INDICATORI RIDUZIONE INQUINAMENTO ATMOSFERICO
INDICATORI RIDUZIONE INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Presenti nel piano di valutazione del PNP:
1.1.1 Numero di accordi quadro intersettoriali nazionali attivati e/o mantenuti. 2
1.1.2. Proporzione di Regioni che hanno recepito gli accordi. 3
8.1.1 Disponibilità di rapporti di attività intra e inter istituzionali per la programmazione integrata per la tematica ambiente e salute. 4
8.1.2 Disponibilità di rapporti di attività delle reti di referenti in ambito sanitario per la tematica ambiente e salute. 5
8.2.1. Esistenza di accordi interistituzionali (ARPA, IZS, Registri Patologia e altri) per progettazione, pianificazione e realizzazione di studi di background per contaminanti ubiquitari (primo triennio). 6
8.2.2 Rapporti degli studi realizzati di conseguenza (ultimo biennio) 7
8.3.1 Atti di indirizzo regionali per la valutazione integrata di impatto sulla salute che comprenda strumenti in supporto sia dei valutatori sia dei proponenti 8
8.4.1 Atti di indirizzo regionali per la gestione di problematiche (accertate o presunte) sanitarie
attribuibili all’inquinamento ambientale. 9
8.5.1 Definizione di un curriculum formativo (per la fine 2016) 10
8.5.2 Realizzazione di corsi di formazione per i formatori (dal 2017). 11
8.5.3 Proporzione di operatori (salute e ambiente, MMG e PLS) che hanno beneficiato di formazione specifica (fine 2018). 12
Altri proposti dal modello:
A.1. Misure di inquinamento dell’aria (PM 2.5). 13
A.2. Giornate di superamento limiti (centraline ARPA) 14
A.3. Utilizzo di mezzi pubblici. 15
A.5. Mortalità per cause respiratorie (effetti a breve termine). 16
A.6. Ospedalizzazione per cause respiratorie (effetti a breve termine). 17
A.7. Mortalità per cause cardiovascolari (effetti a breve termine). 18
A.8. Ospedalizzazione per cause cardiovascolari (effetti a breve termine). 19
1.1.1 Numero di accordi quadro intersettoriali nazionali attivati e/o mantenuti.
Definizione | Numero di accordi quadro intersettoriali nazionali attivati e/o mantenuti. |
Scopo | Risponde al monitoraggio dell’obiettivo centrale 1.1: Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute nei diversi ambiti, con definizione di accordi e condivisione di indirizzi con i settori della pianificazione territoriale. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Da definire nell’ambito delle Azioni centrali di supporto al PNP di cui al Paragrafo 1.3 del Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 (Intesa Stato Regioni 13 novembre 2014). |
Formula | Numero di accordi quadro intersettoriali nazionali attivati e/o mantenuti. |
Interpretazione | Sarà rilevante valutare se quanti e quali accordi quadro possono avere ricadute sull’inquinamento atmosferico. |
Standard di riferimento | Da definire nell’ambito delle Azioni centrali di supporto al PNP. |
Proporzione di Regioni che hanno recepito gli accordi. | |
Scopo | Risponde al monitoraggio dell’obiettivo centrale 1.1: Stesura e realizzazione di un piano di azione intersettoriale di promozione della salute nei diversi ambiti, con definizione di accordi e condivisione di indirizzi con i settori della pianificazione territoriale. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Da definire nell’ambito delle Azioni centrali di supporto al PNP di cui al Paragrafo 1.3 del Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 (Intesa Stato Regioni 13 novembre 2014). |
Formula | Numeratore: Numero di Regioni che hanno recepito gli accordi. Denominatore: Numero totale Regioni. Riportato come percentuale. |
Interpretazione | Sarà rilevante valutare se, quanti e quali accordi quadro possono avere ricadute sull’inquinamento atmosferico e fra questi quanti sono stati recepiti a livello regionale. |
Standard di riferimento | Da definire nell’ambito delle Azioni centrali di supporto al PNP. |
integrata per la tematica ambiente e salute.
Definizione | Disponibilità di documenti che evidenziano la programmazione integrata nell’ambito della tematica ambiente e salute. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Numero di documenti. |
Interpretazione | La programmazione integrata in ambito di ambiente e salute è fondamentale alla realizzazione dell’attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento della qualità di aria, acqua e suolo secondo il modello della “Salute in tutte le politiche”. |
Standard di riferimento | 100%. Almeno 1 documento in tutte le Regioni. |
tematica ambiente e salute.
