LA STAGIONE CONTRATTUALE 2002•2005
FPtelex1
FUNZIONE PUBBLICA
CGIL
ANNO XX MENSILE - EURO 1,00 A FASCICOLO - N. 1 GENNAIO 2004 - Sped. in abb. post. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 000/00 - Xxxxxxx xx Xxxx
LA STAGIONE CONTRATTUALE 2002•2005
Le premesse
di Xxxxxxx Xxxxx
nare le richieste relative al biennio 2002/2003.
L’ultima questione riguardava la tenuta
sione della Legge Finanziaria per il 2002, eravamo costretti all’azione di sciopero. Ad inizio anno proclamammo
ma del contratto il 14 maggio 2002.
In autunno si apre la trattativa per il comparto ministeri. A dicembre ripren-
per una conclusione rapida e positiva del negoziato. A fine novembre firmia- mo una pre-intesa che due settimane
Quando iniziammo ad affrontare la sta- gione contrattuale 2002/2005, aveva- mo cognizione che si sarebbe trattato di una stagione eccezionale e, conse- guentemente, molto difficile.
Da un lato le politiche del Governo non erano certamente orientate positiva- mente verso il mondo del lavoro, dal- l’altro la dinamica inflattiva mostrava un peggioramento, senza che ci fosse- ro interventi tesi a contenerla, soprat- tutto nel momento della conversione da lira in euro, come avremmo pur- troppo constatato successivamente. Nella discussione del Comitato Diret- tivo delineammo, chiaramente, come costruire le piattaforme, “leggere” in quanto a numero di questioni da ri- vendicare, ma “pesanti” nel contenuto delle richieste; definimmo prioritaria
la questione economica e confermam- mo l’assetto contrattuale con la difesa
dei rapporti unitari. La firma separata del patto per l’Italia, che seguiva a quel- la sull’accordo per i contratti a tempo determinato, avevano creato una rottu- ra vera nei rapporti con Cisl e Uil. Nessuno poteva essere sicuro che non ci sarebbero stati riflessi sul rapporto unitario anche nella nostra categoria. Decidemmo di impegnarci fino in fon- do per non disperdere il patrimonio di lavoro unitario, tenendo ben saldi i no- stri punti prioritari.
L’accordo del 4 febbraio e l’inizio dei negoziati
Da subito dovemmo constatare la fon- datezza della previsione di un rinnovo duro da conquistare. Già alla fine del 2001, in concomitanza con la discus-
un’ulteriore iniziativa, organizzando una grande manifestazione dei settori pubblici a Roma. Sull’onda di questa mobilitazione costringemmo il Governo, il 4 febbraio 2002, alla firma dell’accordo in cui definimmo la quan- tità economica di riferimento per i rin- novi dei contratti pubblici. Un punto fermo, che abbiamo rivendicato duran- te le trattative in tutti i comparti, anche di fronte ai ripetuti tentativi del Governo di non generalizzare e di non onorare l’accordo. Intesa di cui abbiamo prete- so l’aggiornamento, visto l’allungarsi delle trattative e l’accelerazione conti- nua dell’inflazione.
Subito dopo l’accordo di febbraio si apre la trattativa per il comparto sicu- rezza, trattativa che si chiude con la fir-
diamo le iniziative di sciopero di nuovo in concomitanza con la discussione in Parlamento sulla Finanziaria. Questo sciopero sblocca la trattativa per lo Stato e a febbraio, sottoscriviamo l’ipo- tesi di accordo. Subito dopo si avvia la trattativa per gli enti pubblici che si conclude a giugno, con la firma dell’i- potesi, dopo lo sciopero dei settori pubblici effettuato a maggio.
Lo sciopero di giugno permette di av- viare le trattative per le autonomie loca- li, che si concludono con l’accordo del 16 ottobre 2003. Segue poi la trattativa per la sanità pubblica, che procede a fa- tica fino a quando non proclamiamo un altro sciopero e organizziamo una serie di manifestazioni regionali in cui obbli- ghiamo gli amministratori a schierarsi
dopo si trasforma in ipotesi di accordo. In questi ultimi giorni abbiamo siglato l’ipotesi di accordo per il primo con- tratto delle Agenzie fiscali, anche gra- zie all’ennesimo sciopero e alle mani- festazioni che hanno investito tutto il territorio.
Un primo bilancio
La conclusione sostanziale (per la Sanità non abbiamo ancora la firma de- finitiva) di questi CCNL ci permette di fare il punto di questa stagione contrat- tuale. E’ un bilancio positivo perché ab- biamo realizzato gli obiettivi che ci era- vamo prefissi. A partire dagli incre- menti economici, che hanno tenuto conto dell’aumento del costo della vita, e che abbiamo ripartito, per la massima parte, sul salario fisso, fissando decor- renze che hanno permesso di recupe- rare i ritardi della conclusione dei ne-
del contratto nazionale, riservandoci interventi di manutenzione sulla nor- mativa e tentando di apportare miglio- rie ai sistemi di classificazione. D’altronde sulla parte normativa era- vamo intervenuti, nel corso del 2001, con le cosiddette code contrattuali.
CONTRATTI PtfBBLICI
Ancora una volta il governo non c’e
goziati. Xxxxxxx che oscillano dai diciot- to mesi, agli attuali venticinque mesi. La firma dei CCNL ha comportato di per se stessa, e in virtù dei contenuti stessi delle intese, la validità del contratto na- zionale di lavoro, come unica garanzia dell’universalità dei diritti. Contratto
C’era inoltre da difendere il livello di tutele e di diritti relativi ai lavori flessi- bili, visto quello che era successo per il tempo determinato e quello che si stava delineando e che, nel corso del biennio, si è purtroppo rivelato come un’ ulteriore precarizzazione del mer- cato del lavoro.
UN FRONTE COMPATTO PER DIFENDERE LA SALUTE
GRANDE pag. 3
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SERIO
AGENZIE FISCALI: È ARRIVATO
IL PRIMO CONTRATTO DI LAVORO
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XXXXXXXX-XXXXXXX
contrattazione
RAFFORZATI DIRITTI E TUTELE, RICONOSCIUTA LA PROFESSIONALITÀ
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PERONI
vigili del fuoco
PIÙ FORTI ANCHE PER DIRE NO ALLA “MILITARIZZAZIONE” DEL CORPO
all’interno
Per quanto riguarda l’aspetto economi- co già nel precedente biennio propo- nemmo e realizzammo incrementi rica- vati da una lettura dinamica dell’accor- do del 23 luglio 1993. Lo stesso ap- proccio abbiamo utilizzato per determi-
Le Segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL, insieme al- le Federazioni di categoria del pubblico impiego e al Sindacato scuola, hanno fatto il punto della situazione contrattuale dei comparti pubblici.
Una prima considerazione riguarda la legge Finan- ziaria 2004, che non contiene nessuna delle richieste che avanzammo all’atto della predisposizione del DPEF: risorse economiche per i contratti; politiche per gli investimenti; politiche per la formazione; politiche per l’occupazione; privatizzazioni e mobilità.
In particolare giudichiamo assai grave che il governo abbia stanziato meno della metà delle risorse necessa- rie per aprire la stagione contrattuale per il biennio 2004-2005. Mancano, infatti, le risorse per il recupero dello scostamento fra inflazione programmata e infla- zione reale del biennio scorso; le risorse per la contrat- tazione integrativa sono state drasticamente ridotte; le previsioni per l’inflazione programmata per il 2004- 2005 sono incredibilmente lontane dall’inflazione atte- sa. Persino il ministro Xxxxxxxx è costretto ad ammet- tere che i fondi contenuti nella Finanziaria per chiude- re i contratti che coinvolgono 3 milioni e mezzo di lavo- ratori non sono sufficienti per scongiurare il rischio di un nuovo “muro contro muro”, ma evidentemente l’ac- cordo del luglio ’93 non fa più parte dei programmi di questo Governo.
Tutto ciò determina una grave riduzione del potere d’ac-
quisto delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavorato- ri pubblici e la rottura delle regole che presiedono al modello contrattuale nel pubblico impiego che noi ri- confermiamo tutto intero.
