Capitolato Tecnico
Capitolato Tecnico
GARA D’APPALTO, A MEZZO PROCEDURA APERTA, PER L’AFFIDAMENTO, PER LA DURATA DI TRE ANNI, DEL SERVIZIO DI PROGETTAZIONE E SVILUPPO DEL “SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO SPISAL E STILI DI VITA” E DEI SERVIZI AD ESSO COLLEGATI
Sommario
PARTE GENERALE 5
1. PREMESSA 5
2. ACRONIMI E DEFINIZIONI 7
3. RIFERIMENTO A DOCUMENTI E LEGGI 8
4. DESCRIZIONE GENERALE 9
4.1 Elementi strategici per lo sviluppo del sistema 10
4.2 Modalità di recupero dati dai sistemi in via di dismissione 12
4.3 Interoperabilità con i sistemi: AULSS, ARPAV ed altri Enti Operativi coinvolti 12
4.4 Interazione con altri enti/servizi 13
PARTE TECNICA 14
1. OGGETTO E DURATA DEL SERVIZIO 14
1.1 Caratteristiche fondamentali dell’applicativo software 15
1.2 Componenti funzionali 16
1.3 Descrizione del progetto per aree 17
1.3.1 Area della sicurezza delle autenticazioni e audit 17
1.3.2 Area applicativa orizzontale – anagrafiche e codifiche 18
1.3.2.1 Persone fisiche 19
1.3.2.2 Persone giuridiche e unità locali 20
1.3.2.3 Anagrafi specifiche 21
1.3.2.4 Codifica delle prestazioni erogabili 21
1.3.2.5 Georeferenziazione dei dati 22
1.3.3 Area applicativa orizzontale – processi – descrizione e diagramma BPMN 22
1.3.3.1 Gestione generale attività (processo pianificazione monitoraggio e valutazione attività) 25
1.3.3.2 Gestione documentale 46
1.3.3.3 Gestione attività 50
1.3.3.4 Gestione provvedimenti/miglioramenti 65
1.3.3.5 Gestione scadenziario e assegnazione referenti per pianificazione attività 70
1.3.4 Area applicativa verticale – Processi – Descrizione e Diagramma BPMN (Glossario) 71
1.3.4.1 Infortunio sul lavoro 72
1.3.4.2 Malattia professionale 79
1.3.4.3 Vigilanza Spisal 87
1.3.4.4 Bonifiche amianto 91
1.3.4.5 Ambulatorio di medicina del lavoro 94
A. Visite mediche e accertamenti sanitari 95
B. Inserimento lavorativo dei disabili 98
C. Ricorso avverso giudizio del medico competente art 41 Dlgs 81/08 100
D. Sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti a cancerogeni 102
E. Tutela della salute delle lavoratrici - astensione anticipata dal lavoro per complicanze della maternità 102
F. Commissioni ex art. 5 L.300/70 102
1.3.4.6 Espressione Pareri Tecnici Formalizzati 102
A. Pareri Sanitari per l’edilizia 104
B. Pareri per igienicità/antigienicità degli ambienti abitativi/lavoro 104
C. Pareri inerenti ad igiene ambientale 104
D. Pratiche per impianti di Distributori carburanti 104
E. Classificazione industrie insalubri (art. 216 TULSS/34) 104
F. Autorizzazioni in deroga 104
G. Nulla osta fiamma 104
H. Patentino per l'abilitazione all'impiego dei gas tossici 108
I. Parere per astensione anticipata dal lavoro per rischio lavorativo - tutela delle lavoratrici in gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino 109
1.3.4.7 Sportello ascolto e centro benessere organizzativo 109
A. Sportello ascolto 109
B. Centro Benessere Organizzativo 110
1.3.4.8 Informazione 113
1.3.4.9 Formazione 115
1.3.4.10 Promozione della salute e stili di vita 117
1.3.4.11 Vidimazione registro infortuni 119
1.3.4.12 Area applicativa ARPAV: gestione delle verifiche impiantistiche 119
1.4 Funzionalità statistiche e reportistica 124
2. SPECIFICHE TECNOLOGICHE 124
2.1 Infrastruttura 124
2.2 Formazione e manualistica 125
2.3 Definizione degli SLA (Service Level Agreement) 126
2.3.1 SLA Manutenzione Correttiva 126
2.3.2 SLA Manutenzione Adeguativa (dal terzo anno contrattuale) 126
2.3.3 SLA Manutenzione Evolutiva (eventuale – dal terzo anno contrattuale) 127
2.3.4 Assistenza di secondo livello (dal terzo anno contrattuale) 127
PARTE GENERALE
1. Premessa
Con la D.G.R. n. 4062 del 22/12/2004, “Progetto di informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro. Conferimento incarico di progettazione e realizzazione. Impegno di spesa”, la Giunta Regionale ha definito la strutturazione di uno strumento informatico unico finalizzato, da un lato, al supporto gestionale delle attività svolte dai Servizi per la Prevenzione Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL) e, dall’altro, alla raccolta di informazioni di sintesi per l’esercizio delle funzioni regionali di governo, con particolare attenzione al monitoraggio della copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), mediante un sistema di indicatori congruenti, avviando così l’informatizzazione nell’area Medicina e Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nell’ambito del Piano triennale 2005-2007 di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro, approvato con D.G.R. n. 935 del 18/03/2005 è stato inizialmente sviluppato Il Progetto di informatizzazione, denominato “Prevnet”.
Successivamente, all’interno del Piano Regionale Prevenzione (PRP) 2010-2012, approvato con D.G.R. n. 3139 del 14/12/2010, e prorogato con D.G.R. n. 845 del 04.06.2013, nella macroarea “Prevenzione universale”, è stato inserito il Progetto “Sviluppo evolutivo di miglioramento del Sistema Informativo Regionale Prevnet per la gestione delle attività di Prevenzione negli ambienti di lavoro” (codice 2.2.7) di evoluzione della piattaforma “Prevnet”, coerentemente a quanto disposto dall’articolo 8 del D.Lgs. n. 81/2008 in ordine all’istituzione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP).
Con la D.G.R. n. 2022 del 29/11/2011 sono stati definiti gli obiettivi per gli anni 2011 e 2012 di seguito elencati:
• assicurare a tutte le Aziende Ulss (AULSS) la manutenzione correttiva e l’assistenza applicativa “Help desk di 1° livello” per gli anni 2011 e 2012 del Sistema informativo già installato e utilizzato (obiettivo n. 1);
• realizzare, nell’ottica della semplificazione dell’azione della Pubblica Amministrazione e del conseguimento di xxxxxxxx con altri Enti, uno strumento informatico unico a livello regionale per le attività di vigilanza nel settore edile (obiettivo n. 2);
• attivare le procedure amministrative volte a garantire l’evoluzione del “Sistema Informativo Regionale della Prevenzione e Promozione della salute negli ambienti di lavoro” per tutti gli aspetti di competenza istituzionale dei Servizi per la Prevenzione Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPISAL) (obiettivo n. 3).
Attualmente permangono livelli di realizzazione/utilizzo del Sistema Informativo Prevnet disomogenei, parziali ed in linea di massima non adeguati rispetto alle reali necessità previste dall’obiettivo n. 2 della
D.G.R. n. 2022/2011. Questo comporta una crescente difficoltà dei sistemi aziendali di adeguarsi alla sempre maggiore richiesta di informazioni con un grado di risposta diversificato in funzione al diverso grado di utilizzo delle moderne tecnologie informatiche più sulla base della reale capacità di modificare i modelli organizzativi e di lavoro, che attraverso una lucida progettazione, sviluppo e qualificazione dell'informazione, con una spiccata tendenza a soluzioni parziali e di settore non integrate in una strategia unitaria e coordinata.
Peraltro la crescente attenzione all'uso delle tecnologie informatiche sta generando sempre di più fenomeni di auto referenzialità dei singoli produttori di applicativi informatici che cercano di affermare la esaustività e la unicità della propria soluzione. Al contrario è necessario affermare come lo sviluppo dell'utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione sia una funzione di preminente interesse pubblico e come tale deve essere presidiata dalla componente pubblica.
Da questa e da altre considerazioni generali espresse nel presente documento tecnico è possibile ricavare una serie di principi che sono da tenere presenti per la realizzazione del sistema richiesto e voluto dalla Regione del Veneto:
• Si ritiene che il know-how della progettazione, analisi dei bisogni, definizione delle funzionalità, messa a regime, formazione agli operatori e definizione delle implementazioni evolutive, debba rimanere prerogativa e risorsa della componente pubblica;
• Sia strategico adottare una politica in grado di costruire un sistema su misura rispetto alle esigenze operative delle AULSS ed Enti Operativi coinvolti (SPISAL, ARPAV, DTL) e degli obiettivi strategico- programmatori della Regione del Veneto a partire dall’esperienza maturata in ambito regionale e nazionale, attingendo dalle migliori conoscenze derivanti da esperienze e professionalità di specialisti che operano nell’ambito della prevenzione collettiva;
• Ci si svincoli da possibili leggi o condizionamenti dettati dal mercato, più preoccupato di affermare la “esaustività” e la “unicità” delle proprie soluzioni indipendentemente dal contesto a cui queste si debbano inserire o adattare, che concentrato in una lucida e disinteressata progettazione di largo respiro;
• E’ da considerarsi significativo il ruolo dell’integrazione e dell’interoperabilità sia verso sistemi esterni sia tra i settori della prevenzione e di altri soggetti aziendali.
Con il presente documento si intendono quindi descrivere tutte le funzionalità applicative software e i servizi che saranno oggetto dell’appalto.
2. Acronimi e definizioni
Acronimo | Significato |
AGID | Agenzia per l’Italia Digitale |
AOL | Amministratore Operativo Locale |
ARPAV | Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto |
ASRA | Amministratore di Sistema Regionale Applicativo |
AT | Assistenza Tecnica |
AULSS | Azienda ULSS |
BPMN | Business Process Model and Notation |
DTL | Direzione Territoriale del Lavoro |
DP | Dipartimento della Prevenzione |
FDCOS | Firma Digitale Carta Operatore Sanitario |
GLRT | Gruppo di Lavoro Regionale Tecnico |
GO | Gestione Operativa |
GTRO | Gruppo Tecnico Regionale Operativo |
GTSWP | Gruppo Tecnico Software di Prevenzione |
LIMC | Funzioni di Lettura, Inserimento, Modifica e Cancellazione logica |
NAL | Nodo Applicativo Locale |
PA | Pubblica Amministrazione |
RV | Regione del Veneto |
SA | Software Applicativo |
SINP | Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro |
SISP | Servizio Igiene Sanità Pubblica |
SOA | Service Oriented Architecture |
SPISAL | Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro |
SSFO | Sistema delle Funzioni Orizzontali |
SSR | Servizio Sistema Informativo Regionale |
SV | Stili di Vita |
S_SSV | Sistema Informativo Sanitario Spisal e Stili di Vita |
SS_SISP | Sotto Sistema Servizi Igiene e Sanità Pubblica |
SS_SPISAL | Sotto Sistema Servizio della Prevenzione Igiene e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro |
SS_SUAP | Sotto Sistema Sportello Unico delle Attività Produttive |
3. Riferimento a documenti e leggi
• Piano Nazionale Prevenzione (PNP) 2010-2012 e Intesa tra Governo, Regioni e le Provincie Autonome di Trento e di Bolzano del 29/04/2010;
• D.Lgs N. 82 del 7 marzo 2005 “Codice dell’amministrazione digitale”;
• Articolo 8 del D.Lgs. n. 81/2008 in ordine all’istituzione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP);
• L.R. N. 23 del 29.06.2012 Norme in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano Socio-Sanitario Regionale(PSSR) 2012-2016 e L.R. n. 46 del 03/12/2012;
• D.G.R. n. 4062 del 22/12/2004, “Progetto di informatizzazione del sistema di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro. Conferimento incarico di progettazione e realizzazione. Impegno di spesa”;
• D.G.R. n. 935 del 18/3/2005 Attuazione DGR n. 3846 del 3.12.2004. Approvazione Piano triennale 2005_2007 di prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro. Impegno di spesa.
• D.G.R. n. 3139 del 14/12/2010 del Piano Regionale Prevenzione (PRP) 2010-2012 “Sviluppo evolutivo di miglioramento del Sistema Informativo Regionale Prevnet per la gestione delle attività di Prevenzione negli ambienti di lavoro”;
• D.G.R. n. 2022 del 29/11/2011 definizione obiettivi gli obiettivi per gli anni 2011 e 2012.
• DGR n. 1678 del 7 agosto 2012 Prosecuzione pluriennale del “Progetto di informatizzazione del Sistema di Prevenzione “ per il triennio 2012-2014;
• D.G.R. n. 842 del 04.06.2013 “Approvazione dei documenti di ricognizione delle prestazioni sanitarie, Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), erogate dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende ULSS del Vento, relative all’Area Assistenza Sanitaria Collettiva in Ambienti di Vita e di Lavoro e dell’Area di Sanità Pubblica e di Sicurezza Alimentare”, secondo indicatori e standard di riferimento esplicitati nell’allegato A della D.G.R.
In riferimento all’ARPAV:
• L’art. 71 del DLGS 81/2008 e s.m.i. ha modificato la normativa sulle verifiche periodiche previste per le attrezzature di lavoro, riportate nell’Allegato VII del medesimo decreto;
• Decreto interministeriale è il DM 11/04/2011, pubblicato sul S.O. alla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 29 aprile 2011, ed entrato in vigore il 23/05/2012.
4. Descrizione generale
La Regione del Veneto attraverso i suoi organi direttivi per finalità di programmazione e controllo e in nome e per conto delle AULSS per finalità gestionali operative dei Dipartimenti di Prevenzione, nello specifico dei Servizi ad essi afferenti (SPISAL e SISP), ha espresso la necessità di possedere un sistema gestionale regionale centralizzato sempre più aderente all’esigenze operative, conforme agli standard dettati dai processi organizzativi, alla raccolta omogenea delle informazioni e aderente alle migliori tecnologie presenti nel mercato il tutto in linea con la normativa vigente.
Il presente Documento tecnico ha lo scopo di descrivere i requisiti di tale sistema il cui oggetto principale è il software applicativo centralizzato e i servizi ad esso collegati.
Le valutazioni e le indicazioni espresse sono orientative per le attività di progettazione e di sviluppo del sistema, ma non possono ritenersi completamente esaustive delle esigenze che si dovessero manifestare in corso d'opera e che verranno eventualmente espresse e risolte durante la fase di realizzazione e di test.
Si ritiene pertanto che, da parte dell’appaltatore del sistema, debba essere valutata la possibilità di includere margini di analisi, progettazione, sviluppo e test, al momento non perfettamente definibili che faranno comunque parte dell'offerta economica con cui le parti si legheranno da vincolo contrattuale, senza alcun onere aggiuntivo per il committente.
Di seguito vengono riportati:
• la definizione degli ambiti principali di informazioni che per ogni processo/sottoprocesso dovranno essere incluse nella base dati (input) alla luce delle attuali prevedibili esigenze e per quanto è dato di conoscere;
• indicazioni generali rispetto al sistema dei controlli (attualmente prevedibile) che il S.A. deve prevedere al fine di garantire la qualità delle informazioni registrate;
• le principali uscite (output) rispetto ai debiti informativi nei confronti di enti e servizi coinvolti e ai documenti previsti dalla gestione operativa e dalla normativa regionale e nazionale;
• le elaborazioni ritenute necessarie per gli adempimenti di competenza sia a livello locale che regionale che possono trarre origine da processi diversi;
• la possibilità di interazione, di utilizzo e di integrazione con basi dati esterne secondo le linee di sviluppo e le modalità tecnologiche dettate sia dagli standard che dallo stato dell’arte dei progetti in essere al fine di raggiungere comunque il risultato atteso.
Ogni oggetto o modulo sviluppato all'interno di questo progetto dovrà rispondere alle finalità generali dal punto di vista della:
• Innovazione tecnologica;
• Modalità organizzativa definita nei processi operativi;
• Semplificazione amministrativa;
• Accessibilità dei servizi da parte di tutti gli utenti coinvolti nei processi siano essi interni o esterni.
La titolarità dell'informazione raccolta e trattata rimane ai soggetti istituzionalmente competenti e titolari del dato come previsto a seconda dei casi dalle norme specifiche di riferimento. Il sottosistema di Autenticazione e Autorizzazione dovrà essere lo strumento che garantisce l'accesso sicuro e controllato da parte di tutti gli utenti e i sistemi esterni. La creazione e gestione dei profili di autenticazione, dovrà essere flessibile ed utilizzabile anche da utenti finali, ai quali saranno associati i permessi di accesso in lettura, scrittura, modifica e cancellazione per le funzionalità rese disponibili dal sistema. Tale operatività dovrà
permettere di ritagliare per ogni soggetto o sistema, un profilo aderente al dettato normativo per l'accesso alle informazioni, nel rispetto della Privacy e delle norme che definiscono la titolarità dell'informazione e dei contenuti. Inoltre, sempre nel rispetto della normativa, dovrà essere garantito il monitoraggio in termini di passi dell’iter amministrativo, ai fini della trasparenza e tracciabilità, ai soggetti esterni ed interni al sistema titolati.
L’architettura di riferimento è SOA (Service Oriented Architecture) quale “paradigma per l'organizzazione e l'utilizzazione delle risorse distribuite che possono anche essere sotto il controllo di domini di proprietà differenti” (OASIS - Organizzazione per lo sviluppo di standard sull'informazione strutturata). Si ritiene che sia essenziale quanto basilare avere delle procedure che utilizzino dal lato utente una interfaccia evoluta, che si appoggia su Servizi WEB (Web Services) quale strumento fondamentale di sviluppo del sistema regionale. Sia l'utente che utilizza l'interfaccia web sia eventuali sistemi esterni titolati e debitamente autorizzati, potranno inserire e ricevere dati di dettaglio o di sintesi nel e dal sistema regionale; a garanzia della correttezza e coerenza dei dati registrati, si richiede la massima efficienza del business control dell’application.
La definizione delle linee guida del presente Documento tecnico sono state redatte dal Gruppo di Lavoro Regionale Tecnico (GLRT) con il supporto del Gruppo Tecnico Software di Prevenzione (GTSWP) afferente al Settore Sistema Informatico Sezione Controlli Governo e Personale Regionale SSR che nello specifico si è occupato di:
• Definire i requisiti di funzionalità anche nel dettaglio dei singoli moduli applicativi;
• Descrivere l’iter dei principali processi di attività (diagrammi BPMN) che il S.A. dovrà sviluppare;
• Descrivere i soggetti esterni coinvolti valutandone le opportunità e le modalità di integrazione.
4.1 Elementi strategici per lo sviluppo del sistema
In xxx xxxxxxxxxxx xx ritiene necessario fissare alcuni elementi inderogabili e fondamentali, che verranno ripresi e trattati più diffusamente in seguito ma ritenuti essenziali nello sviluppo del sistema:
1. Il sistema dovrà essere concepito fin dall'inizio con una netta separazione tra le funzionalità del sistema e le strutture organizzative che utilizzano le funzionalità stesse (rappresentate all'interno della base dati attraverso l'anagrafe degli operatori, degli uffici, la configurazione dei profili, ecc.). Questo consentirà di attribuire le funzionalità alla struttura organizzativa, indipendentemente da come ogni AULSS, o Ente Operativo coinvolto, si è organizzata al suo interno. Alla struttura organizzativa fanno capo i singoli operatori che ereditano l'accesso alla funzione. Ogni utente può essere associato ad una o più unità organizzative;
2. Il sistema deve essere poggiato su un’unica istanza di data base che pur garantendo la raccolta omogenea del dato consenta la gestione sia aziendale che multi aziendale;
3. Il sistema deve essere strutturato in modo tale da gestire puntualmente anche il procedimento amministrativo che sovrintende l’iter di svolgimento delle attività (quindi i livelli di responsabilità ivi collegati, l'analisi di processo, i punti di controllo e verifica, l'eventuale prodotto finito di riferimento coerentemente con i diagrammi di rappresentazione, ecc.); questo garantirà un monitoraggio sull'iter delle pratiche;
4. Il sistema dovrà consentire, attraverso una figura di Amministratore di Sistema Regionale Applicativo (ASRA), di:
a. creare schede di raccolta dati strutturate senza intervento sul codice sorgente per quanto riguarda le informazioni già previste nei sistemi in uso presso i Servizi SPISAL e non rispondenti ai processi descritti nel presente documento tecnico, laddove ritenuto necessario;
b. creare reportistica specifica (generatore di report) che consenta la massima flessibilità e contempli tutte le informazioni registrate con vista rivolta alla titolarità del dato;
c. correlare funzionalità a strutture organizzative (con possibilità di eventuali aggregazioni) sia in termini gestionali che di estrazione dei dati con ampia possibilità di effettuare elaborazioni ed analisi propedeutiche ad azioni programmatorie e strategiche;
d. dotare la base dati di idonei strumenti che consentano la costruzione di interrogazioni al sistema ed estrazione del dato sui principali formati di rappresentazione delle informazioni (fogli di calcolo) ma anche l'esportazione di porzioni del sistema di dati per analisi con strumenti esterni al sistema e disponibili agli operatori con adeguate credenziali, informazione completa e dettagliata sulla struttura dei dati e sul loro significato al fine di rendere fattibile un autonomo livello di elaborazione ma non di modifica.
Il Sistema Applicativo (SA) compresi i documenti di progettazione e i sorgenti del software sviluppato, dovrà essere di proprietà della Regione del Veneto e dovrà obbligatoriamente prevedere:
1. per ogni processo di lavoro la registrazione puntuale di tutte le informazioni relative alle attività svolte secondo le procedure definite ed esplicitate nel dettaglio in apposito capitolo del presente documento tecnico e secondo gli output/report da produrre (Allegato 1);
2. la gestione, la pianificazione, il monitoraggio delle attività di competenza all’interno di ogni singolo SPISAL ed Unità Operative coinvolte nei processi;
3. l’interoperabilità con i gestionali aziendali di interesse per i processi trattati dal S.A. al fine della corretta gestione del completo patrimonio informativo delle Unità Operative coinvolte;
4. l’interoperabilità con gli enti esterni coinvolti e le integrazioni con eventuali basi dati di interesse;
5. il piano di formazione continua per l’utilizzo dell’applicativo software alle risorse afferenti al GTSWP che a loro volta formeranno gli operatori coinvolti;
6. il servizio di assistenza all’esercizio del sistema;
7. l’avviamento, comprensivo della migrazione completa dello storico per il completo recupero del patrimonio informativo di ogni singolo SPISAL, nonché dall’ambiente centralizzato regionale di “Notifiche cantieri ed ispezioni in edilizia" ed Unità Operative ed Enti della P.A. coinvolti nei processi (ARPAV, DTL) che utilizzino un sistema informatico con storico attinente;
8. il sistema di reporting generalizzato e di export dei dati;
9. la gestione puntuale delle informazioni prodotte dai servizi nelle loro attività istituzionali, permettendone la catalogazione e classificazione in maniera razionale sulla base di codifiche e linee interpretative predefinite;
10. la ricerca flessibile del dato da prospettive di diverso interesse anche nella profondità storica e nelle banche dati con le quali il sistema interagisce;
11. gli output di interesse dell'utente finale nel formato necessario alla circostanza (report, certificato, file di dati, ricevuta, documenti di varia natura, ecc.);
12. la gestione dell’autenticazione forte e della firma digitale nei casi ritenuti necessari dalla normativa vigente, il sistema deve supportare le più diffuse modalità di firma digitale e l’eventuale utilizzo della smart card secondo gli standard regionali in uso (FDCOS);
13. l’export dei dati completo, flessibile e utilizzabile anche dall’operatore finale con possibilità di filtro sia sulle informazioni sia sul loro contenuto;
14. la disponibilità delle informazioni gestite al fine di assicurare la loro integrazione con gli applicativi software di pertinenza di dominio regionale (es. Anagrafe Unica, datawarehouse regionale) e di dominio aziendale (es. datawarehouse aziendale, ecc.);
15. la gestione della storicizzazione completa di tutte le informazioni registrate comprese le variazioni delle anagrafiche e delle codifiche;
16. Il GANTT delle attività per la messa a punto del sistema.
4.2 Modalità di recupero dati dai sistemi in via di dismissione
E’ da considerarsi parte integrante del servizio l'attività di import dalle basi dati dei sistemi in uso presso le AULSS ed Enti Operativi coinvolti (SPISAL, ARPAV, DTL…) e presso il nodo regionale relativamente all’applicativo centralizzato “Web cantieri ed ispezioni in edilizia” e la migrazione di tutti i dati dei singoli moduli e le base dati con tipologia di informazioni attinenti alla base dati oggetto del servizio. Tale attività verrà effettuata come attività una tantum e in maniera ravvicinata e coordinata con la pianificazione dell’attivazione del S.A. nell’AULSS o Ente Operativo specifico, secondo un piano di attivazione proposto dall’aggiudicatario, approvato e concordato dal GTSWP, afferente al Settore Sistema Informatico (SSR), con le Direzioni delle singole Aziende, in modo da non dover innescare meccanismi che portino allo sviluppo di applicativi necessari al continuo riallineamento dei dati fra i sistemi, comprimendo quindi le eventuali riconciliazioni di dati (con quelli già eventualmente presenti sul sistema regionale) ad un unico evento di durata il più breve possibile.
