SCHEMA DI CONTRATTO CAPO I
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SCHEMA DI CONTRATTO CAPO I
Art. 1 – Oggetto dell’appalto Art. 2 – Ammontare dell’appalto
Art. 3 – Descrizione delle lavorazioni di cui si compone l’intervento. Forma e principali dimensioni delle opere
Art. 4 – Normativa applicabile – abilitazioni Art. 5 – Conoscenza delle condizioni di appalto
Art. 6 – Contratto – Documenti che ne fanno parte Art. 7 – Discordanze negli atti del contratto
Art. 8 – Cessione del corrispettivo di appalto Art. 9 – Direzione Lavori. Ordini di Servizio Art. 10 – Domicilio della ditta appaltatrice
Art. 11 – Obblighi dell’appaltatore prima della consegna dei lavori Art. 12 – Interventi per risolvere aspetti di dettaglio
Art. 13 – Varianti
Art. 14 – Sospensione dei lavori
Art. 15 – Garanzie e coperture assicurative Art. 16 – Requisiti dei fideiussori
Art. 17 – Concorrenti riuniti. Garanzie e benefici
Art. 18 – Consegna dei lavori. Inizio dell’esecuzione dei lavori
Art. 19 – Consegna frazionata dei lavori. Inizio dell’esecuzione dei lavori Art. 20 – Durata dell’appalto. Tempo utile per l’ultimazione dei lavori Art. 21 – Accertamento, misurazione e contabilizzazione dei lavori
Art. 22 – Pagamenti in acconto Art. 23 – Ultimazione dei lavori Art. 24 – Penali per ritardo
Art. 25 – Conto finale e collaudo provvisorio
Art. 26 – Manutenzione e custodia delle opere fino al collaudo provvisorio Art. 27 – Presa in consegna
Art. 28 – Garanzia per difformità e vizi fino al collaudo definitivo Art. 29 – Danni di forza maggiore
Art. 30 – Trattamento a tutela dei lavoratori
Art. 31 – Durata giornaliera dei lavori. Lavoro straordinario e notturno Art. 32 – Sicurezza del cantiere
Art. 33 – Oneri ed obblighi diversi a carico dell’appaltatore. Art. 34 – Espropriazioni
Art. 35 – Verifica dei calcoli statici esecutivi Art. 36 – Approvvigionamento dei materiali Art. 37 – Proprietà degli oggetti trovati
Art. 38 – Esecuzione d’ufficio Art. 39 – Risoluzione del contratto Art. 40 – Recesso
Art. 41 – Subappalti e cottimi Art. 42 – Revisione prezzi
Art. 43 – Responsabilità dell’appaltatore
Art. 44 – Rappresentante tecnico dell’appaltatore Art. 45 – Definizione delle controversie
Articolo 1 OGGETTO DELL’APPALTO
L’oggetto dell’appalto consiste nell’esecuzione di tutte le opere e le provviste occorrenti per l’attuazione dell’allargamento dell’area produttiva di competenza dell’ASI di Taranto previa realizzazione di opere stradali, fognanti, di barriere stradali di sicurezza, di opere a verde, nonché la realizzazione dell’impianto di pubblica illuminazione e di ogni altra prestazione edile necessaria per dare il lavoro perfettamente compiuto.
Tali opere e provviste verranno eseguite secondo le norme indicate nelle condizioni tecniche inserite nel presente capitolato speciale e quelle risultanti dall’offerta presentata in sede di gara.
Sono compresi nell’appalto tutti i lavori, le prestazioni, le forniture e provviste necessarie per dare il lavoro completamente compiuto e secondo le condizioni stabilite dal capitolato speciale d’appalto, con le caratteristiche tecniche, qualitative e quantitative previste dal progetto esecutivo con i relativi allegati, con riguardo anche ai particolari costruttivi e ai progetti esecutivi delle strutture e relativi calcoli e della relazione geologica, dei quali l’appaltatore dichiara di aver preso completa ed esatta conoscenza.
L’esecuzione dei lavori è sempre e comunque effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi.
Articolo 2 AMMONTARE DELL’APPALTO
2.1 IMPORTO COMPLESSIVO DELL’APPALTO
L’importo complessivo dei lavori presenti nel presente appalto ammonta complessivamente ad € 4.818.625,27 oltre oneri della sicurezza pari ad € 141.160,97 per un importo complessivo di € 4.959.786,24
PROSPETTO DELLE CATEGORIE D’OPERE (DPR n° 34 del 25/01/2000)
CATEGORIA PREVALENTE EURO 2.334.727,21
OG3 Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, linee tranviarie, metropolitane, funicolari e piste aeroportuali e relative opere complementari
ULTERIORI CATEGORIE
OG6 Xxxxxxxxxx , gasdotti, xxxxxxxxx, opere di irrigazione, e di evacuazione | EURO | 943.019,63 |
OS12/a Barriere stradali di sicurezza | EURO | 546.873,84 |
OS24 Verde e arredo urbano | EURO | 461.965,59 |
OG10 Impianti per la trasformazione alta/media tensione e per la distribuzione | ||
di energia elettrica in corrente alternata e continua | EURO | 423.432,10 |
OG1 Edifici civili e industriali | EURO | 249.767,87 |
Sommano per le opere a Corpo EURO 4.959.786,24
Il contratto è stipulato a corpo ai sensi delle disposizioni di cui all’art. 53 D.Lgs. 163/06 Succ. Mod. ed Integ.
2.2 INDICAZIONE DEI LAVORI E DEGLI IMPORTI
La distribuzione relativa ai lavori da realizzare risulta riassunta nel seguente prospetto:
DESCRIZIONE DEI LAVORI | EURO | % | |
A | A) Riqualificazione strada di collegamento tra la S.P. 48 e S.S. 7 | 3.204.707,33 | 66,51 |
B | B) Sistemazione ambientale delle aree | 358.767,37 | 7,44 |
C | C) Ristrutturazione conservativa rampe di accesso Zona Industriale | 843.769,81 | 17,51 |
D | D) Torri Faro e illuminazione xxxxxx xx xxxxxxxxxxxx XX 00 SS 7 | 411.380,76 | 8,54 |
Sommano | 4.818.625,27 | 100,000% |
Gli importi di cui sopra sono presi a base per la verifica dell’incidenza delle eventuali variazioni ai fini della disciplina delle varianti e degli interventi disposti da Direttore dei Lavori ai sensi dell’art. 132 (varianti in corpo d’opera) e 118 (subappalto) del D.Lgs. n° 163/2006 S.m.i.
Articolo 2
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI DI CUI SI COMPONE L’INTERVENTO. FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE
L’effettiva consistenza delle opere, fornitura e lavorazioni da eseguire per l’appalto è desumibile dai grafici ed allegati progettuali cui si rimanda.
Articolo 4
NORMATIVA APPLICABILE-ABILITAZIONI
L’appalto, oltre che dalle norme del presente Capitolato Speciale di Appalto è regolato dal D. Legs. 12 aprile 2006 n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” Succ. Mod. ed Integ. dal D.M.
n. 145 del 19 aprile 2000 “Regolamento recante il capitolato generale di appalto dei lavori pubblici”, dal
D.P.R. 21 dicembre 1999 n. 554 “Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici”, nonché da tutte leggi, statali e regionali e relativi regolamenti, dalle istruzioni vigenti, inerenti e conseguenti l’oggetto del presente appalto, che l’Appaltatore, con la firma del contratto, dichiara di conoscere integralmente impegnandosi all’osservanza delle stesse.
Articolo 5
CONOSCENZA DELLE CONDIZIONI DI APPALTO
L’assunzione dell’appalto di cui al presente Capitolato implica da parte dell’Appaltatore la conoscenza perfetta non solo di tutte le norme generali e particolari che lo regolano, ma altresì di tutte le condizioni locali che si riferiscono all’opera, quali la natura del suolo e del sotto suolo, l’esistenza di opere nel sottosuolo quali scavi, condotte, ecc., la possibilità di poter utilizzare materiali locali in rapporto ai requisiti richiesti, la distanza da cave di adatto materiale, la presenza o meno di acqua (sia che essa occorra per l’esecuzione dei lavori e delle prove della condotta, sia che essa debba essere deviata), l’esistenza di adatti scarichi dei rifiuti ed in generale di tutte le circostanze generali e speciali che possano aver influito sul giudizio dell’Appaltatore circa la convenienza di assumere l’opera, anche in relazione al ribasso da lui offerto sui prezzi stabiliti dall’Appaltante.
Grava sull’appaltatore l’onere della individuazione di dettaglio di ogni sottoservizio anche mediante la esecuzione di saggi prima della esecuzione degli scavi. L’Appaltatore tramite il direttore di cantiere sotto la propria responsabilità, accerterà presso gli Enti interessati (ENEL, TELECOM, AZIENDA del GAS, ACQUEDOTTO, FOGNATURA, ecc.) la posizione dei sottoservizi e tramite saggi (in quantità necessaria) individuerà e traccerà la esatta posizione degli stessi anche al fine di ridurre i rischi durante l’esecuzione dei lavori.
Articolo 6
CONTRATTO-DOCUMENTI CHE NE FANNO PARTE
Xxxxx parte integrante del contratto d’appalto, anche se materialmente non allegati, il presente Capitolato speciale e:
− il capitolato generale d’appalto approvato con DM 145/2000;
− gli elaborati grafici progettuali;
− l’elenco prezzi unitari offerti;
− i piani di sicurezza e coordinamento previsti dall’art. 131 della legge 163/2006 Succ. Mod. ed Integ. dal D. Lgs 81/08 e successive modificazioni e integrazioni;
La stipulazione del contratto deve aver luogo entro sessanta giorni dall’aggiudicazione nel caso di pubblico incanto, licitazione privata ed appaltoconcorso ed entro trenta giorni dalla comunicazione di accettazione dell’offerta nel caso di trattativa privata e di cottimo fiduciario. La mancata disponibilità dell’appaltatore alla stipulazione del contratto d’appalto, dopo l’aggiudicazione definitiva e nei termini di cui al precedente comma comporterà, la revoca dell’aggiudicazione e l’incameramento della cauzione provvisoria. Nella licitazione privata, nell’asta pubblica, nella trattativa privata e nel cottimo fiduciario, l’aggiudicazione diventa definitiva con l’adozione della determinazione dirigenziale di presa d’atto del risultato della gara e dell’assunzione dell’impegno di spesa.
In nessun caso si procede alla stipulazione del contratto, se il responsabile del procedimento e l’impresa appaltatrice non abbiano concordemente dato atto, con verbale da entrambi sottoscritto, del permanere delle condizioni che consentono l’immediata esecuzione dei lavori.
Articolo 7
DISCORDANZE NEGLI ATTI DI CONTRATTO
Qualora uno stesso atto contrattuale dovesse riportare delle disposizioni di carattere discordante, l’Appaltatore ne farà oggetto d’immediata segnalazione scritta all’Amministratore Appaltante per i conseguenti provvedimenti di modifica.
Se le discordanze dovessero riferirsi a caratteristiche di dimensionamento grafico, saranno di norma ritenute valide le indicazioni riportate nel disegno con scala di riduzione minore. In ogni caso dovrà ritenersi nulla la disposizione che contrasta o che in minor misura collima con il contesto delle norme e disposizioni riportate nei rimanenti atti contrattuali.
Per quanto riguarda le dimensioni delle strutture fanno fede quelle del progetto strutturale rispetto a quelle riportate nel progetto architettonico.
Nel caso si riscontrassero disposizioni discordanti tra i diversi atti di contratto, fermo restando quanto stabilito nella seconda parte del precedente capoverso, l’Appaltatore rispetterà nell’ordine quelle indicate dagli atti seguenti: Contratto – Documenti di gara – Elenchi prezzi unitari allegati al contratto Capitolato Speciale d’appalto – Disegni.
Qualora gli atti contrattuali prevedessero delle soluzioni alternative, resta espressamente stabilito che la scelta spetterà, di norma e salvo diversa specifica, alla Direzione Lavori.
Articolo 8
CESSIONE DEL CORRISPETTIVO DI APPALTO
Secondo quanto disposto dall’art. 115 DPR 554/99, i crediti derivanti dall’esecuzione dell’appalto possono essere ceduti a banche ovvero intermediari finanziari disciplinati dalle leggi in materia bancaria e creditizia, il cui oggetto sociale preveda l’esercizio dell’attività di acquisto di crediti di impresa.
La cessione deve essere stipulata mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata e deve essere notificata al Responsabile Unico del Procedimento (RUP) Geom. Xxxxx Xxxxxxx presso la sede del Consorzio ASI sita in xxx Xxxxxxx, 0 – 74121 Taranto, il quale provvede a comunicare quelle accettate al Direttore dei Lavori.
La cessione del credito è efficace ed opponibile se entro 15 gg. dalla notifica di cui al punto precedente non viene rifiutata con atto notificato a cedente e cessionario.
La notifica ad ufficio diverso da quello indicato è nulla.
Articolo 9
DIREZIONE LAVORI ED ORDINI DI SERVIZIO
Ai sensi dell’art. 123 del D.P.R. 21/12/1999 n. 554 le stazioni appaltanti, prima della gara istituiscono un ufficio di direzione dei lavori, costituito da un Direttore dei Lavori ed eventualmente in relazione alla dimensione ed alla tipologia e categoria dell’intervento, da uno o più assistenti con funzioni di direttore operativo o di ispettore di cantiere, i quali svolgeranno funzioni previste dagli artt. 124, 125, 126 del DPR. 21/12/1999 n. 554.
In particolare il Direttore dei Lavori svolgerà i compiti di coordinamento, direzione, supervisione e controllo tecnico-contrattuale attenendosi alla normativa di cui al D.P.R. 21/12/1999 n. 554.
Il Direttore dei Lavori agisce in piena autonomia operativa a tutela degli interessi della Amministrazione appaltante.
Egli ha la responsabilità dell’accettazione dei materiali e della esecuzione dei lavori in conformità ai patti contrattuali nonché la responsabilità del coordinamento e della supervisione dell’attività di tutto l’ufficio di Direzione dei Lavori.
Il Direttore dei Lavori è l’unico interlocutore dell’Appaltatore per quanto riguarda gli aspetti tecnici ed economici del contratto.
I direttori operativi hanno il compito di verificare che lavorazioni di singole parti dei lavori appaltati da realizzare (opere geotecniche e di fondazione, strutture, opere di finitura, impianti tecnologici o altro) siano eseguite regolarmente nell’osservanza della clausole contrattuali. I direttori operativi rispondono della loro attività di verifica direttamente al Direttore dei Lavori.
Gli ispettori di cantiere sono addetti alla sorveglianza continua dei lavori in conformità delle prescrizioni stabilite nel presente Capitolato. La posizione di ogni ispettore è ricoperta da una sola persona che eserciti la sua attività in un unico turno di lavoro. Essi saranno presenti a tempo pieno durante il periodo di svolgimento di lavori che richiedono controllo quotidiano, nonché durante le fasi di collaudo e delle eventuali manutenzioni.
L’ordine di servizio è l’atto mediante il quale sono impartite tutte le disposizioni e istruzioni da parte del Direttore dei Lavori all’appaltatore.
Gli ordini di servizio sono redatti in due copie, sottoscritte dal Direttore dei Lavori, emanate e comunicate all’appaltatore che li restituisce firmati per avvenuta conoscenza.
Gli ordini di servizio non costituiscono sede per la iscrizione di eventuali riserve e debbono essere eseguiti con la massima cura e prontezza nel rispetto delle norme di contratto e di Capitolato.
L’Appaltatore non può mai rifiutarsi di dare loro immediata esecuzione anche quando si tratti di lavoro da farsi di notte e nei giorni festivi o in più luoghi contemporaneamente sotto pena di esecuzione di ufficio, con addebito della eventuale maggiore spesa.
Resta comunque fermo il suo diritto di avanzare per iscritto le osservazioni che ritenesse opportuno fare in merito all’ordine impartito.
L’Appaltatore dovrà assicurare in qualsiasi momento ai componenti designati delle predette strutture, l’accesso alla zona dei lavori e dovrà fornire tutta l’assistenza necessaria per agevolare l’espletamento del loro compito, nonché mettere loro a disposizione il personale sufficiente ed i materiali occorrenti per le prove, i controlli, le misure e le verifiche previste dal presente Capitolato.
Articolo 10
DOMICILIO DELLA DITTA APPALTATRICE
L’appaltatore deve avere domicilio nel territorio del Comune di Taranto. Xxx non abbia in tale luogo uffici propri, deve eleggere domicilio presso lo studio di un professionista oppure presso gli uffici di una società legalmente riconosciuta ovvero presso gli uffici centrali dell’Amministrazione Appaltante. Qualora egli non disponga di uffici propri nel territorio di Taranto e non eserciti la facoltà di scegliere il proprio domicilio entro la data di stipula del contratto, lo stesso si intende stabilito presso gli uffici centrali
dell’Amministrazione Appaltante. Tutte le intimazioni, le assegnazioni di termini ed ogni altra notificazione o comunicazione dipendente dal contratto di appalto sono fatte dal Direttore dei Lavori o dal responsabile del procedimento , ciascuno relativamente agli atti di propria competenza, a mani proprie dell’appaltatore, o di colui che lo rappresenta nella condotta dei lavori oppure devono essere effettuate presso il domicilio eletto ai sensi del presente articolo.
Articolo 11
OBBLIGHI DELL’APPALTATORE PRIMA DELLA CONSEGNA DEI LAVORI
Prima della consegna dei lavori l’Appaltatore deve consegnare al Direttore dei Lavori la seguente documentazione:
1 la polizza di assicurazione per danni di esecuzione e responsabilità civile verso terzi di cui all’art. 15 del presente Capitolato;
2 il programma esecutivo nel quale sono riportate, per ogni lavorazione, le previsioni circa il periodo di esecuzione nonché l’ammontare presunto e progressivo, dell’avanzamento dei lavori alle date stabilite dal presente Capitolato per la liquidazione dei certificati di pagamento. Il programma esecutivo deve essere coerente con il piano di coordinamento e sicurezza. La coerenza sarà valutata dal Responsabile del procedimento;
3 dichiarazione autentica in ordine all’organico medio annuo, destinato al lavoro in oggetto nelle varie qualifiche, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori presso l’I.N.P.S., l’I.N.A.I.L. e casse edili e dai modelli riepilogativi annuali attestanti la congruenza dei versamenti assicurativi e previdenziali effettuati in ordine alle retribuzioni corrisposte ai dipendenti;
4 dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative applicato ai lavoratori dipendenti.
5 eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di coordinamento, redatto ai sensi del D. Lgs 81/08 (quando questi ultimi siano previsti ai sensi del D. Lgs. 81/08, e che l’appaltatore trasmette prima dell’inizio dei lavori alle imprese esecutrici ed ai lavoratori autonomi), quando l’appaltatore ritenga di poter meglio garantire la sicurezza nel cantiere sulla base della propria esperienza. In nessun caso le eventuali integrazioni possono giustificare modifiche o adeguamento dei prezzi pattuiti;
6 un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell’organizzazione del cantiere e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come piano complementare di dettaglio del: piano di sicurezza e di coordinamento nelle ipotesi di cui al punto 5 del presente articolo (in tal caso ciascuna impresa esecutrice trasmette il proprio piano operativo di sicurezza al coordinatore per l’esecuzione).
Quando l’ Amministrazione Appaltante non sia obbligata ai sensi del D. Lgs 81/08 alla redazione del piano di sicurezza e coordinamento, l’appaltatore dovrà redigere un piano di sicurezza sostitutivo, comprensivo delle scelte operative di dettaglio.
In caso di consegna anticipata per ragioni di urgenza sarà comunque obbligo dell’appaltatore sottoscrivere il verbale di cui all’art. 6, ultimo comma, del presente Capitolato
Articolo 12
INTERVENTI PER RISOLVERE ASPETTI DI DETTAGLIO
L’Amministrazione si riserva la facoltà di introdurre nelle opere, sia all’atto della consegna dei lavori, sia in sede di esecuzione, gli interventi disposti dal Direttore dei Lavori per risolvere aspetti di dettaglio entro il limite previsto dal comma 3 dell’ art. 132 del D. Lgs. 163/2006 e da calcolare sugli importi netti dei gruppi di lavorazioni ritenuti omogenei indicati al precedente art. 2, sempre che non comportino un aumento dell’importo del contratto stipulato.
Articolo 13 VARIANTI
Nessuna variazione o addizione al progetto approvato può essere introdotta dall’appaltatore se non è disposta dal Direttore dei Lavori e preventivamente approvata dagli organi competenti dell’Amministrazione Provinciale.
Le varianti in corso d’opera possono essere ammesse esclusivamente, qualora ricorrano i presupposti previsti dall’ art. 132 del D. lgs. 163/2006, nel rispetto delle modalità riportate negli art. 134, 135 e 136 del Regolamento n. 554/99 e negli art. 10 e 11 del Capitolato generale di cui al D.M. n. 145/2000.
Articolo 14 SOSPENSIONE DEI LAVORI
Il Direttore dei Lavori può ordinare la sospensione temporanea dei lavori nelle ipotesi previste dagli artt. 24, 25, e 26 del capitolato generale di appalto.
Le avverse condizioni climatiche, che giustificano la sospensione sono solo quelle che superino la media stagionale, essendo stati considerati nei tempi contrattuali i normali periodi climatici avversi.
Per la sospensione dei lavori l’appaltatore non ha diritto a compensi o indennizzi
Tuttavia se la sospensione dei lavori supera i sei mesi complessivi, l’appaltatore può richiedere lo scioglimento del contratto senza indennità. Se il Consorzio si oppone allo scioglimento l’appaltatore ha diritto alla rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolungamento della sospensione oltre i termini suddetti.
Articolo 15
GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE
A) Cauzione provvisoria
Ai sensi dell’art. 75 del D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 Succ. Mod. ed Integ., l’offerta da presentare per l’affidamento dell’esecuzione dei Lavori Pubblici è corredata da una cauzione pari al 2 % dell’importo dei lavori, ovvero è ridotta del 50 % quanto ricorrano le condizioni di cui al comma 7 del citato dell’art. 75 D. Lgs. 163/2006. La cauzione copre la mancata sottoscrizione del contratto per volontà dell’aggiudicatario ed è svincolata automaticamente al momento della sottoscrizione del contratto medesimo. Ai non aggiudicatari la cauzione è restituita non appena avvenuta la aggiudicazione.
Tale cauzione può essere:
1 reale (contanti, titoli pubblici o garantiti dallo Stato);
2 assicurativa con clausola di pagamento a prima richiesta (operativa entro 15 giorni a semplice richiesta scritta della stazione appaltante e rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale;
3 bancaria con clausola di pagamento a prima richiesta (operatività entro 15 giorni a semplice richiesta scritta della stazione appaltante e rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale.
Deve essere accompagnata dall’impegno di un fideiussore verso il concorrente a rilasciare la garanzia fideiussoria definitiva nel caso di aggiudicazione. La cauzione provvisoria, prestata mediante fideiussione bancaria o assicurativa, contenente clausole limitative della responsabilità dell’istituto fideiussore, comporterà l’esclusione della gara dell’impresa che l’abbia presentata.
B) Cauzione definitiva
Ai sensi dell’art. 113 del D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, l'esecutore dei lavori è obbligato a costituire una garanzia fideiussoria del 10 per cento dell'importo degli stessi. In caso di aggiudicazione con ribasso d’asta superiore al 10 per cento, la garanzia fidejussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10 per cento; ove il ribasso sia superiore al 20 per cento, l’aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20 per cento. La cauzione definitiva è progressivamente svincolata a decorrere dal raggiungimento di un importo dei lavori eseguiti, attestato mediante stati d’avanzamento lavori o analogo documento, pari al 50 per cento dell’importo contrattuale. Al raggiungimento dell’importo dei lavori eseguiti di cui al precedente periodo, la cauzione è svincolata in ragione del 50 per cento
dell’ammontare garantito; successivamente si procede allo svincolo progressivo in ragione di un 5 per cento dell’iniziale ammontare per ogni ulteriore 10 per cento di importo dei lavori eseguiti. Lo svincolo, nei termini e per le entità anzidetti, è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la sola condizione della preventiva consegna all’istituto garante, da parte dell’appaltatore o del concessionario, degli stati d’avanzamento lavori o di analogo documento, in originale o copia autentica, attestanti il raggiungimento delle predette percentuali di lavoro eseguito. L’ammontare residuo, pari al 25 per cento dell’iniziale importo garantito, è svincolato secondo la normativa vigente. Le disposizioni di cui ai precedenti periodi si applicano anche ai contratti in corso. La mancata costituzione della garanzia di cui al primo periodo determina la revoca dell'affidamento e l'acquisizione della cauzione da parte del soggetto appaltante o concedente, che aggiudica l'appalto o la concessione al concorrente che segue nella graduatoria. La garanzia copre:
1 L’adempimento di tutte le obbligazioni del contratto e del risarcimento dei danni derivanti dall’eventuale inadempimento delle obbligazioni stesse;
2 il rimborso delle somme pagate in più dall’appaltatore rispetto alle risultanze della liquidazione finale, salva comunque la risarcibilità del maggior danno;
3 le maggiori spese sostenute per il completamento dei lavori nel caso di risoluzione disposta in danno dell’appaltatore;
4 le inadempienze derivanti dalla inosservanza di norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori comunque presenti in cantiere.
Tale cauzione può essere:
1 assicurativa con clausola di pagamento a prima richiesta (operatività entro 15 giorni a semplice richiesta scritta della stazione appaltante e rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale);
2 bancaria con clausola di pagamento a prima richiesta (operatività entro 15 giorni a semplice richiesta scritta della stazione appaltante e rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale)
Deve permanere fino al certificato di collaudo provvisorio o di regolare esecuzione e comunque non oltre 12 mesi dalla ultimazione dei lavori.
C) polizza a garanzia della rata di saldo (Ex art. 102 DPR 554/99)
L’erogazione della rata di saldo è subordinata alla costituzione di garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa maggiorata del tasso di interesse legale applicato al periodo intercorrente tra l’approvazione del collaudo provvisorio e l’approvazione del collaudo definitivo o del certificato di regolare esecuzione.
Decorso tale termine la garanzia scade senza bisogno di formale provvedimento di svicolo.
D) Polizza di assicurazione per danni di esecuzione e responsabilità civile verso terzi (Art. 103 Reg. )
Almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori l’appaltatore deve trasmettere alla stazione appaltante copia della polizza di assicurazione per :
• danni subiti dalla stazione appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere anche preesistenti verificatesi nel corso dell’esecuzione dei lavori. La somma assicurata è pari a €. 2.000.000,00 (Duemilioni/00);
• danni a terzi causati nel corso dell’esecuzione dei lavori, il massimale deve essere di €. 5.000.000,00 (Cinquemilioni/00).
Articolo 16 REQUISITI DEI FIDEIUSSORI
Le cauzioni sono prestate da istituti di credito o da banche autorizzate all’esercizio dell’attività bancaria ai sensi del decreto legislativo 1 settembre 1993 n. 385 o da imprese di assicurazione autorizzate alla copertura dei rischi ai quali si riferisce l’obbligo di assicurazione (cfr. anche comma 4 art. 107 Regolamento 554/1999).
Articolo 17
CONCORRENTI RIUNITI. GARANZIE E BENEFICI
Le imprese riunite in associazione temporanea devono eseguire i lavori nella percentuale corrispondente alla quota di partecipazione al raggruppamento.
In caso di riunione di concorrenti ai sensi dell’articolo 37 del D. Lgs. 163/2006 Succ. Mod. ed Integ. , le garanzie fideiussorie e le garanzie assicurative sono presentate, su mandato irrevocabile, dall’impresa mandataria o capogruppo in nome e per conto di tutti i concorrenti.
I benefici di cui all’ art. 40 del D. lgs. 163/2006, saranno applicati solo se tutte le imprese riunite sono in possesso della certificazione di sistema di qualità conforme alle norme europee della serie UNI EN ISO 9000.
Articolo 18
CONSEGNA DEI LAVORI – INIZIO DELL’ESECUZIONE DEI LAVORI
La consegna dei lavori avviene, di norma, entro 45 giorni dalla data di stipula del contratto. In tale occasione viene redatto il processo verbale di consegna in doppio originale.
