DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA UFFICIO VII
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA, DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA E DEI PRINCIPI ETICI DI SISTEMA
UFFICIO VII
MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI DI CONCERTO CON MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
E REGIONE VENETO
A C C O R D O D I P R O G R A M M A I N T E G R A T I V O P E R I L S E T T O R E D E G L I I N V E S T I M E N T I S A N I T A R I
P R O G R A M M A I N V E S T I M E N T I A R T . 2 0 L E G G E 6 7 / 1 9 8 8
ACCORDO DI PROGRAMMA INTEGRATIVO PER IL SETTORE DEGLI INVESTIMENTI SANITARI
PROGRAMMA INVESTIMENTI EX ART. 20 LEGGE N. 67/88
VISTO l’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 e successive modificazioni, che autorizza l’esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze sanitarie assistenziali per anziani e soggetti non autosufficienti per l’importo complessivo di 23 miliardi di euro;
VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e, in particolare, l’articolo 5, bis come introdotto dall’articolo 5 del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 e successivamente integrato con l’art. 55 della legge 27 dicembre 2002 n. 289, il quale dispone che il Ministero della Sanità di concerto con il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano può stipulare Accordi di programma con le Regioni per la realizzazione di interventi previsti dall’articolo 20 della citata legge n. 67/88;
VISTO l’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 5 dicembre 1997, n. 430, come sostituito dall’articolo 3 della legge 12 maggio 1999, n. 144, che trasferisce ai Ministeri competenti i compiti di gestione tecnica, amministrativa e finanziaria già attribuita al Comitato interministeriale per la programmazione economica;
VISTA la deliberazione CIPE del 6 agosto 1999, n. 141, concernente il regolamento di riordino delle competenze del CIPE, che individua tra le attribuzioni da trasferire al Ministero della Sanità, le ammissioni al finanziamento dei progetti in edilizia e tecnologie sanitarie di cui all’articolo 20 della legge n. 67/88 e successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
VISTA la legge 27 dicembre 1997, n. 450, che rende disponibile, per la realizzazione degli interventi di edilizia sanitaria ai sensi dell’articolo 20 della sopra citata legge n. 67 del 1988 la somma di lire 2.500 miliardi, disponibilità rimodulata dalla legge 23 dicembre 1998, n. 449, come integrata dal decreto-legge del 28 dicembre 1998, n. 450 convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 1999, n. 39, che dispone ulteriori finanziamenti per l’attuazione del programma di investimenti.
VISTA la tabella F) delle leggi finanziarie 23 dicembre 1999 n. 488, 23 dicembre 2000 n. 388, 28
dicembre 2001 n. 448, 27 dicembre 2002 n. 289, 24 dicembre 2003 n. 350, 30 dicembre 2004 n.
311, 23 dicembre 2005 n. 266, 27 dicembre 2006 n. 296, 24 dicembre 2007 n. 244 e 22 dicembre
2008 n. 203;
VISTA legge 23 dicembre 1996, n. 662;
VISTO il decreto legge 17 maggio 1996, n. 280, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 luglio 1996, n. 382;
VISTO il decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni;
VISTA la legge 15 maggio 1997, n. 127;
VISTA le legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni ;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367;
VISTA la delibera CIPE del 21 marzo 1997, n. 53, pubblicata in G.U. 30 maggio 1997, n. 124;
VISTA la delibera CIPE 6 maggio 1998, n. 52 “Programma nazionale straordinario di investimenti in sanità, art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, secondo e terzo triennio”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie generale 169 del 22 luglio 1998;
VISTA la circolare del Ministero della Sanità del 18 giugno 1997, n. 100/SCPS/6.7691;
VISTA la Legge 16 novembre 2001 n. 405 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 18 settembre 2001 n. 347, recante interventi urgenti in materia sanitaria;
VISTO il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001, concernente i Livelli Essenziali di Assistenza;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2006, recante approvazione del Piano sanitario nazionale per il triennio 2006-2008;
VISTA la deliberazione CIPE n. 65 del 2 agosto 2002, come modificata dalla deliberazione CIPE n. 63 del 20 dicembre 2004, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 115 del 19 maggio 2005, “Prosecuzione del programma nazionale di investimenti in sanità, art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, art. 83, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388”, che assegna alla Regione Veneto la quota di € 144.246.412,00;
VISTA la delibera CIPE 18 dicembre 2008, n. 98 di modifica della delibera CIPE n. 4/2008 di riparto delle risorse finanziarie stanziate dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, per la prosecuzione del programma nazionale straordinario di investimenti in sanità – art. 20 legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, che assegna alla regione Veneto € 155.526.921,38;
VISTO l’Accordo tra Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 28 febbraio 2008 per la “Definizione delle modalità e procedure per l’attivazione dei programmi di investimento in sanità” a integrazione dell’Accordo del 19 dicembre 2002;
VISTA la Delibera di Giunta Regionale del Veneto n. 3778 del 2 dicembre 2008 di recepimento dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 28 febbraio 2008 per la “Definizione delle modalità e procedure per l’attivazione dei programmi di investimento in sanità a integrazione dell’Accordo del 19 dicembre 2002”,;
VISTO l’Accordo di programma per il settore investimenti sanitari, sottoscritto il 22 giugno 2000 dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, di concerto con il Ministero del bilancio e della programmazione economica e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano;
VISTO l’Accordo di programma integrativo per il settore investimenti sanitari, sottoscritto il 18 aprile 2001 dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, di concerto con il Ministero del bilancio e della programmazione economica e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano;
VISTO Accordo di programma integrativo sottoscritto in data 1 settembre 2004 dal Ministero della sanità e dalla Regione Veneto, di concerto con il Ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano;
VISTO l’Accordo di programma integrativo per il settore investimenti sanitari, sottoscritto il 2 ottobre 2007 dal Ministero della Salute e dalla Regione Veneto, di concerto con il Ministero del bilancio e della programmazione economica e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano;
VISTA l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 23 marzo 2005, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in attuazione dell’art.
1, comma 173, della citata legge 30 dicembre 2004, n. 311;
VISTA l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 28 marzo 2006, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in attuazione dell’art.
1, comma 173, della citata legge 30 dicembre 2004, n. 311;
VISTA l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 5 ottobre 2006, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in attuazione dell’art.
1, comma 173, della citata legge 30 dicembre 2004, n. 311;
VISTA la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (finanziaria 2006) articolo 1, commi 310, 311 e 312, che detta disposizioni per l’attuazione del programma straordinario di investimenti di cui all’art. 20 della citata legge n. 67 del 1988, e successive modificazioni;
VISTA la nota circolare del Ministero della salute prot. n. 2749/DGPROG/7-P/I6.a.h dell’8 febbraio 2006, avente per oggetto “Programma investimenti, art. 20 legge n. 67 del 1988 – Applicazione art. 1, commi 285, 310, 311 e 312, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Finanziaria
2006)”;
VISTA la Delibera di Giunta della Regione Veneto n. 3504 del 18 novembre 2008, trasmessa con nota n. 645317 del 03/12/2008, con cui la Regione Veneto, in attuazione della L. n. 266/2005, ha confermato tutti i programmi già approvati;
VISTA la Delibera di Giunta della Regione Veneto n. 2902 del 29 settembre 2009 avente ad oggetto “Art. 20 L. 67/88 – Delibera CIPE n. 4/2008 del 25/01/2008 (Prosecuzione programma straordinario di investimenti in sanità – assegnazione finanziaria L. n. 296/06 - esercizio 2007). DGRV n. 3504 del 18/11/2008. Approvazione “Articolato contrattuale” e pianificazione interventi”.
PRESO ATTO che nel presente Accordo una quota pari al 30,76% delle risorse è destinata al potenziamento ed ammodernamento tecnologico, come disposto dall’art. 10 dell’Intesa Stato/Regioni del 23 marzo 2005, relativo all’attuazione dell’art. 1, comma 188, della legge n. 311/2004;
VISTO lo stato di attuazione degli interventi relativi al programma di investimenti ex art. 20 della legge n. 67/1988, presente agli atti dei Ministeri competenti;
ACQUISITO nella seduta del 23 luglio 2009, il parere favorevole del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici in sanità del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali;
ACQUISITA l’Intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell’articolo 5 bis del D. Lgs. n. 502/1992, come introdotto dal D. Lgs. n. 229/1999, in data 26 novembre 2009;
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e la Regione Veneto
STIPULANO IL SEGUENTE ACCORDO DI PROGRAMMA INTEGRATIVO
Articolo 1
(Finalità ed obiettivi)
1. Il presente Accordo di programma integrativo, tenuto conto della circolare del Ministero della sanità del 18 giugno 1997, n. 100/SCPS/6.7691, è finalizzato alla riqualificazione della rete ospedaliera e al riequilibrio territoriale con la sostituzione di posti letto esistenti, alla conferma mediante riorganizzazione di ospedali esistenti e all’adeguamento normativo ai requisiti minimi. In particolare la Regione si impegna a completare la razionalizzazione e la riqualificazione della rete ospedaliera attraverso l’adeguamento delle strutture e delle tecnologie alla normativa vigente in materia di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi di cui al DPR 14 gennaio 1997.
2. L'Accordo di programma integrativo è costituito da n. 6 interventi facenti parte del programma della Regione Veneto per il settore degli investimenti sanitari ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, dettagliatamente illustrati nelle schede tecniche allegate, che costituiscono parte integrante del presente accordo e che recano, per ciascun intervento, le seguenti indicazioni:
a) i soggetti coinvolti nella realizzazione dell'intervento;
b) i contenuti progettuali;
c) il piano finanziario con indicazione dei flussi di cassa correlati all'avanzamento dei lavori, delle fonti di copertura e dell'impegno finanziario di ciascun soggetto;
d) le procedure e i tempi di attuazione dell'intervento;
e) la data presunta di attivazione della struttura e di effettivo utilizzo delle tecnologie;
f) il responsabile dell’intervento.
Articolo 2
(Impegno dei soggetti sottoscrittori dell’Accordo di programma)
1. I soggetti sottoscrittori del presente Accordo di programma integrativo sono:
- per il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: Dott. Filippo Palumbo, Capo del Dipartimento Qualità,
- per il Ministero della economia e delle finanze: Dott.ssa Barbara Filippi, Dirigente Ufficio IX dell’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale;
- per la Regione Veneto: dott. Giancarlo Ruscitti.
2. I soggetti di cui al comma 1, ciascuno nello svolgimento delle attività di propria competenza, si impegnano a:
a) rispettare i termini concordati ed indicati nelle schede di intervento del presente Accordo;
b) utilizzare, nei procedimenti di rispettiva competenza, tutti gli strumenti di semplificazione e di snellimento dell’attività amministrativa previsti dalla normativa vigente;
c) procedere periodicamente alla verifica dell’Accordo e, se necessario proporre, per il tramite del soggetto responsabile di cui all’articolo 9, gli eventuali aggiornamenti ai soggetti sottoscrittori del presente Accordo con particolare riferimento alle disposizioni di cui all’art. 5, comma 3;
d) utilizzare appieno ed in tempi rapidi tutte le risorse finanziarie individuate nel presente Accordo per la realizzazione degli interventi programmati;
e) rimuovere ogni ostacolo procedurale in ogni fase di attuazione dell’Accordo, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria.
Articolo 3
(Copertura finanziaria degli interventi)
1. L’onere complessivo derivante dal presente Accordo di programma integrativo ammonta a € 139.300.000,00 di opere analiticamente indicate nelle schede tecniche previste all'art. 1, comma 2, di cui: € 120.526.921,38 a carico dello Stato, € 18.773.078,62 a carico della Regione e delle Aziende Sanitarie. Il piano finanziario per esercizio, dettagliatamente illustrato nelle schede richiamate, è quello di seguito riportato:
ESERCIZIO FINANZIARIO | STATO | REGIONE e AZIENDE | TOTALE |
2009 | € 120.526.921,38 | € 18.773.078,62 | € 139.300.000,00 |
2. L’importo a carico dello Stato di cui al comma 1, per un valore di € 120.526.921,38 è quota parte delle risorse assegnate alla Regione Veneto dalla delibera CIPE n. 98 del 18 dicembre 2008 (finanziaria 2007).
3. In attuazione degli interventi suddetti la Regione, dopo la sottoscrizione dell’Accordo di programma integrativo, potrà iscrivere a bilancio nell’esercizio 2009 le somme necessarie per la realizzazione degli interventi, secondo le fonti di finanziamento esplicitate nel presente Accordo.
4. Qualora le richieste complessive di liquidazione degli stati di avanzamento lavori, presentate dalle Regioni, superino le risorse finanziarie disponibili nell’anno, la Regione sostiene l’intervento con risorse proprie, successivamente rimborsabili.
Articolo 4
(Soggetto beneficiario dei finanziamenti)
1. I soggetti beneficiari dei finanziamenti statali e regionali di cui al presente Accordo hanno natura giuridica pubblica, come disposto dalla normativa relativa al programma di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie.
Articolo 5
(Procedure per l’attuazione dell’Accordo di programma )
1. L’approvazione, la modifica e l’aggiornamento dei progetti oggetto del presente Accordo, nonché l’attuazione di cui all’articolo 1, comma 2, avviene nel rispetto delle disposizioni stabilite dal decreto-legge 2 ottobre 1993, n. 396, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 492, secondo la procedura stabilita dall’Accordo tra Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 28 febbraio 2008 per la “Definizione delle modalità e procedure per l’attivazione dei programmi di investimento in sanità” a integrazione dell’Accordo del 19 dicembre 2002.
2. Per gli interventi oggetto del presente Accordo di programma integrativo la Regione inoltra al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, l’istanza di finanziamento prevista dalle disposizioni riportate al precedente comma 1, previa approvazione del progetto.
3. In relazione alle disposizioni di cui al precedente comma 1, le eventuali variazioni del programma, anche sostitutive, in sede di attuazione del medesimo, comprese eventuali articolazioni funzionali di un unico intervento (suddivisione di un intervento in sub interventi), devono essere comunicate al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, accompagnate da una specifica relazione esplicativa, per la valutazione di competenza ministeriale sulla conformità delle variazioni agli obiettivi generali dell’Accordo. A seguito di valutazione positiva da parte della competente Direzione Generale del Ministero, la Regione procede all’adozione delle modifiche dell’Accordo stesso per le vie formali, nei modi previsti dalla normativa regionale, previa validazione dei dati relativi agli interventi, utilizzando il sistema Osservatorio.
Articolo 6
(Procedure per l’istruttoria)
1. Per gli interventi oggetto del presente Accordo, di cui alle schede allegate, sarà acquisita in atti, dalla Regione, al momento della valutazione del progetto per l’ammissione al finanziamento, la documentazione che ne garantisce:
- il rispetto della normativa vigente in materia di appalti e della relativa normativa europea;
- il rispetto delle norme in materia di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi di cui al DPR 14 gennaio 1997 e alla normativa regionale di attuazione.
2. Dette garanzie consentono di procedere con immediatezza alla fruizione delle risorse da parte della Regione Veneto o delle Aziende appositamente delegate, contestualmente alla acquisizione, da parte del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, delle dichiarazioni di cui alla legge n. 492/1993.
Articolo 7 (Indicatori)
La Regione ha richiamato nell’allegato documento programmatico gli indicatori per valutare l’impatto degli investimenti nel settore ospedaliero, in riferimento alla dotazione di posti letto, al tasso di utilizzo della capacità ricettiva, al riequilibrio fra ospedale e territorio ai fini della riduzione dei ricoveri impropri, in coerenza con gli standard nazionali previsti dalla normativa vigente.
La Regione ha individuato gli strumenti di valutazione, rispetto agli obiettivi specifici, dell’efficacia, dell’appropriatezza e della congruità economica degli interventi.
Articolo 8
(Comitato Istituzionale di Gestione e attuazione)
1. Al fine di adottare iniziative e provvedimenti idonei a garantire la celere e completa realizzazione dei progetti nonché l’eventuale riprogrammazione e riallocazione delle risorse, è istituito il "Comitato istituzionale di gestione e attuazione", composto di n. 6 membri di cui 3 in rappresentanza del Governo e n. 3 in rappresentanza della Regione Veneto.
2. II Comitato istituzionale è presieduto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali o suo delegato.
3. Il Comitato istituzionale si riunisce almeno una volta l'anno sulla base della relazione predisposta dal responsabile dell’Accordo, di cui all’articolo 9. La convocazione è disposta dal Presidente, anche a richiesta della rappresentanza regionale.
4. Al fine di consentire l'attività di monitoraggio e di vigilanza, demandate al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, la Regione trasmette al Ministero medesimo, con cadenza annuale, l'aggiornamento delle informazioni relative ai singoli interventi facenti parte del presente Accordo.
5. In caso di ingiustificato ritardo nell’attuazione dell’Accordo di programma nonché nella realizzazione e nella messa in funzione delle opere relative, fermo restando quanto previsto dall’art. 5-bis, comma 3, del D. Lgs. 502/92 e successive modifiche e integrazioni, e dall’art. 1, comma 310, della legge 266/2005, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali assume iniziative a sostegno della Regione al fine di rimuovere le cause delle criticità riscontrate e, se necessario, adotta, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, idonee misure straordinarie, programmatiche e gestionali.
Articolo 9
(Soggetto responsabile dell'Accordo)
1. Ai fini del coordinamento e della vigilanza sull'attuazione del presente Accordo si individua quale soggetto responsabile dell'attuazione dell'Accordo integrativo l’arch. Antonio Canini.
2. Il soggetto di cui al comma 1 ha i seguenti compiti:
a) garantire il monitoraggio sullo stato di attuazione dell'Accordo, segnalando ai soggetti firmatari del presente Accordo eventuali scostamenti rispetto ai tempi, alle risorse e alle modalità di esecuzione previsti;
b) promuovere le eventuali azioni ed iniziative necessarie a garantire l'attuazione delle opere programmate;
c) redigere una relazione, da presentare al comitato di cui all’articolo 8, che conterrà le indicazioni di ogni ostacolo amministrativo o tecnico che si frapponga alla realizzazione del progetto, con la proposta di iniziative correttive da assumere; la relazione deve evidenziare i risultati ottenuti e le azioni svolte;
d) segnalare ai sottoscrittori del presente Accordo eventuali situazioni di ritardo, inerzia ed inadempimento a carico di uno dei soggetti coinvolti nell'attuazione dell'Accordo medesimo;
e) promuovere iniziative di conciliazione in caso di controversie insorte tra i soggetti coinvolti nell'esecuzione degli interventi.
La relazione, di cui al precedente punto c), indica inoltre le eventuali variazioni apportate al programma e riporta in allegato le schede di cui all’articolo 1, comma 2, conseguentemente modificate, ai sensi del citato articolo 5, comma 3.
Articolo 10
(Soggetto responsabile dell’intervento)
1. Per le finalità di cui al presente Accordo di programma integrativo, nelle schede di cui all'articolo 1, comma 2, viene indicato il responsabile dell’intervento.
2. Il responsabile di cui al comma 1 è designato dal soggetto attuatore degli interventi ed ha i seguenti compiti:
a) segnalare al responsabile dell'Accordo gli eventuali ritardi o gli ostacoli tecnico- amministrativi che impediscono la regolare attuazione dell'intervento, esplicitando eventuali iniziative correttive assunte;
b) compilare, con cadenza annuale, la scheda di monitoraggio dell'intervento e trasmetterla al responsabile dell'Accordo;
c) fornire al responsabile dell'Accordo qualsiasi informazione necessaria a definire lo stato di attuazione dell'intervento e comunque ogni altra informazione richiesta dal responsabile medesimo.
Articolo 11
(Disposizioni generali)
1. II presente Accordo di programma integrativo è vincolante per i soggetti sottoscrittori.
2. L'Accordo rimane in vigore sino alla realizzazione delle opere in esso previste e può essere modificato o integrato per concorde volontà dei sottoscrittori, salvo quanto previsto all'articolo 5, comma 3. Alla scadenza dell'Accordo, il soggetto responsabile è incaricato delle eventuali incombenze relative alla definizione dei rapporti pendenti e delle attività non ultimate.
Per:
II Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali:
II Ministero dell’Economia e delle Finanze:
La Regione Veneto:
Roma, 11 dicembre 2009
REGIONE VENETO ELENCO INTERVENTI
Rif. Programma | Codice Intervento | L.I. | Az. | Località | Ente Attuatore | DGRV | Titolo interveto | Importo intervento (costo complessivo) aggiornato | Importo a carico dello Stato | Autofinanz. (Regione/Aziende) |
Finanziaria 2007 | 1 | D1/osp. | 1 | Belluno | Azienda ULSS n. 1 | 3504/2008 | Accorpamento Dipartimento materno infantile | 11.300.000,00 | 10.000.000,00 | 1.300.000,00 |
Finanziaria 2007 | 2 | D1/osp. | 3 | Asiago | Azienda ULSS n. 3 | 3504/2008 | Adeguamento ospedale | 20.000.000,000 | 19.000.000,000 | 1.000.000,000 |
Finanziaria 2007 | 3 | D1/osp. | 6 | Vicenza | Azienda ULSS n. 6 | 3504/2008 | Adeguamento gruppo operatorio e terapie intensive | 20.000.000,000 | 19.000.000,000 | 1.000.000,00 |
Finanziaria 2007 | 4 | D1/osp. | 19 | Adria | Azienda ULSS n. 19 | 3504/2008 | Adeguamento ospedale | 8.000.000,000 | 7.526.921,380 | 473.078,620 |
Finanziaria 2007 | 5 | D1/osp. | 22 | Villafranca | Azienda ULSS n. 22/Commissario Delegato | 66/2005, 4123/06 e 3504/08 | Sistemazione definitiva dell'ospedale Magalini | 40.000.000,000 | 32.000.000,000 | 8.000.000,000 |
Finanziaria 2007 | 6 | D1/osp. | VR | Verona | Azienda Ospedaliera di Verona | 3504/2008 | Integrazione e completamento - 1^ fase - Ospedali Borgo Trento e Borgo Roma di Verona | 40.000.000,00 | 33.000.000,00 | 7.000.000,00 |
Totali | 139.300.000,00 | 120.526.921,38 | 18.773.078,62 |
Documento programmatico
DOCUMENTO RECANTE: ”METODOLOGIA PER LA FORMULAZIONE E LA VALUTAZIONE DI DOCUMENTI PROGRAMMATICI”.
MexA Metodologia ex Ante
INDICE:
Ministero della Salute Errore. Il segnalibro non è definito.
B. Contenuti dei Componenti chiave 4
B0 Riassunto esplicativo del Programma 4
B1 Analisi socio – sanitaria - economica e rispondenza della strategia ai bisogni identificati 7
B1A La situazione del contesto e i bisogni che ne conseguono 7
B1a 1 Quadro epidemiologico 7
B1a 2 Quadro demografico 11
B1a 3 Quadro socio-economico 13
B1a 4 Analisi della domanda di prestazioni e delle criticità nell’accesso 14
B1a 5 Quadro della mobilità attiva e passiva (intra ed extra-Regionale) 18
B1a 6 Offerta ante operam 22
Ospedali Polo di riferimento regionale di alta specializzazione 27
Ospedali capoluogo di Provincia 29
Ospedali di rete 31
B1a 7 Analisi e valutazione della continuità assistenziale 34
Il modello sanitario e sociosanitario del Veneto 34
Le politiche di raccordo sanitario e sociosanitario sul territorio 35
B1B Strategia adottata rispetto ai bisogni identificati 40
B1b 1 Identificazione dei bisogni assistenziali 40
B1b 2 Descrizione della strategia 42
B2 Logica e coerenza interna della strategia 45
B2A Obiettivi del Programma 47
B2a 1 Analisi dei problemi e priorità 48
B2a 2 La catena degli obiettivi 48
B2a 3 Interventi progettuali 48
B2a 4 Offerta post-operam 74
B2B. Coerenza interna della strategia 74
B2b 1 Relazione e complementarità tra le priorità 74
B2b 2 Analisi dei rischi 74
B3 Coerenza della strategia con le politiche nazionali e regionali e con quelle comunitarie 75
B3A Coerenza con la programmazione settoriale ed intersettoriale 75
B3a 1 Coerenza con le Priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 75
B3a 2 Coerenza con gli strumenti di programmazione regionale 76
B3B Sostenibilità degli interventi 76
B3b 1 Sostenibilità economica e finanziaria 76
B3b 2 Sostenibilità amministrativa e gestionale 77
B3b 3 Sostenibilità di risorse umane 77
B3b 4 Sostenibilità ambientale 77
B4. Risultati attesi e valutazione degli impatti 78
B4A Sistema di Indicatori 78
B4a 1 Definizione del Sistema di indicatori 78
B4B Impatti del Programma 79
B4b 1 Accettabilità sociale del Programma 79
B4b 2 Valore aggiunto del Programma 79
B4b 3 Health Technology Assessment 79
B5 Sistemi di attuazione proposti 80
B5A Presupposti e sistemi di gestione del Programma 80
B5B Monitoraggio 80
B5b 1 Monitoraggio finanziario 80
B5b 2 Monitoraggio fisico 80
C. APPENDICE: SCHEDE DI RIFERIMENTO 80
C 1 - Matrice del Quadro Logico 80
C 2 - ANALISI S.W.O.T. 83
C 3 - Obiettivi/Indicatori/Interventi 83
C 4 - Sintesi delle informazioni per autovalutazione 84
B. Contenuti dei Componenti chiave
B0 Riassunto esplicativo del Programma
a) Identificazione dell’Accordo,.
La Regione Veneto, con deliberazione della Giunta Regionale n. 3504 in data 18 novembre 2008 ha approvato la prosecuzione del programma straordinario di investimenti in sanità, dando corso all‟aggiornamento del programma di investimenti in conto capitale per opere di edilizia sanitaria, precedentemente approvato con deliberazione n. 66 in data 21 gennaio 2005.
Tale programma prevede il finanziamento di n. 7 interventi per un costo complessivo stimato di oltre 179 milioni di euro ed un finanziamento a carico dello Stato di € 155.526.921,38 utilizzando tutte le risorse stanziate dal CIPE con delibera del 25 gennaio 2008 (G.U. n. 100 del 29/04/2008) ed assegnate alla Regione Veneto.
b) Quadro finanziario,.
Il quadro finanziario derivante dalla deliberazione sopra indicata è così meglio specificato:
ESERCIZIO FINANZIARIO | STATO | REGIONE | ENTI APPALTANTI | TOTALE |
2009 | 155.526.921,38 | 8.000.000,00 | 15.773.078,62 | 179.300.000,00 |
c) Sintesi del raccordo con il passato e con quanto già realizzato nelle precedenti fasi del programma di investimento, in termini di impatto e di valutazione ex post.
Il processo degli investimenti attuati dalla Regione prende in considerazione i programmi di investimento attivati dal 2000 ad oggi. Infatti il primo percorso iniziato con l‟art. 20 della L. n. 67/88 nel 1995 è totalmente terminato.
