PROTOCOLLO TRA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, ANCI FVG, FP CGIL
PROTOCOLLO TRA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, ANCI FVG, FP CGIL
CISL FP UIL FPL Regionali FVG
LINEE GUIDA PER IL CONTRASTO ALLA DIFFUSIONE DEL COVID-19 DA PARTE DEGLI ENTI DEL COMPARTO UNICO DEL PUBBLICO IMPIEGO REGIONALE E LOCALE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
Premessa
L’emergenza epidemiologica da Covid 19 e il contrasto alla sua diffusione sono ormai elemento condizionante ogni ambito di azione. Ciò determina la necessità di concordare linee guida applicabili alle amministrazioni del Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale. Con riferimento all’emergenza in atto i datori di lavoro e i dipendenti di tali amministrazioni sono soggetti alle medesime regole di comportamento stabilite nei propri documenti di valutazione del rischio e Protocolli di sicurezza anticontagio, opportunamente modulati sulla scorta delle caratteristiche di ciascuna Amministrazione, pur nel pieno rispetto della normativa di riferimento, omogenea per gli enti del territorio regionale.
Al riguardo, le parti rammentano il diritto dei RLS, in conformità alle previsioni di cui all’art. 50 del D. Lgs 81/2008 e s.m.d., alla consultazione, di documenti, quali, in via esemplificativa:
Protocolli (aziendali) di sicurezza anti contagio
Formali indicazioni/suggerimenti per il contenimento del rischio, rivolte alla generalità dei dipendenti ovvero a specifici Settori/profili professionali
Protocolli distinti da quelli di sicurezza anti-contagio
Nel confermare l’autonomia organizzativa degli enti, di cui al x.xx 4 del “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid 19”, di data 3 aprile u.s., si raccomanda alle Amministrazioni di procedere all’istituzione dei Comitati aziendali previsti dal Protocollo condiviso del 14/3 e 24/4 c.a.
L’ emergenza epidemiologia determinata dalla diffusione del Covid-19 ha indotto le amministrazioni centrali e regionali ad adottare una serie di disposizioni dirette a contrastare l’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili a tutela della salute della popolazione e dei lavoratori, prevedendo tra l’altro, in questa ottica, misure di sostegno e di indirizzo al mondo del lavoro pubblico e privato.
In relazione ai provvedimenti, alle direttive e ai protocolli adottati a livello
nazionale, il Lavoro Agile rappresenta, nel periodo dell’emergenza, la
modalità di lavoro ordinaria nelle Pubbliche amministrazioni in quanto finalizzato a ridurre la presenza dei dipendenti pubblici negli uffici e ad evitare il loro spostamento, senza pregiudicare lo svolgimento dell’attività amministrativa da parte degli uffici pubblici. A tale proposito l’urgenza determinata dalla emergenza epidemiologica impone, quindi, alle Amministrazioni del Comparto di avviare, ovvero consolidare, come modalità ordinaria di lavoro il Lavoro Agile semplificato che prescinde dagli accordi individuali e dagli
obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017 n.81; è ammesso l’utilizzo da parte del dipendente degli strumenti informatici e di comunicazione propri o in sua disponibilità, qualora questi non possano essere forniti dall’Amministrazione di appartenenza. La direttiva
n.2 del 2020 del Ministro per la Pubblica amministrazione prevede, altresì, che a fronte della situazione emergenziale è necessario da parte delle pubbliche amministrazioni un ripensamento in merito alle attività che possono essere oggetto di Lavoro Agile con l’obiettivo prioritario di includere anche attività originariamente escluse.
Tutti gli amministratori, le lavoratrici e i lavoratori del Comparto unico sono cittadini e, come tali, soggetti attivi nei comportamenti responsabili in grado di arginare la diffusione del virus. Essi sono dunque chiamati non solo a garantire i servizi che permettono alla comunità di funzionare, ma anche a comportamenti tesi ad arrestare il virus.
I dipendenti pubblici del Comparto vengono, altresì, visti come gestori di processi a forte impatto sui cittadini quali il portafoglio dei servizi e delle politiche pubbliche che garantiscono cittadinanza, solidarietà, sviluppo economico, educazione, pianificazione e mobilità territoriale.
Pertanto, stante il permanere della fase emergenziale, le parti concordano sulla importanza e l’urgenza di approvare un protocollo di collaborazione fornendo delle linee guida che ciascuna amministrazione, nella sua autonomia, è tenuta ad applicare al meglio tenendo conto delle condizioni di partenza, della dimensione, della collocazione geografica, del grado di diffusione del virus, delle specifiche condizioni di ogni comunità locale.
La Regione Friuli Venezia Giulia, ANCI e le Organizzazioni Sindacali di Categoria, d’intesa con le proprie Confederazioni, si impegnano a sostenere l’applicazione delle presenti linee guida e la Regione si propone di incentivare economicamente comportamenti e investimenti utili ad arginare il virus, facendo della trasformazione della pubblica amministrazione locale un’opportunità per contribuire alla ripresa economica e sociale alla fine delle misure restrittive.
Gli Enti, nella definizione delle misure da adottare, avranno cura di considerare tutti i dipendenti e collaboratori esterni (anche LSU, LPU, ….) che a vario titolo sono presenti all’interno delle strutture di competenza, al fine di garantire l’omogeneizzazione dei comportamenti e limitare il più possibile il contagio.
Per quanto concerne la fase post emergenziale, le parti si impegnano a ridefinire lo svolgimento dell’attività amministrativa da parte degli uffici pubblici con adeguate misure organizzative, attivando modalità agili di svolgimento della prestazione lavorativa per tutti i servizi che non hanno situazioni di front office e/o che non prevedano la necessità di prestazioni in via continuativa esclusivamente presso la sede dell’Ente. Potrà essere assicurata una rotazione nell’accesso all’istituto tra il personale beneficiario.
