INDICE
INDICE
Premessa generale del manuale IX
Premessa al II volume XI
Collaboratori XXXVII
PARTE PRIMA
LE OBBLIGAZIONI IN GENERALE
SEZIONE PRIMA
CARATTERI E STRUTTURA DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO
CAPITOLO I Caratteri generali
1. Le obbligazioni nel sistema del codice civile.................................................... 7
2. Relativita` delle obbligazioni e distinzione tra diritti di credito e diritti rea- li ................................................................................................................................. 8
3. Differenze tra le obbligazioni rispetto agli altri doveri giuridici ed alle ul- teriori situazioni passive 12
3.1. Rapporti con gli altri doveri giuridici 13
3.2. Differenze rispetto alla soggezione ed all’onere 13
3.3. Le obligationes propter rem 14
3.3.1. Gli oneri reali 16
3.3.2. Oneri reali e obligationes propter rem: tratti comuni ed elementi
di differenziazione 19
3.4. La posizione attiva ed il potere giuridico. Differenze con i diritti potesta-
tivi 20
4. La giuridicita` del vincolo: differenze rispetto ai rapporti di cortesia 21
4.1. Segue: le obbligazioni naturali 26
CAPITOLO II Elementi costitutivi
1. Premessa 31
2. I soggetti 31
2.1. I rapporti giuridici unisoggettivi 32
2.2. Determinatezza e determinabilita` dei soggetti 33
2.3. Gli interessi diffusi 36
3. La prestazione 37
3.1. Nozione e requisiti 37
3.2. La patrimonialita` della prestazione ex art. 1174 c.c. 38
3.2.1. Nozione oggettiva e soggettiva di patrimonialita` 40
3.3. Classificazione delle obbligazioni in base alle prestazioni 43
3.3.1. Obbligazione di fare: la opinabile distinzione tra obbligazioni di mezzo e di risultato 44
3.3.2. Obbligazione di non fare 46
3.3.3. Obbligazione di dare. Il pagamento traslativo 47
3.3.4. Obbligazione del fatto del terzo 49
3.3.5. Obbligazione di contrarre 50
3.3.6. Obbligazioni generiche e specifiche 51
3.3.7. Obbligazioni fungibili e infungibili 52
3.3.8. L’obbligazione di custodia 53
4. L’interesse 54
4.1. L’interesse del creditore 54
4.2. L’interesse del debitore 56
5. La responsabilita` patrimoniale generica 57
5.1. Introduzione 57
5.2. La responsabilita` patrimoniale generica e` elemento costitutivo dell’ob- bligazione? 57
CAPITOLO III Le fonti dell’obbligazione
1. Generalita` 63
2. Fonte, titolo e causa dell’obbligazione 63
3. Cenni storici: i quasi contratti ed i quasi delitti 64
4. Atipicita` delle fonti 66
5. Fonti negoziali e fonti legali 68
6. Le singole fonti 69
6.1. Il contratto (rinvio) 69
6.2. Il fatto illecito (rinvio) 71
6.3. Altri atti o fatti idonei a produrre obbligazioni secondo l’ordinamento: le promesse unilaterali (rinvio) 71
6.4. Il contatto sociale qualificato 71
7. Autonomia delle fonti e cumulo della responsabilita` 74
CAPITOLO IV La buona fede
1. Il rapporto obbligatorio e il rapporto contrattuale: buona fede e corret- tezza 79
1.1. Segue: Buona fede e giustizia contrattuale 83
2. La concretizzazione del principio di buona fede: la controversa figura dell’abuso del diritto 85
3. L’exceptio doli 88
4. Buona fede come regola di comportamento o di validita` dei contratti? 92
5. Buona fede e diligenza: gli obblighi di protezione 95
SEZIONE SECONDA
LE SPECIE DI OBBLIGAZIONI
CAPITOLO I Le obbligazioni pecuniarie
1. Cenni introduttivi 105
1.1. I mezzi di pagamento equivalenti al denaro 106
2. Natura giuridica 108
3. Principio nominalistico 110
3.1. Deroghe convenzionali 111
3.2. Deroghe legali 112
3.3. Deroghe giudiziali 112
4. Debiti di valuta e debiti di valore 114
4.1. Clausole di garanzia monetaria 116
5. Il risarcimento del danno nell’inadempimento delle obbligazioni pecu- niarie: regime generale e discipline speciali 118
5.1. Cumulabilita` di interessi moratori e rivalutazione monetaria 118
5.2. Prova del maggior danno ex art. 1224, comma 2, c.c. 122
5.3. Rapporto fra maggior danno ex art. 1224, comma 2, c.c. e saggio legale
degli interessi 130
5.4. Determinazione convenzionale della misura degli interessi moratori . 131
6. Gli interessi. Considerazioni generali 133
6.1. Distinzione in relazione alla fonte 134
6.1.1. Interessi legali 134
6.1.2. Interessi convenzionali 134
6.2. Distinzione in relazione alla funzione 139
6.2.1. Interessi corrispettivi 140
6.2.2. Interessi moratori 142
6.2.3. Interessi compensativi 144
7. Segue: l’usura 146
7.1. La disciplina anteriore alla l. n. 108/1996 147
7.1.1. I rapporti tra usura penale e civile 147
7.1.2. I rimedi civili per la repressione dell’usura: i rapporti interni 149
7.2. La disciplina introdotta dalla legge di riforma del 7 marzo 1996,
n. 108 150
7.2.1. Il problema dell’usura sopravvenuta 151
7.3. L’intervento del d.l. 29 dicembre 2000, n. 394, convertito in l. 28 febbraio 2001, n. 24, ritorna alla rilevanza della sola usurarieta` origina-
ria 153
7.4. Usura penale 155
8. Segue: l’anatocismo 157
8.1. Il dettato normativo ex art. 1283 c.c. 157
8.2. L’anatocismo in materia bancaria 160
8.3. Il d.lgs. n. 342/1999 e la sent. n. 425/2000 della Corte cost. 161
8.4. Gli scenari giurisprudenziali successivi 163
8.4.1. La composizione operata da Xxxx. Sez. Un. 21095/2004 164
8.5. I problemi ancora sul tappeto 165
9. La disciplina delle obbligazioni pecuniarie in materia di transazioni com- merciali (d.lgs. n. 231/2002) 168
9.1. Ambito oggettivo e soggettivo 169
9.2. Il sindacato giurisdizionale sull’« uso negoziale ». (Rinvio) 172
9.3. La tutela collettiva 175
10. I debiti di valore 177
10.1. I criteri di liquidazione del debito di valore: compatibilita` dell’obbliga- zione di interessi con la categoria in esame e cumulo fra interessi e riva-
lutazione monetaria 178
10.1.1. Metodo tradizionale: « la teoria della differenza » 179
10.1.1.1. Metodo fondato sul divieto di cumulo fra interessi e rivalu- tazione (Xxxx. civ., sez. II, 29 settembre 1994, n. 7943) 182
10.1.1.2. Metodo « a scalare » (Cass. civ., Sez. Un., 17 febbraio 1995,
n. 1712) 183
10.1.2. Responsabilita` contrattuale ed applicazione della disciplina dei debiti di valore 187
10.2. Casistica in ordine alla distinzione tra debiti di valuta e di valore 188
CAPITOLO II Le obbligazioni oggettivamente complesse: le obbligazioni alter- native, facoltative e cumulative
1. L’obbligazione alternativa 197
1.1. Nozione 197
1.2. La scelta 198
1.3. La concentrazione 200
1.4. L’impossibilita` delle prestazioni 201
2. L’obbligazione facoltativa 203
3. L’obbligazione cumulativa 205
