COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUI FENOMENI DELLA CONTRAFFAZIONE, DELLA PIRATERIA IN CAMPO COMMERCIALE E DEL COMMERCIO ABUSIVO
COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUI FENOMENI DELLA CONTRAFFAZIONE, DELLA PIRATERIA IN CAMPO COMMERCIALE E DEL COMMERCIO ABUSIVO
RESOCONTO STENOGRAFICO
60.
SEDUTA DI GIOVEDÌ 13 OTTOBRE 2016
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE XXXXX XXXXXXX
I N D I C E
Sulla pubblicità dei lavori:
PAG.
Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxx, Managing Direc-
PAG.
Xxxxxxx Xxxxx, Presidente .......................... 3
AUDIZIONI IN MATERIA DI CONTRASTO DELLA CONTRAFFAZIONE VIA WEB E IN SEDE INTERNAZIONALE
Audizione di rappresentanti di Alibaba Group:
Xxxxxxx Xxxxxx (PD) .................................... | 12 |
Xxxxxxxx Xxxxxxxx (PD) ............................ | 19 |
Xxxxx Xxxxxxx (PD) .................................... | 15 |
Xxxxxxx Xxxxx, Presidente 3, 10, 11, 22
tor Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba
Group 11, 12, 14
Gallinella Xxxxxxx (M5S) ............................. 10
Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, Business Development Manager, Italy Office Alibaba Group 12, 19, 21
Xxxxxxxxx Xxxxxxx (PD) ............................ 17
Xxxxxxxxx Xxxx, Vice President, Head on In- ternational Government Affairs Alibaba
Group 3, 11, 13, 14, 16, 18, 20
Xxxxx Xxxxx (FI-PDL) ................................. 14
Allegato: Documentazione prodotta da Ali-
baba Group .................................................. 23
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE XXXXX XXXXXXX
La seduta comincia alle 12.10.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche at- traverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione di rappresentanti di Alibaba Group.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca una audizione nell’ambito dell’approfondi- mento tematico in materia del rapporto tra criminalità organizzata e contraffazione via Web, che ha quindi anche un respiro internazionale.
Avremo il piacere di ascoltare Xxxx Xxx- xxxxxx, Vice President, head on International Government Affairs Alibaba Group, come tutti sappiamo oggi una realtà leader nell’e- commerce.
Sono presenti Xxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxx, Managing Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group, Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, Business Development Manager, Italy Of- fice Alibaba Group, e la dottoressa Xxxxxxx, di FB & Associati.
Avverto che è presente un servizio di traduzione simultanea attivabile con le cuf- fie.
Do la parola quindi al dottor Xxxxxxxxx, che prego di fare la sua introduzione. Poi
avremo, come sempre, tempo per domande e approfondimenti.
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. Xxxxxxxxxx, Presidente, e altri membri della Commissione. Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di condivi- dere le posizioni di Xxxxxxx sull’importante tema della lotta alla contraffazione. Xxx- xxxx apprezza il fatto che la Commissione si stia dedicando a questa questione fon- damentale. Oggi vi presenterò brevemente il gruppo Alibaba, soprattutto spiegando quello che facciamo come impresa in Italia. Poi traccerò un quadro di come, in quanto mercato, Xxxxxxx stia cercando di diventare leader nella lotta alla contraffazione attra- verso l’uso di tecnologie innovative e col- laborando con detentori di diritti, Governi e autorità di Polizia.
La missione del gruppo Alibaba è faci- litare ovunque le attività economiche. Si tratta della più grande società di commer- cio al dettaglio nel mondo in termini di volumi di vendita, ovvero il valore comples- sivo dei prodotti venduti sulle nostre piat- taforme. Abbiamo più di 400 milioni di utenti attivi in Cina.
Fondata nel 1999, la società fornisce le fondamentali tecnologie, infrastrutture e tecniche di marketing per raggiungere gli operatori, i marchi e altre imprese che forniscono prodotti, servizi e contenuti di- gitali affinché attraverso Internet possano entrare in contatto con i loro utenti e clienti. Cerchiamo di connettere compra- tori e venditori, soprattutto piccole e medie imprese, in tutto il mondo.
Con la tabella che avete davanti a voi, è più facile capire come si articola l’ecosi- stema di Alibaba. Vi xxxxx attraverso le sue componenti principali.
Al centro della tabella, potete vedere un riquadro denominato « core commerce », nel quale sono rappresentate le piatta- forme principali di commercio on line che compongono il nostro ecosistema. Abbiamo xxxxxx.xxx, una piattaforma che rappre- senta la più grande destinazione di com- mercio online in Cina; opera soltanto in Cina per lo più come piattaforma B2C (business to consumer) e C2C (consumer to consumer). Abbiamo la piattaforma Tmall, di tipo B2C, sviluppata per aiutare i marchi internazionali a vendere i loro prodotti ai consumatori cinesi. Abbiamo anche la piat- taforma Tmall Global, che svolge la stessa attività ma cerca di aiutare gli operatori internazionali che non hanno una presenza fisica in Cina ad entrare sul mercato cinese e cominciare a costruire i loro marchi, in modo che in un momento futuro possano sviluppare in Cina anche una presenza fisica offline.
Abbiamo la piattaforma Alibaba, di tipo B2B, che rappresenta un programma di fornitura in tutto il mondo, e la piatta- forma AliExpress, che è una piattaforma business to consumer di esercenti cinesi che vendono a consumatori in tutto il mondo. Oggi partecipiamo con una quota di mag- gioranza anche alla piattaforma LAZADA, che è una delle più grandi piattaforme di e-commerce nella regione ASEAN, che for- nisce opportunità agli esercenti di quella regione e oltre. È con questa piattaforma che cerchiamo di aiutare gli operatori ita- liani a vendere più prodotti e servizi sul mercato ASEAN.
Vedete illustrati, nei riquadri, i due pi- lastri che consentono le nostre attività on line. Se non si può pagare un prodotto on line, ovviamente un prodotto non viene comprato e quindi non viene neanche ven- duto. Una delle cose che Xxxxxxx ha fatto in Cina è stato sviluppare un sistema per costruire un rapporto di fiducia tra vendi- tore e acquirente attraverso una struttura di pagamento. Siamo così giunti alla crea- zione di AliPay, una piattaforma di paga- menti online che rientra nelle nostre atti- vità finanziarie. Così venditori e compra- tori hanno a disposizione un servizio fi- nanziario che consente loro di condurre
transazioni nel settore dell’e-commerce. In Cina si nutriva scarsa fiducia in tanti mer- cati, per cui la creazione di AliPay è stata un passo importante, necessario per lo svi- luppo dell’e-commerce.
Abbiamo anche la nostra rete logistica CAINIAO, che consente la consegna dei prodotti acquistati. Si tratta di un consor- zio di società di logistica per servizi locali e transfrontalieri che consente la connes- sione delle varie reti logistiche per la con- segna dei prodotti. Anche questa è una funzione molto importante ed è una rete che cerchiamo di espandere a livello inter- nazionale.
Alla fine della pagina vedete indicato il settore Alibaba Cloud, che rappresenta una parte importante della nostra attività. La capacità di utilizzare i dati serve ad aiutare esercenti e compratori ad operare al me- glio. Vengono forniti servizi agli esercenti, così come vengono raccolti dati per aiutare gli esercenti a capire cosa vogliono com- prare gli utenti e dove trovare le informa- zioni. Alibaba Xxxxx è cresciuta sino a diventare una delle più grandi attività di cloud computing a livello internazionale.
Negli altri riquadri vediamo che il no- stro ecosistema comprende anche piatta- forme di contenuti digitali e contenuti di intrattenimento, create sempre nell’ottica di promuovere la diffusione di servizi a livello transfrontaliero. Per i nostri servizi locali abbiamo Alitrip, un’attività che serve per proporre ai viaggiatori cinesi viaggi all’interno della Cina e all’estero. Ricordo che tra le nostre attività si include anche quella di promozione dell’Italia come meta di viaggio per i turisti cinesi.
Xxxxxxx ha iniziato la sua attività in Cina, ma è stata creata per il mondo. Stiamo costruendo un’infrastruttura di commercio per il futuro, per connettere consumatori e aziende in tutto il mondo, anche in Italia.
La prima fase della nostra crescita in- ternazionale prevede la promozione del commercio transfrontaliero. Alibaba ha aperto il suo primo ufficio in Italia quasi un anno fa, il 25 ottobre 2015; quello è stato il primo ufficio che abbiamo aperto in Europa nel quadro della nuova strategia di
crescita internazionale, con il compito di sovrintendere a tutte le nostre operazioni nell’Europa meridionale. Riteniamo che Alibaba possa essere la porta verso la Cina per un numero crescente di marchi, ope- ratori e PMI provenienti dall’Italia, che sono interessati a raggiungere l’ampio ceto medio cinese, che è in crescita.
A nostro avviso Alibaba e Xxxxxx con- sentono alle aziende italiane di aumentare le loro opportunità di crescita nazionale e internazionale.
Come dicevo prima, la piattaforma Tmall è la più grande piattaforma terza per marchi e venditori al dettaglio in Cina. Sta aiutando i marchi italiani che non hanno una presenza fisica in Cina a vendere in Cina. Al momento, ci sono 124 flagship store italiani che vendono sulle piattaforme Tmall e Tmall Global in numerosi settori: moda, prodotti alimentari, vino, arreda- menti, calzature. Per noi si è trattato di una grande opportunità di crescita.
Al 2016 Alibaba Italy ha aperto 40 nuovi negozi su Tmall e Tmall Global. Durante il lancio del nuovo flagship store su Tmall, nel marzo 2016, Maserati è riuscita a vendere cento SUV Levante in diciotto secondi. Questo dimostra che esiste una domanda di prodotti italiani in Cina e poi che, se si riesce a proporre il proprio prodotto a 430 milioni di potenziali acquirenti, si riesce a raggiungere un ampio spettro di potenziali nuovi clienti. Contiamo di aprire una quin- dicina di nuovi negozi italiani nelle pros- sime settimane su Tmall e Tmall Global.
A giugno 2016 abbiamo aperto anche quello che noi chiamiamo un « Padiglione italiano ».