A questo punto siamo stati costretti a dichiarare lo sta- to di agitazione, che sarà accompagnato da iniziative di mobilitazione e di lotta per ottenere un radicale cam-
biamento di quanto previsto nella Finanziaria in merito alle politiche retributive e normative del pubblico im- piego, un cambiamento che esigiamo avvenga subito. A sostegno dello stato di mobilitazione, il primo passo sarà quello di sensibilizzare le lavoratrici e i lavoratori attraverso la realizzazione di tre assemblee interregio- nali e intercategoriali di tutte le categorie pubbliche. Non possiamo altresì non denunciare le continue in- cursioni legislative e le iniziative che tendono a ridurre il peso e la titolarità della contrattazione nella pubblica amministrazione e riteniamo particolarmente grave che a biennio scaduto e nonostante il Protocollo del feb- braio 2002 sottoscritto dal Governo e dalle organizza- zioni sindacali, non siano state nemmeno avviate le trattative per i rinnovi contrattuali di Università, Ricerca, Presidenza del Consiglio, Afam, Aziende, Enti ex art. 70, Dirigenza, Medici.
Per tutti questi motivi abbiamo chiesto l’apertura ur- gente di un tavolo di trattativa con il Governo , che av- vii la nuova stagione contrattuale sulla base delle piat- taforme predisposte da tutti i comparti pubblici, che hanno al loro centro la richiesta di un aumento salaria- le pari all’8 per cento, in grado di tutelare il potere d’ac- quisto falcidiato dall’inflazione reale, dai ritardi nella definizione dei contratti del passato biennio e, soprat- tutto, dalla mancanza di un qualsiasi controllo degli au- menti dei prezzi e delle tariffe.
Infine, riteniamo che non sia più rinviabile nel tempo la conclusione dell’accordo sui fondi integrativi, cosicché cessi una intollerabile discriminazione che fin dal 1996 inibisce ai lavoratori pubblici la possibilità di garantir- si una pensione uguale a quella di cui godono tutti gli altri lavoratori.
nazionale che è bene ricordarlo, è stato messo pesantemente in discussione nelle fasi preliminari del negoziato per gli Enti Locali e nella fase conclusiva per il rinnovo del contratto della Sanità. Non abbiamo permesso l’inserimento del precariato introdotto e peggiorato con la legge 30/2003. Siamo interve- xxxx sul fronte dei diritti, da una parte in-
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XXXXXXXX
sportello diritti ALCUNI QUESITI SU: MATERNITÀ, PRIVACY E SICUREZZA XXXXXXXX
PARLAMENTO EUROPEO:
LUCI ED OMBRE SUI SERVIZI DI INTERESSE GENERALE
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pianeta giustizia L’EMERGENZA GIUSTIZIA CONTINUA
ARNONE
dal mondo LA CRONACA XXXXXXXX
all’interno
segue in ultima
vigili del fuoco
Più forti anche per dire NO
alla “militarizzazione” del Corpo
L
di Xxxxxx Xxxxxx
a chiusura di un contratto è sem- pre un momento importante
E’ l’attimo nel quale verifichi che quanto viene raggiunto al tavolo negoziale cor- risponde in termini positivi alle richieste avanzate nella piattaforma contrattuale. La chiusura di un contratto è stata spes- so, negli ultimi rinnovi, sofferta.
Perché molte volte è servito decidere l’ordine di priorità, il rinvio di alcuni ele- menti importanti, anche se secondari, la mediazione sul versante economico.
Ci sono chiusure però che segnano più profondamente di altre, perché diverse sono le condizioni di contesto, di par- tenza.
La chiusura del contratto dei Vigili del Fuoco è di questa natura.
Perché avviene a 25 mesi dalla scaden- za del precedente contratto, perché av- viene a fronte della presentazione di una piattaforma separata, perché avviene con l’incognita del possibile stravolgi- mento delle regole del gioco.
La piattaforma separata ed il percorso democratico
Quando l’unità sacrifica il merito delle ri-
chieste e delle attese dei lavoratori e del- le lavoratrici, occorre prenderne atto. Così è stato per i vigili del fuoco.
Rilevata la totale divergenza di imposta- zione contrattuale e di merito specifico con Cisl ed Uil Vigili del fuoco, abbiamo scelto un percorso, sofferto, di chiarez- za con i lavoratori e le lavoratrici del set- tore.
Un percorso lungo, che ha portato per alcuni mesi alla fase di costruzione e ve- rifica della nostra piattaforma in tutti i luoghi di lavoro.
Due gli elementi di profonda diversità: la nostra scelta di rafforzare l’attuale strumento contrattuale, contrapposta alla volontà – tuttora perseguita da Cisl ed Uil – di rilegificare il rapporto di lavo- ro dei vigili, svuotando così contratta- zione, ruolo del sindacato e ruolo delle RSU;
la nostra scelta di trovare originali stru- menti di valorizzazione della competen- za e della specificità dei vigili del fuoco, contrapposta alla scelta di “appiatti- mento” di Cisl ed Uil sul modello retri- butivo delle forze di polizia.
Infine, la nostra riflessione politica più generale: il rinnovo ed il rafforzamento del contratto di lavoro con le attuali re-
gole, rafforza anche la vertenza contro la “militarizzazione” strisciante del Corpo, voluta da questo Governo, che snatura le originarie funzioni di prevenzione e si- curezza rivolte ai cittadini, sostituendole sempre più con funzioni di ordine pub- blico. E’ evidente che questa riflessione investe anche la nostra concezione di società, di vivibilità ed, in estrema sinte- si, di democrazia.
Per dirla con una battuta “non vogliamo essere usati contro le manifestazioni dei lavoratori” e questo è veramente il ri- schio che vogliamo evitare!
La lunga vertenza e la chiusura del contratto
Il positivo rapporto con i lavoratori e la forte partecipazione in tutte le fasi della vertenza, sia sul versante contrattuale, che su quello più generale del disegno di legge, ha visto crescere costantemente la mobilitazione ed il consenso sulla no- stra linea.
Pur nella difficoltà delle “mille voci” i la- voratori hanno saputo riconoscere un percorso lineare e coerente, che mette assieme qualità del servizio e qualità del lavoro degli operatori.
Ma è stato il protagonismo dei lavorato-
ri e delle lavoratrici ed anche il forte im- pegno delle nostre strutture territoriali, che negli ultimi mesi, pur fra i tanti im- pegni di organizzazione, hanno sostenu- to la vertenza, che ha portato al fiorire delle iniziative di mobilitazione e sensi- bilizzazione su tutto il territorio naziona- le: dagli incontri con gli amministratori, con i prefetti, alle manifestazioni di piaz- za, ai presidi in occasione dell’apertura di stagioni liriche e teatrali, alle molte ini- ziative incisive che sono avvenute, an- che negli ultimi giorni, mentre il xxxxxx Xxxx era in dirittura d’arrivo.
E’ cresciuta la consapevolezza che le pa- role d’ordine della nostra vertenza “con- tratto e riforma” sono strettamente le- gate: la difesa del contratto passa anche attraverso l’opposizione forte al disegno di legge governativo.
E’ stata questa mobilitazione e questa consapevolezza che ci ha portato la scorsa settimana a rifiutare una chiusu- ra del tavolo contrattuale perché le ri- sorse offerte erano insufficienti (mentre altre organizzazioni davano già per certa la chiusura), a rimettere in pista nuove iniziative e lo sciopero del 30 gennaio. Ed ancora una volta, la forte adesione dei lavoratori ha obbligato il Governo a met-
tere a disposizione quelle risorse neces- sarie per chiudere positivamente.
Non chiedevamo risorse in più rispetto ai restanti colleghi del pubblico impiego: chiedevamo risorse aggiuntive per rico- noscere il rischio ed il disagio che quoti- dianamente riscontra il vigile del fuoco, che esce al mattino di casa e spera di ri- tornarci a fine turno.
Un primo grande risultato è stato rag- giunto: occorre consolidarlo.
Perché la lotta paga, quando le rivendi- cazioni sono frutto del lavoro e della par- tecipazione di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici.