Il Lavoro Agile è un nuovo modello di organizzazione del lavoro fondato sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati e terminata la fase emergenziale, può costituire un patrimonio importante per affrontare le successive sfide di rilancio del paese, dell’economia e della socialità.
Anche ai lavoratori agili dovrà essere assicurata idonea formazione/informazione ai fini del contenimento dei rischi per la salute.
Attenzione sotto il profilo della sicurezza dovrà essere posta su tutti quei servizi <<presso l’utenza>> che si basano sullo spostamento del dipendente pubblico dalla sede di lavoro e che implicano rapporti interpersonali ravvicinati: a titolo meramente esemplificativo, e non esaustivo, si cita la polizia locale (ispezioni nelle attività commerciali o verifiche anagrafiche), la motorizzazione (esami per la patente) o ancora l’assistenza domiciliare, ecc. È pertanto evidente che sarà più che mai necessario un dialogo e confronto continuo fra i firmatari del protocollo.
Un tanto premesso e fermi restando i provvedimenti, le direttive e le circolari adottati a livello nazionale in relazione all’emergenza COVID 19 nonché il protocollo sottoscritto, in relazione a detta emergenza, in data 3 aprile 2020 per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione e le parti sindacali, che si intende integralmente richiamato nel presente protocollo di collaborazione.
le Parti
sottoscrivono quanto segue
In relazione alla situazione emergenziale epidemiologica da Covid 19 e alla necessità di adeguate misure per contrasto alla sua diffusione, le parti concordano sull’importanza e l’urgenza di approvare un protocollo di collaborazione fornendo delle linee guida che ciascuna amministrazione del Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale, nella sua autonomia, è tenuta ad applicare tenendo conto delle condizioni di partenza, della dimensione, della collocazione geografica, del grado di diffusione del virus e delle specifiche condizioni di ogni rispettiva comunità locale, al fine di definire le misure di prevenzione e protezione da attuare nella gestione dell’emergenza e per ridurre al minimo i rischi di diffusione del contagio.
Il presente protocollo si applica a tutti i lavoratori delle Amministrazioni del Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale, indipendentemente dalla natura del rapporto di lavoro e all’utenza esterna che debba accedere all’interno dei luoghi di lavoro delle Amministrazioni medesime.
Le misure e le disposizioni generali di cui al presente protocollo si applicano, sino alla fine del periodo di emergenza, a tutti i lavoratori.
La misura principale di contenimento del contagio e di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori è
IL DISTANZIAMENTO SOCIALE
A tale proposito lo smart working è identificato come modalità ordinaria di lavoro. La situazione emergenziale impone alle Amministrazioni di avviare lo smart working semplificato che prescinde dagli accordi individuali e dagli obblighi informativi; è, altresì, ammesso l’utilizzo da parte del dipendente degli strumenti informatici e di comunicazione propri o in sua disponibilità, qualora questi non possano essere forniti dall’Amministrazione di appartenenza
Qualora non sia possibile ricorrere allo smart working, le amministrazioni, fermo restando l’eventuale ricorso alle ferie pregresse (per ferie pregresse si intendono quelle del 2019 o precedenti), ai congedi o ad analoghi istituti nonché, ove richiesto dai dipendenti dei giustificativi previsti dalle vigenti norme legali e contrattuali, possono ricorrere al collocamento in attività di formazione in remoto utilizzando pacchetti formativi individuati dal datore di lavoro; le Amministrazioni ricorrono motivatamente all’esenzione dal servizio, come previsto dal D.L. 18/2020- e nel rispetto della circolare 2/2020 del Ministero per la Funzione Pubblica di quei lavoratori costretti ad assentarsi per evenienze strettamente correlate all’eccezionalità della pandemia da COVID 19 , che non possano essere adibiti allo smart working per periodi continuativi all’interno delle singole settimane.
Ancorché il lavoro agile adottato nel periodo emergenziale sia attivato in deroga alle disposizioni ordinarie allo stesso applicabili, si sottolinea l’opportunità per le amministrazioni di applicare diversi istituti, quali:
- indicazioni di giornate possibili, rese orarie, gestione della compatibilità o meno con altri istituti del CCRL e decentrato;
- garanzia delle agibilità sindacali e l’esercizio dei diritti sindacali con
particolare riguardo al diritto di assemblea;
- indicazioni per la sicurezza dei lavoratori e dei dati trattati, anche
esternamente ai locali dell’Amministrazione;
- identificazione delle dotazioni informatiche necessarie, aprendo alla possibilità di utilizzo da parte dei dipendenti dei propri device;
- identificazione delle attività compatibili con la modalità smart, individuazione degli obiettivi di breve e medio periodo assegnati e modalità di monitoraggio.
- Programmazione e gestione degli obiettivi e attività assegnate, anche al fine di monitorare la tenuta dei servizi erogati;
- formazione a distanza, intesa quale diritto/dovere del lavoratore, finalizzato
anche allo sviluppo di competenze digitali (di social e team collaboration, …);
- percorsi formativi in modalità agile soprattutto per quelle figure professionali la cui attività non può rendersi attualmente in smart working, utilizzando la circostanza come un’opportunità di riqualificazione e aggiornamento;
- informazione e comunicazione continua, anche con l’obiettivo di “ridurre” le distanze create dall’attuale situazione emergenziale e mantenere un clima collaborativo e il più possibile coeso, evitando il rischio di isolamento di alcuni collaboratori;
- costruire un percorso comune di sviluppo e di diffusione del Lavoro Agile, anche in fase post emergenziale, a partire dalle migliori esperienze già in atto;
- sviluppare un sistema di scambio di conoscenza e accrescimento continuo sul tema tra pubbliche amministrazioni del territorio;
- individuare, sviluppare e manutenere le più opportune soluzioni organizzative, tecnologiche e infrastrutturali per consentire un processo di diffusione del Lavoro Agile efficace e capillare;
- individuare e condividere spazi di lavoro e uffici distribuiti sul territorio, in una logica di scambio reciproco con gli enti aderenti, di contenimento dei costi e miglioramento dell’efficacia dei servizi resi in modalità agile;
Pertanto ogni amministrazione si impegna, nel rispetto delle relazioni sindacali con le XX.XX. firmatarie del presente accordo, a:
individuare tra le proprie attività e funzioni:
a) quelle strettamente funzionali all’emergenza da presidiare in presenza e/o
a distanza;
b) quelle indifferibili da prestare in presenza e/o a distanza;
c) quelle ordinarie per le quali è possibile proseguire le attività con modalità a distanza;
d) quelle straordinarie, o non necessarie, per le quali possono essere previste attività sostitutive quali piani di recupero di attività pregresse da completare;
e) i servizi e le attività che devono essere sospese;
f) le eventuali attività da potenziare con risorse umane meno oberate di lavoro nel momento dell’emergenza, salvo prevedere l’approvvigionamento di servizi dall’esterno.