Qualora vi siano ragioni di urgenza, il Responsabile del Procedimento autorizza il Direttore dei Lavori alla consegna dei lavori subito dopo l’aggiudicazione definitiva, in tal caso il processo verbale dovrà essere redatto secondo quanto disposto dall’art. 130 comma 3 del DPR 554/99.
Il Direttore dei Lavori comunica all’appaltatore il giorno ed il luogo in cui deve presentarsi per ricevere la consegna dei lavori secondo quanto previsto dall’art. 129 DPR 554/99.
Qualora l’appaltatore non si presenti nel giorno stabilito, il Direttore dei Lavori fissa una nuova data, ma la decorrenza del termine contrattuale resta comunque quella della data della prima convocazione. Trascorso inutilmente tale ultimo termine fissato dal Direttore dei Lavori l’Amministrazione Appaltante procederà alla risoluzione del contratto e all’incameramento della cauzione.
Articolo 19
CONSEGNA FRAZIONATA DEI LAVORI. INIZIO DELL’ESECUZIONE DEI LAVORI
L’Amministrazione si riserva la possibilità di disporre la consegna anche in più tempi successivi, con verbali parziali, senza che l’Appaltatore possa sollevare eccezioni o trarre motivi per richiedere maggiori compensi od indennizzi. La decisione di procedere alla consegna frazionata spetta al Responsabile del Procedimento su parere motivato del Direttore dei Lavori. Costituiscono validi motivi per la consegna frazionata, senza per altro essere esaustivi, la mancanza dell’intera disponibilità dell’area sulla quale dovrà svilupparsi il cantiere, la natura e l’estensione del cantiere.
Per ogni consegna parziale sarà redatto apposito verbale di consegna. Il tempo contrattuale decorre dall’ultimo verbale di consegna parziale.
In caso di urgenza, l’appaltatore comincia i lavori per le sole parti già consegnate.
In caso di consegna frazionata l’appaltatore è tenuto presentare un programma di esecuzione dei lavori che preveda la realizzazione prioritaria delle lavorazioni sulle aree e sugli immobili disponibili.
Realizzati i lavori previsti dal programma, qualora permangano le cause di indisponibilità, si applica la disciplina dell’art. 133 del DPR 554/1999.
Per effettuare la consegna l’appaltatore dovrà mettere a disposizione il personale idoneo munito di attrezzatura e materiali idonea e necessaria per eseguire, ove occorra, il tracciamento dei lavori, l’apposizione di picchetti, sagome, capisaldi e quant’altro occorre che dovranno essere mantenuti a cura e spese dell’appaltatore.
Articolo 20
DURATA DELL’APPALTO TEMPO UTILE PER L’ULTIMAZIONE DEI LAVORI
L’appaltatore deve ultimare i lavori entro 540 (cinquecentoquaranta) giorni naturali e consecutivi a partire dal processo verbale di consegna dei lavori.
In caso di consegna frazionata il tempo utile per l’ultimazione dei lavori sarà correlato al tempo necessario per eseguire le lavorazioni sulle aree o immobili singolarmente consegnati, in modo tale che la loro somma non ecceda la durata complessiva dei lavori stabilita nel precedente capoverso.
Nel tempo utile per l’ultimazione dei lavori è compreso anche quello occorrente per l’impianto del cantiere e per ottenere dalle competenti Autorità le eventuali concessioni, licenze e permessi di qualsiasi natura e per ogni altro lavoro preparatorio da eseguire prima dell’effettivo inizio dei lavori, comprese le ordinanze di chiusura al traffico od altro.
L’appaltatore dovrà avere cura di richiedere le ordinanze di chiusura stradale, ove occorrano, ed ottenere i permessi necessari alla esecuzione dei lavori.
Articolo 21
ACCERTAMENTO, MISURAZIONE E CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI
La Direzione Lavori potrà procedere in qualunque momento all’accertamento ed alla misurazione delle opere compiute.
L’Appaltatore metterà a disposizione tutto il personale, i materiali e le attrezzature necessarie per le operazioni di tracciamento e misura dei lavori né potrà senza autorizzazione scritta della Direzione Lavori distruggere o rimuovere capisaldi o eliminare le tracce delle operazioni effettuate anche se terminate.
Xxx l’appaltatore non si prestasse ad eseguire in contraddittorio tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale, i maggiori oneri che si dovranno per conseguenza sostenere gli verranno senz’altro addebitati.
In tal caso, inoltre, l’Appaltatore non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella contabilizzazione o nell’emissione dei certificati di pagamento.
La contabilità dei lavori sarà effettuata, sulla base dei prezzi unitari detraendo il ribasso offerto in sede di gara dall’appaltatore; agli importi degli stati di avanzamento (SAL) sarà aggiunto, in proporzione dell’importo dei lavori eseguiti, l’importo degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza; le rate di acconto saranno pagate con le modalità previste dall’art. 22 del presente capitolato speciale di appalto.
Ove non diversamente specificato, il compenso a corpo costituisce per l’Appaltatore un compenso per tutti gli oneri, sia diretti che indiretti espressamente previsti o no dal presente Capitolato o dal Capitolato Generale, nonché da leggi, regolamenti e disposizioni cui il contratto ed il presente capitolato fanno esplicito o tacito riferimento.
Non saranno invece tenuti in alcun conto i lavori eseguiti irregolarmente ed in contraddizione agli ordini di servizio della Direzione Lavori e non conformi al contratto.
Articolo 22 PAGAMENTI IN ACCONTO
All’Appaltatore saranno corrisposti, in corso d’opera, pagamenti in acconto, sulla base degli stati di avanzamento emessi al netto del ribasso contrattuale e della ritenuta dello 0,5% a garanzia dell’osservanza di tutte le norme e prescrizioni a tutela dei lavoratori, di cui all’art. 7, comma 2, del D.M. 145/2000.
Le ritenute potranno essere svincolate soltanto in sede di liquidazione del conto finale, dopo l’approvazione del collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, ove l’I.N.P.S., l’I.N.A.I.L e la Cassa Edile del luogo dove si eseguono i lavori non abbiano comunicato al Consorzio eventuali inadempienze entro il termine di trenta giorni dal ricevimento della richiesta del responsabile del procedimento.
Il termine per l’emissione dei certificati di pagamento non può superare i 45 giorni a decorrere dalla maturazione di ogni stato di avanzamento dei lavori.
Il termine per disporre il pagamento degli importi dovuti non può superare i 30 giorni a decorrere dalla data
di emissione del certificato stesso.
Il certificato di pagamento dell’ultimo acconto, qualunque ne sia l’ammontare netto sarà emesso entro trenta giorni dall’ultimazione dei lavori, accertata e certificata dalla Direzione Lavori come prescritto.
Articolo 23 ULTIMAZIONE DEI LAVORI
Non appena avvenuta l’ultimazione dei lavori l’Appaltatore informerà per iscritto la Direzione che, previo congruo preavviso, procederà alle necessarie constatazioni in contraddittorio redigendo, ove le opere venissero riscontrate regolarmente eseguite, l’apposito verbale.
Qualora dall’accertamento risultasse la necessità di rifare o modificare qualche opera, per esecuzione non perfetta, l’Appaltatore dovrà effettuare i rifacimenti e le modifiche ordinate, nel tempo che gli verrà prescritto e che verrà considerato, agli effetti di eventuali ritardi come tempo impiegato per i lavori.
Articolo 24 PENALI PER RITARDO
La penale è fissata per ogni giorno di ritardo nella misura del 1 per mille dell’ammontare netto contrattuale. L’ammontare complessivo delle penali non può essere superiore al 10% dell’ammontare del netto contrattuale.
Se tale limite viene superato il responsabile del procedimento promuove l’avvio delle procedure per la risoluzione del contratto per grave ritardo, che viene deliberato dalla stazione appaltante (art. 119 DPR 554/99).
La penale relativa all’ultimazione lavori verrà detratta dal Conto Finale.
L’Appaltatore, per il tempo che impiegasse nell’esecuzione dei lavori oltre il termine contrattuale, salvo il caso di ritardo a lui non imputabile, deve rimborsare all’Amministrazione le relative spese di assistenza e sottostare all’addebitamento della penale nei modi e nella quantità sopra stabilita.
Articolo 25
CONTO FINALE E COLLAUDO PROVVISORIO
Il conto finale sarà compilato entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori, quale risulta da apposito certificato del Direttore dei Lavori.
Il Collaudo dei lavori dovrà essere concluso entro 6 (sei) mesi dalla data di ultimazione dei lavori.
Sono a carico dell’appaltatore tutti gli oneri per fornire i mezzi, attrezzature e manodopera, necessari per le operazioni di collaudo, ivi comprese le prove tecniche sulle opere e gli esami di laboratorio sui materiali impiegati ove richiesti.
Il certificato di collaudo, redatto secondo le modalità indicate dal titolo XII del DPR 554/99, assume carattere definitivo decorsi due anni dall’emissione dello stesso.
Decorso tale termine, il collaudo si intende tacitamente approvato ancorché l’atto formale di approvazione non sia intervenuto entro due mesi dalla scadenza del medesimo termine.
Qualora durante il collaudo venissero accertati i difetti di cui all’art. 197 comma 2 del DPR 554/99, l’Appaltatore sarà tenuto ad eseguire tutti i lavori che il Collaudatore riterrà necessari, nel tempo dallo stesso assegnato.
Nell’ipotesi prevista dal comma 3 dell’art. 197 del DPR 554/99 l’organo di collaudo determinerà nell’emissione del certificato la somma che, in conseguenza dei riscontrati difetti, deve detrarsi dal credito dell’appaltatore, salvo il maggior onere che rimane comunque a carico dell’appaltatore.
Articolo 26
MANUTENZIONE E CUSTODIA DELLE OPERE FINO AL COLLAUDO PROVVISORIO
L’appaltatore è obbligato alla custodia e manutenzione dell’opera durante il periodo di attesa e l’espletamento delle operazioni di collaudo fino all’emissione del relativo certificato, che deve essere emesso non oltre sei mesi dall’ultimazione dei lavori.
Analogo obbligo sussiste nei casi in cui il certificato di collaudo è sostituito dal certificato di regolare
esecuzione che deve esse emesso dal Direttore dei Lavori e confermato dal responsabile del procedimento non oltre tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori.
Per tutto il periodo intercorrente fra l’esecuzione e l’emissione del certificato di collaudo provvisorio, salvo le maggiori responsabilità sancite dall’art. 1669 C.C., l’appaltatore è quindi garante delle opere e delle forniture eseguite, obbligandosi a sostituire i materiali che si mostrassero non rispondenti alle prescrizioni contrattuali ed a riparare tutti i guasti e le degradazioni che dovessero verificarsi anche in conseguenza dell’uso, purché corretto, delle opere.
In tale periodo la manutenzione dovrà essere eseguita nel modo più tempestivo ed in ogni caso, sotto pena d’intervento d’ufficio, nei termini prescritti dalla Direzione Lavori.
Per cause stagionali o per le altre cause potrà essere concesso all’Appaltatore di procedere ad interventi di carattere provvisorio, salvo a provvedere alle riparazioni definitive, a regola d’arte, appena possibile.
Fermo restando l’obbligo di manutenzione a carico dell’appaltatore, l’obbligo di custodia non sussiste se dopo l’ultimazione l’opera è presa in consegna dall’Amministrazione Provinciale, utilizzata e messa in esercizio. In tali casi, l’obbligo di custodia è a carico dell’Amministrazione Provinciale.
Articolo 27
PRESA IN CONSEGNA DELL’OPERA
Successivamente all’emissione del certificato di collaudo, l’opera sarà presa in consegna dall’Amministrazione.
Il pagamento della rata di saldo, disposto previa copertura assicurativa (come previsto dal precedente art. 15 punti C ed E) entro 90 gg. dall’emissione del certificato di collaudo (o del CRE), non costituisce presunzione di accettazione dell’opera, ai sensi dell’articolo 1666, comma 2 del Codice Civile.
Salvo quanto disposto dall’articolo 1669 del Codice Civile, l’appaltatore risponde per la difformità ed i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dal soggetto appaltante prima che il certificato di collaudo assuma carattere definitivo.
L’Amministrazione si riserva la facoltà di chiedere consegna anticipata per parti di lavoro ultimate.
Articolo 28
GARANZIA PER DIFFORMITA’ E VIZI AL COLLAUDO DEFINITIVO-DIFETTI DI COSTRUZIONE – RESPONSABILITA’ DECENNALE PER ROVINA E DIFETTI DI COSE IMMOBILI
Il certificato di collaudo assume carattere definitivo trascorsi due anni dalla data della relativa emissione. Nell’arco di tale periodo l’appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità ed i vizi dell’opera, indipendentemente dalla intervenuta liquidazione del saldo. L’appaltatore deve demolire e rifare a sue spese le lavorazioni che il Direttore dei Lavori accerta eseguite senza la necessaria diligenza o con materiali diversi da quelli prescritti contrattualmente o che, dopo la loro accettazione e messa in opera, abbinano rivelato difetti o inadeguatezze.
Nei casi in cui il certificato di collaudo è sostituito dal certificato di regolare esecuzione sono applicati gli artt. 1667 e 1668 C.C. e, pertanto, l’appaltatore è tenuto alla garanzia per difformità e vizi dell’opera nei due anni successivi alla consegna dell’opera all’Amministrazione.
È in ogni caso salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell’appaltatore ai sensi dell’art. 1668, II comma C.C.
Quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata, se nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti dell’Amministrazione Provinciale, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta (art. 1669 C.C.).
Articolo 29
DANNI DI FORZA MAGGIORE
Qualora si verifichino danni ai lavori causati da forza maggiore, questi devono essere denunciati alla Direzione Lavori, a pena di decadenza, entro il termine di tre giorni da quello del verificarsi del danno. Appena ricevuta la denuncia il Direttore dei Lavori provvede, redigendo apposito verbale, agli accertamenti del caso, secondo quanto disposto dall’art. 139 DPR 554/99.
L’appaltatore non può sospendere o rallentare l’esecuzione dei lavori, tranne nelle parti ove lo stato dei luoghi debba rimanere inalterato per provvedere all’accertamento dei fatti.
L’indennizzo per i danni è limitato all’importo dei lavori necessari per l’occorrente riparazione, valutati ai prezzi ed alle condizioni di contratto, con esclusione dei danni e delle perdite di materiali non ancora posti in opera, nonché delle opere provvisionali e dei mezzi dell’Appaltatore.
Nessun indennizzo è dovuto quando a determinare il danno abbia concorso la colpa dell’appaltatore o delle persone delle quali esso è tenuto a rispondere.
Articolo 30
TRATTAMENTO E TUTELA DEI LAVORATORI
L’appaltatore è obbligato ad eseguire l’opera o i lavori oggetto del presente Capitolato nel rispetto delle norme dettate a tutela dei lavoratori.
a) Tutela retributiva
L’Appaltatore è obbligato ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito nei contratti collettivi nazionali e territoriali in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori costituenti oggetto del presente contratto e, se Cooperativa, anche nei confronti dei soci, ed a continuare ad applicare i suddetti contratti collettivi anche dopo la loro scadenza e fino alla loro sostituzione. L’appaltatore è altresì responsabile in solido dell’osservanza delle norme anzidette da parte dei subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto.
I suddetti obblighi vincolano l’Appaltatore fino alla data di collaudo anche se egli non fosse aderente alle associazioni stipulanti o dovesse recedere da esse ed indipendentemente dalla natura industriale ed artigiana, dalle dimensioni dell’Impresa da ogni qualificazione giuridica.
Inoltre, il mancato adempimento di tali obblighi da parte dell’appaltatore conferisce all’Amministrazione Provinciale il diritto di agire contro la compagnia assicuratrice o la banca che abbia rilasciato la polizza fideiussoria – di cui all’art. 113, del D. lgs. 163/2006 e successive modifiche – a garanzia dei debiti contrattuali dell’appaltatore medesimo, secondo quanto previsto dall’art. 101 del DPR 554/99.
b) Xxxxxx previdenziale e assicurativa
L’Appaltatore dovrà altresì osservare le norme e le prescrizioni delle Leggi e dei Regolamenti vigenti sull’assunzione, tutela, protezione, contribuzione, assicurazione, infortuni ed assistenza dei lavoratori, comunicando, non oltre 15 giorni dalla consegna dei lavori, gli estremi della propria iscrizione agli Istituti previdenziali ed assicurativi.
L’appaltatore deve esibire al Direttore dei Lavori, prima della data del verbale di consegna dei lavori, ogni prescritta denuncia del lavoro iniziato agli enti previdenziali e assicurativi, e copia della polizza di assicurazione contro gli infortuni. L’appaltatore deve parimenti esibire le modifiche alle denuncie e polizze in precedenza esibite entro 14 giorni successivi alla modifica.
Prima di emettere i certificati di pagamento degli stati di avanzamento lavori, compreso quello conseguente al conto finale, il Direttore dei Lavori chiede all’appaltatore le ricevute e le attestazioni dei versamenti contributivi previdenziali ed assicurativi, nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva, effettuati agli enti previdenziali ed assicurativi che devono essere prontamente esibiti dall’appaltatore.
A garanzia di tali obblighi, secondo quanto disposto dall’art. 7 del Capitolato generale, il Direttore dei Lavori, opererà una ritenuta dello 0,5% sull’importo netto progressivo dei lavori.
Inoltre, il mancato adempimento dell’appaltatore agli obblighi sociali, integrando nel contempo gli estremi di un adempimento verso l’ente, conferisce a quest’ultima il diritto di agire contro la compagnia assicuratrice o la banca che abbia rilasciato la polizza fideiussoria ex art. 30, comma 2, L. 109/94 e successive modifiche – a garanzia dei debiti contrattuali dell’appaltatore medesimo, secondo quanto previsto dall’art. 101 del DPR 554/99.
Le disposizioni suddette si applicato anche nel caso di subappalto. In ogni caso l’appaltatore è responsabile nei confronti dell’ente dell’osservanza delle predette disposizioni da parte dei subappaltatori.
Qualora l’amministrazione appaltante constati la violazione degli obblighi retributivi previdenziali e assicurativi, il responsabile del procedimento sentito l’appaltatore, applicherà la penale ritenuta adeguata e comunque non inferiore a €. 1.000,00 (€. Mille/00), (da trattenersi sul primo stato di avanzamento successivo alla violazione). Egli altresì ordinerà all’appaltatore l’immediato adeguamento alla normativa di tutela dei lavoratori.
La mancata ottemperanza dell’appaltatore è considerata grave inadempimento degli obblighi contrattuali e pertanto darà luogo alla risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 35 del presente Capitolato.
Tutte le violazioni della tutela retributiva ovvero previdenziale e assicurativa saranno segnalate all’Ispettorato del Lavoro ed ai competenti Enti previdenziali ed assicurativi.
Articolo 31
DURATA GIORNALIERA DEI LAVORI LAVORO STRAORDINARIO NOTTURNO
L’orario giornaliero dei lavori sarà quello stabilito dal contratto collettivo valevole nel luogo dove i lavori
vengono compiuti, ed in mancanza, quello risultante dagli accordi locali e ciò anche se l’appaltatore non sia iscritto alle rispettive organizzazioni dei datori di lavoro.
L’orario di lavoro, giornaliero, settimanale e mensile, non potrà superare i limiti contrattualmente previsti, questo anche per garantire le necessarie condizioni di sicurezza.
L’Appaltatore dovrà eseguire i lavori nella fascia oraria compresa dalle ore 06:00 alle ore 22:00 di ogni giorno, anche festivo ove occorra, mediante l’utilizzo del doppio turno lavorativo, ma anche senza aver diritto a compensi od indennità di sorta, al di fuori del prezzo contrattuale convenuto, essendo essi già comprensivi di ogni maggiorazione dovuta per questa tipologia organizzativa del cantiere, salvo diverse disposizioni impartite dalla Direzione Lavori e dal coordinatore della sicurezza.
Al fine di rispettare i termini di esecuzione dei lavori, l’Appaltatore potrà organizzare il lavoro in due turni lavorativi nelle fasce orarie 06:00 22:00 e secondo le indicazioni che perverranno dall’Amministrazione, dalla Direzione Lavori e dal coordinatore per la sicurezza nella esecuzione.
Gravano sull’Appaltatore, tutti gli oneri connessi alla realizzazione in doppio turno, comprese le misure di sicurezza necessarie alla esecuzione dei lavori nei turni ed alla adeguata illuminazione da approntare, in conformità alle norme vigenti, per l’esecuzione dei lavori previsti in progetto ed adempiendo a tutte le prescrizioni che verranno impartite in merito da parte del coordinatore per la sicurezza dei lavori.
All’infuori dell’orario convenuto, come pure nei giorni festivi, l’Appaltatore non potrà a suo arbitrio fare eseguire lavori che richiedano la sorveglianza da parte degli agenti dell’Appaltante; se, a richiesta dell’Appaltatore, la Direzione Lavori autorizzasse il prolungamento dell’orario, l’Appaltatore non avrà diritto a compenso od indennità di sorta ma sarà invece tenuto a rimborsare all’Appaltante le maggiori spese di assistenza.
Articolo 32 SICUREZZA DEL CANTIERE
L’appaltatore e le eventuali ditte subappaltatrici sono tenuti all’osservanza rigorosa degli adempimenti previsti dal D. Lgs. 81/08 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’appaltatore e le eventuali ditte subappaltatrici sono tenute all’osservanza del Piano di sicurezza e coordinamento redatto dal Coordinatore per la sicurezza ai sensi del D. Lgs. 81/08, nonché all’adempimento degli obblighi derivanti dall’applicazione del predetto decreto legislativo e dalle successive circolari esecutive.
Entro trenta giorni dall’aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei lavori, l’Appaltatore redige e consegna alla Stazione appaltante un Piano Operativo di Sicurezza (POS) per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell’organizzazione del cantiere e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come un piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento. Il piano operativo di sicurezza deve essere redatto ai sensi dell’art. 96, comma 1 lettera g del D. L.vo 81/08. In particolare il piano operativo di sicurezza deve prevedere l’organizzazione del cantiere indicando:
1 l’impianto elettrico di cantiere, l’impianto di terra i posti di lavoro con relative attrezzature e macchinari;
2 la viabilità pedonale e carrabile;
3 le eventuali compartimentazioni delle aree di lavoro.
Per tutto quanto non specificato si fa riferimento al D. L.vo 81/08.
Le imprese esecutrici, prima dell’inizio dei lavori, ovvero in corso d’opera, possono presentare al coordinatore per l’esecuzione dei lavori proposte di modificazioni o integrazioni al piano di sicurezza e di coordinamento trasmesso dalla Stazione appaltante, sia per adeguare i contenuti alle tecnologie proprie dell’impresa, sia per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese dal piano stesso.
Il piano di sicurezza e di coordinamento ed il piano operativo di sicurezza formano parte integrante del contratto di appalto. Gli oneri per la sicurezza, sono evidenziati dall’art. 2 del presente Capitolato Speciale di Appalto, non sono soggetti a ribasso d’asta ai sensi dell’art. 131 del D. lgs. 163/2006.
In particolare a carico dell’impresa e compensati con la cifra indicata al precedente art. 2, si intendono tutti gli oneri necessari a garantire la sicurezza all’interno del cantiere.
L’impresa dovrà (tenendone conto nel programma esecutivo) adeguare i propri tempi di lavoro al programma ed all’ordine dei lavori stabilito nel Piano della Sicurezza suscettibile, a norma di legge, di adeguamenti e
modifiche anche sulla base di suggerimenti da parte dell’impresa appaltatrice.
Le gravi e ripetute violazioni dei piani stessi da parte dell’Appaltatore previa formale costituzione in mora dell’interessato, costituiscono causa di risoluzione dei contratto da parte della Stazione appaltante.
Il direttore di cantiere ed il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, vigilano sull’osservanza dei piani di sicurezza.
Articolo 33
ONERI ED OBBLIGHI DIVERSI A CARICO DELL’APPALTATORE
Oltre agli oneri previsti dal Capitolato Generale di Appalto e quelli specificati nel presente Capitolato Speciale, saranno a carico dell’Appaltatore gli oneri ed obblighi seguenti.
a) Obblighi ed oneri relativi all’organizzazione del cantiere:
- I lavori devono svolgersi garantendo sempre il transito veicolare sulla strada, anche a senso unico alternato, o con regolamentazione semaforica.
- La formazione del cantiere e l’esecuzione di tutte le opere a tal uopo occorrenti, comprese quelle di recinzione e di protezione e quelle necessarie per mantenere la continuità delle comunicazioni, nonché di scoli, acque e canalizzazioni esistenti.
- La fornitura di cartelli indicatori e contenenti, a colori indelebili, tutte le informazioni richieste dalla normativa vigente (per opere finanziate dalla CC.PP. con risparmi postali, dovranno contenere anche la dicitura relativa al finanziamento).
- Tanto i cartelli che le armature di sostegno dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza, di decoroso aspetto e dovranno essere mantenuti in ottimo stato fino al collaudo dei lavori.
- L’installazione delle attrezzature ed impianti necessari e atti, in rapporto all’entità dell’opera, ad assicurare la migliore esecuzione ed il normale ed ininterrotto svolgimento dei lavori.
- L’apprestamento delle opere provvisionali quali ponteggi, impalcature, assiti, steccati, armature, centinature, casserature, ecc. compresi spostamenti, sfridi, mantenimenti e smontaggi a fine lavori.
- Le incastellature, le impalcature e le costruzioni provvisionali in genere, se prospettanti all’esterno del cantiere o aggettanti su spazi pubblici o privati, dovranno essere idoneamente schermate
- L’adeguata illuminazione del cantiere.
- La vigilanza e guardiania del cantiere, sia diurna che notturna e la custodia di tutti i materiali, impianti e mezzi d’opera esistenti nello stesso (siano essi di pertinenza dell’Appaltatore, dell’amministrazione, o di altre Ditte), nonché delle opere eseguite od in corso di esecuzione
- La vigilanza estesa anche ai periodi di sospensione dei lavori ed al periodo intercorrente tra l’ultimazione ed il collaudo, salvo l’anticipata consegna delle opere all’Amministrazione appaltante e per le opere consegnate.
- La pulizia del cantiere e la manutenzione ordinaria e straordinaria di ogni apprestamento provvisionale. La pulizia e spazzatura delle strade da terre e materiali provenienti dai lavori eseguiti, prima della loro riapertura al traffico.
- La fornitura di locali di uso ufficio (in muratura o prefabbricati) idoneamente rifiniti e forniti dei servizi necessari alla permanenza ed al lavoro di ufficio della Direzione Lavori. I locali saranno realizzati nel cantiere od in luogo prossimo, stabilito od accettato dalla Direzione, la quale disporrà anche il numero degli stessi e le attrezzature di dotazione.
- La fornitura di mezzi di trasporto per gli spostamenti della Direzione Lavori e del personale di assistenza.
- La fornitura di locali e strutture di servizio per gli operai, quali tettoie, ricoveri, spogliatoi, prefabbricati o meno, la fornitura di servizi igienico-sanitari in numero adeguato e conformi alle prescrizioni degli Enti competenti, nonché il servizio di mensa per operai ed addetti ai lavori.
- Le spese per gli allacciamenti provvisori, e relativi contributi e diritti, dei servizi di acqua, elettricità, gas, telefono e fognature necessari per il funzionamento del cantiere e l’esecuzione dei lavori, nonché le spese di utenza e consumo relative ai predetti servizi.
- Le occupazioni temporanee per formazione di aree di cantiere, baracche ed in genere per tutti gli usi occorrenti all’Appaltatore per l’esecuzione dei lavori appaltati, nonché le pratiche presso
Amministrazioni ed Enti per permessi, licenze, concessioni, autorizzazioni, per opere di presidio, interruzioni provvisorie di pubblici servizi, attraversamenti, cautelamenti, trasporti speciali nonché le spese ad esse relative per tasse, diritti, indennità, canoni, cauzioni, ecc.
- L’espletamento delle procedure espropriative per l’esecuzione dei lavori oggetto del presente appalto, secondo quanto specificato nell’apposito articolo del presente capitolato (art. 34 – Espropriazioni)
- In difetto rimane ad esclusivo carico dell’Appaltatore ogni eventuale multa o contravvenzione nonché il risarcimento degli eventuali danni.
