ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI SVILUPPO LOCALE: INTERVENTI PER LA VALORIZ Z A Z I ONE TURISTICA E DEL PATRIMONIO CULTURALE
Ministero dell’economia e delle finanze
Ministero per i beni e le attività culturali
Regione del Veneto
INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
E LA GIUNTA DELLA REGIONE DEL VENETO
ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI SVILUPPO LOCALE: INTERVENTI PER LA
VALORIZ Z A Z I ONE TURISTICA E DEL PATRIMONIO CULTURALE
Roma, Giugno 2002
INDICE
Articolo 1 - Finalità e obiettivi 4
Articolo 2 - Impegni dei soggetti sottoscrittori 5
Articolo 3 - Flusso informativo 6
Articolo 4 - Copertura finanziaria 6
Articolo 5 - Responsabile dell’attuazione dell’Accordo di programma quadro 7
Articolo 6 - Soggetto responsabile del singolo intervento 7
Articolo 7 - Procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti tra i soggetti partecipanti all’Accordo 8
Articolo 8 - Poteri sostitutivi in caso di inerzia, ritardi e inadempienze. 8
Articolo 9 - Disposizioni generali 9
Allegato 1 - RELAZIONE TECNICA 11
1. Obiettivi dell’accordo. 12
1.1 La programmazione comunitaria 13
1.2 Patti Territoriali 14
2. Gli interventi 18
2.1 Principali caratteristiche 18
2.2 Completamento dei lavori di restauro del complesso conventuale annesso alla Chiesa dei Frati Minori di Sanguinetto 19
2.3 Recupero statico – restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Chiesa di San Xxxxxxx a Gosaldo (BL) 24
2.4 Recupero e valorizzazione del sito minerario di Valle Imperina, in Rivamonte Agordino (BL). 28
2.5 Restauro di immobili monumentali sul Colle della Rocca di Monselice (PD). 36
2.6 Completamento della realizzazione del Centro Termale di Val Grande, comprensivo di dotazioni di completamento, in Comune di Comelico Superiore (BL) 38
2.7 Completamento del Complesso Museale del Monte Rite, in Comune di Cibiana (BL) 44
2.8 Quadro finanziario degli interventi 46
Allegato 2 - ANALISI SWOT 47
Allegato 3 - SCHEDE INTERVENTO 58
PREMESSE
VISTO l’articolo 2, comma 203 della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e successive modificazioni ed integrazioni, che detta la disciplina della programmazione negoziata;
VISTA in particolare la lettera c) dello stesso comma 203 che definisce e delinea i punti cardine dell’Accordo di Programma Quadro, quale strumento della programmazione negoziata, dedicato alla attuazione di un’Intesa Istituzionale di Programma per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati e che fissa le indicazioni che l’Accordo di Programma Quadro deve contenere;
VISTA la delibera CIPE 21 marzo 1997 concernente la disciplina della programmazione negoziata e, in particolare, il punto 1 sull’Intesa istituzionale di programma nel quale, alla lettera b), è previsto che gli accordi di programma quadro da stipulare dovranno coinvolgere nel processo di negoziazione gli organi periferici dello Stato, gli enti locali, gli enti sub-regionali, gli enti pubblici e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato al processo e contenere tutti gli elementi di cui alla lettera c) del comma 203 dell’art. 2 della legge n. 662/1996;
VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni e integrazioni, recante “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”;
VISTO il decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modificazioni e integrazioni, recante “Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'art. 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421”;
VISTA la legge 11 febbraio 1994, n.109 recante “ Legge quadro in materia di lavori pubblici” e successive modificazioni ed integrazioni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367 e successive modificazioni e integrazioni, concernente “Regolamento recante semplificazione e accelerazione delle procedure di spesa e contabili”;
VISTO l’art.3, comma 83, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e successive modificazioni e integrazioni;
VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive modificazioni ed integrazioni, recante: “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa”;
VISTA la legge 15 maggio 1997, n. 127 e successive modificazioni ed integrazioni, recante: “Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo”;
VISTO l’art. 15, comma 4, del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, convertito, con modificazioni,
dalla legge 30 marzo 1998, n. 61, che integra l’art. 2, comma 203, lettera b), della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e l’art. 10, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile
1994, n. 367;
VISTO il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”;
VISTO il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, recante “Istituzione del Ministero per i beni e le attività culturali a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”;
VISTO il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, recante "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n.352";
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1999, n.554 “Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11febbraio 1994, n.109, e successive modificazioni”;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 29/12/2000, n. 441 recante “Regolamento recante norme di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali”;
VISTO il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, recante "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali";
VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, recante: “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche Amministrazioni”;
VISTA la deliberazione CIPE del 6 agosto 1999, n. 142 che assegna alla Regione Veneto 50,400 mld di lire;
VISTA la deliberazione CIPE del 15 febbraio 2000, n. 14, recante “Riparto risorse aree depresse 2000-2002 legge finanziaria 2000 (tab. d) ”;
VISTA la delibera CIPE 25 maggio 2000, n. 44, “Accordi di programma quadro. Gestione degli interventi mediante applicazione informatica”;
VISTA la delibera CIPE del 4 agosto 2000, n. 84, “Legge 488/99: riparto e finalizzazione di quote di cui al punto 1 (Attività produttive) e delle risorse di cui al punto 3 (Infrastrutture) della delibera CIPE n. 14/2000”, nell’ambito della quale, relativamente alle risorse destinate alle infrastrutture, è stabilito che:
a) le risorse sono attribuite alle Intese Istituzionali di Programma, da finalizzare nell’ambito di accordi di programma quadro tra le singole Regioni e le Amministrazioni centrali;
b) le suddette risorse, in conformità ai contenuti della delibera CIPE del 15 febbraio 2000, n. 14/2000, sono finalizzate prioritariamente ad interventi infrastrutturali ricompresi nei due assi
della mobilità, da un lato, e del ciclo integrato dell’acqua e del riassetto idrogeologico, dall’altro, ivi inclusi l’uso irriguo ed il recupero di sicurezza da rischio idrogeologico;
c) la quota di risorse finanziarie attribuite alla Regione Veneto ammonta a complessivi 61.843 mld ;
VISTA la delibera CIPE del 21 dicembre 2000, n. 138, “Riparto risorse aree depresse per il triennio 2001/2003”, nell’ambito della quale, relativamente alle risorse della stessa destinate alle infrastrutture, è stabilito che:
a) si confermano per il triennio 2001/2003 gli indirizzi indicati dalla delibera CIPE n. 84/00 per la finalizzazione prioritaria degli interventi infrastrutturali;
b) la quota di risorse finanziarie attribuite alla Regione Veneto ammonta a complessivi 61.843 mld;
VISTE le dichiarazioni di nulla osta delle Soprintendenze per i Beni Ambientali e Architettonici della Regione Veneto tra le quali:
• Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale, Prot. N° 4940 del 29. 11. 2001 e Prot. N° 1253. del 2002
• Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona, Prot. N° 09733/X del 07. 11. 2001
