Conclusioni della Presidenza – 23/24 marzo 2006
Conclusioni della Presidenza – 23/24 marzo 2006
CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA
Bruxelles, 18 maggio 2006 (30.05) (OR. en)
7775/1/06
REV 1
CONCL 1
NOTA DI TRASMISSIONE
della: Presidenza
alle: delegazioni
Oggetto: CONSIGLIO EUROPEO DI BRUXELLES 23/24 MARZO 2006
CONCLUSIONI DELLA PRESIDENZA
Si allega, per le delegazioni, la versione riveduta delle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles (23/24 marzo 2006).
1. La riunione è stata preceduta da una presentazione del sig. Xxxxx Xxxxxxx, Presidente del Parlamento europeo, seguita da uno scambio di opinioni.
2. Il Consiglio ha tenuto inoltre uno scambio di opinioni con il Sig. Xxxx-Xxxxxx Xxxxxxx, Presidente della Banca centrale europea, con il Sig. Xxxxxx-Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Presidente dell'UNICE e con il Sig. Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxx, Presidente della CES, in presenza del Presidente del Parlamento europeo.
3. Il Consiglio europeo si è compiaciuto della comunicazione del Presidente del Governo spagnolo riguardo all'annuncio di un cessate il fuoco permanente da parte del gruppo terroristico ETA.
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IL RILANCIO DELLA STRATEGIA DI LISBONA PER LA CRESCITA E L'OCCUPAZIONE
4. Sulla scorta di quanto appreso dai cinque anni di attuazione della strategia di Lisbona, il Consiglio europeo ne ha deciso un fondamentale rilancio nel marzo 2005. Ha concordato di procedere a un riorientamento delle priorità verso la crescita e l'occupazione in maniera coerente con la strategia per lo sviluppo sostenibile, mobilitando maggiormente tutti i mezzi nazionali e comunitari appropriati. Ha altresì convenuto un nuovo ciclo di governance basato sul partenariato e sulla titolarità.
5. Ad Xxxxxxx Court i Capi di Stato e di governo hanno dato ulteriore impulso politico alla strategia rilanciata, in particolare sottolineando il modo in cui i valori europei possono ispirare la modernizzazione delle nostre economie e società in un mondo globalizzato.
6. Infine, l'accordo raggiunto al Consiglio europeo del dicembre 2005 sulle prospettive finanziarie 2007-2013 ha rappresentato un importante passo avanti nel fornire all'Unione gli strumenti per realizzare le sue politiche, comprese quelle che contribuiscono ad una efficace attuazione della strategia di Lisbona rinnovata. Su tale base il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di concludere quanto prima il nuovo accordo interistituzionale per l'attuazione dell'accordo del Consiglio europeo del dicembre 2005, e di adottare rapidamente i necessari strumenti giuridici.
7. La situazione in Europa è caratterizzata dall'intensificarsi della concorrenza dall'estero, dall'invecchiamento della popolazione, dall'aumento dei prezzi dell'energia e dalla necessità di salvaguardare la sicurezza energetica. Dalla fine del 2005 è in atto una graduale ripresa economica e si prevede che i livelli di crescita tornino vicino al potenziale nel 2006. L'UE dovrebbe creare sei milioni di nuovi posti di lavoro nel triennio 2005-2007 e contribuire in tal modo a ridurre la disoccupazione dell'1% circa nel 2007 dalla punta massima del 9% registrata alla fine del 2004. Le sfide più grandi cui deve far fronte l'Unione rimangono tuttavia l'ulteriore riduzione del livello della disoccupazione, l'incremento della produttività e l'aumento del potenziale di crescita.
8. Far fronte all'invecchiamento della popolazione e beneficiare appieno della globalizzazione costituiscono i due principali elementi motori delle riforme strutturali. Ulteriori riforme strutturali sono necessarie per aumentare la competitività dell'Europa e sostenere la crescita, contribuendo così ad un aumento del tenore di vita e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Parallelamente, politiche macroeconomiche adeguate sono la chiave per trarre tutti i vantaggi dalle riforme strutturali in termini di crescita e occupazione. Il miglioramento della fiducia delle imprese e dei consumatori contribuirà a portare stabilmente la crescita al suo livello potenziale. Un risoluto risanamento di bilancio rafforzerà ulteriormente le condizioni per una maggiore crescita e occupazione.
9. La ripresa economica fornisce una grossa opportunità per portare avanti con vigore le riforme strutturali in linea con i programmi nazionali di riforma, nonché per migliorare il risanamento di bilancio in linea con il patto di stabilità e crescita rinnovato. In tale contesto gli obiettivi e i calendari concreti sono un utile strumento per velocizzare l'attuazione delle riforme previste e per fornire migliori risultati in termini di crescita e occupazione.
10. Il Consiglio europeo saluta con favore la comunicazione della Commissione "È ora di cambiare marcia", il lavoro svolto dal Consiglio, e il fatto che tutti gli Stati membri abbiano rapidamente elaborato i loro programmi nazionali di riforma (PNR) in base agli orientamenti integrati. I PNR sono adattati alle esigenze proprie degli Stati membri e alle loro situazioni specifiche. Il Consiglio europeo saluta altresì con favore i progressi realizzati nell'ambito del programma comunitario di Lisbona.
11. Il Consiglio europeo prende atto dell'ampia convergenza di vedute nei PNR sulle sfide chiave. Osserva altresì che i PNR contengono una ricca serie di politiche promettenti da condividere e da cui trarre insegnamento. Tuttavia, il Consiglio europeo prende atto nel contempo dell'opinione della Commissione secondo cui alcuni PNR potrebbero comprendere obiettivi e calendari più specifici ed essere più dettagliati anche per quanto riguarda la competitività e la rimozione degli ostacoli di accesso al mercato. Occorrono ulteriori dettagli sugli aspetti finanziari delle riforme previste.
12. Gli Stati membri hanno compiuto seri sforzi per coinvolgere i parlamenti nazionali e i rappresentanti delle autorità regionali e locali nonché le parti sociali ed altre parti interessate della società civile nella formulazione dei PNR. Il Consiglio europeo saluta altresì le iniziative avviate dal Parlamento europeo, dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo per accrescere l'appropriazione a livello comunitario. Incoraggia il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni a proseguire i lavori e chiede loro di presentare relazioni di sintesi a sostegno del partenariato per la crescita e l'occupazione all'inizio del 2008.
13. È necessario coinvolgere più attivamente nel processo i cittadini europei per far loro meglio comprendere in che modo riforme tempestive ed adeguatamente realizzate contribuiranno ad una maggiore e meglio distribuita prosperità. Un effettivo partenariato rinnovato per la crescita e l'occupazione richiederà un contributo attivo e la responsabilità delle parti sociali. In tale contesto un valido strumento sarà il loro programma di lavoro congiunto pluriennale approvato di recente. Il Consiglio europeo saluta con favore l'intenzione della presidenza finlandese di tenere un vertice sociale trilaterale.
14. Il Consiglio europeo riconosce la particolare importanza dell'intensificazione delle riforme strutturali negli Stati membri della zona euro, e sottolinea la necessità di un efficace coordinamento delle politiche in questo settore, segnatamente quale requisito per affrontare più efficacemente gli sviluppi economici asimmetrici nell'ambito dell'unione monetaria.
15. Ora che i PRN sono definiti, è essenziale mantenere lo slancio assicurandone l'effettiva, tempestiva e globale attuazione e rafforzare, se necessario, le misure previste nei PNR, in conformità del quadro, delle procedure e degli obblighi di comunicazione definiti dal Consiglio europeo del marzo 2005, nonché degli orientamenti adottati nel giugno 2005. Di conseguenza, il Consiglio europeo:
− invita gli Stati membri a riferire nell'autunno 2006 sulle misure prese per attuare i PNR, secondo le loro priorità, tenendo in debito conto la valutazione della Commissione e del Consiglio nel contesto della sorveglianza multilaterale nonché le azioni prioritarie concordate, menzionate qui di seguito; invita inoltre a tener conto dei PNR al momento dell'elaborazione dei quadri strategici nazionali di riferimento per la coesione;
− invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a organizzare lo scambio di esperienze in modo pratico e la Commissione a rivolgere particolare attenzione, nella sua relazione per il Consiglio europeo di primavera del 2007 sui progressi verso l'attuazione dei PNR, alle azioni prioritarie, proponendo ogni misura supplementare che possa essere necessaria.
16. Il Consiglio europeo conferma che gli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione per il 2005-2008 restano validi. In questo contesto esso conviene quanto segue:
− settori specifici per azioni prioritarie riguardanti gli investimenti nella conoscenza e nell’innovazione, il potenziale delle imprese, in particolare quello delle PMI, e l'occupazione per le categorie prioritarie (cfr. parte I); nonché definizione di una politica energetica per l'Europa (cfr. parte II);
− misure che devono essere prese a tutti i livelli per mantenere lo slancio in tutti i pilastri del partenariato per la crescita e l'occupazione (cfr. parte III).
PARTE I
SETTORI SPECIFICI PER AZIONI PRIORITARIE
17. Il Consiglio europeo approva i seguenti settori specifici per le azioni prioritarie da attuare entro il 2007 nel contesto del partenariato rinnovato per la crescita e l'occupazione .