CAPITOLO III Le obbligazioni soggettivamente complesse: le obbligazioni soli- dali
1. Profili generali 209
1.1. Classificazione 209
1.2. Natura giuridica 209
2. Le obbligazioni solidali: nozione e struttura 210
2.1. Natura giuridica delle obbligazioni solidali 212
2.2. Disciplina: profili generali 213
2.3. Le vicende inerenti ai rapporti esterni 214
2.4. Le vicende inerenti ai rapporti interni 216
2.5. L’adempimento 217
2.6. Cause di estinzione diverse dall’adempimento 219
2.7. Gli atti di accertamento 221
2.8. Efficacia della sentenza nelle obbligazioni solidali 224
2.9. Inadempimento e mora 226
2.10. Prescrizione: interruzione, sospensione e rinuncia 227
2.11. Rinuncia alla solidarieta` 228
2.12. La successione ereditaria nel rapporto solidale 229
2.13. L’azione di regresso 230
2.13.1. Rapporti con l’azione di surrogazione 231
3. Le obbligazioni divisibili e indivisibili: le obbligazioni parziarie 233
3.1. Le obbligazioni indivisibili 234
3.2. Le obbligazioni divisibili 235
CAPITOLO IV Le obbligazioni naturali
1. Le obbligazioni naturali. Nozione e caratteri 241
2. Natura giuridica 243
3. L’adempimento delle obbligazioni naturali. Natura giuridica 246
4. Caratteri dell’adempimento: spontaneita` e patrimonialita` 247
5. Le vicende dell’obbligazione naturale 249
6. Casistica 250
SEZIONE TERZA
L’ADEMPIMENTO E LE ALTRE CAUSE DI ESTINZIONE DELLE OBBLIGAZIONI
CAPITOLO I L’adempimento
1. Profili generali 263
2. Natura giuridica 264
2.1. La teoria negoziale 264
2.2. La teoria del fatto giuridico in senso stretto 265
2.3. La teoria dell’atto giuridico 266
2.4. La teoria eclettica 267
3. Segue: L’adempimento negoziale: il pagamento traslativo 268
3.1. L’orientamento contrario della dottrina tradizionale 268
3.2. L’orientamento successivo ammette la figura 269
3.3. Caratteri e disciplina dell’istituto 270
4. Modalita` dell’adempimento e la diligenza del buon padre di famiglia. Rinvio 272
5. L’adempimento del terzo 272
5.1. Nozione e caratteri 272
5.2. Natura giuridica 273
5.3. Interesse del creditore alla prestazione personale del debitore 274
5.4. Facolta` di opporsi del debitore 275
5.5. La surrogazione 276
6. Il destinatario del pagamento 276
6.1. Profili generali 276
6.2. Il pagamento al creditore incapace 276
6.3. Il pagamento al creditore apparente 277
6.3.1. Contrasto tra contenuto e titolo dell’art. 1189 c.c.: chi e` il credi-
tore apparente? 279
6.3.2. Rapporto tra la disciplina dell’art. 1189 c.c. e quella dell’art. 1264 c.c. 280
6.3.3. L’azione restitutoria 282
7. Il luogo dell’adempimento 282
8. Il tempo dell’adempimento 284
9. L’adempimento eseguito con cose altrui 285
10. L’adempimento parziale 286
11. L’imputazione del pagamento 287
12. Quietanza 288
13. La prestazione in luogo dell’adempimento (c.d. datio in solutum) 289
13.1. La nozione 289
13.2. Natura giuridica 291
13.3. Disciplina 292
13.4. Soggetti 293
13.5. L’oggetto 294
13.6. La garanzia del debitore 295
13.7. Adempimento dell’obbligazione pecuniaria con mezzi di pagamento di-
versi dal denaro 295
13.8. Datio in solutum legale e giudiziale 297
13.9. La cessione in luogo di adempimento ex art. 1198. Rinvio 298
14. La cooperazione del creditore nell’adempimento e la mora credendi 298
14.1. Il fondamento giuridico della mora credendi 298
14.2. Le ipotesi di mora credendi. 299
14.3. Gli effetti della mora 299
14.4. Caratteri dell’offerta 301
14.4.1. Offerta reale e per intimazione 302
14.5. La liberazione del debitore 303
CAPITOLO II La novazione
1. Cenni storici 307
2. La novazione oggettiva: nozione e natura giuridica 307
2.1. La novazione e` un negozio che produce un effetto o l’effetto prodotto da
un negozio? 308
3. Le differenze con il negozio modificativo 310
3.1. La modificazione di titolo ed oggetto comporta sempre novazione? 311
3.2. E` ammissibile una novazione con modifiche solo accessorie? 311
4. Disciplina della novazione oggettiva 312
5. Gli effetti della novazione 314
6. Inefficacia della novazione in caso di inesistenza dell’obbligazione origi- naria 315
7. Segue: L’assunzione volontaria del debito con o senza conoscenza del vi-
zio originario 316
8. I vizi del negozio novativo 318
9. Novazione soggettiva: rinvio 318
10. Novazione e transazione: la transazione novativa 319
11. L’impegno ad eliminare i vizi della cosa venduta configura novazione? 320
CAPITOLO III La remissione
1. La struttura: contratto o negozio unilaterale risolutivamente condizio- nato? 331
2. La natura giuridica: remissione e rinunzia 333
3. La forma 334
3.1. La remissione tacita 334
4. La causa 337
5. Pactum de non petendo e remissione 339
6. Il rifiuto del debitore 340
7. Effetti della remissione 342
8. La remissione nell’obbligazione solidale 343
CAPITOLO IV La compensazione
1. Profili generali 347
2. La compensazione legale 349
2.1. Effetti della compensazione legale 350
3. La compensazione giudiziale 352
4. Norme comuni alla compensazione legale ed a quella giudiziale 353
4.1. Eccezioni alla compensazione 353
4.2. Compensazione opposta da terzi garanti 353
4.3. Inopponibilita` della compensazione 354
4.4. Compensazione di piu` debiti 354
4.5. Compensazione rispetto ai terzi 355
4.6. Garanzie annesse al credito 355
5. La compensazione volontaria 355
6. La compensazione nel fallimento 357
CAPITOLO V La confusione
1. Effetti della confusione 363
2. Confusione rispetto a terzi 365
3. Riunione della qualita` di fideiussore e di debitore 365
4. Confusione e diritti reali. 367
CAPITOLO VI L’impossibilita` sopravvenuta
1. Profili generali: i caratteri dell’impossibilita` che produce l’estinzione del- l’obbligazione 371
2. L’impossibilita` temporanea 375
3. L’impossibilita` parziale 377
4. Smarrimento di cosa determinata 378
5. Il subingresso del creditore nei diritti del debitore 379
6. I rapporti con l’impossibilita` sopravvenuta come causa di risoluzione dei contratti a prestazioni corrispettive 381
SEZIONE QUARTA L’INADEMPIMENTO
CAPITOLO I Il regime di imputazione della responsabilita` da inadempimento
1. L’inadempimento 389
1.1. I presupposti della liberazione del debitore ex art. 1218 c.c. 389
1.2. La nozione di impossibilita` della prestazione e di causa non imputabile . 390
1.3. La mora del debitore 392
2. La (apparente) antinomia tra l’art. 1218 c.c. e l’art. 1176 c.c. 395
3. Il ruolo del dovere di diligenza nell’alveo dell’inadempimento. Il tra- monto della diligenza del buon padre di famiglia. Il dovere di diligenza come dovere di rispetto delle c.d. leges artis. La diligenza professionale.