VISTA l’Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo e la Regione Veneto approvata con delibera CIPE del 03 maggio 2001 e sottoscritta il 09 maggio 2001, da attuarsi anche attraverso la stipulazione dell’Accordo di Programma Quadro per il settore dei beni e delle attività culturali in materia di sviluppo locale;
CONSIDERATO in particolare l’impegno sottoscritto per la stipulazione dell’Accordo di programma quadro per il settore Sviluppo locale;
CONSIDERATO che gli interventi previsti nel presente Accordo di Programma Quadro sono coerenti con lo schema di Programma Regionale di Sviluppo della Regione Veneto;
VISTA la deliberazione regionale n. 1458 del 7 Giugno 2002 che approva il presente Accordo di programma quadro;
CONSIDERATO l’impegno e l’interesse delle Amministrazioni interessate ad avviare successivamente a questo accordo la definizione di un ulteriore accordo di programma quadro specifico in materia di beni ed attività culturali;
il Ministero per i Beni e le Attività culturali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione del Veneto stipulano il seguente
ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI SVILUPPO LOCALE: INTERVENTI PER LA VALORIZZAZIONE TURISTICA E DEL PATRIMONIO CULTURALE
Articolo 1 - Finalità e obiettivi
1. Il presente Accordo di Programma Quadro rappresenta un punto di riferimento per lo sviluppo dell’economia locale di una serie di centri minori del Veneto e relativi sistemi locali di
riferimento -ovvero Sanguinetto (VR) nell’area del Patto territoriale “Basso Veronese e Colognese”, Monselice (PD) nell’area del Patto territoriale della “Bassa Padovana”, Gosaldo, Rivamonte Agordino, Cibiana di Cadore e Comelico Superiore (BL) nell’area distrettuale dell’occhialeria, - ed è finalizzato a:
▪ sostenere lo sviluppo locale in aree svantaggiate, al fine di ridurre il “gap” di sviluppo tra aree marginali e centrali della regione;
▪ valorizzare il patrimonio storico-architettonico e culturale delle aree considerate, al fine di promuoverne lo sviluppo;
2. Tale azione comune tra Regione Veneto e Governo Italiano viene avviata secondo le linee programmatiche di cui alla relazione tecnica (Allegato 1) e le analisi riportate nell’Allegato 2, parti integranti del presente Accordo, e si ispira alle seguenti principali linee strategiche:
• avviare interventi in aree distrettuali, caratterizzate da mono-specializzazione produttiva, al fine di una loro maggiore diversificazione economica e della promozione di processi di sviluppo sostenibile, imperniati sull’utilizzo del potenziale attrattivo di beni ambientali, paesaggistici e culturali;
• proseguire l’attività di sostegno allo sviluppo locale sulla base delle strategie dettate ed applicate dalla programmazione comunitaria, nazionale e regionale , in presenza di un disegno locale di sviluppo concertato e condiviso;
• completare opere già oggetto di interesse per la programmazione regionale, ed in linea con le linee programmatiche riaffermate nel recente Docup 2000 – 2006, in particolare l’Asse 3 “Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale”.
3. Nelle schede identificative riportate nell’allegato 3, parte integrante del presente atto, sono individuati per ciascun intervento i soggetti sottoscrittori, i soggetti attuatori, il responsabile di procedimento del soggetto attuatore, i contenuti progettuali, il costo complessivo, il fabbisogno finanziario e la sua articolazione nel tempo, con individuazione delle specifiche fonti di copertura, l’impegno finanziario di ciascun soggetto, i tempi di attuazione e le procedure tecnico/amministrative necessarie per l’attuazione degli interventi stessi.
Articolo 2 - Impegni dei soggetti sottoscrittori
1. Nello svolgimento dell’attività di propria competenza i sottoscrittori del presente Accordo di Programma Quadro si impegnano:
a) a rispettare i termini concordati ed indicati nelle schede di intervento allegate al presente Accordo di Programma Quadro;
b) ad utilizzare forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento, con il ricorso in particolare agli strumenti di semplificazione dell’attività amministrativa e di snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo previsti dalla vigente normativa, eventualmente facendo ricorso agli Accordi previsti dall’art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241;
c) a procedere periodicamente, alla verifica dell’Accordo e, se necessario, a proporre gli eventuali aggiornamenti ai soggetti responsabili dell’attuazione del presente Accordo di Programma Quadro;
d) ad attivare ed utilizzare a pieno ed in tempi rapidi tutte le risorse finanziarie individuate nel presente Accordo di Programma Quadro per la realizzazione delle diverse attività e tipologie di
intervento;
e) a rimuovere gli ostacoli che dovessero presentarsi in ogni fase procedurale per la realizzazione degli interventi, accettando, in caso di inerzia, ritardo o inadempienza, le misure che sono adottate dal Comitato Istituzionale di Gestione, ai sensi del successivo art. 9.
2. I soggetti sottoscrittori si impegnano a realizzare gli interventi anche favorendo l’eventuale coinvolgimento dei soggetti pubblici o privati la cui azione sia rilevante per il perseguimento degli obiettivi individuati.
Articolo 3 - Flusso informativo
1. Il Ministero per i beni e le attività culturali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione del Veneto si impegnano a dar vita ad un flusso informativo sistematico e costante al fine di consolidare un processo stabile di concertazione e condivisione dei reciproci programmi di attività relativamente all’ambito territoriale della Regione. Lo scambio di informazioni avverrà semestralmente, in coincidenza con il monitoraggio.
Articolo 4 - Copertura finanziaria
1. Il quadro finanziario complessivo del presente Accordo di Programma Quadro ammonta complessivamente a 8,005 milioni di Euro (pari a 15.500 milioni lire) la cui copertura finanziaria è riportata nella seguente tabella:
Fonte di finanziamento | Euro | Lire |
Stato Ministero Economia e finanze: CIPE 84/00 | 5.396.974,60 | 00.000.000.000 |
Comuni | 77.468,00 | 000.000.000 |
Province | 103.291,00 | 000.000.000 |
Regione - L.R. 28.01.00, n. 5 (Xxxxxxxxx 2001) - L.R. 28.01.00, n. 5 (Xxxxxxxxx 2002) | 867.131,13 1.560.216,29 | 1.679.000.000 3.021.000.000 |
TOTALE | 8.005.081,93 | 15.500.000.000 |
2. Nel caso in cui, per ragioni sopravvenute, uno o più degli interventi previsti dal presente Accordo non siano realizzabili, si applicano le disposizioni concernenti la riprogrammazione, revoca e/o rimodulazione degli interventi, di cui all’articolo 12 (Verifica e aggiornamento dell’Intesa) dell’Intesa Istituzionale di Programma.
3. La Regione del Veneto garantisce il rispetto degli impegni, anche quelli finanziari riportati nella tabella del comma 1 del presente articolo, assunti dagli enti locali per l’attuazione degli interventi del presente accordo.
4. Le eventuali economie degli interventi finanziati sono riprogrammate con le modalità previste dall’art. 12 (Verifica e aggiornamento dell’Intesa) dell’Intesa Istituzionale di Programma.
5. La gestione finanziaria degli interventi può attuarsi secondo le procedure e le modalità previste dall’articolo 8 del D.P.R 20 aprile 1994, n. 367 e successive modificazioni
Articolo 5 - Responsabile dell’attuazione dell’Accordo di programma quadro
1. Ai fini del coordinamento e della vigilanza sull’attuazione del presente Accordo, i soggetti firmatari individuano quali responsabili dell’attuazione del presente Accordo di Programma Quadro:
• Il Dirigente responsabile della Direzione Programmazione della Regione Veneto – dr. Xxxxx Xxxxxxx;
• il Soprintendente Regionale per i beni e le attività culturali del Veneto - dott.ssa Xxxxxx Xxxxxx Xxxxx.