Su alcune delle nostre piattaforme apriamo Padiglioni dedicati ai Paesi, allo scopo di aggregare in un unico posto negozi e operatori di un Paese, in modo che un eventuale consumatore cinese interessato a un prodotto italiano, possa trovare – riu- niti insieme – tutti gli operatori italiani che vendono quel determinato prodotto. Ab- biamo più di cento aziende italiane che partecipano a questa iniziativa per più di mille prodotti italiani, che dunque possono essere commercializzati attraverso il Padi-
glione italiano. Il Padiglione sta avendo un grande successo.
Abbiamo un programma attivo per pro- muovere la vendita di vini italiani. Sap- piamo che l’Italia è il produttore leader di vino a livello mondiale, ma in Cina ha una quota di mercato pari ad appena il 7 per cento. Noi quindi abbiamo voluto aiutare il mercato vinicolo italiano ad accedere al mercato cinese, ad aprirlo.
Durante Vinitaly a Verona, qualche mese fa, Xxxx Xx, Presidente esecutivo di Alibaba, ha annunciato il programma di promozione del vino italiano « 9/9 », che sta per 9 settembre. In cinese « Nine Nine » suona come « Wine wine ». Si è colta quindi quest’occasione per fare marketing e pro- muovere la vendita di vino in Cina. Questo ha segnato un punto di svolta per la nostra capacità di vendere vini italiani in Cina. Alibaba Italy ha quindi contribuito a por- tare più di cinquanta aziende vinicole ita- liane in Cina con promozioni speciali. Per quanto riguarda l’esportazione di vino in- ternazionale in Cina, quell’opportunità ha consentito all’Italia quel giorno di diven- tare il secondo venditore di vino in Cina, salendo dal quarto posto. Questo è uno dei numerosi benefici che è possibile ricavare per i marchi e le aziende italiane e per i consumatori cinesi interessati ad acqui- stare prodotti italiani di qualità.
Questo rappresenta il contesto di base dell’attività di Alibaba. Per quanto riguarda l’approccio di Xxxxxxx alla contraffazione, per Alibaba i prodotti contraffatti sono inaccettabili. Riteniamo che i marchi e la loro proprietà intellettuale debbano essere protetti. Xxxxxxx è interessato a sostenere i produttori che innovano e investono nei loro stessi marchi. Non tolleriamo né con- doniamo coloro che rubano la proprietà intellettuale di altri.
Violare la proprietà intellettuale è un furto ed è dannoso per l’innovazione e l’integrità del nostro mercato. Lavoriamo sodo ogni giorno per rimuovere i prodotti contraffatti dai nostri mercati e siamo im- pegnati a lottare contro le cause che sono alla radice delle violazioni, per proteggere creatori e innovatori. Non osserviamo sol- tanto leggi e regolamenti, ma assistiamo
concretamente le autorità di Polizia per la lotta ai contraffattori.
Alibaba ha dedicato tempo e risorse al problema della violazione della proprietà intellettuale per aiutare a proteggere la proprietà intellettuale di parti terze sulle proprie piattaforme di e-commerce. Un’a- zione decisa per contribuire a ridurre il numero di inserzioni potenzialmente ille- cite sulle nostre piattaforme rappresenta uno dei nostri obiettivi aziendali. La fiducia nei nostri mercati da parte di compratori e venditori è fondamentale per il nostro suc- cesso a lungo termine. Riteniamo che la stragrande maggioranza delle inserzioni sulle nostre piattaforme sia legittima, per beni e servizi legittimi, ma qualunque mer- cato o piattaforma con più di 1,5 miliardi di inserzioni e oltre 7 milioni di operatori non può essere esente da inserzioni con- traffatte.
L’esistenza di queste inserzioni non in- dica che il mercato non stia adottando misure giuridicamente sufficienti per af- frontare il problema della violazione della proprietà intellettuale. Per noi è il contra- rio. Il nostro impegno nella lotta alla vio- lazione della proprietà intellettuale è fon- damentale. Ridurre i casi di contraffazione è fondamentale per il successo dell’attività di Alibaba così come per i titolari di diritti che ne vengono colpiti.
Alibaba sta compiendo sforzi indipen- denti per essere trasparente, creativa e pro- attiva. Il successo di questi sforzi ha richie- sto, e continuerà a richiedere, una stretta collaborazione con detentori dei diritti, le- gislatori e organi di Polizia in tutto il mondo. Xxxxxxx sta promuovendo inizia- tive di collaborazione con tutti questi attori e continuerà a farlo. A prescindere dai regimi, è riconosciuto che una lotta efficace alla contraffazione richieda uno sforzo congiunto dei detentori di diritti che ven- gono colpiti dalla contraffazione e dei par- tecipanti alle attività di e-commerce, come Alibaba.
La nostra politica aziendale non pre- vede semplicemente un minimo giuridica- mente sufficiente. Alibaba valuta continua- mente la possibilità di elaborare mezzi sempre più efficaci per individuare ed eli-
xxxxxx inserzioni di prodotti contraffatti, punire i cattivi venditori, collaborare con i titolari di diritti per massimizzare l’effica- cia di questi sforzi e riuscire a creare un mercato sicuro e affidabile per i nostri clienti.
Per sintetizzare la nostra filosofia, il gruppo Alibaba vuole essere al primo posto nella lotta alla produzione e alla vendita di beni contraffatti. Abbiamo al nostro attivo la creazione e attuazione di programmi che producono risultati. Siamo parte della so- luzione e non del problema. Continueremo a collaborare con tutti coloro che vogliono collaborare con noi. Più di 100.000 marchi operano sulle piattaforme di Alibaba, il che prova il nostro successo e la fiducia che le società e i consumatori hanno nei nostri mercati. Noi prendiamo molto sul serio quella fiducia, a fondamento appunto del nostro impegno per proteggere i diritti della proprietà intellettuale.
Per quanto riguarda i nostri programmi di lotta alla contraffazione, abbiamo una protezione proattiva della proprietà intel- lettuale. Siamo un partner. Non vediamo altra soluzione, per avere successo, se non quella di lavorare a stretto contatto con i marchi. Utilizzando dati e tecnologie pos- siamo compiere progressi reali. Occorre trovare soluzioni nuove e innovative per affrontare insieme un problema complesso, difficile e annoso. La lotta alla contraffa- zione può essere vinta solo con il sostegno dell’industria.
Il gruppo Alibaba fa parte dell’Interna- tional Trademark Association. Alibaba Italia adesso fa parte di Xxxxxx e lavora insieme a Xxxxxx per lottare contro la contraffa- zione e proteggere standard di alta qualità e prodotti originali.
Abbiamo rapporti di collaborazione molto stretta per la tutela della proprietà intellettuale con numerose associazioni commerciali internazionali. Cito la Motion Picture Association, la Coalizione interna- zionale per la lotta alla contraffazione (IACC), la Software Alliance, la Japan Exter- nal Trade Organization, la Korea Trade- Investment Promotion Agency. Queste asso- ciazioni, alla pari delle vostre Italian Trade Commissions, con le quali lavoriamo ad
esempio per l’iniziativa « Nine nine » e al- tre, sono partner affidabili per la promo- zione delle imprese e dell’industria così come per la lotta congiunta alla contraffa- zione. Collaboriamo anche con la Interna- tional Wine Society e la International Pu- blishers’ Copyrights Protection Alliance sia in Cina che nel resto del mondo.
Abbiamo un dialogo molto produttivo con INDICAM e Confindustria. Contiamo di poter trovare con loro nuove opportu- nità per una comprensione e una collabo- razione reciproche. Collaboriamo anche con decine di migliaia di marchi interna- zionali e detentori di diritti in tutto il mondo, inclusa l’Italia.
Questo partenariato ha prodotto risul- tati concreti. Cito un esempio. La Coali- zione internazionale per la lotta alla con- traffazione e Alibaba due anni fa hanno unito gli sforzi per consentire alla IACC di presentare direttamente ad Alibaba, a nome dei marchi, richieste di rimozione di inserzioni di prodotti contraffatti (notice and take-down request). A partire da giu- gno 2016 sono 15 i marchi internazionali che hanno presentato le loro richieste di rimozione attraverso il Programma Mar- ketSafe della IACC. Alla fine del mese scorso Xxxxxxx aveva cancellato in modo permanente 6.807 venditori e rimosso più di 197.000 inserzioni potenzialmente ille- cite grazie a questa collaborazione con i marchi della IACC. Tutto questo è stato raggiunto con un tasso di rimozione quasi del 100% quando c’è stato il sostegno delle aziende.
Dopo il successo di questo programma
iniziale, ne abbiamo annunciato un consi- stente ampliamento. La versione ampliata del programma MarketSafe sarà disponi- bile per tutti i marchi, grandi e piccoli, che siano membri o meno della IACC e che siano clienti o meno di Alibaba. Il pro- gramma sarà completamente gratuito: Xxx- xxxx metterà a disposizione fondi per aiu- tare i marchi più nuovi, che non conoscono il programma, a orientarsi. Nella fase ini- ziale i marchi non avranno oneri finanziari per presentare le loro eventuali richieste. Contiamo di arrivare a questo lancio, in- sieme alla IACC, prima della fine di que-
st’esercizio finanziario, che si chiude alla fine di marzo 2017.
Di recente Alibaba ha firmato anche due memorandum d’intesa con altrettanti governi per rafforzare la cooperazione con i Governi e i detentori di diritti. Il 21 giugno 2016, Xxxxxxx ha siglato un memo- randum d’intesa con i detentori di diritti europei per lottare contro la vendita di prodotti contraffatti su Internet. Le parti che hanno siglato il memorandum d’intesa sono detentori di diritti e altre piattaforme di e-commerce che accettano volontaria- mente di collaborare e contrastare l’offerta on line di prodotti contraffatti da parte di esercenti che operano nell’UE. Sostenuto dalla Commissione europea, il memoran- dum fa parte dell’Infrastruttura dell’UE per la proprietà intellettuale, ideata per prevenire l’offerta online di prodotti non conformi e promuovere gli investimenti nell’innovazione sul mercato digitale.
Il memorandum d’intesa, siglato da di-
ciotto altre piattaforme e titolari di diritti, è volto a rafforzare la collaborazione nella lotta alla contraffazione. Il memorandum riflette il principio per cui l’approccio ot- timale per lottare contro la vendita on line di prodotti contraffatti in categorie come i beni di lusso, la moda e gli articoli sportivi, sia attraverso un approccio volontario col- laborativo tra proprietari di diritti e piat- taforme di e-commerce come Alibaba.
