ACCORDO DI PIANIFICAZIONE
P.G. n. 144243/2008 del 04.04.2008 – Fasc. 0.0.0.0/0/0000 PROV BO
ACCORDO DI PIANIFICAZIONE
(art. 14 comma 7 e art. 32 comma 3 L.R. 20/2000)
Tra
La PROVINCIA DI BOLOGNA
e
l’ASSOCIAZIONE INTERCOMUNALE RENO-GALLIERA
per la formazione dei Piani Strutturali Comunali in forma associata
Bologna 04 aprile 2008
1. La PROVINCIA DI BOLOGNA (Codice Fiscale 80022230371) rappresentata dal Vicepresidente con delega alla Pianificazione Territoriale e Trasporti Gia- como Venturi, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione Provinciale, Xxx Xxxxxxx 00, Xxxxxxx (XX), che agisce per dare esecuzione alla deliberazione di Giunta Provinciale n. 16 del 22 gennaio 2008;
2. Il COMUNE DI ARGELATO (Codice Fiscale 00968810374) rappresentato dal Sindaco Xxxxx Xxxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxx Xxxxxxxx 0, Xxxxxxxx (XX) il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 10 del 20.02.2008;
3. Il COMUNE DI BENTIVOGLIO (codice fiscale 80008130371) rappresentato dal Sindaco Xxxxxxxxx Xxxxxx domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxxxxx xxxxx Xxxx 0, Xxxxxxxxxxx (XX), il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 3 del 31.01.2008;
4. Il COMUNE DI CASTELLO D’ARGILE (codice fiscale 80008210371) rappre- sentato dal Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxxxxx Xxxxxx 0, Xxxxxxxx x’Xxxxxx (XX), il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 4 del 29.01.2008;
5. Il COMUNE DI CASTEL MAGGIORE (codice fiscale 00819880378) rappre- sentato dal Sindaco Xxxxx Xxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxx Xxxxxxxxx 00, Xxxxxx Xxxxxxxx (XX), il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 10 del 30.01.2008;
6. Il COMUNE DI GALLIERA (codice fiscale 01040680371) rappresentato dal Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxxxxx Xxxx xxxxx Xxxxxxx 0, Xxxxxxxx (XX) il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 3 del 6.02.2008;
7. Il COMUNE DI PIEVE DI CENTO (codice fiscale 00470350372) rappresenta- to dal Sindaco Xxxxxx Xxxxxxxxxxx, domiciliata per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxxxxx Xxxxxx Xxxxx 00, la quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta e in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 5 del 21.02.2008;
8. Il COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO (codice fiscale 01025510379) rap- presentato dal Xxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede dell’Amministrazione comunale in Xxx xxxxx Xxxxxxx 00, il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta ed in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 13 del 19.03.2008;
9. Il COMUNE DI SAN XXXXXX IN CASALE (codice fiscale 80062730371) rap- presentato dal Xxxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, domiciliato per la carica presso la
sede dell’Amministrazione comunale in Xxx Xxxxxxxxx 000, il quale agisce in nome e per conto dell'Ente che rappresenta ed in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale n. 24 del 3.03.2008.
Premesso
1. che con ordinanza n. 7 in data 15.06.2006 il Sindaco del Comune di Galliera in qualità di Presidente protempore dell’Associazione Reno Galliera ha indet- to la Conferenza di Pianificazione prevista dagli artt. 14 e 32 della legge re- gionale 24 marzo 2000 n.20;
2. che nelle date del 13.07.2006, 26.10.2006, 21.12.2006, 30.01.2007, si sono svolte le sedute istruttorie e di valutazione della Conferenza di Pianificazione;
3. che, in particolare, nella seduta del 30.01.2007 gli Enti partecipanti alla Con- ferenza hanno fornito il proprio contributo conoscitivo e valutativo definitivo in merito ai documenti di pianificazione, così come modificati dall’Associazione a seguito delle valutazioni formulate dagli Enti partecipanti nelle sedute pre- cedenti;
4. che in data 07.03.2007 si è tenuta la seduta conclusiva della Conferenza di Pianificazione, al termine della quale gli Enti partecipanti presenti alla seduta hanno provveduto a sottoscrivere il verbale conclusivo della Conferenza, a prova della condivisione delle determinazioni finali in esso contenute;
Visti
1. la L.R. n. 20 del 24.03.2000 ed in particolare gli artt. 14 e 32;
2. l’Atto di indirizzo e coordinamento tecnico approvato con Delibera del Consi- glio Regionale n. 173 del 04.04.2001;
3. il PTCP approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 19 del 30.03.2004 ed in particolare l’art. 15.3;
4. il verbale conclusivo della Conferenza di Pianificazione sottoscritto in data 07.03.2007 presso la Sala del Consiglio Comunale del Comune di Castel Maggiore ed assunto agli atti della Conferenza depositati presso l’Ufficio di Piano, in via dell’Artigiano 4, San Giorgio di Piano, che da atto della generale condivisione dei contenuti pianificatori portati in Conferenza, fatta salva la necessità di tenere conto delle valutazioni, di cui all’Allegato A;
5. la Deliberazione della Giunta Provinciale di Bologna e le Deliberazioni dei Consigli Comunali sopra richiamate, con le quali si è approvato il testo dell’Accordo di Pianificazione
Preso atto
che la stipula dell’Accordo di Pianificazione comporta la riduzione della metà dei termini e la semplificazione procedurale di cui ai commi 7, 9 e 10 dell’art.32 della
L.R. 20 del 24.03.2000, e costituisce riferimento per le scelte pianificatorie delle Amministrazioni comunali nell’elaborazione del PSC e per la Provincia nell’iter di approvazione.
SI SOTTOSCRIVE
il seguente Accordo di Pianificazione, ai sensi degli artt. 14 e 32 della legge regionale 24 marzo 2000 n. 20 e successive modificazioni e integrazioni.
Art. 1
Contenuti dell’Accordo di Pianificazione
Ai sensi dell’art. 32, comma 3, della LR 20/00, il presente Accordo di Pianifica- zione recepisce le determinazioni concordate in sede di Conferenza di Pianifica- zione, in particolare per quanto attiene “i dati conoscitivi e valutativi dei sistemi territoriali e ambientali, ai limiti e condizioni per lo sviluppo sostenibile del territo- rio comunale nonché alle indicazioni di merito sulle scelte strategiche di assetto dello stesso” e “definisce l’insieme condiviso degli elementi che costituiscono pa- rametro per le scelte pianificatorie” (art. 14, comma 7).
L’Accordo costituisce riferimento per i Comuni nell’elaborazione dei Piani Struttu- rali Comunali e per la Provincia nella formulazione delle riserve in merito ai PSC oltre a quanto indicato al successivo art. 2.
Ai sensi dell’art. 14 comma 7 della L.R. 20/2000, il Comune e la Provincia defini- scono, con il presente Accordo, l’insieme degli elementi costituenti parametro per le scelte pianificatorie, di cui al successivo art. 5.
Art. 2
Strumenti della pianificazione provinciale e regionale di riferimento
Ai sensi dell’art. 3, comma 2 della L.R. 20/2000, la Provincia può sollevare riser- ve di conformità del PSC rispetto agli strumenti sotto elencati, qualora essi ab- biano rilevanza rispetto al territorio comunale e limitatamente agli ambiti delle materie di pertinenza dei piani stessi e delle loro successive modificazioni e inte- grazioni:
1. Piano Territoriale Regionale (PTR) – approvato dal Consiglio Regionale con la deliberazione n. 3065 del 28/02/1990
2. Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT) – approvato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 1322 del 22/12/1999
3. Piano Regionale di Tutela delle Acque (PTA) - approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 40 del 21.12.2005
4. Programma Regionale di Sviluppo Rurale dell’Xxxxxx Xxxxxxx 2007-20013 (PRSR) – Regg. (CE) n. 1698/2005, attualmente inviato al Consiglio della Commissione Europea per l’approvazione
5. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) – approvato con deli- bera del Consiglio Provinciale n. 19 del 30.03.2004
6. Piano Infraregionale delle Attività Estrattive 2002-2012 (PIAE) - approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 22 del 30 marzo 2004
7. Piano di Gestione di Qualità dell’Aria (PGQA) - adottato con delibera del Consiglio Provinciale n. 64 del 19.09.2006
8. Piano di Localizzazione delle Emittenza RadioTelevisiva (PLERT) - adottato con delibera del Consiglio Provinciale n. 8 del 27.02.2007
9. Piano Energetico Ambientale Provinciale - approvato con delibera del Consi- glio Provinciale n. 19 del 30.03.2004 approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 60 del 17.06.2007
Le parti concordano inoltre che – in coerenza con il metodo della concertazione istituzionale di cui all’art. 13 della L.R. 20/00 - i seguenti piani di competenza provinciale in corso di formazione costituiscano strumenti della pianificazione so- vraordinata di interesse per la elaborazione dei PSC:
1. Piano della Mobilità Provinciale, la cui Conferenza di Pianificazione si è aper- ta in data 25.10.2006 ed i cui documenti di pianificazione sono stati approvati dalla Giunta Provinciale con delibera n. 327 del 03.10.2006
2. Piano del Commercio, con riferimento ai primi obiettivi, politiche e scelte stra- tegiche contenute all’interno del Documento Preliminare predisposto dalla Provincia per la Conferenza di Pianificazione in via di indizione
3. Piano Rurale Integrato Provinciale (PRIP) in fase di elaborazione
I Comuni, per la redazione dei PSC e la Provincia per l’espressione delle proprie riserve, faranno infine riferimento, oltre che ai suddetti strumenti di pianificazione sovraordinata vigenti o in salvaguardia, anche ai contenuti della pianificazione indicati all’interno della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20.
Art. 3
Documentazione per i contenuti dell’Accordo
Il presente Accordo di Pianificazione è sottoscritto, quanto agli specifici contenu- ti, sulla base dei seguenti documenti:
1. Quadro Conoscitivo, Documento Preliminare e Valsat preliminare approvati dalle Giunte comunali, come previsto dall’art. 32, comma 2, della L.R. 20/2000, con i seguenti atti:
- comune di Argelato, delibera n° 65 del 06/06/2006;
- comune di Bentivoglio, delibera n° 97 del 06/06/2006;
- comune di Castello d’Argile, delibera n° 55 del 08/06/2006;
- comune di Xxxxxx Xxxxxxxx, xxxxxxxx xx 00 del 10/06/2006;
- comune di Galliera, delibera n° 61 del 07/06/2006;
- comune di Pieve di Cento, delibera n° 53 del 08/06/2006;
- comune di Xxx Xxxxxxx xx Xxxxx, xxxxxxxx xx 00 xxx 00/00/0000;
- comune di Xxx Xxxxxx xx Xxxxxx, xxxxxxxx xx 00 del 10/06/2006.
2. Aggiornamenti ed integrazioni al Documento Preliminare al Quadro Conosci- tivo ed alla Valutazione preliminare di sostenibilità ambientale e territoriale, a seguito delle prime valutazioni e contributi da parte degli Enti partecipanti, approvati dalle Giunte comunali con i seguenti atti:
- comune di Argelato, delibera n° 124 del 06/12/2006;
- comune di Bentivoglio, delibera n° 180 del 05/12/2006;
- comune di Castello d’Argile, delibera n° 91 del 30/11/2006;
- comune di Castel Maggiore, delibera n° 191 del 07/12/2006;
- comune di Galliera, delibera n° 105 del 06/12/2006;
- comune di Pieve di Cento, delibera n° 90 del 04/12/2006;
- comune di Xxx Xxxxxxx xx Xxxxx, xxxxxxxx xx 00 xxx 00/00/0000;
- comune di Xxx Xxxxxx xx Xxxxxx, xxxxxxxx xx 000 del 16/12/2006.