(a) Investire di più nella conoscenza e nell'innovazione
18. Tenuto conto dell'importanza della ricerca e dello sviluppo (R & S) per la crescita futura e per la risoluzione di molti degli attuali problemi della nostra società, il Consiglio europeo ribadisce l'impegno assunto a Barcellona, plaude ai progressi compiuti nel fissare specifici obiettivi nazionali e chiede a tutti gli Stati membri di promuovere politiche e azioni per conseguire l'obiettivo generale stabilito del 3% entro il 2010, tenuto conto dei differenti punti di partenza degli Stati membri (cfr. allegato I). Al fine di prevedere maggiori e migliori risorse per la ricerca e l'innovazione, gli Stati membri dovrebbero riorientare la spesa pubblica sulla ricerca e l'innovazione, come pure promuovere l'R&S da parte del settore privato, specialmente perfezionando la combinazione degli strumenti di sostegno.
19. Il Consiglio europeo invita a procedere speditamente all'adozione del settimo programma quadro di ricerca e sviluppo e del nuovo programma per la competitività e l'innovazione. Xxxx chiede la rapida istituzione del Consiglio europeo della ricerca che operi sulla base di criteri volti ad innalzare ancor di più il livello di eccellenza delle migliori équipe europee di ricerca. L'azione intrapresa nell'ambito del programma quadro di ricerca dovrebbe essere meglio coordinata con altre azioni europee e nazionali di promozione dei partenariati tra settore pubblico e privato, comprese le iniziative intergovernative come Eureka.
20. Il Consiglio europeo esorta la BEI a sostenere l'innovazione e a rafforzare la sua azione nell'R&S, mediante un meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi da mettere a punto il più presto possibile. Il Consiglio europeo prevede che fino a 30 miliardi di EUR in capitale di rischio e prestiti bancari garantiti siano finanziati mediante i nuovi strumenti finanziari basati sul cofinanziamento di bilancio della BEI e dell'UE per il periodo fino al 2013 e il coinvolgimento del settore privato.
21. Andrebbe promosso un ambiente dinamico con la creazione di cluster attraenti. Si invitano gli Stati membri a creare un mercato del lavoro europeo unico, aperto e competitivo per i ricercatori, segnatamente superando gli ostacoli che restano per quanto riguarda la mobilità geografica e intersettoriale nonché migliorando l'occupazione e le condizioni di lavoro dei ricercatori e attirando giovani talenti della ricerca verso le carriere di ricerca. Occorrerebbe potenziare la cooperazione e il trasferimento di tecnologie tra ricerca pubblica e industria, sia all'interno, sia al di là dei confini nazionali, creando anche le condizioni per l'inserimento dei ricercatori nell'industria.
22. Un approccio globale alla politica dell'innovazione può essere raggiunto sostenendo i mercati di beni e servizi innovativi e l'eccellenza nella ricerca nel campo delle nuove tecnologie, ivi comprese le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e le eco-innovazioni. Questo comporterebbe tra l'altro di individuare le migliori pratiche nelle politiche di innovazione che abbiano maggiori possibilità di creare un valore aggiunto reale e di promuovere la produttività. Inoltre andrebbero rafforzati i collegamenti tra R & S, sistemi di innovazione e mondo imprenditoriale per migliorare l'efficacia del processo innovativo e accorciare i tempi occorrenti alle innovazioni per maturare e concretizzarsi in prodotti e servizi commerciali. Il Consiglio europeo chiede di conseguenza una vasta strategia di innovazione per l'Europa che converta gli investimenti nella conoscenza in prodotti e servizi. In questo contesto il Consiglio europeo rileva il significato del rapporto Aho "Creare un'Europa innovativa" ed invita la Commissione a valutarne le raccomandazioni e la prossima Presidenza a riferire sui progressi compiuti prima della fine del 2006.
23. L'istruzione e la formazione sono elementi cruciali per lo sviluppo delle potenzialità dell'UE a lungo termine sotto il profilo della competitività, nonché della coesione sociale. È fondamentale ambire all'eccellenza e all'innovazione a tutti i livelli di istruzione e di formazione, specialmente migliorando i collegamenti tra istruzione superiore, ricerca e imprese. Occorre altresì accelerare riforme che pongano in essere sistemi scolastici di elevata qualità che siano tanto efficaci, quanto equi. Le strategie nazionali per l'apprendimento permanente dovrebbero fornire a tutti i cittadini le competenze e le qualifiche loro occorrenti, avvalendosi di un'assistenza crescente a livello comunitario da parte di programmi di istruzione e formazione quali Xxxxxxx e Xxxxxxxx. A sostegno di una maggiore mobilità e di un efficiente mercato del lavoro andrebbero anche compiuti progressi riguardo al quadro europeo delle qualifiche (EQF).
24. Gli investimenti nel campo dell'istruzione e della formazione producono elevati benefici che superano di gran lunga i costi e si estendono ben oltre il 2010. Essi dovrebbero privilegiare settori che offrono rendimenti economici e risultati sociali elevati. L'istruzione e la formazione devono occupare una posizione centrale nell'agenda di riforme di Lisbona; in tale contesto sarà fondamentale il programma di apprendimento permanente 2007–2013. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad agevolare in linea con le pratiche nazionali l'accesso delle università a fonti di finanziamento complementari, comprese quelle private, e ad eliminare gli ostacoli che si frappongono ai partenariati fra settore pubblico e settore privato con le imprese. Inoltre, esso sottolinea il ruolo cruciale delle università e dei loro ricercatori nella divulgazione e nel trasferimento dei risultati della ricerca alla comunità imprenditoriale e, quindi, l'esigenza di sviluppare capacità e competenze manageriali per gli interessati. Il Consiglio europeo attende con interesse la relazione della Commissione sull'istruzione superiore che affronterà in particolare il triangolo istruzione-ricerca- innovazione nonché i legami tra università e comunità imprenditoriale.
25. Il Consiglio europeo rileva l'importanza della comunicazione della Commissione sull'Istituto europeo di tecnologia ed esaminerà ulteriormente le idee, al fine di intensificare, insieme ad altre azioni, la rete di contatti e le sinergie tra i centri di eccellenza per la ricerca e l'innovazione in Europa. Il Consiglio europeo riconosce che un Istituto europeo di tecnologia - basato su reti di altissimo livello aperte a tutti gli Stati membri - sarà un'iniziativa importante per colmare il divario esistente tra insegnamento superiore, ricerca e innovazione, insieme ad altre azioni che intensificano la rete di contatti e le sinergie tra i centri di eccellenza per la ricerca e l'innovazione in Europa. Il Consiglio europeo della ricerca dovrebbe assumere un ruolo guida in tale contesto. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare una proposta di iniziative ulteriori entro la metà di giugno 2006.
(b) Sbloccare il potenziale delle imprese, soprattutto quello delle PMI
26. Si è concordi sull'importanza globale di una base industriale forte e competitiva in Europa e quindi sull'esigenza di una concezione moderna e coerente per l'industria manifatturiera dell'UE. Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di conseguire il giusto equilibrio tra approcci orizzontali e settoriali e si rifà alla necessità di migliorare la coerenza delle politiche per poter trarre vantaggio su più larga scala da potenziali sinergie. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a sviluppare proattivamente strategie nazionali e ad attuare misure per promuovere la competitività, l'innovazione e la produttività mediante politiche che affrontino la dimensione sociale e le esigenze dei singoli nel processo di internazionalizzazione e cambiamento strutturale.
27. Il Consiglio europeo riconosce che è della massima importanza creare un contesto imprenditoriale più favorevole, specialmente per le piccole e medie imprese (PMI) che costituiscono la spina dorsale dell'economia europea. A livello comunitario sono stati compiuti progressi significativi, segnatamente grazie alle accurate ed equilibrate valutazioni d'impatto della Commissione concernenti le proposte nuove e alla maggiore importanza da esse attribuita alla dimensione competitività nonché al programma staffetta in materia di semplificazione. Per completare tali sforzi a livello nazionale, il Consiglio europeo invita gli Stati membri a recepire, applicare e attuare pienamente la normativa comunitaria affinché i consumatori, i lavoratori e le imprese possano godere dei vantaggi del mercato interno.
28. Le PMI hanno un ruolo cruciale nell'aumentare la crescita e creare migliori opportunità occupazionali in Europa. Occorre elaborare politiche globali di sostegno per le PMI di ogni genere nonché un contesto normativo semplice, trasparente e di facile applicazione. Il principio "Innanzitutto pensare piccolo" (Think small first) deve essere applicato sistematicamente e divenire il principio guida per tutta la pertinente legislazione sia comunitaria, sia nazionale. Il Consiglio europeo invita quindi la Commissione a presentare disposizioni specifiche per incoraggiare la crescita e lo sviluppo delle PMI, come periodi di transizione più lunghi, diritti ridotti, minori obblighi in materia di rendiconto e di deroghe. Il Consiglio si aspetta inoltre che la Commissione continui ad assistere gli Stati membri nell'adattare le loro politiche per le PMI e a promuovere il dialogo con tutte le parti interessate.
29. Si invita la Commissione ad avviare un esercizio per misurare i costi amministrativi associati a normative dell'UE in settori specifici, attribuendo particolare attenzione alle PMI, e per stabilire quali costi derivano direttamente dalla normativa dell'UE e quali costi risultano dalle diverse modalità di recepimento della normativa dell'UE da parte degli Stati membri. Tale esercizio dovrebbe essere coordinato con le iniziative nazionali in corso. Su tale base la Commissione è invitata ad esaminare opzioni per definire obiettivi misurabili in settori specifici al fine di ridurre gli oneri amministrativi e a riferire al Consiglio entro la fine del 2006 sui progressi compiuti. Il Consiglio europeo si compiace dell'impegno della Commissione di ridurre ulteriormente l'onere statistico sulle PMI.
