ESTERNALITA’ POSITIVE NEL “CONTROLLO” SINDACALE DELLE PRESSIONI COMMERCIALI
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UFFICIO STUDI – ROMA
Aderente a UNI Global Union
ESTERNALITA’ POSITIVE NEL “CONTROLLO” SINDACALE DELLE PRESSIONI COMMERCIALI
(CONTROLLO DELLE POLITICHE COMMERCIALI NELL’IPOTESI DI ACCORDO
PER IL RINNOVO DEL CCNL)
PERCORSI DI APPROFONDIMENTO
Contributo al dibattito Ufficio Studi UILCA
MARZO/APRILE 2015
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PREMESSA
Durante una recente audizione presso la Commissione Finanze del Senato, il Governatore Bankitalia Xxxxxxx Xxxxx si è soffermato sul tema della trasparenza del sistema creditizio italiano e sulla imprescindibile necessità di rafforzare il grado di fiducia nelle banche da parte della clientela, particolarmente di quella meno in grado di comprendere il rischio dell’investimento in prodotti finanziari evoluti spesso assai complessi. Tale utenza – ha fatto notare Xxxxx – va “resa pienamente consapevole del fatto che potrebbe dover contribuire al risanamento di una banca anche nel caso in cui investa in strumenti finanziari diversi dalle azioni, il che fa venir meno la certezza del mantenimento del valore del capitale investito, fino ad ora radicata nella consapevolezza dell’investitore.”1
E’ il noto principio del “bail in” per la risoluzione delle crisi bancarie in Europa.
Visco infine ha ricordato che nel sistema italiano “c’è una parte importante di esternalità negative e di difficoltà” di cui necessariamente tutti gli operatori economici devono tener conto.
Scopo di questa nota è illustrare brevemente come l’Ipotesi di Accordo per il rinnovo del CCNL dei lavoratori bancari si muova proprio in questa direzione: affiancare alla tutela dei lavoratori del settore (attraverso adeguati aumenti retributivi, F.O.C., salvaguardia degli inquadramenti, etc.) la tutela della variegata fascia di utenti dei servizi bancari (attraverso trasparenza e promozione di azioni di vendita eticamente corrette e svincolate da incongrue pressioni commerciali). Utilizzeremo a tal fine il concetto proprio della teoria economica di “esternalità positive”, in questo caso derivanti proprio dall’azione sindacale.
1 Una sintesi dell’intervento di Visco in: “Il Sole 24 ore”, 23 aprile 2015.
1. UN RICHIAMO ALLA TEORIA ECONOMICA DELLE
ESTERNALITA’
Il concetto di economie esterne positive (esternalità positive) e di economie esterne negative (esternalità negative) è stato rigorosamente definito ed analizzato, a partire dagli anni ’70, da economisti di grande spessore quali X.Xxxxx, X.X.Xxxxxx, X.X.Xxxxxxxx, X.Xxxxx. In estrema sintesi, con il termine generico di esternalità si definisce l’influenza che l’attività economica di un soggetto esercita, al di fuori delle transazioni di mercato, sulla produzione o il benessere di un’altra persona, in modo positivo (economie esterne positive) o negativo (economie esterne negative o diseconomie esterne)2.
Un tipico esempio di esternalità positiva è dato dal beneficio che un apicoltore riceve dalla presenza di piante ricche di polline adiacenti al suo campo ma non di sua proprietà. Un esempio classico di esternalità negativa (purtroppo di drammatica attualità) è dato dai fumi di un’acciaieria che inquinano territorio e abitazioni limitrofi.
Generalmente, il tema delle esternalità positive, fondamentale per ogni teoria e prassi riguardante sviluppo economico e crescita di un Paese, è trattato dai policy maker con riferimento ai problemi cruciali dell’efficienza e del benessere economico3. Ed è proprio su questo versante, quello dell’efficienza e del benessere collettivo che si connota il concetto di esternalità che a noi qui interessa e su cui svolgeremo alcune brevi considerazioni. Per adesso ci limitiamo a riportare alcune osservazioni sul tema – a nostro avviso molto utili – del prof. Xxxxxxxx Xxxxxxxx, docente di Politica economica all’Università La Sapienza di Roma:
2 Cfr. la voce esternalità in Economia, Garzanti editore, 2011 o, più approfonditamente, il capitolo Economia del benessere e intervento pubblico in economia in X.XXXXX e X.XXXXXXX, Economia Politica, Il Mulino, 2001.
3 Si veda, ad esempio, X.XXXX (a cura di), Corso di Scienza delle Finanze, Il Mulino, 2012 oppure, in forma più sintetica, X.XXXXXXXX, Compendio di Scienza delle Finanze, Maggioli editore, 2009.
“Le esternalità consistono nel provocare danni di cui non si tiene conto nel decidere la propria azione (e in tal caso sono negative), oppure nel generare benefici per i quali non si viene compensati (e allora le esternalità sono positive). Nel primo caso, poiché non tutti i danni o costi sono considerati, l’azione viene svolta troppo intensamente rispetto al livello che assicurerebbe il massimo benessere; mentre l’opposto accadrebbe nel secondo caso, come conseguenza della mancata considerazione di tutti i benefici. In queste situazioni è possibile, con opportuni interventi, fare in modo che tutti stiano meglio…”4.