In questo spirito e concepito espressa- mente come strumento che non costituisce precedente giuridico, il memorandum d’in- tesa fissa standard normativi per le proce- dure di notice and take-down e misure proattive e preventive anche in relazione ai contraffattori recidivi, nonché impegni per la collaborazione e la condivisione delle informazioni.
Il 24 agosto 2016 Xxxxxxx ha firmato insieme al Ministero italiano delle politiche agricole (Dipartimento dell’Ispettorato cen- trale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) un me- morandum d’intesa aggiornato e ampliato. Questa versione aggiornata del memoran- dum costituisce un esempio di collabora- zione congiunta per educare i consumatori e proteggere i diritti di proprietà intellet-
tuale, soprattutto in relazione alle denomi- nazioni di origine protette e le indicazioni geografiche e in relazione ai più emblema- tici prodotti IG italiani, come per esempio l’olio extravergine d’oliva toscano.
Il memorandum attualmente copre le piattaforme Xxxxxxx.xxx e AliExpress, le due più importanti al momento per la lotta alla contraffazione. Il nostro prossimo passo sarà quello di ampliarlo per inclu- dere le piattaforme Taobao, Tmall e 0000.xxx. Grazie a questo memorandum l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere prodotti IG garantiti, analogamente alla protezione contro i prodotti contraffatti che i marchi commerciali hanno sulle piat- taforme di e-commerce.
In questo senso abbiamo già conseguito
risultati. Il precedente memorandum d’in- tesa per la lotta alla contraffazione, che risale al 2014, ha consentito di prevenire la vendita mensile di 99.000 tonnellate di par- migiano reggiano contraffatto, un quanti- tativo dieci volte superiore a quello del prodotto autentico, e la vendita di 13 mi- lioni di bottiglie di Prosecco che non pro- venivano dal Veneto. Questo è accaduto ancor prima che si giungesse alla nuova versione aggiornata e ampliata del memo- randum d’intesa, con la quale si arriverà ad una ancora maggiore efficienza.
Perché il memorandum funzioni al me- glio, è fondamentale avere la collabora- zione del Ministero, dell’Ispettorato e del consorzio che si sono occupati dei prodotti IG italiani. Auspichiamo di poter estendere questo approccio, considerato una « mi- gliore pratica », anche ad altri settori eco- nomici, perché sta dando grandi risultati. Oltre ad essere un partner per i nostri titolari di diritti, noi monitoriamo proatti- vamente le nostre piattaforme contro la contraffazione facendo uso della nostra tecnologia dei dati. Alibaba ha un impor- tante programma proattivo di rimozione, attraverso il quale Alibaba in maniera in- dipendente individua e rimuove inserzioni potenzialmente illegali.
In misura proporzionale all’ampiezza delle proprie piattaforme, Alibaba ha ef- fettuato massicci investimenti tecnologici per attuare il proprio programma di rimo-
zione. Il nostro sistema anti-contraffazione ha la capacità di elaborare 100 milioni di pezzi di dati al secondo, il che consente di condurre delle scansioni proattive su circa 7 milioni di nuove inserzioni al giorno. Il nostro robusto sistema di elaborazione e analisi dei dati consente una scansione in tempo reale delle inserzioni ed esamina le caratteristiche dei prodotti, quali marchio, prezzo, geolocalizzazione, identità del com- pratore e del venditore, feedback dei con- sumatori e altri.
Anche in questo caso abbiamo conse- guito risultati ragguardevoli. Dal gennaio 2016 all’agosto 2016, per ogni avviso di rimozione che abbiamo ricevuto dai deten- tori di diritti abbiamo effettuato 25 rimo- zioni proattive, il che rappresenta un tasso molto più alto rispetto a un anno fa. Nei dodici mesi fino alla fine di agosto 2016 abbiamo eliminato proattivamente più di 380 milioni di inserzioni. Investiamo anche in acquisti di prova dei prodotti venduti sulle nostre piattaforme. Alibaba ha speso più di 15 milioni di dollari nel 2015 per eseguire questi test: noi stessi effettuiamo acquisti a campione e verifichiamo insieme ai titolari di diritti se i prodotti acquistati sono autentici e conformi agli standard di qualità.
Collaboriamo anche con le autorità di polizia nelle indagini online e offline. Uti- lizzando i nostri dati e le nostre analisi, aiutiamo i Governi e le autorità di Polizia a individuare i veri produttori offline dei beni affinché possano essere rintracciati. Tra settembre 2015 all’agosto 2016 con il nostro aiuto è stato possibile chiudere circa 675 operazioni di produzione, stoccaggio o vendita di prodotti contraffatti. Negli ultimi tre anni con il nostro aiuto sono finite in carcere centinaia di contraffattori. Per po- ter assistere marchi internazionali e mar- chi cinesi in Cina abbiamo ampliato la portata geografica della nostra collabora- zione con le autorità di polizia cinesi, pas- sando da una sola provincia nel 2015 a diciotto province, incluse città molto im- portanti, nel 2016.
Per darvi un esempio concreto di come funziona, cito il caso della nostra collabo- razione con Xxxxx Xxxxxxx: nel 2015 Ali-
xxxx ha dato assistenza alle forze di polizia a Guangzhou, in Cina, e a Dubai per iden- tificare gruppi di contraffattori che produ- cevano falsi di Xxxxx Xxxxxxx in Cina e li esportavano a Dubai. Conoscendo le capa- cità di Alibaba, Xxxxx Xxxxxxx e la polizia locale di Guangzhou si sono rivolti ad Xxx- xxxx.
Attraverso il nostro sistema dati brevet- tato anticontraffazione, Xxxxxxx ha aiutato la polizia di Guangzhou a individuare la posizione di quattro diversi gruppi di so- spetti e ha monitorato le loro attività di vendita on line. Con le prove fornite da Xxxxxxx, la Polizia di Guangzhou è riuscita ad arrestare sette sospetti in quattro di- verse località e a confiscare più di 600.000 pezzi di falsi Xxxxx Xxxxxxx, per un valore di oltre 100 milioni di yuan.
Alibaba ha poi lavorato con le autorità di Dubai per individuare lì i gruppi inter- nazionali di contraffattori affiliati a quelli cinesi, aiutando così la Polizia di Dubai ad arrestare due sospetti e a confiscare più di
60.000 pezzi falsi di Xxxxx Xxxxxxx e Xxxxxx Xxxxx.
Noi stiamo lavorando anche sulla pre- venzione. La nostra idea è quella non solo di punire, ma anche di educare, quindi formiamo anche gli esercenti, insegnando loro come difendere al meglio il nostro lavoro. Abbiamo un sistema di strike, di penalizzazione, per cui quando un eser- cente pubblica un’inserzione che è stata oggetto di rimozione, allora chiudiamo in modo permanente il negozio oppure atti- viamo diversi tipi di penalizzazione, che vanno dalla sospensione della « vetrina » al congelamento dei suoi fondi alla riduzione delle forme di pubblicità a sua disposi- zione.
Abbiamo anche iniziato a usare nuove tecnologie dei dati per individuare i reci- divi, che cercano di registrare i loro ac- count utilizzando un nuovo numero iden- tificativo o cercando di cambiare nome, mentre di fatto sono sempre le stesse per- sone. Abbiamo anche creato nuove piatta- forme in cui mettiamo a disposizione dati in tempo reale nel quadro della nostra collaborazione con i detentori di diritti. Nei dodici mesi terminati alla fine di agosto
2016 abbiamo chiuso proattivamente
180.000 negozi su Taobao a seguito del nostro programma di collaborazione con i detentori di diritti.
L’ultimo punto che voglio trattare è quello del nostro programma reattivo. Noi abbiamo un processo di notice and take- down molto vigoroso. Abbiamo due sistemi: uno che consente ai detentori di diritti internazionali di registrarsi al programma di notice and take-down e uno per i titolari di diritti in Cina. Si chiamano, rispettiva- mente, sistemi AliProtect e TaoProtect e sono entrambi disponibili in cinese e in inglese. Alla fine di questo mese i due portali verranno fusi in uno solo, per cui in tutto il mondo si potrà accedere al pro- gramma da un unico portale e registrare così i propri diritti di proprietà intellet- tuale, che saranno validi su tutte le piatta- forme di Alibaba. È importante ricordare che i detentori di diritti potranno registrare i loro diritti di proprietà sulle piattaforme di Alibaba anche se non hanno un negozio sulle nostre piattaforme. Noi lavoriamo con i titolari di diritti anche se non vendono sulle nostre piattaforme, perché riteniamo che sia importante proteggere anche loro. In questo contesto, abbiamo anche un programma di rimozione « in buona fede » (Good Faith Programme), per cui gli eser- centi che hanno una buona reputazione presentano richieste legittime di rimozione, partecipano a questo meccanismo di rimo- zione che prevede la possibilità di una procedura semplificata di presentazione di una richiesta di rimozione, che viene ela- borata in tempi rapidi. Una volta che essi presentano una richiesta di rimozione, noi rimuoviamo l’inserzione senza rivolgere domande e senza chiedere prove. Sono tanti i marchi italiani che hanno aderito a questo Programma « in buona fede », come ad esempio Zegna. Alla fine di settembre 2016 erano più di 900 i marchi registrati al Programma « in buona fede », un numero pari a più del doppio dei partecipanti che avevamo un anno fa. Quindi il programma sembra essere ritenuto valido anche dagli stessi titolari di diritti. Due terzi di questi partecipanti al momento sono marchi in-
ternazionali.
Abbiamo apportato anche alcuni cam- biamenti strutturali alla nostra attività. Dieci mesi fa abbiamo creato un Diparti- mento per la governance delle piattaforme (Platform Governance Department), che è responsabile delle norme e disposizioni che disciplinano il nostro mercato, della pro- tezione della proprietà intellettuale e della lotta alla contraffazione.