La tabella seguente riporta lo stato di attuazione degli investimenti in essere:
PROGRAMMA DI FINANZIAMENTO | TITOLO PROGRAMMA | Importo complessivo interventi € | Importo complessivo finanziato € | tot interventi finanziati |
L. n° 67/88 - art. 20 - 2^ fase | Piano straordinario degli investimenti in sanità | 121.764.225,44 | 93.264.110,89 | 47 |
L. n° 67/88 - art. 20 - 3^ fase - Sanità | Settore Sanità - Accordo di programma in data 22/06/2000 | 680.382.052,50 | 290.618.863,22 | 53 |
L. n° 67/88 - art. 20 - 3^ fase - Adeguamento tecnologico Sanità | Settore Sanità - Accordo di programma in data 01/09/2004 | 37.667.943,63 | 24.086.361,91 | 19 |
L. n° 448/99 art. 28 | Potenziamento delle strutture di radioterapia | 4.509.337,80 | 909.576,12 | 1 |
L. n° 67/88 - art. 20 - 3^ fase - Sociale | Settore Socio Sanitario - Accordo di programma integrativo in data 18/04/2001 | 239.552.079,10 | 115.561.342,62 | 59 |
L. n° 67/88 - art. 20 - Accordo di Programma del 02/10/2007 | Settore SocioSanitario - Accordo di programma 2/10/2007 | 548.311.919,81 | 245.290.900,57 | 80 |
PROGRAMMA DI FINANZIAMENTO | TITOLO PROGRAMMA | Importo complessivo interventi € | Importo complessivo finanziato € | tot interventi finanziati |
L. n° 448/1998 - art. 71 | Riqualificazione dell'assistenza sanitaria nei grandi centri urbani | 289.060.590,62 | 27.047.214,49 | 18 |
D.M. 12/03/1999 - Hospice - 1^ fase | Programma degli interventi edilizi per la realizzazione delle strutture per le cure palliative (“HOSPICE”). | 15.160.162,02 | 9.862.292,71 | 10 |
D.M. 28/03/2001 - Hospice - 2^ fase | Programma di completamento degli interventi edilizi per la realizzazione delle strutture per le cure palliative (“HOSPICE”). | 9.050.225,00 | 6.559.701,59 | 6 |
D.Lgs n° 254/2000 - Intramoenia | Attività Libera Professionale intramuraria | 117.582.074,35 | 61.974.827,87 | 39 |
Tabella B0
Rinviando il dettaglio alle specifiche schede di attuazione di ogni singolo programma (Moduli C) e, quindi di ogni intervento, si vuole evidenziare come lo sforzo compiuto dalla Regione Veneto negli anni precedenti il nuovo millennio nel settore degli investimenti sia segnato da due necessità pressanti:
- da una parte l‟adeguamento ai processi di riorganizzazione attivate dalla legge Regionale n. 39/1993 e quindi dalla Delibera di Giunta n. 740/99, e continuati con la DGRV n. 3223/02;
- dall‟altra, dalla rincorsa all‟adeguamento strutturale e tecnologico dei nosocomi, in presenza di significative riduzioni delle disponibilità finanziarie ordinarie.
d) Gli interventi proposti ed inseriti nell‟Accordo si collocano nel più ampio programma di investimenti regionale confermando l‟obiettivo dell‟Accordo di Programma sottoscritto con il Ministero della Salute in data 2 ottobre 2007 che si ricorda essere:
1) Obiettivo definito dalla DGRV n. 3223/2002: Ridurre al 4,5 per mille il numero di posti letto ospedalieri per abitanti ed al 160 per mille il tasso di ospedalizzazione dei posti letto ospedalieri mediante due azioni:
a) conferma mediante adeguamento o ristrutturazione (OBIETTIVO 1A);
b) sostituzione di posti letto con nuova costruzione (OBIETTIVO 1B).
e) La coerenza interna del Programma è determinata dal proseguo degli obiettivi di cui al punto precedente, avviati con l‟Accordo di Programma 02/10/2007 e dagli altri interventi regionali già in essere, che la tabella esemplifica (in neretto gli interventi inseriti nel presente Accordo):
OBIETTIVI | Progr. P.L. al 2002 | Progr. P.L. al 2005 | SANITA' | |||
UL SS | OBIETTIVO STRATEGICO | SITUAZIONE INTERVENTO | ||||
SOSTITUZIONE DI OSPEDALI ESISTENTI | RIDUZIONE DEI POSTI LETTO CON ADEGUAMENTO NORMATIVO | |||||
712 | 680 | 1 | ACCORPAMENTO DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE DELL'OSPEDALE DI BELLUNO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
390 | 422 | 2 | ACCORPAMENTO GRUPPO OPERATORIO OSPEDALE DI FELTRE | Progetto approvato e finanziato in gara appalto | ||
759 | 690 | 3 | ADEGUAMENTO DELL'OSPEDALE DI ASIAGO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
745 | 590 | 4 | NUOVO OSPEDALE DI THIENE E SCHIO | Opera in corso di esecuzione | ||
656 | 584 | 5 | ADEGUAMENTO OSPEDALE DI ARZIGNANO | Da sottoporre alla valutazione della 2^ griglia | ||
1305 | 1230 | 6 | VICENZA: GRUPPO OPERATORIO E TERAPIE INTENSIVE | Inserito nell’Accordo in esame | ||
807 | 666 | 7 | ACQUISTO OSPEDALE DE GIRONCOLI | Acquisto avvenuto | ||
969 | 850 | 8 | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI MONTEBELLUNA E CASTELFRANCO | Opera in corso di esecuzione | ||
1614 | 1465 | 9 | OSPEDALE CA’ FONCELLO – TREVISO | Lavori avviati – Pronto Soccorso | ||
799 | 621 | 10 | SAN DONÀ DI PIAVE/PORTOGRUARO | Interventi di adeguamento avviati | ||
CONFERMA MEDIANTE RIORGANIZZAZIONE DI OSPEDALI ESISTENTI | 1456 | 1061 | 12 | MESTRE – VE | Lavori avviati e conclusi | |
994 | 900 | 13 | DOLO/MIRANO | Interventi di adeguamento vari avviati | ||
594 | 540 | 14 | ADEGUAMENTO OSPEDALE DI CHIOGGIA PIOVE DI SACCO – PRONTO SOCCORSO | Interventi avviati Progetto approvato e finanziato | ||
895 | 810 | 15 | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI CAMPOSAMPIERO E CITTADELLA | Progetto avviato | ||
710 | 390 | 16 | OSPEDALE S. ANTONIO | Lavori di adeguamento vari avviati | ||
805 | 630 | 17 | NUOVO OSPEDALE DI ESTE E MONSELICE | Opera approvata e finanziata | ||
715 | 644 | 18 | NUOVA PIASTRA SERVIZI DELL'OSPEDALE DI ROVIGO | Opera approvata e avviata | ||
250 | 230 | 19 | OSPEDALE DI ADRIA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
480 | 442 | 20 | S. BONIFACIO | Nuovo ospedale realizzato | ||
720 | 607 | 21 | LEGNAGO | Interventi di adeguamento avviati | ||
562 | 467 | 22 | SISTEMAZIONE OSPEDALE DI VILLAFRANCA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
1700 | 1630 | PD | GRUPPO OPERATORIO, TERAPIE INTENSIVE, DIP. MATERNO INFANTILE, OSTETRICIA GINECOLOGIA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
1800 | 1730 | VR | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI BORGO ROMA E BORGO TRENTO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
20437 | 17879 | Tabella B2 |
f) La coerenza è determinata dal recepimento nel DPEF 2007-2008-2011 degli obiettivi dell‟Accordo di Programma.
g) Sintesi del quadro normativo nazionale e regionale di riferimento:
• Programma di investimenti ex art. 20 L. 67/88 – prima e seconda fase
• Programma di investimenti ex art. 71 L. 448/98
• Radioterapia ex art. 18, comma 12, L. 488/99 ed art. 96 L. 388/2000
• Hospice ex DPCM 20/1/2000
• Intramoenia ex D.Lgs 254 /2000
• Investimenti regionali derivanti dalle Leggi finanziarie 2004/2008
L‟applicazione dei provvedimenti legislativi e finanziari di cui sopra è avvenuta mediante quattro fondamentali provvedimenti di Giunta Regionale:
DGRV n° 1711 del 18.06.2004 “Fondo Sanitario Regionale in conto capitale. Metodologia per gli investimenti 2004/06 e attribuzione alle Aziende Ospedaliere e U.L.S.S. delle quote di finanziamento per gli interventi di adeguamento, strutturale e tecnologico alla L.R. 22/02”;
DGRV n° 66 del 21.01.2005 “Art. 20 legge 67/88 – Legge regionale n° 01/2004 Metodologia per gli investimenti in conto capitale per opere di edilizia sanitaria di interesse regionale per il decennio 2004-2013 DGR 77/CR del 18.06.2004”;
DGRV n° 3741 del 26.11.2004 “Art. 36 L.R. 30.01.2004 n. 1 Criteri di applicazione. DGRV 81/CR del 18.06.2004”;
DGRV n° 391 del 11.02.2005 “DGR n. 66 del 21/1/2005 - settore socio sanitario. Programma investimenti quota 2002. Riconversione ospedaliera, diasabili e anziani non autosufficienti. (ls n. 67/1988 art. 20)”.
Tali provvedimenti hanno trovato in parte attuazione nell‟Accordo di Programma 02.10.2007.
B1 Analisi socio – sanitaria - economica e rispondenza della strategia ai bisogni identificati
B1A La situazione del contesto e i bisogni che ne conseguono
B1a 1 Quadro epidemiologico
La condizione di salute della popolazione del Veneto è connotata dalla costante diminuzione del tasso di mortalità dal 1995 al 2006 (rif. tabella 1 e relativo grafico):
Tabella B1a.1-1: Tassi di mortalità standardizzati (per 100.000 abitanti) per sesso. Anni 1995-2006. Popolazione standard: Veneto 2000 | ||
Anno | maschi | femmine |
1995 | 1158,3 | 954,6 |
1996 | 1115,6 | 935,8 |
1997 | 1095,6 | 936,7 |
1998 | 1097,7 | 924,0 |
1999 | 1072,6 | 914,1 |
2000 | 1010,3 | 877,5 |
2001 | 960,0 | 831,8 |
2002 | 961,7 | 817,1 |
2003 | 939,8 | 833,2 |
2004 | 886,8 | 765,1 |
2005 | 881,4 | 782,3 |
2006 | 832,9 | 735,4 |
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
maschi femmine
I miglioramenti delle condizioni di salute hanno portato benefici in tutte le classi di età; la mortalità infantile, prescolare e materna è attualmente tra le più basse del mondo.
Anche per quanto riguarda le patologie prevalenti (sistema circolatorio, neoplasie) il dato è in costante regressione.
TabellaB1a.1-2: Tassi di mortalità standardizzati (per 100.000 abitanti) per malattie del sistema circolatorio e per neoplasie. Maschi, anni 1995- 2006. Popolazione standard: Veneto 2000 | ||
Anni | neoplasie | mal circolo |
1995 | 403,5 | 431,1 |
1996 | 390,2 | 417,1 |
1997 | 380,1 | 407,3 |
1998 | 385,7 | 409,7 |
1999 | 379,8 | 393,7 |
2000 | 371,2 | 358,7 |
2001 | 356,2 | 340,7 |
2002 | 350,3 | 344 |
2003 | 341,5 | 332,2 |
2004 | 331,4 | 305,4 |
2005 | 320,7 | 305,3 |
2006 | 317,8 | 279,3 |
TabellaB1a.1-3: Tassi di mortalità standardizzati (per 100.000 abitanti) per malattie del sistema circolatorio e per neoplasie. Femmine, anni 1995-2006. Popolazione standard: Veneto 2000 | ||
Anni | neoplasie | mal circolo |
1995 | 242,1 | 446,1 |
1996 | 248,6 | 431,0 |
1997 | 238,8 | 433,8 |
1998 | 236,5 | 425,5 |
1999 | 245,6 | 407,4 |
2000 | 233,0 | 394,0 |
2001 | 233,0 | 363,5 |
2002 | 228,4 | 353,8 |
2003 | 225,4 | 360,1 |
2004 | 219,4 | 324,5 |
2005 | 219,5 | 330,0 |
2006 | 216,2 | 305,8 |
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
neoplasie mal circolo
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
neoplasie mal circolo
Nella Regione assistiamo ad una evidente riduzione di tutti i tassi di mortalità nelle principali cause di morte. Ogni anno tra i residenti nel Veneto si registrano circa 42.000 decessi. Le principali cause di morte sono le malattie del sistema circolatorio (che giustificano circa il 39% dei decessi) e le neoplasie (circa il 32%). L‟analisi per cause specifiche mostra come per i maschi il calo della mortalità sia determinato principalmente da un drastico calo della mortalità per malattie ischemiche del cuore e per malattie cerebrovascolari e , sebbene in misura minore, da un rilevante calo della mortalità per neoplasie. Per quanto riguarda le femmine, il trend delle cause di morte presenta alcune analogie e alcune differenze rispetto ai maschi. I decessi per malattie cardiocircolatorie e cerebrovascolari sono in calo notevole, meno evidente, anche se presente è il calo dei decessi da neoplasie. In particolare, si rileva come i decessi per neoplasie della mammella mostrino un andamento altalenante ma tendenzialmente in calo, mentre nelle donne si mantiene costante la mortalità per neoplasie del polmone che invece è in calo nei maschi. Vi sono inoltre due situazioni che come numero assoluto di decessi incidono in misura minima ma che sono estremamente rilevanti, in quanto sono tra le principali cause di morte in età giovanile: l‟AIDS e gli incidenti stradali. La mortalità per AIDS si è ridotta di 10 volte dal 1996 al 2000, mantenendosi successivamente stabile. Ciò rappresenta il risultato degli enormi progressi fatti in questo ambito dal punto di vista preventivo e terapeutico. A fronte della diminuzione complessiva delle morti bisogna considerare un probabile aumento del bisogno dei servizi e delle prestazioni di riabilitazione.
Nel primo anno di vita, le condizioni morbose di origine perinatale e le malformazioni congenite sono la prima e la seconda causa di morte. I tumori maligni sono la prima causa di morte nei bambini tra 1 e 4 anni e la seconda tra 5 e 14 anni. Ciononostante, solo due morti per tumore su
1.000 colpiscono individui al di sotto dei 15 anni. I traumi (accidenti da traffico e altri traumatismi) sono la prima causa di morte tra 5 e 14 anni e la quarta nel gruppo d‟età prescolare. I traumi stradali costituiscono la più prevenibile causa di morte pediatrica.
Le malattie cardiocircolatorie costituiscono la prima causa di morte negli anziani (>65), la seconda causa di morte dopo le neoplasie tra gli adulti (25-64) e sono più frequenti tra i maschi rispetto alle femmine in tutte le classi d‟età, ad eccezione dell‟età avanzata. I tumori maligni sono la prima causa di morte negli adulti tra 25 e 64 anni, con l‟eccezione dei maschi 25-44. La probabilità di morire per tumore è doppia per gli uomini rispetto alle donne.
Il confronto tra la mortalità per infarto del miocardio e per tumore, particolarmente per neoplasia polmonare, nel Veneto e quella di altri Paesi industrializzati, indica distintamente quanto la diffusione delle neoplasie sia più preoccupante delle malattie coronariche.
La cirrosi epatica è la terza causa di morte nei maschi e la quarta nelle donne tra 45 e 65 anni.
I suicidi rappresentano la seconda causa di morte nei giovani maschi tra 15 e 24, superiore a quella da tumori. Tra 15 e 44 anni i suicidi sono da quattro a cinque volte più frequenti nei maschi rispetto alle femmine e sono ancora tre volte più frequenti tra uomini compresi tra 45 e 64 anni. Al di sotto dei 65 anni i suicidi sono sempre compresi tra le prime sei cause di morte negli adulti di entrambi i sessi.
Anni potenziali di vita perduti
Gli anni di vita potenziale perduti rivelano quanto una determinata patologia accorcia complessivamente la durata della vita in una determinata popolazione. Questo indicatore sottende il concetto di mortalità prematura.
Gli accidenti da traffico costituiscono in media, nel corso di un anno, la più importante causa di morte precoce tra gli uomini sotto i 65 anni, in quanto complessivamente fanno perdere oltre 15.000 anni potenziali di vita. Questa cifra evidenzia la realtà drammatica dei traumi da traffico nella nostra Regione, che contribuiscono ad accorciare gli anni potenziali di vita tre volte di più della seconda patologia più importante, cioè la malattia ischemica del cuore, che provoca la perdita di oltre cinquemila anni potenziali di vita. Ancora per i maschi, altre due patologie contribuiscono, nell‟ordine, ognuna a ridurre la durata potenziale della vita di quattro-cinquemila anni: tumore dei polmoni e suicidio. Seguono, in ordine di importanza, le patologie perinatali (2.400 anni perduti), la neoplasia del colon (2.100) ed i traumi occupazionali (1.900).
Tra le donne, il tumore della mammella rappresenta la più importante causa di perdita di anni di vita ma i traumi stradali seguono da vicino (poco oltre quattromila anni per la neoplasia mammaria e quasi 4.000 per gli accidenti da traffico). Il fatto che le condizioni morbose di origine perinatale e le malformazioni congenite rappresentino la terza e quarta causa di anni di vita perduti, riflette l‟ottimo stato di salute delle donne nel Veneto in età precedenti la vecchiaia. Altre importante cause di riduzione dell‟aspettativa di vita sono la neoplasia del colon (1.500 anni perduti), l‟ictus (1.300), il tumore polmonare ed il suicidio (1,100 ciascuna) e le malattie ischemiche del cuore (900).
B1a 2 Quadro demografico
La popolazione
La popolazione residente nel Veneto, è in continua crescita da più di un decennio e in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al dato del 2006.
Le quote maggiori di popolazione si concentrano nelle province di Padova, Verona e Treviso, ciascuna con oltre il 18% della popolazione complessiva; Vicenza e Venezia concentrano rispettivamente il 17,6% e il 17,5% della popolazione, mentre Belluno e Rovigo raggiungono quote molto inferiori sull'ordine del 5%. Rispetto al 2005, Verona è la provincia che registra l'incremento di popolazione più consistente, +2,3 punti percentuali, seguita da Treviso (+1,9%) e Padova (+1,6%). Inferiore al mezzo punto percentuale è invece la variazione di popolazione per Belluno e Rovigo.
Dal 1991 ad oggi la popolazione del Veneto cresce con un ritmo di quasi 6 persone all'anno ogni
1.000 abitanti inizialmente censiti. L'espansione demografica interessa quasi il 78% dei comuni del territorio regionale, nei quali risiede oltre il 79% della popolazione e il cui tasso di crescita si attesta mediamente su 9,1 persone ogni mille residenti. L'aumento interessa principalmente la fasce centrali del territorio regionale, mentre i comuni afflitti dallo spopolamento sono in prevalenza situati nella zona montana e nella bassa pianura padana, a cui si aggiungono i comuni capoluogo di Venezia, Padova, Rovigo e Treviso.
Rispetto all'intero territorio nazionale, il Veneto si caratterizza per una crescita di popolazione più elevata, e con un incremento rispetto all'anno precedente più marcato. Se la crescita per componente naturale è molto bassa, sia in Veneto che in Italia, a fare la differenza rispetto alla situazione nazionale è la crescita migratoria più elevata.
È soprattutto l'attrattività della nostra regione a determinare l'incremento di abitanti complessivo. Il saldo migratorio positivo e particolarmente elevato per le province situate nella fascia centrale del territorio regionale mostra che l'aumento della popolazione è determinato dall'ingresso di nuovi abitanti, provenienti in prevalenza fuori dal Veneto. Più contenuti sono gli spostamenti interni tra province venete: i territori che registrano maggiori flussi migratori interni alla regione sono il padovano e il veronese.
La componente naturale, invece, ha un'incidenza più contenuta per tutte le province, dato l'allungamento della vita media e il calo della fecondità che arresta il numero di nuovi nati. In alcune province il saldo naturale è negativo: Belluno, Rovigo e Venezia registrano nel 2006 un numero più elevato di morti che di nuovi nati; diversamente Treviso e Vicenza si rivelano le province che maggiormente contribuiscono alla crescita della popolazione nella sua componente naturale, registrando saldi naturali più elevati, in buona parte determinati dai nuovi nati da donne straniere: infatti, Treviso e Vicenza risultano le province con la maggiore incidenza di stranieri, rispettivamente il 9,1% e il 9,0% della popolazione veneta rilevata nel 2006.
Il basso numero di nascite, che perdura ormai da oltre un ventennio, sommato all'allungamento continuo della vita media, rende l'Italia uno dei paesi più vecchi al mondo.
Anche il Veneto è in linea con le tendenze demografiche nazionali: il processo di invecchiamento della popolazione, seppure più lento rispetto alla situazione italiana, vede nel 2006 una quota pari a quasi 139 anziani di età superiore ai 65 anni ogni 100 giovani in età 0-14, con un incremento rispetto al 2001 di 2,7 punti percentuali. E il fenomeno sembra essere in continua ascesa, registrando un costante e progressivo sbilanciamento nella composizione della popolazione
complessiva. Nell'ultimo ventennio gli anziani in Veneto sono aumentati in modo considerevole, infatti mentre al censimento del 1981 rappresentavano il 13% della popolazione, oggi ne costituiscono oltre il 19%. In particolare si è assistito ad un aumento consistente degli ultraottantenni. Tale crescita, inoltre, sembra destinata a mantenersi: infatti, secondo quanto ipotizzano le previsioni sulla popolazione, entro il 2025 gli anziani nella nostra regione potrebbero aumentare fino a incidere per il 26% della popolazione.
Sempre più consistente si configura lo squilibrio tra giovani e anziani, tra chi produce o potenzialmente lo farà, e chi beneficia dell'attività svolta in passato. Un ridimensionamento della popolazione in età attiva può comportare importanti cambiamenti nel mercato del lavoro, mentre se si considerano le dinamiche familiari non si può non prevedere in futuro una maggiore richiesta di cura da parte di individui anziani, che graverà su soggetti a loro volta mediamente più anziani e in numero progressivamente più contenuto.
Al 1 gennaio 2008 il Veneto contava 4.832.340 abitanti di cui 2.464.895 maschi e 2.367.445 femmine.
Gli immigrati residenti in Veneto sono 403.985 pari all‟8,36% sull‟intera popolazione ed al 10,96% sulla popolazione di non immigrati.
100 e più
95
90
85
80
75
70
65
60
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
-50.000 -40.000 -30.000 -20.000 -10.000 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000
Maschi Femmine
La classe d‟età maggiormente rappresentativa è quella dai 35 ai 45 anni come meglio evidenziato nel grafico sopra riportato.
L‟incidenza degli ultrasessantacinquenni (indice di invecchiamento), pari al 18,43% della popolazione regionale risulta inferiore al dato nazionale.
L‟indice di vecchiaia, indicatore sintetico dell‟invecchiamento della popolazione, è in costante leggera crescita dal 2001 ma, dall‟anno 2004 si pone al di sotto di quello nazionale che è pari a 142 ultra 65enni ogni 100 individui con età inferiore a 15 anni.
Indice di vecchiaia in Italia e nel Veneto negli anni 2001-2007
142,7
141,7
139,9
137,8
136,8
138,9
139,1
135,7
138,2
135,2
137,3
135,9
133,8
131,4
144,0
142,0
140,0
138,0
136,0
134,0
132,0
130,0
128,0
126,0
124,0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Veneto Italia
B1a 3 Quadro socio-economico
Si stima per il Veneto una crescita complessiva del PIL pari a un +1,8% nel 2007 e una prospettiva di +0,7% per il 2008. Il risultato del 2007, migliore di quello nazionale è attribuibile soprattutto alla crescita dei servizi, e alla tenuta della domanda interna.
Nel 2006, ultimo anno del dato ufficiale di contabilità territoriale, si è sviluppata e gradualmente consolidata la ripresa avviata nell'estate 2005, tanto da raggiungere il tasso di crescita più alto degli ultimi sei anni, +2,5% e da far realizzare al Veneto la migliore performance dell'anno tra le regioni, accanto al Friuli Venezia Giulia: il PIL - calcolato in termini reali, ossia eliminando l'influenza esercitata dalla variazione dei prezzi - è cresciuto più dell'intera ripartizione Nord-Est,+2,4%, più dell'intera nazione,+1,8%. Anche nel 2006 il Veneto si conferma la terza regione italiana nel contributo al PIL nazionale: la quota del PIL veneto sul totale nazionale è stata 9,5%, superata dal Lazio (10,8%) e dalla Lombardia (20,8%).
Hanno contribuito al buon risultato sicuramente l'evoluzione in atto nel settore industriale e lo sviluppo degli scambi internazionali, la flessibilità del sistema produttivo che sta cogliendo l'importanza dei fattori innovativi nei diversi processi di produzione, organizzazione e distribuzione. La domanda interna è stata sostenuta dalla spesa delle famiglie, +1,4%, che pure hanno mantenuto un atteggiamento prudenziale dovuto principalmente alle turbolenze del mercato finanziario.
Nel 2007 si stima ancora una buona propensione al consumo, ma già nell'ultima fase dell'anno si fa strada l'indebolimento della spesa delle famiglie dovuto all'accelerazione dell'inflazione, all'aumento degli oneri per il servizio del debito, pagamento degli interessi e restituzione del capitale, e al minore ricorso al mercato del credito, divenuto più costoso.
Gli investimenti totali, dopo l'accelerazione del 2005, si profilano in rallentamento, evidenziando incrementi modesti nel biennio 2007-2008, come del resto per quasi tutte le regioni italiane.
Il valore aggiunto settoriale
L'apporto determinante alla crescita del valore aggiunto è stato quello dell'industria che in Veneto rappresenta ancora il 35,1% dell'intera ricchezza regionale e che nel 2006 ha mostrato una decisa ripresa, +3,1%, dopo anni di stasi. Sono migliorate, infatti, entrambe le sue componenti: il comparto delle costruzioni non è stato brillante come l'anno precedente, ma è comunque aumentato del 2,4%, mentre l'industria in senso stretto, dopo la frenata del 2005, si è ripresa registrando un tasso del
+3,3%.
Il settore dei servizi, che rappresenta il 62,2% del PIL regionale e nel 2005 aveva mostrato una quasi immobilità, nel corso del 2006 si è positivamente evoluto, +2%, sostenuto soprattutto dal comparto del commercio che ha avuto un'ottima performance, +2,9%. L'unico comparto con variazione di segno negativo nella produzione di valore aggiunto regionale è l'agricoltura che continua la sua discesa dal picco positivo riportato nel 2004.
La produttività
La produttività del lavoro è sempre stata un elemento chiave nella misura della competitività e attrattività di un territorio, ma in ambito aziendale viene spesso considerata quale indice del grado di efficienza economica e quindi di "qualità" di un'organizzazione, ovvero di un settore o area. In particolare un miglioramento di produttività, a parità di intensità di lavoro, si giustificherebbe con l'utilizzo dell'introduzione di processi innovativi nell'organizzazione e/o nelle tecnologie che indiscutibilmente alzano pure il livello di qualità del lavoro.
La ripresa della produttività del lavoro è stata piuttosto forte in Veneto dal 2003 in poi: la ricchezza prodotta per unità di lavoro nel 2006 di 51,9 mila euro è tra i valori regionali più elevati e il ritmo di crescita è stato superiore a quello nazionale, a parità di andamento delle unità di lavoro.
Tale recupero appare netto soprattutto nel settore dell'industria in senso stretto, dove, nonostante l'aumento dell'occupazione, si nota l'assottigliarsi del divario tra il livello della produttività regionale e quello nazionale tradizionalmente più elevato. Se ne trae un segnale della trasformazione dell'industria manifatturiera tradizionale veneta che sta privilegiando sempre più prodotti di alta qualità a più elevato valore aggiunto. Per gli altri settori, che mostrano livelli di produttività superiori a quelli nazionali, si evidenzia il calo nell'agricoltura e la timida ripresa nei servizi che dal 2002 vedono allargarsi la forbice con l'Italia.
B1a 4 Analisi della domanda di prestazioni e delle criticità nell’accesso
La Regione Veneto sta perseguendo dal 2000 una costante diminuzione del tasso di ospedalizzazione al fine di uniformarlo a quello previsto dalla normativa nazionale e pari a 160.
Tasso di Ospedalizzazione Standardizzato per Azienda Sanitaria e Anno di riferimento | ||||||||
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
101 | 193,92 | 187,53 | 173,80 | 167,11 | 163,90 | 164,39 | 163,60 | 159,42 |
102 | 181,85 | 174,43 | 166,70 | 163,48 | 162,86 | 156,34 | 155,65 | 153,12 |
103 | 178,88 | 179,75 | 174,10 | 169,00 | 169,08 | 163,84 | 161,07 | 156,21 |
104 | 175,07 | 171,55 | 160,07 | 155,15 | 150,89 | 149,04 | 144,92 | 142,07 |
105 | 212,00 | 220,84 | 200,88 | 187,89 | 176,71 | 167,87 | 164,03 | 162,12 |
106 | 197,71 | 205,32 | 191,04 | 189,65 | 187,96 | 175,19 | 164,84 | 156,01 |
107 | 191,66 | 180,57 | 177,53 | 168,82 | 165,22 | 164,54 | 158,89 | 148,25 |
108 | 189,06 | 181,74 | 178,00 | 171,09 | 174,71 | 173,78 | 164,25 | 153,18 |
109 | 186,67 | 186,87 | 188,17 | 183,97 | 177,16 | 177,82 | 171,51 | 162,28 |
110 | 205,94 | 200,71 | 191,78 | 187,97 | 180,59 | 173,98 | 170,24 | 165,07 |
112 | 212,07 | 214,46 | 209,86 | 200,88 | 187,97 | 183,33 | 178,95 | 174,46 |
113 | 204,77 | 197,77 | 199,69 | 194,12 | 188,94 | 180,12 | 176,84 | 164,50 |
114 | 219,43 | 233,40 | 225,21 | 214,13 | 211,32 | 186,91 | 179,89 | 174,60 |
115 | 197,14 | 194,42 | 188,33 | 183,67 | 183,16 | 177,45 | 174,51 | 162,99 |
116 | 196,78 | 202,65 | 200,32 | 198,44 | 189,81 | 181,46 | 181,61 | 170,94 |
117 | 190,46 | 186,25 | 186,18 | 182,56 | 177,64 | 174,11 | 170,32 | 163,70 |
118 | 191,45 | 183,16 | 178,06 | 170,04 | 164,70 | 167,50 | 166,91 | 163,69 |
119 | 208,48 | 211,15 | 212,49 | 211,89 | 208,13 | 210,34 | 199,56 | 186,43 |
120 | 196,08 | 204,22 | 213,42 | 206,87 | 200,63 | 197,05 | 192,17 | 177,35 |
121 | 225,07 | 226,43 | 194,65 | 193,84 | 186,37 | 184,20 | 178,80 | 172,30 |
122 | 217,84 | 219,70 | 215,56 | 211,49 | 210,56 | 205,91 | 201,32 | 180,36 |
media | 198,68 | 198,23 | 191,71 | 186,29 | 181,82 | 176,91 | 172,38 | 164,24 |
Il dato regionale evidente è il calo di oltre 30 punti degli ultimi 8 anni passando da oltre 198 punti a 164.