Abbiamo raggiunto un grande risultato: non dobbiamo sprecarlo. Nei prossimi giorni partirà una consultazione ampia, approfondita, (ci sembra ci siano le con- dizioni perché sia unitaria) per chiudere quel grande percorso democratico che abbiamo avviato. Perché il risultato ri- torni nelle mani di coloro che hanno co- struito con noi il punto di partenza.
Il lavoro non è giunto al termine: ci at- tende l’impegno nel contrastare il dise- gno di legge governativo.
C
Rafforzati diritti e tutele, riconosciuta la professionalità
a cura di Xxxxxxx Xxxxxxxx
e Xxxxxx Xxxxxxx
rediamo di poter affermare che con questo rinnovo contrattuale abbiamo raggiunto uno straordinario in quanto
esso coglie le priorità individuate nella nostra piattaforma, ovvero, la conferma del modello contrattuale in vigore e l’estensione del sistema dei diritti e delle tutele, il riconoscimento del ri- schio e del disagio professionale dell’operatore. Ma entriamo nel merito:
• Introduzione di un livello di confronto in ambito
regionale, quale primo embrione di una seria po- litica di decentramento e di valorizzazione del ter- ritorio.
• Mantenimento/rafforzamento della normativa contrattuale, senza l’introduzione di alcun istituto di precarizzazione del mercato del lavoro.
• Buona difesa del potere d’acquisto dei salari, che si colloca nel quadro positivo dei restanti contrat- ti del Pubblico Impiego;
• Monitoraggio, da parte dell’Osservatorio Bila- terale, delle tipologie di infortuni e malattie per cause di servizio, presupposto indispensabile per
determinare un quadro attendi- bile dell’esposizione al rischio ed alle malattie professionali.
• Ampliamento delle tutele in materia disciplinare. Estensione dei titoli culturali per l’accesso alle varie posizioni della carriera direttiva, nonché, in prima applicazione, riduzione dell’esperienza professionale necessaria per i passaggi di profilo verticali C2 e C3, sia Tecnici che SATI.
• Riorganizzazione e valorizza- zione del Settore Aero- navigante.
• Il profilo di Assistente Tecnico Antincendi è stato posto in esaurimento.
• Riqualificazione del personale
A1 verso la posizione economica A2.
• Costituzione di una Commissione per lo studio e la revisione del sistema classificatorio.
• Recupero al Settore Operativo del Personale giudicato parzialmente inidoneo, attraverso atti- vità correlate al soccorso tecnico urgente (Formazione, Sala Operativa, Prevenzione…)
• Fermo restando il diritto alla Formazione per tut- to il Personale che, comunque, viene riaffermato, previsione di un pacchetto minimo di 12 ore per il
• Personale Operativo ed Aeronavigante, fruibili anche al di fuori dell’orario ordinario di lavoro. Istituzione dell’indennità di turno, quale ricono- scimento al disagio ed al rischio professionale del
• Personale dedicato all’attività di soccorso tec- xxxx xxxxxxx.
• Istituzione di una specifica indennità per il Personale Nautico.
• Conglobamento dell’indennità operativa nell’in- dennità di rischio e nell’indennità mensile, con i conseguenti benefici sul piano della tredicesima mensilità, del TFR e pensionistico.
• Estensione del beneficio dell’indennità di rischio e mensile nel TFR, dal 70 al 100%.
Ovviamente, non tutto è andato per il verso giu- sto, tant’è vero che sono rimasti alcuni elementi di criticità da sanare, sia nel biennio contrattuale 2004-2005 – con il quale ci proponiamo di con- solidare ed estendere i risultati raggiunti – sia nel- l’ambito della contrattazione integrativa.
In particolare, ci riferiamo all’introduzione, forte- mente osteggiata da altre organizzazioni sindaca-
li, di un terzo gradone sull’indennità di rischio, do- po 16 anni di servizio, oltre quelli previsti a 22 e 28, nonché l’estensione degli stessi al Personale SATI; alla mancata acquisizione di una copertura assicurativa per quei Vigili del Fuoco incappati in procedimenti processuali per fatti legati all’attivi- tà di soccorso; al nulla di fatto sul fronte dell’ade- sione all’INAIL.
Un discorso a parte merita, infine, la mancata estensione al personale elicotterista, sommozza- tore e nautico dell’indennità di turno – in partico- lare, quest’ultimo, effettua anche il soccorso ur- gente di terra – in quanto il loro indiscutibile dirit- to a tale beneficio, da non confondere con le in- dennità di volo, di immersione e di navigazione che già percepiscono, è stato interdetto dallo stesso decreto legge che ha destinato risorse ag- giuntive al Corpo.
Un altro aspetto, non marginale, che dovrebbe far riflettere sui devastanti effetti derivanti dagli atti unilaterali del Governo che, per inciso, sono l’ele- mento fondante del rapporto di lavoro di tipo pub- blicistico e che determinano, secondo la FP-CGIL VVF, la necessità di mantenere viva la mobilita- zione contro il DDL governativo di riforma, at- tualmente in discussione in Parlamento.
Apprezziamo dunque il risultato contrattuale rag- giunto, ma prepariamoci alle nuove dure verten- ze che ci attendono, sia in relazione al biennio economico 2004-2005, sia per chiudere definiti- vamente la partita sulla riforma del rapporto di la- voro dei pompieri.
contrattazione
AGENZIE FISCALI: è arrivato
I
il primo contratto di lavoro
di Xxxxxxxx Xxxxx
lavoratori delle Agenzie Fiscali hanno fi- nalmente il primo contratto lavoro nazio- nale.
Non vi è dubbio che la mobilitazione dei lavo- ratori a sostegno di una vertenza che si è su- bito presentata particolarmente difficile a causa dell’atteggiamento del Governo, abbia pesato non poco sui risultati che, a nostro avviso, so- no decisamente significativi.
Intanto, particolarmente importante appare l’au- mento salariale pari a circa 120 euro mensili che, calcolando l’indennità di amministrazione corrisposta per 12 mensilità, vengono così ri- partiti:
Euro 79,66 sul tabellare
Euro 8,74 conglobamento I.I.S.
Euro 19,15 indennità di amministrazione Euro 12,45 fondo unico amministrazione
La stabilizzazione, nella indennità di Agenzia, della quota parte delle risorse del F.U.A. prece- dentemente destinate al pagamento dell’inden- nità di professionalità, significa che a tutti i la- voratori verranno corrisposte in busta paga in modo fisso e continuativo, risorse che diventa-
no utili ai fini del trattamento di fine servizio. Un’altra conquista che sarebbe errato sottova- lutare, riguarda la definizione del nuovo ordina- mento che mette fine alla vecchia logica della carriera all’intero delle aree e apre la strada al- le fasce retributive che verranno ora attribuite sulla base di un’equa valutazione dell’espe- rienza professionale, dei titoli di studio e cultu- rali e della formazione collegata all’attività lavo- rativa.
Per il passaggio tra le aree è invece prevista una prova teorico-pratica, accompagnata o meno da un colloquio che deve accertare il gra- do di crescita professionale acquisita, previa va- lutazione, in sede di contratto integrativo, dei ti- toli da prendere in considerazione.
Il contratto delle Agenzie Fiscali rappresenta il primo tentativo riuscito di modifica di un ordi- namento che, al di là di alcune lievi modifica- zioni, presentava una vetustà riconducibile alla legge 312 e che pensiamo possa rappresenta- re un punto di riferimento certo anche per gli altri contratti pubblici.
E’ stato così ridimensionato il tentativo da par- te del comitato di settore, di legare strettamen- te gli avanzamenti nelle fasce retributive delle aree e i passaggi tra le stesse alla valutazione dei dirigenti che in passato, nella gestione del
cosiddetto fondino, avevano creato situazioni poco trasparenti e di malcontento tra il perso- nale.
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Per ultimo e non certamente per importanza, grazie ad una norma contrattuale apposita, ab- biamo ottenuto la definitiva sistemazione in ruo-
lo di migliaia di riqualificati.