- Lo smacchiamento generale della zona interessata dai lavori, ivi incluso il taglio di alberi, siepi e l’estirpazione delle ceppaie.
- E’ onere dell’appaltatore l’eventuale richiesta preventiva alla Direzione Ambiente per l’abbattimento di alberature nelle zone interessate dai lavori e di dare seguito alle indicazioni e prescrizioni stabilite dalla Direzione suddetta.
- L’approntamento di un laboratorio di cantiere fisso o mobile e con le necessarie attrezzature, che l’Amministrazione ritenesse di istituire, nonché le spese per il personale addetto.
- L’installazione di tabelle e segnali luminosi nel numero sufficienti, sia di giorno che di notte, nonché l’esecuzione di tutti i provvedimenti che la Direzione Lavori riterrà indispensabili per garantire la sicurezza delle persone e dei veicoli e la continuità del traffico sia in prossimità del cantiere sia nelle zone lontane da questo.
- Tessere di riconoscimento. L’appaltatore ha l’obbligo di dotare i propri dipendenti, impegnati nella realizzazione dell’opera, di tessera di riconoscimento con fotografia. Tale obbligo è esteso a tutte le imprese subappaltatrici.
- La sistemazione delle strade e dei collegamenti esterni ed interni; la collocazione, ove necessario di ponticelli, andatoie, scalette di adeguata portanza e sicurezza, con l’obbligo di mantenere l’accesso alle singole abitazioni frontiste.
- L’installazione di tabelle e segnali luminosi nel numero sufficienti, sia di giorno che di notte, nonché l’esecuzione di tutti i provvedimenti che la Direzione Lavori riterrà indispensabili per garantire la sicurezza delle persone e dei veicoli e la continuità del traffico sia in prossimità del cantiere sia nelle zone lontane da questo.
- La conservazione ed il ripristino delle vie, dei passaggi e dei servizi, pubblici o privati, che venissero interrotti per l’esecuzione dei lavori provvedendovi a proprie spese con opportune opere provvisionali, compreso il ripristino della segnaletica stradale orizzontale e verticale com’era prima dei lavori (ad esempio attraversamenti pedonali, spartitraffico ecc.).
- Lo sgombero e la pulizia del cantiere e la spazzatura stradale, entro un mese dall’ultimazione dei lavori, con la rimozione di tutti i materiali residuali, i mezzi d’opera, le attrezzature e gli impianti esistenti nonché con la perfetta pulizia di ogni parte e di ogni particolare delle opere da fabbricidi, calcinacci, sbavature, pitture, unto, ecc.
- L’onere dell’allontanamento dei materiali di risulta degli scavi non più ritenuti utilizzabili dalla D.L. e del loro eventuale smaltimento a norma di legge. In particolare l’Appaltatore dovrà fornire le autorizzazioni secondo le norme di legge, relative alla discarica o discariche, presso le quali verrà conferito il materiale di risulta secondo la sua tipologia, compreso il materiale derivante da demolizione di sovrastrutture stradali (binder e tappeti) ed effettuando i campionamenti necessari alla classificazione del rifiuto depositato. Tutte le autorizzazioni necessarie per effettuare lo smaltimento, sono a carico dell’Appaltatore così come le responsabilità conseguenti alla corretta raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali.
- In presenza di normale attività didattica all’interno dell’edificio, a prescindere dalla previsione dell’esecuzione dei lavori così come prevista nel piano di sicurezza e coordinamento, l’Impresa dovrà rispettare la sicurezza adeguandosi ai tempi reali di esecuzione dei lavori stessi, senza avere per ciò diritto a compensi o indennità di sorta al di fuori del prezzo contrattuale convenuto.
- L’Impresa è obbligata ad eseguire i lavori in presenza di traffico veicolare. Per questo onere, già valutato nei singoli prezzi, l’Appaltatore dovrà prendere tutte le necessarie misure per non arrecare danno o pericolo alle persone e cose; occorrendo, dovrà impiantare a proprie spese, passi provvisori ed eseguire i lavori , senza pretendere compensi per questi oneri essendo già compresi nei prezzi unitari.
b) Obblighi ed oneri relativi a prove, sondaggi, disegni.
- La fornitura di tutti i necessari attrezzi, strumenti e personale esperto per tracciamenti, rilievi, misurazioni, saggi, picchettazioni, ecc. relativi alle operazioni di consegna, verifiche in corso d’opera, contabilità e collaudo dei lavori.
- La riproduzione di grafici, disegni ed allegati vari relativi alle opere in esecuzione. In particolare dovranno essere eseguiti:
- Planimetrie generali (Scale 1:2000);
- Planimetrie di dettaglio (Scala 1:1000 oppure 1:500)
- Profili di dettaglio (Scale 1:1000; 1:100)
- Sezioni e sistemazioni delle intersezioni (incroci) (Scala 1:200)
- Disegni costruttivi delle opere d’arte in Scala 1:50.
Tutte le tavole dovranno essere eseguite e consegnate alla Direzione Lavori in lucido e in n. 3 copie eliografiche, due delle quali verranno consegnate all’Amministrazione.
- Il tracciato planoaltimetrico e tutti i tracciamenti di dettaglio riferentisi alle opere in genere, completo di monografia dei capisaldi e di livellazione riferita agli stessi.
- L’esecuzione di modelli e campionature di lavori, materiali e forniture che venissero richiesti dalla Direzione Lavori.
- L’esecuzione di esperienze ed analisi come anche verifiche, assaggi e relative spese che venissero in ogni tempo ordinati dalla Direzione Lavori, presso il laboratorio di cantiere o presso gli Istituti autorizzati, sui materiali e forniture da impiegare od impiegati o sulle opere, in relazione a quanto prescritto nella normativa di accettazione o di esecuzione.
- La conservazione dei campioni fino al collaudo, muniti di sigilli controfirmati dalla Direzione e dall’Appaltatore, in idonei locali o negli edifici direttivi.
- La fornitura di fotografie delle opere, nel formato, numero e frequenza prescritti dalla Direzione Lavori e comunque non inferiori a quattro per ogni stato di avanzamento, nel formato 18x24.
- La verifica dei calcoli delle strutture resistenti come previsto all’art. 33, con gli oneri ivi previsti.
- La verifica delle indagini geognostiche e dello studio della portanza dei terreni nonché la verifica delle soluzioni strutturali e del dimensionamento delle opere di fondazione o di sostegno.
- Le prove di carico e le verifiche delle varie strutture (pali di fondazione, travi, solai, mensole, rampe, ecc.) che venissero ordinate dalla Direzione o dal Collaudatore; l’apprestamento di quanto occorrente (materiali, mezzi d’opera, opere provvisionali, opere e strumenti) per l’esecuzione di tali prove e verifiche.
- Le spese di assistenza per i collaudi tecnici prescritti dall’Amministrazione per le strutture e gli impianti. In particolare di tutte le opere provvisionali, le baracche e luoghi di lavorazione impianti compresi, nonché le spese di collaudazione per tutte le indagini, prove e controlli che i Collaudatori riterranno opportuno disporre, a loro insindacabile giudizio, e per gli eventuali ripristini.
- L’Appaltatore è obbligato a fornire all’Amministrazione, alla ultimazione dei lavori e prima del collaudo, il rilievo delle opere realizzate (condotte, pozzetti, caditoie, sottoservizi). Il rilievo comprenderà la livellazione del piano strada (in prossimità dei tombini), la posizione planimetrica delle opere d’arte, delle tubazioni e delle caditoie, il profilo altimetrico delle condotte. L’Amministrazione fornirà all’Appaltatore la tabella da compilare contenente i dati necessari sopra citati, per l’aggiornamento del sistema informatico territoriale.
- L’esaurimento delle acque superficiali o di infiltrazione concorrenti nei cavi e l’esecuzione di opere provvisionali per lo scolo e la deviazione preventiva di esse dalle sedi stradali o dal cantiere, in generale.
c) Ulteriori oneri
❖ L’osservanza delle norme di polizia stradale, di quelle di polizia mineraria (Legge 30/03/1893, n. 184 e Regolamento 14/01/1894, n. 19), nonché di tutte le prescrizioni, leggi e regolamenti in vigore per l’uso di mine, ove tale uso fosse consentito;
❖ Le spese relative alla utilizzazione del Corpo dei Vigili Urbani in occasione di lavori particolarmente impegnativi dal punto di vista della viabilità;
❖ Saranno a carico dell’Impresa eventuali sanzioni ad infrazioni del Codice della Strada;
❖ Il carico, trasporto e scarico dei materiali delle forniture e dei mezzi d’opera ed il collocamento a deposito od in opera con le opportune cautele atte ad evitare danni od infortuni.
❖ Il ricevimento di materiali e forniture escluse dall’appalto nonché la loro sistemazione, conservazione e custodia, compresa altresì la custodia di opere escluse dall’appalto eseguite da Ditte diverse per conto dell’Amministrazione o dalla stessa direttamente.
❖ La riparazione dei danni che, per ogni causa o negligenza dell’Appaltatore, fossero apportati ai materiali forniti od ai lavori da altri compiuti.
❖ La fornitura di notizie statistiche sull’andamento dei lavori relative al numero degli operai impiegati, distinti nelle varie categorie, per periodi indicati dal Direttore dei Lavori.
❖ L’autorizzazione al libero accesso alla Direzione Lavori ed al personale di assistenza e sorveglianza, in qualsiasi momento, nei cantieri di lavoro o di produzione dei materiali per le prove, i controlli, le misure e le verifiche previste dal presente Capitolato, medesima autorizzazione deve essere concessa alle altre imprese ed al relativo personale dipendente, per tutto il tempo occorrente all’esecuzione dei lavori o delle forniture scorporate.
❖ Le spese di contratto ed accessorie e cioè tutte le spese e tasse, compresi eventuali diritti di segreteria, inerenti e conseguenti alla stipulazione del contratto e degli eventuali atti complementari, le spese per le copie esecutive, le tasse di registro e di bollo principali e complementari.
d) Oneri dipendenti dalla presenza del traffico.
❖ Per tutti i lavori che dovranno essere eseguiti in presenza del traffico che non potrà essere né deviato né sospeso l'Impresa dovrà escogitare ed attuare tutti gli accorgimenti e le cautele necessarie per assicurare contemporaneamente la buona esecuzione dei lavori, il passaggio agevole e regolare, nonché la sicurezza del transito sottostando a tutte le prescrizione vigenti e che comunque all'atto esecutivo saranno dettate dalla Direzione dei lavori.
❖ Gli oneri derivanti dalle particolari condizioni suesposte e da quelle che si verificheranno durante il corso dei lavori, salvo che non si tratti di oneri dipendenti da causa di forza maggiore, ai sensi dell'art. 20 del Capitolato Generale, si intendono tutti a carico dell'Impresa che non potrà pretendere compensi di sorta oltre quelli previsti nell'elenco dei prezzi del presente Capitolato, essendosi di essi tenuto conto nello stabilire i prezzi.
Articolo 34 ESPROPRIAZIONI
L’Amministrazione conferisce all’Impresa il mandato di svolgere in sua rappresentanza, salvo i rimborsi con le modalità di cui si dice più avanti, tutte le procedure tecniche, amministrative o finanziarie, anche se in sede contenziosa, connesse con le occupazioni temporanee di urgenza, le espropriazioni ed asservimenti occorrenti per l’esecuzione delle opere appaltate.
Per le citate occupazioni temporanee, espropriazioni ed asservimenti, l’Impresa deve avvalersi di tutte le norme vigenti in materia di espropriazione per cause di pubblica utilità.
All’Impresa sono rimborsate le somme inerenti alle espropriazioni, regolarmente corrisposte a titolo di indennità di espropriazione, di asservimenti ed accessorie, debitamente rendicontate nei modi appresso indicati, nonché le somme anticipate a titolo di imposta, tributi e simili (imposte del registro, ipotecarie, pubblicazioni FAL, tributi erariali) comunque dovuti dall’Ente espropriante, secondo le vigenti disposizioni di legge, restando inteso che ogni altro onere, per il completo espletamento delle procedure espropriative e per gli asservimenti, si intende compensato con il corrispettivo dell’appalto.
Resta espressamente convenuto che L’Amministrazione ha la facoltà, ferma restando la piena ed esclusiva responsabilità dell’Impresa, di eseguire presso l’Impresa stessa accertamenti e verifiche in ordine alla regolarità formale e sostanziale delle procedure espropriative e di eventuali asservimenti ed ordinare, a suo insindacabile giudizio, la regolarizzazione, come pure ha la facoltà di vigilare entro i limiti di propria competenza, affinché non si manifestino ritardi ed impedimenti all’esecuzione delle opere connesse alle
espropriazioni e ad eventuali asservimenti.
L’impresa provvederà a sua cura e spese a tutte le occupazioni temporanee e definitive che si rendessero necessarie per deviazioni provvisorie, per strade di servizio, per accesso ai vari cantieri, per l’impianto dei cantieri stessi, per tutte le discariche e i depositi di materiale, per l’apertura di cave e per quant’altro necessario all’esecuzione dei lavori.
Resta in proposito precisato che l’Impresa risponderà sempre e direttamente nei confronti dei terzi per le sopramenzionate occupazioni, obbligandosi a sollevare da ogni corrispondente richiesta l’Amministrazione che, pertanto, ed in ogni caso, rimarrà del tutto estranea.
Restano a carico dell’appaltatore, intendendosi compensati con i prezzi di appalto tutti gli oneri relativi all’esecuzione di piste di accesso e di servizio che si dovessero rendere necessarie per l’esecuzione dell’opera.
Articolo 35
VERIFICA DEI CALCOLI STATICI ESECUTIVI
Poiché la Stazione Appaltante fornisce il progetto completo di calcoli statici, la verifica di detti calcoli dovrà essere eseguita dall’Appaltatore. L’Appaltatore perciò, nel concorrere all’appalto, avrà preso conoscenza del progetto, dovrà averne controllato i calcoli statici a mezzo di professionista di sua fiducia (qualora l’Appaltatore stesso non rivesta tale qualità) concordando nei risultati finali e riconoscendo, quindi, il progetto perfettamente attendibile; con ciò egli assume piena ed intera responsabilità tanto del progetto come dell’esecuzione dell’opera.
L’Appaltatore è tenuto a consegnare la dichiarazione scritta, alla Stazione Appaltante, dell’accettazione dei predetti calcoli, impegnandosi al deposito degli stessi presso gli uffici del Genio Civile.
Tuttavia, laddove l’Appaltatore ne rilevasse la necessità e la convenienza, potrà modificare, a sua cura e spese, il progetto strutturale allegato, mediante rielaborazione dei calcoli e degli elaborati esecutivi a mezzo di professionista abilitato; in tal caso resta espressamente stabilito che l’eventuale introduzione di varianti nelle strutture anzidette (sia in fondazione che in elevazione) non potrà in alcun caso giustificare maggiorazioni del prezzo contrattuale (che anche sotto tale aspetto rimane fisso ed invariabile), né modifiche dimensionali che abbiano ripercussione sulle caratteristiche funzionali, distributive, architettoniche e di fruibilità; in ogni caso le eventuali modificazioni che l’Appaltatore intendesse introdurre nel progetto strutturale, nel relativo progetto esecutivo e nei calcoli dovranno essere preventivamente sottoposti all’insindacabile giudizio della Direzione Lavori. L’accettazione di detto progetto, da parte della D.L., non solleva in alcun modo l’Appaltatore dalle responsabilità inerenti il progetto e la sua esecuzione.
Articolo 36 APPROVVIGIONAMENTO DEI MATERIALI
Qualora l’Appaltatore non provveda tempestivamente all’approvvigionamento dei materiali occorrenti per assicurare a giudizio insindacabile dell’Appaltante l’esecuzione dei lavori entro i termini stabiliti dal contratto, l’Appaltante stesso potrà con semplice ordine di servizio, diffidare l’Appaltatore a provvedere a tale approvvigionamento entro un termine perentorio.
Scaduto tale termine infruttuosamente, l’Appaltante potrà provvedere senz’altro all’approvvigionamento dei materiali predetti, nelle quantità e qualità che riterrà più opportune, dandone comunicazione all’Appaltatore, precisando la qualità, le quantità ed i prezzi dei materiali e l’epoca in cui questi potranno essere consegnati all’Appaltatore stesso.
In tal caso detti materiali saranno senz’altro contabilizzati a debito dell’Appaltatore, al loro prezzo di costo a piè d’opera, maggiorata dell’aliquota del 5% (cinque per cento) per spese generali dell’Appaltante, mentre d’altra parte continueranno ad essere contabilizzati all’Appaltatore ai prezzi di contratto.
Per effetto del provvedimento di cui sopra l’Appaltatore è senz’altro obbligato a ricevere in consegna tutti i materiali ordinati dall’Appaltante e ad accertarne il relativo addebito in contabilità restando esplicitamente stabilito che, ove i materiali così approvvigionati risultino eventualmente esuberanti al fabbisogno, nessuna pretesa od eccezione potrà essere sollevata dall’Appaltatore stesso che in tal caso rimarrà proprietario del
materiale residuato.
L’adozione di siffatto provvedimento non pregiudica in alcun modo la facoltà dell’Appaltante di applicare in danno dell’appaltatore, se del caso, gli altri provvedimenti previsti nel presente Capitolato o dalle vigenti leggi.
Articolo 37
PROPRIETA’ DEGLI OGGETTI TROVATI
L’Amministrazione, salvo i diritti che spettano allo Stato a termini di legge, si riserva la proprietà degli oggetti di valore e di quelli che interessano la scienza, la storia, l’arte o l’archeologia che si rinvengano nei fondi espropriati per l’esecuzione dei lavori o nella sede dei lavori stessi.
Dell’eventuale ritrovamento dovrà esserne dato immediato avviso alla Direzione Lavori per le opportune disposizioni.
L’Appaltatore non potrà in ogni caso senza ordine scritto rimuovere od alterare l’oggetto del ritrovamento, sospendendo i lavori stessi nel luogo interessato.
Ove necessario, tale sospensione potrà essere formalizzata dalla Direzione Lavori, rientrando tra le cause di forza maggiore previste dal primo comma dell’art. 24 del Capitolato Generale d’appalto approvato con DM 145/2000.
Articolo 38 ESECUZIONE D’UFFICIO
Nel caso in cui L’Appaltatore si rifiutasse all’immediato rifacimento delle opere male eseguite, all’esecuzione delle opere mancanti, alla demolizione e sostituzione di quelle non rispondenti alle condizioni contrattuali o non rispettasse o ritardasse il programma accettato o sospendesse i lavori, ed in generale, in tutti i casi previsti dagli art. 136 del D. Lgs. 163/2006 Succ. Mod. ed Integ. e dall’art. 18 del D.M. 145/2000, l’Amministrazione Provinciale avrà il diritto di procedere all’esecuzione d’ufficio dei lavori od alla rescissione del contratto in danno dell’Appaltatore stesso.
Articolo 39 RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
Si dà luogo alla risoluzione dei contratto, con provvedimento della stazione appaltante, nei seguenti casi:
1 art. 136 del D. Lgs. 163/2006 Succ. Mod. ed Integ.
2 per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte la realizzazione dell’opera ovvero la sua utilizzazione, ove le varianti eccedano il quinto dell’importo originario del contratto;
3 gravi o ripetute violazioni dei piani di sicurezza (previa formale costituzione in mora dell’interessato);
4 violazione delle norme dettate a tutela dei lavoratori;
5 inutile decorso del secondo termine assegnato dal Direttore dei Lavori all’appaltatore per la consegna dei lavori di cui all’art. 16;
6 ritardo nell’adempimento che comporti l’applicazione di penali complessivamente superiori al 10% dell’ammontare netto contrattuale;
7 grave ritardo rispetto alle previsioni del programma esecutivo (da accertare con le modalità previste dall’art. 119, commi 4 e 5, del DPR 554/99);
8 grave inadempimento delle obbligazioni contrattuali tali da compromettere la buona riuscita dei lavori (da contestare con le modalità previste dall’art. 119, commi 1, 2 e3, del DPR 554/99);
9 applicazione di misure di prevenzione o sentenze passate in giudicato ai sensi dell’art. 118 del DPR 554/99;
10 negli altri casi espressamente previsti dal presente Capitolato.
Articolo 40 RECESSO
Esclusa l’ipotesi di risoluzione prevista dal n. 2) del precedente articolo, qualora la variante superi 1/5 dell’importo dell’appalto, l’Appaltatore ha la facoltà di recedere dal contratto entro il termine di dieci giorni dal ricevimento della comunicazione da parte del responsabile del procedimento, col solo diritto al pagamento dei lavori eseguiti.
Egli ha altresì la facoltà di presentare istanza di recesso qualora la consegna dei lavori avvenga in ritardo per fatto o colpa dell’amministrazione. In tale caso accolta l’istanza l’appaltatore avrà diritto al rimborso delle spese nei limiti previsti dall’art. 9 del capitolato generale d’appalto.
La stazione appaltante si riserva il diritto di recedere dal contratto in qualunque tempo, ai sensi dell’art. 122 del DPR 554/2000, previo pagamento dei lavori eseguiti e del valore dei materiali utili esistenti in cantiere, oltre al decimo dell’importo delle opere non eseguite.
Articolo 41 SUBAPPALTI E COTTIMI
I subappalti ed i cottimi sono regolati dall’art. 118 del D. Lgs. 163/2006 Succ. Mod. ed Integ. L’Amministrazione Provinciale non provvederà a corrispondere direttamente al subappaltatore o al cottimista l’importo dei lavori dagli stessi eseguiti. Pertanto l’appaltatore è obbligato a trasmettere, entro venti giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato nei loro confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti corrisposti dall’appaltatore ad subappaltatore o cottimista.
L’esecuzione delle opere o dei lavori affidati in subappalto non può formare oggetto di ulteriore subappalto salvo che per la fornitura con posa in opera di impianti e di strutture speciali. In tali casi il subappaltatore, per la posa in opera o il montaggio, può avvalersi di imprese di propria fiducia per le quali non sussista alcuno dei divieti dall’art. 10 legge 31 maggio 1965 n. 575 e successive modificazioni.
Articolo 42 REVISIONE PREZZI
Non sono ammesse revisioni dei prezzi. Il rischio delle difficoltà dell’opera è a totale carico dell’appaltatore. L’art. 1664 C.C., 1° comma, non si applica all’appalto di cui al presente Capitolato.
Articolo 43 RESPONSABILITA’ DELL’APPALTATORE
L’Appaltatore è l’unico responsabile dell’esecuzione delle opere appaltate in conformità alle migliori regole dell’arte, della rispondenza di dette opere e parti di esse alle condizioni contrattuali, del rispetto di tutte le norme di Xxxxx e di Regolamento.
Sarà obbligo dell’Appaltatore di adottare nell’esecuzione dei lavori tutti i provvedimenti e le cautele necessarie per garantire l’incolumità degli operaio e rimane stabilito che egli assumerà ogni ampia responsabilità sia civile che penale nel caso di infortuni, della quale responsabilità si intende quindi sollevato il personale preposto alla direzione e sorveglianza, i cui compiti e responsabilità sono quelli indicati dal Regolamento.
Le disposizioni impartite dalla Direzione Lavori, la presenza nei cantieri del personale di assistenza e sorveglianza, l’approvazione dei tipi, procedimenti e dimensionamenti strutturali e qualunque altro intervento devono intendersi esclusivamente connessi con la miglior tutela dell’Amministrazione e non diminuiscono la responsabilità dell’appaltatore, che sussiste in modo assoluto ed esclusivo dalla consegna dei lavori al collaudo, fatto salvo il maggior termine di cui agli artt. 1667 e 1669 del C.C.
Articolo 44
RAPPRESENTANTE TECNICO DELL’APPALTATORE
A norma dell’art. 4 del Capitolato Generale approvato con DM 145/2000 l’Appaltatore che non conduce i lavori personalmente dovrà farsi rappresentare, per mandato con rappresentanza conferito per atto pubblico depositato presso l’Amministrazione Provinciale, da persona fornita dei requisiti tecnici e morali per l’esercizio delle attività necessarie per la esecuzione dei lavori a norma del contratto.
Ai sensi dell’art. 6 comma 3 del D.M. 145/2000 il Direttore di Tecnico dell’impresa può coincidere con il rappresentante delegato ai sensi dell’art. 4 del D.M. 145/2000. Tale circostanza deve risultare dal mandato con rappresentanza di cui al primo capoverso del presente articolo.
L’appaltatore rimane responsabile dell’operato del suo rappresentante.
Quando ricorrono gravi e giustificati motivi, l’Amministrazione Provinciale, previa comunicazione all’appaltatore, ha diritto di esigere il cambiamento immediato del suo rappresentante, senza che per ciò spetti alcuna indennità all’appaltatore o al suo rappresentante.
Articolo 45 ACCORDO BONARIO
DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE
Per la definizione delle controversie si applicheranno art. 239 e 240 del D. Lgs. 163/2006 Succ. Mod. ed Integ. La competenza a conoscere le controversie che potrebbero derivare dal contratto di cui il presente capitolato è parte integrante, spetta, ai sensi dell’art. 20 del codice di procedura civile, al giudice del luogo dove il contratto è stato stipulato.
È escluso il ricorso all’arbitrato.
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
NORME TECNICHE
INDICE
SEZIONE 1 SONDAGGI E PROVE SEZIONE 2 RILIEVI E CARTOGRAFIA SEZIONE 3 MOVIMENTI DI TERRA SEZIONE 4 DEMOLIZIONI
SEZIONE 5 ACCIAIO
SEZIONE 6 VERNICIATURE
SEZIONE 7 CALCESTRUZZI
SEZIONE 8 DIAFRAMMI E PALANCOLATI SEZIONE 9 PALI
SEZIONE 10 POZZI
SEZIONE 11 PONTI, VIADOTTI E SOTTOVIA SEZIONE 12 PAVIMENTAZIONI
SEZIONE 13 BARRIERE E PARAPETTI SEZIONE 14 MANUFATTI IN LAMIERA SEZIONE 15 OPERE DI COSOLIDAMENTO SEZIONE 16 OPERE DI DIFESA
SEZIONE 17 OPERE IN VERDE SEZIONE 18 BARRIERE ANTIFONICHE SEZIONE 19 IMPIANTI ELETTRICI
SEZIONE 20 SERVIZIO MANUTENZIONE SEGNALETICA ORIZONTALE E VERTICALE
SEZIONE 21 SEGNALETICA DI CANTIERE
SEZIONE 1
- SONDAGGI E PROVE -
INDICE
Parte I SONDAGGI E PROVE IN SITO
1. CLASSIFICAZIONE E DEFINIZIONI
2.1. INDAGINI GEOTECNICHE
2.1.0. Scavi di sondaggio
2.1.1. Sondaggio geotecnico
2.1.2. Fori verticali a distruzione di nucleo
2.1.3. Campionamento geotecnico nei sondaggi
2.1.4. Perforazione con registrazione dei parametri di perforazione
2.1.5. Prove di penetrazione dinamica SPT
2.1.6. Prove penetrometriche dinamiche continue DPHS
2.1.7. Prove penetrometriche statiche
2.1.8. Prove penetrometriche statiche di tipo elettriche
2.1.9. Prove penetrometriche statiche con piezocono
2.1.10. Prove scissometriche in foro di sondaggio VT
2.1.11. Prove con pressiometro tipo Xxxxxx
2.1.12. Prove di permeabilita' in sondaggio tipo Lefranc
2.1.13. Prove di permeabilita' in sondaggio tipo Lugeon
2.1.14. Piezometro tipo Xxxxxxxxxx
2.1.15. Piezometro a tubo aperto
2.1.16. Piezometro di tipo elettrico ed elettropneumatico
2.1.17. Installazione di tubi inclinometrici
2.1.18. Prove di carico su piastra
2.2. INDAGINI GEOMECCANICHE
2.2.1. Sondaggio geomeccanico
2.2.2. Sondaggio geognostico ad andamento direzionale
2.2.3. Rilievo geostrutturale di dettaglio
2.2.4. Point Load Test
2.2.5. Prove di carico su piastra in roccia
2.2.6. Prova con dilatometro da roccia in sondaggio
2.2.7. Prova con martinetto piatto
2.2.8. Prova con estensimetro doorstopper in sondaggio
2.2.9. Prove di taglio in sito
2.2.10. Rilievo televisivo in sondaggio
2.3. INDAGINI GEOFISICHE
2.3.1. Attrezzature di sondaggio per prove "DOWN - HOLE"
2.3.2. Attrezzature di sondaggi per prove "CROSS - HOLE"
2.3.3. Carotaggio sonico
2.3.4. Prospezioni sismiche a rifrazione
2.3.5. Prospezioni geoelettriche
2.3.6. Prospezioni sismiche a riflessione
3. PRESCRIZIONI ED ONERI GENERALI
3.1 Generalità
3.2 Soggezioni Ambientali
3.3 Documentazioni Indagini
3.4 Consegna campioni terreno
3.5 Conservazioni cassette catalogatrici
3.6 Ubicazione quote
3.7 Oneri diversi
Parte II
Prove di Laboratorio
1.0 Classificazione e definizioni
1.1 Esami geotecnici di laboratorio su campione di terre
1.1.1 Identificazione dei campioni
1.1.2 Conservazione dei campioni
1.1.3 Condizioni di trattamento dei campioni e mantenimento delle caratteristiche naturali
1.1.4 Criteri di programmazione degli esami di laboratorio
1.1.5 Criteri di descrizione e di scelta critica delle prove da eseguire
1.1.6 Esami ed analisi per la determinazione delle caratteristiche fisiche
1.1.7 Prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche
2.1 Esami geotecnici di laboratorio su campioni di xxxxx e di materiali granulari
2.1.1 Premessa e raccomandazioni generali
2.1.2 Esami ed analisi per la determinazione delle caratteristiche fisiche e chimiche
2.1.3 Prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche fisico-meccaniche di campioni di rocce
2.1.4 Prove di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche fisico meccaniche di campioni di materiali granulari
Parte I
- SONDAGGI E PROVE IN SITO -
1. CLASSIFICAZIONI E DEFINIZIONI
L'oggetto delle presente Sezione del Capitolato è costituito dall'insieme delle attività necessarie per l'effettuazione di indagine geotecniche, geomeccaniche e geofisiche quando queste per questioni connesse al tipo di appalto siano parte integrante del contratto stipulato.