30. Gli Stati membri dovrebbero istituire entro il 2007 uno "sportello unico", o un dispositivo ad effetto equivalente, che consenta di avviare un'impresa in modo rapido e semplice. Gli Stati membri dovrebbero adottare misure adeguate per abbreviare notevolmente il tempo medio necessario per avviare un’impresa, in particolare una PMI, con l’obiettivo di poter effettuare tale operazione in una settimana in tutta l’UE entro la fine del 2007. Le spese di avviamento dovrebbero essere le più basse possibile e l’assunzione di un primo dipendente dovrebbe richiedere, al massimo, l'intervento di un unico punto di contatto dell’amministrazione pubblica.
31. L'Europa ha bisogno di un maggior numero di imprenditori dotati delle adeguate capacità per sostenere la concorrenza sui mercati. Il Consiglio europeo sottolinea pertanto l'esigenza di creare un clima imprenditoriale globalmente favorevole e idonee condizioni contestuali che agevolino ed incoraggino l'imprenditorialità e invita quindi gli Stati membri a rafforzare le rispettive misure, anche mediante l'istruzione e la formazione imprenditoriale al livello adeguato di istruzione. Anche la comunicazione e i media, e l'industria creativa in generale, possono svolgere un importante ruolo nel promuovere l'imprenditorialità e nell'incoraggiare la scelta di una carriera imprenditoriale. Inoltre, nei PNR e nelle pertinenti relazioni, dovrebbero essere menzionate esplicitamente misure intese a migliorare l'ambiente in cui operano le PMI e a incoraggiare un maggior numero di persone a diventare imprenditori, in particolare donne e giovani.
32. Un mercato finanziario completamente integrato e una sufficiente accessibilità ai finanziamenti sono fondamentali per la crescita delle piccole e medie imprese. Se non viene affrontata opportunamente, la mancanza di finanziamenti continuerà ad ostacolare l'innovazione nelle PMI. A livello comunitario saranno messe a disposizione fonti di finanziamento tramite gli strumenti finanziari previsti dai futuri programmi comunitari, in particolare dal settimo programma quadro di ricerca e dal programma per la competitività e l'innovazione (CIP). Il Consiglio invita altresì gli Stati membri a sfruttare appieno le possibilità offerte dai fondi strutturali, tramite gli strumenti di finanziamento tradizionali e nuovi quali XXXXXXX. Inoltre, meritano maggiore attenzione le potenzialità delle PMI relativamente ai diritti di proprietà intellettuale (DPI). L'accesso delle PMI ai mercati sarà migliorato facilitando il loro accesso e al mercato degli appalti pubblici e alla standardizzazione, nonché sostenendone l'internazionalizzazione.
33. Il Consiglio europeo plaude all'intenzione della Commissione di tenere pienamente conto della necessità di esaminare la possibilità di modificare le norme sugli aiuti di Stato in vigore in relazione alle PMI e di semplificare le procedure amministrative, tra l'altro prevedendo maggiori esenzioni per categoria, mantenendo nel contempo l'obiettivo della riduzione degli aiuti di Stato e di una loro migliore destinazione. In questo contesto rileva le possibilità di aiuti agli investimenti e all'occupazione fino a 15 milioni di EUR per le PMI, senza necessità di notifica. Accoglie inoltre con favore l'intenzione della Commissione di esaminare la possibilità di raddoppiare l'importo del massimale "de minimis" tenendo pienamente conto delle consultazioni in corso e in linea con il trattato e con la giurisprudenza esistente. Più in generale, tenendo conto degli aspetti esterni della competitività, ritiene che la revisione degli aiuti di Stato dovrebbe incoraggiare un livello elevato di investimenti in Europa ed essere un incentivo per futuri investimenti.
(c) Aumentare le opportunità di occupazione per le categorie prioritarie
34. L'aumento dell'occupazione in Europa rimane una delle massime priorità per la riforma. Le riforme del mercato del lavoro che sono state intraprese in anni recenti stanno cominciando a dare risultati. Un obiettivo fondamentale è la crescita della partecipazione al mercato del lavoro, specialmente dei giovani, delle donne, dei lavoratori anziani, delle persone con disabilità, degli immigrati legali e delle minoranze. Per raggiungere questi obiettivi i lavori dovrebbero essere svolti in stretta cooperazione con le parti sociali.
35. Approfittando delle migliorate prospettive economiche dell'Europa per creare più numerosi e migliori posti di lavoro, maggiori sforzi devono essere fatti ora per l'attuazione della strategia europea per l'occupazione e delle tre priorità per l'azione: attrarre e mantenere più persone nel mondo del lavoro, aumentare l'offerta di manodopera e modernizzare i sistemi di sicurezza sociale, accrescere la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese, e aumentare gli investimenti in capitale umano migliorando l'istruzione e le competenze. Una migliore organizzazione del lavoro, la qualità della vita lavorativa e il continuo aggiornamento delle qualifiche dei lavoratori sono fattori che dovrebbero essere analizzati al fine di accrescere la produttività del lavoro.
36. Vista la graduale ripresa economica in corso, sono necessarie ulteriori misure attive per realizzare un aumento dell'occupazione europea di almeno 2 milioni di posti di lavoro all'anno fino al 2010 come ulteriore passo per raggiungere gli obiettivi in materia di occupazione fissati nel partenariato per la crescita e l'occupazione.
37. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a:
− sviluppare un approccio al lavoro basato sul ciclo di vita che faciliti la transizione rapida da un'occupazione all’altra lungo l'intera vita attiva e comporti un aumento del numero totale di ore di lavoro nonché un miglioramento dell'efficienza degli investimenti in capitale umano;
− perseguire la transizione a politiche attive e preventive, incoraggiando ed aiutando le persone a trovare un lavoro remunerato;
− mirare meglio le misure a favore dei lavoratori poco qualificati e poco pagati, in particolare quelle a favore di chi si trova ai margini del mercato del lavoro.
38. Urge migliorare la situazione dei giovani nel mercato del lavoro e ridurre significativamente la disoccupazione giovanile. A tal fine il Consiglio europeo sottolinea che, in linea con l'obiettivo concordato per il 2010, dovrebbero essere intensificati gli sforzi per ridurre al 10% la dispersione scolastica e per assicurare che almeno l'85% dei ventiduenni abbiano completato l'educazione secondaria superiore. Per la fine del 2007 a tutti i giovani che hanno lasciato la scuola e sono disoccupati dovrebbe essere offerto entro sei mesi un lavoro, un apprendistato, una formazione supplementare o qualsiasi altra misura atta a favorire il loro inserimento professionale; entro il 2010 questo termine deve essere al massimo di 4 mesi.
39. Per incentivare i lavoratori anziani a svolgere più a lungo un'attività professionale il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di attuare strategie per l'invecchiamento attivo. In questo contesto dovrebbero essere considerati incentivi per prolungare la vita lavorativa, i pensionamenti progressivi, il lavoro a tempo parziale, il miglioramento della qualità della vita professionale e incentivi mirati per assicurare che il numero dei lavoratori anziani che seguono una formazione aumenti più rapidamente del numero corrispondente rispetto alla popolazione attiva totale.
40. Riconoscendo che politiche volte a promuovere la parità di genere sono vitali per la crescita economica, la prosperità e la competitività, il Consiglio europeo sottolinea che è ora di impegnarsi decisamente a livello europeo per attuare politiche che promuovano l'occupazione delle donne e per assicurare un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata. A tal fine il Consiglio europeo approva il patto europeo per la parità di genere (cfr. allegato II) e concorda che la disponibilità di strutture valide per la custodia dell’infanzia dovrebbe essere aumentata in funzione degli obiettivi nazionali dei singoli Stati membri.
41. Il Consiglio europeo evidenzia la necessità di sviluppare in maniera più sistematica nei PNR strategie a tutto campo per migliorare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese. In questo contesto il Consiglio europeo chiede agli Stati membri di porre particolare attenzione alla sfida chiave della "flessicurezza" (equilibrio tra flessibilità e sicurezza). L'Europa deve sfruttare le interdipendenze positive tra competitività, occupazione e sicurezza sociale. Pertanto gli Stati membri sono invitati a portare avanti, in accordo con le rispettive situazioni del mercato del lavoro, le riforme nel mercato del lavoro e nelle politiche sociali in base ad un approccio integrato di "flessicurezza", adeguatamente adattato agli specifici contesti istituzionali, tenendo conto della segmentazione del mercato in questione. In questo quadro la Commissione, insieme con gli Stati membri e le parti sociali, esaminerà lo sviluppo di una serie di principi comuni in materia di "flessicurezza". Tali principi potranno essere un riferimento utile nel conseguimento di mercati del lavoro più aperti e reattivi nonché di luoghi di lavoro più produttivi.
42. Esso prende anche atto della proposta della Commissione di istituire un fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, accessibile a tutti gli Stati membri, inteso a fornire un sostegno supplementare ai lavoratori privati del loro impiego in seguito a modifiche strutturali importanti nel commercio mondiale, nonché un'assistenza nella loro riconversione professionale e nella ricerca di un impiego ed invita il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione a adottare le misure adeguate per rendere il fondo quanto prima operativo, di preferenza il 1° gennaio 2007.