Tasso di Ospedalizzazione Standardizzato per Azienda Sanitaria e Anno di riferimento | ||||||||
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
101 | 193,92 | 187,53 | 173,80 | 167,11 | 163,90 | 164,39 | 163,60 | 159,42 |
102 | 181,85 | 174,43 | 166,70 | 163,48 | 162,86 | 156,34 | 155,65 | 153,12 |
media | 187,89 | 180,98 | 170,25 | 165,30 | 163,38 | 160,37 | 159,63 | 156,27 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
103 | 178,88 | 179,75 | 174,10 | 169,00 | 169,08 | 163,84 | 161,07 | 156,21 |
104 | 175,07 | 171,55 | 160,07 | 155,15 | 150,89 | 149,04 | 144,92 | 142,07 |
105 | 212,00 | 220,84 | 200,88 | 187,89 | 176,71 | 167,87 | 164,03 | 162,12 |
106 | 197,71 | 205,32 | 191,04 | 189,65 | 187,96 | 175,19 | 164,84 | 156,01 |
media | 190,92 | 194,37 | 181,52 | 175,42 | 171,16 | 163,99 | 158,72 | 154,10 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
107 | 191,66 | 180,57 | 177,53 | 168,82 | 165,22 | 164,54 | 158,89 | 148,25 |
108 | 189,06 | 181,74 | 178,00 | 171,09 | 174,71 | 173,78 | 164,25 | 153,18 |
109 | 186,67 | 186,87 | 188,17 | 183,97 | 177,16 | 177,82 | 171,51 | 162,28 |
media | 189,13 | 183,06 | 181,23 | 174,63 | 172,36 | 172,05 | 164,88 | 154,57 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
110 | 205,94 | 200,71 | 191,78 | 187,97 | 180,59 | 173,98 | 170,24 | 165,07 |
112 | 212,07 | 214,46 | 209,86 | 200,88 | 187,97 | 183,33 | 178,95 | 174,46 |
113 | 204,77 | 197,77 | 199,69 | 194,12 | 188,94 | 180,12 | 176,84 | 164,50 |
114 | 219,43 | 233,40 | 225,21 | 214,13 | 211,32 | 186,91 | 179,89 | 174,60 |
media | 210,55 | 211,59 | 206,64 | 199,28 | 192,21 | 181,09 | 176,48 | 169,66 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
115 | 197,14 | 194,42 | 188,33 | 183,67 | 183,16 | 177,45 | 174,51 | 162,99 |
116 | 196,78 | 202,65 | 200,32 | 198,44 | 189,81 | 181,46 | 181,61 | 170,94 |
117 | 190,46 | 186,25 | 186,18 | 182,56 | 177,64 | 174,11 | 170,32 | 163,70 |
media | 194,79 | 194,44 | 191,61 | 188,22 | 183,54 | 177,67 | 175,48 | 165,88 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
118 | 191,45 | 183,16 | 178,06 | 170,04 | 164,70 | 167,50 | 166,91 | 163,69 |
119 | 208,48 | 211,15 | 212,49 | 211,89 | 208,13 | 210,34 | 199,56 | 186,43 |
media | 199,97 | 197,16 | 195,28 | 190,97 | 186,42 | 188,92 | 183,24 | 175,06 |
2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | |
120 | 196,08 | 204,22 | 213,42 | 206,87 | 200,63 | 197,05 | 192,17 | 177,35 |
121 | 225,07 | 226,43 | 194,65 | 193,84 | 186,37 | 184,20 | 178,80 | 172,30 |
122 | 217,84 | 219,70 | 215,56 | 211,49 | 210,56 | 205,91 | 201,32 | 180,36 |
media | 213,00 | 216,78 | 207,88 | 204,07 | 199,19 | 195,72 | 190,76 | 176,67 |
La Regione del Veneto ha attivato, sin dalla metà degli anni Novanta, importanti processi di riorganizzazione e di razionalizzazione della rete ospedaliera. Tale opera innovatrice è stata interessata da un ulteriore impulso nel corso del 2005, con l'intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano del 23 marzo 2005. Per gli aspetti che qui interessano, gli elementi fondamentali sono:
▪ Con la sottoscrizione dell'accordo le Regioni si sono impegnate ad adottare, entro il 30 settembre 2005, provvedimenti che prevedano uno standard di posti letto ospedalieri accreditati
ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, non superiore a 4,5 posti letto per mille abitanti, comprensivi della riabilitazione e della lungo degenza postacuzie, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici. L'obiettivo è il raggiungimento dello standard in tutto il Paese entro l'anno 2007.
▪ Le Regioni si sono inoltre impegnate ad adottare, entro il 30 settembre 2005, i provvedimenti per promuovere il passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno ed il potenziamento di forme alternative al ricovero ospedaliero. La riduzione dell'assistenza ospedaliera erogata, deve garantire il mantenimento dei tassi di ospedalizzazione per ricoveri ordinari e per ricoveri in regime diurno entro il 180 per mille abitanti residenti.
L'obiettivo è di minore impatto rispetto al tasso precedentemente fissato che era pari a 160 ricoveri per mille abitanti residenti.
Come è sopra dimostrato, questi obiettivi sono già stati raggiunti dalla Regione Veneto, ma ciò non fa certo venir meno l'attenzione ad un ulteriore miglioramento, soprattutto in direzione di una maggiore uniformità tra le Aziende Sanitarie del Veneto.
Per questo motivo, la Giunta Regionale del Veneto ha voluto, con la Deliberazione n. 751 del 11 marzo 2005, proseguire il percorso di ridefinizione della rete ospedaliera del Veneto dando avvio ad un ulteriore revisione delle dotazioni ospedaliere al fine non solo di un adeguamento agli standard di legge, ma altresì al fine di garantire una più efficiente distribuzione delle risorse e più efficaci modelli di gestione delle medesime.
Le azioni si sono incentrate non solo sull'offerta complessiva di assistenza ospedaliera ma anche sul miglioramento dell‟efficienza del processo di produzione e di erogazione delle singole prestazioni. Uno degli elementi di maggiore innovazione riguarda il superamento di rigide classificazione dei presidi ospedalieri e l‟individuazione di profili funzionali in cui includere ciascun presidio ospedaliero all‟interno di una logica di rete.
Tali profili specificano, infatti, il ruolo di ciascun presidio considerato come elemento di una rete interconnessa. Si individuano, quali profili di riferimento, gli ospedali costitutivi della rete (che si articolano sulla base della diversa complessità organizzativa in Aziende Ospedaliere, ospedali capoluogo di Provincia e ospedali di rete) ai quali si affiancano gli ospedali integrativi della rete, che di norma sono interamente o in modo importante dedicati all‟assistenza post-acuti e all‟assistenza riabilitativa estensiva.
Il trend in diminuzione del tasso di ospedalizzazione si conferma non episodico, ma strutturale e di notevole entità. La riduzione è di tutta evidenza sia per i ricoveri ordinari che per i ricoveri diurni, a dimostrazione di una maggiore efficienza ed efficacia anche dei ricoveri in day hospital. Infatti, dalle rilevazioni appare una fase più matura nella gestione dei ricoveri diurni, che dopo alcuni anni di tendenziale aumento, oggi stanno scendendo.
Domanda di prestazioni
Oltre alla costante diminuzione del tasso di ospedalizzazione, un altro importante elemento che permette l‟analisi e la valutazione delle prestazioni rese nell‟ambito del sistema sanitario regionale è quello relativo ai dati dei DRG, Diagnosis Related Group.
Le tabelle che seguono mostrano i 30 DRG più frequenti e pertanto le 30 più frequenti richieste di prestazioni sia in ambito di ricovero ordinario che diurno.
RICOVERI ORDINARI
Il macro dato che le tabelle illustrano dimostra la sempre maggiore necessità di un ospedale articolato e progettato per garantire un‟assistenza a doppia “faccia”: una diurna basata sull‟attività di Day Hospital e Day Surgery, ed un‟altra a ciclo continuativo per acuti. Quest‟ultima sempre più ancorata tipologicamente all‟aspetto chirurgico e quindi alle aree intensive quali i Gruppi Operatori, le Terapie Intensive, la Diagnostica etc.
Nel corso dell‟anno 2007 la Regione Veneto ha avviato il progetto “Il Giusto Tempo della Salute”, il Piano attuativo regionale per il contenimento dei tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale approvato con DGRV n. 600 del 13/03/2007.
I cardini su cui poggia il progetto sono i seguenti:
Informazione e comunicazione
Al fine di migliorare la qualità dell‟informazione e della comunicazione si prevede, a livello regionale, la messa in atto di campagne di informazione con cadenza periodica per rendere efficace e sistematica l‟azione specie in relazione: ai tempi di erogazione delle prestazioni, al sistema dell‟offerta e sua accessibilità, alle caratteristiche dei diversi regimi di erogazione e alle regole a tutela dell‟equità e trasparenza, ai doveri che l‟utente è tenuto a rispettare.
Domanda
La Regione ha identificato l‟utilizzo di “classi di priorità” come strategia fondamentale per la gestione delle liste di attesa secondo criteri di appropriatezza clinica, organizzativa e prescrittivi.
Per le prestazioni ambulatoriali le Aziende devono adeguarsi nel: recepire i tempi massimi di attesa, responsabilizzare tutti i medici all‟attribuzione sistematica della classe di priorità, mettere in atto l‟utilizzo di sistemi di prenotazione adeguati al piano, prevedere modalità per verifiche a campione e per la sistematica rivalutazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e delle specifiche cliniche.
Per le prestazioni di ricovero le Aziende devono recepire i tempi massimi di attesa.
Offerta
Ciascuna Azienda è tenuta a: verificare l‟entità del fabbisogno assistenziale locale e a verificare la propria organizzazione dell‟offerta, a distinguere le prestazioni individuandone altresì gli ambiti territoriali e le strutture eroganti, indicare le procedure in caso di superamento dei tempi massimi.
Monitoraggio
Il piano prevede l‟attivazione di un monitoraggio di sistema delle liste di attesa, delle eventuali sospensioni delle attività di prenotazione e delle prestazioni.
L‟obiettivo finale è quello di garantire il rispetto dei tempi massimi di attesa nell‟erogazione delle prestazioni stabiliteal fine di garantire al meglio la tempestività nella diagnosi in funzione della gravità dei sintomi, al fine di ottimizzare l‟erogazione delle prestazione in ragione dell‟effettiva necessità del paziente.
Il piano prevede infatti per le strutture sanitarie, un tempo massimo di risposta nel fornire la prestazione, diverso in ragione del grado di urgenza che il MMG assegna in base alla valutazione, alla richiesta stessa.
B1a 5 Quadro della mobilità attiva e passiva (intra ed extra-Regionale)
I grafici sotto evidenziati riportano i dati degli anni 2006 e 2007 relativi al saldo di attrazione e fuga per singole Aziende.
2,00%
1,50%
1,00%
0,50%
0,00%
-0,50%
Media reg.
0,44%
0,27%
0,17%
Saldo attrazione e fuga 2006
101 | 102 | 103 | 104 | 105 | 106 | 107 | 108 | 109 | 110 | 112 | 113 | 114 | 115 | 116 | 117 | 118 | 119 | 120 | 121 | 122 | |
Indice di attrazione | 0,30% | 0,18% | 0,05% | 0,05% | 0,08% | 0,36% | 0,25% | 0,13% | 0,57% | 0,40% | 0,44% | 0,08% | 0,05% | 0,16% | 1,81% | 0,09% | 0,61% | 0,18% | 1,74% | 0,13% | 1,65% |
Indice di fuga | 0,28% | 0,09% | 0,14% | 0,14% | 0,11% | 0,28% | 0,40% | 0,19% | 0,50% | 0,69% | 0,33% | 0,16% | 0,07% | 0,11% | 0,33% | 0,19% | 0,52% | 0,12% | 0,48% | 0,22% | 0,40% |
Saldo | 0,02% | 0,09% | -0,09% | -0,10% | -0,03% | 0,08% | -0,15% | -0,06% | 0,07% | -0,28% | 0,10% | -0,08% | -0,03% | 0,05% | 1,48% | -0,10% | 0,08% | 0,06% | 1,26% | -0,10% | 1,25% |
2,00%
1,50%
1,00%
0,50%
0,00%
-0,50%
-1,00%
Media reg.
0,44%
0,29%
0,15%
Saldo attrazione e fuga 2007
101 | 102 | 103 | 104 | 105 | 106 | 107 | 108 | 109 | 110 | 112 | 113 | 114 | 115 | 116 | 117 | 118 | 119 | 120 | 121 | 122 | |
Indice di attrazione | 0,31% | 0,18% | 0,05% | 0,06% | 0,07% | 0,35% | 0,27% | 0,12% | 0,58% | 0,34% | 0,46% | 0,09% | 0,05% | 0,15% | 1,74% | 0,09% | 0,56% | 0,19% | 1,76% | 0,14% | 1,70% |
Indice di fuga | 0,31% | 0,10% | 0,17% | 0,16% | 0,12% | 0,29% | 0,42% | 0,21% | 0,51% | 0,74% | 0,36% | 0,18% | 0,10% | 0,12% | 0,35% | 0,21% | 0,56% | 0,14% | 0,50% | 0,22% | 0,42% |
Saldo | 0,00% | 0,08% | -0,12% | -0,10% | -0,05% | 0,07% | -0,16% | -0,09% | 0,07% | -0,40% | 0,10% | -0,09% | -0,05% | 0,03% | 1,39% | -0,12% | 0,00% | 0,05% | 1,26% | -0,08% | 1,28% |
Relativamente all‟anno 2007, oltre il 9% delle dimissioni ospedaliere nelle strutture del Veneto, pari a oltre 76.000 persone, riguarda residenti in altre Regioni.
La mobilità dei ricoveri costituisce un fenomeno di notevole interesse ai fini del governo del Sistema Socio Sanitario Regionale per almeno due motivi:
descrive i bacini di utenza reali dei presidi ospedalieri;
può fornire indicazioni di massima sulla adeguatezza quantitativa, ma anche qualitativa della dotazione di servizi ospedalieri delle diverse aree servite dalle Aziende Ulss, cogliendo indirettamente il grado di soddisfazione da parte dei cittadini.
Gli indicatori che sono stati utilizzati in questo caso vengono denominati indice di attrazione e
indice di fuga.
INDICE DI ATTRAZIONE INDICE DI FUGA
La mobilità passiva interregionale si è indirizzata prevalentemente verso le seguenti Regioni: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna ed il Trentino Alto Adige (Province Autonome di Bolzano e Trento).
Queste Regioni riuniscono circa tre quarti delle dimissioni fuori Regione di residenti e rappresentano i principali e naturali "competitori" del Veneto nelle dinamiche di domanda e offerta di servizi socio sanitari, anche in ragione della loro vicinanza geografica.
Saldo attrazione-fuga
Sempre riguardo ai ricoveri ordinari, la mobilità attiva risulta maggiormente distribuita tra le diverse Regioni. Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige comprendono nel biennio 2006-2007 oltre il 54% dell‟attrazione complessiva. Punte particolarmente elevate sono riscontrabili nella mobilità attiva di provenienza siciliana (7,60% nel 2007).
Da segnalare inoltre Puglia e Campania con quote intorno 4-5%.
Con le sole eccezioni di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, il Veneto presenta saldi attrazione-fuga positivi nei confronti di tutte le altre regioni.
Da un punto di vista della capacità di attrazione del Sistema Sanitario Regionale e delle singole aziende che lo compongono, possiamo osservare che la realtà descritta potrebbe segnalare una certa "maturità" nelle specializzazioni e dei servizi esistenti.
In altre parole, ciò potrebbe indicare un'articolazione dei servizi che riesce a garantire un certo equilibrio e una particolare stabilità.
Il dato è comunque positivo perché dimostra che il Sistema Socio Sanitario Veneto è dotato di solidità ed ha ormai consolidato le proprie posizioni in ambito nazionale.
In ogni caso, i saldi di attrazione e fuga hanno generalmente un segno positivo. Il Sistema Sanitario Regionale è dotato quindi di una solida base su cui sviluppare una maggiore capacità attrattiva.
Il Veneto si appronta ad affrontare le nuove sfide, che i cambiamenti nell'architettura istituzionale del nostro Paese ci impongono, poggiando su indubbie risorse che vanno valorizzate e sfruttate in maniera più efficiente.
Il Sistema Sanitario Regionale Veneto, connotato da una forte presenza pubblica, presenta qualità che consentono di confrontarsi con i competitori di questo particolarissimo "mercato" che fa incontrare domanda e offerta di servizi socio sanitari.
Entrando più nello specifico, analizziamo la mobilità dei ricoveri rispetto alle seguenti classi di specialità:
di base;
intermedie;
alte e altissime.
Con specialità di base si intende un insieme di discipline che comprende: Cardiologia, Geriatria, Medicina Generale, Nefrologia; Neurologia, Psichiatria, Unità coronarica, Chirurgia generale, Oculistica, Ortopedia e Traumatologia, Otorinolaringoiatria, Terapia intensiva, Urologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Lungodegenza e Recupero e rieducazione funzionale.
Le specialità intermedie comprendono invece: Dermatologia, Emodinamica, Gastroenterologia, Malattie infettive e tropicali, Oncologia, Pneumologia, Radioterapia, Chirurgia maxillofacciale, Neuropsichiatria infantile.
Infine, le specialità alte e altissime includono: Ematologia, Endocrinologia, Medicina del Lavoro, Reumatologia, Cardiochirurgia + Terapia Intensiva, Chirurgia pediatrica, Chirurgia plastica, Chirurgia toracica, Chirurgia vascolare, Neurochirurgia + Terapia Intensiva, Terapia intensiva neonatale, Riabilitazione specialistica e Altissime specialità.
La specialità non inserite nelle diverse fasce non compaiono perché non sono dotate di posti letto.
La rilevazione relativa agli insiemi di specialità sopra elencate evidenzia una situazione regionale complessivamente omogenea, con una media che raggiunge valori più elevati con riferimento alle specialità alte e altissime.
Anche le specialità intermedie presentano una media leggermente positiva. Ciò segnala la presenza di potenzialità non ancora espresse pienamente e l'opportunità di agire sulla dimensione organizzativa che caratterizza le diverse discipline.
La Regione Veneto, a seguito dell‟accordo Stato-Regioni del marzo 2006, prima in Italia nel recepire il “Piano Nazionale di contenimento dei tempi di attesa triennio 2006/2008”, ha approvato, con deliberazione n. 600 del 27 giugno 2006, l‟integrazione e l‟aggiornamento del programma di riorganizzazione nell‟erogazione delle prestazioni sanitarie.
Nel marzo del 2007 la Regione ha dato corso al “Piano attuativo regionale per il contenimento dei tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale” avviando il progetto “Il Giusto Tempo della Salute”.
B1a 6 Offerta ante operam
La Regione Veneto, è suddivisa territorialmente in n. 21 Aziende Unità Locali Socio Sanitarie; sono inoltre presenti n. 2 Aziende Ospedaliere (Padova e Verona) nei capoluoghi di provincia dove hanno sede importanti Università.
La rete ospedaliera è così articolata:
U.L.S.S. n° | OSPEDALE DI: | POSTI LETTO | SUPERFICIE TOTALE | ||
MQ | |||||
1 | BELLUNO | 462 | 69.898 | ||
AGORDO | 94 | 15.202 | |||
CORTINA | 18.698 | ||||
PIEVE DI CADORE | 82 | 13.246 | |||
AURONZO DI CADORE | 74 | 6.714 | |||
Totali | 712 | 123.758 | |||
2 | FELTRE | 330 | 51.719 | ||
LAMON | 60 | 7.945 | |||
Totali | 390 | 59.664 | |||
3 | ASIAGO | 100 | 12.496 | ||
BASSANO | 659 | 89.259 | |||
Totali | 759 | 101.755 | |||
4 | SCHIO | 397 | 37.082 | ||
THIENE | 348 | 32.441 | |||
Totali | 745 | 69.523 | |||
5 | ARZIGNANO | 270 | 21.996 | ||
LONIGO | 110 | 12.808 | |||
MONTECCHIO M. | 62 | 14.992 | |||
VALDAGNO nuovo | 214 | 24.909 | |||
VALDAGNO vecchio | 17.594 | ||||
Totali | 656 | 92.299 | |||
6 | VICENZA | 1.183 | 148.054 | ||
NOVENTA V.NA | 122 | 22.000 | |||
Totali | 1.305 | 170.054 | |||
7 | CONEGLIANO | 464 | 43.873 | ||
VITTORIO V.TO | 343 | 34.413 | |||
Totali | 807 | 78.286 | |||
8 | CASTELFRANCO | 514 | promotore finanziario | ||
MONTEBELLUNA | 455 | ||||
Totali | 969 | ||||
9 | TREVISO | 1.169 | 120.536 |
ODERZO | 163 | 23.606 | |||
MOTTA DI LIVENZA | 125 | ||||
Totali | 1.457 | 144.142 | |||
10 | S.DONA' DI PIAVE | 290 | 27.362 | ||
IESOLO | 153 | 15.481 | |||
PORTOGRUARO | 356 | 29.038 | |||
Totali | 799 | 71.881 | |||
12 | MESTRE | 747 | finanziati art. 71 e art. 20 | ||
SS-GIOVANNI E P. | 584 | ||||
LIDO | 125 | ||||
Totali | 1.456 | ||||
13 | MIRANO | 332 | 66.065 | ||
NOALE | 181 | 32.667 | |||
DOLO | 456 | 66.043 | |||
Totali | 969 | 164.775 | |||
14 | CHIOGGIA | 272 | 28.383 | ||
CAVARZERE | 20 | ||||
PIOVE DI SACCO | 302 | 42.286 | |||
Totali | 594 | 70.669 | |||
15 | CAMPOSAMPIERO | 447 | 36.877 | ||
CITTADELLA | 448 | 33.811 | |||
Totali | 895 | 70.688 | |||
16 | S.ANTONIO | 350 | 30.952 | ||
GERIATRICO | 360 | DISMESSO | |||
Totali | 710 | 30.952 | |||
17 | CONSELVE | 68 | 18.971 | ||
MONSELICE | 357 | 44.386 | |||
ESTE | 259 | 36.902 | |||
MONTAGNANA | 121 | 10.665 | |||
MONTAGNANA vecchio | 17.347 | ||||
Totali | 805 | 128.271 | |||
18 | ROVIGO | 522 | 80.000 | ||
TRECENTA | 193 | 45.000 | |||
Totali | 715 | 125.000 | |||
19 | ADRIA | 250 | 31.294 |
Totali | 250 | 31.294 | |||
20 | TREGNAGO | 32 | 13.118 | ||
S.BONIFACIO vecchio | 308 | 21.369 | |||
COLOGNA V.TA | 38 | 20.579 | |||
S.BONIFACIO nuovo | 360 | 115.000 | |||
MARZANA | 102 | 41.359 | |||
Totali | 480 | 211.425 | |||
21 | LEGNAGO | 409 | 54.088 | ||
BOVOLONE | 126 | 10.000 | |||
NOGARA | 60 | 16.830 | |||
ZEVIO | 25 | 12.600 | |||
Totali | 620 | 93.518 | |||
22 | BUSSOLENGO | 236 | 27.484 | ||
VILLAFRANCA | 160 | 10.471 | |||
ISOLA DELLA SCALA | 116 | 14.497 | |||
VALEGGIO SUL MINCIO | 50 | ||||
MALCESINE | 11.470 | ||||
CAPRINO | 11.132 | ||||
Totali | 562 | 75.054 | |||
Azienda Ospedaliera di Padova | PADOVA | 1.700 | 226.463 | ||
Totali | 1.700 | 226.463 | |||
Azienda Ospedaliera di Verona | CIVILE MAGGIORE | 1.050 | 149.108 | ||
POLICLINICO | 750 | 154.000 | |||
NUOVA PIASTRA | 29.296 | ||||
Totali | 1.800 | 332.404 | |||
TOTALI | 2.471.875 |
Le funzioni e le specificità di ogni singolo presidio ospedaliero sono meglio dettagliate più avanti in questo paragrafo
L‟offerta delle prestazioni sanitarie è condizionata dal patrimonio strutturale/immobiliare e tecnologico esistente, oggetto comunque di continui e necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Da un lato, sono stati portati a compimento importanti interventi che hanno visto la realizzazione ed attivazione dei nuovi ospedali di San Bonifacio (VR) e Mestre (VE), l‟avvio della realizzazione del nuovo polo unico dell‟Azienda ULSS n. 4 a Santorso e l‟imminente avvio del nuovo Polo Unico dell‟Azienda ULSS n. 17 a Este-Monselice.
Parallelamente si stanno avviando o concludendo importanti interventi di completamento e ammodernamento strutturale e tecnologico negli ospedali di Montebelluna e Castelfranco (azienda ULSS n. 8), Mirano (azienda ULSS n. 13), Conegliano e Vittorio Veneto (azienda ULSS n. 7), Rovigo (Azienda ULSS n. 18), Bassano del Grappa (azienda ULSS n. 3), Camposampiero e
Cittadella (azienda ULSS n. 15), Feltre (azienda ULSS n. 2), Venezia centro storico (azienda ULSS n. 12).
Un elemento di criticità delle strutture sanitarie esistenti è dato dall‟esigenza di “aggiornare” funzionalmente gli spazi in relazione alle continue e necessarie richieste dettate da prestazioni sanitarie sempre più performanti e tecnologicamente avanzate.
Il patrimonio immobiliare sanitario regionale è caratterizzato da elementi intrinseci ed estrinseci derivanti dal diverso grado di vetustà e dal diverso ruolo di servizio svolto dal presidio ospedaliero. L‟ospedale esistente deve essere adeguato da un lato, all‟evoluzione della normativa generale (antisismica, antincendio, imp. Elettrici, etc.) e specialistica (DPR 14/01/07, gas medicali, etc.) e dall‟altro all‟evoluzione delle funzioni e delle peculiarità proprie del servizio sanitario svolto.
In tale ottica, gli interventi previsti nel presente accordo riguardano n. 8 strutture ospedaliere in n. 7 Aziende che, allo stato attuale, abbisognano di un adeguamento/miglioramento per:
- da un lato intervenire in aree strutturali che risultano aver raggiunto un grado di vetustà tale da non permettere ulteriori rinvii al loro ammodernamento (Ospedale di Belluno per l‟area materno infantile e Ospedale di Vicenza per l‟area delle emergenze);
- dall‟altro, operare in accorpamenti di funzioni che meglio permettano la razionalizzazione e l‟ottimizzazione delle funzioni e dei percorsi diagnostico-riabilitativi, con l‟obiettivo di offrire un elevato standard qualitativo dell‟offerta sanitaria e un risparmio nella gestione (Ospedali di Asiago e Adria per una riorganizzazione generale, Ospedale di Padova per l‟area operatoria, Ospedali di Borgo Roma e Borgo Trento).
Si confermano i dati, che ad ogni buon conto si riportano integralmente, inseriti nell‟Accordo di Programma del 02/10/2007.
La quantificazione delle dotazioni strutturali complessive
La quantificazione delle dotazioni ospedaliere regionali complessive viene determinata recependo sostanzialmente lo standard nazionale. L‟adattamento alle specifiche esigenze della Regione del Veneto riguarda l‟area riabilitativa, per la quale lo standard viene inteso in termini tendenziali, considerata l‟entità e la capillarità, particolarmente ampia, della rete residenziale extraospedaliera esistente in Regione ed il contributo che la stessa già oggi offre in termini alternativi al ricovero e che consente di attestare la dotazione complessiva di posti letto pubblici e privati intorno alle 21.000 unità.
Occorre, peraltro, considerare al proposito che l‟area riabilitativa ospedaliera dovrà essere oggetto di profonda riconsiderazione in ragione di quanto previsto dalle “Linee guida del Ministro della sanità per le attività di riabilitazione” approvate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome il 7/5/1998 e recepite dalla D.G.R. n. 253 dell‟1/2/2000.
Quest‟ultimo provvedimento articola, fra l‟altro, la riabilitazione ospedaliera in tre livelli che si collocano corrispondentemente in strutture ospedaliere di progressiva complessità ed al cui interno è ricompresa l‟attività di lungodegenza.
La quantificazione delle dotazioni strutturali per funzione
La dotazione complessiva di posti letto per mille abitanti, che dovrà essere minore o uguale a quanto fissato dalle norme nazionali e che deriva dalla somma dei posti letto ritenuti necessari per lo svolgimento dell‟attività di ricovero delle singole funzioni di assistenza ospedaliera è stata determinata secondo il seguente procedimento:
1. tasso di ospedalizzazione, comprensivo dei ricoveri ordinari e diurni, al valore di 160 per mille abitanti come fissato dalle norme nazionali;
2. rilevazione epidemiologica volta a disaggregare il tasso di ospedalizzazione nelle varie funzioni che caratterizzano il ricovero ospedaliero;
3. per ognuna di dette funzioni è stata rilevata la degenza media, controllata e orientata sui parametri di efficacia ed efficienza;
4. le rilevazioni sono state considerate alla base della definizione del numero di posti letto per funzione e per abitanti tenendo conto anche dell‟evoluzione tecnologica assistenziale e delle peculiarità organizzative delle singole aziende.
La definizione del rapporto ottimale tra funzione e bacino di utenza
Le singole funzioni specialistiche, con e senza degenza, per essere gestite con buoni livelli di performance, richiedono bacini di utenza differenziati. E‟ necessario pertanto predeterminare, per ogni funzione, la dimensione teorica ottimale del relativo bacino di utenza, anche se non necessariamente di immediata e meccanica applicazione alla realtà regionale , tenendo altresì conto delle interconnessioni obbligate fra le diverse funzioni specialistiche nel processo di diagnosi, cura e riabilitazione.
Le azioni di riordino della rete ospedaliera possono essere perseguite mediante progressivi obiettivi temporali (ad esempio: a tre o a sei anni) e possono trovare ragioni di “deroga temporanea” ed esplicita determinata da fattori esterni al sistema sanitario (ad esempio la viabilità), interni al sistema sanitario (ad esempio: fattori ostativi di tipo logistico o professionale) o ancora di carattere sociale (ad esempio: volontà di evitare eccessiva mobilità dell‟utenza in contesti ambientali già oggettivamente disagiati).
Il Modello Ospedaliero sul Territorio
Viene tradotto sul territorio il modello ospedaliero.
Si fa presente che la programmazione regionale (DDGRV 3223/02 e 751/05) prevede l‟articolazione delle funzioni ospedaliere anche su più nosocomi, considerando unico il Presidio Ospedaliero per ULSS.
Infatti le sopracitate delibere attuano l‟art. 14 della L.R. 3/2/1996 n. 5 che prevede, per ogni Azienda ULSS e ogni Azienda Ospedaliera, la predisposizione delle specifiche schede di dotazione ospedaliera per il raggiungimento degli obiettivi della L.R. n. 39/93 che attua quanto disposto dal D.Lgs. 18/9/2001 n. 347, convertito in Legge 16/11/2001 n. 405.
I modelli teorici di cui al paragrafo precedente sono stati attuati, per la parte ospedaliera, come segue:
Ospedali Polo di riferimento regionale di alta specializzazione
Sono rappresentati dalle due Aziende Ospedaliere esistenti e presentano il più alto livello di complessità di assistenza ospedaliera in Regione. In particolare essi, oltre ad avere la presenza di tutte le funzioni proprie degli ospedali di rete e di valenza strategica provinciale, sono caratterizzati:
- dalla presenza di funzioni con un ambito geografico di riferimento identificabile nell‟intero territorio regionale, che richiedono il più elevato livello tecnologico e che comportano la maggiore complessità clinica;
- dalla compresenza di strutture ospedaliere e di strutture universitarie e quindi dalla sussistenza di attività di assistenza, di didattica e di ricerca.