2. I responsabili dell’attuazione dell’Accordo hanno il compito di:
a) rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori;
b) governare il processo complessivo di realizzazione degli interventi ricompresi nell’Accordo, attivando le risorse tecniche e organizzative necessarie alla sua attuazione;
c) promuovere, di concerto con responsabili dei singoli interventi di cui al successivo art. 6, le eventuali azioni e iniziative necessarie a garantire il rispetto degli impegni e degli obblighi dei soggetti sottoscrittori dell’Accordo;
d) monitorare in modo continuativo, coordinando i responsabili di procedimento degli interventi ex art.7 DPR 21.12.1999, n.554 indicati nelle schede di cui all’Allegato 3, lo stato di attuazione dell’Accordo, secondo le modalità indicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze;
e) trasmettere al Comitato Paritetico di Attuazione, con cadenza semestrale, la scheda aggiornata di ciascun intervento, comprensiva di ogni informazione utile a definire lo stato di attuazione unitamente ad una relazione di monitoraggio esplicativa che descrive i risultati conseguiti e le azioni di verifica svolte, l'indicazione di ogni ostacolo amministrativo, finanziario o tecnico che si frapponga alla realizzazione degli interventi e la proposta delle relative azioni da intraprendere, la disponibilità di risorse non utilizzate ai fini dell'assunzione di eventuali iniziative correttive o di riprogrammazione, revoca e/o rimodulazione degli interventi;
Articolo 6 - Soggetto responsabile del singolo intervento
1. Ai fini della realizzazione e del relativo monitoraggio di tutte le fasi degli interventi infrastrutturali oggetto del presente Accordo di Programma Quadro, i soggetti firmatari dell’Accordo individuano quali soggetti responsabili dei singoli interventi i "responsabili unici di procedimento" che, ad integrazione delle funzioni previste dall'art. 8 del DPR 21.12.1999, n. 554 (Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11.2.1994 n.109 e successive modificazioni), svolgono ai fini del presente accordo i seguenti compiti:
a. pianificare il processo operativo teso alla completa realizzazione dell’intervento attraverso la previsione dei tempi, delle fasi, delle modalità e dei punti - cardine, adottando un modello metodologico di pianificazione e controllo riconducibile al project management;
b. organizzare, dirigere, valutare e controllare l’attivazione e la messa a punto del processo
operativo teso alla completa realizzazione dell’intervento;
c. monitorare costantemente l’attuazione degli impegni assunti dei soggetti sottoscrittori, ponendo in essere tutte le azioni opportune e necessarie al fine di garantire la completa realizzazione dell’intervento nei tempi previsti e segnalando tempestivamente al Responsabile dell’APQ gli eventuali ritardi e/o ostacoli tecnico - amministrativi che ne dilazionano e/o impediscono l’attuazione;
d. compilare con cadenza almeno semestrale le schede di monitoraggio degli interventi, comprensive di ogni informazione utile a definire lo stato di attuazione dello stesso, e trasmetterla al Responsabile dell’Accordo, unitamente ad una relazione esplicativa contenente la descrizione dei risultati conseguiti e le azioni di verifica svolte, l’indicazione di ogni ostacolo amministrativo, finanziario o tecnico che si frapponga alla realizzazione dell’intervento.
Articolo 7 - Procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti tra i soggetti partecipanti
all’Accordo
1. In caso di insorgenza di conflitti, tra due o più soggetti partecipanti all’Accordo sottoscritto, in merito all’interpretazione ed attuazione dello stesso, il Comitato Paritetico di Attuazione, su segnalazione del Responsabile dell’Accordo Quadro, ovvero su istanza di uno dei soggetti interessati dalla controversia, ovvero anche d’ufficio, convoca le parti in conflitto per l’esperimento di un tentativo di conciliazione.
2. Qualora in tale sede si raggiunga un’intesa idonea a comporre il conflitto, si redige processo verbale nel quale sono riportati i termini della conciliazione. La sottoscrizione del verbale impegna i firmatari all’osservanza dell’accordo raggiunto.
3. Qualora, invece, le controversie permangano, il Comitato di attuazione rimette la questione al Comitato Istituzionale di gestione.
Articolo 8 - Poteri sostitutivi in caso di inerzia, ritardi e inadempienze.
1. L’esercizio dei poteri sostitutivi si applica in conformità con quanto previsto dall’ordinamento vigente.
2. L’inerzia, l’omissione e l’attività ostativa riferite alla verifica e al monitoraggio da parte dei soggetti responsabili di tali funzioni costituiscono agli effetti del presente accordo fattispecie di inadempienza.
3. Nel caso di ritardo, inerzia o inadempimenti, il responsabile dell’Accordo di Programma Quadro invita il soggetto al quale il ritardo, l’inerzia o l’inadempimento sono imputabili ad assicurare che la struttura da esso dipendente adempia entro un termine prefissato.
4. Il soggetto sottoscrittore cui è imputabile il ritardo, l’inerzia o l’inadempimento è tenuto a far conoscere entro il termine prefissato, al soggetto responsabile dell’Accordo le iniziative assunte e i risultati conseguiti.
5. In caso di ulteriore inottemperanza, il responsabile dell’Accordo invia gli atti, con motivata relazione, al Comitato paritetico di attuazione, formulando, se del caso, una proposta circa le misure da adottare in via sostitutiva.
6. Il Comitato paritetico di attuazione propone al Comitato istituzionale di gestione dell’Intesa le misure da adottare in relazione all’inottemperanza segnalata.
7. Ove le azioni di cui ai commi precedenti non garantiscano il risultato dell’adempimento o lo garantiscano in modo insufficiente, il Comitato Istituzionale di Gestione attiva le procedure per la revoca del finanziamento in ragione della titolarità dei fondi.
8. La revoca del finanziamento non pregiudica l’esercizio di eventuali pretese risarcitorie nei confronti del soggetto cui sia imputabile l’inadempimento per i danni arrecati. Ai soggetti che hanno sostenuto oneri in conseguenza diretta dell’inadempimento contestato compete comunque l’azione di ripetizione degli oneri medesimi.
9. Le risorse revocate possono essere riprogrammate nell’ambito del presente Accordo o in sede di rinegoziazione degli obiettivi dell’Intesa Istituzionale di Programma, ai sensi dell’articolo 12 della medesima.
Articolo 9 - Disposizioni generali
1. Il presente Accordo di Programma Quadro è vincolante per tutti i soggetti sottoscrittori.
2. Previa approvazione del Comitato Istituzionale di Gestione, possono aderire all’Accordo stesso altri soggetti pubblici e privati rientranti tra quelli individuati alla lettera b) del punto 1.3 della delibera CIPE 21 marzo 1997, la cui partecipazione sia rilevante per la compiuta realizzazione dell’intervento previsto dal presente Accordo. L’adesione successiva determina i medesimi effetti giuridici della sottoscrizione originale.
3. L’Accordo ha durata fino al completamento delle opere previste, è prorogabile e può essere modificato o integrato per concorde volontà dei partecipanti in conformità ai principi di verifica e aggiornamento dell’Intesa di cui all’articolo12 della stessa Intesa.
4. Qualora l’inadempimento di una o più delle parti sottoscrittrici comprometta l’attuazione di un intervento previsto nell’Accordo Quadro, sono a carico del soggetto inadempiente le spese sostenute dalle altre parti per studi, piani, progetti e attività poste in essere al fine esclusivo di mantenere gli impegni assunti con l’Accordo stesso.
