ACCORDO PER LA PROGRAMMAZIONE E LO SVILUPPO DI UN SISTEMA DI
ACCORDO PER LA PROGRAMMAZIONE E LO SVILUPPO DI UN SISTEMA DI
INTERVENTI FINALIZZATI A FAVORIRE L’INTEGRAZIONE SOCIALE E L’INSERIMENTO LAVORATIVO DEI MIGRANTI REGOLARMENTE PRESENTI IN ITALIA
REGIONE LOMBARDIA
PIANO INTEGRATO DEGLI INTERVENTI IN MATERIA DI INSERIMENTO LAVORATIVO E DI INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MIGRANTI
REGIONE LOMBARDIA | |
Direzione/Dipartimento competente: (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione |
Servizio competente (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Struttura Sicurezza Urbana e Immigrazione |
Dirigente del servizio competente (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Xxxxxx Xxxxxxxx – Piazza Città di Lombardia, 1 – 00000 XXXXXX – tel. 00 00000000 – fax 00 00000000 |
Responsabile del procedimento (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Xxxxxx Xxxxxxxx |
Sommario
SEZIONE I - IL QUADRO DI RIFERIMENTO REGIONALE 5
1. Principali caratteristiche con un focus specifico, di natura quali-quantitativa sul fenomeno migratorio 5
2. Articolazione del sistema dei servizi territoriali 9
SEZIONE II – AZIONE DI QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI 13
1. Articolazione degli interventi: azioni propedeutiche per la qualificazione dell’infrastrutturazione dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata 13
1.4 Piano temporale – Gantt 22
SEZIONE III – OBIETTIVI E AZIONI PILOTA 25
2. Articolazione degli interventi 25
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione al 31 dicembre 2014 ha sottoscritto 17 Accordi di programma con le Regioni per definire un sistema di interventi e una programmazione integrata in tema di politiche migratorie nel periodo 2014 - 2020, secondo una logica di coordinamento ed integrazione degli interventi e degli strumenti finanziari di competenza nazionale e regionale. Complessivamente le risorse assegnate con gli accordi di programma, a valere sul Fondo per le politiche migratorie 2014, sono pari a 3 milioni di euro. La durata dell’accordo è di 18 mesi, a partire dal 13 febbraio 2015, ovvero dalla comunicazione di avvenuta registrazione nei modi di legge del D.D. del 31 dicembre 2014 di approvazione degli accordi stessi.
L’Accordo di programma prevede la predisposizione di un Piano integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale della popolazione immigrata. In particolare, il Piano integrato degli interventi è il documento che definisce le sinergie tra le azioni programmate dal Ministero e dalla Regione e riconducibili a specifiche tipologie, come definito nell’art. 5 dell’accordo stesso, quali:
a) un’azione di sistema nazionale realizzata mediante il concorso di risorse provenienti dalla programmazione nazionale e volta a qualificare il sistema dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata;
b) sette azioni pilota rivolte direttamente ai destinatari e realizzate attraverso il concorso di risorse provenienti sia dalla programmazione nazionale che da quella regionale;
c) azioni dirette ad impatto diffuso sui destinatari e incidenti sul territorio regionale, realizzate attraverso risorse provenienti dalla programmazione regionale.
Rispetto a tali azioni il Ministero e le Regioni si impegnano, con l’elaborazione del Piano integrato degli interventi, e al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo (cfr. art 3) a convogliare le risorse finanziarie che si renderanno disponibili a valere sui fondi europei nell’ottica della complementarietà delle risorse e della sinergia degli interventi stessi. In particolare, le risorse economiche, trasferite alle Regioni mediante l’Accordo, dovranno essere destinate alla progettazione, strutturazione e sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati per facilitare l’accesso ai servizi da parte degli immigrati, mediante la valorizzazione delle reti pubblico – private: in sostanza il piano integrato degli interventi dovrà sviluppare le azioni propedeutiche che saranno messe in campo per qualificare il sistema dei servizi territoriali rivolti agli immigrati.
Il processo di costruzione ed elaborazione del Piano integrato degli interventi presuppone l’esigenza di individuare le diverse fonti di finanziamento che potranno essere attivate per il perseguimento degli obiettivi e la realizzazione delle azioni programmate. E in tale processo è bene tener presente che l’arco temporale di riferimento relativo alla durata dell’accordo – diciotto mesi, da febbraio 2015 ad agosto 2016
– si inserisce nel più ampio periodo di programmazione 2014 – 2020 e che le procedure di approvazione, da parte della Commissione dell’Unione Europea, dei programmi operativi nazionali e regionali dei fondi
strutturali e del programma nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione sono in corso di completamento.
In questa fase, quindi, il Piano integrato degli interventi sviluppa i seguenti contenuti, articolati in tre sezioni:
- l’analisi del contesto regionale, in cui si evidenziano le caratteristiche quali – quantitative del fenomeno migratorio e l’organizzazione del sistema dei servizi territoriali disponibili in materia di lavoro e integrazione
- gli obiettivi e le azioni che la Regione intende sviluppare, evidenziando, in particolare, le forme di complementarietà attivabili con i Programmi Operativi Regionali;
- le azioni propedeutiche per la progettazione, strutturazione, sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati che si intendono avviare e / o implementare a valere sul finanziamento ministeriale previsto nell’art. 9 dell’accordo di programma, con i relativi tempi di realizzazione.
SEZIONE I - IL QUADRO DI RIFERIMENTO REGIONALE
1. Principali caratteristiche con un focus specifico, di natura quali-quantitativa sul fenomeno migratorio
Gli stranieri residenti in Lombardia al 1° gennaio 2014 ammontano a 1.129.185 contro il 1.028.663 di dodici mesi prima. Al netto della “Ricostruzione statistica delle serie regionali di popolazione” nel periodo 2002-14, ottenuta confrontando i dati dei censimenti con quelle delle anagrafi dei Comuni, dunque, gli stranieri sono aumentati di 100.522 unità (con un incremento percentuale annuo del 9,8%), con un’incidenza dell’11,3% sulla popolazione complessiva residente in Regione e del 22,9% sul totale degli stranieri presenti sul territorio nazionale. Il primo gennaio del 2003, gli stranieri sul suolo lombardo erano 378.507, circa un terzo rispetto a oggi. I cittadini stranieri si concentrano, prevalentemente, nella provincia di Milano (416.137), con un’incidenza sulla popolazione provinciale del 13,1%, e Brescia (169.046, 13,4% dei residenti) a cui seguono Bergamo (128.120, 11,6%) e Varese (75.836, 8,5%). La componente femminile prevale, con il 50,9% della presenza straniera regionale. La sola componente non comunitaria è costituita da 1.028.584 persone, con un incremento del 3,2% di permessi di soggiorno rilasciati rispetto al 2013. Anche per questa popolazione la distribuzione su base provinciale conferma la preponderanza di Milano con 460.149 individui1. La presenza complessiva delle donne non comunitarie in Regione si attesta sul 48,6%, mentre i minorenni (268.816), sono il 26,1% della popolazione e rappresentano la coorte di età più consistente, dato particolarmente significativo a Brescia nella cui provincia uno straniero non comunitario su tre è minorenne. Significativa anche la fascia di età 30-39, che racchiude il 23,4% della popolazione complessiva non comunitaria, pari a 240.380 unità, con una preponderanza di genere maschile. Il 57,4% dei cittadini non comunitari sono, inoltre, celibi/nubili. Tra i soggiornanti 606.282 sono titolari di un permesso di lungo periodo (58,9%), mentre sono 422.302 coloro che hanno un permesso a scadenza. Nel lungo periodo si rileva insieme, la diminuzione dei flussi in ingresso (testimoniata dalla riduzione del numero di permessi rilasciati nell’anno) e il processo di stabilizzazione dei cittadini migranti e delle loro famiglie.