Trattandosi di un Sistema utilizzato presso le varie AULSS ed i Dipartimenti Provinciali dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV) i costi delle attività di estrazione dati dai vecchi sistemi faranno parte integrante dell’offerta così come la predisposizione delle funzioni di import e la loro documentazione di dettaglio.
Sarà necessario prevedere un piano di test (migrazione in ambiente di test) che consenta di verificare la bontà della migrazione, da effettuarsi in collaborazione con gli operatori delle AULSS, ARPAV e il GTSWP, mentre sarà onere delle singole AULSS sistemare le incongruità eventualmente presenti nello storico da migrare e rilevate nei database durante la migrazione dei dati.
4.3 Interoperabilità con i sistemi: AULSS, ARPAV ed altri Enti Operativi coinvolti
Sono da tenere in debita considerazione i punti di contatto informativi tra il S.A. oggetto del presente documento tecnico e i sistemi informativi locali.
Nel caso di informazioni provenienti da sistemi esterni (siano essi aziendali o di altri enti coinvolti) le informazioni recuperate dovranno essere rese disponibili nei processi in cui vengono richiamate ed utilizzate.
Necessitano di sviluppo di integrazione ed interoperabilità ad oggi, e quindi oggetto del servizio, i seguenti applicativi gestionali transazionali:
• Protocollo aziendale (in entrata e in uscita) comprensivo della PEC;
• Gestione notifica eventi del Pronto Soccorso di interesse per i Dipartimenti della Prevenzione o eventuale integrazione (se in produzione) con il modulo di intercettazione regionale degli eventi infortunistici verso l’INAIL (in entrata);
• Gestione ambulatoriale per visite mediche;
• Gestione contabile e amministrativa (Gestione fatturazione delle prestazioni, gestione cassa in uscita);
• Controllo di gestione attribuzione delle attività ai rispettivi centri di costo; (in uscita, a titolo di esempio informazioni che concorrono alla definizione del budget e/o reportistica aziendale);
• CUP per visite mediche/accertamenti/prescrizioni analisi;
• Denunce, referti o certificati da INAIL (Certificati, Registro esposti, sorveglianza sanitaria 3b art. 40, malattie professionali, flussi ex esposti);
• Anagrafe Unica Regionale (degli assistiti);
• Schede di dimissione ospedaliera (da flussi regionali/aziendali);
• Anagrafe impianti e macchine ARPAV;
• Anagrafe ditte (Telemaco e/o Parix);
• Albo Nazionale delle imprese “gestori ambientali cat. 10A e 10B”;
• Registro corsi di abilitazione della Regione del Veneto;
• Informazioni di interesse da altri enti: DTL, ARPAV, Autorità Marittima, Autorità Portuale, VVF;
• Pareri Tecnici formalizzati richiesti tramite Sistema Informativo SUAP. Nello specifico per le funzionalità ad uso di ARPAV:
• protocollo generale ARPAV;
• Gestionale di contabilità;
• Interoperabilità con data base INAIL.
Si sottolinea la necessità che il sistema debba saper esprimere ampie capacità di integrazione basandosi su protocolli e metodologie riconosciute standard di mercato. E’ richiesta al sistema la capacità di integrazione tramite l’adozione di formati XML e dei protocolli di scambio da esso derivati (Web Services) per consentire il completo automatismo e impedire l’ accesso diretto al dato, nonché garantire il massimo livello di sicurezza. Il sistema deve consentire a seconda della tipologia di integrazione la definizione di tempi e modi del processo di integrazione (asincrono a fronte della variazione del dato/sincrono con cadenza prefissata e configurabile). A tal proposito potranno essere richieste, laddove ritenuto necessario, l’utilizzo delle Porte di dominio e della messaggistica HL7 nella versione in uso presso il nodo sanitario regionale (Ver. 2.X e 3).
Laddove non sia possibile garantire una modalità di interoperabilità nel rispetto degli standard tecnologici, unicamente per problematiche relative all’applicativo aziendale/esterno coinvolto, dovrà essere allestito localmente anche tramite apposita interfaccia uno strumento per lo scambio delle informazioni e la loro automazione e tempificazione.
4.4 Interazione con altri enti/servizi
Deve essere previsto l’utilizzo del sistema (per gli aspetti di competenza) da parte di operatori appartenenti ad altri Enti/Servizi, che dovrà assicurare necessariamente il riconoscimento dell’utente con particolare attenzione ai liberi cittadini (vedi notifiche o richieste di verifiche impianti), anche tramite integrazione con sistemi di autenticazione forniti da enti esterni appartenenti alla pubblica amministrazione (a titolo di esempio, Ente strumentale della Regione del Veneto “Veneto Lavoro”) che consentano il massimo livello di sicurezza e l’utilizzo degli standard tecnologici di ultima generazione e che consentano l’autenticazione del soggetto senza oneri aggiuntivi per i servizi delle AULSS ed Enti Operativi coinvolti.
Sarà considerato elemento di valore uno sviluppo del sistema orientato ad una architettura a servizi che nativamente permetta di svincolare l’interfaccia dalla base dati anche attraverso i Web Services garantendo la possibilità di inserimento dati anche da parte di sistemi esterni che siano autorizzati a farlo.
Ai fini del presente documento tecnico dovranno essere proposte e documentate dall’appaltatore le strutture dati standardizzate, anche attraverso appositi RFC (Request for Comment), di interoperabilità tra il sistema regionale e i sistemi aziendali e di altri enti coinvolti. Tali documenti disciplineranno l’interoperabilità con tutti i sistemi informativi degli enti coinvolti.
Le modalità di interazione tra i sistemi saranno poi disciplinate da specifici accordi di servizio per lo scambio delle informazioni trattate.
PARTE TECNICA
1. Oggetto e durata del servizio
Gli obiettivi del servizio sono quelli di fornire il progetto, lo sviluppo del software, i servizi e uno o più server fisici su cui verrà allestito il server di virtualizzazione VMware, al fine di realizzare e mettere in produzione un sistema informatizzato per la gestione: di tutte le attività di competenza dei Servizi SPISAL delle AULSS, delle attività di controllo sull’ impiantisca di competenza dell’ARPAV e della gestione di alcuni processi relativi agli stili di vita. Il sistema dovrà essere realizzato a fronte di requisiti tecnico – funzionali, di adempimenti normativi e di debiti informativi previsti verso enti/unità operative, definiti nel presente documento tecnico e/o dalla normativa di riferimento.
Dovrà essere predisposto dall’aggiudicatario, nell’ambito della servizio, sia un impianto iniziale che, versioni di test successive “in corso d’opera”, al fine di poter intervenire da parte del committente, nella definizione puntuale delle funzionalità e arrivare gradualmente ad ottenere un prodotto finito e rispondente alle esigenze degli stake holders. Detta attività non ha comunque e in nessun caso, funzione di collaudo o di valutazione dell’operato dell’appaltatore che rimane comunque responsabile a tutti gli effetti di quanto sviluppato.
I collaudi e le valutazioni sull’operato dell’appaltatore, anche al fine del pagamento del corrispettivo dovuto, saranno oggetto del contratto stipulato a seguito dell’aggiudicazione del servizio e secondo le regole dettate dalla normativa vigente.
Il servizio comprende:
• tutto il processo di analisi dei requisiti, in buona parte descritta nel presente documento tecnico;
• la progettazione di dettaglio;
• lo sviluppo del software;
• la migrazione dagli storici di riferimento;
• gli output in tutte le modalità previste;
• i test funzionali e prestazionali;
• le integrazioni con i data base esterni immediatamente o successivamente disponibili;
• l’installazione;
• il collaudo ed avviamento dell’applicazione;
• la formazione al GTSWP;
• la manutenzione correttiva, adeguativa ed evolutiva;
• l’assistenza di 2° livello ai tecnici di riferimento;
• uno o più server fisici su cui verrà allestito il server di virtualizzazione VMware per la messa in produzione, come meglio descritti al capitolo “SPECIFICHE TECNOLOGICHE”;
• la pianificazione puntuale delle attività secondo i vincoli temporali fissati dal contratto.
Qualsiasi richiesta o necessità che dovesse emergere da parte delle AULSS, quale principale fruitore del prodotto finale, e di altri Enti utilizzatori in convenzione con la Regione del Veneto a partire dalla fase di progettazione di dettaglio fino alla normale manutenzione dei moduli consegnati e messi in produzione, dovrà essere effettuata attraverso il filtro e il coordinamento del SSR attraverso il GTSWP. L’appaltatore non ha facoltà di iniziativa rispetto alle richieste giunte direttamente, se non previa esplicita e specifica autorizzazione dello stesso GTSWP. Tutte le richieste o segnalazioni che in qualsiasi forma dovessero pervenirgli direttamente, dovranno essere inoltrate al GTSWP per le valutazioni del caso.
Il servizio, così come descritto, avrà la durata complessiva di tre anni e sarà così articolato:
• primo anno contrattuale: sviluppo del software;
• secondo anno contrattuale: manutenzione correttiva, adeguativa e assistenza help desk di 2° livello comprese nel servizio;
• terzo anno contrattuale:
- manutenzione correttiva, adeguativa e assistenza help desk di 2° livello;
- eventuale manutenzione evolutiva per un massimo di 160 gg/uomo (a consumo);
Alla scadenza del contratto, il servizio potrà essere rinnovato per due anni con gli stessi contenuti sopra dettagliati relativamente al terzo anno contrattuale (manutenzione correttiva, adeguativa, assistenza help desk di 2° livello ed eventuale manutenzione evolutiva per un massimo di 160 gg/uomo annue (a consumo)).
Si rinvia comunque al diagramma di GANNT allegato al presente Capitolato, che descrive la tempistica di espletamento delle attività.
1.1 Caratteristiche fondamentali dell’applicativo software
Il S.A. oggetto del servizio deve rispondere ai seguenti requisiti:
• piattaforma web-based: deve essere garantita in tutte le versioni la compatibilità ed il corretto funzionamento dell’applicazione con i più diffusi browser (e loro successive versioni);
• l’utilizzo da parte delle postazioni di lavoro non deve dipendere dall’installazione di terze parti oltre al browser;
• nessun dato dovrà essere salvato nemmeno temporaneamente nelle stazioni client;
• al fine di consentire la standardizzazione a livello regionale delle informazioni raccolte e una omogenea analisi e valutazione dei dati, è obbligatoria l’adozione di un set di codifiche uniche per tutti i moduli previsti nella servizio;
• il S.A. dovrà prevedere due livelli di codifica, uno regionale ed un eventuale livello di sottocodifica aziendale obbligatoriamente riconducibile alla codifica Regionale, configurabile solamente dall’ASRA;
• il S.A. deve necessariamente prevedere un unico database per tutta la Regione gestendo in modalità sicura l’attivazione dei dati di proprietà di ogni singola AULSS o Ente Operativo coinvolto nella registrazione del dato che ne abbia titolarità;
• il software deve prevedere automatismi di sistema tali da guidare l’operatore nel corretto/completo inserimento dei dati, inoltre dovrà prevedere blocchi logici e controlli automatici atti ad impedire l’inserimento di informazioni errate, non congruenti o non consistenti;
• storicità: le informazioni rilevanti devono essere storicizzate, ciascuna registrazione con date di validità;
• deve essere garantito il mantenimento in linea di tutti i dati storici relativi a tutte le aree previste e la loro fruibilità dovrà essere garantita da una flessibile e configurabile vista (a titolo di esempio la consultazione delle attività di vigilanza deve poter avvenire tramite i soggetti coinvolti siano essi persone fisiche o giuridiche, il responsabile di istruttoria e/o il referente pratica, tramite tipologia di intervento/processo);
• audit/log: l’applicativo deve essere altamente configurabile cioè deve poter mettere sotto log (chi ha fatto che cosa e quando) in qualsiasi momento, qualsiasi dato rilevato dal software, inoltre deve essere in grado di produrre warning specifici (al minimo con le seguenti modalità: con messaggistica interna all’applicativo, con report) su operazioni ritenute critiche;
• la possibilità di parametrizzare a cura dell’ ASRA in capo al GTSWP le informazioni e le funzioni che sono di pertinenza della singola struttura operativa garantendo obbligatoriamente i riferimenti alle codifiche uniche a livello regionale (a titolo di es. le informazioni afferenti ad una check list);
• monitoraggio dell’iter e delle pratiche attraverso un sistema di workflow;
• il S.A. deve evitare in assoluto la compilazione delle stesse informazioni comuni alle diverse fasi di processo. Lo stesso concetto deve essere esteso alle informazioni provenienti dall’interoperabilità;
• il S.A. deve consentire la ricerca multipla su tutti i campi inoltre se prevista una logica a moduli, questi devono prevedere in modo nativo la reciproca integrazione; questo al fine di escludere inutili ridondanze e ridurre i margini di errori, assicurando l’assoluta integrazione dei dati finalizzata all’immissione dei medesimi unicamente dalle diverse sedi deputate a farlo che li renderanno disponibili con una sola operazione all’intero sistema;
• il S.A. deve consentire per ogni processo/procedura/pratica una sintesi dei punti fondamentali dell’iter registrato negli appositi moduli con possibilità di configurazione;
• Il sistema deve garantire sicurezza e facilità di accesso, facilità nella registrazione e nell’elaborazione dei dati per gli utilizzatori, facilità di gestione per l'ASRA, ovvero:
o riduzione minima dei dati da inserire manualmente;
o composizione di scadenzari, moduli per certificati, lettere, atti prescrittivi, ecc.;
o preparazione e stampa di report per richieste istituzionali o per necessità di elaborazione dati, anche ai fini di programmazione da parte degli utilizzatori;
o il S.A. deve prevedere la possibilità di creare report gestionali anche da parte dell’utente finale all’interno di ogni singolo processo attingendo alle informazioni presenti al momento della richiesta e relative anche a tutto lo storico delle informazioni registrate.
1.2 Componenti funzionali
Quanto riportato nel presente capitolo descrive gli aspetti funzionali del sistema, non è da considerarsi quindi un documento di analisi funzionale per lo sviluppo, che dovrà essere prodotto dall’aggiudicatario.
I processi successivamente descritti e rappresentati, sono il risultato di un’analisi preliminare svolta dal GLRT e pertanto devono intendersi espressi a titolo esemplificativo e non esaustivo. Gli stessi potranno essere oggetto di modifiche e integrazioni da parte di uno specifico Gruppo Tecnico Regionale Operativo (GTRO). Tali processi devono quindi intendersi quale elemento di base per le successive attività di analisi di dettaglio dei processi, mappatura rispetto alle componenti del Sistema, definizione e disegno dell’architettura di Sistema, in carico al concorrente aggiudicatario.
I punti saldi di tale documento sono quindi:
• gli obiettivi cui il lavoro tende;
• la definizione degli ambiti principali di informazioni che per ogni modulo dovranno essere incluse nella base dati (input) alla luce delle attuali prevedibili esigenze e per quanto è dato di conoscere;
• indicazioni rispetto al sistema dei controlli attualmente prevedibile;
• le principali uscite (output) rispetto a quanto ci si aspetta dal sistema.
Verranno inoltre descritte, ove ritenute essenziali e a titolo di esempio le elaborazioni che possono trarre origine da moduli diversi, la possibilità di interazione, di utilizzo e di integrazione con basi dati esterne esplicitando le linee di sviluppo delle modalità con cui il sistema regionale “opera” nei confronti del sistema esterno e definendo ove possibile il risultato atteso.
1.3 Descrizione del progetto per aree
Questa sezione descrive in dettaglio tutti i processi orizzontali e verticali relativi alla prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro utilizzabili anche da altre aree del D.P. avvalendosi sia di una descrizione puntuale di ogni processo e dei sottoprocessi ad esso collegati, sia di una descrizione tramite diagrammi BPMN per una più efficace e facile comprensione dei processi organizzativi da informatizzare.
Di seguito le macroaree di interesse:
• area della sicurezza, autenticazione e audit;
• area applicativa orizzontale, che si occupa dei processi gestionali comuni a più processi verticali;
• area applicativa verticale, che si occupa dei processi specifici dell’attività SPISAL;
• area applicativa ARPAV;
• area delle integrazioni.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, per ogni singolo processo è stato elencato un data set minimo di informazioni descritto di volta in volta all’interno degli stessi. L’obbligatorietà delle singole informazioni dovrà essere configurabile da parte dell’ASRA in modo dinamico attraverso la gestione di parametri di sistema.
1.3.1 Area della sicurezza delle autenticazioni e audit
Il S.A. deve prevedere la gestione degli accessi con le seguenti diverse accezioni:
a) Profili utente;
b) Gestione certificati autorizzativi (smart card);
c) Registrazione degli utenti;
d) Profilazione degli utenti;
e) Gestione degli accessi.
I sottosistemi descritti dovranno essere gestiti da un apposito modulo integrato perfettamente nel S.A. e rispondenti alle caratteristiche di seguito enunciate.
Le funzionalità relative alla gestione delle utenze applicative dovrà garantire la massima sicurezza, integrandosi con gli attuali standard regionali di autenticazione CAS (xxxx://xxx.xxxxx.xxx) nonché alle evoluzioni descritte nei documenti del progetto FSEr, di cui alla DGR 1671/2012, con particolare riferimento al documento “Specifiche tecniche infrastruttura di sicurezza GDL-O Sicurezza”.
La gestione della profilatura dovrà essere delegabile ai vari di livelli di responsabilità, sempre nell’ambito di una tipologia di utenza tecnico-operativa del sistema, e dovrà inoltre prevedere la gestione dell’entità del profilo utente nelle sue diverse articolazioni: i ruoli, le funzioni, l’Ente, con la possibilità di organizzare le articolazioni descritte in entità “gruppi” e “sottogruppi”, consentendo la massima flessibilità di attribuzione di privilegi che va dalla proposta di ruoli predefiniti fino alla gestione di eccezioni per ruoli personalizzati, comprendendo anche la gestione della multiaziendalità, il tutto in perfetta coerenza con le norme emanate dalle Authority sulla Privacy a livello nazionale ed europeo.
Il S.A. dovrà:
▪ prevedere la possibilità di utilizzare strumenti di autenticazione forte (smart card con certificato di autenticazione ed equivalenti), strumenti di firma digitale per l’espletamento di funzioni ritenute
critiche e strumenti di autenticazione federata che possa essere veicolata anche tramite un ente esterno, con particolare attenzione allo standard FSEr ;
▪ permettere all’utente (e agli amministratori) di avere evidenza della cronologia dell’attività del proprio account in termini di tipologia di accesso (browser, tablet, ecc), origine dell’accesso (indirizzo IP), utente, funzione, data e ora;
▪ permettere di configurare la generazione di avvisi automatici nel caso di attività anomala, consentendone una visibilità fruibile e chiara agli operatori;
▪ garantire l’accesso sicuro all’applicazione utilizzando protocolli di cifratura adeguati alla normativa sulla privacy (https), e fornire evidenza del livello di sicurezza del sistema attraverso l’uso di certificati rilasciati da un ente certificatore accreditato o dallo stesso SSR, il tutto per evitare l’accesso indesiderato a qualsiasi dato che transiti in internet o in intranet;
▪ consentire, attraverso strumenti adeguati, la completa tracciabilità delle operazioni effettuate (es. inserimento, modifica, cancellazione, nota integrativa o correzione, ecc), al fine di poter rendere fruibili in ogni momento attraverso un’interfaccia adeguata disponibile all’operatore autorizzato, la completa visibilità di chi ha fatto che cosa e quando. La tracciabilità delle operazioni deve essere sempre ricostruibile e mantenere inalterata la sua consultazione nel tempo;
▪ garantire, in caso di guasto/anomalia, il ripristino fino all’ultima transazione.
La configurazione dovrà prevedere almeno le seguenti classi di tipologia di utenza:
Utenza interna (AULSS e ARPAV), il personale del D.P. e di altre strutture/servizi (es. Controllo di Gestione, altri Servizi Dipartimentali ARPAV):
• Sistemi di AULSS cooperanti o comunque interfacciati attraverso i servizi esposti;
• Referenti della Sezione Controllo Governo e Personale SSR e Sezione Prevenzione e sanità Pubblica Regionale e della Direzione Regionale ARPAV (compatibilmente ai rispettivi ambiti di competenza e alla normativa).
Utenza esterna:
• Professionisti autorizzati, Enti, Patronati, privati cittadini, Ditte, ecc;
• Sistemi esterni coinvolti in interoperabilità.
Utenza tecnico-operativa del sistema:
• Gestori degli applicativi che si occupano di mantenere attivo il servizio, di conservarne l’efficienza, di effettuare le configurazioni previste e demandate ai profili di amministratore di sistema (in carico al Settore Sistema Informatico SSR);
• Manutentori applicativi che si occupano di correggere o modificare aspetti puntuali del sistema per assicurare il mantenimento della sua efficacia in accordo e su mandato del GTSWP.
Ciascun utente (persona fisica), identificato dal Responsabile di ogni struttura competente, dovrà essere associato ad un unico account nominale con credenziali che permettano l’accesso tramite profili con le caratteristiche sopradescritte.
1.3.2 Area applicativa orizzontale – anagrafiche e codifiche
Le seguenti anagrafiche dovranno essere considerate comuni a tutti i processi che ne abbisognano.
▪ Persone Fisiche;
▪ Persone Giuridiche ed Unità Locali;
▪ Anagrafi specifiche;
▪ Codifica delle prestazioni erogabili;
▪ Georeferenziazione dei dati (per tutte le entità che possono avere come attributo la posizione spazialmente determinabile con coordinate x,y).