Ora, com’è nostro costume, l’ipotesi contrat- tuale verrà sottoposta alla discussione nei po- sti di lavoro e siamo certi che i lavoratori non mancheranno di esprimere un giudizio di ap- prezzamento dei risultati.
Un fronte compatto
I
per difendere la salute
di Xxxxxxxxx Xxxxxx
l 20 gennaio scorso in tutte le azien- de del servizio sanitario nazionale si sono svolte le assemblee unitarie
dei medici e dei dirigenti sanitari, tecni- ci, professionali e amministrativi (STPA) come prima, forte manifestazio- ne del dissenso che unitariamente l’in- tera dirigenza ha voluto esprimere con- tro la progressiva azione di attacco del governo al SSN, ai suoi diritti fondanti costituzionalmente garantiti ed a tutti i suoi operatori.
La manifestazione denominata “Mille assemblee nei luoghi di lavoro” ha rac- colto una adesione massiccia, ed ha avuto la funzione di lanciare le parole d’ordine del prossimo sciopero del 9 febbraio, rendendo più consapevoli i di- rigenti degli obiettivi che l’astensione dal lavoro intende porsi e dando, al con- tempo, un chiaro segnale al Governo che i dirigenti sono ormai pronti, dopo anni di inutili promesse, a passare all’a- zione
Il 16 gennaio 2004 si è svolto, presso il ministero del Lavoro, il tentativo di con- ciliazione obbligatorio in vista dello sciopero del 9 febbraio che ha dato esi- to negativo, peraltro scontato.
E’ opportuno sottolineare come le con- troparti, ARAN e Regioni, non si siano neppure presentate, ad ulteriore dimo- strazione di una scarsissima volontà
non solo di risolvere i problemi, ma an- che semplicemente di confrontarsi con gli interlocutori sindacali.
Lo sciopero del 9 febbraio prossimo è quindi confermato e ad esso hanno ade- rito, unitamente alle altre sigle mediche e della dirigenza del SSN, sia la FP CGIL Medici che la dirigenza STPA della FP CGIL.
Le motivazioni che hanno spinto l’inte- ro fronte delle sigle mediche, della diri- genza sanitaria, tecnica, professionale ed amministrativa e perfino gli specia- lizzandi, a indire lo sciopero sono quel- le, oramai annose, legate al forte attac- co che il Governo sta portando al SSN, ai suoi operatori ed allo stato giuridico di questi ultimi, attraverso la duplice strategia dell’abbandono e del progres- sivo impoverimento economico.
Con questa azione di sciopero intendia- mo perciò rivendicare:
• l’abolizione della norma recentemente approvata che prevede l’istituzione di un super controllo centralizzato del mi- nistero dell’Economia su tutte le pre- scrizioni mediche;
• l’integrazione della legge finanziaria 2004, che deve prevedere lo stanzia- mento di fondi adeguati, come chiedo- no anche le Regioni, e finanziamenti idonei al rinnovo del secondo biennio economico del contratto della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e tecnico amministrativa;
• l’eliminazione delle proposte di legge di modifica costituzionale tese a dar vi- ta ad una devoluzione disgregatrice del sistema sanitario nazionale;
• l’eliminazione delle ingiuste penalizza- zioni categoriali previste dalla riforma previdenziale;
• l’applicazione di un corretto concetto di aziendalizzazione, inteso oggi, inve- ce, come esclusivo obiettivo di conteni- mento economico conseguito attraver- so l’eccessivo potere monocratico dei direttori generali;
• la reale partecipazione dei dirigenti medici, veterinari, sanitari e tecnico am- ministrativi alla gestione clinica delle aziende sanitarie;
• i finanziamenti per l’espletamento del- la ECM per la dirigenza sanitaria;
• la copertura economica alla specifica legge (Dlgs. 368/99) e la stipula dei con- tratti di lavoro subordinato finalizzati al- la formazione specialistica prevedendo, nel contempo, lo svolgimento dei corsi di specializzazione anche nelle strutture ospedaliere accreditate;
• l’introduzione di una tutela assicurati- va obbligatoria per l’attività medica e dei dirigenti sanitari nell’interesse anche dei cittadini;
• la realizzazione di una seria politica contrattuale, che porti ad una rapida de- finizione dei rinnovi contrattuali della di- rigenza medica, veterinaria, sanitaria e tecnico amministrativa;
• la conclusione dell’iter dell’ipotesi di CCNL relativo alle code contrattuali sot- toscritto da due anni ed ancora oggi non applicato;
• la corretta definizione dello stato giu- ridico dei dirigenti medici, veterinari e sanitari dipendenti dal Ministero della Salute ancora in attesa, dopo oltre 6 an- ni, del rinnovo del contratto di lavoro. Ci auguriamo che l’esito della manife- stazione del 9 febbraio serva ad avviare la stagione dei rinnovi contrattuali e a ri- aprire quel dialogo e quel confronto con
le parti sociali che già da troppo tempo l ‘Esecutivo ha interrotti. Se così non fosse il fronte della dirigenza del SSN che ha finalmente ritrovato una com- patta unità, saprà mantenere alta l’ini- ziativa, operando le scelte necessarie a recuperare quei diritti e quei riconosci- menti che ad oggi la politica del gover- no ha negato, diritti e riconoscimenti che intendiamo difendere non solo nel- l’interesse degli operatori del settore, ma anche e soprattutto nell’interesse del SSN e della salute dei cittadini.
pianeta giustizia
L’emergenza giustizia continua
L’
di Xxxxxx Xxxxxx
apertura dell’anno giudiziario si pre- senta ormai come la ripetizione di una litania eterna: l’impossibilità del siste-
ma giustizia di garantire un servizio all’altezza del- le aspettative e dei bisogni della società italiana a causa della sua inefficienza.
Processi troppo lunghi per essere anche giusti, procedure farraginose, ambienti di lavoro più che precari con dichiarazioni di inagibilità clamorose come a Milano e crolli di soffitti come a Roma. Carceri definite contrarie al senso di umanità per la condizione umiliante cui devono sottostare i detenuti, cronica carenza di direttori, di educato- ri, di personale amministrativo. A vedere bene, però, dalle diverse relazioni che hanno aperto l’anno giudiziario 2004 emerge un elemento omogeneo: il disinteresse, nei fatti, di chi do- vrebbe avere fra i propri compiti istituzionali la re- sponsabilità dell’efficienza del servizio che viene erogato dai Tribunali, dalle Procure, dal variega- to mondo della giustizia minorile e da quella che direttamente si occupa della detenzione di chi ha commesso reati.
L’idea di giustizia del ministro Xxxxxxxx Secondo invece l’ineffabile ingegner Xxxxxxxx, le emergenze della giustizia sono due: il rapporto fra politica e magistratura, del tutto squilibrato a fa- vore dei magistrati, a cui si risponde con le leggi per i singoli imputati eccellenti, e l’eccessiva du- rata dei processi. Ma a parte le leggi per i singoli imputati il progetto è molto più ambizioso: mette- re il bavaglio al posto della toga. Basti pensare ha progetto di riforma dell’Ordinamento Giudiziario varato al Senato, una operazione epocale si è det- to, del tutto contrario all’esigenza di legalità del paese, diciamo noi, insieme all’ANM che proba- bilmente sarà costretta a proclamare uno sciope-
ro. Svuotamento delle funzioni del CSM, gerar- chizzazione della Procure, tanto per non avere sorprese o inchieste diciamo così scomode, la tanto pubblicizzata separazione delle carriere fra giudici e PM che si realizza dietro il paravento del- la separazione delle funzioni, la previsione come illecito disciplinare della interpretazione creativa nelle sentenze, il divieto di adesione o partecipa- zione in qualsiasi forma, a partiti o movimenti po- litici. E poi visto che gratta gratta si trova la roba, una operazione clientelare che porterà all’assun- zione di altri 2250 precari denominati assistenti dei giudici, con conseguente ingresso nelle aule di giustizia di una figura del tutto nuova e contro la quale tutte le XX.XX. del ministero della Giustizia si sono pronunciate unanimemente e unitariamente.
