Variante generale al Piano Territoriale del Parco ACCORDO AGRO-AMBIENTALE
Consorzio Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina |
Variante generale al Piano Territoriale del Parco ACCORDO AGRO-AMBIENTALE
(art. 33 L.R. n. 6/2005)
Enti Promotori: Provincia di Modena
Consorzio Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina
Sottoscrivono l’Accordo Agro-ambientale:
- Provincia di Modena
- Consorzio Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina
- Associazioni agricole: Associazione Agricoltori, Confederazione Italiana Agricoltori, Confederazione Italiana Coltivatori Diretti, Confederazione Produttori Agricoli
Febbraio 2006
Sommario
1. Premessa (finalità, obiettivi, opportunità dell’Accordo)
2
b. L’Accordo agro-ambientale 2
2. Aree protette e agricoltura: riferimenti legislativi e normativi
4
a. Riferimenti legislativi nazionali e regionali 4
d. Istituti di programmazione e pianificazione territoriale 5
e. Il Piano regionale di sviluppo rurale e la condizionalità 6
3. Il territorio del Parco e l’attività agricola
7
a. Superfici tutelate, zonizzazione e norme del Parco 7
b. Habitat e specie di maggiore interesse 8
d. La conservazione del suolo e la stabilità dei versanti 14
15
a. Obiettivi per il Xxxxx xxx Xxxxx xx Xxxxxxxxxxxxx 00
b. Diffusione delle pratiche che mantengano le buone condizioni agronomiche ed ambientali 16
c. Conservazione delle forme tradizionali del paesaggio agrario 17
d. Mantenimento e/o reintroduzione di antiche varietà vegetali e razze animali 17
f. Interventi edilizi e infrastrutturali 19
g. Turismo naturalistico e didattico e attività multiservizi 20
h. Promozione e commercializzazione dei prodotti del Parco e delle attività rurali 20
i. Gestione della fauna selvatica 21
5. Le azioni da attivare prioritariamente e la gestione dell’Accordo
22
a. Quadro sinottico degli obiettivi e degli parametri di risultato 23
6. Validità dell’Accordo e verifiche
24
7. Rapporti con gli strumenti di pianificazione e gestione
24
1. Premessa (finalità, obiettivi, opportunità dell’Accordo)
I Parchi sono luoghi d’eccellenza dove, oltre che porre particolare attenzione alla salvaguardia del patrimonio naturale e del paesaggio, è necessario incentivare e sostenere interventi gestionali che consentano la tutela delle aree rurali, attraverso la valorizzazione delle imprese agricole in esso insediate, ponendo attenzione contemporaneamente alla qualità dei prodotti, alla loro tipicità e ai processi produttivi.
Le aree protette inoltre sono tenute a favorire un’integrazione fra tutela dell’ambiente e sviluppo economico-sociale del territorio, per non creare un “parco museo” bensì “un parco laboratorio” dove le attività produttive, quindi l’uomo, sono parte integrante dell’ambiente, senza per questo danneggiarlo. L’attenzione al mondo rurale è sottolineata anche dal Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dalla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali per “La tutela, la valorizzazione e lo sviluppo delle attività agricole sostenibili nelle aree protette”, firmato a Bologna il 15 settembre 2000, e dal Documento congiunto delle Organizzazioni Agricole e della stessa Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali per il sostegno e la valorizzazione dell’agricoltura nelle aree protette italiane.
La Legge regionale dell’Xxxxxx-Romagna del 17 febbraio 2005 n. 6 “Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della rete natura 2000” all’art. 33 “Norme speciali per il sostegno alle attività agricole eco-compatibili” stabilisce che tali attività economiche siano da “qualificare e valorizzare”.
La Legge stabilisce che i rapporti tra l’Ente di Gestione del Parco e le Organizzazioni Agricole in merito alle decisioni di governo e alle problematiche di settore siano ispirate dal metodo della concertazione.
Il Parco e le Organizzazioni Agricole concordano forme di collaborazione in merito: alla formulazione di indicazioni programmatiche relative alle politiche di preservazione attiva dell’agricoltura nell’area protetta; alla tutela al mantenimento e alla valorizzazione della biodiversità; alla tutela degli assetti e delle infrastrutture territoriali che costituiscono gli elementi riconoscibili dell'organizzazione storica del territorio rurale, comunque garantendone la funzionalità ed economicità; alla definizione degli interventi di trasformazione del suolo e di nuova costruzione e la realizzazione di opere di restauro ambientale e paesaggistico.
La legge stabilisce, inoltre, per le aziende agricole all’interno del Parco e dell’area contigua, priorità per benefici finanziari per opere e interventi agro-ambientali.
Al comma 6 dell’art. 33 della L.R. n. 6/2005 viene introdotto lo strumento dell’”Accordo agro- ambientale”:
“Nei Parchi il cui territorio sia fortemente caratterizzato dalla presenza di aree di proprietà privata prevalentemente interessate da attività agricole o nei casi di proposte di allargamento dei Parchi finalizzate ad includere aree agricole private, l'Ente di gestione del Parco, la Provincia, la maggioranza delle Organizzazioni Professionali Agricole più rappresentative in ambito regionale, sentite le Associazioni Ambientaliste facenti parte della Consulta del Parco medesimo e tenendo conto delle apposite linee guida, di cui al comma 9 del presente articolo, approvano un Accordo agro- ambientale…”:
L’Accordo agro-ambientale costituisce parte integrante del Documento preliminare del Piano Territoriale del Parco o delle sue varianti.
Le finalità principali dell’Accordo, al fine della valorizzazione delle imprese agricole, della conservazione della biodiveversità e del paesaggio, sono attuate attraverso:
• la formulazione di indicazioni per la preservazione attiva dell’agricoltura nell’area protetta
• il mantenimento di pratiche colturali tradizionali eco-compatibili e la promozione delle produzioni locali correlate
• la tutela della biodiversità anche attraverso il ripristino e il mantenimento degli habitat naturali a scopi ecologici
• il ripristino e il mantenimento degli elementi riconoscibili dell’organizzazione storica del territorio
• il mantenimento degli insediamenti abitativi rurali
• la promozione del turismo naturalistico, culturale, enogastronomico e didattico.
Per quel che riguarda la preservazione attiva dell’agricoltura nell’area protetta e la pianificazione territoriale nel territorio rurale, l’Accordo agro-ambientale ha la finalità di formulare indicazioni programmatiche; pertanto si evidenzia la necessità di predisporre programmi attuativi dell’Accordo stesso.
Occorre considerare che il comma 9 dell’art. 33 della L.R. n.6/2005 stabilisce che gli accordi agro- ambientali debbano essere coerenti con la programmazione regionale in campo agricolo ed ambientale. Per tale motivo la Giunta regionale approverà apposite linee guida per la loro predisposizione.