Azienda Ospedaliera di Padova - Policlinico | |
Azienda Ospedaliera di Verona - Ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma | |
FUNZIONI CON DEGENZA: | FUNZIONI SENZA DEGENZA: |
Medicina generale | Pronto soccorso e Osservazione Temporanea |
Medicina fisica, riabilitazione e lungodegenza | Cardiologia |
Chirurgia generale | Oncologia |
Ortopedia e traumatologia | Psichiatria |
Ostetricia e ginecologia | Anestesia e rianimazione |
Pediatria | Emodialisi |
Terapia intensiva e subintensiva | Radiologia |
Laboratorio analisi | |
Cardiologia | Dermatologia |
Geriatria | Pneumologia |
Nefrologia e dialisi | Istologia e Anatomia patologica |
Neurologia | |
Psichiatria | |
Urologia | |
Oculistica | |
Otorinolaringoiatria | |
Oncologia | Gastroenterologia |
Pneumologia | Malattie endocrine |
Terapia intensiva neonatale | Medicina trasfusionale |
Radioterapia | Centrale operativa emergenze |
Dermatologia | Medicina nucleare |
Malattie infettive | Terapia del dolore e cure palliative |
Gastroenterologia | Fisica sanitaria |
Malattie endocrine | |
Chirurgia maxillo facciale | |
Chirurgia vascolare | |
Neurochirurgia | |
Ematologia | Medicina Legale |
Cardiochirurgia | Microbiologia e virologia |
Chirurgia plastica | Neuroradiologia |
Chirurgia toracica | |
Angiologia | Dietetica e nutrizione clinica |
Immunologia | Medicina dello sport |
Fisiopatologia respiratoria | Citologia diagnostica e molecolare |
Medicina del Lavoro | Genetica |
Neuropsichiatria | Radiologia radioterapica |
Reumatologia | Senologia diagnostica |
Emato-oncologia pediatrica | Tossicologia forense |
Chirurgia plastica pediatrica | |
Cardiochirurgia pediatrica | |
Grandi Ustioni | |
Unità Spinale |
Ospedali capoluogo di Provincia
Queste strutture ospedaliere, oltre ad essere caratterizzate dalla presenza di tutte le funzioni proprie degli ospedali di rete, presentano “funzioni ulteriori” differenziate in ragione del bacino di utenza da servire e dal supporto da fornire agli altri ospedali del contesto territoriale di riferimento.
In particolare gli ospedali capoluogo di Provincia svolgono alcune funzioni per tutta la rete ospedaliera provinciale, mentre gli stessi e gli altri ospedali sopra elencati forniscono alcune funzioni alla rispettiva macroarea o area vasta di riferimento in cui è suddiviso il territorio provinciale. Tutti sono funzionalmente collegati tra loro e con i due poli di riferimento regionale.
Gli ospedali capoluogo di provincia sono, tutti caratterizzati dalla presenza delle ulteriori funzioni di alta specialità che costituiscono riferimento per tutti gli ospedali dello stesso territorio provinciale o di più ampio territorio interprovinciale.
FUNZIONI CON DEGENZA: | FUNZIONI SENZA DEGENZA: | |
Belluno Treviso Rovigo Venezia Vicenza | Medicina generale | Pronto soccorso e Osservazione Temporanea |
Medicina fisica, riabilitazione e lungodegenza | Cardiologia | |
Chirurgia generale | Oncologia | |
Ortopedia e traumatologia | Psichiatria | |
Ostetricia e ginecologia | Anestesia e rianimazione | |
Pediatria | Emodialisi | |
Terapia intensiva e subintensiva | Radiologia | |
Laboratorio analisi | ||
Cardiologia | Dermatologia | |
Geriatria | Pneumologia | |
Nefrologia e dialisi | Istologia e Anatomia patologica | |
Neurologia | ||
Psichiatria | ||
Urologia | ||
Oculistica | ||
Otorinolaringoiatria | ||
Oncologia | Gastroenterologia | |
Pneumologia | Malattie endocrine | |
Terapia intensiva neonatale | Medicina trasfusionale | |
Radioterapia | Centrale operativa emergenze | |
Dermatologia | Medicina nucleare | |
Malattie infettive | Terapia del dolore e cure palliative | |
Gastroenterologia | Fisica sanitaria | |
Malattie endocrine | ||
Chirurgia maxillo facciale | ||
Chirurgia vascolare | ||
Neurochirurgia |
Ospedali di rete
Essi sono indirizzati ad erogare prestazioni di diagnosi e cura connesse alle funzioni di base, sono integrati con le funzioni distrettuali e collegati funzionalmente con gli ospedali capoluogo di provincia.
Molti di questi ospedali sono caratterizzati dalla presenza diversificata di servizi e funzioni specialistiche intermedie “aggiuntive”, opportunamente correlate con la dimensione del bacino servito, che costituiscono riferimento per gli ospedali di rete della stessa Azienda che ne sono privi al fine di evitare inutili duplicazioni.
ulss 1 | Agordo | ulss 13 | Mirano |
Pieve di Cadore | Dolo | ||
ulss 2 | Feltre | ulss 14 | Chioggia |
ulss 3 | Bassano del Grappa | Piove di Sacco | |
Asiago | ulss 15 | Camposampiero | |
ulss 4 | Schio | Cittadella | |
Thiene | ulss 16 | Padova (S.Antonio) | |
ulss 5 | Arzignano | ulss 17 | Este |
Valdagno | Monselice | ||
ulss 7 | Conegliano | ulss 18 | Trecenta |
Vittorio Veneto | ulss 19 | Adria | |
ulss 8 | Montebelluna | ulss 20 | San Bonifacio |
Castelfranco Veneto | ulss 21 | Legnago | |
ulss 9 | Oderzo | ulss 22 | Bussolengo |
ulss10 | Portogruaro | Villafranca | |
San Donà di Piave | |||
Jesolo (gestione privata) | |||
FUNZIONI CON DEGENZA: | FUNZIONI SENZA DEGENZA: | ||
Medicina generale | Pronto soccorso e Osservazione Temporanea | ||
Medicina fisica, riabilitazione e lungodegenza | Cardiologia | ||
Chirurgia generale | Oncologia | ||
Ortopedia e traumatologia | Psichiatria | ||
Ostetricia e ginecologia | Anestesia e rianimazione | ||
Pediatria | Emodialisi | ||
Terapia intensiva e subintensiva | Radiologia | ||
Laboratorio analisi | |||
Cardiologia | Dermatologia | ||
Geriatria | Pneumologia | ||
Nefrologia e dialisi | Istologia e Anatomia patologica | ||
Neurologia | |||
Psichiatria | |||
Urologia | |||
Oculistica | |||
Otorinolaringoiatria |
La rete ospedaliera regionale, così delineata, è integrata da:
Gli ospedali integrativi della rete
Sono caratterizzati dall‟essere interamente o principalmente dedicati all‟assistenza postacuti e all‟assistenza riabilitativa estensiva con possibile attività per acuti a ciclo diurno (day hospital e day surgery), con i relativi servizi diagnostici di supporto ed attività specialistica ambulatoriale.
Funzioni per acuti a ciclo continuo così come funzioni di pronto soccorso e punto di primo intervento sono ammesse in alcune situazioni giustificate da problematiche organizzative e logistiche in evoluzione (ad esempio la ridefinizione del ruolo di ospedali di rete viciniori) oppure
da particolari situazioni montane o lagunari, per le quali valutazioni di opportunità sociale e sanitaria richiedono tale mantenimento di funzioni.
Ad integrazione e supporto alla rete ospedaliera regionale, come sopra definita, rientrano i Sevizi garantiti dai Distretti Socio Sanitari nonché tutti i Centri sanitari polifunzionali costituiti dalla riconversione degli ospedali non più parte delle rete. Essi sono caratterizzati dalla presenza di attività distrettuali, ambulatoriali e residenziali e, in tal senso svolgono una attività di supporto alla rete ospedaliera, fermo restando che essi ne sono totalmente esclusi.
Inoltre, rientrano come servizi innovativi i cosiddetti Ospedali di comunità di distretto per i quali vedasi quanto già detto al riguardo trattando dei servizi distrettuali.
Le sperimentazioni gestionali
Per quanto meritino una trattazione a sé stante occorre esplicitare chiaramente la loro riconduzione alla categoria “ospedali integrativi della rete” (e quindi con attività di ricovero) oppure alla categoria dei “Centri sanitari polifunzionali” di carattere extraospedaliero (privi di attività di ricovero).
Tra quelli del primo tipo vanno ascritti gli ospedali orientati alla gestione del post-acuto, mentre, tra quelli del secondo tipo le strutture da riconvertire in ambito sociosanitario.
Al proposito, la Regione intende operare, ogniqualvolta utile e in conformità ai principi più volte enunciati dal presente Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR), perseguendo la ricomposizione e la riaggregazione nella stessa sede fisica di più funzioni sanitarie, comprensive di quelle ascrivibili alle due tipologie di servizi sopra indicati.
L‟obiettivo di ricerca di economie di scala gestionale dei presidi ospedalieri convertiti, risponde prioritariamente alle esigenze di riaggregare anche fisicamente oltre che organizzativamente, servizi di diverso livello e specificità, ai fini di garantire la continuità di cura e di assistenza post-acuta. Si tratta di “assemblare” funzionalmente e “fisicamente”, sotto un‟unica regia gestionale, funzioni, quali quella della riabilitazione polifunzionale post-acuta, compresa quella più complessa di tipo cardio-respiratoria, con quella di centri sanitari polifunzionali, di centrale dell‟assistenza domiciliare, con unico call center per funzioni informative anche sanitarie integrate (si pensi all‟integrazione dei dati sanitari per tipologie di pazienti quali gli scompensati che ripetutamente accedono ai servizi ospedalieri e territoriali), di eventuale sede di centri di MMG tra loro associati per usufruire di servizi comuni generali.
L’integrazione della rete ospedaliera con i distretti e i centri sanitari polifunzionali
Ad integrazione e supporto alla rete ospedaliera regionale, come sopra definita, rientrano i Centri sanitari polifunzionali costituiti dalla riconversione degli ospedali. Essi sono caratterizzati dalla presenza di attività distrettuali, ambulatoriali e residenziali e, in tal senso svolgono una attività di supporto alla rete ospedaliera, fermo restando che essi ne sono totalmente esclusi.
B1a 7 Analisi e valutazione della continuità assistenziale
Si conferma quanto illustrato nel documento di programma dell‟Accordo del 02.10.2007 che si riporta di seguito.
Il modello sanitario e sociosanitario del Veneto
Le premesse, gli atti amministrativi e gli obiettivi strategici del piano
Il Piano Socio Sanitario, che trova esplicitazione nelle DDGRV nn. 3223/02 “L.R. 3.2.1996,
n. 5, art. 14. Modifiche delle schede di dotazione ospedaliera di cui alla L.R. 39/1993, in attuazione del D.L. 18.09.2001 n. 347, convertito nella L. 1611.2001 n. 405”, 751/05 “Modifica attinente ad aspetti gestionali e strutturali, delle schede di dotazione ospedaliera di cui alla L.R. 39/1993,approvate con DGR n. 3223 dell’8.11.2002 e 751/00 “Assistenza residenziale extraospedaliera intensiva ed estensiva – L.R. n. 5/06 (art. 13 c. 3 Art. 17) – PSSR 1996-1998” conferma l‟ipotesi politico programmatica della forte integrazione tra i vari aspetti dell‟assistenza sanitaria e tra l'insieme di questi ed il comparto dei servizi sociali.
Integrazione che ha mostrato, nel corso degli ultimi decenni, di corrispondere alle esigenze di sviluppo economico sociale della Regione, e di rispondere ai nuovi bisogni conseguenti allo sviluppo stesso, soprattutto in riferimento al ruolo della famiglia ma che necessita ora una modernizzazione del sistema per consentire un miglioramento dell‟efficienza nell'utilizzazione delle risorse, anche grazie alla sollecitazione di forme tradizionali e nuove di "pluralismo erogativo".
Le linee di sviluppo dell‟azione di governo regionale nel settore socio sanitario, si articolano quindi nelle seguenti direttrici fondamentali del completamento del processo di regionalizzazione e di aziendalizzazione, di quello della manovra di riassetto strutturale del rilancio delle politiche di promozione della salute e prevenzione, del riadeguamento finanziario, del rilancio dell‟integrazione socio sanitaria e più complessivamente del ruolo regionale nel settore dei servizi sociali, nonché del potenziamento della struttura regionale di governo.
Le caratteristiche della modernizzazione del sistema regionale sono le seguenti:
- la programmazione regionale ha la funzione di indirizzo del settore e persegue obiettivi di equità, universalità dell‟accesso, riequilibrio solidale, nonché efficacia ed efficienza.
- la programmazione è il regolatore dell‟integrazione dei servizi e viene negoziata tra i livelli del Sistema, regionale e aziendale;
- l‟attuazione del principio dell‟accreditamento, che non prevede discriminazioni tra la natura giuridica dei soggetti erogatori, rappresenta il regolatore del Sistema di erogazione e si coniuga, nel metodo e negli strumenti, con gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità nonché con gli obiettivi di qualità del Sistema tracciati dalla programmazione regionale;
- la ULSS svolge funzioni di coordinamento degli erogatori socio-sanitari, all‟interno di vincoli quali-quantitativi regionali; viene conservato il modello di gestione delle funzioni di acquisto e di erogazione dei servizi da parte della singola ULSS, con la ricerca di economie “di scala” per la gestione di alcuni servizi.
Gli assi del rinnovamento del sistema sono tre :
1. individuazione di ambiti territoriali sovrazonali necessari per completare correttamente il processo di aziendalizzazione in cui collocare la gestione dei servizi maggiormente suscettibili di raggiungere evidenti più elevati livelli di efficacia e di economie “di scala”;
2. ristrutturazione interna del sistema per assicurare la parità tra produttori accreditati agevolata dalla situazione della normativa sull‟accreditamento;
3. riorganizzazione della funzione ospedaliera all‟interno delle Aziende ULSS al fine di consentirne l‟effettiva responsabilizzazione ed il governo.
La sintesi degli obiettivi
Coerentemente con tutto quanto sopra richiamato, gli obiettivi strategici del PSSR, tra loro strettamente interrelati, sono:
1. Implementare iniziative di carattere generale e sistemico di promozione della salute.
2. Rafforzare l'area della prevenzione collettiva e della prevenzione rivolta alla persona.
3. Garantire l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza di cui all'articolo 1 del decreto Legislativo 30.12.1992, n.502.
4. Potenziare la rete integrata di servizi sanitari e sociali per l‟assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili.
5. Promuovere un corretto impiego dei farmaci e la farmacovigilanza.
6. Valorizzare la partecipazione.
7. Completare la programmazione e integrare i macro sistemi erogativi.
8. Garantire e monitorare la qualità di sistema, dell‟assistenza sanitaria, e socio sanitaria nonché dell‟impiego delle tecnologie biomediche
9. Potenziare i fattori di sviluppo della conoscenza degli operatori in sanità e realizzare una formazione permanente di alto livello in medicina e sanità.
10. Promuovere la ricerca biomedica, biotecnologica e quella sulla riorganizzazione/reingenierizzazione e valutazione dei servizi sanitari.
11. Potenziare i servizi di urgenza ed emergenza già esistenti.
12. Sviluppare l'integrazione dei sistemi informativi delle Aziende sanitarie.
13. Assicurare il riadeguamento economico-finanziario.
14. Assicurare l'integrazione e il confronto in ambito Sociosanitario con i sistemi sanitari dei paesi e delle regioni appartenenti alla Unione Europea, nonché il potenziamento delle attività e delle relazioni internazionali.
Le politiche di raccordo sanitario e sociosanitario sul territorio
Raccordo tra Programmazione sanitaria e Programmazione socio sanitaria
Per la programmazione sanitaria, la destinazione delle singole funzioni, come detto, è definita da una scheda attuativa relativa a ogni singola ULSS, con previsioni dettagliate anche relativamente alla funzione che i nosocomi soggetti a processi di riorganizzazione devono sottostare ed elencati nella citata dgrv 3223/02.
Il collegamento tra la pianificazione sanitaria e socio sanitaria avviene al contrario con il Piano Attuativo Locale il quale attua le previsioni della DGRV n. 751/00. Si veda in proposito il paragrafo
A) I. c)
Tale strumento garantisce per bacino di ULSS il tetto massimo di posti letto sociosanitari previsti dalla programmazione regionale ripartendo, sulla base del parere della conferenza dei Sindaci, tali posti letto per singola struttura (cfr. tabelle 1, 2, 3 e 4 capitolo A paragrafo III h).
Il P.A.L. è uno strumento quindi che raccorda la programmazione regionale a quella locale per bacino territoriale di ULSS e per struttura edilizia del settore socio sanitario.
L‟avvio ai servizi avviene mediante l‟Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale che ha il compito di valutare in maniera integrata i bisogni espressi da ciascuna persona e di predisporre un progetto personalizzato utilizzando uno o più dei servizi esistenti (assistenza domiciliare, centro diurno, casa di riposo…..).
Perché il bisogno di ogni persona venga valutato con gli stessi criteri in tutto il territorio regionale si utilizza uno strumento chiamato “S.V.A.M.A.” (Scheda di Valutazione Multidimensionale della persona Anziana). Questa scheda, deve essere compilata dal medico di medicina generale e dall‟assistente sociale del Comune e riassume tutte le informazioni utili a descrivere sotto i diversi aspetti (sociale, sanitario, assistenziale) la situazione della persona.
SOCIOSANITARIO
Dal 2000 al 2006
La programmazione socio sanitaria prende l’avvio, come detto, con la DGRV n. 751/00.
Tale provvedimento individua, per la prima volta in Regione, i posti letto complessivi per anziani non autosufficienti, per disabili e per malati terminali che in sintesi si riassume nella seguente tabella:
Posti letto accreditabili al 2000 | Posti letto accreditabili al 2002 | Posti letto disponibili al 2000 | |
Anziani non autosufficienti | 21.306 | 22.911 | 23.105 |
Disabili | 2.257 | 2.263 | 2.850 |
Hospice | 226 | 225 | 0 |
N.B.: i posti letto disponibili comprendono sia quelli adeguati che quelli da adeguare ai requisiti minimi
Il provvedimento inoltre definisce, a livello territoriale, la logica del bisogno e quindi di dotazione, per bacino di ULSS, con una forte integrazione con i processi di riorganizzazione ospedaliera avviati dalla DGRV n. 740/99 e quelli del settore socio sanitario.
Tale logica in estrema sintesi definisce un parametro fondamentale per la programmazione: quello del riequilibrio territoriale dei posti letto del settore socio sanitario introducendo, quindi, un obiettivo di omogeneità dell’offerta nei vari ambiti regionali.
La necessità sul territorio e la prevista pressione ”sociale”, indotta dall’invecchiamento della popolazione, hanno determinato la necessità di adeguare il numero dei posti letto per i quali la Regione interviene finanziariamente per la retta. Con l’art. 34 della L.R. 01/04 e successivamente con l’art. 27 della L.R. 09/2005 si è avviato un processo di aumento dei posti letto “convenzionati” nel rispetto però della logica di programmazione definita dalla DGRV 751/00.
Tali normative prevedono un incremento di un ulteriore 10% dei posti letto da “convenzionarsi” con la Regione rispetto a quelli previsti dalla DGRV 751/00.
Gli investimenti dell’Accordo di Programma 18/04/2001
Esperienza in corso
Questa tabella è relativa all’esperienza in corso e contiene i principali interventi attuati od in corso di attuazione che sono compresi nell’Accordo di programma stipulato in data 18/04/2001 con il Ministero e che concorrono al raggiungimento degli obiettivi della programmazione regionale.
Gli investimenti dell’Accordo di Programma 02/10/2007
Esperienza in corso
Questa tabella è relativa all’esperienza in corso e contiene i principali interventi in corso di attuazione che sono compresi nell’Accordo di programma stipulato in data 02/10/2007 con il Ministero e che concorrono al raggiungimento degli obiettivi della programmazione regionale.
Con l‟entrata in vigore della L.R. n. 22/02 la Regione ha disciplinato la materia relativa all‟autorizzazione ed all‟accreditamento delle strutture sanitarie, sociosanitarie e sociali, ai principi del D.Lgs 229/99.
Il processo di accreditamento si basa su una prima fase autorizzativa, che per la parte strutturale fa riferimento agli standard strutturali, tecnologici e di organizzazione del D.P.R. 14/01/1997.
In applicazione della L.R. 22/02 si è dato corso ad una verifica dello stato complessivo delle strutture mediante due indagini separate che hanno interessato il patrimonio in uso sanitario delle aziende ed il patrimonio delle strutture sociosanitarie e sociali della Regione.
L‟impostazione del lavoro è avvenuta considerando fattori metodologici comuni ma con sistemi di ricerca applicativa diverse tra il settore sanitario e quello sociale.
La motivazione è da ricomprendersi nei fattori di conoscenza più spinti per il settore sanitario, che tradizionalmente è entrato prima nella logica di programmazione rispetto a quello sociale che peraltro presenta soggetti gestori del servizio di diversa natura giuridica.
Gli elementi comuni sono la semplicità dell‟uso dello strumento di rilevamento, senza ricorrere a fasi di progettazione per rilevare la carenza, l‟uso di parametri semplici per il rilevamento di macro dati ed il rapporto tra la struttura e la programmazione regionale.
La dimensione economica in se non è un aspetto che determina particolari considerazioni; certamente si deve sottolineare come la stessa interessa tutti gli aspetti del sociale della Regione e tra questi anche quello sociosanitario.
Preme però sottolineare due aspetti che emergono dall‟indagine complessiva
- La “diffusa richiesta” sul territorio della necessità di adeguamento ai requisiti minimi;
- La contemporanea consistente richiesta di interventi importanti (valutati in prima istanza con un valore di richiesta pari o superiore a 2 milioni di euro) che sottendono alla necessità, almeno per le strutture dedicate alla non autosufficienza degli anziani, a “portarsi” a standard dimensionali (numero dei posti letto) più elevati possibile per far fronte ai crescenti costi di gestione.
Gli interventi proposti, nell‟ottica della razionalizzazione, del miglioramento e della ottimizzazione dei percorsi sanitari e diagnostico terapeutici consentiranno uno sviluppo assolutamente funzionale e sicuro con la razionale distribuzione spaziale e organizzativa delle superfici disponibili, escludendo qualsiasi elemento di pericolosa promiscuità e sovrapposizione di percorsi, la riorganizzazione delle funzioni e degli spazi a sostegno di una migliore organizzazione dell‟attività sanitaria e di un miglior utilizzo da parte degli operatori e degli utenti; l‟adeguamento delle strutture e degli impianti alla normativa vigente.
Tale finalità è rafforzata dall‟innovativo percorso che la Regione ha intrapreso nell‟ottica globale del miglioramento del livello qualitativo e quantitativo dell‟offerta sanitaria.
La Regione ha infatti avviato, con delibere di Giunta Regionale n. 4445/06 e n. 1831/08 l‟adozione del modello organizzativo per la gestione della sicurezza del paziente nel Sistema Socio Sanitario del Veneto e l‟Istituzione del Coordinamento regionale per la sicurezza del paziente.
La sicurezza delle strutture, degli operatori e dei processi assistenziali diventa il cardine fondamentale di tutto il processo di miglioramento continuo della qualità del Sistema Socio Sanitario Regionale; viene affrontata sia attraverso la riduzione della variabilità ingiustificata del comportamento umano e sia attraverso l‟azione preventiva sulle condizioni (elementi umani, tecnologici e relazionali) nelle quali accade l‟evento.
B1B Strategia adottata rispetto ai bisogni identificati
B1b 1 Identificazione dei bisogni assistenziali
L‟analisi del contesto socio sanitario ha portato la Regione Veneto a definire, attraverso l‟adozione della deliberazione n. 751/2005, all‟identificazione dei bisogni.
Con tale norma vengono definite, per singola Azienda, le schede di dotazione della rete ospedaliera al fine di ottenere un corretto rapporto qualità/quantità e di raggiungere nelle strutture ospedaliere elevati indici di attività, con conseguente accrescimento della qualificazione professionale degli operatori sanitari e un miglioramento della qualità dell'assistenza.
Ciò posto, si impone la necessità da un lato di confermare i principi di riorganizzazione e di riqualificazione della rete ospedaliera, fissati dalla L.R. 39/93, e dall‟altro di consentire un approccio metodologico, che determina una programmazione per indirizzi, seppure analiticamente definiti, che consente al Direttore Generale, nell'ambito dell'autonomia organizzativa, di attivare modelli organizzativi quali aree omogenee e dipartimenti, per introdurre una maggiore flessibilità organizzativa che meglio si adatta al rapido sviluppo della scienza medica. Ciò consente da un lato di esaltare maggiormente l'aspetto professionale del medico e dell'operatore sanitario, disgiungendolo dalla rigidità di un modello organizzativo, e dall'altro anche di perseguire sensibili economie di gestione.
La scheda che segue, parte integrante dei provvedimenti normativi regionali, è pertanto la sintesi del bisogno assistenziale territorialmente garantito, derivante dalle analisi demografiche / epidemiologiche, sanitarie, programmatorie, economico/gestionali cui ogni singola Azienda deve attenersi.
REGIONE VENETO - AZIENDA ULSS 1 BELLUNO - Popolazione residente al 01/01/01: 129.573
AZIENDA ULSS 1 | |||
Funzioni | N° p.l | Apicalità/U.O.A. | DIRETTIVE |
per | |||
Area | |||
STRUTTURE DI RICOVERO | |||
AREA F.O. MEDICA: | Con attività di Emodinamica con Cardiologia interventistica | ||
- Cardiologia | |||
- Dermatologia | |||
- Gastroenterologia | |||
- Geriatria | |||
- Malattie infettive | |||
- Medicina generale | |||
- Nefrologia e dialisi | Con p.d. e p.d.u. | ||
- Neurologia | |||
- Oncologia | |||
- Pneumologia | |||
- Psichiatria | |||
- Radioterapia | |||
TOTALE AREA F.O. MEDICA | 245 | 14 | |
AREA F.O. RIABILITATIVA: | |||
- Recupero, rieducazione funzionale | Con attività di Lungodegenza e di alcoologia | ||
TOT. AREA F.O. RIABILITATIVA | 130 | 1 | |
AREA F.O. CHIRURGICA: | ( 198 | 10 | |
- Anestesia e rianimazione | Con attività di Chirurgia vascolare e di Odontoiatria | ||
- Chirurgia generale | |||
- Neurochirurgia | |||
- Oculistica | |||
- Ortopedia e traumatologia | |||
- Otorinolaringoiatria | |||
- Urologia | |||
TOT.AREA F.O. CHIRURGICA | |||
AREA F.O.MATERNO-INFANTILE: | |||
- Ostetricia e ginecologia | Con attività di Patologia neonatale e di Neuropsichiatria infantile | ||
- Pediatria | |||
TOT.AREA F.O.MATERNO-INFANT. | 65 | 3 | |
TOTALE STRUTTURE | 680 | 28 | |
SERVIZI DI DIAGNOSI E CURA | 15 | ||
Accettazione e pronto soccorso | |||
Centrale operativa emergenza | |||
Direzione Medica | Con attività di Medicina legale | ||
Farmacia | |||
Istologia e anatomia patologica | |||
Laboratorio di analisi | Con attività di Microbiologia | ||
Medicina nucleare | Con attività di Fisica sanitaria | ||
Radiologia | |||
Terapie del dolore e cure palliative | |||
Trasfusionale e di immunologia | |||
TOTALE SERVIZI | |||
TOTALE GENERALE | 680 | 43 |
Belluno: Ospedale capoluogo di provincia. Pronto soccorso. Agordo: Ospedale di rete. Pronto soccorso
Pieve di Cadore: Ospedale di rete. Centrale operativa 118. Pronto soccorso Auronzo di C.: Centro Sanitario Polifunzionale con attività di ricovero diurno Cortina: sede di sperimentazione Regionale.
Essa deriva dall‟analisi e sulla base delle esigenze epidemiologiche e assistenziali (alle quali si rimanda a quanto riportato nei precedenti paragrafi), in relazione alla complessità organizzativa dell‟ospedale, tenendo conto dei dati di attività ospedaliera aggiornati.
La prima definizione del sistema socio sanitario risale al 1984 con l‟approvazione del Piano Socio Sanitario Regionale avvenuta con la L.R. n. 13/1984; l‟obiettivo definito all‟art. 3 della LR era quello di ristrutturare e riqualificare la rete ospedaliera che era articolata per quanto riguarda i requisiti minimi, secondo i dettami della L. n. 132/1968.
Con la L.R. n. 39/1991 la Regione dà attuazione alla L. n. 412/1991 di riordino del sistema sanitario nazionale continuando con l‟aggiornamento e l‟approvazione dei successivi Piani Socio Sanitari ed operando da un lato la riduzione dei posti letto pubblici e privati convenzionati, passati dai quasi
30.000 del 1990 ai circa 25.000 del 1997 sino agli attuali 21.000, e dall‟altro la riqualificazione e l‟ammodernamento del patrimonio strutturale e tecnologico dei presidi.
La prima definizione puntuale delle schede di dotazione ospedaliera è propria della L.R. 39/91.
La Regione ha continuato nei successivi anni all‟aggiornamento del Piano Socio Sanitario Regionale in conformità, da un lato alle variazione demografiche ed epidemiologiche della popolazione e dall‟altro agli indirizzi operativi sanitari (dotazione media, tasso di ospedalizzazione e tasso di utilizzazione dei posti letto) ed ai vincoli di programmazione finanziaria dettati dallo Stato. Con le leggi nn. 537/93, 724/94 e 549/895 lo Stato fissava la dotazione media dei posti letto ospedalieri. La L. 549/1995 ribadiva infatti sia lo standard di dotazione sia l‟obbligo per le Regioni di disattivare o riconvertire gli ospedali.