Il vero stato della giustizia
Forse, almeno su una cosa siamo tutti d’accordo: i processi durano troppo a lungo. Ma come pensa di risolvere questa iattura, il ministro? Come in- tende rispondere al Procuratore Generale di Milano che pone alcune questioni vitali come la mancanza di carta e penna, il taglio delle spese per la stenotipia, l’impossibilità di acquistare e ripa- rare i computer, una carenza di personale per le udienze che oscilla tra il 25 e il 44 per cento? Cifre nude e crude, che riguardano uno degli snodi stra- tegici della giustizia in Italia e il fatto che proprio a Milano si celebrino alcuni fra i più importanti pro- cessi contro i più importanti esponenti del centro- destra, forse non è casuale.
Tutte le relazioni di apertura dell’anno giudiziario hanno sottolineato l’indifferenza del ministro ri- spetto a questi problemi, e a Firenze si è associa- to addirittura l’Avvocato dello Stato, nel denun- ciare come le leggi volute dall’attuale maggioran- za di governo non abbiano diminuito di un minu- to la durata dei processi per i cittadini xxxxxx.Xx
realtà, le affermazioni del ministro xxxxxx sulla giustizia che deve funzionare come un’azienda non hanno trovato alcun riscontro nelle azioni concrete.
Fa parte della stessa litania la separazione delle carriere fra giudici e P.M., che il Procuratore Generale di Torino, Xxxxxxx, si è incaricato di smen- tire con un semplice esempio: l’affare Telecom Serbia, che ha visto la contemporanea azione del- la Procura di Torino e della Commissione Parlamentare di inchiesta. Ebbene, si è chiesto Xxxxxxx, ce lo immaginiamo un PM sottoposto al- l’esecutivo che svolge indagini in contrasto con chi esercita il controllo sulla sua attività? A que- sto proposito vale la pena di ricordare che il su- perteste della commissione, l’ottimo Xxxx Xxxxxx, è ora indagato per calunnia e per altre decine di reati dalla Procura di Torino.
Questo è lo stato della giustizia nel nostro paese: magistrati che si presentano in tenuta da lavoro in una occasione così solenne come l’inaugurazione dell’anno giudiziario, a testimonianza della loro attività quotidiana e poiché la tenuta da lavoro è una toga nera, diventa anche l’occasione per ma- nifestare un lutto, un disagio grave. Ma è possibi- le che tutto debba essere ridotto meschinamente ad un complotto dei magistrati e non invece alla disonestà di chi ci governa? Ora che tiene banco il caso Xxxxxxxx, ci piace ricordare una famosa frase di Xxxxxx: “All’origine di ogni grande fortuna c’è un delitto”: come a dire, che è la vita che porta chi ha grandi fortune ad incontrarsi fatalmente con chi è preposto al controllo della legalità, ciò che dà inevitabilmente origine a conflitti. Ma se ta- li conflitti non si allargano al resto della società, se cioè il resto della società se ne disinteressa o viene esclusa, allora il loro esito è segnato, perché la legge viene piegata alle esigenze di chi può con- dizionare la politica o, peggio, di chi incarna la po- litica e il governo contemporaneamente.
Il concetto “proprietario” di giustizia
Un esempio eclatante in questo senso è la ben nota legge passata alla storia come Lodo Meccanico, che in realtà dovrebbe chiamarsi Xxxx Xxxxxxxx, anche se chi conosce il simpatico esponente di Forza Italia lo considera del tutto in- capace di concepire cose complicate. Xxxx, il Lodo, sia che lo si voglia chiamare Maccanico x Xxxxxxxx, ha permesso al presidente del Consiglio di sottrarsi solo provvisoriamente al processo di Milano. Una recentissima sentenza della Corte Costituzionale ha infatti sancito che la legge è uguale per tutti, compreso Xxxxxxxxxx, a maggior ragione per reati commessi prima di entrare in politica.
Certo, che il rapporto fra la Costituzione repubbli- cana e l’attuale maggioranza di governo non fos- se del tutto lineare si può intuire leggendo le bio- grafie della maggior parte dei leader che ne fanno parte. Alcuni sono a capo di partiti che non hanno alcuna radice nella tradizione democratica che diede origine alla nostra Carta fondamentale, mentre uno è presidente di un partito che affon- da le sue radici in un pezzo di storia che è stata spazzata via da chi ha fondato la Repubblica. Così si spiega anche la legge che doveva riordinare il sistema radiotelevisivo e delle telecomunicazioni, rinviata al Parlamento dal Presidente della Repubblica, per la palese incostituzionalità di al- cuni suoi fondamentali articoli.
Ora , di nuovo tutti al lavoro, c’è sempre un Xxxxx Xxxxx da combattimento che rispolvera una sua vecchia proposta per l’immunità non soltanto per le cinque più importanti cariche dello Stato, ben- sì per l’intero Parlamento in cui siede anche Xxxxxxx, ingiustamente escluso dal lodo confezio- nato su misura per il Presidente del Consiglio.
A questo punto la palla passa a noi, anche se non la vogliamo.
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dal mondo
editoriale
PARTE IL COMITATO DI DIALOGO SOCIALE EUROPEO PER GLI ENTI LOCALI
La Commissione europea ha deciso, dopo aver risolto le questioni della rap- presentatività sindacale europea negli enti locali (la FSESP è stata riconosciu- ta come l’unica organizzazione sinda- cale europea rappresentativa nel setto- re) di istituire formalmente, dal 2004. il Comitato di dialogo sociale europeo nel settore dell’amministrazione locale e regionale. Si tratta di un avvenimento molto importante perché è la prima vol- ta che un comitato di settore, formal- mente riconosciuto, è istituto in un comparto della funzione pubblica.
Il Comitato riconosce anche la parte dei datori di lavoro CCRE (Comitato dei co- muni e delle Regioni d’Europa) e sotto il controllo e il finanziamento della Commissione europea aprirà un tavolo di negoziazione a livello europeo.
SCIOPERO DELLA FUNZIONE PUBBLI- CA IN PORTOGALLO (23 GENNAIO 2004)
Sciopero generale della Funzione Pubblica in Portogallo il 23 gennaio 2004. I sindacati SINTAP-UGT e STAL- CGTP hanno indetto 24 ore uno sciope-
ro nazionale contro le politiche contrat- tuali e di riforma della pubblica ammi- nistrazione del governo di destra di Xxxxxxx.
In particolare per quanto riguarda la contrattazione i lavoratori pubblici por- toghesi hanno perso oltre il 5, 5 % ne- gli ultimi anni nei confronti della sola in- flazione (che nel 2003 è stata del 3,3%) ed in particolare nel 2003 i loro salari sono stati congelati. Lo sciopero è sta- to indetto contro le politiche di flessibi- lizzazione del lavoro pubblico (contrat- ti individuali), contro i licenziamenti e l’aumento dell’orario di lavoro.
Nei documenti sindacali si attacca con forza anche la politica di riforma della pubblica amministrazione condotta dal governo Xxxxxxx incentrata sulle priva- tizzazioni e sulle commercializzazioni del settore pubblico. Nel settore pen- sionistico è stata inoltre approvata, per decreto, una riforma che porta i requi- siti pensionistici per i pubblici a 36 an- ni di contribuzione e 60 anni di età.