5. Alla scadenza dell’Accordo, ovvero allorquando se ne presenti la necessità, il Comitato Paritetico di Attuazione, su segnalazione del Responsabile dell’Accordo, è incaricato della risoluzione delle eventuali incombenze derivanti dalla sussistenza di rapporti pendenti e di attività non ultimate.
Roma, 19 Giugno 2002
Ministero dell’economia e delle finanze
Direttore Generale del Servizio per le politiche di sviluppo territoriale
Xxxxxxxxx Xxxxx
Ministero per i beni e le attività culturali
Il Segretario Generale
Xxxxxxx Xxxxx
Regione del Veneto
Assessore alle politiche di bilancio
Xxxxxxxxxx Xxxxxxx
Ministero dell’economia e delle finanze
Ministero per i beni e le attività culturali
Regione del Veneto
INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
E LA GIUNTA DELLA REGIONE DEL VENETO
ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI SVILUPPO LOCALE: INTERVENTI PER LA VALORIZ Z A Z I ONE TURISTICA E DEL PATRIMONIO CULTURALE
ALLEGATO 1 - RELAZIONE TECNICA
Roma, Giugno 2002
RELAZ I ONE TECNICA
Come evidenziato nell’analisi SWOT del DOCUP Obiettivo 2 2000 – 2006, di cui all’Allegato 2 si allega uno stralcio, le aree territoriali interessate dal presente accordo sono caratterizzate da un’economia locale specializzata in alcuni limitati settori produttivi.
La presenza di risorse naturali e di beni ambientali ed architettonici non è al momento pienamente valorizzata, mentre può favorire lo sviluppo di attività economiche diverse da quelle industriali di tipo distrettuale, con un’importante funzione di diversificazione.
Con le risorse finanziarie che di volta in volta si rendono disponibili la Regione Veneto sta cercando di favorire investimenti fissi pubblici e privati nei così detti “attrattori turistici” nonché favorire lo sviluppo di nuova imprenditorialità ( es. nell’area del Cadore).
1. Obiettivi dell’accordo.
Il presente Accordo di Programma Quadro, al fine di perseguire le finalità e gli obiettivi sanciti nell’art. 1, si propone il completamento funzionale di interventi complessi, riguardanti il recupero di beni monumentali ed ambientali. In questo modo verranno costituiti assetts locali attorno ai quali, in sinergia con altri interventi realizzati nell’ambito della programmazione comunitaria e dei Patti Territoriali, promuovere l’incremento del turismo ed altre attività di indotto , al fine di favorire un processo di sviluppo auto – propulsivo.
Infatti, le linee guida perseguite nella programmazione delle risorse comunitarie, relative a “turismo ambiente” e “turismo cultura”, comprendono e danno impulso a meccanismi di sviluppo locale sostenibile, in grado di creare opportunità occupazionali in ambiti economici marginali, informati, anche, alla diversificazione settoriale, verso un incremento delle attività di servizio legate all’utilizzo e valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e paesaggistiche.
Si tratta dunque di interventi volti a favorire lo sviluppo locale in aree svantaggiate, collocate in Obiettivo 2, e coerenti con le azioni intraprese nell’ambito del DOCUP Obiettivo 2 2000 – 2006 e con altre iniziative di sviluppo locale avviate dalla regione, descritte nei paragrafo 1.1 e 1.2.
Nel complesso le priorità che hanno indirizzato nella scelta degli interventi sono:
• attuare completamenti di interventi già finanziati nel passato;
• essere parte di un programma coordinato di iniziative per lo sviluppo locale dell’area, sia a scala regionale sia a livello locale, nei quali sono perseguite azioni nei settori “turismo - ambiente” e “turismo - cultura”;
• essere ubicati in “sistemi produttivi locali” distrettuali maturi;
Rispetto alla loro localizzazione, i sei interventi prescelti sono ubicati in tre diverse aree “svantaggiate” del territorio regionale:
• quattro in provincia di Belluno, uno in un’area montana situata all’interno del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi; uno in cima al Monte Rite nella zona del Cadore ed un altro in Comune di Comelico Superiore; un quarto nel comune di Gosaldo, collocato in un’area di alta montagna, oggetto di intervento, al fine, proprio di ampliare i circuiti turistici stagionali.
• uno nella Bassa Padovana, area vicina alla zona termale di Abano Terme, turisticamente
matura e predisposta a far confluire numerosi turisti al complesso monumentale del Castello Cini di Monselice
• uno nella Bassa Veronese, in un’area ancora turisticamente povera, ma da valorizzare attraverso il recupero dei beni monumentali presenti da immettere successivamente negli esistenti percorsi turistici.
1.1 La programmazione comunitaria
La strategia nel DOCUP regionale 2000-2006, in particolare per l'Asse 3 " Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale e d ambientale" – nell’ambito della misura 3.2 "Diversificazione dell'offerta turistica e prolungamento della stagionalità" - prevede interventi di recupero e valorizzazione dei beni ambientali, artistici, culturali connessi con funzioni turistiche.
Più precisamente l’Asse 3 prevede:
“Al fine di valorizzare tematismi ed aree le misure saranno attuate tramite progetti che promuovono la convergenza tra gli interventi pubblici, per la realizzazione di infrastrutture, azioni promozionali e di animazione, e quelli privati, per gli investimenti produttivi su obiettivi determinati e per aree territoriali storicamente, culturalmente ed ambientalmente omogenee. I progetti integrati proposti sviluppano due temi fondamentali per la qualificazione dell’offerta turistica: il patrimonio culturale ed il patrimonio ambientale. La misura prevede l’assegnazione di contributi alle piccole e medie imprese turistiche o che operano nel settore turistico che intendono riqualificare strutture ricettive, strutture ed infrastrutture complementari alla capacità ricettiva locale nonché per acquisire servizi e sviluppare attività di ricerca e innovazione all’interno dei progetti integrati di seguito elencati:
• le lagune e l’entroterra
• la montagna veneta
o le Dolomiti e le Prealpi;
o l’altopiano di Asiago;
o le piccole Dolomiti;
o i monti Lessini e il monte Baldo;
• i parchi nazionali, regionali e le riserve naturali
o il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e aree protette limitrofe;
o il Parco regionale dei Colli Euganei e aree protette limitrofe;
o il Parco regionale della Lessinia e aree protette limitrofe;
o il Parco regionale del Delta del Po e aree protette limitrofe.
• le città murate e i sistemi fortificati;
• le Ville Venete; itinerari e sistemi fluviali.
La misura si articola in varie azioni tra cui le seguenti:
• Azione b) interventi di recupero e valorizzazione dei beni ambientali, architettonici, artistici, culturali connessi con funzioni turistiche, quali itinerari e percorsi turistici, musei, teatri storici, architetture militari, manufatti rurali tradizionali, città murate, castelli, monasteri, abbazie, siti d’interesse storico-archeologico; Ville Venete ivi compresi parchi e
giardini storici annessi.
• Azione c) recupero, valorizzazione, riqualificazione per interventi finalizzati alla realizzazione di strutture per ricettività a basso costo e/o per giovani, quali ostelli per la gioventù, centri soggiorno studi; centri di informazione al turista, centri di educazione ambientale, aree per la sosta dei camper.
Allo stato attuale la regione Veneto ha in corso l’individuazione degli interventi secondo i criteri e le modalità previste dal Complemento di Programmazione.