PARTE II
UNA POLITICA ENERGETICA PER L'EUROPA
43. Il Consiglio europeo prende atto che l'Europa si trova di fronte a numerose sfide nel settore dell'energia: la persistente situazione di difficoltà nei mercati del petrolio e del gas, la crescente dipendenza dalle importazioni e la diversificazione limitata sinora realizzata, prezzi dell'energia elevati ed instabili, l'aumento della domanda di energia a livello mondiale, i rischi per la sicurezza nei paesi di produzione e di transito e nelle vie di trasporto, le crescenti minacce poste dai cambiamenti climatici, la lentezza dei progressi nel settore dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, la necessità di una maggiore trasparenza nei mercati energetici e di un'ulteriore integrazione e interconnessione dei mercati energetici nazionali con l'imminente completamento della liberalizzazione del mercato dell'energia (luglio 2007), il limitato coordinamento tra i soggetti che operano in campo energetico mentre sono necessari cospicui investimenti in infrastrutture energetiche. L'inerzia di fronte a queste sfide ha un impatto diretto sull'ambiente dell'UE, sull'occupazione e sul potenziale di crescita.
44. In risposta a tali sfide e sulla base del ben articolato Libro verde della Commissione "Una strategia europea per un'energia sicura, competitiva e sostenibile" e del contributo del Consiglio, il Consiglio europeo esorta a definire una politica energetica per l'Europa, finalizzata a politiche comunitarie efficaci e alla coerenza tra gli Stati membri e tra le azioni nei diversi settori di intervento e che soddisfi in modo equilibrato i tre obiettivi della sicurezza dell'approvvigionamento, della competitività e della sostenibilità ambientale.
45. Il Consiglio europeo sottolinea che, per realizzare tale coerenza nelle politiche sia interne che esterne dell'UE, la politica energetica deve soddisfare le esigenze di numerosi settori di intervento. Nel quadro di una strategia di crescita e attraverso mercati aperti e competitivi, tale politica favorisce gli investimenti, lo sviluppo tecnologico, il commercio nazionale ed internazionale. È strettamente collegata alla politica ambientale, all'occupazione, alle politiche regionali e, in particolare, alla politica dei trasporti. Gli aspetti di politica estera e dello sviluppo stanno inoltre acquistando sempre maggiore importanza nella promozione degli obiettivi di politica energetica in altri paesi. Il Consiglio europeo invita pertanto a realizzare un maggior coordinamento tra le pertinenti formazioni del Consiglio ed invita la Commissione europea a tener conto dei principi di una migliore regolamentazione nella preparazione di ulteriori azioni.
46. La politica energetica per l'Europa dovrebbe essere elaborata sulla base di una comprensione e di conoscenze adeguate del fabbisogno energetico e delle politiche energetiche degli Stati membri, tenendo presente il ruolo strategico del settore energetico. La politica energetica per l'Europa dovrebbe pertanto fondarsi su una visione condivisa delle prospettive concernenti l'offerta e la domanda a lungo termine e su una valutazione oggettiva e trasparente dei vantaggi e degli svantaggi di tutte le fonti di energia e dovrebbe contribuire in modo equilibrato ai suoi tre obiettivi principali.
a) Aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento mediante:
• lo sviluppo di un approccio comune in materia di politica delle relazioni esterne a sostegno degli obiettivi di politica energetica e la promozione del dialogo in materia di energia tra, da un lato, l'UE ed i suoi Stati membri e, dall'altro, i loro principali partner, siano essi paesi produttori, di transito o consumatori, in sinergia con le competenti organizzazioni internazionali;
• una maggiore diversificazione riguardo alle fonti energetiche sia interne sia esterne, ai fornitori ed alle vie di trasporto, sostenuta da investimenti nelle necessarie infrastrutture, inclusi gli impianti di GNL;
• approcci operativi comuni per far fronte alle situazioni di crisi in uno spirito di solidarietà, tenendo conto degli aspetti di sussidiarietà.
b) Assicurare la competitività delle economie europee e prezzi abbordabili dell'approvvigionamento energetico a vantaggio sia delle imprese sia dei consumatori, in un quadro normativo stabile:
• cooperando con gli Stati membri per completare l'apertura del mercato interno dell'elettricità e del gas per tutti i consumatori entro la metà del 2007, accettando nel contempo la particolare situazione di alcuni Stati membri piccoli e isolati;
• assicurando l'applicazione completa, effettiva e trasparente della legislazione del mercato interno, che dovrebbe svolgere altresì un ruolo fondamentale nella sicurezza dell'approvvigionamento;
• promuovendo approcci simili a quelli del mercato interno dell'energia nei paesi vicini e rafforzando il coordinamento e il ruolo delle autorità di regolamentazione nel settore energetico;
• accelerando lo sviluppo della cooperazione regionale in materia di energia all'interno dell'UE, facilitando l'integrazione dei mercati regionali nel mercato interno dell'UE e l'ulteriore sviluppo di quest'ultimo, con particolare attenzione ai paesi e alle regioni in ampia misura isolate dal mercato energetico dell'UE;
• incoraggiando lo sviluppo rapido e coerente delle capacità di stoccaggio e delle infrastrutture, in particolare delle interconnessioni del gas e dell'energia elettrica, con, nel caso dell'energia elettrica, un obiettivo pari ad almeno il 10% della capacità di produzione installata degli Stati membri; come anche convenuto dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002, ai finanziamenti dovrebbero provvedere soprattutto le imprese interessate;
• riesaminando le direttive ed il quadro giuridico esistenti al fine di snellire le procedure di autorizzazione amministrativa per i progetti di investimento e sviluppare un contesto normativo più favorevole a tali progetti.
c) Promuovere la sostenibilità ambientale:
• rafforzando il ruolo guida dell'UE mediante l'adozione di un piano d'azione ambizioso e realistico sull'efficienza energetica, tenendo presente il potenziale di risparmio energetico dell'UE del 20% entro il 2020, secondo le stime della Commissione, e tenendo conto delle misure già attuate dagli Stati membri;
• rafforzando il ruolo guida dell'UE mediante la prosecuzione dello sviluppo a livello dell'UE di energie rinnovabili (tabella di marcia) in base ad un'analisi della Commissione su come raggiungere gli obiettivi esistenti (2010) e su come sostenere, in maniera efficiente in termini di costi, gli attuali sforzi a lungo termine, ad esempio prendendo in considerazione l'aumento, entro il 2015, della quota di energie rinnovabili, con un obiettivo del 15%, e la proporzione di biocombustibili, con un obiettivo dell'8%, e sviluppando una strategia a medio e lungo termine per ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni di energia in modo da realizzare gli obiettivi della strategia per la crescita e l'occupazione tenendo conto dei problemi delle isole o delle regioni fortemente isolate dal mercato dell'energia UE;
• attuando il piano d'azione per la biomassa;
• nel contesto della definizione di una strategia dell'UE a medio-lungo termine di lotta ai cambiamenti climatici, completando il riesame del regime UE per lo scambio di quote di emissioni in quanto strumento atto a realizzare gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici in maniera efficace sotto il profilo dei costi, assicurando certezza a medio e lungo termine per gli investitori e valutando il potenziale di vari settori rispetto a tali obiettivi;
• assicurando un sostegno adeguato da parte degli strumenti di R, S & D a livello nazionale e comunitario a favore dell'efficienza energetica, delle energie sostenibili e delle tecnologie a bassa emissione.
47. Nel realizzare tali obiettivi principali la politica energetica per l'Europa dovrebbe:
• assicurare la trasparenza e la non discriminazione nei mercati;
• essere coerente con le regole di concorrenza;
• essere coerente con gli obblighi di servizio pubblico;
• rispettare pienamente la sovranità degli Stati membri sulle fonti primarie di energia e sulla scelta della combinazione di fonti energetiche.
48. Il Consiglio europeo invita la Commissione europea e l'Alto rappresentante a cooperare strettamente per quanto riguarda l'importante questione delle relazioni esterne in materia di energia e a fornire contributi per una strategia UE che potrebbe essere discussa nella prossima riunione del Consiglio europeo
49. Il Consiglio europeo accoglie con favore l'intenzione della Commissione di presentare, su base regolare a decorrere dal 2007, un riesame strategico della politica energetica che tratti in particolare gli obiettivi e le azioni necessari per una politica energetica esterna a medio-lungo termine. In tale occasione gli Stati membri potrebbero riferire in merito alle azioni di interesse europeo. Nell'ultima parte del 2006 si dovrebbero tenere discussioni preparatorie.
50. L'allegato III elenca una serie di eventuali azioni che potrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi summenzionati. La decisione di nuove azioni dovrebbe essere realizzata in sinergia con i lavori svolti dalle istituzioni e dai consessi, meccanismi o processi internazionali esistenti. Su tale base il Consiglio europeo invita la Commissione e il Consiglio a elaborare una serie di azioni con un calendario chiaro che gli consenta di adottare un piano d'azione con un ordine di priorità nella sessione di primavera 2007.
51. Data l'urgenza delle sfide da affrontare, il Consiglio europeo invita la Commissione ad iniziare con le seguenti misure:
− presentare un piano d’azione sull’efficienza energetica entro il primo semestre del 2006;
− attuare il piano d’azione per la biomassa;
− sviluppare un piano prioritario di interconnessione e facilitare la realizzazione di progetti di infrastrutture prioritarie contribuendo alla diversificazione dell’approvvigionamento e all'integrazione dei mercati regionali nel mercato interno dell'UE, prendendo atto del ruolo primario delle imprese interessate;
− rendere più efficace il dialogo UE-Russia incluso per quanto concerne la ratifica della Carta dell’energia e la conclusione del protocollo sul transito durante la presidenza russa del G8;
− sviluppare una strategia per l'esportazione dell'approccio del mercato interno dell'energia ai paesi vicini;
− garantire un'adeguata priorità all'energia nel settimo programma quadro;
− avviare l'analisi delle prospettive a lungo termine in materia di offerta e di domanda;
− migliorare la trasparenza del mercato energetico, in particolare dei dati sulle capacità di stoccaggio del gas e sulle scorte di petrolio.