A riprova del ruolo prioritario asse- gnato a questi sforzi, Xxxxxxx ha designato uno dei suoi 34 partner, la dott.ssa Xxxxxx Xxxxx, come responsabile del programma di governance delle piattaforme. Negli ul- timi dieci mesi abbiamo completato anche la creazione di un nuovo Dipartimento per la tutela globale della proprietà intellet- tuale (Global IP Enforcement Department). A capo del Dipartimento Xxxxxxx ha nomi- nato il dott. Xxxxxxx Xxxxxxx, già procura- tore federale per i reati informatici nella Sezione per la Proprietà Intellettuale del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti e Vice Procuratore Distrettuale nel distretto di Manhattan – New York. Mat- thew Bassiur è stato manager responsabile della tutela della proprietà intellettuale an- che alla Apple e alla Pfizer.
Alibaba ha annunciato anche la forma- zione di un consiglio consultivo per la pro- prietà intellettuale, in cui saranno rappre- sentati marchi internazionali e piccole e medie imprese con sede anche fuori dalla Cina, che collaboreranno con Alibaba per fornire al gruppo una prospettiva interna- zionale.
Il problema della contraffazione e della pirateria probabilmente non sarà mai eli- minato del tutto, ma Xxxxxxx continuerà a investire per migliorare i propri pro- grammi di protezione della proprietà intel- lettuale. Il quadro sintetico che vi ho for- nito illustra gli aspetti principali degli sforzi che conduciamo, sia individualmente che nell’ambito di rapporti di collabora- zione con il settore privato e con i governi, per tentare di ridurre al minimo la vendita di beni potenzialmente illeciti sulle nostre piattaforme. Siamo orgogliosi dei nostri sforzi e siamo lieti di essere qui con voi oggi a parlarne. Riteniamo che i nostri sforzi stiano avendo effetti positivi in termini di
disponibilità di prodotti contraffatti on line e offline in tutto il mondo. Il nostro impe- gno è di intensificare questi sforzi in linea con l’operato delle nostre aziende e con i nostri valori. La nostra intenzione è di migliorare ulteriormente e rendere priori- tario questo nostro ambito di attività.
Ringrazio questa Commissione per averci dato la possibilità di parlare di que- st’argomento. Plaudiamo alle opportunità di continuare a collaborare, nella lotta alla contraffazione, con il Governo italiano e con i detentori di diritti italiani e con i vari settori dell’economia. Auspichiamo di po- ter continuare il nostro dibattito con il Ministero dello sviluppo economico per continuare la nostra lotta congiunta.
Con questo vi ringrazio per l’attenzione e sono a disposizione per rispondere alle vostre domande.
PRESIDENTE. Xxxxxxxxx il dottor Xxx- xxxxxx per la sua relazione. Ci ha detto molte cose. Ha indicato molti dati, molti elementi di riflessione.
Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
XXXXXXX XXXXXXXXXX. Su 1,5 miliardi
di inserzioni che avete, qual è il prodotto o la serie di prodotti più contraffatti ? Quale percentuale di inserzioni sono illecite ? Lo 0,5 per cento ? Il 5 per cento ? Sul vostro sistema di protezione proattiva la segnala- zione arriva dai titolari del marchio, ma anche dagli utenti ? Questa è una mia cu- riosità.
Per quanto riguarda i prodotti a deno- minazione, mi risulta – magari lo potete confermare – che per quelle italiane è il ministero, l’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare), a essere considerato padrone, owner. Non so se sia vero e se sia il ministero a poter fare le segnalazioni o anche il consorzio di tutela. In ultimo, vorrei sapere come un’a- zienda italiana può lavorare con voi. Que- sta è una curiosità che abbiamo esplicitato anche in un’interrogazione. Ancora, è vero che la Xxxxx Xxxx Spa è il tramite esclusivo
per lavorare con voi o no e perché ?
PRESIDENTE. Ringrazio il collega.
Credo sia meglio far rispondere prima il nostro audito, quindi do la parola al dottor Xxxxxxxxx.
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. La ringrazio per le sue do- manda. Sono tutte domande molto interes- santi. Cercherò di rispondere alle prime due e poi mi rivolgerò ai miei colleghi, che potranno rispondere magari alle altre.
Per quanto riguarda gli 1,5 miliardi di inserzioni, questa domanda spesso viene posta come l’ha posta lei: quanti prodotti sono falsi ? Si tratta di un processo dina- mico. Le inserzioni arrivano a migliaia. Se potessimo conoscere questa percentuale, magari si potrebbe rimuoverle. Posso darle qualche dato per l’ultimo anno: 380 milioni di inserzioni sono stati rimossi su 1,7 mi- liardi di prodotti che vengono scambiati, venduti. Non sarà il dato più preciso, ma è il dato che abbiamo per l’anno scorso.
Ci può essere un prodotto falso on line, magari è stato identificato da noi o attra- verso delle indagini, e allora noi cerchiamo di rimuoverlo e di essere certi che non venga di nuovo inserito. A volte, le inser- zioni riguardano una copia di un prodotto, altre volte centinaia di copie, quindi la quantificazione non riguarda soltanto un prodotto. Non possiamo dare, quindi, que- sto tipo di dato percentuale per i prodotti falsi. Comunque, inseriamo inserzioni ogni giorno, rimuoviamo prodotti ogni giorno, per cui il numeratore e il denominatore cambiano di continuo.
Quanto alla domanda che riguarda il programma proattivo, riceviamo informa- zioni dai titolari di diritti e loro ci danno delle informazioni. Cito l’esempio di una cosa che è capitata. Se un bene viene pro- dotto in un particolare colore e il detentore di diritti sa che non è disponibile in rosso, allora devono darci questo dato, poi dob- biamo andare a cercare magari la borsa rossa, inseriamo questo dato nei nostri algoritmi. Questo ci consente di sapere at- traverso algoritmi e con una procedura proattiva e reattiva, che il prodotto non è mai disponibile in rosso, non è mai dispo- nibile in una data zona. Sono dati che
inseriamo in una sorta di motore di ri- cerca, un processo di ricerca, che elabora
100 milioni di dati ogni secondo. È un sistema aggiornato di continuo. Ecco per- ché si tratta di una modalità proattiva e reattiva.
Sempre sul dato della percentuale, per- ché è complesso ? Perché abbiamo più di 1,7 miliardi di inserzioni, e anche questo è un dato che cambia. Ogni giorno inseriamo nuovi esercenti. Alcuni sono più attivi di altri, alcuni si uniscono tra loro. Anche per questo si possono avere delle difficoltà nel quantificare, nel determinare le percen- tuali.
Col permesso del presidente, darei la parola ai miei colleghi, che possono rispon- dere sulla domanda di Xxxxx Xxxx Spa.
XXXXXXX XXXXXXXX FORESIO, Mana-
ging Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group. Come è stato detto, Alibaba Italia si occupa anche di tutto il mercato del sud dell’Europa, quindi di Spagna, Por- togallo e Grecia.
Rispondo adesso alle sue prime due domande.
La notizia su Xxxxx Xxxx è un falso. Oggi, sulle piattaforme Alibaba ci sono già, come è stato detto, più di 120 store italiani, che hanno già aperto, ci sono migliaia di brand italiani venduti tutti i giorni sulle nostre piattaforme. Xxxxx Xxxx è una so- cietà privata che si spera parta, ma che non è ancora partita. Come vede, le aziende italiane sono assolutamente libere di en- trare.
Come le aziende possono partecipare, aderire ? Questa è una domanda molto chiara, molto giusta, ed è la motivazione principale per cui è stato deciso, da parte dell’headquarter di Alibaba, di aprire degli uffici in tutta Europa, esattamente per spiegare la filosofia di Xxxxxxx, spiegare il suo ecosistema e aiutare le aziende, nel mio caso italiane, ad approcciarsi alle nostre piattaforme.
Aprire uno store sulle nostre piatta- forme è relativamente semplice, ma ci sono tanti processi. Tutte le operazioni vengono fatte in Cina. Noi cerchiamo dall’Italia di accompagnare le aziende italiane in questo percorso. Il risultato è che negli ultimi otto
mesi, da gennaio a settembre, 40 nuove aziende italiane hanno aperto il loro store su Alibaba.
Siamo a disposizione. Abbiamo una struttura di sette persone oggi in Italia. Con me c’è Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, il responsabile della categoria Food & Wine, che darà la risposta relativamente ai consorzi e al MoU (memorandum of understanding) siglato col Ministro per le politiche agricole.
XXXXXXXX MINUTELLI, Business De-
velopment Manager, Italy Office Alibaba Group. Per quanto riguarda la risposta sul MoU siglato col Ministero delle politiche agricole, tecnicamente abbiamo sottoscritto l’accordo con l’ICQRF, responsabile per conto del ministero per collaborare con noi. È stato costituito un team composto da persone nostre, che sono ad Angiò, e per- sone dell’ICQRF, che sono qui a Roma, al ministero.
È un lavoro congiunto. Ci sono, oltre alle nostre segnalazioni, che avvengono in- dipendentemente da quello che è stato rac- contato, ci sono quelle che ci vengono dal- l’ICQRF attraverso la loro costante azione. A queste si aggiungono, naturalmente, le segnalazioni dei singoli consorzi.
Una cosa importante da dire è che il memorandum of understanding che ab- biamo firmato ha ampliato quelli normal- mente in essere e consente non solo al ministero, attraverso l’ICQRF, ma anche i consorzi di inviarci in maniera proattiva le segnalazioni. Che cosa significa ?
Praticamente ogni giorno, abbiamo non solo il ministero e i nove consorzi che attualmente fanno parte dell’MoU e altri che stanno arrivando, ma ogni azienda del consorzio che può intervenire segnalando appunto al proprio consorzio un eventuale sospetto: si attivano così le procedure di controllo da parte di Alibaba e, laddove fosse riconosciuto un problema di contraf- fazione, come nei casi che abbiamo rac- contato, viene inibito l’accesso allo store e non si dà più la possibilità di comprare.
XXXXXXX XXXXXXXX FORESIO, Mana-
ging Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group. L’anno scorso ci sono stati 65 interventi.
XXXXXXXX MINUTELLI, Business De-
velopment Manager, Italy Office Alibaba Group. Sì, specifici. Rispondo all’ultima domanda, quella dei consumatori. Chiara- mente, Alibaba è una piattaforma aperta e anche i consumatori possono segnalare eventuali abusi, ma questo avviene per quanto riguarda sia l’agroalimentare sia per tutti gli altri prodotti.
Considerate – lo diciamo sempre – che per noi il cliente finale è in cima alla piramide del valore. Per noi, quindi, è assolutamente priorità massima garantire che non solo le transazioni, come è stato raccontato prima, siano protette, ma so- prattutto che i prodotti acquistati siano assolutamente originali e conformi a quanto raccontato dai nostri venditori.