Individuare il personale che:
a) deve lavorare con modalità agili a distanza (Telelavoratori, Smart workers ordinari, smart workers straordinari);
b) deve necessariamente, anche a turno e in locali separati, recarsi in ufficio per svolgere le proprie attività connesse a funzioni legate all’emergenza o comunque indifferibili, per lo svolgimento delle quali la presenza fisica sia indispensabile.
Laddove la capacità organizzativa delle amministrazioni e la natura della prestazione da erogare lo permetta, anche le attività e i servizi indifferibili sono il più possibile uniformemente resi da
remoto, in modalità di Lavoro Agile o attraverso servizi informatici o telefonici e, laddove non possibile, l’erogazione di servizi al pubblico sia svolta con appuntamenti cadenzati in sede prevedendo che il personale, per adempiere alle proprie attività lavorative, sia dotato di adeguati DPI (dispositivi di protezione individuale) previsti dalla normativa e secondo le disposizioni delle competenti autorità in relazione alla specificità dei comparti e delle attività stesse, e che, nell’ambito della autonomia organizzativa, siano implementate azioni di potenziamento della sicurezza, anche di misura analoga a quelle riportate dal Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro;
La prestazione lavorativa in modalità agile equivale a quella resa presso l’abituale sede di lavoro, anche sotto il profilo disciplinare, e costituisce servizio prestato a tutti gli effetti; restano pertanto applicabili i vigenti Codici di comportamento e le istruzioni impartite dai singoli datori di lavoro per l’utilizzo delle dotazioni informatiche. Il personale che si avvale di propri dispositivi informatici, ha cura di utilizzare la massima diligenza nella custodia della documentazione di lavoro nel rispetto dei principi di riservatezza e della normativa vigente in materia di privacy.
Soluzioni tecnologiche per l’accesso da remoto e il supporto della Regione
Friuli Venezia Giulia
Per assicurare continuità alle attività in corso nel rispetto delle misure restrittive adottate in questa fase di emergenza epidemiologica le Amministrazioni adottano soluzioni tecnologiche idonee a favorire lo svolgimento da remoto delle attività lavorative e dispongono in particolare: a)il potenziamento dei sistemi VPN o l’implementazione di soluzioni alternative individuando quelle di più agevole configurazione e distribuzione
b)l’adozione di sistemi di virtualizzazione delle applicazioni (es. Citrix, Microsoft) e dei desktop VDI (es Citrix, VMWare, Microsoft RDM, ecc.) privilegiando, ove possibile, soluzioni cloud;
c)l’utilizzo di strumenti di condivisione e collaborazione (es Microsoft Teams,
Google GSuite);
d)l’utilizzo di strumenti di audio/video conferenza in cloud (es Lifesize) o soluzioni telefoniche e di contatto via Internet/intranet (es. Skype for business, Google Meet, VOIP) anche a garanzia della fruibilità dei diritti sindacali. Si evidenzia che sul portale nazionale Solidarietà Digitale molte aziende propongono servizi gratuiti per Web Conference e smart working, oltre a soluzioni varie per la digital collaboration.
Le soluzioni scelte devono consentire nel modo più ampio possibile l’accesso diretto alle applicazioni e alla documentazione di servizio al fine di evitare eccessivi scambi di mail o l’utilizzo di strumentazione inappropriata e riservata alla vita privata (es WhatsApp).
Devono inoltre essere particolarmente curate le attività di programmazione a breve e medio termine attraverso briefing e report periodici per evitare situazioni di abbandono o disallineamento con i collaboratori, adottando nuovi comportamenti organizzativi che
assicurino motivazione e partecipazione anche a superamento di tradizionali strutturazioni a silos per assicurare i servizi dell’Ente anche nella condizione di disagio determinata dall'assenza di presenza fisica al lavoro.
E’ necessario un ripensamento degli attuali modelli organizzativi, adeguandoli alle necessità ed alla maggiore flessibilità, introducendo modelli maggiormente aderenti all’attività finalizzata alla realizzazione di singoli progetti come, ad esempio, gruppi di lavoro interdisciplinari.
Misure di prevenzione del contagio, delle misure igieniche e di protezione Considerato che destinatario del “lavoro agile”, cosi come definito dall’art 18 comma 1 della Legge 22 maggio 2017 n. 81, è tutto il personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria d’inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro, fermo restando quanto previsto per il personale con qualifica dirigenziale, propria o delegata, in funzione del proprio ruolo di coordinamento, il servizio in presenza è disposto per tutti i lavoratori interessati, anche al fine di una maggior responsabilizzazione delle singole figure apicali nella gestione della sicurezza dei lavoratori, che dia conto, nella motivazione, dei seguenti criteri generali da seguire per la valutazione del personale da richiamare nell’attività in presenza:
Soggetti da NON RICHIAMARE nell’attività in presenza: soggetti immunodepressi;
soggetti con patologie croniche (soggetti affetti da malattie cardiache o polmonari, asma, diabete, obesità grave (indice di massa corporea [BMI]> 40));
soggetti affetti da determinate condizioni mediche di base, in particolare se non ben controllate, come insufficienza renale o epatopatia;
soggetti in gravidanza;
portatori di disabilità (valutazione da fare caso per caso); lavoratori anziani (sopra i 65 anni).