Rinvio 395
4. Il dibattito dottrinale intorno alla natura della responsabilita` contrat-
tuale. La tesi della responsabilita` oggettiva. Temperamenti 396
4.1. La tesi della responsabilita` per colpa 397
4.1.1. L’imputazione soggettiva e la capacita` di intendere e di volere 399
4.2. Una tesi mediana. Obbligazioni di mezzi e obbligazioni di risultato 399
4.3. Tesi mediana che limita l’ambito di applicazione dell’art. 1218 c.c. alle
sole obbligazioni di dare 400
5. Gli orientamenti giurisprudenziali. Considerazioni conclusive sul pro- blema del fondamento della responsabilita` contrattuale 401
6. I rimedi all’inadempimento 401
6.1. L’insussistenza di un principio di prevalenza dell’azione di esatto adem- pimento. I mezzi di coazione indiretta in tema di tutela dei consumatori.
Il regime speciale della vendita di beni di consumo 402
6.2. In particolare, il mutamento della domanda di esecuzione in domanda di risoluzione; il divieto dell’opposta conversione 403
6.3. La sussidiarieta` dell’azione risarcitoria 403
6.4. Il risarcimento in forma specifica: il problema dell’estensione dell’art.
2058 alla responsabilita` contrattuale 404
7. La prova dell’inadempimento (Cass., Sez. Un., 30 ottobre 2001, n. 3533) 405
7.1. L’orientamento tradizionale: l’onere della prova dell’inadempimento in- combe sul creditore che agisce per la risoluzione e il risarcimento 405
7.2. La tesi minoritaria: al debitore l’onere di provare l’esatto adempimento. 406
7.3. L’intervento delle sezioni unite del 2001 407
7.3.1. La ripartizione dell’onere probatorio in alcune ipotesi partico-
xxxx: a) nell’ipotesi di adempimento inesatto 407
7.3.2. Segue: b) nell’exceptio inadimpleti contractus 408
7.3.3. Segue: c) nelle obbligazioni negative 409
7.3.4. Segue: d) in caso di violazione di obblighi di protezione 409
8. La responsabilita` contrattuale nel sistema della responsabilita` civile. Di- stinzione dalla responsabilita` aquiliana 409
8.1. Segue: la disciplina applicabile: tratti comuni e divergenze 410
8.2. La crisi della summa divisio tra responsabilita` contrattuale ed extracon- trattuale 412
8.3. Gli obblighi di protezione nei confronti della controparte 412
8.4. Gli obblighi di protezione nei confronti dei terzi 416
8.4.1. Tesi che ravvisa il fondamento degli obblighi di protezione nella buona fede integrativa 417
8.4.2. Il problema della selezione dei terzi protetti 421
8.5. Gli obblighi di protezione senza obblighi di prestazione 421
8.6. I confini tra responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale alla luce
della teoria del contatto sociale 421
8.7. Il concorso tra responsabilita` contrattuale e responsabilita` aquiliana 426
8.8. Il concorso del terzo nell’adempimento 428
8.9. Un caso classico di concorso improprio di responsabilita` contrattuale ed aquiliana: la doppia alienazione immobiliare 429
CAPITOLO II Regimi “speciali” di responsabilita`. La responsabilita` professio- nale. La responsabilita` ex recepto
1. Profili generali 433
2. Natura dell’obbligazione del professionista. Il comportamento dovuto:
l’art. 1176, comma 2, c.c. 433
3. L’art. 2236 c.c.: il coordinamento giurisprudenziale tra l’art. 2236 e l’art. 1176 434
3.1. Segue: ambito di applicazione 436
4. L’onere probatorio 436
5. La responsabilita` del medico: criterio di imputazione e problemi di pro- va 437
5.1. Segue: il riparto dell’onere della prova prima della sentenza delle sezioni unite n. 13533/2001. La distinzione tra interventi routinari e non routi-
nari 438
5.2. Segue: responsabilita` del medico e prova dell’(esatto) adempimento: la distinzione tra interventi routinari e di speciale difficolta` non rileva piu`
quale criterio di ripartizione dell’onere della prova 440
5.3. Casistica pretoria sulla colpa grave 443
5.4. L’onere della prova del nesso causale 444
5.4.1. La tesi dottrinale per cui la prova del nesso causale tra inadem- pimento e danno grava sul paziente. Autonomia della causalita` rispetto alla prova dell’errore medico 445
5.4.2. Tesi dell’accertamento presuntivo della causalita`: « assorbi- mento » del problema del nesso causale nell’alveo dell’errore 445
6. Il problema della causalita` nel settore della responsabilita` medica 446
6.1. Il nesso causale ai fini della responsabilita` penale del medico 446
6.2. Differenze con lo statuto civilistico della causalita` e incertezze della giurisprudenza 451
6.2.1. Segue: l’accertamento del nesso causale nel settore della respon- sabilita` civile del medico nelle ultime acquisizioni giuri- sprudenziali e dottrinali 452
6.2.2. Segue: duplice rilievo del concetto di chance: bene della vita au- tonomo rispetto al risultato e parametro di accertamento del nesso di causalita` 453
7. La responsabilita` del medico per violazione del dovere di informazione 455
8. La responsabilita` medica nell’ambito della struttura ospedaliera 459
8.1. La responsabilita` del medico ospedaliero 459
8.2. La responsabilita` dell’ente ospedaliero 464
8.3. La responsabilita` del medico nei confronti dell’ente sanitario pubblico
che agisce in sede di rivalsa 466
9. La responsabilita` professionale dell’avvocato, del notaio e del professio-
nista tecnico 467
10. La responsabilita` ex recepto 470
10.1. La custodia come oggetto principale dell’obbligazione 470
10.2. La custodia come obbligo accessorio 473
CAPITOLO III L’obbligazione risarcitoria: artt. 1223-1229 c.c.