1 I dati relativi alla distribuzione provinciale della popolazione residente non comunitaria possono risultare maggiori in valori assoluti rispetto alla popolazione straniera perché l’ISTAT, nel caso dei non comunitari, non ha considerato la provincia di Monza e della Brianza.
Il mercato del lavoro
Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2013), il tasso di occupazione della popolazione non comunitaria (15-64 anni) è il 58,1%; un valore di circa 7 punti percentuali inferiore a quello regionale complessivo (65%) e superiore rispetto a dato complessivo nazionale (55,6%).
In valori assoluti gli occupati non comunitari sono 430.616, per il 57,5% uomini, dato simile per i lavoratori comunitari (53,7%); sono occupate il 46,3% delle comunitarie, a fronte del 43,7% delle donne in regione e al 42,5% delle donne non comunitarie.
Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) dei non comunitari è sensibilmente superiore a quello relativo al complesso regionale (15,7% a fronte del 8,1%), di poco superiore anche rispetto agli stranieri comunitari (14,2%). Il bacino degli inattivi stranieri (15–64 anni) è costituito da 272mila individui, di cui 230mila non comunitari (il 31,1% della popolazione non comunitaria). Le persone straniere in cerca (15 anni e oltre), infine, sono 100.543, se si considerano sia i cittadini comunitari (19.809) sia quelli non comunitari (80.734). Rispetto al totale degli occupati (15 anni e oltre), la coorte di età prevalente sia tra i cittadini comunitari che tra i non comunitari è 30-44 anni (rispettivamente il 53,7% e il 56,6%).Tra i cittadini comunitari occupati il 39,3% possiede un titolo di istruzione alto, di scuola secondaria di II grado, 10 punti in meno della popolazione italiana (49,4%); mentre tra i comunitari lo stesso titolo è posseduto dal 58% degli occupati, mentre sono il 41,6% coloro che hanno ottenuto il diploma di istruzione secondaria di I grado tra i non comunitari. Poco significativo il numero di coloro che tra gli occupati comunitari risultano senza titolo (0,8%); dato più alto rispetto a quello degli occupati non comunitari (3,9%) e simile rispetto al totale degli occupati italiani (0,2%). Il 17,5% dei comunitari e il 9,5% dei non comunitari possiede un titolo di istruzione terziaria rispetto al 20% degli italiani. Il settore di impiego prevalente tra gli occupati non comunitari è quello dei Servizi pubblici, sociali e alle persone (30,1%), seguito dall’Industria (22,7%), nel quale trovano impiego il 21,9% degli stranieri comunitari, seguito dai Trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese (16,1%) e da Costruzioni (10,3%). Tra gli stranieri comunitari sono impiegati ai Servizi pubblici, sociali e alle persone il 15,8% della popolazione. I lavoratori stranieri non comunitari occupati posseggono per il 31,9% un alto livello di qualificazione professionale, difatti appartiene alla categoria professionale del lavoro manuale specializzato (rispetto 23,7% del dato regionale complessivo) mentre il 40,3% svolge un lavoro manuale non qualificato. Sono Impiegati, Addetti alle vendite e servizi personali il 23,5% degli occupati non comunitari (rispetto al 28,5% degli stranieri comunitari), mentre è poco rilevante il numero di Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche tra i non comunitarie (4,2%). Sono il 44,4% i lavoratori dipendenti non comunitari che percepiscono un reddito mensile superiore ai mille euro; tra questi il 22,8% ha un reddito mensile compreso nella fascia tra i 1001 e 1250 euro (19,2% degli stranieri comunitari). I rapporti di lavoro cessati nel 2013 sono numericamente analoghi alle attivazioni: 245.945, il 52,2% ha riguardato quelli a tempo indeterminato tra i comunitari e attivi nel settore dei Servizi (73,8%). I titolari di imprese individuali nati in uno Stato estero all'interno della Regione sono 58.827, pari allo 18,6% sul totale nazionale degli imprenditori non comunitari. Sono 267mila, nel 2013, secondo i dati Inps, i lavoratori a tempo indeterminato (per il 72% uomini) pari 10,4% della categoria regionale; mentre tra i
122.531 lavoratori domestici (il 69,2% del totale regionale) il 78,6% sono donne. Dal 2011 si registra una flessione (686 unità) del numero dei lavoratori a tempo indeterminato, mentre aumenta la quota dei lavoratori dipendenti stagionali (più 1925) e il numero dei commercianti sale da 26.469 a 31.677. Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2013, i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati 253.210 (il 19,3% di quelli attivati nel territorio regionale), di cui il 75,2% nel settore dei Servizi, il 20% in quello dell’Industria, mentre tra i comunitari il 67% dei lavori attivati riguardano i Servizi e il 21,7% l’industria. Sono 123.448 quelli a tempo indeterminato (il 48,8%) tra i non comunitari, mentre i rapporti di lavoro a tempo determinato rappresentano il 44%. I dati relativi all’anno 2015 ancora in fase di elaborazione da parte dell’Osservatorio regionale per l’immigrazione confermano la tendenza dell’aumento della presenza di stranieri sul territorio lombardo ma con differenze territoriali che indicano, nelle province di Monza, Brescia, Mantova e Lodi, una riduzione del numero degli stranieri presenti. Si conferma inoltre il dato relativo all’aumento degli occupati con un aumento percentuale medio stimato del 3.67 con differenze di genere dove gli uomini hanno trovato una collocazione lavorativa nella percentuale del +5,7% mentre le donne del +1,6%.Il calo percentuale dell’1.7% degli stranieri in cerca di occupazione con differenze di genere -2,3% uomini e -1% donne, Il calo percentuale di 0,8% dei soggetti inattivi con differenze pari a -0,9% uomini e -1,1% donne.
Il sistema di welfare
Nel 2013, secondo i dati Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati 18.740, pari al 13,6% dei beneficiari nella Regione (e al 26,9% del totale nazionale dei non comunitari). Solo per il 3,3% sono beneficiarie le donne. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2013, sono 13.899 i beneficiari non comunitari (2.292 donne), pari al 9,8% del totale regionale (27,7% sul totale nazionale dei non comunitari).I beneficiari di indennità di mobilità sono 3.798 (in maggioranza uomini), 20.725 coloro che percepiscono la disoccupazione ordinaria (il 24,6% dei beneficiari complessivi in Lombardia e il 21,9% sul totale nazionale dei non comunitari); mentre i beneficiari di ASPI sono 26.618, rappresentando il 21% del totale dei beneficiari regionali. Nel corso del 2013 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state 6.869(erano 5.620 nel 2011), per il 63% erogate a donne. Tra il 2011 ed il 2013 le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono gradatamente aumentate, passando da 6.625 (nel 2011), a 7.784 (nel 2012), a 8.947(2013).Il numero di beneficiari di indennità di maternità, nel 2013, è pari a 8.883 (11,4% sul totale regionale), quello di beneficiari di congedo parentale a 4.537(per l’84% donne).Tra il 2011 ed il 2013 il numero di lavoratori non comunitari (prevalentemente maschi) che ha beneficiato di assegni al nucleo familiare è leggermente aumentato, passando dai 94.835 (annualità 2011) ai 96.932 del 2013, il 18,7% sul totale regionale
L’Associazionismo dei migranti
Le Associazioni censite in Lombardia sono 480 di cui 185 presenti a Milano e provincia pari a circa il 38,5%. La composizione dei soggetti aderenti alle associazioni indica che oltre il 52% delle associazioni ha componenti quasi tutti della stessa nazionalità ma è altrettanto significativo il dato relativo alle associazioni con nessuna nazionalità prevalente pari al 19,4% del totale. Le singole nazionalità presenti nell’universo delle associazioni mostra che sono promosse da cittadini del Senegal 49 associazioni (ma 12° gruppo nazionale presente in Lombardia), 46 dal Perù (9° gruppo nazionale), 41 dal Marocco (2° gruppo nazionale). Si evince pertanto che le associazioni presenti in Lombardia non rispecchiano la presenza dei gruppi nazionali, tuttavia il dato è da collegare sia all’obiettivo principale espresso dalle associazioni ovvero l’integrazione e l’inserimento nella società italiana (42,9%) e il target delle azioni intraprese destinate non esclusivamente a migranti della stessa nazionalità.
