SIAMO QUI
Progetto cofinanziato da
Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi Terzi - Annualità 2012
SIAMO QUI
PER I DIRITTI DEI MINORI
E DELLE FAMIGLIE IMMIGRATE IN RICONGIUNGIMENTO
PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE E DI RETE PER LA CITTÀ DI MILANO
Fei AZ. 3 - Siamo qui: minori migranti dal ricongiungimento a percorsi integrati di cittadinanza sul territorio 2012/FEI/PROG-103292
Progetto promosso da in collaborazione con
SIAMO QUI
PER I DIRITTI DEI MINORI
E DELLE FAMIGLIE IMMIGRATE IN RICONGIUNGIMENTO
PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE E DI RETE PER LA CITTÀ DI MILANO
Fei AZ. 3 - Siamo qui: minori migranti dal ricongiungimento a percorsi integrati di cittadinanza sul territorio 2012/FEI/PROG-103292
INDICE
4
Premessa ............................................................................................................................................
6
I. IL FENOMENO DEI RICONGIUNGIMENTI A MILANO .......................................................
7
II. PRINCIPI DI FONDO DEGLI INTERVENTI ...........................................................................
9
III. METODI E PRASSI DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE ...............................................
11
IV. IL RUOLO DELLA COMUNITÀ TERRITORIALE:
ISTITUZIONI, SERVIZI, MINORI E FAMIGLIE IMMIGRATE E COMUNITÀ .....................
13
V. LE POTENZIALITÀ DELLO SVILUPPO DI UNA RETE CITTADINA ....................................
15
VI. IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE..........................................................................
15
VII. PROSPETTIVE FUTURE ......................................................................................................
16
VIII. I SOGGETTI PARTECIPANTI .............................................................................................
18
Allegati ...............................................................................................................................................
PREM
ESSA
Milano, 25 giugno 2014
Il presente documento è il frutto di un laboratorio cittadino proposto nell’ambito del progetto Siamo qui – Minori migranti dal ricongiungimento a percorsi integrati di cittadinanza sul territorio, finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi Terzi – Annualità 2012, nato dalla necessità emersa tra i tanti soggetti attivi sul tema nel territorio di Milano, inclusi i partner di progetto, di dare risposte più adeguate per accompagnare in modo integrato i progetti di vita dei minori e delle famiglie immigrate ricongiunte sul territorio del Comune di Milano. Solo in questo modo è possibile garantire i diritti, il benessere psico-sociale e l’accesso ai servizi e alle opportunità di socializzazione dei nuovi cittadini.
Il progetto ha visto come capofila Soleterre - Strategie di Pace Onlus, in partenariato con Comin, Centro Xxxxx Xxxxxxx Xxx Xxx, Terrenuove e Codici, soggetti del territorio con una consolidata esperienza sulle tematiche dell’integrazione sociale dei minori e delle famiglie ricongiunte, e con il Comune di Milano, da tempo impegnato nella promozione di un sistema interistituzionale di accoglienza e integrazione delle famiglie ricongiunte.
Nello specifico il progetto ha agito su tre aree di attenzione:
1 - Rafforzamento della capacità di gestione delle Istituzioni, dei servizi e del Terzo Settore del Comune di Milano ad accogliere e affrontare attraverso modalità sinergiche le complessità e le fragilità dei percorsi di integrazione dei minori in fase di ricongiungimento e ricongiunti e delle loro famiglie;
2 - Sostegno dei minori in fase di ricongiungimento e ricongiunti nel dialogo con le loro famiglie attivando un supporto integrato ai progetti di vita che tenga conto delle diverse dimensioni dell’integrazione (dialogo intergenerazionale, diritti, scuola e socialità) nelle varie fasi, ai fini di un processo di radicamento sul territorio e di incontro con la società ospitante;
3 - Promozione della partecipazione dei minori e delle loro famiglie valorizzando competenze e risorse personali e di gruppo sull’esperienza del ricongiungimento, attivando scambi e confronti con famiglie e pari della società ospitante, alimentando maggiori consapevolezze sul progetto migratorio.
È nell’ambito della prima area di attenzione che il Comune di Milano (Direzione Politiche Sociali e Cultura della Salute – Servizio per Adulti e Politiche per l’Immigrazione) con il supporto tecnico di Soleterre e degli altri partner, ha contribuito nel primo semestre del 2014 alla realizzazione del laboratorio cittadino che ha dato origine a questo documento. Il laboratorio si è posto l’obiettivo di socializzare le principali esperienze maturate sul territorio, nonché le mappe utilizzate dai diversi soggetti del territorio per leggere ed accompagnare i ricongiungimenti dei minori e delle loro famiglie.
Al laboratorio sono stati invitati soggetti del territorio già aderenti alla rete del progetto e realtà istituzionalmente o prioritariamente impegnate nei percorsi di integrazione dei minori e delle famiglie in ricongiungimento. Al fine di condividere una lettura trasversale e di ampio respiro, sono stati coinvolti in particolare i servizi pubblici con gli operatori dei PoliStart e l’Ufficio Scolastico Territoriale che ha invitato scuole rappresentative di ogni ordine e grado, i Servizi Sociali della Famiglia e il Sead del Comune di Milano, il Tribunale dei minorenni, il Centro per la Giustizia Minorile, nonché la ASL per i servizi di Spazio Blu e dei consultori, lo staff del Progetto Migranti dell’UONPIA e del Centro di Etnopsichiatria di Niguarda; sono stati inoltre coinvolti i coordinamenti cittadini dei CAG e dei Centri Diurni nonché altre importanti organizzazioni del Terzo Settore da tempo impegnate in tavoli e progetti territoriali di accompagnamento dei ricongiungimenti in ambito
scolastico-educativo e in ambito psicosociale.