PARTE TERZA
MANTENERE LO SLANCIO A TUTTI I LIVELLI
(a) Assicurare finanze pubbliche sane e sostenibili
52. Attualmente, 12 Stati membri dell'UE registrano un disavanzo eccessivo e i livelli di debito superano il 60% del PIL in diversi Stati membri. Il Consiglio europeo esorta pertanto gli Stati membri a cogliere l'opportunità della ripresa economica in atto per proseguire il risanamento del bilancio conformemente al patto di stabilità e crescita. Nell'attuale contesto di ripresa, gli Stati membri dovrebbero compiere rapidi progressi verso il loro obiettivo a medio termine e gli Stati membri in disavanzo eccessivo dovrebbero perseguire un ambizioso risanamento finanziario, ponendovi così fine al più presto.
53. Sono necessarie ulteriori riforme globali in molti Stati membri per migliorare la sostenibilità dei rispettivi regimi di sicurezza sociale e far fronte alle conseguenze economiche e finanziarie dell'invecchiamento della popolazione. In questo contesto il Consiglio europeo accoglie con favore la relazione sull'impatto dell'invecchiamento della popolazione sulle spese pubbliche, e ribadisce la strategia trivalente, mirante a ridurre il debito pubblico, incrementare i tassi d'occupazione e la produttività e a riformare i regimi pensionistici e sanitari. Si dovrebbero promuovere misure che scoraggino un ritiro anticipato dalla vita lavorativa o riducano i costi pensionistici. Il Consiglio europeo invita inoltre la Commissione ad avviare una valutazione complessiva della sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati membri entro la fine del 2006, secondo il quadro concordato in comune, che sarà discusso in seguito dal Consiglio.
54. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di migliorare ulteriormente l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica e delle entrate fiscali al fine di accrescere la qualità delle finanze pubbliche e promuovere le attività generatrici di crescita e di occupazione, in linea con le priorità del partenariato per la crescita e l'occupazione.
55. L'integrazione monetaria produce maggiori effetti indotti tra i membri. L'appartenenza alla zona euro inoltre implica in particolare la necessità di un efficace coordinamento politico per assicurare il rigore fiscale e la flessibilità per assorbire le ripercussioni degli shock asimmetrici e proseguire gli adeguamenti strutturali necessari per affrontare per esempio le tendenze contrastanti della competitività. Sotto questo aspetto, proseguire il risanamento delle finanze pubbliche e intensificare le riforme strutturali dei mercati di beni, di servizi, del lavoro e immobiliari negli Stati membri della zona euro è particolarmente importante e richiede un effettivo coordinamento delle politiche all'interno di tale zona.
(b) Completamento del mercato interno e promozione degli investimenti
56. L'ampliamento e l'approfondimento del mercato interno sono elementi essenziali per raggiungere gli obiettivi della strategia rinnovata. Di conseguenza, il Consiglio europeo invita a:
− raggiungere un accordo finale sul pacchetto REACH prima della fine del 2006, così come - se il Parlamento europeo ed il Consiglio riusciranno a giungere ad un accordo in prima lettura - sul regolamento strettamente correlato relativo alla classificazione e all'etichettatura delle sostanze e miscele pericolose;
− completare un quadro giuridico efficace per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale a livello UE e internazionale;
− fare ulteriori progressi nella semplificazione e nell'ammodernamento del sistema doganale e dell'IVA;
− promuovere un mercato finanziario pienamente integrato e ben funzionante, nonché un migliore accesso ai finanziamenti, in particolare attraverso l'attuazione delle misure attinenti al piano d'azione per i servizi finanziari (PASF) e del programma di lavoro della Commissione abbozzato nel Libro bianco sulla politica in materia di servizi finanziari (2005-2010), compiere progressi in materia di compensazione e regolamento delle transazioni in titoli, creare un'area di pagamento unica nell'UE, migliorare il quadro per la sorveglianza transfrontaliera dei settori finanziari e la gestione delle crisi e riconoscere reciprocamente le norme contabili con gli Stati Uniti.
57. Nel ricordare le sue conclusioni del marzo 2005 e le conclusioni del Consiglio "Competitività" del 13 marzo 2006, il Consiglio europeo sottolinea che il mercato interno dei servizi deve essere reso pienamente operativo, fatto salvo il modello sociale europeo, assicurando un ampio consenso sulla direttiva sui servizi. Il Consiglio europeo accoglie con favore il voto del Parlamento europeo e attende con interesse la proposta modificata della Commissione. Prende debitamente atto dell'intenzione della Commissione di basare ampiamente la sua proposta modificata sui risultati della prima lettura del Parlamento europeo, ed esprime l'auspicio che le istituzioni saranno in grado di concludere il processo legislativo in tempi rapidi.
58. Il Consiglio europeo si compiace della presentazione della comunicazione della Commissione sul funzionamento del regime transitorio sulla libera circolazione delle persone e prende atto della valutazione in essa contenuta. In questo contesto e alla luce delle esperienze raccolte, gli Stati membri notificheranno alla Commissione le loro intenzioni conformemente alle disposizioni pertinenti del trattato di adesione del 2003.
59. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a recepire, applicare e attuare pienamente la normativa comunitaria affinché i consumatori, i lavoratori e le imprese possano godere dei vantaggi di mercati senza frontiere competitivi.
60. Il Consiglio europeo ricorda il programma dell'Aia del novembre 2004 in base al quale la migrazione legale potrebbe svolgere un ruolo importante nel rafforzamento dell'economia basata sulla conoscenza in Europa e nello sviluppo economico, contribuendo così all'attuazione del partenariato per la crescita e l'occupazione. Prende atto del Piano d'azione sull'immigrazione legale presentato dalla Commissione nel dicembre 2005.
61. Il Consiglio europeo, tenendo in debito conto il principio di sussidiarietà e di proporzionalità e l'importanza del rispetto dell'acquis comunitario, sottolinea l'importanza che attribuisce ad una migliore regolamentazione a livello nazionale e europeo quale elemento essenziale per realizzare gli obiettivi del partenariato per la crescita e l'occupazione e sollecita tutte le istituzioni e gli Stati membri a tener fede ai loro impegni rispettivi, anche utilizzando una rigorosa ed equilibrata analisi dell’impatto con calcolo dei costi amministrativi, elaborando il programma modulato convenuto in materia di semplificazione per i settori prioritari dei rifiuti, dell'edilizia e dell'industria automobilistica. Gli oneri burocratici inutili ostacolano il dinamismo imprenditoriale ed intralciano notevolmente un'economia più innovativa e a conoscenza intensiva. Questi ostacoli nuocciono particolarmente alle piccole e medie imprese, che rappresentano i due terzi dei posti di lavoro in Europa.
62. Il Consiglio europeo accoglie con favore l'intenzione della Commissione di presentare un'analisi dei progressi compiuti sinora e dei punti in cui occorre ancora lavorare per continuare a progredire in tutti i settori del miglioramento della regolamentazione: semplificazione, valutazione d'impatto, abrogazione e ritiro, codificazione, analisi settoriale, riduzione degli oneri amministrativi, coinvolgimento delle imprese, piccole e medie imprese (PMI). Il Consiglio europeo rammenta che il miglioramento della regolamentazione deve essere realizzato anche dagli Stati membri nel processo legislativo interno e nel recepimento del diritto comunitario, e ribadisce il suo impegno a conseguire progressi in tutti questi settori.
63. Il Consiglio europeo riconosce l'importanza di una politica di concorrenza proattiva, di un quadro normativo che faciliti l'accesso al mercato e di una riforma degli aiuti di Stato come strumenti strategici fondamentali, atti a fissare incentivi per l'innovazione e ad assegnare le risorse produttive con efficacia. Riconosce il ruolo importante della concorrenza nel garantire prestazioni ottimali delle imprese erogatrici di servizi di rete in Europa. Invita gli Stati membri ad intraprendere iniziative in questi settori.
64. Il Consiglio europeo riconosce l'importanza cruciale per il partenariato per la crescita e l'occupazione di un uso più produttivo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) nelle imprese e nelle organizzazioni amministrative in tutta l'Unione europea. Politiche mirate, efficaci e integrate nei settori della tecnologia dell'informazione e della comunicazione, a livello europeo come a livello nazionale, sono essenziali per raggiungere gli obiettivi della strategia in materia di crescita economica e produttività. In questo contesto rileva l'importanza, per la competitività, della riduzione delle tariffe di roaming. Il Consiglio europeo invita quindi la Commissione e gli Stati membri ad attuare con vigore la nuova strategia i2010. Considerata l'importanza delle TIC, iL Consiglio europeo invita la presidenza entrante a ritornare sulla questione entro la fine del 2006.
65. A sostegno del completamento e dell'approfondimento del mercato interno, sono necessari ulteriori sforzi per realizzare progressi in materia di espansione, miglioramento, interconnessione ed interoperabilità delle infrastrutture europee. Il Consiglio europeo sottolinea che è importante realizzare i progetti RTE nel settore dei trasporti e dell'energia e che gli Stati membri e le istituzioni europee definiscano gli incentivi appropriati per gli investimenti nelle infrastrutture.