Le attività di indagine e prove in sito sono, nel seguito, suddivise nelle sottoelencate categorie:
• Indagini geotecniche
• Indagini geomeccaniche
• Indagini geofisiche
2.1. INDAGINI GEOTECNICHE
2.1.0 Scavi di sondaggio
Con tale denominazione si vengono ad identificare delle tecniche a basso costo come:
• trinca: eseguite con scavo a mano e/o con mezzi meccanici, generalmente a profondità di 2 - 4 m (al massimo fino a 7 - 8 m);
• pozzi sonda: eseguiti con scavo a mano e/o con mezzi meccanici, con le relative armature e/o opere di sostegno;
Gli scavi dovranno risultare ispezionabili ed in sicurezza per tutto il tempo necessario per le indagini.
Per la sola praticabilità si richiede una larghezza minima di 1.0 m, per le operazioni di campionamento una sezione orizzontale di almeno 1.0x1.5 m2 .
L’armatura di sostegno dovrà essere commisurata alle spinte prevedibili del terreno alle varie profondità, nelle condizioni più sfavorevoli.
Se lo scavo è spinto al di sotto della falda valgono le prescrizioni riportate nella Sezione “Movimenti di terra” del presente Capitolato.
Il mantenimento degli scavi aperti, comporta l’obbligo di adeguati provvedimenti contro infortuni e danni a terzi, rispettando la Normativa in materia di prevenzione infortuni ed igiene del lavoro.
Completate le indagini, gli scavi devono essere completamente occlusi, a meno che sia previsto neutralizzarli entro tempo breve (non maggiore di 12 mesi) con scavi maggiori e con opere definitive.
L’occlusione definitiva degli scavi deve essere condotta in modo da non alterare il naturale deflusso delle acque superficiali e sotterranee e da non pregiudicare la stabilità dei versanti interessati o di manufatti in prossimità.
All’interno degli scavi si potranno recuperare:
• campioni rimaneggiati (cubici, cilindrici);
• campioni indisturbati (cubici, cilindrici). Con modalità ed attrezzature idonee allo scopo.
Il contenitore recherà un'etichetta o una scritta che identifichi chiaramente il campione:
- Cantiere
- N. del pozzetto esplorativo
- N. del campione
- Quota di prelievo
- Parte alta del campione
Il prelievo deve essere realizzato su fronti di scavo freschi, dopo aver asportato lo strato superficiale disseccato, alterato o allentato.
2.1.1 Sondaggio geotecnico
L’esecuzione delle perforazioni di sondaggio a fini geotecnici, dovrà essere eseguita con le attrezzature aventi le caratteristiche e la potenza idonea allo scopo.
Il corredo della sonda deve inoltre essere completo di tutti gli accessori necessari per l'esecuzione del lavoro e norma di specifica e degli utensili per la riparazione dei guasti di ordinaria entità, nonché di argano a fune.
Gli utensili utilizzati per la perforazione, dovranno essere disponibili in sito in tutti i casi in cui siano di fatto impiegabili e comunque fare parte della dotazione dell’Impresa, in modo da poter essere rapidamente trasferiti in cantiere qualora necessari.
- Carotieri semplici, con valvola di testa a sfera e calice.
. Diametro nominale ∅est = 101 ÷ 146 mm
. Lunghezza utile l = 150 ÷ 300 cm
- Carotiere doppio a corona sottile (T2, T6) con estrattore.
. Diametro nominale ∅est = 100 mm
- Carotiere triplo con portacampione interno estraibile ed apribile longitudinalmente (T6S), con estrattore e calice.
Diametro nominale ∅est = 100 mm
- Corone di perforazione in widia e diamantate.
- Aste di perforazione con filettatura tronco-conica.
. Diametro esterno ∅est = 60 ÷ 76 mm.
Nella eventualità di procedere alla pulizia del fondo foro, dovrà essere disponibile in cantiere:
- Carotiere semplice, l = 40 ÷ 80 cm
- Attrezzo a fori radiali, da impiegarsi con circolazione dei fluido uscente dall'utensile con inclinazione di 45° ÷ 90° rispetto alla verticale.
- Campionate a pareti grosse ∅ 100 mm, con cestello di ritenuta alla base, per l'asportazione di eventuali ciottoli.
La necessità di impiego del rivestimento provvisorio è da verificarsi caso per caso, in relazione alle reali caratteristiche del terreno.
Nel caso di utilizzo di rivestimenti associati alla perforazione ad aste, essi saranno in acciaio, con le seguenti caratteristiche:
- Spessore tubo = 8 ÷ 10 mm
- Diametro interno ∅int= 107 ÷ 162 mm
- Lunghezza spezzoni l = 150 ÷ 200 cm
L’Impresa potrà impiegare rivestimenti con diverse caratteristiche, in relazione al tipo di attrezzatura di perforazione prescelta, informando preventivamente la Direzione Lavori.
Dovranno fare parte del corredo permanente della attrezzatura da perforazione tutti gli strumenti portatili necessari (Scandaglio a filo graduato, sondina piezometrica elettrica, penetrometro tascabile, con fondo scala maggiore o uguale a 5 Kg/cm2, scissometro tascabile).
Il sondaggio geotecnico deve essere eseguito come di seguito indicato.
Carotaggio integrale
Carotaggio integrale e rappresentativo del terreno attraversato, con percentuale di recupero ≥ 85%., da eseguire a secco, senza fluido di perforazione in circolo se con carotiere semplice, con circolazione di fluido se con carotieri tipo X0, X0, X0X.
I carotieri saranno azionati ad aste; è ammesso, in alternativa, l'uso di sistemi "wire line" purchè si ottenga la richiesta percentuale di carotaggio e non si producano dilavamenti e/o rammollimenti del materiale.
Qualora richiesto, l’Impresa desisterà dall'uso di sistemi wire-line per proseguire con il tradizionale sistema ad aste.
La perforazione sarà seguita dal rivestimento provvisorio del foro solo in assenza di sufficiente autosostentamento delle pareti.
Le manovre di rivestimento possono essere eseguite con l'uso di fluido in circolazione, curando che la pressione del fluido sia la minore possibile e controllandola mediante manometro.
Il disturbo arrecato al terreno deve essere contenuto al minimo, fermando se necessario la scarpa del rivestimento a circa 50 cm dal fondo foro (con l'esclusione del metodo wire-line) in modo da non investirlo in forma eccessivamente diretta con il getto di fluido in pressione.
La stabilità del fondo foro sarà assicurata in ogni fase della lavorazione con particolare attenzione nei casi in cui il terreno necessiti di rivestimento provvisorio.
Il battente di fluido in colonna deve essere mantenuto prossimo a bocca foro mediante rabbocchi progressivi specialmente durante l'estrazione del carotiere e delle aste, che deve avvenire con velocità iniziale molto bassa (1 ÷ 2 cm/sec) ed essere eventualmente intervallata da pause di attesa per il ristabilimento della pressione idrostatica del fluido sul fondo foro.
Ciò riguarda l'estrazione del carotiere e delle fustelle dei campionatori ad infissione conclusa.
Debbono essere evitati indesiderabili effetti di risucchio che possono anche verificarsi nel caso di brusco sollevamento della batteria di rivestimento, qualora occlusa all'estremità inferiore dal terreno per insufficiente circolazione di fluido durante l'infissione.
La quota del fondo foro sarà misurata con scandaglio a filo graduato prima di ogni manovra di campionamento indisturbato e di prova geotecnica SPT.
Apposite manovre di pulizia saranno eseguite qualora la differenza tra quota raggiunta con la perforazione e quota misurata con scandaglio superi le seguenti tolleranze:
- 7 cm, prima dell'uso di campionatori privi di pistone fisso o sganciabile meccanicamente e di prove SPT
- 15 cm, prima dell'uso di campionatori con pistone fisso o sganciabile meccanicamente.
In tutti i casi nei quali non ci sia pericolo di repentini collassi del foro nel tratto non rivestito, il prelievo di campioni in foro o l'esecuzione di prove geotecniche SPT dovrà seguire la manovra di perforazione con carotiere e invece precedere la manovra di rivestimento fino a fondo foro.
Il rivestimento sarà se necessario eseguito a campionamento/prova SPT ultimati, in modo da evitare che il prelievo o la prova interessino uno strato di terreno disturbato dal getto di fluido.
La lunghezza esatta delle batterie di aste inserite nel foro sarà misurata e riportata, in una apposita tabella, onde prevenire imprecisioni nella definizione delle profondità raggiunte.
Fluidi di circolazione
Il fluido di circolazione nelle fasi di perforazione, qualora consentito, e di rivestimento, sarà costituito da:
- acqua;
- fango bentonitico;
- fanghi polimerici.
L'uso di sola acqua pulita è obbligatorio nel caso si eseguano prove di permeabilità in foro.
Nel caso di installazione di piezometri, è ammesso l'uso di acqua o di fanghi polimerici biodegradabili entro 72 h.
I’Impresa potrà proporre l'uso di fluidi diversi dai sopra elencati, con la condizione che in ogni caso il fluido prescelto, oltre ad esercitare le funzioni di raffreddamento, asportazione detriti ed eventuale sostentamento, sia in grado di non pregiudicare la qualità del carotaggio, l'esito delle prove geotecniche ed il funzionamento della strumentazione e che, comunque, sia biodegradabile.
Si dovrà compilare una scheda stratigrafica del sondaggio completa di tutte le indicazioni necessarie alla descrizione con criteri geotecnici del materiale carotato.
La scheda stratigrafica deve comprendere tutte le informazioni generali necessarie per la completa comprensione di quanto eseguito.
In particolare si specificheranno:
- date di perforazione
- metodo di perforazione
- attrezzature impiegate
- diametri di perforazione e di rivestimento
- tipo di fluidi di circolazione impiegati
- quota della testa foro rispetto a livello marino e coordinate planimetriche.
La descrizione stratigrafica sarà compilata in modo tale da specificare per ciascuno strato quanto relativo ai punti sotto elencati:
- tipo di terreno
- condizioni di umidità naturale
- consistenza
- colore
- struttura
- particolarità
- litologia ed origine.
La scheda stratigrafica comprenderà inoltre delle osservazioni in merito alla falda idrica, compatibilmente con le modalità esecutive del sondaggio e con la strumentazione installata, con l'annotazione delle letture del livello piezometrico nel foro di sondaggio rilevate ad inizio/fine di ogni giornata lavorativa.
Le carote estratte nel corso della perforazione verranno sistemate in apposite cassette catalogatrici (in legno, metallo, plastica o similari), munite di scomparti divisori e coperchio apribile a cerniera. Le carote coesive verranno scortecciate, le lapidee lavate.
Dei setti separatori suddivideranno i recuperi delle singole manovre, recando indicate le quote rispetto al p.c.
Negli scomparti saranno inseriti blocchetti di legno o simili a testimoniare gli spezzoni di carota prelevati ed asportati per il laboratorio con le quote di inizio e fine di tali prelievi.
2.1.2. Fori verticali a distruzione di nucleo
I fori verticali a distruzione di nucleo saranno realizzati per permettere, entro gli stessi, la esecuzione di prove e/o l'installazione di strumenti di vario genere e tipo.
La loro realizzazione dovrà quindi essere sempre eseguita tenendo conto di quanto prescritto per le prove o gli strumenti per cui il foro è connesso.
Potranno essere richiesti anche per la perforazione di prefori in appoggio a preparazioni di altre prove in sito, quali prove penetrometriche statiche dilatometriche e similari.
Per la perforazione si potrà utilizzare:
- Sonda a rotazione completa di pompa per la circolazione dei fanghi e dispositivi per la loro preparazione.
- Altre sonde proposte dal Impresa, il cui utilizzo sarà preventivamente comunicato alla Direzione Lavori.
Si potranno utilizzare come utensili di perforazione:
- Carotieri semplici o doppi.
- Triconi o utensili a distribuzione dotati di fori radiali per la fuoriuscita del fluido.
- Altri utensili proposti dall’Impresa il cui utilizzo sarà preventivamente comunicato alla Direzione Lavori.
Il diametro di perforazione sarà di 70 ÷ 150 mm, comunque da definire in funzione delle prove o degli strumenti da eseguire o installare nel foro.
Sono ammesse modalità di perforazione varie, comunque tali da garantire il sostentamento delle pareti del foro, il contenimento del fondo foro e la minimizzazione dei disturbi arrecati al terreno nei tratti di prova.
Per ciascun foro si compilerà una scheda con le seguenti indicazioni:
- informazioni generali;
- quota assoluta del punto di indagine;
- nominativo del compilatore;
- attrezzatura impiegata;
- diametro di perforazione;
- diametro dell'eventuale rivestimento;
- dati relativi alle prove o all'installazione;
- stratigrafia approssimativa in base ai detriti di perforazione.
2.1.3. Campionamento geotecnico nei sondaggi
Le modalità di campionamento distinguono i seguenti tipi di campione:
- "indisturbato", prelevato con adatto campionatore a pistone, fune, rotativo, in terreni coesivi e semicoesivi, e che mantengono inalterati:
◼ contenuto naturale di acqua;
◼ assetto strutturale dei grani;
- "rimaneggiato", raccolto tra il carotaggio di qualsiasi composizione riposto in cassetta catalogatrice, e che non soddisfi le precedenti indicazioni;
- "spezzoni di carota lapidea" prelevati dal carotaggio in terreni rocciosi.
I campioni devono essere contraddistinti da cartellini inalterabili, che indichino:
1) cantiere;
2) numero del sondaggio;
3) numero del campione;
4) profondità di prelievo;
5) tipo di campionatore impiegato;
6) data di prelievo;
7) parte alta (per campioni indisturbati e spezzoni di carota).
Il numero del campione, il tipo di campionatore usato ed il metodo di prelievo devono essere riportati sulla stratigrafia alla relativa quota; questi dati devono essere riportati anche nel caso di prelievi non riusciti.
Le due estremità dei campioni indisturbati devono essere sigillate subito dopo il prelievo con uno strato di paraffina fusa e tappo di protezione.
Campioni indisturbati
I campionatori da utilizzarsi impiegano la fustella a pareti sottili in acciaio inox, o altro contenitore sigillato e cercando di mantenere seguenti parametri dimensionali:
- rapporto L/Di ≈ 8
- rapporto delle aree:
cp =
D2 − D2
est i • = ÷
2 100 9 13;
D i
- coefficiente di spoglia interna:
ci
= Di − D •100 = 0.0 ÷ 1.0
D
- diametro utile ≥ 85 mm L = lunghezza utile della fustella
Di = diametro interno della fustella Dest = diametro esterno della fustella
D = diametro all'imboccatura della fustella
La fustella dovrà essere liscia, priva di cordoli, non ovalizzata. Il prelievo dei campioni potrà essere eseguito, a seconda della compattezza del terreno, con l'uso dei seguenti strumenti:
- campionatore a pistone infisso idraulicamente;
- campionatore a fune, con infissione meccanica del pistone;
- campionatore rotativo a pareti sottili;
- campionatore a rotazione a doppia parete a scarpa tagliente avanzata;
-altri campionatori (il cui utilizzo sarà preventivamente comunicato alla Direzione Lavori).
Il campionatore ad infissione idraulica del pistone può essere utilizzato con profitto in terreni coesivi aventi resistenza al taglio non drenata ≤ 20 t/m2;
Il campionatore rotativo a pareti sottili, con scarpa sporgente, permette di campionare i terreni la cui consistenza arresta l'infissione a pressione della fustella.
Viene spinto e ruotato meccanicamente dalla batteria di aste, con fluido in circolazione.
I campionatori a rotazione a doppia parete con scarpa tagliente avanzata, dovranno essere impiegati in terreni coesivi di elevata consistenza nei quali non sia possibile l’infissione di campionatori a pressione;
Altri tipi di campionatore potranno essere utilizzati dall’Impresa informando preventivamente la Direzione Lavori.
L'infissione del campionatore dovrà sempre avvenire in un'unica tratta.
I campionatori a pistone dovranno essere costruiti in modo da poter portare alla pressione atmosferica, a fine prelievo, la superficie di contatto fra la parte alta del campione ed il pistone.
Nel campionatore rotativo, la sporgenza della fustella dal carotiere esterno può essere regolata a priori fra 0.5 e 3 cm, ma deve poi rimanere costante durante ciascun prelievo.
Il prelievo di campioni indisturbati dovrà seguire la manovra di perforazione e precedere quella di rivestimento a quota; nel caso l'autosostentamento del foro nel tratto scoperto non esista anche per il breve lasso di tempo necessario al prelievo, si rivestirà prima di campionare avendo cura di fermare l'estremità inferiore del rivestimento metallico provvisorio 0,2 ÷ 0,5 m più alta della quota di inizio prelievo, ripulendo quindi i fondo foro.
Si dovrà inoltre evitare qualsiasi eccesso di pressione nel fluido di perforazione, nella fase di installazione dei rivestimenti.
A tal fine, la pressione del fluido a testa foro dovrà essere controllabile in ogni istante attraverso un manometro di basso fondo scala (10 bar), da escludersi nelle fasi di campionamento con infissione idraulica della fustella, ove sono necessarie pressioni maggiori.
Campioni rimaneggiati
I campioni rimaneggiati verranno prelevati dal materiale recuperato con il carotaggio e sigillati in sacchetti o barattoli di plastica; la quantità necessaria per le prove di laboratorio è di circa 500 grammi per i terreni fini e di circa 5 kg per quelli grossolani.
Nella scelta si avrà cura di eliminare le parti di campione alterate dall'azione del carotiere (corteccia, parti "bruciate", tratti dilavati, ecc.).
Spezzoni di carota lapidea
In terreni cementati e rocciosi si prelevano dal carotaggio spezzoni di lunghezza = 15 cm, purchè rappresentativi del tipo litologico perforato. Gli spezzoni di carota dovranno essere paraffinati ed inseriti in un involucro rigido di protezione.
Imballaggio e trasporto dei campioni
I campioni destinati al laboratorio saranno sistemati in cassette con adeguati separatori ed imbottiture alle estremità, onde assorbire le inevitabili vibrazioni del trasporto.
Le cassette andranno collocate in un locale idoneo a proteggerle dal sole e dalle intemperie, fino al momento della spedizione.
Le cassette dovranno contenere un massimo di 6 fustelle, onde facilitarne il maneggio; saranno dotate di coperchio e maniglie. Sul coperchio si indicherà la parte alta.
Il trasporto dovrà essere effettuato con tutte le precauzioni necessarie per evitare il danneggiamento dei campioni, sotto la diretta responsabilità dell’Impresa.
2.1.4. Perforazione con registrazione dei parametri di perforazione
E’ un metodo che permette di registrare in forma continua i principali parametri della perforazione, eseguita di norma a distruzione di nucleo, con il fine di riconoscere le caratteristiche stratigrafiche fondamentali del terreno, preferibilmente a partire da situazioni rese note dall'esecuzione di sondaggi di taratura.
Per l’esecuzione di tale tecnica di perforazione, si dovrà utilizzare:
- Sonda a rotazione e rotopercussione;
- centralina elettronica per la misura, la amplificazione e la registrazione su nastro magnetico dei seguenti parametri di perforazione:
- spinta applicata all'utensile di perforazione;
- velocità di avanzamento;
- coppia di rotazione assorbita;
- velocità di rotazione;
- pressione del fluido di circolazione.
La registrazione dei parametri avverrà con frequenza di un'operazione di memorizzazione per 1 cm di avanzamento dell'utensile o per 1 minuto primo, nel caso di velocità di avanzamento inferiori a 1 cm/minuto.
La centralina visualizzerà i parametri misurati su apposito visore, quelli registrati su grafico in carta; sarà misurata, registrata e visualizzata su visore, in ogni caso, la profondità raggiunta dalla prova.
La perforazione dovrà essere eseguita, avendo cura, dopo qualche tentativo, di operare con la massima omogeneità.
In particolare, la spinta applicata all'utensile dovrà, se possibile, essere mantenuta costante per l'intera verticale di prova e dovrà essere tale da assicurare il superamento dei livelli più resistenti senza eccessiva perdita di leggibilità dei risultati negli strati meno resistenti.
E' necessario che il detrito di perforazione fuoriuscente a bocca foro, nel caso di distruzione di nucleo, sia descritto con la migliore precisione possibile.
La documentazione comprenderà quanto sotto elencato:
- informazioni generali su denominazione, ubicazione e quota assoluta di ciascuna verticale di prova;
- caratteristiche dell'attrezzatura di perforazione e delle modalità esecutive del foro;
- grafico di cantiere con i parametri misurati e registrati;
- grafico elaborato con indicazione dell'energia assorbita per unità di volume perforato (Mj/mc) in funzione delle profondità;
- note ed osservazioni dell'operatore.
La documentazione definitiva comprenderà, oltre agli elementi sopraccitati, i grafici di tutti i parametri registrati restituiti nella scala più idonea agli effetti interpretativi.
2.1.5. Prove di penetrazione dinamica SPT
La prova si eseguirà infiggendo nel terreno alla base del sondaggio un campionatore per tre tratti consecutivi, il primo di 150 mm, annotando il numero di colpi necessario per la penetrazione.
Si dovrà annotare l’eventuale affondamento del campionatore per peso proprio delle aste
Il campionatore, ove non sia specificatamente descritto dal tipo di indagine prevista dal laboratorio dovrà essere in acciaio indurito, con superfici liscie apribili longitudinalmente, avente le seguenti caratteristiche generali:
Diametro esterno ∅est = 51 ± 1 mm
Diametro interno ∅int = 35 ± 1 mm
Lunghezza minima escluso tagliante principale Lmin > 457 mm Lunghezza scarpa tagliante terminale,con rastremazione
negli ultimi 19 mm l = 76 ± 1 mm
Il campionatore sarà dotato di valvola a sfera e aperture di scarico a sfiato.
Non è prevista la dotazione di punta conica per la sostituzione del tagliante terminale.
Salvo nel caso di terreni molto compatti o ricchi di ciottoli, l’Impresa potrà utilizzare la punta conica, dandone preventiva comunicazione alla Direzione Lavori.
Le aste di collegamento tra il campionatore e la sonda in superficie dovranno ove non specificatamente descritto dal tipo di indagine prevista dal laboratorio essere corrispondenti alle tipologie elencate nella seguente Tabella :
Aste prova S.P.T.
Diametro (mm) | Peso per metro lineare (kg) |
40,5 | ≈ 4,23 |
50 | ≈ 7,23 |
60 | ≈ 10.03 |
70 | ≈ 10,0 |
Le aste dovranno essere diritte, ben avvitate in corrispondenza dei giunti e con flessione totale della batteria pronta per la prova < 0.1%.
Il dispositivo di sollevamento automatico del maglio dovrà essere del peso totale < 115 kg,, e tale da garantire la caduta della massa battente senza rilevanti attriti.
La massa battente e l’altezza di caduta ove non specificatamente descritto dal tipo di indagine prevista dal laboratorio dovranno essere pari a:
Peso massa battente P = 63,5 ± 0,5 kg
Altezza caduta h = 760 mm ± 2 mm
L’esecuzione della prova comporterà in genere l’infissione del campionatore per tre tratti da 150 mm, il primo detto di avviamento, è comprensivo dell’eventuale penetrazione per peso proprio della batteria di aste, il relativo numero di colpi è individuato con N1.
Se con N1 = 50 colpi l’avanzamento dell’infissione è inferiore ai 150 mm, l’infissione dovrà essere sospesa.
Se invece il tratto di avviamento è superato con N1 ≤ 50 colpi, la prova prosegue ed il campionatore viene infisso per un secondo tratto di 300 mm, contando separatamente il numero di colpi necessari necessari all’avanzamento per la penetrazione dei primi e dei secondi 150 mm (N2 e N3), sino al limite di 100 colpi ( N2 + N3 ≤ 100 colpi ).
Se con N1 + N3 = 100 colpi non si raggiunge l’avanzamento di 300 mm, l’infissione viene sospesa e la prova si dovrà considerare conclusa, arrestando la relativa penetrazione.
Per ciascuna prova eseguita, si dovrà riportare quanto segue:
- diametro e profondità della eventuale tubazione provvisoria di rivestimento del foro;
- profondità raggiunta con la manovra di perforazione o pulizia;
- profondità inizio prova;
- penetrazione, per peso proprio e delle aste, del campionatore;
- numero di colpi per l'infissione dei tratti preliminare e di prova (suddiviso in due parti da 150 mm);
- diametro e peso per metro lineare delle aste impiegate;
- lunghezza e descrizione geotecnica del campione estratto;
- tipo di campionatore (aperto o chiuso) impiegato.
2.1.6. Prove penetrometriche dinamiche continue DPSH
La prova consisterà nell'infissione della punta conica nel terreno, per tratti consecutivi di 20 cm, misurando il numero di colpi (NPD) necessari.
Dopo 20 cm di penetrazione della punta verrà infisso il rivestimento rilevando ancora il numero di colpi (NRV).
La prova verrà sospesa per raggiunto rifiuto quando NPD o NRV superano il valore di 100. Di norma le prove verranno iniziate alla quota del piano campagna.
La punta conica dovrà sporgere dal rivestimento non più di 20 cm in qualsiasi fase della prova; ciò per evitare che attriti laterali sulle aste alterino i dati di resistenza NPD misurati.
Le due batterie, aste collegate alla punta e rivestimenti, dovranno essere reciprocamente libere per tutta la durata della prova.
Nel caso di blocco delle due colonne, a seguito di infiltrazione di materiale nell'intercapedine, la prova dovrà essere sospesa; prima di estrarre la batteria l'esecutore deve mettere in atto tutti gli accorgimenti dettati dall'esperienza atti a sbloccare due colonne; ad esempio:
- iniezione di acqua in pressione nell'intercapedine;
- bloccaggio di una delle 2 colonne ed infissione o estrazione dell'altra;
- azione combinata dei 2 interventi sopra descritti.
Fra testa di battuta alla sommità della batteria ed il piano campagna dovrà essere installato almeno 1 centratore con funzioni di guida e di irrigidimento.