XXXXXX XXXXXXX. Ringrazio anch’io i nostri ospiti. Ho una considerazione e un paio di domande.
La considerazione è questa. Il recente accordo siglato tra Xxxxxxx e il nostro Mi- nistero per le politiche agricole ha suscitato una reazione molto positiva nell’opinione pubblica italiana e tra gli osservatori eco- nomici. Il senso è che si può investire – questo, naturalmente, attiene a voi – su una piattaforma così importante come ele- mento strategico, per avvicinare i consu- matori e i venditori.
Proprio in questa direzione riteniamo di poter svolgere una funzione positiva, in- tanto qui di ascolto e di raccolta, per so- stenere tutti gli accordi, volontari, con le istituzioni, tra privati, per rendere più ef- ficaci gli elementi di contrasto.
La prima domanda che faccio è questa: ci sono elementi per i quali anche l’im- pianto normativo può sostenere accordi positivi di questa natura, sapendo appunto che molto attiene alle parti, ai privati, e quindi non è direttamente in capo alle istituzioni, quanto meno dal punto di vista normativo del Parlamento ?
Sempre a proposito di reputazione, è molto significativo quanto è stato detto, se ho ben inteso, su questo programma in buona fede. Anche noi riteniamo che oc- corra premiare chi favorisce il contrasto anche lungo la filiera. Vorrei qualche con- siderazione in più da parte vostra, qualche
informazione in più su come si sta svilup- pando e sui livelli di adesione a un pro- getto, a un programma di questo genere, che se ho ben inteso avete sviluppato au- tonomamente. Potrebbe essere replicato in altre circostanze.
Passo alla terza questione. Vorrei sapere se i vostri programmi informatici, da come li avete descritti, da quello che ci avete fatto intuire, sono nella condizione di assicurare, dopo l’identificazione e la rimozione di un prodotto sospetto, contraffatto, la capacità di tenerli fuori dalla vostra avete. Una volta identificato il prodotto contraffatto, c’è una capacità proattiva di fare in modo che quello non torni più su automaticamente in quella vetrina o in altre vetrine dei vendi- tori ?
Xxxxxx xxxxxxx l’ultima considerazione, presidente. Capisco che sia un problema enorme, ma avete ogni giorno nuovi inser- zionisti, e riuscire a profilare queste im- prese in partenza non è cosa semplice. Tuttavia, riuscire a costruire a monte un patto di trasparenza e di regola è elemento cruciale.
Noi ci stiamo rendendo conto di questo: grandi soggetti che investono sulla propria reputazione hanno ormai assimilato l’ele- mento della legalità e della lotta alla con- traffazione come questione irrinunciabile per stare sul mercato. È vero che spesso ci si confronta con tante cose nuove che emergono ogni giorno e non è facile riu- scire ad avere non dico la certezza, ma la ragionevole aspettativa che tutto vada nel modo migliore.
Mi chiedo se nei vostri sistemi di accre- ditamento, di contatto con le imprese, ci siano elementi di filtro iniziale, che pro- vano in qualche modo a definire dei paletti, delle regole, a cui fate sottostare i vostri inserzionisti.
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. Tutte le domande sono dav- vero interessanti, ed è utile quindi appro- fondire.
Sì, poco più di due anni fa, abbiamo avviato il nostro programma di buona fede, proprio al fine di incoraggiare quei titolari di diritti che all’inizio avevano qualche
dubbio su come lavorare con noi e in modalità interculturale, transfrontaliera. La piattaforma, in fondo, è in Cina, quindi abbiamo dovuto incrementare le risorse, incoraggiare tutti a promuovere questo tipo di relazione. Questo ha portato a un pro- cesso più snello, a una migliore compren- sione. In tempo reale, possiamo avere uno scambio di informazioni bidirezionale ed è possibile replicare questo tipo di pro- gramma.
A volte, il programma di buona fede viene criticato, per due versi. Anzitutto, è difficile parteciparvi, perché i nostri stan- dard sono piuttosto elevati. Abbiamo re- quisito che va osservato: nelle segnalazioni e nelle rimozioni ci deve essere un tasso di successo che deve raggiungere una certa percentuale; noi concediamo la facoltà di non presentare elementi aggiuntivi per de- terminare la propria titolarità del diritto e così via, quindi ci vuole un tasso di suc- cesso superiore al 90 per cento su questo tipo di dichiarazioni o segnalazioni. Un esercente può anche contestare una richie- sta di rimozione che è stata presentata da un titolare di diritti.
Devo dire che nessuno dei 900 marchi registrati al programma ha avuto comun- que questo problema, quindi è possibile soddisfare questo requisito, funziona molto bene con molti brand. Abbiamo incorag- giato nuovi brand, insegnando loro come raggiungere questo tipo di tasso di suc- cesso. È più positivo per loro ed è utile per noi, perché ci aiuta a comprendere meglio come procede questo programma di buona fede.
C’era poi la domanda su come tenere lontano dalla nostra piattaforma chi ha violato le nostre regole. Cerchiamo sempre di individuare delle similitudini nel com- portamento di chi usa questo sistema. Sap- piamo se in alcune regioni ci sono dei problemi ripetuti con i prodotti falsi, allora prestiamo una maggiore attenzione, o prima di inserire nuovi negozi e nuove inserzioni facciamo dei controlli accurati. Naturalmente, abbiamo dei dati cospicui.
I colleghi italiani potranno dire che non si può attivare un esercizio, un negozio, in tre giorni, ci vuole un’adeguata verifica. In
Cina, ci vuole quest’adeguata verifica anche per quanto riguarda le modalità, le condi- zioni che devono essere rispettate per i negozi, per gli esercenti. Abbiamo le piat- taforme Taobao e altre, e abbiamo il diritto di modificare queste condizioni, queste modalità, qualora dovesse emergere una nuova esigenza.
I titolari di diritti, ad esempio, e i reci- divi, i violatori, offuscano le immagini dei prodotti, specialmente dove si legge il mar- chio, il trademark. In quello che sembra un iPad della Apple loro mettono una mela sull’immagine, proprio per trasmettere l’i- dea che sia prodotto dalla Apple. In questi casi noi avvisiamo l’esercente che la sua condotta è stata individuata, per scorag- giarlo.
Inoltre, quando abbiamo un’informa- zione riguardo a un prodotto contraffatto, a un produttore, a un esercente, diamo quest’informazione all’Europol, alle Forze dell’ordine cinesi. Non soltanto devono in- dividuare questo tipo di condotta sul no- stro sito, ma su altri siti. Xxxxxxxx capire ancora come farlo al meglio, come tutelare i dati. Dobbiamo avere una maggiore con- divisione con tutte le piattaforme per ca- pire chi sono i cattivi, coloro che adottano questa condotta illecita proprio per aggi- rare le regole. Facendo questo, possiamo respingere questo tipo di azione. Ci stiamo dedicando sempre di più a questo.
Ora do la parola di nuovo ai colleghi italiani per capire se una normativa aggior- nata può essere d’aiuto.
XXXXXXX XXXXXXXX FORESIO, Mana-
ging Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group. Riguardo all’ultima sua do- manda, sugli eventuali paletti, partirei dal presupposto che i nostri 430 milioni di consumatori cinesi amano i prodotti ita- liani, vogliono i prodotti italiani, vogliono i brand italiani, la qualità dei prodotti ita- liani e anche il nostro life style, spesso bistrattato, ma invece molto amato in Cina e direi in tutto il mondo.
Parte una selezione di mercato, princi- palmente. Chiaramente, partiamo come siamo partiti da questi 140 brand, che non citerò, ma tutti grossi brand italiani: Fer- rero, Barilla, Lavazza, Illy sono già sulle
nostre piattaforme. Sono brand amati, ri- chiesti e conosciuti. Quella della nostra piattaforma è una grandissima opportu- nità, perché ci sono 450 milioni di clienti pronti a comprare i vostri prodotti.
C’è, però, anche un miliardo di altri prodotti competitor, quindi è un’operazione non facile. Bisogna avere un programma, un progetto, un business plan, anche per le piccole e medie aziende, ma con un piano. A fare la selezione è il mercato. Xxxxxx- mente, stiamo attenti che non entrino in circolazione aziende non all’altezza.
XXXXX XXXXX. Vorrei capire se esiste una categoria di prodotti che registrate come più inclini alla contraffazione, se vi sono aree geografiche più inclini e, tra i prodotti italiani, se avete idea, se percepite che qualcuno in particolare è più contraf- fatto.
Vorrei anche comprendere se nell’eser- cizio della vostra attività avete misurato che dietro la contraffazione vi siano singoli, ripetuti, seriali, o se vi siano dei sistemi che organizzano la contraffazione, che l’ali- mentano, sistemi criminali, organizzati o meno.
Vorrei capire un po’ di più sul rapporto di collaborazione con le Forze di polizia italiane ed europee.
C’è poi un’ultima questione. Quando ri- muovete un prodotto ? Basta una segnala- zione della titolarità della proprietà ? Qual è il meccanismo ? Serve una sentenza ? Qual è il livello al quale ritenete sia neces- saria la decisione di rimuovere un pro- dotto ? Come si articola il processo della decisione ? Qual è il punto discriminante ?
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. La ringrazio per le domande molto pertinenti. Parto dall’ultima. Questo ci aiuterà a capire meglio anche la risposta alla prima domanda.
Come rimuovere un’inserzione ? Quando un titolare di un diritto vuole in- tervenire, ci dice che ha trovato un’inser- zione da rimuovere su un nostro sito: se fa parte del programma in buona fede, non facciamo altre domande. Per poterla ri-
muovere, serve un giorno – molto spesso, è dall’altra parte del mondo – e, a meno che non ci sia una contestazione da parte del- l’esercente, viene rimossa; se l’esercente dice che il prodotto è legittimo, può servire un po’ di tempo in più.
Comunque, possiamo dire che in genere non si contesta, soprattutto nell’ambito del programma in buona fede. Se non fanno parte di questo programma, ci vuole un po’ più di tempo. In ogni caso, quando rice- viamo la segnalazione, c’è una sorta di pausa, una sospensione, e dobbiamo fare un minimo di indagine per essere certi di avere tutti i dati, che la persona abbia il certificato relativo al prodotto, che sia nella categoria giusta. Poi si passa al processo solito di rimozione, che può impiegare da 3 a 5 giorni, appunto per decidere esatta- mente se e quando, ma non sono coinvolti tribunali, è tutto basato sugli elementi, sui dati forniti.
