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2. OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE
2.1 Risposta del servizio comunale di protezione civile
Il Comune in caso di emergenza deve garantire le azioni pianificate a livello comunale e, pertanto, che siano costantemente efficienti i collegamenti telefonici, via fax, e via e-mail, sia con la Sala Operativa Regionale sia con la Prefettura - UTG, sia per la ricezione e la tempestiva presa visione dei bollettini/avvisi di allertamento, sia con le altre componenti e strutture operative di protezione civile presenti sul territorio per la reciproca comunicazione in situazioni di criticità.
2.2 Coordinamento operativo e allertamento locale
Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile il Sindaco si avvale dell’intera struttura comunale e delle competenze specifiche delle diverse strutture operative presenti in ambito locale, nonché di aziende erogatrici di servizi.
A tal fine nel piano di emergenza del comune di Baronissi ciò è garantito dal Servizio Comunale di protezione civile, il quale è strutturato nel modo innanzi descritto.
2.2.1 Struttura del servizio comunale di protezione civile
Il Decreto Ministeriale del 28 maggio 1993 (Individuazione dei servizi indispensabili dei comuni), all’art.1 stabilisce che tra i servizi indispensabili dei comuni è compreso anche il servizio di Protezione Civile, di Pronto Intervento e di Sicurezza Pubblica. La Protezione Civile, quindi, è un servizio indispensabile e non è da intendersi come risposta straordinaria del comune di fronte all’emergenza, bensì come istituzione ed erogazione di un servizio continuativo e diffuso, di cui si garantisce il funzionamento anche nel tempo ordinario. Un servizio comprendente dunque, proprio secondo il dettato della legge 225/92, le diverse attività di prevenzione, previsione, gestione e superamento dell’emergenza.
Il Piano di Emergenza Comunale è lo strumento che, sulla base dell’attività di previsione svolta a monte della risposta alle situazioni di emergenza dallo stesso ente ovvero da quelli sovraordinati, consente all’Amministrazione Comunale di essere pronta alla gestione dell’emergenza, di svolgere attività di prevenzione e di accelerare, quindi, la fase di superamento dell’emergenza.
In emergenza, il Sindaco, in quanto autorità locale di protezione civile, attiva la risposta comunale all'emergenza:
1. di iniziativa, in caso di evento locale;
2. su attivazione di un livello amministrativo superiore, provinciale, regionale o nazionale in caso di evento diffuso sul territorio.
In ogni caso è bene ricordare che il Sindaco, sempre in quanto autorità comunale di protezione civile, ed anche di pubblica sicurezza e di sanità pubblica, è il primo responsabile secondo le leggi penali, civili ed amministrative della risposta comunale all'emergenza.
In particolare, le attività indispensabili che devono essere previste e pianificate dal servizio comunale di protezione civile dovranno essere:
a) l’organizzazione di una struttura operativa comunale in grado di svolgere attività di previsione e prevenzione, di prestare la primissima assistenza alla popolazione (tecnici comunali, volontari, imprese convenzionate, etc.);
b) la vigilanza su situazioni di possibile rischio per la pubblica incolumità in caso di comunicazioni ufficiali di allerta provenienti da enti superiori, ovvero in caso di verifica diretta delle stesse;
c) la predisposizione di sistemi e procedure di allerta alla popolazione in caso di emergenza
d) l’adeguata informazione alla popolazione, in periodo di normalità, sul grado di esposizione ai rischi e sui comportamenti da tenere in caso di emergenza;
e) la predisposizione di un servizio di pronta reperibilità dell’Amministrazione Comunale per la eventuale ricezione di comunicazioni di allerta urgenti, o improvvise.
Sul fronte della risposta all'emergenza è ancora più necessario avere ben chiari gli obiettivi da conseguire. Per questo è necessario attivare una serie di funzioni indispensabili a limitare i danni in termini di vite umane e beni di ogni tipo, queste formeranno il sistema di risposta all’emergenza.
Cambieranno la potenzialità e la capacità di organizzazione delle funzioni ma la struttura di fondo non può che essere la stessa in tutti i casi. Quello che non è certo è il numero di queste funzioni, esso dipenderà da innumerevoli fattori, però, un minimo di organizzazione e conseguentemente un certo grado di efficienza nella risposta all’emergenza la si può avere se è stato previsto il nocciolo duro del sistema di risposta e i conseguenti obiettivi da perseguire. Si ritiene che gli obiettivi siano i seguenti:
- direzione e controllo;
- comunicazione;
- informazioni di pubblica emergenza;
- evacuazione;
- assistenza di massa;
- soccorso medico e veterinario;
- gestione delle risorse;
- valutazione dei danni e verifica di agibilità;
- ricerca e recupero delle vittime;
- esercitazione.
Come già anticipato, non è importante il numero delle funzioni annesse ma la qualità del sistema di risposta che si realizzerà; esso dovrà, in vario modo, essere tale da prevedere quelle attività necessarie ad ottimizzare il sistema stesso.
Per il raggiungimento degli obiettivi sopra elencati, in tempo di pace e in emergenza, il servizio comunale di protezione civile, erogato giornalmente ai cittadini, senza soluzione di continuità, in modo omogeneo e diffuso sul territorio comunale, dovrà prevedere, oltre al responsabile dello stesso, personale in numero adeguato e funzionale agli stessi obiettivi, nonché mezzi e attrezzature tali da consentire il loro raggiungimento ovvero la loro immediata disponibilità.
Tenuta ferma l’autonomia che ha nella gestione delle attività comunali l’autorità competente e quindi, nella fattispecie, nell’azione di protezione civile si è ritenuto che le componenti minime del servizio di protezione civile del comune di Baronissi debbano essere le seguenti:
a) Sindaco
b) Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile (RSCPC)
c) Referente Comunale di Protezione Civile (RCPC)
d) Presidio Comunale di Protezione Civile
e) Centro Operativo Comunale (COC)
f) Nucleo comunale dei volontari di protezione civile
a) Il Sindaco
Il Sindaco è, per legge, l’Autorità comunale di protezione civile e responsabile primo delle attività volte alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata.
La normativa in materia di Protezione Civile assegna al Sindaco un ruolo da protagonista in molteplici attività di Protezione Civile, quali prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza, e ciò in relazione alla rappresentatività dei bisogni della collettività propria della figura istituzionale, come assegna, altresì e finalmente, competenze e responsabilità del tutto personali quale massima autorità locale in materia di protezione civile e di tutela della popolazione.
Il medesimo, al verificarsi di una situazione d’emergenza, ha la responsabilità dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione colpita. Tra le altre, si ricordano le principali incombenze ascritte alle competenze e responsabilità del Sindaco attribuitogli dalla normativa vigente:
1. fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado d’esposizione al rischio ed attivare opportuni sistemi di allerta;
2. individuare siti sicuri da adibire al preventivo e/o temporaneo ricovero per la popolazione esposta, attivando, se del caso, sgomberi preventivi;
3. assicurare una reperibilità finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di allerta;
4. provvedere alla vigilanza sull’insorgere di situazioni di rischio idrogeologico o d’altri rischi, specie alla presenza d’ufficiali comunicazioni di allerta, adottando le necessarie azioni di salvaguardia della pubblica e privata incolumità;
5. organizzare una struttura operativa comunale, formata da dipendenti comunali, Volontari, Imprese private, per assicurare i primi interventi di protezione civile, con particolare riguardo a quelli finalizzati alla salvaguardia della vita umana;
6. attivare, anche attraverso il Volontariato, i primi soccorsi alla popolazione e gli interventi urgenti necessari ad affrontare l’emergenza.
Il Sindaco in situazione ordinaria ISTITUISCE, SOVRINTENDE E COORDINA tutte le componenti dei Sistema per le attività di previsione e prevenzione che si svolgeranno presso gli uffici comunali; NOMINA il Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile, il referente comunale di protezione civile e i referenti delle Funzioni di Supporto; PROMUOVE E PARTECIPA attivamente alle manifestazioni atte a divulgare la cultura della Protezione Civile; INFORMA la popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali (art.12, legge 3 agosto 1999, n. 265).
Il Sindaco in caso di emergenza ASSUME la direzione e il coordinamento dei mezzi di soccorso e di assistenza delle popolazioni colpite; PROVVEDE a tutti gli interventi necessari; INFORMA la Regione, la Provincia e la Prefettura; CHIEDE l’intervento di altre Forze e Strutture quando l’evento non può essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del Comune.
Il ruolo coordinatore del Sindaco, significativo in tutte le fasi, da quella preparatoria a quella del superamento dell’emergenza è particolarmente rilevante proprio nell’attività di emergenza e, quindi, nella fase del pre-allertamento, dell’allarme, della segnalazione agli altri organi sovracomunali e nell’attivazione delle misure di primo intervento.
Il Sindaco, in occasione di esercitazioni, provvede, attraverso la struttura comunale, a mantenere aggiornato il Piano di Emergenza.
Una visione completa del ruolo e delle funzioni attribuite al Sindaco dalla normativa di protezione civile è fornita dal supplemento del n.° 32 del DPC Informa del gennaio 2001 pubblicato dal Dipartimento della Protezione Civile.
b) Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile (RSCPC)
È il responsabile tecnico di tutto il servizio di protezione civile comunale e, come tale, punto di riferimento del Sindaco nell’attività di settore.
Se con la legge 225/1992 viene riconosciuta al comune la facoltà di dotarsi di una struttura di protezione civile. L’articolo 108 del Decreto Legislativo 31.3.1998 n.112 detta le attività assegnate al Comune in materia di Protezione Civile. Tra queste, emerge in tutta la sua importanza l’individuazione del Comune come luogo di attuazione delle attività di prevenzione, previsione e gestione degli interventi. Vengono conferiti ai Comuni anche compiti inerenti l’adozione di provvedimenti di primo soccorso, la predisposizione dei piani di emergenza, l’attivazione degli interventi urgenti, l’utilizzo del volontariato e la vigilanza sulle strutture locali di protezione civile.
In modo inequivocabile, quindi, quotidianamente dovrà essere svolta attività di protezione civile:
- coordinando l'attività di previsione, prevenzione e pianificazione dei rischi in ambito comunale;
- organizzando i rapporti con il Volontariato locale (comunale e/o intercomunale);
- tenendo contatti con le Istituzioni coinvolte in attività di protezione civile (VVF, CC, Polizia, GdF, Genio Civile, Prefettura, Provincia, Regione, ecc.).
Quanto sopra elencato è riportato a titolo esemplificativo. È evidente che l’azione quotidiana di protezione civile dovrà essere tale da tenere aggiornato il presente documento, integrarlo in funzione delle esigenze tecniche e legislative, diffonderne i contenuti di interesse per la informazione alla popolazione.
c) Referente Comunale di Protezione Civile (RCPC)
Deve essere individuato il Referente Comunale di Protezione Civile (RCPC) che è il soggetto, interno alla struttura comunale ovvero afferente al servizio, che più di tutti conosce il Piano di Emergenza Comunale. In quanto tale esso costituisce il riferimento fisso del Sindaco nell’aggiornamento dello strumento pianificatorio e nella gestione delle emergenze.
Inoltre, l’esigenza di individuare questa figura è fondamentale per la gestione della fase di pre-emergenza per il rischio idrogeologico sul territorio comunale di Baronissi, che per le caratteristiche peculiari del territorio è una fase importantissima del modello di intervento, utile a capire l’evoluzione del fenomeno in considerazione degli avvisi regionale che arrivano alla struttura comunale di protezione civile.
Di norma, il Referente Comunale avrà il compito di:
⮚ sovrintendere al Piano di Emergenza Comunale (stesura e/o aggiornamento);
⮚ coordinare l'attività esercitativa di verifica della pianificazione.
In situazione di pre-emergenza ed emergenza, il RCPC, in quanto profondo conoscitore del Piano di Emergenza Comunale, avrà incarichi operativi di principale importanza, supportando il Sindaco nell’attuazione del Piano, nella gestione del personale del Comune, dei Volontari e delle aree di emergenza ed in tutte le altre fondamentali azioni da mettere in atto.
In caso di estrema necessità potrà essere individuato come RCPC il Sindaco stesso, anche se questa scelta riduce molto significato della figura del Referente Comunale, inteso come il primo collaboratore del Sindaco nella gestione dell’emergenza.
Il Referente potrà coincidere o meno col Responsabile del servizio comunale di protezione civile, questo dipende dal modo in cui è strutturata la organizzazione complessiva della macchina comunale.
d) Presidio Comunale di Protezione Civile
Il Sindaco, per eventi di protezione civile di cui alla lett. a) dell'art. 2 primo comma L. 225/92, che si manifestano con modalità e portata che rischiano di far comunicare falsi allarmi alla popolazione, oltre che del Referente si avvale in particolari situazioni del Presidio Comunale di Protezione Civile che è costituito dal:
1. Sindaco, che coordina direttamente o delega le funzioni di coordinamento del PRESIDIO;
2. Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile;
3. Referente Comunale di Protezione Civile (in quanto conoscitore del meccanismo del Piano di Emergenza di protezione civile);
4. Comandante Polizia Municipale.
Questa struttura minima di comando e controllo è autonoma nella gestione di alcune fasi del modello di intervento stabilito per alcuni rischi territoriali.
La organizzazione, di volta in volta, può essere flessibile ed adeguarsi alla fattispecie. Il Sindaco ed il Responsabile di protezione civile comunale possono anche sovrintendere alla gestione di queste fasi. I gestori materiali sono il Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile il Referente, e il Comandante Polizia Municipale. A discrezione del Sindaco possono afferire a questa struttura altri componenti, in funzione della natura dell'emergenza, delle singole competenze e funzioni di supporto, fino a costituire il COC.