3. Verbale conclusivo della Conferenza di Pianificazione sottoscritto dai parteci- panti nella sessione conclusiva del 07.03.2007.
Art. 4
Recepimento delle determinazioni concordate
I Comuni dell’Associazione, con riferimento agli elaborati tecnici di cui all’art. 3, nella redazione del Piano Strutturale Comunale si impegnano a:
1. tenere conto delle valutazioni/osservazioni formulate dagli Enti partecipanti ed espresse nel documento finale della Conferenza per la redazione dei pro- pri strumenti urbanistici comunali, eventualmente recependo tali determina- zioni all’interno degli strumenti ritenuti maggiormente idonei (ossia Piano Strutturale Comunale, Regolamento Urbanistico Edilizio e Piani Operativi Comunali) conformemente alle disposizioni dell’Allegato alla legge regionale 24 marzo 2000, n. 20, così come previsto dall’art. 14 c. 8 della suddetta leg- ge;
2. recepire le valutazioni/osservazioni formulate dagli Enti, che ai sensi dell’art.
4.2.1 della Delibera Regionale 173/01, sono tenuti a partecipare alla Confe- renza, per le tematiche di rilevanza del Piano Strutturale Comunale, così co- me di seguito esposto;
3. recepire all’interno dei PSC Comunali, i contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive sottoscritto in data 15 novembre 2007.
Art. 5
Parametri per le scelte di pianificazione
Ai sensi dell’art. 14 comma 7 della L.R. 20/2000, per quanto attiene le scelte di pianificazione, strategiche e di assetto del territorio comunale, i Comuni dell’Associazione e la Provincia assumono come parametro di riferimento il con- tenuto dell’art. 3 del presente accordo.
Richiamati nella loro completezza i documenti di cui all’art. 3, si riportano all’interno dell’Allegato A, che costituisce parte integrante dell’Accordo di Pianifi- cazione, gli elementi di approfondimento che le Amministrazioni comunali si im- pegnano a recepire nei PSC.
Art. 6
Coerenza degli Atti Pianificatori e regime transitorio
I Comuni dell’Associazione si impegnano a garantire, in sede di adozione e di successiva approvazione del Piano Strutturale Comunale, la coerenza del piano con le scelte strategiche e strutturali di assetto del territorio rappresentate nei do- cumenti di pianificazione licenziati dalla Conferenza.
Ad integrazione delle disposizioni transitorie previste dall’articolo 41 e della sal- vaguardia dell’art. 12 della LR 20/2000, fino all’entrata in vigore dei nuovi stru- menti di pianificazione, i Comuni si impegnano a dare attuazione agli strumenti urbanistici Vigenti limitando l’adozione di nuove procedure di variante (art. 15 del- la L.R. 47/78, SUAP, Accordo di Programma, ecc.) all’introduzione di modifiche “non sostanziali”, al fine di garantire la necessaria coerenza con le scelte strate- giche e strutturali di assetto del territorio condivise in sede di Conferenza.
In seguito all’adozione dei PSC, in applicazione dell’articolo 32 comma 9 della
L.R. 20/2000, nel caso siano accolte integralmente le eventuali riserve provinciali e non siano introdotte “modifiche sostanziali” al piano in accoglimento delle os- servazioni presentate, i Consigli Comunali potranno approvare i rispettivi PSC, dichiarandone la conformità agli strumenti di pianificazione di livello sovraordina- to.
A tali fini, si intendono “modifiche non sostanziali” al piano un aumento contenuto del dimensionamento e limitate modifiche al disegno di piano, che non comporti- no l’inserimento di nuove scelte localizzative, in particolare per gli ambiti di nuovo insediamento, che non contrastino con le politiche generali di tutela e sviluppo del territorio individuate dal piano stesso e che siano coerenti con i criteri omo- genei di pianificazione definiti nei documenti di cui all’art. 3.
I Comuni si impegnano altresì ad adottare PSC e RUE entro la fine del mandato amministrativo.
Art. 7
Comitato interistituzionale di indirizzo per la redazione dei Piani Strutturali Comunali
I Comuni dell'Associazione si impegnano ad assumere tra i contenuti del PSC gli orientamenti elaborati dal Comitato Interistituzionale per l'elaborazione condivisa dei PSC nell'area metropolitana bolognese ed approvati dalla Conferenza Metro- politana dei Sindaci.
Art. 8
Trasmissione degli elaborati di Piano e modello dei dati del PSC
Ai sensi dell’art. 17 comma 1 e dell’art. 51 comma 2 della L.R. n. 20/2000, conte- stualmente alla trasmissione di due copie del PSC Comunale, di cui un originale integrale ed una copia conforme, ai sensi e per gli effetti dell’art. 32 comma 12, in fase di adozione i Comuni dell’Associazione forniranno alla Provincia gli elaborati in forma digitale, impegnandosi altresì a sostituirli aggiornati a seguito della av- venuta approvazione comunale dello strumento urbanistico.
I Comuni si impegnano a sperimentare il modello dati per il piano urbanistico in formato digitale rispondente alle indicazioni del “Modello dati di base del piano strutturale comunale per il territorio provinciale bolognese”, conforme alla Delibe- ra di Consiglio Regionale n. 484 del 28/05/03 “Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento tecnico per l’attuazione della L.R. 24 marzo 2000, n. 20 art. X- 00, xxxxxxx “Strumenti cartografici digitali e modalità di coordinamento e ed inte- grazione delle informazioni a supporto della pianificazione”, anche ai fini della formazione dell’archivio della strumentazione urbanistica comunale da parte della Provincia, ai sensi degli artt. 51 e A-27 della L.R. n. 20/2000.
Art. 9 Disposizioni finali
Il presente Accordo, sottoscritto in doppio originale, viene depositato agli atti del- la Provincia di Bologna e dell’Associazione Intercomunale Reno Galliera.
Xxxxx, approvato e sottoscritto. | |
Data, ………………………. | |
PROVINCIA DI BOLOGNA Il Vice Presidente Xxxxxxx Xxxxxxx |
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COMUNE DI ARGELATO Il Sindaco Xxxxx Xxxxxxxx |
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COMUNE DI BENTIVOGLIO Il Sindaco Xxxxxxxxx Xxxxxx |
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COMUNE DI CASTELLO D'ARGILE Il Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxx |
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COMUNE DI CASTEL MAGGIORE Il Sindaco Xxxxx Xxxxxx |
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COMUNE DI GALLIERA Il Sindaco Xxxxxxxx Xxxxxxxxx |
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COMUNE DI PIEVE DI CENTO Il Sindaco Xxxxxx Xxxxxxxxxxx |
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COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Il Sindaco Xxxxxxx Xxxxxxxx |
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COMUNE DI SAN XXXXXX IN CASALE Il Sindaco Xxxxxxxxxx Xxxxxxx |
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ALLEGATO A
In base ai lavori della Conferenza di Pianificazione si evidenziano le tematiche che i Comuni dell’Associazione si impegnano recepire per la redazione dei propri strumenti urbanistici comu- nali, con riferimento al Verbale conclusivo della Conferenza di Pianificazione sottoscritto dai partecipanti.
In relazione alla mancanza di atti tecnici specifici o risposte circostanziate da parte degli Enti che hanno partecipato alla Conferenza di Pianificazione e che hanno posto condizionamenti alla attuazione delle previsioni insediative proposte nel Documento Preliminare in forma Asso- ciata, la Provincia si impegna, a seguito di richiesta dei Comuni interessati, a partecipare o e- ventualmente a convocare conferenze dei servizi, al fine di portare il proprio contributo alla riso- luzione delle problematiche emerse.
In sede di redazione del PSC o, quando esplicitamente richiamato, del POC e del RUE, I Co- muni dell’Associazione si impegnano ad osservare ed approfondire quanto di seguito riportato.
TEMI DI CARATTERE GENERALE
IL SISTEMA URBANO
Le potenzialità insediative residenziali
Mantenere la quota di riserva finalizzata a dare risposta ad esigenze specifiche non preventiva- bili ad oggi come un valore massimo di riferimento da non incrementare né a seguito di even- tuali osservazioni specifiche, né successivamente, con proposte di varianti al PSC finalizzate ad un loro aumento. Per l’utilizzo delle quote aggiuntive sopradefinite, identificabili prevalentemen- te in interventi di tipo convenzionato, le Amministrazioni Comunali si impegnano:
- ad inserire le previsioni nel POC o sue Varianti, distribuendo in modo equilibrato almeno in tre POC le quote aggiuntive fissate
- ad indirizzare gli interventi negli ambiti prevalentemente edificati o tutt’al più nelle aree strettamente adiacenti all’ambito edificato
- ad utilizzare questa modalità in modo equilibrato e non assegnare una potenzialità edifi- catoria concentrata tale da richiamare il concetto di comparto edificatorio
- a verificare la sostenibilità degli interventi puntuali proposti
- verificare, in relazione al dimensionamento complessivo residenziale, la ricaduta dei nuovi carichi urbanistici sulla rete infrastrutturale, con il coordinamento della Provincia, in considerazione anche agli effetti del pendolarismo che reciprocamente si svolge tra i Comuni della prima cintura e la città Capoluogo, al fine di completare le valutazioni di sostenibilità con una prospettiva metropolitana
Edilizia sociale
- relativamente al tema dell’edilizia sociale, l’Associazione ha assunto i principi condivisi in sede di Comitato Interistituzionale per l’elaborazione dei PSC, ma ha sostenuto di non poter fornire nel Documento Preliminare, una risposta quantitativa definita e circostanziata al fab- bisogno di edilizia sociale.
I Comuni si impegnano nella fase di redazione dei PSC comunali a:
- elaborare specifiche analisi e valutazioni riferite ai fabbisogni locali di edilizia sociale, alle condizioni degli alloggi esistenti, in coerenza con gli indirizzi condivisi in sede di tavolo Inte- ristituzionale
- precisare gli alloggi che si intendono destinare all’ERS dettagliando le politiche e azioni del Documento Preliminare, in coerenza con le determinazioni condivise in sede di comitato in- teristituzionale.