A volte, gli esercenti vogliono rivolgersi al tribunale in Cina – questo non riguarda Xxxxxxx – per cui ci vuole più tempo. A volte, questi titolari devono fare qualcosa proprio per far riconoscere in Cina i propri diritti in alcune categorie. Questo dipende un po’ dalla normativa cinese. È così che funziona il processo.
Noi stiamo cercando di semplificarlo il più possibile, di avere una procedura snella. Ora si può anche presentare le ri- chieste, le domande, in inglese e non sol- tanto in cinese. Questo riduce tutti i pro- blemi anche a livello linguistico.
Per quanto riguarda i recidivi o la cri- minalità organizzata, sono tante le moda- lità. Ci possono essere dei trafficanti che portano avanti questo tipo di azione. Noi non vogliamo semplicemente potare l’al- bero, ma eliminare la radice. Questo è possibile collaborando con i titolari dei diritti e con le Forze dell’ordine, in Europa e in Cina. Magari all’inizio non rimuoviamo un’inserzione, ma teniamo sotto controllo un esercente, vediamo chi acquista e chi vende, se ci sono altri esercenti che si comportano allo stesso modo, cerchiamo di seguire tutto questo andamento e di elimi- nare tutto il gruppo dei contraffattori.
Ci può essere una signora anziana che produce un prodotto in un villaggio rurale in Cina, che non se n’è mai andata dalla Cina: magari lei produce qualcosa che è molto simile a un oggetto che ha visto in un film, senza sapere neanche che cosa fosse in realtà. Questo è capitato. Ecco perché nei mercati come e-Bay e Taobao da con- sumatore a consumatore ci può essere un processo di rimozione con un unico avviso, un unico ammonimento, e via, si viene tolti. Ci sono varie fattispecie.
Per quanto riguarda le recidive, in Cina succede questo. Si ha un numero identifi- cativo nazionale, come la carta d’identità, che bisogna depositare per poter attivare un esercizio, un negozio. A volte, si acqui- sta l’identificativo di un altro, si usa l’iden- tificativo di un parente, e noi dobbiamo monitorare la condotta, il comportamento del negoziante per vedere come si com- porta. Usiamo la tecnologia per fare que- sto, ed ecco perché ci vogliono i big data. Questo è uno dei modi in cui ci muoviamo. Per quanto riguarda le categorie di pro- dotti, in generale sul tema della contraffa- zione, i contraffattori possono falsificare qualunque cosa oramai, a prescindere da Xxxxxxx. Vi faccio comprendere dove sono
arrivati.
Abbiamo visto la falsificazione dei cer- tificati sulla sicurezza dei prodotti che di- chiarano che sono stati sottoposti a con- trolli di qualità. Questi certificati vengono falsificati, quindi vedete che si fa di tutto oramai, dalle parti delle automobili all’ab- bigliamento.
Non riguarda neanche un’area geogra- fica particolare. Certo, ci sono alcune pro- vince, alcuni prodotti con un’attività più intensa. Possiamo avere un particolare si- stema di allerta e di sospensione per por- tare avanti delle indagini per approfondire in questi casi. Riteniamo che sia impor- tante tenere vivo questo discorso. Ecco perché migliaia di dipendenti di Alibaba giorno dopo giorno si interessano proprio a queste questioni. Vi ringrazio per queste domande.
XXXXXXX XXXXX. L’intervento del col- lega Xxxxx ha anticipato alcune mie do- mande, quindi ne ridurrò il numero.
Ovviamente, vi ringrazio, perché ho tro- vato di grande interesse le cose che ci ha detto, ma soprattutto la scelta, la filosofia che Xxxxxxx ha assunto in materia di con- traffazione, aiutandoci in questa grande battaglia globale contro il falso. Aggiungo, però, che tutti gli organismi internazionali ci dicono che purtroppo le previsioni di carattere globale sono di una continua cre- scita del fenomeno. Probabilmente, do- vremo attrezzarci tutti con ulteriori nuovi strumenti per contrastare il fenomeno.
Tra l’altro, credo che si sarà già reso conto, anche viste le tante domande dei colleghi, che siamo molto attenti su questo tema, perché dopo gli Stati Uniti siamo considerati il Paese al mondo più interes- sato da questo fenomeno.
Anzitutto, vorrei chiederle se Xxxxxxx, visto anche quello che ci ha detto, e cioè che avete organizzato dei dipartimenti che si occupano di approfondire il tema, e probabilmente anche di mettere a punto i vostri strumenti di contrasto (algoritmi e altro), ha delle stime di valutazione sul rischio. Lei ci ha già fornito alcune cifre importanti su quello che siete riusciti a fermare: vorrei capire se avete delle stime e delle valutazioni sul possibile rischio at- tuale e futuro legato al fenomeno.
L’altra questione, anche se forse in parte ha già risposto, riguarda il modo in cui riuscite a controllare fino in fondo che lo store che oscurate, che bloccate, in realtà non torni con altro nome. È vero che, purtroppo, facciamo i conti anche con il falso documentale, ma sappiamo anche tutti che on line si chiudono siti che il giorno dopo si riaprono, in altro modo, con altri canali, con altri nomi e così via.
L’ultima domanda che vorrei farle è legata a quella parte che avete scelto, che personalmente apprezzo molto, di contra- sto al fenomeno attraverso gli accordi e i memorandum con Forze dell’ordine, Paesi e così via. Per l’Italia, siamo informati del positivo accordo che c’è stato col Ministero per le politiche agricole: la collaborazione con i singoli Paesi è più o meno uguale ? Trovate ovunque lo stesso tipo di collabo- razione o no ? Che tipo di collaborazione avete con Europol e con Interpol ?
Abbiamo sentito la scorsa settimana Eu- ropol. Pure apprezzando alcune cose, fran- camente vorremmo degli organismi un po’ più attivi sul fenomeno, anche perché ab- biamo aperto un’indagine proprio sulla connessione tra il fenomeno della contraf- fazione e la criminalità organizzata. Può essere d’interesse anche a questo fine.
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. La ringrazio per le sue do- mande, molto dettagliate e pertinenti. Cer- cherò di seguire l’ordine.
Il fenomeno globale della contraffazione richiede lo sviluppo costante di nuovi ap- procci e nuove tecnologie. Tutto quello che ho detto stamattina consiste di innovazioni che sono state da noi attuate negli ultimi 6-9 mesi. Nei 6-9 mesi ancora precedenti, abbiamo elaborato altre misure innovative. I contraffattori sono però sempre più so- fisticati e persino gli strumenti tecnologici e i meccanismi che abbiamo utilizzato fino a nove mesi fa per individuare le contraf- fazioni, sono ormai obsoleti. È una delle cose a cui dobbiamo continuamente adat- tare il nostro approccio. Alcune delle no- stre tecnologie sono brevettate, mentre al- tre possono essere condivise e utilizzate per collaborare con il mondo dell’industria.
Passo alla domanda che riguarda i no- stri nuovi Dipartimenti. Abbiamo regole diverse per le varie piattaforme nei vari Paesi. I contraffattori puntano alle diverse piattaforme e diversificano la loro azione per consumatori diversi. L’obiettivo è quello di rendere normative le nostre re- gole a livello generale in tutte le piatta- forme, con specificità locali a seconda delle leggi locali. È chiaro che un esercente che voglia operare sulle varie giurisdizioni su cui lavoriamo, deve comunque attenersi a princìpi uguali e uniformi. Esiste una mi- gliore pratica a livello globale, che viene adeguata su base regolare.
A proposito della misurazione di possi- bili rischi futuri, Xxxx Xx, il nostro Presi- dente Esecutivo, ha detto che ogni volta che un consumatore acquista un prodotto con- traffatto sul nostro sito, perdiamo 5 possi- bili ulteriori acquisti da parte di quello stesso consumatore. La fiducia è un ele-
mento fondamentale per l’e-commerce. Ecco perché affrontiamo in maniera molto seria la questione. Secondo le organizza- zioni internazionali la contraffazione è un’attività in crescita, sia online che offline, quindi dobbiamo intensificare i nostri sforzi in questa lotta.
Come garantire la rimozione perma- nente di un negozio ? Abbiamo un’intera squadra che si occupa di questo. Ho citato la questione del numero identificativo na- zionale: cerchiamo di rivedere continua- mente le nostre attività, chiediamo agli esercenti di ritrasmettere le loro informa- zioni e svolgiamo controlli incrociati su vari prodotti. In questo processo per noi sono fondamentali la tecnologia così come l’acquisizione di informazioni in tempo re- ale dai nostri titolari di diritti.
Lo scorso luglio abbiamo creato il Joint- Force System, che consiste in un portale per i marchi del programma di « buona fede » che intendano partecipare, in cui vengono messe a disposizione informazioni in tempo reale, ad esempio su un negozio che si scopre essere affiliato a un altro negozio che vendeva prodotti contraffatti. Noi stessi possiamo inserire informazioni ad esempio su inserzioni sospette delle quali non siamo sicuri che siano di un contraffattore. Nei primi 60 giorni si sono registrati sul portale quasi 200 marchi del programma di « buona fede ». Alcuni hanno criticato il fatto che questo processo non abbia prodotto ancora risultati. Noi rispondiamo che è partito da appena 60 giorni e giudichiamo comunque positivo il fatto che si siano registrati già 200 marchi, desiderosi di fornire e scambiare informa- zioni. Xxxxx è partito solo alla fine di luglio. Si tratta di uno strumento di scambio di informazioni in tempo reale per cercare di essere sempre in anticipo sugli esercenti e sulle inserzioni.
A proposito degli accordi con altri Paesi, ho detto che abbiamo siglato memorandum di intesa con diverse associazioni commer- ciali negli Stati Uniti, come BSA – Software Alliance, Motion Picture Association, lavo- riamo con l’industria della musica, con diversi soggetti nel Regno Unito, in Giap- pone, Corea e Australia. Vogliamo collabo-
rare con chiunque sia pronto a collaborare con noi in questo sforzo mettendo a dispo- sizione risorse. Riteniamo, infatti, che sia un’opportunità di grande importanza.
