Contract
Identificazione del Complesso IPPC | |
Ragione sociale | FENICE S.P.A. - UNITÀ OPERATIVA SUZZARA C/O IVECO |
Sede Legale | Xxx Xxxxx x. 00 Xxxxxx Xxxxxx (XX) |
Sede Operativa | Xxxxx Xxxxx x. 00 Xxxxxx Xxxxxxx (XX) |
Tipo di impianto | Esistente ai sensi D.Lgs. 59/2005 |
Codice e attività IPPC | 1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW |
ISTANZA DI RINNOVO del 19/10/2012 e s.m.i. Varianti non sostanziali dal 2008 al 2012 | RINNOVO E MODIFICA NON SOSTANZIALE DELL’AIA già emanata con DDS n. 3932 del 18/04/2007 - sostituzione generatore di vapore ed inserimento di due nuovi. - fine esercizio dell'attività relativa alla gestione dei rifiuti in conto terzi autorizzata e rinuncia parziale all'AIA. |
INDICE
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE 4
A 0. Inquadramento del complesso e del sito 4
A 1. Inquadramento del complesso e del sito 4
A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo
4
A. 1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito
5
A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA 5
B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO 6
B.3 Risorse idriche ed energetiche 8
8
9
9
C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento 13
C. 2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento 14
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento 15
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento 15
C. 7 Rischi di incidente rilevante 17
D. 1 Applicazione delle MTD 17
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate 20
E.1.1 Valori limite di emissione
21
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
21
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
21
22
E.2.1 Valori limite di emissione
24
E. 2.2 Requisiti e modalità per il controllo
25
E. 2.3 Prescrizioni impiantistiche
25
25
26
E. 3.2 Requisiti e modalità per il controllo
26
26
E. 5.1 Requisiti e modalità per il controllo
27
E. 5.2 Prescrizioni impiantistiche
27
28
E. 6 Ulteriori prescrizioni 29
E. 7 Monitoraggio e Controllo 30
E. 9 Gestione delle emergenze 30
E. 10 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività 30
E. 11 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche 30
F. 1 Finalità del monitoraggio 31
F.2 Chi effettua il self-monitoring 31
F.3 Parametri da monitorare 32
32
32
32
32
33
34
35
F. 4 Gestione dell’impianto 35
F. 4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
35
F. 4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
36
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
A.0 Inquadramento modifiche non sostanziali contestuali al rinnovo AIA
Si provvede ad aggiornare e modificare l’allegato tecnico parte integrante dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a seguito dei pareri e dei rapporti sui controlli effettuati da ARPA, delle comunicazioni nonché delle istanze di modifica non sostanziale avanzate dalla Ditta Fenice S.p.A.
A 1. Inquadramento del complesso e del sito
A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo
La Centrale Termica di Fenice S.p.A. dell’Unità Operativa (U.O.) di Suzzara è ubicata all’interno dello Stabilimento IVECO, che ha iniziato le attività produttive nel 1878. Lo Stabilimento IVECO è inserito nel tessuto urbano del Comune di Suzzara.
XXXXXX inizia ad operare nello Stabilimento IVECO nel gennaio 1999, rilevando gli impianti ecologici (quali trattamento delle acque reflue e gestione rifiuti) ed energetici (quali la Centrale Termica per la produzione di calore) fino ad allora gestiti da IVECO stessa, nell'ambito di una terziarizzazione del settore eco - energetico. Per quanto concerne la gestione dei rifiuti in conto terzi a favore di IVECO, la ditta Fenice ha formalizzato espressa rinuncia con comunicazione del 05/01/2012.
Le attività svolte dall'Unità Operativa FENICE all’interno dello stabilimento IVECO si possono riassumere come segue:
• Produzione e distribuzione energia termica
• Trasformazione e distribuzione di energia elettrica
• Riduzione e distribuzione metano
• Produzione e distribuzione aria compressa
• Emungimento e distribuzione acqua per uso industriale
• Condizionamento e refrigerazione
• Trattamenti acque primarie
• Trattamento acque finali
• Deposito temporaneo dei rifiuti prodotti dalle attività Fenice
Le coordinate Gauss Boaga dello stabilimento sono: E: 107371
N: 0044817
L’insediamento vede impiegati 16 addetti.
Il complesso IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessato dalle seguenti attività:
N. ordine attività IPPC | Codice IPPC | Attività IPPC | Capacità produttiva di progetto |
1 | 1.1 | 1.1-Impianti di combustione con una potenza termica di combustione di oltre 50 MW | 59,007 MWt |
Tabella A1 – Attività IPPC
La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:
Superficie totale mq | Superficie coperta mq | Anno costruzione complesso | Ultimo ampliamento |
1.873 | 1.837 | 1994 | 2003 |
Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento
A. 1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito
La superficie su cui insiste lo Stabilimento ricade completamente in aree di pertinenza del Comune di Suzzara. L’area su cui insiste lo Stabilimento IVECO, in base al N.T.A. del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Suzzara, è classificata come “Zona D1 Artigianale industriale edificate di completamento” sulla base della Convenzione Urbanistica.
Le attività di FENICE sono ubicate all'interno dello Stabilimento IVECO e, quindi, si è preso come riferimento per tracciare il cerchio (R = 500 m) la Centrale Termica.
Nel raggio di 500 m, le attività IPPC di FENICE confinano a:
NORD con attività industriali (stabilimento IVECO) ed in piccola parte area agricola con strada provinciale.
OVEST con linea ferroviaria (Ferrovie dello Stato Nord);
con attività industriali (stabilimento IVECO) ed aree residenziali; con strada provinciale;
SUD con aree residenziali (edificata e di completamento) ed agricole con linea ferroviaria;
EST con attività industriali (stabilimento IVECO) ed attività artigianali produttive con area agricola.
A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA
La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’impianto produttivo in esame.
Settore | Norme di riferimento | Ente competente | Numero autorizzazione | Data di emissione | Scadenza | N. ordine attività IPPC e non | Sost. da AIA |
A.I.A. | D.Lgs. 152/2006 | Regione Lombardia Provincia di Mantova | D.D.S. n° 3932 | 18/04/2007 | 18/04/2013 | 1 | >><< |
EMISSION TRADING | D.L. 273/2004 | Ministero Ambiente | DEC-RAS/2179- 2004-281104 posizione 248 | NO |
Tabella A4 – Stato autorizzativo
L’azienda è dotata delle seguenti registrazioni/certificazioni volontarie:
Certificazione Registrazione | Norme di riferimento | Ente certificatore | Estremi della certificazione / registrazione (N°– data di emissione) |
ISO | ISO 14001 | SINCERT | N. CERT.- 425-2002-AE-TRI-SINCERT del 10/09/2012 (ultimo aggiornamento) |
ISO | ISO 9001 | SINCERT | N. CERT.- 10722-2002-AQ-TRI-SINCERT del 27/06/2011 (ultimo aggiornamento) |
Tabella A4 – Certificazioni
B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO
B.1 Produzioni
La Centrale Termica è stata oggetto di continui interventi di miglioramento, sino a giungere alla configurazione attuale che comprende n° 4 generatori, a recupero totale, per la produzione di vapore e acqua surriscaldata utilizzata ad uso riscaldamento e tecnologico.
L’attuale configurazione della centrale termica è descritta nella tabella che segue:
Codice caldaia | M2 | M3 | M4 | M5 |
Costruttore | Macchi e C. s.a.s. | Viessmann | Ferroli | Ferroli |
Modello | 1340 | Vitomax 200 HW M234032 | PREAX ASH 3G 12000 | PREAX ASH 3G 00000 |
Xx xxxxxxxxx | 00000 XX | 187005001 | 7033 | 7034 |
Anno di costruzione | 1997 | 2005 | 2008 | 2008 |
Potenzialità (kWt) | 27.907 | 3.300 | 13.900 | 13.900 |
Tipo di generatore | Generatore semifisso a tubi di acqua | Generatore semifisso a tubi di fumo | Generatore semifisso a tubi di fumo | Generatore semifisso a tubi di fumo |
Tipo di impiego | Tecnologico e riscaldamento | Tecnologico e riscaldamento | Tecnologico e riscaldamento | Tecnologico e riscaldamento |
Fluido termovettore | Vapore | Acqua surriscaldata | Acqua surriscaldata | Acqua surriscaldata |
Temperatura di mandata °C | 190,71 | 175 | 140 | 140 |
Temperatura camera combustione | 1000 | 800 | 800 | 800 |
Pressione (bar) | 12 | 13 | 12 | 12 |
Rendimento % | 85 | 92 | 92,5 | 92,5 |
Sigla emissione | E2 | E3 | E4 | E5 |
Tabella B1 – Centrale termica Fenice c/o Iveco Suzzara
Come riportato nella tabella, le due caldaie Ferroli sono del tipo a tubi di fumo, con preriscaldatore dell’aria e sono destinate alla produzione di acqua surriscaldata. Anche la caldaia Viessmann è del tipo a tubi di fumo e consente la produzione diretta di acqua surriscaldata fino a 140 °C. La caldaia Macchi è
del tipo a tubi di acqua. Il generatore Viessmann, a bassa potenzialità, è utilizzato durante il funzionamento a minimo carico al fine di ottimizzare il rendimento complessivo della centrale.
L’impianto di produzione e distribuzione dell’acqua surriscaldata installato nella centrale termica della Fenice di Suzzara comprende tre circuiti utilizzatori:
Circuito 1 = Tecnologico che è utilizzato nel processo industriale Iveco
Circuito 2 = Riscaldamento, asservito, in particolare, alle officine dello stabilimento Iveco lato Est. Circuito 3 = Riscaldamento, asservito, in particolare, alle officine dello stabilimento Iveco lato Ovest.