Criteri per la perequazione urbanistica
- individuare chiaramente gli obiettivi prioritari oggetto delle politiche perequative, che potran- no far riferimento alla dotazione di servizi e di edilizia sociale, recuperando in via prioritaria le eventuali carenze pregresse, oltre a rispondere alle nuove esigenze della popolazione che si insedierà nel territorio comunale negli anni a venire
- definire i “range” da applicare ai diritti edificatori, anche in base al confronto con i documenti elaborati in sede di Comitato Interistituzionale, ed in relazione agli indirizzi dell’art. 10.3 del PTCP, dove viene indicato l’orientamento a prevedere potenziali diritti edificatori privati con- tenuti
- operare valutazioni di fattibilità economica ed efficacia urbanistica degli indici perequati me- diante un primo bilancio del rapporto fra:
- carichi massimi insediativi potenzialmente realizzabili negli ambiti di nuovo insediamento e di riqualificazione
- dimensionamento di funzioni urbanistico-residenziali, produttive e servizi
- quote di edificabilità assegnate ai privati e all’amministrazione per finalità pubbliche
- superfici territoriali da acquisire per le dotazioni territoriali e opere ed interventi di inte- resse pubblico
Criteri per la disciplina urbanistica dei centri storici
- definire indirizzi e politiche per la conservazione dei tessuti storici alla luce dei principi sanci- ti dalla L.R. 20/2000 ed in particolare alla possibilità di individuare aree in cui sia possibile attuare interventi in deroga alla disciplina generale del centro storico, per motivi di interesse pubblico, e definire le parti del tessuto storico prive dei caratteri storico-architettonici, cultu- rali e testimoniali, dove eliminare gli elementi incongrui e migliorare la qualità urbanistica ed edilizia (art A-7 della L.R. 20/2000)
- definire l’esatta consistenza degli edifici di interesse storico-architettonico e di quelli di pre- gio storico culturale e testimoniale, con i relativi indirizzi per la loro conservazione e la valo- rizzazione
- definire in sede di PSC comunale i criteri e gli indirizzi per individuare i frammenti di tessuto edilizio meritevoli di conservazione e valorizzazione e per precisare i rapporti funzionali, pa- esaggistici e ambientali, riconosciuti nel PTCP come centri o nuclei storici di particolare va- lore. (a Castel Maggiore il sistema storico tra il centro del “castello” e la centralità urbana at- tuale, e ad Argelato il rapporto di Villa Xxxxxxxx e della sua area di pertinenza con i fram- menti di tessuto edilizio meritevoli di conservazione e valorizzazione nel centro più antico)
- aggiornare il Quadro Conoscitivo al fine di comprendervi i censimenti del patrimonio storico urbano e rurale elaborati per i vigenti PRG, così da poter costituire un adeguato riferimento analitico, per la definizione degli “obiettivi generali e le politiche di tutela e qualificazione de- gli elementi di identità culturale del territorio urbano e rurale” (Delibera Consiglio Regionale 4/4/2001 n. 173)
Criteri per la disciplina urbanistica negli ambiti urbani consolidati
- assumere, a seguito dell’analisi del territorio urbanizzato per l’individuazione dei settori ur- bani omogenei e della relativa esplicitazione di carenze strutturali evidenziate nella Valsat,
tutte le criticità e le relative azioni da programmare come condizionamenti all’attuazione de- gli interventi previsti
Criteri per la disciplina urbanistica degli ambiti da riqualificare
- aggiornare il Quadro Conoscitivo, al fine di definire e descrivere le parti urbane che necessi- tano di riqualificazione evidenziandone le relative criticità, nonché quelle parti di tessuto per le quali si prevedono indirizzi di sostituzione edilizia, aggiornando conseguentemente anche la Valsat
- individuare gli ambiti da riqualificare, definendo per ognuno di essi i relativi indirizzi di inter- vento, precisando obiettivi e finalità della riqualificazione, in relazione all’art. A-11 della L.R. 20/2000, e definendo la reale caratterizzazione degli ambiti R2 non più riconducibili ad am- biti di riqualificazione, ma ad ambiti per nuovi insediamenti urbani da trasformazione, sosti- tuzione di aree edificate. Pertanto gli R2 saranno definiti ambiti per nuovi insediamenti, se la loro caratterizzazione li predisponga verso funzioni di tipo residenziale, o ambiti produttivi, nel caso si prestino a mantenere attività ancora di tipo produttivo, ma più compatibili con il contesto urbano
- inserire nel PSC e nel RUE norme specifiche per gli interventi di recupero di aree produttive dismesse e più in generale per tutte le operazioni di riconversione urbanistica/edilizia; in ambito di formazione del POC i Comuni si impegnano altresì a richiedere ai soggetti inte- ressati l’effettuazione di un controllo preventivo dello stato di contaminazione dei suoli e del- la falda, condizionando l’avvio dell’opera di recupero
Criteri per la disciplina urbanistica degli ambiti per nuovi insediamenti urbani
- contenere l’individuazione delle aree potenzialmente urbanizzabili entro ragionevoli limiti quantitativi e di disegno urbano
- il Comune di Castel Maggiore si impegna ad avviare con il Comune di Bologna un processo di concertazione e progettazione coordinata che consenta di trovare soluzioni comuni per la migliore qualità dell’area di confine dei due territori, in particolare per quanto riguarda gli ambiti fluviali e gli ambiti periurbani
- ad esprimere, in relazione alla l.r. 20/2000, all’art. 10.4 del PTCP ed alle direttive dell’art.
10.2, comma 3, i seguenti dati:
- capacità insediativa in essere prima dell'adozione dello strumento, stimata con il miglior grado di approssimazione disponibile
- capacità insediativa aggiuntiva prima e a seguito dell'adozione dello strumento
- capacità insediativa teorica
- estensione del TU
- estensione del TPU al momento dell'adozione dello strumento (separatamente per gli insediamenti urbani e per gli ambiti specializzati per attività produttive)
- estensione del TDU (separatamente per gli insediamenti urbani e per gli ambiti specia- lizzati per attività produttive) prima e a seguito dell'adozione dello strumento
- precisare gli impatti degli interventi sui beni Culturali e paesaggistici, in particolare nelle a- ree del Comune di Argelato (Villa Xxxxxxxx) e del Comune di Bentivoglio (nuovo ospedale e località Castellina)
Connessione aree residenziali con aree produttive
- limitare al massimo le situazioni di connessione tra previsioni a destinazione residenziale con altre a funzione produttiva non compatibili con la residenza, ritenendo il principio di se- parazione fra aree produttive e residenziali rappresenti un elemento qualificante delle scelte pianificatorie, in linea con gli obiettivi perseguiti dalla L.R. 20/2000
Criteri per la disciplina urbanistica nel territorio rurale
- elencare, anche ai sensi dell’art. 11.5 del PTCP ed in riferimento ai contenuti delle “Linee guida per il governo delle trasformazioni del territorio rurale” approvate dalla Provincia di Bo- logna, i fattori vincolanti per l’ammissibilità di nuova edificazione funzionale all’espletamento dell’attività agricola negli gli ambiti ad alta vocazione produttiva agricola e negli ambiti agri- coli a rilievo paesaggistico, tra cui:
- programmi di riconversione o ammodernamento dell’attività agricola aziendale e/o inte- raziendale cui risultino coerenti le richieste di nuovi interventi edilizi;
- coerenza degli interventi edilizi o modificativi con l’obiettivo del miglioramento della competitività aziendale;
- la non idoneità dei fabbricati abitativi, produttivi e di servizio presenti in azienda a soddi- sfare le esigenze abitative dell’imprenditore agricolo e le esigenze produttive connesse alle nuove tecniche di produzione;
- sostenibilità ambientale e interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica;
- l’impegno del titolare dell’impresa ad assumere e realizzare quanto previsto dal pro- gramma di riconversione e di ammodernamento e dagli interventi di riqualificazione am- bientale e paesaggistica.
- escludere la possibilità di realizzare nuovi edifici abitativi negli ambiti agricoli periurbani, anche se di rilievo locale.
Criteri per le dotazioni di attrezzature e spazi collettivi
- determinare in sede di elaborazione dei PSC comunali i seguenti valori in base agli artt.
10.5 e 10.6 del PTCP:
- la stima della popolazione (residente, presente, quella che entra quotidianamente nel comune per studio o per lavoro e potenziale a seguito dell’attuazione del Piano); nel cal- colo della domanda sarà inoltre necessario considerare una ulteriore componente, costi- tuita dalla popolazione presente periodicamente in relazione alla fruizione dei poli fun- zionali che determinano eventi di grande attrazione, o per fruire di servizi pubblici e col- lettivi di rilievo sovracomunale (art. A-24 c. 8 della L.R. 20/2000 e art. 10.5 del PTCP);
- la dotazione di servizi pubblici e privati in essere in ciascun centro abitato, le condizioni di accessibilità e le prospettive concrete di mantenimento nel tempo dei servizi e di e- ventuale apertura di nuovi servizi, in stretto coordinamento, per quanto riguarda i servizi sanitari, con la programmazione dei Distretti sanitari;
- la definizione dei valori–obiettivo per quanto riguarda l’insieme degli insediamenti esi- stenti e previsti, e dei requisiti qualitativi da raggiungere nelle diverse aree urbane;
- la stima delle dotazioni che potranno essere realizzate direttamente dai soggetti attuatori nel corso dell’attuazione delle previsioni del PSC;
- la stima delle eventuali ulteriori dotazioni, qualora necessarie per raggiungere la dota- zione-obiettivo, che dovranno essere realizzate direttamente da parte del Comune, e, in tal caso, la definizione di massima degli obiettivi intermedi da realizzare con i POC.
- inserire indirizzi volti a definire le possibili strategie attuative di dotazioni territoriali di rilievo sovracomunale, subordinandone la localizzazione e definizione alla sottoscrizione di speci- fici Accordi Territoriali.
Fasce di rispetto impianti ed attrezzature tecnologiche
- aggiornare il Quadro Conoscitivo individuando tutti gli impianti, le reti e le attrezzature tec- nologiche per le quali la legislazione o le norme tecniche prevedono ambiti o fasce di rispet- to, non già individuate nella vigente documentazione; in sede di POC e di RUE i Comuni medesimi si impegnano a dettare una opportuna regolamentazione delle suddette fasce con
definizione univoca delle modalità di individuazione dei limiti di arretramento e delle relative modalità di intervento.
Ruolo e criteri di formazione del POC
- Operare una programmazione concertata fra i diversi Comuni dell’Associazione che stabili- sca le priorità di evoluzione del sistema insediativo, in coerenza con gli obiettivi e le strate- gie fissati dal PSC associato, i contenuti degli Accordi Territoriali per le aree produttive le dinamiche della domanda sociale di abitazioni e servizi e le esigenze di preventiva x xxxxx- stuale infrastrutturazione urbana e territoriale indotte o presupposte dai nuovi insediamenti
- Inserire nei primi due POC non più dell’80% delle capacità edificatorie espresse dai PSC, lasciando più libertà di scelta sulla percentuale da inserire nel primo POC.
GLI AMBITI SPECIALIZZATI PER ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Gli ambiti produttivi sovracomunali
- recepire nei PSC i contenuti pianificatori dell’Accordo Territoriale.
Gli ambiti produttivi comunali
- definire gli obiettivi, le politiche e la disciplina che si intende applicare agli ambiti produttivi comunali esistenti
- definizione delle politiche, in coerenza con gli indirizzi promossi dal PTCP, volte a dare ri- sposta al consolidamento e allo sviluppo delle attività già insediate nelle aree, per le quali possono essere previsti ampliamenti delle aree stesse, qualora necessari ed opportuni, non- ché per il reinsediamento/trasferimento di attività produttive già insediate in aree urbane dello stesso comune;
- subordinare l’eventuale recepimento dei nuovi areali, alla verifica, in specifiche schede, delle esigenze espresse dalle aziende insediate, motivando ampliamenti delle aree produttive co- munali soltanto in base ad esigenze di attività produttive già insediate nell’area o per impianti di smaltimento e recupero rifiuti, nonché per il reinsediamento/trasferimento di attività produt- tive già insediate in aree urbane dello stesso comune nei limiti dell'offerta di aree non anco- ra edificate previste dai PRG vigenti.
- valutare l’attività produttiva, nei casi di collocazioni molto prossime ad aree residenziali, defi- nendo condizionamenti precisi per quelle tipologie di attività che sono già state in passato fonte di conflitti o che potrebbero generarli a seguito di un potenziamento del ciclo produttivo
- attivare meccanismi per promuovere la delocalizzazione verso le aree produttive sovraco- munali degli insediamenti produttivi la cui localizzazione a stretto contatto con aree residen- ziali appare incongrua
I poli funzionali
- recepire nei PSC comunali i contenuti degli specifici Accordi Territoriali per i Poli funzionali presenti sul territorio dell’Associazione, sia esistenti che di progetto, che i comuni stanno e- laborando con la Provincia.