I lavoratori devono essere informati della raccomandazione a segnalare al MC intervenute situazioni di potenziale, maggiore suscettibilità, con particolare
riferimento a condizioni di salute di cui il MC non risulti già a conoscenza, ovvero oggetto di aggravamento, richiedendo visita ai sensi dell’art. 41, c. 1, lettera “c” del D. Lgs 81/2008, allegando documentazione medica a supporto. Come previsto dall’art. 15, c. 2 del D. Lgs 81/2008, le misure relative alla sicurezza, all’igiene e alla salute durante il lavoro - tra cui rientrano, per effetto dell’art. 41, c. 4 del medesimo Lgs., anche
visite mediche, esami clinici e biologici e indagini diagnostiche - non devono in nessun caso comportare oneri comportare oneri finanziari per i lavoratori. Elementi da valutare con attenzione:
genitore con figlio a casa da scuola: lavoratore con figlio fino all’età di 14 anni rimasto a casa per scuole chiuse. Se entrambi i genitori conviventi sono dipendenti dell’amministrazione interessata la valutazione di collocare il lavoratore in smart working/esonero può essere fatta per uno dei due, anche a giorni alternati;
distanza con utilizzo mezzi pubblici: lavoratore che risieda in comune diverso dalla sede di lavoro e debba utilizzare mezzi pubblici per raggiungerla ovvero lavoratore che risiede nel medesimo comune dove lavora ma che utilizza i mezzi pubblici in un contesto di pendolarismo su mezzi affollati;
situazioni di rischio per la salute dei propri familiari conviventi in relazione a preesistenti condizioni patologiche, tali da rendere inopportuna, per i conseguenti rischi di una possibile esposizione al contagio, la presenza del dipendente medesimo presso la sede di lavoro.
rotazione: per le attività da svolgere in presenza nelle sedi delle Amministrazioni, per garantire il distanziamento di sicurezza e ridurre la possibilità di contagio, valutare la rotazione del personale presente tra quello assegnato alla struttura. Possibilmente evitare la rotazione qualora comporti un uso alternato della medesima postazione/attrezzatura/mezzo di trasporto.
capacità massima di accoglimento: va definito per ciascuna sede di lavoro il numero massimo di lavoratori che la stessa può accogliere all’interno dei propri uffici/ambienti, nel rispetto di:
o stanze con areazione naturale verso l’esterno
o distanza minima di 2 metri tra le postazioni di lavoro
o massimo 1 persona per stanza singola/doppia e 2 persone per ogni altra stanza (Nel caso degli open space bisognerà valutare caso per caso con il principio del mantenimento della distanza sociale);
postazioni di lavoro: vanno mantenute, per quanto possibile, fisse le postazioni di lavoro evitando la turnazione con uso promiscuo delle strumentazioni ove non sia possibile garantire la rotazione e la tempestiva sanificazione;
spazi ad uso comune: è obbligatorio l’utilizzo della mascherina chirurgica in tutti gli spazi ad uso comune. Si raccomanda il lavaggio/igienizzazione delle mani dopo aver toccato superfici ad uso comune (es: schermi touch dei distributori automatici, passamani, ecc.). Al fine di contingentare l’accesso alle aree di uso comune va rispettata la distanza
interpersonale di 2 metri. Bisogna prevedere, ove possibile, la ventilazione continua naturale di tali locali. Si individuano in via esemplificativa, non esaustiva, alcune tipologie di spazi identificabili ad uso comune:
o vie di accesso e uscita: dove possibile, vanno differenziati i percorsi di accesso e uscita dagli uffici sia dal passaggio interno/esterno che nelle
movimentazioni interne come ad esempio l’utilizzo dedicato delle scale per la
salita oppure per la discesa;
o zone ristoro, mensa, area fumatori, spogliatoi, aree di transito orizzontale e verticale (corridoi, scale), servizi igienici, ecc.;
o ascensori: l’uso degli ascensori è vietato, salvo esigenze collegate a difficoltà di deambulazione. In tal caso l’uso dell’ascensore è consentito ad una sola persona alla volta;
o utilizzo sale riunioni: le riunioni di lavoro in presenza sono sospese. Vanno promosse modalità di comunicazione e interazione a distanza. Nei casi eccezionali e di comprovata urgenza, in cui ricorra la necessità di svolgimento di riunioni di lavoro o di attività istituzionale in presenza, si rimarca l’importanza di:
a) indossare obbligatoriamente la mascherina chirurgica;
b) ridurre al minimo la partecipazione necessaria;
c) garantire la maggiore areazione possibile, anche al termine dell’incontro;
d) rispettare la distanza interpersonale di almeno 1 metro con suggerimento, sempre che le condizioni ambientali lo consentano, di distanziare i partecipanti di 2 metri.
sedi con compresenza di lavoratori afferenti ad altri diversi datori di lavoro: nel caso in cui in una sede vi sia la compresenza effettiva nei medesimi spazi ad uso comune di lavoratori afferenti ad altri diversi datori di lavoro gli stessi sono tenuti al rispetto delle medesime regole definite all’interno del presente protocollo;
servizi igienici: ove possibile vanno, identificati appositi servizi igienici per utenza esterna e va vietato l’uso dei servizi igienici riservati al personale all’utenza esterna. Nei servizi igienici deve essere assicurata continua ventilazione (ove tecnicamente possibile, naturale);
trasferte/viaggi di lavoro: vanno sospese e annullate tutte le trasferte/viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordate e organizzate ad esclusione di quelle per missioni/compiti istituzionali relative ai servizi indifferibili.