L’art 33, comma 6 della Legge Regionale n. 6/2005 stabilisce che l’Accordo agro-ambientale venga approvato dall’Ente di Gestione del Parco, dalla Provincia e dalla maggioranza delle Organizzazioni Agricole più rappresentative sentite le Associazioni Ambientaliste presenti nella consulta. L’Accordo deve essere coerente con il P.T.P., con il P.T.C.P. e con gli obiettivi gestionali ed istitutivi del Parco.
Poiché l’Accordo definisce delle linee di indirizzo condivise che dovranno tradursi in azioni concrete è necessario che i soggetti interessati si confrontino periodicamente per verificare la effettiva attuazione delle Azioni individuate, monitorare il grado di perseguimento degli obiettivi, confermare o modificare le linee di indirizzo per adeguarle al continuo modificarsi della realtà considerata.
Come sede del confronto tra i soggetti interessati verrà istituito un Tavolo di concertazione e monitoraggio che sarà attuato in conformità a quanto previsto al comma 4 dell’art. 20 della L.R. n.20/2005: sarà un organo consultivo costituito da una rappresentanza degli agricoltori operanti nel Parco.
Il Tavolo di concertazione e monitoraggio sarà inserito nello Statuto del Consorzio di Gestione, che sarà pertanto modificato e riapprovato dagli Enti soci, le modalità del suo funzionamento verranno definite con un apposito regolamento approvato dal Consorzio. Il presente Accordo propone che il Tavolo di concertazione e monitoraggio sia formato da un numero massimo di 11 componenti (compreso il Parco) in rappresentanza degli imprenditori agricoli locali, dei Comuni territorialmente interessati, e da altri soggetti istituzionali o privati.
2. Aree protette e agricoltura: riferimenti legislativi e normativi
a. Riferimenti legislativi nazionali e regionali
Oltre alla citata L.R. n. 6/2005, che disciplina la tutela, la gestione e la valorizzazione delle aree protette e che prevede specificamente l’istituzione degli accordi agro-ambientali, l’attuazione dello stesso “Accordo” dovrà avvenire nel rispetto delle leggi e normative che riguardano la tutela dell’ambiente naturale, la salvaguardia di specie ed habitat, l’uso del territorio.
In particolare si citano:
• La Legge 6 dicembre 1991, n. 394 “Legge quadro sulle aree protette”;
• Il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n.152 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”, - a seguito delle disposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 258;
• La Legge 18 maggio 1989, n.183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”;
• La Legge 5 gennaio 1994, n.36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”;
• Il Decreto Legislativo n°42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137”;
• Il Xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxxxx 0 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche);
• La Legge Regionale 14 aprile 2004, n. 7, ed in particolare il Titolo I “Norme in materia di conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche di cui alle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE inerenti la rete Natura 2000 in attuazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997”;
• La Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20 “Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio”;
• La Legge Regionale del 24/01/1977 n. 2 “Provvedimenti per la salvaguardia della flora regionale”;
• La Delibera del Consiglio Regionale n. 2354 del 1 marzo 1995, Approvazione delle Prescrizioni di massima e Polizia Forestale;
d. Istituti di programmazione e pianificazione territoriale
Tra gli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale che hanno relazione con il settore agricolo si citano:
Il P.T.P.R. approvato dalla regione Xxxxxx Xxxxxxx con Delibera del Consiglio Regionale n. 1338 del 28/01/1993;
Il P.A.I. del bacino del fiume Po’ ed il P.S. del Bacino Reno;
Il Piano Regionale di Tutela delle Acque, Adottato con deliberazione del Consiglio Regionale n. 633 del 22/12/2004;
L’istituzione del pSIC IT4040003 “Sassi di Roccamalatina” con Delibera della G. R. n. 1242/02 "approvazione dell'elenco aggiornato e della nuova perimetrazione delle aree della regione Xxxxxx- Romagna designate o da designare come pSIC (siti di importanza comunitaria), ai sensi della direttiva 92/43/CEE";
Gli strumenti di pianificazione territoriale vigenti dei Comuni di Guiglia, Zocca e Marano sul Xxxxxx.
e. Il Piano regionale di sviluppo rurale e la condizionalità
I riferimenti sopra citati non riguardano nello specifico il settore agricolo ma lo coinvolgono per gli aspetti riguardanti l’uso del suolo e delle risorse ambientali e le trasformazioni del territorio e del paesaggio.
Per quanto riguarda le normative afferenti il settore primario che hanno più stretta relazione con la tutela ambientale, la conservazione della biodiversità, la tutela della salute umana e il corretto uso del territorio si cita il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 13 dicembre 2004 “Attuazione dell'articolo 5 del decreto ministeriale 5 agosto 2004, recante disposizioni per l'attuazione della riforma politica agricola comune” che all’Allegato 2 definisce le “Norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali”.
Altri riferimenti normativi riguardano invece il sostegno e la promozione delle attività agricole e agro- ambientali nel territorio, con particolare attenzione alle aree protette e alle aree sensibili.
Tra queste, il principale riferimento è il Reg. (C.E.) 1257/99, dal quale deriva il Piano Regionale di Sviluppo Rurale (P.R.S.R.)
A partire dal 1992 la Politica Agricola Comunitaria è stata oggetto di una svolta significativa grazie all’approvazione di una serie di regolamenti che prevedono una maggiore attenzione, rispetto al passato, verso la compatibilità ambientale delle diverse pratiche agricole.
Tutte le misure previste dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006 (che sta per concludersi) sono inserite in un quadro complessivo che prevede una stretta integrazione delle strategie individuate rispetto alle diverse aree d’intervento: agricoltura, ambiente, produzioni e loro valore commerciale.
Ancor prima dell’entrata in vigore della L.R. n.6/2005 L’Accordo Agro-Ambientale Locale (AAL) è stato inserito come strumento attuativo specifico nell’ambito dell’Asse 2 “Ambiente” del Piano Regionale di Sviluppo Rurale (PRSR) 2000-2006 dell’Xxxxxx Xxxxxxx: “La qualità dell'agricoltura per la qualità dell'ambiente e del territorio”.
Anche il nuovo Piano (2007/2013) riproporrà misure a forte valenza ambientale, con l’obiettivo di indirizzare e sostenere soprattutto le attività agricole compatibili con la salvaguardia degli ambienti naturali, della biodiversità, e dei valori storici e culturali del paesaggio, rappresentando, per le aziende del Parco, un ulteriore elemento di valorizzazione.
L’Accordo agro-ambientale rappresenta una occasione importante per utilizzare le opportunità derivanti dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale in corso di definizione che, molto probabilmente, conterrà misure a favore degli agricoltori che operano all’interno delle aree sensibili, in particolare i parchi e le aree inserite nella rete natura 2000 (SIC e ZPS).
L’adesione delle aziende alle misure di P.R.S.R. ed il percepimento di benefici economici messi a disposizione dall’U.E. attraverso la P.A.C. comportano l’applicazione della condizionalità, ovvero l’impegno da parte degli agricoltori ad assicurare il rispetto di norme ed atti obbligatori che riguardano la corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia dell’ambiente, la salute pubblica e degli animali, ed il benessere degli animali stessi.