1.2 Xxxxx Xxxxxxxxxxxx
Diversi interventi proposti in questo accordo sono inoltre inseriti in progetti di sviluppo locale avviati negli ultimi mesi. La Regione Veneto ha infatti aderito ad un numero significativo di “accordi locali per lo sviluppo delle attività economiche e dell’occupazione” (Patti territoriali), frutto di processi di concertazione ed azioni di partenariato su scala locale, alcune ancora in corso, iniziative che rappresentano importanti contesti di riferimento per l’attuazione delle politiche e dei programmi regionali.
Iniziative quest’ultime sancite dalla Legge regionale 6 aprile 1999, n. 13, relativa a “Interventi regionali per i Patti territoriali”.
Più precisamente con la Legge regionale 6 aprile 1999, n. 13, la Regione può effettuare tutta una serie di interventi nelle aree dei Patti Territoriali ed in particolare all’art. 5 “la Giunta Regionale, dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa può, inoltre, anche alternativamente fra di loro:
a) attribuire a titolo di priorità ai soggetti dell’area interessata dal patto territoriale, che inoltrano domanda per l’ammissione a agevolazioni, contributi, sovvenzioni, incentivi e benefici per iniziative o azioni coordinate con il patto territoriale;
b) prendere in considerazione le iniziative previste dal patto territoriale al fine di valutare un eventuale inserimento delle stesse tra i programmi di rilevanza comunitaria;
c) concorrere al finanziamento di azioni comprese nel patto territoriale, per la quota non finanziata da altre parti;
Tale impostazione è stata recepita anche dai documenti programmatici dei relativi Xxxxx Xxxxxxxxxxxx, che di volta in volta hanno posto in luce il fatto che le aree interessate trovandosi in zone periferiche, sono investite solo marginalmente dal cosiddetto modello di sviluppo veneto e presentano situazioni fragili che si traducono in redditi, occupazione e sviluppo più bassi se confrontati con la media regionale. In termini complessivi l'area delimitata presenta, nella difformità, alcuni elementi comuni che emergono con particolare accentuazione se rapportati alla regione nel suo complesso. Tra questi vanno senza dubbio ricordati i problemi relativi allo spopolamento, all'occupazione, alle risorse non sufficientemente valorizzate.
Sotto l'aspetto territoriale, dunque, alle politiche regionali è affidato il compito di rafforzare i sistemi produttivi, anche con un'adeguata offerta di servizi per le imprese, e di stimolare l'imprenditorialità agendo sui fattori endogeni del territorio.
Di seguito è riportata una descrizione dei temi trattati nei singoli Xxxxx Xxxxxxxxxxxx :
1.2.1 Patto territoriale delle Dolomiti Venete
Il patto territoriale delle Dolomiti Venete, nel quale esiste un settore in rapida contrazione1, quello commerciale, con le sole eccezioni delle località contrassegnate dai maggiori flussi turistici e quindi da un ampliamento del mercato, si fa interprete di una comune volontà da parte di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti di operare uno sforzo di ammodernamento di tutta l’economia turistica dell’area e, coerentemente con l’impostazione europea, ha tra i suoi obiettivi prioritari la “valorizzazione delle specificità del territorio e della cultura locale”.
Più in particolare gli obiettivi specifici del Patto relativamente al settore turistico e commerciale sono2:
• strumenti strategici di promozione e gestione turistica:
• programmazione delle attività finalizzata all’allungamento delle stagioni con particolare riferimento alle utenze settoriali (anziani, congressualità, ecc.), anche con la creazione di pacchetti turistici multifunzionali;
• potenziamento delle realtà museali esistenti e valorizzazione delle caratteristiche culturali dell’area;
• adeguamento e potenziamento della ricettività e della struttura commerciale:
• potenziamento della ricettività alberghiera ed extra-alberghiera e adeguamento dei servizi alberghieri secondo le più moderne esigenze del mercato (wellness, piscine, strutture sportive ecc.)
• miglioramento dell’offerta ricreativa:
• realizzazione e gestione di percorsi turistici tematici (naturalità, cultura, tradizioni, sportività) ed integrati
• adeguamento delle strutture di servizio e degli strumenti operativi connessi Nell’area del Patto in questione ricadono anche alcuni degli interventi oggetto dell’APQ:
• Recupero statico – restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Chiesa di San Xxxxxxx a Gosaldo (BL)
• Recupero e valorizzazione del sito minerario di Valle Imperina, in Rivamonte Agordino (BL)
• Completamento del Complesso Museale del Monte Rite, in Comune di Cibiana (BL)
1.2.2 Patto Territoriale del comprensorio Comelico e Sappada
Questo Patto si situa in una parte del territorio regionale riconosciuta come “Area depressa” e limitrofa ad aree ad economia forte e concorrenziale e proprio per questo motivo è stata ammessa ai benefici dei programmi europei LEADER, INTERREG, Obiettivo 5 ed ora Obiettivo 2.
In forza anche del fatto che rappresenta il versante frontaliero del Veneto nei confronti dell’Austria (Osttirol e Carinzia) importante per l’attuazione dei programmi di sviluppo ed integrazione europea3.
1 Protocollo d’intesa Patto Territoriale delle Dolomiti Venete, pagg. 7 e ss.
2 Idem pag. 37
3 Protocollo d’Intesa Patto Territoriale del Comprensorio Comelico e Sappada: pagg. 6 e ss.
Gli obiettivi fondamentali del Patto vanno ricercati nella comune volontà di conservare e tutelare la grande qualità naturale e ambientale del territorio in un sistema equilibrato tra uomo ed ambiente.
L’ambiente va quindi pensato come una risorsa da amministrare con giudizio e non come una rendita da spendere perciò vengono predisposti e pianificati adeguati programmi mirati ad evitare l’abbandono del territorio attraverso l’incremento e lo sviluppo delle attività economiche. Esse sono in sostanza collegate: 4
• all’assetto del territorio;
• al turismo sostenibile;
Specificatamente gli obiettivi strategici del Patto relativamente al settore turistico sono stati individuati con le seguenti azioni strategiche5:
• valorizzazione delle risorse turistiche legate alla straordinaria qualità naturale del territorio
• proposizione di nuove offerte legate al turismo vicino alla natura e all’ambiente
• integrazione del turismo “tradizionale” con quello praticato a piedi, in bicicletta, a cavallo.
• valorizzazione e promozione delle manifestazioni culturali, sportive e ricreative;
• potenziamento della ricettività, anche extra-alberghiera con il recupero di strutture inutilizzate esistenti da destinare ad attività alberghiere ed extra alberghiere;
• sviluppare le potenzialità naturalistiche ed ambientali presenti (aree protette, aree naturalistiche);
• realizzare percorsi turistici integrati;
• attivare visite guidate per tutto l’ambito territoriale, di natura ambientale, culturale, museale;
A coronamento delle azioni relative al turismo le linee guida si ispirano al “potenziamento delle strutture e delle attività al servizio di un turismo sostenibile”, e perciò saranno favoriti gli investimenti nella “filiera” del settore con miglioramento delle attrezzature impiantistiche, della ricettività alberghiera ed extra alberghiera con particolare attenzione al turismo sostenibile, all’agriturismo, al turismo termale.