1. Premessa 477
2. Il problema della doppia causalita` 477
3. La funzione del risarcimento del danno 478
4. La nozione di danno risarcibile 482
5. La risarcibilita` del danno non patrimoniale in caso di inadempimento contrattuale 487
6. Obbligazione risarcitoria e crediti di valore 488
7. I singoli criteri di determinazione del danno: l’art. 1223 c.c. 488
7.1. Le componenti del danno: il danno emergente e il lucro cessante 489
7.2. Tra lucro cessante e danno emergente: la perdita di chance 492
7.2.1. La perdita di chance nella giurisprudenza italiana: casistica 496
7.3. La compensatio lucri cum damno 497
7.4. La delimitazione legislativa del risarcimento del danno alle conseguenze immediate e dirette 500
8. L’art. 1227 c.c.: profili generali. Distinzione tra i commi1e2 502
8.1. In particolare: l’art. 1227, comma 2: il dovere del danneggiato di evitare
o limitare il danno 503
8.1.1. Segue: art. 1227, comma2e il caso delle cure mediche 505
8.1.2. Segue: art. 1227, comma2e il caso delle iniziative giudiziarie 506
8.1.3. Segue: art. 1227, comma 2 e arricchimento senza causa 507
9. L’art. 1225 c.c.: il criterio della prevedibilita` del danno 508
9.1. Applicabilita` dell’art. 1225 c.c. al settore della responsabilita` aquiliana 508
9.2. I rapporti tra l’art. 1225 c.c. e l’art. 1223 c.c. 509
9.3. La prevedibilita` del danno 510
9.4. La risarcibilita` dei danni imprevedibili nell’ipotesi di inadempimento do- loso 511
10. L’art. 1226 c.c.: la valutazione equitativa del danno 513
11. L’art. 1224 c.c.: danni nelle obbligazioni pecuniarie (rinvio) 513
12. L’art. 1228 c.c.: responsabilita` per fatto degli ausiliari. 513
12.1. Ambito applicativo dell’art. 1228 c.c. 514
12.1.1. Segue: il rapporto tra il creditore e gli ausiliari 516
13. L’art. 1229 c.c.: clausole di esonero da responsabilita` 517
13.1. Rapporti tra clausole di esonero da responsabilita` e clausole affini 518
13.1.1. Segue: in particolare: la clausola penale 518
13.1.2. Segue: clausole di limitazione di responsabilita` e clausole di de- terminazione dell’oggetto della prestazione. Il caso delle cassette
di sicurezza 520
13.1.3. Segue: clausole di esonero da responsabilita` e clausole di man- leva 522
13.2. Le clausole di esonero da responsabilita` del debitore per il fatto dei suoi ausiliari 523
13.3. Le clausole di esonero dalla responsabilita` extracontrattuale 523
14. L’obbligazione risarcitoria come debito di valore. Rinvio 525
SEZIONE QUINTA
MODIFICHE SOGGETTIVE DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO
CAPITOLO I Profili generali
1. Successione nel rapporto obbligatorio e novazione soggettiva 531
2. Modificazioni soggettive dal lato passivo e dal lato attivo del rapporto ob- bligatorio: profili generali 533
CAPITOLO II Modifiche del lato attivo
1. Profili generali 537
2. La cessione del credito 537
2.1. La cessione e` l’effetto di un negozio o un negozio che produce un effet-
to? 539
2.2. Il problema della causa della cessione di credito 539
2.3. La struttura della cessione ha carattere bilaterale o trilaterale? 540
2.4. Segue: Efficacia traslativa della cessione 541
2.5. La risoluzione dei conflitti tra cessionari 543
2.6. Effetti della cessione 544
2.7. Regime delle garanzie 545
2.8. Regime delle eccezioni 546
2.9. Divieti di cessione 548
2.10. Cessione del credito a scopo di garanzia 549
2.11. Il factoring 550
3. Surrogazione per pagamento 551
3.1. Le varie figure di surrogazione 553
3.2. Disciplina 556
3.3. Rapporto tra surrogazione e azione di regresso 557
4. La delegazione attiva 557
CAPITOLO III Modifiche del lato passivo
1. Profili generali 561
2. La delegazione 561
2.1. Struttura e causa della delegazione 563
2.2. Tipologie di delegazione 564
2.3. I rapporti della fattispecie delegatoria 567
2.4. Il regime delle eccezioni: la c.d. nullita` della doppia causa 568
2.5. Individuazione delle parti dell’obbligazione restitutoria nei rapporti tri-
lateri 571
2.6. Delegazione di crediti futuri 572
3. L’espromissione 573
3.1. La struttura 573
3.2. La causa 575
3.3. Tipologie di espromissione 576
3.4. Intervento del terzo e potere del debitore di opposizione 577
3.5. Il regime delle eccezioni 577
3.6. Espromissione e figure affini 578
4. L’accollo 579
4.1. Classificazioni 579
4.2. La struttura 581
4.3. La causa 582
4.4. L’oggetto dell’accollo: l’accollo di debiti futuri 583
4.5. Il regime delle eccezioni 584
4.6. Insolvenza del nuovo debitore e invalidita` della nuova obbligazione 585
SEZIONE SESTA LE GARANZIE
CAPITOLO I Profili generali
1. La garanzia patrimoniale generica 591
1.1. Natura giuridica 591
1.2. Ambito oggettivo di applicazione 593
1.3. Limitazioni alla responsabilita` patrimoniale generica: rapporti con l’art.
1229 c.c. e con i patrimoni di destinazione 595
1.4. Rapporti tra l’art. 2740 c.c. e l’art. 2043 c.c. 598
1.5. I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale: rinvio 599
2. La par condicio creditorum 600
3. Le cause legittime di prelazione. 601
4. Il divieto del patto commissorio 603
4.1. Divieto del patto commissorio e alienazioni in garanzia 606
4.2. Segue: la problematica del ricorso alla tecnica della simulazione e della frode alla legge quali eventuali modalita` per snidare la pattuizione com-
missoria 609
4.3. Effetti delle nullita` del patto commissorio sul contratto di mutuo 614
4.4. Ancora sull’ambito applicativo del patto commissorio: il sale and lease-
back. Liceita` e meritevolezza alla luce del divieto dell’art. 2774 c.c. 615
CAPITOLO II Le garanzie reali
1. Le garanzie reali: generalita` 621
2. Il pegno: nozione 622
2.1. I pegni anomali 624
2.1.1. Pegno rotativo 624
2.1.2. Pegno su cosa futura 627
2.1.3. Il pegno omnibus 628
2.2. La costituzione del pegno 630
2.3. La disciplina 632
3. L’ipoteca 635
4. I privilegi 642
CAPITOLO III Le garanzie personali
1. Fideiussione: caratteri fondamentali e struttura del negozio 653
1.1. Contenuto ed effetti 656
1.2. Estinzione 660
2. Mandato di credito 661
3. Anticresi 662
4. Fuga dal tipo: limiti delle garanzie personali tipiche 664
5. Fideiussione omnibus 664
5.1. Nozioni di carattere generale 664
5.2. Natura giuridica e interesse tutelato 665
5.3. La legge n. 154/1992 666
5.3.1. Profili applicativi: la rilevanza qualitativa e quantitativa dell’ob- bligazione garantita 667
5.4. Le clausole piu` diffuse 668
5.4.1. Clausola di deroga all’art. 1957 c.c. 668
5.4.2. Clausola di sopravvivenza in deroga all’art. 1939 c.c. 668
5.4.3. Xxxxxxxx di pagamento a prima richiesta in deroga all’art. 1945 c.c. 668
5.4.4. Clausola di recesso del fideiussore 668
5.4.5. Clausola di reviviscenza 668
5.4.6. Xxxxxxxx che rende opponibili al fideiussore scritture contabili 669
5.4.7. Clausola che rende solidale e indivisibile l’obbligazione per gli
eredi del fideiussore 669
5.4.8. Clausola relativa a interessi moratori 669
5.4.9. Clausola di deroga all’art. 1948 c.c. 669
5.4.10. Clausola di estensione soggettiva della fideiussione 669
5.4.11. Fideiussione omnibus di fideiussione omnibus 670
5.4.12. La fideiussione omnibus al fideiussore omnibus 670
