xxxxxx XXXXXX
Collaboratori: Dr. Xxxxxx Xxxxxxxx, Dr. Xxxxxxxx Xxxxxxx
Centro di Coordinamento tecnico-scientifico
C.N.R. - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi
X.xx X. Xxxxxxx, 00/00 – I-28922 Verbania Pallanza - Tel. 0000 000000 Fax 0000 000000
Direttore di Istituto: Direttore di Ricerca: | Dr. Xxxxxxx XXXXXXX Dr. Xxxx XXXXXXXXX | |
Collaboratori | Xxxxxxxx XXXXXXX Xxxxxxx XXXXXX Dr.ssa Xxxxxx Xxxxxx | E-mail: x.xxxxxxx@xxx.xxx.xxx.xx E-mail: x.xxxxxxx@xxx.xxx.xxx.xx |
laboratorio di analisi per le Aree:
XXX0, XXX0, XXX0, XXX0, XXX0, FRI2, LAZ1, PIE1, SIC1, TRE1.
C.N.R. - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi
X.xx Xxxxxxx, 00/00 - 00000 Xxxxxxxx Pallanza - Tel. 0000 000000 Fax 0000 000000
Responsabile per la parte analitica:
Xxxxxxxx XXXXXXX Tel. 0000 000000 E-mail: x.xxxxxxx@xxx.xx.xxx.xx
laboratorio di analisi per le Aree: LOM1, LOM2, LOM3.
C.N.R. - Istituto di Ricerca sulle Acque
Via della Mornera, 25 – 00000 Xxxxxxxxx (XX) – Tel 000 0000000 – Fax 000 0000000
Responsabile per la parte analitica:
Dr.ssa Xxxxxxxxx XXXXXXXXXX E-mail: xxxxxxxxxx@xxxx.xx.xxx.xx
laboratorio di analisi per le Aree: BOL1.
A.P.P.A. Laboratorio Biologico Provinciale
Via Sottomonte, 2 – 00000 Xxxxxx (XX) – Tel 0000 000000 – Fax 0000 000000
Responsabile per la parte analitica:
Dr. Xxxxxx XXXX E-mail: xxxxxx.xxxx@xxxxxxx.xx.xx
ALLEGATO 2
Materiale necessario per il campionamento delle deposizioni atmosferiche in una area tipo CON.ECO.FOR.
CAMPIONATORI BULK PER LA RACCOLTA DELLE DEPOSIZIONI A CIELO APERTO
• 3 strutture cilindriche in PVC con rispettive aste metalliche, fascette, anelli di protezione e numeri identificativi.
• 6 bottiglie a collo stretto in PET da 2 litri.
• 6 imbuti da 14,5 (o 19,5) cm di diametro, con filtro a rete di PET.
Per le stazioni dove è previsto, campionatore ad apertura automatica Wet con manuale d’uso e
quattro recipienti a secchio con coperchio.
CAMPIONATORI BULK PER LA RACCOLTA DELLE DEPOSIZIONI SOTTO CHIOMA
• 16 strutture cilindriche in PVC con rispettive aste metalliche, fascette, anelli di protezione.
• 32 bottiglie a collo stretto in PET da 2 litri da inserire nelle strutture cilindriche di cui sopra.
• 32 imbuti da 14,5 (o 19,5) cm di diametro, con filtro a rete di PET.
Questo materiale permette il prelievo ed il cambio settimanale; sarebbe opportuno avere una riserva di bottiglie da 2 litri (20 bottiglie) per fare fronte ad eventuali imprevisti, quali ad esempio precipitazioni particolarmente intense e conseguente necessità di operare due cambi durante una settimana.
CAMPIONATORI PER LA RACCOLTA DELLA NEVE (dove previsto)
• 10 (2 a cielo aperto, 8 sotto chioma) strutture cilindriche in PVC (25 cm diametro, 116 cm altezza) con rispettive aste metalliche.
• 20 campionatori neve in PET (20 cm diametro interno con flangia di 29 cm, 80 cm altezza), con relativi coperchi, da inserire nelle strutture cilindriche di cui sopra.
CAMPIONATORI WET PER LA RACCOLTA DELLE DEPOSIZIONI A CIELO APERTO (dove
previsto)
• campionatore “wet and dry” ARS 1010 della ditta MTX Italia S.p.A
• 4 recipienti in PET a forma di secchio della capacità di circa 16 litri
CAMPIONATORI PER LA RACCOLTA LUNGO IL TRONCO (dove previsto)
• 6 bidoni di polietilene da 100 litri con rubinetto completi di tubi e raccordi
• profilati a nastro da fissare al tronco.