B.2 Materie prime
Quantità, caratteristiche e modalità di stoccaggio delle materie prime impiegate dall’attività produttiva vengono specificate nella tabella seguente:
N. ordine prodotto | Materia Prima | Classe di pericolosità | Stato fisico | Quantità specifica* (kg/kWh) | Modalità di stoccaggio Tipo di deposito |
1 | METANO | Estremamente infiammabile | Gassoso | 34.854 | rete SNAM |
* riferita al quantitativo in kg di materia prima per kWh di energia termica prodotta.
MATERIE PRIME AUSILIARIE | |||
Materia Prima | Classe di pericolosità | Modalità di stoccaggio e tipo di deposito | Quantità massima di Stoccaggio |
Additivi per condizionamento acque calde | Fusti su griglia di contenimento | 250 Kg | |
Additivi per condizionamento acque fredde | Corrosivo – nocivo - irritante | Fusti su griglia di contenimento | 250 Kg |
Additivi per condizionamento acque reflue | Sacchi su pallet | 3.000 Kg | |
Gasolio | Corrosivo – pericoloso per l’ambiente | Serbatoio su superficie impermeabile a servizio del gruppo elettrogeno della CT | 260 litri |
Metano naturale | Estremamente infiammabile | Condotte | 150 Kg |
Olio per rabbocco macchine rotanti | Fusti su griglia di contenimento | 100 Kg | |
Acido Cloridrico al 30% | Corrosivo | Serbatoio su superficie impermeabile | 10.000 Kg |
Soda Caustica al 30% | Corrosivo | Serbatoio su superficie impermeabile | 10.000 Kg |
Cloruro di sodio in pastiglioni | Sacchi su pallet | 10.000 Kg |
Tabella B2 – Caratteristiche materie prime
B.3 Risorse idriche ed energetiche
La U.O. FENICE di Suzzara utilizza acqua industriale emunta da n. 2 pozzi, posti a circa 30 m dalla torre piezometrica, per:
• la produzione di acqua demineralizzata utilizzata per il reintegro del circuito termico Fenice e nei processi produttivi dello Stabilimento IVECO;
• il raffreddamento di apparecchiature varie, quali, ad esempio, pompe di alimento, pompe di circolazione acqua surriscaldata.
L’acqua per gli usi domestici, è fornita dalla rete comunale.
Gli scarichi idrici connessi alla Centrale Termica sono:
• gli spurghi discontinui delle caldaie che sono costituiti da acque provenienti dagli scarichi occasionali e/o svuotamenti dei generatori; tali acque sono inviate all'impianto TAR di trattamento acque reflue.
• le acque di raffreddamento delle pompe, asservite alla Centrale Termica; tali scarichi sono inviati all'impianto TAR di trattamento acque reflue.
Di seguito si riporta lo schema a blocchi della rete idrica con i dati di consumo relativi all’anno 2011 ed i valori contalitri stimati per le varie utenze.
Nella centrale termica della U.O. Fenice di Suzzara, la produzione di calore per uso tecnologico e di riscaldamento, è continuativa durante l’intero corso dell’anno, se si escludono i giorni di fermo impianto nel mese di agosto e le fermate produttive dello stabilimento.
Poiché lo stabilimento Iveco lavora su tre turni dal lunedì al venerdì, il carico richiesto dall’utenza per il riscaldamento è variabile nell’arco temporale della settimana; inoltre, l’assetto di funzionamento delle caldaie, dipende, anche, dalle condizioni climatiche e quindi varia nell’anno solare. Indicativamente, si può dividere l’anno in due macroperiodi di funzionamento, estivo ed invernale.
La presenza di un generatore a bassa potenzialità (Viessmann), dedicato per l’uso tecnologico e da utilizzare durante il funzionamento al minimo carico, consente di ottimizzare il rendimento complessivo della centrale. Il calore generato, è inviato allo stabilimento produttivo Iveco sotto forma di acqua surriscaldata a 140 °C max per il soddisfacimento delle esigenze di riscaldamento e di utilizzo tecnologico.
Nella stagione estiva si utilizza solamente la caldaia Viessmann, mentre nella stagione invernale, l’assetto prevede l’utilizzo delle due caldaie Ferroli oppure della Macchi.
Il sabato e la domenica i generatori ad alta pressione vengono generalmente spenti, così come il generatore di media pressione dal pomeriggio del sabato fino al pomeriggio di domenica.
L’energia termica prodotta, è totalmente ceduta allo stabilimento Iveco, poiché il consumo interno di Fenice può essere considerato trascurabile.
Sono installati tre diversi misuratori di energia termica: uno per mandata riscaldamento (stabilimento ovest), uno per la mandata del tecnologico, ed uno per il riscaldamento della parte est dello stabilimento.
Lo stabilimento Iveco, e quindi gli impianti di proprietà Fenice S.p.A. al suo interno, sono alimentati in continuo dall’ente fornitore con tensione di 130 kV; in ingresso allo stabilimento, la tensione viene ridotta a
15 kV in una sottostazione elettrica per mezzo di due trasformatori da 25 MVA e su ccessivamente distribuita alle cabine elettriche dislocate nel sito Iveco.
Di seguito, si riporta la stima delle emissioni di gas serra (biossido di carbonio) ricavati sulla base del metodo di calcolo utilizzato per la trasmissione al Min. Ambiente, ai sensi della Dir. 87/2003/CE, utilizzando i dati di consumo dell’anno 2011.
Combustibile | Consumo 2011 (Sm3 x 1000) | Pci (MJ/ Sm3) | Fattore di Emissione (t CO2 x TJ) | Coefficiente di ossidazione (%) | Emissioni CO2 (t) |
Gas naturale | 5.643,82 | 35,03 | 56 | 99,5 | 11.020 |
Tabella B3 – Emissioni di CO2
Di seguito si riportano i dati di consumo di energia elettrica per ciascuna attività IPPC e NON IPPC e per prodotto
Attività IPPC e non | Impianto o linea di produzione | Consumo (kWh) |
1 | Produzione e distribuzione di energia termica | 1.002.000 |
2 | Produzione acqua demineralizzata | 173.600 |
3 | Trattamenti acque finali | 246.900 |
4 | Produzione e distribuzione aria compressa | 2.763.000 |
7 | Emungimento e distribuzione acqua per uso industriale | 87.200 |
5 | Condizionamento e refrigerazione | 4.147.000 |
6 | Riduzione e distribuzione metano | n.a. |
8 | Gestione dei rifiuti 1 | n.a. |
Tabella B4 – Consumi di energia
B.4 Cicli produttivi
Le attività presenti nel Complesso IPPC possono essere riassunte come segue:
1) Centrale Termica: fornitura totale del calore necessario allo stabilimento produttivo IVECO per uso di riscaldamento e tecnologico, con una potenzialità di 59,007 MW termici.
Per la descrizione delle macchine, si veda al precedente capitolo B1 - Produzioni
2) Impianto Produzione Acqua Demineralizzata: produzione di acqua demineralizzata utilizzata nelle attività industriali dello stabilimento IVECO e, nella Centrale Termica, per il reintegro dei circuiti di acqua surriscaldata.
Attualmente l’impianto è alimentato dalla rete dell'acqua industriale di Stabilimento, erogata ad una pressione di 6 bar e ridotta a 3 bar per evitare lo shock meccanico alle batterie di resine.
Il sistema originariamente era in grado di produrre 25 m3/h di acqua demineralizzata, ma a causa dell’obsolescenza dei suoi componenti oggi la portata prodotta si attesta a circa 10,5 m 3/h. Di seguito si descrivono le parti di cui si compone l’impianto:
- n. 2 linee di addolcitori a cloruro di sodio: l’eliminazione della durezza presente nell’acqua avviene con la sostituzione da parte della resina, dei cationi Ca++ e Mg++ con cationi Na+ che non costituiscono durezza. Le resine impiegate negli scambiatori sono resine a scambio ionico ad alto rendimento;
- n. 1 linea ad osmosi inversa: nei moduli di osmosi inversa si realizza la separazione dell’acqua di alimento in un flusso a bassa salinità (permeato) ed uno a salinità incrementata (concentrato). Il concentrato è inviato allo scarico attraverso una valvola di regolazione, in funzione della pressione operativa. Il permeato è inviato in un serbatoio di stoccaggio della capacità di 15 m³ e da qui alla successiva sezione a scambio ionico. Per il lavaggio, la sterilizzazione e la messa in conservazione dei moduli da osmosi inversa, l’impianto è dotato di un gruppo di lavaggio la cui opportuna soluzione chimica è preparata in uno specifico serbatoio e fatta circolare attraverso i moduli mediante una pompa;
- n. 2 linee a scambio ionico con sistema di rigenerazione delle resine con acido cloridrico e soda caustica: costituite da due serbatoi con resina cationica forte, un decarbonatatore, due serbatoi con resina anionica e due serbatoi con resina tampone per la correzione finale del pH. L’acqua è infine stoccata in un serbatoio della capacità di 500 m³.
1 Deposito temporaneo per i rifiuti Fenice e regime di intermediazione per i rifiuti di Iveco
Nell’impianto di demineralizzazione sono inoltre presenti n. 2 due serbatoi per la neutralizzazione dell’acqua di rigenerazione che è, poi, inviata al TAR.
Il rigenerante utilizzato per le colonne cationiche è acido cloridrico commerciale al 30% , mentre per rigenerare le colonne anioniche si utilizza sodio idrossido in soluzione al 30%.
Gli scarichi, delle rigenerazioni delle sezione delle resine a scambio ionico ed addolcimento, il concentrato e l'acqua di lavaggio provenienti dall'impianto di osmosi sono inviati, separatamente, all’impianto TAR.
3) Impianto Trattamento Acque Reflue (T.A.R.): Tratta le acque reflue generate nei processi produttivi dello stabilimento IVECO ed, in particolare, le acque di scarico derivanti dalla Centrale Termica, Produzione Demi e Compressori di FENICE ed i dreni derivanti dall’impianto TAR stesso. La depurazione avviene mediante un trattamento di tipo biologico e chimico - fisico.