6. Contratto autonomo di garanzia 670
6.1. Nozioni di carattere generale 670
6.2. Tipologie nella prassi 671
6.3. Ammissibilita` del contratto autonomo di garanzia 672
6.4. Rapporto con istituti affini 673
6.5. Tutela del garante 674
6.5.1. Tutela preventiva del garante 674
6.5.2. Tutela successiva del garante 678
6.6. Tutela del debitore principale 679
6.6.1. Tutela preventiva del debitore principale 679
6.6.2. Tutela successiva del debitore principale 679
7. Lettere di patronage 679
7.1. Nozioni di carattere generale 679
7.2. Dibattito sulla rilevanza giuridica 680
7.3. Vincolativita` e responsabilita` in caso di false dichiarazioni 681
7.3.1. Lettere “a contenuto debole” 681
7.3.2. Lettere “a contenuto forte” 682
7.4. Tesi della tipicita` 683
7.5. Tesi della atipicita` 684
CAPITOLO IV I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale
1. Quadro dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale 689
2. L’azione surrogatoria 690
2.1. Funzione dell’azione surrogatoria 691
2.2. Fondamento giuridico della legittimazione 692
2.3. Requisiti per l’esercizio dell’azione surrogatoria 693
2.3.1. Xxxxxxx` di creditore del soggetto agente 693
2.3.2. Inerzia del debitore 696
2.3.3. Il pericolo di danno (c.d. eventus damni) 697
2.3.4. Contenuto patrimoniale e natura non personale dei diritti e delle azioni 698
2.4. L’esercizio dell’azione surrogatoria in via stragiudiziale e in giudizio 702
3. L’azione revocatoria 703
3.1. Funzione dell’azione revocatoria 703
3.2. Presupposti dell’azione 704
3.2.1. L’esistenza del credito 704
3.2.2. Gli atti suscettibili di revocatoria: natura e caratteri 706
3.2.3. Segue: la doppia alienazione immobiliare 712
3.2.4. L’eventus damni 714
3.2.5. L’elemento soggettivo 714
3.3. Le prestazioni di garanzia 715
3.4. Effetti dell’accoglimento dell’azione revocatoria 715
3.4.1. Segue. Responsabilita` dell’acquirente nei confronti del credito- re 716
3.5. La posizione del subacquirente 717
3.6. La prescrizione 718
3.7. Cenni in materia di revocatoria nel diritto fallimentare e in quello pena- le 718
4. Il sequestro conservativo 721
4.1. Natura giuridica, funzione, effetti 721
4.2. Presupposti 722
4.3. Oggetto del sequestro conservativo 723
4.4. Sequestro giudiziario 723
4.5. L’opposizione ai pagamenti 724
PARTE SECONDA
LE OBBLIGAZIONI DA FATTO ILLECITO
CAPITOLO I Il sistema della responsabilita` aquiliana: le mobili frontiere dell’in- giustizia del danno
1. I confini tra responsabilita` contrattuale ed aquiliana nell’evoluzione sto- rica 729
2. I caratteri tradizionali dell’illecito aquiliano nel modello di derivazione romanistica e nella prima lettura giurisprudenziale dell’art. 2043 c.c.: funzione sanzionatoria, irrinunciabilita` della colpa, limitazione delle po- sizioni giuridiche tutelate 730
3. Tramonto della concezione sanzionatoria ed avvento della lettura precet-
tiva: dal fatto xxxxxxxx al danno ingiusto 731
3.1. Le ragioni della nuova visione dell’art. 2043 c.c.: le trasformazioni eco- nomico-sociali generano danni anonimi ed incolpevoli ed impongono la centralita` del danno in una prospettiva vittimologica 733
3.2. La rottura dell’unita` del sistema della responsabilita` civile e la rinuncia
al dogma della colpa necessaria 734
3.3. Il tentativo di accomunare i criteri eccentrici di imputazione nella logica
della responsabilita` da rischio 735
3.4. L’accettazione del carattere pluralistico del nostro sistema di responsa-
bilita` 737
4. Il concetto di danno: danno-evento e danno-conseguenza 743
5. Le mobili frontiere del danno ingiusto 745
5.1. Pillole di diritto comparato 745
5.2. Il codice del 1865 ignora l’ingiustizia; la giurisprudenza la riferisce al
fatto dannoso 746
5.3. Il concetto di ingiustizia nell’art. 2043 del nuovo codice civile 747
6. Segue: danno sine jure o contra jus? 748
6.1. La tesi della risarcibilita` del danno puramente patrimoniale 748
6.2. La tesi del danno contra jus oltre che sine jure: atipicita` o tipicita` relati- va/progressiva; clausola o norma generale? 750
7. Segue: i parametri relativi al giudizio sintetico-comparativo sull’ingiusti-
zia del danno 753
7.1. La rilevanza costituzionale dell’interesse inciso 754
7.2. La norma autorizzatrice della condotta lesiva 754
7.3. La contaminazione tra culpa e injuria 755
7.4. Ulteriori parametri di valutazione 756
8. Le peregrinazioni pretorie sull’ingiustizia del danno: dal diritto sogget- tivo assoluto all’interesse legittimo, passando per il diritto all’integrita` del patrimonio 757
8.1. La tutela e` estesa ai diritti relativi 757
8.2. La creazione pretoria di diritti della persona fondati sulla clausola gene-
rale di cui all’art. 2 Cost. 758
8.3. La creazione pretoria del diritto all’integrita` del patrimonio 760
8.4. Si rinuncia al paradigma del diritto soggettivo: relazioni familiari, pos- sesso, detenzione, chance, affidamento 761
8.5. Segue: l’approdo finale della giurisprudenza (sent. n. 500/1999) e del le- gislatore (art. 7 della legge n. 205/2000): si ammette la risarcibilita` degli interessi legittimi 762
8.5.1. Gli argomenti addotti dalle sezioni unite (sent. n. 500/1999) al
fine di giustificare la svolta 762
8.5.2. Il legislatore consacra il principio della risarcibilita` (art. 7 della
legge n. 205/2000) 767
8.5.3. La tecnica di tutela risarcitoria dell’interesse legittimo tra pro- blemi di giurisdizione e profili processuali: Corte cost. sentenze 204/2004 e 191/2006; Cass. Sez. Un. Ordinanze 13659 e 13660 del
13 giugno 2006 e n. 13911 del 15 giugno 2006 768
8.6. La nuova frontiera: il danno da illecito dello Stato legislatore. 770
8.7. e la responsabilita` dello Stato membro per violazione del diritto comu-
nitario derivante da provvedimento giurisdizionale (Corte Giustizia, sentenza 30 settembre 2003, causa C-224/01; 13 giugno 2006, C-173/
2003).................................................................................................................... 773
9. Due sistemi eccentrici: la responsabilita` civile da illecito penale; la re- sponsabilita` concorrenziale 776
CAPITOLO II La struttura dell’illecito aquiliano
1. Profili generali 785
2. Il fatto 785
2.1. L’imputabilita` del fatto 787
2.1.1. Il rapporto tra imputabilita` e colpa 789
2.1.2. La liquidazione del danno morale in favore della persona lesa da
reato commesso da incapace ex artt. 2059 c.c. e 185 c.p. 792
2.1.3. L’actio libera in causa 793
2.1.4. La responsabilita` del sorvegliante e l’indennizzo a carico dell’in- capace ex art. 2047 c.c. 793
2.1.5. Considerazioni finali sulla disciplina di tutela dell’incapace 796
3. La colpevolezza 796
3.1. La colpa 797
3.1.1. Colpa civile e colpa penale 800
3.1.2. Colpa contrattuale ed extracontrattuale 800
3.1.3. La graduazione della colpa 801
3.1.4. La prova della colpa 801
3.2. Il dolo 802
3.3. Il danno: danno-evento e danno-conseguenza 804
4. La causalita` 805
4.1. La causalita` e` duplice o unica? 805
4.2. Le tesi sulla causalita` di fatto 807
4.2.1. Teoria della condicio sine qua non (c.d. “but for test”) temperata dalla rilevanza della concausa sopravvenuta assorbente ex art.