COLOMBIA: ASSASSINAT0 SINDACALISTA DEI SERVIZI PUBBLICI
Un noto sindacalista colombiano, del sindacato Sintraemcali, il sindacato dei servizi pubblici affiliato all’Interna-
dal mondo
PARLAMENTO EUROPEO: luci ed ombre
P
sui servizi di interesse generale
di Xxxx Xxxxxxxx
oteva andare peggio per i servi- zi pubblici in Europa. Alla fine il giudizio espresso dal Parla-
mento europeo, nel suo voto del 14 gen- naio 2004 sul Libro Verde sui servizi di in- teresse generale, non è stato quello che la Commissione per gli affari economici e monetari (dello stesso Parlamento) aveva trasmesso all’Assemblea plenaria il 17 di- cembre di dicembre. Un rapporto molto duro, che a suon di pressioni degli inte- resse privati e dei conseguenti emenda- menti presentati dalla maggioranza di centro destra, aveva stravolto il primo rapporto presentato dal deputato comuni- sta Xxxxxxxx Xxxxxx, dopo il buon parere del Comitato economico e sociale dell’11 dicembre 2003, e ne aveva fatto un inno alla liberalizzazione ed alla privatizzazione dei servizi pubblici. E non solo, attraverso quel testo, si cercava di ampliare i confini delle privatizzazioni, fino ad estendersi verso l’acqua e la sanità, andando ben ol- tre le pur già abbastanza ampie politiche della Commissione. Si leggeva ad esem- pio, per quanto riguarda il settore idrico “chiede tuttavia, senza giungere alla libe- ralizzazione, una “modernizzazione” della fornitura di acqua e l’applicazione del prin- cipio della parità di trattamento delle so- cietà pubbliche e private mediante varie singole misure che comportino una limi- tata apertura del mercato e la rimozione delle restrizioni alla concorrenza”… chie- de tuttavia che, pur rimanendo al di qua della liberalizzazione, si introducano una serie di misure individuali che portino ad una limitata apertura del mercato e all’eli- minazione degli ostacoli alla concorrenza, modernizzando così il settore dell’approv-
vigionamento idrico e affermando il prin- cipio del pari trattamento delle imprese pubbliche e private;
Il risultato della votazione di gennaio can- cella una parte di queste visioni estremi- stiche e mette in un nuovo, seppur preca- rio, equilibrio le posizioni tra il ruolo dei servizi pubblici e il mercato. Un equilibrio certo precario ed ambiguo. Il testo finale, come una buona parte dei testi del Parlamento, è un patchwork di posizioni a volte anche contraddittorie, non solo in- ternamente al testo, ma anche con altre decisioni del Parlamento.
Il risultato è perciò di luci ed ombre ed è vero che si può vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda della pro- spettiva di partenza nella valutazione del- la risoluzione. Purtroppo, se si tiene con- to delle ambiguità presenti nel Libro verde e nelle politiche della Commissione, della probabile futura composizione del Parlamento europeo dopo il 13 giugno e della nuova Commissione, non c’è da sta- re allegri e l’ambiguità, o meglio la con- traddittorietà della risoluzione, possono nascondere più insidie che basi positive per il futuro del servizio pubblico in Europa.
Ma, accantonando per un attimo tutte le ombre, possiamo comunque guardare a quelle luci che emergono dagli emenda- menti, che sostenuti da una maggioranza trasversale fatta non solo dai socialisti, dai verdi e dalla sinistra, ma anche da liberal- democratici e da alcuni popolari (in parti- colare italiani), hanno permesso di indica- re anche una strada di difesa del ruolo dei servizi pubblici parallela alla strada della commercializzazione e della liberalizza- zione.
La risoluzione “invita la Commissione a
presentare un ulteriore esame, al più tardi entro l’aprile 2004, allo scopo di trarre gli insegnamenti necessari dalle consulta- zioni previste nel Libro verde e a esporre chiaramente la sua posizione in merito ad un eventuale quadro giuridico” e “chiede un quadro giuridico da elaborare a norma della procedura di codecisione” tra Commissione, Consiglio e Parlamento, “rispettando il principio di sussidiarietà, nel momento in cui vengano attuate le norme del mercato interno e della concor- renza.”
Questa parte risponde a quanto richiesto dalla Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici, e cioè di avviarsi verso una legge quadro di regolamentazione dei servizi di interesse generale? Sembre- rebbe di si, anche il comunicato stampa prodotto dal Parlamento europeo, subito dopo il voto affermava l’opposto “Servizi di interesse generale: no a una direttiva quadro… La maggioranza dei deputati ri- tengono che una direttiva quadro su que- sta materia non avrebbe senso, preferen- do piuttosto un approccio settoriale e chie- dendo alla Commissione di presentare proposte entro il mese di aprile.”
Nel merito del quadro legale, il Parla- mento europeo chiede di stabilire alcuni criteri positivi ed afferma “ il diritto degli enti locali e regionali di ‘autoprodurre’ in modo autonomo servizi di interesse ge- nerale”.
Punto molto importante e univoco: “ re- spinge l’idea che i servizi relativi alla forni- tura d’acqua e alla gestione dei rifiuti for- mino l’oggetto di direttive settoriali del mercato unico; ritiene che la fornitura d’acqua (compreso lo smaltimento delle acque reflue) non dovrebbe essere ogget- to di liberalizzazione, in considerazione
delle peculiarità regionali del settore e del- la responsabilità a livello locale per l’ap- provvigionamento di acqua potabile, oltre a varie altre condizioni relative all’acqua potabile; chiede tuttavia, senza giungere alla liberalizzazione, una ‘modernizzazio- ne’ della fornitura di acqua mediante l’ap- plicazione di principi economici, tenendo conto delle norme in materia di qualità e ambiente e dei requisiti di efficienza” ed “esprime l’opinione che nei settori dell’ac- qua e dei rifiuti i servizi non devono esse- re disciplinati da direttive settoriali comu- nitarie, ma sottolinea che l’Unione deve continuare a essere pienamente respon- sabile degli standard qualitativi e di prote- zione ambientale in tali settori”.
Con altrettanta chiarezza si dice che “re- puta che, conformemente a tutte le sue ri- soluzioni recenti, i servizi di interesse ge- nerale che rientrano tra le funzioni di base delle autorità pubbliche, quali l’istruzione e la sanità pubblica, l’edilizia popolare e i servizi sociali di interesse generale che assolvono a funzioni di sicurezza e di in- serimento sociale, vadano esclusi dal campo di applicazione della normativa co- munitaria in materia di concorrenza (…); ritiene che lo stesso principio debba ap- plicarsi ai servizi di interesse generale vol- ti a mantenere o ad aumentare il plurali- smo dell’informazione e la diversità cultu- rale; esorta la Commissione a difendere tale posizione nel contesto dei negoziati OMC e GATS”
Il Parlamento inoltre prefigura una proce- dura di valutazione democratica nel qua- dro delle linee economiche ed occupazio- nali e dei piani d’azione nazionali, in stret- ta cooperazione con le parti sociali ed il Comitato economico e sociale e “ritiene necessario, alla luce dei problemi verifica-
tisi con la liberalizzazione di taluni settori, come i trasporti ferroviari in Gran Bretagna, valutare in maniera pluralistica e contraddittoria l’impatto sull’occupazio- ne, le necessità degli utenti, la sicurezza, l’ambiente e la coesione sociale e territo- riale prima di avviare nuove fasi di libera- lizzazione”.
I parlamentari europei si sono sofferma- ti anche sulla distinzione tra servizi di in- teresse generale e servizi di interesse economico generale, rilevando che per numerosi servizi di interesse generale la distinzione «economico/ non economi- co» è estremamente difficile, in quanto i loro confini sono in rapida evoluzione. Più in generale, si ritiene che non sia pos- sibile elaborare definizioni comuni dei servizi di interesse generale, ma che l’Unione debba stabilire principi comuni in materia.
Insomma, le luci ci sono, ma, ad una let- tura più ottimista, si può dire che il Parlamento europeo abbia deciso di la- sciare aperta la strada dei servizi di inte- resse generale “ La palla è ora nella mani della Commissione europea – dice la se- gretaria generale della FSESP, Xxxxxx Xxxxxxxx Pyttel – che deve rispondere in maniera positiva al Parlamento e ricono- scere che l’Europa è ben più che qualcosa che deve aiutare i grandi interessi finan- ziari… La Commissione deve tener conto di questo voto e mettere fine alla sua idea che la deregulation dei servizi pubblici sia la panacea…”
Potrete trovare tutti i testi di cui si fa rife- rimento nella sezione Internazionale/ Servizi di interesse generale del sito na- zionale della FP CGIL xxx.xxxxxx.xx.
a cura di Xxxx Xxxxxxxx
zionale dei Servizi Pubblici (ISP), è sta- to assassinato a Cali il 17 gennaio 2004. Xxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxx era at- tivamente impegnato nella lotta contro la privatizzazione dell’azienda munici- pale dell’acqua e dell’elettricità. L’ISP ha inviato la solidarietà al sindacato e alla famiglia ed una lettera di protesta al presidente della Colombia oerchè sia avviata una seria indagine sui mandan- ti e gli esecutori del delitto.