Riassunto delle strutture fisse utilizzate sull’area di campionamento
• 19 Pali e contenitori cilindrici in PVC anelli di protezione per i campionatori bulk a cielo aperto e sotto chioma.
• 10 Pali e strutture cilindriche in PVC numerate per la raccolta neve.
• Un campionatore ad apertura automatica Wet per le stazioni dove è previsto.
MATERIALE NECESSARIO PER LE OPERAZIONI IN CAMPO E NEL LABORATORIO DI PRIMO APPOGGIO
• Sistema di deionizzazione dell’acqua destinata al lavaggio dei recipienti di raccolta o in alternativa 5 Bidoni da 10 litri di acqua deionizzata per i lavaggi nel caso non sia disponibile altra acqua deionizzata.
• 2 spruzzette da 0,5 litri per lavaggio imbuti.
• 2 cilindri da 0,5 l graduati per la misura del volume di precipitazione.
• 2 cilindri da 1 l graduati per la misura del volume di precipitazione.
• 2 cilindri da 2 l graduati per la misura del volume di precipitazione.
• 2 bidoni da 10 litri, muniti di sottotappo, per l’omogeneizzazione dei campioni sottochioma.
• 2 bidoni da 25 litri, muniti di sottotappo, per l’omogeneizzazione dei campioni sottochioma.
• 2 bidoni da 35 litri, muniti di sottotappo, per l’omogeneizzazione dei campioni sottochioma.
• 3 tramogge per le operazioni di trasferimento dell’acqua raccolta.
• Vasche di plastica per la conservazione del materiale (cilindri, tramogge, etc.).
• Guanti monouso in polietilene.
• Scovolini e scopini per il lavaggio dei filtri e dei vari recipienti per il campionamento.
• Detersivo liquido non ionico per uso laboratorio, da usarsi solo eccezionalmente.
• Carta da filtro in fogli 50 x 50 o rotoli di carta tipo scottex.
• Sacchetti di plastica per la conservazione del materiale e per l’eventuale confezionamento dei campioni.
• Pennarelli indelebili.
• Etichette adesive per la registrazione dei campioni (fornite dal CNR Pallanza).
• Due cassette termiche per la spedizione dei campioni (fornite dal CNR Pallanza).
• Nastro adesivo per pacchi.
• Bottiglie da 500 ml rotonde per le spedizioni dei campioni già etichettate e pronte per almeno due spedizioni.
• Xxxxxxxxx e buste adesive per spedizioni.
• Schede invio campioni (una copia da inviare con i campioni ed una per la stazione di prelievo).
• Termometro a pozzetto (± 0,1 °C) per la misura della temperatura del corso d’acqua.
ALLEGATO 3
Schede per l’invio dei campioni e segnalazione malfunzionamenti Rete Nazionale Integrata Controllo Ecosistemi Forestali
CON.ECO.FOR.
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche
Corpo Forestale dello Stato - Divisione V - Rete Nazionale Integrata Controllo Ecosistemi Forestali
Scheda invio campioni pioggia
Stazione di raccolta: . . . . . . . . . . . . . . . . . Sigla: . . . . . . . . . .
Responsabile della stazione: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Operatori ai prelievi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Periodo di campionamento (giorno, mese, anno):
INIZIO data ora
FINE data ora
Tipo di precipitazione (note A): . . . . . .