formazione: le attività formative in presenza sono sospese;
Pulizia, igienizzazione e sanificazione
areazione: procedere ad areare i locali il maggior numero di volte possibile durante la giornata di lavoro;
pulizia: tale attività va garantita giornalmente. La pulizia va effettuata in modo particolarmente attento su tutte le aree ad utilizzo comune quali ad esempio servizi igienici, corridoi, ascensori, scale e corrimani, sportelli e sale di aspetto, fotocopiatrici ecc. In particolare, nelle sedi con un grande numero di presenze, vanno incrementati quanto più possibile gli interventi di pulizia durante la giornata lavorativa. Le zone su cui concentrare con maggiore attenzione le attività di pulizia sono le superfici a maggior contatto quali, a titolo esemplificativo, maniglie, schermi touch e pulsantiere, scrivanie, tastiere, ecc. Gli operatori addetti alla pulizia devono indossare mascherina e guanti;
sanificazione: tale attività, da eseguirsi con prodotti idonei ed efficaci ad inertizzare il virus come indicato dalle circolari e disposizioni del Ministero della Salute, è prevista con la maggior frequenza possibile per tutti i locali. Nel caso in cui un locale o un’automobile siano stati occupati da una persona rilevata positiva al virus Covid-19 va eseguita tempestivamente. La
sanificazione va eseguita da personale competente ed in possesso dei DPI necessari;
igienizzazione con ozonizzatori: tale eventuale attività può integrare quella di pulizia ma NON la sostituisce. Inoltre NON costituisce attività di sanificazione. Va preliminarmente effettuata la valutazione del rischio di tale attrezzatura, istruito il personale adibito al suo utilizzo e definite le istruzioni operative per il suo impiego negli scenari di interesse;
lavaggio delle mani: vanno messe a disposizione dei lavoratori soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani laddove non sia possibile lavarsi le mani con acqua e sapone. Tali soluzioni idroalcoliche vanno comunque rese disponibili agli accessi alle sedi e nei punti di maggior passaggio e miglior facilità di identificazione;
impianti di condizionamento e climatizzazione: nel caso di ambienti ventilati forzatamente va effettuata una specifica manutenzione e sanificazione dei filtri e dell’intero impianto. Eventuali bypass dei flussi d’aria tra i diversi locali vanno chiusi;
gestione dei rifiuti (DPI): utilizzare il contenitore dedicato facilmente riconoscibile e posizionato presso gli orologi marcatempo all’uscita delle sedi, preferibilmente all’esterno. L’asporto va attuato sostituendo l’intero sacchetto.
Comportamenti individuali
igiene respiratoria: tutti i lavoratori devono prestare assoluta attenzione a: o arieggiare il più frequentemente possibile gli ambienti di lavoro, ove possibile in modo naturale;
o starnutire o tossire nell’incavo del gomito o coprirsi la bocca ed il naso con xxxxxxxxxx. Successivamente smaltire i fazzoletti nel cestino dedicato e lavarsi le mani;
pulizia delle mani: è di particolare importanza per tutti i lavoratori lavarsi spesso le mani, specialmente dopo avere toccato superfici di uso comune ad altre persone (es: passamani, schermi touch, …), con il sapone per almeno 60 secondi o strofinando gel idroalcolico per almeno 30 secondi.
presenza negli uffici:
o tutto il personale presente deve mantenere la distanza minima interpersonale di 2 metri, sia negli spazi comuni che in quelli assegnati individualmente (stanze d’ufficio). Negli ambienti ad uso comune deve sempre essere indossata la mascherina chirurgica. Negli ambienti assegnati individualmente, solo nel caso in cui sia mantenuta la distanza superiore ai 2 metri, può non essere indossata la mascherina. Il personale impossibilitato al rispetto continuativo della predetta distanza minima interpersonale (es. OSS, polizia locale,…) dovrà essere dotato di idonei DPI, correlati anche all’eventuale uso degli stessi da parte delle persone con cui detto personale si interfacci;
o evitare gli spostamenti all’interno della sede di lavoro, limitandoli a quelli
strettamente necessari;
o per le informazioni da richiedere ai colleghi si procede esclusivamente a
distanza con tutte le modalità a disposizione (telefono, chat, videocall, …);
o evitare abbracci e strette di mano;
o evitare sempre e comunque l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri;
o non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
o è vietata qualunque forma di assembramento, ritenendosi tale la compresenza di un numero anche ridotto di persone, all’aperto o in locale chiuso, a distanza interpersonale inferiore ai due metri, al di fuori dei casi consentiti.
Controllo e limitazione degli accessi
Al fine di garantire al meglio la sicurezza dei lavoratori è indicato MONITORARE E REGOLARE GLI ACCESSI ALLE SEDI. Le seguenti misure
si applicano anche nel caso in cui in una sede vi sia la co
presenza effettiva nei medesimi spazi ad uso comune di lavoratori afferenti ad altri datori di lavoro.
regole di accesso: sono definite, diffuse a tutti i dipendenti/utenti/altri lavoratori ed affisse presso gli accessi le regole che vietano l’ingresso alle sedi in determinate e particolari condizioni.