Le proposte di revisione della dotazione e della rete ospedaliera deriva da un approccio metodologico innovativo con il preciso scopo di adeguare il sistema di cura ospedaliera al cambiamento e alla diversificazione dei bisogni di salute e alla realizzazione di una più efficiente distribuzione delle risorse a fronte di più efficaci modelli di gestione delle medesime.
Con la delibera 751/2005 il Veneto ha previsto la seguente articolazione funzionale:
Area medica | Area chirurgica | Area riabilitativa | Area materno infantile | Area Terapie intensive | |
Posti letto | 6.862 | 5.416 | 2.546 | 1.890 | 1.125 |
La tabella seguente riporta il confronto rispetto alla programmazione di 10 anni fa
Area medica | Area chirurgica | Area riabilitativa | Area materno infantile | |
1995 | 10.104 | 9.564 | 2.382 | 2.724 |
2005 | 6.862 | 5.416 | 2.546 | 1.890 |
B1b 2 Descrizione della strategia
Strategia complessiva
La programmazione sanitaria regionale, come detto, trova un perno fondamentale nella D.G.R.V. n. 3223 del 08/11/2002. Tale provvedimento, innova ulteriormente il processo di revisione della dotazione ospedaliera iniziato con la DGRV n. 740/99 e sulla cui attuazione sono stati dimensionati i programmi d‟investimento in materia sanitaria relativi agli Accordi di programma.
La delibera 3223/02 opera su 4 livelli di riferimento:
1) ridefinizione della rete ospedaliera con il passaggio da 23.802 posti letto programmati nel 1999, a 21.067 posti letto comprensivi della dotazione dei posti letto intramoenia. Si tende
pertanto a raggiungere il rapporto di 4,5 posti letto per mille abitanti. Oltre il dato numerico, la delibera individua con precisione le funzioni di Ospedale per acuti, prefigurando il modello ospedaliero illustrato nel precedente paragrafo II, e di Ospedale ad indirizzo medico riabilitativo. La stessa delibera disegna l‟organizzazione sanitaria individuando processi di forte integrazione e di riqualificazione sia delle strutture che vengono confermate per l‟assistenza per acuti, sia per quelle che vengono previste in dismissione.
In tale senso la riorganizzazione ospedaliera prevista dalla DGRV 3223/02 definisce anche le linee per la:
2) ridefinizione della rete assistenziale extraospedaliera;
3) programmazione dell‟assistenza domiciliare integrata;
4) organizzazione distrettuale.
La delibera 3223/2002 rafforza il modello della rete ospedaliera regionale definendolo con più precisione rispetto al provvedimento precedente (DGRV 740/99) e “rafforzando” i poli provinciali dell‟acuzia ma con uno sguardo particolare ai forti processi di integrazione tra questi e gli ospedali delle città “policentriche” del Veneto.
Ma oltre a tale indicazione lo sforzo della DGRV 3223/02 è orientato sempre più, e il suo perfezionamento avvenuto con DGRV 751/05 ne è preciso segnale, a processi di integrazione strutturale all‟interno delle Aziende che presentano nel loro bacino attualmente più nosocomi con l‟obiettivo di “eliminare” doppioni funzionali.
Parallelamente la DGRV 3223/02 “definisce” un preciso fattore di riconversione ospedaliera che di fatto si pone quale specificità nel futuro delle necessarie politiche di forte integrazione, anche strutturale, tra il settore sanitario e sociosanitario.
Si vuole sottolineare come le azioni sopraccitate siano coerenti con l‟Accordo Stato Regione del 23 marzo 2005 non solo negli indicatori numerici ma anche nell‟orientamento complessivo di politica sanitaria e socio sanitaria rispetto a quanto riportato in tale documento.
Per quanto riguarda la strategia complessiva di assetto dell‟intera rete ospedaliera e socio sanitaria della Regione, si rimanda al Documento Programmatico allegato di cui all‟Accordo di Programma 2/10/2007 sopra riportato.
È interessante comunque riportare gli investimenti in essere, originati dai programmi di investimento statali e regionali, per avere le dimensioni dello sforzo finanziario che la Regione sta attuando dal 2000 ad oggi per l‟attuazione delle strategie di cui sopra.
Settore Sanitario:
Importo complessivo interventi € | % rispetto al totale | Importo complessivo finanziato € | Importo a carico risorse regionali € | |
Art. 20 L. n. 67/88 | 1.675.313.751,96 | 701.321.145,34 | 973.992.606,61 | |
Fondo San. Regionale | 120.000.000,00 | 120.000.000,00 | 120.000.000,00 | |
Totale | 1.795.313.751,96 | 70,4% | 821.321.145,34 | 1.093.992.606,61 |
Settore Socio Sanitario:
Importo complessivo interventi € | Importo complessivo finanziato € | Importo a carico risorse regionali € | |||
Art. 20 L. n. 67/88 | 101.969.387,02 | 58.049.017,94 | 43.920.369,09 | ||
Fondo Soc. San. Regionale | 652.457.538,09 | 186.961.305,73 | 652.457.538,09 | Partecipazione finanziaria della Regione e dei soggetti attuatori | |
Totale | 754.426.925,11 | 29,6% | 245.010.323,67 | 696.377.907,18 |
Complessivo (Sanitario + Socio Sanitario) | 2.549.740.677,07 | 100,0% | 1.066.331.469,01 | 1.790.370.513,79 |
Totale art. 20 L. 67/88 | TOTALE a carico risorse regionali | % Regione/ Totale |
759.370.163,28 | 772.457.538,09 | 50,4% |
1.531.827.701,37 |
Tabella B1b 2
Come si evince, l‟importo degli interventi avviati è per il 70% relativo al settore sanitario e per il rimanente 30% relativo al settore socio-sanitario.
Sul totale degli interventi avviati, pari a € 2.549.740.677,07, la Regione e i soggetti attuatori sono impegnati finanziariamente per il 50,4%.
Relativamente al comparto sociosanitario sostenuto dall‟apposito fondo regionale, dal 2002 al 2008, la Regione Veneto ha finanziato oltre 700 interventi di ristrutturazione, completamento, nuova costruzione, attrezzamento e attivazione in strutture adibite al settore degli anziani non autosufficienti, dei disabili e dei minori.
Quanto sopra sintetizzato vuole evidenziare come, con gli Accordi di Programma precedenti: (AdiP in data 18/04/2001 3^ fase sociale – AdiP in data 02/10/2007), i due piani degli investimenti degli hospice nonché le risorse stanziate dal 2004 al 2008, dimostrano lo sforzo per mettere a punto la rete del settore socio sanitario.
Infatti nell‟arco di sette anni sono stati “investite” risorse pari a 696 milioni di euro, pari a circa il 40 % delle risorse a disposizione. Ovviamente i benefici di tali investimenti si stanno concentrando man mano che i cantieri vengono conclusi e le opere attivate.
Ora la strategia del presente documento di programma è rivolta al settore sanitario ed in particolare alla necessità di adeguamento delgi ospedali e, per alcuni di questi, alcune aree particolari soggette a innovativi modelli organizzativi.
B2 Logica e coerenza interna della strategia
L‟Accordo di Programma in argomento, non a caso, è denominato “Aggiornamento programma di investimento di cui alle DGRV n. 66/2005 e n, 1711/2004 e Accordo di Programma 02/10/2007”.
Infatti la scelta della Giunta Regionale è quella di proseguire negli obiettivi già stabiliti per il settore ospedaliero, anche in relazione al notevole sforzo che la Regione sta affrontando nella riqualificazione del settore socio-sanitari, come gli investimenti riportati nella tabella di cui sopra dimostrano.
Quindi la concentrazione degli investimenti per le strutture ospedaliere è coerente con l‟obiettivo n. 1 del punto precedente, che nella sostanza si traduce nella riduzione al 4,5 per mille dei posti letto ospedalieri per abitante e a 160 per mille del tasso di ospedalizzazione dei posti letto ospedalieri mediante:
a) conferma (del nosocomio) mediante intervento di adeguamento o di ristrutturazione;
b) sostituzione di posti letto con nuove costruzioni.
La strategia interna al programma di investimento è quindi di continuità con quanto finora attuato, in stretta relazione con quella definita nei provvedimenti regionali che ha dato origine all‟Accordo del 02/10/2007.
Vi è da ricordare che quanto avviato con l‟Accordo tra Regione e Ministero della Salute concretizza una parte delle previsioni progettuali delle delibere Regionali sopraccitate in un programma dimensionato per un orizzonte temporale decennale che, ovviamente per quel che riguarda la previsione finanziaria, prevede risorse maggiori di quelle disponibili sopraccitate.
L‟aggiornamento del programma di investimento necessita però di una serie di riflessioni derivanti dall‟attuazione dell‟Accordo di Programma e dei citati provvedimenti regionali n. 66/05 e
n. 1711/04 rispetto:
- alle nuove normative tecniche entrate nel frattempo in vigore e non ultima quella relativa alla normativa antisismica (D.M. 14/01/2008);
- ai primi risultati del lavoro svolto in attuazione della L.R. n. 22/02, relativa alla verifica per il rilascio dell‟autorizzazione all‟esercizio, circa il rispetto dei requisiti minimi strutturali, tecnologici e di adeguamento igienico sanitario delle strutture.
L‟applicazione delle nuove norme, affiancata all‟esigenza sempre più pressante di “dimensionare” modelli tipologici capaci di “servire” una organizzazione sanitaria basata sul concetto di dipartimentalizzazione e di attività differenziate in “emergenza, ordinaria e diurna”, delinea la necessità di un ulteriore affinamento della metodologia di analisi degli interventi.
In sintesi l‟evoluzione del modello di sanità accentua la necessità di verificare se il risultato dopo l‟investimento, per gli interventi di adeguamento delle strutture esistenti, sia compatibile, anche in termini di tempo, con gli obiettivi sopra ricordati.
L‟attività di aggiornamento dei programmi di investimento deve quindi proseguire per il raggiungimento del duplice obiettivo di riduzione dei posti letto e di aggiornamento e ammodernamento delle strutture ospedaliere, tenendo conto del risultato dell‟investimento nel tempo.
Quanto sopra può essere attuato mediante due griglie valutative:
1) una prima griglia che confermi le scelte già deliberate dalla Regione circa l‟adeguamento di parti di un “ospedale esistente”, ancorché si dovesse rimodularne, a seguito dell‟entrata in vigore delle norme tecniche sopraccitate, la previsione originaria già approvata dall‟intervento.
Questa prima fase ha come vincolo proprio la conferma dell‟investimento in un nosocomio esistente;
2) una seconda griglia, che necessita di un ulteriore approfondimento, che vede le scelte già deliberate di adeguamento dei nosocomi, da sottoporre ad un “ulteriore” verifica per valutare se gli interventi delineati con gli strumenti di programmazione approvati e fermo restando gli obiettivi generali, permettono, in un tempo accettabile la realizzazione di un nuovo ospedale in sostituzione degli interventi sull‟esistente.
Il Programma in essere attua la prima griglia ed esattamente:
OBIETTIVI | Progr. P.L. al 2002 | Progr. P.L. al 2005 | SANITA' | |||
UL SS | OBIETTIVO STRATEGICO | SITUAZIONE INTERVENTO | ||||
SOSTITUZIONE DI OSPEDALI ESISTENTI | RIDUZIONE DEI POSTI LETTO CON ADEGUAMENTO NORMATIVO | |||||
712 | 680 | 1 | ACCORPAMENTO DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE DELL'OSPEDALE DI BELLUNO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
390 | 422 | 2 | ACCORPAMENTO GRUPPO OPERATORIO OSPEDALE DI FELTRE | Progetto approvato e finanziato in gara appalto | ||
759 | 690 | 3 | ADEGUAMENTO DELL'OSPEDALE DI ASIAGO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
745 | 590 | 4 | NUOVO OSPEDALE DI THIENE E SCHIO | Opera in corso di esecuzione | ||
656 | 584 | 5 | ADEGUAMENTO OSPEDALE DI ARZIGNANO | Da sottoporre alla valutazione della 2^ griglia | ||
1305 | 1230 | 6 | VICENZA: GRUPPO OPERATORIO E TERAPIE INTENSIVE | Inserito nell’Accordo in esame | ||
807 | 666 | 7 | ACQUISTO OSPEDALE DE GIRONCOLI | Acquisto avvenuto | ||
969 | 850 | 8 | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI MONTEBELLUNA E CASTELFRANCO | Opera in corso di esecuzione | ||
1614 | 1465 | 9 | OSPEDALE CA’ FONCELLO – TREVISO | Lavori avviati – Pronto Soccorso | ||
799 | 621 | 10 | SAN DONÀ DI PIAVE/PORTOGRUARO | Interventi di adeguamento avviati | ||
CONFERMA MEDIANTE RIORGANIZZAZIONE DI OSPEDALI ESISTENTI | 1456 | 1061 | 12 | MESTRE – VE | Lavori avviati e conclusi | |
994 | 900 | 13 | DOLO/MIRANO | Interventi di adeguamento vari avviati | ||
594 | 540 | 14 | ADEGUAMENTO OSPEDALE DI CHIOGGIA PIOVE DI SACCO – PRONTO SOCCORSO | Interventi avviati Progetto approvato e finanziato | ||
895 | 810 | 15 | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI CAMPOSAMPIERO E CITTADELLA | Progetto avviato | ||
710 | 390 | 16 | OSPEDALE S. ANTONIO | Lavori di adeguamento vari avviati | ||
805 | 630 | 17 | NUOVO OSPEDALE DI ESTE E MONSELICE | Opera approvata e finanziata | ||
715 | 644 | 18 | NUOVA PIASTRA SERVIZI DELL'OSPEDALE DI ROVIGO | Opera approvata e avviata | ||
250 | 230 | 19 | OSPEDALE DI ADRIA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
480 | 442 | 20 | S. BONIFACIO | Nuovo ospedale realizzato | ||
720 | 607 | 21 | LEGNAGO | Interventi di adeguamento avviati | ||
562 | 467 | 22 | SISTEMAZIONE OSPEDALE DI VILLAFRANCA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
1700 | 1630 | PD | GRUPPO OPERATORIO, TERAPIE INTENSIVE, DIP. MATERNO INFANTILE, OSTETRICIA GINECOLOGIA | Inserito nell’Accordo in esame | ||
1800 | 1730 | VR | COMPLETAMENTO OSPEDALI DI BORGO ROMA E BORGO TRENTO | Inserito nell’Accordo in esame | ||
20437 | 17879 | Tabella B2 |
B2A Obiettivi del Programma
L‟obiettivo del programma è di incidere, continuando con l‟azione intrapresa con gli Accordi di Programma precedenti e in stretta relazione con i finanziamenti regionali che annualmente sono messi a disposizione per gli investimenti nel settore sanitario per il raggiungimento dell‟obiettivo n. 1 posto dalla DGRV n. 3223 del 08.11.2002 e sintetizzato nel raggiungimento del 4,5 per mille dei posti letto ospedalieri per abitanti e del 160 per mille del tasso di ospedalizzazione.
B2a 1 Analisi dei problemi e priorità
Agli obiettivi definiti in termini metrici dei posti letto e del tasso di ospedalizzazione la Regione intende affiancare anche obiettivi qualitativi determinati dall‟incrocio di due particolari aspetti dell‟organizzazione strutturale ospedaliera:
a) un‟offerta basata su strutture e tecnologie che rispettano i requisiti minimi, stabiliti dapprima dal D.P.R.14.01.1997 e quindi dalla L.R. di attuazione n. 22/2002;
b) un‟offerta di strutture edilizie tecnologiche capace di recepire le profonde innovazioni prodotte da un‟organizzazione sanitaria che deve rispondere a problemi di sostenibilità economica, ad aspetti connessi alle malattie derivanti dall‟invecchiamento della popolazione, alle modificazioni introdotte dalla tecnologia e dalla necessità di valorizzare il patrimonio umano del servizio sanitario.
B2a 2 La catena degli obiettivi
La catena degli obiettivi è conseguenza della griglia di cui sopra, confrontata con la situazione esistente.
Sostanzialmente, gli interventi proposti interessano ospedali esistenti che possono recepire le modificazioni di cui ai punti a) e b) della griglia.
B2a 3 Interventi progettuali
AZIENDA ULSS N. 1:
Lavori di sopraelevazione del blocco F dell’Ospedale di Belluno per ospitare la pediatria, l’ostetricia ginecologia e la direzione medica
Il presente progetto prevede la dismissione del padiglione ex sanatoriale dell‟Ospedale di Belluno (costruito nell‟anno 1928), per portare le attività ora ivi ospitate nella sopraelevazione di due piani del blocco F.
Il progetto in essere genera importanti effetti relativamente alla qualità oggettiva e percepita delle attività che sono previste nei nuovi reparti riassumibili come segue:
a) La complessità e l‟articolazione delle attività, ambulatoriali, di degenza ordinaria e diurna e chirurgica, diventa assolutamente funzionale e sicura con la razionale distribuzione spaziale e organizzativa delle superfici disponibili escludendo qualsiasi elemento di pericolosa promiscuità e sovrapposizione di percorsi.
b) L‟attenzione posta agli aspetti architettonici e agli standard strutturali è elemento tangibile e facilitatore dei processi di “umanizzazione” in atto, nonché elemento ineludibile per l‟iter di autorizzazione e accreditamento ex L.R. 22 / 2002.
c) L‟eliminazione di qualsiasi barriera architettonica e la completa messa a norma di tutta l‟impiantistica è elemento insostituibile per tutto ciò che concerne la sicurezza dei lavoratori e gli adempimenti ex D. L.vo 81/2008.
d) La compattazione delle aree a disposizione dei due reparti implica un dimezzamento dei percorsi verticali e una drastica riduzione di quelli orizzontali con miglior e più proficuo utilizzo del personale a disposizione.
e) La collocazione baricentrica dei due reparti rispetto al resto dell‟ospedale consente un‟estrema facilità di accesso a tutti i servizi di supporto diagnostico / terapeutico (radiologia, rianimazione, laboratorio analisi, pronto soccorso, ecc.) e economo-alberghieri (mensa, dispensa, cucina, cassa, farmacia, ecc. ) con miglioramento in termini di tempestività e qualità delle prestazioni richieste.
f) Il layout distributivo degli spazi è concepito anche per garantire le migliori soluzioni funzionali e organizzative con conseguenti economie di personale dedicato alle attività da espletare.
g) Rendere libero l‟edificio ex sanatoriale per permettere la sua ristrutturazione al fine di ospitare uffici amministrativi con la conseguenza della possibile alienazione dello stabile di Via Feltre
n. 57, dello stabile di Via Carducci n. 8 e degli appartamenti di Via S. Andrea n. 8 di Belluno, accentrando tutte le attività nell‟area del presidio ospedaliero con notevoli vantaggi dal punto di vista operativo e gestionale
Progetto
La sopraelevazione di due piani del blocco F permetterà quindi di ospitare
al piano secondo:
▪ degenze di pediatria (15 p.l. + 5 p.l. di patologia neonatale);
▪ nido
▪ pronto soccorso pediatrico;
▪ zona ambulatoriale;
▪ locali accessori;
▪ direzione medica.
al piano terzo:
▪ degenze di ostetricia (12 p.l.);
▪ degenze di ginecologia (12 p.l.)
▪ blocco operatorio con due sale;
▪ blocco parto;
▪ area travaglio;
▪ zona ambulatoriale.
Si ricorda che nell‟ULSS n. 1 gli unici punti nascita e degenze di pediatria sono collocate presso l‟Ospedale di Belluno (centro di riferimento principale) e presso l‟Ospedale di Pieve di Cadore. Per tale motivo la ricollocazione ed adeguamento della Pediatria e blocco parto risulta indispensabile per le necessità della popolazione che gravità sull‟Ospedale del capoluogo.
AZIENDA ULSS N. 3:
Adeguamento strutturale e tecnologico dell’Ospedale di Asiago
INQUADRAMENTO TERRITORIALE L‟ospedale di Asiago, la cui attività è iniziata nel 1947, è situato a sud-est del centro abitato, a circa 2,5 km da Asiago, collegato alla strada principale Asiago – Bassano. Il complesso Ospedaliero ha lo scopo di rispondere alle esigenze di “cura” della popolazione di tutti e 7 i Comuni dell‟Altopiano: Asiago, Gallio, Rotzo, Roana, Foza, Conco e Lusiana. La popolazione servita e di 21.449 unità, con punte di 5-6 volte quelle dei residui fissi, in quanto l‟altopiano di Asiago presenta un contesto socio-economico spiccatamente turistico sia nel periodo estivo che invernale. Tale fatto comporta, in alcuni periodi dell‟anno un notevole incremento di richiesta di servizi ospedalieri, soprattutto per le attività di urgenza e per quelle ambulatoriali. |
ASPETTI DEMOGRAFICI Ormai da anni le statistiche sia a livello europeo, che nazionale e regionale, indicano un generale invecchiamento della popolazione. Alla base di questo processo demografico ci sono tre fattori di grande rilievo: il persistere della bassa fecondità, il progressivo allungamento della vita media e il sempre maggiore numero di persone di età superiore ai 65 anni. La struttura per età della popolazione nell‟Altopiano di Asiago, ad oggi già gravemente compromessa, è destinata a invecchiare ulteriormente: fra quattro - cinque anni la quota di persone con più di 65 anni risulterà del 20.5%, in crescita rispetto al dato del 2005 di un punto percentuale, nel 2020 sarà il 23.2%, nel 2030 il 27% e nel 2050 addirittura peserà al 33.6%. Attualmente la situazione del Veneto è allineata a quella italiana, in quanto il suo indice di vecchiaia risulta di 139,1 , in crescita oltre la soglia di equilibrio ormai dai primi anni „90. |
In base alle ultime previsioni demografiche, l‟indice di vecchiaia, espressione appunto del peso delle due componenti estreme della popolazione, potrebbe superare la soglia di 200 attorno al 2025, quindi con un numero doppio di anziani rispetto ai giovani, fino a raggiungere nel 2050 il valore di oltre 260. Le persone con più di 85 anni, che nel 2005 incidono per il 2% sul totale della popolazione, nel 2050 potrebbero rappresentare ben quasi l‟8% della popolazione complessiva.
Dalle analisi effettuate risulta evidente che si sta creando un bacino di popolazione anziana sempre più ampio e longevo.
STATO DI FATTO
L‟ Ospedale di Asiago, con posizione baricentrica rispetto ai vari centri abitati sparsi nel territorio dell‟ Altopiano, è raggiungibile comodamente sia con i mezzi pubblici che con quelli privati, anche in caso di abbondanti nevicate. E‟ inoltre dotato, per la gestione delle urgenze, di piazzola di elisoccorso omologata sia per il volo diurno che notturno.
Nel giugno 2006, durante i lavori di ampliamento della Radiologia e Pronto Soccorso, fu eseguita una completa analisi delle strutture in calcestruzzo ivi esistenti, analisi che ha evidenziato lo stato di precarietà delle stesse.
Le analisi effettuate hanno evidenziato la disomogeneità strutturale del vecchio complesso ospedaliero, con ridotti coefficienti di sicurezza statica e quindi la necessità di procedere urgentemente per la sua radicale ristrutturazione e adeguamento normativo che tenga conto di quanto disposto dalla vigente normativa.
OSPEDALE DI ASIAGO: STATO DI FATTO ATTIVITÀ
La DGRV n. 3223 dell‟8/11/2002 prevede per il Presidio Ospedaliero dell‟Azienda ULSS n. 3, n. 690 posti letto ripartiti tra le sedi di Bassano del Grappa e Asiago.
Quest‟ultimo è dotato di 135 posti letto complessivi, con 11 day-hospital/day surgery. La dotazione al 31/12/2007 è di 107 posti letto complessivi, di cui:
Struttura | p.l. ordinari | Tasso di occupazione | DH - DS | n. ricoveri in DH – DS |
S.C. Medicina Interna | 40 | 83,7% | 1 | 45 |
S.C. Chir. Generale | 14 | 42,8% | 2 | 404 |
S.C. Ortop. e Traumatologia | 18 | 43,9% | 3 | 409 |
Ss. Dip. Ost. e Ginecologia | 5 | 45,0% | 1 | 194 |
S.S. Dip. Pediatria | 2 | 56,6% | - | |
S.C. Med. F. e Riabilitazione | 21 | 85,7% | - | |
Totale | 100 | 67,7 | 7 | 1.052 |
Il numero di ricoveri ordinari è stato, nel 2007, pari a 2.428, compresi i trasferimenti, con una presenza media di 70.4, una durata media di degenza pari a 10.3 e un tasso di occupazione del 67.7%; i ricoveri diurni pari a 1.052, di cui 116 in Day Hospital e 936 in Day Surgery.
Il numero di interventi chirurgici nel 2007 è stato complessivamente pari a 1592. Prestazioni Radiologiche (anno 2006): 25.070 per esterni
3.881 per interni
Prestazioni di Laboratorio (anno 2006): 335.842 per esterni 282.955 per interni
Prestazioni di Pronto Soccorso (anno 2006): 16.010.
L‟attività ambulatoriale (divisionale) nel 2007 ha prodotto 29.772 prestazioni per esterni.
Si osserva che attività ambulatoriali specialistiche vengono a tutt‟oggi effettuate presso i servizi distrettuali.
Attualmente i posti letto non a norma sono tutti e 107.
OSPEDALE DI ASIAGO: ORGANIZZAZIONE FUNZIONALE
In ragione delle particolari caratteristiche del territorio, per l‟intervento di ristrutturazione dell‟ospedale andranno ricercate soluzioni organizzative che favoriscano:
• l‟integrazione con l‟ospedale di Bassano;
• la ricollocazione nella sede ospedaliera ristrutturata delle attività direzionali e assistenziali, in modo da creare integrazione e vicinanza logistica tra operatori e servizi. Essi saranno il consultorio familiare, i servizi di ostetricia e ginecologia, la riabilitazione dell‟età evolutiva e la riabilitazione funzionale, la medicina sportiva, la cardiologia, il SERT e la psichiatria territoriale.
l‟adeguamento delle tecnologie, ed in particolare della telemedicina, con un progetto telematico globale per mettere in rete gli ospedali tra loro e con il territorio,
Organizzazione delle degenze
Sarà creata un‟area ad alta intensità di cure, prevedendo un‟assistenza continuativa da parte del medico anestesista che potrebbe assicurare anche un trasporto medicalizzato.
Si ritiene utile, la realizzazione di un‟area a bassa intensità di cure (post-acuzie).
Attività di Chirurgia Generale
L‟intervento di radicale ristrutturazione dell‟ ospedale di Asiago potrà dare una risposta adeguata a bisogni che non trovano risposta con tempi di attesa accettabili, concentrando attività di elezione sia chirurgiche che ortopediche in specifici settori. Queste attività non trovano sufficiente risposta negli ospedali della zona, poiché le risorse sono principalmente assorbite dall‟emergenza e dalla chirurgia pesante a rischio anestesiologico elevato (ASA 3).
Attività di Ortopedia
Oltre ai traumi minori dell‟Altopiano, coadiuverà la struttura di Bassano (ASA 1-2). Potrà, inoltre, trattare tutta la chirurgia artroscopica dell‟Azienda come struttura di riferimento anche supportata dai chirurghi di Bassano.
Attivita’ Area Materno-Infantile
Si prevede il mantenimento del punto nascita con guardia medico-ostetrica garantita sulle 24 ore. E‟ necessario, che la gestione complessiva dell‟attività sia coordinata e integrata con il consultorio familiare del Distretto di Asiago e con l‟attività delle strutture di
Bassano.
Attività Riabilitativa
Vista la tradizione riabilitativa dell‟Altopiano, accanto alla permanenza di un‟offerta riabilitativa già presente per i pazienti neurologici e ortopedici residenti, si prevede l‟apertura di una riabilitazione cardiovascolare come specializzazione di area medica (attualmente i pazienti sono rivisti ad Arco di Trento o a Garda).
Parimenti si introdurrà nell‟ospedale, sfruttando le caratteristiche dell‟ambiente di bassa montagna, anche una riabilitazione respiratoria. Sarà pure potenziata un‟attività riconosciuta di fatto alla Medicina dell‟Ospedale di Asiago di trattare le dipendenze (in particolare da alcool, problematica molto rappresentata in altopiano), in regime di degenza.
Diagnostica di Laboratorio
Si intedono completare la centralizzazione della gran parte degli esami di routine presso il P.O. di Bassano, mantenendo la presenza del laboratorio presidiato da personale tecnico durante le ore diurne, con gestione delle urgenze nelle ore notturne.
Diagnostica Radiologica
Si intende assicurare, oltre alla diagnostica tradizionale, la presenza di TAC e RM articolare con personale tecnico e medico e la copertura notturna/festiva del servizio, con personale tecnico che preveda la possibilità di eseguire esami radiologici in sede, e di refertare gli esami presso il P.O. di Bassano, data l‟integrazione dei due presidi con il sistema PACS.
Servizio di Farmacia
Sarà fortemente integrato con l‟Ospedale di Bassano e con la rete di assistenza territoriale.
Specialistica Ambulatoriale
Al fine di favorire la comunicazione e creare sinergie ed integrazione tra gli specialisti e limitare inutili spostamenti per i pazienti, si ritiene che l‟attività ambulatoriale distrettuale sia concentrata all‟interno delle aree destinate alle attività diurne ospedaliere.
Risulta fondamentale integrare le attività riabilitative ambulatoriali e domiciliari per gli adulti anziani e quelle riabilitative per l‟età evolutiva, per una risposta coordinata ed efficiente.
Pronto Soccorso – Servizio di Emergenza-Urgenza
Dedicata all‟attività diagnostica e terapeutica d‟emergenza e d‟urgenza, funzionante 24h su 24h.
Il Pronto Soccorso svolge anche attività ambulatoriale per le urgenze minori, di accettazione medica per le persone che necessita di ricovero urgente e di osservazione breve intensiva (OBI).
E‟ affidato anche il Servizio di Urgenza Emergenza Medica (Suem) per l‟Altopiano, integrato nella rete provinciale Suem – 118.
La continuità assistenziale, sarà collocata in prossimità del pronto soccorso, in un‟area separata accessibile dall‟ingresso del pronto soccorso Questo permette di ottimizzare le limitate risorse e di fornire ai cittadini dell‟altopiano un servizio integrato di emergenza e continuità assistenziale.