Il dato strutturale (anagrafica delle entità di persone fisiche, giuridiche e attività produttive afferenti) è il primo e più importante elemento di riferimento interno al sistema e strumento di interoperabilità con i sistemi esterni.
La classificazione delle entità anagrafiche e l'attribuzione di qualsiasi attributo all'interno di un sistema precostituito di valori, avverrà attraverso cataloghi che dovranno tenere in considerazione i sistemi di codifica già esistenti a livello Europeo, Nazionale e Regionale che possono essere punto di riferimento certo e autorevole per la classificazione di cui trattasi. L'uso di sistemi di codifica ufficiali è presupposto essenziale per l'interoperabilità con altri sistemi e per la riaggregazione di entità diversamente classificate.
Ogni entità individuata potrà essere classificata attraverso un sistema gerarchico di classificazione a più livelli. A questo dovrà essere consentito di unire un sistema di attributi parametrici e non, per la raccolta strutturata di informazioni particolari specifiche all'interno della tipologia di attività. Il sistema deve consentire all'ASRA di inserire una scheda personalizzata per tipologia di struttura che dia modo di definire attributi di tipo testo, data, numerici, alfanumerici ecc. che verranno di volta in volta qualificati rispetto al significato del dato raccolto. Il modulo deve consentire di creare/gestire anche campi la cui valorizzazione avviene all'interno di un elenco e di un range predefinito.
A titolo di esempio si elencano le principali entità sottoposte a codifica:
• Nomenclatore delle prestazioni erogabili;
• Tariffario regionale;
• Anagrafica degli articoli violati;
• Professioni;
• Codici diagnosi /malattie;
• Codici mansioni;
• Codici attività (ATECORI);
• CODICE IMO (navi).
1.3.2.1 Persone fisiche
Sistema Cooperante di riferimento: Anagrafe Unica Regionale per il recupero delle informazioni certificate del dato anagrafico.
Le attività svolte dai servizi del D.P. sono spesso rivolte a cittadini, nella quasi totalità dei casi residenti nel territorio di competenza del Servizio che eroga la prestazione. Risulta quindi fondamentale collegare l'anagrafe del sistema in oggetto con l'anagrafe unica regionale degli assistibili da cui dovrà ricevere gli aggiornamenti in tempo reale secondo le specifiche standard regionali (messaggistica HL7), in modo che gran parte delle utenze possano essere reperite con tutte le informazioni tipicamente collegate (nascita, residenza e domicilio, ecc.), dovrà essere prevista un’interfaccia che consenta l’inserimento/aggiornamento delle persone non censite dall’anagrafe unica regionale con validazione, tramite algoritmi interni alla procedura (a titolo di esempio il calcolo del codice fiscale) e proposta una possibile verifica della correttezza formale e sostanziale del dato, attraverso sistemi di incrocio con basi dati qualificate esterne disponibili.
Dovranno essere garantite interrogazioni del sistema che consentano di reperire tutti gli atti registrati a carico di una stessa entità anagrafica e le eventuali posizioni anagrafiche al momento della registrazione.
Dovranno essere gestiti sottogruppi di persone fisiche con informazioni specifiche aggiuntive, a titolo di esempio: magistrati, medici competenti, coordinatori, ecc.
Sempre a titolo di esempio, le informazioni principali da archiviare relative alle persone fisiche sono di seguito elencate:
- Attributi relativi alla persona (Nome, Cognome, Data di Nascita ecc...);
- Attributi di identificazione fiscale;
- Attributi di Residenza;
- Attributi di Domicilio;
- Attributi di recapito corrispondenza e domiciliazione elettronica.
1.3.2.2 Persone giuridiche e unità locali
Sistema Cooperante di riferimento: Anagrafe Camera di Commercio regionale e/o nazionale per il recupero delle informazioni certificate del dato anagrafico.
Al pari delle Persone Fisiche, anche le Persone Giuridiche sono destinatari di prestazioni o comunque sono soggetti di diritto che hanno a che fare con i servizi del D.P.
Per le stesse motivazioni precedentemente esposte si ritiene fondamentale collegare le informazioni ad anagrafiche già esistenti quali quelle della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura (CCIAA), disponibili a livello regionale (Parix) con aggiornamento quotidiano soprattutto per il reperimento delle corrette informazioni relative alla ragione sociale, sede e identificativo fiscale, ecc. Considerato che talvolta si effettuano attività su soggetti la cui sede legale non è nel territorio regionale è auspicabile che l’interrogazione possa raggiungere la base dati di Infocamere disponibile a livello nazionale sul sistema denominato “Telemaco” comprensivo dello storico per le aziende cessate.
Va inoltre considerato che le Persone Giuridiche oltre alla sede legale possono avere più unità locali che devono essere gestite in modo distinto (vedi CCIAA). Anche in questo caso dovranno essere garantite interrogazioni del sistema che consentano di reperire tutti gli atti registrati a carico di una stessa entità anagrafica in tempo reale.
L'entità Unità Locale si pone come livello gerarchico subordinato rispetto a quello delle Persone Fisiche o Giuridiche già descritte. Dovrà essere previsto anche un terzo livello anagrafico che potrà eventualmente ridefinire all'interno dell'unità locale entità anagrafiche ulteriori a cui ricondurre gli atti che sono stati svolti dagli operatori (anagrafica di reparti, di macchine, impianti, ecc.).
L'identificativo fiscale corretto di ogni Persona Fisica o Giuridica inserita nel sistema dovrà essere l'unica vera chiave di interoperabilità fra sistemi e pertanto si rende necessaria la sua obbligatorietà.
Le interfacce predisposte all’inserimento/aggiornamento delle posizioni anagrafiche non dovranno consentire l’inserimento di doppioni secondo una sequenza gerarchica di controlli (codice fiscale, indirizzo, ecc.) configurabili dall’ASRA.
Dovrà essere implementata la gestione delle posizioni anagrafiche doppie (gestione master/alias) e unificazione delle posizioni con il completo recupero dello storico di ogni posizione.
Sempre a titolo di esempio, le informazioni principali (come da Visura Camerale) da archiviare relative alle persone giuridiche sono di seguito elencate:
- Attributi relativi alla persona giuridica (denominazione, forma giuridica, data di iscrizione, data di cancellazione, data inizio attività, ecc.);
- Attributi di identificazione fiscale (Codice fiscale, Partita IVA);
- Attributi di identificazione sede legale;
- Attributi di identificazione unità locali;
- Attributi di recapito (Tel. Fax.) e domiciliazione elettronica (pec);
- Attributi di identificazione Titolari di cariche/qualifiche e numero Addetti;
- Attributi relativi all’attività esercitata, distinta per sede legale e per unità locali, prevalente e secondaria/e, descrizione e codice ATECORI.
1.3.2.3 Anagrafi specifiche
Per la prevenzione nei luoghi di lavoro è necessario prevedere anagrafi specifiche, che possono essere rese visibili tramite parametri alle singole AULSS e ARPAV, di seguito un elenco a titolo di esempio:
- anagrafe dei cantieri edili, alimentata dal processo Notifiche Cantieri per i cantieri con notifica e dovrà essere prevista un’interfaccia per l’inserimento/aggiornamento dei cantieri non notificati;
- anagrafe macchine e impianti;
- altre anagrafiche orizzontali afferenti ai processi previsti per gli stili di vita (benessere organizzativo, ecc.);
- anagrafe natanti (codice IMO).
1.3.2.4 Codifica delle prestazioni erogabili
Raccoglie e cataloga tutte le voci di attività o le prestazioni che vengono svolte nel D.P. in modo da costruire un metodo condiviso di definizione delle prestazioni erogate dai servizi, scomponendole se necessario, nelle attività elementari che le costituiscono [es. il rilascio di un parere su un nuovo insediamento (prestazione sanitaria), prevede una serie di attività: una fase istruttoria, talvolta un sopralluogo, talvolta la richiesta di documentazione integrativa, una fase di esame della documentazione ed infine il rilascio del parere].
La codifica si compone quindi di attività che possono essere collegate ad un'unica prestazione sanitaria. Trattasi di una struttura gerarchica che vede in alcuni casi un livello ulteriore di aggregazione di più attività all'interno di un'unica prestazione. La prestazione talvolta può essere in rapporto 1:1 con le attività.
La codifica di attività, rispetto alla singola voce, avrà una serie di attributi specifici che definiscono l'unità di misura, il settore funzionale di appartenenza, una breve descrizione della prestazione o dell'attività (Glossario), se è associabile a tariffazione o meno, l'eventuale voce del tariffario associata, ecc.
L' ASRA potrà aggiungere codici identificativi di attività o di prestazioni richiesti anche a livello locale, che saranno eventualmente disponibili ad altri utilizzatori e che dovranno necessariamente confluire nel corrispondente codifica regionale.
1.3.2.5 Georeferenziazione dei dati
Il sistema deve permettere la georeferenziazione di tutti i dati geografici contenuti nelle anagrafi, ad esempio:
- Persone fisiche e persone giuridiche;
- Sedi imprese e unità operative;
- Siti cantieri temporanei o mobili.
Geocoding
Per la normalizzazione degli indirizzi e la risoluzione delle coordinate geografiche il sistema si dovrà integrare con il motore geocoding del datawarehouse regionale.
Il sistema di geocoding dovrà essere sempre richiamabile durante l'esecuzione di un qualsiasi processo, anche quando non esplicitamente specificato nei diagrammi BPMN.
Ogni qualvolta verrà visualizzato un dato toponomastico dovrà essere disponibile la corrispettiva identificazione su base cartografica. Inoltre, in assenza del dato toponomastico, deve essere possibile l’inserimento di un punto geografico direttamente sulla mappa registrandone le coordinate geografiche.
Interrogazione
Il sistema deve consentire l’export dei dati di interesse con parametrizzazione sia dei filtri da applicare sia delle informazioni da esportare con la massima flessibilità e su tipologie di formati tra i più diffusi (es. .xls,
.csv, .klm) al fine di poterle rappresentarle geograficamente su mappe (con la possibilità di distribuire diverse categorie di dati su più layer).
La localizzazione geografica di queste entità consentirà di riferire al territorio anche tutte le informazioni collegate (denunce di malattie professionali, infortuni sul lavoro, attività di vigilanza, ecc.).
1.3.3 Area applicativa orizzontale – processi – descrizione e diagramma BPMN
Trattasi di processi trasversali alle linee di lavoro.
Xxxxxx poter essere sempre richiamabili in qualsiasi momento dell'esecuzione di un qualsiasi processo oltre quando esplicitamente specificato nei processi disegnati.
1.3.3.1 Gestione generale attività (processo pianificazione monitoraggio e valutazione attività)
Il S.A. dovrà prevedere per ogni processo orizzontale e verticale (seguendo la logica dei diagrammi allegati) un work flow che permetta all’operatore di essere sempre guidato alla compilazione delle informazioni previste dal sistema per la tipologia di attività svolta.
In particolare la gestione generale attività è un processo trasversale alle linee di lavoro che consente di:
• gestire gli atti in entrata e in uscita secondo i principi di corretta amministrazione (nello specifico è descritto in dettaglio nel processo gestione documentale);
• ricevere la domanda o l’avvio di interventi d’iniziativa;
• valutare l’ammissibilità;
• selezionare tra le richieste quali svolgere;
• pianificare il lavoro in rapporto ad obiettivi regionali, di Servizio ed individuali;
• assegnare le attività distribuendo in modo equo e trasparente i carichi di lavoro;
• svolgere (gestione processo verticale specifico);
• interrogare le banche dati esterne in fase di creazione della pratica;
• monitorare e verificare le attività;
• effettuare le operazioni di chiusura protocollo, archiviazione e spedizione atti;
• effettuare l’export verso sistemi esterni;
• valutare la performance.
Sono di seguito descritte le principali fonti che attualmente danno origine alle attività SPISAL da considerarsi sempre a titolo esemplificativo.
Principali fonti attività SPISAL
Richiesta di intervento urgente con attivazione della pronta disponibilità del Servizio
• Segnalazione di infortunio mortale o grave, decesso per malattia professionale, evento incidentale rilevante che vengono inoltrate al Servizio nell’immediatezza del fatto da parte del SUEM-118, Pronto Soccorso, Organi di Polizia, VVF, Direzione medica ospedaliera, altre strutture sanitarie;
• Segnalazione di gravi pericoli nello svolgimento delle attività lavorative o di problematiche che destano elevato allarme sociale. Tali segnalazioni in genere pervengono da Pubblica Autorità, associazioni, comitati, RLS, cittadini.
Queste segnalazioni, che spesso pervengono per via telefonica, vengono registrate su apposita modulistica e poste immediatamente all’attenzione del dirigente/operatore in turno di pronta disponibilità. Seguirà la protocollazione della richiesta/segnalazione.
Domanda di prestazioni e interventi d’ufficio
• Istanze da “soggetto privato” (figure aziendali della prevenzione ex D.Lgs. 81/08, consulenti aziendali, professionisti, lavoratori, cittadini, associazioni di rappresentanza) per:
o segnalare inconvenienti o illeciti in materia di salute e sicurezza sul lavoro (esposti);
o richiedere assistenza, informazioni;
o richiesta di accesso agli atti;
o pareri tecnici formali;
o ricorsi avverso giudizio medico competente;
o richiesta di accertamenti specialistici di Medicina del Lavoro;
o accertamenti clinico-strumentali;
o maternità anticipata;
o vidimazione registro infortuni;
o richiesta verifica ARPAV;
o ecc.
• Istanze da istituzioni (A.G., Ministeri, Regione, Provincia, Prefettura, DTL, ARPAV, VVF, Comune, A.U.LS.S., Servizio ecc...); (attualmente tramite protocollo sia in formato cartaceo che informatico tramite PEC) in genere si tratta di richieste:
o per attività SPISAL di vigilanza, infortunio, malattia professionale;
o per collaborazione in attività congiunte o coordinate;
o per relazionare su specifici casi;
o per inserimento lavoratori disabili;
o per richiesta verifica impianti di competenza ARPAV.
• Comunicazioni al Servizio per obblighi di legge:
o denunce (denuncia di malattia professionale art. 139 del DPR 1124/65);
o referti (art. 365 c.p. obbligo di referto nei casi di reati perseguibili d’ufficio);
o certificati (certificato medico ex art. 53 del DPR 1124/65);
o amianto notifiche piani di lavoro bonifiche (art. 256 D.Lgs 81/08);
o amianto notifica preliminare (art. 250 DLgs 81/08);
o amianto relazione annuale imprese di bonifica (art. 9 L. 257/92);
o amianto comunicazione del proprietario su possesso materiale friabile (art. 12 co. 5 L. 257/92);
o notifiche cantieri edili temporanei (art. 99 DLgs 81/08);
o nulla osta fiamma (art. 46 del DLgs 272/99);
o nuovi insediamenti produttivi (art 67 DLgs 81/08);
o lavoratori esposti ad agenti cancerogeni/mutageni (art. 243 DLgs 81/08);
o lavoratori esposti ad asbesto (art. 260 co. 1 DLgs 81/08);
o lavoratori esposti ad agenti biologici del gruppo 3 e 4 (art. 280 co. 3 DLgs 81/08);
o comunicazione eventi non prevedibili o incidenti (art. 240 co. 3 DLgs 81/08);
o comunicazione azienda appartenente gruppo A (art. 1 DM 388/03).
Interventi d’iniziativa autonoma del Servizio
• Esecuzione di progetti o ricerche di AULSS, regionali o nazionali;
• Interventi di vigilanza puntuali su singola azienda ad esempio su cantiere che “a vista” si ritiene opportuno controllare;
• Progetti o campagne di prevenzione e vigilanza o di promozione della salute che hanno per oggetto specifici setting (scuola, imprese, comunità) comparti produttivi (metalmeccanica, legno, ecc.), rischi (rumore, rischio infortunistico, rischio chimico), patologie (tumori, cadiovasculopatie, allergopatie, ecc.), stili di vita (alimentazione, fumo, sedentarietà, ecc.); situazioni di elevato allarme sociale (inquinamento da amianto, impatto ambientale da emissioni nocive, ecc.). La scelta della/e aziende, casi, situazioni su cui intervenire viene effettuata dal dirigente del Servizio secondo un preciso criterio (ad es. aziende in cui sono state rilevate reiterate gravi violazioni in precedenti controlli, aziende appartenenti a specifiche aggregazioni quali aziende portuali o aziende a rischio di incidente rilevante,
aziende con elevati indici di frequenza per infortuni o malattie professionali consultando flussi informativi INAIL, aziende omogeneamente distribuite nel territorio, selezione di soggetti affetti da specifiche patologie tramite consultazione delle SDO, scelta di un campione casuale di aziende di un determinato comparto produttivo , ecc.).
Qualora nel sistema non fossero presenti le informazioni necessarie per consentire la selezione delle aziende o i casi da sottoporre a controllo, l’ASRA deve poter configurare idonee informazioni aggiuntive.
Gli interventi d’iniziativa, dopo essere stati pianificati, possono, con avvio del procedimento, in ogni caso danno avvio ad una pratica collegata alla relativa linea di lavoro con documento formale che attesti l’inizio dell’attività (deve essere rispettata la numerazione automatica).
Linee di lavoro
Sulla base di quanto sopra descritto e in conformità ai LEA di cui DPCM 29.11.2001, il Servizio svolge i propri compiti istituzionali tramite le seguenti linee di lavoro:
1. infortunio sul lavoro;
2. malattia professionale;
3. vigilanza SPISAL (vigilanza cantieri temporanei e mobili, vigilanza in altri comparti);
4. bonifiche amianto;
5. ambulatorio di medicina del lavoro;
6. pareri tecnici formalizzati;
7. benessere organizzativo (sportello di ascolto e centro di riferimento);
8. informazione;
9. formazione;
10. promozione della salute e stili di vita;
11. vidimazione registro infortuni;
12. gestione delle verifiche impiantistiche ARPAV1.
La maggior parte delle attività sono svolte esclusivamente con personale proprio del Servizio, in alcuni casi gli interventi sono svolti in collaborazione con altri Servizi del D.P. o con altri enti e tale informazione dovrà essere registrata.
Alcune attività sono obbligatorie in termini di legge (segnalazioni/notifiche di lesioni alla persona con le caratteristiche di cui agli artt. 589 e 590 c.p.), altre vengono svolte per raggiungere obiettivi definiti in sede nazionale (vigilanza nel 5% di aziende del territorio…), regionale (progetti del PRP) o aziendale (progetto di dipartimento) altre infine sono svolte per iniziativa autonoma del Servizio (specificità produttive/rischi occupazionali del territorio).
La maggior parte delle attività SPISAL sono effettuate a titolo non oneroso altre a pagamento (come alcuni pareri tecnici formalizzati).
1 Iter di gestione impiantistica solo di competenza ARPAV
Valutazione ammissibilità
Per la valutazione di ammissibilità delle richieste il direttore del Servizio o il Responsabile del Procedimento (RdP) verifica che l’oggetto della richiesta rientri tra le competenze del Servizio (compiti e territorio) e che il richiedente abbia titolo per attivare il Servizio, che le modalità della richiesta siano corrette sotto il profilo amministrativo (rispetto tempi, formalità varie).
Qualora tali condizioni non siano rispettate, il direttore o suo sostituto provvede ad informare il richiedente e, se del caso, ad inviare la richiesta a chi di competenza.
Selezione delle richieste, certificati, segnalazioni, notifiche
In questa fase si provvede a selezionare tra le richieste, le notifiche, le segnalazioni ecc. che daranno seguito ad attività operativa delle linee di lavoro o che vengono archiviate con dicitura “ atti” senza seguito operativo.
Tutte le richieste, i certificati, le notifiche e gli input pervenuti al servizio e ritenuti ammissibili passano quindi alla valutazione del dirigente incaricato che seleziona quelli che danno origine all’apertura di una pratica di lavoro. La selezione avviene secondo specifici criteri (a titolo di es. per i certificati di infortunio sul lavoro e di malattia professionale si valuterà la procedibilità d’ufficio ossia la gravità della lesione (> 40 gg)); nel caso di infortunio anche la tipologia della dinamica.
Tutte informazioni che conducono a selezionare la richiesta devono essere presenti nel sistema, perché acquisite o perché inserite dall’operatore SPISAL; nel caso ad es. di selezionare quali cantieri edili sottoporre a controllo tra quelli notificati si potrà usufruire di specifici algoritmi configurabili e aggiornabili in autonomia dall’ ASRA del S.A. che trattano le informazioni acquisite con la notifica . In alcuni casi l’input pervenuto al servizio (es. il caso di richieste da parte di Autorità Giudiziarie) attiva automaticamente l’apertura di una pratica di lavoro.
Le stesse modalità di implementazione dei criteri di selezione dovranno essere applicate anche ai processi di interesse ARPAV.
Accorpamento e fascicolazione delle pratiche
Nel caso pervengano da più input (richieste) con il medesimo oggetto (esposto da parte di cittadini e/o segnalazione da parte del Comune per lo stesso inconveniente) il S.A. dovrà prevedere l’accorpamento di queste.
Nel caso venga svolta una nuova attività che riguarda una pratica chiusa si provvederà alla fascicolazione delle due o più attività (ad esempio comparizione in udienza svolta oggi che riguarda un infortunio chiuso due anni prima).
Alcune attività, ad esempio quelle che originano da una campagna di prevenzione e vigilanza, trovano collocazione in più processi verticali, ad es. informazione e vigilanza, ed è necessario che queste attività siano “fascicolate”/raccolte in modo che risulti l’appartenenza allo specifico progetto (ad es. in una campagna su stress-lavoro correlato si possono effettuare incontri tra Servizi, produrre materiale informativo, eseguire sopralluoghi di vigilanza, ecc.).
Il S.A. dovrà prevedere, senza perderne i riferimenti il possibile annullamento logico di una pratica o la sua sospensione, con relative conseguenze per gli aspetti statistici e di gestione amministrativa.
Assegnazione dell’intervento
In questa fase viene definito quali operatori svolgono l’intervento (responsabile di procedimento-RdP, responsabile dell’istruttoria-RdI e/o Referente assegnatario della pratica-RfP) e vengono previste le scadenze per la realizzazione delle attività.
Il dirigente incarica uno o più operatori dello svolgimento dell’attività facendo riferimento ai seguenti elementi:
• coerenza con il piano di lavoro annuale (vedi funzionalità pianificazione);
• valutazione dei carichi di lavoro (vedi funzionalità consultazione carico di lavoro pendente per operatore).
Potrà inoltre rendersi necessario/opportuno effettuare l’attività in collaborazione (coordinamento, congiuntamente, con partnership) con altri enti/soggetti.
Per consentire di assegnare con equità e trasparenza il lavoro agli operatori il S.A. deve poter essere consultato per conoscere quale sia il carico di lavoro pendente per operatore in un determinato momento ed evitare situazioni di sovra o sottocarico.
In questa fase il dirigente, anche in condivisione con l’operatore incaricato, ipotizza la strategia e le modalità di intervento definendo le prime azioni da svolgere.
Per lo svolgimento dei diversi prodotti sono previsti per default i tempi massimi (vedi funzionalità agenda elettronica e gestione scadenziari). Tali scadenze possono comunque essere ridotte o prorogate, per la singola pratica, dal RdP, rispettivamente per motivi d’urgenza o in base a necessità emerse nel corso dell’attività. I tempi massimi per l’esecuzione delle pratiche assegnate sono stabiliti e registrati all’interno del modulo pianificazione, monitoraggio e valutazione. RdP e operatore referente possono indicare con la funzione agenda elettronica le attività programmate e il tempo in cui si prevede di svolgerle. Queste informazioni definiranno le scadenze per l’operatore incaricato delle attività.