Le attività commerciali
- mantenere all’atto dell’adozione dei PSC la necessaria coerenza con il Piano del Commer- cio in corso di formazione
- prima di integrare gli ambiti a destinazione prevalentemente manifatturiera con funzioni commerciali non alimentari, verificare la capacità di carico delle infrastrutture afferenti agli ambiti, valutare l’impatto economico sulla rete commerciale esistente, nonché le alternative di rifunzionalizzazione produttiva dell’ambito
Elaborato Tecnico “Rischio di Incidenti Rilevanti”
- esplicitare negli elaborati RIR, negli altri documenti di Piano e nella VALSAT le politiche in tema di contenimento del rischio di incidente rilevante
LA SOSTENIBILITÀ DEGLI INSEDIAMENTI
Il sistema della mobilità
- mantenere all’atto dell’adozione dei PSC la necessaria coerenza con il PMP in corso di for- mazione, con particolare attenzione alle priorità ed alla “fasatura” così come è stato delinea- to nel PMP medesimo (si richiama la coerenza ai casi presenti nell’ambito dell’Associazione Reno Galliera)
Il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM)
- subordinare l’inserimento della proposta della fermata in località Interporto ad uno specifico studio di fattibilità, che ne dimostri la strategicità trasportistica - ferroviaria rispetto all'assetto base delineato nel "Nuovo Accordo sul SFM". Inoltre tale verifica dovrà considerare anche un'analisi costi/benefici che valuti il bacino di utenza potenziale in relazione alle fermate già esistenti sul territorio, nonché un'attenta valutazione delle implicazioni e delle eventuali criti- cità per l'esercizio della linea e delle fonti di finanziamento necessarie per la sua realizzazio- ne (che potrebbe essere trattato nell’ambito dell’Accordo Territoriale per l’Interporto). Si rile- va inoltre come tale previsione non è prevista nelle indicazioni del PTCP e non è contenuta nel Nuovo Accordo sul SFM sottoscritto il 19.6.2007 da parte di Ministero delle Infrastrutture e Ministero dei Trasporti-Regione ER-Provincia di Bologna-Comune di Bologna-RFI-TAV). Sulla proposta di prolungare i treni con cadenzamento alla mezz'ora fino a Galliera, nell'Ac- cordo sul SFM l’intensificazione del servizio alla mezz’ora non è attualmente prevista in un orizzonte temporale al 2015. Ulteriori potenziamenti potranno essere valutati successiva- mente, in base alla domanda espressa e alla disponibilità di risorse finanziarie
- rendere le fermate facilmente accessibili, realizzando l’intermodalità con il mezzo privato e con quello pubblico, sia per un utenza locale sia per bacini più ampi, prevedendo i necessari interventi urbani (es. parcheggi, piste per la mobilità ciclabile e pedonale ecc..)
Il Trasporto Pubblico Locale
- concertare con ATC l’adeguamento dei servizi di trasporto pubblico su gomma, al fine di da- re supporto agli insediamenti previsti. La Provincia, in collaborazione con l’agenzia SRM, si impegna a valutare tale problematica nell’ambito dei Piani di Bacino del trasporto pubblico di prossima redazione.
La rete infrastrutturale stradale
- tutto il tema della mobilità nell’area di Funo, sarà sviluppato e definito all’interno dell’Accordo territoriale che dovrà riguardare il nuovo Polo Funzionale, nonché gli Accordi territoriali per i poli esistenti dell’Interporto e Centergross; il sistema complesso delle infrastrutture di questo ambito sarà concertato tra i soggetti pubblici e privati interessati e fin d’ora i comuni si impe- gnano a recepire i contenuti di tali Accordi territoriali all’interno dei PSC Comunali, anche, se del caso, attraverso specifiche Varianti
- subordinare l’inserimento della variante alla SP4 Galliera nel tratto compreso fra la trasversa- le di Pianura e la Variante di San Giorgio di Piano, al compimento degli approfondimenti del Protocollo di Intesa “In merito alla pianificazione della viabilità del nodo “Nuova Galliera- Trasversale di Pianura-Galliera-Passante Nord”- sottoscritto tra la Provincia di Bologna e l’Associazione di Comuni, che demanda l’opera ad una seconda fase, per la quale saranno necessari gli approfondimenti a seguito della condivisione dell’assetto del nodo di Funo, nonché dell’entrata in esercizio del primo lotto e delle opere ad esso connesse
- considerare che per quanto riguarda la variante alla SP4 Galliera nel tratto compreso fra San Giorgio di Piano e San Xxxxxxxx Galliera, in sede di prima valutazione la realizzazione dell’opera non è considerata tra quelle prioritarie
- confermando la realizzazione della variante della SP 44, con riguardo al centro abitato di Bentivoglio, come indicata dal Documento Preliminare, i Comuni si impegnano a recepire in sede di PSC il corridoio di salvaguardia sul tracciato individuato dal PTCP, al fine di poter prevedere ulteriori potenziamenti in relazione ai possibili incrementi di traffici futuri a seguito della realizzazione del Passante Nord
- si richiama la necessità di mantenere gli impegni per un approfondimento così come previsto nel PMP in relazione alla eventuale necessità di un terzo ponte sul fiume Reno tra Pieve di Cento e Cento
- subordinare la previsione della circonvallazione di Mascarino, del bypass ovest del centro urbano di San Xxxxxxxx ed altri casi individuati, che sono tutti di carattere prettamente locale e di prevalente competenza dei Comuni, ad uno studio che ne determini costi e benefici, e- splicitandone l’efficacia trasportistica
- recuperare un buon livello di attenzione in merito alla mobilità ciclo-pedonale, in particolare sugli areali che si trovano in posizione più periferica e sulle aree produttive esistenti o di nuova espansione
- coordinare l’attuazione degli interventi di espansione residenziale e produttiva con la crono- logia degli interventi sulle infrastrutture e con le azioni volte a ridurre le mobilità veicolare pri- vata.
IL SISTEMA AMBIENTALE E DELLE RISORSE STORICO-CULTURALI
Tutela per la protezione dei rischi naturali e la sicurezza del territorio
- condizionare le scelte strategiche e le politiche specifiche del PSC alle criticità e ai fattori di rischio riscontrati nel Quadro Conoscitivo sulle tematiche geo-ambientali, nonché sulla rete fognaria e sui sistemi di depurazione
- relativamente agli indirizzi e alle politiche della relazione geologica, definire azioni e com- portamenti coerenti tra i diversi comuni, con particolare riferimento alla definizione di alcuni vincoli all’insediamento (residenziale e produttivo)
- inserire indirizzi per RUE, POC e PUA nei quali siano esplicitate le limitazioni e le prescri- zioni in relazione alle criticità ambientali emerse dal Quadro Conoscitivo e negli studi geolo- gici, riportate nella VALSAT
- individuare le possibili procedure di attuazione, in accordo con i Consorzi di Bonifica, di rac- colta delle acque di laminazione concentrate, in sostituzione delle molteplici piccole vasche
di laminazione di comparto (Accordo Territoriale, in caso di interventi di scala sovracomuna- le, o Accordo di Programma, nel caso di coinvolgimento di aree pubbliche) al fine di svilup- pare approfondimenti sulla potenziale localizzazione di tali impianti in relazione al loro inse- rimento paesaggistico, al potenziale rischio idraulico e al possibile rapporto con gli impianti esistenti
- al fine di condividere la proposta di attivazione di campi di ricarica artificiale della falda frea- tica, valutare l’opportunità di indicare nel PSC e come indirizzi per il RUE, le modalità e le condizioni per attuare le politiche per la tutela e valorizzazione della falda superficiale, indi- viduando alcune aree di sperimentazione, impegnandosi attraverso degli Accordi Interistitu- zionali alla condivisione e alla valutazione della proposta con gli Enti competenti (Arpa, Ausl, Regione)
- assicurare nei nuovi insediamenti il criterio dell’invarianza idraulica, ossia accompagnare l’attuazione dei nuovi insediamenti con la realizzazione di opere e procedure gestionali tali da non indurre alterazioni al regime dei flussi afferenti alle reti di scolo, in modo da contene- re o quantomeno minimizzare i picchi di immissione delle acque di pioggia derivanti dalle nuove impermeabilizzazioni del suolo
- definire gli usi compatibili per le porzioni degli ambiti per i nuovi insediamenti interessati dal- le zonizzazioni di tutela soggette a prescrizioni (in particolare le “aree ad alta probabilità di inondazione”, le “aree per la realizzazione degli interventi strutturali” e le “fasce di pertinen- za fluviale”) e definire le porzioni di tali ambiti interessate dalle zonizzazioni in funzione degli usi compatibili previsti dalla pianificazione di bacino
- operare la verifica idraulica della efficienza della rete scolante minore come pure quella del- la rete di bonifica e la conseguente individuazione sia delle aree ad alta pericolosità di alla- gamento, sia l’individuazione del rischio esistente in relazione a queste ultime, e individuare il rischio futuro delle aree potenzialmente insediabili (una sorta di piano di bacino di pianura, con zonizzazioni e norme e programma interventi necessari a rimuovere il rischio). Le pro- blematiche della rete minore e della rete di bonifica non vanno sottovalutate e neppure si può pensare di risolverle con la corretta applicazione della invarianza idraulica proprio per- ché gli interventi compensativi garantiscono il non aumento degli apporti d’acqua alla rete minore e di bonifica, ma non possono garantire il non aumento del rischio derivante dall’attuale stato della rete di scolo.