Tale impegno, se attuato con convinzione e non solo come obbligo, può rappresentare per le aziende del Parco un ulteriore elemento da evidenziare nell’ambito di un processo di valorizzazione delle produzioni e dei processi produttivi.
3. Il territorio del Parco e l’attività agricola
a. Superfici tutelate, zonizzazione e norme del Parco
La zonizzazione del Parco, attraverso la quale vengono individuate le aree da sottoporre a diversa intensità di tutela, rappresenta un elemento importante per l’attuazione dell’Accordo poiché indica i limiti e le opportunità possibili al fine di rendere l’attività agricola compatibile con le esigenze di tutela e strumento di conservazione e valorizzazione.
Per ciascuna zona la normativa vigente e quella proposta indicano le modalità di uso del territorio da diversi punti di vista: interventi edilizi, uso delle risorse forestali, modalità di fruizione, indicazioni sulle pratiche agricole.
Le superfici sottoposte a tutela (zone) del Parco attuale e quelle definite con la proposta di Variante sono riportate nella seguente tabella.
Zone A, di protezione integrale | 12,73 | 12,51 |
Zone B, di protezione generale | 73,19 | 96,22 |
Zone C1, di protezione ambientale speciale | 205,60 | 235,08 |
Zone C2, di protezione ambientale normale | 798,43 | 1.066,31 |
Zona D, territorio urbano e urbanizzabile | - | - |
Area contigua | 29,40 | 893,76 |
Totale | 1.119,35 | 2.303,88 |
La normativa che riguarda le zone di Parco e l’area contigua è in fase di profonda revisione con la Variante il cui procedimento, per ora sospeso, deve ancora vedere la conclusione della Conferenza di pianificazione.
Il presente Accordo, che verrà inserito come parte integrante al Documento preliminare, costituirà riferimento per la definizione della Variante Piano territoriale e del Regolamento del Parco.
b. Habitat e specie di maggiore interesse3
Si riporta a seguito la descrizione degli habitat e delle specie di interesse comunitario rilevate all’interno del S.I.C.-Z.P.S “Sassi di Roccamalatina” che dovranno essere considerate e monitorate in fase di attuazione dell’Accordo agro-ambientale.
Habitat Natura 2000
10 habitat di interesse comunitario, 3 dei quali prioritari, coprono circa il 62% della superficie del sito: formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi, formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di orchidee, foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae), fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos, lande secche europee, formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli, praterie con Molinia su terreni
1 Fonte: Regione Xxxxxx-Romagna, Parchi in Rete: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxx- xxxxxxx.xx/xxxxxx/xxxxxxxxxxxxx/xxxxxx_xxxxxxx.xxxx , ottobre 2005
2 Fonte: Variante Generale al P.T.P. del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, Quadro Conoscitivo, Febbraio 2004 3 Fonte: Rete Natura 0000 - Xxxxxxx Xxxxxx-Xxxxxxx: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxx- xxxxxxx.xx/xxxxxx0000/xxxx/XXX/XX0000000/xxxxx.xxxx
calcarei, torbosi o argillo-limosi (Molinion caeruleae), praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis), prati pionieri su cime rocciose, foreste di Castanea sativa.
Specie vegetali
Nessuna specie di interesse comunitario. Tra le specie rare e/o minacciate figurano Ononis masquillierii, Orchis coriophora, Camphorosma monspeliaca.
Mammiferi
Sono presenti 3 specie di Chirotteri di interesse comunitario: Rinolofo euriale Rhinolophus euryale, Rinolofo maggiore Rhinolophus ferrumequinum e Rinolofo minore Rhinolophus hipposideros. Segnalata la presenza anche di Pipistrello del Savi Hypsugo savii, Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii, Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhli e Molosso del Cestoni Tadarida teniotis. Degna di nota la presenza dell’Istrice Hystrix cristata.
Uccelli
Il sito ospita una ricca e diversificata avifauna con almeno 10 specie di interesse comunitario, 8 delle quali nidificanti più o meno regolari (Albanella minore Cyrcus pygargus, Xxxxx xxxxxxxxxx Falco peregrinus, Xxxxxx xxxxxxxxx Alcedo atthis, Succiacapre Caprimulgus europaeus, Xxxxxxxx Anthus campestris, Tottavilla Lullula aborea, Ortolano Emberiza hortulana, Averla piccola Lanius collurio). Tra le specie nidificanti rare e/o minacciate a livello regionale figurano Assiolo Otus scops, Upupa Upupa epops, Torcicollo Jynx torquilla, Pigliamosche Muscicapa striata.
Rettili. Nessuna specie di interesse comunitario. Degna di nota la presenza del Colubro di Xxxxxxxx
Coronella girondica. Anfibi
Tra le specie più importanti vi sono il Tritone crestato Triturus carnifex (specie di interesse comunitario) e il Geotritone Speleomantes italicus.
Pesci
La fauna ittica conta 5 specie di interesse comunitario (Lasca Chondrostoma genei, Vairone Leuciscus souffia, Barbo Barbus plebejus, Barbo canino Barbus meridionalis, Cobite comune Cobitis tenia) e specie come Ghiozzo padano Padogobius martensii e Gobione Gobio gobio relativamente diffuse in Xxxxxx-Romagna, ma fortemente rarefatte negli ultimi decenni.
Invertebrati. Sono segnalate tre specie di interesse comunitario: il Gambero di fiume
Austropotamobius pallipes, il Gasteropode Vertigo angustior ed il Coleottero forestale Lucanus cervus.
In questa sezione vengono riportati gli elementi caratterizzanti la realtà agricola del Parco indagata dal progetto “Qualificazione e valorizzazione dell’agricoltura nel sistema delle Aree protette modenesi” svolta tra il 2003 ed il 2005. L’indagine ha riguardato il territorio attualmente perimetrato a Parco e area contigua (pre parco).
Nel Parco dei Sassi di Roccamalatina il paesaggio agrario conserva testimonianze e assetti produttivi straordinari dal punto di vista ambientale e culturale. Tutto questo è dovuto all’operosità e professionalità degli agricoltori che, nel tempo, sono stati capaci di conciliare le esigenze produttive con la sostenibilità delle pratiche colturali.
L’aspetto prevalente è quello del seminativo arborato tipico della collina. Si possono ancora ritrovare filari di antiche varietà di alberi da frutto e viti che separano i campi da foraggio e più raramente le coltivazioni cerealicole. La specie prevalente è il ciliegio allevato a vaso. Molti esemplari sono di età avanzata e presentano dimensioni ragguardevoli. In misura notevolmente inferiore sono presenti anche susini, albicocchi, peri e meli.
I centri aziendali si caratterizzano per la presenza di fabbricati storici di indiscusso pregio storico- architettonico tra i quali spiccano diverse case torri del XVI e XVII secolo.
L’elemento vegetale più evidente nelle aree cortilive è rappresentato da alberi da frutto imponenti e ramificati ad altezze insolite.