Il laboratorio si è strutturato intorno a due tematiche ritenute rilevanti nei processi di integrazione dei ricongiungimenti, ed è stato proposto ai partecipanti di affrontarle in due distinti gruppi di lavoro, in modo da favorire maggiori opportunità di approfondimento tra gli operatori, per poi riunirli tutti in un lavoro di sintesi realizzato alla fine dei due percorsi:
GRUPPO n. 1: PER UN PONTE TRA SCUOLA E EXTRASCUOLA
L’obiettivo di questo gruppo di lavoro è stato quello di individuare strumenti per favorire sinergie tra scuola ed extrascuola, a partire dalle problematiche, ma anche dalle risorse dei neo ricongiunti e dei loro contesti d’inserimento. Il lavoro si è concentrato intorno a due domande:
- Quali sono le modalità di accoglienza che favoriscono l’inserimento scolastico nella sua doppia dimensione curriculare ed educativa?
- La scuola e le altre agenzie educative sono parte integrante dei processi di socializzazione. Quanto riescono a favorire questi processi? Di quali risorse e strumenti hanno bisogno?
GRUPPO N. 2 L’ACCOMPAGNAMENTO ALLA RI-DEFINIZIONE DELLE RELAZIONI INTRAFAMILIARI NEL PROCESSO DI RICONGIUNGIMENTO
L’obiettivo di questo gruppo di lavoro è stato quello di riflettere sulle modalità attraverso cui il sistema dei servizi può tematizzare e intervenire nell’accompagnamento delle relazioni familiari, messe a dura prova dal processo di ricongiungimento, spesso realizzato dopo anni di distanza.
Il lavoro si è concentrato intorno a tre domande:
- Attraverso quali dispositivi accompagnare la ricomposizione delle relazioni familiari nel ricongiungimento?
- Come tenere conto della diversità dei percorsi di migrazione e di integrazione dei nuclei familiari?
- Come accompagnare le relazioni intergenerazionali?
INCONTRO CONCLUSIVO: PISTE DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE SUL TERRITORIO
L’ultimo incontro si è posto l’obiettivo di comporre una sintesi del lavoro dei due gruppi laboratoriali per pervenire ad una proposta integrata di piste e prospettive future di progettualità integrata, raccolta nel presente documento.
Al laboratorio hanno partecipato circa 70 operatori del settore pubblico e privato che hanno rappresentato circa 30 enti. Con il loro impegno hanno contribuito a promuovere una lettura critica multidisciplinare del fenomeno e a consolidare l’acquisizione di alcuni orientamenti di principi e prassi ritenuti fondamentali per interventi virtuosi di integrazione.
Questo documento intende riportare i risultati di questo processo consultivo, focalizzando i punti di attenzione sul fronte dei bisogni delle famiglie e delle risorse maturate nell’ambito delle esperienze dei soggetti territoriali, per promuovere un framework di lavoro comune e individuare piste progettuali future in un’ottica di sostenibilità e di complementarietà tra attori privati e politiche pubbliche del territorio.
Per questo il documento rappresenta uno strumento prezioso di lavoro, che la Direzione Centrale Politiche Sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano si impegnerà a diffondere sia tra le altre Istituzioni cittadine, che tra i vari Settori dell’Amministrazione Comunale (Educazione e Istruzione, Anagrafe, Decentramento ecc..) impegnati a vario titolo in materia, al fine di perseguire l’obiettivo della messa a sistema di una governance unitaria, multidisciplinare e trasversale del fenomeno, superando l’attuale frammentazione nell’approccio e favorendo il dialogo, la co- progettazione e l’integrazione tra servizi e realtà del territorio.
I IL FENOMENO DEI RICONGIUNGIMENTI A MILANO
Milano è la provincia italiana maggiormente interessata dal fenomeno con il 10% - ISTAT 2011 – dei cittadini con permessi per motivi familiari in Italia.
La stima su Milano città dell’ultimo semestre del 2013 elaborata nel quadro del Protocollo d’intesa tra Comune di Milano e Prefettura rileva che circa la metà delle richieste accolte in Prefettura riguarda cittadini che risiederanno a Milano città (circa 2500) che si concentreranno soprattutto nelle zone di decentramento 2,4,7,8,9. Di questi quasi la metà sono cittadini minorenni e il 70% sono in età di obbligo scolastico.
Nonostante il fenomeno abbia registrato un leggero calo negli ultimi due anni, legato anche alle difficoltà connesse alla crisi economica che spingono le famiglie immigrate a ridefinire i propri progetti migratori con rientri temporali e anche definitivi di parte dei membri della famiglia al paese (anche minori), i dati confermano la portata strutturale dei ricongiungimenti familiari, con progettualità a lungo termine, che investono su crescita, educazione e realizzazione professionale dei figli in Italia.
Decidere e intraprendere un ricongiungimento significa affrontare un iter amministrativo complesso che a Milano portava fino a qualche tempo fa, a oltre un anno di attesa. Ma si tratta anche di un percorso esistenziale delicato che coinvolge la struttura familiare, dapprima provata dalla distanza degli affetti e poi impegnata nella ricomposizione del nucleo (con conseguente ridefinizione dei ruoli e delle relazioni affettivo-educative genitori-figli-tutori al paese di origine) e nell’inserimento sociale nel territorio. I minori incontrano diverse criticità, spesso non vengono coinvolti nel progetto dai genitori stessi e si ritrovano a vivere in un nuovo contesto senza essere preparati, sia da un punto di vista emotivo (relazioni con i genitori – con difficoltà a conciliare il tempo di lavoro e di casa
–, e con i propri pari italiani e stranieri) che socio-culturale (scarsa conoscenza della lingua, difficoltà a accedere a opportunità di socializzazione esterne alla famiglia o al network etnico).
Le carriere scolastiche mettono in evidenza queste fragilità: la scelta e l’inserimento in nuovi sistemi scolastici ed educativi comporta difficoltà, ritardi e disaffezioni non sempre facili da curare nella famiglia.
Queste condizioni possono incidere in modo critico sui percorsi di autonomia dei minori nella relazione con i genitori,nell’ambito scolastico-educativo e nei percorsi di socializzazione tra pari.