L'attrezzatura da impiegare per l’esecuzione della prova dovrà essere composta da:
Una batteria di aste interne ad una seconda batteria di tubi esterni di rivestimento con scarpa sagomata a tagliante alla base.
Le aste impiegate dovranno presentare le seguenti caratteristiche:
Lunghezza aste: l = 1 ÷ 2 m
Peso per metro lineare aste: M = 3,6 ÷ 8 kg
Diametro esterno aste: ∅est = 28 ÷ 34 mm
Diametro esterno rivestimento: ∅est = 48 mm
Diametro interno rivestimento: ∅int = 30 ÷ 38 mm
L'intercapedine tra ∅int della scarpa ed aste sarà di 0,2 ÷ 0,3 mm; tra aste e rivestimento sopra la scarpa di 2 mm circa.
La punta conica collegata alla base delle aste interne, dovrà presentare le seguenti caratteristiche geometriche:
Angolo apertura: ∅ = 60° oppure 90°
Diametro base: ∅b = 50,5 ± 0,5 mm
Il dispositivo di infissione con sollevamento e sganciamento automatico dovrà garantire le seguenti caratteristiche:
Massa battente: M = 63,5 ± 0,5 kg
oppure 73 kg
Altezza di caduta: h = 750 ± 2 mm
L'altezza di caduta nel corso della infissione dei rivestimenti non è vincolante. Per ciascuna prova si dovrà riportare su apposite schede:
- la tabulazione dei dati rilevati per ciascuna prova (NPD ed NRV) per ciascuna verticale di prova;
- la descrizione dettagliata delle caratteristiche dell'attrezzatura impiegata;
- il grafico di NPD in funzione della profondità;
- il grafico di NRV in funzione della profondità;
- l’altezza di caduta media del maglio durante l'infissione del rivestimento.
2.1.7. Prove penetrometriche statiche
La prova consisterà nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta conica di dimensioni e caratteristiche standard, infissa a velocità costante nel terreno tramite un dispositivo di spinta.
E’ possibile distinguere a seconda delle attrezzature impiegate le seguenti tipologie di prove:
- prova penetrometrica statica di tipo meccanico;
- prova penetrometrica statica di tipo elettrico;
- prova penetrometrica statica di tipo elettrico con piezocono;
In tutti e tre i casi il dispositivo di spinta dovrà essere un martinetto idraulico in grado di esercitare una spinta sulla batteria di aste una spinta di 10 - 20 t, a seconda delle esigenza, ed avente una corsa pari ad un metro.
La velocità di infissione della batteria di aste dovrà essere pari a 2 cm/s (± 0.5 cm/s), e dovrà essere costante nel corso della prova, indipendentemente dalla resistenza offerta dal terreno.
Il dispositivo di spinta dovrà essere ancorato e/o zavorrato in forma tale da poter usufruire per intero della propria capacità di spinta totale.
Prove penetrometriche statiche di tipo meccanico
La punta conica telescopica, dovrà essere, infissa indipendentemente dalla batteria di aste esterne cave, e dovrà presentare le seguenti dimensioni:
- diametro di base del cono: 37.5 mm
- angolo di apertura del cono: 60°.
La resistenza per attrito laterale fs sarà determinata con un manicotto avente superficie laterale di 150 ÷ 200 cm2.
Le aste di tipo cavo, dovranno avere diametro esterno di 36 mm.
Le astine interne a sezione piena, dovranno avere diametro inferiore di 0.5 ÷ 1 mm rispetto a quello interno delle stesse cave.
Si dovrà verificare che all'interno delle aste cave, quando collegate fra loro, non ci siano sporgenze in corrispondenza della estremità filettata.
Le aste interne a sezione piena dovranno scorrere senza attriti all'interno delle aste cave.
La misura verrà effettuata con un manometro con fondo scala massimo da 100 kg/cm2 ed uno con fondo scala superiore, collegati in modo tale che il primo sia escluso automaticamente dal circuito oleodinamico in caso di pressioni troppo elevate.
La precisione di lettura deve essere contenuta entro i seguenti limiti massimi:
- 10% del valore misurato
- 2% del valore di fondo scala.
I manometri del dispositivo di misura dovranno essere corredati da un certificato di taratura rilasciato da un laboratorio ufficiale, non anteriore a due mesi dall'inizio della prova.
La taratura deve essere ripetuta ogni 3 mesi, o ogni volta che sorgono dubbi sulla validità.
Il penetrometro dovrà essere posizionato opportunamente in modo da garantire la verticalità della applicazione del carico.
La prova si eseguirà facendo avanzare le astine interne fino ad esaurire l'intera corsa della punta e della punta + manicotto, misurando la pressione di spinta nel primo e nel secondo caso; si faranno quindi avanzare le aste cave, fino alla chiusura della batteria telescopica, misurando ed annotando la pressione totale di spinta.
Le misure di qc ed fs saranno discontinue, con annotazione ogni 20 cm di penetrazione.
La prova sarà quindi eseguita fino al raggiungimento dei limiti strumentali di resistenza o fino alla profondità massima prevista dal programma delle indagini.
La prova deve essere sospesa una volta raggiunta la profondità di circa 30 m, in quanto senza controllo degli spostamenti dalla verticale, i risultati stessi possono perdere di significatività.
La prova verrà documentata attraverso una apposità scheda sulla quale verranno riportate:
- informazioni generali;
- data di esecuzione;
- caratteristiche dell'attrezzatura;
- caratteristiche della punta;
- fotocopia delle tabelle di cantiere, con indicazione dei fattori moltiplicativi di interpretazione delle letture.
- grafici di qc e fs in funzione della profondità;
- quota assoluta del punto di prova;
- certificati di taratura.
2.1.8. Prove penetrometriche statiche di tipo elettrico
La punta conica fissa, interamente solidale con il movimento delle aste cave, le seguenti dimensioni:
- diametro di base del cono: ∅bc = 34.8 ÷ 36.0 mm
- angolo di apertura del cono: 60°.
La resistenza per attrito laterale fs sarà determinata con un manicotto di attrito liscio avente le seguenti dimensioni:
- diametro ∅ma = ∅bc + 0.35 mm
- superficie laterale Ama = 147 ÷ 153 cm2.
Il manicotto sarà posizionato subito sopra il cono.
La punta di tipo elettrico sarà strumentata con celle di carico estensimetriche per la misura di fs e qs, con i seguenti fondo scala:
- 5000 kg per qc
- 750 kg per fs
Queste saranno collegate ad una centralina elettronica per la registrazione dei dati.
Qualora necessario, la Direzione Lavori si riserva di richiedere l'uso di punte con sensibilità massima diversa. La punta sarà dotata di sensore inclinometrico per la misura della deviazione dalla verticale.
Le aste di tipo cavo, dovranno avere un diametro esterno di 36 mm.
Eventuali anelli allargatori dovranno essere posizionati ad almeno 100 cm dalla base del cono.
Si dovrà verificare che lo stato della punta e del manicotto (geometria, rugosità) e delle aste cave (rettilineità della batteria specie per quanto riguarda le 5 aste più vicine alla punta), si dovrà inoltre verificare che:
a) Le guarnizioni fra i diversi elementi di una punta penetrometrica dovranno essere ispezionate con regolarità per accettarne le perfette condizioni e l'assenza di particelle di terreno.
b) Le punte elettriche dovranno essere compensate rispetto alle variazioni di temperatura.
c) La precisione di misura, tenendo conto di tutte le possibili fonti di errore (attriti parassiti, errori nel dispositivo di registrazione, eccentricità del carico sul cono e sul manicotto, differenze di temperatura, ecc.) dovrà essere comunque inferiore ai seguenti limiti:
- 5 % del valore misurato;
- 1% del valore di fondo scala.
Tale precisione dovrà essere verificata in laboratorio e verificabile in cantiere.
I dati di taratura relativi ad ogni punta dovranno essere sempre disponibili in cantiere.
La taratura finale dei dispositivi di misura e registrazione avverrà dopo che i sensori della punta si siano equilibrati con la temperatura interna del terreno.
La prova sarà quindi eseguita fino alla profondità massima prevista dal programma delle indagini o interrotta quando si verifichi uno dei seguenti casi:
- raggiungimento del fondoscala per uno dei sensori relativi a resistenza qc, fs;
- raggiungimento della massima capacità di spinta del penetrometro;
- deviazione della punta della verticale di 10°, se repentina, o di 15° se progressiva.
I risultati dell’esecuzione delle prove dovranno essere riportati su apposite schede che comprenderanno:
- informazioni generali, con ubicazione;
- data di esecuzione;
- caratteristiche dell'attrezzatura;
- caratteristiche della punta;
- fotocopia dei grafici di cantiere, con indicazione delle scale.
- grafici di qc e fs; in funzione della profondità corretta in base ai dati inclinometrici;
- quota assoluta del punto di prova;
- certificati di taratura delle punte impiegate non anteriori a due mesi.
2.1.9. Prove penetrometriche statiche con piezocono
La prova con piezocono viene eseguita con una attrezzatura per prove penetrometriche statiche nella quale la punta elettrica, analoga a quella vista per il penetrometro a punta elettrica e strumentata per la registrazione del :
- pressione idrostatica del terreno, inclusa la sovrappressione indotta dall'avanzamento della punta;
- dissipazione nel tempo della sovrappressione idrostatica indotta nel terreno, a quote predeterminate.
La punta conica fissa (piezocono), interamente solidale con il movimento delle aste cave, presenta le stesse dimensioni di quella utilizzata per la punta elettrica.
A differenza di questa, come precedentemente richiamato, sarà dotata di filtro poroso intercambiabile, posto preferibilmente alla base del cono, per la misura della pressione interstiziale (u + Δu)(pressione neutra più sovrappressione interstiziale indotta).
Il trasduttore di pressione dovrà essere a piccola variazione di volume, con fondo scala proporzionale alla pressione idrostatica prevedibile alla quota di fine prova prevista in programma; la misurazione della pressione dovrà avvenire in forma continua.
La sostituzione del filtro deve essere eseguita ad ogni estrazione della punta dal terreno.
Le aste impiegate, le apparecchiature, etc., sono analoghe a quelle indicate per i penetrometri elettrici.
Filtro poroso e cono dovranno essere perfettamente disaerati con l'uso di una delle sottoelencate metodologie:
- cella di disaerazione sottovuoto con acqua distillata; disaerazione per bollitura, con immersione di filtro e cono per un periodo di tempo di sufficiente lunghezza, in funzione del tipo di filtro;
- contenitore sottovuoto con glicerina calda, con vibratore ad ultrasuoni per la disaerazione del filtro; il cono verrà disaerato tramite iniezione con siringa di glicerina.
Altre attrezzature, tipi di fluido e tecniche potranno essere proposti dall’ Impresa dandone preventiva comunicazione alla Direzione Lavori.
Oltre ai sistematici controlli circa lo stato della punta e del manicotto (geometria, rugosità) e delle aste cave (rettilineità della batteria specie per quanto riguarda le 5 aste più vicine alla punta), si dovrà verificare che:
- Le guarnizioni fra i diversi elementi di un piezocono dovranno essere ispezionate con regolarità per accettarne le perfette condizioni e l'assenza di particelle di terreno.
- Il piezocono dovrà essere compensato rispetto alle variazioni di temperatura.
- La precisione di misura, tenendo conto di tutte le possibili fonti di errore (attriti parassiti, errori nel dispositivo di registrazione, eccentricità del carico sul cono e sul manicotto, differenze di temperatura, ecc.) dovrà essere comunque inferiore ai seguenti limiti:
- 5% del valore misurato;
- 1% del valore di fondo scala.
Tale precisione dovrà essere verificata in laboratorio e verificabile in cantiere.
Nel primo caso i dati di taratura relativi ad ogni piezocono dovranno essere sempre disponibili in cantiere.
Terminata la disaerazione del filtro e del cono, questi saranno inseriti in un guanto di gomma pieno di acqua disaerata, operando rigorosamente in immersione; il guanto di gomma non sarà rimosso all'inizio della prova, in quanto sarà l'attrito con il terreno a provvedere alla sua rottura ed asportazione.
Alle quote indicate dal programma si eseguiranno le prove di dissipazione operando come di seguito:
- arresto della penetrazione della punta;
- scatto contemporaneo dei contasecondi e inizio della registrazione della variazione di pressione interstiziale;
- lettura al visore digitale dell'andamento della pressione interstiziale ai tempi 0.1 - 0.25 - 0.5 - 1 - 2
- 4 - 8 - 15 - 30 minuti primi; la lettura sarà registrata manualmente sul grafico.
La prova sarà considerata conclusa al 60% della dissipazione della sovrappressione indotta dalla punta.
I risultati dell’esecuzione della prova dovranno essere riportati su apposite schede che comprenderanno:
- informazioni generali, con ubicazione;
- data di esecuzione;
- caratteristiche dell'attrezzatura;
- caratteristiche del piezocono;
- fotocopia dei grafici di cantiere con indicazione delle scale.
- grafici di qc, fs, u+Δu in funzione della profondità corretta in base ai dati inclinometrici ed alle eventuali derive; i grafici relativi alle prove di dissipazione avranno i tempi in ascissa, in scala logaritmica;
- certificati di taratura dei piezoconi impiegati.
2.1.10. Prove scissometriche in foro di sondaggio VT
La prova scissometrica si esegue per determinare la resistenza al taglio non drenata dei terreni coesivi saturi, da teneri a mediamente consistenti, con resistenza al taglio non-drenata ≤ 100 kPa; si
esegue inserendo nel terreno naturale una paletta-scissometro con sezione a croce greca, o altra ammessa dalle norme AGI misurando lo sforzo torsionale che occorre applicare per portare a rottura il terreno stesso.
Possiamo distinguere due tipi di apparecchiature:
◼ apparecchio da calare sul fondo di un foro di sondaggio;
◼ apparecchio autoperforante (“vane borer”): l’apparecchio contenuto in una protezione metallica collegata mediante tubi alla superficie, che viene infissa nel terreno, attraverso un dispositivo di spinta, sino alla quota desiderata.
L’apparecchiatura è costituita da 4 rettangoli di lamiera d'acciaio sottile, uniti lungo uno dei lati maggiori, con sezione trasversale a croce greca.
Le palette hanno diametro (inteso come diametro del cilindro ottenuto dalla rotazione della paletta) variabile da 45 a 100 mm. L'altezza è pari a 2 volte il diametro.
La scelta del diametro di paletta da impiegare viene fatta in funzione della forza di torsione massima che dovrà essere applicata in base alla prevedibile resistenza del terreno da provare.
Per non disturbare il terreno in cui penetra, la paletta avrà sezione del ferro minore di 1/10 di quella del cilindro ottenuto dalla sua rotazione.
La paletta è collegata alla superficie mediante una batteria di aste d'acciaio.
Una batteria di aste d'acciaio collega la paletta con lo strumento di torsione in superficie.
Le aste debbono presentare elevate caratteristiche di rigidezza e torsione e flessione affinchè gli sforzi applicati all'estremità superiore vengano trasmessi integralmente a quella inferiore, cioè alla paletta.
La batteria di tubi metallici di rivestimento deve assolvere le seguenti funzioni:
- irrigidimento della batteria di aste; appositi anelli distanziatori saranno interposti fra le aste di rivestimento, ogni 3 m circa;
- reazione allo sforzo di torsione applicato in superficie;
- trasmissione della spinta verticale necessaria per infiggere tutto il dispositivo alla profondità voluta.
Lo strumento di torsione viene applicato all'estremità superiore della batteria di aste che collegano la paletta-scissometro ed è collegato all'estremità della batteria di rivestimento (per la necessaria reazione); per mezzo di questo strumento si applicano e si misurano mediante un dinamometro gli sforzi di torsione necessari per portare il terreno in corrispondenza della paletta alla rottura.
Lo strumento di torsione deve possedere i seguenti requisiti:
- impermeabilità all'acqua;
- sensibilità < di 1%. dello sforzo massimo applicabile;
- indifferenza alle variazioni della temperatura ambiente.
Modalità esecutive di prove effettuate all’interno di fori di sondaggio
- Prima di calare la batteria di aste con scissometro, si misurerà la quota di fondo foro con scandaglio a filo; se necessario, il fondo foro sarà ripulito con apposita manovra di perforazione con carotiere semplice (senza circolazione di fluido) o con attrezzo di lavaggio a fori radiali, lo strumento può essere calato nel foro di sondaggio subito dopo l’eventuale estrazione del campione indisturbato;
- si calerà quindi la batteria di prova, infiggendo la paletta-scissometro nel terreno senza applicare tensioni torsionali, sino a 0,5 m di profondità al di sotto del fondo foro;
- si applicherà e si misurerà il momento torcente necessario per portare a rottura il terreno (resistenza al taglio di picco); dopo la rottura, si ruoterà per 10 giri completi la paletta- scissometro,si attenderà 5 minuti e poi si ripeterà la prova con le medesime modalità già definite per il valore di picco, misurando il momento torcente applicato (resistenza al taglio residua). In tutti i casi la velocità di prova dovrà esssere pari a 0,1 gradi/sec;
- si estrarrà la batteria di prova per riprendere la perforazione.
Modalità esecutive di prove effettuate con attrezzatura autoperforante(“vane borer”)
- Le prove con attrezzatura autoperforante ridurranno il numero delle estrazioni della paletta- scissometro a 1 per 4 ÷ 5 m di avanzamento; dopo un massimo di 5 m consecutivi essa dovrà venire estratta, verificando quanto di seguito:
- assenza di distorsioni nel tratto inferiore della batteria di prova;
- assenza di attriti tra astine e tubi di protezione;
- ingrassatura dei cuscinetti reggispinta e dell'alloggio protettivo della paletta-scissometro.
Si richiede che una sonda di perforazione sia sempre disponibile, in appoggio alla batteria autoperforante, per manovre di perforazione ausiliari.
- L'esecuzione delle prove scissometriche sarà eseguita come descritto al paragrafo precedente, con misura della resistenza al taglio di picco e residua.
Si dovrà riportare su apposita scheda :
- informazioni generali sulla denominazione, quota e ubicazione della verticale di prova;
- tipo di attrezzatura impiegata e sue caratteristiche;
- certificato di taratura del dispositivo di torsione non anteriore di 3 mesi la data di esecuzione delle prove;
- profondità relativa di ciascun intervallo di prova;
- schema geometrico del foro, completo di dimensioni, quote di rivestimento, metodi di pulizia, descrizione di eventuali tratti carotati;
- dimensioni della paletta-scissometro, per ciascuna prova;
- letture allo strumento di torsione e/o grafici sforzo/deformazione (nel caso di registrazione con centralina elettronica);
- note ed osservazioni degli operatori.
2.1.11. Prove con pressiometro tipo Xxxxxx
La prova con pressiometro tipo Xxxxxx si esegue misurando in un foro di sondaggio la deformazione del terreno quando questi viene sollecitato mediante l'espansione radiale di una sonda cilindrica posta a contatto con le pareti del foro stesso.
Perché i risultati della prova siano attendibili, é indispensabile, in particolare, che il disturbo del terreno circostante il foro di sondaggio sia ridotto al minimo e sia comunque trascurabile.
L'attrezzatura per prove pressiometriche comprenderà quanto di seguito elencato; l’Impresa potrà impiegare attrezzature con caratteristiche parzialmente differente da quelle descritte, informando comunque preventivamente la Direzione Lavori.
Sonda pressiometrica
Sonda cilindrica ad espansione idraulica, costituita da una cella centrale di misura espandibile radialmente e da due celle di confinamento poste alle estremità della cella di misura; le celle di confinamento devono impedire, durante la prova, deformazioni della cella di misura che non siano quelle radiali. La sonda potrà avere diametro compreso tra 44 mm e 74 mm, con una lunghezza complessiva come somma delle celle di guardia e di misura pari ad almeno 6 volte il diametro.
Le pareti della cella di misura consisteranno di una mebrana interna di gomma e di un involucro deformabile esterno in grado di adattarsi alla forma progressivamente assunta dalle pareti del foro nel corso della prova. La membrana potrà essere protetta da un involucro esterno a lamelle metalliche parzialmente sovrapposte, qualora reso necessario della natura del terreno.
L'apparato di espansione delle celle deve permettere di variare il volume e la pressione all'interno delle stesse in forma del tutto regolabile e controllabile mediante la centralina di misura. La cella di misura sarà espansa mediante pressione idraulica (tipo Xxxxxx GB); le celle di confinamento mediante pressione idraulica o di gas (tipo Xxxxxx GC).
I tubi di connessione delle celle con gli apparati di espansione e misura saranno di tipo plastico rigido, preferibilmente coassiali, con gas a pressione regolabile nell'intercapedine in modo da prevenire e contenere le variazioni di volume in corso di prova.
La centralina di misura deve includere un meccanismo per l'applicazione di incrementi controllati di pressione o volume alla cella di misura ed lun regolatore della pressione del gas nelle celle di guardia. Le pressioni dei fluidi saranno tutte leggibili a mezzo di manometri adeguatamente tarati. La sensibilità dei manometri deve essere tale da consentire la precisione di lettura specificata nelle modalità di prova.
Sarà presente un dispositivo per l'amplificazionse di almeno 50 volte la sensibilità di lettura delle variazioni di volume, da impiegarsi quando tali variazioni diventino inferiori a 0.5 cmc per incrementi di pressione di 1 bar.
La perforazione del foro nel quale eseguire la prova dovrà essere eseguita con tutti i possibili accorgimenti necessari per evitare disturbi delle pareti e del terreno circostante, precauzioni che divengono tanto più necessarie quanto più i terreni non sono lapidei o anche semplicemente litoidi.
La perforazione del foro dovrà, nel caso di terreni sciolti, precedere direttamente la prova, che dovrà essere eseguita appena terminata la manovra di perforazione; nel caso di terreni da litoidi a litici, l'intervallo di tempo tra perforazione ed esecuzione della prova dovrà essere comunque il più ridotto possibile e preferibilmente contenuto in non più di poche ore.
Saranno ammesse varie tecniche di perforazione, in relazione al tipo di terreno, con preferenza per il carotaggio integrale con carotieri semplici e doppi, preferibilmente corone diamantate o comunque molto affilate, con pressione applicata all'utensile in fase di avanzamento inferiore a 200 kPa, numero di giri inferiore a 60 r.p.m., pressione di fluido contenuta e tendenzialmente inferiore a 15 1/min. La tecnica di perforazione dovrà essere comunicata alla Direzione Lavori.
Il diamentro di perforazione sarà definito sulla base del diametro della sonda da utilizzare per la prova, e nel rispetto della seguente espressione:
1.03 D < Dh < 1.2 D
dove: D = diametro sonda pressiometrica Dh = diametro foro
Prima di iniziare la prova, si procederà alla taratura del sistema determinando quanto segue:
Le perdite di pressione sono legate alla inerzia della cella di misura, che deve essere misurata espandendo la stessa alla pressione atmosferica mediante incrementi di pressione da 10 kPa ciascuno, da mantenersi per 60 sec, con letture di volume al termine di tale tempo.
Se richiesto dalle successive modalità di prova, la taratura si eseguirà con incrementi di volume della sonda pari al 5% del volume V, da applicarsi in 10 sec e mantenuti per 60 sec prima della lettura di pressione.
Queste misure dovranno essere eseguite prima di ogni prova o a giudizio della Direzione Lavori; sempre e necessariamente ad ogni cambio della membrana della cella di misura.
Le perdite di volume dovute alla espansione dei tubi di collegamento saranno predeterminate pressurizzando progressivamente l'apparato di prova in superficie dopo aver chiuso la sonda in un contenitore metallico che ne impedisca ogni espansione, registrando pressioni e volumi.
Il livello piezometrico nel foro deve essere misurato immediatamente prima della prova in foro e registrato.
Modalità esecutive della prova
Prima di posizionare la sonda pressiometrica nel foro, si procederà alla accurata lettura del volume V (volume della cella di misura alla pressione atmosferica).
Tutti i circuiti saranno disaerati e i manometri azzerati con sonda a piano campagna.
Il circuito per il controllo dei volumi sarà quindi chiuso e la sonda calata nel foro in queste condizioni.
La profondità di prova viene assunta essere quella corrispondente al punto medio della cella di misura.
Preparato il foro, che deve essere perfettamente pulito, la sonda pressiometrica sarà posizionata alla quota indicata dal programma. In accordo alle indicazioni del programma, la prova pressiometrica potrà essere eseguita in conformità ai due metodi descritti di seguito.
Si noti che la pressione che deve essere mantenuta nelle celle di confinamento laterale durante la prova deve essere sempre inferiore a quella agente all'interno della cella di misura e sarà definita in base alla espressione Pg = Pr + Pw - Pd, dove:
Pg = pressione celle di guardia
Pr = pressione letta al manometro
Pw = pressione idrostatica agente tra unità di misura e sonda pressiometrica a quota prova
Pd = differenza di pressione tra cella di misura e celle di guardia. La prova può essere condotta attraverso le due seguenti procedure:
Metodo degli uguali incrementi di pressione
La sonda verrà posizionata e la pressione incrementata con uguali intervalli di crescita, fino a che l'espansione della cella nel corso di un incremento di carico diventa maggiore di circa 1/4 dell'originale volume della cella di misura.
I valori di ciascun incremento dovranno essere in accordo al programma o definiti nel corso della prova stessa, e comunicarli alla Direzione Lavori; in ogni caso si raccomanda l'impiego di 7 - 10 incrementi.
Metodo degli uguali incrementi di volume
La sonda verrà posta in posizione ed il volume della cella di misura aumentato con incrementi uguali, di valore pari a a 0.05 - 0.1 volte il volume iniziale V, fino ai limiti naturali dell'apparato di prova.
In entrambe le procedure di prova, le letture relative alle variazioni di volume della sonda (quindi del terreno) dovranno essere effettuate dopo 30 sec e dopo 60 sec dall'applicazione dell'incsremento di pressione o volume; le misure dovranno essere registrate con una precisione pari a 0.2% il volume della cella di misura in condizioni di pressione atmosferica e pari al 5% del valore della pressione limite. Il programma potrà comprendere anche cicli intermedi di scarico - ricarico.
Raggiunti i massimi valori di pressione o di volume, la sonda sarà depressurizzata e riportata in superficie.
Su apposita scheda verrà riportato:
- data
- informazioni generali per la completa ubicazione del sondaggio e della prova; nominativi degli esecutori
- dettagliata descrizione delle caratteristiche e dimensioni della attrezzatura, della sonda di prova e della membrana in particolare
- curve di calibrazione con diagramma pressione/volume a seguito della taratura
- livello piezometrico nel foro
- profondità del punto di prova
- tipo di prova a 30 e 60 sec dall'applicazione dell'incremento di pressione o letture di pressione a 30 e 60 sec dall'incremento di volume
- note su qualsiasi variazione rispetto alle modalità di prova
- diagramma volume (cm3/pressione (kPa))
- modulo pressiometrico in accordo alla espressione:
Ep = 2 ( 1 + Prt) (Vo + Vm) DP/D
dove:
Ep = modulo pressiometrico Prt = rapporto di Poisson
Vo = volume della cella di prova alla pressione atmosferica
Vm= volume corretto nella parte centrale dell'incremento V = Vr - Vc, per Vr = volume da lettura a manometro e Vc = correzione volumetrica alla pressione corrispondente in base alla curva di calibrazione
- pressione limite
- descrizione di modalità e diametro di perforazione
- descrizione stratigrafica del terreno nell'intervallo di prova
- descrizione del tempo atmosferico e della temperatura
2.1.12. Prove di permeabilita' in sondaggio tipo Lefranc
Prova di permeabilità da eseguirsi in fase di avanzamento della perforazione in terreni non rocciosi sotto falda o fuori falda, in quest'ultimo caso dopo avere saturato con acqua il terreno.
La prova, eseguita con le modalità di seguito specificate, è destinata a misurare la conducibilità idrica orizzontale del terreno; si esegue misurando gli assorbimenti di acqua nel terreno, facendo filtrare l'acqua attraverso un tratto di foro predeterminato.
Nel caso di terreni a conducibilità non elevata si esegue a carico idraulico variabile; a carico idraulico costante nel caso di elevata conducibilità.