Alcuni piccoli vigneti ordinati, con suolo quasi sempre inerbito e con diverse forme di impalcatura a seconda delle esposizioni, contribuiscono ad aumentare la complessità del paesaggio. Le ridotte dimensioni di questi appezzamenti indicano una produzione finalizzata all’autoconsumo, anche se la presenza diffusa non lascia dubbi sulla vocazione del luogo alla viticoltura. Sarà interessante indagare quali varietà di uve vengono prodotte e se sono presenti vitigni meritevoli di tutela.
Gran parte del territorio è però caratterizzato dalla coltivazione di prati e foraggere legata all’allevamento di bovini da latte per la produzione di Parmigiano-Reggiano. Si tratta di una attività tradizionale che ha subito, negli anni, diversi processi di ammodernamento. I centri aziendali si caratterizzano infatti per la presenza di diverse strutture rispondenti alle mutate esigenze tecniche (stalle razionali, fienili e ricoveri attrezzi adeguati agli attuali livelli di meccanizzazione), ma non sempre correttamente inserite nel paesaggio.
4 Fonte: X. Xxxxxxxx, X. Xxxxxxxx, Qualificazione e Valorizzazione dell’agricoltura nel sistema delle Aree protette modenesi Analisi del comparto e formulazione di proposte operative, 18 maggio 2005
Caratteristiche delle aziende agricole
Nel corso del progetto “Qualificazione e Valorizzazione dell’agricoltura nel sistema delle Aree protette modenesi”5 sono stati svolti sopralluoghi e interviste finalizzati a comprendere nel dettaglio le caratteristiche produttive, economiche e ambientali del comparto agricolo delle aree protette modenesi. L’indagine nel Parco dei Sassi ha riguardato 23 realtà produttive. Attraverso una intervista rivolta direttamente ai conduttori, sono stati determinati gli indirizzi produttivi prevalenti corrispondenti alla attività principali di ciascuna azienda sul piano lavorativo e remunerativo. Sono stati quindi individuati due tipi di soggetti agricoli: imprese agricole e presenze agricole. Le prime corrispondono a vere e proprie realtà produttive e provviste di partita iva; le seconde identificano soggetti o aziende con scarso significato economico (produzioni hobbistiche, autoconsumo, ecc.) ma importanti sotto il profilo culturale e ambientale. Tali realtà potevano anche essere trascurate ai fini del censimento in quanto non identificabili come vere e proprie aziende ma una pur sommaria descrizione potrà risultare utile alle amministrazioni dei Parchi per una migliore gestione del territorio o per ricostruire o recuperare conoscenze e tradizioni. Tra queste presenze, sono compresi anche poderi ora abbandonati o gestiti occasionalmente da lavoratori part-time non identificati nel corso del censimento. La loro sintetica catalogazione potrà essere comunque utile per possibili futuri sviluppi di attività imprenditoriali. Nelle tabelle e grafici allegati si prenderanno in considerazione tutte le realtà agricole indagate (comprese quelle i cui centri aziendali sono ubicati in prossimità dei confini del Parco).
La tabella 1 mostra in sintesi gli indirizzi produttivi prevalenti riscontrati nelle diverse Aree protette. Nel Parco dei Sassi di Roccamalatina gli allevamenti di bovini da latte rappresentano sicuramente la realtà economica più significativa anche se le coltivazioni frutticole rivestono un ruolo fondamentale per la caratterizzazione e conservazione del paesaggio tradizionale.
INDIRIZZO PRODUTTIVO PREVALENTE | Numero aziende |
Allevamenti bovini da latte | 7 |
Allevamenti da carne | 1 |
Altro | 1 |
Coltivazioni erbacee | 4 |
Frutticoltura | 7 |
Orticoltura | 2 |
Viticoltura | 1 |
Totale complessivo | 23 |
5 Cfr. X. Xxxxxxxx, X. Xxxxxxxx, cit.
Parco dei Sassi di Roccamalatina | ||||||
9% | 4% | Allevamenti bovini da latte | ||||
31% | Allevamenti bovini modenesi | |||||
Allevamenti da carne | ||||||
Allevamenti ovicaprini | ||||||
Altro | ||||||
31% | 0% 4% | Coltivazioni erbacee Frutticoltura | ||||
17% | 4% | 0% | Orticoltura Viticoltura | |||
Il Parco dei Sassi di Roccamalatina, esteso su una superficie di poco superiore ai mille ettari, presenta una buona copertura boschiva. I boschi di latifoglie e conifere ricoprono complessivamente circa 400 ettari, rappresentando il trentacinque percento della superficie. I castagneti da frutto ricoprono circa 30 ettari, dei quali 10 ettari sono coltivati, ed i restanti in stato di semi abbandono. I castagneti coltivati si trovano prevalentemente nei dintorni dei nuclei abitati di Pieve di Trebbio, del Borgo dei Sassi e di Castellino delle Formiche.
Le superfici agricole in senso stretto, come i seminativi e i prati da sfalcio, rivestono un ruolo primario nella caratterizzazione del paesaggio, essendo distribuite in modo uniforme su tutta la superficie del Parco, intercalate da aree boscate e saldive. I seminativi a rotazione si sviluppano su una superficie di circa cento ettari, interessando circa il10 % del territorio del Parco. Caratteristiche della zona, su una superficie di circa 60 ettari, sono presenti anche le colture adibite propriamente a frutteto o vigneto.
La restante SAU (circa 400 Ha) è utilizzata a pascolo, prati permanenti e foraggere, con una consistente presenza di alberi da frutto sparsi.
Da ultimo gli incolti e i cespuglietti (130 ha) interessano circa un dodici percento della superficie del Parco e sono distribuiti prevalentemente nella parte occidentale, garantendo interessanti ambienti di collegamento ecologico tra le zone più interne del Parco e gli ambienti circostanti.
L’allevamento di bovini da latte per la produzione di Parmigiano-Reggiano rappresenta nel Parco un settore importante nell’economia delle imprese agricole.
I capi bovini in produzione sono circa 250 all’interno dei confini attuali e saranno complessivamente 300/320 con l’ampliamento.
La produzione media annua di latte supera i 18.000 x.xx (considerando l’ampliamento) e viene quasi interamente destinata alla trasformazione in P.R. nei caseifici limitrofi al territorio del Parco: San Xxxxx di Xxxxxx, X. Xxxxxxx xx Xxxxxxxxx, Benvenuto di Guiglia.
Tra le attività praticate dalle aziende agricole del Parco sono presenti anche elementi di diversificazione rispetto all’indirizzo produttivo prevalente: infatti due aziende mostrano le competenze necessarie per produrre formaggi vaccini e ricotte artigianali, attualmente destinati all’autoconsumo, mentre una terza alleva bovini da latte con sistema semi-brado, offrendo un elemento ulteriore di diversificazione del paesaggio e di maggior percezione della presenza zootecnica nel territorio.