66. Il Consiglio europeo plaude al contributo del gruppo BEI alla promozione della crescita e dell'occupazione che, partendo dall'azione europea a favore della crescita, dotata di nuovi strumenti finanziari che associano le risorse pluriennali dell'UE e della BEI, orienterà qualitativamente le operazioni della banca verso maggiore rischio e valore aggiunto, attirando così capitale privato per aumentare sostanzialmente i finanziamenti disponibili per investimenti generatori di crescita destinati alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, alle PMI, alle infrastrutture e alla sicurezza energetica in Europa.
67. Il Consiglio europeo invita i pertinenti attori a prendere senza indugio le necessarie iniziative successive, tenendo conto dell'accordo finale sulle prospettive finanziarie, nel rispetto del quadro concordato per il capitale della BEI (cioè nessun aumento di capitale prima del 2010 e autofinanziamento attraverso le riserve) e della necessità di adempiere alle funzioni previste dal trattato. Sottolinea altresì la necessità di una stretta cooperazione fra la BEI e la Commissione nonché fra la BEI e la BERD al fine di sfruttare appieno la loro funzione catalizzatrice per quanto riguarda la crescita economica e l'occupazione.
68. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre l'importanza di assicurare mercati aperti e competitivi all'interno e all'esterno dell'Europa. Un risultato ambizioso ed equilibrato dei negoziati condotti in seno all'OMC sulla DDA può dare un contributo significativo alla crescita europea.
(c) Rafforzare la coesione sociale
69. La nuova strategia per l'occupazione e la crescita fornisce un quadro in cui le politiche economiche, sociali ed occupazionali si rafforzano reciprocamente, assicurando la realizzazione di un progresso parallelo per quanto riguarda la creazione di occupazione, la competitività e la coesione sociale, in conformità dei valori europei. Perché il modello sociale europeo sia sostenibile, l'Europa deve intensificare gli sforzi per creare maggiore crescita economica, un maggiore livello di occupazione e di produttività rafforzando nel contempo l'inclusione sociale e la protezione sociale, in linea con gli obiettivi previsti dall'agenda sociale.
70. In occasione della revisione intermedia della strategia, il Consiglio europeo di primavera del marzo 2005 ha affermato che la crescita e l'occupazione sono al servizio della coesione sociale. In questo contesto, il Consiglio europeo saluta con favore la relazione comune sulla protezione sociale e l'inclusione sociale ed i nuovi obiettivi e metodi di lavoro in questo settore e chiede agli Stati membri di presentare entro il settembre 2006 delle relazioni nazionali sulla protezione sociale e l'inclusione sociale per il periodo 2006-2008. La Commissione e il Consiglio informeranno ogni Consiglio europeo di primavera dei progressi nel settore della protezione sociale e dell'inclusione sociale attraverso la relazione comune. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre il contributo che le imprese possono offrire tramite la loro responsabilità sociale e accoglie con favore la recente comunicazione della Commissione su tale questione.
71. Il Consiglio europeo sottolinea che le politiche di protezione sociale e di inclusione sociale debbono essere strettamente coordinate con il partenariato per la crescita e l'occupazione, a livello nazionale come a livello europeo, allo scopo di garantire che le politiche economiche, sociali e occupazionali interagiscano in modo positivo e che la protezione sociale sia considerata un fattore produttivo.
72. Il Consiglio europeo ribadisce l'obiettivo del partenariato per la crescita e l'occupazione, secondo cui si debbono prendere iniziative per ottenere un impatto decisivo sulla riduzione della povertà e dell'esclusione sociale entro il 2010. Le politiche di inclusione sociale devono essere perseguite dall'Unione e dagli Stati membri mediante l'approccio pluridimensionale, concentrandosi su gruppi obiettivo quali i bambini in situazione di povertà. Il Consiglio europeo chiede agli Stati membri di adottare le misure necessarie per ridurre in modo rapido e significativo la povertà infantile, offrendo a tutti i bambini pari opportunità a prescindere dal loro ambiente sociale.
73. Il Consiglio europeo sottolinea che, tenuto conto dei cambiamenti demografici nell'Unione europea, i tassi di occupazione debbono essere aumentati, promuovendo altresì la riconciliazione fra lavoro e vita familiare. Per far fronte a queste sfide demografiche sarà necessario sostenere politiche che consentano di conciliare la vita lavorativa, i figli e la vita familiare, e che favoriscano le pari opportunità, la solidarietà fra le generazioni, la promozione della salute, il miglioramento della custodia a prezzi accessibili per i bambini e le altre persone che necessitano assistenza, l'apprendimento permanente ed un maggiore tasso di occupazione dei giovani, dei lavoratori anziani e dei gruppi svantaggiati. In questo contesto un ruolo importante sarà svolto dal Fondo sociale europeo.
74. Un ulteriore progresso è altresì necessario per quanto riguarda le misure destinate ai giovani, compresa l'attuazione del Patto europeo per la gioventù. Il Consiglio europeo incoraggia gli Stati membri a rafforzare i legami fra le politiche in materia di istruzione, formazione, occupazione, inclusione sociale e mobilità, così da sviluppare strategie trasversali più efficaci. La Commissione e gli Stati membri sono invitati a coinvolgere i giovani e le organizzazioni giovanili nell'attuazione del Patto europeo per la gioventù.
(d) Crescita sostenibile dal punto di vista ambientale
75. Oltre alla sua importanza in quanto tale, la politica ambientale può dare un significativo contributo a crescita e occupazione ed avere un impatto positivo su settori importanti quali la salute pubblica, i costi di assistenza sanitaria, l'inclusione e la coesione sociale, nonché sullo sviluppo di una politica energetica per l'Europa, inclusa la promozione della sicurezza e dell'efficienza energetica.
76. Il Consiglio europeo approva le seguenti linee d'azione:
− forte promozione e diffusione delle innovazioni ecologiche e delle tecnologie ambientali, fra l'altro attraverso il Piano di azione per le tecnologie ambientali e prevedendo la fissazione di obiettivi di prestazione;
− in seguito al piano d'azione di Montreal sul clima nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, preparazione tempestiva di opzioni per un accordo post-2012 coerente con l'obiettivo di 2°C mediante un impegno costruttivo in un ampio dialogo su un'azione cooperativa a lungo termine e nel contempo mediante un processo ai sensi del protocollo di Kyoto;
− rivedere gli indicatori strutturali ambientali per una più completa e coerente copertura della dimensione ambientale della strategia per la crescita e l'occupazione;
− attuare con urgenza l'obiettivo dell'UE di arrestare la perdita di biodiversità entro
il 2010, in particolare integrando le misure necessarie in tutte le pertinenti politiche dell'agenda di Lisbona, compresa l'elaborazione di un indicatore strutturale sulla biodiversità e mediante la rapida presentazione e discussione della comunicazione della Commissione sulla biodiversità;
− esplorare azioni specifiche intese a conseguire modelli di consumo e modelli di produzione più sostenibili a livello UE e a livello globale, compreso lo sviluppo di un piano d'azione dell'UE in materia di consumo e produzione, e promuovere gli appalti pubblici rispettosi dell'ambiente, fra l'altro, sostenendo criteri ambientali e obiettivi di prestazione ambientale, esaminando quanto prima la proposta di direttiva sulla promozione di veicoli non inquinanti per il trasporto su strada e progredendo verso la realizzazione di un'ambiziosa politica europea basata sulle fonti;
− esplorare ulteriormente gli incentivi e i disincentivi appropriati, nonché una riforma dei sussidi che hanno notevoli effetti negativi sull'ambiente e sono incompatibili con lo sviluppo sostenibile, in vista di una loro graduale eliminazione.
Spesa per l'R&S (2004) in percentuale del PIL e obiettivi fissati dagli Stati membri nei programmi nazionali di riforma
Stato membro | 2004 1 | Obiettivo per il 2010 o per altri anni 2 | Osservazioni |
Belgio | 1,93 | 3,00 | |
Repubblica ceca | 1,28 | 2.06 | Obiettivo dell'1% per l'R&S nel settore pubblico con una stima dell'1,06% della spesa del settore privato |
Danimarca | 2,61 | 3,00 | Obiettivo dell'1% per l'R&S nel settore pubblico per il 2010 |
Germania | 2,49 | 3,00 | |
Estonia | 0,91 | 1,90 | |
Grecia | 0,58 | 1,50 | |
Spagna | 1,07 | 2,00 | |
Irlanda | 1,20 | 2,50% del PIL | Obiettivo per il 2013 |
Francia | 2,16 | 3,00 | |
Italia | 1,14 | 2,5 | |
Cipro | 0,37 | 1,0 | |
Lettonia | 0,42 | 1,50 | |
Lituania | 0,76 | 2,00 | |
Lussemburgo | 1,78 | 3,00 | |
Ungheria | 0,89 | 1,8 | con partecipazione crescente del settore privato |
Malta | 0,273 | 0,75 | |
Paesi Bassi | 1,77 | 3,00 | |
Austria | 2,26 | 3,00 | |
Polonia | 0,58 | 1,65 | Obiettivo per il 2008 |
Portogallo | 0,78 | 1,80 | Obiettivo dell'1% per l'R&S nel settore pubblico e triplicazione dell'R&S nel settore privato |
Slovenia | 1,61 | 3,00 | |
Slovacchia | 0,53 | 1,80 | |
Finlandia | 3,51 | 4,00 | |
Svezia | 3,74 | 4,00 | Obiettivo dell'1% per l'R&S nel settore pubblico e invariato per l'R&S nel settore privato |