Il PRESIDIO COMUNALE di Protezione Civile è fisicamente ubicato nella casa comunale in P.zza Della Repubblica nella stessa sede del COC.
e) Centro Operativo Comunale (COC)
Il Sindaco per assicurare, nell’ambito del proprio territorio comunale, la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Giunta Regionale che lo supporteranno nelle forme e nei modi secondo quanto previsto dalla norma. Inoltre, in qualità di Autorità comunale di protezione civile al verificarsi dell’emergenza,
nell’ambito del territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.
Il Centro Operativo Comunale è fisicamente ubicato nella casa comunale in P.zza Della Repubblica.
approvato con provvedimento sindacale del 2002, prot. 14168 sede: casa comunale di P.zza Della Repubblica, 1
sede alternativa: sede del NUCLEO comunale di protezione civile, via Ferreria 38. Coordinatore il responsabile del servizio di protezione civile comunale
CENTRO OPERATIVO COMUNALE
A tale riguardo è opportuno che l’Amministrazione individui una location che sia sede fisica del Presidio Comunale, del Centro Operativo Comunale che in emergenza si trasformerà a tutti gli effetti nella Sala Operativa. È preferibile che la sede prescelta sia ubicata a piano terra o al massimo al piano primo se agevolmente raggiungibile.
Il C.O.C., nel caso di emergenze che si manifestano immediatamente complesse e articolate, è opportuno che sia supportato:
1. da una segreteria dove gli addetti al protocollo, fax, fotocopiatrice, Internet e quant’altro necessario garantiscano i predettii servizi a tutti gli operatori della Sala Operativa e ne snelliscono l’operatività;
2. dall’URP che attraverso le funzioni di supporto può da risposte immediate alla cittadinanza coinvolta; gli addetti all’URP, devono essere al corrente degli interventi attuati, dei provvedimenti da attuare e devono essere in grado di comunicarli alla popolazione, nonché di consigliare i cittadini sui comportamenti da tenere;
3. della sala stampa dove attraverso conferenze e incontri possa essere gradualmente fatto il punto della situazione e diffondere le notizie di interesse generale. Il rapporto con i mass media deve essere curato direttamente dal Sindaco, o dal RCPC e/o dal Responsabile della comunicazione, se delegati.
Il tutto deve essere organizzato tenendo presente che la strumentazione sia adeguata alle funzioni da svolgere pertanto è opportuno dotare il tutto di strumentazioni quali telefoni, fax, PC, radiotrasmittenti, fotocopiatrici, stampanti, collegamenti Internet adeguate in numero e qualità.
Come già evidenziato nella tabella precedente con provvedimento sindacale del 2002, prot. 14168, notificato ai responsabili delle singole funzioni e agli enti e alle strutture sovraordinati (Ufficio Territoriale del Governo, Provincia di Salerno, Regione Campania, Stazione dei Carabinieri di Baronissi) è stato istituito il Centro Operativo Comunale individuando i responsabili delle 9 funzioni di supporto previste dalle linee guida nazionali:
1 Tecnica Scientifica e Pianificazione
Il referente dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche.
Tra le tante cose che questa funzione deve curare non deve essere trascurato affatto il controllo sulle aree di protezione civile individuate. Le aree sul territorio comunale, destinate a scopi di protezione civile, le quali potranno chiaramente avere caratteristiche polifunzionali, in modo da svolgere una funzione ordinaria quale ad esempio: mercato settimanale, attività fieristiche o sportive ed altre secondo le esigenze del comune; ciò garantisce la continua manutenzione e, in caso di emergenza, il rapido utilizzo per l’accoglienza della popolazione e/o l’ammassamento delle risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell’emergenza.
Per ciascuna area di emergenza dovranno essere tenuti sotto controllo i relativi percorsi di accesso aggiornandone delle prime e dei secondi la cartografia allegata al presente piano.
Le aree di emergenza si distinguono in tre tipologie:
1. aree di attesa: luoghi dove sarà garantita la prima assistenza alla popolazione immediatamente dopo l’evento calamitoso oppure successivamente alla segnalazione della fase di preallarme;
2. aree di ricovero o di accoglienza: luoghi in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni (vedi tabella allegata con l’elenco completo);
3. aree di ammassamento: luoghi di raccolta di uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso alla popolazione.
La tavola grafica n. 11 individua con precisione ognuna delle summenzionate aree all’uopo individuate in sede di pianificazione. Le tabelle riassumono i dati essenziali per la immediata ed esatta individuazione. Le schede delle aree di attesa riassumono i dati operativi per la esatta individuazione da parte della popolazione residente.
2 Sanità, Assistenza Sociale
Il referente dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti del Servizio Sanitario.
3 Volontariato
Il referente dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie associazioni di volontariato “utilizzando” le stesse in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed alla tipologia delle attività esplicate dall’associazione e dai mezzi a loro disposizione.
Il referente provvederà, in "tempo di pace", ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle suddette associazioni.
4 Materiali e mezzi
La funzione di supporto in questione è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualunque tipo. Questa funzione, attraverso il censimento dei materiali e mezzi appartenenti all’ente, al volontariato, ai privati, ecc., deve avere, attraverso l' aggiornamento semestrale, un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non può essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà analoga richiesta al Prefetto competente.
5 Servizi essenziali e attività scolastica
A questa funzione afferiscono i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio comunale coinvolto. In tempo di pace deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete.
In emergenza l’utilizzazione del personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze ed eventuali concorsi (interventi di mezzi speciali, impiego di spazzaneve, etc.) è coordinata dal referente di funzione nel Centro Operativo.
Dovranno essere previste esercitazioni nelle quali i singoli Enti preposti all’erogazione dei servizi ottimizzeranno il concorso di uomini e mezzi nelle varie ipotesi di emergenza, secondo i criteri di garanzia, messa in sicurezza degli impianti e ripristino dell’erogazione.
6 Censimento danni, persone e cose
L’effettuazione del censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso e per determinare sulla base dei risultati, riassunti in schede riepilogative, gli interventi d’emergenza. Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a:
persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, agricoltura e zootecnia, infrastrutture pubbliche e quant’altro possa essere stato coinvolto nell’evento.
Per il censimento di quanto descritto e per le verifiche di stabilità, che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti, il referente di questa funzione si avvarrà di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune ed esperti di settore organizzati eventualmente in squadre miste di tecnici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Servizio Lavori Pubblici, Genio Civile o l’intervento della Comunità Scientifica per le verifiche di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.
7 Strutture operative locali
Il responsabile della suddetta funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte a questo servizio. In particolare questa funzione dovrà regolamentare localmente i trasporti, la circolazione ed il traffico ed altre strutture operative in arrivo sul posto dall’Ufficio Territoriale del Governo, dalla Regione o Dal Dipartimento di Protezione Civile.
8 Telecomunicazioni
Il referente di questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile territoriale della Telecom, con il responsabile provinciale P.T. con il rappresentante dell’associazione dei radioamatori presenti sul territorio, organizzare una rete di telecomunicazione affidabile anche in caso di evento di notevole gravità.
9 Assistenza alla popolazione
Il responsabile di funzione, per fronteggiare le esigenze della popolazione a seguito dell’evento calamitoso, dovrà coordinare le istanze dei cittadini consequenziali ai disagi emersi a seguito dell’evento.
Il referente di funzione dovrà fornire un quadro delle disponibilità di alloggiamento e dialogare con le autorità preposte alla emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione degli immobili o delle aree.
Questa funzione deve essere pronta sulla conoscenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi ecc.) ed alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come "zone ospitanti".
Quindi per le nove funzioni previste dal Xxxxxx Xxxxxxxx sono stati designati responsabili che sia in tempo di pace sia in emergenza sono i referenti tecnici- amministrativi del Sindaco per ognuna delle funzioni.
Attraverso l' attivazione delle funzioni comunali si raggiungono due distinti obiettivi:
1. si individuano vari responsabili-esperti delle funzioni in emergenza;
2. si garantisce il continuo aggiornamento del piano tramite l' attività degli stessi responsabili-esperti in "tempo di pace".
Tramite l'attività dei responsabili delle funzioni comunali si avrà quindi la possibilità di tenere sempre efficiente il piano di emergenza che vede per ogni funzione un unico responsabile sia in tempo di pace sia in emergenza. Questo consente al Sindaco di avere nella centro operativo esperti che già si conoscono e lavorano nel piano e quindi di raggiungere una miglior omogeneità fra i suoi componenti e le strutture operative altrimenti diversificati fra di loro per procedure interne, mentalità e cultura.
La strumentazione necessaria, a titolo puramente indicativo, per l’allestimento della Sala Operativa del COC dovrebbe essere la seguente:
n. 10 telefoni | n. 2 collegamenti Internet |
n. 2 fax | n. 1 televisioni con televideo e videoregistratore |
n. 10 PC | n. 10 radio ricetrasmittenti |
n. 5 stampanti | spazio per i collegamenti in HF dell’ARI, la FIR e i CB |
n. 2 fotocopiatrici | n. 4 ricarica batterie e collegamenti per auto |
f) Il nucleo comunale dei volontari di protezione civile
Il Volontariato di Protezione Civile, divenuto negli ultimi anni un fenomeno nazionale che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi, è fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall’alluvione di Firenze del 1966 fino ai terremoti del Friuli e dell’Irpinia.
Il sistema di allertamento prevede che le comunicazioni, anche al di fuori degli orari di lavoro della struttura comunale, giungano in tempo reale al Sindaco attraverso i referenti indicati nelle schede successive.
Per questo motivo è stato creato anche il nucleo comunale dei volontari di protezione civile.
L’amministrazione comunale, nell’anno 2009, si dotò del Nucleo di P.C. per integrare e completare l’azione del servizio comunale.
Con Delibera di Consiglio Comunale n.50 del 27.11.2009 - “Costituzione e funzionamento del gruppo volontari di protezione civile” - si diede vita alla formazione del N.C.V.P.C.
L’operatività del N.C.V.P.C. fu sancita con la Determina del Responsabile del Corpo di Polizia Municipale e Protezione Civile n.711/009S del 15.05.2010.
Al nucleo fu assegnata la ex sede della scuola elementare comunale “S.Xxxxxxxxx”, ubicata in una struttura prefabbricata di proprietà comunale, sita in via Ferreria n.38, sicura in caso di sisma proprio per le sue caratteristiche costruttive (edificio in pannelli prefabbricati realizzato post sisma del 23.11.1980, interamente a piano terra) e distante circa 300 mt. dalla sede Municipale di piazza della Repubblica.
Il Nucleo Comunale Volontari di P.C., diventato operativo nel 2010, con la delibera di Giunta Comunale n.46 del 28.02.2011 fu autorizzato dall’Amministrazione Comunale ad intervenire in caso di eventi calamitosi extraterritoriali dietro mobilitazione da parte della Regione Campania o del Dipartimento Nazionale di P.C.
2.3 Coordinamento operativo locale
Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile il Sindaco si avvale dell’intera struttura comunale e delle competenze specifiche delle diverse strutture operative presenti in ambito locale, nonché di aziende erogatrici di servizi.
A tal fine nel piano di emergenza è necessario individuare un numero minimo di responsabili comunali, Sindaco compreso, che dovranno costituire il Presidio Operativo e/o il Centro Operativo Comunale o Intercomunale.
2.3.1 Presidio Comunale
A seguito dell’allertamento il Sindaco attiva il presidio operativo h24.
Il presidio avvalendosi almeno di un telefono, un fax e un computer, deve:
• garantire il rapporto costante con Regione, Provincia e Prefettura-UTG;
• informare ed eventualmente richiedere l’intervento, tramite il Sindaco, dei referenti delle strutture che operano sul territorio.
PRESIDIO COMUNALE | |||
Nominativo | Telefono | Fax | |
1. Sindaco, che coordina direttamente o delega le funzioni di | 089828281 | ||
coordinamento del PRESIDIO | |||
2. Responsabile del Servizio Comunale di Protezione Civile; | 089828289 | ||
3. Referente Comunale di Protezione Civile (in quanto conoscitore | 089828265 | ||
del meccanismo del Piano di Emergenza | |||
di protezione civile) | |||
4. Comandante Polizia Municipale | 089828270 | ||
089828243 |
2.3.2 Centro Operativo Comunale
Il Centro Operativo Comunale è la struttura di cui si avvale il Sindaco per coordinare interventi di emergenza che richiedono anche il concorso di enti ed aziende esterne all’amministrazione comunale.
Il Centro è organizzato in “funzioni di supporto”, ossia in specifici ambiti di attività che richiedono l’azione congiunta e coordinata di soggetti diversi.
approvato con provvedimento sindacale del 2002, prot. 14168 sede: casa comunale di P.zza Della Repubblica, 1
sede alternativa: sede del NUCLEO comunale di protezione civile, via Ferreria 38. Coordinatore il responsabile del servizio di protezione civile comunale
CENTRO OPERATIVO COMUNALE
Tecnica di valutazione e pianificazione
(Tecnici comunali, tecnici o professionisti locali, tecnici della Provincia e della Regione)
Viene attivata dal Sindaco al fine di costituire il presidio operativo comunale che garantisce lo svolgimento di attività di tipo tecnico per il monitoraggio del territorio già dalla fase di attenzione.
Riceve gli allertamenti trasmessi dalle Regioni e/o dalle Prefetture, mantenendo con esse un collegamento costante, ne dà informazione alle altre funzioni e garantisce il supporto tecnico al Sindaco per determinare l’attivazione delle diverse fasi operative previste nel piano di emergenza.
Raccorda l’attività delle diverse componenti tecniche al fine di seguire costantemente l’evoluzione dell’evento, provvedendo ad aggiornare gli scenari di rischio previsti dal piano di emergenza, con particolare riferimento agli elementi a rischio.
Organizza e coordina le attività delle squadre del Presidio territoriale per la ricognizione delle aree esposte a rischio e la delimitazione del perimetro.