Il processo di depurazione è composto dalle seguenti sezioni:
- stoccaggi e sollevamenti;
- stoccaggio e preparazione reagenti;
- trattamento biologico;
- trattamento chimico - fisico di chiariflocculazione;
Gli scarichi provenienti dalle acque di processo IVECO sono alimentati, mediante tubazioni in pressione fuori terra, direttamente ad un trattamento biologico di tipo ibrido a biomassa adesa, su supporti mobili, e sospesa (MBBR ibrido – Moving Bed Biological Reactor). Il trattamento biologico ha lo scopo di ridurre la concentrazione degli inquinanti in soluzione, e fra questi, in particolare: COD, BOD5, azoto ammoniacale e tensioattivi.
Le acque in uscita dalle vasche di aerazione sono alimentate ad uno stadio di separazione dei fanghi bioflocculati, costituito da un decantatore del tipo lamellare a flusso orizzontale.
Gli effluenti del trattamento biologico sono, quindi, scaricati, per gravità, nella vasca di equalizzazione V- 04; in tale vasca giungono gli altri scarichi tecnologici dello Stabilimento IVECO ed anche gli scarichi della Centrale Termica FENICE, caratterizzati da un apporto salino limitato (reflui da Centrale Compressori, i raffreddamenti dalle pompe di ricircolo delle caldaie, gli scarichi delle caldaie e le acque di scarico provenienti dall'osmosi) ed i dreni dell’impianto di trattamento TAR stesso. Gli eluati dalla rigenerazione degli impianti FENICE di demineralizzazione e di addolcimento (caratterizzati da salinità molto elevata), dopo un primo trattamento di neutralizzazione presso l'impianto di demineralizzazione, sono, invece, inviati ad una vasca di stoccaggio (V-07).
Le acque raccolte nelle vasche V-04 e V-07 sono, quindi, pompate alla sezione di chiariflocculazione, la quale consiste in un condizionamento mediante polielettrolita ed una decantazione su pacchi lamellari. Il processo di chiariflocculazione ha lo scopo di rimuovere, in modo pressoché totale, le sostanze presenti allo stato di sospensione, quali ad esempio, oli residui, solidi sospesi.
Le acque chiarificate sono poi convogliate allo scarico finale collegato alla rete fognaria del Comune di Suzzara.
I fanghi prelevati dai decantatori lamellari sono condizionati con calce e quindi ispessiti in vasca circolare dalla quale sono estratti per invio a disidratazione mediante filtropressa a nastri (previo condizionamento con idoneo polielettrolita cationico).
Le acque generate dal trattamento dei fanghi sono raccolte nel pozzetto dreni, da cui possono essere inviate alla vasca di equalizzazione V-04 oppure in testa all'impianto nella sezione biologica.
Gli scarichi delle acque nere civili, provenienti dallo Stabilimento IVECO di Suzzara e comprensive, quindi dell'apporto dovuto alla presenza della U.O. FENICE, sono raccolte da una rete fognaria interna dedicata e scaricate separatamente nel collettore fognario del Comune di Suzzara.
Gli spurghi delle torri evaporative sono inviati all'impianto TAR di trattamento delle acque reflue.
INGRESSO ACQUA DA IMPIANTO CHIMICO FISICO VERNICIATURA
INGRESSO ACQUA TECNOLOGICA DI RAFFREDDAMENTO
VASCA DI EQUALIZZAZIONE V-07
SEDIMENTATORE
SEDIMENTATORE
SEDIMENTATORE
VASCA DI EQUALIZZAZIONE V-04
FILTROPRESSA
SCARICO FANGO
SCARICO ACQUA
BIOLOGICO 2
BIOLOGICO 1
Figura B5 – Schema del processo del trattamento acque reflue
4) Impianto di Produzione Aria Compressa: produzione di aria compressa a 6,4 bar utilizzata dallo Stabilimento IVECO ed, in minima parte, per la strumentazione delle caldaie della Centrale Termica.
Rete di distribuzione aria compressa
La rete di distribuzione parte dalla Centrale Compressori, dove è inserita una valvola ad intercettazione manuale DN 150, per poi arrivare ai fabbricati Est ed Ovest. La rete, oltre ad alimentare i fabbricati Est ed Ovest, alimenta anche la Centrale Termica, la Centrale Vernici e l’impianto TAR, per una quota minima. All’ingresso di ogni fabbricato è possibile intercettare il flusso dell’aria per mezzo di valvole; all’interno dei fabbricati l’aria si distribuisce ad anello aereo ed i vari anelli possono essere intercettati a mezzo di valvole. In varie zone sono presenti serbatoi di accumulo muniti di scaricatori di condensa e manometri; dagli anelli sono derivate tutte le calate alle utenze finali.
5) Trasformazione e distribuzione energia elettrica: l'energia elettrica è fornita dall'ente erogatore alla tensione di 132 kV, trasformata da FENICE a 15 kV e distribuita alle cabine elettriche dello Stabilimento, ove si provvede alla trasformazione ai valori di 000 X, 000 V e 500 V per l'utilizzo degli utenti finali.
ARRIVO ENTE EROGATORE
CABINA SMISTAMENTO MT
CABINA ELETTRICA VERNICIATURA MT/BT
CABINA LASTRATURA MT/BT
CABINA ELETTRICA CATAFORESI MT/BT
CABINA ELETTRICA MONTAGGI
MT/BT
CABINA OVEST MT/BT
CABINA SERVOMEZZI MT/BT
SOTTOSTAZIONE AT/MT
Figura B6 – Schema del processo di distribuzione energia elettrica
QUADRO AMBIENTALE
C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento
La seguente tabella riassume le emissioni atmosferiche dell’impianto:
ATTIVITA’ IPPC e NON IPPC | EMISSIONE | PROVENIENZA | Durata (h/g) | Portata (Nm3/h) | INQUINANTI MONITORATI | ALTEZZA CAMINO (m) | SEZIONE CAMINO (m2) | |
Sigla | Descrizione | |||||||
1 | E2 | M2 | Generatore Macchi 2 | 24 | 41.000 | CO NOx | 14 | 1,1 |
E3 | M3 | Viessmann | 24 | 5.470 | CO NOx | 13 | 0,70 | |
E4 | M4 | Ferroli 1 | 24 | 28.080 | CO NOx | 15 | 1,1 | |
E5 | M5 | Ferroli 2 | 24 | 28.080 | CO NOx | 15 | 1,1 |
Tabella C1 - Emissioni in atmosfera
Non sono presenti sistemi specifici di abbattimento delle emissioni in atmosfera a valle delle caldaie, il contenimento delle emissioni avviene mediante sistemi di controllo della combustione.
Su ciascuna delle caldaie esistenti, ad eccezione della Viessmann, è installato un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (S.M.E.) per i parametri CO, NOx, O2.
Per la caldaia Viessmann sono previsti monitoraggi alle emissioni con cadenza annuale.
Le caldaie M2, M4 ed M5, sono provviste di una sonda per la misurazione dell’ossigeno, montata in uscita dalla camera di combustione, ai fini della regolazione della combustione stessa.
I valori provenienti da questa strumentazione possono essere visualizzati e regolati dagli operatori mediante il sistema di controllo dei singoli generatori, per mezzo di regolatori “single loop” e “multi loop”. Il sistema di elaborazione delle emissioni riceve in ingresso i segnali digitali provenienti dai sistemi installati sui camini dei generatori. L’interfaccia utente del sistema di monitoraggio emissioni è basata su una serie di pagine grafiche che presentano le misure acquisite in tempo reale, le medie calcolate, i parametri di calcolo, i trend ed i report prodotti ai fini della verifica dei limiti di legge.
Nello stabilimento risultano poi installate le caldaie riportate nella tabella seguente, tutte con emissioni considerate poco significative
Impianto | Marca | Fluido | Potenzialità (kW) |
Riscaldamento palazzina uffici Via Zonta 56 | Belleli | Acqua calda | 442 |
Renania | Acqua calda | 325 | |
Riscaldamento uffici avancorpo montaggi | O.D.S. - Officine Seveso | Acqua calda | 979 |
Viessman (Vitocrossal) | Acqua calda | 742 | |
Viessman | Acqua calda | 234 | |
Riscaldamento palazzina mensa Via Casali | Biklim | Vapore | 409 |
Tabella C2 - Emissioni scarsamente rilevanti
Sono presenti inoltre tre gruppi elettrogeni marca AIFO, di emergenza alimentati a gasolio della potenzialità termica complessiva di 2,691 MWt.
C. 2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento
Gli scarichi idrici connessi agli impianti di gestione FENICE sono inviati all'impianto di trattamento TAR:
• Spurghi discontinui delle caldaie, costituiti da acque provenienti da scarichi occasionali e/o dallo svuotamento dei generatori;
• Acque di raffreddamento delle pompe asservite alla Centrale Termica;
• Acque dalla rigenerazione dalla linee di produzione acqua demineralizzata (resine a scambio ed addolcitori);
• Acque di lavaggio e concentrato dall'impianto di osmosi inversa (linea di produzione acqua demineralizzata);
• Spurghi dalle torri evaporative collegate alle centrali compressori.
I reflui in uscita dall’impianto TAR sono scaricati nella fognatura comunale di Suzzara.
Lo scarico finale dell'impianto TAR (scarico S1) è l’unico scarico produttivo della U.O. FENICE.
Le acque meteoriche di dilavamento delle aree di pertinenza della Ditta FENICE vengono convogliate nella rete fognaria interna a servizio di tutto il comprensorio di proprietà IVECO indi all’idoneo sistema di raccolta e trattamento con scarico finale in corso d’acqua superficiale. Le acque meteoriche del Complesso Fenice
S.p.A. sono verificate attraverso il punto di controllo contrassegnato con la sigla S2.
Gli scarichi delle acque nere civili di pertinenza della Ditta FENICE, sono raccolti nella rete fognaria interna dello Stabilimento IVECO, e poi scaricati nel collettore fognario del Comune di Suzzara.