Regno Unito | 1,79 | 2,50 | Obiettivo per il 2014 |
1 Fonte: Eurostat. La maggior parte delle cifre è provvisoria. Le cifre IT, LU e PT si riferiscono al 2003.
2 Fonte: programmi nazionali di riforma; stime della Commissione europea basate sugli obiettivi comunicati da PT e SE.
7775/1/06 REV 1 26
ALLEGATO I IT
ALLEGATO II
PATTO EUROPEO PER LA PARITÀ DI GENERE
Considerando la tabella di marcia per la parità di genere proposta dalla Commissione e la necessità di:
− contribuire alla realizzazione delle ambizioni dell'UE sulla parità di genere come menzionato nel trattato,
− colmare i divari di genere nell'occupazione e nella protezione sociale, contribuendo così ad utilizzare pienamente il potenziale produttivo della forza lavoro europea,
− contribuire ad affrontare le sfide demografiche promuovendo un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per le donne e gli uomini,
il Consiglio europeo ha adottato un patto europeo per incoraggiare l'azione a livello di Stati membri e di Unione nei seguenti settori:
Misure per colmare i divari di genere e combattere gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro
− promuovere l'occupazione delle donne in tutte le fasce d'età e ridurre i divari di genere nell'occupazione, anche tramite la lotta a tutte le forme di discriminazione;
− parità di retribuzione per pari lavoro;
− combattere gli stereotipi di genere, in particolare quelli relativi alla segregazione in base al genere nel mercato del lavoro e nell'istruzione;
− considerare come rendere i regimi previdenziali più favorevoli all'occupazione delle donne;
− promuovere l'emancipazione delle donne nella vita politica ed economica e l'imprenditorialità femminile;
− incoraggiare le parti sociali e le imprese a sviluppare iniziative a favore della parità di genere e promuovere piani per la parità di genere sul luogo di lavoro;
− integrare la prospettiva di genere in tutte le attività pubbliche.
Misure per promuovere un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata per tutti
− raggiungere gli obiettivi stabiliti al Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 sulla disponibilità delle strutture per la custodia dei bambini;
− migliorare la disponibilità delle strutture di assistenza per altre persone non autosufficienti;
− promuovere il congedo parentale sia per le donne che per gli uomini.
Misure per rafforzare la governance tramite l'integrazione di genere e un migliore monitoraggio
− assicurare che gli effetti della parità di genere siano tenuti in considerazione nelle valutazioni d'impatto delle nuove politiche dell'UE;
− sviluppare ulteriormente le statistiche e gli indicatori disaggregati per sesso;
− utilizzare pienamente le opportunità fornite dalla creazione dell'Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
Il patto europeo per la parità di genere e la relazione annuale sull'uguaglianza tra donne e uomini dovrebbero essere integrati nei meccanismi esistenti di follow-up del partenariato per la crescita e l'occupazione, tenendo in considerazione il patto europeo per la gioventù, e mirare a promuovere l'attuazione dell'integrazione di genere con le azioni intraprese nell'ambito della strategia. Nella stesura di relazioni in merito all'attuazione dei loro programmi nazionali di riforma per la crescita e l'occupazione, gli Stati membri sono incoraggiati a includere la prospettiva della parità di genere, specialmente riguardo all'orientamento 18. La Commissione ed il Consiglio sono invitati a fare altrettanto nella relazione annuale sullo stato di avanzamento del partenariato per la crescita e l'occupazione.
ALLEGATO III
POLITICA ENERGETICA PER L'EUROPA
ELENCO INDICATIVO DI AZIONI
Le azioni elencate in appresso riguardano sia l'aspetto interno che quello esterno della politica energetica e possono contribuire a più di uno dei tre obiettivi. La menzione di un'azione specifica lascia impregiudicata la ripartizione di competenze tra la CE e gli Stati membri.
Sicurezza dell'approvvigionamento
Affrontare le interruzioni dell’approvvigionamento
1. Ricordando la responsabilità primaria degli Stati membri per quanto riguarda la domanda interna ed in sinergia con i meccanismi esistenti, assicurare la disponibilità di efficaci misure di attenuazione e meccanismi di coordinamento in caso di crisi nell'approvvigionamento secondo i principi di solidarietà e sussidiarietà, prendendo in considerazione ad esempio una combinazione flessibile delle misure previste dalla direttiva sull'approvvigionamento di gas, tenendo conto di dati più attendibili sulle capacità di stoccaggio e scorte di gas.
2. Migliorare la gestione della domanda, in particolare nei settori dell'edilizia abitativa e dei trasporti, per accelerare la risposta alla domanda.
3. Migliorare l'efficienza delle scorte di gas e petrolio.
Maggiore diversificazione
4. Gli Stati membri dovrebbero intensificare le loro strategie di diversificazione esaminando nel contempo la possibilità di definire un approccio comune, sia per quanto riguarda i paesi fornitori sia per quanto riguarda le rotte di trasporto. Nuove rotte di approvvigionamento del gas dovrebbero essere aperte, in particolare dalla regione caspica e dal Nordafrica. Questa diversificazione non dovrebbe essere limitata alle fonti esterne, ma dovrebbe includere lo sviluppo e lo sfruttamento del potenziale energetico interno e l'efficienza energetica.
5. Si dovrebbe accelerare il completamento delle infrastrutture di rete in direzione est-ovest ma anche sull'asse sud-nord e degli impianti di GNL (gas naturale liquefatto) che contribuiscono a tale diversificazione e dovrebbero essere incoraggiati mercati più competitivi per il GNL.
6. Fatte salve le esigenze in materia di concorrenza, occorre riconoscere il contributo dei contratti a lungo termine dal punto di vista sia della domanda sia dell'offerta.
Dimensione esterna della sicurezza dell'approvvigionamento
7. Parlare all'unisono per sostenere obiettivi di politica energetica, promuovere nei confronti di paesi terzi un approccio più cooperativo per quanto riguarda l'accesso alle risorse energetiche, la stabilità nei paesi produttori e di transito e la sicurezza energetica. Al riguardo la maggiore diversificazione da portare avanti accrescerà il margine di manovra dell'UE nelle sue relazioni con i paesi terzi.
8. Assicurare l'entrata in vigore nel 2006 del trattato che istituisce la Comunità dell’energia (con l'Europa sudorientale) e prendere in considerazione l'estensione della partecipazione al medesimo o dei suoi principi ai paesi vicini.
9. Sviluppare un quadro comune per stabilire nuovi partenariati con i paesi terzi, compresi i paesi di transito, e migliorare quelli esistenti. Tale quadro dovrebbe tener presenti le implicazioni geopolitiche dell'approccio dei paesi terzi all'energia. I partenariati tra consumatori e produttori dovrebbero essere integrati da partenariati tra consumatori. Occorre sfruttare tutti i consessi per realizzare questi dialoghi, che possono essere condotti in un contesto regionale (per es. l'OPEC, l'Euromed o la regione interessata dalla dimensione settentrionale) se ciò comporta vantaggi in termini di efficienza, anche per l'assistenza nella mediazione in caso di controversie in materia di approvvigionamento. Gli Stati membri dovrebbero essere adeguatamente rappresentati in tali consessi, segnatamente l'AIE.
10. Per ottenere il miglior risultato possibile da questi dialoghi e facilitare l'accesso dei paesi in via di sviluppo all'energia sostenibile e alla relative tecnologie, si dovrebbero sfruttare pienamente le sinergie con le organizzazioni internazionali, comprese le istituzioni finanziarie internazionali.
11. Occorre rivitalizzare il dialogo con la Russia in materia di energia, rendendolo più aperto ed efficace a sostegno degli obiettivi energetici dell'UE, considerata la reciproca interdipendenza in materia di energia e la conseguente esigenza di condizioni di investimento sicure e prevedibili per le società dell'UE e della Russia e di reciprocità in termini di accesso ai mercati e alle infrastrutture nonché di accesso non discriminatorio dei terzi agli oleodotti e gasdotti in Russia, garantendo la parità di condizioni in termini di sicurezza, compresa la sicurezza nucleare, e di protezione dell'ambiente. Occorre profondere un impegno decisivo per completare i negoziati relativi al protocollo sul transito della Carta dell'energia e assicurare la ratifica del trattato sulla Carta dell'energia da parte della Russia.
Competitività sul mercato e investimenti
Portare avanti l'integrazione dei mercati a vantaggio delle imprese e dei consumatori
12. Migliorare lo scambio regionale transfrontaliero ed accelerare lo sviluppo della cooperazione regionale nel settore dell'energia, agevolando nel contempo l'integrazione dei mercati energetici regionali nel mercato interno dell'UE e l'ulteriore sviluppo di quest'ultimo, in particolare mediante opportune misure di interconnessione. A tale scopo la Commissione dovrebbe presentare entro la fine del 2006 un piano prioritario di interconnessionne che identifichi le misure da adottare tanto a livello di Stati membri che a livello comunitario. Tali misure contribuiranno inoltre a far raggiungere l'obiettivo di un livello di interconnessione delle reti elettriche pari ad almeno il 10% della capacità di produzione installata, come convenuto nel 2002 dal Consiglio europeo di Barcellona.
13. Far funzionare le diverse reti come una rete unica dal punto di vista dell'utente finale, completando le norme tecniche necessarie per gli scambi transfrontalieri di energia e migliorando il funzionamento degli strumenti di flessibilità del mercato del gas, comprese le capacità di stoccaggio, l'accesso alle reti e la gestione della congestione nel mercato dell'energia elettrica. Si prevede che la Commissione affronterà la questione dell'accesso pieno e trasparente alle infrastrutture nella sua relazione sul mercato interno dell'energia per il 2006.