Il S.A. dovrà consentire di generare un “foglio piano di lavoro” per ogni pratica assegnata in cui sono descritte le attività che verranno svolte e il calendario di realizzazione delle stesse. Il piano verrà quindi aggiornato quando si effettueranno le attività e in caso di variazione delle previsioni d’azione. Il foglio del piano di lavoro dovrà essere reperibile da qualunque interfaccia del S.A.
I tempi massimi per l’esecuzione delle attività assegnate sono stabiliti e registrati all’interno del modulo pianificazione, monitoraggio e valutazione e possono essere modificati dal dirigente che ha assegnato il compito in base a necessità emerse nel corso dell’attività. Queste informazioni definiranno le scadenze per l’operatore incaricato delle attività.
Svolgimento e monitoraggio dell’attività
Nel corso dello svolgimento di una singola prestazione/prodotto si devono poter registrare le attività elementari (diretta e indiretta) compiute, a cui viene attribuito il relativo peso specifico, ripartito tra le diverse figure professionali coinvolte (responsabile di procedimento, responsabile dell’istruttoria e/o referente assegnatario della pratica, operatore/i ausiliario, amministrativo).
Il RdI/RfP (assegnatario) svolgerà l’attività nel rispetto delle procedure di lavoro (possibilità di consultare manuale operativo di qualità, registrato nel repository) avendo cura di registrare, in tempo reale nel sistema informativo, le attività svolte e gli atti prodotti.
Avrà a disposizione un “foglio del piano di lavoro” che consentirà di avere sempre chiara la situazione a cui è chiamato a portare il proprio contributo, con riferimento al quale procederà alla registrazione delle prestazioni e/o delle attività di cui sarà attore direttamente o con il supporto/coordinamento di altri operatori interni o esterni alla struttura. Potrà anche consultare il carico di lavoro svolto rispetto all’atteso, verificare il rispetto delle scadenze e monitorare lo stato di avanzamento delle azioni pianificate.
In fase di registrazione è opportuno che l'operatore sia reso cosciente del fatto che la prestazione che sta registrando rientra all'interno di un processo di lavoro, in quale fase del processo si trova, quali sono le attività già registrate e quelle previste ancora da compiere, come obbligatorie e/o facoltative, nonché conosca il carico di lavoro svolto.
La possibilità di scendere ad una consultazione di dettaglio delle attività e del loro iter (per Ufficio, tutte/le proprie, aperte/chiuse, documenti, tutte le fasi/alcune fasi del processo) deve essere coerente al profilo di accesso ai dati, specifico per il ruolo che il soggetto riveste per il S.A.
Verifica del lavoro
I dirigenti avranno cura, anche con il supporto del personale di segreteria e di eventuali figure di riferimento, di valutare:
• gli aspetti di congruenza formale degli atti, quali il rispetto delle procedure operative e delle scadenze, l’uso di modulistica appropriata, eventuali indicazioni di organismi sovraordinati (A.G.);
• il contenuto e la qualità degli atti, quali la completezza documentale, la coerenza tra quanto rilevato nel corso dell’operatività e le conclusioni/decisioni assunte.
Chiusura protocollo, archiviazione e spedizione atti
A seguito della validazione degli atti conclusivi, da parte del direttore o del RdP, si chiude il foglio del piano di lavoro e si provvede alla chiusura della pratica, resta sottinteso come già specificato, che la chiusura sarà ammessa solo se è avvenuta la registrazione delle informazioni obbligatorie, la protocollazione in uscita (delegata al sistema aziendale), la confezione degli atti per la spedizione e l’archiviazione della copia di Servizio come da processo denominato “gestione attività documentale”.
Funzionalita’
E’ considerato indispensabile poter fruire sia in visualizzazione che in stampa, dello storico degli interventi e delle attività per persona fisica e/o giuridica possibilmente da qualsiasi interfaccia del sistema.
Fruibilità delle informazioni essenziali (sintesi) che descrivono l’iter della pratica sia in visualizzazione che in stampa, da utilizzare come foglio del piano di lavoro dal RdP , dal RdI/RfP (il report deve essere configurabile dall’Amministratore di Sistema) con evidenza delle attività già eseguite e se conosciute delle attività pianificate/previste.
1. Pianificazione attività;
2. Consultazione carico di lavoro pendente per operatore;
3. Misurare;
4. Agenda elettronica e gestione scadenziari;
5. Monitorare;
6. Valutare;
7. Calcolare le risorse necessarie per raggiungere specifici obiettivi di attività.
Pianificazione attività
Questa funzionalità consente al direttore di Servizio o di U.O. di stimare, in fase di previsione, l’attività programmata in un determinato arco temporale e l’impegno richiesto agli operatori in funzione degli obiettivi di servizio (obiettivi regionali, di budget, altro). In particolare si stima, ad inizio anno, l’impegno richiesto al singolo operatore (carico di lavoro) per realizzare un determinato numero di prodotti/prestazioni, delle linee di lavoro cui viene adibito, che costituiscono il suo obiettivo personale; per questo si tiene conto del suo monte orario disponibile e si stima che per lo svolgimento di una singola prestazione sia necessario un tempo di lavoro calcolato come tempo medio impiegato nell’anno precedente, per realizzare la stessa tipologia di prestazione. Nel corso dell’anno vi è inoltre la possibilità di ripianificare il lavoro in relazione a situazioni non previste quali cambiamenti di programma o diversa disponibilità del tempo operatore.
Per pianificare le attività è necessario che l’applicativo consenta di:
• impostare il monte ore disponibile per ciascun operatore, corrispondente al proprio orario contrattuale meno le ore eventualmente da utilizzare per altri compiti diversi dall’attività ordinaria (es. ore di studio, impegno in particolari progetti, impegni all’estero, aspettative), in modo da conoscere il tempo di lavoro realmente utilizzabile per singolo operatore per erogare le prestazioni/LEA;
• impostare il rapporto tra ore e peso equivalente (es. 10 h = 1);
• associare a ciascuna attività elementare (diretta e indiretta), che può essere svolta all’interno di un determinato processo di lavoro, un peso specifico (variabile) espresso come tempo orario necessario a svolgerla e/o come peso equivalente; il peso delle attività indirette dovrà essere modulabile da un minimo a un massimo in ogni singola pratica;
• riconoscere gli operatori, distinti per il ruolo, di cui dispone il Servizio per realizzare un determinato prodotto;
• associare il contributo relativo (ore o peso) che viene fornito dal personale in relazione al ruolo funzionale che assume nella gestione e realizzazione dell’attività (RdP, RdI e/o RfP, Operatore);
• associare in ogni pratica alle singole attività dirette gli operatori che le svolgono;
• registrare in ogni pratica i pesi equivalenti di ciascun prodotto ripartiti tra le diverse figure professionali che concorrono alla realizzazione di questi;
• in fase di pianificazione delle attività del Servizio (es. campagna di vigilanza su un numero di aziende di un determinato comparto produttivo) per le diverse linee di lavoro (infortuni, vigilanza, ecc.), in un determinato periodo temporale, si devono poter associare a ciascun progetto di ciascuna linea di lavoro, il numero totale dell’attività attesa e gli operatori incaricati (RdP, RdI e/o RfP ed operatori) a svolgere le azioni dirette e indirette; l’applicativo attribuisce ai singoli operatori le attività attese in modo proporzionale al monte ore disponibile in quel momento (monte ore iniziale del periodo meno il tempo orario già pianificato per realizzare i precedenti progetti definiti);
• associare ad ogni progetto pianificato i carichi di lavoro, diretti e indiretti, attesi per ogni operatore, calcolati, per ogni linea di lavoro e per ciascun ruolo funzionale, utilizzando il valore medio di carico chiuso in un determinato arco temporale precedente (es. sono pianificati 50 interventi di vigilanza che negli anni precedenti hanno richiesto, per singolo intervento, un carico di lavoro medio pari a punti 10,8 diretto e punti 2 indiretto, in questo caso il carico atteso risulta essere pari punti 500,4 diretto e punti 100 indiretto); per questo calcolo deve essere data la possibilità di selezionare solo
le attività chiuse in cui è registrato un determinato valore di carico diretto (in tal modo si possono escludere dal conteggio della media quelle attività che sono state gestite esclusivamente con scarso/nullo contributo di attività dirette);
• nella definizione dei progetti da realizzare in un determinato periodo, il sistema deve calcolare in sequenza il consumo delle ore necessarie per realizzare i progetti definiti dal piano di lavoro in modo da consentire di conoscere quale sia, di volta in volta, la disponibilità residua di ore di lavoro, per ogni operatore, per svolgere i progetti successivi; la distribuzione delle attività pianificate e il calcolo dei relativi carichi di lavoro stimati dovranno essere eseguiti, nei vari progetti, secondo un ordine sequenziale prestabilito; ciò consente, qualora dovessero essere modificati nel corso del tempo uno o più parametri di uno o più progetti, il ricalcolo della distribuzione dei carichi di lavoro e conseguentemente del monte ore residuo senza alterare l’ordine sequenziale dei progetti.
Tutti i parametri sopra esposti dovranno poter essere configurati dall’AOL.
Consultazione carico di lavoro pendente per operatore
Consente di conoscere, per operatore e per ruolo funzionale, quale sia il carico di lavoro pianificato, chiuso e aperto in un determinato momento e facilitare l’assegnazione del lavoro con equità e trasparenza evitando situazioni di sovra o sottocarico.
Deve essere garantita la visibilità per la corretta attribuzione per ruolo.
Misurare
• sommatoria delle pratiche pianificate e del relativo carico di lavoro per ogni operatore e totale per ruolo funzionale;
• sommatoria delle pratiche chiuse e del relativo carico di lavoro, nonché rapporto tra questi valori e quelli pianificati per ogni operatore e totale per ruolo funzionale nonché valore medio del gruppo di operatori selezionati e scostamento dalla media dei singoli;
• sommatoria delle pratiche aperte e del relativo carico di lavoro per ogni operatore e totale per ruolo funzionale, nonché valore medio del gruppo di operatori selezionati e scostamento dalla media dei singoli.
Agenda elettronica e gestione scadenziari
All’atto di assegnazione di una determinata attività viene registrato in automatico dal S.A. il tempo massimo previsto per l’esecuzione della stessa sulla base di una tabella di riferimento che stabilisce per ogni processo i tempi massimi. Viene data la possibilità al dirigente che assegna il compito di modificare nella singola pratica i tempi di default sulla base di valutazioni riferite al caso specifico.
La gestione dello scadenziario è trasversale in tutti i processi e nelle attività, da considerarsi sempre attiva e richiamabile. La gestione delle scadenze deve essere configurabile dall’ ASRA e customizzabile per ogni AULSS dal AOL, inoltre deve essere abilitato l’RdP, l’RdI/RfP o l’operatore incaricato qualora la scadenza sia nello svolgimento della singola specifica attività.
L’agenda elettronica è una funzionalità che consente di visionare in qualunque momento il piano di lavoro per singolo operatore, per singola pratica come pure per le diverse linee di lavoro o figure professionali o per l’intero servizio. E’ possibile consultare l’agenda con vista su planning settimanale, mensile, annuale.
Nell’agenda sono registrate le scadenze sia quelle definite per default (tempo max. per concludere un determinato tipo di pratica) o quelle generate in automatico perché definite da leggi (iter 758 – es. scadenze per pagamenti sanzioni) o stabilite dal RdP che assegna l’attività o dall’operatore referente ad esempio quando fissa il tempo entro cui deve essere attuata una prescrizione.
Nell’agenda va anche registrato, dall’operatore referente, il calendario delle azioni previste (ad es. sopralluogo, incontro, visita medica) per svolgere l’attività che gli è stata assegnata. Se l’attività da svolgere richiede una preventiva autorizzazione (ad esempio uscita fuori sede) è previsto un collegamento on line tra il richiedente e colui che autorizza.
Nell’agenda è possibile gestire anche il calendario delle pronte disponibilità, ferie, assenze per formazione, ecc.
E’ possibile consultare la disponibilità di autovetture, di ambulatori, strumentazione ed eseguire la prenotazione degli stessi.
Monitorare
Lo svolgimento delle attività e lo stato di avanzamento del lavoro assegnato nel rispetto degli obiettivi, dei tempi e delle scadenze. In particolare si potrà, in un determinato periodo temporale:
• consultare nel dettaglio le attività svolte (per ufficio, tutte/le proprie, aperte/chiuse, documenti, tutte le fasi/alcune fasi del processo) in coerenza al profilo di accesso, specifico per il ruolo che il soggetto riveste per il sistema;
• calcolare a consuntivo il raggiungimento/scostamento dagli obiettivi attesi (di servizio, di linea di lavoro e di singolo operatore) in termini sia di numero di attività svolte che di carico di lavoro pesato;
• misurare, per processo e per operatore, i tempi medi di effettuazione di una determinata attività, nonché gli scostamenti per singolo operatore rispetto al tempo medio e rispetto alla scadenza.
Valutare
Nei periodi di interesse, il conseguimento degli obiettivi di Servizio e il contributo individuale al loro raggiungimento (performance).
• calcolare a consuntivo l’attività resa dal personale per le singole prestazioni e verificare gli scostamenti tra l’attività attesa e quella effettivamente resa consentendo agli stessi e ai dirigenti di verificare l’impegno dedicato e la performance raggiunta;
• calcolare per ogni linea di attività il carico di lavoro diretto e indiretto richiesto, scorporato per ruolo funzionale e per singola tipologia di azione elementare (sopralluogo, sommarie informazioni testimoniali, riunioni, sanzioni, ecc.);
• valutare il rispetto dei tempi di scadenza stabiliti per la conduzione delle attività assegnate;
• produrre reportistica di attività che consenta di valutare con accuratezza il grado di raggiungimento degli obiettivi prestazionali assegnati/attesi e la performance degli operatori e dei servizi.
Calcolare le risorse necessarie per raggiungere specifici obiettivi di attività
Calcola il consumo di risorse, in termini di tempo orario, necessarie all’erogazione di determinati standard di LEA per stimare le dotazioni di cui debbono disporre i Servizi.
Le funzionalità sopra descritte inerenti a questo processo devono essere configurabili dall’ AOL per consentirne un uso facoltativo.
Informazioni minime necessarie a titolo di esempio:
• numero e data protocollo;
• classificazione della richiesta;
• richiedente (anagrafica e classificazione);
• classificazione del tipo di intervento (tipo pratica, numero pratica);
• oggetto intervento;
• sede intervento;
• priorità/urgenza/immediatezza;
• operatori;
• attività svolta;
• date.
Glossario specifico
a. Sistema di gestione delle attività Spisal;
b. Processo di lavoro;
c. Prodotto/prestazione;
d. Nomenclatore;
e. Attività/compiti;
f. Progetti;
g. Procedura;
h. Responsabile del procedimento (RdP)
i. Responsabile dell’Istruttoria (RdI)/Referente della Pratica (RfP);
j. Operatori;
k. Tempario delle attività;
l. Peso equivalente delle attività;
m. Peso stimato di una prestazione/prodotto;
n. Carico di lavoro;
o. Carico di lavoro atteso o pianificato;
p. Carico di lavoro per attività concluse (carico chiuso);
q. Carico di lavoro delle attività assegnate non concluse (carico aperto);
r. OUTPUT.
Sistema di gestione delle attività SPISAL
Per sistema di gestione delle attività SPISAL si intende l’insieme delle azioni per:
▪ la rilevazione ordinata e la valutazione delle richieste di servizi e prestazioni erogate dallo SPISAL;
▪ la pianificazione, il monitoraggio e la verifica delle attività del Servizio;
▪ la corretta amministrazione delle risorse, della documentazione e degli atti in applicazione delle norme e delle disposizioni vigenti;
▪ la raccolta ordinata e l’elaborazione, anche tramite sistemi informatizzati, di dati e atti che documentano l’attività svolta dal Servizio e ne rendono conto.
Processo di lavoro
Un processo è rappresentato da una successione di fasi di lavoro interconnesse tra loro, il cui svolgimento è affidato a uno o più operatori appartenenti a uno o più profili professionali a seconda dell’organizzazione, finalizzate alla produzione di prestazioni/servizi (output). Sono processi le linee di lavoro infortuni, vigilanza, malattie professionali, ecc.
Alcune parti dei processi di lavoro costituiscono il “livello orizzontale”, trattasi delle fasi di lavoro/attività trasversali (es. gestione dell’iter “amministrativo”) a più processi; altre parti costituiscono il “livello verticale”, trattasi delle attività specifiche del singolo processo di lavoro.
Prodotto/prestazione
Sono i prodotti finali realizzati da un processo di lavoro; in altri termini sono le prestazioni e i servizi che vengono erogati dalle linee di lavoro del Servizio per soddisfare i LEA; in genere si usa come sinonimo di prodotto il termine “pratica”.
Nomenclatore
Repertorio che registra i nomi appartenenti a un insieme sistematico quali sono i prodotti/le prestazioni
Attività/compiti
Azioni elementari, svolte all’interno delle fasi di un processo di lavoro, la cui esecuzione porta alla realizzazione del prodotto/prestazione. Ogni voce di azione elementare è corredata da un proprio glossario che ne definisce le caratteristiche, l'unita di misura, le condizioni di applicabilità, le modalità di imputazione nel sistema, la tipologia di operatore/i che la erogano (medico, ingegnere, veterinario, tecnico di prevenzione, RdP, RdI, RfP, operatore, il collegamento alla sua tariffazione, il suo collegamento al debito informativo normato, la sua collocazione all'interno di un prodotto finito, ecc.). Le azioni elementari sono:
• dirette: azioni elementari misurabili e documentate svolte dall’operatore: ad esempio il sopralluogo, la visita medica, le sit; per la produzione di una singola prestazione, all’interno di una stessa linea di lavoro, il peso complessivo delle attività dirette è variabile, in relazione alla numerosità delle azioni elementari svolte (ad esempio un’indagine può essere conclusa con un solo sopralluogo eseguito da un operatore, un’altra può richiedere più sopralluoghi di più operatori);
• indirette: azioni elementari a supporto e a completamento delle attività dirette, quali lo studio della documentazione, la redazione di atti o documenti, il coordinamento delle attività di una linea di lavoro, il controllo e la supervisione, i tempi di trasferimento fuori sede, gli approvvigionamenti di materiali, l’ottemperanza degli innumerevoli adempimenti amministrativi; per singola prestazione all’interno di ogni linea di lavoro le attività indirette hanno un peso fisso stimato sulla base di risorse/tempo utilizzato distribuito in modo pesato tra le diverse figure professionali che concorrono alla realizzazione della prestazione; il peso delle attività indirette dovrà essere modulabile da un minimo a un massimo in ogni singola pratica.
Progetti
Attività/interventi pianificati in un arco temporale per realizzare un piano di lavoro e raggiungere gli obiettivi prestazionali. La realizzazione delle attività di progetto prevede la distribuzione di compiti specifici tra gli operatori che vi concorrono.
Procedura
Modalità formalmente specificata per svolgere un processo o un’attività.
Responsabile del procedimento (RdP)
E’ il responsabile della linea di lavoro; a questa figura è attribuita quella parte di carico di lavoro dell’attività indiretta concernente l’espletamento dei compiti di:
• valutare le richieste/la domanda; verificare l'esistenza delle condizioni di ammissibilità, dei requisiti di legittimazione e dei presupposti per l’avvio del procedimento;
• assegnare il lavoro al RdI/RfP e agli operatori, pianificare l’attività definendo modalità d’azione e tempistica;
• monitorare il regolare svolgimento dell’attività fornendo supporto e supervisione;
• verificare e validare il lavoro svolto e le conclusioni (firmare gli atti o i provvedimenti conclusivi e/o in uscita, trasmettere gli atti del procedimento ad altra struttura);
• organizzare e gestire riunioni;
• predisporre comunicazioni ed elaborare reportistiche di Servizio.
Responsabile dell’Istruttoria (RdI) e/o Referente della Pratica (RfP)
E’ il responsabile dell’istruttoria, l’operatore a cui viene assegnata la pratica. A questa figura è attribuita quella parte di carico di lavoro dell’attività indiretta concernente l’espletamento dei compiti di:
• istruire e/o redigere gli atti previsti dalla procedura di lavoro (es. eventuali richieste di documenti, verbali, altro);
• svolgere approfondimenti sulla problematica in oggetto;
• registrare le attività svolte;
• realizzare le reportistiche richieste;
• curare le comunicazioni alle parti interessate.
Operatori
Uno o più operatori, di cui generalmente uno di questi coincide con il RdI/RfP, che svolgono le attività/compiti assegnati secondo le procedure previste; a ognuno di questi operatori vengono attribuiti i carichi di lavoro delle attività dirette che gli stessi svolgono (es. i sopralluoghi, gli accertamenti tecnici, le SIT, altro).
Le figure in alcuni casi possono coincidere con il medesimo soggetto.
Compreso anche il personale amministrativo (protocollo, spedizione, archiviazione dattilografia, riproduzione, gestione atti in-out., gestione acquisti, gestione registri di servizio, gestione budget, gestione personale).
Tempario delle attività
Tempo stimato per lo svolgimento delle singole attività dirette e indirette per ciascun prodotto/prestazione, distribuito tra le diverse figure professionali che concorrono alla loro realizzazione. Tale stima deriva dall’analisi del tempo di lavoro che le diverse figure professionali utilizzano per svolgere le attività che costituiscono una determinata prestazione. Al responsabile di procedimento e al personale amministrativo andranno attribuite quelle parti di carico di lavoro dell’attività indiretta riguardanti l’espletamento dei compiti di pianificazione, monitoraggio, supervisione e validazione delle attività; i carichi
di lavoro delle attività dirette andranno invece attribuiti agli operatori che concretamente compiono “attività sul campo”.
Peso equivalente delle attività
E’ una misura delle attività dirette ed indirette che si utilizza al posto del tempo (ad esempio 1 peso equivalente = 10 ore); facilita i confronti tra le diverse linee di attività in termini di peso relativo.
Peso stimato di una prestazione/prodotto
E’ il peso medio calcolato utilizzando i dati riferiti alle prestazioni/prodotti conclusi in un determinato periodo. Il peso stimato va aggiornato periodicamente sulla base dell’esperienza acquisita e delle variazioni procedurali intervenute nel tempo.
Carico di lavoro
Assorbimento di risorse utilizzate (tempo di lavoro o in peso equivalente) per svolgere un determinato prodotto/prestazione.
Carico di lavoro atteso o pianificato
Stima del carico di lavoro, come sopra definito, riferito a tutti i prodotti/prestazioni pianificati in un determinato periodo di tempo, ripartito tra gli operatori utilizzando il peso stimato riferito al singolo prodotto.
Le variabili che influiscono sul carico di lavoro atteso in un determinato periodo sono:
• le ore a disposizione degli operatori per l’effettuazione delle prestazioni (contratto di lavoro, ore di formazione, ferie, malattia, altri incarichi);
• gli obiettivi da raggiungere espressi in termini numerici (ex n° interventi di vigilanza, n° indagini infortunio, ecc.);
• il peso stimato delle singole prestazioni da effettuare.