Particolare importanza assumono nel Parco le produzioni frutticole in particolare di ciliegie (siamo all’interno dell’area delimitata per la produzione della ciliegia tipica di Vignola), prugne, albicocche, mele e marroni.
Mentre la cerasicoltura sta progressivamente riducendosi essendo caratterizzata da piante ormai vecchie, di notevoli dimensioni, e quindi antieconomiche per la raccolta, per il castagno si assiste invece ad un rinnovato interesse al recupero con innesti di varietà pregiate, grazie a prezzi di mercato interessanti e alla favorevole condizione ambientale che consente di ottenere produzioni anticipate rispetto agli altri territori dell’Appennino Modenese.
La coltivazione della patata sta assumendo una discreta importanza grazie all’intraprendenza di un imprenditore che ha saputo, negli ultimi anni, dimostrare la possibilità di coltivazione con metodo biologico di un prodotto tradizionale e quasi dimenticato. La sua coltivazione rimane comunque vincolata alla sole zone ove è presente un suolo arenaceo e fresco. Decisamente inferiori le produzioni di cereali e miele, strettamente legate ad alcune specifiche realtà aziendali.
Le tecniche agricole adottate nel territorio del Parco sono quelle tradizionali, con un livello non eccessivo di meccanizzazione e un modesto utilizzo di mezzi tecnici (concimi, antiparassitari, diserbanti).
Le produzioni biologiche vengono effettuate solo da poche aziende sull’intera filiera e dalla maggior parte delle aziende zootecniche, esclusivamente per quanto riguarda la produzione del foraggio.
Complessivamente si può osservare che l’agricoltura, pur avendo un ruolo preponderante nella determinazione del paesaggio e nell’utilizzo dei suoli in modo compatibile con la conservazione dell’ambiente naturale, sta diventando un’attività sempre più marginale e interessa un numero sempre più ridotto di operatori.
d. La conservazione del suolo e la stabilità dei versanti
In base alle caratteristiche geomorfologiche i suoli del Parco si possono raggruppare all’interno di due tipologie:
1. terreni a prevalente natura arenacea (nei quali si evidenziano anche fenomeni carsici) con versanti ripidi, generalmente coperti di boschi e castagneti, e zone sommatali a morfologia più dolce, con prati e seminativi;
2. terreni a prevalente natura argillosa e marnosa dove i versanti sono meno ripidi, e dove prevalgono le coltivazioni a foraggere ed i seminativi semplici ed arborati. Qui si manifestano frequenti e diffusi fenomeni di dissesto, che possono assumere anche l’aspetto calanchivo.
L’attività agricola e la gestione forestale condizionano fortemente la conservazione del suolo e la stabilità dei versanti, sia in termini positivi che negativi, a seconda delle modalità con le quali sono praticate.
Il mantenimento di una rete idrografica superficiale efficiente, di siepi e filari, un razionale utilizzo del pascolo ed un corretto prelievo di legname sono forme di gestione del suolo che ne migliorano la conservazione e la stabilità, mentre un uso più estensivo e meno attento al mantenimento dell’idrografia e delle presenze arboree all’interno dei campi ne favoriscono il degrado.
All’interno del Parco, accanto a forme di gestione tradizionale del suolo, caratterizzate da un buon livello di sostenibilità ambientale, si ritrovano forme di gestione più estensive, che tendono ad accentuare i fenomeni di dissesto con la riduzione del reticolo idrografico e delle alberature sparse.
Obiettivo del Parco è favorire quelle forme di agricoltura che, pur adottando metodi e tecnologie avanzate, vengono attuate nella consapevolezza dell’importanza della buona qualità dei suoli e della stabilità dei versanti, e ne favoriscono il mantenimento.
Il Parco è attraversato da una complessa rete di strade, acquedotti, elettrodotti, in parte a servizio dei residenti e in parte di attraversamento per fornire servizi alla popolazione dei territori limitrofi.
I maggiori impatti paesaggistici sono dati attualmente dalla viabilità di scala comunale, interpoderale, dagli elettrodotti e da alcuni manufatti acquedottistici.
Su tali manufatti occorre prevedere interventi capaci di coniugare i bisogni espressi dai residenti, per quanto riguarda la mobilità e la conduzione agricola dei fondi, dai turisti, per quanto attiene la fruizione del Parco ma anche delle esigenze di tutela e di integrazione con gli ambiti naturali e il paesaggio (materiali utilizzati, colori, sagome, scelta dei tracciati e delle soluzioni tecniche, vicinanza ad elementi di grande valore ambientale).
4. I contenuti dell’Accordo
a. Obiettivi per il Parco dei Sassi di Roccamalatina
L’agricoltura all’interno del Parco e nelle aree circostanti ha contribuito fortemente a modellare un paesaggio ed un ambiente nel quale le attività produttive sono in sostanziale equilibrio con l’ambiente naturale, e nel quale si ritrova un elevato indice di biodiversità.
Partendo da tale considerazione e dagli obiettivi generali fissati al comma 6 dell’art. 33 della L.R. n. 6/2005 sono stati definiti gli obiettivi specifici dell’Accordo per il territorio del Parco che vengono riportati nell’elenco che segue.
1. diffusione delle pratiche che mantengano le buone condizioni agronomiche ed ambientali;
2. conservazione e /o ripristino di elementi caratterizzanti il paesaggio all’interno del Parco, come testimonianza storico–documentale del “paesaggio agrario tipico della collina modenese/bolognese”, mantenimento e ripristino di elementi caratteristici delle coltivazioni tradizionali (piantate, siepi, filari, alberi secolari, ecc.); da perseguire attraverso modalità condivise e con opportune incentivazioni;
3. mantenimento e/o reintroduzione di antiche varietà vegetali e razze animali; da preseguire attraverso forme condivise e con opportune incentivazioni;
4. aumento del numero di aziende che praticano l’agricoltura biologica in una logica di filiera;
5. qualificazione degli interventi edilizi e infrastrutturali per la conservazione, il recupero e la valorizzazione del paesaggio; da perseguire attraverso modalità condivise e con opportune agevolazioni e incentivazioni;
6. incremento del turismo naturalistico e didattico, anche presso le aziende agricole (agrituristiche, fattorie didattiche, B&B);
7. incremento della vendita diretta e/o in forma associata di prodotti tipici e biologici;
8. controllo della fauna selvatica mediante azioni concertate con le aziende e con tecniche rispettose della natura, al fine di ottenere l’obiettivo di azzerare i danni all’agricoltura.
Gli obiettivi sopra citati saranno perseguiti attraverso modalità da definirsi anche con altri Enti competenti in materia (Comuni, Comunità Montana, Regione).