Gli scarichi del complesso industriale sono riassunti nella tabella che segue:
SIGLA SCARICO | LOCALIZZAZIONE (N-E) | TIPOLOGIE DI ACQUE SCARICATE | FREQUENZA DELLO SCARICO | PORTATA MASSIMA SCARICO CONTINUO | RECETTORE | SISTEMA DI ABBATTIMENTO | ||
h/g | g/sett | mesi/ anno | ||||||
S1 | E: 107371 N: 0044817 | Reflui industriali | 24 | 7 | 12 | 60mc/h | Fognatura comunale | chimico-fisico biologico |
Tabella C3– Emissioni idriche
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento
Il territorio Comunale di Suzzara ha approvato la zonizzazione acustica con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 63 del 17/11/2005.
L’area su cui insiste lo stabilimento è classificata nel modo seguente:
Classi di destinazione d’uso del territorio | Valore limite assoluto di emissione dB(A) | Valore limite assoluto di immissione dB(A) | ||
Diurno | Notturno | Diurno | Notturno | |
IV – Aree di intensa attività umana | 60 | 50 | 65 | 55 |
V- aree prevalentemente industriali | 65 | 55 | 70 | 60 |
Nel mese di luglio 2012 è stata svolta un’indagine acustica per verificare la rumorosità durante l’attività produttiva con il funzionamento dei vari impianti; tale indagine è stata svolta mediante campagne di rilievi fonometrici sia in tempo diurno che notturno
L’esecuzione delle misure ha preso in considerazione un totale di otto punti ritenuti significativi ai fini dell’indagine. Tutti i valori rilevati nei punti verificati, sono risultati rispettosi dei limiti di zonizzazione.
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento
L’Unità Operativa di Xxxxxxx gestisce le proprie emergenze, comprese quelle di carattere ambientale (quali ad es. possibili versamenti di sostanze pericolose/rifiuti, malfunzionamento impianto TAR etc..), secondo quanto stabilito dal proprio Piano di Emergenza. Tale Piano prevede, inoltre, specifiche Istruzioni Operative che descrivono l'organizzazione per la gestione dell'emergenza e le relative modalità operative.
Per quanto concerne la gestione dell’emergenza a carattere prettamente ambientale, le modalità operative sono state definite in conformità a quanto richiesto dalla Istruzione operativa Interfunzionale IOI-11 – SGI02 “Preparazione e risposta all’emergenza” del Sistema di Gestione Integrato Qualità, Ambiente e Sicurezza.
Il processo di definizione delle sopraccitate modalità ha compreso una fase di identificazione dei possibili incidenti ambientali che possono originarsi all’interno dell’Unità Operativa (es. sversamento o rilascio di prodotti infiammabili o comburenti; sversamento rifiuti) o all’esterno (es. terremoti) o ancora dovuti a malfunzionamento degli impianti (es. malfunzionamento TAR).
A fronte della sopraccitata identificazione sono state definite le modalità operative per la gestione delle emergenze ambientali nei moduli “Gestione incidente”; infine sono state pianificate ed attuate esercitazioni, coinvolgendo il personale interno, in merito a potenziali incidenti ambientali.
C. 5 Produzione Rifiuti
Rifiuti gestiti in deposito temporaneo (all'art. 183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. 152/06)
Nella tabella sottostante si riporta la descrizione dei rifiuti prodotti dall’attività svolta presso l’ U.O. Xxxxxx Xxxxxxx e le relative operazioni connesse a ciascuna tipologia di rifiuto:
C.E.R. | Descrizione Rifiuti | Stato Fisico | Quantità max stoccata (Tonn) | Modalità di stoccaggio e caratteristiche del deposito | Destino (R/D) | |
150106 | imballaggi in materiali misti | solido | 3 | n. 1 contenitori da 17 mc | Container scarrabile con copertura in zona TAR | recupero |
170405 | ferro ed acciaio | solido | 35 | n.d. | Sfuso in area attrezzata | recupero |
160506* | Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze chimiche di laboratorio | liquido | 0,05 | n. 2 contenitori da 25 kg | Fustini in plastica in area coperta | smaltimento |
190814 | Fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813 | fangoso | 10 | n. 1 contenitori da 17 mc | Container scarrabile in area coperta e vasca di raccolta | smaltimento |
130208* | Altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione | liquido | 0,16 | n. 5 contenitori da 25 kg | Contenitori a tenuta stagna | recupero |
160107* | Filtri dell’olio | solido | 0,05 | n. 2 contenitori da 25 kg | Contenitori a tenuta stagna | recupero |
150203 | Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi diversi da quelli di cui alla voce 150202 | solido | 3 | Volume circa 30 mc | Sfusi in cassone | smaltimento |
150202* oppure 150203 (vedi nota2) | Filtri aria | solido | 10000 | n. 1 contenitori da 20 mc | Container scarrabile con copertura | smaltimento |
Tabella C4 – Caratteristiche rifiuti prodotti
2 La caratterizzazione dei “Filtri aria” è in corso, la tabella propone i due codice CER che è possibile attribuire. Una volta definito uno dei due CER l’altro sarà da considerarsi escluso.
C. 6 Bonifiche
Lo stabilimento non è stato oggetto delle procedure di cui al titolo V della parte IV del D.L.vo 152/06 e
s.m.i. relativo alle bonifiche ambientali.
C. 7 Rischi di incidente rilevante
Fenice S.p.A. ha dichiarato che l’impianto non è soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.
D. QUADRO INTEGRATO
D. 1 Applicazione delle MTD
La tabella seguente fa riferimento alle “Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie I.P.P.C.: 1.1 Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW” Gennaio 2008.
Rif. MTD | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE MTD PRIMARIE E SECONDARIE DISPONIBILI |
par. 4.2 | Uso gas naturale come combustibile: assenza di emissioni di SO2, assenza di emissioni di materiale particolato, il livello più basso di produzione specifica di CO2 tra tutti i combustibili fossili | APPLICATA |
par. 4.2. | Abbattimento emissioni di CO | TECNICHE PRIMARIE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI CO: completa combustione TECNICHE SECONDARIE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI CO: catalizzatore ossidativo |
APPLICATA “completa combustione” | ||
par. 4.9.1 | SME Controllo livelli emissivi di SO2, CO, NOX, polveri Semestrali / Annuali | APPLICATA: si è provveduto ad installare lo SME su tutte e tre caldaie di maggior potenzialità, con monitoraggio e controllo dei parametri: CO, NOx e O2 in continuo. |
par. 6.1 | Tecniche primarie per ridurre le emissioni di SO2: impiego di combustibile a basso contenuto di zolfo | APPLICATA |
par. 4.2.5 e 6.2 | Abbattimento emissioni di NOx | TECNICHE PRIMARIE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI NOX: eccesso d'aria ridotto, Air Staging (Burners Out of service, Over Fire Air), ricircolo fumi, re-burning, bruciatori a basso NOx TECNICHE SECONDARIE PER RIDURRE LE EMISSIONI DI NOX: SCR, SNCR |
APPLICATA: eccesso d’aria ridotto e bruciatori a basso NOx sulle caldaie |
Rif. MTD | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE MTD PRIMARIE E SECONDARIE DISPONIBILI |
Tabella 13 | Rendimento > 90% | APPLICATA per i nuovi generatori (la Macchi 2 ha 85%) |
La tabella seguente fa riferimento al “Reference Document on Best Available Techniques (BREF) for large combustion plants” July 2006.
Rif. BREF | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE |
par. 7.4.1 | Impiego di turbine ad espansione per il recupero del contenuto energetico del gas pressurizzato proveniente dal gasdotto | NON APPLICATA: L’alto costo delle turbine in oggetto ne rende economicamente conveniente l’utilizzo nel caso di impianti con potenza installata superiore a 1.000-1.200 MW |
par. 7.4.1 | Impiego di sistemi di rilevamento e allarme di perdite di gas combustibile | APPLICATA. Sono presenti rilevatori di fughe di gas |
par. 7.4.2 | Doppio riscaldamento | NON APPLICABILE su impianti esistenti |
par. 7.4.2 | Impiego di sistemi computerizzati avanzati per il controllo delle condizioni di combustione per la riduzione delle emissioni e l’ottimizzazione delle prestazioni della caldaia | APPLICATA: |
par. 7.4.2 | Accumulo di calore | NON APPLICATA: non necessario considerato il tipo di assorbimento delle utenze |
par. 7.4.2 | Preriscaldamento dell’aria di combustione | APPLICATA mediante recupero del calore dei fumi di combustione in uscita da ciascuna caldaia. |
par. 7.4.2 | Utilizzo di materiali avanzati per raggiungere alte temperature operative e alte pressioni al fine di aumentare l’efficienza della turbina a gas | NON APPLICATA |
par. 7.4.4 | Neutralizzazione e sedimentazione Rigenerazione delle resine | APPLICATA l’acqua surriscaldata è utilizzata in circuito chiuso, gli spurghi saltuari e condense degli sfiati sono inviati al trattamento acque. Dove sono inviati anche gli scarichi dovuti alla rigenerazione delle resine e delle acque di lavaggio del concentrato dell’impianto di osmosi inversa. |
Rif. BREF | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE |
par. 3.15 e 7.5 | Operare secondo un sistema di gestione ambientale | APPLICATA |
La tabella seguente fa riferimento al “Reference Document on Best Available Techniques (BREF) for Energy Efficiency” Febbraio 2009.