Verifica l’effettiva funzionalità ed agibilità delle aree di emergenza e degli edifici strategici.
Organizza sopralluoghi per la valutazione del rischio residuo e per il censimento dei danni.
Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
(A.S.L., C.R.I., Volontariato Socio Sanitario, 118, Regione)
Raccorda l’attività delle diverse componenti sanitarie locali.
Provvede al censimento in tempo reale della popolazione presente nelle strutture sanitarie a rischio e verifica la disponibilità delle strutture deputate ad accoglierne i pazienti in trasferimento.
Verifica l’attuazione dei piani di emergenza ospedaliera (PEVAC e PEIMAF). Assicura l’assistenza sanitaria e psicologica durante la fase di soccorso ed evacuazione della popolazione e nelle aree di attesa e di accoglienza.
Garantisce la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico.
Volontariato
(Gruppi comunali di protezione civile, organizzazioni di volontariato)
Redige un quadro sinottico delle risorse realmente disponibili, in termini di mezzi, uomini e professionalità specifiche e ne monitora la dislocazione.
Raccorda le attività dei singoli gruppi/organizzazioni di volontariato.
Mette a disposizione le risorse sulla base delle richieste avanzate dalle altre funzioni, in particolare per le attività di informazione e di assistenza alla popolazione.
Materiali e mezzi
(Aziende pubbliche e private, uffici comunali, Provincia e Regione)
Redige un quadro sinottico delle risorse realmente disponibili appartenenti alla struttura comunale, enti locali, ed altre amministrazioni presenti sul territorio.
Provvede all’acquisto dei materiali e mezzi da ditte ed aziende private.
Mette a disposizione le risorse sulla base delle richieste avanzate dalla altre funzioni.
Servizi essenziali
(Aziende municipalizzate e società per l’erogazione di acqua, gas, energia),
Raccorda l’attività delle aziende e società erogatrici dei servizi
Aggiorna costantemente la situazione circa l'efficienza delle reti di distribuzione al fine di garantire la continuità nell’erogazione e la sicurezza delle reti di servizio.
Assicura la funzionalità dei servizi nelle aree di emergenza e nelle strutture strategiche.
Strutture operative locali e viabilità
(Forze dell'ordine, Polizia Municipale, Vigili del fuoco)
Per porre in essere tutti gli interventi necessari al soccorso e alla assistenza alla popolazione è obiettivo primario del Piano di emergenza individuare:
• le possibili criticità del sistema viario in situazione di emergenza
• i soggetti pubblici e privati interessati alla viabilità a supporto dell’attività di verifica e ripristino della stessa.
SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI INTERESSATI ALLA VIABILITÀ | |||||
Azienda/Società | Refer ente | Tel. | Fax | Mezzi disponibili | |
Xxxxxx Xxxxxx Xxx Cutinelli 7 | 089951465 | 089951465 | Movimento terra e trasporto |
In questo caso la società indicata è impresa affidataria della manutenzione ordinaria e straordinaria del comune.
L’azione di questa funzione prevede altresì: il raccordo dell’attività delle diverse strutture operative impegnate nelle operazioni di presidio del territorio e di informazione, soccorso ed assistenza alla popolazione, monitorandone dislocazione ed interventi; la verifica del piano della viabilità, con cancelli e vie di fuga, in funzione dell’evoluzione dello scenario; la individuazione, se necessaria, di percorsi di viabilità
alternativa, previa predisposizione, quanto occorre, per il deflusso in sicurezza della popolazione da evacuare ed il suo trasferimento nei centri di accoglienza in coordinamento con le altre funzioni.
Telecomunicazioni
(Enti gestori di reti di telecomunicazioni, Radioamatori)
L’efficace gestione dell’emergenza non può prescindere dalla possibilità di disporre di un sistema di telecomunicazioni adeguato che consenta, anche in situazione di criticità, i collegamenti tra la struttura di coordinamento e le squadre che operano sul territorio.
TELECOMUNICAZIONI | |
Sistema di telecomunicazioni utilizzato | radio polizia locale |
Frequenza radio P.C. comunale | frequenza radio utilizzata Rx 165,387 VHF Tx 160,787 VHF, tono 103.50 UHF |
Sistema di comunicazioni alternativo | |
Ubicazione ponte radio | la posizione del ponte radio è nella frazione Xxxxxx |
Questa funzione, inoltre, raccorda le attività degli enti gestori di telecomunicazioni per garantire la comunicazione in emergenza tra gli operatori e le strutture di coordinamento.
Garantisce l’immediato ripristino delle linee in caso di interruzione del servizio di comunicazione.
Mette a disposizione la rete dei radioamatori per assicurare la comunicazione radio sul territorio interessato.
Assistenza alla popolazione
(Uffici comunali, Provincia e Regione)
Aggiorna in tempo reale il censimento della popolazione presente nelle aree a rischio, con particolare riferimento ai soggetti vulnerabili.
Raccorda le attività con le funzioni volontariato e strutture operative per l’attuazione del piano di evacuazione.
Verifica la reale disponibilità di alloggio presso i centri e le aree di accoglienza individuate nel piano e provvede alla distribuzione dei pasti alla popolazione evacuata.
Questa funzione in stretto raccordo con la funzione Telecomunicazioni deve definire le modalità di informazione alla popolazione in tempo di pace per prepararla ad affrontare un’eventuale situazione di emergenza, individuando i soggetti deputati a tale attività.
INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE | |
Responsabile ufficiale dell’informazione | responsabile servizio protezione civile |
Incaricato della diffusione delle informazioni alla popolazione | responsabile servizio protezione civile |
Modalità di diffusione dell’informazione | manifesti, opuscoli, convegni, incontri nelle scuole |
Di contro, per garantire l’immediata attivazione dell’allarme verso la popolazione in caso di pericolo e dell’avvio della procedura di evacuazione potrà valutare, in accordo la funzione tecnica e di pianificazione, l’utilizzo di dispositivi locali di allarme (sirene, altoparlanti montati su autovetture, campane, altri sistemi acustici) e comunicarne a vario modo, secondo quanto ritiene utile ed opportuno, la conoscenza e le modalità di attivazione, ciò anche mediante le altre strutture quali il Volontariato, la Polizia Locale, in coordinamento con le altre Forze dell’Ordine ed i Vigili del Fuoco.
SISTEMI DI ALLARME PER LA POPOLAZIONE (all’atto della stesura del presente documento non vi sono sistemi di allarme) | |||
Soggetto/Tipo | Referente | Telefono | Modalità di allertamento |
Infine, per garantire l’efficacia delle operazioni di allontanamento della popolazione, con la relativa assistenza, tale funzione in raccordo evidente con tutte le altre funzioni di supporto deve prevedere un aggiornamento costante del censimento della popolazione presente nelle aree a rischio, con particolare riguardo alla individuazione delle persone non autosufficienti e la disponibilità dei mezzi di trasporto, anche facendo ricorso a ditte autorizzate per il trasferimento della popolazione, priva di mezzi propri, verso i centri e le aree di accoglienza.
CENSIMENTO POPOLAZIONE IN AREE A RISCHIO | |
periodicità dell’aggiornamento | Semestrale sarebbe ideale, necessariamente annuale |
soggetti che aggiornano i dati | Servizio comunale di protezione civile |
Conclusioni
Ciascuna funzione, per il proprio ambito di competenze, valuta l’esigenza di richiedere supporto a Prefettura - UTG e Regione, in termini di uomini, materiali e mezzi, e ne informa il Sindaco.
Sarà utile che il Centro Operativo Comunale disponga di una Segreteria che provveda
al raccordo tra le diverse funzioni di supporto, favorendone il collegamento con il Sindaco anche attraverso opportune periodiche riunioni, e si occupi dell’attività amministrativa, contabile e di protocollo nonché del rapporto con Regione, Prefettura - UTG, Provincia, Comunità Montana e altri Comuni.
Le funzioni di supporto, così come precedentemente elencate, possono essere accorpate, ridotte o implementate secondo le necessità operative connesse alla gestione dell’emergenza e sulla base delle caratteristiche e disponibilità del comune.
Si ritiene, tuttavia, che per garantire il funzionamento del Centro Operativo in una qualsiasi situazione di emergenza è almeno necessaria l’attivazione delle seguenti funzioni:
- Tecnica e di pianificazione
- Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
- Volontariato
- Assistenza alla popolazione
- Strutture operative locali e viabilità
In “tempo di pace” è compito delle funzioni predisporre tutti gli elementi ed adottare tutte le iniziative necessarie per garantire al funzionalità e l’efficienza del Centro Operativo in situazione di emergenza, anche attraverso la definizione di specifici “piani di settore”.
In particolare per i piccoli comuni, caratterizzati da estensione ridotta, numero di abitanti esiguo e poca disponibilità di risorse, è possibile realizzare una pianificazione di emergenza in forma associata che preveda al posto di più centri operativi comunali un unico Centro Operativo Intercomunale.
Il Centro Operativo Comunale dovrà essere preferibilmente ubicato in un edificio diverso dalla sede del Municipio, in modo da non interferire con l’ordinaria attività tecnica ed amministrativa del Comune, e posizionato al di fuori delle aree individuate a rischio. Allo scopo si potranno utilizzare, per il periodo strettamente necessario al superamento dell’emergenza, anche strutture ordinariamente destinate ad altri usi (scuole, padiglioni fieristici, palestre….), purché opportunamente attrezzate con telefoni, fax , computer per consentire l’attività dei diversi soggetti che costituiscono il Centro.
In ogni caso l’ubicazione della sede, individuata in fase di pianificazione, andrà comunicata a Regione, Provincia, Prefettura - UTG, Comuni limitrofi e alle strutture operative locali.
Laddove possibile sarà utile che la sede risulti facilmente accessibile, opportunamente segnalata e dotata di un piazzale attiguo che abbia dimensioni adeguate almeno al parcheggio dei veicoli degli operatori del Centro stesso.
Per una migliore organizzazione interna delle attività del Centro Operativo è necessario individuare almeno due ambienti separati di cui uno destinato ad ospitare la "sala operativa", con le postazioni delle singole funzioni e una postazione radio, ed un altro adibito a "sala riunioni", per svolgere le necessarie riunioni di coordinamento.
2.4 Attivazione del Piano di Emergenza
Il Piano di emergenza deve prevedere un adeguato sistema di vigilanza sul territorio per garantire le attività di ricognizione e di sopralluogo delle aree esposte a rischio, soprattutto molto elevato.
Il Piano risponde a ciò attraverso l’attivazione del modello di intervento predisposto per ogni singolo rischio. Tutto quanto e sotto il coordinamento del presidio operativo prima e del Centro Operativo poi, se attivato.
PRESIDIO TERRITORIALE (all’atto della stesura del presente documento non vi sono sistemi di allarme) | |||
Componente | Compiti affidati | Telefono | Mezzi |
2.5 Funzionalità delle telecomunicazioni
L’efficace gestione dell’emergenza non può prescindere dalla possibilità di disporre di un sistema di telecomunicazioni adeguato che consenta, anche in situazione di criticità, i collegamenti tra la struttura di coordinamento e le squadre che operano sul territorio. Per le notizie su tale aspetto si veda quanto riportato per la funzione di supporto all’uopo individuata.
TELECOMUNICAZIONI | |
Sistema di telecomunicazioni utilizzato | radio polizia locale |
Frequenza radio | frequenza radio utilizzata Rx 165,387 VHF Tx 160,787 VHF, tono 103.50 UHF |
Sistema di comunicazioni alternativo | |
Ubicazione ponte radio | la posizione del ponte radio è nella frazione Xxxxxx |
2.6 Ripristino della viabilità e dei trasporti – controllo del traffico
Per porre in essere tutti gli interventi necessari al soccorso e alla assistenza alla popolazione è obiettivo primario del Piano di emergenza individuare:
• le possibili criticità del sistema viario in situazione di emergenza
• i soggetti pubblici e privati interessati alla viabilità a supporto dell’attività di verifica e ripristino della stessa
Per le notizie su tale aspetto si veda quanto riportato per la funzione di supporto all’uopo individuata.
SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI INTERESSATI ALLA VIABILITÀ | |||||
Azienda/Società | Refer ente | Tel. | Fax | Mezzi disponibili | |
Xxxxxx Xxxxxx Xxx Cutinelli 7 | 089951465 | 089951465 | Movimento terra e trasporto |
2.7 Misure di salvaguardia della popolazione
Per le notizie relative all’informazione, ai sistemi di allarme e al censimento alla popolazione si veda specificamente quanto riportato per la funzione di supporto all’uopo individuata: assistenza alla popolazione
2.7.1 Informazione alla popolazione
Il Piano di emergenza deve definire le modalità di informazione alla popolazione in tempo di pace per prepararla ad affrontare un’eventuale situazione di emergenza, individuando i soggetti deputati a tale attività.
2.7.2 Sistemi di allarme per la popolazione
Per garantire l’immediata attivazione dell’allarme verso la popolazione in caso di pericolo e dell’avvio della procedura di evacuazione ci si può dotare di dispositivi locali di allarme (sirene, altoparlanti montati su autovetture, campane, altri sistemi acustici) o comunicare per via telefonica e/o porta a porta, mediante il Volontariato, la Polizia Locale, in coordinamento con le altre Forze dell’Ordine ed i Vigili del Fuoco.
2.7.3 Censimento della popolazione
Per garantire l’efficacia delle operazioni di allontanamento della popolazione, con la relativa assistenza, il piano deve prevedere un aggiornamento costante del censimento della popolazione presente nelle aree a rischio, con particolare riguardo alla individuazione delle persone non autosufficienti e la disponibilità dei mezzi di trasporto, anche facendo ricorso a ditte autorizzate per il trasferimento della popolazione, priva di mezzi propri, verso i centri e le aree di accoglienza.