Inoltre l’Accordo si prefigge:
a. maggiore coinvolgimento degli operatori del settore agricolo nella programmazione e nella gestione delle attività del Parco;
b. razionalizzazione, miglioramento della funzionalità ed efficienza, mitigazione degli impatti delle infrastrutture di rango locale.
b. Diffusione delle pratiche che mantengano le buone condizioni agronomiche ed ambientali
Tenendo conto che:
a- gli agricoltori sono depositari di un patrimonio di conoscenze tecniche e culturali che costituiscono tuttora un valore che va salvaguardato per la tutela e lo sviluppo del Parco,
b- l’Unione Europea, negli ultimi decenni, ha favorito e favorisce tutt’ora lo sviluppo ambientalmente sostenibile delle aree rurali, che per questo ha previsto sostegni specifici a quanti aderiscono agli impegni indicati dalle misure agroambientali della politica comunitaria,
c- le produzioni agricole di alta qualità si possono ottenere solo in ambienti di qualità, sia paesaggistica che naturale e che l’Unione Europea, con l’intento di preservare la qualità dei prodotti e conseguentemente il reddito, sostiene le attività compatibili con la conservazione dell’ambiente e del paesaggio,
d- le aziende ricadenti nel territorio del Parco che aderiscono alla PAC, a fronte dei benefici economici previsti, sono soggette alla Condizionalità obbligatoria (adozione coerente di buone pratiche agronomiche), mentre per le altre aziende si auspica l’adesione volontaria, al fine di adottare in tutto il territorio del Parco comportamenti omogenei rispettosi dell’ambiente,
i sottoscrittori del presente Accordo si impegnano a diffondere, attraverso un azione coordinata di comunicazione, sensibilizzazione e formazione, le pratiche per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche ed ambientali e che possono favorire la biodiversità, la tutela del suolo e del paesaggio, secondo quanto prevede l’Allegato 2 del Decreto del MIPAF 13/12/2004 (Condizionalità). Inoltre si impegnano alla diffusione, con le medesime modalità, delle pratiche relative all’igiene e al benessere degli animali.
Il Consorzio di Gestione del Parco, con la collaborazione della Provincia e della Comunità Montana, entro sei mesi dalla firma del presente Accordo, predispone, concordandole con le Associazioni Agricole, le linee guida e le azioni di assistenza ai coltivatori per l’adozione volontaria delle buone pratiche riguardanti i contenuti tematici della Condizionalità.
Il Tavolo di concertazione e monitoraggio, fatte le opportune valutazioni, predisporrà il successivo documento di riferimento, contenente gli strumenti di sostegno individuati e il piano delle azioni da divulgare alle aziende.
Parametro di risultato: numero delle aziende che adottano le buone pratiche previste dalla “condizionalità”.
Obiettivo: nell’arco di 5 anni l’adesione volontaria alla condizionalità del 75% delle aziende del parco.
c. Conservazione delle forme tradizionali del paesaggio agrario
il Consorzio di Gestione del Parco predispone un censimento delle forme tradizionali di lavorazione e sistemazione idraulico-agraria dei terreni, ancora presenti (piantate, rittocchino, girappoggio, terrazzamenti, ecc.) volto a conservare il loro valore storico testimoniale e fornire indicazioni tecniche e normative per il loro mantenimento nonchè predisporre progetti di tutela ed eventuale reintroduzione.
Le conoscenze ricavate dal censimento forniranno indicazioni utili per la tutela di specifici elementi del paesaggio che potranno essere attuati e garantiti con differenti modalità.
Alle aziende agricole verrà chiesto di collaborare al censimento e mediante forme di incentivazione ai successivi progetti di mantenimento e reintroduzione a scopo testimoniale. Tali interventi dovranno essere adeguatamente sostenuti con risorse dedicate del Parco, o eventualmente reperite attraverso le misure del PRSR.
Parametro di risultato: mantenimento degli elementi caratterizzanti il paesaggio. Obiettivo: entro tre anni, realizzazione del censimento e stipula delle convenzioni.
d. Mantenimento e/o reintroduzione di antiche varietà vegetali e razze animali
II Consorzio di Gestione del Parco predispone un progetto per il censimento nel territorio del Parco delle antiche varietà e degli individui arborei monumentali o di particolare pregio naturalistico e paesaggistico, con l’obiettivo di redigere un catalogo volto alla conoscenza dettagliata e alla conservazione di questi elementi di valore naturalistico e paesaggistico. Il Parco predispone altresì programmi annuali e pluriennali di intervento indicando le possibilità di accesso a incentivi per la conservazione/tutela/incremento del patrimonio e i riferimenti per l’ assistenza tecnica alle aziende, compresa l’individuazione di vivaisti certificati, presso i quali acquistare materiale riproduttivo di antiche cultivar.
Agli agricoltori aderenti verrà chiesto di collaborare al censimento delle cultivar e a coloro che parteciperanno ai progetti di mantenimento e reintroduzione di attenersi ai disciplinari di produzione indicati.
Per favorire la conservazione e la valorizzazione degli esemplari censiti di maggiore interesse, il Parco stipulerà apposite convenzioni con i proprietari attraverso le quali si individueranno le cure colturali da effettuare, l’eventuale prelievo di materiale di propagazione e sarà stabilito, in relazione al caso specifico, un incentivo o indennizzo da concedere annualmente.
Con analoga metodologia si procederà anche per il censimento, la catalogazione e quindi il recupero e la reintroduzione di antiche razze animali autoctone, con particolare attenzione alla razza bovina Xxxxxx Xxxxxxxx, per la quale è già stato avviato un progetto di recupero e valorizzazione a livello provinciale.
Parametro di risultato: svolgimento dei censimenti e attivazione dei progetti di “salvataggio”.
Obiettivo: conclusione dei censimenti entro tre anni; adesione ai progetti di salvataggio per almeno 5 varietà arboree ed una adesione per l’allevamento di bovini di razza Bianca modenese entro i due anni successivi ai censimenti.
Filone d’azione strategico sul quale potrà muoversi l’azione del Parco, oltre a quello ovvio di perseguire il rafforzamento della bio-diversità del territorio e la tutela delle risorse e degli equilibri naturali, sarà quello della promozione sistematica, ed adeguatamente strutturata, dell’agricoltura biologica potendone derivare opportunità di rilevante importanza sul piano della produzione e commercializzazione di cibi tipici di alta qualità, del recupero concreto di forme di conduzione dei terreni con tecniche tradizionali, opportunamente integrate con le moderne tecnologie, della formazione di modelli riproducibili di risparmio energetico e di ricorso a fonti energetiche pulite e rinnovabili, dell’accrescimento dei requisiti generali di salubrità ambientale, del recupero di corretti equilibri paesaggistici, del rafforzamento di condizioni positive di attrattività e di accoglienza per i visitatori ed i turisti.
Da questo punto di vista le strategie d’azione dovranno prevedere il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei diversi soggetti pubblici e privati interessati, al fine di coglierne i vantaggi economici, ambientali, culturali e sociali. Xxxxxxx promosse iniziative di sensibilizzazione e incentivazione per affermare progressivamente, un’impostazione dell’attività agricola e dell’allevamento su modelli e criteri propri dell’ agricoltura biologica, consolidando quindi le esperienze già in atto, che aderiscono agli impegni previsti dal PRSR, e avviandone altre su produzioni tipiche e di garantita salubrità, possibilmente collegate direttamente e in modo proficuo col sistema ristorativo locale.