Definizione | Evidenza documentata di esistenza di una rete e della relativa attività. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | Le reti di referenti in ambito sanitario per la tematica ambientale e salute sono strutture fondamentali alla realizzazione dell’attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità di aria, acqua e suolo secondo il modello della “Salute in tutte le politiche”. |
Standard di riferimento | 100%. Evidenza documentata in ogni Regione. |
8.2.1. Esistenza di accordi interistituzionali (ARPA, IZS, Registri Patologia e altri) per progettazione, pianificazione e realizzazione di studi di background per contaminanti
ubiquitari (primo triennio).
Definizione | Documentazione di accordo. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | L’esistenza di accordi inter-istituzionali e l’effettuazione di studi mirati consentono di migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambientali/salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione ed il potenziamento della sorveglianza epidemiologica. |
Standard di riferimento | 100% Evidenza documentata in ogni Regione. |
Realizzazione di uno studio di esposizione su contaminanti ambientali cui sono esposti gruppi di popolazione nell’ultimo biennio. | |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | L’esistenza di accordi inter-istituzionali e l’effettuazione di studi mirati consentono di migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambientali/salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione ed il potenziamento della sorveglianza epidemiologica. |
Standard di riferimento | 100%. Evidenza documentata in ogni Regione. |
comprenda strumenti in supporto sia dei valutatori sia dei proponenti.
Definizione | Produzione di atti di indirizzo regionali. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | La programmazione integrata in ambito di ambiente e salute è fondamentale alla realizzazione dell’attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento della qualità di aria, acqua e suolo secondo il modello della “Salute in tutte le politiche”. Gli atti di indirizzo regionali devono supportare lo sviluppo di percorsi e strumenti interdisciplinari per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute delle modifiche ambientali. |
Standard di riferimento | 100%. Esistenza di atti di indirizzo in ogni Regione. |
sanitarie attribuibili all’inquinamento ambientale.
Definizione | Produzione di atti di indirizzo regionali. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | Al fine di sviluppare modelli e relazioni inter-istituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti sono necessari atti di indirizzo regionali mirati alla gestione di potenziali problematiche sanitarie attribuibili all’inquinamento ambientale. |
Standard di riferimento | 100%. Esistenza di atti di indirizzo in ogni Regione. |
Curriculum formativo per gli operatori della salute e dell’ambiente, MMG e PLS, sui temi di integrazione ambiente-salute, della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio. | |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Esistenza di un curriculum formativo creato prima del 31/12/ 2016. |
Interpretazione | La definizione di un curriculum formativo comune è necessario per sviluppare le conoscenze tra gli operatori della salute e dell’ambiente sui temi di integrazione ambiente-salute, della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio. Sebbene il documento di valutazione abbia individuato come data entro cui definire il curriculum formativo il 31/12/2016, è in corso un progetto nazionale per la formazione e il capacity building in ambito di epidemiologia ambientale, Epiambnet, finanziato dal CCM, che sta mettendo a punto un curriculum formativo che sarà disponibile durante il 2017. |
Standard di riferimento | 100%. Esistenza di un curriculum formativo in ogni Regione. |
Realizzazione di corsi di formazione per i formatori. | |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | La realizzazione di corsi di formazione per i formatori è una delle azioni cardine per lo sviluppo delle conoscenze tra gli operatori della salute e dell’ambiente sui temi di integrazione ambiente-salute, della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio. Sarebbe opportuno distinguere quelle aziende o regioni che hanno adottato curricula formativi definiti a livello nazionale come quello di Epiambnet, da quelli sviluppati a livello locale. |
Standard di riferimento | 100%. Almeno 1 corso di formazione in ogni Regione. |
formazione specifica (fine 2018).