Le modalità esecutive di ciascuna prova saranno le seguenti:
- perforazioni con carotiere fino alla quota di prova;
- rivestimento del foro fino alla quota raggiunta dalla perforazione, senza uso di fluido di circolazione almeno negli ultimi 100 cm di infissione;
- inserimento nella colonna di rivestimento di ghiaia molto lavata fino a creare uno spessore di 60 cm dal fondo foro;
- sollevamento della batteria di rivestimento di 50 cm, con solo tiro della sonda o comunque senza fluido di circolazione;
- misura ripetuta più volte del livello d'acqua nel foro;
- nel caso di terreno fuori falda, immissione continua di acqua pulita nel foro per almeno 30 minuti primi;
- esecuzione della prova, secondo i criteri precedentemente esposti.
Carico idraulico variabile
- Riempimento con acqua fino alla estremità del rivestimento.
- Misura del livello dell'acqua all'interno del tubo (senza ulteriori immissioni) a distanza di 14", 30", 1', 2', 4', 8', 15' dall'inizio dell'abbassamento, fino all'esaurimento del medesimo o al raggiungimento del livello di falda.
Carico idraulico costante
- Immissione di acqua pulita nella batteria di rivestimento fino alla determinazione di un carico idraulico costante, cui corrisponde una portata assorbita dal terreno costante nel tempo e misurata.
- Il controllo della portata immessa a regime idraulico costante sarà determinata con contalitri di sensibilità pari a 0,1 litri. La taratura del contalitri deve essere verificata in sito riempendo un recipiente di volume noto e di capacità superiore a 100 litri.
- Le condizioni di immissione a regime costante devono essere mantenute, senza variazione alcuna, per 10-20 min.
- A partire dal momento della interruzione della prova, si misureranno gli abbassamenti progressivi del livello dell'acqua all'interno del rivestimento a distanza di 15", 30", 1', 2', 4', 8', 15', proseguendo fino all'esaurimento dell'abbassamento o al raggiungimento del livello della falda.
La documentazione di ciascuna prova comprenderà:
- informazioni generali;
- schema geometrico della prova;
- livello di falda;
- tempo di saturazione (se eseguita);
- portata a regime;
- letture degli abbassamenti in relazione ai tempi progressivi.
2.1.13. Prove di permeabilita' in sondaggio tipo Lugeon
La prova misura l'attitudine di un ammasso roccioso ad essere interessato da circolazione idrica; si eseguirà iniettando dell'acqua in pressione entro un tratto isolato di foro di sondaggio, perforato in terreni lapidei o litoidi, misurando i volumi assorbiti a diverse pressioni.
L'esecuzione della prova richiede l'attrezzatura della potenza e delle caratteristiche necessarie allo scopo.
Il contalitri dovrà essere tarato in sito, prima di iniziare le prove, riempiendo un contenitore di volume noto e superiore a 100 l.
Le perdite di carico nei tubi di adduzione, in assenza di un circuito indipendente di misura delle pressioni, saranno valutate in sito con il metodo di un tubo campione posto orizzontalmente in superficie e collegato alla pompa con l'interposizione del manometro.
Si calcolerà la perdita di carico corrispondente alla portata Q come Pc = P/l dove: Pc = perdita di carico per metro lineare (atm/m)
P = pressione al manometro (atm) l = lunghezza del tubo (m)
La prova sarà ripetuta per almeno 3 diversi valori della portata Q.
Prova di avanzamento
Se non diversamente richiesto dalla Direzione Lavori, le prove si eseguiranno in avanzamento con otturatore singolo.
L'otturatore sarà calato nel foro dopo avere misurato il livello del fluido nel sondaggio con sondina piezometrica. Il foro sarà privo di rivestimento; il fluido di perforazione sarà costituito da sola acqua priva di additivi.
L'otturatore sarà espanso ad isolare il tratto finale del foro per una lunghezza L ≥ 5 D, dove: L = lunghezza del tratto di foro isolato
D = diametro del foro
Non si supereranno lunghezze L di 5 m, da assumersi come limite massimo.
Si procederà ad iniettare nel tratto di prova, eseguendo 3 (o più) diversi gradini di pressione in salita e ripetendo gli stessi primi 2 m in discesa, misurando per ciascun gradino le portate assorbite a stabilizzazione dell'assorbimento raggiunta.
Ciascun gradino di portata (a regime) sarà mantenuto per 10 ÷ 20 minuti primi, in salita e discesa.
La scelta del valore dei gradini di pressione dipenderà dal tipo di ammasso roccioso e dagli specifici obiettivi progettuali delle prove.
Non si supereranno comunque valori massimi di 1 MPa, e solo nei casi di elevata resistenza meccanica della matrice rocciosa.
In condizioni diverse, è preferibile non superare pressioni di 0,3 Mpa in rocce poco resistenti e di 0,5 Mpa in rocce mediamente resistenti.
In condizioni di prova a scarsa profondità in rocce poco resistenti, solo litoidi o semilitoidi, si ammettono limiti massimi di pressione non superiori a 0,3 Mpa.
La tabella seguente propone alcuni esempi di riferimento.
Programmi per prove Lugeon
Condizioni di prova | Gradini di pressione Mpa |
Rocce semilitoidi, litoidi o litiche a scarsa resistenza, a profondità inferiori a 5 m p.c. | 0,05 - 0,15 - 0,25 - 0,15 - 0,05 |
Rocce con scarsa resistenza | 0,1 - 0,2 - 0,3 - 0,2 - 0,1 |
Rocce con media resistenza | 0,1 - 0,3 - 0,5 - 0,3 -0,1 |
Rocce con altra resistenza | 0,2 - 0,4 - 0,8 - 0,4 - 0,2 |
Durante la prova si provvederà a mantenere pieno di acqua il foro di sondaggio, per osservare la perfetta tenuta idraulica dell'otturatore, resa evidente dalla assenza di variazioni di livello.
Nel caso di perdite la prova sarà interrotta e ripresa dopo i necessari interventi correttivi.
Qualora lo stato della roccia fosse tale da non assicurare la tenuta dell'otturatore, le prove saranno eseguite in avanzamento previa cementazione e riperforazione del tratto di foro al disopra della prova, in modo da creare una superficie adatta ad impedire perdite idriche.
Prova di risalita
Se richiesto dalla Direzione Lavori, le prove potranno essere eseguite con otturatore doppio in risalita, con modalità identiche a quanto descritto al precedente paragrafo.
Particolare cura dovrà essere posta nel garantire la tenuta del pistoncino ad espansione inferiore, il cui comportamento non può essere osservato durante la prova.
Per ciascuna prova si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- schema della geometria del foro e delle modalità di prova;
- livello statico della falda;
- tabulato delle letture di cantiere (tempi, portate, pressioni al manometro);
- grafico pressione effettiva in camera di prova;
- assorbimento per ciascun gradino espresso in Unità Lugeon UL (dove 1 UL = portata di 1 litro/min/m a 1 MPa).
2.1.14. Piezometri tipo Xxxxxxxxxx
Il piezometro è costituito da un cilindro in pietra porosa, avente le seguenti dimensioni:
Lunghezza L = 20 ÷ 30 cm
Diametro esterno ∅est = 5 cm
L'estremità della cella cilindrica viene connessa a 2 batterie di tubi in PVC o metallici, del diametro di 1 ÷ 2 cm, i quali giungono in superficie.
Le modalità di installazione sono le seguenti:
- Se richiesto, riempimento del foro con malta di cemento-bentonite-acqua (50-10- 100 parti in peso), fino alla quota 1.5 m al di sotto di quella prevista per l'installazione del piezometro, con ritiro progressivo del rivestimento.
- Posa di un tappo impermeabile costituito da palline di bentonite (∅ 1-2 cm) precedentemente confezionate, costipate con pestello, per lo spessore di 1 m, con ritiro ulteriore del rivestimento.
- Abbondante lavaggio del foro con acqua pulita.
- Posa di uno strato (spessore 0.5 m) di materiale granulare pulito (∅ 1-4 mm).
- Discesa a quota del piezometro (mantenuto fino a quel momento in acqua pulita) collegando i tubi di andata e ritorno, assicurandosi della perfetta tenuta dei giunti.
- Posa di sabbia pulita attorno e sopra il piezometro (0.5 m) con ritiro della colonna di rivestimento senza l'ausilio della rotazione, con l'avvertenza di controllare che il piezometro non risalga assieme ai rivestimenti e che in colonna ci sia sempre della sabbia.
- Posa di un secondo tappo impermeabile di palline bentonitiche, costipate con pestello ad aste, con progressivo ritiro del rivestimento.
- Cementazione del tratto di foro rimanente, come nel caso del primo riempimento, fino alla sommità (se non prevista l'installazione della seconda cella piezometrica).
- Le estremità dei tubi saranno inseriti in un pozzetto metallico con chiusura a lucchetto e chiave. Il pozzetto dovrà essere cementato nel terreno. Le chiavi dovranno essere identificate da un cartellino completo delle indicazioni del caso.
Terminata la installazione del piezometro, l’Impresa dovrà misurare e annotare il livello della falda, ripetendo la stessa operazione ogni giorno per tutta la rimanente durata della campagna d'indagine.
Per ciascuna cella (o coppia) installata, si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- schema geometrico di installazione;
- quota assoluta dei termini piezometrici;
- tabelle con letture piezometriche.
2.1.15. Piezometro a tubo aperto
Il piezometro è costituito da una batteria di tubi del diametro interno ∅int di 40 ÷ 100 mm, in metallo o PVC, giuntati in forma solidale fino all'ottenimento della lunghezza richiesta e parzialmente finestrati.
Se destinato al prelievo di campioni di fluido per analisi chimico-fisiche, si installeranno tubi del diametro interno ∅int ≥ 100 mm, costituiti da acciaio inossidabile o PVC con rivestimento in granulare siliceo; l'uso di tubi in PVC, non rivestito deve in questo caso essere concordato con la Direzione Lavori e chiaramente segnalato nella documentazione della avvenuta installazione.
Il piezometro fessurato della lunghezza di 4 ÷ 6 m e sarà posizionato alla distanza di 1 m dall'estremità inferiore del tubo piezometrico; la finestratura avrà apertura di 0,4 ÷ 1,0 mm.
Nel caso di installazione di tubi per scopi diversi, la distribuzione dei tratti finestrati e ciechi dovrà essere chiaramente indicata nei programmi lavori.
Le modalità di installazione saranno le seguenti:
- prima di estrarre il rivestimento provvisorio si laverà l'interno del foro con abbondante acqua pulita;
- si introdurrà il tubo piezometrico immorsandolo nel terreno di base, gettando poi nell'intercapedine tubo-rivestimento materiale granulare pulito (∅ 2 ÷ 4 mm) fino a risalire di 1 m dalla estremità superiore del tratto finestrato, estraendo progressivamente il rivestimento senza l'ausilio della rotazione;
- si colmerà il tratto superiore dell'intercapedine con materiale limo-argilloso o sabbioso;
- l'estremità dei tubi sarà protetta con tappo avvitato;
- il terminale piezometrico sarà inserito in un pozzetto metallico con chiusura a lucchetto e chiave. Il pozzetto dovrà essere cementato nel terreno;
Terminata l'installazione del piezometro, l’Impresa dovrà misurare ed annotare il livello della falda, ripetendo la stessa operazione ogni giorno per tutta la rimanente durata della campagna d'indagine.
Per ciascun piezometro installato, si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- caratteristiche dei tubi installati;
- schema geometrico di installazione;
- quota assoluta del terminale piezometrico;
- tabelle con letture piezometriche.
2.1.16. Piezometro di tipo elettrico ed elettropneumatico
I piezometri saranno di tipo elettrico con possibilità di controllo della deriva di zero del tipo elettrico o pneumatico.
Le caratteristiche tecniche di riferimento delle celle piezometriche da impiegarsi sono le sottoelencate:
- campo di misura 0 ÷ 10 bar
- risoluzione 0.1% fondo scala
- precisione 0.3% fondo scala
- pressione massima ammissibile 20 bar
L’Impresa dovrà informare la Direzione Lavori riguardo al modello che intende utilizzare, specificandone le caratteristiche tecniche.
La centralina elettronica di misura, elaborazione, memorizzazione e restituzione dati fornirà in via continuativa dati espressi in forma numerica e, preferibilmente, anche grafica analogica.
Le modalità di installazione saranno conformi a quanto indicato dal costruttore per il modello prescelto e comunicata alla Direzione Lavori.
L’Impresa provvederà per intero alla installazione e messa in funzione (azionabile a richiesta) del sistema celle piezometriche-unità di misura e registrazione, quest'ultima debitamente alloggiata o protetta dagli agenti atmosferici, eseguendo frequenti letture per l'intera durata della campagna d'indagine.
Per ciascuna cella installata, si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- tipo e caratteristiche della cella piezometrica e dell'unità di misurazione;
- schema geometrico dell'installazione;
- quota assoluta dei terminali piezometrici;
- tabulazione dei dati piezometrici raccolti per la durata del cantiere.
2.1.17. Installazione di tubi inclinometrici
I tubi inclinometrici sono caratterizzati da una sezione circolare, provvista di quattro scanalature con funzioni di guida per la sonda inclinometrica, con diametro esterno di 80 ÷ 90 mm.
Per l'accettazione della fornitura si richiede che:
- la spiralatura dei tubi sia inferiore a 0,5°/metro lineare;
- la perpendicolarità delle sezioni terminali dei tubi sia garantita con la tolleranza di 1°.
I tubi, realizzati in spezzoni di = 3,0 m, sono assemblati mediante manicotti di giunzione che devono presentare le seguenti dimensioni:
∅ int. guide manicotto ≈ ∅ est. guide tubo + 1,0 mm;
Il gioco massimo di accoppiamento tra i tubi, dovuto ai soli manicotti, non dovrà comunque essere superiore a 1°/giunto.
I tubi inclinometrici possono essere realizzati nei seguenti materiali:
- alluminio (UNI 3569/66);
- PVC.
L'utilizzo di tubi in alluminio in ambiente aggressivo dovrà essere subordinato alla realizzazione di opportune protezioni (anodizzazione o verniciatura con resine epossidiche); la cementazione dei tubi in alluminio dovrà comunque sempre essere effettuata mediante l'utilizzo di cemento pozzolanico.
Modalità di posa in opera dei tubi inclinometrici
La perforazione in cui verrà installato il tubo inclinometrico dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- diametro sufficiente all'inserimento del tubo inclinometrico che nella parte a massima sezione (manicotto con nastro di protezione) ha un diametro di circa 96 mm al quale va aggiunto il diametro del tubetto di iniezione;
- deviazione globale dalla verticale ≤ 1.5%.
I rivestimenti della perforazione dovranno poter essere estratti con sola trazione (senza rotazione). In cantiere, prima dell'installazione, dovrà essere controllato quanto segue:
- i tubi e manicotti non devono avere lesioni o schiacciature dovuti al trasporto, soprattutto nelle parti terminali;
- le estremità dei tubi e dei manicotti non dovranno avere sbavature che possano compromettere il buon accoppiamento dei tubi e lo scorrimento della sonda di misura;
- l'efficienza del tubo per l'iniezione della miscela di cementazione da applicare all'esterno della colonna inclinometrica;
- la composizione della miscela di cementazione che sarà costituita da acqua, cemento pozzolanico e bentonite rispettivamente in proporzione di 100, 30 e 5 parti in peso;
- il diametro delle punte del trapano, il diametro e la lunghezza dei rivetti il tipo e la scadenza del collante, l'efficienza della morsa di sostegno.
La posa in opera dei tubi inclinometrici dovrà avvenire in accordo con le seguenti modalità:
- Lavare accuratamente la perforazione con acqua pulita.
- Preassemblare i tubi in spezzoni di 6.0 m, terminanti ad un estremo con un manicotto.
La realizzazione dei giunti dovrà avvenire nel modo seguente:
- inserire il manicotto sul tubo per metà della sua lunghezza;
- praticare i fori per i rivetti (> 4 per ogni tubo) lungo generatrici equidistanti dalle guide e a circa 50 mm dall'estremità del manicotto;
- mantenendo in posizione il manicotto mediante spine, introdurre l'altro tubo e forare; rimuovere il manicotto;
- applicare un sottile strato di mastice sul tubo e all'interno del manicotto, attendere almeno 5 minuti;
- infilare il primo tubo sul manicotto e chiodare con rivetti;
- evitando bruschi movimenti che possano causare torsioni, fasciare abbondantemente con nastro autovulcanizzante.
- Montare sul primo spezzone, già munito di manicotto, il tappo di fondo e fissare il tubo per l'iniezione.
- Inserire il primo tubo predisposto nella perforazione (in terreni sotto falda riempire il tubo di acqua per contrastare la spinta di Archimede e favorirne l'affondamento).
- Bloccare il tubo mediante l'apposita morsa in modo che dalla perforazione fuoriesca solamente il manicotto di giunzione.
- Inserire lo spezzone successivo ed eseguire l'incollaggio, la rivettatura e la sigillatura del giunto.
- Allentare la morsa e calare il tubo nel foro (riempiendolo d'acqua se necessario) fissando nel contempo il tubo d'iniezione; bloccare la colonna con la morsa quando fuoriesce solamente il manicotto.
- Procedere di seguito fino al completamento della colonna annotando la lunghezza dei tratti di tubo e la posizione dei manicotti.
- Completata la colonna, iniziare la cementazione che dovrà avvenire a bassa pressione (P = 2 atm) attraverso il tubo d'iniezione, osservando la risalita della miscela all'esterno dei tubi. I rivestimenti di perforazione devono essere estratti, operando solo a trazione, non appena la miscela appare in superficie. Nella fase di estrazione dei rivestimenti il rabbocco di miscela potrà essere eseguito da testa foro anzichè attraverso il tubo di iniezione, per mantenere il livello costante a p.c.; qualora si noti l'abbassamento del livello della miscela il rabbocco dovrà continuare nei giorni successivi.
- Nella fase finale della cementazione si dovrà provvedere alla installazione attorno al tratto superiore del tubo inclinometrico di un tubo di protezione in acciaio o p.v.c. pesante (diametro interno minimo D = 0.12 m lunghezza L > 1.0 m). Il tubo sporgerà di 15 cm dalla sommità del tubo inclinometrico e sarà provvisto di un coperchio in acciaio con chiusura antigelo, dotato di lucchetto.
- Terminata la cementazione il tubo inclinometrico sarà accuratamente lavato con un attrezzo a fori radiali e acqua pulita; l'attrezzo dovrà essere dotato di pattini zigrinati per la pulizia delle guide.
- Dopo il lavaggio e a presa avviata, si dovrà far scorrere nei tubi una sonda testimone uguale per dimensioni a quella di misura, per verificare la continuità e l'integrità del tubo. L'operazione sarà ripetuta sulle quattro guide.
Si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- schema geometrico delle tubazioni installate;
- quota assoluta della testa tubo;
- caratteristiche del tubo installato e del cemento usato nella miscela, insieme a composizione e quantità della stessa per quanto assorbita.
2.1.18. Prove di carico su piastra
L'attrezzatura da impiegarsi dovrà essere costituita da:
- Piastra circolare in acciaio, rigida che ove non meglio specificato dal tipo di prova prevista dal laboratorio
spessore Sp > 20 mm
diametro ∅ = 298.5 ÷ 600 mm.
Potranno essere utilizzate piastre con 500 mm ≤ ∅ ≤ 750 mm nel caso il terreno contenga ciottoli di diametro > 100 mm, previo accordo con la Direzione Lavori.
- Micrometro per la lettura dei cedimenti con precisione e sensibilità di 0.01 mm, con escursione dell'astina ≥ 100 mm.
- Martinetto di carico in grado di erogare pressioni massime ≥ 0.5 MPa sulla piastra del diametro prescelto.
- Raccordo tra martinetto e struttura di contrasto costituito da giunto a rotula con due piastre di acciaio con cave sferiche affacciate e sfera in acciaio ∅ 40 ÷ 60 mm interposta, con ghiera di serraggio.
- Trave di riferimento porta comparatore, di buona rigidezza.
- Eventuali prolunghe in acciaio per il collegamento alla struttura di contrasto.
-
- Struttura di contrasto la cui massa sia > 1.5 la pressione massima totale sulla piastra prevista dal programma di prova.
- Pompa di alimentazione del martinetto, con manometro tarato.
L'assemblaggio della attrezzatura di prova sarà eseguito in modo da rispettare quanto segue:
- il martinetto dovrà essere centrato sulla piastra e perpendicolare ad essa; il micrometro dovrà essere poggiato in posizione centrale sulla piastra.
La piastra sarà poggiata su terreno con contenuto d'acqua naturale, non disturbato in forma alcuna, ripulito a mano da qualsiasi detrito, copertura o ciottolo sporgente.
La orizzontalità della piastra, una volta posta sul piano di prova, sarà verificata con livella a bolla.
Assemblata l'attrezzatura, si eseguirà la prova secondo il programma di carico-scarico preventivamente comunicato alla Direzione Lavori..
Dopo l'applicazione di ciascun gradino di carico, le letture al micrometro saranno ripetute ogni 2 min, in qualsiasi tipo di terreno.
La stabilizzazione nel cedimento sarà data per avvenuta quando due letture consecutive differiranno di un massimo di 0.04 mm.
Durante la prova, non si dovrà modificare in alcuna maniera il dispositivo per la prova stessa, evitando anche vibrazioni e scosse di qualsiasi parte della attrezzatura.
Dopo la prova, se richiesto, si preleverà un campione rimaneggiato di terreno per il laboratorio. Per ciascuna prova, si dovrà riportare su apposita scheda:
- informazioni generali;
- fotocopia delle tabelle con letture di cantiere del micrometro, per ciascun gradino di carico;
- diagramma carichi-cedimenti;
- modulo di compressibilità Me (kN/m2) calcolato nell’intervallo di carico definito, in accordo alla formula
Me =
p • D s
p = incremento di carico specifico (kN/m2)
s = cedimento corrispondente all'incremento di carico (mm) D = diametro della piastra (mm).
- Certificato di taratura del manometro di misura non anteriore di 3 mesi la data di inizio prove.
- Le prove su piastra potranno essere condotte con strumenti dinamici e non pseudostatici quando questi risultino ottemperanti ai seguenti requisiti;
- Conducano a valori assimilabili a quelli ottenuti mediante strumentazione pseudostatica (differenza < al 5% su valore assoluto);
- Non eliminino completamente le prove pseudostatiche che verranno però impiegate per i confronti al punto precedente.
2.2. INDAGINI GEOMECCANICHE
2.2.1. Sondaggio Geomeccanico
Il sondaggio geomeccanico si distingue dal sondaggio geotecnico per il fatto che la descrizione delle parti di carotaggio in terreni lapidei o litoidi vengono descritte in modo particolarmente approfondito e con criteri finalizzati alla caratterizzazione geomeccanica dell'ammasso roccioso.
Le modalità di descrizione del sondaggio geomeccanico saranno applicate per i sondaggi, o per le parti in roccia di sondaggi, per i quali ciò sia espressamente richiesto dal programma lavori.
Le attrezzature e le modalità di esecuzione, salvo accorgimenti necessari per garantire la migliore qualità possibile di carotaggio, sono analoghe a quelle descritte per i sondaggi geotecnici.
Si dovrà descrivere la stratigrafia come richiesto per i sondaggi geotecnici, precisando i dati generali e tecnici, la definizione del tipo litologico, il colore. Inoltre, suddividendo il carotaggio in intervalli di profondità sufficientemente omogenei, descriverà i caratteri strutturali del sondaggio, illustrando con la massima cura quanto segue:
- Lo stato di aggregazione sarà descritto a complemento della identificazione litologica precisando se la struttura è compatta (non si distinguono i costituenti la roccia ad occhio nudo), granulare (si distinguono macroscopicamente i diversi costituenti), orientata (i costituenti hanno orientazioni preferenziali per laminazione, scistosità o altro).
- Il grado di alterazione, con riferimento alla seguente terminologia:
Assente: nessun segno visibile di alterazione, roccia sana, cristalli lucenti.
Debole: I piani di discontinuità sono patinati e decolorati, con possibili sottili strati di riempimento. La decolorazione può penetrare nella roccia per spessori fino al 20% della spaziatura dei piani di discontinuità.
Media: La decolorazione penetra nella roccia per spessori al 20% della spaziatura dei piani di discontinuità, che possono contenere riempimenti di materiale alterato. Possono essere osservabili parziali aperture dei legami intergranulari.
Elevata: La decolorazione interessa per intero la roccia, che è in parte friabile.
L'originale struttura della roccia è conservata, ma i cristalli sono separati fra loro.
Intensa: La roccia è completamente decolorata, decomposta e friabile, con l'aspetto esteriore di un suolo. Internamente la struttura originale può essere riconoscibile, ma la separazione fra i cristalli è completa.
- Il recupero percentuale di carotaggio sarà annotato come sommatoria, espressa in percentuale, della lunghezza dei singoli spezzoni recuperati in rapporto alla lunghezza totale del tratto perforato.
- L'indice R.Q.D., calcolato come sommatoria, espressa in percentuale, della lunghezza dei singoli spezzoni maggiori o uguali a 10 cm recuperati in rapporto alla lunghezza totale del tratto perforato, sarà annotato considerando le sole discontinuità naturali presenti nella roccia, raggruppando tratti perforati piuttosto omogenei da questo punto di vista.
La percentuale di recupero modificata (RQD) dove il grado di alterazione non è intenso o elevato, verrà determinata in accordo alla seguente espressione:
Σli
RQD = • 100
lf
per:
- li = singole lunghezze dei pezzi di carota maggiori di 10 cm
- lf = lunghezza totale del tratto perforato
Per la valutazione del grado di alterazione si farà riferimento alle indicazioni riportate nel punto precedente riguardante l’argomento specifico.
- Le dimensioni di ciascun spezzone di roccia saranno stimate ed annotate individuando classi di lunghezze differenti fra loro di 5 cm una dall'altra.
- Il tipo di ciascun giunto o discontinuità costituente un piano di separazione o debolezza (frattura, faglia, piano di strato, piano di scistosità) sarà distinto ed annotato.
-
Si definiranno gli elementi significativi della struttura di terreni rocciosi, facendo riferimento a quanto di seguito.
Stratificazione
Si indicheranno i piani di strato visibili, precisandone la spaziatura media e l'intervallo di variazione tipico dello spessore degli strati stessi.
Si indicheranno anche la presenza di eventuali strutture sedimentarie, quali stratificazione o laminazione incrociate.
Regolari alternanze di diversi tipi litologici (es.: sabbie ed argille, marne e calcareniti) potranno essere definite con il termine di "interstratificazione" precisando la media aritmetica dello spessore dei livelli e descrivendo il ritmo delle alternanze.
Fratturazione
Si indicherà la spaziatura dei giunti utilizzando definizioni in accordo alla terminologia di seguito specificata:
< 6 cm Fratture molto ravvicinate
6 ÷ 20 cm Fratture ravvicinate
20 ÷ 60 cm Fratture moderatamente ravvicinate
60 ÷ 200 cm Fratture distanziate
> 200 cm Fratture molto distanziate
Si specificherà, se possibile, apertura e persistenza dei giunti.
Scistosità, piani di taglio
Si indicherà la presenza, la spaziatura e le caratteristiche della scistosità (orientazione visiva della roccia dovuta a minerali lamellari o prismatici) e di piani di taglio (in terreni coesivi, granulari o rocciosi).
Strutture particolari
Si indicherà la presenza e le caratteristiche di strutture particolari legati a processi di alterazione o trasporto, quali la presenza di clasti in matrice soffice o isole di materiale poco alterato in matrice profondamente alterata, e simili.
- L'inclinazione di ogni giunto sarà espressa come angolo, misurato in senso orario, tra la perpendicolare all'asse di perforazione e il piano di discontinuità.
- La durezza delle pareti sarà stimata in base ai criteri di scalfibilità con unghia, di scalfibilità con punta d'acciaio, di scarsa scalfibilità con punta di acciaio. Sarà inoltre misurato l'indice JCS (Joint Compressive Strength) tramite l'uso dello sclerometro (Xxxxxxx Hammer), eseguendo la prova su spezzone di carota immobilizzato con apposito strumento di supporto.
- La rugosità di ogni giunto alla scala della carota sarà definita con riferimento al valore d'indice JRC (Joint Roughness Coefficient), con l'uso di un profilatore a pettine (Shape Tracer di Xxxxxx).