Rif. BREF | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE |
BAT 1 | Energy efficiency management | APPLICATA PARZIALMENTEPer l’applicazione del SGA e la presenza all’interno della società di un ente preposto ad audit ed efficienza energetica. |
BAT 2 | Minimizzare l’impatto ambientale mediante piani/obbiettivi di miglioramento sul breve, medio e lungo periodo con una valutazione dei costi/benefici e dei diversi impatti sull’ambiente | APPLICATA Nell’ambito del SGA di fenice sono stabiliti obiettivi di miglioramento ambientale. |
BAT 3 | Audit energetici | APPLICATA Sono stati fatti più audit energetici bel periodo 2006 ed il 2011, condotti da personale qualificato |
BAT 7 | Ottimizzare l'efficienza energetica adottando un approccio sistemico per la gestione dell’energia. Sistemi da considerare per ottimizzare sono, per esempio: o unità di processo (vedi BREF settoriali) o sistemi di riscaldamento, quali: vapore (vedi Sezione 3.2) acqua calda o raffreddamento e la depressione (vedere il BREF ICS) o sistemi a motore, quali: aria compressa (vedi Sezione 3.7) pompaggio (vedi Sezione 3.8) o illuminazione (vedi Sezione 3.10) o essiccamento, la separazione e la concentrazione (vedi Sezione 3.11). | APPLICATA PARZIALMENTE Vedere interventi relativi Aria compressa (BAT 24) Sistemi di Pompaggio (BAT 25) |
BAT 8 | Stabilire gli indicatori di efficienza energetica | APPLICATA PARZIALMENTE Indicatori sono aggiornati con cadenza mensile |
Rif. BREF | DESCRIZIONE | STATO APPLICAZIONE |
BAT 17 | ottimizzare l'efficienza energetica della combustione | APPLICATA Vedere tabella 20 della presente relazione |
BAT 24 | ottimizzare i motori elettrici | APPLICATA PARZIALMENTE: Inserimento di Inverter su pompe circolazione ASH (rif 3.6.3) |
BAT 25 | Ottimizzare sistemi ad aria compressa (CAS) utilizzando le tecniche come quelle nella tabella 4.6 | Nel periodo 2006-2011 a fronte degli audit energetici si è provveduto all’esecuzione di alcuni interventi: o sostituzione essiccatori e ottimizzazione funzionamento compressori (rif 3.7.1) o Compressore giri variabili + master (rif 3.7.2) o Installazione di nuovo compressore a vite |
BAT 26 | Ottimizzare i sistemi di pompaggio utilizzando le tecniche nella Tabella 4.7 | Nel periodo 2006-2011 a fronte degli audit energetici si è provveduto all’esecuzione di alcuni interventi: o Inverter pompe circolazione ASH (rif. 3.8.5 e BAT 24) o Implementazione software di gestione inverter su pompe ASH (rif 3.8.5) |
Tabella D1 – Stato di applicazione delle BAT
D.2 Criticità riscontrate
Dalla valutazione della documentazione presentata in fase di istruttoria per il rinnovo A.I.A., non si rilevano particolari criticità se non quella legata al fatto che non risulta ancora adottato il “Manuale di gestione degli S.M.E.”
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate
Misure in atto e di miglioramento
Per quanto riguarda le azioni di miglioramento messe in atto dalla ditta, si evidenzia la sostituzione della caldaia Macchi 1 con due nuove caldaie Ferroli a bassa emissione di NOx.
La ditta ha inoltre installato i sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni sulle caldaie M2, M4 ed M5 relativamente ai parametri CO, NOx ed O2.
L'inserimento del generatore Viessmann (M3), a bassa potenzialità, da utilizzare durante il funzionamento a minimo carico, consentirà di ottimizzare il rendimento complessivo della Centrale.
L'Unità Operativa opera in conformità a quanto stabilito dal Sistema Integrato Qualità Ambiente e Qualità Sicurezza di FENICE, già certificato da DNV. Nell'ambito del Sistema Integrato Qualità Ambiente, è
previsto un piano di manutenzione preventiva degli impianti e di taratura della strument azione di controllo; inoltre le caldaie e sono sottoposte a cicli di manutenzione e verifiche periodiche da parte dell'ASL.
La Ditta ha in progetto un revamping dell’impianto di demineralizzazione dell’acqua finalizzato al ripristino dell’affidabilità dell’impianto stesso con l’ottenimento di un beneficio globale anche in termini di rendimento e di risparmio della risorsa idrica.
E. QUADRO PRESCRITTIVO
L’Azienda è tenuta a rispettare le prescrizioni del presente quadro.
E.1 Aria
E.1.1 Valori limite di emissione
Nella tabella sottostante si riportano i valori limite per le emissioni in atmosfera.
EMISSIONE | PROVENIENZA | PORTATA [Nm3/h] | DURATA [h/g] | INQUINANTI | VALORE LIMITE [mg/Nm3] | |
Sigla | Descrizione | |||||
E2 | M2 | Generatore Macchi 2 | 41.000 | 24 | CO | 100 |
NOx | 200 | |||||
E3 | M3 | Generatore Viessmann | 5.470 | 24 | CO | 100 |
NOx | 200 | |||||
E4 | M4 | Ferroli 1 | 28.080 | 24 | CO | 100 |
NOx | 200 | |||||
E5 | M5 | Ferroli 2 | 28.080 | 24 | CO | 100 |
NOx | 200 |
Tabella E1 – Emissioni in atmosfera
*I imiti di emissione sono riferiti a gas secchi in condizioni normali ed a una percentuale di O 2 nell’ effluente gassoso del 3% e si intendono medi orari ed espressi in mg/Nmc.
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo.
Formattati: Elenchi puntati e numerati
I)II) I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle condizioni di esercizio dell'impianto .
III) L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti.
IV) Le tabelle riepilogative dei dati acquisiti dallo SME devono essere caricati sul sistema AIDA entro il 30 aprile dell’anno successivo.
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
V) I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.
VI) Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili (Art. 270 comma 1 D.Lgs. 152/2006, Ex DPR 24/05/88 n.203 - art. 2 - comma 1; D.P.C.M. del 21/07/89 - art. 2 – comma 1 - punto b; D.M. 12/07/90 - art. 3 – comma 7) dovranno essere presidiate da un idoneo sistema di aspirazione
localizzato ed inviate all’esterno dell’ambiente di lavoro. Qualora un dato punto di emissione sia individuato come “non tecnicamente convogliabile” fornire motivazioni tecniche mediante apposita relazione.
VII) Devono essere evitate emissioni diffuse e fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse.
VIII) Gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo quanto riportato nel piano di monitoraggio.
Essi dovranno essere annotati su apposito registro ove riportare la data di effettuazione, il tipo di intervento effettuato (ordinario, straordinario) e una descrizione sintetica dell’intervento; tale registro dovrà essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al contr ollo e utilizzato per la elaborazione dell'albero degli eventi necessario alla valutazione della idoneità delle tempistiche e degli interventi.
Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con ARPA territorialmente competente.
IX) Tutti i sistemi di contenimento delle emissioni in atmosfera adottati successivamente alla data di entrata in vigore della D.G.R. 1 agosto 2003, n. VII/13943 devono almeno rispondere ai requisiti tecnici e ai criteri previsti della stessa.
X) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 comma 13 del D.Lgs. 152/06 (ex. art. 3 c. 3 del D.M. 12/7/90).
XI) Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano ga s, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento dal diametro di 100 mm. In presenza di presidi depurativi, le bocchette di ispezione devono essere, di norma, previste a valle degli stessi per consentire un corretto campionamento dell’effluente gassoso e, qualora la Ditta e/o l’Autorità di controllo lo ritengano opportuno, anche a monte degli stessi al fine di accertarne la perfetta efficienza. Tali fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusur a metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alla norma UNI EN 10169 e successive, eventuali, integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque, concordate con l’ARPA competente per territorio.
XII) Per il controllo di combustione devono essere installati, per impianti di potenzialità superiore a 6 MW, analizzatori in continuo dell’O2 libero nei fumi e del CO. Agli analizzatori, deve essere collegato il sistema di regolazione automatica del rapporto aria/combustibile.
XIII) Qualora siano presenti aree adibite ad operazioni di saldatura in postazioni fisse, queste devono essere presidiate da idonei sistemi di aspirazione e convogliamento all’esterno. Dovranno essere rispettati i limiti di cui alla D.G.R. 2663 del 15/12/2000
Prescrizioni specifiche per i Sistemi di Monitoraggio in continuo alle Emissioni (S.M.E.) ai punti di emissione siglati E2, E4 ed E5
Prescrizioni Generali
1. Il Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (S.M.E.), nonché i criteri e le procedure di gestione, controllo e verifica dello stesso, devono essere conformi a quanto riportato nella normativa nazionale e regionale.
2. Qualora il punto di misura individuato per l’installazione del sistema di monitoraggio in continuo non risponda ai requisiti delle norme di buona tecnica per limitazioni impiantistiche pregresse non tecnicamente risolvibili, l’idoneità dello stesso dovrà essere ricercata e definita attraverso l’adozione di soluzioni tecniche condivise dal gestore e dall’ACC. Tali soluzioni dovranno essere individuate al fine di ottimizzare il processo di campionamento.
3. Tali criteri e procedure diverranno parte integrante del Manuale di Gestione definito secondo le specifiche fornite dall’autorità competente al controllo ed applicate entro il 31/12 /2013.
4. Più specificatamente, per la corretta redazione del Manuale di Gestione dello S.M.E., deve essere preso a riferimento il modello scaricabile dal sito xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx nella sezione “rete SME”.
Fasi di avvio, arresto e malfunzionamento impianti produttivi
Le fasi di avvio, arresto e malfunzionamento degli impianti produttivi devono essere identificate e descritte all’interno del Manuale di Gestione dello SME unitamente alle modalità di gestione.
Malfunzionamento/Anomalia dello SME
Nel caso di guasti/malfunzionamenti, ovvero fuori servizio del sistema S.M.E. e non dell’impianto dovranno essere adottate delle Procedure, concordate con l’autorità competente controllo, in grado di valutare il funzionamento dell’impianto.
Tali procedure che andranno descritte all’interno del Manuale di Gestione dello SME, dovranno prevedere l’adozione di misure sostitutive, quali:
▪ l’utilizzo di analizzatori di riserva verificati periodicamente (linearità annuale);
▪ misure ausiliarie;
▪ valori stimati corrispondenti allo stato impiantistico in essere;
Se il periodo di malfunzionamento si protrae per più di 96 ore viene richiesta comunque l’effettuazione di misure in continuo con sistemi di riserva o di campagne di misura discontinue con frequenza concordata con l’autorità competente al controllo.