È significativo a questo proposito citare il dato sui nati all’estero tra i figli di cittadini stranieri che può dare un’idea, seppur in modo approssimativo, dell’impatto dei ricongiungimenti sulla popolazione minorenne di origine immigrata residente a Milano: sebbene i nati all’estero rappresentino un quarto, cioè il 26% di tutti i minori di origine straniera residenti a Milano (Settore Statistica Comune di Milano), la percentuale cresce significativamente nelle fasce di età più preadolescenziali e adolescenziali rispettivamente con il 41,4% e il 62,2% nelle classi d’età 11-13 e 14-17. Nelle scuole questo dato si traduce con una presenza del 50% di studenti di origine straniera nati all’estero nelle scuole primarie e secondarie, che sale al 78% se si considerano solo le scuole secondarie di secondo grado.
Il ricongiungimento è un diritto fondamentale per l’unità familiare e fa parte del ciclo di vita di molte famiglie immigrate e non sempre è problematico. Tuttavia è necessario monitorarne l’andamento e il rispetto dei diritti, considerando soprattutto il fatto che interessa una parte importante della popolazione minorenne immigrata e in generale di tutta la popolazione minorenne della città, che si trova in fasce di età fondamentali della costruzione della propria individualità e della propria formazione sociale, professionale e civile.
II PRINCIPI DI FONDO
Ogni famiglia immigrata, ogni comunità territoriale, ogni servizio e ogni politica presenta specificità di cui è importante tenere conto nella progettazione e realizzazione di un intervento o di un programma ma emergono alcuni principi di fondo trasversali che nelle diverse esperienze territoriali si sono distinti per attribuire senso e significato alle azioni in un’ottica di lungo periodo, di sostenibilità e inclusione:
La famiglia ricongiunta ha una storia dilatata nel tempo e nello spazio, propone modelli di convivenza e di relazioni intrafamiliari che spesso interroga i nostri servizi, a rischio di percepirla come “più problematica” rispetto alla famiglia autoctona. Il ricongiungimento è una fase particolare del ciclo familiare della famiglia immigrata e come tale deve essere visto nelle sue criticità e risorse secondo principi di uguaglianza e valorizzazione delle differenze. È importante riconoscere il diritto all’unità familiare ma è anche importante riconoscere che non sempre il ricongiungimento è condizione sine qua non per il benessere del progetto migratorio del singolo o della famiglia.
La famiglia e i minori sono soggetti attivi dei propri percorsi di integrazione e non solo beneficiari.
LA FAMIGLIA IMMIGRATA RICONGIUNTA È PORTATRICE DI UNA COMPLESSITÀ “DIVERSA”,
È ANCHE RISORSA
La scuola ha il ruolo di riconoscere competenze e identità singole in relazione a una comunità che apprende ed è il primo luogo di approdo dei minori di origine straniera in obbligo scolastico, ponte per la famiglia con la comunità locale, inclusi i servizi (i genitori spesso sono poco radicati finché non arrivano i figli). Le agenzie educative e i servizi di sostegno psico-sociale lavorano fuori e dentro la scuola, promuovono contaminazione tra formale e informale, sono uno snodo fondamentale per attivare processi di integrazione e intercettare “predittori” critici/ risorse e resilienze. I servizi di orientamento contribuiscono a presidiare l’accesso ai diritti.
SCUOLA, AGENZIE EDUCATIVE, SERVIZI PSICO-SOCIALI E
SPORTELLI DI ORIENTAMENTO SONO SNODI CENTRALE DEI PERCORSI DI INTEGRAZIONE
La vitalità e l’applicazione di questi principi è fortemente connessa al ruolo attivo che le famiglie e i minori immigrati possono svolgere nei diversi interventi di accompagnamento e nel loro rapporto con i servizi.
È cioè importante portare le famiglie al centro del loro processo di integrazione, come soggetti attivi dei propri percorsi. E questo lo si può fare prestando maggiore attenzione all’integrità del progetto familiare e del minore.
La domanda complessa della famiglia immigrata, rischia infatti di generare risposte plurime e l’attivazione di diversi servizi, professionalità e competenze con il rischio di frammentazione delle risposte, affaticamento dei servizi e dispersione delle risorse.
Fondamentale per sostenere questo processo è la rilettura della storia familiare, una storia complessa che conosce diverse formazioni familiari (formazione d’origine, formazione a distanza e formazione ricostituita) e diverse fasi che soprattutto genitori e figli vivono in tempi e spazi diversi.
REALIZZAZIONE
ACCOGLIENZA E INCLUSIONE NEL NUOVO CONTESTO (I ANNO)
ATTIVAZIONE
AVVIO DELLE PROCEDURE E ORIENTAMENTO
ITALIA
PREPARAZIONE
IDEAZIONE DEL RICONGIUNGIMENTO
PAESE DI ORIGINE
A supporto di questa rilettura, il lavoro di condivisione dei laboratori ha contribuito a confermare e sistematizzare una matrice che descrive le quattro fasi del ricongiungimento, che si propone di utilizzare nella fase di diagnosi dei bisogni e delle risorse. Ogni fase è portatrice di bisogni pratici (procedure e orientamenti ai servizi) e di cambiamento psico-sociale (a livello individuale, di famiglia e di contesto), nonché di risorse, che si relazionano costantemente sia con il contesto di origine che con il nuovo contesto:
RADICAMENTO
VERSO LA COESIONE SOCIALE (DOPO IL I ANNO)
Si riporta di seguito uno spaccato di sintesi delle fasi del ricongiungimento e dei relativi punti di attenzione:
1
PREPARAZIONE
IDEAZIONE DEL RICONGIUNGIMENTO
Informazioni giuridico-procedurali.
Valutazione fattibilità psicosociale e materiale del progetto (all’interno della famiglia, nel contesto di origine e di destinazione).