- subordinare ogni trasformazione urbanistica al realizzarsi delle condizioni atte a garantire il non aumento del rischio in relazione alla capacità di scolo del reticolo di drenaggio di pianu- ra minore e di bonifica
- condizionare, per le reti fognarie collegate all’impianto di depurazione IDAR, ogni incremen- to di capacità edificatoria alla sostenibilità idraulica del sistema di collettamento e di depura- zione di Bologna (problema che riguarda il Comune di Castel Maggiore)
- prevedere la necessità di trattamento delle acque di prima pioggia insieme alle acque nere e lo smaltimento delle acque bianche nella rete di scolo di bonifica e della acque pubbliche indicando gli obiettivi e i criteri d’intervento da perseguire in tutti gli interventi di nuova edifi- cazione, di ampliamento e/o ristrutturazione con aumento significativo del carico urbanistico, ad esempio recependo nel PSC o come indirizzi per il RUE i seguenti criteri:
o adeguamento dei recapiti finali dei tratti fognari non ancora allacciati ad idonei sistemi di trattamento degli scarichi;
o allacciamento di tutti gli insediamenti produttivi e civili ubicati in area servita da fognatu- ra, estensione e adeguamento della rete fognaria alle aree attualmente non servite con eventuale adeguamento degli impianti di trattamento e depurazione;
o recapito finale delle acque meteoriche prioritariamente nei ricettori delle acque superfi- ciali nei limiti ammessi dai competenti uffici delle Bonifiche, limitandone il recapito nel sottosuolo soltanto per le aree residenziali di limitate estensioni, con adeguata superfi- cie drenante, e obbligando la depurazione o l’adeguato trattamento per le acque di pri- ma pioggia provenienti da aree artigianali e/o industriali
- indicare i criteri generali per la raccolta e lo smaltimento delle acque pluviali non soggette al dilavamento di sostanze inquinanti che dovrebbero in linea di massima prevedere :
o recapito delle acque pluviali prioritariamente nei ricettori delle acque superficiali e nel sottosuolo soltanto per zone residenziali di limitate estensioni, con adeguate superfici drenanti
o raccomandazione di adottare la raccolta e il riutilizzo delle acque pluviali per usi non pregiati (irrigazione aree verdi, servizi igienici, ect)
Tutela dei versanti e della sicurezza idrogeologica
- approfondire ulteriormente il tema della pericolosità sismica nelle successive fasi di pianifi- cazione (indirizzi per il RUE, POC e PUA) sia come vincolo all’insediamento che come indi- xxxxx per realizzare opere ed interventi con buoni gradi di sicurezza anche in caso di solleci- tazione sismica
- sviluppare l’approccio normativo in relazione ai risultati emersi dagli approfondimenti svolti che hanno mostrato la presenza di estese macro-zone potenzialmente liquefacibili (vedi Re- lazione geologica e tavole integrative) e alla proposta di programma di indagini geologiche e geofisiche da realizzare per ogni sito a tale aspetto come indirizzi al RUE, al POC e al PUA
- evidenziare efficacemente i dati geologici, idrogeologici, geognostici e di pericolosità sismi- ca emersi dagli elaborati tematici e renderli propedeutici alla definizione di indirizzi per il RUE e per le successive fasi di pianificazione (POC e PUA) in funzione degli interventi pre- visti e delle potenziali criticità evidenziate
- acquisire la banca dati geognostica (gis + database) necessaria per definire la zonizzazione geotecnica proposta dalle singole amministrazioni comunali e implementarla di volta in volta con nuovi dati e informazioni geologiche contenute tra gli elaborati degli strumenti di pianifi- cazione (varianti, piani particolareggiati, POC e PUA) e di attuazione raccolti dai comuni stessi
Il paesaggio della bonifica e della pianura centrale
- tradurre in scelte strategiche e norme tecniche relative ai singoli territori comunali caratteri- stiche ed obiettivi individuati a livello d’Associazione
- recepire quanto stabilito dalla Parte terza del D.lgs. 42/2004 per ogni corso d’acqua ricaden- te nella lettera c dell’art. 142 del suddetto Decreto
- specificare i criteri progettuali delle reti di trasporto energia, più adeguati ai fini della tutela del paesaggio
- avviare la progettazione congiunta con il Comune di Bologna per l’area dei “Xxxxxxxx xxx Xx- xxxxx x xx xxxxxxxx xx Xxxxxx Xxxxxxxx” dove il PSC di Bologna delinea un ampio ambito di valore naturale ed ambientale di pianura localizzato proprio all’intorno dei Laghetti del Rosa- rio
- avviare una collaborazione con il Comune di Bologna per una definizione coerente ad im- plementare gli obiettivi sul sistema fluviale del Reno e del Parco Navile nell’ambito delle po- litiche del sistema ambientale
- tener conto degli interventi ammissibili nelle zone di particolare interesse naturale e pae- saggistico (nodi ecologici semplici e complessi e loro aree di rispetto) indicati al titolo 7 del PTCP
- per quanto riguarda le aree SIC e ZPS, far riferimento al recepimento del Piano di azione provinciale per queste aree protette
- nella Valsat, operare uno studio di incidenza per ogni ogni SIC e ZPS “Biotopi e ripristini ambientali di Bentivoglio, San Xxxxxx in Casale, Malalbergo, e Baricella” che vada ad evi- denziare dove e in che modo possono esserci “rapporti” tra scelte di piano e le suddette zo- ne protette
- nella Valsat, esplicitare gli impatti delle nuove previsioni di piano sulle aree tutelate, soprat- tutto quando gli interventi sono già definiti come nel caso dell’areale di possibile espansione di ambito produttivo comunale dell’ex zuccherificio di Argelato che confina con la ZPS “ba- cini dell’ex zuccherificio e golena del fiume Reno”
Beni tutelati
- stilare un elenco aggiornato alla data di valutazione e riportante tutti i beni tutelati ai sensi del D.lgs. 42/2004, compresi quelli di proprietà delle persone giuridiche private senza scopo di lucro, valutando attentamente gli interventi di nuove realizzazioni, sia di infrastrutture che di attività edificatorie, in prossimità di beni tutelati e prevedendo che tutti gli interventi sui suddetti beni rimangono oggetto di autorizzazione ai sensi del D.lgs. 42/2004
La rete ecologica
- recepire gli approfondimenti elaborati in merito al progetto di rete ecologica a scala d’Associazione in collaborazione con il Servizio Pianificazione Paesistica della Provincia, che dovrà nel PSC integrarsi con le scelte relative alla struttura insediativa ed infrastruttura- le
- procedere ad un’omogenizzazione delle strategie d’intervento individuate nei comuni come passaggio propedeutico alle scelte che si faranno nei singoli PSC, relativamente all’individuazione di percorsi operativi e ipotesi progettuali necessarie a garantire la reale fattibilità delle scelte compiute e soprattutto la loro traduzione pratica in concreti interventi sul territorio
- integrare la descrizione degli areali passibili di nuovi insediamenti, con considerazioni di tipo paesaggistico ed ecologico, che trovino prescrizioni finalizzate ad ottenere un territorio ur- banizzato connesso con il territorio rurale all’intorno, in modo da creare insediamenti per- meabili ad elementi naturali faunistici e flogistici
Le aree archeologiche
- recepire le indicazioni normative presenti nell’elaborato campione inerente il Comune di Bentivoglio e adottarle per tutti i Comuni dell’Associazione.
- richiamare anche la disciplina generale di tutela anticipata del PTCP in materia, ed in parti- colare le prescrizioni sulle aree e gli elementi della centuriazione, di cui ai commi 7 e 8, art.
8.2 del PTCP.
IL TERRITORIO RURALE
- riportare informazioni relative al ruolo economico di particolari aree agricole e alla presenza di eventuali condizionamenti e potenzialità, così come indicato dalle “linee guida” stesse
- riportare approfondimenti conoscitivi, sia a livello di relazione che a livello cartografico del censimento degli edifici rurali sparsi di interesse storico-architettonico e storico-culturale e testimoniale e degli itinerari eno-gastronomici (in funzione di una possibile applicazione del concetto di multifunzionalità)
LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TERRITORIALE
- integrare le valutazioni condotte a scala comunale, precisando il carico insediativo massimo sostenibile per ogni areale e la valutazione della sostenibilità delle azioni di piano previste nei tessuti urbani consolidati e in quelli sottoposti a riqualificazione rispetto alla loro capacità di ridurre le criticità pregresse, migliorando la qualità urbana, senza introdurre nuove criticità
- tener conto, per le specifiche tematiche, delle valutazioni di sostenibilità di scala sovraco- munale esterna all’Associazione operate nell’ambito degli strumenti provinciali (PMP, PGQA, Piano Commercio, …)
- operare una valutazione di coerenza interna ed esterna delle scelte di piano, attraverso l’assunzione di obiettivi di sostenibilità e la valutazione del loro grado di raggiungimento at- traverso le azioni di PSC, integrando gli obiettivi di sostenibilità del PTCP con quelli formula- ti nell'ambito di piani di settore regionali e provinciali, quali il PGQA, il Plert, il PMP, ecc.
- riflettere in modo approfondito sull’impatto ambientale che il carico insediativo provocherà sul territorio anche in relazione alle criticità e ai fattori di pressione sul medesimo già pre- senti allo stato attuale ed evidenziate nel Quadro Conoscitivo, sviluppando i temi emersi in conferenza relativamente a:smaltimento e depurazione dei reflui, rumore e qualità dell’aria, smaltimento dei rifiuti, mobilità, rischio idraulico, elettromagnetismo, fabbisogno idrico e consumo di energia, riconversione e destinazione residenziale di siti produttivi/commerciali, connessioni tra aree residenziali con aree produttive. Questo allo scopo di definire i condi- zionamenti per l’attuazione degli ambiti ed il loro inserimento nel POC. In particolare:
Aria
- portare la zonizzazione della qualità dell’aria a coerenza con i dati disponibili nel PGQA, op- pure di motivare gli scostamenti e le ragioni di tale differenziazione
- approfondire il tema dell’inquinamento da PM10
- condizionare l’attuazione delle nuove previsioni insediative agli interventi infrastrutturali con- siderati indispensabili dal punto di vista degli effetti sulla qualità dell’aria e declinare anche l’ipotesi di non attuazione delle varianti infrastrutturali
- valutare i possibili effetti negativi dell’aumento dichiarato del traffico, delle industrie e delle emissioni da riscaldamento
- riportare la conoscenza delle rose dei venti dominanti come elemento di valutazione per cia- scun areale destinato a nuovi potenziali insediamenti
- privilegiare le aree lontane dalle principali sorgenti di inquinanti (elemento questo che andrà ovviamente contemperato con la necessità di garantire una adeguata accessibilità all’area e ai servizi), garantire distanze fra edifici e strade, evitare la commistione e la contiguità fra a- ree produttive e residenziali, prevedere fasce di vegetazione come filtro fra edifici e sorgenti di inquinanti
- considerare le fasce di verde che vengono proposte come presidi di mitigazione dell’impatto atmosferico esclusivamente come elementi aggiuntivi ad un eventuale azione di contenimen- to e non risolutivi
- valutare le situazioni critiche locali, derivanti da insediamenti produttivi o da criticità della rete viaria che coinvolgono tratti stradali di rango inferiore. E’ chiaro che le valutazioni dovranno tenere conto dei reali tempi di attuazione delle varianti stradali individuate come il principale fattore di riduzione della popolazione esposta
Energia
- valutare i consumi energetici del settore produttivo e terziario e fare riferimento alla Pianifica- zione energetica sia di carattere sovracomunale (in riferimento al PEAP - Piano Energetico Ambientale Provinciale), sia di carattere comunale che di bacino
- integrare il tema del territorio rurale e delle reti ecologiche con l’”Analisi delle possibilità di diffusione dell’uso energetico di biomasse agro-forestali in Provincia di Bologna”, utile a quantificare e qualificare le risorse del territorio a fini energetici
- contenere elementi generali di indirizzo finalizzati a promuovere interventi, anche sperimen- tali, orientati verso una progettazione sostenibile ed ecocompatibile degli insediamenti e del tessuto urbano (risparmio energetico, utilizzo di energie alternative, risparmio idrico, ecc.)