Rilevamento della temperatura: al fine di evitare che persone potenzialmente contagiate (diverse dal personale dipendente) entrino nei locali è consigliata la misurazione della temperatura all’ingresso ed allontanati coloro che presentano una temperatura superiore a 37,5°. L’attività di misurazione dovrà avvenire nel rispetto delle indicazioni tecniche dell’ANMA. Per il personale dipendente, la misurazione della temperatura all’ingresso costituisce misura di possibile adozione, in conformità a quanto previsto dal Protocollo condiviso di data 14/3 e 24/4; ove adottata tale misura, la relativa attività dovrà avvenire nel rispetto delle indicazioni tecniche dell’ANMA.
registro di accesso: ogni persona che accede alla sede deve compilare l’apposito registro di accesso, sia al fine di certificare la conoscenza delle regole di accesso che per facilitare la ricostruzione dei contatti nel caso si verifichi un caso di sospetto o conclamato COVID19 all’interno della medesima sede.
fornitori/appaltatori esterni: sono soggetti alle medesime regole di accesso dei dipendenti e dovranno adeguare le proprie procedure lavorative recependo quanto previsto nel DUVRI. Le amministrazioni adottano un’adeguata procedura anticontagio per le forme di attività lavorative di:
- terze ditte soggette all’art. 26 del DLgs 81/2008 con conseguente aggiornamento dei rispettivi DUVRI
- modalità di accesso di fornitori esterni
- le amministrazioni come Committenti sono tenute a dare, all’impresa appaltatrice, completa informativa dei contenuti del Protocollo aziendale e devono vigilare affinché i lavoratori della stessa o delle aziende terze che operano a qualunque titolo nel perimetro aziendale, ne rispettino integralmente le disposizioni.
lavoratori già risultati positivi all’infezione da COVID19: i soggetti già risultati positivi al COVID19, per la ripresa del servizio devono inviare preventivamente al datore di lavoro della propria struttura ed al referente dell’ufficio del personale la certificazione medica da cui risulti la <<avvenuta negativizzazione>> rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza. I datori di lavoro devono valutare la modalità di rientro in servizio più adeguata (presenza/smart work) per il soggetto interessato anche previa consultazione con il Medico Competente.
Informazione al personale
Le Amministrazioni devono INFORMARE ED AGGIORNARE TUTTO IL PERSONALE sulle disposizioni impartite per il contenimento del contagio e la tutela della salute e sicurezza, con particolare attenzione alle regole di accesso e ai comportamenti da adottare durante la presenza negli uffici.
Per facilitare la consapevolezza delle informazioni va affissa anche apposita cartellonistica o diffusa apposita informativa riportante:
regole di accesso presso gli ingressi di tutte le sedi; utilizzo mascherina e guanti;
modalità di pulizia delle mani nei bagni;
rispetto del distanziamento sociale e obbligo della mascherina nelle zone di maggior affluenza (es: zone di ristoro) o nelle zone di accoglimento di utenza esterna.
MISURE E DISPOSIZIONI PER SCENARI SPECIFICI
Le linee guida sulle misure e sulle disposizioni per scenari specifici si sommano alle linee guida su misure e alle disposizioni generali e si applicano in particolare a tutti i lavoratori adibiti ad attività che prevedono il contatto con il pubblico, che per lo svolgimento delle proprie mansioni abbiano la necessità di uscire dalla propria sede di lavoro e/o di utilizzare un automezzo di servizio.
Attività a contatto con il pubblico (singoli utenti) nelle sedi di servizio
Tale attività può essere svolta solamente se è di carattere indifferibile e se
non possibile la sua posticipazione ovvero l’esecuzione on line.
Le attività che prevedono tendenzialmente l’interazione tra singoli utenti esterni e i dipendenti devono essere organizzate in modo da garantire sempre la distanza di sicurezza reciproca di almeno 2 metri.
E’ necessario dotare di barriere fisiche (schermi tipo plexiglass) gli sportelli destinati ad erogare dei servizi all’utenza esterna in modo tale da posizionare tra i dipendenti ed il pubblico una barriera meccanica di blocco del particolato respiratorio tra i soggetti.
Tutti gli ingressi devono essere dotati, in posizione di facile identificazione per il pubblico, di soluzione idroalcolica così da consentire all’utenza esterna l’igienizzazione delle mani.
Va posta particolare attenzione alla realizzazione della continua areazione
dell’ambiente.
È necessario provvedere alla gestione dei rifiuti garantendo la presenza di un cestino dedicato, facilmente riconoscibile, con coperchio a pedale. L’asporto deve essere fatto sostituendo il sacchetto interno.
In ordine alla gestione delle sale/spazi di attesa l’accesso del pubblico va regolato garantendo la distanza di sicurezza di 2 metri tra gli utenti esterni in attesa all’interno della sede, anche con l’introduzione di <<elimina-code>> ed evitando in ogni circostanza la formazione di assembramenti, anche nelle vicinanze degli ingressi.
Essendo tali ambiti considerati spazi comuni tutti i presenti devono indossare la mascherina chirurgica ovvero per il pubblico idonea copertura di naso e bocca.
Resta impregiudicata la facoltà che i singoli Protocolli aziendali prevedano l’obbligo per gli utenti di accesso ai locali comunali con grado di protezione non inferiore a quello assicurato dalla mascherina chirurgica, nonché la possibilità di consegna, anche a titolo oneroso, di mascherina chirurgica agli
utenti che ne siano sprovvisti e che decidano di permanere nelle sedi comunali per avvalersi dei servizi istituzionali.
Ove possibile si dovrà procedere all’attuazione delle seguenti indicazioni:
unificazione di funzioni: al fine di ridurre i contatti tra i dipendenti ed il pubblico, vanno unificate le funzioni di ricezione istanze o comunicazioni dall’esterno, identificando un ambiente unico il più vicino possibile agli accessi, così da limitare al massimo gli spostamenti di utenti esterni all’interno delle sedi.
prenotazione dei servizi: va definita da parte di ciascun ufficio interessato una modalità di prenotazione dei servizi da parte del pubblico, così da contingentare l’accesso degli utenti esterni alle sedi.
Attività a contatto con il pubblico (aggregato in gruppo) all’interno di ambienti ad uso comune (es: esami, laboratori, …)
Tale attività può essere svolta solamente se è di carattere indifferibile e se non è possibile la sua posticipazione ovvero l’esecuzione online.