Per quanto riguarda Europol e Interpol
– ha detto che avete già audito rappresen- tanti di Europol – riteniamo che abbiano rafforzato il loro ruolo nella lotta alla con- traffazione. Interpol sta cambiando alcune delle priorità. Il mese scorso, Interpol ha tenuto a Londra l’ultima Conferenza su formazione e protezione in materia di pro- prietà intellettuale, con la partecipazione di migliaia di marchi, parti interessate e piattaforme. Il gruppo Alibaba era fra gli sponsor principali, in particolare della ses- sione sull’educazione, che mirava specifi- camente a formare coloro che si occupano di attività di polizia per la protezione della proprietà intellettuale. Si parlava di nuove tecnologie e altro.
Auspichiamo di poter lavorare a stretto contatto anche con Europol e con EUIPO, oltre che con eventuali altre organizzazioni internazionali, per garantire un’ampia con- divisione delle informazioni, con partico- lare riferimento ai criminali transfronta- lieri, che possono o meno essere legati alla criminalità organizzata, come si diceva prima, o addirittura sponsorizzare attività e organizzazioni terroristiche. Si tratta di preoccupazioni legittime, in merito alle quali vogliamo dare il nostro contributo.
XXXXXXX XXXXXXXXX. Saluto il vice presidente di Alibaba. È un piacere averla conosciuta, è un piacere che lei abbia ac- cettato quest’audizione oggi qui da noi, devo dire molto dettagliata. Ci ha fornito anche dati molto precisi dell’attività di Xxx- xxxx sul contrasto alla contraffazione. Credo che sia emerso anche un grandis- simo ruolo che possono avere soprattutto i motori di interscambio a livello di com- mercio on line proprio nella battaglia con- tro la contraffazione.
Farò due domande, di cui la prima riguarderà la contraffazione e la seconda la promozione.
Per quel che riguarda la contraffazione, in materia di contrasto, quando un consor- zio, un marchio ve lo segnala, attivate tutte le procedure del caso: trattandosi di pro-
dotto non IG, per esempio, chi segnala ? Come avviene la segnalazione ? Come av- viene l’interdizione del prodotto ? Nel mo- mento in cui il prodotto è stato consegnato, come scatta poi la segnalazione ad Alibaba Group, al vostro portale ?
La seconda domanda è sulla promo- zione. C’ero a Verona, quando avete pre- sentato con Xxxx Xx l’evento, il successivo evento « 9/9 », Questo salto di qualità e quest’accordo che ha portato un salto di qualità sulla vostra piattaforma on line per la vendita del vino. È ovvio che auspico anche che possa essere da traino per altri prodotti. Voi sapete che mi occupo soprat- tutto di olio. Saluto il dottor Xxxxxxxxx: è un piacere averla qui in questa veste. Lei sa che sono molto rammaricata di quella vi- cenda che non siamo riusciti a chiudere. C’ho messo tutta l’anima. Sono molto felice di trovarla qui oggi.
La domanda che pongo è la seguente:
pensate di chiudere accordi per altre fi- liere ? Ho anche una « sottodomanda », mi perdonerà il presidente; io, azienda Mon- xxxxxx, come posso raggiungere la vostra piattaforma qualora ritenessi la Cina un mercato di scambio commerciale ?
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. Rispondo a proposito della contraffazione, mentre cedo la parola ai colleghi italiani per quanto riguarda la pro- mozione.
Come ho detto prima, noi guardiamo alla migliore pratica dell’accordo con il Ministero per le politiche agricole, che per noi è un modello dal quale partire. I miei colleghi potranno continuare su questo punto.
A proposito di come consorzi e xxxxxx partecipano alla procedura di presenta- zione di una richiesta di rimozione per prodotti non IG. I nostri programmi gene- rali di segnalazione e rimozione sono a disposizione di qualunque consumatore, qualunque marchio, qualunque detentore di diritto che voglia segnalare qualcosa, che si tratti di un prodotto IG o che si tratti di un potenziale ipad con una mela messa sopra, come raccontavo prima. Chiunque, attraverso i nostri sistemi AliProtect e Tao-
Protect, può presentare segnalazioni e ri- chieste di rimozione di questo tipo.
Per quanto riguarda le segnalazioni per prodotti IG, i miei colleghi potranno sof- fermarsi sui relativi punti del memoran- dum di intesa. Ogni volta che viene pre- sentata una segnalazione, viene scomposta in algoritmi all’interno dei sistemi affinché si possano cercare dei modelli. Relativa- mente alla Sua ottima domanda – se non troviamo il contraffattore prima che entri nell’ecosistema e venda qualcosa a qual- cuno, come riceviamo quest’informazione ?
– Alibaba dispone di una procedura molto efficace di protezione dei consumatori con- tro la ricezione di beni contraffatti.
I consumatori hanno novanta giorni di tempo, sulle nostre due piattaforme prin- cipali, per restituire il prodotto senza do- mande e ottenere un rimborso automatico. Quando segnalano un prodotto entro un certo lasso di tempo, noi siamo in grado di individuare l’esercente, che riceve una pe- nalizzazione, e potenzialmente anche una aggiuntiva, un ulteriore strike, se sappiamo che ha venduto un prodotto contraffatto. Così attiviamo la nostra procedura nor- male di penalizzazione.
Per quanto riguarda la tutela del con- sumatore, è importante ricordare che quando Xxxxxxx è nato, all’inizio, non c’era fiducia tra i consumatori e gli esercenti. La visione di Xxxx Xx era che Xxxxxxx si po- nesse come intermediario in Cina, come il partner di fiducia tra le due parti. Così nacque il sistema Escrow: a differenza di altre piattaforme di e-commerce, il denaro non lascia il conto AliPay del consumatore, fino a quando il prodotto non sia arrivato e non si sia verificato che non è contraf- fatto. Col nostro sistema Escrow il consu- matore ha la possibilità di verificare il prodotto. Sappiamo che in Europa vige la regola dei 60 giorni e che si può rispondere ai reclami dei consumatori.
Noi abbiamo un programma di 90 giorni, su Taobao e altre piattaforme, che protegge specificamente i consumatori. Noi teniamo sempre sotto controllo la percen- tuale di reclami e di restituzioni legati alla contraffazione. Alcune di queste percen- tuali sono in calo, su alcune delle nostre
piattaforme, e analizziamo le circostanze specifiche per cercare di applicarle anche alle altre piattaforme. Vi ringrazio per avermi dato questa opportunità e resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Forse, signor presidente, i miei colleghi possono rispondere a proposito della pro- mozione.
XXXXXXXX MINUTELLI, Business De-
velopment Manager, Italy Office Alibaba Group. La ringrazio per le domande e, naturalmente, per il suo interesse. Par- tiamo da quella sulla promozione, perché ci consente di fare un preambolo impor- tante per rispondere su come le aziende italiane possono essere presenti sulle no- stre piattaforme.
Chiaramente, quando parliamo di Cina, parliamo di agroalimentare italiano. In questo caso, dobbiamo parlare anche di precedere e accompagnare la tentata ven- dita dei propri prodotti a un’attività cultu- rale, di informazione. Comunque, come tutti noi sappiamo, ancora la quota di mercato dei nostri prodotti in Cina è rela- tivamente bassa. Abbiamo visto prima le quote di mercato del vino: se andiamo a vedere i prodotti agroalimentari, scen- diamo ancora di più. L’attività di promo- zione è, quindi, assolutamente fondamen- tale.
In questo primo anno di attività, ab- biamo incontrato il ministero, tanti con- sorzi, ai quali abbiamo raccontato le po- tenzialità legate alle nostre piattaforme e quale può essere il ruolo attivo da parte delle istituzioni e dei consorzi.
Un primo effetto positivo lo abbiamo avuto proprio in occasione del « 9/9 », quando siamo riusciti – anche questo è un caso unico nella storia di Xxxxxxx – a consentire a un ministero di investire una piccola somma promozionale a favore del comparto del vino. Era una cosa nuova. Abbiamo anche qui aperto una best prac- tice in Alibaba, e stiamo lavorando ora col Ministero per le politiche agricole proprio per cercare una soluzione operativa, pra- tica, affinché si possano promuovere in maniera generica tutti i prodotti dell’agro- alimentare, arrivando direttamente ai 434 milioni di clienti attivi che abbiamo ogni
mese. Ripeto che è importante precedere e accompagnare la tentata vendita – di quello si parla – con un’attività di promo- zione e di cultura.
In questo momento, come ricordava il dottor Xxxxxxxx, i prodotti del made in Italy riscuotono grande successo e attenzione in Cina. Anche il nostro agroalimentare inizia a essere una categoria molto popolare, an- che se ricordiamo che anche in Cina, come in Europa, la tradizione gastronomica è molto radicata, quindi attualmente ci po- sizioniamo tra le cucine etniche lontane, sicuramente la più popolare, ma lontana. La promozione è, quindi, fondamentale.
Come si può aderire alle nostre piatta- forme ? O attraverso l’apertura diretta di uno store o attraverso l’inserimento in store già aperti o in apertura, o attraverso altri due strumenti, che però riguardano un processo un po’ più lungo, interessando dei progetti pilota di Alibaba. Uno è l’acquisto diretto da parte di un nostro team di pro- getto, che sta iniziando a fare dei pilota su alcuni prodotti.
Per tranquillizzare l’onorevole Xxx- xxxxxx, il primo prodotto che è stato acqui- stato in Europa è stato proprio l’olio d’oliva pugliese. È stato un altro successo, il primo prodotto importato da Alibaba TMALL Di- rect è stato un prodotto italiano, ed è stato un olio d’oliva pugliese. Ci auguriamo di riuscire a portarne sempre di più.
L’altro caso, sempre per i prodotti agro- alimentari, riguarda TMALL Supermarket, un altro progetto interno di Alibaba, che ambisce a diventare uno dei più grandi retailer della Cina, ma che naturalmente sta iniziando a partire. Comunque, l’ap- proccio multicanale e multipiattaforma è sicuramente quello auspicabile. Noi siamo qui per incontrare le aziende e consigliare loro quale può essere il mezzo migliore per iniziare a vendere prodotti sulle nostre piattaforme.
Spero di aver risposto in maniera esau- stiva alla domanda.