Rumore
- tenere conto, in particolare per le scelte a livello insediativo, delle valutazioni acustiche e- merse nella Valsat per la componente rumore e redigere i piani di risanamento acustico, per produrre in sede di POC e di PUA ulteriori approfondimenti acustici
- prevedere di concerto con gli Enti gestori, opere di mitigazione per le infrastrutture esistenti che determinano criticità acustiche (A13)
- affrontare attraverso opportune scelte localizzative le problematiche relative a infrastrutture di nuova previsione che veda, ad esempio, la collocazione dei parcheggi e la destinazione a funzioni compatibili con la residenza nelle porzioni più contigue alla sorgente sonora
- recepire le aree di salvaguardia per alcuni impianti esistenti (cabine di prelievo gas e cabine di riduzione di pressione) descritti in modo dettagliato da HERA nel suo contributo fornito in sede di Conferenza di Pianificazione e depositato agli atti
- recepire la valutazione di Hera sull’idoneità degli impianti a fornire correttamente i servizi alle previste aree di edificazione residenziale
- evitare la connessione di zone residenziali e le zone con usi sensibili ubicati in modo incon- gruo e promuovere scelte urbanistiche che limitino la vicinanza dei ricettori sensibili alle prin- cipali fonti di rumore
- valutare la popolazione esposta a rumore derivante dal traffico ferroviario o da attività produt- tive e quella vicino alla viabilità primaria anche oltre i 50 m (poiché i dati dei monitoraggi ef- fettuati negli anni scorsi evidenziano in alcuni casi un superamento dei limiti di classe III)
- perseguire l’obiettivo di non collocare insediamenti residenziali in aree di classe acustica su- periore alla III anche per i nuovi insediamenti compresi all’interno delle fasce di pertinenza acustica, che permetterebbero di per sé l’applicazione di limiti più elevati
- prevedere l’identificazione di aree da destinare a residenze o ad altri usi sensibili lontane da fonti di rumore utilizzando come seconda scelta, ove ciò non sia possibile, i criteri di mitiga- zione
Comparto idropotabile
- pianificare il servizio acquedottistico, di concerto con gli Enti gestori ed in armonia con lo sviluppo urbanistico ipotizzato volto sia alla razionalizzione e risparmio della risorsa idrica sia alla eventuale realizzazione di infrastrutture idonee a sostenere l’aumento di richiesta che si verificherà nel futuro con il previsto carico insediativo, esaminando in particolare la possibilità di acquisire nuovi prelievi dalle disponibilità idriche superficiali (bacini montani e- sistenti, fiume Po, acque in uscita da depuratori, etc); in sede di redazione dei PSC Comu- nali quindi, si dovranno declinare politiche di risparmio idrico quali quelle indicate nella rela- zione geologica del Quadro Conoscitivo, che prevedano a:
- tenere in debito conto che le variazioni di popolazione (anche se localizzate) si riflettono nei sistemi a rete e necessitano di adeguate verifiche di sostenibilità da analizzare con l’ATO
- prevedere da subito, almeno nelle nuove abitazioni, l’adozione di idonee misure di ri- sparmio idrico a scala di manufatto edilizio e adottando il regolamento di acquedotto fo- gnatura e depurazione che il tavolo tecnico costituito dall’ATO sta approntando
- allineare le ipotesi di dotazione annua per abitante a quanto riportato nel Piano di Tutela delle Acque della Regione, attualmente in fase di approvazione, recependo le conse- guenti future applicazioni a livello provinciale
- realizzare eventualmente acquedotti duali a scopi produttivi solo qualora sia possibile individuare già in fase di piano le caratteristiche che deve avere l’acqua per essere uti- lizzata
- promuovere l’utilizzo di acque di minor pregio per le irrigazioni (p.e. del verde urbano) soprattutto nella prospettiva di riutilizzo delle acque reflue o delle acque di qualità inferio- re vettoriate dai canali di bonifica per usi meno nobili di quello potabile; tenere in debito conto le infrastrutture necessarie per l’adduzione e per la depurazione dedicata all’irrigazione
- implementare le azioni per la diminuzione delle perdite in rete e per il mantenimento dei risultati via via raggiunti (ATO ha stabilito un obiettivo di perdita pari al 15% entro il 2009)
Rifiuti urbani ed assimilati
- definire il quadro attuale e/o previsto delle Stazioni Ecologiche Attrezzate (SEA), gli obiettivi di raccolta differenziata rispetto agli obiettivi legislativi, le cui modalità di perseguimento ri- sultano fortemente condizionate dalle tipologie urbanistiche
- perseguire l’obiettivo della diminuzione della quantità di rifiuto da smaltire con potenziamen- to della raccolta differenziata, adottando nel RUE modelli organizzativi proposti da ATO5
- prevedere, nelle progettazioni urbanistiche attuative degli insediamenti residenziali sia in termini quantitativi che di localizzazione, isole ecologiche di base già inserite nel disegno urbanistico degli ambiti e dei comparti;
- perseguire, per le APEA, l’obiettivo primario della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, fina- lizzata alla massimalizzazione della raccolta differenziata e nel contempo al riciclaggio ed allo smaltimento del rifiuto con criteri ed organizzazione gestionali univoche
Elettromagnetismo
- escludere la realizzazione di dotazioni territoriali di verde pubblico all’interno delle fasce di rispetto degli elettrodotti, tali aree potranno invece essere considerate dotazioni ecologiche
- pensare ed attivare particolari forme di attenzione (regolamentazione e pianificazione parte- cipata per l’installazione di stazioni radio base) rivolte a governare e a limitare il più possibi- le quella diffusa percezione del rischio e disagio che può instaurarsi nella comunità a segui- to dell’inserimento di nuove installazioni
- dettagliare le modalità di calcolo della popolazione esposta all’inquinamento elettromagneti- co
- chiarire, rispetto ai nuovi insediamenti residenziali, le compatibilità ambientali esistenti tra i medesimi e gli impianti di telefonia mobile esistenti e previsti
- affrontare le situazioni critiche di esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequanza nel tessuto consolidato (ad esempio in Funo e X. Xxxxxx in Casale)
- prevedere elementi di indirizzo e regolamentazione per il prevedibile incremento di linee di adduzione di energia elettrica e di impianti di telefonia mobile, anche individuando opportu- namente corridoi/aree per le nuove infrastrutture
Monitoraggio del PSC
- specificare modi e tempi del monitoraggio, identificando gli indicatori da monitorare anche in coerenza con quanto espresso nelle norme del PTCP approvato (art. 2.3 comma 2) e dai piani di settore che attualmente sono in corso di adozione da parte della Provincia (come il PGQA) o in corso di elaborazione con iter di approvazione paragonabili a quelli del PSC (es. PMP, PPGR, ect.). Per tali indicatori andranno indicati i target di riferimento in modo il più possibile quantitativo, al fine di poter verificare con strumenti certi l’attuazione del piano. L’attività di monitoraggio e valutazione dovrà in particolare riguardare i contenuti della Valu- tazione di sostenibilità ambientale e territoriale e l’aggiornamento del Quadro Conoscitivo da
produrre in occasione della redazione dei POC successivi al primo, con particolare riferi- mento alla verifica dello stato di attuazione del PSC, ai cambiamenti negli strumenti di piani- ficazione sovraordinata, agli effetti indotti sul territorio e sull’ambiente dalle realizzazioni in- frastrutturali e dalle trasformazioni intervenute.
- integrare l’elenco di indicatori al fine di comprendere anche i seguenti:
- % raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ed evoluzione nel tempo (target: almeno il 35% del totale)
- Concentrazione di inquinanti in aria (target: rispetto dei limiti di legge per XX00, XX0, XX, Xxxxxxx, XX0, Xx, ozono)
- Numero totale degli abitanti depurati (target: il totale degli AE del Comune)
- Per la qualità delle acque superficiali concentrazione di inquinanti nelle acque (parametri e target secondo la normativa di settore recepita nel Piano di tutela della acque regiona- le)
- Per la qualità delle acque sotterranee di prima falda, concentrazione di inquinanti - ammoniaca, organoalogenati, solfati, nitrati, ferro, zinco e nichel – (target: limiti di legge riportati nel Piano di tutela della acque regionale)
- Numero totale oltreché percentuale di abitanti potenziali esposti a campi elettromagneti- ci prodotti da elettrodotti, stazioni radio-TV e SRB (target: nessun esposto)
- Numero di utenti dei mezzi pubblici di trasporto (target: aumento nel tempo)
- Consumo di energia pro capite per tipologia di utenza
- Strumenti di valutazione del numero di passeggeri che usufruiscono del trasporto pub- blico e con una valutazione della rete di piste ciclabili non solo dimensionale, ma che di- stingua la rete a finalità ricreativa (orientata principalmente, anche se non esclusivamen- te, a favorire attività fisica e socializzazione) da quella di collegamento con le strutture di servizio e i luoghi di lavoro, più direttamente connessa a una riduzione della mobilità veicolare
- monitorare, in zone pilota, le abitudini dell’utenza e le dotazioni individuali per il risparmio idrico in modo da controllare la potenzialità di diminuzione del consumo da attribuire alle po- litiche sul risparmio
- tradurre nella VALSAT l’indicatore il consumo totale di acqua pro capite, declinato in un dato qualitativo (occorre attivare comportamenti più virtuosi) difficilmente valutabile e monitorabi- le, in un dato misurabile e monitorabile partendo dalle azioni proposte che appaiono del tut- to congrue a conseguire l’obiettivo
LE PRINCIPALI OPZIONI NEI SINGOLI TERRITORI COMUNALI
I Comuni si impegnano nei PSC a condizionare l’attuazione dei nuovi areali alla soluzione delle criticità sulla funzionalità di sistema delle infrastrutture del Servizio Idrico Integrato e del gas da individuare in collaborazione con HERA, avendo come punto di riferimento il contributo di HERA “Associazione Reno Galliera – Impatto nuove edificazioni residenziali su sistemi acqua, fognari- depurativi e gas”, riportato in modo puntuale nel verbale conclusivo della Conferenza.
COMUNE DI ARGELATO
AREALE 1
- chiarire l’incoerenza tra la VALSAT, che dichiara per questo areale una limitata accessibilità dal tessuto urbano esistente, ed il Documento Preliminare che definisce quest’ambito “ca- ratterizzato da un buon livello di accessibilità, sia verso l’abitato esistente che verso la viabi- lità esterna di rango superiore”
- prevedere adeguate fasce di mitigazione rispetto alla viabilità
AREALE 2
- ritenere vincolante la limitazione posta a carico di tale areale che ne vede il suo inserimento nel POC solo quando sarà realizzata la Circonvallazione Sud del Capoluogo e solo dopo la realizzazione dell’areale 1
- valutare attentamente gli assetti distributivi del comparto per garantire la sostenibilità della funzione residenziale
- approfondire le tematiche del clima acustico e del collegamento ciclo-pedonale in sicurezza con il tessuto urbanizzato
AREALE 7
- verificare la sostenibilità dell’areale, che rappresenta un completamento ad un comparto in corso di attuazione, in particolare per quanto riguarda il sistema dei servizi residenziali
AREALE 16
- valutare attentamente in sede di POC gli aspetti di criticità dovuti al contesto rurale ed alla prossimità di un area ZPS ed approfondite le tematiche acustiche e delle reti infrastrutturali (fognarie), individuando se necessario soluzioni depurative alternative e prevedendo alcune limitazioni sulle tipologie di attività industriali da inserire nelle aree prospicienti la zona agri- cola.