Carico di lavoro per attività concluse (carico chiuso)
Misura del carico di lavoro che si è reso necessario per realizzare le attività assegnate. Viene calcolato a conclusione dell’iter procedurale, a pratica chiusa, utilizzando la sommatoria delle attività indirette e dirette effettivamente svolte.
Carico di lavoro delle attività assegnate non concluse (carico aperto)
Indicatore del carico di lavoro necessario per svolgere le attività assegnate. Per la misura di questo indicatore si utilizza la sommatoria del carico indiretto di tali pratiche. L’indicatore permette di valutare la disponibilità di ogni operatore a ricevere nuove assegnazioni in rapporto alla mole di lavoro che gli è stato assegnato e non ha ancora svolto.
Output
Come da capitolo “elementi strategici per lo sviluppo del sistema del S.A.”.
Il S.A.:
• dovrà prevedere l’export dei dati secondo le specifiche dettate dal datawarehouse regionale che saranno fornite in corso d’opera;
• dovrà fornire l’export al Sistema di Controllo di Gestione delle AULSS;
• dovrà prevedere l’implementazione in differita secondo specifiche definite nel momento della messa in opera del S.A. verso una piattaforma di business intelligence esterna al sistema;
• dovrà prevedere l’export dei dati secondo specifiche dettate dal SINP e da altri Flussi Ministeriali previsti dalla normativa vigente e dalle disposizioni ministeriali, il tutto dovrà essere ad esclusivo appannaggio del personale della Direzione Prevenzione (tramite adeguati profili utenti), a seguito di validazione da parte dei Responsabili dei servizi titolari dei dati;
• dovrà prevedere l’esportazione dei dati archiviati e produzione di reportistica anche tramite query personalizzate;
• dovrà prevedere l’export verso il gestionale di contabilità AULSS e ARPAV secondo specifiche che saranno definite in corso d’opera;
• dovrà prevedere un sistema di elaborazione dati attività per reportistiche regionali, aziendali, e del Servizio;
• dovrà essere previsto, ad uso interno, un export delle informazioni registrate con possibilità di selezione e filtro il più flessibile ed esaustiva possibile;
• dovrà prevedere la possibilità di consultare un repository dove potranno essere depositate: leggi, norme tecniche (a titolo di es.UNI), ispezioni eseguite da altri enti, Echa, manuali operativi di qualità, etc; importabili anche da supporti esterni o raggiungibili tramite un link.
L’interfaccia per le notifiche deve essere raggiungibile dagli utenti esterni (Internet) tramite sistemi di autenticazione sicura e tramite un portale messo a disposizione dal SSR.
A. Notifiche/comunicazioni obbligatorie
In generale per tutte le varie tipologie deve essere prevista un’interfaccia utente per la compilazione delle informazioni di riferimento. Nello specifico trattasi di: notifiche cantieri; gestione registri lavoratori esposti: ad agenti biologici, a cancerogeni e mutageni, ad amianto; relazione annuale bonifica amianto; notifica ex art 40 all. 3b; piani di lavoro amianto; notifica ex art. 67/81; ecc.
B. Notifica Cantieri ex art. 99/81
La notifica preliminare è il documento richiesto dalle AULSS e dalle DTL ai committenti che intendono avviare la realizzazione di un cantiere temporaneo o mobile.
Le informazioni in essa presenti consentono di gestire e orientare l’azione di vigilanza. Il contenuto della notifica è il seguente (cfr. Allegato XII del DLgs 81/2008):
1. Data della comunicazione;
2. Indirizzo del cantiere;
3. Committente (i) (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i));
4. Natura dell’opera;
5. Responsabile (i) dei lavori (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i));
6. Coordinatore (i) per quanto riguarda la sicurezza e la salute durante la progettazione dell’opera (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i));
7. Coordinatore (i) per quanto riguarda la sicurezza e la salute durante la realizzazione dell’opera (nome (i), cognome (i), codice fiscale e indirizzo (i));
8. Data presunta d’inizio dei lavori in cantiere;
9. Durata presunta dei lavori in cantiere;
10. Numero massimo presunto dei lavoratori sul cantiere;
11. Numero previsto di imprese e di lavoratori autonomi sul cantiere;
12. Identificazione, codice fiscale o partita IVA, delle imprese già selezionate;
13. Ammontare complessivo presunto dei lavori (€).
L’inserimento dei dati di cui sopra dovrà essere reso obbligatorio, tranne per i seguenti punti:
• 5. Responsabile dei lavori;
• 6. Coordinatore per la progettazione, nei casi dei punti 2 e 3 del successivo paragrafo “Utente registrato” (deve risultare evidente nell’anagrafe il motivo della mancata indicazione del Coordinatore per la progettazione);
• 6 e 7. Coordinatori, nel caso di Notifica preliminare di un cantiere in cui opera un’unica impresa la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a duecento uomini-giorno;
• 11. Identificazione imprese selezionate.
Relativamente al punto 9. “Durata presunta dei lavori in cantiere”, dovrà essere proposta la possibilità di inserire un valore espresso in giorni o una data di presunta fine lavori. L’inserimento di uno dei due valori proporrà la compilazione automatica dell’altro.
La “Data della comunicazione” (punto 1) non dovrà essere successiva alla “Data presunta d’inizio dei lavori in cantiere” (punto 9).
L’utente registrato, che potrà coincidere con il Committente o con il Responsabile dei lavori incaricato, potrà inserire dall’esterno una notifica preliminare scegliendo tra 4 possibili opzioni, come desumibile dal DLgs 81/2008:
1. Notifica preliminare standard (cantieri di cui all’articolo 90, comma 3 del DLgs 81/2008); in questo caso la “Data della comunicazione” non potrà essere successiva alla “Data presunta d’inizio dei lavori in cantiere”;
2. Notifica preliminare a seguito di varianti che riconducano il cantiere alla condizione del punto precedente. Come previsto dal DLgs 81/2008, art. 99, comma 1, lettera b), per i cantieri che, inizialmente non soggetti all’obbligo di notifica, richiedano il successivo intervento di più imprese esecutrici per effetto di varianti sopravvenute in corso d’opera. In questo caso la “Data presunta d’inizio dei lavori in cantiere” dovrà essere intesa come momento in cui si concretizza il coinvolgimento nell’opera di ulteriori imprese esecutrici;
3. Notifica preliminare riferita a lavori privati non soggetti a permesso di costruire in base alla normativa vigente e comunque di importo inferiore a euro 100.000, per i quali le funzioni del coordinatore per la progettazione sono svolte dal coordinatore per la esecuzione dei lavori;
4. Notifica preliminare di un cantiere in cui opera un’unica impresa la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a duecento uomini-giorno.
In base al tipo di notifica selezionata verranno attivate le diverse obbligatorietà di inserimento dei dati.
Il salvataggio della notifica provocherà l’invio di una mail, all’indirizzo inserito in fase di registrazione, con copia in formato pdf della notifica. Deve, inoltre, essere prevista la possibilità di inviare o di rendere disponibile il medesimo documento ad altri enti (Comune, DTL, CPT, ecc.).
Il software dovrà permettere inoltre di:
• inserire e registrare una variazione a una notifica;
• allegare dei documenti a una notifica;
• gestire il subentro di un utente in sostituzione della figura che ha inserito una specifica notifica.
Non dovrà essere possibile la variazione della figura del Committente (in tal caso sarà necessario inserire una nuova Notifica preliminare).
L’inserimento delle Notifiche preliminari da parte degli utenti costituirà parte dell’Anagrafe dei cantieri temporanei o mobili presenti sul territorio.
Oltre ai cantieri notificati dovrà essere possibile l’inserimento di ulteriori dati relativi ad un cantiere non presente tra quelli notificati da parte dei fruitori del sistema (personale SPISAL , eventuale DTL, ecc.). In questo caso gli unici campi per i quali sarà richiesta la compilazione obbligatoria saranno i seguenti:
1. Committente;
2. Indirizzo del cantiere;
3. Natura dell’opera.
I tre dati precedenti saranno in tutti i casi necessari ad individuare in maniera univoca il cantiere.
Dovrà essere previsto un campo per l’inserimento di specifici “tag” di caratterizzazione del cantiere da parte degli utenti istituzionali.
I dati presenti nell’Anagrafe dei cantieri dovranno integrarsi con quelli residenti in altre Anagrafi quali Persone giuridiche, Persone fisiche, ecc.
Dovrà, ovviamente, essere possibile associare al cantiere lo storico dell’attività svolta sugli stessi dagli organi di vigilanza che, oltre ai diversi provvedimenti, terrà conto dei seguenti dati:
• stato del cantiere (non avviato, non attivo, sospeso, concluso) in riferimento a una specifica data di visita;
• monitorato (cantiere dove non vi è stato un accesso diretto da parte dell’organo di vigilanza, ma da questo monitorato); data monitoraggi/o, annotazioni da monitoraggio.
Dovrà essere possibile localizzare il cantiere con coppia di coordinate geografiche ottenute da selezione su mappa o da geocodifica dei dati toponomastici al momento dell’inserimento del cantiere (cfr. specifico capitolo “Georeferenziazione”). Nel caso di geocodifica a seguito di inserimento del dato toponomastico, dovrà essere proposta all’utente la possibilità di validare il risultato rappresentato geograficamente.
Criteri di selezione
L’utilizzo dell’Anagrafe dei cantieri come base per l’orientamento dell’attività di vigilanza dovrà rendere possibile l’applicazione di algoritmi (configurabili) in grado di estrarre coorti di cantieri caratterizzate da specifici elementi di criticità. Deve essere offerta la possibilità di ricavare indici di priorità, riferiti all’azione di vigilanza, da assegnare ai diversi cantieri e calcolati sulla base dei seguenti parametri:
• dati ricavabili dalle notifiche, a esempio:
o stato del cantiere (attivo, concluso, ecc.) in riferimento a una specifica data;
o localizzazione del cantiere rispetto ad un punto geografico e a una circonferenza di raggio definito centrata su tale punto, a un limite amministrativo o di competenza territoriale di una specifica AULSS;
o natura dell’opera (dato testuale);
o numero dei diversi dei soggetti presenti in cantiere;
o ammontare dei lavori.
• storico delle persone giuridiche (imprese) presenti in cantiere riferito alle violazioni registrate nel sistema;
• storico delle diverse persone giuridiche (committenti, coordinatori, datori di lavoro, dirigenti, ecc.) coinvolte nel cantiere riferito alle violazioni registrate nel sistema;
• Tag inseriti dal parte degli utenti istituzionali;
• Eventuale accesso programmato da monitoraggio (la descrizione del processo è demandata alla fase di analisi) .
C. Gestione registri lavoratori esposti
Esposizione ad Agenti Biologici ex art. 280/81
Il Datore di Lavoro istituisce ed aggiorna un registro di esposti ad agenti biologici (gruppo 3 e 4), secondo il modello Mod B 626 completo, e ne cura la tenuta per il tramite del medico competente (art. 280 comma 1 e 2 DLgs 81/08). Devono essere iscritti: i lavoratori per i quali la valutazione dell'esposizione ad agenti biologici ha evidenziato un rischio per la salute (art. 271 Dlgs 81/08) e per ogni lavoratore iscritto devono essere riportati l'attività svolta che comporti l’uso di agenti del gruppo 3 e/o 4, l’agente utilizzato e gli eventuali casi di esposizione individuale.
Il Datore di Lavoro invia copia del registro all’INAIL ed allo SPISAL della AULSS competente per territorio, e ne comunica eventuali variazioni ogni 3 anni oppure ogni qualvolta i medesimi ne facciano richiesta.
Cancerogeni e Mutageni ex art. 243/81
Il Datore di Lavoro istituisce ed aggiorna un registro di esposti ad agenti cancerogeni o mutageni e ne cura la tenuta per il tramite del M.C. (art. 2 DM 155/07 e art. 243 DLgs 81/08).
I dati da registrare sono quelli indicati nel modello C 626 che comprendono l'attività svolta, l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato e il valore dell'esposizione a tale agente (ove noto). Il DdL invia copia del registro all’INAIL ed allo SPISAL dell’AULSS competente per territorio, e ne comunica eventuali variazioni ogni 3 anni o ogni volta i medesimi ne facciano richiesta.
Nel registro devono essere iscritti i lavoratori per i quali la valutazione dell'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni ha evidenziato un rischio per la salute (art. 236 Dlgs 81/08).
Devono essere iscritti nel registro anche i lavoratori che hanno subito eventi non prevedibili o incidenti che possono comportare un’esposizione anomala ad agenti cancerogeni o mutageni (art. 240 DLgs 81/08).
Esposizione ad Amianto
Il Datore di Lavoro istituisce ed aggiorna un registro di esposti ad asbesto se l’esposizione è stata superiore a quella prevista all’art. 251 comma 1 lett b ovvero superiore ad un decimo del valore limite di 10 ff/litro e ne cura la tenuta per il tramite del medico competente (art. 260 comma 1 DLgs 81/08). L’iscrizione è da intendersi temporanea ed una volta ripristinate le condizioni di sicurezza gli iscritti devono essere cancellati. Devono essere iscritti nel registro anche i lavoratori che hanno subito eventi non prevedibili o incidenti (art. 260 comma 1 DLgs 81/08) che possono comportare un’esposizione anomala ad asbesto (ai sensi dell’art. 240 DLgs 81/08).
Il Datore di Lavoro invia copia del registro all’INAIL ed allo SPISAL dell’AULSS competente per territorio, e ne comunica eventuali variazioni ogni 3 anni o ogni volta i medesimi ne facciano richiesta.
Per ogni lavoratore iscritto nel registro devono essere riportati l'attività svolta, l'agente cancerogeno (asbesto) utilizzato e il valore dell'esposizione a tale agente (ove noto) il modello di tenuta dei registri è il Modello C 626 completo.
D. Relazione annuale “smaltimento/bonifica amianto” (art. 9 L. 257/92)
Tutte le imprese che hanno svolto attività di bonifica e smaltimento materiali contenenti amianto devono, entro il 28 febbraio dell’anno successivo, inviare alla Regione e alle AULSS competenti per territorio una relazione con i dati sull’attività svolta nell’anno precedente. I dati da inviare sono quelli riportati nel facsimile riportato nell’allegato A della Circolare del Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato del 17/02/1993 n. 124976.
Il S.A. dovrà prevedere la registrazione di tali dati e dovrà produrre in automatico un report per la Regione del Veneto (Scheda di rilevazione dati attività utili ai fini della relazione annuale sulle condizioni dei lavoratori esposti all’amianto, L. 257/92 art. 9 comma 2) che attingerà le informazioni necessarie sia da questo processo che da altri dell’applicazione (Bonifiche amianto, vigilanza cantieri).
Integrazioni:
• Anagrafe cantieri edili;
• Anagrafe assistiti Veneto;
• Anagrafe Ditte Telemaco
• Albo Nazionale delle imprese “gestori ambientali cat. 10A e 10B”;
• Registro esposti;
• Registro corsi di abilitazione, Regione Veneto.
E. Notifica ex art 40 all. 3b
Il M.C. deve trasmettere agli SPISAL competenti per territorio le informazioni relative ai dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, elaborati evidenziando le differenze di genere (art. 40 c. 1 DLgs 81/08).
I dati da registrare, utilizzabili solo a fini epidemiologici, sono quelli riportati nell’all. 3b dello stesso DLgs e la trasmissione deve essere fatta esclusivamente per via telematica entro il primo trimestre dell'anno successivo.
Il DM del 9.07.12 (GU n 173 del 26.07.12) definisce i nuovi contenuti dell’Allegato 3b.
Il S.A. dovrà predisporre come minimo uno scarico periodico delle informazioni dal sistema sperimentale predisposto dall’INAIL al S.A. Regionale a cui dovrà seguire un flusso mediante servizi di cooperazione applicativa che garantiscano la tempestività oltre alla completezza delle informazioni registrate dagli utenti.
In ultima istanza e solo su indicazione del SSR dovrà essere predisposta un’interfaccia verso l’utenza esterna per la raccolta delle informazioni previste dall’Allegato 3b.
F. Notifica amianto ex art. 250/81 e Piani di lavoro amianto
Iter di attività descritto nel processo verticale “Bonifiche Amianto”.
G. Notifica ex art. 67/81
Notifica di insediamenti produttivi: l’art 67 del D.Lgs 81/2008 prevede che per esercizio di attività da adibire a lavorazioni industriali dove è prevista la presenza di più di tre lavoratori deve essere presentata notifica all’Azienda ULSS Dipartimento di Prevenzione, Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, territorialmente competente per territorio, mediante la compilazione di un apposita modulistica.
L’atto è efficace dal momento della sua registrazione e non prevede necessariamente una risposta del Servizio a cui è indirizzata.
Per accordi locali o regionali la notifica può pervenire tramite il SUAP.
La descrizione nel BPMN si rinvia alla fase di analisi successiva l’aggiudicazione.
1.3.3.2 Gestione documentale
Deve essere sempre richiamabile in qualsiasi momento dell'esecuzione di un qualsiasi processo anche quando non esplicitamente specificato nei diagrammi BPMN.
Modulo generico e trasversale agli applicativi verticali specifici e alle funzioni orizzontali che hanno comunque necessità di produrre, acquisire ed archiviare documenti. Gestisce il rilascio ma anche l'acquisizione di documenti in formato elettronico facenti riferimento ad una stessa “pratica”, con il relativo carico di lavoro eventualmente collegato.
La possibilità di acquisire documenti in formato elettronico e di associarli alla pratica che si sta trattando è funzionale al fatto di avere la possibilità di archiviare in un sistema controllato, documenti prodotti esternamente al sistema (documenti prodotti fuori sede, documentazione fotografica, documenti passati da altri enti, da soggetti richiedenti un parere o un'autorizzazione, ecc.) e di custodirli e reperirli sempre come atti collegati che fanno parte integrante del procedimento in corso. In questo modo si ha anche la possibilità di dare accesso a questi documenti soltanto a coloro che ne hanno effettivamente diritto secondo le politiche di gestione documentale che Regione del Veneto e i servizi delle AULSS e di altri enti utilizzatori del S.A. interessati decideranno di darsi.
La gestione documentale, specialmente in acquisizione, dovrà consentire anche di tenere traccia in maniera ufficiale della distribuzione di documenti tra tutti i livelli e gli utenti del sistema, registrando l'assegnazione di un documento elettronico a singoli soggetti e la presa in carico (visione) del documento da parte del singolo destinatario, il quale, a sua volta e per il ruolo rivestito, avrà facoltà di ridistribuire il documento per competenza in modo che rimanga traccia sul sistema. Questa gestione non riguarda solo la documentazione che fa riferimento ad una pratica, ma più in generale è un metodo che consentirà di gestire all'interno del sistema l'archiviazione, la catalogazione e la distribuzione di qualsiasi atto sia necessario “pubblicare” e rendere disponibile per competenza.
La gestione documentale dovrà consentire almeno:
• Acquisizione del file dal protocollo aziendale qualunque formato venga utilizzato;
• Identificare il soggetto che ha prodotto il documento;
• Identificare il soggetto che lo ha eventualmente inviato;
• Individuare la tipologia di atto all'interno di un sistema di classificazione precostituito;
• Individuare i soggetti (utenti del sistema) a cui il documento è stato inviato;
• Verificare la presa in carico del documento da parte dei singoli soggetti;
• Consentire l'accesso al documento limitato alla competenza specifica (in particolare per documenti riservati o contenenti dati sensibili);
• Gestire anche documenti che non sono necessariamente collegati a pratiche di attività;
• Rendere i documenti archiviati disponibili per il dossier di azienda;
• Export verso il protocollo generale aziendale e restituzione al S.A. degli estremi del protocollo comprensivo delle modalità di invio;
• Salvataggio del documento finale (firmato e protocollato) nel repository del S.A.
Modelli di documento
Al fine di agevolare la compilazione e l'archiviazione di determinate informazioni che vengono di fatto attestate al momento in cui si rilascia qualsiasi tipo di certificazione, parere, attestazione ecc. di competenza dei servizi erogatori.
Il S.A. dovrà prevedere una collezione di modelli unificati e approvati a livello regionale suddivisi per tipologia, se non già previsti a livello normativo, fruibili attraverso processi di compilazione automatizzata sulla base dei dati registrati nel sistema stesso, o attraverso la redazione diretta del documento che deve essere supportata da funzionalità di pari livello con i migliori word processing di mercato.
I modelli dei documenti e gli stessi documenti potranno contenere parti variabili (campi dinamici alimentati dal data base) o provenienti da tabelle esterne, configurabili a livello di AOL, non strettamente legati alla procedura. Il loro utilizzo dovrà prevedere la personalizzazione del formato e del carattere utilizzato (maiuscolo, minuscolo, grassetto, corsivo, ecc.) dovrà comunque essere prevista, per ogni singola AULSS e ARPAV, la possibilità di creare propri modelli da archiviare nel repository del sistema centralizzato fruibile da tutti gli operatori afferenti al sistema.
Il sistema dovrà consentire per ogni AULSS o ente coinvolto, almeno di:
• Costruire un catalogo di modelli dei documenti con relativa classificazione;
• Gestire le intestazioni personalizzate per ogni struttura organizzativa che emette il documento con riferimento all’anagrafe degli uffici;
• Collegare il documento rilasciato alla base dati consentendo l'archiviazione delle informazioni essenziali e ritenute strategiche per il debito informativo a tutti i livelli;
• Rendere disponibile il modello soltanto per le funzioni e per gli uffici a cui è destinato;
• Lavorare i documenti in progress consentendo la consultazione di più versioni.
A titolo di esempio i modelli sono nell’Allegato 1 al presente documento.
Registrazione ed archiviazione documenti
La registrazione generica di cui si sta descrivendo i contenuti, prevede l'archiviazione di informazioni minime relative al rilascio di un determinato documento che possono essere sintetizzate in:
• Data di emissione;
• Destinatario;
• Riferimento a protocollo e data della richiesta;
• Oggetto;
• Codice del documento;
• RdP, RdI/RfP, Operatore che l'ha sottoscritto;
• numero di revisione;
• Carico di lavoro (Tempo);
• Documento finale in uscita dal protocollo generale PEC (firmato e protocollato) con eventuale ricevuta di ritorno.
Il file del documento elaborato viene archiviato all'interno del database regionale e reso immodificabile a qualsiasi operatore che non sia colui, o coloro, che hanno redatto il documento, anche in questo caso solo se non è stato firmato digitalmente e solo entro termini temporali configurabili dalla figura di
amministratore di sistema. Le modifiche all'originale (revisioni), quando il sistema lo consente per quanto sopra esposto, dovranno essere storicizzate attraverso l'archiviazione di un nuovo file. Dovrà essere impedita la possibilità tecnica di modificare il documento a chiunque una volta che questo è stato ufficialmente emesso (protocollazione/firma digitale/conservazione sostitutiva).
L'elaborazione di determinati documenti, sempre sulla base di apposita modulistica unificata, può avvenire all'interno dei moduli verticali specifici dell'applicativo. In questo caso la registrazione dei dati minimi di attività avviene in background dal verticale da cui si opera, unitamente al salvataggio del file del documento rilasciato che sottostà alle stesse regole esplicitate nel paragrafo precedente.
Pur operando su moduli verticali dovrà essere sempre possibile la gestione della tracciabilità dei documenti in distribuzione presente sullo strato orizzontale del sistema.