2. Articolazione del sistema dei servizi territoriali
Premessa
All’interno della possibilità offerta dal presente piano integrato degli interventi in materia di inserimento lavorativo e di integrazione sociale dei migranti, le due sotto citate direzioni generali della Regione Lombardia hanno condiviso ed ideato azioni comuni sul tema, al fine di dare attuazione a quanto indicato nello schema degli Accordi di Programma.
Le azioni proposte si inseriscono in un più ampio quadro di governance con tutti gli attori istituzionali coinvolti come di seguito evidenziato.
Presentazione Direzioni Generali
La Direzione Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione in stretta collaborazione con gli altri Assessorati regionali, con le Istituzioni statali e territoriali competenti e con il Terzo Settore, supporta politiche di inclusione in favore dei nuovi immigrati residenti regolari e incrementa le reti sociali. Nel contempo, al fine di garantire la sicurezza del cittadino, si intendono promuovere interventi per prevenire e contrastare i fenomeni di illegalità legati all’immigrazione irregolare, allo sfruttamento degli esseri umani e alla diffusione del fenomeno della tratta, grazie all'esperienza consolidata che l’Assessorato ha sui temi della sicurezza urbana e sul coordinamento dei corpi di Polizia locale.
La Direzione Generale Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale (ex Direzione Famiglia, Solidarietà Sociale, Volontariato e Pari Opportunità), nel corso della X legislature e nelle annualità precedente, ha promosso politiche territoriali fondate su adeguati processi di partecipazione e condivisione per favorire lo sviluppo effettivo di relazioni pacifiche e costruttive tra persone e comunità di diversa lingua e provenienza al fine di realizzare una reale integrazione nella società. Tra le azioni prioritariamente attuate si indicano quelle di promozione, sostegno e sviluppo di interventi e di progetti finalizzati al percorso di integrazione delle persone provenienti da famiglie migranti, alcune minoranze etniche. In particolare attraverso la gestione del piano regionale integrato in tema di apprendimento della lingua italiana ( FEI AZ1) e nell’ambito dell’area lotta alla discriminazione ( FEI az 7), nonché quale partner nell’ambito del più recente avviso FEI in materia lavoro, attraverso fondi propri per la realizzazione sui territori di progetti di informazione/mediazione ( legge regionale 38/88 e di analisi del bisogno ( osservatori provinciali ).
Descrizione del sistema dei servizi
Con la X legislatura e con la più recente approvazione della legge regionale 23/2015 di riordino del sistema sociosanitario il sistema dei servizi territoriali si caratterizza per una rinnovata attenzione alla rete dei servizi sociali e socio sanitari e al supporto che il sistema di intervento può offrire alle famiglie perché i loro bisogni trovino adeguata risposta nelle reti di offerta ( ex dgr 2941/2014),
In particolare, Regione Lombardia, indica ai territori la necessità di una lettura integrata e approfondita dei bisogni per fornire risposte appropriate ai bisogni che si manifestano in modo sempre più articolato, attraverso una sempre maggiore integrazione tra ASL, enti locali, enti del terzo settore e istituzioni diverse. E’ proprio nell’ambito della programmazione sociale che si ribadisce che al fine di sviluppare un efficace processo di programmazione integrata, si evidenzia una modalità di lavoro in grado di cogliere l’opportunità della programma sociale come leva per dare inizio e/o consolidare percorsi di ricomposizione delle proprie informazioni con quelle degli altri soggetti che operano nei propri territori, ai fini di sviluppare una lettura integrata degli interventi in atto a livello locale.
Più recentemente con l’avvio della sperimentazione del reddito di autonomia (ex dgr 4155/2015) vengono identificati alcune linee di intervento che intrecciano politiche del lavoro, dell’istruzione, della formazione e del diritto allo studio, politiche di inclusione sociale diversamente modulate secondo le diverse gradazione del bisogno, politiche abitative a sostegno dei nuclei familiari in difficoltà nel pagamento dell’affitto sul libero mercato, politiche di co-partecipazione alla spesa sanitaria. Tali interventi si inquadrano in ottica non meramente assistenziale, bensì fondata su un patto di corresponsabilità nel quale il fruitore si impegna a rispettare alcuni criteri essenziali.
I livelli di intervento territoriale integrato si declinano prioritariamente in :
- enti locali che con i Piani di Zona hanno sviluppato una forte attitudine al lavoro sovracomunale sia sul piano programmatorio che su quello gestionale
- enti locali e sistema sanitario e socio sanitario
- terzo settore ( volontariato, cooperazione, promozione sociale ecc.)
- Sistema profit, soprattutto in relazione ad alcune tematiche specifiche ( rapporto CCIAA, associazione di categoria ecc.)
Parallelamente il modello lombardo di Istruzione, Formazione e Lavoro ha espresso scelte organizzative, di governance e di policy legate alla produzione ed erogazione dei servizi al lavoro e dei servizi di formazione, ( ex l.r 19/2997, ex Lr 22/2006, la Lr n. 7/2012 “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”; Delibera IX/0365 del 7 febbraio 2012 “Piano di Azione regionale 2011/2015 per la programmazione delle politiche integrate di istruzione, formazione e lavoro e del sistema universitario lombardo”).
I punti di attenzione:
-miglioramento dell’accesso all’occupazione e all’inserimento sostenibile nel mercato del lavoro per le persone in cerca di lavoro, per quelle inattive ed in situazioni di disoccupazione
-sostegno alle aziende e ai lavoratori/ lavoratrici colpiti dalla crisi
-sviluppo di una di rete sostenibile e competitiva di operatori pubblici e privati in grado di offrire servizi di qualità per l’occupazione integrando in modo sinergico i servizi al lavoro e i bisogni del territorio.
Le direttrici fondamentali dell’azione regionale sono orientate a:
-giovani e lavoro;
-sviluppo del capitale umano;
-inclusione socio-lavorativa;
-politiche di genere e pari opportunità.
In questo contesto il Sistema Dote, nel riconoscere, il fondamento della parità tra operatori pubblici e privati nell’offerta di servizi di istruzione, formazione e lavoro consente al beneficiario di usufruire di servizi offerti da un operatore prescelto, con cui sottoscrivere un piano personalizzato di interventi standardizzati e definiti a costi standard attraverso l’applicazione di una metodologia consolidata che stabilisce gli standard minimi dei servizi formativi, in termini di durata per tipologia, attestazione in uscita, percentuale di alternanza e parametro orario.