Informazione su diritti e accesso a servizi scolastici, educativi e sociali
Accompagnamento della famiglia: condivisione aspettative /desideri dei vari membri sul progetto migratorio, di vita, analisi di realtà, eventuali ridecisioni
Verifica dei requisiti e invio richiesta
ATTIVAZIONE
2 AVVIO DELLE PROCEDURE
E ORIENTAMENTO
REALIZZAZIONE
3
ACCOGLIENZA E INCLUSIONE
(PRIMO ANNO DI ARRIVO
IN ITALIA)
Ottenimento nullaosta, visto e permesso di soggiorno Sostegno linguistico (L2 e Studio)
Orientamento e accompagnamento famiglie nel tessuto sociale: accesso e inserimento a scuola e in spazi di socializzazione
Riformulazione dei ruoli intrafamiliari e rapporto con i familiari che hanno svolto ruolo educativo nel paese di origine
4
RADICAMENTO
VERSO LA COESIONE SOCIALE (DOPO IL PRIMO ANNO DI ARRIVO IN ITALIA)
Sostegno a percorsi critici di radicamento (scuola, famiglia, socializzazione)
Accompagnamento all’eventuale riformulazione del progetto familiare (es. rientri) Promozione di spazi di cittadinanza attiva
III
METODI E PRASSI DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE
I progetti di accompagnamento e di integrazione delle famiglie e dei minori rivelano una pluralità di declinazioni e diverse possibili traduzioni a seconda dell’ambito di intervento e delle risorse offerte dagli operatori e dalle famiglie stesse coinvolte. Tuttavia il confronto delle esperienze ha fatto emergere la rilevanza di alcune dimensioni trasversali ai diversi ambiti di cui si suggerisce di tenere conto nella progettazione e realizzazione degli interventi. soprattutto in ottica preventiva, la costante attorno a cui i partecipanti hanno condiviso le proprie riflessioni. Nello scambio tra esperienze territoriali è emerso in particolare che per incoraggiare l’integrità del minore e l’assolvimento delle funzioni educative della famiglia (e quindi la loro proattività) è fondamentale l’integrazione degli approcci e delle competenze, che significa:
Individuazione di un’unica figura di riferimento chiara e sicura nell’ambito del servizio o dello staff di progetto
Garantire continuità degli operatori nel rapporto con le famiglie e i minori Progetti personalizzati del minore e della famiglia con attenzione a integrazione dei diversi ambiti di vita (scuola-territorio-famiglia)
Condivisione della storia familiare tra i diversi membri per favorire una maggiore consapevolezza su attriti e alleanze interni alla famiglia e favorire una progettualità di interventi efficaci
ATTENZIONE ALL’INTEGRITÀ DELLA SINGOLA PERSONA E
DEL PROGETTO INDIVIDUALE E
FAMILIARE
Favorire una comunicazione tra Italia e famiglia al paese di origine per condividere i cambiamenti del progetto familiare (xx.xxxxx)
Riconoscere i ruoli educativi-affettivi anche a distanza (nonni/e, zii/e, fratelli maggiori) nelle fasi di pre e post ricongiungimento
Riconoscere e valorizzare competenze scolastiche e trasversali acquisite dai minori al proprio paese per favorire la “contaminazione” positiva dei due mondi
ATTENZIONE ALLA DIMENSIONE DEL QUI E DEL LÀ DELL’ESPERIENZA MIGRATORIA
Interventi integrati scuola-extrascuola, dentro e fuori dalla scuola
Valorizzazione a scuola di esperienze e competenze extrascolastiche del minore (“superpoteri”)
Attivare risorse di gruppo per il confronto delle esperienze (gruppi di auto-aiuto)
Interventi integrati situazioni penale-marginalità conclamata
FAVORIRE L’INTEGRAZIONE DEI DIVERSI AMBITI DI VITA
DEL MINORE E DELLA FAMIGLIA
Staff multidisciplinari, collaborazione tra scuola e extrascuola
Tutor tra pari (a partire da comunanza esperienza migratoria) sia per genitori che per figli
Mediatori interculturali come soggetti parte dello staff e non come “interpreti a chiamata”
MODELLO DI INTERVENTO INTERDISCIPLINARE
Guardando più nello specifico le diverse sfere di vita del minore e della famiglia immigrata, le prassi che vengono considerate come risorse acquisite da presidiare e trasferire in modo diffuso sul territorio, pur tenendo conto delle specificità locali, insistono su alcuni passaggi cruciali del processo di cambiamento cui una famiglia e un minore devono far fronte per entrare a far parte della comunità:
Progetto migratorio familiare: arrivi, riformulazione del progetto migratorio, rientri e pendolarismi più frequenti
Età “critiche”
Modelli di genere: modelli di femminilità e mascolinità subiti/imposti e scarsamente oggetto di confronti aperti
Relazioni intergenerazionali: rabbia e aspettative disattese intorno al progetto migratorio, nuove declinazioni delle appartenenze culturali Comportamenti a rischio: maternità precoci, disordini alimentari, gruppi sociali a rischio di comportamenti devianti
IN FAMIGLIA
Accoglienza e inserimento classi neo-ricongiunti, presidio dei diritti di istruzione e di scelta delle scuole: particolare attenzione alle scuole di II grado
L2 e laboratori per favorire integrazione per i neo-arrivati nel periodo estivo Strumenti personalizzati di apprendimento e valutazione per prevenire diagnosi patologizzanti dei minori
Attenzione all’Integrazione del gruppo classe
Interventi integrati con il territorio su dimensione educativa e di socialità (laboratori congiunti nel gruppo classe, iniziative scuola-territorio, ecc.) Coinvolgimento famiglie nel progetto scolastico
Orientamento e accompagnamento passaggi scuola secondaria I-II grado per prevenire scelte al ribasso e garantire l’accessibilità alla scuola/ente di formazione scelto
Raccordo con formazione professionale per minori vicini alla maggiore età
A SCUOLA
Attivazione giovani e famiglie immigrati e autoctoni in progetti di coesione sociale dei quartieri
Confronto sull’esperienza migratoria e su genitorialità in spazi extrafamiliari (gruppi di auto-aiuto nel quartiere, nei servizi)
Attività di accompagnamento al progetto scolastico (doposcuola), dialoganti con altre opportunità socio culturali – espressive offerte dal territorio (CAG, ecc.)