Archiviazione
Deve essere prevista l’archiviazione dei documenti ovvero la possibilità di ordinare e collocare i fascicoli, gli atti e la documentazione secondo specifiche procedure e con metodo che ne consenta il facile reperimento; è necessario distinguere l’archiviazione che viene effettuata a conclusione del lavoro svolto per realizzare un processo verticale dall’archiviazione di atti documenti che non entrano a far parte/non attivano un processo di lavoro.
La gestione documentale non si limita soltanto alla archiviazione dei documenti in formato elettronico che accompagnano la gestione di una “pratica” o dei modelli di documento che il sistema mette a disposizione per la compilazione in modalità automatizzata o diretta da parte dell’operatore del documento che verrà poi emesso, ma si pone anche l’obiettivo di archiviare al suo interno in maniera strutturata (sistema di cartelle e di documenti), procedure e istruzioni operative che sono state elaborate attraverso le attività che ogni settore delle prevenzione ha prodotto durante i percorsi di accreditamento delle proprie strutture, nonché norme, linee guida, circolari e quant’altro sia funzionale al supporto operativo di coloro che hanno la necessità di svolgere una determinata attività di prevenzione e vogliano conoscere le procedure che attengono al caso specifico.
Repository delle conoscenze
Il sistema dovrà quindi:
• consentire di archiviare in maniera logica i documenti che le strutture organizzative della prevenzione hanno prodotto a supporto delle attività di prevenzione;
• consentire la ricerca anche attraverso motori di ricerca full text;
• consentire la consultazione, il download e la stampa;
• consentire di collegare il singolo documento, l’intera cartella o un insieme arbitrario di documenti alle procedure gestionali, in modo che il gestionale non sia soltanto un raccoglitore passivo di informazioni ma abbia la possibilità di fornire l’istruzione operativa specifica al caso in gestione;
• essere dotato di un repository documentale (i cui documenti sono distinti per servizi con titolarità del dato, comprensivo di documenti generati dal sistema, documenti acquisiti da sistemi esterni interoperabili e documenti di riferimento consultabili (es. best practice, check list, o manuale operatore, ecc) da tutti gli operatori) che consenta di essere richiamato in qualunque momento e da qualunque interfaccia;
• trattare documenti che devono supportare le più diffuse tipologie di file compresi formati video e immagini;
• prevedere la possibilità di utilizzare/integrarsi con un servizio/sistema di conservazione sostitutiva a norma di legge dei documenti;
• essere parte integrante del servizio anche la gestione della firma digitale dei documenti con eventuale utilizzo della smart card secondo gli standard regionali (progetto FDCOS) e/o secondo le tecnologie più moderne e diffuse nel rispetto della normativa vigente.
1.3.3.3 Gestione attività
Deve essere sempre richiamabile in qualsiasi momento dell'esecuzione di un qualsiasi processo anche quando non esplicitamente specificato nei diagrammi BPMN.
Trattasi di processo trasversale alle linee di lavoro che consente di gestire le sottodescritte attività elementari che costituiscono la materializzazione e la relativa documentazione delle azioni svolte dagli operatori nell’ambito dei diversi processi. Tali attività possono essere contemporaneamente richiamate e ripetute e sono di seguito riassunte:
a. Sopralluogo;
b. Rilevazione ambientale (igiene industriale);
c. Acquisizione e valutazione documentale;
d. Assunzione sommarie informazioni testimoniali;
e. Incontri e riunioni (con soggetti diversi, es. aziendali e/o figure di cantiere per la prevenzione, ecc.);
f. Sequestro;
g. Convocazioni come teste (non descritta nel diagramma);
h. Commissioni Varie (partecipazione a: CTPA, Xxxx.xx Carburanti, Conferenze di Servizi, ecc.);
i. Accesso agli atti.
In base a dei criteri di selezione verranno scelte le attività pertinenti che potranno essere anche più di una ed ognuna ripetuta anche in tempi diversi.
Sopralluogo (spl)
Questa fase consiste in uno o più sopralluoghi agli impianti, luoghi di lavoro, posizioni lavorative. Il sopralluogo si caratterizza quindi per tipologia (primo sopralluogo, spl successivo, spl di verifica, spl prima della bonifica, spl durante la bonifica, spl per restituibilità, ecc.). E’ necessario inoltre differenziare il spl in base alla tipologia di attività che viene svolta dall’azienda: ad esempio cantiere edile (specificità non solo di ciclo produttivo ma anche di carattere normativo, con presenza di coordinatore in fase di progettazione e in fase e di esecuzione, ecc.), cantiere navale, azienda a rischio di incidente rilevante, azienda portuale, ecc. Nel corso di uno stesso spl potranno essere controllate più aziende o Unità Locali (U.L.) (imprese di appalto, subappalto, lavoratori autonomi). Il sopralluogo è svolto con la partecipazione congiunta della direzione e del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (R.S.P.P.), comunque una rappresentanza del Servizio Prevenzione Protezione-S.P.P. e, dove presente, anche del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.). In determinati casi (es. rilevanza del rischio chimico, ergonomia, ecc.) sarà richiesta anche la partecipazione del Medico Competente (MC).
Nel corso del spl viene preso in considerazione il ciclo produttivo e l’attività svolta dai lavoratori in relazione ai compiti operativi ordinari, sia di esercizio che di manutenzione, ed anche agli interventi occasionali, se significativi. Viene valutata la congruenza e completezza tra quanto riportato nei documenti di valutazione del rischio e i rischi presenti in campo e le misure di prevenzione e protezione effettivamente adottate.
In relazione all’oggetto e agli obiettivi del controllo potranno essere utilizzate specifiche liste di controllo (check list) di rilevazione (es. una lista tecnica/Agricoltura e una organizzativa/SGS) che consentono di approfondire in modo flessibile ma comunque uniforme a livello regionale i diversi aspetti che si intendono verificare. In linea generale le liste di controllo sono strutturate per verificare puntualmente la corrispondenza della realtà con l’atteso di legge o di norme di buona tecnica.
A conclusione del spl si provvederà a redigere un verbale di accertamento sui luoghi e sulle cose.
Nel verbale si descriverà la situazione di fatto osservata, si darà atto delle operazioni compiute, ivi inclusi eventuali rilievi fotografici, verbali di sequestro/dissequestro, oltreché della documentazione acquisita in atti. Verranno sempre acquisite le generalità delle persone intervenute e di chi rappresenta in atti “la parte“. Si indicherà l’ora di apertura e di chiusura del verbale.
La fase di sopralluogo si concluderà con un giudizio sulla corrispondenza con quanto previsto dalle leggi nonché sul rispetto delle indicazioni delle norme tecniche qualora applicabili. In caso si evidenzino violazioni alla normativa si procederà con l’emissione di specifici provvedimenti.
Qualora si rilevasse l’adozione di buone pratiche da parte dell’azienda se ne prende nota per arricchire il repository delle stesse. Qualora si ritenesse utile proporre all’azienda azioni di miglioramento si potranno definire osservazioni di miglioramento.
Rilevazione ambientale - campionamento e misurazioni strumentali
Rilevazione ambientale (Igiene Industriale)
In alcuni casi non è sufficiente l’individuazione dell’esistenza di fattori di rischio (ad esempio presenza di una certa sostanza pericolosa nel ciclo produttivo), ma è necessario provvedere ad una stima quantitativa con la misura dell’esposizione. Tale operazione consente infatti di valutare se l’esistenza di un pericolo costituisca un reale rischio per la salute e/o la sicurezza dei lavoratori ed esprimere un giudizio «pesato» circa la specifica rilevanza che lo stesso assume (ad es. concentrazione delle fibre in aria).
Pertanto l'operatore acquisirà i dati dell'esposizione attraverso la documentazione aziendale per la parte relativa alle misure ambientali e di monitoraggio biologico.
Nel caso in cui le analisi e gli accertamenti già realizzati dall’azienda non vengano ritenuti sufficienti a quantificare l’esposizione, si adotteranno i provvedimenti del caso per un’eventuale nuova o integrativa indagine ambientale.
Nel corso dell'ispezione, qualora si disponga di strumentazione automatica/portatile, potrà essere utile rilevare la presenza e misurare gli inquinanti chimici e fisici, ecc. per valutare, come primo screening, il rischio espositivo.
Sarà anche possibile procedere a un’indagine ambientale attraverso l’utilizzo delle risorse e competenze presenti nel Servizio oppure richiedere una consulenza alle strutture di riferimento (ARPAV).
Attività di campionamento e misurazioni strumentali
Attività che si configura in maniera trasversale ai vari servizi del D.P. e come tale viene gestita in maniera concordata alla struttura generale del sistema.
L'attività di misurazione o campionamento deriva da un’attività di vigilanza svolta a qualsiasi titolo. Definizione della attività distinta tra:
- attività di misurazione, svolte con strumentazione che fornisce un risultato immediato elaborabile direttamente (es. fonometrie). In tal caso è lo stesso Servizio che effettua la misurazione a predisporre la relazione (output finale);
- attività di campionamento che necessitano di una successiva fase di analisi di laboratorio (es. amianto). In tal caso è necessario avere un collegamento con l'attività del laboratorio di analisi (es. XXXXX), verso cui il campione viene destinato (accettazione) e da cui si ricevono gli esiti (refertazione).
Tabella esemplificativa non esaustiva delle attività
Attività di misurazione (tramite apparecchiature che forniscono un risultato elaborabile direttamente) | Attività di campionamento (per una successiva analisi di laboratorio) |
• Rumore • Microclima • Vibrazioni • Gas o Anidride carbonica o Ossido di carbonio o Ossigeno o Gas esplosivi • Radon • Campi elettromagnetici • Velocità dell’aria in ambiente o in condotta • Pesi, traino, spinta | • Aria o Amianto o Polveri o Metalli pesanti o Fumi di saldatura o Sostanze aerodisperse • Materiali solidi e liquidi |
Rapporti con le strutture laboratoristiche
Va valutata la necessità di sviluppare funzionalità (Web services) che consentano lo scambio di dati in fase di accettazione del campione e di refertazione dell'esito con le procedure dei laboratori di analisi (ARPAV, Laboratori di Sanità Pubblica).
Nel rapporto con i laboratori sarà utile sviluppare il sistema della pre-accettazione del campione: in pratica l'operatore dell’AULSS o colui che opera per conto di questa (x.xx. Convenzionati), inserisce le informazione dei reperti campionati con tutte le informazioni necessarie (condizioni di campionamento, eventuali altre condizioni di contesto ritenute rilevanti ai fini della valutazione finale) e concordate con il laboratorio di riferimento.
In fase di refertazione sarà il laboratorio che a fronte delle informazioni ricevute in accettazione, restituisce un referto con il dettaglio degli esiti e dei valori delle analisi effettuate. In questo modo anche il dato di dettaglio della risposta potrà essere archiviato nel S.A. oggetto del servizio. L’integrazione descritta dovrà rispettare gli standard tecnologici e di sicurezza di ultima generazione.
Fasi di lavoro
• Analisi preliminare;
• Esame documentazione rilevante;
• Primo sopralluogo;
• Gestione strumentazione:
o Intervalli di taratura e manutenzione;
o Controllo adeguatezza alla normativa;
o Metodologie di campionamento e prelievo.
Si farà riferimento a norme tecniche nazionali e internazionali per i metodi di campionamento o misurazione, anche in riferimento alle finalità dell’intervento (es. semplice verifica di livelli o perizia in corso di indagine giudiziaria).
• Campionamento o misurazione in azienda;
• Gestione campioni:
o Invio al laboratorio;
o Ricezione referti.
• Elaborazione dati: confronto con valori normati da leggi o letteratura scientifica;
• Output: relazione tecnica o certificazione.
Acquisizione e valutazione documentale
In sede di sopralluogo o in fase di istruttoria di una pratica può essere richiesto al datore di lavoro o ad altri soggetti legittimati di porre in visione o produrre documentazione di varia tipologia che andrà valutata per la definizione della pratica stessa. (iter gestione documentale).
Assunzione sommarie informazioni testimoniali
Nel corso di indagini per infortunio e malattia professionale si rende necessario raccogliere, da parte di personale SPISAL con qualifica di UPG, le sommarie informazioni testimoniali (SIT) dalla persona lesa e da eventuali testimoni dei fatti per i quali si indaga, che sottoscriveranno quanto dichiarato.
In particolari casi, in genere su delega del Magistrato, viene richiesto di sentire a sommarie informazioni persone che potrebbero essere indagate. In questo caso si dovrà procedere solo alla presenza dell’avvocato difensore di fiducia o d’ufficio.
I soggetti delle SIT sono sempre “persone fisiche” registrate nell’anagrafe persone fisiche del S.A.
Incontri formalizzati (con soggetti diversi, es. aziendali e/o figure di cantiere per la prevenzione)
In molte situazioni è utile procedere ad incontri formalizzati con le figure ad es. della direzione aziendale, i loro consulenti, le rappresentanze dei lavoratori sia interne che esterne all’azienda o con altre particolari figure investite di ruoli nella gestione della sicurezza (es. Coordinatori per la sicurezza in edilizia). Andrà definito l’oggetto dell’incontro che potrà affrontare questioni tecniche, procedurali od organizzative e le figure partecipanti, il tempo dedicato. Potrà essere formalizzato un documento finale sottoscritto ad es. dallo SPISAL e dal Datore di lavoro.
Gli incontri possono anche interessare più servizi della stessa AULSS e/o altri Enti coinvolti nella specifica attività.
Sequestro
Può essere di tipo “preventivo” o “probatorio”. Può prevedere il confinamento e/o l’apposizione di sigilli a macchina, impianto, attrezzatura, area, cantiere (con nomina di un custode giudiziale) o il sequestro con presa in custodia diretta di cose (oggetto del sequestro). Andrà richiesta la convalida del sequestro al P.M. entro 48 ore. Il Decreto di convalida o di non convalida, se disposto dal P.M., andrà notificato ai soggetti interessati. Nel caso siano necessarie ulteriori attività di accertamento sulle cose sequestrate dovrà essere richiesta l’autorizzazione al P.M. ed, in caso affermativo, ne dovrà essere dato avviso alla persona alla quale le cose sono state sequestrate, al difensore e al custode giudiziale. Si procederà a redazione di verbale di apertura e riapposizione sigilli. Andrà comunicata al P.M. la conclusione degli accertamenti o l’avvenuta messa in sicurezza e, se richiesto dal P.M., si procederà a notifica agli interessati del Decreto di restituzione delle cose sequestrate.
Teste in udienze penali o civili
Il personale SPISAL coinvolto nelle indagini di P.G. può essere convocato in qualità di teste in udienze di tipo penale e civile. Tale evenienza si presenta di solito a distanza di tempo e si riferisce pertanto ad una “pratica chiusa”. Si renderà necessario aprire una nuova pratica e “fascicolarla” alla pratica già chiusa.
Commissioni Varie (Conferenze di Servizi, Commissioni Intra-dipartimentali, altre Commissioni, ecc.)
La Conferenza dei Servizi attivata di norma da un Ente esterno è disciplinata dalla L. 241/90 e s.m.i con lo scopo di facilitare l'acquisizione, da parte della P.A., di autorizzazioni, atti, licenze, permessi e nulla-osta o di altri elementi comunque denominati, mediante convocazione di apposite riunioni collegiali (c.d. conferenza) anche finalizzati all'emissione di un provvedimento amministrativo.
La Conferenza dei Servizi viene utilizzata come strumento procedimentale di semplificazione e di coordinamento, diretto a soppesare ed aggregare la pluralità degli interessi coinvolti in un determinato procedimento (ad es. pratiche di AUA, VIA, VAS, Varianti Urbanistiche, ecc.).
Lo SPISAL e gli altri Servizi del D.P. possono far pervenire in anticipo i pareri relativi alle pratiche già esaminate oppure partecipando alla discussione esprimere i propri pareri direttamente in Conferenza, le determinazioni della conferenza di servizi si sostituiscono alle autorizzazioni finali ed hanno lo scopo, nei casi previsti, di velocizzare la conclusione di un procedimento amministrativo.
Si devono distinguere le varie tipologie di Conferenze previste:
• conferenza istruttoria (o preliminare);
• conferenza istruttoria predecisoria: viene convocata, su istanza dell'interessato (che ne sopporterà gli oneri) per progetti preliminari di particolare complessità;
• conferenza telematica;
• conferenza decisoria: viene convocata con l'obiettivo di creare una sede decisionale che sostituisca tutti gli atti prodromici al provvedimento finale. La conferenza è obbligatoria quando l'amministrazione procedente deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro trenta giorni dalla ricezione, da parte dell'amministrazione competente, della relativa richiesta. Può essere, inoltre, convocata facoltativamente in caso di intervenuto dissenso da parte di una o più amministrazioni.
Altre Commissioni:
Commissioni Carburanti attivata di norma dallo Sportello Unico per le Imprese per il collaudo di impianti di distribuzione di carburanti stradali o ad uso privato come previsto dalla L.R. n. 23/2003, alle quali partecipa personale del D.P. delegato, verificando sul posto che l’impianto rispetti le norme vigenti. Perverrà in seguito verbale del collaudo (con o senza prescrizioni) o eventuale sospensione motivata della pratica.
Commissioni Intra-dipartimentali attivate di norma da uno dei Servizi del D.P. quando in casi particolari (tipologia della richiesta in ingresso, matrice in oggetto, condivisione intra-dipartimentale dell’istruttoria/progetto, ecc.) potrebbero prevedere che la titolarità del documento in uscita sia quella del Direttore del D.P. e si verifichi quindi l’interesse di più Servizi per l’espressione del parere finale/verbale.
Altre Commissioni (es. per gas tossici, progettazione/pianificazione attività, ecc.)
In ogni caso il S.A. deve permettere la registrazione della data ed ora di convocazione il tipo di Conferenza/Commissione il motivo, l’esito e chi partecipa ed il tempo dedicato e le convocazioni successive con i medesimi dati e la possibilità di redigere i verbali di tali sedute.
Accesso agli atti
Pervengono al Servizio, a cura sia di Persone Xxxxxxx che Giuridiche richieste di accesso agli atti alle quali si deve dare seguito ai sensi L. 241/90 e s.m.i, oppure ai sensi del Codice di Procedura Penale nonché, ai regolamenti aziendali che stabiliscono la modulistica da utilizzarsi, il tariffario da applicare per: le ricerche d’archivio, la riproduzione dei documenti.
Dovranno quindi essere rispettate le tempistiche di legge per le risposte per le quali si utilizzerà l’iter “gestione documentale”. Ove previsto dovrà essere predisposta l’integrazione con il Gestionale aziendale del Servizio Economico Finanziario.
CARATTERISTICHE DELLE “ATTIVITA ELEMENTARI”
In generale le attività elementari si possono caratterizzare, oltre che per essere effettuate in una particolare data ed in un determinato periodo di tempo (dalle ore alle ore), per essere rivolte a determinati soggetti, essere svolte in specifici luoghi. Possono inoltre assumere tipologie o avere oggetti diversi. Tutto questo dovrà essere puntualmente registrabile al fine, in particolare di produrre output specifici che garantiscano il massimo dettaglio e precisione.
La stessa attività elementare può comportare più aree/zone ispezionate, più tipologie od oggetti (es.: spl presso la sede della ditta, con ispezione dell’area amministrativa e di 2 dei 5 reparti dell’area produttiva con verifica sicurezza di tutte le macchine presenti e valutazione della possibile esposizione a rumore e a prodotti della verniciatura).
Soggetti
Di norma, le attività sono riferite a uno o più soggetti costituiti da persone fisiche e giuridiche o da altre entità, come definito a titolo di esempio nella tabella sottostante.
Persone fisiche | Persone giuridiche | Altre entità |
Lavoratore | Azienda | Unità produttiva |
Datore di lavoro | Impresa affidataria | Cantiere temporaneo o mobile |
Dirigente | Impresa esecutrice | Natante |
Preposto | Impresa appaltatrice | Aeromobile |
Lavoratore autonomo | Impresa familiare | |
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione | ||
Addetto al servizio di prevenzione e protezione | ||
Medico competente | ||
RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) | ||
RLS territoriale | ||
RLS di sito | ||
Committente cantiere t/m | ||
Responsabile dei lavori | ||
Coordinatore per la progettazione |
Coordinatore per l’esecuzione dei lavori | ||
Progettista | ||
Fabbricante | ||
Fornitore | ||
Installatore | ||
Medico competente | ||
Componente impresa familiare (art. 21) | ||
Coltivatore diretto (art. 21) | ||
Artigiano (art. 21) | ||
Piccolo commerciante (art. 21) |
Luoghi
Un ulteriore elemento che caratterizza le attività è dato dal luogo ove l’attività è svolta o al quale è riferita, a titolo di esempio:
Indirizzo | Area oggetto di sopralluogo | Specificazione area (di tipo descrittivo) |
Sede dell’azienda | Area produttiva | Ulteriore specificazione: es. reparto x, reparto y |
Sede dell’unità produttiva | Area commerciale | Ulteriore specificazione |
Indirizzo del cantiere temporaneo o mobile | Magazzino | Ulteriore specificazione |
Posizione natante | Cantiere edile | Ulteriore specificazione |
Posizione aeromobile | Cantiere stradale | Ulteriore specificazione |
Indirizzo generico | Area agricola | Ulteriore specificazione |
Area amministrativa | Ulteriore specificazione | |
Area esterna al fabbricato | Ulteriore specificazione |
Esempi di tipologie di attività elementari.
Sopralluogo | Rilevazione ambientale - campionamento e misurazioni strumentali | Acquisizione e valutazione documentale | Assunzione sommarie informazioni testimoniali | Incontri e riunioni | Sequestro | Altr o |
Primo sopralluogo | Misurazione rumore | DVR | SI persona nei cui confronti vengono svolte le indagini (ex art. 350 c.p.p.) | Sequestro preventivo | ||
Rivisita | Campionamento polveri | SGS | SI persona che può riferire circostanze utili ai fini delle indagini stesse (ex art. 351 c.p.p.) | Sequestro probatorio | ||
Verifica | Campionamento sostanze chimiche aerodisperse | MOGS | Interrogatorio delegato dall’A.G. | |||
Monitoraggio a vista (cantieri) | Misurazione parametri microclimatici | Documentazi one sanitaria | ||||
Misurazione parametri illuminotecnici | POS, PSC |
Esempi di OGGETTO dell’attività (anche più oggetti con più specificazioni dello stesso oggetto per la stessa attività) come da D.Lgs 81.