41, comma 2, c.p. 807
4.2.2. La teoria della causalita` adeguata 812
4.2.3. Altre tesi 813
4.3. Una palestra dei problemi in materia di causalita`: la responsabilita` del medico tra causalita` penale e civile 814
4.3.1. Lo statuto penalistico della causalita` omissiva (la sentenza Xxxx. sezioni unite 10 luglio-11 settembre 2002, n. 30328, Franzese) 814
4.3.2. Differenze con lo statuto civilistico della causalita`: le incertezze
della giurisprudenza 820
4.3.2.1. Segue: duplice rilievo del concetto di chance: bene della vita autonomo rispetto al risultato e parametro di accerta-
mento del nesso di causalita` 830
4.4. La prova del nesso di causalita` 830
4.5. Il problema delle concause 830
4.5.1. Il concorso causale del danneggiato (art. 1227, comma 1 c.c.) 831
4.5.2. Il concorso di piu` danneggianti (art. 2055 c.c.) 834
4.5.2.1. Il regresso 838
4.5.3. Le concause naturali 839
5. Le cause di giustificazione 840
5.1. Legittima difesa 841
5.2. Stato di necessita` 843
CAPITOLO III I confini pallidi tra danno patrimoniale e danno non patrimoniale: le variabili del danno biologico e del danno esistenziale
1. Quadro storico 851
2. Il dato normativo: i casi di risarcibilita` del danno non patrimoniale ai
sensi dell’art. 2059 c.c. 852
2.1. Il danno da reato ex art. 185 c.p. 852
2.2. Altre fattispecie tipiche 854
3. I confini mobili tra danno non patrimoniale e danno morale: nell’evolu-
zione pretoria 857
3.1. Tesi estensiva del danno non patrimoniale inteso come comprensivo del danno morale transeunte e del danno da offesa di beni non patrimonia-
li 857
3.2. Tesi restrittiva che limita il danno non patrimoniale al danno morale
puro transeunte. Punti di debolezza della tesi estensiva 859
4. Segue: la giurisprudenza accoglie la tesi limitativa e delinea i confini del danno biologico come danno-evento indefettibile: la ricostruzione offerta
dalla storica sent. n. 184/1986 della Consulta 861
4.1. La nascita del danno esistenziale 865
5. Segue: Il ritorno ad un sistema bipolare di danni con le rivoluzionarie sentenze Xxxx. 8827/03 e 8828/03 867
5.1. Corte Costituzionale n. 233/2003 consolida la svolta bipolare 872
6. Il danno biologico 874
6.1. I criteri di quantificazione 875
6.1.1. La quantificazione del danno biologico nel nuovo codice delle assicurazioni private (Artt. 138 e 139 d.lgs. n. 209/2005) 877
6.1.1.1. a) Le reazioni di dottrina... ... b) segue e giuri-
sprudenza 879
6.1.1.2. Il risarcimento diretto ex art. 149 del codice, attuato con il d.P.R. 18 luglio 2006, n. 254 883
6.1.2. Il danno biologico dei lavoratori (d.lgs. n. 38/2000) 883
6.1.3. Rapporti intercorrenti tra capacita` lavorativa generica e capacita` lavorativa specifica 884
7. Il danno esistenziale 885
7.1. L’incidenza delle pronunce della Cassazione 8827 e 8828 del 2003 nel di- battito sui confini del danno esistenziale 888
7.2. Le ultime novita` giurisprudenziali sul danno esistenziale 890
7.2.1. Segue. Cassazione 6572/2006 892
7.2.2. Il definitivo riconoscimento dell’autonomia del danno esisten- ziale? Cassazione 13546/2006 893
7.2.3. Le reazioni della dottrina 894
7.2.4. Conclusioni 898
7.2.5. Problematiche probatorie e quantificatorie 899
8. Il danno morale subiettivo 901
9. Danno morale e non patrimoniale subito dalle persone giuridiche 904
10. Danno non patrimoniale da inadempimento contrattuale 904
CAPITOLO IV I danni da rimbalzo
1. Profili generali 915
2. Il problema della causalita` 916
3. Danni patrimoniali riflessi per morte o lesioni del familiare 917
3.1. Xxxxx subiti dal nascituro 919
3.2. Danni patrimoniali riflessi per morte o lesioni del debitore (c.d. lesione aquiliana del credito) 920
4. Danni riflessi morali, jure proprio 921
5. Il danno biologico riflesso da far valere iure proprio: i delicati confini tra danno morale e danno psichico 922
6. Nuove frontiere sui rapporti tra danni riflessi, danno morale e danno esi- stenziale. La scomparsa del danno da rimbalzo e la nozione di illecito plurioffensivo 924
7. La trasmissibilita` del diritto al risarcimento del danno biologico iure suc- cessionis 926
8. Il danno morale jure successionis 930
Capitolo V Le responsabilita` speciali codicistiche
1. La responsabilita` di cui all’art. 2048 c.c. 935
1.1. La responsabilita` dei genitori e dei tutori 935
1.2. La responsabilita` degli insegnanti 937
1.3. La responsabilita` per le lesioni inferte dal minore a se´ stesso 939
2. Responsabilita` per l’esercizio di attivita` pericolose 942
2.1. Il problema della selezione delle attivita` pericolose 944
2.2. Il criterio di imputazione. Colpa presunta, culpa levissima o responsa-
bilita` oggettiva pura? 947
2.2.1. La tesi tradizionale della responsabilita` per colpa presunta 947
2.2.2. La tesi della responsabilita` per culpa levissima 948
2.2.3. La tesi della responsabilita` oggettiva 949
2.2.4. Oscillazioni giurisprudenziali 950
2.2.5. Il danno risarcibile ex art. 2050. Problemi di compatibilita` tra il meccanismo della presunzione di responsabilita` e il danno non patrimoniale 952