- Il tipo e lo spessore del riempimento dei giunti saranno definiti precisando composizione granulometrica e/o mineralogica e la compattezza dello stesso. In particolare, si deve precisare se all'interno del giunto si nota materiale trasportato e deposto o materiale derivato dal disfacimento o dalla frizione della roccia.
Per quanto non ulteriormente precisato valgono le indicazioni della ISRM (Suggested Methods). Tutti gli elementi sopraelencati dovranno figurare in moduli stratigrafici appositi.
2.2.2. Sondaggio geognostico ad andamento direzionato
I sondaggi geognostici ad andamento direzionato si realizzano in terreni lapidei e litoidi per definire la litostratigrafia dell'ammasso secondo traiettorie suborizzontali o comunque orientate e parzialmente modificabili nel corso della stessa perforazione, in modo tale da raggiungere, partendo da un punto determinato, un altro punto a distanze che possono giungere a 500-1000 metri.
I sondaggi devono essere eseguiti a carotaggio integrale del terreno attraversato e permettere, a fine sondaggio, l'esecuzione di ispezioni con sonda televisiva e la caratterizzazione dell'ammasso attraverso metodi di prova geofisica e geomeccanica per la intera lunghezza del sondaggio.
Le attrezzature e le modalità di esecuzione, salvo accorgimenti necessari per garantire il recupero di carote in percentuale non inferiore all’80%, sono analoghe a quelle previste per gli altri tipi di sondaggi.
La documentazione del sondaggio geognostico ad andamento direzionato sarà eseguita secondo i criteri già riportati per gli altri tipi di sondaggio.
2.2.3. Rilievo geostrutturale di dettaglio
I rilievi geostrutturali di dettaglio permetteranno di acquisire mediante misure in sito su affioramenti rocciosi naturali o artificiali gli elementi relativi alle caratteristiche geostrutturali e
geomeccaniche dell'ammasso roccioso, inteso come complesso costituito dalla matrice roccia e dai piani di discontinuita', pricipalmente per uso di classificazione mediante indici di qualità.
Il programma lavori indicherà la zona nella quale eseguire ogni singolo rilievo, definito nel seguito come stazione di misura.
Le modalita' esecutive saranno conformi alle prescrizioni "Suggested Methods for the quantitative description of discontinuities in rock masses - International Society for Rock Mechanics", alle quali si rimanda direttamente per quanto non espressamente precisato nel seguito.
Il rilievo di ogni stazione di misura si eseguirà avendo cura di selezionare affioramenti rappresentativi ed omogenei da rilevare e documentare separatamente.
Il rilievo si eseguirà materializzando sul fronte da rilevare una linea, della maggior lunghezza possibile, effettuando le misure in corrispondenza dei punti di intersezione dei piani con la traccia dello stendimento, annotandone la progressiva dall'origine dello stendimento, ma considerando anche tutti gli elementi non direttamente intersecanti la linea ma vicini ed idealmente prolungabili fino all'intersezione.
Si dovranno eseguire stendimenti di misura fra loro tendenzialmente ortogonali, in modo da descrivere compiutamente l'ammasso in senso realisticamente tridimensionale.
Per ciascuna stazione di misura, il numero di stendimenti da eseguire sara' quello necessario per la perfetta caratterizzazione dell'ammasso.
Il rilievo lungo ciascuna linea deve definire quanto segue:
Caratteristiche geostrutturali
Inclinazione dei piani di discontinuita' sull'orizzontale, immersione o azimut della linea di massima pendenza giacente sul piano di discontinuita'.
Caratteristiche geomeccaniche
Classificazione dei diversi tipi di piano di discontinuita', suddividendoli in piani di strato, di scistosita', di faglia, di frattura.
Si definiranno inoltre le caratteristiche geometriche dei piani, precisando frequenza, spaziatura, lunghezza, persistenza percentuale rispetto all'affioramento, apertura, continuita' di apertura in percentuale rispetto alla lunghezza, tipo di terminazione, distanza della terminazione dalla traccia, scabrezza (Joint Roughness Coefficient JRC), ondulazione, resistenza della parete del giunto (Joint Compressive Wall Strength JCS), tipo, granulometria, origine, grado di saturazione e di consistenza del materiale di riempimento, che può anche essere campionato per prove di laboratorio.
Il fronte rilevato dovrà essere accuratamente descritto, con il corredo di fotografie (dove saranno visibili le tracce degli stendimenti) e schizzi, precisando dettagliate informazioni sulla litologia, sulle facies, sugli elementi strutturali visibili alla scala dell'affioramento, sulla presenza di acqua e su quanti altri elementi possano concorrere alla comprensione delle caratteristiche geologiche e geomeccaniche d'insieme dell'ammasso roccioso entro il quale sono state realizzate le misure.
La documentazione comprenderà:
- ubicazione plano-altimetrica della zona di rilievo, con perimetrazione dell'affioramento ed indicazione degli stendimenti di misura;
- tabelle con i dati di campagna;
- relazione geologica descrittiva del sito di rilievo, inclusiva di tutti gli elementi necessari ad inquadrare e comprendere i risultati del rilievo stesso, delle note esplicative e descrittive del rilevatore, degli stereogrammi polari con la raffigurazione dei singoli poli dei piani rilevati e delle aree a diversa densita' di concentrazione polare, degli schizzi illustrativi, della documentazione fotografica dell'ammasso roccioso e degli stendimenti di misura.
2.2.4. Point Load Test
La prova misura un indice di resistenza Is portando a rottura dei campioni di roccia con l'applicazione di un carico concentrato a mezzo di due punte coniche, usando una attrezzatura portatile.
I campioni potranno essere costituiti da spezzoni di carota (prove assiali o diametrali) o da blocchi irregolari.
L'apparecchiatura portatile di prova comprende:
- Sistema di carico: dotato di capacità di carico ≥ 50 kN ed in grado di adattarsi a campioni di 25 ÷ 100 mm.
- Punte coniche troncate sfericamente: il cono avrà apertura di 60° e la troncatura sferica un raggio di 5 mm. Le punte saranno rigorosamente coassiali e dovranno rimanere tali nel corso della applicazione.
- Sistema di misurazione carico: deve permettere una precisione di lettura di ± 2%.
- Sistema di misurazione distanza: la distanza tra le punte deve essere determinata con l'approssimazione di ± 0.5 mm.
Modalità di prova
Si distinguono diversi tipi di prova:
- Diametrale: su spezzone di carota avente rapporto lunghezza/diametro > 1.4.
Le punte verranno posizionate lungo il diametro ad una distanza ≥ 0.7 D (diametro carota) dalle estremità della carota.
- Assiale: su spezzone di carota avente rapporto L/D = 1.1 ± 0.05. Le punte verranno applicate in corrispondenza dell'asse del provino.
- Con posizionamento variabile: su campioni aventi rapporto L/D diverso da quanto indicato e su campioni di forma irregolare. Le punte verranno applicate lungo il diametro maggiore del provino. Provini di roccia laminata, scistosa o finemente straterellata verranno provati sia parallelamente che perpendicolarmente ai piani di divisibilità.
In tutti i casi, la prova verrà eseguita posizionando il provino tra le punte, avvicinando le medesime fino alla rottura del campione annotando la pressione corrispondente e la distanza fra le punte.
I risultati delle prove diametrali, assiali o con posizionamento variabile verranno annotati separatamente.
Per ogni campione si registreranno i seguenti dati:
- numero di identificazione;
- profondità di prelievo;
- descrizione litologica;
- natura ed orientazione di eventuali piani di divisibilità;
- carico di rottura P;
- distanza tra punte a rottura DP;
- valore Is = P/D2;
- valore Is(50) per classificazione, con l'uso di apposito diagramma correttivo e/o eventuale correlazione.
2.2.5. Prove di carico su piastra in roccia
Le prove di carico su piastra in terreni lapidei e litoidi si eseguono per la determinazione del modulo di deformabilità e di elasticità sul contorno di scavo e in profondità, mediante l'applicazione di un carico tramite piastra circolare del diametro di 50, 80, 100 cm e la misura degli spostamenti indotti in superficie ed in profondità mediante estensimetro multibase.
La prova può essere eseguita in cunicolo, in genere di diametro non superiore a 4 m, con il martinetto agente su 2 piastre poggianti su parti dell'ammasso fra loro diametralmente opposte, costituenti reciproco contrasto.
L'attrezzatura sarà conforme alle raccomandazioni ISRM (Suggested Methods). La documentazione tecnica relativa sarà inviata per informazione alla Direzione Lavori.
L'attrezzatura comprenderà:
- martinetto idraulico in grado di assicurare il carico richiesto dal programma lavori;
- tubazioni in acciaio di varia lunghezza, per il collegamento del martinetto con la piastra e per la trasmissione del carico di prova, di adeguata resistenza;
- piastre per la ripartizione del carico di prova, costituite da dischi anulari in acciaio di diametro compreso tra 50 e 100 cm, di adeguato spessore e rigidità;
- 6 comparatori centesimali, montati su struttura indipendente dall'apparato di spinta e adeguatamente rigida, da distribuirsi al contorno della piastra ad angoli di 60 gradi e alla distanza di 30 cm e 50 cm dal bordo della stessa;
- 1 estensimetro multibase con 6 ancoraggi ad espansione meccanica, da installarsi entro un foro appositamente perforato al centro dell'area di carico con un diametro di 60-80 mm ed una profondità di circa 6 volte il diametro della piastra di prova; l'estensimetro sarà dotato di un trasduttore di spostamento connesso agli ancoraggi ad espansione mediante astine metalliche rigide.
La prova sarà eseguita in accordo al programma lavori e comprenderà:
- rilievo fotografico dell'ammasso roccioso per le parti interessate dalla prova;
- accurata descrizione litologica e geomeccanica dell'ammasso roccioso nel sito di prova, con rilievo e misura della giacitura nello spazio dei piani di discontinuità;
- preparazione della superficie di prova (singola o coppia, a seconda del metodo) mediante scalpellatura manuale ed impiego di dischi rotanti diamantati, al fine di ottenere piani lisci e regolari.
- montaggio della attrezzatura di prova ed esecuzione della prova con cicli di carico-scarico come da programma lavori, con misura degli spostamenti di superficie e profondi tramite i comparatori centesimali e l'estensimetro multibase.
La documentazione di ciascuna prova comprenderà:
- ubicazione ed orientazione dei punti di prova con relativa rappresentazione grafica in scala;
- relazione descrittiva dei caratteri geomeccanici rilevati in sito, con il corredo della documentazione fotografica dell'ammasso roccioso nel sito di prova;
- elenco e descrizione dell'attrezzatura impiegata, con documentazione fotografica della attrezzatura di prova completamente montata;
- procedura di prova e formulazione matematica per il calcolo del modulo di deformabilità;
- tabella con riportate le misure di spostamento in funzione del carico applicato;
- diagrammi spostamento-pressione per ogni punto di misura;
- diagramma spostamenti globali-profondità della base di misura
- diagramma spostamenti reversibili- profondità della base di misura;
- tabella riassuntiva dei moduli di deformabilità e di elasticità calcolati (MPa).
2.2.6. Prova con dilatometro da roccia in sondaggio
Per l'esecuzione della prova si richiede la disponibilità di una sonda dilatometrica da roccia, inseribile in un foro di sondaggio adeguatamente perforato del diametro di circa 100 mm, dotata di almeno 3 trasduttori elettrici per la misura degli spostamenti indotti dalla pressurizzazione radiale di circa 1 mm di diametro di foro.
La sonda sarà connessa in superficie ad una unità di misurazione, registrazione ed elaborazione dati.
La prova sarà eseguita secondo modalità precisate nel dettaglio dal programma lavori.
Per quanto non ulteriormente specificato in merito alla preparazione del foro, valgono le raccomandazioni incluse nella parte relativa alle prove con pressiometro tipo Xxxxxx, per quanto applicabili, previa comunicazione alla Direzione Lavori.
La documentazione di ciascuna prova comprenderà:
- ubicazione, direzione ed immersione del sondaggio;
- profondità della sezione di misura;
- caratteristiche della attrezzatura impiegata;
- diagrammi variazioni diametrali-pressione per ogni trasduttore;
- schema di calcolo dei moduli elastici e di deformabilità;
- relazione matematica per il calcolo dei moduli;
- tabelle riassuntive dei moduli di deformabilità e di elasticità:
2.2.7. Prova con martinetto piatto
La prova si esegue in parete inserendo in una fessura praticata nel fronte dell'ammasso roccioso un martinetto piatto, da espandere fino a riportare la roccia circostante nelle medesime condizioni tensionali precedenti lo scavo della fessura, e misurando lo sforzo necessario. Dalla misura si ricavano le caratteristiche di deformabilità e lo stato di sollecitazione esistente alla superficie dell'ammasso roccioso. La normativa di riferimento è:
- ASTM D4729-87
- ISRM Suggested methods of rock stress determination.
L'attrezzatura che si intende utilizzare sarà preventivamente comunicata alla Direzione Lavori e comprenderà:
- Attrezzi portatili di perforazione e taglio (trapano, fresa a mano con disco diamantato, arnesi da scavo).
- Martinetto piatto, lunghezza 60÷100 cm, larghezza 30 cm (dimensioni indicative), con capacità di carico ≥ 100 t.
- Estensimetro meccanico rimovibile o trasduttori elettrici di spostamento, con sensibilità di
0.01 mm.
Le modalità di prova saranno le seguenti:
- Si collocheranno sulla parete almeno 12 basi di misura, simmetricamente disposte rispetto alla linea sulla quale si eseguirà il taglio, secondo un minimo di 3 sezioni.
Si misureranno, con precisione di 0.01 mm, le distanze reciproche tra le basi sulla stessa direzione orizzontale.
- Si scaverà un taglio piano, normale alla parete, equidistante dalle basi di misura, di dimensioni tali da alloggiare il martinetto piatto.
- Si cementerà nel taglio il martinetto, attendendo quindi il tempo necessario alla presa ed ad un certo indurimento della malta cementizia (o della resina di elevate caratteristiche meccaniche).
- Si misurerà nuovamente la distanza tra le basi, con la stessa precisione, annotando lo spostamento delle stesse dopo l'esecuzione del taglio.
- Si dilaterà il martinetto fino ad annullare per intero lo spostamento delle basi dovuto al taglio, misurando le variazioni della distanza delle basi in forma continua, annotando i diversi gradini di carico applicati ed i relativi spostamenti fino al carico cui corrisponde il ripristino della distanza tra le basi di misura che esisteva originariamente. I gradini di carico saranno definiti nel corso della prova, variando tra 0.5 e 5.0 t ciascuno (orientativamente) o secondo il programma lavori.
La documentazione della prova comprenderà, oltre alle informazioni generali e sulla ubicazione della prova:
- descrizione geomeccanica dell'ammasso con documentazione fotografica;
- descrizione delle apparecchiature di prova (di carico e di misura), loro specifiche tecniche, certificati di calibrazione, documentazione fotografica;
- tabelle delle letture originali;
- grafico deformazioni/carichi;
- valore dello stato di sollecitazione misurato e del modulo di deformabilità;
- documentazione fotografica della prova in corso di esecuzione.
2.2.8. Prove con estensimetro doorstopper in sondaggio
La prova ha lo scopo di determinare lo stato tensionale in sito entro ammassi rocciosi in condizioni quasi indisturbate, tramite la misurazione con cella estensimetrica degli spostamenti che si producono nella parte centrale di un foro di sondaggio a seguito della liberazione di tensioni ottenute mediante sovracarotaggio.
L'attrezzatura sarà conforme alle caratteristiche definite da C.S.I.R. (South Africa Council of Scientific and Industrial Research).
- Cella di misura delle deformazioni costituita da almeno 4 estensimetri elettrici applicati su un supporto circolare a disco dello spessore di 0.625 mm, con disposizione a 45 gradi l'uno dall'altro (tipo C.S.I.R.) o cella dotata di 3 rosette estensimetriche in grado di misurare spostamenti con diversa orientazione nello spazio simultaneamente (tipo C.S.I.R.O.).
- Idoneo strumento di posa della cella in foro.
- Centralina di misura degli spostamenti collegabile alla cella estensimetrica.
- Pressa radiale per la misura delle costanti elastiche di campioni di roccia costituiti da spezzoni di carota da sondaggio.
La prova si eseguirà entro fori di sondaggio di lunghezza non superiore a 20 m, in assenza d'acqua.
La parete del foro nel tratto nel quale si intende eseguire la misura dovrà essere priva di giunti o discontinuità; se richiesto dalla Direzione Lavori, il fondo foro dovrà essere esaminato con sonda ottica televisiva.
La prova sarà eseguita seconda la metodologia ISRM (Suggested methods for rock stress determination), di seguito indicata:
- esecuzione del foro di prova con diametro di 60-80 mm , con carotaggio integrale;
- regolarizzazione del fondo foro con apposita fresa a disco diamantata;
- montaggio della cella di misura in testa allo strumento di inserzione, con spalmatura del collante sulla superficie della cella che andrà a contatto con il fondo foro;
- inserzione in foro della cella, da tenere contro il fondo foro con l'applicazione di una certa pressione fino all'incollaggio avvenuto;
- esecuzione della lettura di zero degli estensimetri;
- approfondimento del foro mediante sovracarotaggio con carotiere a parete sottile, di diametro sufficiente ad inglobare completamente la cella estensimetrica permettendone il recupero a giorno con la parte di roccia sulla quale è incollata;
- collegamento della centralina di misura alla cella, da reinserire in foro per il corretto riequilibrio termico e misura degli spostamenti indotti dal rilascio tensionale conseguente al sovracarotaggio;
- determinazione delle costanti elastiche del materiale con pressa radiale, da eseguire direttamente sul campione di roccia recuperato dal foro, leggendo gli spostamenti direttamente grazie alla cella estensimetrica incollata.
La completa esecuzione della prova richiede che le misure siano ripetute in 3 fori a diversa orientazione nello spazio; si potrà utilizzare in alternativa la cella estensimetrica tipo C.S.I.R.O. con 3 rose di misura per il rilievo degli spostamenti secondo diverse componenti, realizzando il foro pilota con un diametro adeguato.
Le modalità della prova dovranno comunque essere tutte chiaramente definite nel programma lavori.
La documentazione della prova comprenderà:
- informazioni di carattere generale per la identificazione, l'ubicazione e la conoscenza della orientazione nello spazio del sondaggio;
- descrizione litologica, classificazione geologica e descrizione geomeccanica schematica dell'ammasso roccioso nel sito di prova e nel tratto di carotaggio;
- descrizione della formulazione matematica interpretativa;
- grafici deformazione - avanzamento sovracarotaggio;
- grafici delle prove di compressione radiale;
- tabella delle deformazioni degli estensimetri;
- tabella dei valori delle componenti del tensore di sforzo calcolato;
- stereogramma di Xxxxxxx con orientazione e valore delle tensioni principali e relativi limiti di fiducia;
- documentazione fotografica del sito di prova, dell'interno del foro, dell'attrezzatura di prova e delle fasi salienti della prova; relazione descrittiva delle attrezzature e delle modalità di prova.
2.2.9. Prove di taglio in sito
Le prove di taglio in sito permetteranno di determinare le caratteristiche di resistenza dell'ammasso roccioso, in genere lungo piani di discontinuità o giunti di particolare interesse oppure in corrispondenza di piani di taglio imposti, sollecitando con tensioni normali di confinamento e tangenziali blocchi di roccia opportunamente predisposti. La prova può essere realizzata in superficie o in cunicolo, con riferimento alle norme ISRM, Suggested Methods.
L'attrezzatura di prova dovrà essere preventivamente comunicata alla Direzione Lavori e comprenderà:
- cassa di incapsulamento superiore del blocco di roccia da isolare con telaio di contrasto inferiore; il blocco di roccia dovrà avere dimensioni minime di 50 cm di lato alla base, per forme di tipo cubico;
- dispositivi per l'applicazione del carico normale, rappresentati da un martinetto (o più martinetti) idraulico in grado di esercitare le pressioni richieste, agente su una trave di reazione poggiante sulla cassa di contenimento; nel caso di prova a cielo aperto o condizioni equivalenti, il contrasto sarà fornito da tiranti o altra struttura approvata ancorati al terreno a fianco del blocco, nel caso di prova in cunicolo apposito esso sarà fornito direttamente dalla volta o dalle pareti dello stesso;
- dispositivi per l'applicazione del carico tangenziale, rappresentati da un martinetto (o più martinetti) agente sulla cassa di contenimento, con una direzione d'azione inclinata di circa 15 gradi rispetto al piano di xxxxxx, grazie ad un contrasto ottenuto a mezzo di tiranti suborizzontali ancorati al telaio inferiore o secondo altri mezzi o configurazioni approvati;
- dispositivi di misura delle forze applicate, costituiti da manometri di alta precisione e di taratura recente;
- dispositivi di misura degli spostamenti con precisione di 0.01 mm;
- attrezzi di scavo e demolizione roccia, adeguati alle necessità di preparazione del sito e di isolamento del blocco.
Le modalità ed i risultati della preparazione dovranno essere concordati con la Direzione Lavori. La preparazione sarà schematicamente realizzata nella forma di seguito descritta:
- dopo lo sbancamento preliminare del sito di prova e le necessarie pulizie, si ricaverà un blocco di forma approssimativamente cubica di lato non inferiore a 50 cm ponendo la massima cura nel non procurare alcun disturbo all'elemento isolato e alle discontinuità naturali presenti; se necessario, sarà ammessa la stabilizzazione delle superfici a giorno del blocco con malte cementizie a presa rapida;
- eseguito l'isolamento del blocco, si procederà alla accurata descrizione litologica e geomeccanica dello stesso e dell'ammasso roccioso che lo comprende, con xxxxxxx e fotografie di dettaglio.
La prova sarà realizzata mediante l'applicazione delle tensioni normali e tangenziali nelle entità e nelle fasi definite dal programma lavori, che potrà richiedere prove monostadio su blocchi diversi (ciascuna considerata come prova a se) o prove multistadio sullo stesso blocco, con l'imposizione per ogni stadio di un diverso valore di tensione normale di confinamento.
Durante ogni ciclo della prova, comunque sia eseguita, si registreranno i valori della tensione di confinamento normale al piano, quello della tensione di taglio applicata, le tensioni corrispondenti ai valori di resistenza di picco e residui, le deformazioni normali e tangenziali alla superficie di taglio.
Dopo la prova, il blocco sarà sollevato e la superficie di taglio osservata e descritta con la massima accuratezza, rilevando tutti gli elementi di interesse geomeccanico, quali morfologia ed altezza delle asperità, caratteristiche del materiale di riempimento ed ogni altro utile dettaglio.
La documentazione comprenderà:
- informazioni generali atte ad identificare, ubicare, orientare il sito ed il blocco di prova;
- descrizione litologica e geomeccanica di dettaglio del blocco e dell'ammasso roccioso comprensivo dello stesso, con il corredo di schizzi in scala opportuna e di documentazione fotografica;
- tabelle tempo, pressioni normali e tangenziali, spostamenti nello spazio, sia nella fase di consolidazione che nella fase di prova;
- diagrammi forza normale e tangenziale - spostamenti per ciascun trasduttore;
- diagrammi forza normale - forza tangenziale in condizioni di picco e residua per ciascun livello di carico;
- descrizione di dettaglio della superficie di rottura con determinazione del profilo, con documentazione fotografica della stessa;
- descrizione dettagliata delle attrezzature, della configurazione e delle modalità di prova, con il corredo della documentazione fotografica delle attrezzature e delle varie fasi della prova;
- certificati di taratura dei manometri non antecedenti 30 giorni la data della prova.
2.2.10. Rilievo televisivo in sondaggio
Il rilievo televisivo del foro di sondaggio è destinato all'esame stratigrafico e strutturale del tratto perforato ed alla osservazione di eventuali cavità.
L'attrezzatura da impiegarsi è una sonda televisiva costituita da quanto segue:
- Telecamera alloggiata in sonda protettiva, diametro esterno Φest ≤ 70 mm, con obiettivi intercambiabili per la visione assiale e laterale, con sorgente luminosa incorporata.
- Unità di controllo con monitor con regolazione di intensità luminosa, contrasto, messa a fuoco dell'obiettivo; possibilità di video-scrittura.
- Videoregistratore VHS connesso alla unità di controllo.
- Cavi di collegamento, con avvolgi-cavo dotato di dispositivo per il controllo della profondità della telecamera.
L'attrezzatura deve in ogni caso garantire immagini di chiara leggibilità, tali da permettere il riconoscimento dei piani di discontinuità intersecanti il sondaggio ed il rilievo della giacitura (immersione ed inclinazione) dei medesimi.
Il foro di sondaggio sarà del tutto privo di rivestimento, di diametro ≥ 100 mm, asciutto o contenente acqua limpida, decantata per almeno 3÷4 ore prima dell'ispezione.
La telecamera sarà calata lentamente nel foro, fermandosi in corrispondenza dei particolari litologici o strutturali d'interesse, regolando opportunamente il monitor onde ottenere la migliore qualità possibile delle immagini.
Le annotazioni relative ai dati generali dell'ispezione ed agli aspetti particolari di quanto osservabile saranno eseguite mediante sovrapposizione su video, con l'uso della tastiera per la videoscrittura.
Tutte le immagini su monitor, incluse le annotazioni aggiunte, dovranno essere registrate su nastro magnetico.
La documentazione sarà costituita da una relazione descrittiva e dalla cassetta (o più cassette) formato VHS.
La cassetta conterrà anche le informazioni generali (luogo, data, denominazione sondaggio, altre note) relative all'ispezione eseguita.
La relazione di accompagnamento della registrazione specificherà le caratteristiche della sonda televisiva:
- dimensioni;
- tipo e caratteristiche obiettivi.
La stessa relazione conterrà anche una schematizzazione grafica del reticolo dei piani di divisibilità rilevati durante l'ispezione con l'indicazione di tutte le misure e le informazioni necessarie per la completa comprensione del rilievo televisivo e per le successive elaborazioni.
2.3. INDAGINI GEOFISICHE
2.3.1. Attrezzature di sondaggio per prove "DOWN - HOLE"
Metodo geofisico per la misura in sito della velocità di propagazione Vp delle onde sismiche longitudianli e Vs delle onde trasversali per la determinazione dei parametri di deformabilità in condizioni dinamiche dei terreni.
Le misure si eseguiranno mediante la misurazione dei tempi di tragitto di impulsi sismici da un emettitore ad un ricevitore, quest'ultimo posto all'interno di un foro di sondaggio adeguatamente rivestito con tubazione apposita.
La esecuzione della prova richiede la predisposizione di un foro di sondaggio attrezzato con tubazioni in accordo a quanto descritto in seguito.
Le modalità di esecuzione della prova saranno le seguenti:
- posizionamento e bloccaggio del ricevitore in corrispondenza del primo punto di prova, in accordo al programma di lavoro;
- generazione dell'impulso ( è ammessa anche la somma di più impulsi) e registrazione degli arrivi degli impulsi longitudinali e di taglio;
- ripetizione delle medesime operazioni lungo tutta la verticale di prova.
Le misure saranno relative all'intervallo di profondità ed avranno la frequenza specificata dal programma di lavoro (la frequenza oscilla di norma tra 1 misura ogni 0,5 m ed 1 ogni 3,0 m).
La perforazione sarà eseguita con diametro sufficiente a permettere l'installazione nel foro del tubo completo dei tubicini esterni di iniezione. Nel corso della perforazione si avrà cura di evitare rifluimenti in colonna e decompressioni del terreno nell'intorno del foro.
I rivestimenti dovranno poter essere estratti con sola trazione senza rotazione. In cantiere, prima dell'installazione, si dovrà provvedere a:
- controllare che i tubi non presentino lesioni o schiacciature dovuti al trasporto, soprattutto nelle parti terminali;
- controllare che le estremità dei tubi non presentino sbavature che possono compromettere il buon accoppiamento;
- verificare l'efficienza del tubo per l'iniezione della miscela di cementazione da applicare all'esterno della colonna;
- controllare e preparare i componenti per la realizzazione della miscela di cementazione che, ove non più chiaramente specificato sarà composta da acqua, cemento e bentonite rispettivamente in proporzione di 100, 30 e 5 parti in peso;
- controllare gli utensili per l'installazione, ed in particolare l'efficienza della morsa di sostegno.