In tale ambito strategico si colloca l’intervento:
• Completamento della realizzazione del Centro Termale di Val Grande, comprensivo di dotazioni di completamento, in Comune di Comelico Superiore (BL)
1.2.3 Patto Territoriale della Bassa Padovana
Spostandoci nella zona pianeggiante della regione incontriamo l’area del Patto Territoriale della Bassa Padovana, che interessa un’area geografica situata nella zona sudorientale della Provincia di Padova, collocata in una zona di confine, tra una fascia di aree forti (Padova e Vicenza) e un’area debole a sud il Polesine. Si tratta di un territorio prevalentemente pianeggiante, in parte comprendente l’area collinare dei Colli Euganei.6
In tale ambito l’attività turistica è concentrata nelle zone marginali del bacino termale Euganeo e mostra scarsa ricettività e debole misura di presenze turistiche se si eccettua l’importante
4 Idem: pag. 7
5 Idem: pagg. 42 e ss.
6 Protocollo d’Intesa Patto Territoriale generalista della Bassa Padovana: pagg. 3 e ss.
movimento di transito o del fine settimana.
Il turismo di transito negli ultimi anni si è andato via via facendo più intenso nella zona della Bassa Padovana, esplicandosi nella visita a realtà monumentali, museali, di devozione religiosa ecc.
L’area della Bassa padovana presenta una serie di costruzioni storiche che testimoniano dell’antica civiltà comunale e delle antiche signorie e che dovrebbero essere opportunamente collegate in un circuito: le Mura di Montagnana ed Este, il Castello di Monselice con la sua ricca collezione di pezzi d’epoca, il Castello di san Zeno di Montagnana, peraltro recentemente recuperato.
Occorre inoltre citare i Musei di Este, di Stanghella e di Cinto Euganeo, le ville venete, oltre una ventina, presenti sul territorio, alcune con splendidi parchi, le città murate, gli edifici religiosi ed il patrimonio ambientale costituito dal Parco naturale dei Colli Euganei. 7
Alla luce dei punti di forza e di debolezza dell’area della Bassa Padovana la finalità generale del Patto territoriale è quella di promuovere una nuova fase di sviluppo socioeconomico, mediante un progetto integrato che valorizzi tutte le diverse componenti dell’area.8
In particolare la promozione di interventi finalizzati a promuovere il patrimonio naturale e culturale dell’area soprattutto mediante infrastrutture a supporto del turismo, valorizzando le risorse umane.9
Fra i vari programmi di investimento si prevede, inserito in questo accordo, il “Restauro di immobili monumentali sul Colle della Rocca di Monselice (PD)”.
L’intervento si svolgerà sul colle della Rocca che è di proprietà della Regione Veneto che affida la gestione del complesso alla controllata Società “Rocca di Monselice S.r.l. (totalmente di proprietà regionale).
1.2.4 Patto Territoriale del Basso Veronese e del Colognese
Questo patto include 19 comuni della provincia di Verona, molti dei quali classificati come aree di “declino industriale” e rientranti nell’Obiettivo 2 della politica comunitaria e coesione economica e sociale.10
L’area ha una scarsa valenza turistica e quindi l’esercizio delle strutture ricettive si lega quasi totalmente al segmento di domanda cosiddetto affari. Si pensi che nel 1991 risultavano censiti 9 alberghi locali.11
Il patto territoriale ha una forte impostazione occupazionale ed è fortemente orientato all’innovazione in campo economico – imprenditoriale ed infrastrutturale, ma in esso trova posto anche un progetto di notevole valore culturale ed ambientale, quale il recupero di un antico convento, parte del complesso medioevale che caratterizza il centro storico del paese, a fini congressuali ed espositivi12, ovvero:
• il Completamento dei lavori di restauro del complesso conventuale annesso alla Chiesa dei Frati Minori di Sanguinetto
Nell’attuale momento in cui la Regione Veneto deve pensare a nuove forme di sviluppo, tese anche a risparmiare fattori ormai sempre più scarsi, come ad esempio il territorio, e passare quindi da uno
7 Idem: pagg. 10 e ss.
8 Idem pag. 17
9 Idem pag. 18
10 Protocollo d’Intesa Patto Territoriale del Basso Veronese e del Colognese: pag. 9
11 Idem: pag. 16
12 Idem: pag. 39
sviluppo “estensivo” ad uno “intensivo”, assume un ruolo, strategico, la valorizzazione del consistente patrimonio storico-culturale-architettonico e l’ampliamento dei percorsi turistici che tale azione può aiutare.
E’ obiettivo della Regione Veneto incrementare ulteriormente il settore turistico in un’ottica di sviluppo su aree alternative a quelle già forti e diminuizione della stagionalità dei flussi.
Una politica ed un’azione che ha impegnato la Regione in investimenti consistenti e prolungati nel tempo, alcuni dei quali possono essere ora ultimati attraverso questo accordo.
2. Gli interventi
2.1 Principali caratteristiche
La finalità che si intende perseguire attraverso gli interventi proposti è quello di consentire il completamento di investimenti già avviati, anche al fine di un loro utilizzo ottimale delle strutture come fattori chiave di un processo di sviluppo turistico sostenibile.
Si tratta, infatti, di casi di recupero di aree del territorio su cui insistono complessi monumentali e ambientali di notevole estensione e varietà.
In particolare, nel caso di Xxxxxxxxxxx e di Gosaldo, sia pur collocate in realtà socio economiche diverse, il completamento del recupero dei due complessi religiosi ora dismessi rappresenta un episodio assai significativo per le rispettive comunità, un significato che va oltre il risultato di dare una destinazione a sedi prestigiose per l’organizzazione degli eventi locali.
In sintesi, con il presente Accordo di Programma Quadro, si intendono realizzare i seguenti interventi di completamento, che rappresentano un punto di riferimento importante per lo sviluppo dell’economia locale di sei centri minori del Veneto e relativi sistemi locali di riferimento.
• completamento del restauro del Convento annesso alla Chiesa dei Frati minori del Comune di Sanguinetto (VR), allo scopo di ultimare i lavori di restauro dell’ex complesso conventuale finanziato con risorse comunitarie (Obiettivo 2) e regionali, con destinazione museale, convegnistica e musicale.
• recupero statico – restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Chiesa di S. Xxxxxxx, in Comune di Gosaldo (BL). L’intervento è volto a recuperare a funzioni turistiche e culturali l’ex chiesa, per un utilizzo legato ad attività di intrattenimento musicale e convegnistico.
• recupero e valorizzazione del sito minerario di Valle Imperina, in Rivamonte Agordino (BL). Estendere la fruibilità dell’area dell’ex villaggio minerario, rara testimonianza di archeologia industriale di questo tipo, attraverso il recupero dell’ultimo edificio “importante” costituito dalle ex scuderie, l’integrazione dell’allestimento, il completamento di un immobile per il quale si sta procedendo a interventi strutturali, il rifacimento del ponte sul torrente, il ripristino di un’altra galleria ed alla sistemazione esterna del sito.
• restauro di immobili monumentali sul Colle della Rocca di Monselice. Intervento di completamento nel contesto di un’ampia attività di recupero di un’area collinare sovrastante l’abitato medievale di Monselice, in provincia di Padova, rivelatasi ricca di notevoli testimonianze architettoniche ed ambientali non solo della storia locale: attività di restauro conservativo delle cortine murarie poste sulla sommità del colle della rocca; recupero ad una fruizione turistica e museale.
• completamento della realizzazione del Centro Termale di Val Grande, in Comune di
Comelico Superiore (BL)
• completamento del Complesso Museale del Monte Rite, in Comune di Cibiana di Cadore (BL)
Particolare attenzione sarà dedicata al monitoraggio dei suddetti interventi in relazione alle analisi ed alle valutazioni del presente Accordo di Programma Quadro.