COMMISSIONE UE: AGENDA LISBONA: LAVORO, SALTA OBIETTIVO TASSO 67% NEL 2005
E’ improbabile che venga raggiunto nel 2005 l’obiettivo intermedio di un tasso
di occupazione europea del 67%, fissa- to dai Quindici nel 2000 a Lisbona. Lo afferma il rapporto della Commissione Ue che fa il punto sullo stato di attua- zione della strategia per la piena occu- pazione entro il 2010 definita a Lisbona.
Quattro stati membri (Danimarca, Olanda, Svezia e Gran Bretagna) hanno già realizzato però l’obiettivo finale di un tasso di occupazione del 70 per cen- to e dal 1999 ad oggi, nonostante il ral- lentamento dell’economia, sono stati creati nella Ue sei milioni di nuovi posti di lavoro. L’analisi dei progressi com- piuti dimostra che il tasso di occupa- zione delle donne continua ad aumen-
tare e si dovrebbe quindi raggiungere l’obiettivo intermedio del 57 per cento fissato per il 2005.
Nel caso dei lavoratori più anziani si e’ registrato un aumento sostanziale del tasso di occupazione, che supera però appena il 40 per cento: l’obiettivo del 50 per cento resta quindi ancora lontano. Il rapporto insiste sulla necessità, di fronte alle sfide demografiche rappre- sentate da una popolazione europea che invecchia, di tenere più a lungo i la- voratori nel mercato del lavoro e attira- re quelli che non fanno parte della po- polazione attiva. Sottolineata anche l’importanza di una maggiore flessibili- tà del mercato del lavoro. Circa le pro- spettive, il documento esprime un ‘’cauto ottimismo’’ nella ripresa del mercato di lavoro nella Ue.
REGNO UNITO: SCIOPERO MINISTERIALI 29-30 GENNAIO
Sciopero dei ministeriali nel Regno Unito dopo 17 anni. Saranno coinvolti 100mila lavoratori degli uffici dei servi- zi sociali (in particolare il DWP, l’Ufficio per le pensioni), dei servizi all’impiego, dei centri dell’immigrazione, dei peni- tenziari e dei tribunali il 29 e 30 gennaio 2004. I sindacati hanno deciso lo scio-
pero dopo un referendum postale (han- no votato si allo sciopero oltre il 54 per cento) e richiedono un aumento del 3 per cento, in un settore dove i lavorato- ri sono tra i peggio pagati del Regno Unito.
COMMISSIONE UE:
DIRETTIVA ORARIO DI LAVORO
La Commissione europea ha avviato una consultazione per monitorare l’ap- plicazione nell’Ue della direttiva sull’o- rario di lavoro e sulle modalità con cui questo è calcolato in ogni stato mem- bro. Le consultazioni, che si conclude- ranno il 31 marzo 2004, serviranno an- che a esaminare le possibili modifiche da apportare alla normativa. La legisla- zione europea sull’orario di lavoro, en- trata in vigore nel 1993, stabilisce che la durata massima della settimana la- vorativa non può superare le 48 ore, ma è possibile che un lavoratore si accordi con il datore di lavoro per un diverso calcolo dell’orario di lavoro con la ri- nuncia a determinati diritti.
Secondo i dati forniti dalla Commis- sione, l’Inghilterra è il paese europeo con l’orario di lavoro settimanale più lungo in media, e il 16 per xxxxx xxx xx- xxxxxxxx xxxxxxx - xxxxx 0 milioni di per-
xxxx - lavora più di 48 ore a settimana. Sempre secondo lo studio presentato oggi dall’Esecutivo europeo, l’Italia, la Francia ed il Belgio sono gli stati dove si lavora meno ore alla settimana.
Il tavolo di lavoro aperto dalla Commissione mira a raggiungere tre obiettivi: analizzare la direttiva e le de- roghe in materia di calcolo del tempo di lavoro, valutare i compiti della giuri- sprudenza sulla qualifica del ‘’tempo di lavoro’’ e del ‘’tempo di riposo’’ e infine, consultare le parti interessate sull’e- ventuale decisione di modificare la di- rettiva. ‘’Siamo d’accordo che ognuno ha la libertà di sceglier il modo di lavo- rare’’ - ha osservato il commissario eu- ropeo per l’occupazione, Xxxx Xxxxxxxxxxxxxx, aggiungendo che ‘’alcune volte però le direttive per sal- vaguardare gli interessi dei lavoratori non sono adottate in modo corretto’’. ‘’Il nostro compito - ha concluso la Diamantopoulou - è trovare una solu- zione che rispetti gli interessi di tutte le parti, esaminando il modo migliore per la definizione dell’ orario di lavoro al fi- ne di evitare, come succede oggi, che un quadro legislativo flessibile si tra- sformi in una fonte di complicazioni inutili’’.
segue dalla prima
LA STAGIONE CONTRATTUALE 2002•2005
troducendo, prima categoria a farlo, norme per contrastare il fenomeno del mobbing, dall’altra estendendo il codi- ce di condotta contro le molestie ses- suali.
Se nei primi due accordi abbiamo do- vuto rinviare gli interventi sulla classi- ficazione per l’indisponibilità della con- troparte, nel comparto delle Regioni e Autonomie Locali e in quello della Sanità siamo intervenuti, in prima bat- tuta, con alcuni miglioramenti.
E’ importante sottolineare, infine, il ruolo determinante, nel raggiungimen- to dei risultati positivi, della capacità di mantenere un rapporto unitario con Cisl e Uil, a partire dalla presentazione delle piattaforme, lungo l’iter del nego- ziato e fino al raggiungimento dell’ac- cordo. Un patrimonio che abbiamo mantenuto grazie ad un confronto con- tinuo sui contenuti delle vertenze.
Gli scioperi e il ruolo della Commissione di Garanzia
Questi risultati, che devono ancora es- sere raggiunti per altri comparti, sono
stati realizzati solo grazie alla capacità di mobilitazione della categoria che ha consentito di creare una forte adesione agli scioperi e alle manifestazioni che abbiamo messo in campo.
In questa situazione di conflitto causa- ta dalle posizioni di chiusura delle con- troparti, si è inserito il comportamento della Commissione di Garanzia, sem- pre più scopertamente rivolto ad impe- dire, nei fatti, l’esercizio del diritto di sciopero. Tentativi di sminuire l’effica- cia della protesta e rompere la solida- rietà tra lavoratori in lotta e i cittadini. Iniziative sostenute dalle frequenti di- chiarazione governative in cui gli scio- peri avevano solo un fine politico e nes- sun collegamento ai contenuto della vertenza.
I contratti firmati
La stagione contrattuale, ovviamente, non riguarda solo i settori pubblici. Importanti per la nostra categoria ma non esaustivi della nostra rappresen- tanza.
Abbiamo concluso, tra gli altri, l’impor-
tante accordo per l’Igiene Ambientale; due accordi nel SSAE, quello con i Valdesi e quello con AGIDAE; il contrat- to Ficei.
Le trattative in corso e quelle ancora da avviare
Xxxxxxx già detto che non tutti i con- tratti della nostra categoria sono stati firmati.
Trattativa in corso per il comparto Monopoli; nel SSAE permangono forti contrasti per il rinnovo dei CCNL Cooperative sociali e UNEBA, dove sia- mo già ricorsi ad iniziative di sciopero che potrebbero ripetersi, per gli altri CCNL contratti proseguono le trattative che in alcuni casi potrebbero conclu- dersi in tempi brevi; deve iniziare, in ter- mini sostanziali, la trattativa per il pri- mo contratto della Presidenza del Consiglio; è iniziato il negoziato per rin- novare il contratto di Federculture, sca- duto da tre mesi; stiamo per avviare il rinnovo AdEPP (Enti Previdenziali pri- vatizzati) scaduto a dicembre, dovremo avviare i negoziati per gli Enti ex art.72
del D.lgs. 165/2001, anch’essi scaduti a dicembre del 2001, ed alcuni altri an- cora, anche se non coinvolgono un nu- mero elevato di lavoratori.