Ripristino degli strumenti
Gli interventi che richiedono necessariamente la ricalibrazione dell’analizzatore/misura interessata alla rimessa in servizio, sono:
▪ Strumentazione estrattiva
o interventi (qualsiasi) sulla cella di misura/rivelatore;
o interventi (qualsiasi) sulle ottiche del banco ottico (ove applicabile);
o sostituzione della cella elettrochimica (ove applicabile).
▪ Strumentazione in situ
o interventi sul banco ottico (ove applicabile);
o modifica dei parametri di calibrazione.
Malfunzionamento/anomalia impianto
Devono essere definite, concordandole con l’autorità competente al controllo e descritte all’interno del Manuale di Gestione delle procedure per la gestione di guasti e anomalie che possano causare o causino superamenti dei valori di misura rispetto ai limiti di emissione.
In particolare tali procedure devono prevedere, nel tempo tecnico necessario, una o più delle seguenti azioni:
▪ valutazione delle possibili cause del superamento e rimozione delle eventuali anomalie di impianto
▪ verifica/regolazione dei parametri di combustione
▪ fermata del gruppo/impianto.
Gestione dei superamenti
In presenza di superamento di un limite (in riferimento a quanto riportato nel par. E. 1.1), il gestore dell’impianto dovrà darne comunicazione ad ARPA, entro le ore 12 del giorno lavorativo successivo all'evento. Successivamente, entro 7 giorni, l’informazione sarà completata con l’invio dei dati di emissione rilevati nonché le azioni correttive messe in atto.
La comunicazione ad ARPA dovrà contenere almeno i seguenti dati:
▪ copia dei tabulati contenenti il riepilogo delle concentrazioni medie giornaliere
▪ copia dei tabulati contenenti il riepilogo delle concentrazioni medie orarie
▪ copia dei tabulati contenenti il riepilogo dell’assetto di conduzione degli impianti
▪ condizioni di esercizio degli impianti
▪ situazione evidenziata
▪ diario degli interventi attuati
▪ esito degli interventi
Conservazione – Comunicazione dei dati
Il gestore dell’impianto dovrà conservarli e tenerli a disposizione dell’A.C.C., organizzati secondo quanto riportato nella Dduo 1024/04, per un periodo minimo non inferiore a 5 anni.
In caso di superamento del limite di legge, la tabella riepilogativa dei dati acquisiti dallo S.M.E. devono essere trasmessi all’autorità competente al controllo entro le ore 12 del giorno lavorativo successivo all’evento.
Con frequenza semestrale, cioè entro il 15 gennaio e il 15 luglio di ogni anno, dovranno essere trasmesse, su supporto informatico, le tabelle riepilogative dei dati acquisiti dallo SME unitamente ai dati medi orari dei parametri inquinanti e di stato impianto memorizzati secondo lo specifico formato previsto dalla Dduo1024 /04.
E.2 Acqua
E.2.1 Valori limite di emissione
Il gestore della Ditta dovrà assicurare il rispetto dei valori limite della tabella 3 dell’ Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 per lo scarico S1 decadente in pubblica fognatura.
Secondo quanto disposto dall’art. 101, comma 5, del D.Lgs. 152/06, i valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. Non è comunque consentito diluire con acque di raffreddamento, di lavaggio o prelevate esclusivamente allo scopo gli scarichi parziali contenenti le sostanze indicate ai numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6,
7, 8, 9,10, 12, 15, 16, 17 e 18 della tabella 5 dell'Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06, prima del trattamento degli scarichi parziali stessi per adeguarli ai limiti previsti dal presente decreto.
E. 2.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
II) I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto produttivo.
III) L’accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di sicurezza secondo le norme vigenti.
E. 2.3 Prescrizioni impiantistiche
IV) I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi.
Formattati: Elenchi puntati e numerati
IV)V) Le superfici scolanti, inerenti l’insediamento FENICE SPA, devono essere mantenute in condizioni di pulizia tali da limitare l’inquinamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio. Deve essere predisposta pulizia a secco, da effettuarsi con cadenza adeguata, di tutta l’area pavimentata servita dalla rete fognaria che raccoglie e colletta le acque meteoriche nonché delle relative caditoie e pozzetti di raccolta;
VI) L’Azienda, dovrà comunicare ai sensi dell’Art. 13 del R.R. n° 4/2006, la non assoggettabilità alla separazione e trattamento delle acque di prima e seconda pioggia, fornendo una relazione dettagliata degli apprestamenti ed accorgimenti operativi predisposti per evitare il pericolo di contaminazione. In ogni caso, qualora gli accertamenti evidenzino il superamento dei valori limite di emissione della tabella 3 dell’allegato 5 del D.L.vo 152/06, la Ditta Fenice S.p.A. dovrà provvedere a porre in atto ulteriori misure di prevenzione e/o separazione e/o trattamento delle acque di prima e seconda pioggia. Tale adempimento, andrà concordato con la Ditta Iveco S.p.A. proprietaria dell’insediamento.
VII) La Ditta, dovrà presentare una procedura recante le modalità operative di gestione delle acque meteoriche raccolte nei bacini di contenimento ubicati sulle aree esterne non coperte. In seguito all’acquisizione delle informazioni suddette, l’autorità competente potrà prescrivere la tenuta di un registro, da esibire in caso di ispezione, che riporti le operazioni di smaltimento/recupero oppure i controlli analitici effettuati sulle acque dei bacini, l’ora di inizio e la durata dello scarico nella fognatura di stabilimento e successivamente all’impianto di trattamento aziendale oppure al corso d’acqua superficiale.
VIII) Gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura .
IX) Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi. Nel caso di versamenti accidentali, la pulizia delle superfici interessate dovrà essere eseguita immediatamente a secco o con idonei materiali assorbenti. Qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio e al Gestore della fognatura; qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente potrà prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio dell'impianto di depurazione.
X) Devono essere adottate, tutte le misure gestionali ed impiantistiche tecnicamente realizzabili, necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua.
E. 3 Rumore
L’azienda è tenuta a rispettare i valori limite assoluti della zonizzazione acustica presente in Comune di Suzzara.
I limiti di riferimento che devono essere rispettati sono riportati nella seguente tabella:
Classe Acustica | Descrizione | Limiti assoluti di immissione dB(A) | Limiti assoluti di emissione dB(A) | ||
Diurno | Notturno | Diurno | Notturno | ||
IV | Aree di intensa attività umana | 65 | 55 | 60 | 50 |
V | Aree prevalentemente industriali | 70 | 60 | 65 | 55 |
E. 3.2 Requisiti e modalità per il controllo
I) Le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportati nel piano di monitoraggio.
II) Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine.
III) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, previa invio della comunicazione alla Autorità competente prescritta al successivo punto E. 6. I), dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’ 8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzati le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori ed altri punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora.
Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico devono essere presentati all’Autorità Competente, all’Ente comunale territorialmente competente e ad ARPA dipartimentale.
E. 4 Suolo
I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne.
II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato.
III) Le operazioni di carico, scarico e movimentazione devono essere condotte con la massima attenzione al fine di non far permeare nel suolo alcunché.
IV) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco.
V) Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie devono essere effettuate conformemente a quanto disposto dal Regolamento Locale d’Igiene - tipo della Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Xxxxxx XX, xxx. 0, art. 2.2.9 e 2.2.10), ovvero dal Regolamento Comunale d’Igiene, dal momento in cui venga approvato. Nella U.O. è presente un solo serbatoio interrato per il gasolio del gruppo elettrogeno verniciatura ( rif. IO-A2SZ-
08) ma non più necessario perché il gruppo elettrogeno non viene più utilizzato per soccorrere le punte di potenza prelevate dalla rete ma viene utilizzato solo in emergenza .
V) L’istallazione e la gestione di serbatoi adibiti allo stoccaggio di carburanti deve essere conforme a quanto disposto dai provvedimenti attuativi relativi alla legge regionale n.24 del 5/10/04 (D.G.R. 20635 dell’11/02/05).
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V)VI) L’eventuale dismissione di serbatoi interrati deve essere effettuata conformemente a quanto disposto dal Regolamento regionale n. 1 del 28/02/05, art. 13. Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione, i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida – Xxxxxxxx interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (Aprile 2004).
VII) La ditta deve segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo.
E. 5 Rifiuti
E. 5.1 Requisiti e modalità per il controllo
I) Per i rifiuti in uscita dall’impianto e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenz a dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
E. 5.2 Prescrizioni impiantistiche
II) Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili devono essere provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e svuotamento.
III) Le aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti devono essere di norma opportunamente protette dall’azione delle acque meteoriche; qualora, invece, i rifiuti siano soggetti a dilavamento da parte delle acque piovane, deve essere previsto un idoneo sistema di raccolta delle acque di percolamento, che vanno successivamente trattate nel caso siano contaminate.
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III)IV)I fusti e le cisternette contenenti i rifiuti non devono essere sovrapposti per più di 3 piani ed il loro stoccaggio deve essere ordinato, prevedendo appositi corridoi d’ispezione.
V) I serbatoi per i rifiuti liquidi:
• devono riportare una sigla di identificazione;
• devono possedere sistemi di captazione degli eventuali sfiati, che devono essere inviati a apposito sistema di abbattimento.
• possono contenere un quantitativo massimo di rifiuti non superiore al 90% della capacità geometrica del singolo serbatoio;
• devono essere provvisti di segnalatori di livello ed opportuni dispositivi antitraboccamento;
• se dotati di tubazioni di troppo pieno, ammesse solo per gli stoccaggi di rifiuti non pericolosi, lo scarico deve essere convogliato in apposito bacino di contenimento.
