Piano per l'utilizzo del Telelavoro
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Piano per l'utilizzo del Telelavoro
Premessa
Facendo seguito all'Accordo Quadro Nazionale sul Telelavoro nelle Pubbliche Amministrazioni del 23/2/2000, il Comune di Bologna ha sottoscritto nel 2003 con le organizzazioni sindacali un primo accordo aziendale finalizzato all'attivazione sperimentale sull'introduzione del telelavoro.
Nel corso dell'anno 2004 sono state quindi attivate le prime 5 posizioni di lavoro telelavorabili.
Conclusa positivamente la sperimentazione, all'inizio del 2006 è stato sottoscritto un nuovo accordo aziendale, arricchitosi nel 2010 da una ulteriore integrazione relativa all'introduzione sperimentale dell'istituto per le lavoratrici in gravidanza e nel periodo immediatamente successivo quale alternativa alla astensione facoltativa.
Nell’anno 2018 il Comando di Polizia Municipale - Area Sicurezza Urbana Integrata ha sottoscritto un accordo per attivare la sperimentazione di telelavoro relativamente all’accertamento delle violazioni rilevate da strumenti telematici istallati sul territorio (Ufficio Sirio).
Dalla prima attivazione il numero delle posizioni di telelavoro attivate è andato progressivamente crescendo.
Modalità di realizzazione del telelavoro, spese e risparmi
La regolamentazione vigente dell'istituto prevede che i progetti di telelavoro abbiano una durata minima di sei mesi – tre per la casistica disciplinata dall'accordo del 2010 – rinnovabili anche per più volte. I progetti elaborati dal dirigente della struttura dove presta servizio il lavoratore interessato, anche su iniziativa di quest'ultimo, sono approvati dall'Area Personale e Organizzazione con riguardo ai profili di telelavorabilità del job e dal Settore Agenda Digitale e Tecnologie informatiche relativamente alla fattibilità tecnica sia per quanto
concerne agli applicativi che i collegamenti di rete.
Il vantaggio di natura economica per l'ente deriva, oltre che da alcuni risparmi marginali di spesa di personale (ad esempio per i buoni pasti), dall'ottimizzazione degli spazi e dell'impiego delle dotazioni.
Nelle strutture dove le posizioni di telelavoro sono relativamente numerose e con job omogenei, alternando i giorni di presenza in ufficio si realizza la condivisione della medesima postazione di lavoro da parte di almeno due lavoratori, con risparmi sui costi diretti (pc, strumentazione telefonica, licenze, costi di linea, ect) e indiretti (fitti, ect) della postazione stessa.
Per ogni lavoratore in telelavoro è attualmente stimata una spesa complessiva di circa 1.149 euro distinta tra costi di attivazioni e costi fissi come di seguito indicati:
• per l'attivazione circa 690 euro di cui:
- 500 euro circa per l'acquisto del pc portatile e a seconda del modello, come da convenzione consip;
- 120 euro equivalenti a 6 ore uomo di lavoro per la configurazione del pc e la formazione dell'utente
- 70 euro per l'acquisto del router per il collegamento alla rete del comune
• costi fissi medi annui 459 euro di cui:
- 200 euro equivalenti a 10 ore uomo di lavoro per l'assistenza all'utenza
- 189 euro per il collegamento ADSL
- 50 euro per il canone del cellulare di servizio e relativo traffico
- 20 euro per il rimborso forfettario energia elettrica
Attività per le quali non è possibile l'utilizzo del telelavoro
Con l'esclusione delle posizioni di lavoro operative nei servizi (scuole di infanzia, nidi di infanzia, ect), non esistono in linea di principio professionalità cui sia precluso l'accesso al telelavoro.
Nell'individuazione delle posizioni telelavorabili devono essere tuttavia rispettate alcune condizioni:
– l'attività non deve prevedere il contatto diretto con l'utenza presso un ufficio o uno sportello;
– l'attività non deve richiedere incontri frequenti con colleghi e superiori;
– l'obiettivo da realizzare deve essere ben identificabile e facilmente valutabile il suo raggiungimento fissando scadenze entro cui devono essere svolte le prestazioni;
– l'attività deve presupporre un significativo ed autonomo grado di utilizzo di tecnologie informatiche e telematiche.
Stato di attuazione del telelavoro al 31/12/2019
Al termine dell'anno 2019 le posizioni lavorative in telelavoro erano 89.
I dipendenti che tuttora occupano queste posizioni hanno un'età media di circa 53 anni, sono per l’81 % donne e per il 19 % uomini , appartenenti alla categoria D (27 %), alla categoria C (57 %) e alla categoria B (16 % ).
Le motivazioni principali per l'accesso all'istituto sono riferite alla necessità di assistenza a familiari e di cura e, seppure in misura minore, alla distanza dal lavoro.
Le strutture che impiegano il maggior numero di telelavoristi sono il settore Sicurezza Urbana integrata, Agenda Digitale e Tecnologie informatiche, l' Area Personale e Organizzazione, Welfare e Promozione del Benessere della Comunità, Segreteria Generale.
Per rispondere alle istanze derivanti dal progressivo invecchiamento dei dipendenti e dalle conseguenti esigenze di cura dei familiari, oltre che all'evoluzione del quadro normativo, e contribuire a migliorare il benessere organizzativo, attraverso progetti e analisi organizzative e procedurali, sarà verificata la possibilità di un ulteriore sviluppo delle posizioni telelavorabili, in particolare nelle strutture comunali che pur presentando attività relativamente standardizzate non hanno progetti di telelavoro in corso.