2.7.4 Aree di emergenza ed ulteriori elementi per la tutela della popolazione
Il piano comunale di emergenza ha una stretta interrelazione con il territorio e la sua gestione urbanistica in quanto deve individuare gli elementi e le attrezzature che possono essere immediatamente utilizzati durante l’evento ovvero subito dopo. Per questi scopi il Dipartimento della Protezione Civile ha definito i criteri di scelta per l’individuazione delle aree di emergenza.
Le considerazioni tecniche sono rivolte all’individuazione, all’interno di ogni frazione, quartiere o isolato, di spazi liberi esistenti o immediatamente liberabili e dei percorsi stradali per raggiungerli.
Rispetto a questa esigenza è necessario individuare elementi fisici potenzialmente utili e attrezzature urbane di interesse strategico con funzione di protezione civile:
aree di attesa, nelle quali accogliere la popolazione prima della fase parossistica dell’evento o nell’immediato post-evento;
aree di ricovero, nelle quali installare i primi insediamenti abitativi e le strutture di accoglienza per la popolazione colpita;
aree di ammassamento, nelle quali convogliare i soccorritori, le risorse ed i mezzi di soccorso alla popolazione.
sistema stradale per il raggiungimento delle suddette aree.
Aree di attesa
Le aree di attesa sono luoghi sicuri in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive o successive al verificarsi di un evento calamitoso. Queste aree devono essere indicate con precisione e chiarezza alla popolazione, anche mediante esercitazioni e la divulgazione di materiale informativo. Infatti la mancanza di indicazioni chiare e precise crea confusione e genera comportamenti dissennati.
Nell’azione di progettazione o riqualificazione degli spazi urbani individuati come tali bisognerà considerare fortemente l’accessibilità e l’organizzazione di queste aree per renderle immediatamente disponibili in caso di emergenza. Le aree potranno essere sia pubbliche che private.
• Il punto di raccolta deve essere facilmente raggiunto da qualsiasi categoria di utenti, ma, al tempo stesso, sufficientemente lontano da non poter essere raggiunto dalle conseguenze dell’evento stesso.
Indicazioni di massima relative alla riduzione della vulnerabilità sismica delle aree di attesa sono le seguenti:
• consolidamento di cornicioni, comignoli, manti di copertura ed elementi aggettanti delle cortine prospicienti le aree;
• controllo e consolidamento degli spazi pubblici porticati che circondano l’area;
• consolidamento e controllo manutentivo di elementi critici perché capaci gli indurre danni alla situazione.
Per raggiungere gli obiettivi sopradetti l’amministrazione può individuare agevolazioni o premialità per i privati che si attivino in tal senso. Per gli spazi pubblici possono essere presi a riferimento nell’azione di progettazione degli interventi.
Percorso stradale
Schema funzionale
Centro abitato
Con riferimento alla tavola grafica 11 si riportano in dettaglio le schede delle singole aree di attesa, riportanti la denominazione, la foto aerea, la esatta toponomastica e l’area del territorio afferente alla stessa.
•
Aree e strutture per il ricovero e l’accoglienza
Le strutture per il ricovero sono le aree in cui verrà sistemata la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa, per periodi più o meno lunghi, a seconda del tipo di emergenza (da pochi giorni a mesi). È quindi necessario, in sede di pianificazione urbanistica a livello comunale, nell’ambito della quale, ai sensi della normativa vigente, il presente piano di emergenza rappresenta pianificazione di settore, prevedere degli spazi urbani utili ad assolvere tale funzione.
La localizzazione e progettazione di queste aree dovrà tenere conto dei seguenti accorgimenti:
• l’area dovrà prevedere opere di drenaggio;
• l’area dovrà prevedere allacci con la rete elettrica, idrica e fognaria;
• l’area dovrà prevedere impianti di illuminazione notturna;
• l’area dovrà prevedere vie di accesso;
• i collegamenti con l’area dovranno essere garantiti anche in previsione di un potenziale evento;
• le indicazioni provenienti dagli standard urbanistici, per il dimensionamento degli interventi di natura urbana, dovranno essere integrate con le esigenze derivanti dal piano di emergenza;
• la progettazione esecutiva dovrà coniugare le esigenze sociali e/o territoriali con le funzioni di protezione civile, recependo le indicazioni dimensionali per l’installazione dei moduli tenda e/o moduli abitativi, sociali e di servizio nonché degli spazi necessari alla movimentazione dei mezzi e dei materiali;
• dovrà essere prevista la possibilità di un rapido collegamento con le principali reti di servizio, dimensionate in base al potenziale bacino di utenza in caso di evento.
E’ inoltre importante valutare le aree selezionate rispetto al potenziale rischio residuo quale:
• aree sottese a tesate elettriche o sopra elettrodotti interrati;
• superfici esposte a crolli di ciminiere, tralicci, antenne, gru ed installazioni sopraelevate;
• zone percorse da condotto principali di acquedotti e gasdotti;
• aree sottostanti o immediatamente prossime a dighe, bacini idraulici e condotte forzate;
• aree sottostanti o prossime a rilievi potenzialmente pericolosi o a rocce fessurabili;
• zone di esondazioni di fiumi e corsi d’acqua o esposte a fenomeni di marea;
• superfici suscettibili di cedimenti del terreno, smottamenti e frane;
• terreni adibiti precedentemente a discarica poi bonificata;
• aree eccessivamente esposte a fenomeni meteorologici particolari quali forti venti, trombe d’aria;
• zone vicine a complessi industriali possibili fonti di rischio incendio, chimico, biologico;
• aree prossime a magazzini, centri di stoccaggio e serbatoi del gas, liquidi infiammabili, o a rischio chimico;
• foreste e macchie (rischio incendio o folgorazione da fulmini);
• terreni arati recentemente, avvallamenti e conche suscettibili, con la pioggia, di perdere consistenza.
Si distinguono tre tipologie di aree di ricovero:
• strutture di accoglienza;
• tendopoli;
• insediamenti abitativi di emergenza.
Le strutture di accoglienza sono gli edifici destinati ad altri scopi che, in caso di necessità, possono accogliere la popolazione:
• palestre;
• scuole;
• capannoni;
• alberghi;
• centri sportivi.
Visto che le strutture di accoglienza sono edifici già dotati di tutti i servizi essenziali per lo svolgimento delle attività umane (servizi igienici, mense, linea elettrica, linea telefonica, riscaldamento, ecc.) è necessario che esse rispondano a soli criteri di sicurezza e di localizzazione. Devono cioè avere i seguenti requisiti:
• devono essere lontane dalle aree colpite;
• devono essere poco vulnerabili a qualsiasi tipo di evento;
• devono essere dotate di vie di accesso idonee;
• devono essere facilmente raggiungibili;
• possibilmente devono essere al servizio di più realtà comunali, baricentriche rispetto ai rischi cui un determinato territorio è esposto.
Dovrà essere pianificato l’approvvigionamento dei materiali necessari all’allestimento dei centri di accoglienza, indicando le strutture operative, comunali o extra-comunali, responsabili della fornitura, dell’allestimento dei centri e della gestione degli stessi.
Nei casi in cui la permanenza al di fuori delle proprie abitazioni sia prolungata oltre un certo limite, sarà necessario prevedere delle soluzioni alternative, quali l’affitto o l’assegnazione di altre abitazioni, oppure la costruzione di insediamenti di emergenza.
Tendopoli
Solitamente l’allestimento di tendopoli in emergenza è la scelta prioritaria, visti i tempi relativamente brevi necessari alla preparazione dei campi. Anche in questo caso si possono prevedere in sede di pianificazione le aree idonee, o potenzialmente utilizzabili in situazioni di emergenza. Nel caso si scelgano aree esistenti, normalmente adibite ad altri scopi, è da notare che i campi sportivi sono luoghi privilegiati, poiché caratterizzati da:
• dimensioni sufficienti e standardizzate;
• opere di drenaggio;
• collegamenti con le reti idrica, elettrica e fognaria;
• vie di accesso solitamente comode;
• presenza di aree adiacenti (parcheggi) per un’eventuale espansione del campo.
Per la localizzazione delle tendopoli devono essere utile evitate le possibili zone di atterraggio di elicotteri e di parcheggio dei mezzi operativi. Inoltre è necessario tenere separati i magazzini di stoccaggio dei materiali e gli insediamenti dei soccorritori da quelli della popolazione colpita. Il raggiungimento delle aree scelte deve essere agevole anche per mezzi di grandi dimensioni e possibilmente le vie di accesso dovranno essere protette da materiali che impediscano lo sprofondamento dei mezzi stessi. Si devono poi prevedere tutte le operazioni necessarie all’urbanizzazione temporanea delle aree individuate, considerando la possibilità di allacciare le reti idrica, elettrica e fognaria.
E’ possibile fornire alcuni dati di massima sulle dimensioni standard degli insediamenti di tendopoli: un campo per 500 persone con i servizi necessari (gabinetti, servizi igienici, cucine) occupa indicativamente una superficie di 7.500 m2, ma bisogna tener conto che molte funzioni interne ad una tendopoli (aree di parcheggio e di stoccaggio delle merci) non sono standardizzabili e possono inoltre essere riviste in caso di esigenze particolari che dovessero obbligare l’allestimento in aree limitate. Sulla realizzazione della tendopoli influiscono numerosi fattori che possono, in buona sostanza, ricondursi all’individuazione di un’area idonea e ad una corretta tecnica di montaggio. Per quanto concerne la composizione della tendopoli, essa è costituita:
• da un numero adeguato di moduli tenda;
• da un numero adeguato di strutture mobili per servizi igienici;
• da servizi mensa.
Per quanto riguarda il modulo tenda, bisogna precisare che:
• può essere composto di sei tende, per due file da tre, lungo il percorso idoneo al transito di un mezzo medio (furgoni o simili);
• ciascuna tenda necessita di uno spazio pari a m 7x6 = 42 m2;
• si dovrà lasciare uno spazio di circa un metro tra le piazzole al fine di consentire il passaggio per le pulizie e di eventuali tubazioni. L’intero modulo avrà così la forma di un rettangolo con una superficie totale di m 23x16 = 368 m2.
Per quel che concerne il modulo servizi igienici, essi possono essere realizzati con strutture mobili (tipo container), costruiti con pannellature coibentate in lamiera zincata preverniciata a caldo e isolati a caldo con l’utilizzo di poliuretano espanso. Ogni unità è suddivisa in due parti (uomini e donne), ciascuna fornita di tre lavabi, tre wc e una doccia.
I moduli hanno le seguenti dimensioni:
• lunghezza m 6,50;
• larghezza m 2,70;
• altezza m 2,50.
Per una tendopoli di 500 persone occorrono almeno 10 unità di servizio.
L’intero modulo copre, una superficie pari a m 24x24 = 576 m2.
Circa gli impianti di servizio mensa, è da notare che essi esulano in parte dalla standardizzazione per la varietà di possibili soluzioni adottabili. Il modulo sarà così composto di due grosse tende in posizione centrale, affiancate da una cucina da campo, lo spazio occupato è di circa m12x15 = 180 m2. Ai fini dell’individuazione di
un’area da adibire a tendopoli con una ricezione di circa 500 persone è necessaria di un’area di circa 7.500 m2.
Schema funzionale
Modulo cucine
Tendopoli
Modulo servizi
Modulo tenda
Caratteristiche geometriche
m en sa
cucina
w.c.
w.c.
Esempio di schema distributivo di una tendopoli
• Rete idrica
• Rete elettrica
• Rete fognaria
Impianti tecnologici
Nella fattispecie sono state individuate tre aree per le tendopoli:
Area T1 - parcheggio antistante negozio IKEA, nei pressi dell’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico, antincendio. Si stimano:
- n.250 tende ( tende P.88)
- n.2000 accoglienza sfollati
Area T2 - parcheggio in via Don Minzoni, a circa 1000 mt. dall’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico. Si stimano:
- superficie mq. 9000
- n.110 tende ( tende P.88)
- n.880 accoglienza sfollati
Area T3 - area del mercato settimanale in via Dei Greci, a circa 1500 mt. dall’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico. Si stimano:
- superficie mq. 9000
- n.157 tende ( tende P.88)
- n.1256 accoglienza sfollati
Insediamenti abitativi di emergenza
Sono insediamenti di emergenza che diventano necessari nel momento in cui sorge l’esigenza di raccogliere nuclei abitativi sparsi o isolati (ad esempio in frazioni) senza spostarli dai luoghi di residenza. I criteri di scelta dei siti in cui erigere campi- container sono equivalenti a quelli indicati per le tendopoli, ma in questo caso è necessario che in sede di pianificazione venga effettuata un’attenta ricognizione del numero di persone risiedenti in abitazioni vulnerabili, in modo da prevedere il giusto dimensionamento delle aree e dei materiali e la esatta localizzazione in aree baricentriche rispetto alla popolazione coinvolta e alla distribuzione edilizia (un raggio di percorrenza massimo di circa 2 km dal villaggio al nucleo abitato interessato dall’evento). Le dimensioni di questi campi variano normalmente da 40 a 500 persone (da 8 a 120 moduli abitativi).
Le caratteristiche principali, secondo le indicazioni della protezione civile, di un’area idonea alla realizzazione di un insediamento abitativo di emergenza sono:
• dimensioni certe;
• esistenza di opere di drenaggio;
• allacci con la rete elettrica, idrica e fognaria;
• impianto di illuminazione notturna;
• accessibilità;
• presenza di aree adiacenti, quali parcheggi, idonee ad eventuali ampliamenti o per essere adibite ad altre attività di soccorso.