Ulteriore elemento di attenzione è posta con la legge 15/2015. Disposizione normativa regolamentante la funzione dell’“assistenti familiari”, che pone attenzione ad una strutturazione di un sistema dove l'assistenza familiare viene riconosciuta a tutti gli effetti fra gli interventi e servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario e nel testo si trova una definizione di lavoro di assistenza e cura e di assistente familiare. Per le persone straniere è richiesto il superamento del test di lingua italiana livello A2. Ad oggi tale funzione coinvolge, se pur con caratteristiche diverse sul territorio, persone immigrate extra UE. Tra i compiti della Regione: formare e qualificare il lavoro di cura. Per quanto oggetto del presente piano una particolare attenzione è posta alla possibilità per le assistenti familiari di iscriversi ai registri se esse sono alternativamente in possesso di titoli di: studio o formazione in ambito socio assistenziale o sociosanitario (riconosciuti in UE); attestati di competenza rilasciati a seguito della frequenza ai percorsi formativi che la stessa Regione si impegnerà a promuovere e infine almeno 12 mesi di esperienza lavorativa certificata da regolare contratto di lavoro.
Ed infine, dello scorso 16 maggio 2015, occorre ricordare la sottoscrizione in Expo della carta per le pari opportunità per tutti e l’uguaglianza sul lavoro. La carta è una dichiarazione di intenti per valorizzare le diversità sul posto di lavoro.
Un modello di governance dunque che ha visto in un continuum lo sviluppo di una sinergia interistituzionale e di interazione tra i soggetti che sul territorio agiscono a vario titolo. In particolare nel sistema regionale di intervento per l’integrazione linguistica degli stranieri adulti, l’attenzione a target delle fasce più deboli, la formazione specialistica dei docenti, la capacità di incentivare “il fare rete” tra istituzioni e terzo settore; una accelerazione del passaggio da un modello di welfare sui trasferimenti ad uno improntato sulla presa in carico dei soggetti più deboli e meno tutelati. Il tema della conoscenza del territorio è stato identificato come punto di snodo rispetto alle esigenze di integrazione reale nel tessuto sociale del territorio. Con il nuovo ciclo di programmazione comunitaria, in particolare, si pone attenzione ad alcuni gruppi particolarmente esposti al rischio di povertà: i bambini, i giovani, le famiglie monoparentali, le famiglie con persone a carico, le persone provenienti da famiglie migranti, alcune
minoranze etniche, le persone con disabilità. A livello regionale la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che rappresentano il secondo bisogno territoriale emergente, si basa sulla crescita e sull’occupazione, sulla qualità dei servizi alla persona e sul superamento delle situazioni di marginalità estrema, attraverso interventi innovativi innanzitutto di inclusione attiva che garantiscano alle persone con disabilità o alle persone molto svantaggiate e a rischio di povertà un effettivo inserimento nel mercato del lavoro ma anche nella società. Una qualità dei servizi che garantisce alle famiglie con situazioni di fragilità di poter intervenire nel bisogno di cura senza rinunciare alla possibilità di occupazione, azioni flessibili e di pronto intervento che, in una logica sistemica, permettano il superamento delle condizioni di marginalità estrema e garantiscano la possibilità di accesso a percorsi di inclusione sociale ( POR 2015-2020).
SEZIONE II – AZIONE DI QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI
1. Articolazione degli interventi: azioni propedeutiche per la qualificazione dell’infrastrutturazione dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata
Livello regionale: azioni propedeutiche per la progettazione, strutturazione e sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati rivolti alla popolazione immigrata, nella prospettiva della facilitazione dell’accesso ai servizi ed attraverso la valorizzazione delle reti pubblico-private (art. 6 dell’Accordo)
Descrizione dell’intervento: |
Premessa L’analisi del contesto e la valutazione dei percorsi progettuali realizzatesi, in particolare in questi ultimi anni, fanno emergere in primis la necessità di ascolto e presa in carico da parte delle istituzioni locali delle istanze che emergono dall’analisi dei bisogni dei cittadini migranti per la promozione di una governance integrata del fenomeno migratorio - già fortemente connotato da una strutturale incertezza -, per evitare il ripetersi di azioni che non producono un reale cambiamento e miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, oltre ai principali punti di seguito elencati: -l’importanza della costruzione, sviluppo e stabilizzazione di reti di collaborazione sul territorio tra sistemi di servizi ed interventi per la costruzione di un patrimonio condiviso di esperienze tra enti e operatori del settore e la qualificazione degli operatori pubblici e del terzo settore; - la necessità di sostenere un sistema integrato di interventi e servizi per il sostegno alle politiche di formazione, di integrazione sociale e socio lavorativa delle persone straniere, volte da un lato a rafforzare l’efficacia degli interventi stessi e dall’altro ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni; - l’importanza di prevenire e contrastare i fenomeni del lavoro sommerso e irregolare - la necessità di una maggiore valorizzazione del ruolo dell’associazionismo diffuso nel contesto regionale aperto alla tutela ma anche all’accoglienza nei propri contesti di vita dei cittadini stranieri; - l’approccio ai soggetti vulnerabili, quale approccio integrato e omnicomprensivo in grado di rispondere al bisogno della persona in tutta la sua complessità; - alle vulnerabilità che interessano i processi di inserimento lavorativo si affiancano le criticità che le donne migranti possono incontrare nello svolgere il proprio ruolo di madri in un paese straniero. Anche |
in conseguenza della crescente diffusione di ricongiungimenti declinati sempre di più al femminile, in cui è la donna straniera sola ad emigrare per poi riunirsi ai figli, si palesano ulteriormente le criticità derivanti dalle difficoltà di conciliazione tra impegni familiari e lavorativi e di sostegno al nucleo familiare. In un contesto particolarmente complesso e articolato si propone quindi di sostenere un processo di cambiamento, sia culturale che operativo, per garantire un reale e fattivo coinvolgimento nel sistema del welfare locale di soggetti diversi per il sostegno e lo sviluppo di reti territoriali nell’ambito dei servizi a favore dell’integrazione sociale e socio lavorativa della persona immigrata. Caratteristica principale è l’uscita da un sistema di intervento di carattere emergenziale e residuale per una pratica di “presa in carico integrata”, che riconosce nella persona la situazione di bisogno e contestualmente un operatore adeguatamente preparato in grado di instaurare una relazione di aiuto. |
Per fare ciò la Regione intende adottare un modello di intervento, peraltro già sperimentato nella realizzazione del Piano regionale per l’apprendimento della lingua italiana, che punta sul rafforzamento dell’integrazione tra i diversi livelli di governance del sistema dei servizi e delle politiche di integrazione sociale e socio lavorativa delle persone migranti. In particolare, si prevede di istituire una Cabina a regia regionale per l’attuazione e il monitoraggio del presente piano integrato che avrà il compito sia di definire un modello di protocollo operativo dell’approccio unitario di rilevazione del bisogno, accompagnamento e presa in carico che di promuovere e mettere in rete i soggetti che attraverso azioni conoscitive e informative reciproche rendano possibile un orientamento multidirezionale dell’utenza immigrata a seconda dei bisogni da questi espressi , come primo livello che si ritiene importante strutturare. Sempre all’interno della Cabina di regia regionale saranno coordinati gli obiettivi relativi al contrasto del lavoro sommerso e dei fenomeni di caporalato che daranno come esito una convenzione regionale in merito ai temi sopracitati. A livello territoriale si prevede di formare dei gruppi inter-istituzionali che, su base provinciale, possano rappresentare un luogo di raccordo per garantire sia un sistema di tracciabilità dei servizi erogati a disposizione dei diversi operatori per una più coerente ed efficace pianificazione degli interventi ed organizzazione dei servizi, che un costante e strutturato scambio delle informazioni tra i settori delle politiche sociali e gli altri ambiti operativi afferenti ai servizi locali. Tali gruppi inter – istituzionali lavoreranno in stretta sinergia con i Consigli territoriali immigrazione e con i principali nodi del sistema di rete, ovvero i servizi territoriali alla persona, pubblici, privati e del privato sociale. Infine, ma non per importanza, saranno coinvolti a realizzare gli obiettivi del presente piano, con modalità di evidenza pubblica (ad esempio manifestazione di interesse) o con la sottoscrizione di specifici protocolli operativi soggetti quali EE.LL, ASL, USR, DTL, provincia, prefettura, questura, associazione di categoria, XX.XX, servizi al lavoro, servizi sociali, la rete regionale contro la discriminazione, terzo settore ecc. |