La prossimità delle risorse (es. quartiere) facilita l’attivazione e la partecipazione delle famiglie la collaborazione-rete dei servizi
Servizi-ponte specifici per alcuni gruppi con l’obiettivo di integrazione nel territorio (cinesi, rom, ecc.)
NEL TERRITORIO VERSO LA COESIONE SOCIALE
IV IL RUOLO DELLA COMUNITÀ TERRITORIALE: ISTITUZIONI, SERVIZI, MINORI E FAMIGLIE IMMIGRATE E COMUNITÀ
I soggetti pubblici e privati che hanno contribuito a questo processo consultivo, inclusi i partner di progetto, afferiscono a diversi ambiti di intervento:
Scuola
Apprendimento linguistico (L2 e studio) Orientamento integrato (servizi, scuola, extrascuola) Supporto sociale e psicologico
Area socio-educativa Area penale-educativa
Il gruppo è stato formato in questo modo sulla base di alcuni presupposti:
Sono stati invitati soggetti che da tempo a vario titolo sono impegnati sul tema, con collaborazioni articolate sul territorio, e quindi interessati a mettere in comune esperienze e riflessioni;
Si intendeva promuovere uno sguardo integrato su tre sfere di vita dei minori e dei loro genitori (famiglia, scuola e extrascuola) che si ritengono fondamentali ai fini dell’inclusione sociale;
Si voleva favorire uno scambio tra enti che lavorano nell’area della prevenzione e altri che hanno la competenza per i casi di disagio conclamato (servizi sociali, penale, ecc.).
Dall’analisi del patrimonio condiviso di collaborazioni e di reti maturate in questi anni, è emersa una fotografia di risorse da preservare e implementare, tenendo conto di alcuni punti di forza e di debolezza.
RaggiungiMI accoglienza, orientamento e accompagnamento alle risorse territoriali delle famiglie neo-arrivate nel quadro di un Protocollo di intesa Comune di Milano, Prefettura e Ufficio Scolastico Territoriale (attualmente in fase di rinnovo)
Sistema dei PoliStart (Ufficio Scolastico Territoriale e Comune di Milano) Progetto Migranti (Regione Lombardia - UONPIA) per la promozione del benessere e della salute mentale dei migranti con strumenti adeguati Osservatorio sulla dispersione scolastica (Settore Educazione e Istruzione – Comune di Milano)
Portale della Lingua Italiana (Politiche Sociali e Cultura della Salute – Comune di Milano)
Punto di forza: messa a sistema delle risorse e risposta integrata e adeguata ai bisogni/il presidio a livello cittadino funziona soprattutto come snodo che reindirizza le famiglie a punti di riferimento locali che garantiscono una maggiore conoscenza delle opportunità presenti, e una dimestichezza in termini di possibilità di attivazione.
Punto di debolezza: “azioni a progetto” perché basate su finanziamenti a termine, difficoltà di preservazione delle collaborazioni e dei processi a progetto chiuso/elevata complessità nella gestione degli snodi con il rischio di non raggiungere i livelli locali
RISORSE DI RETE ATTIVATE A LIVELLO
ISTITUZIONALE E CITTADINO
Il quartiere si rivela l’unità locale più efficace per l’attivazione e la sostenibilità di reti e di collaborazioni a favore del supporto ai processi di integrazione delle famiglie, molto di più di quella cittadina, zonale o sovra zonale. La prossimità tra servizi, la conoscenza diretta tra operatori e famiglie favorisce quel legame sociale necessario a costruire la fiducia nel contesto.
I Consigli di Zona possono essere snodi fondamentali per veicolare gli sviluppi delle collaborazioni a livello locale, attraverso la facilitazione della conoscenza tra i vari soggetti e la loro messa in rete. In alcune esperienze locali questo processo è già avviato, in altre tale prassi deve essere diffusa e sperimentata.
Le collaborazioni e le reti in atto sebbene siano portatrici di importanti competenze, rivelano prassi di discrezionalità elevata nella gestione delle procedure (a livello di applicazione ma anche a livello di aggiornamenti e erogazione di informazioni) con il rischio di sfavorire processi di inclusione (in particolare nella scuola). Questo avviene soprattutto quando i flussi di comunicazione interessano diverse aree di competenza e diversi livelli di intervento (istituzionale, territoriale).
Raramente una rete o un coordinamento è specializzato sui ricongiungimenti ma diverse reti e coordinamenti li mettono a tema (es. tavoli zonali minori, tavoli di zona, coordinamento CAG o coordinamento centri diurni) e alcuni soggetti portano competenze specifiche in merito.
COLLABORAZIONI E RETI ATTIVE AI VARI LIVELLI
TERRITORIALI
Le famiglie immigrate e i minori devono fare parte integrante della rete. Alcune esperienze hanno cominciato a promuovere una maggiore attivazione del loro contributo una volta concluso il percorso come “utenti” (tutor di famiglie in difficoltà, gruppi di famiglie di auto aiuto, ecc.).
A volte l’iper-attivazione della rete rischia di non considerare le famiglie e i minori protagonisti del loro progetto.
FAMIGLIE E RETE
La manutenzione delle reti con le famiglie è complessa e la sua complessità cresce con l’aumento degli attori con il rischio di indebolire la relazione con la famiglia. È fondamentale la tenuta e il supporto degli “snodi” ma anche un intervento che faciliti la riattivazione di competenze della comunità locale per favorire contaminazioni proficue tra formale e informale.
Tutta la comunità locale può offrire risorse e può costituire un contesto di crescita e di appartenenza: “reti naturali” (condomini, vicinato, quartiere, ecc.), movimenti di cittadinanza attiva, associazioni di volontariato, parrocchie, oratori, ecc.
Le famiglie ricongiunte possono e debbono essere sollecitate a stabilire questi contatti nel proprio territorio.