2.2 Completamento dei lavori di restauro del complesso conventuale annesso alla Chiesa dei Frati Minori di Sanguinetto
2.2.1 Tipologia opere
L’intervento consiste nei lavori relativi al III° stralcio nel Restauro Convento annesso alla Chiesa di
X. Xxxxxxx dei Frati Minori. (Importo progetto € 464.811,21)
Con questo intervento si intende completare il restauro dell’ex complesso conventuale annesso alla Chiesa dei Frati Minori di Sanguinetto, da destinare a funzione museale, essendo al momento già sede di un museo etnografico sulla storia dei mutamenti ambientali - dal 1400 ai giorni nostri – dell’area comprensiva di Sanguinetto e dei Comuni limitrofi.
Le funzioni museali, però, non esauriranno l’utilizzo dell’immobile; si intende infatti istituire nel complesso un vero e proprio centro culturale, dove si potranno organizzare convegni, esposizioni d’arte, concerti musicali ed ogni altra iniziativa volta alla promozione culturale e turistica della zona.
L’immobile, inoltre, sarà sede della biblioteca del museo.
Le finalità del completamento dell’intervento sono quelle di ultimare i lavori di restauro dell’ex complesso conventuale, già finanziati con risorse comunitarie (Ob. 2) e regionali, con destinazione museale, convegnistica, musicale.
In dettaglio, il complesso conventuale annesso alla chiesa di S. Xxxxx delle Grazie, situato nel centro storico del Comune di Sanguinetto, xxxxx xx xxxxxx xxxxxxx x. 00 “Padana inferiore”, rappresenta un bene di interesse storico, artistico ed architettonico che presenta rilevanza per il territorio dell’intera Bassa Veronese. Va ricordato il recentissimo rinvenimento di un importante ciclo di affreschi riconducibile alla prima metà del ‘600.
Risulta innanzi tutto necessario evidenziare che i lavori del terzo stralcio, oggetto del finanziamento nell'ambito del presento accordo, completeranno i già eseguiti lavori di 1°, 2° e 4° stralcio che hanno, di fatto, rese agibili le ali nord, sud ed est e, consolidato parzialmente l'ala ovest del convento.
Il “terzo stralcio” rappresenta il coronamento dell’intero progetto di restauro, in quanto permetterà - ultimando l’ala ovest ai due piani e l’ala nord al piano primo - di supportare la parte espositiva con i necessari uffici, una sala convegni e un book – shop – caffè, realizzando così diversi spazi (accesso, informazioni, coordinamento, accoglienza, organizzazione, servizi igienici) senza i quali, i musei, per quanto già fruibili autonomamente dai visitatori, non sarebbero che muti spazi espositivi.
Nell’organica visione progettuale dell’intervento di restauro dell’edificio, l’ala ovest, che si affaccia sulla strada statale, rappresenta il lato maggiormente visibile e, quindi, più significativo dell’intero complesso.
L’ala è destinata ad ospitare, nei xxxxxx xxx xxxxx xxxxx x xxx xxxxx xxxxx, attività legate alla promozione, l'organizzazione e la gestione delle funzioni di tipo museale destinate alle ali est, sud e nord.
Al piano terra saranno ricavati locali che, con funzione di filtro, forniranno, con appositi addetti e mezzi informatici, informazioni, materiale e coordineranno alle visite museali specialmente a quelle scolastiche.
Al piano primo, oltre ai servizi per il personale e per i visitatori, troveranno posto tre uffici per la gestione ed organizzazione di convegni, incontri e la raccolta, catalogazione e archiviazione di fonti documentarie ed oggetti che andranno nel tempo ad arricchire i musei.
Sono previsti all’interno del centro museale, una grande sala convegni (circa 150 posti a sedere), la quale sarà ricavata dalla fusione di tre locali preesistenti che non presentano particolari pregi.
A ciò va aggiunto una sala di consultazione e di lettura ed alcune sale riunione, con le quali sarà possibile fornire possibilità di incontro ad associazioni culturali e di volontariato presenti nel comune di Sanguinetto e nei comuni limitrofi.
I lavori del III stralcio per il completamento del convento riguardano quindi tutte le lavorazioni che vanno oltre il consolidamento statico, la verticalizzazione della facciata sul chiostro e il ripristino del tetto, già eseguiti, per rendere utilizzabili ed agibili gli spazi di supporto alle attività museali e consistono in:
• Opere provvisionali e di apprestamento del cantiere
• Ulteriori piccole demolizioni e smantellamenti, fra cui il più importante l’apertura del loggiato superiore
• Scavi per il collegamento degli impianti di smaltimento delle acque fognarie e meteoriche alle reti stradali
• Lavori di ricucitura e ricostruzione di parti strutturali (murature, volte e archi)
• Getti di calcestruzzo e ferro per C.A. per piccole opere strutturali
• Solai piani in legno e solai arcati a P.T.
• Murature e tavolati interni
• Sottofondi alleggeriti e ricariche delle volte
• Intonaci interni, esterni e controsoffitti
• Opere di lattoneria
• Opere di fognatura
• Restauri lapidei e opere in pietra
• Pavimenti e rivestimenti
• Serramenti esterni ed interni
• Fornitura e posa di vetri per i suddetti serramenti
• Tinteggiature interne e battiscopa lignei
• Impianti elettrici, d’illuminazione e rilevazione incendi
• Impianti idro-termo-sanitari
• Impianti antincendio
• Assistenze murarie agli impianti e alle opere di falegnameria
Nell’importo da finanziare non sono compresi gli arredi, che rimangono a carico del Comune di Sanguinetto.
2.2.2 Il quadro economico-finanziario complessivo
Gli interventi di restauro eseguiti con lavori di 1°, 2° e 4° stralcio hanno di fatto rese agibili le ali nord, sud ed est, consolidando parzialmente l'ala ovest, come di seguito specificatamente indicato:
• Intervento I° Stralcio: sono stati ultimati i lavori di consolidamento statico di parte del convento dei Frati Minori di Sanguinetto e della antistante piazza.
Si è ricorso alla Legge Regionale n. 6/97 art. 78: “Contributi in materia di beni immobili non statali soggetti alle disposizioni del D.Lgs. N. 490/99”. Piano di riparto Esercizio Finanziario 1997-98 approvato con DGR. 4635/97.
Con Decreto n. 280/98 è stato confermato un contributo di L.93.800.000. (pari a 48.443,66 €) pari al 70% della spesa ammessa per lavori di L.134.000.000. (pari a 69.205,22 €).
• Intervento II° stralcio: sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione del convento annesso alla Chiesa di S. Xxxxxxx dei Frati Minori in Comune di Sanguinetto, sempre ricorrendo alla Legge Regionale n. 6/97 art. 78, “Contributi in materia di beni immobili non statali soggetti alle disposizioni del D. lgs. N. 490/99”.Piano di riparto Esercizio Finanziario 1997-98 approvato con DGR. 4635/97.
Con decreto n. 275 del 03/11/1998 è stato confermato contributo di L.339.694.600. (pari a 175.437,62 €) e pari al 70% della spesa ammessa per lavori di L. 649.000.000. (pari a 335.180,53 €)
• Intervento di completamento I° e II° stralcio: sono stati conclusi e collaudati i lavori di I° e II° stralcio del Restauro del convento annesso alla Chiesa di S. Xxxxxxx dei Frati Minori in Comune di Sanguinetto, tesi al consolidamento statico dell’ala nord e ovest.