Come già specificato, i gruppi inter-istituzionali saranno costituiti su base provinciale a fronte del coinvolgimento complessivo del territorio regionale, ma si prevede anche di realizzare una focalizzazione territoriale sulle aree urbane, in linea con le aree individuate all’interno del POR ( Asse 2 ), caratterizzate da complessità, instabilità relazionale e/o marginalità socio-economica, sono i luoghi dove si affermano maggiormente dinamiche all’insegna della conflittualità, del misconoscimento reciproco e del senso di insicurezza nel vivere gli spazi comuni. I diversi livelli di governance del sistema dei servizi e delle politiche di integrazione sociale e socio lavorativa delle persone migranti (Cabina a regia regionale; Gruppi inter-istituzionali; Rete pubblico – privata) svilupperanno l’azione propedeutica di rafforzamento del sistema dei servizi secondo i seguenti ambiti di intervento: - formazione rivolta agli operatori del sistema dei servizi territoriali (socio-sanitari e lavoro) per una presa in carico integrata e per gli operatori di polizia locale nei processi di contrasto al fenomeno del lavoro sommerso ed al caporalato; - informazione/accompagnamento e presa in carico della persona immigrata con particolare attenzione alle situazioni di fragilità (definizione protocollo operativo presa in carico unitaria); - sostegno a percorsi di rientro volontario produttivo dei migranti nei propri Paesi d’origine in un’ottica di cooperazione bilaterale e formativa tra sistema produttivo lombardo e dei paesi di provenienza con conseguente crescita socioeconomica per entrambi i contesti; - rafforzamento dei sistemi informativi per il censimento ed il monitoraggio delle strutture e delle presenze dei richiedenti protezione internazionale |
Obiettivi specifici/output: |
1) Rafforzamento dei processi di interrelazione tra sistemi di servizi diversi attraverso la definizione di specifica cabina di regia a livello regionale creata ad hoc per questo piano integrato (in capo ad una delle due DG da definire) che seguirà la realizzazione degli interventi e che si raccorderà con i differenti organi istituzionali e tecnici (protocolli operativi/convenzione regionale lavoro sommerso) 2) Accrescimento delle competenze culturalmente appropriate degli operatori dei servizi ( informativi, di prossimità, di aiuto alla persona) e di polizia locale per prevenzione e contrasto lavoro sommerso e caporalato 3) Costruzione di modelli di lavoro di rete e di strumenti innovativi che promuovano la presa in carico integrata della persona (protocollo sociale) in situazione di particolare fragilità, con attenzione a donne e i minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età, linee guida prevenzione e contrasto lavoro sommerso e caporalato 4) Potenziamento del sistema informativo per la tracciabilità della presenza in strutture di accoglienza della popolazione migrante |
Articolazione operativa/attività: |
Obiettivo specifico 1 1) Presentazione del piano regionale al territorio attraverso incontri mirati con i sistemi dei servizi 2) Definizione ed emanazione della prevista manifestazione di interesse per la costituzione dei gruppi interistituzionali 3) Costituzione della cabina regia regionale 4) Costituzione dei gruppi interistituzionali locali in tema lavoro e integrazione 5) Definizione del protocollo operativo e della convenzione regionale per il contrasto al lavoro sommerso ed ai fenomeni di caporalato Obiettivo specifico 2 1) Percorso formativo: Il percorso si caratterizza fondamentalmente per l’attenzione posta al sistema organizzativo al fine di rendere trasferibile l’impianto del lavorare per obiettivi e non solo per funzioni. I livello: rivolto agli operatori del sistema dei servizi alla persona e al lavoro sul tema dell’accoglienza, presa in carico, della rete dei servizi e del progetto individuale coniugato al tema interculturale II livello: rivolto agli operatori del sistema dei servizi alla persona e al lavoro centrato sul modello strategico integrato (attenzione all’approccio multidisciplinare e multiprofessionale). 2) Attivazione di laboratori tematici (comunità di pratica, t-group) per la definizione di strumenti comuni con particolare attenzione ai due macro ambiti sopra indicati. 3) Percorsi di formazione rivolti alla polizia locale in un’ottica di rafforzamento/ampliamento della platea degli attori e dei beneficiari dei corsi - , così come già avviato in edizioni precedenti (marzo 2015) -. Lo scopo è quello di identificare nel corpo delle responsabilità e delle procedure ispettive in materia di lavoro, le azioni di contrasto al lavoro sommerso con focus specifico al fenomeno del caporalato ed allo sfruttamento della manodopera immigrata. Il potenziamento del ruolo che la Polizia Locale può avere nel contrasto al fenomeno sarà uno degli obiettivi specifici da raggiungere. Obiettivo 3 1) Mappatura dei servizi e degli interventi attivati nel corso dell’ultimo biennio (2014-2015) 2) Informazione e sensibilizzazione mirata (es. associazioni di categoria, XX.XX. , CCIAA ecc. , associazionismo migrante) 3) Definizione di specifica manifestazione di interesse per la definizione degli enti che possono contribuire alla definizione di un percorso strutturato per l’attuazione del progetto individuale di rientro assistito produttivo, a partire da tre aree territoriali lombarde ( asse Sempione, Varese, Bergamo) ed individuazione degli interventi 4) Linee Guida lavoro sommerso, convenzioni ad hoc per incentivare la collaborazione tra diverse istituzioni nella lotta al lavoro sommerso |
Obiettivo specifico 4 Costruzione di un sistema di raccolta, valutazione e condivisione delle pratiche (interventi, azioni, esperienze) presenti sul territorio lombardo a partire dalla aree tematiche del lavoro, accesso ai servizi alla persona. Creazione di una piattaforma informativa /banca dati per il censimento delle strutture ricettive di prima accoglienza, SPRAR, strutture private e del terzo settore dove vengono collocati i richiedenti e titolari di protezione internazionale, con relativa possibilità di conoscere capienza e posti liberi, nonché aggiornamento quotidiano delle presenze nell’ambito di una provincia come zona sperimentale. |
Metodologie e strumenti: |