Definizione | Proporzione di operatori appartenenti al profilo sanitario di dipartimenti di prevenzione, ARPA, MMG e PLS formati. |
Scopo | È stato stimato che l’inquinamento atmosferico urbano, valutato in termini di particolato fine (PM2.5), sia causa del 3% delle morti per malattie cardiopolmonari, del 5% delle morti per tumori del polmone e dell'1% della mortalità per infezioni respiratorie acute nei bambini sotto i 5 anni (Xxxxx et al. 2005). Le stime 2010 dell’OMS per l’Italia relative al carico di malattia (anni in salute persi in termini sia di mortalità sia di morbosità) attribuiscono all’inquinamento ambientale un contributo del 3-4%. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso nel 2015 il particolato atmosferico, nel gruppo 1, ovvero tra le sostanze e agenti valutati come cancerogeni certi per l’uomo. |
Livello di priorità | Presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (fonte: Regioni). |
Formula | Numeratore: N° di operatori appartenenti al profilo sanitario di dipartimenti di prevenzione, ARPA, MMG e PLS formati. Denominatore: N° di operatori appartenenti al profilo sanitario di dipartimenti di prevenzione, ARPA, MMG e PLS totale. Riportato come percentuale. |
Interpretazione | Conoscere la diffusione della formazione specifica pianificata tra gli operatori che operano negli ambiti di salute e ambiente sui temi di integrazione ambiente-salute, della valutazione di impatto e di danno sanitario e della comunicazione del rischio, permette di valutare l’accessibilità e l’impatto dei programmi di formazione attivati, consentendone eventuali adattamenti. Si consiglia di analizzare l’indicatore stratificando per dipartimenti delle Aziende sanitarie e dell’ARPAE e per MMG e PLS, data la diversa numerosità del numeratore e il diverso impatto che ha la formazione degli operatori dedicati rispetto ai medici convenzionati. |
Standard di riferimento | 50% in ogni Regione. |
Media annua delle concentrazioni medie giornaliere di polveri fini (PM2.5) in atmosfera, misurate nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale. I dati sono raccolti e archiviati in ISPRA, nel DB InfoARIA in allineamento a quanto previsto dalla decisione 2011/850/EU. | |
Scopo | L’indicatore particolato PM2,5 si basa sui valori di concentrazione di PM2,5 in atmosfera, misurati nelle stazioni di monitoraggio sul territorio nazionale e raccolti dall’ISPRA nell’ambito delle procedure sullo scambio di informazioni (Exchange of Information, EoI) previste dalle Decisioni 97/101/CE e 2001/752/CE. L'obiettivo della normativa sull'EoI è quello di fornire un quadro conoscitivo e rappresentativo dello stato della qualità dell’aria attraverso i dati di concentrazione di PM2,5 in atmosfera, consentendo il confronto tra i Paesi membri della Comunità Europea. L’obiettivo del D.Lgs. 155/2010 è quello di consentire, a regioni e provincie autonome, la valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambiente. Scopo dell’indicatore è fornire informazioni sullo stato della qualità dell'aria attraverso elaborazioni e parametri statistici utili per la valutazione della qualità dell’aria. Gli studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici. Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare in profondità nell’apparato respiratorio; è per questo motivo che viene attuato il monitoraggio ambientale di PM10 e PM2.5 che rappresentano, rispettivamente, le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore a 10 µm e a 2.5 µm |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | Vedi definizione (Fonte: ISPRA/ARPA/APPA; Province Autonome e Regioni). Sitografia: xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxx.xxx.xx; Siti regionali ARPA. |
Formula | Vedi definizione. |
Interpretazione | Le centraline di misura dell’inquinamento atmosferico, allestite dagli organi di vigilanza in modo da essere rappresentative della concentrazione di alcune sostanze presenti nelle aree urbane, forniscono informazioni limitate sulle distribuzioni spaziali degli inquinanti, rendendo incerta la stima delle esposizioni a cui i cittadini sono soggetti durante la giornata. A questo proposito, lo studio multicentrico EXPOLIS condotto in 7 città europee, ha evidenziato una bassa associazione tra le concentrazioni misurate dalle centraline fisse e l’esposizione personale al PM2.5. Invece, le concentrazioni indoor misurate in ambiente domestico e in ambiente lavorativo sono risultate altamente associate all’esposizione personale al PM2.5, rispettivamente, nel tempo libero e nei giorni di lavoro. |