In sede di pianificazione, le fasi del processo per l’individuazione e la predisposizione di un’area sono:
• analisi dei rischi a cui un determinato sito è esposto;
• definizione degli scenari di evento;
• individuazione della potenziale popolazione interessata da inagibilità degli edifici, rispetto alla loro distribuzione territoriale;
• analisi delle esigenze di natura urbana da coniugare, in fase progettuale, con le esigenze dettate dal piano di emergenza;
• verifica della sicurezza geologica e dell’idoneità funzionale dell’area, intesa come morfologia del terreno possibilità di rapidi collegamenti alle reti dei servizi e viabilità idonea al transito di mezzi e alla movimentazione dei materiali;
• predisposizione di un progetto esecutivo sulla base del principio di polifunzionalità;
• modifiche, eventuali, degli strumenti urbanistici vigenti;
• individuazione di norme tecniche e/o amministrative per la gestione di un’area destinata a più funzioni.
• E’ importante garantire l’assistenza delle popolazioni interessate da un evento calamitoso, nei limiti del possibile, nelle zone di abituale residenza. E’ comunque necessario adottare alcuni principi utili per evitare un’eccessiva frammentazione degli interventi.
La struttura urbanistica per la realizzazione di un insediamento abitativo può avere in via generale due tipi di aggregazione:
1. Tipologia a schiera. Questo tipo di disposizione dei moduli non consente di realizzare, in modo soddisfacente, gli spazi urbani di aggregazione sociale necessari. Ha il vantaggio, però, di adattarsi in aree con superfici limitate o con planimetrie fortemente irregolari.
2. Tipologia a corte. Un insediamento abitativo deve essere concepito come un sistema urbano in grado di assicurare, in tempi rapidi, la ricostituzione delle funzioni primarie precedentemente esistenti sul territorio. A tal fine sarà utile privilegiare un sistema di aggregazione a 4 o a 6 moduli che si affacciano su una corte interna, riproducendo le funzioni di interscambio sociale proprie del cortile, del pianerottolo, ecc. Il sistema tende a creare villaggi vivibili in quanto chiusi verso l’esterno con viabilità interna pedonale.
Con l’aggiornamento del piano di emergenza si è inteso, a differenza di quanto fatto nelle precedenti pianificazioni comunali di emergenza, individuare quali aree e strutture per il ricovero della popolazione solamente quelle pubbliche In emergenza, ciò potrà consentire procedure e modalità di utilizzazione notevolmente più veloci. È evidente che “i tempi brevi” in caso di emergenza sono importantissimi per dare risposta alla popolazione che ha subito danni e che dovrà alloggiare fuori casa.
Nelle schede che elencano tutte le aree e le strutture per il ricovero della popolazione sono stati indicati i posti che ognuna è capace di ospitare, ivi compresa la potenzialità di ospitare portatori di handicap.
Sono individuate le aree di prima accoglienza e quelle per l’accoglienza prolungata. Per l’anagrafica completa delle aree e delle strutture si rimanda alla tabella delle aree di ricovero riportata in appendice a questa seconda parte.
Aree di ammassamento
Nei comuni che sono sedi di C.O.M., i Sindaci devono necessariamente individuare delle aree per l’ammassamento dei soccorritori e delle risorse, poiché da tali aree partono i soccorsi per tutti i comuni allo stess afferenti.
Nella fattispecie, nonostante il comune di Baronissi non sia sede di
C.O.M. sono state comunque individuate aree di ammassamento, sia per la gestione di eventi che possono inerire il solo territorio comunale sia per l’eventualità di necessità in fase di emergenza. Si veda la tavola grafica 11 per la esatta individuazione di queste aree.
Le aree di ammassamento servono a garantire un razionale impiego dei soccorritori, dei mezzi e delle risorse nelle zone di intervento: esse devono avere dimensioni sufficienti per accogliere almeno due campi base (circa 6.000 m2) e possono essere utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche settimane e qualche mese. Sulla base delle istruzioni dettate dal Dipartimento della Protezione Civile, le aree di ammassamento dovranno presentare le seguenti caratteristiche tecniche:
• dimensioni sufficienti per accogliere almeno una tendopoli per 500 persone e servizi campali;
• disponibilità nelle vicinanze di risorse idriche ed elettriche facilmente collegabili;
• accertamento della sicurezza delle aree stesse in riferimento ai possibili rischi di inondazioni, dissesti idrogeologici o interruzione dei servizi e delle infrastrutture primarie;
• normare dal punto di vista urbanistico le aree rispetto alle diverse situazioni territoriali esistenti, emanando le necessarie istruzioni tecniche;
• prevedere una programmazione economica degli interventi di adeguamento funzionale necessari alla destinazione d’uso.
In particolare la localizzazione di queste aree sul territorio potrà essere effettuata, sempre secondo le istruzioni dettate dal Dipartimento della Protezione Civile, nel seguente modo:
• individuare aree che siano al servizio di più realtà comunali, baricentriche rispetto ai rischi cui un determinato territorio è esposto;
• collocazione in prossimità di un casello autostradale o comunque facilmente raggiungibile per strada agevole anche a mezzi di grandi dimensioni.
In sede di pianificazione urbanistica comunale le fasi del processo per l’individuazione e la predisposizione di un’area di ammassamento sono:
• analisi dei rischi cui un determinato luogo è esposto;
• definizione degli scenari di evento;
• analisi delle esigenze di natura urbanistica da coniugare, in fase progettuale, con le esigenze dettate dal piano di emergenza;
• verifica della sicurezza geologica;
• predisposizione di un progetto esecutivo sulla base del principio di polifunzionalità;
• modifiche, eventuali, degli strumenti urbanistici vigenti;
• individuazione di norme tecniche/amministrative per la gestione di un’area destinata a più funzioni.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, si possono elencare le seguenti:
• impianto di illuminazione notturna;
• vie di accesso idonee al passaggio anche di mezzi pesanti con larghezza dei percorsi (larghezza minima della carreggiata non inferiore a 3,50 m);
• possibilmente pianeggiante;
• non sottostante ammassi rocciosi;
• possibilmente non interessata da colture pregiate;
• è importante che il suolo dell’area possegga una certa capacità di drenaggio.
Sistema stradale e percorsi sicuri
La pianificazione di percorsi sicuri deriva dalla necessità di ridurre la confusione che si genera in situazioni di emergenza, con l’aumento del rischio potenziale per la popolazione che deve raggiungere le aree di attesa. La distanza da percorrere deve essere la minima possibile compatibilmente con la sicurezza del percorso. Per quanto riguarda la necessità eventuale di evacuare l’abitato, è necessario utilizzare delle strade adeguatamente dimensionate, facilmente raggiungibili dalle zone circostanti, e soprattutto in possesso di una dislocazione territoriale tale da garantirne il funzionamento anche in periodo di crisi. I percorsi
indicati, solitamente pedonali, dovranno essere scelti in modo da garantire l’incolumità. In sintesi, è opportuno che in emergenza il sistema stradale sia delimitato e utilizzato tenendo conto dei seguenti aspetti:
• assenza di strade a cul de sac (senza uscita);
• larghezza adeguata (comunque mai inferiore a 10 m);
• dimensioni tali da permettere il passaggio dei mezzi di soccorso;
• lunghezza adeguata;
• presenza di arterie di scorrimento in direzione ortogonale (per consentire un sistema di circolazione alternativo);
• presenza di arterie secondarie parallele alle principali (per consentire un sistema di circolazione alternativo);
• individuazione delle vie di fuga in quelle arterie che servano tutte le zone urbanizzate e che non siano vulnerabili all’evento calamitoso;
• facile da percorrere da qualsiasi categoria di persone;
• bassa vulnerabilità all’evento;
• adeguata viabilità e mobilità.
L’analisi della viabilità nella fattispecie è stata eseguita per evidenziare nel caso di evento sismico i percorsi ad alto grado di vulnerabilità a cui debbono fare attenzione gli abitanti che cercheranno di allontanarsi dalle proprie abitazioni e soccorritori che cercheranno di raggiungere questi luoghi.
Per la visione completa delle strade comunali si rimanda alla tabella dello stradario riportata in appendice a questa seconda parte.
I Cancelli di ingresso e di uscita
I cancelli di ingresso e di uscita sono dei punti obbligati di passaggio per ogni mezzo di soccorso o per i cittadini residenti nell’area coinvolta.
In questi veri e propri posti di blocco per i primi viene effettuata la verifica dell’equipaggiamento, l’assegnazione della zona di operazioni; per i secondi vengono rilasciate le autorizzazioni o i controlli in ingresso ovvero in uscita per essere al corrente di chi è presente nell’area colpita dall’evento. I cancelli sono presidiati, preferibilmente, da uomini delle Forze di Polizia (Municipale o dello Stato) eventualmente insieme ad operatori del sistema di soccorso sanitario, ma comunque in collegamento con le Centrali Operative 118 o le strutture di coordinamento della Protezione Civile attivate localmente (C.C.S., C.O.M., C.O.C.) e che stanno gestendo le fasi di soccorso.
La individuazione fisica di questi punti di controllo è opportuno che venga effettuata sulla base dell’area coinvolta.
Gli Eliporti o Elisuperfici sono a tutti gli effetti dei cancelli attrezzati per la partenza e l’atterraggio di mezzi aerei che vengono utilizzati in emergenza per rendere immediato il soccorso alle popolazioni coinvolte da calamità.
Indicazioni progettuali di massima per abbattere il livello di rischio territoriale e principio di polifunzionalità
La politica di protezione civile comunale oltre ad avere un indirizzo specifico di settore interagisce con le altre attività comunali in maniera multidisciplinare, questo
implica la possibilità di dettare indicazioni e suggerimenti che hanno efficacia di protezione civile a tutti gli effetti.
È evidente lo stretto legame con i lavori pubblici, la politica urbanistica dell’ente e l’edilizia privata. In tutti casi si ritiene opportuno indicare delle soluzioni che potranno essere recepite direttamente dagli uffici preposti ovvero previa modifica dei regolamenti comunali.
Indicazioni progettuali di massima relative alla realizzazione di percorsi di protezione civile
Per affrontare l’emergenza, organizzare i soccorsi e superare la crisi, è necessario dotare l’abitato di una rete stradale affidabile e di dimensioni opportune, che assicuri i collegamenti tra i luoghi colpiti e l’esterno e che consenta di connettere gli spazi adibiti ad aree di ammassamento, aree di raccolta e aree di attesa. Affinché il centro abitato possa essere facilmente raggiunto dai soccorsi, è necessario che il sistema viario sia ridondante, caratterizzato cioè da percorsi alternativi che garantiscano sempre la circolazione dei mezzi.
L’amministrazione potrà programmare interventi per garantire i percorsi sicuri verso le arre di protezione civile.
Il percorso sicuro dovrà essere dotato di:
• impianto di illuminazione (funzionante anche in casi di forte emergenza);
• segnaletica orizzontale e verticale indicante il percorso ma anche l’area di raccolta cui vuole indirizzare;
• il camminamento dovrà avere larghezza non inferiore a 3,00 m. se si trova in strada con edifici a filo su entrambi i lati, 1,80 m se non sono presenti edifici a filo strada (limiti geometrici indicativi).
Gli interventi atti alla creazione di percorsi sicuri dovranno tener conto:
• della superficie da servire;
• della presenza di persone nel settore urbano di riferimento;
• della distanza che l’utenza deve percorrere per giungere all’area di attesa.
Gli schemi di funzionamento della rete della viabilità ai fini dell’individuazione del percorso garantito possono essere:
• piazza: è lo schema più efficiente, l’utente può raggiungere immediatamente l’area di attesa;
• rete a maglia regolare: consente scelte di percorso equivalenti;
• rete a maglia irregolare: consente scelte quasi equivalenti;
• strada passante: consente di scegliere fra almeno due direzioni di fuga, salvo fissarne una;
• schema ad albero: consente una sola direzione di fuga.
Uno degli obiettivi principali è quello di garantire un deflusso sicuro per i pedoni, in caso di emergenza, evitando conflitti con la componente veicolare del traffico.
A tal proposito, si possono dare alcune indicazioni progettuali di massima relative alla viabilità e alla mobilità delle vie di fuga.
Aree ad uso veicolare e pedonale: in tal caso coesistono sia l’elemento pedonale che l’elemento veicolare, quindi le sedi viarie devono essere organizzate in modo da
definire chiaramente gli spazi riservati ai pedoni e quelli riservati ai veicoli. Tale suddivisione va effettuata con la segnaletica stradale ed opportuni delineatori, con differenze di arredo urbano e di pavimentazione.
Aree a prevalente uso pedonale: tutto dovrà essere organizzato in funzione del deflusso pedonale, garantendo il passaggio ai soli veicoli di soccorso. Le aree destinate al passaggio dei soccorsi devono essere differenziate rispetto ai passaggi sicuri per i pedoni. Ciò si può ottenere mediante elementi di arredo urbano.
Circolazione pedonale: la larghezza dei camminamenti pedonali dovrà essere dimensionata in conformità a livelli di servizio non minimi ma di affollamento, tenendo conto di comportamenti di tipo non standard da parte degli utenti; particolare attenzione dovrà essere posta negli elementi di arredo urbano, in modo che questi non creino ostruzione durate la fuga.
Piazza
è lo schema più efficiente
Rete a maglia regolare
consente scelte di percorso equivalenti
Rete a maglia irregolare
consente scelte di percorso quasi equivalenti
Schema ad albero
consente una sola direzione di fuga
Strada passante
consente almeno due direzioni di fuga
Indicazioni progettuali di massima relative alla realizzazione di aree di protezione civile
Tra gli obiettivi fondamentali del Piano Comunale di Emergenza vi è la predisposizione di aree da utilizzare ai fini di protezione civile, l’individuazione di percorsi sicuri per la popolazione e di attrezzature urbane di interesse strategico.
In realtà non si tratta solo di individuare delle aree idonee a svolgere determinate funzioni durante l’emergenza e progettare percorsi di fuga, non basta identificare sul territorio gli edifici strategici ai fini della protezione civile. Le scelte vanno operate in modo da costruire un vero e proprio sistema che consenta la conservazione della cosiddetta struttura urbana minima.