LA COMUNITÀ E LE RETI
V LE POTENZIALITÀ DI SVILUPPO DI UNA RETE CITTADINA1
Il percorso laboratoriale che ha visto il coinvolgimento di oltre 30 soggetti privati e pubblici e la partecipazione di circa 70 operatori impegnati a favore dell’integrazione dei minori e delle famiglie immigrate, ha messo in evidenza il valore di far parte di una comunità di pratiche che può confrontarsi sul fenomeno (con analisi dei dati e dei processi in atto) e sulle proprie esperienze d’intervento. La possibilità di aggiornarsi e di ridefinire il senso delle azioni intraprese, anche confermando metodi e prassi già sperimentate nonché rinnovandone altre, contribuisce a orientare i progetti e i programmi in un’ottica di maggiore integrazione e sostenibilità. Allo stesso tempo il percorso ha permesso di rinsaldare o attivare nuove collaborazioni tra soggetti e professionalità diverse sia del pubblico che del privato sociale.
In nuce è stato sperimentato quello che potrebbe essere l’embrione di una rete cittadina. Come è già stato rilevato, di fatto molti partecipanti fanno parte di reti di reti, micro-reti e coordinamenti territoriali e tematici e grazie a loro sono state condivise esperienze che hanno fatto emergere frammentarietà ma anche ricchezze e potenzialità soprattutto dei livelli locali.
Quali potenzialità dunque per una rete a livello cittadino?
I soggetti concordano sul fatto che una rete cittadina possiede il vantaggio di migliorare l’offerta del proprio servizio, potendo attingere ad una maggiore conoscenza dei soggetti attivi nel contesto e quindi promuovere collaborazioni in modo strutturato rendendo permanente uno scambio di buone pratiche; ha anche la possibilità di garantire all’utente finale (famiglie e minori ricongiunti) una risposta più completa e integrata ai diversi bisogni, facilitando una loro maggiore competenza informativa sui servizi cittadini.
Affinché la rete possa funzionare vengono individuate diverse risorse necessarie: dallo spazio fisico per gli incontri periodici, ad un gruppo di lavoro stabile strutturato con ruoli, agende, obiettivi comuni e strumenti di comunicazione efficaci (es. piattaforma virtuale), a risorse economiche dedicate per superare la logica a singhiozzo dei progetti. La maggior parte dei partecipanti ai laboratori concorda che il coordinamento debba essere in capo al Comune di Milano che svolga il ruolo di governance, regia e anche di finanziamento. Ogni organizzazione contribuirebbe offrendo le sue competenze specifiche sia in termini di funzionamento (comunicazione e scambi nelll’ottica dell’integrazione delle competenze), che in termini di interventi diretti (coprogettazione).
Il gruppo individua inoltre anche altri soggetti che non hanno partecipato a questo processo consultivo e dovrebbero essere inclusi nell’eventuale sviluppo della rete:
Enti di Formazione Professionale, CPT (futuri CPIA) – il mondo della formazione professionale è stato spesso citato nelle collaborazioni, sarà importante coinvolgerlo per il ruolo che ricopre nei percorsi di formazione e inserimento lavorativo e di insegnamento della L2 per il conseguimento della licenza media.
1. Questo paragrafo sintetizza i risultati raccolti e confermati anche grazie alla collaborazione dell’Istituto Italiano di Valutazione, che è stato incaricato di rilevare le potenzialità di sviluppo della rete a partire dalla testimonianza dei soggetti che hanno partecipato al laboratorio. Attraverso la distribuzione di questionari auto compilati (a domande aperte e chiuse) è stato possibile rilevare una fotografia del gruppo di lavoro e delle sue prospettive in tema di collaborazione e di rete sul fenomeno dei ricongiungimenti. Un primo risultato di questo lavoro è stato restituito nell’incontro finale dei laboratori tenuto il 14 maggio 2014 presso la Casa dei Diritti del Comune di Milano.
Consolati stranieri e Ambasciate italiane nei paesi di origine – La collaborazione con i Consolati stranieri e le Ambasciate italiane nei paesi di origine, nonostante in tanti si siano espressi sulle difficoltà di attivare e mantenere una continuità nella collaborazione, è importante per facilitare la trasmissione di documenti ma anche l’attivazione delle Autorità e altri soggetti del paese di origine nel caso di necessità e per l’accompagnamento ex ante e ex post di famiglie, minori e istituzioni.
Associazioni di migranti – Collaborazione altrettanto fondamentale quando avviene, sia in termini di contatto con l’utenza sia in termini di sostegno all’utenza. Molto difficile però garantire una stabilità (per la natura che oggi assume l’associazionismo migrante a Milano) e in alcuni casi costruire il contatto per la fragilità delle possibilità di connessione.
Cooperative di mediatori interculturali – La collaborazione diffusa dei mediatori con diverse realtà e servizi territoriali, incluse le scuole, può contribuire in modo molto importante al lavoro di rete. Le priorità su cui dovrebbe muoversi la rete sono state individuate su due livelli: interventi interni di natura organizzativa e sistemica (ricerca finanziamenti, mappature e definizione dei ruoli, ecc.) e interventi diretti al territorio dove vengono individuati ambiti di attenzione già rilevati nel paragrafo precedente sulle prassi.
In generale emerge un’auto-rappresentazione positiva del gruppo di lavoro per quel che riguarda il potenziale funzionamento di rete a livello di condivisione di metodologie e obiettivi e di clima relazionale. Il quadro cambia se invece si guarda alla percezione del contesto in cui dovrebbe operare la rete: gli attori istituzionali vengono percepiti deboli e le risorse finanziarie sono scarse. In termini di capacità di intervento e di produzione di output invece emerge un gruppo di lavoro che si autostima.
L’analisi delle potenzialità della rete fa emergere un gruppo orientato a perseguire questo obiettivo ma allo stesso tempo mette in evidenza alcuni snodi che sono da considerare con attenzione:
1. Occorre definire tra i diversi soggetti coinvolti nel lavoro di rete alcune regole per la comunicazione, per l’organizzazione dei diversi ruoli, senza introdurre elementi eccessivi di formalità che rischiano di appesantire i percorsi intrapresi dagli operatori e dalle famiglie stesse;
2. Il lavoro di rete può facilitare l’integrazione delle famiglie ricongiunte. La diversificazione dei punti di accesso all’intervento di rete in modo più localizzato, potrebbe semplificare il processo. Questo si rispecchia nell’importanza attribuita al livello locale da molti partecipanti anche in altri momenti della riflessione.