Parametro di risultato: aumento dei terreni agricoli condotti biologicamente e aumento delle produzioni vendute in “filiera corta”.
Obiettivo: entro cinque anni aumento dei terreni condotti bio del 60% e collocazione delle produzioni biologiche, compreso i foraggi, in una logica di filiera corta.
f. Interventi edilizi e infrastrutturali
Volendo favorire un armonioso sviluppo degli insediamenti agricoli il Consorzio di gestione del Parco si impegna e si pone l’obiettivo di rilasciare i pareri di competenza rispetto le trasformazioni urbanistiche ed edilizie riguardanti le aziende agricole stabilite all’art. 40 della L.R. n.6/2005 entro 30 giorni dalla trasmissione della domanda da parte degli uffici competenti per l’autorizzazione (Sportello Unico per le Attività produttive o Sportello Unico per L’Edilizia). Il rilascio dei Nulla osta dovrà comunque avvenire nel rispetto delle Direttive regionali di cui al comma 4 dell’art. 40 della L.R. n. 6/2005.
Il Parco si impegnerà inoltre a proporre ai Comuni un’intesa di cui all’art. 40 comma 3 della L.R. 6/05, che prevede che il Nulla osta assuma anche il valore di “rilascio di autorizzazione paesaggistica”.
Con il presente Accordo si definiscono inoltre azioni di incentivazione per gli interventi edilizi funzionali all’agricoltura aventi l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale delle aziende ed il miglioramento architettonico e paesaggistico dei manufatti:
a) Introduzione di un “premio di indice di costruzione” per interventi di bioedilizia, risparmio energetico, risparmio idrico, depurazione degli scarichi e per interventi innovativi ecocompatibili e ben inseriti nel paesaggio;
b) incentivazione degli agricoltori e dei residenti per le opere di restauro scientifico e conservativo nonchè la manutenzione straordinaria di edifici rurali di particolare interesse storico, architettonico e testimoniale;
c) incentivazione, per le aree di maggiore rilevanza paesaggistica, che saranno definite dal P.T.P., degli interventi di manutenzione straordinaria sulle infrastrutture esistenti e realizzazione di nuove, necessarie alle attività rurali, che adottano tecnologie e materiali che pur garantendone la funzionalità adottino tecnologie a basso impatto ambientale e paesaggistico.
Parametri di risultato: abbreviazione dei tempi per il rilascio dei “nulla osta”; incentivazioni economiche e normative al recupero edilizio e all’applicazione della bio-architettura.
Obiettivi: stipula dell’intesa con i Comuni sui procedimenti e definizione del premio di indice di costruzione nel P.T.P. entro un anno dalla sottoscrizione del presente Accordo; predisposizione del programma per assegnare gli incentivi al restauro entro 18 mesi, compatibilmente con le risorse assegnate al Parco.
g. Turismo naturalistico e didattico e attività multiservizi
I sottoscrittori dell’Accordo si impegnano a predisporre, attraverso il tavolo di monitoraggio, entro nove mesi dalla sottoscrizione dell’Accordo (e comunque in tempo utile per le aziende per accedere ai benefici del nuovo P.R.S.R.), un documento da sottoporre agli Enti competenti affinché attivino azioni concrete volte a:
a) Incentivare e sostenere le attività di accoglienza turistica rurale nei territori interni e limitrofi al Parco (agriturismo, B&B, fattorie didattiche), al fine di creare offerte complete e ben strutturate.
b) Incentivare e sostenere le attività “multiservizi” e “multifunzionali” offerte da aziende agricole del Parco, e impegno degli Enti pubblici ad utilizzarli, comprese attività di manutenzione ambientale e di servizio sociale.
c) Mantenere nel territorio i servizi essenziali e valutare la fattibilità di progetti innovativi; nello specifico si ipotizza un progetto integrato residenza- sviluppo di tecnologie avanzate nel borgo di Montecorone.
d) Xxxxxxxxx la qualificazione degli operatori attraverso la formazione professionale mirata, e la collaborazione con IPSAA Xxxxxxxxxxx.
Parametro di risultato: numero di attività multifunzionali o multiservizi;
Obiettivo: attivare almeno un’esperienza di attività multiservizi o multifunzionale e un pacchetto di turismo naturalistico – didattico nel Parco, entro due anni.
h. Promozione e commercializzazione dei prodotti del Parco e delle attività rurali
Il numero ormai esiguo di aziende agricole nel Parco e nel territorio circostante, unitamente alla forte presenza di coltivatori part-time e alla presenza, ancora significativa, di prodotti tipici e di qualità, costituiscono un indicatore importante per l’individuazione delle attività rurali nel Parco da incentivare attraverso l’Accordo agro-ambientale.
Le azioni da promuovere e incentivare prioritariamente sono le seguenti:
• vendita diretta o in forma associata dei prodotti tipici (soprattutto produzioni orticole, frutta e derivati del latte) proponendo un modello originale di spaccio aziendale e interaziendale, da utilizzare anche per l’ammodernamento degli spacci presso i caseifici;
• accordi per incrementare l’uso di prodotti tipici del territorio (castagne e derivati, ciliegie, mele, patate, ortaggi, miele, ecc. ), nella ristorazione, tramite contatti diretti tra agricoltori e ristoratori,
• creazione di punti vendita presso edifici messi a disposizione dal Parco;
• installazione di segnaletica appropriata, per indicare i punti e le aziende che fanno la vendita diretta;
• creazione di una rete di produttori e di un regolamento di adesione.
Parametro di risultato: numero di attività di vendita diretta dei prodotti agroalimentari;
Obiettivo: attivazione di un primo punto vendita e istallazione della segnaletica entro un anno dalla approvazione dell’Accordo; creazione della rete di produttori entro tre anni.
i. Gestione della fauna selvatica
La forte presenza di ungulati (cinghiali, caprioli e, in prospettiva, cervo) all’interno del Parco e nelle aree limitrofe, oltre ad incidere negativamente sugli equilibri faunistici dell’area, causa anche consistenti danni all’agricoltura (danneggiamento piante da frutto, seminativi, foraggiere, orticole, possibile inquinamento dei foraggi da residui fecali).
Il presente Accordo costituisce la sede per attuare azioni sinergiche tra Enti competenti e agricoltori del Parco. Le azioni proposte dovranno essere attuate nel pieno rispetto delle competenze stabilite dalla L.R. n. 6/2005 ed in specifico negli artt. 35, 36, 37, 38, dalla L.R. 15 Febbraio 1994, N. 8 "disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria”, nonché degli strumenti di pianificazione e gestione del Parco dei Sassi di Roccamalatina, ossia il Piano territoriale ed il Regolamento
1. Con il presente Accordo i soggetti sottoscrittori si impegnano a definire una Convenzione che coinvolga il Consorzio di Gestione del Parco, la Provincia e l’ATC Modenese competente per territorio per la gestione faunistica: monitoraggio, prevenzione, segnalazione, valutazione dei danni e risarcimenti, interventi di selezione e controllo.