VI) I mezzi utilizzati per la movimentazione dei rifiuti devono essere tali da evitare la dispersione degli stessi; in particolare:
• i sistemi di trasporto di rifiuti soggetti a dispersione eolica devono essere carterizzati o provvisti di nebulizzazione;
• i sistemi di trasporto di rifiuti liquidi devono essere provvisti di sistemi di pompaggio o mezzi idonei per fusti e cisternette;
• i sistemi di trasporto di rifiuti fangosi devono essere scelti in base alla concentrazione di sostanza secca del fango stesso.
VII) Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità.
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VII)VIII) Il gestore deve tendere verso il potenziamento delle attività di riutilizzo e di recupero dei rifiuti prodotti, nell’ambito del proprio ciclo produttivo e/o privilegiando il conferimento ad impianti che effettuino il recupero dei rifiuti.
VII)IX) L'abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul e nel suolo sono severamente vietati.
VII)X) Il deposito temporaneo dei rifiuti deve rispettare la definizione di cui all'art. 183, c. 1, lettera bb) del D.Lgs. 152/2006 come modificato dall’art. 10 del D.lgs, n° 205 del 03/12/2010; qualora le suddette definizioni non vengano rispettate, il produttore di rifiuti è tenuto a darne comunicazione all’autorità competente ai sensi dell’art.29-nonies del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.lgs. n° 128/2010.
VII)XI) Per il deposito di rifiuti infiammabili deve essere acquisito il certificato di prevenzione incendi (CPI) secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero dell’Interno 4 maggio 1998; all’interno dell’impianto devono comunque risultare soddisfatti i requis iti minimi di prevenzione incendi (uscite di sicurezza, porte tagliafuoco, estintori, ecc.).
VII)XII) I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da un codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso; è vietato miscelare categorie diverse di rifiuti, in particolare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; devono essere separati i rifiuti incompatibili tra loro, ossia che potrebbero reagire; le aree adibite allo stoccaggio devono essere debitamente contrassegnate al fine di rendere nota la natura e la pericolosità dei rifiuti, nonché eventuali norme di comportamento.
XIII) La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, da effettuare in condizioni di sicurezza, deve:
• evitare la dispersione di materiale pulverulento nonché gli sversamenti al suolo di liquidi;
• evitare l'inquinamento di aria, acqua, suolo e sottosuolo, ed ogni danno a flora e fauna;
• evitare per quanto possibile rumori e molestie olfattive;
• produrre il minor degrado ambientale e paesaggistico possibile;
• rispettare le norme igienico - sanitarie;
• garantire l'incolumità e la sicurezza degli addetti all'impianto e della popolazione.
XIV) Le operazioni di travaso dei rifiuti soggetti al rilascio di effluenti molesti devono avvenire in ambienti provvisti di aspirazione e captazione delle esalazioni con il conseguente convogliamento delle stesse in idonei impianti di abbattimento;
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XIV)XV) La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato.
XVI) La detenzione e l’attività di raccolta degli oli, delle emulsioni oleose e dei filtri oli usati, deve essere organizzata e svolta secondo le modalità previste dal D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 95 o ad uno dei consorzi da costituirsi ai sensi dell’art. 236 del d.Lgs. 152/06 e deve rispettare le caratteristiche tecniche previste dal D.M. 16 maggio 1996, n. 392. In particolare, gli impianti di stoccaggio presso i detentori di capacità superiore a 500 litri devono soddisfare i requisiti tecnici previsti nell’allegato C al D.M. 16 maggio 1996, n. 392.
XVII) Le pile e le batterie esauste devono essere stoccate in apposite sezioni coperte, protette dagli agenti meteorici, su platea impermeabilizzata e munita di un sistema di raccolta degli eventuali sversamenti acidi. Le sezioni di stoccaggio delle batterie esauste devono avere caratteristiche di
resistenza alla corrosione ed all’aggressione degli acidi. I rifiuti in uscita dall’impianto, costituiti da batterie esauste, devono essere conferite al Consorzio obbligatorio batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi, o ad uno dei Consorzi costituitisi ai sensi dell’art. 235 comma 1 del D.Lgs. 152/06, direttamente o mediante consegna ai suoi raccoglitori incaricati o convenzionati.
XVIII) Le lampade devono essere stoccate e movimentate in contenitori idonei atti ad evitare la dispersione eolica delle possibili polveri inquinanti e dei gas in esse contenute;
XIX) Le condizioni di utilizzo di trasformatori contenenti PCB ancora in funzione, qualora presenti all’interno dell’impianto, sono quelle di cui al D.M. Ambiente 11 ottobre 2001; il deposito di PCB e degli apparecchi contenenti PCB in attesa di smaltimento, deve essere effettuato in serbatoi posti in apposita area dotata di rete di raccolta sversamenti dedicata; la decontaminazione e lo smaltimento dei rifiuti sopradetti deve essere eseguita conformemente alle modalità ed alle prescrizioni contenute nel D. Lgs. 22 maggio 1999, n. 209 , nonché nel rispetto del programma temporale di cui all’art. 18 della legge 18 aprile 2005, n.62.
XX) Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. E’ vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. E’ inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura.
XXI) Qualora l’attività generasse veicoli fuori uso gli stessi devono essere considerati rifiuti e pertanto gestiti ed avviati a smaltimento secondo quanto previsto dall’art. 227 comma 1 lettera c) del D. Lgs. 152/06 e disciplinato dal D.Lgs. 24 giugno 2003 n. 2009 o per quelli non rientranti nel citato decreto, devono essere gestiti secondo quanto previsto dall’art. 231 del D.Lgs. 152/06.
E. 6 Ulteriori prescrizioni
I) Ai sensi dell’art. 29-nonies del D.Lgs. 152/06, il gestore è tenuto a comunicare all’autorità competente variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto ovvero modifiche progettate dell’impianto, così come definite dall’articolo 5, comma 1, lettera l) del Decreto stesso.
Formattati: Elenchi puntati e numerati
I)II) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità competente, al Comune, alla Provincia, all’Ente gestore della fognatura e ad ARPA territorialmente competente eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significat ivo sull'ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti. Si precisa che per “tempestivamente” si intendono le 24 ore successive all’evento (48 in caso di giorno festivo).
I)III) Ai sensi del D.Lgs. 152/06, art. 29-decies, comma 5, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l’assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all’impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.
I)IV) Qualora la Ditta, per qualsiasi motivo, disattivi una o più emissioni in atmosfera e/o scarico idrico, è tenuta a comunicare tempestivamente tale dismissione alle Autorità Competenti al fine di permettere una giusta valutazione circa la correttezza dell’esecuzione del previsto piano di monitoraggio e controllo.
V) L’eventuale presenza all’interno del sito produttivo di qualsiasi oggetto contenente amianto non più utilizzato o che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall’art. 3 della legge 27 marzo 1992, n. 257, ne deve comportare la rimozione; l’allontanamento dall’area di lavoro dei suddetti materiali e tutte le operazioni di bonifica devono essere realizzate ai sensi della l. 257/92, i rifiuti contenenti amianto devono essere gestiti e trattati ai sensi del D.Lgs. 29 luglio 2004 n. 248.
In particolare, in presenza di coperture in cemento-amianto (eternit) dovrà essere valutato il rischio di emissione di fibre aerodisperse e la Ditta dovrà prevedere, in ogni caso, interventi che comportino
l’incapsulamento, la sovracopertura o la rimozione definitiva del materiale deteriorato. I materiali rimossi sono considerati rifiuto e pertanto devono essere conferiti in discarica autorizzata. Nel caso dell’incapsulamento o della sovracopertura, si rendono necessari controlli ambientali biennali ed interventi di normale manutenzione per conservare l’efficacia e l’integrità dei trattamenti effettuati. Delle operazioni di cui sopra, deve obbligatoriamente essere effettuata preventiva comunicazione agli Enti competenti ed all’A.R.P.A. Dipartimentale.
E. 7 Monitoraggio e Controllo
Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel relativo piano come descritto al paragrafo F.
Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenuti a disposizione degli Enti responsabili del controllo e dovranno essere inserite nell’apposito applicativo A.I.D.A. predisposto da A.R.P.A. e Regione Lombardia.
Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativi e devono essere firmati da un tecnico abilitato.
L’Autorità competente per il controllo (ARPA) effettuerà, di norma, due controlli ordinari nel corso del periodo di validità dell’Autorizzazione rilasciata.
E. 8 Prevenzione incidenti
Il Gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento, adeguato equipaggiamento di protezione personale per gli operatori-autorespiratori in zone di facili accesso in numero) e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente.
E. 9 Gestione delle emergenze
Il gestore deve provvedere a mantenere aggiornato il piano di emergenza, fissare gli adempimenti connessi in relazione agli obblighi derivanti dalle disposizioni di competenza dei Vigili del Fuoco e degli Enti interessati e mantenere una registrazione continua degli eventi anomali per i quali si attiva il piano di emergenza.
E. 10 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività
Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art. 6 comma 16 punto f) del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. .
E. 11 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche
Il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di emissione della presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:
INTERVENTO | TEMPISTICHE |
Adozione di idoneo manuale di gestione S.M.E. | entro il 31/12/2013 |
Riposizionamento contalitri sulle linee “Acqua reflua isola tecnica Fenice” e “Ritorni acque di raffreddamento” | entro il 31/12/2013 |
Campagna di rilevamento impatto acustico con valutazione limite differenziale, notturno e diurno. | entro il 31/12/2013 |
Tabella E4bis – Interventi prescritti
F. PIANO DI MONITORAGGIO
F. 1 Finalità del monitoraggio
Il presente piano di monitoraggio prende a riferimento quanto previsto dalle:
⮱ Linee guida migliori tecnologie disponibili – Sistemi di monitoraggio
⮱ Reference document on the general principles of monitoring
⮱ Modulistica I.P.P.C. piano di monitoraggio per impianti esistenti. Regione Lombardia.