Osservazioni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Campionatore a cielo aperto - strumento ad apertura automatica (Wet)
Condizioni nel campionamento | (note B): | . . . . . . |
Volume raccolto ml . . . . . . . | (note C) | . . . . . . . |
N° della bottiglia di invio campione | . . . . . . ./W |
Anomalie nel funzionamento: (Vedere scheda guasti ARS 1010)
Campionatori a cielo aperto (Bulk)
Raccoglitore □ Imbuto ∅ 14,5 cm □ Imbuto ∅ 19,5 cm □ Cilindro ∅ 20 cm
Raccoglitore | Volume raccolto ml | Condizioni campione (note C) | Osservazioni | ||
Xxxxxx | Xxxxxxxx | Xx | |||
X 0 | |||||
X 0 | |||||
X 3 | |||||
Totale ml |
N° della bottiglia di invio campione /B
Campionatori sotto chioma (Bulk)
Raccoglitore □ Imbuto ∅ 14,5 cm □ Imbuto ∅ 19,5 cm □ Cilindro ∅ 20 cm
Raccoglitore | Volume raccolto ml | Condizioni campione (note C) | Osservazioni | ||
Imbuto | Cilindro | N° | |||
BSC 1 | |||||
BSC 2 | |||||
BSC 3 | |||||
BSC 4 | |||||
BSC 5 | |||||
BSC 6 | |||||
BSC 7 | |||||
BSC 8 | |||||
BSC 9 | |||||
BSC 10 | |||||
BSC 11 | |||||
BSC 12 | |||||
BSC 13 | |||||
BSC 14 | |||||
BSC 15 | |||||
BSC 16 | |||||
Totale ml |
N° della bottiglia di invio campione /BSC
Campionatori lungo il tronco
Raccoglitore N° | Volume raccolto ml | Condizioni campione (note C) | Osservazioni (eventuale campione eliminato) |
T 1 | |||
T 2 | |||
T 3 | |||
Totale ml |
N° della bottiglia di invio campione /T
Data invio al laboratorio:
. . . . . . . . . . . . . .
Data di arrivo in laboratorio:
. . . . . . . . . . . . . .
Note A:
Note B
Note C
1 pioggia | A | aratura | I | presenza di insetti |
2 temporale | B | mietitura | L | foglie, aghi di pino |
3 neve | C | incendio | M | escrementi di uccelli |
4 grandine | D | concimazione | N | particelle grossolane |
5 nevischio | E | lavori nelle vicinanze | O | odore |
6 forte rugiada | F | altro da specificare | P | colore |
7 nebbia | Q | altro da specificare | ||
8 non noto con certezza | ||||
9 assenza di precipitazioni | ||||
0 altro da specificare |
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche
Corpo Forestale dello Stato - Divisione V - Rete Nazionale Integrata Controllo Ecosistemi Forestali
Scheda invio campioni acque di ruscellamento
Stazione di raccolta: …………………………… Sigla: …………...
Responsabile della stazione: ……………………………………………………..
Operatori ai prelievi: …………………………………………………………….
Data di campionamento (giorno, mese, anno):
ora
Temperatura misurata °C: …………………..
Condizioni di campionamento Normali: SI Anomale (note B): ………….
Osservazioni: …………………………………………………………………………….
N° della settimana di invio campione /R
Note B A aratura
B mietitura
C incendio
D concimazione
E lavori nelle vicinanze
F altro da specificare
Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
Direzione Generale delle Risorse Forestali, Montane ed Idriche
Corpo Forestale dello Stato - Divisione V - Rete Nazionale Integrata Controllo Ecosistemi Forestali
Scheda segnalazione guasti o malfunzionamenti del campionatore della pioggia wet-dry ARS 1010 (12 Volt D.C.) della ditta MTX
Stazione di raccolta delle precipitazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Operatore al prelievo del campione: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Data della compilazione del presente modulo . . . . . . . . . . . . . . . .
Condizioni meteorologiche del momento: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Eventi particolari verificatisi nei giorni precedenti (temporale, neve o altro da segnalare):
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Coperchio | Su asciutto | Su bagnato |
Contenitore Asciutto (DRY) | Con acqua | Asciutto |
Contenitore poggia (WET) | Con acqua | Asciutto |
Spia in funzione (Run) | Accesa | Spento |
Xxxx batteria scarica | Accesa | Spento |
Spia sensore in corto | Accesa | Spento |
Spia avaria motore | Accesa | Spento |
Xxxx batteria in carica | Accesa | Spento |
Con l’interruttore di alimentazione ON premere il pulsante TEST 12V Spia accesa Spia spenta Condizioni dei fusibili interni all’elettronica, nel caso la spia del TEST resta spenta: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dopo il Reset lo strumento ha ripreso a funzionare regolarmente? SI NO |
Periodo durante il quale lo strumento è rimasto inattivo:
dal . . . . . . . . . . . . . ore . . . . . . al . . . . . . . . . . . . . ore . . . . . .
Annotazioni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Contattare al più presto il C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania Pallanza Telefono 0000 000000 Fax 0000 000000 ed inviare la scheda malfunzionamenti ad una delle seguenti persone
XXXXXXX XXXXXXXX PRANZO XXXXXXX XXXXXXX ROSARIO