2. L’Ente Parco e la Provincia si impegnano inoltre ad attivare, in virtù della Convenzione, uno Sportello unico per le istruttorie relative ai controlli ed ai risarcimenti dei danni da fauna selvatica alle aziende agricole e si impegnano a destinare risorse affinché venga istituito un Fondo comune di rotazione per la gestione dei risarcimenti e degli interventi selettivi.
3. I soggetti sottoscrittori si impegnano a promuovere una azione sinergica al fine di perseguire all’interno del Parco, dell’area contigua e dei territori limitrofi il mantenimento di una corretta densità faunistica valutabile in base ai segnali di danno (da azzerare) con specifico riferimento
4. Il Consorzio di Gestione del Parco, in collaborazione con gli Enti competenti in materia e con il supporto delle Associazioni agricole, effettuerà momenti di divulgazione delle informazioni tecniche agli agricoltori per l’adozione di strumenti di prevenzione e per ottenere il recupero di eventuali danni.
5. Il Consorzio di Gestione del Parco, in collaborazione con le Associazioni agricole, si attiverà presso le autorità sanitarie locali affinché venga effettuato il monitoraggio di parassiti e/o virosi, che possono colpire anche gli animali domestici e l’uomo (in particolare le zecche), e che sono veicolati soprattutto dagli ungulati. Le Autorità sanitarie, in collaborazione con le Associazioni dovranno fornire le informazioni sui rischi e le indicazioni tecnico – sanitarie adeguate per affrontare il problema.
Parametro di risultato: azioni di divulgazione entro sei mesi, attivazione di tutte le altre azioni nei due anni successivi
5. Le azioni da attivare prioritariamente e la gestione dell’Accordo
Il Tavolo di concertazione e monitoraggio predisporrà, entro un anno dalla approvazione della Variante Generale al P.T.P. del Parco dei Sassi di Roccamalatina e dell’emanazione delle Direttive di cui al comma 4 dell’art. 40 della L.R. n. 6/2005, la proposta operativa per attuare l’accelerazione dei pareri e delle incentivazioni.
Per la realizzazione degli obiettivi sopra elencati, il Parco, la Provincia e le Associazioni Agricole si impegnano ad attivarsi affinché il presente Accordo abbia adeguata diffusione e vengano utilizzate tutte le opportunità messe a disposizione dalle leggi di settore che prevedono la priorità per gli interventi nelle aree Parco, nonché nell’utilizzo di fondi comunitari e regionali, per azioni compatibili. Si impegnano a inoltre a chiedere la compartecipazione finanziaria di altri soggetti quali la Comunità Montana Appennino Modena Est, la Camera di Commercio di Modena e Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano.
Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, Accordo Agro-ambientale (Art. 33 L.R. n.6/2005)
BOZZA di PRESENTAZIONE, BOLOGNA 23 FEBBRAIO2006
a. Quadro sinottico degli obiettivi e degli parametri di risultato
ANNO | CONDIZIO NALITÁ | MANTENIMENTO PAESAGGIO | MANTENIMENTO ANTICHE VARIETÁ | BIOLOGICO | INTERVENTI EDILIZI | TURISMO DIDATTICO E MULTISERVIZI | COMMERCIA- LIZZAZIONE | CONTROLLO FAUNA SELVATICA | ||||
1 | I sem. | SOLO OBBLIGATORIA | BIOLOGICO | APPLICAZIONE PREMIO DI INDICE | DIVULGAZIONE | |||||||
II sem. | SOLO OBBLIGATORIA | GIÁ’ IN ATTO | STIPULA CONVENZIONI CON I COMUNI | 1 PUNTO VENDITA SEGNALETICA | DIVULGAZIONE | |||||||
2 | I sem. | PRIMNA ADESIONE VOLONTARIA | AVVIO CENSIMENTO | AVVIO CENSIMENTO | AUMENTO AZIENDE BIOLOGICHE | GESTIONE | ATTIVAZIONE DI TUTTE LE AZIONI E RISORSE NECESSARIE | |||||
II sem. | 1 PACCHETTO TURISTICO 1 ATTIVITÁ MULTISERVIZI | |||||||||||
3 | I sem. | AUMENTO ADESIONI VOLONTARIE | COMPLETAMENTO CENSIMENTO E STIPULA | COMPLETAMENTO E CENSIMENTO | “ | “ | GESTIONE | SVILUPPO DI ATTIVITÁ E PACCHETTI | CREAZIONE RETE DEI PRODUTTORI | GESTIONE | ||
II sem. | CONVENZIONI CON AZIENDE | “ | “ | |||||||||
4 | I sem. | “ | “ | GESTIONE | REALIZZAZIONE PROGETTI DI SALVATAGGIO | “ | “ | GESTIONE | “ | “ | GESTIONE | GESTIONE |
II sem. | RETE | |||||||||||
5 | I sem. | 75% DELLE AZIENDE IN ADESIONE OBBLIGATORIA E VOLONTARIA | GESTIONE | “ | “ | 60% DELLE AZIENDE A BIOLOGICO IN FILIERA | GESTIONE | “ | “ | GESTIONE | GESTIONE | |
II sem. |
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Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, Accordo Agro-ambientale (Art. 33 L.R. n.6/2005)
BOZZA di PRESENTAZIONE, BOLOGNA 23 FEBBRAIO2006
6. Validità dell’Accordo e verifiche
Il presente Accordo ha validità dal momento della stipula per i successivi 5 anni. Al termine di ciascun anno verranno effettuate le verifiche annuali da parte del Tavolo di concertazione e monitoraggio, che valuterà il grado di raggiungimento degli obiettivi e indicherà anche eventuali adeguamenti e/o integrazioni che si renderanno necessari.
7. Rapporti con gli strumenti di pianificazione e gestione
Gli intenti, gli obiettivi e le azioni contenute nel presente Accordo costituiranno riferimento per la redazione o le varianti agli strumenti di pianificazione e gestione del Parco: Piano territoriale e Regolamento.
In particolare per quanto attiene il Piano territoriale, in conformità a quanto stabilisce il comma 8 dell’art. 33 della L.R. n. 6/2005, il presente Accordo sarà parte integrate del Documento preliminare.
La Relazione illustrativa descriverà come gli intenti, gli obiettivi e le azioni del presente Accordo saranno inserite negli elaborati del P.T.P.: Quadro conoscitivo, cartografia, Norme di attuazione, Valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale (Val.S.A.T.).
La Relazione descriverà altresì quali delle azioni avranno carattere di indirizzo, quali di direttiva e quali di prescrizione all’interno delle Norme di attuazione del P.T.P.
Il Regolamento del Parco sarà redatto anche sulla base degli obiettivi del presente Accordo nonchè considerando conoscenze ed informazioni raccolte nei censimenti e nelle indagini qui previste.
Data …………………….
FIRME
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