Il progetto intende supportare il percorso di integrazione dei migranti attraverso un’azione di sistema volta al consolidamento delle sinergie istituzionali e non Le collaborazioni a livello operativo si avvarranno di una serie diffusa di reti locali in cui gli enti e i soggetti rappresentativi dei diversi sistemi di intervento svolgeranno in modo coordinato le rispettive attività, avvalendosi anche della collaborazione di associazioni e comunità dei migranti attive sul territorio. L’approccio metodologico che sta alla base dell’impostazione progettuale garantisce una gestione unificata delle varie azioni messe in campo senza ostacolare le differenze proprie di ciascuna componente a livello istituzionale e territoriale, assicurando lo standard qualitativo degli interventi, la validazione del modello, il monitoraggio delle azioni, la circolazione e la diffusione delle varie e diverse esperienze. La formazione partecipata in chiave collettiva si realizza inoltre attraverso: a) laboratori, parte integrante dei percorsi formativi, finalizzati alla condivisione e costruzione di materiali, strumenti operativi e protocolli. Lo strumento di lavoro è un’équipe integrata in cui operatori dei servizi pubblici e dei servizi privati, realtà informali, attori delle politiche del lavoro, della casa, dell’educazione partecipano a un comune percorso di attivazione della persona presa in carico. La “ presa in carico” e la costruzione congiunta di un percorso individuale non è quindi una questione “esclusiva”, ma un percorso che attiva responsabilità e le rende tra loro integrate e coerenti, tra sistemi di servizi diversi. Anche per l’area prevenzione lavoro sommerso e caporalato ci si avvarrà dell’utilizzo di una metodologia a base partecipativa con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli stakeholder operanti. Le azioni proposte da mettere in campo seguiranno in via propedeutica l’analisi del contesto territoriale e nello specifico del fenomeno migratorio nella sua fase di prima accoglienza. Per fare ciò verrà prodotta una ricerca sul campo quali-quantitativa di quali siano sulla presenza dei migranti accolti in Lombardia e della loro precisa collocazione. Sulla base di queste rilevanze entrambe le azioni prenderanno forma realizzando l’apposito sistema informativo per monitorare le presenze dei migranti e dei richiedenti asilo e delle loro caratteristiche socioprofessionali, comprensive del relativo progetto migratorio. |
Inoltre, per quanto concerne l’azione dedicata al contrasto del lavoro sommerso ed allo sfruttamento, verrà utilizzato in una prima fase lo strumento formativo per gli operatori di PL e per gli altri stakeholder interessati, propedeutico all’azione operativa sul campo delle Polizie Locali che mira ad un loro potenziamento ed ad un aumento dei controlli da loro effettuati. |
Aree territoriali interessate: |
Livello regionale con una possibile sperimentazione sulle aree territoriale di cui alla “Descrizione degli interventi”. In particolare livello regionale con un focus sui n. 12 capoluoghi di provincia ed in n. 1 provincia da identificare in fase sperimentale per le proprie caratteristiche socio-produttive per il tema del lavoro sommerso e caporalato. Inoltre, n.1 sperimentazione in n. 1 provincia da identificare per maggiore presenze di strutture di accoglienza e per la tracciabilità delle presenze così da poter effettuare il “test bed” per il sistema informativo |
Elementi che sostengono la trasferibilità e replicabilità dell’intervento |
L’istituzione di una cabina regionale ad hoc consentirà di rafforzare la governance complessiva dei processi territoriali in atto sia sul versante dell’integrazione sociale che della prevenzione del lavoro sommerso. Entrambi questi fronti rappresentano delle aree in cui l’aumento delle garanzia dei diritti favorisce una migliore coesistenza della popolazione residente sul territorio. La realizzazione di specifici accordi o convenzioni tra Comuni e/o tra istituzioni di altri livelli governativi, potranno essere replicati in altre realtà sul territorio nazionale al fine di attuare un modello operativo efficiente ed efficace per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso e dello sfruttamento. Inoltre, la predisposizione di un sistema informativo a valenza regionale che possa migliorare la governance del fenomeno migratorio nella sua fase di prima accoglienza e inserimento dei migranti, potrà essere replicata con costi accessibili presso altre amministrazioni regionali. |
Elementi relativi alla sostenibilità dell’intervento: |
Per gli interventi in materiale sociale gli elementi possono essere così sintetizzati: - Integrazione tra strumenti progettuali e servizi esistenti, potenziando la capacità dei servizi territoriali esistenti e facenti parte di reti istituzionali strutturate - La formazione degli operatori in una logica di investimento organizzativo e strutturale - Il coordinamento dell’intervento e il raccordo con i sistemi infrastrutturali già esistenti - La complementarietà con altri interventi regionali ( POR/ FAMI/ Progettazioni regionali) Inoltre, per quanto riguarda il modello di lavoro integrato ed interistituzionale per il contrasto al lavoro sommerso ed allo sfruttamento della manodopera immigrata gli elementi saranno: - stipula di una convenzione su base regionale e accordi a livello territoriale quali elementi cardine |
per aumentare l’efficacia degli interventi ispettivi e la prevenzione del reiterarsi delle violazioni. - sistema informativo relativo al censimento di strutture di accoglienza e dei migranti ospitati che verrà utilizzato come supporto alla governance istituzionale (Prefetture) e governance pubblico privata (rilevamento della presenza giornaliera dei migranti e delle loro caratteristiche socio-professionali). Tramite tali azioni si potrà ampliare l’attività dell’ ORIM (Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la Multietnicità) e dei soggetti, anche privati, che effettuano ricerche ed elaborazioni dei dati statistici sul fenomeno migratorio. Tali dati verranno inoltre inseriti nel portale Opendata della Regione Lombardia. |
Modalità di raccordo ed integrazione con altre direzioni / servizi regionali |
Il coordinamento e la gestione dell’azione di sistema farà capo ad una Cabina di Regia Regionale da creare ad hoc ed in capo ad una delle due DG da definire. Tale cabina di regia vedrà il coinvolgimento delle diverse Direzioni Generale che nell’ambito delle loro deleghe condividono gli obiettivi del presente piano, attraverso la definizione di azioni ed interventi; stato di avanzamento lavori e condivisione dei percorsi, monitoraggio e verifica. |
Destinatari che ci si aspetta di raggiungere | ||
n. | Q.tà | Tipologia |
1 | 100 | Operatori del sistema dei servizi alla persona |
2 | 100 | Operatori del sistema dei servizi al lavoro |
3 | 100 | Operatori del terzo Settore |
4 | 12 | Polizie Locali dei n. 12 capoluoghi di provincia |
5 | Da definire | Associazioni di migranti |
6 | Da definire | Organizzazioni sindacali e di categoria |
1.3 Sistema degli attori
Sistema degli attori territoriali coinvolti | |||
n. | Q.tà | Tipologia | Contributo/modalità di coinvolgimento |
1 | Altre Amministrazioni Pubbliche Da articolare | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone pratiche, analisi e condivisione dei bisogni rilevati | |
2 | EE.LL. | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone pratiche, coordinamento degli interventi a livello territoriale, integrazione tra servizi ed interventi | |
3 | Organizzazione Sindacali | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone pratiche, confronto su tematiche mirate, diffusione, condivisioni di contenuti per la definizione di protocolli operativi | |
4 | Associazioni di Categoria/XX.XX. | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone pratiche, confronto su tematiche mirate, diffusione, definizione protocolli operativi | |
5 | CCIAA | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone pratiche, analisi del fabbisogno, confronto su tematiche mirate, collaborazione alla costruzione di partnership operative e diffusione | |
6 | Enti no profit | Partecipazione ai tavoli di lavoro, condivisione delle buone |
pratiche, analisi del fabbisogno, collaborazione alla costruzione di partnership operative , gestione degli interventi | |||
7 | Associazioni migranti | Partecipazione ai tavoli di lavoro con particolare attenzione al ruolo di intercettazione del bisogno e contestualmente di facilitatori nei processi informativi/di costruzioni di percorsi mirati ecc. | |
8 | 1521 | Comuni | Collaborazione nella fase di identificazione strutture d’accoglienza e distribuzione materiale informativo per i migranti, nonché rilevamento delle presenze |
9 | 1 | Prefetture | Collaborazione per la comunicazione di dati legati alle strutture e alle presenze di migranti. Partecipazione al tavolo tecnico regionale |
10 | 1 | INPS – INAIL | Partecipazione al tavolo tecnico regionale e alla fase formativa in qualità di docenti |
11 | Arma Carabinieri e GDF | Partecipazione al tavolo tecnico regionale e alla fase formativa in qualità di docenti | |
12 | 4 | Direzioni territoriali del lavoro | Partecipazione al tavolo tecnico regionale e alla fase formativa in qualità di docenti |
13 | X | Gestori privati di strutture d’accoglienza | Collaborazione per il rilievo dei dati delle strutture d’accoglienza e aggiornamento quotidiano delle presenze e dei profili socio lavorativi dei migranti presenti |
L’orizzonte temporale programmato per l’implementazione del Piano Integrato delle attività è di 18 mesi.