Per la esecuzione delle misure geofisiche si utilizzeranno le sottoelencate attrezzature:
La sorgente di energia sarà rappresentata da una massa battente manovrata a mano, agente a percussione in diverse direzioni su una base in legno o calcestruzzo; si potrà utilizzare anche un percussore oleodinamico agente all'interno di una piccola cassaforma interrata, oppure altri dispositivi concordati con la Direzione Lavori.
E' onere e responsabilità dell’Impresa dimensionare correttamente la sorgente, in funzione della natura e caratteristiche dei terreni interessati e che sono da considerarsi noti, in quanto le misure sono successive alla perforazione dei sondaggi entro i quali si eseguono le stesse.
Il ricevitore dovrà essere del tipo da sondaggio o pozzo, sensibile alle 3 componenti fra loro ortogonali nelle quali gli impulsi sono scomponibili.
Diametro minore o uguale a 70 mm. Frequenza prossima a 4,5 Hz.
Il ricevitore deve poter essere reso solidale con la tubazione di rivestimento del foro tramite un dispositivo di bloccaggio pneumatico.
L’unità di registrazione sarà un sismografo registratore ad almeno 12 canali, con amplificatore per ciascun canale, filtri regolabili, addizzionatore di impulsi, stampante.
I tubi per prove "down-hole" avranno sezione circolare, con le seguenti caratteristiche:
-spessore > 3 mm
-diametro interno ∅ int = 75 ÷ 100 mm
I tubi saranno realizzati in PVC, in spezzoni da circa 3 m di lunghezza ed assemblati mediante filettatura a vite o altro sistema con equivalenti garanzie di tenuta.
La posa in opera dei tubi dovrà avvenire in accordo con le seguenti modalità (l'uso dei manicotti e dei rivetti è facoltativo):
Lavare accuratamente la perforazione con acqua pulita
Preassemblare i tubi in spezzoni di circa 6.0 m. realizzando le giunzioni mediante accorgimenti opportuni a garantire l’impermeabilità del sistema.
Inserire il primo tubo predisposto nella perforazione (in terreni sotto falda riempire il tubo di acqua per contrastare la spinta di Archimede e favorirne l'affondamento).
Bloccare il tubo mediante l'apposita morsa in modo che dalla perforazione fuoriesca solamente l'estremità superiore.
Inserire lo spezzone successivo ed eseguire l'incollaggio e la sigillatura del giunto.
Allentare la morsa e calare il tubo nel foro (riempiendolo d'acqua se necessario) fissando nel contempo il tubo d'iniezione. Bloccare la colonna con la morsa quando fuoriesce solamente l'estremità superiore.
Procedere di seguito fino al completamento della colonna annotando la lunghezza dei tratti di tubo inseriti.
Completata la colonna, iniziare la cementazione che dovrà avvenire a bassa pressione (≈ 2 atm) attraverso il tubo d'iniezione, osservando la risalita della miscela all'esterno dei tubi.
I rivestimenti di perforazione dovranno essere estratti, operando solo a trazione, non appena la miscela appare in superficie. Nella fase di estrazione dei rivestimenti il rabbocco di miscela potrà essere eseguito da testa foro anzichè attraverso il tubo di iniezione, per mantenere il livello costante a p.c.; qualora si noti l'abbassamento del livello della miscela il rabbocco dovrà continuare nei giorni successivi.
Nella fase finale della cementazione si dovrà provvedere alla installazione attorno al tratto superiore del tubo di prova di un tubo di protezione in acciaio o p.v.c. pesante (diametro interno minimo ∅ int = 0,12 m, lunghezza L > 1.0 m).
Il tubo sporgerà di ¸ 15 cm dalla sommità del tubo per prove geofisiche e sarà provvisto di un coperchio in acciaio dotato di lucchetto.
Terminata la cementazione il tubo di prova sarà accuratamente lavato con un attrezzo a fori radiali e acuqa pulita.
Se richiesto, alla distanza di 2 m da bocca foro si realizza un cubo in calcestruzzo di lato 50 cm, inserito nel terreno per 20 cm e reso ben solidale con il medesimo.
Il cubo deve, a presa ed indurimento avvenuti, essere resistente alla percussione manuale con mazza da 10 Kg e privo di lesioni, fratture, fessure da ritiro. In alternativa al cubo, sempre se richiesto, sarà realizzato un alloggiamento interrato in cls per l'uso di un percussore idraulico.
La documentazione delle misure dovrà comprendere quanto sottoelencato:
- informazioni generali atte ad ubicare ed identificare le prove
- schema geometrico del tubo installato;
- quota assoluta della testa del tubo;
- caratteristiche del tubo installato;
- modalità, quantità e composizione della miscela iniettata nell'intercapedine;
- ubicazione e caratteristiche descrittive del dispositivo di energizzazione con date di esecuzione del getto.
- diagrammi di Vp e Vs rispetto alla profondità
- interpretazione delle misure con calcolo del modulo di elasticità in condizioni dinamiche, del modulo di taglio, di compressibilità volumetrica e del coefficiente di Poisson, per ogni punto di misura.
2.3.2. Attrezzature di sondaggi per prove "CROSS - HOLE"
Metodo geofisico per la misura in sito della velocità di propagazione Vp delle onde sismiche longitudinali e Vs delle onde trasversali per la determinazione dei parametri di deformabilità in condizioni dinamiche dei terreni.
Le misure si eseguono mediante la misurazione dei tempi di tragitto di impulsi sismici da un emettitore ad un ricevitore posti all'interno di due fori di sondaggio paralleli e ravvicinati, a distanza reciproca di 5 ÷ 20 m.
La esecuzione della prova richiede la predisposizione di due fori di sondaggio attrezzati con tubazioni in accordo a quanto descritto in seguito.
Le modalità di esecuzione della prova saranno le seguenti:
- posizionamento e bloccaggio di sorgente e ricevitore in corrispondenza della prima coppia di posizioni coniugate, in accordo al programma di lavoro;
- sparo e registrazione degli arrivi degli impulsi longitudinali e di taglio;
- ripetizione delle medesime operazioni per ciascuna coppia di punti coniugati lungo le verticali dei sondaggi.
Le misure saranno relative all'intervallo di profondità ed avranno la frequenza specificata dal programma di lavoro (la frequeza oscillerà di norma tra 1 misura ogni 0,5 m ed 1 ogni 3,0 m).
La perforazione sarà eseguita con diametro sufficiente a permettere l'installazione nel foro del tubo completo dei tubicini esterni di iniezione. Nel corso della perforazione si avrà cura di evitare rifluimenfti in colonna e decompressioni del terreno nell'intorno del foro.
I rivestimenti dovranno poter essere estratti con sola trazione senza rotazione. In cantiere, prima dell'installazione, si dovrà provvedere a:
- controllare che i tubi non presentino lesioni o schiacciature dovuti al trasporto, soprattutto nelle parti terminali;
- controllare che le estremità dei tubi non presentino sbavature che possano compromettere il buon accoppiamento;
- verificare l'efficienza del tubo per l'iniezione della miscela di cementazione da applicare all'esterno della colonna;
- controllare e preparare i componenti per la realizzazione della miscela di cementazione che ove non meglio specificato, sarà composta da acqua, cemento e bentonite rispettivamente in proporzione di 100, 30 e 5 parti in peso;
- controllare gli utensili per l'installazione, ed in particolare l'efficienza della morsa di sostegno.
Per la esecuzione delle misure geofisiche si utilizzeranno le sottoelencate attrezzature:
La sorgente di energia sarà rappresentata da microcariche di esplosivo o da capsule detonanti, in grado di fornire energia in quantità sufficiente alla generazione di impulsi che risultino leggibili;
E' onere e responsabilità dell’Impresa dimensionare correttamente la sorgente, in funzione della natura e caratteristiche dei terreni interessati e che sono da considerarsi noti, in quanto le misure sono successive alla perforazione dei sondaggi entro i quali si eseguono le stesse.
I ricevitori saranno del tipo da sondaggio o pozzo, sensibili alle 3 componenti fra loro ortogonali nelle quali gli impulsi sono scomponibili;
Diametro minore o uguale a 70 mm. Frequenza prossima a 4,5 Hz.
Il ricevitore deve poter essere reso solidale con la tubazione di rivestimento del foro tramite un dispositivo di bloccaggio pneumatico.
L’unità di registrazione dovrà essere un sismografo registratore ad almeno 12 canali, con amplificatore per ciascun canale, filtri regolabili, addizionatore di impulsi, stampante.
I tubi per prove "cross - hole" hanno sezione circolare, con le seguenti caratteristiche:
-spessore > 3 mm
-diametro interno ∅ int = 90 ÷ 100 mm
I tubi sono realizzati in PVC in spezzoni da circa 3 m di lunghezza ed assemblati mediante
filettatura o altro sistema a garanzia della corretta tenuta.
La posa in opera dei tubi dovrà avvenire in accordo alle seguenti modalità ( l'uso dei manicotti e dei rivetti è facoltativo):
Lavare accuratamente la perforazione con acqua pulita
Preassemblare i tubi in spezzoni di circa 6.0 m, fasciando le giunzioni con nastro autovulcanizzante o con equivalente sistema per la realizzazione stagna delle giunzioni.
Montare sul primo spezzone il tappo di fondo e fissare il tubo per l'iniezione;
Inserire il primo tubo predisposto nella perforazione (in terreni sotto falda riempire il tubo di acqua per contrastare la spinta di Archimede e favorirne l'affondamento).
Bloccare il tubo mediante l'apposita morsa in modo che dalla perforazione fuoriesca solamente l'estremità superiore.
Inserire lo spezzone successivo ed eseguire l'incollaggio e la sigillatura del giunto.
Allentare la morsa e calare il tubo nel foro (riempiendolo d'acqua se necessario) fissando nel contempo il tubo d'iniezione. Bloccare la colonna con la morsa quando fuoriesce solamente l'estremità superiore.
Procedere di seguito fino al completamento della colonna annotando la lunghezza dei tratti di tubo inseriti.
Completata la colonna, iniziare la cementazione che dovrà avvenire a bassa pressione (≈ 2 atm) attraverso il tubo. I rivestimenti di perforazione dovranno essere estratti, operando solo a trazione,
non appena la miscela appare in superficie. Nella fase di estrazione dei rivestimenti il rabbocco di miscela potrà essere eseguito da testa foro anzichè attraverso il tubo di iniezione, per mantenere il livello costante a.p.c.; qualora si noti l'abbassamento del livello della miscela il rabbocco dovrà continuare nei giorni successivi.
Nella fase finale della cementazione si dovrà provvedere alla installazione attorno al tratto superiore del tubo di prova di un tubo di protezione in acciaio o p.v.c. pesante (diametro interno minimo ∅ int = 0,12 m lunghezza L ≥ 1.0 m).
Il tubo sporgerà di circa 15 cm dalla sommità del tubo per prove geofisiche e sarà provvisto di un coperchio in acciaio dotato di lucchetto.
Terminata la cementazione il tubo di prova sarà accuratamente lavato con un attrezzo a fori radiali e acqua pulita.
Dopo il lavaggio e a presa avviata, si dovrà verificare la continuità e l'integrità del tubo che dovrà essere internamente liscio e privo di sporgenze.
La verticalità della tubazione installata deve essere verificata con sonda inclinometrica con 2 sensori ortogonali.
Saranno misurabili deviazioni dalla verticale ≤ 20°; la sensibilità richiesta è ≥ 0.07°.
La sonda sarà del tipo a controllo azimutale o sarà calata con aste con connessione a baionetta, senza modificare l'orientazione azimutale della sonda per l'intera durata della prova.
La documentazione delle misure dovrà comprendere quanto sottoelencato:
- informazioni generali atti a d ubicare ed identificare le prove
- schema geometrico di ogni tubo installato;
- quota assoluta della testa del tubo;
- caratteristiche del tubo installato;
- modalità, quantità e composizione della miscela iniettata nell'intercapedine;
- rilievo inclinometrico della verticalità;
- diagrammi dif Vp e Vs rispetto alla profondità;
- interpretazione delle misure con calcolo del modulo di elasticità in condizioni dinamiche, del modulo di taglio, di compressibilità volumetrica e del coefficiente di Poisson, per ogni coppia di punti di misura.
Le misure effettuate e la loro restituzione in un grafico che evidenzi la distanza in ogni punto della coppia dei fori per misure "cross-hole" farà parte integrante della documentazione.
2.3.3. Carotaggio sonico
Misure in foro di sondaggio della velocità di propagazione di impulsi sonici, mediante una sonda cilindrica dotata di un emettitore di impulsi in testa e di uno o più ricevitori all'altra estremità.
La sonda di prova dovrà essere costituita da un corpo cilindrico con emettitore sonico all'estremità superiore e 1 oppure 2 ricevitori all'estremità opposta, separati da una distanza di 80 ÷ 100 cm, se non altrimenti approvato e da un corpo intermedio costituito da materiale in grado di impedire la diretta propagazione dell'impulso sonico da emettitore a ricevitore.
Nel caso di sonda con 2 ricevitori, anche questi saranno separati da un corpo intermedio in grado di assorbire gli impulsi diretti.
Cavi elettrici di connessione della sonda con una centralina di ricezione del segnale, quest'ultima in grado di registrare il tempo di tragitto dell'impulso da sorgente a ricevitore in millisecondi.
La sonda verrà inserita nel foro di sondaggio, non rivestito, ed arrestata in corrispondenza di punti distanti fra loro di 25 ÷ 50 cm, con misura in corrispondenza di ogni punto di prova del tempo di tragitto dell'impulso sonico.
Le misure saranno eseguite sull'intera lunghezza del foro di sondaggio, se non diversamente richiesto dal programma di lavoro.
La documentazione di ciascuna verticale di prova comprenderà:
- informazioni generali atte ad identificare ed ubicare completamente la verticale di prova
- diagramma rappresentante la velocità sonica (km/s) rispetto alla profondità (m)
- nota descrittiva delle operazioni eseguite con commenti e valutazioni interpretative dei risultati ottenuti.
2.3.4. Prospezioni sismiche a rifrazione
Metodo geofisico per la misura della velocità di propagazione delle onde sismiche mediante allineamenti isolati o consecutivi di geofoni e registrazioni multiple delle onde di pressione per ciascun stendimento di misura.
L'attrezzatura richiesta per l'esecuzione di profili sismici a rifrazione è la seguente:
• sorgente di energia, in grado di generare onde sismiche in quantità apprezzabili ai fini dell'indagine mediante lo scoppio di cariche esplosive, lo sparo di cartucce di fucile sismico o
l'impiego di apparati meccanici, elettromeccanici, ad aria compressa o similari approvati; in ogni caso, la sorgente dovrà fornire energia sufficiente alla investigazione della profondità indicata dal programma di lavoro (con minimi di 20 m di profondità).
• 12 - 24 geofoni
• sismografo registratore multicanale (minimo 12 ) con amplificatori ed algoritmo di sommatoria per ciascuno canale, dispositivi di filtraggio, display analogico e digitale, memoria di massa per la raccolta e la conservazione dei dati, stampante.
L'esecuzione di ogni linea sismica dovrà essere accompagnata o preceduta da un rilievo plani- altimetrico di tutti i punti di stazione (geofoni + punti di energizzazione) con precisione di 0.5 cm, da riferirsi a capisaldi topografici chiaramente individuati sul terreno e riportati sulla carta topografica.
L'interdistanza tra geofoni dovrà essere compresa tra i 5 m ed i 20 m, in funzione delle finalità di indagine.
La generazione di impulsi per ogni stendimento di misura dovrà essere in numero minimo di 5, con un punto centrale, un punto per ciascuna estremità dello stendimento, due punti esterni allo stendimento, posizionati in funzione della profondità da indagare.
La documentazione finale deve comprendere i seguenti elaborati:
- cartografia scala 1:2000 (oppure diversa se approvata) con esatta ubicazione degli stendimenti, dei punti di stazione dei capisaldi, corredata del libretto di campagna dei rilievi topografici eseguiti
- diagrammi distanze/tempi rifratti ( dromocrone) e sezioni sismiche interpretative con evidenziazione delle velocità di propagazione proprie dei terreni indagati e degli spessori delle unità sismiche individuate
- copia delle registrazioni sismiche di campo (films) ottenuti a seguito della definizione dei primi arrivi
- relazione di commento finale, con elenco dettagliato delle attrezzature utilizzate, descrizione del metodo interpretativo impiegato, illustrazione dei risultati ottenuti compresa la correlazione tra unità sismiche e unità litologiche presenti grazie a sezioni (in scala approvata) con tutte le indicazioni parametriche dei singoli rifrattori individuati e la posizione in proiezioni di eventuali sondaggi, prove e misure geofisiche in foro eseguiti o resi comunque disponibili.
2.3.5. Prospezioni geoelettriche
La prospezione geoelettrica impiega diversi metodi di esplorazione finalizzati alla ricostruzione indiretta del profilo litostratigrafico ed alla individuazione di strutture sepolte in base alle diverse caratteristiche di resistività elettrica del terreno.
I metodi di esplorazione, a seconda della disposizione elettrodica, saranno i seguenti:
- Sondaggi Elettrici Verticali SEV
- Stendimenti dipolo-polari continui
- Profili di resistività
Le diverse tecniche di esplorazione sono descritte al successivo punto c.
L'attrezzatura comprenderà:
- georesistivimetro digitale con possibbilità di blocco lettura, con millivoltmetro digitale (sensibilità massima 0.01 mV) e circuito di azzeramento dei potenziali spontanei e con milliamperometro digitale (sensibilità massima 0.01 mA)
- georesistivimetro con millivoltmetro (sensibilità massima 1 mV f.s.) e circuito di azzeramento dei potenziali spontanei, milliamperometro con scala 1 mA-3 A (precisione o.1% f.s.), milliamperometro indipendente con scala 1 mA - 2 A; lo strumento deve poter lavorare con corrente continua e alternata di bassa frequenza.
Per l’esecuzione dei Sondaggi Elettrici Verticali si utilizzeranno 4 elettrodi allineati (MN di tensione, AB di corrente), simmetricamente disposti rispetto ad un centro. Nella configurazione di Schlumberger si fissano gli elettrodi MN e partendo da un AB pari a 4 MN si distanziano successivamente gli elettrodotti AB, fino a raggiungere una lunghezza pari a 20÷40 MN. Le due ultime misure di ogni serie verranno ripetute con MN allargato per la serie successiva, e così via per ogni serie, mantenendo sempre fisso il centro dei dispositivi di misura. Si manterranno invece distanze fisse tra AM, MN e NB nel caso di utilizzo della configurazione di prova Xxxxxx. Le esatte modalità di configurazione in fase di prova saranno comunicate all'Direzione Lavori.
In caso di acqua di falda affiorante o subaffiorante, se ne preleveranno alcuni campioni per la definizione in sito della conducibilità. Prima di ogni misura dovrà inoltre essere verificato il valore
della resistenza di contatto con il terreno per gli elettrodi AB; si verificherà anche l'eventuale dispersione dei cavi, misurata applicando tensione agli stessi a circuito aperto.
Il valore della differenza di potenziale tra gli elettrodi MN prima della prova dovrà essere verificato ed essere pari a zero.
Per gli stendimenti dipolo - polari continui, si dovranno utilizzare 4 elettrodi, denominati MN ed AB; gli elettrodi di tensione MN saranno mantenuti fissi, quelli di coreente AB verranno allontanati con uguale direzione e verso ma mantenuti alla stessa distanza reciproca. Le esatte procedure di prova saranno comunicate alla Direzione Lavori.
Per i profili di resistività, si dovranno utilizzare 4 elettrodi disposti secondo lo schema di un quadripolo AMNB costante, progressivamente spostato lungo un allineamento predefinito per la determinazione delle variazioni laterali delle caratteristiche elettriche dei terreni.
La esatta configurazione del quadripolo (secondo il dispositivo Xxxxxx o Schlumberger) sarà funzione della profondità che dovrà essere esplorata e sarà comunicata alla Direzione Lavori, insieme alla frequenza con cui eseguire le misure.
La documentazione comprenderà:
- cartografia di base scala 1:2000 (o come concordato) con ubicazione delle prove eseguite e dei centri di misura, con indicazione degli azimuth e della quota dei centri di misura.
- tabulazione dei valori di resistività apparente misurati
- curve di resistività apparente in grafici bilogaritmici
- copia di tutti i dati raccolti in campagna, dai libretti originali di documentazione
- relazione riassuntiva con descrizione dettagliata delle attrezzature impiegate, delle modalità operative, dei metodi di interpretazione e comprensiva della definizione della resistività elettrica alle diverse profondità e delle unità elettrostratigrafiche evidenziate.
2.3.6. Prospezioni sismiche a riflessione
Metodo geofisico per il rilievo delle caratteristiche sismiche degli ammassi mediante allineamenti isolati o consecutivi di geofoni e registrazioni multiple delle onde di pressione per ciascun stendimento di misura.
L'attrezzatura richiesta per l'esecuzione di profili sismici a riflessione è la seguente:
• sorgente di energia, in grado di generare onde sismiche in quantità apprezzabili ai fini dell'indagine mediante lo scoppio di cariche esplosive, l'impiego di apparati meccanici,
elettromeccanici, ad aria compressa o similari approvati; in ogni caso, la sorgente dovrà fornire energia sufficiente alla investigazione della profondità indicata dal programma di lavoro.
• 24 geofoni
• sismografo registratore multicanale (minimo 24) con amplificatori ed algoritmo di sommatoria per ciascuno canale, dispositivi di filtraggio, display analogico e digitale, memoria di massa per la raccolta e la conservazione dei dati, stampante.
L'esecuzione di ogni linea sismica dovrà essere accompagnata o preceduta da un rilievo plani- altimetrico di tutti i punti di stazione (geofoni + punti di energizzazione) con precisione di 0.5 cm, da riferirsi a capisaldi topografici chiaramente individuati sul terreno e riportati sulla carta topografica.
L'interdistanza tra geofoni dovrà essere compresa tra i 5 m ed i 20 m, in funzione delle finalità di indagine.
La prospezione sismica dovrà essere realizzata secondo criteri di "stacking orizzontale" mediante copertura multipla di stendimenti in ragione variabile da un minimo del 400% ad un max del 1200% secondo gli indirizzi e le finalità di indagine.
I sistemi digitali di acquisizione dati, ad alto potere risolutivo, dovranno essere atti a realizzare campionature di segnali tra 0,025 e 2 msec ed essere dotati di filtri taglia basso e taglia alto, di "automatic gain control" e di convertitori A/D del segnale campionato, almeno ad 8 bit.
La documentazione finale deve comprendere i seguenti elaborati:
- cartografia scala 1:2000 (oppure diversa se approvata) con esatta ubicazione degli stendimenti, dei punti di stazione dei capisaldi, corredata del libretto di campagna dei rilievi topografici eseguiti
- copia delle registrazioni sismiche di campo (films) ottenuti a seguito della definizione dei primi arrivi
- SISMOSEZIONI in ordinate di tempi atte a configurare qualitativamente le situazioni geotettoniche primarie;
- SISMOSEZIONI SISMOSTRATIGRAFICHE in ordinate di profondità integrate con le indicazioni dei valori relativi ai parametri elastici dei terreni indagati;
- RELAZIONE CONCLUSIVA illustrativa delle attrezzature impiegate, delle operazioni eseguite e dei criteri di calcolo e di elaborazione adottati, integrata da note di commento delle principali informazioni ottenute sui terreni indagati.
3. PRESCRIZIONI ED ONERI GENERALI
3.1. GENERALITA'
Nella effettuazione delle attività concernenti i sondaggi e le prospezioni, senza che l'elencazione debba considerarsi completa, si devono considerare esclusi gli oneri e i costi per l'ottenimento dei permessi di lavoro e stazionamento, oneri per l'accesso alle zone o ai punti di lavoro e stazionamento, oneri per l'accesso alle zone o ai punti di lavoro con il personale e le attrezzature
necessarie, opere di ripristino delle condizioni precedenti l'esecuzione dei lavori, il risarcimento dei danni a terzi, i rilievi topografici, le fotografie, la cartografia, i carburanti e ogni altro materiale di consumo, i costi logistici e del personale, le attrezzature accessorie, il trasporto e la spedizione dei campioni ai laboratori, l'interpretazione, la restituzione e la documentazione dei lavori eseguiti e quanto altro non elencato direttamente o indirettamente necessario per l'esecuzione finita e a perfetta regola d'arte di tutti i lavori in oggetto.
3.2. SOGGEZIONI AMBIENTALI
Oltre al rispetto delle normali procedure anti-infortunistiche previste dalla vigente legislazione, nel caso che l’Impresa sia chiamata ad operare entro aree nelle quali esistano o siano temuti fenomeni di inquinamento ad opera di sostanze tossiche o nocive, esso è tenuto a prendere le misure di sicurezza per prevenire la contaminazione da diretto contatto o inalazione del personale addetto ai lavori.
3.3. DOCUMENTAZIONE DELLE INDAGINI
Durante lo svolgimento delle attività di cantiere l’Impresa avrà cura di compilare un Giornale dei Lavori, a comprensione di tutte le attività connesse alle indagini, da sottoporre, a richiesta, all'esame della DL.
La documentazione preliminare del lavoro svolto verrà progressivamente aggiornata nel corso dei lavori, sarà resa disponibile presso l’Impresa quando richiesta e sarà altrimenti trasmessa alla DL a fine campagna.
La documentazione in forma definitiva sarà presentata non oltre 20 gg. solari dal completamento dei lavori (completamento dei sondaggi).
3.4. CONSEGNA DEI CAMPIONI DI TERRENO
I campioni destinati al laboratorio verranno imballati con cura in casse il cui peso lordo non superi 60 kg, avendo cura di evitare danni nel corso del trasporto con un adeguato imballaggio dei contenitori, in modo particolare dei campioni indisturbati.
I campioni di terreno o di fluido destinati ad analisi chimico-fisiche saranno recapitati al laboratorio geotecnico prescelto. I campioni di terreno o di fluido destinati ad analisi chimico-fisiche saranno recapitati al relativo laboratorio.
3.5. CONSERVAZIONE DELLE CASSETTE CATALOGATRICI
Le cassette catalogatrici con il carotaggio saranno sistemate, in luogo da concordare con la DL, al riparo dagli agenti atmosferici, dovranno essere conservate in modo che siano facilmente ispezionabili. Le cassette dovranno essere conservate fino ad esito positivo del collaudo di ciascun lotto funzionale.
3.6. UBICAZIONE E QUOTE
La posizione planimetrica di ciascun punto d'indagine sarà definita rispetto a caposaldi individuati dal dall’Impresa, e concordati con la DL, con un'approssimazione di ±1 m. La quota di ciascun
punto di indagine sarà determinata con l'approssimazione di più o meno 10 cm, rispetto al livello medio o al riferimento locale fornito.
3.7. ONERI DIVERSI
Nella effettuazione dei lavori oggetto della presente Sezione l’Impresa dovrà altresì tener conto dei seguenti oneri ed adempimenti:
- i maggiori oneri derivanti dalle soggezioni e difficoltà connesse con la effettuazione di lavori in galleria e/o comunque in sotterraneo;
- la effettuazione della campagna di indagine relativa ad una stessa zona in fasi successive, sia che questo derivi da esigenze di sviluppo della progettazione o di avanzamento dei lavori di costruzione, sia che questo derivi da supplementi d'indagine che, a suo insindacabile giudizio, la DL ritenesse necessario effettuare, sia ancora che ciò derivi da impedimenti e soggezioni connesse con la disponibilità delle aree e delle autorizzazioni;
- la guardiania e custodia delle attrezzature di rilevazione installate e dei campioni prelevati al fine di garantirne la validità ed attendibilità per tutto il periodo di rilevazione previsto;
- il trasporto a rifiuto di tutti i materiali di risulta comunque connessi con le attività di sondaggio;
- la realizzazione delle opere di drenaggio necessarie a garantire il regolare deflusso delle acque superficiali al fine di evitare inconvenienti ai sondaggi in corso e di prevenire possibili danni alle aree limitrofe a quelle di lavoro;
- l'installazione e l'esercizio delle attrezzature necessarie, ove ciò sia richiesto, per il controllo ed il contenimento delle acque di falda.