Non è stato ancora definito l’accordo per l’individuazione dei comparti della dirigenza. L’Area 1 dovrà sicuramente essere rivista per neutralizzare, il più possibile, gli effetti negativi della legge 145/2002 che ha riformato il rapporto di lavoro della dirigenza, demolendo il contratto di lavoro.
Si presenta difficile la trattativa per la sanità privata , dove i datori di lavoro tentano di ricattare i lavoratori chieden- do il loro appoggio per ottenere nuove tariffe dalle Regioni in cambio del con- tratto.
Il prossimo biennio
La firma dei contratti è un elemento po- sitivo non solo per i contenuti sopra ri- chiamati, seppur sinteticamente, ma anche perché rappresentano un punto fermo importante per costruire le ri- vendicazioni per il prossimo biennio. Biennio economico che dovrà segnare
un’ulteriore evoluzione della costruzio- ne delle richieste. La dinamica incon- trollata dell’inflazione che si abbatte in modo sempre più pesante sui redditi da lavoro dipendente, a causa dell’au- mento ben superiore alla media dei be- ni e consumi di prima necessità, com- porta la rivendicazione di aumenti su- periori all’inflazione attesa. L’inflazione programmata non può infatti rappre- sentare un punto di riferimento poiché essa non è più il frutto del confronto tra le parti sociali, come invece prevedeva l’accordo del 23 luglio.
Le risorse stanziate nella Finanziaria per il 2004 definiscono in modo chiaro che il Governo non intende rinnovare i contratti pubblici. Queste risorse sono inferiori alla metà delle nostre richieste. Le prospettive sono quindi di una sta- gione che, se possibile, sarà ancora più difficile di quella che stiamo faticosa- mente portando a conclusione anche perché il superamento del contratto na- zionale di lavoro sarà l’obiettivo strate- gico che il Governo cercherà di realiz- zare.
a cura di Xxxxxxx Xxxxxxxx
sportello diritti
Alcuni quesiti su maternità,
privacy e sicurezza
MATERNITÀ
Figlio adottato prima di instaurare il rapporto di lavoro
Nel caso di adozioni è previsto un pe- riodo di astensione obbligatoria della durata di tre mesi dalla data di ricono- scimento dell’adozione, purché il bam- bino non abbia superato alla stessa da- ta di adozione e sei anni di età.
Poiché il periodo di astensione obbli- gatoria ricade fuori del rapporto di la- voro, l’interessata può richiedere per lo stesso periodo un accredito figu- rativo dei contributi. Questo vuol di- re che, pur essendo privo di contri- buzione obbligatoria, il periodo viene considerato utile per il calcolo alla pensione.
Si precisa che l’accredito figurativo è consentito a partire dal 1° gennaio 1994 purché all’atto della domanda esistano almeno 5 anni di contributi versati. (D.lgs 564/96).
A chi deve essere presentata la do- manda di astensione anticipata per maternità e quale documentazione occorre presentare?
A seguito dell’entrata in vigore del D.lgs. 645/96 e della sentenza della Corte Costituzionale n. 373/97, i provvedimenti di astensione antici- pata dal lavoro per le lavoratrici ma- dri, sono attribuiti alle Direzioni Provinciali del Lavoro – Servizio Ispezione del Lavoro, il quale può av- valersi per gli eventuali accertamenti sanitari delle strutture del SSN.
Le domande di astensione devono quindi essere inviate o presentate al-
l’ufficio sudetto e non al Servizio di Prevenzione e Sicurezza della ASL. Per quanto riguarda la documenta- zione, essa è completa se contiene:
- certificato di gravidanza con indica- zione dei dati anagrafici, epoca della gravidanza e data presunta del parto,
- certificato ginecologico rilasciato da una struttura pubblica su apposi- to ricettario,con indicazione dei pro- blemi inerenti la gravidanza per cui si chiede l’anticipo dell’astensione e durata del periodo,
- dichiarazione del datore di lavoro di impossibilità del cambio di mansione nel caso di rischio lavorativo.
E’ legittimo non assumere una la- voratrice che, sottoposta ad un pre- ventivo test di gravidanza, sia risul- tata incinta?
Un simile comportamento è sicura- mente illegittimo ai sensi dell’art. 1 del- la Legge 903/77. Inoltre, è da rilevare che sottoporre ad un preventivo test di gravidanza è altrettanto illegittimo, sal- vo talune prescrizioni di legge.
L’ente è obbligato a corrispondere ad una dipendente a tempo deter- minato, in interdizione dal lavoro disposta dall’Ispettorato dal lavo- ro, il trattamento economico in ap- plicazione della legge 1204/71?
La 116/91 estende alle lavoratrici a tempo determinato, gli effetti del combinato disposto dagli artt. 15, comma 1, e 17 della legge 1204/71 anche quando l’astensione obbligato- ria dal lavoro dovesse verificarsi entro
i sessanta giorni dalla risoluzione del rapporto di lavoro. Poiché l’interdizio- ne dal lavoro per maternità, ai sensi dell’articolo 5, è configurata come astensione obbligatoria, l’ente è tenu- to a corrispondere il trattamento eco- nomico per tutto il periodo di interdi- zione dal lavoro nonché per tutta la durata dell’astensione obbligatoria.
PRIVACY
Quando si ritira la busta paga spes- so la si trova assieme alle altre, quindi tutti possono vedere le buste paga. Ci viene chiesto se tutto ciò è irregolare, e se sì come impedire che venga violata la privacy.
Tutti i soggetti che trattano dati perso- nali, datore di lavoro compresi, sono tenuti a garantire la massima sicurezza dei dati personali di cui sono in pos- sesso, attraverso l’adozione di misure idonee a ridurre al minimo i rischi di ac- cesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle fi- nalità della raccolta. Il dipendente ha dunque diritto di ottenere che la conse- gna della busta paga avvenga in modo tale da non permettere ai colleghi di co- noscere i propri dati personali retribu- tivi che potrebbero rilevare, oltre al- l’importo percepito, anche l’esistenza di particolari situazioni, quali pignora- menti in atto, assegni di mantenimen- to a favore del coniuge separato e così via.
SICUREZZA
Ci viene richiesto quali sono gli obblighi di informazione, in capo
al datore di lavoro, in materia di si- curezza.
La norma generale è regolata dall’art. 21 del decreto legislativo 626/94. In particolare il datore di lavoro deve provvedere ad informare adeguata- mente tutti i lavoratori su:
a) misure ed attività di protezione e prevenzione adottate
b) procedure di pronto soccorso, azioni anti-incendio ed evacuazione
c) rischi sulla sicurezza e la salute connessi all’attività aziendale gene- rale e rischi specifici in rapporto al- l’attività di ciascun lavoratore
d) pericoli connessi all’uso di so- stanze e preparati pericolosi
e) nominativi dei lavoratori addetti all’anti-incendio ed evacuazione
f) nominativo del RSPP e del medico competente
g) istruzioni sull’uso delle attrezza- ture necessarie ai fini della sicurezza
h) istruzioni sull’utilizzo dei disposi- tivi di protezione individuale.
I diritti di informazione sono stretta- mente correlati con il diritto alla for- mazione che il datore di lavoro deve garantire ad ogni dipendente. Oltre ad una formazione generale, il lavo- ratore deve ricevere una formazione specifica con riguardo a:
a) diritti e doveri in materia di sicu- rezza e salute sul posto di lavoro
b) attrezzature di lavoro
c) dispositivi di protezione indivi- duale
xxxxxx riferiti al posto di lavoro ed alle mansioni
e) cenni di tecnica della comunica-
zione interpersonale in relazione al ruolo partecipativo
f) significato della segnaletica e comportamenti generici specifici da seguire.
E’ utile specificare che la formazione dei lavoratori e quella degli RSL deve avvenire durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri per gli in- teressati.
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Chiuso in tipografia il 5 febbraio 2003
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