In linea generale è necessario procedere all’attuazione delle seguenti indicazioni considerando che l’interazione del dipendente avviene tendenzialmente in modo contemporaneo con più utenti:
• indossare la mascherina chirurgica ovvero solo per il pubblico idonea copertura di naso e bocca;
• ridurre al minimo la partecipazione necessaria;
• garantire la maggiore areazione possibile, anche al termine dell’incontro;
• rispettare, ove possibile, la distanza interpersonale di 2 metri;
• prevedere la sanificazione dell’ambiente tra un incontro ed il successivo;
• organizzare gli accessi in modo da limitare al massimo la presenza contemporanea negli spazi comuni/transito degli utenti e dei dipendenti; Attività nei cantieri
Modalità di realizzazione di un’opera in appalto
Le modalità di ingresso, organizzative e operative, sono obbligo del Coordinatore per l'esecuzione dei lavori che dovrà provvedere ad integrare il Piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) con specifico Protocollo procedurale di sicurezza anticontagio Covid-19 conforme alle regole per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 nei cantieri del 24/04/2020 indicante:
modalità di informazione di ingresso e misurazione temperatura; integrazione della stima dei costi della sicurezza con tutti i dispositivi
ritenuti necessari;
adeguamento della progettazione del cantiere alle misure contenute nel protocollo e ove necessario definire il grado di rischio di contagio delle varie fasi lavorative (rapporto di esposizione/prossimità e aggregazione) al fine di identificare le modalità operative anticontagio e d’uso dei dispositivi protezione individuale;
modalità di accesso dei fornitori esterni al cantiere; pulizia, sanificazione aree comuni, mezzi e attrezzature; contingentazione accesso agli spazi comuni;
eventuale riorganizzazione del cantiere e del cronoprogramma delle lavorazioni evidenziando l’esclusione di penali per ritardi o inadempimenti rispetto ai termini contrattuali in ragione all’emergenza da Covid-19.
Tutte le figure coinvolte, le ditte e i lavoratori autonomi devono: ricevere le informazioni sulle misure da adottare in cantiere;
informarsi reciprocamente di eventuali contatti con soggetti risultati positivi al Covid -19.
Per la fornitura dei dispositivi devono provvedere i rispettivi Datori di lavoro per i propri dipendenti.
Modalità di realizzazione di un’opera in amministrazione diretta
Il Datore di Lavoro, deve aggiornare i suoi Piani di sicurezza cantieristici con le relative procedure anticontagio:
modalità di informazione di ingresso e di misurazione della temperatura corporea;
pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle aree comuni e limitazione all’accesso contemporaneo a tali luoghi, ventilazione continua dei locali, tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e mantenimento della distanza di sicurezza di 2 metri tra le persone che li occupano;
pulizia e sanificazione di strumenti collettivi di lavoro e divieto d’uso
promiscuo di attrezzature lavorative;
disposizione di idonei mezzi detergenti per le mani disponibile in cantiere sia prima che durante che al termine della prestazione di lavoro;
accesso al cantiere solo se con disponibilità di mascherine e obbligo d’uso quando la lavorazione non permette una distanza interpersonale maggiore di 2 metri tra gli operatori;
divieto d’uso da parte dei dipendenti di mezzi d’opera e di trasporto di
competenza di soggetti terzi rispetto l’Amministrazione regionale
indicazione di ulteriori tipizzazioni a prevenzione al contagio del COVID- 19.
I RUP e\o i Responsabili dei lavori devono sollecitare l’aggiornamento dei
Piani di sicurezza cantieristici con le relative procedure anticontagio.
I dipendenti delle amministrazioni che interagiscono con tali cantieri devono rispettare integralmente le disposizioni.
Per la fornitura dei dispositivi devono provvedere i rispettivi Datori di lavoro per i propri dipendenti.
Caso in cui sussiste la fattispecie di concomitanza di un appalto dell’Ente e di attività lavorative di ditte terze non facenti parte dell’appalto
In presenza di altre forme di attività lavorative di terze ditte anche soggette all’art.26 del DLgs 81/2008 l’azienda committente è tenuta a dare, all’impresa appaltatrice, completa informativa dei contenuti del Protocollo aziendale e deve vigilare affinché i lavoratori della stessa o delle aziende terze che operano a qualunque titolo nel perimetro aziendale, ne rispettino integralmente le disposizioni”.
In tale misura l’Ente deve adottare procedura per l’accesso di fornitori esterni, attività e lavorazioni soggette all’art.26 del DLgs.81/2008 anche al fine di aggiornamento dei propri DUVRI e inviare alle imprese appaltatrici l’informativa sui contenuti del Protocollo adottati.
Attività fuori ufficio
Fermo restando quanto previsto in modo specifico per l’attività nei cantieri, per attività fuori ufficio si intende: vigilanza, verifica, controlli, ispezioni, rilievi, assistenza domiciliare da parte di OSS e assistenti sociali, ecc.
In linea generale è necessario procedere all’attuazione delle seguenti
indicazioni:
distanziamento sociale: anche fuori dall’ufficio porre la massima attenzione
al rispetto della distanza di sicurezza di 2 metri nei confronti di altre persone;
pulizia delle mani: anche all’esterno la pulizia delle mani rappresenta una misura fondamentale di contenimento del contagio e va, quando possibile, eseguita con il lavaggio con acqua e sapone. Si prevede di dotare il personale impiegato in attività in esterno di confezioni <<portabili>> di soluzione idroalcolica in modo da garantire la possibilità di igienizzazione delle mani anche in assenza di acqua e sapone.
strumenti e attrezzature: è vietato l’utilizzo promiscuo di strumenti o
attrezzature sia tra personale che con altre persone.
I dipendenti delle amministrazioni interessati in attività presso aziende terze devono essere informati del Protocollo aziendale adottato e ne devono rispettare integralmente le disposizioni. In presenza di DUVRI il medesimo deve essere aggiornato.