2.3. Il danno da fumo 952
3. La responsabilita` per il danno da cose in custodia 953
3.1. Ambito di applicazione dell’art. 2051 c.c. 953
3.2. Criterio di imputazione: colpa presunta o responsabilita` oggettiva? 955
3.2.1. La tesi minoritaria della responsabilita` semioggettiva o per colpa presunta 955
3.2.2. La tesi prevalente della responsabilita` oggettiva 956
3.2.3. Segue: I danni da caduta 957
3.3. Art. 2051 e pubblica amministrazione 958
3.3.1. Tesi contraria all’applicabilita` dell’articolo 2051 c.c. alla pubblica amministrazione 958
3.3.2. Iniziali aperture limitate della giurisprudenza. Il problema della custodia di beni di rilevanti dimensioni 959
3.3.3. Il revirement della Cassazione. Nessun ingiustificato privilegio
per la P.A. 961
3.4. Danno non patrimoniale e responsabilita` ex art. 2051 c.c. 963
4. La responsabilita` per il danno cagionato da animali ex art. 2052 c.c. 963
4.1. I danni prodotti dagli animali selvatici. La responsabilita` della P.A. 964
5. La responsabilita` per il danno da rovina di edificio ex art. 2053 966
6. La responsabilita` dei preponenti per il fatto dei loro preposti ex art. 2049 c.c. 969
7. La responsabilita` per i danni arrecati da circolazione di veicoli ex art.
2054 c.c. 972
CAPITOLO VI Fattispecie speciali extracodicistiche
1. Responsabilita` civile e protezione dei dati personali 977
2. La responsabilita` per il danno ambientale 983
2.1. La nozione di ambiente 983
2.2. La nuova disciplina del danno ambientale 985
2.2.1. La nozione di danno ambientale e le tecniche di tutela 986
2.2.2. Legittimazione ad agire 987
2.2.3. La struttura dell’illecito 989
2.2.4. Ulteriori rimedi 990
2.2.5. La legge finanziaria del 2006 991
3. Responsabilita` per lesione di diritti della proprieta` industriale (art. 125
del decreto legislativo n. 30/2005) 993
3.1. Tesi che attribuisce alla retroversione degli utili una matrice risarcitoria
con curvatura sanzionatorio-preventiva 994
3.2. Tesi che riconduce la retroversione degli utili ad un’impronta restiuto- ria 995
4. La responsabilita` del produttore 997
4.1. La responsabilita` del produttore nel dibattito nazionale prima del varo
del d.P.R. n. 224/1988 997
4.2. La disciplina dettata dal d.P.R. n. 224/1988, poi trasfusa nel codice del consumo 999
5. Tutela aquiliana dei consumatori ed illecito antitrust 1007
6. La responsabilita` per la lunga durata del processo 1017
7. La responsabilita` per l’esercizio di attivita` giudiziaria 1021
8. La responsabilita` per il danno da mobbing 1023
CAPITOLO VII L’obbligazione risarcitoria: il risarcimento in forma specifica
1. Profili generali 1031
2. Premessa storica 1031
3. Nozione 1031
4. Natura del rapporto tra le diverse forme di risarcimento 1032
5. La natura giuridica dell’istituto 1033
5.1. La tesi del rimedio a carattere variabile (preventivo o risarcitorio) 1034
5.2. La teoria del rimedio risarcitorio 1035
5.3. L’orientamento giurisprudenziale 1037
6. Differenze tra tutela risarcitoria in forma specifica e altre tecniche di tu- tela 1037
6.1. Distinzione tra risarcimento in forma specifica e tutela restitutoria ex
art. 185, comma 1 c.p 1037
6.2. Risarcimento in forma specifica e tutela inibitorio-ripristinatoria dei di-
ritti 1038
6.3. Rapporti tra tutela ripristinatoria dei diritti reali e tutela risarcitoria in forma specifica 1040
6.4. La scadenza dei termini per la tutela ripristinatorio-inibitoria influisce
sulla perseguibilita` del risarcimento in forma specifica? 1041
7. Applicabilita` del risarcimento in forma specifica all’inadempimento con- trattuale 1042
7.1. La tesi negativa 1042
7.2. La tesi positiva 1043
7.3. La giurisprudenza 1046
8. Il rapporto gerarchico tra risarcimento in forma specifica e risarcimento
per equivalente 1047
8.1. L’art. 2058 c.c. configura un diverso metodo di stima o una specifica tec-
nica di riparazione del danno? 1047
8.2. Vi e` un rapporto di gerarchia tra le due forme di risarcimento? 1048
9. I limiti al risarcimento in forma specifica contenuti nell’art. 2058 c.c. 1050
9.1. L’eccessiva onerosita` per il debitore, con particolare riferimento al danno arrecato ad un autoveicolo usato 1051
10. Il risarcimento del danno in caso di doppia alienazione immobiliare 1053
11. L’applicazione del risarcimento in forma specifica al danno non patrimo- niale 1053
12. Casisitica 1054
PARTE TERZA
LE OBBLIGAZIONI DA FATTO LECITO
SEZIONE PRIMA LE PROMESSE
CAPITOLO I Profili generali
1. Nozione di promessa unilaterale 1065
2. Il problema della tipicita` delle promesse 1066
2.1. La tesi della rigorosa tipicita` delle promesse 1066
2.2. La tesi estensiva che qualifica le promesse come una categoria aperta piuttosto che come un numero chiuso ispirato ad una logica di rigorosa tipicita` 1068
3. Promessa unilaterale, expressio causae e giustificazione causale del vin-
colo 1070
4. Le possibili giustificazioni causali delle promesse 1072
5. La prassi del commercio internazionale e le fonti sovranazionali: principi
unidroit e principles of european contract 1072
CAPITOLO II Ipotesi controverse di promesse unilaterali fuori dai casi previsti dal titolo IV del libro IV
1. Natura giuridica controversa dell’art. 1333 c.c.: rinvio 1077
2. Donazione obnuziale 1077
3. La dichiarazione unilaterale d’ipoteca (art. 2821) 1078
4. Offerta di liberare l’immobile dall’ipoteca fatta dal terzo acquirente (art.
2890 c.c.) 1079
5. La proposta irrevocabile (art. 1329 c.c.): rinvio 1079
6. La promessa di mutuo (art. 1822 c.c.) 1080
7. Atto costitutivo di fondazione (artt. 14 e 15 c.c.) 1080
8. I titoli di credito: rinvio 1081
CAPITOLO III Promesse tipizzate dal legislatore nel titolo IV del libro IV
1. La promessa di pagamento e la ricognizione di debito 1085
1.1. Il problema della forma scritta 1085
1.2. La questione della natura recettizia: la dichiarazione puo` essere indiriz-
zata ad un terzo? 1086
1.3. La natura giuridica: negozio di accertamento o dichiarazione di scien-
za? 1087
1.3.1. Differenze rispetto alla confessione 1088
1.4. La valenza probatoria della promessa ed il regime della prova idonea a vincere la presunzione di esistenza del rapporto fondamentale 1089
1.5. Ricognizione di debito e diritti reali 1092
2. La promessa al pubblico 1093
2.1. La natura della promessa: negozio unilaterale o contratto? Il ruolo della comunicazione da parte del beneficiario 1094
2.1.1. La differenza dall’offerta al pubblico 1095
2.2. La promessa al pubblico e` tipica o atipica? Il problema della causa 1095
2.2.1. Utilita` ed effetti del ricorso allo schema della promessa piuttosto
che a quello del contratto 1097
2.3. La revoca per giusta causa 1097
2.4. Concorso di piu` persone 1098
2.5. Casistica 1099
CAPITOLO IV I titoli di credito
Sezione I: I profili generali
1. Considerazioni introduttive: la funzione dei titoli di credito 1103
2. I caratteri dei titoli di credito 1105
3. Le eccezioni opponibili dal debitore cartolare: le eccezioni reali e le ecce-
zioni personali 1108
4. Titolarita` e legittimazione 1110
5. Le leggi di circolazione dei titoli di credito 1111
6. Classificazioni dei titoli di credito 1114
7. L’ammontare dei titoli di credito: funzione, ambito di applicazione, pro- cedura 1115
8. Documenti di legittimazione e titoli impropri. I libretti di deposito a ri- sparmio 1116
9. Segue: le carte bancarie e le carte di credito 1118
10. La “dematerializzazione” dei titoli di credito. 1119