Direzione Medica
Si ritiene necessario prevedere una presenza continuativa di un medico della dirigenza medica presso la sede di Asiago.
Servizi di comfort alberghiero
E‟ necessario fornire alcuni servizi di comfort alberghiero:
1) un servizio di bar/ristoro ai pazienti e visitatori;
2) servizio edicola;
3) servizio fornitura generi di prima necessità ai pazienti;
4) sportello bancomat;
6) spazi per associazione volontari, ecc..
Spazi logistici
Magazzini farmaceutico ed economale: il progetto di area vasta prevede la centralizzazione dei magazzini; tuttavia è necessario assicurare adeguati spazi.
Nei reparti saranno previsti armadi informatizzati per il controllo delle scorte e gestione delle dose unitaria.
Servizio ristorazione per pazienti e dipendenti
Produzione pasti: locali e spazi adeguati gestione esternalizzata.
Mensa:
Biancheria/guardaroba: è prevista la dismissione dell‟attività di stiratura divise. Il lavaggio, la stiratura, la riparazione della biancheria e delle divise viene esternalizzata
Vanno previsti percorsi e mezzi per il ritiro e consegna della biancheria.
Servizi trasporti e logistici
Vista la difficoltà di accesso e l‟integrazione prevista con l‟Ospedale di Bassano, si rende necessario attivare un servizio di collegamento continuo tra i due ospedali per il trasporto di persone, e materiali.
Servizio di foresteria
Vista la significativa presenza di operatori provenienti da Bassano, in relazione alla copertura delle attività sulle 24 ore, è necessario prevedere la destinazione di alcuni spazi come foresteria.
Conclusioni ulteriori:
Si prevede che la parte di servizi ambulatoriali e di ospedalizzazione diurna siano preponderanti rispetto all‟area dedicata al ricovero ovvero alle degenze.
Si utilizzeranno 85 posti letto per le degenze e i restanti 20 posti letto per le attività a carattere diurno come ad esempio dialisi, day hospital e day surgery per un totale complessivo di 105 posti letto.
AZIENDA ULSS N. 6
VICENZA: Gruppo Operatorio e Terapie Intensive
L‟Ospedale di San Bortolo è ubicato all‟interno del perimetro del Centro storico ed è costituto da un complesso di edifici raggruppabili nelle due aree contermini del Vecchio Ospedale e del Nuovo Ospedale; in stretta dipendenza ad ovest si trova l‟area “De Giovanni” e ad est l‟area dell‟”ex Seminario”.
- Il vecchio Ospedale
Il vecchio Ospedale ospita servizi e reparti sanitari. Il complesso è il risultato di numerosi interventi edilizi susseguitisi fin dal tredicesimo secolo. La trasformazione più consistente è quella del 1830, su progetto dell‟arch. Malacarne.
Oggi il vecchio Ospedale è caratterizzato da un insieme di edifici e di superfetazioni che gravitano attorno all‟area del Chiostro quattrocentesco.
- Il nuovo Ospedale
Il complesso organismo è stato costruito in più anni. Gli interventi principali posso essere così riassunti: il 1° lotto nel 1969, il Padiglione Ovest fra il 1969 e il 1970, la scuola infermieri (area De Giovanni) nel 1973, la cappelle e le celle funerarie nel 1973, la cucina e la lavanderia (2° lotto) nel 1974, le centrali tecnologiche nel 1976, il 3° lotto nel 1978, la palazzina uffici nel 1980, il 4° lotto
tra il 1984 e 1992, il 5° lotto tra il 2002 e il 2007.
La possibilità di sanare le criticità gestionali, organizzative e operative, che condizionano il funzionamento dell‟Ospedale San Bortolo, risultano prettamente collegate a interventi tesi a renderlo razionale dal punto di vista strutturale, distributivo e funzionale.
L‟Azienda sta già procedendo all‟attuazione di interventi di riqualificazione impiantistica e di adeguamento alle norme vigenti, impegnandosi nel mantenimento degli spazi operativi nelle migliori condizioni possibili, ma non risulta più rimandabile un progetto di revisione profonda ed esaustiva della situazione edilizia e impiantistica, data la vetustà degli immobili (la costruzione dei lotti primo, secondo, terzo e quarto è compresa tra gli 70 e 80).
Gli interventi di adeguamento prioritari riguardano principalmente:
a) La riorganizzazione delle funzioni e degli spazi a sostegno di una migliore organizzazione dell‟attività sanitaria e di un miglior utilizzo da parte degli operatori e degli utenti;
b) L‟adeguamento delle strutture e degli impianti alla normativa vigente.
In particolare gli ambiti di intervento urgente riguardano: la ristrutturazione del Blocco Operatorio Principale, la Ristrutturazione dell‟area Terapie Intensive - Rianimazione e Anestesia , interventi di ampliamento del Pronto Soccorso e del Suem; l‟ adeguamento e ricostruzione degli spazi da destinare al completamento delle strutture adibite ad attività di laboratorio; la prevenzione incendi.
Le tabelle riportate danno la dimensione delle prestazioni erogate nell‟anno 2008 dalle strutture dell‟Ospedale San Bortolo:
GRUPPO OPERATORIO | |
Cardiochirurgia | 666 |
Cardiologia | 4 |
Chirurgia Maxillo facciale | 762 |
Chirurgia 1 | 524 |
Chirurgia 2 | 1.390 |
Chirurgia Pediatrica | 1.095 |
Chirurgia Plastica | 1.907 |
Chirurgia Vascolare | 493 |
Endoscopia Digestiva | 22 |
Ginecologia | 2.152 |
Neurochirurgia | 1.049 |
Neurochirurgia Cyberknife | 263 |
Neuroradiologia Interventi | 347 |
Oculistica | 2.956 |
Ortopedia | 2.011 |
Ostetricia | 850 |
Orl | 754 |
Parto Analgesia | 73 |
Sala endoscopia Orl | 81 |
Urologia | 1.561 |
Catetere Venoso | 1.177 |
Vari | 204 |
TOTALE | 20.341 |
PS GENERALE | PS OSTETRICO- GINECOLOGICO | PS PEDIATRICO | |
BIANCO | 5.224 | 2.346 | 300 |
VERDE | 44.438 | 7.780 | 13.580 |
GIALLO | 22.822 | 112 | 186 |
ROSSO | 1.056 | 2 | 6 |
NON ESEGUITO | 20 | 4 | - |
TOTALE ACCESSI | 73.560 | 10.244 | 14.072 |
PS GENERALE | PS OSTETRICO- GINECOLOGICO | PS PEDIATRICO | |
ACCESSI MEDI MENSILI | 6.130 | 854 | 1.173 |
ACCESSI MEDI SETTIMANALI | 1.415 | 197 | 271 |
ACCESSI MEDI GIORNALIERI | 202 | 28 | 39 |
- | - | ||
ACCESSI SEGUITI DA RICOVERO | 10.366 | 3.126 | 1.470 |
% RICOVERI SU TOTALE ACCESSI | 28% | 61% | 21% |
Laboratorio Analisi e Microbiologia - Vicenza | circa 4.100.000 prestazioni /anno |
Di seguito sono riportati gli approfondimenti relativi agli interventi prioritari di ristrutturazione edilizia e impiantistica e di riorganizzazione distributiva e funzionale per la riqualificazione dell‟Ospedale San Bortolo, con il fine di favorire l‟ammodernamento e lo sviluppo delle attività sanitarie e assistenziali e la conformità ai requisiti di accreditamento previsti dalla L.R. 22/2002.
Questa fase è connotata dalla centralità di adeguamento e riorganizzazione del sistema operatorio e di terapia intensiva, che coinvolge più aspetti tecnici dell‟ospedale ed esattamente:
a) La riorganizzazione delle funzioni e degli spazi a sostegno di una migliore organizzazione dell’attività sanitaria e di un miglior utilizzo da parte degli operatori e degli utenti
1. La Ristrutturazione del Blocco Operatorio Principale con creazione di ulteriori due sale per l‟attività di day surgery
Il sistema Gruppo Operatorio e terapie intensive rianimazione e anestesia – pronto soccorso presenta un elevato grado di criticità.
Le attuali sale operatorie risalgono a circa trenta anni fa, sono collocate al piano primo del terzo lotto e sono necessari interventi di ristrutturazione e ammodernamento degli impianti e attrezzature. L‟attività di ristrutturazione riguarderà il Blocco Operatorio Principale, mentre nello spazio oggi destinato alla sterilizzazione verranno ricavate ulteriori due sale per l‟attività di day surgery.
Le attività di ristrutturazione e di nuova costruzione saranno indirizzate in modo particolare alla messa a punto ed alla ottimizzazione delle misure di sicurezza e degli standard, per quanto concerne l'intero reparto operatorio, con particolare riferimento a:
- requisiti tecnici, impiantistici e tecnologico-strumentali (comprensivi delle caratteristiche strutturali e delle caratteristiche dei dispositivi e delle apparecchiature)
- requisiti igienico ambientali
Saranno individuati e garantiti i percorsi interni differenziati per sporco e pulito mediante interventi organizzativi e/o strutturali, nonché le zone di supporto tecniche, i locali e gli spazi necessari.
Particolare attenzione sarà posta sulle caratteristiche architettoniche – funzionali prevedendo gli spazi di tipo accessorio e/o attrezzato, necessari allo svolgimento idoneo i tutte le attività connesse con l‟intervento operatorio.
Il progetto conterrà, inoltre, tutte le indicazione e i requisiti tecnici necessari a garantire la sicurezza e l'igiene ambientale del reparto operatorio ed in particolare per quanto riguarda le caratteristiche strutturali generali e specifiche, le caratteristiche degli impianti e le caratteristiche dei dispositivi e delle apparecchiature tecniche.
Si dovrà prevedere, inoltre, la riorganizzazione del Servizio di sterilizzazione, realizzando una nuova articolazione degli spazi e dei percorsi finalizzati anche all‟eventuale utilizzazione del servizio di sterilizzazione esterno, garantendo i requisiti strutturali, impiantistici e tecnologici.
2. La Ristrutturazione dell‟area Terapie Intensive - Rianimazione e Anestesia, interventi di ampliamento del Pronto Soccorso e del Suem
L‟adeguamento alle nuove norme tecniche ed il rispetto dei requisiti minimi strutturali, tecnologici e di adeguamento igienico sanitario e la conformità ai requisiti di accreditamento previsti dalla L.R. 22/2002 comportano la necessità di provvedere alla ristrutturazione della Rianimazione e Anestesia collocata al piano primo del quarto lotto, del Pronto Soccorso e del Suem,collocato al piano terra del quarto lotto.
Gli interventi si possono sintetizzare:
- ridistribuzione spaziale e funzionale ed ampliamento dei locali a disposizione;
- adeguamento delle strutture e delle tecnologie alla normativa vigente in materia di requisiti strutturali e tecnologici;
- adeguamento degli impianti alla normativa vigente;
- adeguamento delle strutture e delle tecnologie alla normativa in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
I locali e gli spazi saranno correlati alla tipologia e al volume delle attività erogate, garantendo la dotazione idonea di ambienti , impiantistica e tecnologica sia per la rianimazione e terapia intensiva che per il pronto soccorso.
Il progetto di ristrutturazione garantirà che le strutture deputate all'emergenza-urgenza abbiano i requisiti tecnologici adeguati alla complessità di tali prestazioni
3. Fondamentale per l‟ottimale operatività delle strutture sopra elencate è la possibilità di procedere con l‟adeguamento e ricostruzione degli spazi da destinare al completamento delle strutture adibite ad attività di laboratorio indispensabili per il sistema di monitoraggio continuo.
Anche in questo caso i locali e gli spazi saranno correlati alla tipologia e al volume delle attività erogate garantendo le idonee dotazioni strutturali, impiantistiche e tecnologiche.
Le attività di ristrutturazione e di nuova costruzione saranno indirizzate in modo particolare alla messa a punto ed alla ottimizzazione delle misure di sicurezza e degli standard, con particolare riferimento ai requisiti tecnici, impiantistici e tecnologico-strumentali (comprensivi delle caratteristiche strutturali e delle caratteristiche dei dispositivi e delle apparecchiature) e ai requisiti igienico ambientali.
b) Adeguamento delle strutture e degli impianti alla normativa vigente:
Infine, è indispensabile provvedere all‟adeguamento al fine della prevenzione incendi, realizzando l‟adeguamento strutturale ed impiantistico secondo le disposizioni della normativa vigente, al fine di poter raggiungere gli obiettivi primari di sicurezza relativi alla salvaguardia delle persone e alla tutela dei beni e delle strutture sanitarie, nonché gli interventi di adeguamento delle aree operative del primo, terzo e quarto lotto per la conformità ai requisiti di accreditamento previsti dalla L.R. 22/2002.
AZIENDA ULSS N. 19
Piano degli interventi per la riorganizzazione e il completamento delle strutture.
1 . PRESENTAZIONE
L‟Azienda ULSS n. 19 di Adria ha una popolazione di 74.707 abitanti (2006) residenti nei 10 Comuni del territorio.
Nel Comune di Adria, l‟area ospedaliera ospita attualmente il Monoblocco - nato progettualmente negli anni ‟70 ed attivato nel 1998, in cui è collocata gran parte delle funzioni di tipo sanitario - e l‟edificio storico del “Vecchio Ospedale”, quasi interamente convertito ad attività amministrativa.
Negli anni passati, l‟impegno profuso per completare la realizzazione del nuovo Ospedale ha di fatto posto in secondo ordine l‟aspetto della razionalizzazione complessiva delle dotazioni dell‟Azienda. L‟adozione di una prospettiva di analisi integrata di tutte le funzioni ospedaliere, territoriali e di supporto costituisce dunque il punto di partenza essenziale del presente piano, che si fonda sulle seguenti direttrici di intervento:
• allestimento di spazi e strutture adeguati per servizi di interesse fondamentale (dialisi, laboratorio analisi, anatomia patologica, ecc.), ora collocati in contesti che non assicurano il miglior livello di servizio possibile, con la realizzazione della nuova Palazzina dei Servizi in continuità con il Monoblocco;
• razionalizzazione complessiva dell‟impianto strutturale delle dotazioni dell'Azienda, mediante l'accorpamento nell'area del corpo centrale del “Vecchio Ospedale” di funzioni ora disperse in edifici diversi (si veda la situazione del dipartimento di prevenzione presso l'ex INAM), con il vantaggio di una migliore accessibilità ai servizi da parte degli utenti e della liberazione di edifici non di interesse strategico, disponibili per l'alienazione a titolo di finanziamento con risorse proprie del piano generale;
• riqualificazione architettonica degli edifici di interesse storico, con l'eliminazione delle superfetazioni che nel tempo ne hanno alterato l'aspetto originale;
• definizione di condizioni che consentano la "sostenibilità" economico-finanziaria dell'intervento, attraverso il reperimento di risorse derivanti da alienazioni ed il ricorso a contributi di altri soggetti finanziatori.
2 . GLI OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO
Per l‟area ospedaliera, il piano degli interventi prevede:
• alcune operazioni di adeguamento del Monoblocco anche ai sensi della L.R. n. 22/2002;
• la razionalizzazione dell‟utilizzo complessivo del ”Vecchio Ospedale”, con l‟obiettivo anche di ripristinarne l‟originaria configurazione architettonica;
• la realizzazione di un nuovo edificio, in continuità con il Monoblocco, per la collocazione di alcuni funzioni/servizi attualmente non supportati in modo adeguato sotto il profilo strutturale.
3 . I CANTIERI E LE FASI DI SVILUPPO DELL‟INTERVENTO
Ragionevolmente si può sostenere che gli edifici che costituiscono il “Vecchio Ospedale”, compreso il fabbricato che sarà realizzato in sostituzione del magazzino, possano a regime venire dedicati alle seguenti funzioni:
1. Direzione generale e Servizi Amministrativi, Dipartimento di Prevenzione e Distretto Socio Sanitario, presso il corpo centrale del “Vecchio Ospedale”;
2. laboratorio analisi, emodialisi, poliambulatori, direzione medica, centro-trasfusionale, anatomia patologica, presso la nuova “Nuova Palazzina dei Servizi”:
L‟intervento si svilupperà sostanzialmente in tre cantieri (Dipartimento di Salute Mentale; Nuova Palazzina dei Servizi; Ristrutturazione del Corpo Centrale del Vecchio Ospedale), per cui sono in corso le procedure amministrative per il conferimento degli incarichi di progettazione definitiva.
AZIENDA ULSS N. 22:
Sistemazione definitiva dell’ospedale Magalini di Villafranca di Verona
Con deliberazione n. 4123 in data 19/12/2006 la Giunta Regionale ha autorizzato il Commissario Delegato (O.P.C.M. n. 3349 del 16/04/04) nella prosecuzione delle fasi tecnico amministrative relative alla progettazione per la sistemazione definitiva dell‟ospedale. Questo intervento che sostituiva quello originariamente previsto dalla DGRV 1806/06 e relativo all‟acquisizione dell‟ospedale De Gironcoli in quanto, nel frattempo, la Regione ha provveduto con fondi propri, era inserito nell‟Accordo di Programma del 02/10/2007. Con DGRv n. 1358/2008 la Giunta Regionale ha chiesto al Ministero della Salute lo slittamento di un anno al fine di poter finanziare il completamento del monoblocco chirurgico dell‟Ospedale di Borgo Trento dell‟Azienda Ospedaliera di Verona.
RELAZIONE DI DETTAGLIO DELL‟INTERVENTO PROPOSTO
La ristrutturazione e l‟adeguamento del Magalini, deriva dalla necessità di ripristinare la sede ospedaliera dopo l‟incendio.
L‟intervento si propone le seguenti soluzioni:
1) Un‟elevata flessibilità, al fine di consentire la previsione di spazi e la loro articolazione, indipendentemente dalle specifiche e puntuali indicazioni circa la loro destinazione funzionale.
La flessibilità è ricercata partendo dal seguente modello:
a) 220 posti letto;
b) servizi di diagnosi e cura;
c) servizi logistici;
I posti letto possono aggregarsi per unità semplici, fino a 6 soluzioni autonome, quindi tecnicamente è possibile dare spazio a sei unità operative semplici basate su un dimensionamento di circa 36 posti letto, aggregabili tra loro, con modelli dipartimentali organizzati sullo stesso piano fisico. Ne consegue che la possibilità di aggregare sei modelli diversi di Dipartimento, definendo i seguenti vincoli strutturali:
1) recupero del monoblocco, mediante un collegamento anulare tra il percorso centrale dello stesso e quelli dell‟ipotizzato ampliamento (piastra);
2) fattibilità strutturale del nuovo edificio che permetta di assicurare la trasformazione in unità minime, ovvero in funzioni diverse (esempio: da degenza ad attività diurna), senza creare alterazioni al modello funzionale;
I servizi di diagnosi e cura indispensabili sono quelli legati all‟urgenza, quali il pronto soccorso, le terapie intensive, le sale operatorie, la radiologia e il laboratorio d‟urgenza.
La flessibilità in questo caso è connotata da due fattori:
1) la vicinanza e complanarità, ovvero l‟agevole collegamento di servizi quali il pronto soccorso, la terapia intensiva, le sale operatorie e la radiologia;
2) la netta separazione tra i percorsi dell‟urgenza e gli altri.
Proprio il recupero di quanto realizzato (sistemazione del monoblocco e avancorpo “transitorio”) permette di trasformare un vincolo edilizio ed economico in un‟occasione di organizzazione ospedaliera.
Il progetto preliminare organizza i percorsi sulla base di un progressivo recupero della diversità degli stessi.
Dall‟attuale situazione si passa, con la fase transitoria, ad una prima suddivisione fino alla totale separazione dei flussi dei visitatori, dell‟urgenza, della logistica e degli interni.
Infatti il progetto assegna nella sistemazione definitiva:
– all‟avancorpo (transitorio) una funzione di filtro; sia per l‟ubicazione di funzioni (quali la dialisi, il laboratorio analisi, ovvero il centro prelievi in caso di integrazione con Bussolengo e gli ambulatori per esterni), sia per le nuove scale che permettono il collegamento diretto con i piani superiori del Monoblocco e del nuovo edificio;
– al Monoblocco una funzione direzionale a scavalco tra l‟attività sanitaria interna del nuovo corpo e quella esterna rivolta al territorio. La funzione di filtro del Monoblocco viene rafforzata dalle seguenti proposte:
1) spostamento della radiologia dall‟attuale piano seminterrato al piano rialzato dello stesso, mediante allocazione delle funzioni direzionali e di indagine destinate agli utenti esterni (mammografia, ecografia, dentale) e ubicazione delle funzioni “pesanti” (TAC-RM) nella nuova piastra, a contatto diretto sia con pronto soccorso e terapia intensiva, che con il monoblocco e, quindi, con gli utenti esterni.
2) la previsione del sistema direzionale a servizio dei reparti di degenza, ubicate nella parte centrale, e le funzioni ambulatoriali specialistiche, poste nelle ali, direttamente collegate al nuovo edificio, garantiranno l‟integrazione tra le due strutture.
Gli interventi del Monoblocco e dell‟avancorpo, ad esclusione della radiologia sono in fase di realizzazione con finanziamenti già assentiti, fatti salvi i costi di manutenzione ordinaria. Infatti il recupero funzionale tiene conto degli interventi effettuati e delle peculiarità tecniche degli edifici.
– La demolizione e successiva ricostruzione viene prevista con una maglia strutturale ampia (8 x 7,20 mt) al fine di garantire un‟elevata trasformabilità, senza modificare la gerarchia dei percorsi. L‟impostazione del modello, in pianta, è tipica di un corpo quintiplo che permette di recepire unità minime (con capienza di 36 p. l.) che risultano aggregate, grazie ai collegamenti posti sulle testate, sia alle funzioni ambulatoriali, poste alle ali del monoblocco che a quelle direzionali ubicate al centro dello stesso.
La scala centrale e gli ascensori garantiscono la gerarchia dei percorsi verticali dividendo l‟urgenza dagli interni, mentre gli utenti ed i visitatori esterni dovrebbero servirsi del nodo di risalita posto nell‟avancorpo.
In termini di superficie lo studio di fattibilità si articola in:
– nuovo fabbricato in sostituzione: di superficie pari a 3500 mq al piano seminterrato da destinare alla logistica e a 3000 mq per gli altri quattro piani per complessivi 15.500 mq;
– monoblocco: che risulta articolato in 5 piani di circa 1200 mq ciascuno per complessivi 6000 mq.
– l‟avancorpo: che si sviluppa in un unico piano con una superficie di circa 1500 mq.
La superficie del plesso ospedaliero risulta quindi di complessivi 23.000 mq. a cui vanno aggiunti: 1000 mq. relativi al piano tecnico del nuovo fabbricato, 1000 mq. relativi al sottotetto del Monoblocco e ulteriori 500 mq. relativi all‟attuale corpo tecnico per una superficie lorda totale di
25.500 mq. che, rapportata alla capienza dei 220 p.l. previsti, equivale a 115 mq/p.l.. Tale standard risulta conforme al valore di 100 mq./pl che l‟esperienza maturata nel settore e le indicazioni bibliografiche indicano quale parametro minimo per un ospedale moderno di simili dimensioni.
AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA
Realizzazione di struttura prefabbricata per gruppo operatorio e terapia intensiva presso il Policlinico ed interventi strutturali ed impiantistici per il miglioramento funzionale e di sicurezza dell’area materno infantile
PREMESSA
La necessità di adeguare ai requisiti la struttura ospedaliera la Direzione dell‟Azienda Ospedaliero Universitaria di Padova rende necessario un intervento che preveda anche la razionalizzazione delle attività chirurgiche e di terapia intensiva attualmente condizionate dalla frammentazione strutturale.
La presente relazione pertanto intende fornire un sintetico quadro sulla situazione strutturale delle sale operatorie e reparti di terapia intensiva dell‟Azienda Ospedaliera di Padova tenuto conto che la programmazione regionale prevede per l‟Azienda Ospedaliera di Padova 25 Strutture Complesse (SC) di area Chirurgica comprensive di tutte le discipline di alta specialità e che l‟attività chirurgica nel anno 2007 è risultata pari a 20.530 interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario e 10.000 circa in regime di Day Surgery.
SITUAZIONE ATTUALE
Presso l‟Azienda Ospedaliera di Padova la situazione delle Sale Operatorie risulta molto complessa e frammentata. Infatti l‟attività chirurgica è dispersa in 9 edifici-padiglioni diversi che ospitano 16 piastre- gruppi operatori distinti con una dotazione media di 2,6 sale per piastra (vedi tab. 1) A ciò va aggiunto il numero e la tipologia di specialità chirurgiche presenti e la particolarità di dotazione e degli impianti tecnologici necessari.
Come accennato in premessa la situazione strutturale vede gran parte delle sale operatorie datate e bisognose di interventi strutturali di adeguamento importanti.
Tab.1
Padiglione | N.Piastre | N. Sale operatorie | Collegamento |
Monoblocco | 3 | 10 | si |
Policlinico | 4 | 12 | si |
Centro Gallucci | 2 | 4 | si |
Ortopedia | 1 | 3 | no |
Clinica Ostetrica | 1 | 3 | Solo con divisione ostetrica |
Divisione Ostetrica | 2 | 4 | Solo con clinica ostetrica |
Neurochirurgia | 1 | 2 | no |
Giustinianeo | 1 | 2 | no |
Casa di cura Morgagni | 1 | 2 | no |
Totale | 16 | 42 |
Per fronteggiare la frammentarietà del sistema, l‟Azienda Ospedaliera ha perseguito la strategia di centralizzare, ove possibile, le attività di degenza nel blocco centrale dell‟Azienda (Policlinico, Monoblocco, Centro Gallucci) allo scopo di migliorare l‟offerta delle prestazioni, tarare l‟organizzazione sul percorso del paziente riducendo i rischi legati alla dispersione, perseguire il contenimento dei costi di gestione.
Sono state messe in atto perciò sia azioni di tipo organizzativo che di tipo strutturale volte a centralizzare il più possibile le attività di degenza.
Sono state trasferite in Policlinico le UU.OO. chirurgiche presenti al Giustinianeo, Clinica Chirurgica IV e Clinica Chirurgica Geriatria, parte delle attività di Day Surgery e di chirurgia ambulatoriale sono state portate all‟esterno del blocco centrale (Day Surgery multidisciplinare presso la Casa di cura Morgagni, attività ambulatoriali chirurgiche della Clinica Oculistica presso il Giustinianeo), sono state centralizzate le attività di urgenza chirurgica presso il VI piano del Policlinico e le attività trapiantologiche di fegato, pancreas e rene al II piano del Policlinico.
Tali sforzi organizzativi hanno impattato comunque con il forte limite strutturale della frammentazione delle sale operatorie (media delle sale operatorie per piastra = 2,6).
Sono stati realizzati anche interventi strutturali prevedendo tutti gli interventi possibili di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire il minimo adeguamento possibile agli standard vigenti, ma non sono stati possibili interventi di ristrutturazione sostanziale delle sale operatorie stesse in quanto sarebbero necessarie chiusure per periodi di tempo non compatibili con l‟attività attuale.
Ipotesi di interruzione e/o di forte riduzione di attività, seppur programmabili in alcuni ambiti di chirurgia generale, mal si conciliano infatti con attività di alta chirurgia e di chirurgia specialistica che vedono questa a Azienda Ospedaliera come polo di forte attrazione in numerose specialità chirurgiche.
L‟area chirurgica inoltre è tra le attività aziendali con forte impatto sul bilancio aziendale rappresentando il 66% degli introiti derivanti da attività di ricovero.
L‟impossibilità di comprimere significativamente l‟attività chirurgica per consentire interventi strutturali ed il tempo necessario per adeguare alcune delle strutture di cui alla tabella 1 mantenendo l‟attuale frammentazione (può essere stimato in oltre 10 anni) rende impossibile un utilizzo razionale del personale, sia medico che del comparto, e un uso condiviso di attrezzature e tecnologie di sala operatoria molto costose.
Relativamente alle Terapie Intensive / Sub-Intensive la situazione è analoga sia dal punto di vista strutturale che organizzativo.
Sono attive due Strutture Complesse di Anestesia e Rianimazione con un totale di 107 p.l. dislocati in 13 sedi con una media di 8 p.l. per sede.
Benché adeguata dal punto strutturale e tecnologico tale situazione consentirebbe comunque una notevole riduzione dei costi di gestione nell‟ipotesi di una centralizzazione dei punti soprattutto in termini di personale medico anestesista e del comparto che di attrezzature.
E‟ da rilevare infine che la dispersione del sistema, oltre a quanto descritto, genera anche costi comuni aggiuntivi relativi alle risorse impiegate per i trasferimenti di pazienti che nel 2007 sono stimati in (n. trasporti interni 132925 per costo totale pari a 2.809.770 costo unitario 21 euro).
Proposta di progetto
Per garantire efficienza ed efficacia al sistema dell‟area chirurgica/intensiva, è stato elaborato un progetto per la realizzazione di un edificio a tre piani con sale operatorie , terapie intensive e degenze chirurgiche.
Tale progetto consentirebbe gli adeguamenti impiantistici e strutturali necessari a garanzia della sicurezza del paziente, ma renderebbe possibile anche centralizzare le attività riorganizzando le risorse umane e tecnologiche con notevoli riduzione dei costi di gestione.
La costruzione ex novo di un padiglione ove concentrare parte delle attività chirurgiche / intensive, attualmente disperse sarebbe compatibile con la prosecuzione delle attività e non impatterebbe con l‟offerta delle prestazioni ne con i tempi di attesa delle stesse.
In particolare al piano terra si prevede la realizzazione di una piastra con 10 sale operatorie al piano terra che riassorbirebbero le sale operatorie attualmente allocate al 2 e 5 piano Monoblocco.