Obiettivi del monitoraggio e dei controlli | Monitoraggi e controlli |
Valutazione di conformità all’AIA | X |
Aria | X |
Acqua | X |
Suolo | |
Rifiuti | X |
Rumore | X |
Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (UNI EN ISO 14001) | X |
Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. INES) alle autorità competenti | X |
Gestione emergenze – Sistema di gestione integrato Qualità Ambiente e Sicurezza | X |
Tab. F1 - Finalità del monitoraggio
F.2 Chi effettua il self-monitoring
La tabella F. 2 rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.
Gestore dell’impianto (controllo interno) | X |
Società terza contraente (controllo interno appaltato) |
Tab. F2- Autocontrollo
I controlli che prevedono verifiche analitiche e strumentali, quali:
• analisi puntuali sulle emissioni in atmosfera provenienti dai camini dei generatori di vapore presenti in Centrale Termica
• analisi trimestrali al punto di scarico autorizzato dall’impianto Trattamento Acque
• analisi di caratterizzazione dei rifiuti
• rilievi acustici, con cadenza periodica da parte di “tecnici competenti in acustica ambientale”
• sono eseguiti da personale specialistico dei laboratori dell’Ente misure di FENICE. I laboratori del Centro Servizi Ecologici di FENICE sono accreditati ACCREDIA.
F.3 Parametri da monitorare
In considerazione della tipologia di attività IPPC svolta dall’Unità Operativa FENICE e dei prodotti utilizzati non si prevedono interventi che comportino la riduzione/sostituzione delle sostanze attualmente impiegate nell’Unità Operativa.
La tabella F3 individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica.
Tipologia | Anno di riferimento | Fase di utilizzo | Frequenza di lettura | Consumo annuo totale (m3/anno) | Consumo annuo per fasi di processo (m3/anno) |
acqua industriale (pozzi) | X | Produzione acqua demineralizzata Raffreddamento compressori tramite torri evaporative Raffreddamento pompe centrale termica | mensile | X | X |
Tab. F3 - Risorsa idrica
L’unica attività dell’Unità Operativa FENICE in cui si ha un utilizzo significativo di combustibile (gas naturale) è la Centrale termica in cui si ha produzione di calore (vettori energetici: vapore ed acqua surriscaldata). I consumi di metano sono sottoposti a monitoraggio, secondo una specifica Istruzione Operativa del Sistema Integrato FENICE, redatta al fine di ottenere la validazione, da parte dell’Ente DNV, dei dati utilizzati per la denuncia annuale delle emissioni di CO2 (emission trading).
La tabella F4 riassume gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica:
N.ordine Attività IPPC e non o intero complesso | Tipologia combustibile | Anno di riferimento | Tipo di utilizzo | Frequenza di rilevamento | Consumo annuo totale (KWh- m3/anno) | Consumo annuo specifico (KWh- m3/t di prodotto finito) | Consumo annuo per fasi di processo (KWh- m3/anno) |
1 | gas naturale | X | industriale | mensile | X | X | X |
Tab. F4 – Combustibili
La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametro | E3 | E3√ | E4 | E5 | Modalità di controllo | Metodi | |
Continuo | Discontinuo | ||||||
Metano | X | X | X | X | X | contatore |
Monossido di carbonio (CO) | X | X | X | X | X | UNI 9969 | |
Biossido di carbonio (CO2) | X | X | X | X | calcolo (Emission Trading) | ||
Ossidi di azoto (NOx) | X | X | X | X | UNI 10878 | ||
Ossigeno | X | X | X | X | analizzatore |
Tab. F5- Inquinanti monitorati
Per l’emissione E3√ la modalità di controllo si intende discontinua con cadenza annuale.
Il Gestore deve valutare e garantire l’efficienza del Sistema di Monitoraggio in continuo alle Emissioni (S.M.E.) secondo criteri, periodicità e modalità stabiliti dall’Autorità di Controllo e riportate nel Manual e di Gestione.
La seguente tabella individua per gli scarichi S1 e S2, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametri | S2 controllo | S1 fiscale | Modalità di controllo | APAT- IRSA 2003 (*) | |
Continuo | Discontinuo | ||||
Volume acqua (m3/anno) | X | Annuale | |||
pH | X | X | X | 2060 | |
Temperatura | X | Trimestrale | 2100 | ||
Colore | X | Trimestrale | 2020 | ||
Odore | X | Trimestrale | 2050 | ||
Conducibilità | X | X | X | 2030 | |
Solidi sospesi totali | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 2090 | |
BOD5 | X | Trimestrale | 5120 | ||
COD | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 5130 | |
Alluminio | X | Trimestrale | 3050 | ||
Cadmio (Cd) e composti | X | Trimestrale | 3120 | ||
Cromo (Cr) e composti | X | Trimestrale | 3150 | ||
Ferro | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 3160 |
Nichel (Ni) e composti | X | Trimestrale | 3220 | ||
Piombo (Pb) e composti | X | Trimestrale | 3230 | ||
Rame (Cu) e composti | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 3250 | |
Zinco (Zn) e composti | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 3320 | |
Solfati | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4140 | |
Cloruri | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4090 | |
Fluoruri | X | Trimestrale | 4100 | ||
Fosforo totale | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4110 | |
Azoto ammoniacale (come NH4) | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4030 | |
Azoto nitroso (come N) | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4050 | |
Azoto nitrico (come N) | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 4040 | |
Idrocarburi totali | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 5160 | |
Tensioattivi totali | X | X | Trimestrale su S1 Due annui su S2 | 5170 5180 |
Tab. F6- Inquinanti monitorati
(*) Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall’Autorità Competente di cui all’allegata tabella o non siano stati indicati, il metodo prescelto deve rispondere ai principi stabiliti dalla norma UNI17025, indipendentemente dal fatto che il Laboratorio che effettua l’analisi sia già effettivamente accreditato secondo la predetta norma per tale metodo.
Le campagne di rilievi acustici prescritte ai paragrafi E.3.4 dovranno rispettare le seguenti indicazioni:
▪ gli effetti dell'inquinamento acustico vanno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con ARPA e COMUNE;
▪ la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali ricettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame;
▪ in presenza di potenziali ricettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale.
La tabella F7 riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche prescritte:
Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio | Descrizione e localizzazione del punto (al perimetro/in corrispondenza di recettore specifico: descrizione e riferimenti univoci di | Classe acustica di appartenenza del recettore | Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) | Campagna (Indicazione delle date e del periodo relativi a ciascuna campagna prevista) |
localizzazione) | ||||
X | X | X | X | X |
Tab. F7 – Verifica d’impatto acustico
Le tabelle F8 ed F8 bis riportano il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in ingresso ed uscita al complesso.
CER autorizzati | Operazione autorizzata | Quantità annua (t) trattata/stoccata | Quantità specifica * | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
X | R/D | X | X | X | X | X | X |
*riferita al quantitativo in t di rifiuto per tonnellata di materia finita prodotta nell’ anno di monitoraggio
Tab. F8 – Controllo rifiuti in ingresso
CER | Quantità annua prodotta (t) | Quantità specifica * | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
X | X | X | X | |||
Nuovi Codici Specchio | Verifica analitica della non pericolosità | Una volta | Cartaceo da tenere a disposizione degli enti di controllo | Nuovi Codici Specchio |
*riferita al quantitativo in t di rifiuto per tonnellata di materia finita prodotta relativa ai consumi dell’anno di monitora ggio
Tab. F8 bis – Controllo rifiuti in uscita
F. 4 Gestione dell’impianto
F. 4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
Le tabelle F9 e F10 specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi.
N. ordine Attività | Impianto/ Parte di esso/fase di processo | Parametri | Perdite | ||||
Parametri di controllo | Frequenza dei controlli | Fase | Modalità | Sostanza | Modalità di registrazione dei controlli | ||
1.1 | Generatori di vapore Centrale Termica | CO %O2 | sistema di monitoraggio in continuo | regime | - | Registrazione secondo Sistema Gestione | |
impianto TAR | portata acqua in ingresso | m3 | mensile | regime | Lettura contatori | ||
controllo impianto elettrico | Anomalie funzionali | giornaliera | regime | Come da sistema di telegestione impianto |
Controllo analitico completo acque trattate in uscita | Vedere tabella F6 | trimestrale | regime | Campionamento discontinuo | |||
tele filtropressa | Qualità della pressatura | mensile | regime | visiva | |||
coltelli raschiatori | Qualità della pressatura | mensile | regime | visiva | |||
pulizia vasca di equalizzazione | - | annuale | Fermo impianto | - | |||
Controllo stato serbatoi stoccaggio reagenti e tubazione | - | mensile | regime | visiva | |||
misuratori di livello | Indicazione su monitor impianto | Mensile | regime | - | |||
pompe sollevamento | - | Mensile | regime | - |
Tab. F9 – Controlli sui punti critici
Macchina | Tipo di intervento | Frequenza |
Generatori di Centrale Termica | manutenzione preventiva programmata ed in emergenza in casi di anomalie | come previsto da sw di manutenzione per la manutenzione preventiva |
Impianto TAR | manutenzione preventiva programmata ed in emergenza in casi di anomalie | come previsto da sw di manutenzione per la manutenzione preventiva |
Sottostazione AT/MT e cabine MT/BT | manutenzione preventiva programmata ed in emergenza in casi di anomalie | come previsto da sw di manutenzione per la manutenzione preventiva |
Sale compressori | manutenzione preventiva programmata ed in emergenza in casi di anomalie | come previsto da sw di manutenzione per la manutenzione preventiva |
Riduzione e distribuzione metano | manutenzione preventiva programmata ed in emergenza in casi di anomalie | come previsto da sw di manutenzione per la manutenzione preventiva |
Tab. F10– Interventi di manutenzione dei punti critici individuati
F. 4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
Si riportano la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale).
Aree stoccaggio | |||
Tipo di controllo | Frequenza | Modalità di registrazione |
Xxxxxxxx e bacini di contenimento | Manutenzione ordinaria/straordinaria | Annuale | Registro |