Sezione II: Cambiale e assegno
1. Considerazioni introduttive: nozione e caratteristiche della cambiale 1120
2. Requisiti. La cambiale in bianco 1122
3. L’accettazione della tratta 1123
4. La girata 1125
5. La legittimazione del portatore della cambiale 1126
6. L’avallo: differenze rispetto alla fideiussione. La cambiale di favore 1126
7. Il pagamento della cambiale 1128
8. Le azioni cambiarie. Il protesto 1129
9. Le azioni extracambiarie: l’azione causale e l’azione d’ingiustificato arric- chimento 1130
10. L’assegno bancario e l’assegno circolare 1130
SEZIONE SECONDA I QUASI CONTRATTI
CAPITOLO I La gestione di affari altrui
1. La gestione d’affari altrui: nozione e funzione economico-sociale dell’isti- tuto 1139
2. L’oggetto della gestione 1140
3. I soggetti 1142
4. Elementi strutturali dell’istituto 1143
4.1. L’impossibilita` del soggetto gerito di provvedere ai propri affari 1144
4.2. L’elemento soggettivo della gestione d’affari altrui: la consapevolezza del gestore di curare un interesse altrui 1145
4.3. La spontaneita` dell’intervento 1145
4.4. L’utilita` iniziale della gestione 1147
5. L’affare comune 1147
6. L’elemento negativo: il divieto dell’interessato 1148
7. Gli effetti giuridici della gestione legittima 1149
7.1. Gli obblighi del gestore 1149
7.2. Gli obblighi dell’interessato 1150
7.3. Sorte degli atti compiuti dal gestore 1151
7.3.1. Gestione rappresentativa 1151
7.3.2. Gestione non rappresentativa 1152
8. La gestione illegittima 1153
8.1. Ratifica ed approvazione 1153
9. Gestione di affari e pubblica amministrazione 1154
9.1. Orientamento tradizionale: inapplicabilita` della disciplina civilistica alla gestione d’affari in favore della P.A. 1155
9.2. Elaborazione di un modello speciale rispetto a quello civilistico: neces- sita` di un preventivo riconoscimento dell’utiliter coeptum da parte della
P.A. 1157
9.3. Aperture dottrinali circa la competenza del giudice ordinario a cono-
scere dell’utilita` della gestione 1159
9.4. Esigenza di adeguamento della gestione d’affari nei confronti della P.A. all’attuale ordinamento costituzionale 1161
9.5. L’accertamento dell’utiliter coeptum nella dottrina piu` recente 1162
9.6. La gestione d’affari del privato assunta da un ente pubblico 1163
9.7. La gestione tra enti pubblici 1164
CAPITOLO II La ripetizione di indebito
1. Profili generali e classificazioni 1167
2. La nozione di “pagamento indebito” 1168
2.1. La nozione di pagamento 1168
2.1.1. Sono comprese anche le obbligazioni aventi ad oggetto un facere
od un non facere? 1168
2.1.2. E` necessaria la funzione solutoria? 1169
2.1.3. Il regime dell’atto giuridico solutorio 1170
2.2. La nozione di indebito 1170
3. Il fondamento dell’azione di ripetizione 1171
3.1. Le tesi negoziali: a) la teoria della clausola contrattuale tacita; b) la teo-
xxx della « conversione interpretativa legale » 1171
3.2. La tesi della nullita` del pagamento per mancanza della causa solvendi 1172
3.3. La tesi della ripetizione d’indebito come ipotesi particolare di arricchi- mento senza causa 1172
3.4. La tesi del rimedio autonomo 1173
4. La ripetizione di indebito riguarda anche i casi di pagamenti che non tra- sferiscono la proprieta` della cosa consegnata all’accipiens? I rapporti con l’azione di rivendicazione 1173
5. Rapporti tra ripetizione d’indebito e azioni di caducazione contrattuale: rapporti con l’art. 2038: rinvio 1176
6. La rilevanza dell’errore del solvens nell’indebito oggettivo 1180
6.1. Evoluzione storica e dato normativo 1180
6.2. Tesi che reputa necessario l’errore del solvens 1181
6.3. Segue: critica 1181
7. Indebito soggettivo: il requisito della scusabilita` dell’errore 1183
8. Indebito soggettivo misto 1185
9. Restituzione di cosa determinata e relativa impossibilita` 1186
10. Alienazione della cosa ricevuta indebitamente 1187
11. Pagamento all’incapace 1188
12. Casi di esclusione della ripetizione (artt. 2034 e 2035): resta ferma l’azione di rivendicazione 1189
13. Il regime dell’azione 1190
13.1. La tutela risarcitoria 1192
13.2. Rapporti con l’azione di ingiustificato arricchimento 1192
14. Indebito e Pubblica Amministrazione 1193
14.1. Il regime della ripetizione nell’ambito dei trattamenti previdenziali e dei crediti retributivi 1193
14.2. Il problema dell’applicabilita` della disciplina civilistica dell’indebito. La
tesi negativa. La rilevanza della buona fede dell’accipiens 1195
14.3. L’orientamento giurisprudenziale piu` recente: l’applicabilita` del regime generale sulla ripetizione d’indebito 1195
14.3.1. La doverosita` della ripetizione da parte della P.A. L’irrinunciabi-
xxxx` della prescrizione 1196
14.4. Modalita` di recupero delle somme non dovute 1197
CAPITOLO III L’arricchimento senza causa
1. Nozione e fondamento 1201
1.1. L’arricchimento come epicentro della tutela restitutoria 1201
2. Elementi della fattispecie: a) l’arricchimento ingiustificato 1202
2.1. L’arricchimento incremento patrimoniale o risparmio di spesa 1203
2.2. Le possibili causali dell’arricchimento 1203
2.2.1. L’arricchimento per iniziativa dell’impoverito 1203
2.2.1.1. L’arricchimento imposto: benefici non desiderati e re- sponsabilita` da arricchimento. Lavoro effettuato prohi-
xxxxx xxxxxx 1204
2.2.2. L’arricchimento per iniziativa dell’arricchito 1205
2.2.2.1. La consumazione di beni altrui 1206
2.2.2.2. Atti di disposizione di beni altrui 1206
2.2.2.3. Uso di beni altrui 1206
2.2.2.4. Diritti su beni immateriali. Invenzioni non brevettate e
know how, sfruttamento dell’altrui immagine 1207
2.3. Il carattere ingiustificato dell’arricchimento 1207
2.4. Il perdurare dell’arricchimento 1209
2.5. Arricchimento immorale 1210
3. Segue. b) L’impoverimento o pregiudizio 1210
4. Segue: c) Nesso di correlazione tra danno e arricchimento: l’unicita` del
fatto. L’arricchimento indiretto 1211
4.1. L’arricchimento mediato (o indiretto) 1211
5. Gli obblighi dell’arricchito 1213
5.1. L’obbligo di indennizzo 1213
5.2. L’obbligo di restituzione di cosa determinata 1214
6. Il regime dell’azione di arricchimento senza causa 1215
6.1. Il requisito della sussidiarieta` dell’azione: in astratto o in concreto? 1215
6.2. Esperibilita` dell’azione nei confronti dell’arricchito e nei confronti dei
terzi. Rinvio 1217
6.3. Prescrizione e profili processuali 1217
6.4. L’azione di arricchimento nei confronti della P.A. 1217
7. Esiste un divieto di arricchimento ingiusto? 1219
7.1. I termini del problema 1219
7.2. Uno sguardo di diritto comparato 1221
7.3. La tutela risarcitoria non offre risposte al problema 1221
7.4. Dalla lettura aquiliana alla visione restitutoria dell’art. 2041 c.c.: l’azione
di arricchimento vuole riparare danni o evitare arricchimenti? 1223
7.4.1. Rivisitazione dei requisiti dell’arricchimento senza causa. 1224
7.4.2. Risvolti sulla quantificazione dell’obbligo indennitario 1225
7.5. Segue: Il nuovo assetto dei rapporti tra rimedio risarcitorio e restituto- rio 1226
7.6. Un’applicazione legislativa del divieto di arricchimento ingiustificato:
l’art. 125 del codice della proprieta` industriale (d.lgs. 30/2005) 1227
7.6.1. Tesi che attribuisce alla retroversione degli utili una matrice ri- sarcitoria con curvatura sanzionatorio-preventiva 1228
7.6.2. Tesi che riconduce la retroversione degli utili ad un’impronta re- stitutoria 1230
7.7. Un’applicazione pretoria: lo sfruttamento abusivo dell’immagine altrui . 1232