Oggetto | |||||
Struttura ad albero oggetto | |||||
Struttura ad albero oggetto: ulteriore specificazione | |||||
Luoghi di lavoro | Stabilità e solidità | ||||
Altezza, cubatura e superficie | |||||
Pavimenti, muri, soffitti, finestre, scale e marciapiedi mobili, banchine e rampe di carico | |||||
Vie di circolazione, pavimenti e passaggi | zone | di | pericolo, | ||
Vie e uscite di emergenza | |||||
Porte e portoni | |||||
scale | |||||
Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni | |||||
Microclima | |||||
Illuminazione naturale ed artificiale | |||||
Locali di riposo e refezione | |||||
Spogliatoi e armadi per il vestiario | |||||
Servizi igienico-assistenziali | |||||
Dormitori | |||||
Difesa dagli agenti nocivi | |||||
Difesa contro le polveri | |||||
Vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos | |||||
Misure contro incendio e esplosione | |||||
Ambienti confinati | |||||
Locali sotterranei o semisotterranei | |||||
Attrezzature di lavoro | |||||
Dispositivi individuale | di | protezione | Protezione della testa | ||
Protezione dell’udito | |||||
Protezione occhi e viso | |||||
Protezione vie respiratorie | |||||
Protezione mani e braccia | |||||
Protezione piedi e gambe | |||||
Protezione della pelle | |||||
Protezione tronco e addome | |||||
Protezione contro le cadute | |||||
Indumenti di protezione | |||||
Impianti elettriche | e | apparecchiature | |||
Cantieri temporanei o mobili | Viabilità, luoghi di transito, recinzioni | ||||
lavori in quota | |||||
Scavi e fondazioni | |||||
Ponteggi fissi e movibili | |||||
Costruzioni edilizie |
Demolizioni | ||
Segnaletica di salute e Sicurezza sul lavoro | ||
Movimentazione manuale dei carichi | ||
Movimenti ripetuti arti superiori | ||
Attrezzature munite di videoterminali | ||
Rumore | ||
Vibrazioni | ||
Microclima | ||
Campi elettromagnetici | ||
Radiazioni ottiche artificiali | ||
Agenti chimici | ||
Agenti cancerogeni e mutageni | ||
Amianto | ||
Agenti biologici | ||
Protezione da atmosfere esplosive | ||
Valutazione dei rischi | ||
Stress lavoro correlato | ||
Sistema gestione sicurezza | ||
Formazione, informazione e addestramento | ||
Sorveglianza sanitaria | ||
Gestione primo soccorso | ||
Gestione delle emergenze |
Relazioni tra i soggetti coinvolti
Le attività devono inoltre tenere in considerazione le relazioni che si instaurano tra i diversi soggetti in uno specifico luogo di lavoro.
Per esempio in un cantiere temporaneo o mobile è possibile dovere descrivere la seguente organizzazione:
1. il Committente di un’opera che nomina un Responsabile dei lavori, il quale designa i due Coordinatori della sicurezza;
2. nel cantiere operano un’Impresa affidataria, due Imprese esecutrici e un lavoratore autonomo;
3. l’Impresa affidataria è servita da un fornitore;
4. per una delle imprese esecutrici sono stati individuati il Datore di lavoro, il Preposto, un Lavoratore e, inoltre, il M.C., il RSPP, il RLS;
5. per il cantiere è stato individuato il RLS Territoriale.
Le relazioni possono essere dei seguenti tipi:
interne all’organizzazione aziendale | a supporto del datore di lavoro | all’interno del luogo di lavoro (art. 26) | esterne all’organizzazione aziendale | attinenti al cantiere temporaneo o mobile |
datore di lavoro | RSPP | datore di lavoro committente | RLS territoriale | committente |
dirigente | Addetto al SPP | impresa appaltatrice | progettista | responsabile dei lavori |
preposto | M.C. | lavoratore autonomo | installatore | coordinatore per la progettazione |
lavoratore | fornitore | coordinatore per l’esecuzione dei lavori | ||
RLS | impresa affidataria | |||
lavoratore incaricato della gestione delle emergenze | impresa esecutrice | |||
lavoratore autonomo | ||||
RLS territoriale | ||||
RLS di sito |
Documentazione
La documentazione dell’attività svolta dovrà tenere conto dei diversi elementi descritti precedentemente ovvero dovrà indicare sempre i seguenti dati:
1. data e ora di svolgimento dell’attività;
2. la descrizione del luogo di lavoro in cui si svolge l’attività o al quale l’attività si riferisce (che deve sempre trovare univoco riferimento geografico);
3. la descrizione dell’organizzazione produttiva alla quale viene fatto riferimento;
4. le persone (fisiche) a vario titolo coinvolte.
1.3.3.4 Gestione provvedimenti/miglioramenti
Le descrizioni delle procedure per l’applicazione dei provvedimenti sono contenute all’interno delle singole norme che le prevedono alle quali si rimanda.
Il S.A. laddove vengano comminate delle sanzioni dovrà prevedere lo scadenziario relativo alle tempistiche previste per il pagamento delle stesse oltre che la registrazione sia degli importi introitati che della data dei versamenti ai fini dell’estrazione dei report da inviare alla Regione.
1.3.3.5 Gestione scadenziario e assegnazione referenti per pianificazione attività
Deve essere sempre richiamabile in qualsiasi momento dell'esecuzione di un qualsiasi processo anche quando non esplicitamente specificato nei diagrammi BPMN.
Descritto in gestione generale attività “c. Svolgimento e monitoraggio dell’attività”
1.3.4 Area applicativa verticale – Processi – Descrizione e Diagramma BPMN (Glossario)
Analisi delle funzioni verticali specifiche della Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro attraverso la descrizione puntuale dei processi.
1.3.4.1 Infortunio sul lavoro
Ai Servizi SPISAL dei D.P. delle AULSS vengono segnalati i casi di infortunio sul lavoro tramite i certificati, le denunce e i referti d’infortunio provenienti dal Pronto Soccorso, dalla Magistratura, dalla Pubblica Sicurezza, dall’INAIL e da altri Enti. Nei casi di infortuni di maggiore gravità e mortali i servizi vengono attivati nell’immediatezza del fatto (di solito telefonicamente) direttamente dal Pronto Soccorso/SUEM e/o dalle Forze dell’Ordine e/o dai Vigili del Fuoco. Tutte le segnalazioni sono oggetto di valutazione e, sulla base di specifici criteri (quali la gravità, la dinamica di accadimento) sono selezionati (infortunio selezionato) per le conseguenti azioni di competenza. Nel caso l’infortunio sia accaduto nel territorio di altra AULSS, andrà trasmesso, in base agli accordi prestabiliti, allo SPISAL della AULSS di competenza.
Tutte le segnalazione di infortunio sono oggetto di registrazione nel S.A., al fine di creare un osservatorio degli eventi, utile per la programmazione dell’attività di controllo, sia tramite modalità di cooperazione applicativa/integrazione sia tramite registrazione manuale. Anche in questo caso è obbligatoria l’introduzione di opportuni controlli che non consentano in alcun modo la duplicazione dello stesso infortunio e della posizione anagrafica del soggetto infortunato.
Il S.A. deve permettere la gestione di tutti gli atti relativi ad eventuali approfondimenti (infortunio accertato) o relativi all’eventuale inchiesta di polizia giudiziaria (infortunio indagato), con eventuale emissione di provvedimenti per illeciti di tipo penale e/o amministrativo fino alla redazione del rapporto conclusivo per la magistratura ovvero l’archiviazione d’ufficio.
Infortuni Accertati
Nel caso si ritenga necessario acquisire ulteriori informazioni per chiarire le modalità di accadimento, la durata dell’incapacità ad attendere alle normali occupazioni o le cause dell’evento si procederà ad effettuare accertamenti tramite telefonata o l’invio al datore di lavoro di un questionario di approfondimento. In caso di mancata risposta verrà inviato un sollecito.
Tutte le date (invio, sollecito, risposta, ecc.) devono essere registrate, con attivazione dello scadenziario.
Sulla base delle informazioni ricevute si deciderà se attivare un’indagine di Polizia Giudiziaria (P.G.) o se archiviare il caso.
Dovrà essere possibile registrare nel S.A. anche le informazioni ricavabili dal questionario o dalla telefonata relative alla dinamica, alle cause, alla evitabilità dell’infortunio e ai miglioramenti messi in atto dal datore di lavoro per evitare eventi simili in futuro. Il tutto disponibile tramite interfaccia dovrà poter essere disponibile con opportune credenziali anche al Soggetto privato abilitato.
Infortuni Indagati
L’indagine per infortunio viene svolta dallo SPISAL attraverso propri operatori con qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria (UPG) al fine di individuare eventuali profili di responsabilità connessi ad infortuni occorsi nel territorio di propria competenza.
• Acquisita la notizia dell’infortunio e valutata la sussistenza delle condizioni che giustificano l’avvio dell’indagine, l’UPG SPISAL deve ricostruire le modalità di accadimento del fatto con il compimento di specifici atti e l’approfondimento degli elementi raccolti (artt. 347-357 c.p.p.);
• In caso di eventi mortali e gravissimi lo SPISAL comunica immediatamente al magistrato di turno l’avvio dell’indagine;
• Nell’ambito dell’indagine l’UPG SPISAL può svolgere le seguenti attività:
o ispezione di cose e luoghi ed eventuale sequestro del corpo del reato e delle cose a questo pertinenti al fine di assicurare che non venga modificato lo scenario incidentale ovvero che non siano aggravate o protratte le conseguenze del reato oppure agevolata la commissione di altri reati
o assunzione di sommarie informazioni dal lavoratore infortunato e da ogni altra persona informata sui fatti oggetto dell’indagine;
o effettuazione di tutti i rilievi utili: foto, misure tecniche;
o definizione della tipologia, dimensioni, caratteristiche dell’impresa;
o identificazione del responsabile legale dell’azienda e della qualifica ricoperta;
o acquisizione di eventuali deleghe scritte relative alla prevenzione infortuni;
o individuazione delle violazioni della normativa sulla prevenzione infortuni direttamente connesse con l’infortunio;
o emissione del verbale di prescrizione ed avvio della procedura prevista negli artt. 20 e ss. del D.Lgs. 758/94;
o verifica del livello di sicurezza aziendale e dell’eventuale accadimento di altri infortuni (tramite la consultazione del registro infortuni) e di eventuali precedenti prescrizioni impartite per violazioni della normativa sulla prevenzione infortuni nell’ambito della stessa azienda;
o acquisizione di elementi utili alla definizione dei profili delle responsabilità penali personali ed amministrative dell’impresa.
Di tutte le attività compiute durante le indagini l’UPG SPISAL redige verbale che va trasmesso controfirmato dal Direttore del Servizio al Pubblico Ministero (art. 357 c.p.p.), a prescindere dall’individuazione di profili di responsabilità correlate all’evento indagato. La relazione trasmessa può essere molto sintetica quando dagli elementi raccolti non si ravvisano elementi di responsabilità ovvero anche nel caso in cui l’indagine venga interrotta per mancanza dei presupposti che ne avevano giustificato l’avvio.
Individuazione delle persone utili all'indagine
L’UPG SPISAL individua le persone utili all'indagine in quanto informate sui fatti e raccoglie le sommarie informazioni per avere riscontri diretti ed immediati dell’accaduto, procedendo alla verbalizzazione delle dichiarazioni rese, privilegiando le persone presenti al momento dell'evento.
Le sommarie informazioni, acquisite dai testimoni e, se possibile, dall’infortunato, mirano a ricostruire il modo in cui l’infortunato ha operato, la dinamica dell’evento e il contesto lavorativo in cui è avvenuto l’infortunio.
Qualora si reputi opportuno assumere sommarie informazioni anche da altre figure, quali il datore di lavoro, il RSPP, i dirigenti o preposti, che potrebbero rientrare tra gli iscritti al registro degli indagati, è necessario operare nel rispetto delle garanzie previste dall’art. 350 C.P.P.
Le verbalizzazioni raccolte devono essere messe a confronto per verificare la presenza di eventuali contraddizioni, al fine di stimare il grado di veridicità della ricostruzione dei fatti.
Se necessario, con i testimoni (o l’infortunato) si verifica se lo stato dei luoghi e delle cose sia mutato, al fine di ricostruire al meglio la situazione al momento dell’evento.
Sopralluogo
Il sopralluogo è finalizzato alla verifica delle circostanze dell’evento, dello stato dei luoghi e dei fatti, con possibilità per l’UPG SPISAL di procedere al sequestro di cose nel caso in cui fosse necessario al fine di
assicurare che non venga alterato o modificato lo scenario incidentale (c.d. sequestro probatorio ai sensi degli artt 253 e 354 C.P.P.) ovvero che non siano aggravate o protratte le conseguenze del reato oppure agevolata la commissione di altri reati (c.d. sequestro preventivo ai sensi dell’art. 321 C.P.P.).
L'ispezione eseguita sul luogo di accadimento dell’infortunio comporta la valutazione di conformità dei luoghi, delle macchine/impianti o di altri aspetti rilevanti per la ricostruzione delle modalità di accadimento (organizzazione del lavoro, svolgimento di attività di informazione e formazione, documento di valutazione dei rischi).
I rilievi fotografici e/o i video sono utili per la precisione della descrizione dei luoghi e delle cose (per le modalità di acquisizione nel S.A. vedi iter “gestione attività”).
Analisi delle cause dell’infortunio e verifica del nesso di causa
L’analisi dell’evento deve essere sequenziale, attenta ed approfondita al fine di consentire il riconoscimento dei singoli fattori che hanno concorso al verificarsi dell’evento infortunistico, la valutazione del ruolo svolto da ciascuno di essi e la ricostruzione e l’interpretazione della dinamica e le possibili correlazioni a violazioni della normativa di sicurezza sul lavoro.
Generalmente si riconosce che un infortunio è causato da vari fattori (genesi multifattoriale) che di volta in volta si combinano e che sono così schematizzabili:
1. carenze oggettive della sicurezza (di attrezzature o macchine e/o dell’ambiente di lavoro) che hanno reso possibile l’infortunio;
2. carenze organizzative o gestionali (nella definizione dell’organigramma e del funzionigramma della sicurezza aziendale, nella valutazione dei rischi e nella definizione delle misure e dei programmi di prevenzione e protezione, nella vigilanza sui comportamenti e sull’osservanza delle procedure, nei programmi di informazione, formazione ed addestramento e nell’affidamento di compiti adeguati alle capacità e condizioni dei lavoratori);
3. altre carenze non classificabili nei punti precedenti.
La valutazione del ruolo svolto da ciascuno degli elementi indicati è necessaria per stabilire il nesso causale con l’evento accaduto e il legame con violazioni della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Definizione delle responsabilità
In caso di accertata violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, l’UPG SPISAL individua quali soggetti, con le loro azioni e/o omissioni, hanno causato il determinarsi dell’evento.
Tali soggetti sono da ricercarsi tra i destinatari delle norme antinfortunistiche:
a. Datore di Xxxxxx (DL) (Presidente C.d.A, Amministratore/Consigliere delegato, Socio di società in nome collettivo ecc.);
b. Dirigente (Direttore stabilimento, Responsabile produzione, Responsabile reparto, Responsabile di cantiere ecc.);
c. Preposto (Capo reparto, Capo turno, Capo cantiere, Capo macchina ecc);
d. Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Coordinatori in fase di progettazione ed esecuzione dell’opera (CSP – CSE);
e. Committenti, Fabbricanti, Installatori, Fornitori ecc.;
f. Lavoratori Autonomi o Lavoratori.
Vanno quindi acquisiti i documenti relativi ai diversi ruoli rivestiti in azienda (organigramma aziendale), ad eventuali deleghe di funzioni sui compiti connessi alla salute e sicurezza del lavoro e anche in merito all’effettività dei ruoli e/o deleghe attribuiti.
In tale ambito l’UPG SPISAL deve altresì fornire al magistrato elementi utili alla valutazione del modello di organizzazione e gestione della sicurezza adottato nell’ambito aziendale (MOGS) per permettere la contestazione di eventuali responsabilità amministrative a carico dell’impresa (DLgs 231/2001). Si rimanda a note regionali di indirizzo per la verifica del MOGS anche ai sensi dell’art. 30 del DLgs 81/08.
Trasmissione della notizia di reato
Ai sensi dell’art. 347 del c.p.p. l’UPG SPISAL trasmette al Pubblico Ministero la notizia di reato relativa all’omicidio o alla lesione personale colposa (artt. 589 e 590 c.p.).
L’atto va controfirmato dal Direttore del Servizio e deve contenere gli elementi identificativi dell’infortunato, della ditta e di eventuali testimoni, il referto ed i certificati medici (attestanti la sussistenza delle lesioni personali gravi, gravissime o l’evento mortale) i primi rilievi, la ricostruzione dell’infortunio accompagnata dai riscontri oggettivi e dalle valutazioni effettuate al fine di fornire al magistrato tutti gli elementi utili alla definizione del caso. Per i casi mortali o per quelli in cui la complessità delle indagini faccia ipotizzare un iter particolarmente lungo è opportuno che venga inviata una prima breve “notizia di reato”.
La prima parte della notizia di reato definisce la tipologia dell’azienda da cui dipende l’infortunato, descrive l’ambiente di lavoro e la fase lavorativa in cui si è determinato l’evento, indica poi gli elementi che hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’infortunio e le carenze tecniche – organizzative riguardanti la sicurezza del lavoro, rapportandole a ben precisi articoli di legge.
Nei paragrafi successivi sono ipotizzate le cause che hanno determinato l’infortunio e si documentano i danni riportati dall’infortunato.
Negli ultimi paragrafi si sviluppano le considerazioni sull’evento in relazione alla normativa antinfortunistica, evidenziando le eventuali violazioni alle norme e le relative responsabilità.
Alla notizia di reato vanno allegati i verbali di tutti gli atti di polizia giudiziaria effettuati ed ogni altro documento utile alla ricostruzione dei fatti ed alla definizione dei profili di responsabilità (fotografie, indagini ambientali, copia del registro infortuni, precedenti indagini o contravvenzioni registro degli interventi di formazione ed informazione, organigramma aziendale, ordini di servizio, procedure, richiami, DVR e DUVRI, ecc.).
Ad integrazione vanno altresì allegati documenti relativi a precedenti indagini e/o prescrizioni impartite all’azienda ai sensi del DLgs 758/94, con particolare riferimento alle nozioni di violazione grave e reiterata contenute nell’art. 14 e nell’Allegato I) del DLgs 81/08, al fine di fornire al Magistrato elementi utili alla valutazione della sussistenza delle responsabilità connesse anche ai delitti contro l’incolumità pubblica di cui agli artt. 437 c.p. (rimozione ed omissione dolosa di cautele contro gli infortunio sul lavoro) e 451 c.p. (omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro).
Adempimenti collegati all’indagine
In caso di accertamento di violazioni alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.lgs. 81/08 aventi nesso di causa con l’infortunio, l’UPG SPISAL, tempestivamente e anche prima della
conclusione dell’indagine, impartisce apposite prescrizioni al fine di regolarizzare la situazione di pericolo che ha causato l’evento. Delle contravvenzioni accertate va trasmessa notizia di reato al Pubblico Ministero ed avviato l’iter previsto negli artt. 20 e ss. del DLgs 758/94 (iter gestione provvedimenti/miglioramenti).
Analogamente si procede in caso di accertamento di violazioni alle norme di sicurezza non connesse con l’infortunio (si apre una nuova pratica in iter “gestione vigilanza”).
In caso di accertamento della mancanza dei requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro dell’azienda, l’UPG SPISAL attiva la procedura di cui all’art. 70 comma 4 del DLgs 81/08, in conformità a quanto previsto dal vigente protocollo approvato dal Coordinamento Tecnico delle Regioni. Il processo specifico sarà definito in fase di progettazione e sviluppo.
Se nel corso delle indagini si evidenziano situazioni di irregolarità contrattuali e somministrazione di lavoro irregolare, l’UPG SPISAL informa tempestivamente la Direzione Territoriale del Lavoro competente.
Per gli infortuni mortali è previsto l’impiego di uno speciale metodo di conduzione dell’indagine sulle modalità di accadimento, denominato “sbagliando s’impara”, con compilazione di specifico “Modulo” predisposto dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie). Tale modulo dovrà essere compilato in automatico nelle parti che prevedono informazioni già registrate nell’applicativo e opportuna interfaccia configurabile dall’ASRA del S.A. per le parti mancanti.
Per tutti gli infortuni selezionati dovranno essere presenti al minimo le seguenti informazioni:
1 | Data e ora infortunio | 22 | Diagnosi |
2 | Data e ora segnalazione | 23 | Sede lesione |
3 | Ente segnalante | 24 | Natura lesione |
4 | Cognome infortunato | 25 | Gravità (decesso, pericolo di vita, inabilità temporanea fino a 40 giorni, inabilità temporanea > 40 giorni, indebolimento permanente di un senso o di un organo, perdita arto, perdita senso, sfregio permanente del viso, postumi non indennizzabili, trattamento medico senza assenza dal lavoro) |
5 | Nome infortunato | 26 | Giorni prognosi (iniziale, continuazioni, totale) |
6 | Sesso | 27 | Percentuale invalidità permanente |
7 | Luogo nascita | 28 | Prognosi riservata (SI/NO) |
8 | Data nascita | 29 | Ricovero ospedaliero (SI/NO) |
9 | Nazionalità | 30 | Data decesso |
10 | CF infortunato | 31 | Data assunzione |
11 | Comune domicilio (🡺Istat comune) | 32 | Qualifica infortunato |
12 | Provincia domicilio | 33 | Tipologia contratto |
13 | Indirizzo domicilio | 34 | Mansione infortunato |
14 | DITTA infortunato | 35 | Anzianità lavorativa nella mansione |
15 | Comune DITTA (🡺Istat comune) | 36 | Attività svolta al momento dell’infortunio |
16 | Provincia DITTA | 37 | Forma |
17 | Indirizzo DITTA | 38 | Agente materiale |
18 | Comparto DITTA – Codice ATECO | 39 | Condizione di rischio |
19 | Tipologia luogo evento | 40 | Comportamento a rischio |
20 | Comune evento | 41 | Evitabilità infortunio |
21 | Descrizione infortunio | 42 | Miglioramenti messi in atto per evitare eventi analoghi |
In caso di INDAGINE DI P.G. dovrà essere possibile registrare anche:
1 | Tipo intervento | 8 | Numero Fascicolo Procura |
2 | Data affidamento inchiesta | 9 | Data fascicolo Procura |
3 | Data inizio inchiesta | 10 | Esito indagine |
4 | Data supplemento inchiesta | 11 | Data invio conclusioni in Procura |
5 | Data fine inchiesta | 12 | Protocollo invio conclusioni in Procura |
6 | Procura | 13 | Note |
7 | Magistrato |
La relazione conclusiva alla Procura dovrà essere prodotta in automatico utilizzando le informazioni generali già registrate e quelle specifiche di seguito elencate:
1 | Elenco testi | 5 | Allegati alla relazione |
2 | Descrizione luoghi | 6 | Presenza violazioni: SI/NO |
3 | Descrizione dell’evento | 7 | Considerazioni |
4 | Attività di P.G. | 8 | Conclusioni |
1.3.4.2 Malattia professionale
La codifica di malattia professionale deve prevedere l’inserimento di uno o più campi che identifichino in modo univoco la malattia (attualmente secondo la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati: ICD-10; precedentemente ICD-9), il fattore di rischio e la probabilità di associazione causale (secondo le tabelle di malattia per le quali vige l’obbligo di denuncia ex art. 139 del DPR 1124/65, ultimo aggiornamento DM 11 dicembre 2009).
La scelta dell’item deve consentire un inserimento ergonomico attraverso una scelta “ad albero” oppure ordinando la tabella in base ai criteri disponibili (gruppo di agenti, agente causale, sede lesione od organo, numero lista di probabilità di associazione causale, ICD, voce tabella industria e voce tabella agricoltura, ecc.). È necessario tenere conto che le tabelle di riferimento possono essere revisionate periodicamente nel tempo.
Partendo dal codice ICD di malattia dovrà essere possibile la scelta da una lista che riporta solo i gruppi di agenti (es: agenti chimici….) e gli agenti associati (es: arsenico….) alla malattia stessa e viceversa partendo dal singolo agente causale.
Nei casi di malattia professionale che riconosce più fattori di rischio lavorativi devono essere codificati il principale ed il secondario.