3. Il tema del ricongiungimento è complesso e anche peculiare ma anche trasversale a competenze molto specifiche e a ambiti dove sono attivi tavoli e reti da tempo (es. coordinamenti minori, tavoli di zona, reti doposcuola, reti di quartiere, ecc.). È necessaria la costituzione di una forma di coordinamento tra i diversi tavoli.
4. La famiglia costituisce il soggetto primario con le sue esigenze e con le sue competenze
per avviare un efficace lavoro di rete. In quale modo può diventare un potenziale soggetto della rete per promuovere integrazione nel proprio territorio? Tuttora la sua partecipazione è debole. Sono state citate le associazioni di immigrati ma esistono anche altre realtà formali e informali che potrebbero essere coinvolte (gruppi di auto-aiuto, associazioni di genitori a scuola, ecc.).
VI IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE
Il monitoraggio e la valutazione diventano uno strumento fondamentale per l’attribuzione di senso e di significato dei percorsi di accompagnamento attivati e quindi fonte di apprendimento del territorio. Solo in questo modo è possibile favorire processi di innovazione e sostenere l’incremento di consapevolezza e della capacità di intervento dei diversi soggetti e allo stesso tempo solo in questo modo è possibile individuare le forme e modalità più efficaci di coinvolgimento delle famiglie e dei minori nell’adesione al progetto. Un processo di monitoraggio e valutazione acquisisce valore quando è negoziato e condiviso perché è fondato su un processo di esplicitazione e confronto sulle idee di qualità e sui criteri di valutazione da parte dei differenti soggetti istituzionali pubblici e privati.
È evidente che tale processo in un contesto di complessità come quello cittadino e su un fenomeno così specifico e trasversale come il ricongiungimento delle famiglie immigrate è un impegno oneroso ma si propone tuttavia di promuovere un’azione culturale nelle organizzazioni per favorire l’integrazione di variabili negli strumenti di monitoraggio già in uso, che possano tenere conto dei punti di attenzione emersi in questo documento, nel rispetto delle specificità dei territori e delle competenze.
VII PROSPETTIVE FUTURE
L’obiettivo di questo documento è stato quello di fare un punto sulle esperienze in atto e sistematizzarle per offrire uno strumento di lavoro comune che tutti i soggetti impegnati sul tema potranno utilizzare e diffondere. È chiaro a tutti che l’attivazione di una nuova rete possa essere gravosa per le risorse di capitale sociale e finanziario che richiede e forse, come è stato possibile rilevare, non è il dispositivo più appropriato per favorire una maggiore integrazione dei servizi, considerando la specificità del fenomeno. Allo stesso tempo i cambiamenti in atto nella programmazione delle Politiche Sociali del Comune, fanno emergere l’esigenza di una maggiore trasversalità delle competenze e di una maggiore capacità dei servizi di interloquire e rispondere a bisogni profondamente diversi. Tuttavia è anche chiara a tutti la complessità del fenomeno e la rapidità dei cambiamenti con cui tutti i soggetti si devono confrontare e quindi la necessità di attivare livelli minimi di coordinamento e collaborazione.
A livello istituzionale il Comune di Milano può impegnarsi a garantire un livello essenziale di coordinamento istruendo un appuntamento periodico (ad esempio nell’ambito del Forum delle Politiche Sociali) in cui restituire il monitoraggio del fenomeno, delle relative misure intraprese a livello interistituzionale e intersettoriale (protocolli, accordi) e quindi dei risultati, nonché favorire spazi di confronto e aggiornamento su prassi tra i soggetti interessati, valorizzando l’esperienza avviata e estendendo l’opportunità agli altri soggetti individuati.
Un dispositivo che potrebbe ulteriormente accompagnare questo processo potrebbe essere la predisposizione di una piattaforma informatica, sul modello della sperimentazione del Portale della lingua italiana, per favorire l’aggiornamento costante sui progetti attivi e sulle buone prassi.
A livello territoriale si propongono alcuni orientamenti che possono alimentare dinamiche di cooperazione nell’ottica della prevenzione, a partire dalle risorse già attive:
Presidio dei diritti e delle procedure con priorità alle pratiche di ricongiungimento e agli inserimenti scolastici: favorire una maggiore diffusione dei principali orientamenti e delle esperienze di applicazione a livello di tavoli e coordinamenti territoriali ma anche a livello della cittadinanza, sfruttando i diversi canali di comunicazione disponibili;
Attivare una maggiore cultura di coprogettazione e coordinamento tra soggetti attivi con un’attenzione particolare alle zone dove i Cdz sono più deboli, nell’ottica di sostenere il lavoro delle scuole come primo punto di accesso ma anche di fungere da snodo locale per i servizi più centralizzati;
Favorire scambi di esperienze laddove possibile tra soggetti impegnati nella prevenzione e soggetti impegnati nell’ambito di disagio conclamato per una maggiore inclusione delle famiglie;
Rafforzare la collaborazione tra i servizi di orientamento diffusi sul territorio
per favorire una maggiore integrazione delle informazioni e degli accompagnamenti e quindi consapevolezza e competenza informativa delle famiglie immigrate;
Favorire spazi specifici per le famiglie e i minori ricongiunti, soprattutto nella prima fase di arrivo ma anche successivamente;
Diffondere questo documento tra tutti i soggetti attivi sul tema che non sono stati coinvolti in questa prima fase di riflessione.