Si intende per struttura urbana minima la parte della città o del centro urbano da proteggere e che in caso di evento disastroso. Essa è rappresentata da un sottosistema di funzioni e di spazi che consentano, durante la crisi susseguente alla calamità, lo svolgimento, anche se a ritmo ridotto, di tutte le attività necessarie alla vita del centro urbano. E’ evidente che il problema risiede nel garantire continuità di funzionamento per tutte quelle attività (commerciali, direzionali, direzionali strategiche e di soccorso) che nella maggior parte dei comuni italiani risiedono all’interno del tessuto urbano.
A tale scopo, è necessario conoscere il livello attuale di protezione e, su tale base, programmare gli interventi che, agendo sulla pericolosità, ma soprattutto sulla vulnerabilità e sull’esposizione, consentano di realizzare una protezione diffusa della struttura urbana. La creazione di una struttura urbana minima, che deve venir fuori in caso di emergenza, si può avviare mediante la scrittura di un sistema di norme, dirette ad agire su esposizione e vulnerabilità, che vadano ad integrare in parte le norme tecniche di attuazione dello strumento urbanistico ed in parte il regolamento edilizio adottati.
Inoltre, è da dire che interventi concepiti ai soli fini di protezione civile non sono attuabili, in quanto risulterebbero troppo costosi e per questo limitativi, vincolanti ed improduttivi. E’ quindi fondamentale definire un principio di polifunzionalità delle aree, individuando funzioni ed esigenze, nell’ambito di un determinato territorio, da poter sviluppare parallelamente alle attività di protezione civile, consentendo così le condizioni urbanistiche per promuovere attività sociali, sportive e culturali, creando, in tal modo, possibilità di sviluppo.
In questo modo si ha la possibilità di utilizzare delle aree per due o più scopi, a seconda che ci si trovi in condizioni ordinarie o in condizioni di emergenza. Si rende allora necessario creare un punto di incontro tra pianificazione territoriale e pianificazione di emergenza, al fine di coniugare le esigenze relative ad aree da destinare a verde pubblico, parcheggi o impianti sportivi, con quelle necessarie per far fronte alle conseguenze di scenari di evento riferiti alle diverse tipologie di rischio
a cui un determinato territorio è esposto, e la relativa potenziale popolazione da assistere in caso di evento.
È chiaro che quanto sopra rappresentato dovrà essere preso in considerazione durante la redazione degli strumenti urbanistici comunali i quali potranno prevedere una organizzazione e uno sviluppo di alcune aree mirato a questi obiettivi di protezione civile.
Indicazioni progettuali di massima relative alla riduzione di vulnerabilità sismica dei percorsi sicuri
Rispetto alla vulnerabilità sismica è possibile elencare una serie di provvedimenti che attraverso le prescrizioni che possono essere impartite con i permessi di costruire o nelle denuncie di inizio attività, relativi agli interventi edilizi sul patrimonio edilizio esistente, con i regolamenti edilizi o la normativa tecnica di attuazione. Gli interventi che possono comportare un abbassamento del livello di vulnerabilità dell’edificato ed il conseguente livello di esposizione della popolazione sono:
• consolidamento di cornicioni, comignoli, manti di copertura ed elementi aggettanti delle cortine prospicienti le strade pubbliche ed in particolare le vie di fuga;
• controllo periodico e consolidamento degli spazi pubblici porticati e dei sottopassi con particolare attenzione per quelli che si trovano lungo le vie di fuga;
• consolidamento e controllo periodico degli elementi critici capaci di indurre danni;
• interventi su elementi portanti che per motivi precipui non possono essere eliminati;
• individuazione di edifici o porzioni di essi per i quali sarebbe necessario il consolidamento dei tessuti murari;
• nodi in cui sia necessario l’inserimento di collegamenti;
• superfetazioni di particolare inefficienza muraria che rappresentano pericolo per l’incolumità dei cittadini;
• individuazione di situazioni in cui appare opportuna la creazione di giunti.
L’elenco è solo di massima e potrà essere adeguato alla situazione di specie e alle esigenze di diversa natura che l’amministrazione può avere.
Elemento da consolidare
Comune di Baronissi
Impianto di illuminazione alimentato autonomamente
Segnaletica orizzontale
Rete elettrica supplementare
1,0 - 1,2 m
0,5 m Pavimentazione antisdrucciolo
Servizio antincendio
L > 3,00 m
0,05 m
Ver. 2.0 - Settembre 2015
L > 6,50 m
47
Canalizzazione per funzione straordinaria
2.7.5 Soccorso ed evacuazione della popolazione
Questa sezione del piano di emergenza è dedicata alle modalità di soccorso ed evacuazione di particolari categorie della popolazione presente nelle zone potenzialmente a rischio. Il dato evidentemente è variabile costantemente.
SOCCORSO ED EVACUAZIONE DELLA POPOLAZIONE | |||
Soggetti | Dettaglio residenza | Xxxxxxxxx | Xxxxx e modalità di evacuazione |
Anziani non autosufficien ti e/o allettati | Indicare se casa privata o nome della struttura ospitante | riportare l’indirizzo degli interessati | indicare soggetti e mezzi (pubblici o privati, anche sanitari) incaricati del trasporto |
24 | |||
Disabili | 173 | ||
Ricoverati presso case di riposo/accog lienza | 32 | Via Ariosto, 2 | |
Popolazione scolastica | Scuola dell’infanzia 380 alunni Scuola primaria di primo grado 835 alunnii Scuola primaria di secondo grado 668 alunnii |
2.7.6 Assistenza alla popolazione
Durante le fasi di evacuazione della popolazione deve essere garantita l’assistenza e l’informazione sia durante il trasporto che nel periodo di permanenza nelle aree di attesa e di accoglienza.
Sarà necessario prevedere dei presidi sanitari costituiti da volontari e personale medico in punti strategici previsti dal piano di evacuazione (da concordare con la ASL 118).
PRESIDI PER L’ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE | ||
Tipologia | Ubicazione | Soggetti incaricati del presidio |
assistenza | Sede de Il Gruppo comunale di Protezione civile, via Ferreria 38 | Volontari e personale comunale |
assistenza | Sede associazione di volontariato Il Punto, via Segni | Volontari e personale comunale |
2.7.7. Ripristino servizi essenziali
Al fine di garantire la piena operatività dei soccorritori e la funzionalità delle aree di emergenza bisogna ridurre al minimo i disagi per la popolazione e stabilire le modalità più rapide ed efficaci per provvedere alla verifica e alla messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali e al successivo ripristino mantenendo uno stretto raccordo con le aziende e società erogatrici dei servizi.
SERVIZI ESSENZIALI – Manutenzione e gestione rete gas metano | ||||
Azienda/Società | Referente | Telefono | Fax | |
Amalfitana gas srl | Zinchiri | 3491974762 | ||
Sede operativa | Xxxxxxxx | |||
via De Sanctis – | ||||
Baronissi (Sa) | La Xxxxx Xxxxxxxx | 3491974749 | ||
Sede legale | ||||
Xxx Xxxxxxx 000 Xxxx | Xxxxxxx Xxxxxxx | 3491974769 | ||
Xxxxxxxxx Xxxxxxxx | 3491974758 |
SERVIZI ESSENZIALI – Acquedotto e fognatura | ||||
Azienda/Società | Referente | Telefono | Fax | |
Società | Grimaldi | 3488885173 | ||
XXXXXX SpA | Xxxxxxxx | |||
Xxx Xx Xxxxx, 0 | ||||
Xxxxxxxxx (Xx) | Xxxxxxx Xxxx | 3461728482 | ||
Sede legale | Annarummo | 3481307453 | ||
Atenolfi 46 | Xxxxxxx | |||
Xxxx De’ Tirreni | ||||
(Sa) |
SERVIZI ESSENZIALI – illuminazione ed impianti elettrici comunali | ||||
Azienda/Società | Referente | Telefono | Fax | |
Multiservices srl | Xxxxxxxx Xxxxxxxx | 3351350408 | ||
Xxx Xxxxxxx 00/x | ||||
Xxxxxxxxx (Xx) | Xxxxx Xxxxxxxx | 3351350409 |
2.7.8 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio
L’individuazione e la determinazione dell’esposizione al rischio delle strutture ed infrastrutture consente di definire le azioni prioritarie da attuarsi, in xxx xxxxxxxx, xxxxx xxxx operative previste nel modello d’intervento incentrato sulla salvaguardia della popolazione. Obiettivo prioritario di tali azioni consiste nel ridurre le conseguenze, sanitarie e socio economiche sulla popolazione, dovute a crolli, esplosioni ed altri effetti calamitosi.
Le azioni di protezione civile coordinate dal Comune sono a supporto dei Vigili del Fuoco e delle altre strutture operative competenti per specifiche attività al fine di:
- rafforzare il presidio del territorio in prossimità degli elementi a rischio
- tenere costantemente aggiornata la struttura comunale di coordinamento sul possibile coinvolgimento dell’elemento
- mantenere il contatto con le strutture operative
- valutare il passaggio a fasi successive sino alle procedure di evacuazione (fase di allarme).
AREE DI RICOVERO POPOLAZIONE prima accoglienza (queste aree sono edifici strategici comunali quali scuole materne, elementari, medie e casa dello studente con le relative superfici esterne di pertinenza) | |||||||
AREA N. | Ubicazione | Note | Coordinate sistema WGS84 (GSM) | Coordinate sistema WGS84 (GD) | Coordinate sistema WGS84 GPS | Coordinate piane sistema Gauss-Boaga Roma 40 fuso Est | Coordinate piane sistema UTM/ED50 fuso 33T |
N E | N E | N E | N E | N E | |||
R1 | Xxxxxxxx XXXXXXXX Xxx Xxxxxxx x.00 | Xxxxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxx xxxxxxx “Volpe” – - sup. coperta mq. 450 -sup. esterna pavimentata mq.50 - sup. esterna a verde mq.700 - aule n.7 mq. 215 - atrio n.1 mq. 30 - ludoteca n.1 mq. 50 - locale servizi - accoglienza interna n.80 brande | 40°45’16,86” / 14°47’25,71” | 40°,754683 / 14°,790475 | 40°45’,2810 / 14°47’,4285 | 4511559,101 / 2502320,000 | 0000000,101 / 482385,427 |
R2 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx X.Xxxxxxx x.00 | Xxxxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxx xxxxxxx ed elementare “X.Xxxxxxx” – - sup. coperta mq. 360 - sup. esterna pavimentata mq.1085 - aule n.7 mq. 300 - atri n.2 mq. 160 - refettorio n.1 mq.50 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.140 brande - accoglienza esterna n.48 (8 tende P.88) - totale posti ricovero n. 188 | 40°44’21,93” / 14°47’35,35” | 40°,739425 / 14°,793153 | 40°44’,3655 / 14°47’,5892 | 4509864,805 / 2502542,000 | 0000000,805 / 482607,474 |