2015 | 2016 | |||||
TIPOLOGIA DI INTERVENTO | III° TRIM | IV° TRIM | I° TRIM | II° TRIM | III° TRIM | |
AZIONE DI SISTEMA NAZIONALE | ||||||
- Qualificare l’infrastrutturazione dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata, atta ad agevolare l’accesso ai servizi secondo un approccio integrato e multidisciplinare ed attraverso il coinvolgimento degli stakeholders di riferimento. - Definire strumenti metodologici e dispositivi, atti a garantire standard di erogazione dei servizi, applicabili su tutto il territorio nazionale. | ||||||
LIVELLO REGIONALE | ||||||
Azioni propedeutiche per la progettazione, strutturazione e sperimentazione del sistema dei servizi territoriali integrati rivolti alla popolazione immigrata, nella prospettiva della facilitazione dell’accesso ai servizi ed attraverso la valorizzazione delle reti pubblico-private | ||||||
1 | Obiettivo specifico N.1 | |||||
1.1 | Attività 1 Presentazione del piano regionale al territorio attraverso incontri mirati con i sistemi dei servizi | X | ||||
1.2 | Attività 2 Definizione ed emanazione della prevista manifestazione di interesse per la costituzione dei gruppi interistituzionali | X | X | |||
1.3 | Attività 3 Costituzione ed attuazione della cabina regia regionale | X | X | XXX | XXX | |
1.4 | Attività 4 Costituzione ed attuazione dei gruppi interistituzionali locali in tema lavoro e integrazione | XXX | XXX | XXX | ||
1.5 | Attività 5 Definizione del protocollo operativo | XXX | XXX | |||
1.6 | Attività 6 Convenzione regionale lavoro sommerso | XXX | XXX | XXX | ||
2 | Obiettivo specifico N.2 | |||||
2.1 | Attività 1 Percorso formativo di primo e secondo livello | XXX | XXX | |||
2.2 | Attività 2 Attivazione di laboratori tematici | XXX | ||||
2.3 | Attività 3 Formazione polizie locali e stakeholders | XXX | ||||
3 | Obiettivo specifico N.3 | |||||
3.1 | Attività 1 Mappatura dei servizi e degli interventi attivati nel corso dell’ultimo biennio (2014-2015) | XXX | ||||
3.2 | Attività 2 Informazione e sensibilizzazione mirata ( es. associazioni di categoria, XX.XX. , CCIAA ecc. , associazionismo migrante) | XXX | ||||
3.3. | Attività 3. Definizione di specifica manifestazione di interesse | XXX | ||||
3.4 | Attività 4 attivazione di interventi mirati | XXX | XXX | |||
3.5 | Attività 5 Definizione di protocollo operativo | XXX | ||||
3.6 | Attività 6 Linee guida operativo lavoro sommerso e sperimentazione con maggior numero ore per maggiori controlli ispettivi | XXX | XXX | |||
4 | Obiettivo specifico N.4 | |||||
4.1 | Attività 1 censimento strutture e dati quali-quantitativi migranti | XXX | XXX | XXX | XXX | |
4.2 | Attività 2 banca dati e sperimentazione nella provincia selezionata | XXX | XXX |
Modalità di utilizzo delle risorse
Azione | Importo complessivo azione | Principali Voci di costo previste | |||
Percorso di formazione di primo livello sull’intero territorio regionale | 32.000 | Docenza | |||
Tutor | |||||
Costi viaggio | |||||
Costi di gestione | |||||
Percorso di formazione di secondo livello su max n. 4 aree territoriali in forma aggregata | 30.000 | Docenza | |||
Tutor | |||||
Costi viaggio | |||||
Costi di gestione | |||||
Laboratori tematici su max n. 4 aree territoriali in forma aggregata | 30. 000 | Tutor/ costi di gestione | |||
Mappatura dei servizi e degli interventi avviati | 20.0000 | Affidamento di servizi- costo del personale e di gestione | |||
Informazione e sensibilizzazione mirata | 208.00.000,00 | Acffoidstaimdiepnetorsdoinsaelerveizid:icsoeprevirztiu–raatctousatzi idoinpeetrrsaomnaitle aefgfiedsatmioenneto | |||
Interventi mirati a livello territoriali e attraverso l’attivazione di specifici progetti | 200.000 | Attuazione tramite affidamento ad enti del territorio attraverso la gestione di bando a progetti su specifiche aree territoriali a copertura di costi di personale e di servizi | |||
Mappatura strutture accoglienza con relative caratteristiche | 15.000 | Attuazione tramite affidamento ad enti del sistema regionale, con il supporto interno della DG Sicurezza e delle sedi territoriali di RL | |||
Analisi quali-quantitativa presenza migranti | 25.000 | Attuazione tramite affidamento ad enti del sistema regionale | |||
Elaborazione dati e realizzazione sistema informativo con sperimentazione su n.1 provincia | 30.000 | Attuazione tramite affidamento ad enti del sistema regionale. Costi derivanti principalmente da personale e dalla realizzazione del sistema informativo in via sperimentale | |||
Disseminazione risultati di ricerca, formazione utenti per sperimentazione e comunicazione informazioni utili ai migranti presenti in strutture | 23.000 | Costi derivanti da realizzazione brochure in lingua per i migranti e attività di docenza per comuni o gestori delle strutture d’accoglienza, nonché delle attività di pubblicizzazione dei risultati dell’attività di ricerca e degli obiettivi raggiunti dai controlli sul campo | |||
Formazione per operatori di PL e stakeholders su contrasto a lavoro sommerso e sfruttamento | 25.000 | Attuazione tramite affidamento ad enti del sistema regionale Costi derivanti da docenze e progettazione propedeutica ai | |||
Finanziamento e attivazione controlli sui capoluoghi lombardi e su zona sperimentale | 49.200 | Liquidazione dell’intero ammontare come finanziamento delle ore a straordinario degli operatori di polizia locale partecipanti ai controlli ed alle attività ispettive sul campo | |||
Realizzazione di accordi di collaborazione e/o convenzioni | 0 | I costi di tali azioni sono da intendersi coperti dalla successiva voce di “costi gestione del personale interno” |
tra Polizie locali e altri livelli istituzionali (RL, DTL, INPS, Arma Carabinieri, ecc) attraverso il tavolo tecnico congiunto tra attori coinvolti | ||
Costi gestione personale interno | 30.101,85 | Coordinamento, gestione e rendicontazione complessiva del progetto |
Totale EURO 529.301,85
SEZIONE III – OBIETTIVI E AZIONI PILOTA
1. Obiettivi dell’Accordo
L’accordo di programma stipulato tra la Regione LOMBARDIA e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’Immigrazione e per le Politiche di Integrazione ha come obiettivo generale il consolidamento della governance multilivello in materia di politiche migratorie, attraverso la messa in atto di una programmazione integrata delle misure di integrazione sociale e delle politiche del lavoro, atta a valorizzare le sinergie e la complementarietà tra le fonti di finanziamento e la conseguente massimizzazione dell’efficacia degli interventi programmati.