Standard di riferimento | I valori limite del D.Lgs. 155/2010 rappresentano gli obiettivi di qualità dell’aria ambiente da perseguire per evitare, prevenire, ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso. Valore limite media annuale: 25 μg/m3. Valore di riferimento OMS: 10 μg/m3 come media annuale. |
Numero di giorni in un anno solare in cui la concentrazione media giornaliera di PM10 è superiore a 50µg/m3. | |
Scopo | Fornire un’informazione sullo stato della qualità dell’aria attraverso le concentrazioni di polveri fini (PM10 e PM2.5) verificando il rispetto del valore limite giornaliero stabilito dal D.Lgs.155/2010. L’indicatore misura il superamento del valore limite giornaliero previsto per la concentrazione dell’inquinante atmosferico PM10. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | Numero di superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10 (50 μg/m3; max 35 sup.) (Fonte: ARPA, ISTAT). Sitografia: Siti regionali ARPA; xxxxx://xxx.xxxxx.xx/xx/xxxxxxxx/xxxxxxxxxxxxxxx |
Formula | Numero di giorni per anno di superamento del valore limite giornaliero per la concentrazione di PM10 (50 µg/m3). |
Interpretazione | Le centraline di misura dell’inquinamento atmosferico, allestite dagli organi di vigilanza in modo da essere rappresentative della concentrazione di alcune sostanze presenti nelle aree urbane, forniscono informazioni limitate sulle distribuzioni spaziali degli inquinanti, rendendo incerta la stima delle esposizioni a cui i cittadini sono soggetti durante la giornata. A questo proposito, lo studio multicentrico EXPOLIS condotto in 7 città europee, ha evidenziato una bassa associazione tra le concentrazioni misurate dalle centraline fisse e l’esposizione personale al PM2.5. Invece, le concentrazioni indoor misurate in ambiente domestico e in ambiente lavorativo sono risultate altamente associate all’esposizione personale al PM2.5, rispettivamente, nel tempo libero e nei giorni di lavoro. |
Standard di riferimento | Media giornaliera 50 µg/m3; non più di 35 giorni all’anno. |
Indicatori di Domanda di Trasporto Pubblico Locale definiti in indagine Istat “Dati ambientali nelle città” sulla mobilità urbana. | |
Scopo | Valutare la domanda di trasporto pubblico (Utilizzo del trasporto pubblico locale) definita dal rapporto tra il totale dei passeggeri trasportati ogni anno dai diversi sistemi modali di trasporto pubblico urbano (autobus, tram, filobus, metropolitana, funicolare e vaporetti) e il totale dei residenti. Valutare l’utilizzo di autobus, tram e filobus definita dalla percentuale di residenti di età superiore a 14 anni che utilizzano autobus, tram e filobus, in complesso e più volte a settimana. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | • Numero di passeggeri trasportati nell’arco di un anno dai mezzi pubblici per abitante. • Proporzione di residenti di età superiore a 14 anni che utilizzano autobus, tram e filobus, in complesso e più volte a settimana. Fonte ISTAT, indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” |
Formula | Numeratore: Numero di passeggeri trasportati nell’arco di un anno dai mezzi pubblici. Denominatore: Residenti nell’anno. Numeratore: Residenti di età superiore a 14 anni che utilizzano autobus, tram e filobus, in complesso e più volte a settimana nell’arco di un anno. Denominatore: Residenti di età superiore a 14 anni nell’anno. Riportati come percentuale. |
Interpretazione | La proporzione di residenti trasportata nell’arco di un anno dai mezzi pubblici è un indicatore indiretto di estensione, qualità ed accessibilità della rete di trasporti pubblici. La percentuale di residenti di età superiore a 14 anni che utilizzano autobus, tram o filobus assume la stessa valenza con un taglio più mirato ad un utilizzo alternativo al veicolo privato su strada. |
Standard di riferimento | Ogni Regione definisce il proprio standard, anche in relazione al dato ISTAT 2014. |
Tasso di mortalità per malattie del sistema respiratorio. | |
Scopo | L’OMS attribuisce all’inquinamento atmosferico il 5,4% della mortalità totale nel 2012. Gli attribuisce inoltre il 25% dei decessi causati da tumori del polmone, l’8% dei decessi correlati a BPCO e il 17% delle morti legate ad infezioni del tratto respiratorio. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | (Fonte: ISTAT, indagine Health fo all – Italia) Sitografia: xxxx://xxx.xxxxx.xx/xx/xxxxxxxx/00000 |