XXXXXXXX XXXXXXXX. Io non ho do-
mande nello specifico, ma vorrei approfit- tare della grande esperienza e competenza delle persone presenti oggi in audizione, che ringrazio sentitamente, per avere al-
cune opinioni. Molte cose nello specifico sono state dette, ma dal mio punto di vista è importante cogliere anche alcuni sugge- rimenti più generali.
Noi siamo ben consci di quanto sia alta l’opportunità per il nostro Paese, per l’Ita- lia, nell’apertura dei mercati mondiali, an- che mediante il sistema di vendita sulle piattaforme dell’e-commerce, perché il no- stro tessuto produttivo, al di là dell’agroa- limentare, acquisisce la possibilità di af- frontare un mercato che da qualche cen- tinaio di milioni di clienti diventa di mi- liardi di clienti. Per noi, quindi, è essenzialmente una grande opportunità. A questo proposito, vorrei chiedere al vice presidente, ma anche ai suoi colleghi due opinioni.
I prodotti italiani si dividono, sostan- zialmente, in prodotti di marchio, protetti da denominazione d’origine, da consorzi, da questioni territoriali, e da prodotti che, pur non essendo, come diceva la collega Xxxxxxxxx, protetti da denominazione, sono comunque prodotti italiani, dell’Italian style. Da questo punto di vista, le questioni che vorrei porle sono due.
Al di là della protezione dei marchi, che sono naturalmente più facili, la protezione per esempio delle denominazioni, delle produzioni speciali e simili, è sempre stata affidata a livello internazionale ai grandi accordi, come l’Accordo transatlantico. Quello transpacifico, che si stava nego- ziando, aveva dei punti per noi importanti, quelli della tutela dell’IGP, delle denomi- nazioni d’origine e via discorrendo. Sap- piamo quanto sia complessa questa nego- ziazione nel commercio tradizionale.
Vediamo qui che nel commercio via Internet, nell’e-commerce, anche grazie al- l’intraprendenza, alla valutazione commer- ciale sulla reputazione di piattaforme im- portanti come la vostra, non solo il tema della difesa, della lotta alla contraffazione, ma anche di valutare la qualità dei prodotti nella giusta misura, diventa un fattore eco- nomico. Lei ritiene che, oltre per esempio a un rapporto uno a uno tra il Paese e la piattaforma, ci sia anche nelle piattaforme la possibilità di condividere delle regole comportamentali – ho sentito che accen-
xxxx a questo – di avere un approccio più uniforme, dettato anche dal comporta- mento del mercato ? Questa è la prima questione, che mi è sorta spontanea pen- sando a tutte le osservazioni molto interes- santi che ha fatto.
La seconda è molto più banale, ma anche questa nasce dal grande concetto reputazionale che attribuite ai prodotti che vendete, in modo da avere una risposta sempre interessante. Ho risentito con pia- cere l’osservazione del vostro presidente che un prodotto contraffatto vi fa perdere altri clienti. Noi abbiamo una discussione in corso anche a livello nazionale.
Lei ritiene che un aumento dell’infor- mazione fornita al consumatore sui pro- dotti italiani sia di aiuto nella vendita ? Noi abbiamo una legge in corso di approva- zione in Parlamento che vuole sostenere la tracciabilità volontaria, cioè il fornire in- formazioni aggiuntive su base volontaria, che permettono al consumatore di avere notizie su quello specifico prodotto, dalla sua nascita e per tutta la sua catena di distribuzione. Questo non riguarda solo l’alimentare, ma tanti prodotti del made in Italy. Potrebbe, questo, essere un valore aggiunto, un asset anche per le grandi piat- taforme nella commercializzazione di pro- dotti italiani ?
XXXX XXXXXXXXX, Vice President, Head on International Government Affairs Xxx- xxxx Group. La ringrazio per le Sue due domande.
Le Sue osservazioni sui negoziati in ma- teria di regole su una base di uno a uno rispetto a quelli multilaterali, mi fanno venire in mente il detto che più cuochi ci sono in cucina più tempo ci vorrà prima di mangiare: occorre tempo prima di realiz- zare un accordo. Lei ha citato diversi ne- goziati commerciali multilaterali che si sono arenati. Noi crediamo nell’e- commerce, in Internet, negli accordi volon- tari, che non impediscono l’innovazione.
Nel settore della contraffazione, quando ci si accorda su alcune norme, spesso in fase di attuazione quelle norme sono già obsolete, con i contraffattori che vanno molto più avanti. Si può raggiungere un equilibrio se si garantisce la partecipazione
di un sempre maggiore numero di opera- tori di mercato che agiscono nel rispetto delle stesse regole. È importante ricordare anche che il mercato di ogni Paese è di- verso dagli altri, con norme e discipline diverse. Questo rende la situazione un po’ complicata, ma più c’è collaborazione, più c’è dibattito, maggiore sarà la capacità di arrivare a una normazione efficiente.
Il memorandum d’intesa della Commis- sione europea sui diritti di proprietà intel- lettuale cerca di diffondere l’idea che le procedure di notice and take-down e la condivisione di informazioni tra piatta- forme e detentori di diritti dovrebbe essere la procedura di base. La vostra stessa at- tività di inchiesta dimostra infatti che non è così, tra gli stessi Stati membri dell’U- nione europea. Il memorandum quindi aiuta a sviluppare una migliore pratica. E incoraggia anche piattaforme come la no- stra, che non ne facevano parte in passato, a trarre un insegnamento da esso e capire quale contributo si può dare.
Come avete detto, non esiste una mi-
gliore pratica consolidata. Il sistema è an- cora in fase di maturazione. Siamo fidu- ciosi che esista un modo per rafforzare la collaborazione con altre piattaforme, ope- ratori di mercato e governi, per giungere a standard comuni validi per consumatori e mercati, affinché si possa lottare in ma- niera efficace contro la contraffazione.
Per quanto riguarda la reputazione dei prodotti e la tracciabilità volontaria, biso- gna tenere conto della dinamica globale della nostra piattaforma – si tratta, infatti, di una piattaforma globale. Noi non ab- biamo una piattaforma Alibaba Italia, a differenza di altri. Alibaba è una piatta- forma globale, aperta a tutti i possibili consumatori globali.
Con la maturazione del mercato, sia in Cina che a livello internazionale, relativa- mente agli scambi con la Cina, i consuma- tori hanno cominciato a chiedere agli eser- centi maggiori informazioni sui prodotti: da dove arrivano, chi li ha realizzati, se sono prodotti in una certa area geografica. Questo autorizza noi, da una prospettiva di mercato, a chiedere agli esercenti di rila- sciare quelle informazioni anche in Paesi
dove non sono richieste dalla legge, per avere maggiore trasparenza. Bisogna con- sentire il trasferimento di dati e informa- zioni a beneficio dei consumatori e degli esercenti durante le transazioni. Questa è una mia considerazione personale.
Cedo ora la parola ai miei colleghi ita- liani.
XXXXXXXX MINUTELLI, Business De-
velopment Manager, Italy Office Alibaba Group. La ringrazio per la domanda.
Per quanto riguarda l’informazione, serve una premessa: quello cinese è un consumatore molto attento, molto curioso, che ama informarsi, motivo per il quale sulle nostre piattaforme è possibile cari- care ogni tipo di contenuto, video, schede, tutorial. Siamo, anzi, i primi a promuovere questo tipo di attività nei confronti delle aziende che vogliono vendere i loro pro- dotti. È molto importante, soprattutto per i prodotti di importazione, spiegare non solo la provenienza, che per loro è molto importante, ma anche l’utilizzo. A volte, vengono date per scontate cose che invece in Cina non sono per niente scontate.
Per quanto riguarda il discorso delle
denominazioni d’origine, chiaramente nel- l’MoU abbiamo esteso, oltre ai propri mar- chi, anche alla protezione di questi pro- dotti. Sappiamo quanto siano importanti per l’agroalimentare italiano e conosciamo molto bene la posizione che l’Italia porta avanti sul tema in sede di negoziati europei insieme all’Unione europea. Abbiamo giu- dicato importante estendere questo tipo di protezione, proprio perché in Italia e in Europa in generale rappresentano una parte importante di un settore molto im- portante, il secondo in Italia.
Quanto a quello che si può fare, siamo ben contenti di promuovere e vendere i pro- dotti dell’agroalimentare italiano o di tutti gli altri comparti. Ci piace citare un esempio. Per quanto riguarda i prodotti dell’orto- frutta, oggi possiamo vendere solamente il kiwi e, da poco, l’arancia, ma non era ancora operativo un protocollo. Ci sono casi di suc- cesso, delle ciliegie di Washington, delle stesse aragoste del Nord America e di tanti altri prodotti freschi di altri Paesi, della frutta secca proveniente dall’Inghilterra:
Alibaba, attraverso programmi specifici, promozionali, ha veramente aiutato interi comparti di determinati Paesi, facendo ven- dite incredibili.
Ci piacerebbe, quindi, come Alibaba Ita- lia, poter finalmente avviare ad esempio il progetto delle arance italiane nel mercato cinese. Sino a poco tempo fa, però, nono- stante ci fosse un accordo bilaterale, questo non era ancora operativo. Che cosa possono fare le associazioni, il Governo, i ministeri ? Sicuramente, aiutare le imprese italiane a vendere i propri prodotti in Cina.
Mi sembra di aver risposto in maniera esaustiva.
PRESIDENTE. Ringrazio vivamente i no- stri auditi. È stata una riunione importante, durata anche abbastanza a lungo, il che vuol dire che c’era un giusto interesse.
Prima di salutarvi, vi rammento che la settimana prossima non avremo audizioni,
ma ci sarà, per chi desidera essere presente, la proiezione del film documentario sulla contraffazione, con la Presidente Xxxxxxxx, il regista, il comandante Xxxxxx della Guardia di finanza e Versace. È giovedì della setti- mana prossima, alle 16.00, nell’auletta dei gruppi parlamentari.
Ringrazio tutti, dispongo che la docu- mentazione prodotta sia pubblicata in alle- gato al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 13.40.
IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTI ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE
Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxx
Licenziato per la stampa il 20 dicembre 2016
STABILIMENTI TIPOGRAFICI XXXXX XXXXXXX
XVII LEGISLATURA — CONTRAFFAZIONE — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2016
ALLEGATO
XVII LEGISLATURA — CONTRAFFAZIONE — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2016
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