R3 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx X.Xxxxxx x.00 | Xxxxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxx xxxxxxx “X.Xxxxxxxxxx” – - sup. coperta mq. 360 - sup. esterna pavimentata mq.710 - aule n.4 mq. 220 - atri n.2 mq. 170 - refettorio n.1 mq.60 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.120 brande | 40°44’12,28” / 14°46’45,11” | 40°,736744 / 14°,779197 | 40°44’,2047 / 14°46’,7518 | 4509570,119 / 2501363,000 | 0000000,119 / 481428,422 |
R4 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx X.Xxxxxx x.00 | Xxxxxxxx xxxxxxxxxx scuola elementare “Collodi” – - sup. coperta mq. 400 - sup. esterna pavimentata mq.850 - aule n.5 mq. 170 - atri n.1 mq. 60 - refettorio n.1 mq.60 - locale servizi - accoglienza interna n.80 brande | 40°44’12,28” / 14°46’45,11” | 40°,736744 / 14°,779197 | 40°44’,2047 / 14°46’,7518 | 4509570,119 / 2501363,000 | 0000000,119 / 481428,422 |
R5 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx X.Xxxxxx x.00 | Xxxxxxxx Xxxxxx sociale “Xxxxxxxx” – - sup. coperta mq. 380 - sup. esterna pavimentata mq.800 - locale servizi - accoglienza interna n.60 brande | 40°44’12,06” / 14°46’47,19” | 40°,736683 / 14°,779775 | 40°44’,2010 / 14°46’,7875 | 4509563,214 / 2501412,191 | 4509739,214 / 481477,191 |
R6 | Frazione XXXXXX via Xxxxxxxx n.11 | Edificio scolastico scuola elementare “Xxxxxxxx” – - sup. coperta mq. 810 - sup. esterna pavimentata mq.1945 - aule n.8 mq. 280 - atri n.2 mq. 200 - refettorio n.1 mq.60 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.120 brande | 40°43’47,66” / 14°46’29,081” | 40°,729905 / 14°,774744 | 40°43’,7943 / 14°46’,4847 | 4508811,920 / 2500985,000 | 0000000,920 / 481050,524 |
R7 | Xxxxxxxx XXXXXX xxx Xxxxxxxx x.00 | Xxxxxxxx Xxxxxx sociale “P. De Salvo” – - sup. coperta mq. 380 - sup. esterna pavimentata mq.800 - locale servizi - accoglienza interna n.60 brande | 40°43’49,98” / 14°46’29,49” | 40°,739472 / 14°,761150 | 40°44’,3684 / 14°45’,6690 | 4509876,966 / 2499840,000 | 0000000,966 / 479905,410 |
R8 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx Xxxxxxx x.0 | Xxxxxxxx scolastico scuola elementare “X.Xxxxxxx” – - sup. coperta mq. 830 - sup. esterna pavimentata mq.1330 - aule n.8 mq. 280 - atri n.2 mq. 250 - refettorio n.1 mq.60 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.130 brande | 40°44’24,95” / 14°45’47,01” | 40°,740263 / 14°,763058 | 40°44’,4158 / 14°45’,7835 | 4509964,347 / 2500001,773 | 4510140.347 / 480066.773 |
R9 | Xxxxxxxx XXXXXXXXX Xxx Xxxxx x.00/x | Xxxxxxxx Xxxxxx sociale “V. Minimo” – - sup. coperta mq. 250 - sup. esterna pavimentata mq.700 - locale servizi - accoglienza interna n.42 brande - accoglienza esterna n.48 (8 tende P.88) - totale posti ricovero n. 90 | 40°44’22,10” / 14°45’40,14” | 40°,73055 / 14°,774858 | 40°43’,8330 / 14°46’,4915 | 4508883,434 / 2500995,000 | 0000000,434 / 481060,301 |
R10 | Frazione BARONISSI CAPOLUOGO Via Unità d’Italia n.12 | Edificio scolastico scuola elementare “X.Xxxxxxxx” – - sup. coperta mq. 1000 - sup. esterna pavimentata mq.1365 - aule n.10 mq. 340 - atri n.1 mq.130 - refettorio n.1 mq.160 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.180 brande | 40°44’41,79” / 14°46’11,95” | 40°,744941 / 14°,769986 | 40°44’,6965 / 14°46’,0000 | 0000000,052 / 2500588,058 | 4510658,052 / 480653,058 |
R11 | Frazione BARONISSI CAPOLUOGO Via Unità d’Italia n.19 | Edificio scolastico scuola media “X.Xxxxxxx” – - sup. coperta mq. 2237 - sup. esterna pavimentata mq.8100 - aule n.26 mq. 1230 - atri n.1 mq. 120 - refettorio n.2 mq.120 - alloggio custode mq. 60 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.500 brande - accoglienza esterna n.120 (20 tende P.88) - totale posti ricovero sfollati n. 620 | 40°44’41,39” / 14°46’09,34” | 40°,744830 / 14°,769261 | 40°44’,6898 / 14°46’,0000 | 0000000,878 / 2500526,000 | 0000000,878 / 480591,816 |
R12 | Frazione BARONISSI CAPOLUOGO p.zza della Solidarietà n.1 e 2 | Edificio scolastico scuola materna “Rodari” – - sup. coperta mq. 350 - sup. esterna pavimentata mq.1450 - aule n.5 mq. 200 - ludoteca n.2 mq. 85 - atri n.2 mq. 30 - refettorio n.1 mq.60 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.95 brande | 40°44’50,92” / 14°46’18,87” | 40°,747477 / 14°,771908 | 40°44’,8487 / 14°46’,3145 | 4510763,150 / 2500751,073 | 4510939,150 / 480816,073 |
R13 | Xxxxxxxx XXXX Xxx Xxxxxxxxxxx x.0 | Xxxxxxxx scolastico scuola elementare “S.Xxxxx delle Grazie” – - sup. coperta mq. 750 - sup. esterna pavimentata mq.1190 - aule n.13 mq. 440 - atri n.1 mq. 116 - refettorio n.2 mq.250 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.230 brande | 40°44’55,39” / 14°46’47,54” | 40°,748719 / 14°,779872 | 40°44’,9232 / 14°46’,7923 | 4510899,265 / 2501423,000 | 0000000,265 / 481488,749 |
R14 | Xxxxxxxx XXXX Xxxxx X.Xxxxxxx x.0 | Xxxxxxxx xxxxxxxxxx xxxxxx xxxxxxx ed elementare “X.Xxxxxxxxx” – - sup. coperta mq. 1800 - sup. esterna mq. 4000 - aule n.13 mq. 900 - atri n.2 mq. 250 - refettorio n.2 mq 340 - uffici direzione mq.200 - laboratori mq.90 - ambiente ludico mq.133 - infermeria n.1 - locale servizi - accoglienza interna n.460 brande | 40°45’03,83” / 14°46’09,46” | 40°,751063 / 14°,769294 | 40°44’,0638 / 14°46’,0000 | 0000000,805 / 2500531,000 | 0000000,805 / 480596,449 |
R15 | Xxxxxxxx XXXX Xxxxx Xxxx Xxxx x.0/x a 1/s | Edificio adibito a residenza studenti universitari – - sup. coperta mq. 1270 (per 3 piani) - n.80 stanze con arredi, WC e angolo K - n.4 stanze con arredi, WC e angolo K per portatori di handicap - sale svago n.2 mq. 200 - infermeria n.1 - locale servizi comuni - accoglienza stanze n.160 (80 x 2) - accoglienza stanze disabili n.4 - accoglienza sale con brande n.50 - totale posti di ricovero sfollati n.214 | 40°44’52,75” / 14°46’30,69” | 40°,747986 / 14°,775191 | 40°44’,8792 / 14°46’,5115 | 4510818,863 / 2501028,000 | 0000000,863 / 481093,405 |
AREE DI RICOVERO POPOLAZIONE accoglienza prolungata – TENDOPOLI | |||||||
AREA N. | Ubicazione | Note | Coordinate sistema WGS84 (GSM) | Coordinate sistema WGS84 (GD) | Coordinate sistema WGS84 GPS | Coordinate piane sistema Gauss-Boaga Roma 40 fuso Est | Coordinate piane sistema UTM/ED50 fuso 33T |
N E | N E | N E | N E | N E | |||
T1 | Xxxxxxxx XXXXXXXX Xxx Xxxxxxx | Area di parcheggio antistante negozio IKEA, nei pressi dell’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico, antincendio. - n.250 tende ( tende P.88) - n.2000 accoglienza sfollati | 40°45’14,02” / 14°47’16,03” | 40°,753894 / 14°,787786 | 40°45’,2337 / 14°47’,2672 | 4511472,075 / 2502093,000 | 0000000,075 / 482158,236 |
T2 | Xxxxxxxx XXXX Xxx Xxx Xxxxxxx | Xxxx xx xxxxxxxxxx in via Don Minzoni, a circa 1000 mt. dall’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico. - superficie mq. 9000 - n.110 tende ( tende P.88) - n.880 accoglienza sfollati | |||||
T3 | Frazione SAVA Via Dei Greci | Area destinata a mercato settimanale in via Dei Greci, a circa 1500 mt. dall’uscita autostradale del raccordo AV-SA, uscita “Baronissi nord-Lancusi”. Area servita da impianto di illuminazione, fognario, idrico. - superficie mq. 9000 - n.157 tende ( tende P.88) - n.1256 accoglienza sfollati |
Tabella riepilogativa
TOTALE ACCOGLIENZA INTERNA SFOLLATI (posti branda 2347, posti in stanze arredate presso casa dello studente 160) | 2507 |
TOTALE ACCOGLIENZA ESTERNA SFOLLATI (posti branda in tenda) | 216 |
TOTALE ACCOGLIENZA INTERNA DISABILI (stanze attrezzate e arredate presso casa dello studente) | 4 |
TOTALE GENERALE PRIMA ACCOGLIENZA SFOLLATI | 2727 |
TOTALE GENERALE ACCOGLIENZA PROLUNGATA | 4136 |
FRAZIONE BARONISSI CAPOLUOGO | ||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | ||
N E | N E | |||
VIA CAPPELLA | 40°44’39,09 / 14°46’14,56 | 40°44’46,33 / 14°46’11,89 | ||
XXXXXX XXXXX XXXXXXXXXX | 00x00’48,56 / 14°46’13,33 | xxxxx | ||
PIAZZA DELLA SOLIDARIETA’ | 40°44’51,19 / 14°46’19,55 | xxxxx | ||
VIA F.LLI XXXXXXXX | 40°44’39,78 / 14°46’18,44 | 40°44’45,57 / 14°46’17,81 | ||
VIA XXXXXX XXXXXX | 40°44’43,93 / 14°46’05,19 | 40°44’46,28 / 14°46’13,57 | ||
XXX XXXXXXXX | 00x00’46,27 / 14°46’13,74 | 40°44’45,39 / 14°46’19,63 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXX | 40°44’40,25 / 14°46’20,04 | 40°44’44,31 / 14°46’19,17 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXX | 40°44’40,25 / 14°46’14,07 | 40°44’44,31 / 14°46’19,17 | ||
VIA LISCA | 40°44’34,68 / 14°46’00,12 | 40°44’37,73 / 14°45’57,39 | ||
XXX XXXXXXXX | 00x00’46,33 / 14°46’09,82 | 40°44’43,29 / 14°46’11,79 | ||
XXX XXXXXXXXXX | 00x00’38,19 / 14°46’11,15 | 40°44’36,74 / 14°46’17,39 | ||
VIA XXXXXX XXXXXX | 40°44’44,91 / 14°46’13,80 | 40°44’44,98 / 14°46’11,97 | ||
XXX XXXXXXXX XXXXXX | 00x00’38,69 / 14°46’14,82 | 40°44’28,40 / 14°45’59,48 | ||
VIA PAGNOTTA | 40°44’45,10 / 14°46’11,59 | 40°44’43,29 / 14°46’11,79 | ||
VIA X.XXXXXXXXX X’XXXXXX | 40°44’59,79 / 14°46’21,29 | 40°44’43,31 / 14°46’19,17 | ||
VIA UNITA’ D’ITALIA | 40°44’41,91 / 14°46’14,42 | 40°44’42,25 / 14°46’04,87 | ||
VIA XXXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’39,35 / 14°46’16,85 | 40°44’44,79 / 14°46’15,93 | ||
VIA XXXXXXXXXX XXXXX | 40°44’52,08 / 14°46’13,44 | 40°44’53,03 / 14°46’06,40 | ||
XXX XXXXXXXX XXXXXXX | 00x00’54,98 / 14°46’14,37 | 40°44’55,67 / 14°46’10,95 | ||
XXX XXXXXXX XXXXXXXX | 00x00’59,23 / 14°46’11,77 | 40°44’46,87 / 14°46’07,02 | ||
XXX XXXXXX XXXXX | 00x00’41,91 / 14°46’14,42 | 40°44’42,50 / 14°46’19,48 | ||
VIA CUTINELLI dal civico 1 al 20 | 40°44’38,99 / 14°46’15,11 | 40°44’40,54 / 14°46’21,42 | ||
CORSO XXXXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’31,49 / 14°46’24,04 | 40°44’58,73 / 14°46’16,84 | ||
XXX XXX XXXXXXXXXXX | 00x00’48,60 / 14°46’52,45 | 40°45’09,96 / 14°46’03,32 | ||
XXXXXX XXX XXXX | 00x00’46,79 / 14°46’59,44 | 40°44’43,65 / 14°45’57,41 | ||
VIA FUMO NICCOLO’ | 40°44’47,73 / 14°46’02,21 | 40°44’52,45 / 14°45’59,27 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXXX | 40°44’43,93 / 14°46’05,19 | 40°44’29,90 / 14°45’56,46 | ||