Qualora si preveda un controllo ravvicinato di utenza nell’espletamento di funzioni di PG e PS, , così come nel caso delle analoghe condizioni di distanziamento connesse a prestazioni assistenziali e ad altre assimilabili, i lavoratori devono indossare una mascherina FFP2.
Utilizzo automezzi di servizio
Le disposizioni adottate vanno rese disponibili all’interno del mezzo per una
immediata lettura da parte del guidatore e passeggero:
uso del mezzo dedicato: se possibile, mantenere l’assegnazione del mezzo al medesimo dipendente, così da evitare l’uso promiscuo dello stesso;
numero di trasportati: se possibile non viaggiare in più di una persona per mezzo. È consentito viaggiare al massimo in due persone per mezzo garantendo la più ampia distanza possibile tra i viaggiatori, preferendo mezzi di maggiori dimensioni. La massima distanza è garantita quando il passeggero viaggia seduto posteriormente e sul lato opposto rispetto al conducente;
aerazione dell’abitacolo: viaggiare con i finestrini leggermente aperti per mantenere l'abitacolo continuamente arieggiato e non utilizzare l’areazione meccanica forzata nella funzione di ricircolo dell’aria;
pulizia del mezzo:
o al termine dell’utilizzo del mezzo, l’ufficio che ha in gestione lo stesso provvede ad una pulizia approfondita di tutte le superfici di contatto, quali il volante, il pomello del cambio, i vari pulsanti e comandi, leva del freno a mano, cinture di sicurezza, maniglie di sostegno di apertura e chiusura del veicolo, chiavi, ecc. con prodotti idonei e conformi alle disposizioni della circolare n. 5443 del 22/02/2020 del Ministero della Salute (verificare la compatibilità del detergente sui materiali);
o assicurare la ventilazione dell’abitacolo durante e dopo le operazioni di
pulizia attuata con prodotti chimici;
o per le operazioni di approfondita pulizia del mezzo, operare con le porte aperte, indossare guanti monouso ed adeguata mascherina in base al prodotto utilizzato;
o il materiale utilizzato per la pulizia approfondita (salviette, carta, …) e i DPI devono essere depositati in un cestino dedicato (vedi allegato), facilmente riconoscibile, con coperchio a pedale. L’asporto deve essere fatto sostituendo il sacchetto interno;
o lavarsi accuratamente le mani alla fine delle operazioni di pulizia.
DPI: qualora sia prevista la presenza nell’abitacolo di più di una persona è
necessario che entrambe indossino una mascherina FFP2.
DISPOSITIVI DI SICUREZZA
Identificazione dei dispositivi di sicurezza individuale
l dispositivi di sicurezza riconosciuti come adeguati alla situazione di emergenza COVID19 per gli scenari di rischio e le attività ad essi correlati riconducibili alle diverse realtà lavorative delle Amministrazioni sono:
mascherine chirurgiche;
respiratori facciali FFP2/FFP3 (senza valvola, salvo il caso di utilizzo in nuclei COVID di strutture per anziani);
guanti monouso; visiera/occhiali;
Regole di utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale Le mascherine chirurgiche vanno indossate nei casi di:
fasi di contatto con il pubblico a distanza non ravvicinata, spazi comuni;
tosse prolungata o starnuti da allergia;
interazioni con persone ad una distanza inferiore a 2 metri,
guida di un mezzo, da soli, qualora esso dia utilizzato quotidianamente a rotazione;
la visiera/occhiali va utilizzata nell’attività di rilevazione della temperatura.
Le mascherine FFP2 vanno indossate nei casi di: automezzi quando è presente più di una persona;
controllo ravvicinato di utenza nell’espletamento di funzioni di PG e PS, movimentazione e attività ravvicinata nell’ambito dei servizi domiciliari di assistenza (nei quali va verificata comunque la possibilità, in caso di utenti cooperanti, di dotare gli stessi di mascherina chirurgica).
I guanti monouso vanno indossati nei casi di:
ricezione di documentazione o condivisione di oggetti con l’utenza esterna;
necessità di uso promiscuo di strumentazione di lavoro;
controllo ravvicinato di utenza nell’espletamento di funzioni di PG e PS. L’uso dei guanti non sostituisce la regolare igienizzazione delle mani.
GESTIONE DEI CASI CONNESSI AL COVID19
Le modalità di gestione e monitoraggio dei casi di dipendenti delle amministrazioni collegati a vario titolo al COVID19 sono indicate nello specifico allegato.
MISURE DI CONTROLLO
I Preposti sono i principali soggetti cui spetta l’obbligo di vigilanza sul rispetto delle disposizioni contenute nel presente Protocollo in relazione ai propri ambienti/uffici ed ai propri diretti collaboratori, in particolare rispetto al corretto e puntuale svolgimento delle attività di pulizia ed al rispetto del distanziamento sociale tra il personale presente nella sede.
I principali riferimenti ed interlocutori per i Preposti sono i propri Dirigenti per la sicurezza, cui spetta di approfondire, se del caso, le segnalazioni ricevute ed inoltrare, se di pertinenza, le segnalazioni ai vari uffici competenti.
Le parti sottoscrittici del presente protocollo si impegnano alla definizione nelle sedi opportune di tutti gli aspetti relativi all’applicazione dell’istituto dello smart working nella fase successiva a quella generata dall’emergenza epidemiologica; inoltre, nel riconoscere l’importanza della figura del RLS, si
impegnano a valutare, nel futuro contratto, la possibilità di prevedere
l’istituzione della figura del RLS Territoriale.
Le linee guida contenute nel presente Protocollo hanno effetto dalla data della sua sottoscrizione e trovano applicazione fino alla modifica dello stesso e/o alla regolamentazione in sede contrattuale degli aspetti a quella sede rimessi.
Firmato dal Presidente di ANCI FVG – Autorizzato dall’esecutivo Udine 29 maggio 2020
IL PRESIDENTE DI ANCI FVG
dott. Xxxxxx Xxxxx