Formula | Indicatore 1600, Sezione 9, indagine Health for all, ISTAT. (Tasso mortalità malattie apparato respiratorio). |
Interpretazione | Il monitoraggio della mortalità per malattie dell’apparato respiratorio potenzialmente associata all’inquinamento atmosferico consente di valutare l’impatto sulla salute delle politiche ed interventi di miglioramento della qualità dell’aria. |
Standard di riferimento | Da definire localmente in base ai valori ISTAT del 2014. |
Tasso di ospedalizzazione per malattie dell’apparato respiratorio (SDO, ICD9-CM 460-519). | |
Scopo | Lo studio MISA 2, condotto in Italia, ha riportato un incremento di ospedalizzazione per malattie respiratorie dovuto all’esposizione a inquinamento atmosferico. Risultati analoghi sono stati ottenuti dallo studio EpiAir2. La valutazione della variazione del tasso di ospedalizzazione in relazione ai livelli di inquinamento consente dunque una stima del possibile impatto sulla salute della popolazione di diversi livelli di inquinamento atmosferico. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | SDO con codici ICD9-CM 460-519. Fonte: Schede di dimissione ospedaliera (SDO) Riferimenti: Scarinzi et al. Epidemiol Prev (2013); 37(4-5):230. |
Formula | Numeratore: N° SDO che riportano nella causa di ricovero patologie dell’apparato respiratorio (ICD9-CM 460-519) in un anno. Denominatore: Residenti nell’anno. Riportato per 100.000 residenti. |
Interpretazione | La valutazione della variazione del tasso di ospedalizzazione in relazione ai livelli di inquinamento consente una stima del possibile impatto sulla salute della popolazione di interventi volti a migliorare la qualità dell’aria. |
Standard di riferimento | Da definire localmente in base ai valori del 2014. |
Tasso di mortalità per malattie ischemiche del cuore e tasso di mortalità per disturbi circolatori dell’encefalo. | |
Scopo | Oltre a patologie dell’apparato respiratorio, l’OMS attribuisce all’inquinamento atmosferico anche il 15% delle morti correlate ad infarto miocardico ed ictus. Risulta pertanto importante monitorare anche le malattie dell’apparato cardiocircolatorio per valutare l’impatto sulla salute della riduzione o aumento dell’inquinamento atmosferico. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | (Fonte: ISTAT, indagine Health fo all – Italia). |
Formula | Indicatori 1540 e 1570, indagine Health for all, ISTAT. (Tasso mortalità malattie ischemiche cuore, Tasso mortalità disturbi circolatori encefalo). |
Interpretazione | Il monitoraggio della mortalità per malattie dell’apparato cardiocircolatorio potenzialmente associata all’inquinamento atmosferico consente di valutare l’impatto sulla salute delle politiche ed interventi di miglioramento della qualità dell’aria. |
Standard di riferimento | Da definire localmente in base ai valori ISTAT del 2014. |
Tasso di ospedalizzazione per cardiopatia (ICD 9-CM 390-429) e per malattie cerebrovascolari (ICD9-CM 430-438 ). | |
Scopo | Lo studio MISA 2, condotto in Italia, ha riportato un incremento di ospedalizzazione per malattie cardiocircolatorie dovuto all’esposizione a inquinamento atmosferico, anche se in misura minore rispetto all’ospedalizzazione legata a patologie respiratorie. Risultati analoghi sono stati ottenuti dallo studio EpiAir2. La valutazione della variazione del tasso di ospedalizzazione in relazione ai livelli di inquinamento consente dunque una stima del possibile impatto sulla salute della popolazione di diversi livelli di inquinamento atmosferico. |
Livello di priorità | Non presente nel PNP. |
Dati necessari | SDO con codici ICD9-CM 390-429 e 430-438. Fonte: Schede di dimissione ospedaliera (SDO). Riferimenti: Xxxxxxxx et al. Epidemiol Prev (2013); 37(4-5):230. |
Formula | Numeratore: N° SDO che riportano nella causa di ricovero una cardiopatia (ICD 9-CM 390-429) in un anno. Denominatore: Residenti nell’anno. Numeratore: N° SDO che riportano nella causa di ricovero una patologia. cerebrovascolare (ICD9-CM 430-438) in un anno. Denominatore: Residenti nell’anno. Riportati per 100.000 residenti. |
Interpretazione | La valutazione della variazione del tasso di ospedalizzazione in relazione ai livelli di inquinamento consente una stima del possibile impatto sulla salute della popolazione di interventi volti a migliorare la qualità dell’aria. |
Standard di riferimento | Da definire localmente in base ai valori del 2014. |