In tale piastra perciò troverebbero allocazione le UU.OO chirurgiche allocate al II e V piano del Monoblocco (Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Plastica, Chirurgia Plastica ad indirizzo Pediatrico e Otochirurgia) per un totale di 8 sale operatorie. Sarebbe perciò possibile,riorganizzando le attività, recuperare personale per attivare una ulteriore sala operatoria e dedicare 1 ulteriore sala operatoria alle urgenze interne ed esterne che attualmente impattano sull‟attività programmata causando rinvio di interventi e difficoltà di gestione ordinaria.
Si sottolinea che le due piastre operatorie da dimettere sono quelle in condizioni strutturali e tecnologiche meno efficienti che generano maggiori costi di gestione. La scelta della dislocazione delle attività della chirurgia plastica rende inoltre possibile programmare anche interventi necessari per una definitiva sistemazione del Centro Ustioni che ad oggi per indisponibilità di spazi non si è potuto programmare.
La riallocazione delle sale operatorie consentirà infine di recuperare spazi da ristrutturare necessari per la collocazione di attività ambulatoriali.
Al primo piano il progetto prevede una piastra in cui allocare 16 posti di terapia intensiva / semi intensiva e 5 sale operatorie. In tale area sarebbero riallocate l‟ISTAR 1 (8), ISTAR 2 (11), la Fisiopatologia Respiratoria (4) la Clinica Chir. 1 (5).
Tale scelta consentirebbe una razionalizzazione importante di personale e tecnologie, liberando spazi vitali per la Cardiochirurgia (5 p.l. ex Cl. Chirurgica 1), consentirebbe il definitivo trasferimento della Pneumologia all‟interno del Blocco Centrale (dato il trasferimento dei 4 p.l. semiintensivi della Fisiopatologia Respiratoria che ha sempre vincolato tale possibilità e liberando nel contempo gli spazi destinati alla pediatria).
La disponibilità degli 11 p.l. dell‟ISTAR 2 renderebbe possibile attivare il Centro Post Trapianti di rene e fegato (4+4) senza dover programmare i lavori di ristrutturazione in Policlinico che impatterebbero notevolmente con l‟attività trapiantologica.
Al secondo piano sono previsti infine 33 posti letto di terapia intensiva. In tale modo sarebbe possibile garantire la massima sicurezza ai pazienti che sarebbero ricoverati in letti organizzando le degenze chirurgiche per livelli di intensità
SITUAZIONE URBANISTICA
Il Comune di Padova con delibera del consiglio n. 03 del 15/01/2007 ha approvato la 2^ variante al Piano Particolareggiato presentato da Azienda Ospedaliera/Università di Padova.
Nell‟ambito di tale variante è prevista la possibilità di realizzare un edificio a 3 piani fuori terra in corrispondenza dell‟area oggi occupata dalle ex cucine policlinico di cui è prevista la demolizione.
Il nuovo edificio nel rispetto dei valori di superficie e volume indicati nel piano particolareggiato potrà avere le seguenti dimensioni:
• piano terra: 2.241 m2
• piano primo: 2.263 m2
• piano secondo: 1.812 m2
• Totale: 6.316 m2
L‟altezza interpiano da solaio a solaio è di 4,00 m e quindi ampiamente sufficiente per realizzare un controsoffitto di altezza 0,9 m ampiamente sufficiente per la distribuzione impiantistica orizzontale.
In copertura dell‟edificio sarà realizzato un volume tecnico di circa 772 m2 oltre ad una centrale al piano terra di circa 100 m2 per il posizionamento di tutti gli impianti a servizio dell‟edificio.
DESCRIZIONE DELL‟INTERVENTO
La Direzione dell‟Azienda Ospedaliera per poter risolvere in tempi ragionevoli una situazione di criticità legata alla carenza di sale operatorie e di posti letto di terapia intensiva, ma anche alla oggettiva difficoltà ed impossibilità di interrompere le attività chirurgiche per eseguire i lavori di ristrutturazione delle sale operatorie oggi funzionanti, ha indicato come possibile soluzione razionale la costruzione nella sede delle ex cucine, di una nuova struttura a 3 piani fuori terra con le seguenti destinazioni d‟uso:
• PIANO TERRA: piastra operatoria con 10 sale operatorie e relativi locali di supporto.
• PIANO PRIMO: reparto di terapia intensiva con 16 posti letto e piastra operatoria con 5 sale oltre ai locali di servizio e supporto.
• PIANO SECONDO: reparto terapia intensiva con 33 posti letto e relativi locali di servizio.
•
IPOTESI PROGETTUALE DEI VARI PIANI – ASPETTI TECNICI E FUNZIONALI
Piastra operatoria (piano terra)
Dovendo rispettare la forma e le dimensioni dell‟edificio approvato con la 2^ variante al Piano Particolareggiato, è stata studiata una soluzione distributiva a pianta rettangolare con superficie di 2.241 m2:
• 10 sale operatorie “in linea” aventi dimensioni di circa 6.70x6,70 m;
• aree attrezzate per preparazioni e risveglio pazienti;
• spazi di supporto per preparazioni dei chirurghi, depositi materiale pulito, deposito sporco, filtro personale , locale caposala ecc.;
• locale per cambio letti;
• percorsi orizzontali e verticali di collegamento;
• scale di sicurezza e ascensori.
Reparto di terapia intensiva e piastra operatoria (piano primo)
Il primo piano, avente superficie lorda di circa 2.263 m2, è destinato ad accogliere:
• piastra operatoria con 5 sale;
• 16 posti letto di terapia intensiva.
Due posti letto saranno ricavati in stanze singole isolate e filtrate per i pazienti infettivi.
L‟ipotesi progettuale prevede inoltre spazi di supporto, per depositi, cambio letti, caposala, filtro visitatori, filtro personale ecc.
Il reparto è servito da collegamenti verticali ed orizzontali e scale di sicurezza.
Reparto di terapia intensiva (piano secondo)
La superficie di questo piano (1812 m2) risulta necessariamente inferiore ai due piani precedenti per poter rimanere all‟interno del volume complessivo autorizzato dal Piano Particolareggiato per questo edificio.
La soluzione progettuale prevede complessivamente la possibilità di ricavare 33 posti letto. di terapia intensiva con due letti in stanze filtrate ed isolate per pazienti infettivi.
Collegamenti e viabilità
La nuova struttura sarà collegata con il corpo Trattamenti del Policlinico mediante un corridoio su due livelli (piano 1° e 2°).
Con il corpo Degenze del Policlinico il collegamento è previsto in corrispondenza della testa del corridoio ad ogni piano per ciascuno dei 3 piani.
I percorsi orizzontali saranno garantiti da montalettighe ed ascensori oltre che da scale interne e da scale esterne per l‟emergenza.
Al fine di garantire la viabilità di accesso alla zona di scarico del materiale sporco proveniente dal Policlinico, è stata prevista una strada di collegamento tra il nuovo edificio e l‟Istituto di Radiologia.
Area di cantiere
L‟area destinata alla nuova edificazione è attualmente occupata da un edificio obsoleto un tempo utilizzato come cucina del Policlinico.
Tale struttura di cui è già prevista la demolizione, è oggi occupata da alcune attività secondarie che possono essere facilmente trasferite in altra sede o esternalizzate.
Dopo la demolizione delle ex cucine l‟area su cui dovrà sorgere il nuovo edificio avrà una sua accessibilità di cantiere completamente indipendente e senza interferenze con la restante viabilità dell‟ospedale.
Soluzione costruttiva mediante prefabbricazione
Per poter corrispondere in tempi ragionevoli alle necessità sanitarie dell‟Azienda Ospedaliera, ma anche per poter realizzare l‟intervento in un tempo che sia compatibile con la futura nuova realtà sanitaria di Padova (Nuovo Ospedale), è stato ipotizzato il ricorso al sistema della prefabbricazione in acciaio che rispetto ai sistemi costruttivi tradizionali presenta i seguenti vantaggi:
• tempi di realizzazione ridotti di oltre il 50% rispetto al sistema costruttivo tradizionale;
• eliminazione degli imprevisti in corso d‟opera;
• riduzione dei disagi derivanti dalle lavorazioni in cantiere (polveri, rumori, ecc.);
• elevata qualità delle lavorazioni soprattutto impiantistiche in quando eseguite in gran parte in fabbrica con sistemi di produzione certificati;
• possibilità di poter avere come risultato finale un prodotto finito “chiavi in mano” completo di tutte le attrezzature che il committente può scegliere già in fase progettuale.
Aspetti urbanistici
Come precisato nelle premesse, il nuovo edificio avrà dimensioni planivolumetriche perfettamente corrispondenti a quanto previsto nella 2° variante del Piano Particolareggiato approvata dal Comune.
Per quanto riguarda gli indici urbanistici la nuova costruzione rientra nei limiti dei parametri autorizzati e quindi non si prefigura alcun ostacolo al rilascio del permesso di costruire da parte del Comune.
Aspetti impiantistici
Tutta la parte impiantistica per la funzionalità dell‟edificio troverà collocazione all‟interno di una centrale tecnologica in copertura di 772 m2 e un seconda centrale al piano terra di circa 100 m2.
Modalità e tempi per l’esecuzione dei lavori
Fase 0 (9 mesi) | Progettazione Autorizzazioni (tempi tecnici ed amministrativi e i tempi per l‟approvazione della variante al Piano di Recupero da parte del Comune di Padova) |
Fase 1 (9 mesi) | Opere propedeutiche: • demolizione ex-cucine; • spostamento sottoservizi, • realizzazione nuova cabina di trasformazione e gruppo elettrogeno; • modifica viabilità. |
Fase 2 (18 mesi) | Realizzazione prefabbricato |
Fase 3 (6 mesi) | Realizzazione collegamenti orizzontali |
Totale | 42 mesi (3,5 anni) |
Interventi strutturali ed impiantistici per il miglioramento funzionale e di sicurezza dell’area materno infantile.
Collegamento pedonale tra Clinica e Divisione Ostetrica.
Premessa
La Clinica ostetrica e la divisione ostetrica sono ubicate in due edifici separati dalla strada e collegati tra di loro unicamente da un corridoio pedonabile al piano seminterrato che viene utilizzato indistintamente ed in modo promiscuo per il trasporto di materiali, per accedere alle centrali tecnologiche dei due edifici, ed anche per il trasferimento delle pazienti ginecologiche, delle puerpere e dei neonati da un edificio all‟altro.
Tale corridoio è inoltre utilizzato come cavedio orizzontale per gli impianti tecnologici (tubazioni e cavi elettrici) che sono appesi a vista al soffitto senza possibilità di essere schermati.
Proposta per un nuovo collegamento
Per una razionalizzazione dei percorsi dedicati alle pazienti ed al personale sanitario, è stata presa in esame la possibilità di realizzare un corridoio di collegamento aereo e vetrato tra la divisione e la clinica ostetrica.
Stima parametrica dei costi complessivi
Facendo riferimento ai costi parametrici correnti per la realizzazione di edifici similari ad elevato contenuto impiantistico e tecnologico si può ritenere adeguato un costo unitario di € 4.000/mq per le aree sanitarie e € 1.000/mq per vani tecnologici pertanto il costo dei soli lavori ammonta a:
6.316 m2 x 4.000€/m2 | € | 24.264.000,00 |
872 m2 x 1.000€/m2 | € | 872.000,00 |
Nuova cabina elettrica | € | 2.000.000,00 |
Sottoservizi e viabilità | € | 1.000.000,00 |
Demolizione ex cucine | € | 364.000,00 |
Interventi strutturali ed impiantistici per il miglioramento funzionale e di sicurezza dell‟area materno infantile | € | 1.000.000,00 |
TOTALE | € | 29.500.000,00 |
Spese generali (IVA, spese tecniche, arredi e imprevisti) | € | 10.500.000,00 |
TOTALE COMPLESSIVO | € | 40.000.000,00 |
AZIENDA OSPEDALIERA DI VERONA
Il programma di riorganizzazione funzionale, logistica ed edilizia della Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri di Verona”
Planimetrie degli interventi nelle sedi di Borgo Trento e Borgo Roma:
Contesto
L‟Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri di Verona” comprende due sedi: la sede di Borgo Trento con l‟Ospedale Civile Maggiore (O.C.M.) e la sede di Borgo Roma con il Policlinico G.B.Rossi per un totale di 1700 p.l. (1543 ordinari e 157 diurni), distribuiti in 1050 all‟O.C.M. e 650 al Policlinico, suddivisi in 80
U.O.C. a direzione universitaria od ospedaliera; ambedue gli Ospedali sono dotati di Pronto Soccorso, di aree destinate a attività chirurgiche e terapie intensive.
Premessa
A metà del 2010 presso l‟Ospedale Civile Maggiore (O.C.M.) di Verona sarà completato il cosiddetto “blocco chirurgico” edificio di 74.202 mq. dotato di 32 sale operatorie, di un piano dedicato alle terapie intensive e semintensive (U.T.I.C. e Stroke Unit), di 450 p.l.destinati alle degenze chirurgiche, affiancato da un edificio dedicato al nuovo Pronto Soccorso completo di spazi e p.l. per Osservazione Breve e Astanteria e da una costruzione che accoglie i Poliambulatori. Entro il dicembre del 2010 saranno trasferite nel blocco chirurgiche tutte le U.O. chirurgiche e le relative degenze attualmente presenti e collocate nell‟O.C.M. nonché le U.O. di Cardiologia e di Neurologia.
Obiettivi
La attivazione del blocco chirurgico, il contestuale trasferimento di oltre un terzo dei p.l. dell‟O.C.M. consente una radicale riorganizzazione della attività di ricovero dell‟intera Azienda, la ristrutturazione e l‟ammodernamento del Policlinico, mai prima risolta per indisponibilità di spazi cuscinetto atti a ospitare reparti temporaneamente trasferiti ed infine la sperimentazione di iniziative di continuità assistenziale tra Azienda Ospedaliera e Azienda Ulss per la gestione delle dimissioni protette del paziente fragile.
Programmazione degli interventi specifici
Vengono di seguito delineati più nel dettaglio tutti gli interventi specifici che sono previsti in un arco di tempo decennale per la portare a compimento la complessiva riorganizzazione logistica-funzionale dell‟Azienda.
Si tratta di:
• Parcheggi, nell‟ex caserma Martini, e Uffici, nell‟ex caserma Riva di Villa Santa,
• Istituto Anziano, nella sede di BT nell‟attuale Geriatrico,
• Riuso spina lato Via Mameli (Padiglione Alessandri), nella sede di BT,
• Riuso spina lato Adige A, nella sede di BT,
• Riuso spina lato Adige B, nella sede di BT,
• Riuso spina Centrale, nella sede di BT,
• Istituto Bambino – Donna, nella sede di BT,
• Outpatient clinic, nella sede di BR
Programmazione delle opere
Gli interventi sopra descritti debbono essere necessariamente cadenzati per garantire le funzionalità della struttura ospedaliera.
Il programma di seguito qui presentato rappresenta una prima fase cantierabile del programma sopraindicato, in grado di produrre un risultato funzionalmente rilevante per l‟Azienda:
• ristrutturazione del corpo principale a Borgo Roma per attività assistenziale, direzionale e didattica
• ristrutturazione palazzina 16 in Borgo Trento per attività didattica
• ristrutturazione palazzina 9 in Borgo Trento per Istituto Bambino-Donna
• opere impiantistiche e preliminari in Borgo Trento per Istituto Anziano
Riutilizzo “spine” dopo l’attivazione del Polo Chirurgico a Borgo Trento
Il completamento del nuovo Polo Chirurgico è previsto entro il primo semestre 2010, quindi seguirà tutta la fase di trasferimento di tutte le UU.OO. Chirurgiche con i servizi connessi, Neurologia con la Stroke Unit, Cardiologia con la UCIC, Radiologia e Pronto Soccorso e l‟attivazione del Reparto di Emergenza connesso al Pronto Soccorso entro la fine del 2010.
Avendo quindi liberato le palazzine esistenti, potranno essere riutilizzati i padiglioni delle cosiddette “spine”: Spina lato Mameli (che include lo storico padiglione Alessandri), la “Spina Centrale”, la “Spina lato Adige”. In particolare nella Palazzine della spina lato Mameli sarà riorganizzata l‟area Medica già dalla metà del 2011, senza che siano per ciò necessari interventi economicamente significativi.
La Palazzina 16 della spina lato Adige sarà riutilizzata per accogliere le attività di Didattica.
La sede di Borgo Trento, storicamente, ha sempre avuto pochi spazi dedicati a queste attività che si sono svolte maggiormente presso la sede di Borgo Roma.
Pertanto, considerata la tipologia di spazi esistenti ed in avanzato stato di realizzazione in questa sede di Borgo Trento, risulta necessario prevedere, all‟interno della Palazzina 16 della spina lato Adige, la creazione di spazi ad uso generale per attività di didattica che prevedano:
• Costruzione di 2 aule di 120 – 130 posti per la didattica frontale agli studenti del secondo triennio;
• Costruzione di 3-4 aulette di 30-40 posti per dottorati di ricerca o master o altro;
• Creazione di un Laboratorio di Ricerca Clinica di circa 8-900 mq nella sede di Borgo Trento.
Per le Scuole afferenti al settore Materno-Infantile (4) è opportuno che tali spazi siano previsti “dentro” la nuova costruzione che si progetterà per l‟Istituto Bambino-Donna.
Sono inoltre da prevedere, in forma centralizzata, per ciascuna delle due sedi spogliatoio, mensa, foresteria. Le altre Palazzine della spina lato Adige saranno tenute a disposizione come spazi tampone per trasferimenti temporanei.
La spina centrale sarà, in un primo tempo tenuta a disposizione, successivamente verrà abbattuta per creare spazi da dedicare a giardino.
Interventi sul corpo principale a Borgo Roma
Dall‟identificazione dei fabbisogni dell‟Azienda e a seguito della definizione dei nuovi modelli organizzativi, si è pervenuti al dimensionamento degli interventi necessari per la ristrutturazione. In particolare è stato definito un programma edilizio che ci ha consentito di verificare la rispondenza delle scelte fatte in materia di riorganizzazione e di interventi edilizi.
È prevista la ristrutturazione dei corpi esistenti per degenze ordinarie e supporti dipartimentali, in particolare saranno realizzati:
- nel corpo B per i supporti dipartimentali;
- nel corpo C per moduli di degenze ordinarie da 20-22 p.l.;
- nel corpo D per moduli di degenze ordinarie da 20-22 p.l.;
- nel corpo N per spazi direzionali;
- nel corpo O1 per spazi da destinare alla didattica ed alla ricerca traslazionale.
Con altro intervento, non considerato in questo piano, verrà inoltre realizzata una outpatient clinic nei corpi Est del blocco principale.
Istituto Bambino – Donna nella sede di Borgo Trento
Nella sede di Borgo Trento è prevista la ristrutturazione del Padiglione 9 per l‟attivazione dell‟Ospedale del Bambino e della Donna, in cui troveranno collocazione tutte le UU.OO. afferenti a quest‟area.
Con altro intervento, non considerato in questo piano, verrà inoltre realizzato un ampliamento dell‟edificio.
Istituto Anziano nella sede di Borgo Trento
Parimenti, dopo la liberazione degli spazi conseguente all‟intervento di attivazione del Polo, riorganizzazione dell‟attuale Padiglione Geriatrico per il riutilizzo (2011) dell‟Ospedale dell‟Anziano ed avvio sperimentale di una co-gestione con l‟ULSS 20. In questa sede potranno trovare collocazione, oltre ai servizi sanitari di degenza geriatrica, anche servizi sociosanitari e sociali, al fine di garantire la continuità assistenziale per gli anziani malati che hanno utilizzato i servizi della sede di Borgo Trento.
Nella presente programmazione vengono incluse le opere impiantistiche e di predisposizione impiantistica da realizzare al momento della attivazione del Polo chirurgico e della conseguente temporanea liberazione di spazi.
Stima di spesa
L‟importo complessivo degli interventi sopra indicati, oggetto della presente programmazione:
• ristrutturazione del corpo principale a Borgo Roma per attività assistenziale, direzionale e didattica;
• ristrutturazione palazzina 16 in Borgo Trento per attività didattica,
• ristrutturazione palazzina 9 in Borgo Trento per Istituto Bambino-Donna,
• opere impiantistiche e preliminari in Borgo Trento per Istituto Anziano, ammonta complessivamente ad euro 40 milioni.
B2a 4 Offerta post-operam
Il programma consolida l‟offerta ospedaliera per garantire, come detto, sia gli obiettivi quantitativi (4,5 per mille e 160 per mille) sia quelli qualitativi, perseguendo un‟azione di riorganizzazione di un‟offerta strutturale capace di supportare processi di ottimizzazione dell‟organizzazione sanitaria e di recepimento dei processi di rinnovamento tecnologico.
La realizzazione degli interventi previsti nel presente Programma, concorrerà alla variazione dell‟offerta sanitaria regionale/locale, perfezionando e incrementando alcuni aspetti.
In particolare è possibile stabilire dirette connessioni per macro aree d‟intervento quali quella materno-infantile e quella chirurgica.
In primo luogo il miglioramento della distribuzione spaziale e organizzativa del complesso sistema materno-infantile. Gli interventi presso l‟ospedale di Belluno ed in parte per quello di Padova consentono, infatti, una ottimale fruizione, sia da parte degli operatori che dei pazienti, delle funzioni sanitarie ordinarie, diurne e chirurgiche oltre che di quelle ambulatoriali; ciò è possibile infatti, con il dimezzamento dei percorsi verticali ed orizzontali attuato, sia grazie al compattamento delle superfici a disposizione delle due aree (materna ed infantile) e sia alla loro nuova collocazione, baricentrica rispetto all‟intera struttura ospedaliera.
La riorganizzazione delle funzioni e degli spazi a sostegno dell‟attività chirurgica ed in generale dell‟area afferente al pronto soccorso-gruppo operatorio-terapie intensive rianimazione e anestesia è necessaria al superamento di criticità gestionali, organizzative ed operative che condizionano le attività stesse.
Gli interventi afferenti ai progetti degli Ospedali di Vicenza e Padova consentono infatti la centralizzazione delle attività, attualmente disperse in più punti, garantendo nel contempo i necessari adeguamenti impiantistici e strutturali e riorganizzando le risorse, sia umane che tecnologiche, con una notevole riduzione dei relativi costi di gestione. Inoltre, tale soluzione non ha un impatto negativo né con l‟offerta delle prestazioni né con i tempi di attesa.
B2B. Coerenza interna della strategia
B2b 1 Relazione e complementarità tra le priorità
Il problema che si pone tra le diverse priorità del programma coinvolge tutta la logica dell‟adeguamento normativo delle strutture esistenti per garantire al cittadino un‟offerta strutturale che raggiunga almeno i requisiti minimi posti dalle normative tecniche.
Pertanto non vi è nessun conflitto tra gli interventi proposti, né priorità tra gli stessi, in quanto tutti partecipano al processo di adeguamento e di rinnovo del patrimonio di cui la tabella B2 è la sintesi.
B2b 2 Analisi dei rischi
Non vi sono rischi particolari, se non quello determinato da un possibile sfasamento temporale tra riorganizzazione funzionale e strutturale determinato soprattutto dai complessi procedimenti derivanti dalle normative in materia di opere pubbliche.
Visti l‟analisi ed i risultati derivanti dall‟attuazione degli altri quattro Accordi di Programma in corso, la Regione Veneto ha scelto di “concentrare” in pochi ma significativi interventi le risorse finanziarie a disposizione con la “finanziaria” 2007. Questa scelta comporterà sicuramente da un lato la notevole riduzione della criticità nelle fasi di affidamento sia della progettazione che della realizzazione degli interventi e, di riflesso, dall‟altro lato, una diminuzione del possibile contenzioso con le imprese affidatarie dei lavori nella fase di esecuzione degli stessi.
Anche possibili interruzioni o sospensioni delle attività sanitarie in essere, legate alla realizzazione dei lavori in strutture operative ed in attività, sono state attentamente valutate dalle Aziende e dalla Regione in sede di redazione del Programma d‟interventi. Le eventuali interferenze con la normale attività saranno oggettivamente programmate e preventivamente disciplinate al fine di diminuirne l‟impatto e quindi il relativo disagio agli operatori e soprattutto agli utenti .
B3 Coerenza della strategia con le politiche nazionali e regionali e con quelle comunitarie
B3A Coerenza con la programmazione settoriale ed intersettoriale
B3a 1 Coerenza con le Priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013
Le finalità della programmazione 2007-2013 del QSN sono individuate nei seguenti obiettivi e strumenti di intervento articolati in 10 priorità tematiche; quelle che sono afferenti alla tutela della salute, nel senso più generale e complesso del termine sono:
(Priorità 4).
Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l‟inclusione sociale nei territori Priorità di riferimento:
inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l‟attrattività territoriale
(Priorità 10).
Internazionalizzare e modernizzare
Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci
L‟elemento direttivo programmatorio di riferimento per la Regione Veneto è stato accompagnato da una intensa attività di concertazione con le parti economiche e sociali dando attuazione al Programma Regionale di Sviluppo – PRS - previsto dall‟art. 8 della L.R. n. 35/2001 che è l‟atto di programmazione che individua gli indirizzi fondamentali dell‟attività della Regione e fornisce il quadro di riferimento e le strategie per lo sviluppo della comunità regionale.
Il PRS è un documento strategico e complesso che richiede di essere specificato attraverso i Piani di settore.
Le politiche sociali, la tutela della salute e le politiche sanitarie caratterizzano i primi due capitoli del Programma regionale di Sviluppo.
In particolare “La Regione si propone di apportare sviluppi e completamenti alle politiche di intervento sociale finora intraprese per affrontare le nuove esigenze che emergono dal complesso tessuto sociale del territorio e operare per una maggiore efficienza ed organicità della rete dei servizi sociali e sociosanitari.
L’insieme delle linee d’azione e delle strategie attivate nelle diverse aree d’intervento delle Politiche Sociali nella Regione, hanno come scopo ultimo la tutela e la valorizzazione di ogni individuo che necessita di un aiuto per realizzare compiutamente il suo essere “persona”, in tutti gli ambiti in cui essa è chiamata a vivere e ad esprimere le sue capacità.
La Regione del Veneto, allo scopo di dare concretezza agli obiettivi sopra evidenziati, utilizza i due fondamentali strumenti che l’ordinamento costituzionale ha previsto per dare piena attuazione ai principi di federalismo e sussidiarietà: l’emanazione di una disciplina normativa, che riorganizzi complessivamente il sistema esistente e che formuli orientamenti per il futuro e la gestione programmata delle risorse finanziarie proprie e assegnate dallo Stato…..
…la Regione intende dunque sviluppare le seguenti priorità:
interventi a favore della natalità, di sostegno alla maternità, ai servizi all’infanzia e alla famiglia, di sviluppo di servizi sociali a favore della terza età, misure a favore delle donne lavoratrici e di tutela dei minori e dei giovani, di recupero dei tossicodipendenti, di accesso alle abitazioni a favore delle giovani coppie e di sostegno all’introduzione di innovazioni …”
Parimenti, “ il sistema socio-sanitario veneto deve necessariamente conseguire nuovi livelli di efficienza nell’utilizzazione delle risorse, anche attraverso la sollecitazione di tradizionali e nuove forme di collaborazione dei soggetti che erogano i servizi del welfare, fondata sulla centralità del
servizio pubblico, sulla presenza dei produttori accreditati nonché valorizzando la ricca esperienza solidale del privato sociale, in grado di …ottimizzare il rapporto tra domanda e offerta di prestazioni, in un quadro di forte governo regionale dei volumi di attività e dei tetti di spesa. L’azione regionale si muoverà pertanto ..attraverso la promozione di iniziative di carattere generale e sistemico di tutela della salute e il rafforzamento dell’area della prevenzione collettiva, la definizione regionale dei LEA e la riduzione delle liste di attesa, il potenziamento della rete integrata dei servizi sanitari e sociali per l’assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili, la promozione della farmacovigilanza, la valorizzazione della partecipazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti alla realizzazione delle finalità del Servizio Sanitario, la riorganizzazione dei macro sistemi erogativi e il potenziamento dei servizi di urgenza ed emergenza, il monitoraggio del sistema come garanzia di qualità……”
B3a 2 Coerenza con gli strumenti di programmazione regionale
▪ Programma di investimenti ex art. 20 L. 67/88 – prima e seconda fase
▪ Programma di investimenti ex art. 71 L. 448/98
▪ Radioterapia ex art. 18, comma 12, L. 488/99 ed art. 96 L. 388/2000
▪ Hospice ex DPCM 20/1/2000
▪ Intramoenia ex D.Lgs 254 /2000
▪ Investimenti regionali derivanti dalle Leggi finanziarie 2004/2008
L‟applicazione dei provvedimenti legislativi e finanziari di cui sopra è avvenuta mediante quattro fondamentali provvedimenti di Giunta Regionale:
DGRV n° 1711 del 18.06.2004 “Fondo Sanitario Regionale in conto capitale. Metodologia per gli investimenti 2004/06 e attribuzione alle Aziende Ospedaliere e U.L.S.S. delle quote di finanziamento per gli interventi di adeguamento, strutturale e tecnologico alla L.R. 22/02”;
DGRV n° 66 del 21.01.2005 “Art. 20 legge 67/88 – Legge regionale n° 01/2004 Metodologia per gli investimenti in conto capitale per opere di edilizia sanitaria di interesse regionale per il decennio 2004-2013 DGR 77/CR del 18.06.2004”;
DGRV n° 3741 del 26.11.2004 “Art. 36 L.R. 30.01.2004 n. 1 Criteri di applicazione. DGRV 81/CR del 18.06.2004”;
DGRV n° 391 del 11.02.2005 “DGR n. 66 del 21/1/2005 - settore socio sanitario. Programma investimenti quota 2002. Riconversione ospedaliera, diasabili e anziani non autosufficienti. (ls n. 67/1988 art. 20)”.
Tali provvedimenti hanno trovato in parte attuazione nell‟Accordo di Programma 02.10.2007.