- dotare il PSC di una specifica valutazione di incidenza, in relazione alla contiguità dell’areale con la ZPS “bacini dell’ex zuccherificio e golena del fiume Reno”
- in sede di POC valutare la necessità di definire i criteri per l’insediabilità delle attività produt- tive in relazione alla loro tipologia e alla loro localizzazione all’interno dell’area stessa, fina- lizzati alla salvaguardia delle abitazioni rurali circostanti. In particolare si ricorda che l’area in questione ha una classificazione acustica di classe V mentre il tessuto agricolo circostante è in classe III per cui è teoricamente possibile che si verifichino conflitti con le abitazioni pre- senti
AMBITO DI RIQUALIFICAZIONE B:
- dare un diverso peso alle due porzioni dello stesso ambito e congelare l’area compresa nel Corridoio ambientale del passante. Qualora invece si voglia procedere subito con la riquali- ficazione, subordinare l’attuazione dell’area interessata dal corridoio del passante agli esiti dello specifico studio di fattibilità, che consentirà di definire in modo più puntuale gli areali realmente coinvolti nella fascia di ambientazione
- per quanto riguarda le porzioni destinate a funzioni residenziali, ancorché di modesta entità, valutare attentamente la sostenibilità di nuovi insediamenti in ordine a clima acustico e qua- lità dell’aria al fine di identificare le zone di minore impatto
- valutare una cronologia dell’intervento di riqualificazione che tenga conto dei tempi di realiz- zazione del sottopasso carrabile e ciclopedonale sulla xxx Xxxx
XXXX
XXXXXX 00:
- porre un vincolo alla futura progettazione affinché si intervenga sugli aspetti distributivi del comparto in modo tale da garantire la maggiore distanza ottenibile fra le future residenze e le infrastrutture viarie
- effettuare nel POC specifiche valutazioni sotto il profilo acustico e della qualità dell’aria per definire l’assetto di compatibilità dell’areale
AREALE 12:
- prima dell’attuazione del comparto dare corso alle azioni previste nel documento Valsat per superare le attuali problematiche legate alla presenza dell’elettrodotto da 220 KV e alla linea elettrica di media tensione per le quali si prevede l’interramento e/o lo spostamento
- rispettare il vincolo di inedificabilità nelle aree comprese all’interno delle ambito di attenzio- ne della Ditta a rischio di incidente rilevante presente sulla via Nuova
AREALI 14 e 15:
- subordinare l’attuazione dei due areali allo specifico Accordo Territoriale del nuovo Polo funzionale Interporto Centergross
- definire di interventi che vadano a mitigare le attuali criticità dell’area ascrivibili all’ interfe- renza di vincoli posti dagli elettrodotti nonché alla viabilità di accesso agli areali che non do- vrà gravitare verso i centri di Funo o Castel Maggiore
- tenere in considerazione che gli areali presentano una porzione ricadente in “fascia di perti- nenza fluviale”
- concertare l’attuazione dell’areale 14 (nonché dell’areale 1 di Castel Maggiore) tra i due Comuni interessati considerati in particolare i condizionamenti che ciascun areale determina su quello del Comune confinante
COMUNE DI BENTIVOGLIO
AREALE 1 E 9
- recepire le limitazioni nei confronti della fascia di rispetto dell’impianto telefonia mobile
AREALE 8
- valutare attentamente gli aspetti ambientali legati alla contiguità con la SP44 per definire eventuali vincoli aggiuntivi atti a garantire la sostenibilità della funzione residenziale in rela- zione alle matrici rumore e qualità dell’aria, tra cui il vincolo relativo alla distanza degli edifici dall’asse stradale e la realizzazione delle opere di mitigazione; in alternativa è da valutare la tempistica di attuazione, procedendo all’edificazione solo dopo la realizzazione della circon- vallazione sud che comporterà una riduzione rilevante di traffico sul tratto stradale prospi- ciente all’areale
- recepire la porzione inedificabile derivante dalle limitazioni imposte per le fasce di rispetto cimiteriali
AREALE 10
- subordinare l’attuazione di questo areale alla realizzazione di collegamenti ciclabili, pedonali e carrabili che lo rendano più direttamente connesso al tessuto residenziale esistente
- trovare mitigazione in un accorta pianificazione degli assetti distributivi che garantisca la massima distanza ottenibile tra residenza e futura circonvallazione sud
- prevedere, qualora non siano già presenti, limitazioni alla tipologia di attività insediabili per garantirne la compatibilità con la futura zona residenziale e con quella sanitaria già in esse- re
- recepire la porzione inedificabile derivante dalle limitazioni imposte per le fasce di rispetto cimiteriali
AREALE 11 E 12 E AMBITI DI QUALIFICAZIONE C:
- valutare attentamente le criticità acustiche e vincolare l’attuazione dei suddetti areali e ambi- ti di riqualificazione in cui sia prevista una componente residenziale, alla attuazione del pia- no di risanamento acustico dell’Interporto
XXXXXXXX XXX XXXXX XXXXXX 00: AREA EX VISPLANT
- mantenere adeguate distanze dalle infrastrutture viarie e prevedere opere di mitigazione per l’impatto acustico
- subordinare la classificazione e l’attuazione dell’areale agli esiti dello studio di caratterizza- zione del suolo, conseguente allo stato di contaminazione derivante dalla pregressa attività industriale
AREALE 17
- realizzazione di un adeguato sistema di collettamento dei reflui e smaltimento ad impianto di depurazione, superando contestualmente le attuali carenze infrastrutturali delle aree produt- tive limitrofe che comportano per alcune aziende lo scarico dei propri reflui in acque superfi- ciali
- tenere conto del fatto che una porzione dell’areale 17 ricade in “area ad alta probabilità di inondazione
(Nota: Areale con Accordo di Programma già approvato).
AREALE 18
- tenere conto che l’areale oltre a presentare criticità sotto il profilo acustico per la sua inclu- sione tra due sorgenti sonore significative (linea ferroviaria e SP Galliera) è assoggettato a vincoli che ne condizionano l’edificabilità derivanti dalla fascia di rispetto dell’elettrodotto e- sistente e dalla presenza di azienda a rischio di incidente rilevante con i relativi ambiti di at- tenzione.
AREALE 19
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- ritenere vincolante per l’attuazione l’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimento alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango ade- guato
AREALE 20
- recepire i contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- predisporre una valutazione d’incidenza e un’analisi ecologico-territoriale, considerato che gli areali 20 e 21 ricadono all’interno delle fasce di influenza del SIC-ZPS “Biotopi di Benti- voglio, San Xxxxxx, Malalbergo, e Baricella”, come già indicato nelle osservazioni al Quadro Conoscitivo
- subordinare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimen- to alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
AREALE 21: POLO FUNZIONALE OSPEDALE DI BENTIVOGLIO
- porre particolare attenzione al traffico indotto dalla futura Circonvallazione anche in conside- razione del fatto che si tratta di area destinata a funzioni particolarmente sensibili, ribadendo la necessità di separare l'area di espansione di pertinenza del Polo Ospedaliero dal traccia- to della futura Circonvallazione con una fascia verde all’interno della quale non dovranno essere previsti involucri edilizi destinati alla degenza o alla residenza. La definizione delle caratteristiche territoriali e urbanistiche è subordinata alla stipula di un “Accordo territoriale”.
- tenere conto del fatto che una porzione dell’areale 21 ricade in “area ad alta probabilità di inondazione” e in “fascia di pertinenza fluviale”
AREALE 22 POLO FUNZIONALE INTERPORTO DI BOLOGNA
- la definizione delle caratteristiche territoriali e urbanistiche è subordinata alla stipula di un “Accordo territoriale”
- dare seguito all’attuazione del piano di bonifica acustica dell’area Interporto S.p.A., come già previsto nella disciplina Comunale di settore (NTA della classificazione acustica)
AREALE 23
- subordinare l’attuazione dell’areale allo specifico Accordo Territoriale del nuovo Polo fun- zionale “Interporto Centergross”
- tenere conto del fatto che una porzione dell’areale 23 ricade in “fascia di pertinenza fluviale” PF.V (tutela e pertinenza nel PTCP)
AREALE 24
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- subordinare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimen- to alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
- tenere conto del fatto che una porzione dell’areale 24 ricade in “fascia di pertinenza fluviale”
Elaborato RIR
- relativamente alla determinazione della compatibilità ambientale dello stabilimento “Bren- ntag”, introdurre specifiche indicazioni relative alle eventuali prescrizioni urbanistiche e edili- zie o alle misure di prevenzione e di mitigazione che si intendono attuare per contenere una situazione di criticità dovuta ai passati episodi di contaminazione della falda da solventi clo- rurati e da idrocarburi aromatici e di inquinamento del suolo da solventi clorurati.
- verificare la situazione di compatibilità territoriale ed ambientale rispetto lo stabilimento Brenntag al nuovo assetto impiantistico attraverso l’aggiornamento dell’elaborato RIR
COMUNE DI CASTELLO D’ARGILE
Areale 2
- in sede di POC valutare attentamente le criticità acustiche e di qualità dell’aria a carico dell’areale ponendo un vincolo alla futura progettazione, affinché gli assetti distributivi del comparto garantiscano la maggiore distanza ottenibile fra future residenze e infrastrutture.
- considerare l’areale come “seconda scelta”, esaurita la potenzialità degli areali 4 e 6.
Areale 3
- in sede di POC valutare attentamente le problematiche del traffico veicolare indotto dalla li- mitrofa SP Centese, dell’impianto di sollevamento che sarà realizzato ad avvenuta dismis- sione dell’attuale depuratore del Capoluogo, per verificare da un lato se sia necessario e- stendere anche a questo areale il vincolo di attuazione in funzione della realizzazione della variante alla SP Centese e dall’altro per definire la migliore localizzazione all’impianto di sol- levamento prevedendo, se del caso, una fascia di inedificabilità al suo intorno
- attuare l’areale in connessione temporale anche alla riqualificazione dell’ambito C (area de- puratore e capannone artigianale)
- recepire la porzione inedificabile derivante dalle limitazioni imposte per le fasce di rispetto cimiteriali e del depuratore
AREALE 6
- contenere l’individuazione delle aree potenzialmente urbanizzabili entro ragionevoli limiti quantitativi e di disegno urbano
AREALE 9
- perseguire il principio di separazione tra aree residenziali e aree industriali nella pianifica- zione di nuovi assetti territoriali
- se in sede di pianificazione Comunale verrà riconfermata la scelta proposta per gli areali 9 e 15, valutare attentamente gli aspetti dell’impatto acustico e della qualità dell’aria, indivi-
duando anche con studi specifici di compatibilità ambientale le porzioni di areale idonee alla localizzazione degli interventi edilizi in relazione alle sorgenti di criticità e prevedendo co- munque limitazioni e vincoli nei confronti delle attività industriali che potranno insediarsi nell’areale
- prevedere la realizzazione di uno specifico studio sullo stato di qualità del sottosuolo e ac- quifero sottostante, per la riqualificazione dell’adiacente area ove è attualmente posizionato il depuratore comunale di Venezzano
AREALE 11
- contenere gli impatti derivanti dalla futura circonvallazione della frazione, oltre che col vinco- lo relativo alle distanza degli edifici dall’infrastruttura stradale anche attraverso un accorta pianificazione dell’assetto distributivo delle residenze all’interno dell’areale
- recepire la porzione inedificabile derivante dalle limitazioni imposte per le fasce di rispetto cimiteriali e del depuratore
AREALE 15
- perseguire il principio di separazione tra aree residenziali e aree industriali nella pianifica- zione di nuovi assetti territoriali, valutando i potenziali impatti e individuando limitazioni e vincoli sulle tipologie degli insediamenti che potranno localizzarsi nelle porzioni contigue alle aree residenziali esistenti e di progetto, privilegiando comunque le funzioni terziarie di servi- zio o artigianali di servizio compatibili con la residenza
AREALE 17 E 18
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- subordinare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimen- to alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
COMUNE DI CASTEL MAGGIORE
VALUTAZIONE DI CARATTERE GENERALE PER IL TERRITORIO DI CASTEL MAGGIORE
Per i nuovi interventi previsti, dotarsi nel PUA, o eventualmente nel POC di uno studio geologi- co mirato all’individuazione e caratterizzazione idrogeologica delle falde superficiali di media profondità (scientificamente SUP1 e SUP2 fra i 20 e i 40 metri dal piano campagna), al fine di assicurare ai processi di trasformazione previsti dalla pianificazione in esame compatibilità con le criticità ambientali geologiche locali ed in particolare con la tutela delle riserve idriche sotter- ranee di pregio; nello specifico l’indagine dovrà dare indicazioni su come conservare l’integrità qualitativa delle suddette falde essendo queste in stretta connessione con l’acquifero idropota- bile profondo della conoide Reno, importante fonte di approvvigionamento idropotabile dell’area urbana bolognese (Borgo Panigale, San Xxxxxxx)
AREALE 1
- localizzare la capacità edificatoria al di fuori delle fasce di rispetto/tutela/pertinenza dell’elettrodotto e del Canale Navile
- concertare coordinandosi tra i 2 Comuni interessati per l’attuazione (anche per l’areale 14 del Comune di Argelato), considerati in particolare i condizionamenti che ciascun areale de- termina su quello del Comune confinante
AREALE 3
- contenere gli impatti derivanti dalla vicinanza con la nuova Galliera oltre che col vincolo re- lativo alle distanza degli edifici dall’infrastruttura stradale e con opere di mitigazione anche
attraverso un accorta pianificazione dell’assetto distributivo delle residenze all’interno dell’areale
AREALE 5
- pensare ad una riorganizzazione di questo areale in modo coerente con le sue peculiarità ambientali e la sua funzione di discontinuità del sistema insediativo della conurbazione bo- lognese da salvaguardare e come Ambito agricolo periurbano. In particolare, si rimanda al PSC la definizione di criteri e valutazioni ad una scala più dettagliata a cui subordinare l’attuazione di questa porzione dell’areale
- tenere conto dell’incremento di traffico sulla via Bondanello e applicare i vincoli previsti in relazione alle distanza degli edifici dalla strada e la realizzazione di opere di mitigazione
AREALE 8
- privilegiare, per le zone più problematiche dal punto di vista del clima acustico, le funzioni terziarie
- tenere conto del fatto che una porzione dell’areale ricade in “fascia di pertinenza fluviale”
AREALE 14 E AREALE 15
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- considerare fra i criteri di valutazione nella scelta anche l’accessibilità dal tessuto urbano per via ciclabile
COMUNE DI GALLIERA
AREALE DI RIQUALIFICAZIONE B
- definire le politiche e gli interventi previsti per quest’ambito ei criteri di attuazione, subordi- nando la riqualificazione dell’ambito agli esiti della bonifica, di cui attualmente è in fase di redazione il progetto definitivo.