Con riferimento al punto C. dell’allegato 1 del DPCM 23.04.2008 (vedi estratto sotto riportato) che definisce i XXX per gli Spisal questi devono sostanzialmente svolgere i seguenti compiti:
• Sorveglianza epidemiologica sulle patologie professionali presenti nel territorio di competenza;
• Pianificare e realizzare interventi di prevenzione e vigilanza per migliorare le condizioni igieniche di lavoro utilizzando le conoscenze epidemiologiche del fenomeno;
• Svolgere le indagini di polizia giudiziaria nei casi procedibili d’ufficio (artt. 583, 589, 590 c.p.).
I referti, le denunce e i certificati di malattia professionale arrivano ai Servizi principalmente da: patronati, medici competenti, medici di base, medici di istituti universitari e reparti ospedalieri, INAIL, A.G. e dagli stessi SPISAL (dal processo ambulatorio medicina del lavoro/visite mediche qualora si rediga il I° certificato INAIL).
Il S.A. deve consentire il recupero dei ricoveri nei regimi previsti, relativi alle patologie di interesse (opportunamente definite in fase di configurazione ed aggiornabili nel tempo dall’Amministratore di Sistema) tramite i Sistemi Informativi Aziendali che saranno definite in dettaglio successivamente dal GTRO.
Dovrà essere prevista l’integrazione anche in export delle informazioni relative alle M.P. con il sistema informativo SINP.
Fasi del Processo di Lavoro
a. Verifica/Approfondimento della malattia;
b. Analisi delle informazioni raccolte e valutazioni conseguenti;
c. Esito conclusivo attività;
d. Trasmissione della notizia di reato;
e. Osservazioni di miglioramento;
f. Provvedimenti collegati all’indagine;
g. Ulteriori attività connesse con indagine per malattia professionale.
Verifica/Approfondimento della malattia
A seconda del caso specifico le attività che seguono possono essere svolte in tutto o in parte e senza vincoli di sequenza.
Valutazione documentale
Preliminarmente va valutata la documentazione sanitaria agli atti. Qualora insufficiente vanno acquisiti i dati mancanti richiedendoli al lavoratore e/o azienda e/o al suo Medico competente e/o all’INAIL e/o alle strutture di diagnosi e cura. Nell’analisi/valutazione della documentazione acquista si esprimerà un giudizio sulla corrispondenza della stessa con quanto previsto dalle leggi;
Visita medica e accertamenti sanitari
Si potranno anche effettuare visite mediche e accertamenti sanitari (es. spirometria, audiometria, ecc. ) o richiedere consulenze ad altri specialisti. In corso di visita medica è necessario raccogliere notizie di anamnesi lavorativa e sui rischi extra-lavorativi e indicare per quali tempi e intensità, nonché l’anamnesi familiare, fisiologica , patologica prossima e remota specificando eventuali sintomi che possono essere associati alla patologia di interesse, la data d’insorgenza e se questi si sono, a parere del lavoratore, aggravati negli ultimi 6 anni;
SIT (descritto in gestione attività)
Al fine di ricostruire la storia lavorativa e le esposizioni a fattori di rischio si possono raccogliere sommarie informazioni testimoniali dal lavoratore, colleghi o familiari;
Sopralluogo (descritto in gestione attività)
Può essere utile o indispensabile effettuare il sopralluogo in azienda e/o indagini ambientali nel caso in cui si evidenzi il sospetto di carenze prevenzionistiche dell’azienda e/o la documentazione sia insufficiente.
Verranno sempre acquisite le generalità delle persone intervenute e di chi rappresenta in atti “la parte“. Si indicherà l’ora di apertura e l’ora di chiusura del verbale.
Analisi delle informazioni raccolte e valutazioni conseguenti
Analisi del nesso causale
Nell’analisi del rapporto di causalità vengono utilizzati i criteri medico – legali dell’efficienza lesiva, cronologico, topografico, di esclusione ed epidemiologico. Si concluderà esprimendo giudizio sull’attribuibilità della malattia al fattore di rischio in esame (causa prevalente, concausa, causa irrilevante);
• Verificare la sussistenza di violazioni alle norme d’igiene e sicurezza del lavoro, collegabili alle cause della malattia;
• Verifica della congruenza e idoneità delle misure di prevenzione e protezione adottate dalle figure responsabili in azienda della gestione della sicurezza e prevenzione, nel corso degli anni in relazione ai rischi di interesse.
Individuare i responsabili delle violazioni
Se con l’indagine si rilevano violazioni attuali o pregresse delle norme specifiche in materia di sicurezza sul lavoro in relazione con la patologia, si conclude con: si ravvisano ipotesi di responsabilità penale a carico del datore di lavoro (o, in presenza di deleghe, di altri soggetti ) per il reato di cui all'art. 590 del c.p. (o art. 589 in caso di omicidio colposo).
Tali soggetti sono da ricercarsi tra i destinatari delle norme d’igiene e sicurezza del lavoro che generalmente sono:
• datore di lavoro (Presidente C.d.A, amministratore/consigliere delegato, socio di società in nome collettivo);
• dirigente (direttore stabilimento, responsabile produzione, responsabile reparto);
• preposto (capo reparto, capo turno);
• responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP);
• medico competente.
La valutazione del MOGS (modello di organizzazione e di gestione per la salute e la sicurezza di cui all’art. 30 DLgs 81/08) è effettuata, su richiesta della Procura, fermo restando che la malattia professionale sia riconducibile a condotte aziendali successive al 25.08.2007 e l’azienda sia attiva. L’approfondimento di tale sistema sarà commisurato alle cause della malattia professionale. Per tale attività si possono utilizzare come riferimento la norma OSHAS 18001:2007; la UNI INAIL 2001; la circolare Ministero Lavoro del 11/07/2011. Potranno anche essere considerate le procedure di lavoro e i manuali operativi regionali.
Esito conclusivo attività
Conseguentemente alle valutazioni svolte in precedenza l’attività si conclude con l’archiviazione. Si potrà procedere all’archiviazione nei seguenti casi:
• assenza di patologia;
• patologia con danno lieve o lievissimo (scarsamente apprezzabile);
• patologia già valutata, in assenza di aggravamento;
• lavoratore autonomo, titolare unico, datore di lavoro senza soci;
• lavoratore che ha prestato opera in aziende con sede legale e lavorativa fuori dal territorio nazionale;
• prescrizione del reato (6 o 12 anni dal momento della diagnosi);
• patologia non da lavoro (in linea generale le patologie non presenti nell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia);
• assenza o scarsa rilevanza di nesso causale con l’esposizione professionale al rischio specifico per mancanza di esposizione significativa;
• patologia per la quale risulta impossibile un’indagine sul nesso causale (es. impossibilità di documentare l’esposizione per cessazione dell’attività oppure assenza di casi analoghi con esposizione documentata e già riconosciuti);
• patologia derivante da esposizione a rischio avvenuta in diverse aziende per cui risulta impossibile individuare responsabilità prevalenti o determinanti, ad esclusione dei casi di patologia neoplastica da inviare sempre in Procura.
Trasmissione della notizia di reato
Vanno inviati in Procura i casi per i quali l’indagine effettuata evidenzia la contemporanea presenza di 3 criteri, anche se dubbi:
• dalla malattia è derivata la morte del lavoratore oppure una lesione personale grave o gravissima;
• per la malattia è ipotizzabile un nesso di causa con l’esposizione ad un rischio lavorativo (secondo i criteri medico-legali);
• sussistenza di un’ipotesi di responsabilità penale a carico del datore di lavoro e/o di soggetti terzi, per violazione delle norme di igiene e sicurezza del lavoro, collegabili alle cause della malattia.
Le notizie di reato relative all’omicidio o alla lesione personale colposa (artt. 589 e 590 c.p.) vanno trasmesse al Pubblico Ministero ai sensi dell’art. 347 del c.p.p..
L’atto deve contenere gli elementi identificativi dell’interessato, della ditta e di eventuali testimoni, il referto, i certificati medici (attestanti la sussistenza delle lesioni personali gravi, gravissime o l’evento mortale), i rilievi effettuati, la ricostruzione del nesso di causa ed il riscontro di eventuali responsabilità.
Tutti gli atti inviati in Procura vengono trasmessi con nota a firma del Direttore del Servizio.
Osservazioni di miglioramento
Qualora si ritenesse utile proporre all’azienda di migliorare la qualità del materiale documentale si possono definire con la stessa osservazioni di miglioramento (nel qual caso sarà necessario aprire una nuova pratica di vigilanza specifica).
Provvedimenti collegati all’indagine
In caso di accertamento di violazioni alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 aventi nesso di causa con la malattia professionale, l’UPG SPISAL impartisce apposite prescrizioni ed attiva i provvedimenti del caso.
Si deve informare tempestivamente la Direzione Territoriale del Lavoro competente in caso di riscontro di irregolarità contrattuali e/o di somministrazione di lavoro irregolare.
Ulteriori attività connesse con indagine per malattia professionale
Nel caso di trattazione di più patologie riferite alla medesima ditta/sito produttivo può essere necessario verificare/approfondire i rischi lavorativi presenti storicamente nell’azienda, gli organigrammi e le eventuali responsabilità nell’omissione delle tutele per la salute. Tale attività, che può essere svolta su iniziativa del Servizio o su delega dell’A.G., verrà registrata nel processo vigilanza.
Funzionalità previste sempre a titolo di esempio e da non ritenersi esaustive:
• Visibilità di tutte le M.P. della ditta in esame;
• Visibilità di tutti i provvedimenti a carico di soggetti aziendali prev.;
• Reportistica (da inserire nelle funzionalità statistiche) ad es. per:
o prevalenza patologie indagate dal Servizio per data chiusura;
o Incidenza patologie per data diagnosi clinica;
o Distribuzione patologie per comparto, per ditte, per fattore rischio, per mansione atribuita, ecc.;
o Calcolo latenza;
o Calcolo durata esposizione ed esposizione cumulativa per fattore di rischio lavorativo attribuito e per alcol e fumo;
o Distribuzione della latenza per patologia (media e DS);
o Distribuzione durata esposizione al rischio attribuito per patologia (media e DS);
o Analisi correlazione tra malattie professionali, violazioni (tipo) e soggetti responsabili violazioni;
• Repository delle prescrizioni/disposizioni.
Informazioni obbligatorie previste sempre a titolo di esempio e da non ritenersi esaustive:
- Tipo input (certificato/segnalazione);
- Data input;
- Paziente/lavoratore (anagrafica);
- Fonte certificatore/segnalatore/richiedente (ospedale, patronato);
- Anagrafica certificatore/segnalatore/richiedente;
- Data primo certicato M.P.;
- Comparto produttivo (ATECORI);
- Diagnosi Malattia;
- Codifica malattia (ICD);
- Codifica INAIL malattie professionali; descrivere la modalità di ricerca già in uso MAGAROTTO
- Riconoscimento invalidità INAIL grado e data;
- Gravità malattia;
- Fattore di rischio lavorativo attribuito (questo va individuato tra quelli riportati nell’anamnesi lavorativa con registrazione di anno inizio e fine esposizione e relativa stima intensità qualitativa/quantitativa);
- Tipologia fattori di rischio extralavorativi pertinenti al caso in esame (questi fattori vanno individuati tra quelli riportati in anamnesi: dei fattori di rischio extralavorativi);
- Per le abitudini voluttuarie (fumo e alcol) vanno registrati anno inizio e fine esposizione e relativa intensità quantitativa (gr alcol/die e sig/die);
- Fattore di rischio extralavorativi pertinenti con patologia in esame;
- Per ciascun fattore di rischio registrare periodi di esposizione (da a) e relativa Intensità (qualitativa/quantitativa);
- Mansione attribuita;
- Ditta di lavoro attuale;
- Mansione attuale;
- Ultimo giudizio di idoneità alla mansione con data;
- Ditta/e cui è stata attribuita la malattia;
- Data diagnosi clinica;
- Data inizio esposizione correlata alla patologia;
- Data aggravamento;
- Data decesso (in anagrafica) ;
- Causa di morte (ICD) ;
- Causa prevalente;
- Concausa (più di una) ;
- Misure di prevenzione verificate (tipologia + specificazione univoca misura prevenzione + lista controllo);
- Art. violati;
- Figure responsabili delle violazioni/sanzionate;
- Data fine indagine;
- Esito indagine;
- Motivo archiviazione. Glossario specifico
Malattia professionale (MP)
Malattia che si sviluppa a causa di un fattore di rischio specifico presente in modo preponderante o esclusivo nell’ambiente di lavoro; è riscontrabile una relazione causa - effetto diretta tra un agente nocivo lavorativo e malattia.
Malattia correlata al lavoro
Malattia che ha origine multifattoriale, può essere provocata dall’azione combinata di più cause, agenti, individuali e ambientali, di origine professionale o extraprofessionale; è presente nella popolazione generale, ma in particolari gruppi di lavoratori presenta una incidenza e prevalenza più elevate.
Denuncia di malattia professionale
La denuncia è l’attestazione scritta di fatti di natura tecnica appresi e rilevati nell’esercizio professionale, con la quale il sanitario direttamente informa una pubblica autorità, secondo quanto stabilito dalla legge.
Per effetto dell’art. 139 del DPR 1124/65, è obbligatoria, per ogni medico che ne riconosca l’esistenza, la denuncia all’AULSS competente per territorio (sede dell’azienda) delle malattie inserite nel D.M. 11.12.2009.
La finalità della denuncia è quella di assicurare agli Enti preposti alla tutela della salute dei lavoratori informazioni utili alla valutazione epidemiologica delle malattie professionali ed alla programmazione degli interventi di prevenzione primaria nei luoghi di lavoro.
Referto medico (art. 365 c.p.)
E’ una relazione/dichiarazione con la quale il medico è obbligato ad informare nei termini, nei modi e con le deroghe ammesse, l’A.G. di fatti oggetto della propria assistenza od opera, nella genesi dei quali possa sussistere l’ipotesi di un reato perseguibile d’ufficio.
Nel caso di malattia professionale (certa o sospetta) si rientra nell’ambito delle situazioni perseguibili d’ufficio qualora la tecnopatia abbia le caratteristiche della lesione personale grave (superamento dei 40 giorni di malattia o di indebolimento permanente d’organo) o lesione gravissima (malattia certamente o probabilmente insanabile – mortale – o che comporti la perdita di un organo) e possa essere in relazione con l’inosservanza delle norme di igiene o di sicurezza del lavoro.
Certificato medico INAIL di malattia professionale
Ha finalità assicurativo - previdenziali; è un atto necessario che consente all’INAIL di avviare l’istruttoria per l’erogazione delle prestazioni nei confronti del lavoratore assicurato. È previsto dall’articolo 53 del DPR 1124/65 e deve essere rilasciato al lavoratore affetto da malattia professionale dal medico che ne accerti l’esistenza. Il lavoratore provvede a trasmettere il certificato entro 15 giorni al proprio Datore di lavoro il quale lo dovrà inoltrare all’INAIL entro i cinque giorni successivi.
Segnalazione
Comunicazione allo SPISAL di casi di patologia, da parte di strutture di diagnosi e cura, per le quali si richiede di valutare la sussistenza di associazione con l’esposizione professionale.
Gravità della lesione
Ai sensi dell’articolo 582 del codice penale la lesione personale è considerata grave se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa, ovvero una malattia o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni o se il fatto produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo. Ai sensi dell’ articolo 583 del codice penale la lesione personale è considerata gravissima, se dal fatto deriva una malattia certamente o probabilmente insanabile, la perdita di un senso, la perdita di un arto, o una mutilazione che renda l’arto inservibile, ovvero la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare, ovvero una permanente e grave difficoltà della favella, la deformazione, ovvero lo sfregio permanente del viso. La malattia si considera non grave se la prognosi è inferiore o uguale a 40 giorni senza postumi permanenti.
Causa
E’ ciò che produce un effetto, che modifica uno stato di cose, deve essere antecedente, cioè precedere l'effetto in senso cronologico, necessario, perché senza non avviene l'evento, e sufficiente a produrre l'effetto. Si ha una causalità unica o esclusiva, quando una sola causa è di per sé sufficiente a produrre l'effetto, in antitesi alla causalità multipla o concausalità.
Concausa
L'intervento in concorso di più cause determina un effetto altrimenti non realizzabile in assenza di una o più cause necessarie, ma non sufficienti. Si distinguono in preesistenti, simultanee o sopravvenute rispetto all'evento di rilevanza giuridica.
1.3.4.3 Vigilanza Spisal
(trattasi di vigilanza cantieri temporanei e mobili, vigilanza in altri comparti)
L’attività di vigilanza del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro si espleta nel controllo dell’idoneità e completezza delle misure di prevenzione presenti negli ambienti di lavoro con riferimento al DLgs 81/08 e smi, e ad altre norme riguardanti specifici ambiti o rischi quali ad esempio i porti (DLgs 272/99) o la radioprotezione (DLgs 230/95). Le verifiche possono riguardare anche il rispetto di norme tecniche (UNI, ISO, CEI) e linee guida/circolari regionali (Circ. reg. Ven. 13/97) e nazionali nonché documenti di intesa stato regioni in tema, ad esempio, di prevenzione di abuso di alcol ed assunzione di droghe al lavoro, e valutazione del rischio stress lavoro correlato.
Ove l’attività di vigilanza accerti la violazione delle leggi in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, il Servizio provvede a redigere specifici provvedimenti per l’attuazione delle necessarie azioni correttive (prescrizione ex art. 20 DLgs 758/94), sospensione ex art. 14 DLgs 81/08 e le eventuali sanzioni di carattere penale e/o amministrativo; tali attività sono svolte dal personale con qualifica di UPG.
Nei casi in cui si rilevi il rispetto della legge ma emerga la possibilità di migliorare le condizioni di lavoro, il Servizio potrà fornire adeguate indicazioni con atti dispositivi (art. 10 DLgs 520/55; art. 302bis DLgs 81/08) o tramite raccomandazioni/osservazioni per la realizzazione di azioni di miglioramento.
Qualora nel corso delle attività si venisse a conoscenza di buone pratiche di prevenzione meritorie di essere annotate, valorizzate e diffuse ad altre situazioni analoghe, le stesse verranno rilevate per essere validate ed eventualmente poste in un repository regionale a disposizione degli interessati.
L’attività di vigilanza viene svolta su:
• richiesta da parte di A.G., istituzioni, enti e soggetti aventi titolo;
• Esposti/segnalazioni di RLS, lavoratori, cittadini;
• A seguito di indagini per infortuni sul lavoro o malattie professionali;
• iniziativa del servizio per attività di vigilanza puntuali (es. vigilanza a vista su cantieri edili, o presso aziende di altri comparti);
• iniziativa del servizio per la realizzazione di programmi/progetti regionali, provinciali o di AULSS. Vedi anche processo pianificazione, monitoraggio e verifica attività.
La vigilanza si caratterizza quindi nella fase iniziale di pianificazione dell’attività per il/i motivi che sono alla base della decisione di realizzarla, per il/i soggetto/i che verranno sottoposti al controllo, per l’oggetto del controllo.
La ditta oggetto di controllo va classificata per comparto (ATECORI) macro e micro settore, nonché, se utile, per appartenenza a specifici raggruppamenti di interesse (aziende a rischio di incidente rilevante RIR D.Lgs. 334/99, aziende del settore portuale/D.Lgs. 272/99, marittimo D.Lgs 271/99, ecc.).
Qualora le campagne abbiano anche lo scopo di sensibilizzare datori di lavoro, dirigenti aziendali e lavoratori a porre attenzione su specifici rischi lavorativi nonché a promuovere buone pratiche di prevenzione, il Servizio provvederà a predisporre idonei strumenti informativi e a realizzare le opportune iniziative di comunicazione tramite guide, opuscoli, manuali, incontri seminariali (collegamento a processo informazione e/o promozione della salute).
Fasi di lavoro:
a. Analisi preliminare;
b. Esame documentazione rilevante;
c. Sopralluogo;
d. Eventuali rilevazioni ambientali per la quantificazione dell’esposizione - Gestione attività di campionamento e misurazioni strumentali;
e. Conclusione dell’indagine;
Analisi preliminare
Per lo svolgimento di un intervento di vigilanza approfondito e completo, in genere è opportuno acquisire informazioni e conoscenze ed effettuare valutazioni sui seguenti principali aspetti:
• rischi principali con riferimento al profilo di rischio di comparto (consultazione di fonti di letteratura concernenti il tipo di produzione, i rischi e le patologie associate);
• ciclo produttivo e rischi specifici dell’azienda e delle fasi di lavoro;
• mansioni e organizzazione del lavoro;
• ambiente di lavoro;
• attrezzature di lavoro (impianti, apparecchiature, macchinari);
• sostanze utilizzate, prodotti intermedi (caratteristiche tossicologiche ed effetti alle diverse concentrazioni);
• misure di prevenzione tecniche, organizzative (SGSL e procedure di lavoro), comportamentali, sistemi di protezione collettiva ed individuale, sistemi di rilevazione e monitoraggio di inquinanti ambientali ecc.
Potrà risultare utile un’analisi preliminare dei dati disponibili relativi all’azienda a partire dalla documentazione presente in Servizio, ed eventualmente presso altri servizi del Dipartimento (autorizzazioni, certificazioni, indagini conoscitive e di P.G., planimetrie, esposti pervenuti in passato ecc.).
In alcuni casi potrà risultare utile un incontro con i responsabili dell’azienda o del cantiere, figure della prevenzione, nonché RLS, per chiarire, approfondire, discutere quanto rilevato con l’analisi della documentazione e della situazione organizzativa aziendale.
Esame documentazione rilevante
Nella maggioranza dei casi, la documentazione più rilevante potrà essere visionata direttamente presso l’azienda. In relazione all’oggetto e finalità dell’intervento verranno prese in considerazione uno o più dei seguenti aspetti/documentazioni:
• organizzazione aziendale con particolare riferimento alla delega di funzioni, all'attività svolta dal R.S.P.P., dal R.L.S., dal M.C. ed alle riunioni periodiche di prevenzione;
• DVR e DUVRI ed eventualmente altri documenti specifici di valutazione dei rischi come PSC, POS, Pimus, Atex o documentazione relativa all’eventuale SGS, verificando se nei documenti sono contenute indicazioni, con un giudizio di merito, sulla necessità di introdurre ulteriori misure di prevenzione e/o protezione per eliminare o ridurre i rischi individuati e la programmazione degli interventi correttivi;
• registro degli infortuni;
• documentazione relativa a macchine, impianti, attrezzature;
• schede di sicurezza delle sostanze e dei preparati pericolosi utilizzati;
• protocolli per la sorveglianza sanitaria, registro esposti;
• emergenza e primo soccorso in rapporto ai rischi presenti in azienda
• notizie sulle mansioni presenti in azienda (compiti, aree di lavoro, tempi di permanenza);
• dati relativi a rilevazioni ambientali e monitoraggio biologico;
• documentazione relativa a informazione/addestramento/formazione in materia di salute e sicurezza del lavoro;
Nel caso la documentazione acquisita in prima battuta sia insufficiente si potranno richiedere integrazioni.(iter gestione attività).
A conclusione dell’analisi/valutazione della documentazione acquista si esprimerà un giudizio sulla corrispondenza della stessa con quanto previsto dalle leggi nonché sul rispetto delle indicazioni delle norme tecniche qualora applicabili. In caso si evidenzino violazioni alla normativa si procederà con l’emissione di specifici provvedimenti.
Qualora dall’analisi della documentazione si rilevasse l’adozione di buone pratiche da parte dell’azienda