Le Deliberazioni nn. 1711/04 e 66/05 che interessano il settore sanitario, sono strettamente correlate tra loro e affrontano in parallelo le 2 problematiche già indicate nella presente relazione e cioè la necessità di far fronte ai processi di riorganizzazione nonché alla contemporanea esigenza di adeguamento, confrontando tali problematiche con le politiche d‟investimento attualmente in corso. Tale fase di coordinamento viene poi proiettata nel prossimo decennio, correggendo le dotazioni teoriche dei finanziamenti, in relazione a 2 fattori: natura e obiettivi dei lavori in corso; capacità tecnica di assorbire le nuove funzioni sanitarie.
Le Deliberazioni 3741/04 e 391/05 che interessano il settore sociosanitario sono anch‟esse strettamente correlate a due fattori: la riconversione di strutture ospedaliere ovvero la realizzazione di strutture alternative alle grandi strutture del socio sanitario;.
B3B Sostenibilità degli interventi
B3b 1 Sostenibilità economica e finanziaria
La sostenibilità economico-finanziaria è basata su una verifica delle risorse oggi a disposizione per gli investimenti, con una forte correlazione tra le risorse messe a disposizione dall‟art. 20 della Legge n. 67/1988 e quelle disposte dalla Giunta Regionale, pari a € 40.000.000,00 annui.
La verifica della sostenibilità economico–finanziaria del Programma è basata sulla ricerca di relazioni di congruenza tra i bilanci pluriennali di previsione presentati dalle Aziende (oggetto di valutazione ed approvazione da parte dei competenti organi regionali) e gli interventi inseriti nel Programma.
La sostenibilità economico–finanziaria del Programma è stata ricondotta ai bilanci pluriennali ed ai Piani Triennali delle Aziende in termini di copertura finanziaria necessaria alla realizzazione degli interventi e di spese generate dagli interventi stessi in corso di esercizio; infatti le Aziende sanitarie hanno residue capacità di finanziamento per investimenti in conto capitale.
La copertura finanziaria per la realizzazione degli interventi prevede oltre alla quota statale, una quota regionale e fondi propri delle Aziende specificatamente riferiti alle spese per investimento. Non è infatti possibile l‟utilizzo di fondi destinati alla spesa corrente per investimenti in conto capitale.
Ulteriori elementi di verifica della sostenibilità economico–finanziaria degli interventi del Programma sono state le valutazioni sui costi cessanti e sui costi emergenti derivanti dalla realizzazione degli interventi.
Tra i costi cessanti derivanti dalla realizzazione degli interventi del Programma vi sono :
- razionalizzazione dei servizi attraverso l‟integrazione a rete degli stessi ed il loro accorpamento;
- riorganizzazione dei servizi e trasferimenti dei pazienti;
- maggiore efficienza dovuta all‟ammodernamento impiantistico/tecnologico. I costi emergenti si qualificano in:
- aumento dei costi di manutenzione ordinaria e programmata soprattutto in relazione all‟aumento complessivo della superficie delle strutture sanitarie;
- aumento dei costi del materiale consumabile.
B3b 2 Sostenibilità amministrativa e gestionale
La verifica della sostenibilità amministrativa è basata sul procedimento di ottenimento delle autorizzazioni per la cantierabilità degli interventi, avendo a monte già definito i contorni tecnici degli interventi.
La sostenibilità gestionale è stata valutata in relazione alla natura degli interventi che, nel confermare le funzioni già presenti all‟interno delle strutture ospedaliere, ne razionalizzano e ottimizzano la fruibilità da parte degli operatori e degli utenti. La gestione imperniata nella Dipartimentalizzazione dei servizi e delle funzioni sanitarie non viene modificata nell‟impianto programmatorio regionale di riferimento.
B3b 3 Sostenibilità di risorse umane
Il programma, per quanto riguarda le risorse umane, non prevede implementazione di personale in termini quantitativi.
La sua logica è imperniata sulla rimodulazione degli spazi per una valorizzazione delle risorse umane oggi costrette a lavorare in ambienti vetusti, non solo sotto il profilo strutturale.
L‟impiego del personale attualmente in servizio verrà pertanto riqualificato e riorganizzato sulla base della nuova collocazione dei servizi.
B3b 4 Sostenibilità ambientale
Gli interventi proposti si inseriscono nella logica di massima sostenibilità ambientale, definita dalla Regione con l‟obbligatorietà per tutti gli interventi del procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale (V.I.A. – DGRV n. 3173/06) e risparmio energetico (DGRV n. 3168/07).
In particolare, con la deliberazione n. 3168/07 sopra indicata, la Giunta Regionale ha portato alla necessità di rendere obbligatoria per tutte le aziende sanitarie la verifica dell'incidenza sul risparmio energetico e sulla qualità ambientale di qualsiasi intervento sulle tecnologie.
In tale contesto sono state individuate:
a) Azioni di intervento attive per il risparmio energetico, cioè quegli interventi tecnici su impianti esistenti o di nuova costruzione che possono essere attuati quando all'intervento di mantenimento si affianca anche l'intervento conseguente all'adeguamento normativo previsto dalla L.R. 22/2002. Le azioni attive si basano sul concetto di diminuire o contenere i consumi agendo sull'utilizzazione. Occorre in particolare agire su:
- linea acqua: è un aspetto tecnico di cui poco si occupa la normativa e tanto meno gli appalti in essere e che rappresenta il nodo principale che determina il consumo energetico; si tratta dell'acqua, che con le sue reti percorre tutto l'ospedale e che deve essere riscaldata, raffreddata, trasportata e controllata sotto il profilo delle infezioni; quindi il controllo della rete idrica diventa un obiettivo prioritario. L'ideale è realizzare la rete in funzione delle temperature di esercizio delle singole utenze e quindi non riscaldare, per esempio, l'acqua a 90° C per poi raffreddarla a 30° C per i bagni. In sostanza l'obiettivo consiste nella logica di realizzare linee di adduzione separate, in base alla utilizzazione finale, ricomprendendo il recupero delle acque piovane.
- linea aria: occorre introdurre le tecnologie di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti a bassa temperatura nonché i concetti di vicinanza tra energia prodotta e utilizzatore, assegnando ai sistemi informatici il controllo dei parametri ambientali e quindi l'intervento in caso di anomalia.
- linea energia elettrica: l'uso dell'energia elettrica che trova la contraddizione di essere separata nell'uso (rete FM, luce, emergenza) ma che non ha controlli nei terminali di consumo. Occorre quindi rendere intelligenti i sistemi d'uso dell'energia con l'introduzione di tecnologie informatiche che controllino l'uso dei terminali.
b) Azioni di intervento passive per il risparmio energetico, sono le azioni che possono essere attuate anche in presenza del solo intervento manutentivo e hanno come obiettivo fondamentale la razionalizzazione dei consumi agendo sulla produzione di energia e sui comportamenti. Occorre in particolare agire su:
- azione culturale: produrre un documento tecnico che preordini altri aspetti della vita aziendale e diventi guida anche per altri contratti relativi ai lavori, agli acquisti e ai comportamenti delle persone per limitare i consumi energetici.
- azione di miglioramento dei produttori di energia: intervenire con il processo manutentivo alla sostituzione degli apparati di produzione di energia introducendo nuove tecnologia ad alto rendimento. Sono ascrivibili le fornitura di impianti cogenerati, fotovoltaici e di miglioramento dei bruciatori e delle batterie di recupero.
B4. Risultati attesi e valutazione degli impatti
B4A Sistema di Indicatori
B4a 1 Definizione del Sistema di indicatori
La natura del programma in argomento permette di definire 3 sistemi di indicatori:
1) gli indicatori di contesto, che sostanzialmente sono basati sulla capacità degli interventi di raggiungere e mantenere gli obiettivi di ospedalizzazione, così come si sono configurati dal 2000 al 2007 nella Regione (vedi B1a 4);
2) gli indicatori di qualità (spesso definiti di efficacia ed efficienza), che sono propri del programma proposto perché interessano la capacità di recepire le esigenze della nuova organizzazione sanitaria.
L‟unità di misura di questo indicatore varia estremamente da intervento a intervento perché:
− nel caso di interventi di adeguamento di strutture operatorie, un indicatore importante è la percentuale degli incidenti sanitari prima e dopo l‟intervento;
− nel caso di interventi sui Pronto Soccorso, l‟indicatore è determinato dalla “capacità filtro” tra la richiesta della prestazione e il ricovero ospedaliero, determinata dal funzionamento di sistemi di Osservazione Breve Intensiva (O.B.I.).
3) gli indicatori del programma, più facili da definire perché la loro unità di misura può essere il semplice avanzamento dello stesso nell‟unità di tempo.
B4B Impatti del Programma
B4b 1 Accettabilità sociale del Programma
Il programma non presenta problemi di accettabilità sociale in quanto si presenta in contesto di conferma e di potenziamento di strutture esistenti.
Gli interventi previsti nel presente programma d‟investimento non prevedono il declassamento di servizi sanitari o una minore accessibilità ai servizi stessi per gli utenti delle Aziende interessate.
Tutti e sette gli interventi proposti, infatti, attuano una migliore e più razionale ma allo stesso tempo efficace azione migliorativa dei servizi e delle prestazioni offerte.
La riorganizzazione delle localizzazioni delle sedi di erogazione dei servizi ed in particolar modo le dismissioni di interi complessi ospedalieri è stata affrontata dalla Regione Veneto sin dalla fine degli anni ‟80. Prova ne è il fatto che ad oggi sono stati chiusi e/o riconvertiti ad altra funzione sociosanitaria oltre 30 presidi ospedalieri.
B4b 2 Valore aggiunto del Programma
Il valore aggiunto del Programma è determinato dal suo forte incardinamento con gli altri programmi di investimento e di strutturazione del territorio regionale, i cui termini economici sono stati ampiamente riportati nelle tabelle di cui sopra.
La proposta di accordo si inserisce pertanto nel percorso strategico generale di riorganizzazione della rete dei servizi ospedalieri, avviata sin dalla fine degli anni ‟80, confermando la continuità delle strategie regionali e aziendali/locali fin qui attuate; tale continuità si può considerare pertanto proprio quale valore aggiunto intrinseco al programma.
B4b 3 Health Technology Assessment
Gli interventi del programma non prevedono specifici utilizzi di alta tecnologia, ma esclusivamente un “attrezzamento standardizzato” degli spazi.
Vi è da precisare che la Regione ha comunque attivato un sistema di verifica della dotazione delle alte tecnologie alle strutture sanitarie indipendentemente dalle fonti di finanziamento delle stesse.
La Giunta Regionale ha infatti individuato nella Commissione Regionale per gli Investimenti in Tecnologia ed Edilizia (C.R.I.T.E.) l‟organo consultivo di verifica e di raccordo tra i vari aspetti degli investimenti in termini di impatto economico, sociale e strutturale.
La CRITE infatti, dopo la valutazione da parte delle Aziende delle richieste di prestazioni che giustifichino l‟introduzione di nuove apparecchiature, anche in riferimento alla rete di servizi esistenti nel bacino d‟utenza di riferimento, definisce il progetto tecnologico complessivo nel quale si descrivono i criteri generali di introduzione delle tecnologie, delle interazioni funzionali e operative tra le stesse, i criteri di recupero e di sostituzione delle apparecchiature.
Gli interventi inseriti nell‟Accordo, prevedono spazi e ambienti a servizio delle nuove tecnologie sicuramente adeguati sia dal punto di vista strutturale che impiantistico, con idonei percorsi di accesso per il personale e per gli utenti, compresi gli spazi di attesa; è altresì garantita la coerenza dei percorsi sanitari con quelli amministrativi.
Le apparecchiature che si prevede di realizzare sono riferite all‟ambito ordinario del servizio sanitario quali: attrezzature per sale operatorie e terapie intensive, apparecchiature radiologiche (TAC e RMN) nell‟ottica della sostituzione ed operando un ammodernamento legato alla vetustà operativa delle stesse.
B5 Sistemi di attuazione proposti
B5A Presupposti e sistemi di gestione del Programma
Si fa riferimento all‟esperienza già in essere nei precedenti Accordi di Programma basati sul sistema dell‟Osservatorio, previsto nell‟Accordo sulle Procedure del 28/02/2008 e recepito con DGRV n. 3778 del 02/12/2008.
B5B Monitoraggio
B5b 1 Monitoraggio finanziario
Per il monitoraggio finanziario occorre comunque far riferimento al Modulo C dell’Accordo tra il Governo, le Regioni, le Province Autonome, sancito il 19 dicembre 2002, concernente la semplificazione delle procedure per l‟attivazione dei programmi di investimento in sanità e al sistema “Osservatorio degli investimenti pubblici in sanità”.
B5b 2 Monitoraggio fisico
Anche sul monitoraggio finanziario si fa riferimento al Modulo C dell’Accordo tra il Governo, le Regioni, le Province Autonome di Trento e Bolzano, sancito il 19 dicembre 2002, concernente la semplificazione delle procedure per l‟attivazione dei programmi di investimento in sanità e al sistema “Osservatorio degli investimenti pubblici in sanità”.
C. APPENDICE: SCHEDE DI RIFERIMENTO
C 1 - Matrice del Quadro Logico
Logica di intervento | Indicatori oggettivamente verificabili | Fonti Di Verifica | Condizioni | |
Obiettivi generali | Descrizione degli obiettivi generali ed illustrazione: - della strategia che si intende seguire - della coerenza con altri livelli di Programmazion e | Definizione dei dati quantitativi sui - tempi - luoghi - costi - beneficiari - benefici attesi | Il Piano Socio Sanitario, che trova esplicitazione nelle DDGRV nn.: -3223/02 “L.R. 3.2.1996, n. 5, art. 14. Modifiche delle schede di dotazione ospedaliera di cui alla L.R. 39/1993, in attuazione del D.L. | Eventi, decisioni esterni all‟azione di programma che incidono sul raggiungime nto degli obiettivi programmati |
Obiettivi specifici | Descrizione del soddisfacimento di uno o più bisogni con l‟individuazione di obiettivi specifici che definiscono le caratteristiche degli Interventi oggetto dell‟Accordo di Programma | Impatto diretto di ogni singolo obiettivo specifico attraverso: - analisi costi/benefici, - entità dei benefici, - tempi e qualità degli obiettivi | 18.09.2001 n. 347, convertito nella L. 1611.2001 n. 405”, -751/05 “Modifica attinente ad aspetti gestionali e strutturali, delle schede di dotazione ospedaliera di cui alla L.R. 39/1993,approvate con DGR n. 3223 dell’8.11.2002”, -751/00 “Assistenza residenziale extraospedaliera intensiva ed estensiva – L.R. n. 5/06 (art. 13 c. 3 Art. 17) – PSSR 1996- 1998” | ci |
Obiettivi operativi | Descrizione dei risultati da conseguire nell‟ambito della programmazione per raggiungere gli obiettivi specifici | Definizione della dinamica temporale prevista per produrre gli obiettivi operativi |
Interventi | Interventi proposti con il DP, in grado di consentire il successo delle azioni di programma con raggiungimento degli obiettivi operativi SCHEDE INTERVENTI | Definizione del Costo Complessivo e dei Costi Unitari di realizzazione | -DGRV n° 1711 del 18.06.2004 “Fondo Sanitario Regionale in conto capitale. Metodologia per gli investimenti 2004/06 e attribuzione alle Aziende Ospedaliere e U.L.S.S. delle quote di finanziamento per gli interventi di adeguamento, strutturale e tecnologico alla L.R. 22/02”; DGRV n° 66 del 21.01.2005 “Art. 20 legge 67/88 – Legge regionale n° 01/2004 Metodologia per gli investimenti in conto capitale per opere di edilizia sanitaria di interesse regionale per il decennio 2004-2013 DGR 77/CR del 18.06.2004”; -DGRV n° 3741 del 26.11.2004 “Art. 36 L.R. 30.01.2004 n. 1 Criteri di applicazione. DGRV 81/CR del 18.06.2004”; -DGRV n° 391 del 11.02.2005 “DGR n. 66 del 21/1/2005 - settore socio sanitario. Programma investimenti quota 2002. Riconversione ospedaliera, diasabili e anziani non autosufficienti. (ls n. 67/1988 art. 20)”; |
C 2 - ANALISI S.W.O.T.
Il processo di analisi presuppone il porsi delle domande alle quali dare risposte adeguate. Una possibile traccia schematica è quella che si riporta di seguito.
⮚ Punti di forza (Strengths): Che vantaggi ho? Che cosa so fare bene? A quali risorse posso aver accesso? Che cosa gli altri concorrenti possono considerare come miei specifici “punti di forza”?
⮚ Punti di debolezza (Weaknesses): Che cosa possa migliorare concretamente? Che cosa faccio male che altri fanno meglio di me? Che cosa dovrei evitare?
⮚ Opportunità (Opportunities): Dove sono delle buone opportunità per questo settore/territorio? Quali sono i trends favorevoli in relazione a quanto ho definito come “presupposti” positivi?
⮚ Rischi (Threats):Che ostacoli ci troviamo ad affrontare? Quali sono le tendenze in relazione a quanto ho definito come “presupposti negativi”?
Il tutto va “condensato” nella matrice che si riporta di seguito.
Analisi SWOT
Interni | S. Forza | W. Debolezza |
Coerenza con la programmazione in corso e la sua collocazione all‟interno di un quadro programmatico certo e definito | -Vincoli strutturali che non permettono a pieno la realizzazione del modello di organizzazione sanitaria per intensità di cura -Vetustà degli ospedali | |
Esterni | O. Opportunità | T. Rischi |
Stabilità delle scelte strategiche a lungo termine (quadro decennale del programma di investimenti) indipendentemente dai quadri di riferimento dei possibili assetti istituzionali futuri | Sfasamnto temporale tra riorganizzazione funzionale e riorganizzazione strutturale |
C 3 - Obiettivi/Indicatori/Interventi
Obiettivi | Indicatori | |||||||
generali | specifici | Ente attuatore | operativi Interventi | codici | descrizione | Valore atteso | ||
G1 | S1 | Adeguamento sistema ospedaliero | Vedi schede degli interventi |
C 4 - Sintesi delle informazioni per autovalutazione
Riferimenti assunti dalla programmazione regionale degli investimenti
Intesa del 23 marzo 2005 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome Legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Finanziaria 2006)
Intesa del 28 marzo 2006 (Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa 2006-2008) Intesa del 5 ottobre 2006 tra Governo, Regioni e Province Autonome (Patto sulla salute) Leggi finanziarie 2007 e 2008 per le disposizioni concernenti il settore degli investimenti
NOTE | |
1. Promozione di processi di qualificazione della rete per l‟assistenza ospedaliera attraverso indirizzi e linee di razionalizzazione della funzione ospedaliera (Patto per la salute 4.6) 2. Perseguimento di uno standard di posti letto accreditati non superiore a 4,5 pl per 1000 abitanti comprensivi della riabilitazione e della lungo degenza post-acuzie (Intesa 23 marzo 2005, art. 4, lett. a) 3. Promozione del passaggio dal ricovero ordinario a quello diurno e potenziamento di forme alternative al ricovero ospedaliero (Intesa 23 marzo 2005, art. 4, lett. b) 4. Mantenimento del tasso di ospedalizzazione per ricoveri ordinari e per ricoveri in regime diurno entro il 180 per 1000 abitanti residenti, di cui quelli in regime diurno di norma pari al 20% (Intesa 23 marzo 2005, art. 4, lett. b) | La DGRV n. 3223/2002 stabilisce gli obiettivi regionali e determina: i posti letto per singola Azienda ULSS e Azienda Ospedaliera e la destinazione di ogni singolo Ospedale. Gli obiettivi generali sono: 4,5 posti letto per mille abitanti e tasso di ospedalizzazione al 160 per mille. |
5. Destinazione delle risorse residue a interventi per il rispetto dei requisiti minimi strutturali e tecnologici su interi presidi ospedalieri con numero di posti letto inferiore a 250 per acuti o a 120 per lungodegenza e riabilitazione (Finanziaria 2006, art. 1, comma 285) | Vengono destinate risorse per € 179.300.000,00 |
6. Destinazione al potenziamento ed ammodernamento tecnologico di una quota minima delle risorse residue pari al 15% (Intesa 23 marzo 2005, art. 10) 7. Innovazione tecnologica delle strutture del SSN, con particolare riferimento alla diagnosi e alla terapia nel campo dell‟oncologia e delle malattie rare (Patto per la salute 4.1) | Viene destinata la quota di € 54.576.346,07 pari al 35,09 delle risorse residue ex art. 20 |
8. Sviluppo ed implementazione dei percorsi diagnostici e terapeutici, sia per il livello ospedaliero che per il livello territoriale (Intesa 23 marzo 2005, art. 4, lett. g) 9. Realizzazione della continuità assistenziale dall‟ospedale al domicilio del cittadino / paziente (Patto per la salute 4.2) 10. Generalizzazione delle già consolidate forme aggregative presenti sul territorio con le Unità Territoriali di Assistenza Primaria (Patto per la salute 4.2) 11. Assicurare adeguati programmi di Assistenza Domiciliare Integrata e di Assistenza Residenziale e Semiresidenziale extraospedaliera (Intesa 23 marzo 2005, art. 4, lett. c) | |
12. Realizzazione da parte delle Regioni degli interventi previsti dal Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa (Finanziaria 2006, art. 1, comma 280) 13. Erogazione delle prestazioni ricomprese nei LEA, secondo standard di qualità e quantità 14. Riferimento al set di indicatori concordato tra Ministeri della Salute e dell‟Economia e Regioni a partire dal set di indicatori utilizzato dal Comitato permanente per la verifica dei LEA (Patto per la salute 2.4) |
15. Disponibilità sul sistema “Osservatorio degli investimenti pubblici in sanità” dei dati relativi agli accordi di programma già sottoscritti nonché da sottoscrivere ( Nota prot. n. 2749/DGPROG/7-P/I. 6 a h dell‟8/2/2006) | Sono disponibili sul sistema “Osservatorio”, dal dicembre 2005, i dati degli accordi di programma già sottoscritti (2000, 2001 e 2004) e quelli relativi al programma di cui all‟art. 71 L. 488/99 |
16. Valutazione della conformità alle disposizioni normative nazionali circa l‟utilizzo prioritario delle somme stanziate per gli Accordi di programma |
Correlazione dell‟A d P con atti di programmmazione regionale
ATTO CITATO NEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO | NOTE |
Piano Sanitario Regionale vigente | Rif. DDGRV 3223/2002 e 751/2005 |
Piano Rete Ospedaliera | |
Piano di rientro (per le Regioni interessate) |
Correlazione dell‟A d P con i finanziamenti precedenti
PROGRAMMA | PERCENTUALE DI AVANZIAMENTO FINANZIARIO (AL 30/09/2008) | NOTE |
Accordo di Programma del 22/06/2000 | 92% | |
Accordo di Programma del 18/04/2001 | 88% | |
Accordo di Programma del 01/09/2004 | 74% | |
Accordo di Programma del 02/10/2007 | 70% | |
Programma AIDS e malattie infettive | Oltre 95% | |
Programma libera professione | 55% | |
Programma materno infantile | / | |
Programma radioterapia | 100% | |
Inchiesta sugli ospedali incompiuti | / |
Obiettivi ed indicatori dell‟A d P
Obiettivi generali dell’A d p
Obiettivi | |
1 | Perseguimento e consolidamento standard di 4,5 posti letto per 1000 abitanti |
2 | Adeguamento delle strutture ai requisiti minimi per l‟esercizio |
3 | Miglioramento dell‟umanizzazione e dell‟assistenza tecnologica |
4 | Integrazione alla realizzazione di strutture per l‟attività libero professionale |
Obiettivi specifici dell’A d p
Obiettivi | |
1 | Realizzazione di nuovi ospedali/strutture ospedaliere o adeguamento |
2 | Completamento di precedenti interventi o di strumenti di programmazione |
3 | Dotazione di apparecchiature |
4 | Interventi volti alla sicurezza |
5 | Qualità interventi di adeguamento/accreditamento |
Obiettivi ed Indicatori del Nuovo Programma
Obiettivi | Presenza negli Accordi PRECEDENTI | Indicatori | Presenza negli Accordi PRECEDENTI |
NOTE (eventuali)
Quadro finanziario contenuto nella proposta di A d P
Esercizio Finanziario | Stato | Regione | Aziende | Altri Enti | Privati | Totale |
Anno2009 | € 155.526.921,38 | € 23.773.078,72 | / | € 179.300.000,00 | ||
86,74% | 13,26% | / | 100% |
Presenza nell‟A d P di quote di finanziamento per specifiche finalità
LINEE DI FINANZIAMENTO CORRELATE | NUMERO INTERVENTI INTERESSATI | IMPORTO FINANZIAMENTI | NOTE |
Programma art. 71 L 448 / 98 | / | ||
Programma AIDS e malattie infettive | / | ||
Programma libera professione | / | ||
Programma materno infantile | / | ||
Programma radioterapia | / | ||
Programma cure palliative | / | ||
Programma INAIL | / | ||
Altro (es. Fondi Aree Sottoutilizzate) | / |
Articolazione degli interventi dell‟A d P per tipologie
TIPOLOGIA | N° INTERVENTI PER CATEGORIA | LIVELLO DI PROGETTAZIONE | ||||
Studio di fattibilità | Documento preliminare alla progettazione | Progetto preliminare | Progetto definitivo | Progetto esecutivo | ||
Nuova costruzione | ||||||
Ristrutturazion e/Adeguamento normativo | 7 | 0 | 4 | 1 | 2 | / |
Restauro | ||||||
Manutenzione | ||||||
Completament o | ||||||
TOTALE | 7 | 0 | 4 | 1 | 2 | / |
Fabbisogno finanziario per obiettivi
OBIETTIVO SPECIFICO | N° Interventi Per obiettivo | Finanziamento Statale | Finanziamento Regionale/ Aziendale | Costo complessivo | INCIDENZA SUL PROGRAMMA ( % ) |
S1 | 7 | € 155.526.921,38 | € 23.773.078,72 | € 179.300.000,00 | 100% |
TOTALE | 7 | € 155.526.921,38 | € 23.773.078,72 | € 179.300.000,00 | 100% |
Fabbisogno finanziario per categorie
N° Interventi Per CATEGORIA | Finanziamento Statale | Finanziamento Regionale/ Aziendale | Costo complessivo | INCIDENZA SUL PROGRAMMA ( % ) | |
Ospedali | 7 | € 100.950.575,31 | € 23.773.078,72 | € 124.723.654,03 | 69,56% |
Assistenza territoriale | |||||
Assistenza residenziale | |||||
Sistemi informatici | |||||
Apparecchiature(*) | 7 | € 54.576.346,07 | € 54.576.346,07 | 30,44% | |
Altro | |||||
TOTALE | 7 | € 155.526.921,38 | € 23.773.078,72 | € 179.300.000,00 | 100% |
(*) Ciascuno dei 7 interventi ha una parte di risorse destinata alle apparecchiature
Fabbisogno finanziario per tipologie di intervento
N° Interventi Per TipologIA | Finanziamento Statale | Finanziamento Regionale | Altri Finanziamenti | Costo COMPLESSIVO | INCIDENZA SUL PROGRAMMA ( % ) | |
a)Nuova costruzione | ||||||
b)Ristrutturazione | 7 | € 100.950.575,31 | 8.000.000,00 | 15.773.078,62 | € 124.723.654,03 | 69,56 |
c)Restauro | ||||||
d)Manutenzione | ||||||
e)Completamento | ||||||
f)Acquisto di Immobili | ||||||
g)Acquisto di attrezzature (*) | 7 | € 54.576.346,07 | € 54.576.346,07 | 30,44% |
(*) Ciascuno dei 7 interventi ha una parte di risorse destinata alle apparecchiature
Verifica dell‟analisi di contesto
Presenza assenza | Evidenziazione di particolari fenomeni | |
P- A | ||
A1 - Quadro demografico della Regione | P | scostamenti dalla media nazionale per determinate fasce, particolari distribuzioni della popolazione sul territorio |
A2 - Quadro epidemiologico della Regione | P | scostamenti dalla media nazionale per incidenze o mortalità sul territorio |
A3 - Quadro della mobilità passiva intra ed extra regionale | P | specialità interessate da mobilità passiva extraregionale con regioni non contigue, presenza di poli di attrazione |
A4 - Analisi della domanda di prestazioni sanitarie | P | bacini di utenza su scala regionale o sub-regionale |
A5 - Analisi dell’offerta | P | collocazione dei presidi in funzione del ruolo che ricoprono nella rete |
A6 - Criticità di accesso ai percorsi diagnostici- terapeutici | P | analisi delle liste di attesa per particolari tipologie di prestazioni |
Analisi dell‟offerta attuale
DATO REGIONALE | DATO NAZIONALE | NOTE | |
Numero Posti letto per acuti per 1000 abitanti pubblici Privati | 14.485 3.507 | ||
Numero Posti letto per riabilitazione e lungodegenza per 1000 abitanti pubblici Privati | |||
Tasso di ospedalizzazione per acuti | 164,24 | ||
Mobilità passiva per acuti | 32.593 | ||
Casi trattati in Assistenza Domiciliare Integrata per 1.000 residenti | 14.272 | ||
% Anziani trattati in Assistenza Domiciliare Integrata | |||
Posti in strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali per 100.000 residenti | |||
Posti in centri di riabilitazione residenziali e semiresidenziali per 100.000 residenti |
Analisi dell‟offerta ex post prevista a seguito degli interventi
NOTE | |
Costruzione di nuovi ospedali in sostituzione di presidi esistenti | |
Potenziamento o realizzazione di centri di riferimento | |
Riconversione di ospedali ad altre funzioni sanitarie | |
Raggiungimento di 250 pl per acuti o 120 pl per lungodegenza e riabilitazione | |
Adeguamento ai requisiti minimi di presidi con meno di 250 pl per acuti o di 120 pl per lungodegenza e riabilitazione | |
Posti letto per acuti per 1000 abitanti | |
Posti letto per riabilitazione e lungodegenza per 1000 abitanti | |
Posti in strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali per 100.000 residenti | |
Posti in centri di riabilitazione residenziali e semiresidenziali per 100.000 residenti |