14. Assicurare l'attuazione piena, effettiva e trasparente della legislazione in vigore. Tale attuazione dovrebbe essere compatibile con gli obblighi di servizio pubblico e assicurare che la liberalizzazione sia vantaggiosa anche in termini di accesso all'energia a costi abbordabili. Questo processo di liberalizzazione dovrebbe inoltre tener conto della situazione degli Stati membri in termini di diversificazione dell'approvvigionamento affinché si eviti un controllo eccessivo da parte dei fornitori esterni.
15. Migliorare la cooperazione e il coordinamento tra autorità di regolamentazione e operatori di sistema su base regionale, tra l'altro mediante uno scambio coordinato di informazioni e a livello comunitario, per esempio muovendo da organismi amministrativi già esistenti quali il Gruppo dei regolatori europei per il gas e l’elettricità (ERGEG).
Promuovere lo sviluppo coerente delle infrastrutture
16. Migliorare le procedure di programmazione degli investimenti e il coordinamento degli investimenti a medio-lungo termine, specialmente riguardo alle interconnessioni transfrontaliere, alle infrastrutture per il gas e agli impianti di GNL, nonché alle capacità di produzione, e assicurare un clima commerciale più favorevole agli investimenti a lungo termine attraverso una maggiore trasparenza e uno scambio di informazioni in base alla programmazione degli Stati membri. Ciò dovrebbe contribuire ad avviare senza indugio l'attuazione dei progetti prioritari di infrastruttura energetica.
17. Approntare un meccanismo equilibrato per i contratti a lungo termine per rafforzare la concorrenza sul mercato interno e nel contempo salvaguardare gli incentivi agli investimenti.
18. Riesaminare le direttive vigenti e le condizioni imposte dal quadro giuridico alla luce dell'esigenza di accelerare considerevolmente le procedure amministrative di autorizzazione mantenendo nel contempo gli standard ambientali e sanitari, in particolare prendendo in considerazione i termini per le procedure.
Energia sostenibile
Energie rinnovabili
19. Elaborare un'analisi della Commissione su come conseguire gli obiettivi esistenti (2010) in materia di energie rinnovabili e su come promuovere ulteriormente tali energie (tabella di marcia), a lungo termine e con efficacia di costi, ad esempio esaminando la possibilità di aumentarne la quota al 15% entro il 2015 e, alla stessa stregua, promuovere l'utilizzazione di biocarburanti nel settore dei trasporti, esaminando la possibilità di aumentarne la quota all'8% entro il 2015, con un dialogo costruttivo con l'industria petroliera e dando il massimo sostegno alla ricerca sui biocarburanti di seconda generazione e al loro sviluppo. La fissazione di nuovi obiettivi è giustificata alla luce di un'analisi approfondita del potenziale e dell'efficacia di costi di ulteriori misure.
20. Promuovere l'uso della biomassa al fine di diversificare le fonti di approvvigionamento di carburanti dell'UE, ridurre le emissioni di gas a effetto serra e offrire nuove fonti di reddito e possibilità di occupazione nelle zone rurali portando avanti le proposte contenute nel piano d'azione per la biomassa, in tutti i suoi tre settori: riscaldamento e refrigerazione, energia elettrica e trasporti. Ciò dovrebbe essere sviluppato nel quadro di una strategia a lungo termine per la bioenergia al di là del 2010.
21. Attenuare gli ostacoli legislativi e amministrativi per il decollo delle fonti energetiche rinnovabili agevolando l'accesso alla rete, eliminando la burocrazia e assicurando la trasparenza, l'efficacia e la certezza delle politiche di sostegno.
Efficienza energetica
22. Tenendo presente il potenziale di risparmio energetico nell'UE pari al 20% entro il 2020 secondo le stime della Commissione, la Commissione dovrebbe proporre un piano d'azione ambizioso e realistico sull'efficienza energetica, inteso a rafforzare il ruolo guida dell'UE, che possa essere adottato nel 2006, e prendere in esame in che maniera si possano far impegnare i paesi terzi a progredire in materia di efficienza energetica.
23. Migliorare l'efficienza energetica, in particolare nel settore dei trasporti, visto l'importante ruolo che questo svolge, ricorrendo a strumenti efficaci sotto il profilo dei costi, fra cui gli accordi volontari e le norme di emissione.
24. Attuare appieno la legislazione concernente il rendimento energetico nell’edilizia, l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici.
25. Aumentare notevolmente l'efficienza delle centrali elettriche, in particolare promovendo ulteriormente l'uso delle centrali di cogenerazione.
Contribuire alla politica in materia di cambiamenti climatici
26. Contribuire allo sviluppo di una strategia dell'UE a medio-lungo termine di lotta ai cambiamenti climatici in una prospettiva post-2012 e per conseguire gli attuali obiettivi di Kyoto.
27. Completare tempestivamente il riesame del regime UE per lo scambio di quote di emissioni quale strumento atto a realizzare gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici in maniera efficace sotto il profilo dei costi, tenendo conto del suo impatto sui tre obiettivi della politica energetica e sui mercati dell'energia, del potenziale di crescita e della struttura industriale degli Stati membri, nonché dell'esigenza di certezza a medio e lungo termine.
28. Nel dialogo con i paesi terzi in materia di energia, l'UE dovrebbe agevolare lo sviluppo di sistemi energetici sostenibili ed efficienti e adottare un approccio più proattivo alla lotta ai cambiamenti climatici, attraverso la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, delle tecnologie a bassa emissione e dell'efficienza energetica e l'attuazione dei meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto.
Azioni orizzontali e di sostegno
Definire politiche basate su dati di fatto
29. Sviluppare strumenti di analisi (modellizzazione energetica e scenari regionali, indicatori) e di monitoraggio del mercato e delle scorte per fornire all'UE una visione condivisa delle prospettive a lungo termine dell'offerta e della domanda per quanto riguarda l'UE e i suoi partner, in sinergia con altre istituzioni internazionali. La Commissione è in particolare invitata a compiere rapidi progressi sui mezzi atti a creare trasparenza e prevedibilità riguardo alla domanda e all'offerta sui mercati dell'energia dell'UE e a integrare il lavoro dell'AIE, evitando tuttavia duplicazioni.
30. Xxxxxxxx i vantaggi e gli svantaggi di tutte le singole fonti energetiche per quanto riguarda i tre obiettivi della politica energetica; questa valutazione dovrebbe riguardare tutte le varie fonti, dalle fonti interne di energia rinnovabile al carbone pulito, nonché il futuro ruolo dell'energia nucleare nell'UE per gli Stati membri che desiderano valersi di quest'opzione.
Ricerca, sviluppo e dimostrazione - Sviluppo tecnologico
31. Aumentare il grado di priorità per l'energia nei bilanci nazionali e comunitari relativi all'RS & D, in particolare nell'ambito del settimo programma quadro, concetrandosi sull'efficienza energetica, le energie sostenibili e le tecnologie a bassa emissione, che rispondono alle sfide che l'UE deve affrontare.
32. Sostenere tali tecnologie mediante una più ampia gamma di piattaforme e partenariati con paesi terzi e facilitare l'assorbimento da parte del mercato delle risultanti tecnologie, anche mediante gli strumenti comunitari pertinenti, in modo da incoraggiare il ruolo guida dell'UE.
Coordinamento
33. Per assicurare un'attuazione coerente delle azioni prioritarie indicate, dovrebbero essere sviluppati orientamenti generali condivisi che trattino le varie componenti della politica energetica attuata dagli Stati membri, tenendo nel debito conto le peculiarità dei diversi Stati membri.
DICHIARAZIONE SULLA BIELORUSSIA
Il Consiglio europeo condanna l'arresto, effettuato questa mattina dalle autorità bielorusse, di manifestanti pacifici che esercitavano il loro legittimo diritto alla libertà di riunione per protestare contro il modo in cui sono state condotte le elezioni presidenziali. Il Consiglio europeo deplora che le autorità bielorusse non abbiano rispettato gli impegni dell'OSCE in materia di elezioni democratiche e ritiene che le elezioni presidenziali svoltesi in Bielorussia il 19 marzo siano state viziate da irregolarità fondamentali. In un continente di società aperte e democratiche, la Bielorussia costituisce una triste eccezione.
Il Consiglio europeo ha pertanto deciso di adottare misure restrittive nei confronti dei responsabili delle violazioni delle norme internazionali in materia elettorale, incluso il presidente Xxxxxxxxxx. Continueremo ad agire in stretto coordinamento con i partner internazionali.
Nel contempo il Consiglio europeo esprime soddisfazione per il messaggio di speranza lanciato dall'opposizione democratica e dalla società civile bielorussa. I loro coraggiosi sforzi per far progredire la causa della democrazia in circostanze eccezionalmente difficili meritano il nostro pieno riconoscimento e sostegno. L'Unione europea ribadisce l'impegno ad interagire con la società bielorussa rafforzando ulteriormente il suo sostegno alla società civile e alla democratizzazione; essa intensificherà inoltre i contatti interpersonali e migliorerà l'accesso alle fonti indipendenti di informazione.
Il Consiglio europeo chiede l'immediato rilascio di tutte le persone detenute. Esso invita le autorità bielorusse ad astenersi da azioni nei confronti di eventuali ulteriori proteste pacifiche. Esorta i partner internazionali, e in particolare gli altri paesi confinanti con la Bielorussia, ad adottare lo stesso approccio nei confronti di quest'ultima.
7775/1/06 REV 1 35
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