AREALE 5
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- subordinare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimen- to alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
Areale 8
- estendere anche a questo areale gli indirizzi di tutela delle residenze dall’impatto acustico dell’infrastruttura ferroviaria (fascia di ambientazione inedificata di circa 50 metri, barriere acustiche, inserimento di funzioni commerciale-direzionali o di parcheggi nell’area contigua alla ferrovia)
Areale 9
- valutare attentamente l’assetto distributivo delle diverse porzioni dell’areale in funzione delle criticità acustiche derivante dalla SP12 e dal futuro corridoio infrastrutturale stradale, privile- giando la parte sud
Areale 10
- in sede di POC, valutare le criticità dovute al corridoio infrastrutturale della futura SP Gallie- ra, arteria caratterizzata da significativo carico inquinante, fermo restando il vincolo per una edificazione che comporti che la massima distanza ottenibile tra residenze e infrastruttura stradale
(Nota: Piano Particolareggiato già convenzionato ed in fase di attuazione).
COMUNE DI PIEVE DI CENTO
Centro Storico
- recepire la relazione individuata dal PTCP tra il Centro Storico di Pieve di Cento con il Cen- tro Storico di Cento e promuovere azioni al fine di una riflessione sulle modalità e sui criteri con i quali i due centri possono relazionarsi tra loro, oltre alle iniziative già in atto e dichiara- te dall’Associazione.
Areale 2
- recepire i condizionamenti della VALSAT (di adeguate distanze dall’infrastruttura viaria e di opere di mitigazione) per la criticità acustica derivante dalla via San Xxxxxx.
- decentrare l’impianto di telefonia mobile esistente sulla via Provinciale San Xxxxxx
- operare valutazioni relative ai collegamenti ciclo-pedonali fra i fattori limitanti che caratteriz- zano l’areale in relazione agli ambiti di influenza dei servizi esistenti. In linea di principio vanno sempre garantiti collegamenti ciclabili dei nuovi areali rispetto al centro e alle zone in cui sono ubicati i servizi ed in particolar modo nei casi in cui, come nell’areale in questione, non ci si trova in diretta prossimità dei servizi ma si è ancora in un raggio di influenza tale da rendere possibile una mobilità alternativa al mezzo a motore
Areale 3
- perseguire il principio di separazione tra residenza e aree industriali nella pianificazione dei nuovi assetti territoriali
- oltre alle mitigazioni e i vincoli proposti per le criticità sulla qualità dell’aria e rumorosità deri- vanti dalla vicinanza ad una infrastrutture viaria di futura realizzazione e ad un’area artigia- nale già esistente, aggiungere un vincolo sulla localizzazione della quota residenziale nelle parti più protette dell’areale
Areale 8
- recepire i condizionamenti della VALSAT (di adeguate distanze dall’infrastruttura viaria e di opere di mitigazione) per la criticità acustica derivante dalla SP 42
- spostare o interrare la linea elettrica a media tensione esistente
Areale 10
- recepire i condizionamenti della VALSAT (di adeguate distanze dall’infrastruttura viaria e di opere di mitigazione) per le criticità acustiche
- verificare i condizionamenti discendenti dalla presenza del depuratore, anche attraverso un incontro con AUSL e ARPA, relativamente alla previsione del PRG Vigente di funzioni spor- tive in parte comprese all’interno della fascia di rispetto del depuratore, la cui attuazione è in avanzata fase di concertazione con i proprietari e che il PSC vuole confermare.
Areale 11
- contenere l’impatto dovuto all’infrastruttura stradale con opere di mitigazione e contestuale vincolo di una edificazione che mantenga adeguate distanze dall’infrastruttura viaria.
- precisare che l’obiettivo di realizzazione di una viabilità tale da migliorare l’accessibilità alla zona circostante deve essere integrato anche dalla previsione di collegamenti ciclopedonali.
Areale 5: Polo di sviluppo Pieve di Cento- Argile
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- vincolare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimento alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
Areale 7
- valutare e approfondire la potenziale interferenza del futuro tracciato della Circonvallazione con la distribuzione dell’areale
Areale 12
- condizionare l’edificabilità dell’area, dichiarata “sito contaminato”, al rilascio della certifica- zione di restituibilità dell’area da parte della Provincia
- inserire alcuni vincoli sulla tipologia delle future attività insediabili nell’area produttiva, incen- tivando inoltre la delocalizzazione delle attività di maggiore impatto
(Nota: Piano Particolareggiato già convenzionato ed in fase di attuazione)
Areale 13
- perseguire il principio di separazione tra residenza e aree industriali nella pianificazione dei nuovi assetti territoriali, valutando attentamente questo aspetto anche con studi di compati- bilità ambientale al fine di individuare vincoli sugli aspetti distributivi dell’areale e sulle tipo- logie produttive da insediare nel lato nord quali mitigazioni necessarie alla sostenibilità dell’intervento.
COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO
Areale 3
- contenere l’impatto dovuto all’infrastruttura stradale con opere di mitigazione e contestuale vincolo di una edificazione che mantenga adeguate distanze dall’infrastruttura viaria
Areale 4
- perseguire il principio di separazione tra residenza e aree industriali nella pianificazione dei nuovi assetti territoriali, con una accorta pianificazione dell’assetto distributivo e con vincoli nei confronti di attività industriali che potrebbero insediarsi ex novo nell’area contigua l’areale
Areale 6
- contenere l’impatto dovuto all’infrastruttura stradale SP Centese con opere di mitigazione e contestuale vincolo di una edificazione che mantenga adeguate distanze dall’infrastruttura viaria; si richiamano inoltre le considerazioni generali in merito alle fasce di pertinenza acu- stiche
(Nota: Accordo di Programma in fase di approvazione)
Areale 7
- Definire, anche attraverso specifiche indagini la sostenibilità degli interventi residenziali, la migliore localizzazione in funzione delle criticità sotto il profilo acustico e di qualità dell’aria presenti sull’areale, arretrando le residenze a una distanza pari almeno a 100 metri dalla SP42 e dalla SP4 con una fascia di compensazione destinata a dotazioni ecologiche territo- riali
- valutare il fatto che l’areale viene a trovarsi lontano dai servizi di base e in una situazione territoriale di parziale discontinuità con il tessuto urbano posto a nord della SP 42 rispetto al quale è separato da consistenti opere di mitigazione acustica a cui andrebbero ad aggiun- gersi sugli altri fronti quelle necessarie all’areale stesso
Areali 8a e 8b
- correlare l’attuazione degli areali con il riassetto previsto per la viabilità della zona, poiché essi costituiranno poli di attrazione del traffico
Areale 9
- prevedere l’attuazione di questo ambito non prioritaria, dando la precedenza di attuazione agli altri numerosi areali individuati nell’area Comunale
- dettagliare In sede di POC gli indirizzi a mitigare le criticità acustiche adattandoli al contesto specifico
Areale 11
- contenere l’impatto dovuto all’infrastruttura stradale SP 44 con vincolo di una edificazione che mantenga adeguate distanze dall’infrastruttura viaria; si richiamano inoltre le considera- zioni generali in merito alle fasce di pertinenza acustiche
- valutare in sede di POC quali siano gli assetti insediativi che permettano il raggiungimento di obiettivi di buona qualità in materia acustica a tutela della salute
(Nota: Piano Particolareggiato già convenzionato ed in fase di attuazione).
Areale 12
- considerare lo spostamento del corridoio infrastrutturale della SP Galliera una premessa in- dispensabile per la fattibilità dell’areale e lo studio di sostenibilità da effettuarsi nella predi- sposizione del Piano Particolareggiato già in corso dovrà tenere conto di tale condizione, individuando con attenzione le porzioni di areale idonee alla localizzazione degli interventi edilizi in relazione alle sorgenti di criticità
Areale 13
- valutare attentamente la compatibilità e sostenibilità in relazione alle infrastrutture contigue (SP44 e ferrovia) per definirne localizzazione e peso urbanistico, condizionando l’attuazione della quota residenziale, agli approfondimenti in sede di POC finalizzati a dimostrarne la re- ale compatibilità. Per questo areale è in corso una procedura di Accordo di Programma; se al momento dell’elaborazione del PSC tale Accordo sarà stato sottoscritto, l’areale 13 sarà valutato di conseguenza
(Nota: Accordo di Programma in fase di approvazione)
Areale 14 – Areale 15 - areale 16 Polo di sviluppo Argelato-Stiatico –Bentivoglio
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- vincolare l’attuazione all’esecuzione di interventi infrastrutturali, con particolare riferimento alla depurazione dei reflui e all’accessibilità verso strutture viarie di rango adeguato
Areale 17
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per il polo funzionale “Interporto di Bologna” e raccordarsi con l’areale 22 del Comune di Bentivoglio
- dare seguito all’attuazione del piano di bonifica acustica dell’area Interporto S.p.A., come già previsto nella disciplina Comunale di settore (NTA della classificazione acustica)
COMUNE DI SAN XXXXXX IN CASALE
Areale 3
- effettuare un approfondimento per verificare una qualche possibilità edificatoria, xxxxx re- stando comunque i vincoli imposti dalla presenza di fasce di rispetto (cimitero, elettrodotto)
Areale 4
- verificare in sede di POC la compatibilità acustica delle residenze con la ferrovia (si richia- mano in proposito le considerazioni generali in merito alle fasce di pertinenza acustica) e la compatibilità con l’impianto di telefonia mobile esistente
Areali 5 - 6
- perseguire il principio di separazione tra residenza e aree industriali nella pianificazione dei nuovi assetti territoriali, con una accorta pianificazione dell’assetto distributivo e limitazioni nei confronti di attività industriali che potrebbero insediarsi ex novo nell’areale 6
Areale 8
- recepire contenuti dell’Accordo Territoriale per le aree produttive
- tenere conto delle criticità segnalate, evitando di aprire una nuova direttrice di sviluppo in un contesto rurale affiancato ad una viabilità ad alta intensità di traffico, concentrando le poten- zialità di offerta in collocazioni ottimali conformi agli indirizzi del PTCP
Areale 9
- mitigare gli impatti critici dovuti alla vicinanza di strade ad elevato traffico, alla ferrovia e all’area produttiva con un’accorta localizzazione della quota residenziale assegnata
Areale 12
- subordinare l’attuazione a una specifica valutazione di sostenibilità per valutare se la scelta ambientalmente più sostenibile sia l’inedificabilità dell’area da destinare a dotazioni ecologi- che, poiché l’areale è intercluso tra due significative sorgenti di impatto ambientali (infra- strutture stradale e ferroviaria) e viste le modeste dimensioni dell’area
Areale 13
- contenere le potenziali criticità dovute alla contiguità con infrastrutture stradali caratterizzate da significativo carico inquinante mediante un’accorta pianificazione della localizzazione delle residenze all’interno dell’areale
- approfondire l’aspetto relativo alla sicurezza della mobilità ciclo pedonale, considerato fra l’altro che una delle motivazioni che sostengono la scelta dell’areale è la vicinanza a un polo servizi e valutare l’insufficiente dotazione di servizi in relazione agli ambiti di influenza
- contenere l’individuazione delle aree potenzialmente urbanizzabili entro ragionevoli limiti quantitativi e di disegno urbano
NUOVI AREALI NELLE XXXXXXXX XX XXXXXXXXXXX (X. 00), XXXXXXXX (X. 19) E SAN BENEDETTO (N. 20)
- Si ribadisce quanto definito in sede di Conferenza di pianificazione e trascritto nel verbale conclusivo della Conferenza, relativamente alla necessità di indicare per questi areali, una quota limitata di edificabilità.