Ai fini del conseguimento dell’obiettivo generale, gli interventi programmati dovranno rispondere ai seguenti obiettivi specifici:
- Aumentare la partecipazione alle politiche attive della popolazione immigrata regolarmente residente nel nostro paese
- Contrastare la povertà e l’esclusione sociale degli immigrati lungo soggiornanti con familiari a carico
- Promuovere programmi di inserimento socio –lavorativo rivolti a target vulnerabili della popolazione immigrata: popolazione femminile e minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età
- Promuovere programmi di integrazione rivolte alle seconde generazioni e ai giovani migranti attraverso misure che supportino e accompagnino il raccordo tra la formazione e il mondo del lavoro
- Sviluppare azioni di promozione dello spirito di iniziativa in possesso di particolari gruppi di migranti, valorizzandone la capacità imprenditoriale
2. Articolazione degli interventi
2.1 Obiettivo specifico: promuovere programmi di inserimento socio-lavorativo rivolti a target vulnerabili della popolazione immigrata (richiedenti e titolari protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età). | |
Azione 1. Inserimento socio lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale 🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | 🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |
2.1 Obiettivo specifico: promuovere programmi di inserimento socio-lavorativo rivolti a target vulnerabili della popolazione immigrata (richiedenti e titolari protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età). |
Azione 2 Inserimento socio lavorativo dei minori stranieri non accompagnati in fase di transizione verso l’età adulta 🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | 🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |
Azione 3 Valorizzazione delle seconde generazioni di migranti nell’ambito sociale, culturale e sportivo 🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | 🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |
Azione 4 Sostegno, accompagnamento e rafforzamento dei percorsi di integrazione dei migranti di recente ingresso in Italia 🞎a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | 🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |
2.3 Obiettivo specifico: contrastare la povertà e l’esclusione sociale degli immigrati lungo soggiornanti con familiari a carico | |
Azione 5 Prevenzione del lavoro sommerso 🞎 X a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | X🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Si prevede il finanziamento di percorsi di formazione - in un’ottica di rafforzamento/ampliamento della platea degli attori e dei beneficiari dei corsi - , così come già avviato in edizioni precedenti (marzo 2015) - . Lo scopo è quello di identificare nel corpo delle responsabilità e delle procedure ispettive in materia di lavoro, le azioni di contrasto al lavoro sommerso con focus specifico al fenomeno del caporalato ed allo sfruttamento della manodopera immigrata. Il potenziamento del ruolo che la Polizia Locale può avere nel contrasto al fenomeno sarà uno degli obiettivi specifici da raggiungere. Preliminarmente ai corsi di formazione sarà realizzata un’ indagine da parte di EUPOLIS per l’indentificazione dei settori produttivi e delle aree geografiche provinciali maggiormente a rischio in cui verranno poi realizzati e finanziati i controlli delle forze ispettive, sotto forma di incremento nastro orario (straordinari). Ulteriore esito dei lavori sarà una convenzione regionale, frutto del lavoro del tavolo tecnico (Regione, DRL,DTL, Inps, Inail, questure, prefetture, parti sociali, forze di polizia locale) che si costituirà per il rafforzamento del coordinamento interistituzionale sul fenomeno. L’output sarà la stipula di convenzioni territoriali che permettano alla polizia locale la cooperazione interterritoriale dando la possibilità di intervento alla polizia locale stessa nei suoi diversi aggregati nei territori interstiziali e di confine dei diversi ambiti territoriali, nonché del miglioramento dell’operatività delle PL in termini di efficienza ed efficacia nei controlli. | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |
Prefetture/INPS/INAIL /DRL/ DTL Comandi di Polizia Locale che hanno presentato proposte progettuali per contrastare e prevenire il Caporalato Prefetture/INPS/INAIL /DRL/DTL Parti sociali/Sindacati/Associazioni migranti che si occupano di diritti dei lavoratori |
2.4 Obiettivo specifico: sviluppare azioni di promozione dello spirito di iniziativa in possesso dei migranti valorizzandone la capacità imprenditoriale. | |
Azione 6 Rafforzamento delle attitudini imprenditoriali dei soggetti che intendono avviare un’attività di impresa, autoimpiego o auto imprenditorialità XX🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | X🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Percorsi finalizzati alla redazione di piani individualizzati di rientro volontario assistito produttivo in collaborazione con le strutture e le reti già esistenti sul territorio (es. Rirva) e con il sistema della dote unica con attenzione prioritaria ai percorsi bilaterali con i paesi d’origine | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Dote Unica Lavoro – Rete Rirva | |
Destinatari | |
Operatori delle strutture di accoglienza, degli sportelli e dei servizi al lavoro – Sistema imprese e loro rappresentanze Popolazione immigrata a seguito di analisi candidature |
2.5 Obiettivo specifico: aumentare la partecipazione della popolazione immigrata regolarmente presente in Italia alle politiche attive del lavoro e di integrazione sociale | |
Azione 7 Promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica, sociale e culturale 🞎XX a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | X🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
1)Azione rivolta a famiglie / donne straniere attraverso promozione e supporto delle competenze genitoriali, per affrontare le difficoltà del crescere i figli in un contesto culturale diverso da quello di origine; attivazione di spazi e proposte di incontro per le famiglie straniere con figli e progetti di aiuto fra famiglie per momenti di condivisione allargata 2) Percorsi di mediazione comunitaria per creare contesti non discriminanti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Piani di conciliazione famiglia lavoro Reddito unico di cittadinanza | |
Destinatari | |
Nuclei familiari Nuclei monoparentali Popolazione |
2.5 Obiettivo specifico: aumentare la partecipazione della popolazione immigrata regolarmente presente in Italia alle politiche attive del lavoro e di integrazione sociale | |
Azione 8 Promozione della partecipazione attiva dei migranti alla vita economica, sociale e culturale anche attraverso la valorizzazione delle associazioni XX🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | X🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
1) Azioni di sensibilizzazione/informazione volto al rafforzamento delle associazioni di migranti al fine di facilitare il percorso di presenza sui territori in forma stabile e continuativa | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
L’azione si integra e completa interventi avviati con precedenti progettazione ( a titolarità regionale ed ex FONDI FEI) | |
Destinatari | |
Associazioni migranti presenti sul territorio |
2.5 Obiettivo specifico: aumentare la partecipazione della popolazione immigrata regolarmente presente in Italia alle politiche attive del lavoro e di integrazione sociale | |
Azione 9 Servizi di informazione qualificata attraverso canali nazionali, regionali e territoriali di comunicazione 🞎 a titolarità regionale (gestiti direttamente dalla Regione, anche attraverso avvisi e/o appalti) 🞎 a regia regionale (la cui realizzazione è affidata ad altre PPAA territoriali) | 🞎 |
Articolazione degli interventi proposti | |
Complementarietà con altri interventi regionali (a valere sul POR, etc…) | |
Destinatari | |