VIA XXXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’41,54 / 14°46’54,60 | 40°44’44,94 / 14°45’55,91 | ||
XXX XXXXXXXXX XXXXXX | 00x00’46,87 / 14°46’07,02 | 40°44’44,95 / 14°46’00,56 | ||
VIA XXXXXXXXX XXXXXXX | 40°44’46,50 / 14°46’01,20 | 40°44’48,60 / 14°45’52,45 | ||
VIA XXXXX XXXXXXXX | 40°44’43,93 / 14°46’05,19 | 40°44’41,54 / 14°45’54,60 |
FRAZIONE SAVA | ||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | ||
N E | N E | |||
VIA CONVENTO | 40°44’59,90 / 14°46’17,93 | 40°45’00,02 / 14°46’32,75 | ||
XXX XXXXX XXXXXXXX XXXXXXXXX | 00x00’59,78 / 14°46’31,05 | 40°44’57,78 / 14°46’30,69 | ||
VIA FRA’ GENEROSO MURO | 40°44’59,84 / 14°46’32,11 | 40°44’56,71 / 14°46’31,56 | ||
XXX XXX XXXXX | 00x00’58,84 / 14°46’16,85 | 40°45’09,96 / 14°46’03,32 | ||
VIA FERRERIA | 40°44’58,84 / 14°46’16,85 | 40°45’23,52 / 14°46’25,52 | ||
VIA CARITI | 40°45’20,63 / 14°46’24,56 | 40°45’16,34 / 14°46’16,24 | ||
PIAZZA CADUTI DI NASSIRYA | 40°45’10,07 / 14°46’14,18 | xxxxx | ||
VIALE DE XXXXXX XXXXXX | 40°45’15,98 / 14°46’16,12 | 40°45’02,55 / 14°46’14,05 | ||
VIA XXXXXXX XXXXX | 40°45’09,51 / 14°46’16,38 | 40°45’11,39 / 14°46’09,03 | ||
PIAZZA MADRE XXXXXX DI CALCUTTA | 40°45’07,64 / 14°46’11,80 | xxxxx | ||
VIA XXXXX XXXXXXXX | 40°45’05,21 / 14°46’10,33 | 40°45’15,98 / 14°46’14,52 | ||
XXX XXXXXXX XXXXXXXX | 00x00’10,81 / 14°46’20,16 | 40°45’11,73 / 14°46’17,12 | ||
XXXXX XXXXXXX XXXXXX | 00x00’02,35 / 14°46’09,48 | 40°45’15,98 / 14°46’16,12 | ||
VIA SEGNI XXXXXXX | 40°45’15,98 / 14°46’16,12 | 40°45’09,53 / 14°46’16,21 | ||
XXX XXXXXXXX | 00x00’23,52 / 14°46’25,52 | 40°45’25,22 / 14°46’15,20 | ||
VIA XXX XXXXXXX XXXXXXXX | 40°45’11,07 / 14°46’24,78 | 40°45’00,15 / 14°46’31,04 | ||
VIA FONDO PAGANO | 40°45’00,15 / 14°46’31,04 | 40°45’28,38 / 14°46’30,39 | ||
VIA CUTINELLI dal civico 21 al 221 | 40°44’40,57 / 14°46’21,56 | 40°44’45,70 / 14°46’43,50 | ||
Via FARICONDA | 40°44’42,73 / 14°46’53,85 | 40°44’24,40 / 14°47’25,58 | ||
XXX XXXXXX XXXXXXXX | 00x00’39,99 / 14°46’25,65 | 40°44’41,22 / 14°46’36,68 | ||
VIA POZZILLO | 40°44’45,47 / 14°46’43,42 | 40°44’42,76 / 14°46’59,92 | ||
VIA XXXX XXXXX | 40°44’42,90 / 14°46’53,67 | 40°44’47,62 / 14°46’55,58 | ||
XXX XXXXXXXXXX | 00x00’45,52 / 14°46’38,30 | 40°44’34,45 / 14°46’40,84 | ||
XXX XXXXXXX XXXXXX | 00x00’48,37 / 14°46’39,46 | 40°44’47,03 / 14°46’32,19 | ||
VIA XXXXXXXXXX XXXXXX | 40°44’46,58 / 14°46’43,43 | 40°44’56,81 / 14°46’33,06 | ||
VIA GAJANO | 40°44’46,15 / 14°46’56,81 | 40°44’43,18 / 14°46’58,69 | ||
VIA MADONNA DELLE GRAZIE | 40°44’42,76 / 14°46’59,92 | 40°44’47,53 / 14°47’06,99 | ||
XXX XXXXXXXX | 00x00’51,31 / 14°46’44,65 | 40°44’56,77 / 14°47’05,51 | ||
PIAZZA XXXXXXX XXXXXX | 40°44’50,08 / 14°46’49,99 | xxxxx | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXXX | 40°44’50,25 / 14°46’44,52 | 40°44’49,24 / 14°46’48,87 | ||
VIA XXXXX XXXXX | 40°45’03,89 / 14°46’57,26 | 40°44’57,98 / 14°46’57,01 | ||
XXX XXXXXXXXXXX | 00x00’55,78 / 14°46’45,28 | 40°44’50,99 / 14°46’47,98 | ||
VIA D’XXXXXX XXXXXXX | 40°45’04,73 / 14°47’02,51 | 40°44’57,15 / 14°47’03,17 | ||
VIA XXXXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’57,35 / 14°46’45,11 | 40°45’07,26 / 14°46’44,40 | ||
VIA GEN.C.A.DALLA CHIESA | 40°45’15,85 / 14°46’57,87 | 40°44’49,72 / 14°46’52,00 | ||
XXXXX XXXX XXXX | 00x00’14,27 / 14°46’29,75 | 40°44’59,83 / 14°46’33,18 | ||
VIA PADRE XXXXX XXXXXXXXX | 40°44’58,46 / 14°46’52,88 | 40°44’57,15 / 14°47’03,17 | ||
XXXXXXXX 0x XXXXXX | 00x00’02,63 / 14°47’08,00 | 40°45’02,58 / 14°47’03,74 | ||
VIA TRINITA’ | 40°44’59,91 / 14°46’33,59 | 40°44’45,70 / 14°46’43,50 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXX | 40°45’18,82 / 14°47’07,34 | 40°44’57,15 / 14°47’03,17 | ||
XXX XXXXXXXXX | 00x00’04,28 / 14°46’57,72 | 40°45’11,21 / 14°47’04,89 | ||
VIA XXXXXX XXXXXXXXX | 40°45’16,26 / 14°46’57,93 | 40°45’24,79 / 14°47’00,00 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXX | 40°45’00,31 / 14°46’33,35 | 40°45’20,11 / 14°47’17,34 |
FRAZIONE CAPRECANO | |||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | |||
N E | N E | ||||
VIA DELL’ULIVITELLO | 40°44’37,57 / 14°47’29,56 | 40°44’29,62 / 14°47’36,03 | |||
VIA ERITREA | 40°44’42,76 / 14°46’59,92 | 40°44’20,12 / 14°47’34,68 | |||
VIA XXXXXXXX XXXXXXXXXX | 40°44’20,12 / 14°47’37,78 | 40°44’16,44 / 14°47’42,72 | |||
VIA LA FORA | 40°44’20,12 / 14°47’34,68 | 40°44’19,95 / 14°47’52,88 | |||
VIA XXXXXXX XXXX | 40°44’28,79 / 14°47’27,53 | 40°44’20,12 / 14°47’34,68 | |||
VIA XXXXXXXXXXX XXXXX | 40°44’28,79 / 14°47’27,53 | 40°44’40,43 / 14°47’29,98 | |||
XXX XXXXX | 00x00’29,05 / 14°47’37,73 | 40°44’24,36 / 14°47’41,12 | |||
FRAZIONE FUSARA | |||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | |||
N E | N E | ||||
VIA ROMA | 40°44’16,44 / 14°47’42,72 | 40°44’03,65 / 14°47’47,88 | |||
VIA XXXXXXX XXXXXX | 40°44’13,45 / 14°47’40,73 | 40°44’10,00 / 14°47’47,40 | |||
FRAZIONE ORIGNANO | |||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | |||
N E | N E | ||||
VIA BELLINI | 40°45’25,78 / 14°47’23,31 | 40°44’57,72 / 14°47’07,81 | |||
VIA XXXXXX XXXXXXX | 40°45’20,06 / 14°47’17,43 | 40°45’18,79 / 14°47’24,13 | |||
XXXXXX XXXXX XXXXXXX | 00x00’19,76 / 14°47’25,67 | xxxxx | |||
VIA DEL POZZO | 40°45’22,29 / 14°47’30,19 | 40°45’20,15 / 14°47’26,15 | |||
VIA E.A. XXXXX | 40°45’16,33 / 14°47’29,46 | 40°45’29,62 / 14°47’29,45 |
FRAZIONE SARAGNANO | ||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | ||
N E | N E | |||
VIA ABATE CONFORTI | 40°44’12,49 / 14°46’03,46 | 40°44’00,53 / 14°46’20,31 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’27,55 / 14°45’43,83 | 40°44’30,10 / 14°45’41,34 | ||
VIA XXXXXX XXXXXXX | 40°44’25,20 / 14°45’45,02 | 40°44’22,46 / 14°45’41,99 | ||
VIA XXXXXXXX XXXXXXX | 40°44’29,62 / 14°45’56,94 | 40°44’12,49 / 14°46’03,46 | ||
PIAZZA XXXX | 40°44’21,13 / 14°45’48,01 | xxxxx | ||
VIA XXXXX XXXXXXX | 40°44’35,15 / 14°45’50,60 | 40°44’30,24 / 14°45’45,42 | ||
VIA XXXXX XXXXXX | 40°44’16,93 / 14°45’46,83 | 40°44’11,05 / 14°45’51,04 | ||
VIA XXXXXXXX XXXX | 40°44’25,13 / 14°45’45,09 | 40°44’20,58 / 14°45’43,49 | ||
VIA XXXXX XXXXXXXXX | 40°44’25,02 / 14°45’46,82 | 40°44’20,57 / 14°45’44,82 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXX | 40°44’29,83 / 14°45’56,32 | 40°44’09,96 / 14°45’39,40 | ||
VIA NOCELLETO dal civico 1 al civico 9 e 2 | 40°44’27,64 / 14°45’05,43 | 40°44’19,27 / 14°46’13,44 | ||
XXX XX. XXXXXXXXX | 00x00’28,36 / 14°45’53,26 | 40°44’38,65 / 14°45’52,26 | ||
XXX XXXXXXXX XXXXXXX | 00x00’21,78 / 14°45’40,32 | 40°44’19,31 / 14°45’31,03 | ||
XXX XXXXX XXXX | 00x00’20,15 / 14°45’47,30 | 40°44’25,18 / 14°45’30,21 | ||
VIA CAVATELLE | 40°44’20,27 / 14°45’20,64 | 40°44’17,81 / 14°45’15,14 | ||
VIALE DELLA COSTITUZIONE EUROPEA | 40°44’10,25 / 14°45’43,12 | 40°44’12,49 / 14°46’03,46 | ||
XXX XXXXXXXXX | 00x00’25,22 / 14°45’29,29 | 40°44’26,12 / 14°45’26,38 | ||
VIA XXXXXX XXXXXXXX | 40°44’25,50 / 14°45’45,91 | 40°44’28,94 / 14°45’45,64 | ||
XXX XXXX XXXXXXXXX | 00x00’27,51 / 14°45’32,71 | 40°44’30,84 / 14°45’34,14 | ||
VIA XXXXXXXX XXXXX | 40°44’15,71 / 14°45’45,29 | 40°44’21,20 / 14°45’26,06 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXXXX | 40°44’24,24 / 14°45’51,23 | 40°44’21,98 / 14°45’16,48 | ||
VIA X.XXXXXXX DE XXXXXXX | 40°44’25,30 / 14°45’30,41 | 40°44’23,95 / 14°45’33,45 | ||
VIA SANTA LUCIA | 40°44’17,96 / 14°45’30,23 | 40°44’19,20 / 14°45’24,75 | ||
XXX XXXXX | 00x00’16,90 / 14°45’46,76 | 40°44’08,31 / 14°45’44,95 | ||
VIA CONFORTI dal civico 1 al 13 e dal 2 al 24 | 40°44’18,20 / 14°45’56,21 | 40°44’12,49 / 14°46’03,46 | ||
FRAZIONE ANTESSANO | ||||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | ||
N E | N E | |||
VIA XXXXXXXX XXXXXXXXXX | 40°44’11,77 / 14°46’49,11 | 40°44’23,70 / 14°47’04,49 | ||
VIA S.XXXXXX | 40°44’09,55 / 14°46’28,03 | 40°44’03,77 / 14°46’45,09 | ||
XXX XXXXXXX XXXXXXX | 00x00’11,58 / 14°46’53,42 | 40°44’18,18 / 14°46’50,21 | ||
XXX XXXXXX | 00x00’12,73 / 14°46’43,90 | 40°44’23,69 / 14°46’56,78 | ||
VIA XXXXXXX XXXXXXXXX | 40°44’11,46 / 14°46’56,31 | 40°43’59,96 / 14°46’52,43 | ||
VIA DE SANCTIS XXXXXXXXX | 40°44’07,56 / 14°46’40,96 | 40°43’57,61 / 14°46’53,93 |
FRAZIONE ACQUAMELA | |||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | |
N E | N E | ||
VIA ALEMAGNA | 40°43’53,73 / 14°46’24,73 | 40°43’55,16 / 14°46’28,51 | |
XXX XXXXXXXX XXXXXXXX | 00x00’34,83 / 14°46’21,18 | 40°43’29,63 / 14°46’24,07 | |
VIA DEI DUE PRINCIPATI | 40°43’57,02 / 14°46’23,15 | 40°43’20,76 / 14°46’25,78 | |
XXX XXXX | 00x00’50,95 / 14°46’22,05 | 40°43’50,64 / 14°46’23,76 | |
VIA NUFILO | 40°43’42,17 / 14°46’26,12 | 40°43’20,76 / 14°46’32,02 | |
XXX XXXXXXX XXXXXXX | 00x00’37,74 / 14°46’21,14 | 40°43’43,11 / 14°46’25,78 | |
XXX X.XXXXXXXX | 00x00’42,17 / 14°46’26,12 | 40°43’20,76 / 14°46’23,76 | |
VIA NOCELLETO dal civico 11 al civico 17 e 4 | 40°44’07,23 / 14°46’26,40 | 40°44’12,90 / 14°46’23,23 | |
XXX X.X.XXXXXXXX | 00x00’16,90 / 14°46’29,85 | 40°43’57,02 / 14°46’23,15 | |
XXX XXXXXXXX xxxxxx 00-00 e 26 | 40°44’12,49 / 14°46’03,46 | 40°43’57,02 / 14°46’23,15 | |
FRAZIONE XXXXXX | |||
Denominazione strada | Inizio strada Coordinate WGS84 | Fine strada Coordinate WGS84 | |
N E | N E | ||
VIA XXXXXXX | 40°43’48,50 / 14°46’48,75 | 40°43’46,66 / 14°46’57,14 | |
VIA TENENTE XXXX | 40°43’41,59 / 14°46’31,27 | 40°43’47,48 / 14°46’30,83 | |
VIA XXXXXXXX XXXXXX | 40°43’47,95 / 14°46’36,24 | 40°43’49,29 / 14°46’23,30 | |
XXX XXXXX | 00x00’42,17 / 14°46’26,33 | 40°43’46,28 / 14°46’35,19 | |
VIA XXX XXXXXXXXX XXXXXXXXX | 40°43’47,65 / 14°46’40,60 | 40°43’49,92 / 14°46’44,78 | |
VIA FRA XXXXXXX DI XXXXXXX | 40°43’47,65 / 14°46’40,60 | 40°43’54,27 / 14°46’38,58 | |
XXX XXXX XXXXX | 00x00’50,88 / 14°46’39,51 | 40°43’47,95 / 14°46’36,24 | |
VIA INDIPENDENZA | 40°43’47,65 / 14°46’40,60 | 40°43’44,57 / 14°46’47,30 | |
VIA PARROCCHIA | 40°43’48,50 / 14°46’48,75 | 40°43’43,16 / 14°46’53,56 | |
XXX XXXXXXX | 00x00’44,48 / 14°46’54,23 | 40°43’46,02 / 14°46’54,77 | |
XXX X.XXXXXX | 00x00’47,59 / 14°46’43,05 | 40°43’48,50 / 14°46’48,75 | |
XXX XXXXXXX | 00x00’41,96 / 14°46’34,04 | 40°43’43,16 / 14°46’53,56 | |
PIAZZA TRIVIO | 40°43’46,28 / 14°46’35,19 | xxxxx |