2. PRESSIONI COMMERCIALI CHE GENERANO
ESTERNALITA’ NEGATIVE
Le annotazioni testé riportate sono utili a spiegare come incongrue pressioni commerciali sui lavoratori del settore finanziario possano generare esternalità negative (soprattutto dopo l’attivazione, a livello europeo, del principio del bail in ) e come la ferma azione sindacale per la trasparenza e per la negoziazione consapevole di prodotti finanziari possa, al contrario, tradursi in esternalità positive e quindi accrescere il benessere collettivo (ad esempio contenendo le ben note asimmetrie informative nel rapporto banca/cliente) 5.
Il fondamentale tema della trasparenza e del potenziale valore etico della funzione creditizia6 era – come ben noto –
4 X.XXXXXXXX, Politica economica, Egea, 2014, pag. 64.
5 In tema di asimmetrie informative nell’attività di negoziazione di strumenti finanziari, soprattutto con riferimento all’obbligo di astensione per l’intermediario di dar corso a ordini di investimento nel caso di inadeguatezza dell’operazione al profilo di rischio dell’investitore (c.d. suitability rule), cfr. X.XXXXXXXXX, I rapporti tra banca e clientela
– Xxxxxxxxxx e condotte abusive, Cedam, 2008, pp. 169/285.
6 I problemi relativi alla trasparenza dei prodotti finanziari, dopo la complessa riforma del 2010, sono, sotto il profilo giuridico, esaurientemente trattati in A.A. DOLMETTA, Trasparenza dei prodotti bancari. Regole, Zanichelli, 2013; si
fortemente sottolineato già nel “Protocollo sullo sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario”, sottoscritto da ABI e XX.XX. il 16 giugno 2004, ed oggi esplicitamente richiamato nell’ “Ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL dei lavoratori bancari”, siglato il 31 marzo 2015 (vedasi il par. 6). In particolare, al punto 7 del citato Protocollo, si ribadisce che “vi sono valori etici fondamentali cui devono ispirarsi tutti coloro che, ai diversi livelli, operano nelle imprese e l’azione delle imprese stesse e dei lavoratori deve dunque mirare ad uno sviluppo sostenibile e compatibile; ciò comporta anche la costante attenzione agli impatti sociali ed ambientali connessi all’esercizio della propria attività”. Aprendo poi il delicato e controverso capitolo della valutazione oggettiva dei sistemi incentivanti al personale e dell’attenzione costante alla propensione al rischio del cliente (punto 8), il Protocollo riaffermava il valore imprescindibile del “controllo” paritario imprese bancarie/XX.XX. su sistemi, modalità, strumenti di vendita di prodotti finanziari non sempre di immediata comprensione per la clientela, soprattutto di quella (numericamente ancora rilevante in Italia) non dotata di una soddisfacente financial literacy.
In breve: la sollecitazione commerciale nella negoziazione di prodotti finanziari complessi e rischiosi non va “criminalizzata”
– come sottolineato in vari contesti dalla UILCA e dal suo
veda anche: X.XXXXXX, Sistema e sottosistemi nella nuova disciplina della trasparenza bancaria, Banca Borsa Titoli di credito, n.4, luglio/agosto 2014, pp. 377/419.
Ufficio Studi7 - ma coerentemente inserita in un quadro di rapporti trasparenti ed eticamente corretti impresa bancaria/clientela retail e corporate Pubblica Amministrazione. Solo così – a nostro avviso – è in grado di generare esternalità positive cui beneficia, nel lungo periodo, l’intera struttura economica del paese e non diseconomie esterne che, al contrario, vengono inevitabilmente a prodursi in caso di pressioni commerciali generalizzate ed eticamente scorrette.
3. AZIONE SINDACALE E ESTERNALITA’ POSITIVE
In termini semplificati e richiamando l’esempio classico di esternalità positiva prima segnalato, come l’apicoltore riceve un indubbio beneficio dalla presenza di piante ricche di prezioso polline adiacenti il proprio campo, così non solo l’impresa finanziaria che esercita un attento controllo sulle pressioni commerciali ma l’intero contesto (territorio) economico in cui essa opera ricevono un duraturo beneficio dalla corretta azione di commercializzazione di prodotti finanziari. La prima in termini di profitto di lungo periodo, di immagine, di fedeltà della clientela, di capacità concorrenziale; il secondo (esternalità positiva) in termini di benessere collettivo. Un prodotto “adeguato” ed “adeguatamente” proposto alla clientela genera sempre valore, per chi lo vende, per chi lo acquista e per la società nel suo complesso.
Vi sono pertanto più ragioni per poter affermare con certezza che l’azione svolta dalle XX.XX. del settore creditizio in tema di miglioramento della trasparenza del sistema creditizio e contenimento delle pressioni commerciali rappresenta un’esternalità positiva di fondamentale
7 Si vada, ad esempio, il documento dell’Ufficio Studi UILCA: Distress sul lavoro – Le pressioni commerciali nel settore creditizio e assicurativo, Approfondimenti, marzo/aprile 2012. Una panoramica sul problema delle pressioni commerciali nel settore in: X.XXXXX, Il ritorno delle pressioni commerciali, Il Sole 24 ore, 14 marzo 2015.
importanza per tutti gli operatori economici (non ultime le Istituzioni pubbliche). Così come incongrue pressioni commerciali possono rappresentare un’esternalità negativa per imprese, istituzioni, singoli risparmiatori/investitori che – come ricordava Visco – possono perdere “la certezza del mantenimento del valore del capitale investito”.
Di questi problemi, tipici per altro di quel capitalismo finanziario di cui parla l’economista Xxxxxx Xxxxxxx, spesso non si ha piena consapevolezza o la si raggiunge quando ormai è troppo tardi per porvi rimedio. L’Ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL dei lavoratori bancari – a giudizio della UILCA – può dunque oggi rappresentare un utile strumento… “perché tutti stiano meglio”.