VIII I SOGGETTI PARTECIPANTI
Questo documento non avrebbe potuto essere scritto e non avrebbe la portata di uno strumento di lavoro condiviso, senza il prezioso contributo dei soggetti pubblici e privati che hanno partecipato al laboratorio tenuto presso l’Ufficio dei Servizi per Adulti e politiche per l’Immigrazione del Comune di Milano: i Polistart e l’Ufficio Scolastico Territoriale, i Servizi Sociali della Famiglia, il Servizio Educativo Adolescenti in Difficoltà e il Servizio Minori Sottoposti a Procedimento Penale del Comune di Milano, il Tribunale dei Minorenni di Milano, il Centro per la Giustizia Minorile della Regione Lombardia, Spazio Blu – Asl Milano, Dipartimento Assi – ASL Milano, UONPIA, staff di Etnopsichiatria di Niguarda, A&I, Associazione Culturale Villa Pallavicini, CAD, Centro Come-Farsi Prossimo, Cooperativa Amelinc, Cooperativa Diapason (coordinamento centri diurni Ambaradan), Cooperativa Crinali, Cooperativa Zero 5, Fondazione Xxxxxxxxxx, Fondazione L’Aliante, IBVA, ASL Consultorio Familiare Xxxxxxxxx Xxxxxx, IC Munari, IC Rinnovata Pizzigoni (Puecher - via Da Castello), IIS Frisi, IIS Marignoni (commercio e turismo - Melzi e Demostene), Psicologi per i Popoli, Punto & Virgola (Coordinamento CAG di Milano), Rete doposcuola Caritas, Progetto Città Nuova, Sestante
– Farsi Prossimo, Spazio Aperto Servizi.
Si ringraziano in particolare tutti gli operatori e gli insegnanti che hanno partecipato ai lavori e hanno contribuito con generosità agli scambi:
A&I (Progetto RaggiungiMI) Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxxx ASL Milano - Dip. Assi
Xxxxxxxx Xxxxxx
ASL Consultorio Fam. X. Xxxxxxxxx Xxxxxx
Xxxxxxx Xxxxxxx
Asl Milano - Spazio blu
Xxxxxx Xx Xxxx, Xxxxxxx De Xxxxxx Associazione culturale Villa Pallavicini Xxxxxxxx Xxxx
CAD
Xxxxxxx Xxxxxxx
Centro Come – Farsi Prossimo
Xxxxxx Xxxxxx
Centro Giustizia Minorile
Xxxxxxx Xxxxxxxx
Coop. AMELINC
Xxxxx Xxxxxxx
Coop. Diapason Xxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxx Coop. Zero5
Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxx
Cooperativa Crinali Xxxxxx Xxxxxxxxx Xxxxxxx Etnopsichiatria Niguarda
Xxxxx Xx Xxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxx Fondazione L’Aliante
Xxxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxx
Fondazione Xxxxxxxxxx
Xxxxxx Xxxx
IBVA
Xxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxx
IC Xxxxxx
Xxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxx, Xxxxx Xxxxxx Xxxx, Xxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx IC Rinnovata Pizzigoni (Puecher - via Da Castello) Xxxxxxxx Xxxxxx
IIS Frisi
Xxxxxxxxx Xxxxxxx
IIS Marignoni
(commercio e turismo - Melzi e Demostene)
Xxxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Servizio Minori Sottoposti
a Procedimento Penale – Comune di Milano
Xxxxxx Xxxxxx
Polostart1 (ICS Giacosa) Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxxx Polostart2 (ICS Candia)
Xxxxxxxx Xxxxx, Xxxxx Xxxxxx Xxxx
Polostart3 (ICS Tolstoj)
Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx
Polostart4 (ICS Scialoia)
Xxxxx Xxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx
Psicologi per i Popoli
Xxxxxxx Xxxxxxx,Xxxxxxxx Xxxxxxxxx
Punto & Virgola (Coordinamento CAG di Milano)
Ginevra Morali Caritas Ambrosiana Xxxxxxxxx Xxxxxxx Progetto Città Nuova Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
Sead- Comune di Milano
Xxxxx Xxxxxxx
Servizio Adulti - Comune Milano
Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx Sestante – Farsi Prossimo Xxxxx Xxxxxxxx
Spazio Aperto Servizi
Xxxxxxxx Xxxxxxxx
SSDF – Comune di Milano
Xxxxxxx Xxxxx, Xxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxxx
Tribunale per i Minorenni
Xxxxxxxx Xxxxxx
Uonpia - Progetto migranti
Xxxxxxx Xxx Xxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxx Xxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxxxx UST Milano
Xxxxx Xxxxxxx Terrenuove Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Soleterre – Strategie di Pace ONLUS Xxxxxx Xxxxxxxx, Xxx Xxxxxxx Xxxxxx Centro Xxxxx Xxxxxxx Xxx Xxx
Xxxxx Xxxxx
Comin
Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxx Xxxxxxx
ALLEGATI
Allegato 1
Presentazione ppt della sintesi del percorso laboratoriale
Allegato 2
Documento di sintesi dei risultati del questionario dell’Istituto Italiano di Valutazione (ppt)
SIAMO QUI
PER I DIRITTI DEI MINORI
E DELLE FAMIGLIE IMMIGRATE IN RICONGIUNGIMENTO
PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE E DI RETE PER LA CITTÀ DI MILANO
Fei AZ. 3 - Siamo qui: minori migranti dal ricongiungimento a percorsi integrati di cittadinanza sul territorio 2012/FEI/PROG-103292
La redazione del documento è stata curata da Xxxxxx Xxxxxxx – Soleterre - Strategie di Pace ONLUS, con la collaborazione di Xxxxxxxxx Xxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxx – Comune di Milano, Xxxx Xxxxx – Comin, Xxxx Xxxxx – Terrenuove, Xxxxxxxxx Xxxxx e Xxxxxxx Xxxxx – Codici, Xxxxxxx Xxxxxxxx – Centro Xxxxx Xxxxxxx xxx Xxx.
SIAMO QUI
PER I DIRITTI DEI MINORI
E DELLE FAMIGLIE IMMIGRATE IN RICONGIUNGIMENTO
PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE E DI RETE PER LA CITTÀ DI MILANO
Fei AZ. 3 - Siamo qui: minori migranti dal ricongiungimento a percorsi integrati di cittadinanza sul territorio 2012/FEI/PROG-103292