Legge Regionale n. 6/97 art. 78: “Contributi in materia di beni immobili non statali soggetti alle disposizioni del D.Lgs. N. 490/99”. Piano di riparto Esercizio Finanziario 1999 approvato con DGR. 885/99:
Con Decreto n. 371/99 è stato confermato contributo straordinario di L. 150.000.000 (pari a 77.468,53 €)
• Intervento di IV° stralcio: sono stati completati i lavori di Restauro del complesso conventuale della Chiesa di .S. Xxxxx delle Grazie”, l’importo del progetto è di 774.685,35 € (pari a L. 1.500.000.000)
Reg. CE n. 2081/93 – Obiettivo 2 (1997-1998). Asse 3 “Turismo e valorizzazione ambientale”
D.R. n. 1905/99 finanziamento progetti a regia regionale. 4° stralcio.
Con decreto n. 275 del 03/11/1998 confermato contributo di 635241,99 € (pari a L.1.230.000.000)
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
INTERVENTO I° STRALCIO: ultimazione lavori di consolidamento statico di parte del convento e della antistante piazza | 69.205,22 |
INTERVENTO DI II° STRALCIO: ultimati i lavori di ristrutturazione del convento annesso alla Chiesa di S. Xxxxxxx dei Frati Minori | 335.180,53 |
INTERVENTO DI COMPLETAMENTO I° E II° STRALCIO: ultimati e collaudati i lavori di consolidamento statico dell’ala nord ed ovest | 77.468,53 |
INTERVENTO DI IV° STRALCIO: ultimati e collaudati i lavori di consolidamento statico dell’ala est e sud per renderla agibile ed utilizzabile con funzione musicale | 774.685,35 |
TOTALE | 1.256.539,63 |
2.2.3 Il progetto gestionale
Con Delibera della giunta comunale n° 50 del 06.05.2002 è stata individuata la seguente ’ipotesi gestionale .
La gestione dell’intera struttura sarà effettuata direttamente da parte del Comune di Sanguinetto, attraverso l’utilizzo di proprio personale e con la collaborazione delle associazioni locali che operano nel campo culturale, che si sono impegnate a sottoscrivere una convenzione tipo con l’Amministrazione Comunale di Sanguinetto contenente le modalità della predetta collaborazione.
Le Associazioni dichiaratesi disponibili sono:
• l’Associazione “Arte e Pittura”
• l’Associazione C.I.F.-.Centro Italiano Femminile
• l’Associazione “Pro-Loco”
• il C.E.M. – Centro Educazione Musicale
2.2.4 Costi di gestione
I costi complessivi di gestione previsti ammontano a 33.500,00 Euro annui. Si prevede l’impiego di due dipendenti, cat. C3, per un numero di 18 ore l’uno per l’importo complessivo di 26.000,00 €.
Le spese di gestione relative ai consumi energetici, manutenzione ordinaria, spese di riscaldamento, spese di pulizia etc, considerando la dimensione dei locali e la loro fruizione al pubblico, sono previste in circa 7.500,00 €.
Tutti i costi suindicati saranno a carico del Comune, che si impegna a farvi fronte mediante la previsione della spesa su di un apposito capitolo di bilancio.
Il Comune, come si è già detto, beneficerà della collaborazione delle associazioni culturali del luogo per l’attività del centro culturale, atteso l’impegno che queste hanno assunto di provvedere direttamente, attraverso il proprio personale volontario, all’organizzazione di mostre, convegni e concerti musicali, che renderanno il complesso conventuale della Chiesa dei Frati Minori di S. Xxxxx delle Grazie, un luogo dove non si custodisce solo la cultura del passato (museo etnografico), ma dove si vive e si crea la cultura del presente.
2.2.5 Risultati attesi
Le funzioni museali previste in Comune di Sanguinetto sono senz’altro da privilegiare, nell'aspettativa di un rafforzamento dell'interesse turistico-culturale dell'intero comprensorio.
Si tratta, infatti, di iniziative museali le cui esigenze di sviluppo traggono origine dal ruolo svolto dal Comune di Sanguinetto nel relativo contesto territoriale di cui costituisce importante punto di riferimento.
Le funzioni museali riguardano il “Museo delle Genti”, inteso come raccolta di testimonianze storiche, culturali e sociali della vita nella bassa pianura veronese, basata sul lavoro della terra, con la storia della bonifica delle grandi xxxxx xxxxxxxx attraverso la variazione del passaggio agrario ed il “Museo del mobile”, che si articolerà in due percorsi; il primo relativo alla storia del mobile dal 1400 al 1900, mentre il secondo riguarderà l’evoluzione dell’arte manifatturiera dall’inizio del secolo ai giorni nostri, importante settore economico di una vasta area che include, oltre a Sanguinetto, altri comuni limitrofi.
Inoltre, è sempre più sentito il bisogno di salvaguardare le proprie radici e di raccogliere le testimonianze civiche del proprio passato, in questo caso un passato legato alle pratiche dei campi e dei raccolti, ma anche delle antiche fiere e manifestazioni di paese.
2.2.6 Collegamenti con altri interventi
I due musei, che rappresentano gli elementi qualificanti e giustificativi dell’intervento di restauro, si propongono, infatti, quali punti di riferimento per una circuitazione turistica nella bassa pianura veronese, dove sussistono altri luoghi significativi come Legnago, Cerea e Salizzole.
Quale polo culturale attrezzato, il Convento di Sanguinetto si propone dunque anche come elemento catalizzatore nell'ambito di una realtà territoriale viva di tradizioni storiche, civiche, musicali, di poesia e di pittura che mancano oggi di un loro spazio di raccolta e riferimento.
E’ significativo come la Regione, nell’ambito del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, abbia ritenuto di avviare sulla base del D.G.R. n. 21 del 3 marzo 1998 la predisposizione del “Piano d’Area delle Grandi Valli” (già in procinto di essere sottoposto al voto della Giunta), fra le iniziative dell’Assessorato per la difesa e la pianificazione del territorio e di cui Sanguinetto fu Comune promotore.
L'intervento inoltre può definirsi coerente con gli atti di programmazione disposti dalla Regione in conformità al Regolamento Comunitario n. 1260/99, relativamente alle aree Obiettivo 2, entro i cui perimetri il Comune di Sanguinetto è stato incluso, in particolare, l'Asse 3 "Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale" che, nell'ambito della misura 3.2 "Diversificazione dell'offerta turistica e prolungamento della stagionalità", ipotizza interventi di recupero e valorizzazione dei beni ambientali, artistici, culturali connessi con funzioni turistiche.
Altrettanto importante, per cogliere il significato territoriale che l’intervento sull’ex Convento costituisce, è il fatto che il Comune di Sanguinetto, integrato nel “Consorzio per lo sviluppo del basso veronese”, ha approvato con D.G.C. n. 88 del 18.08.1999 un “protocollo d’Intesa” per la realizzazione del PRUSST denominato “ACTION 2” volto anche alla promozione turistico ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali interessate da fenomeni di degrado. Questo progetto che includeva il Castello e l’area omogenea circostante, fra cui il Convento, si è poi classificato al 4° posto nella classifica regionale.
Il Comune ha, inoltre, aderito al Patto territoriale del Basso Veronese e Colognese – Action,
sottoscritto dalla Regione del Veneto e approvato dal Ministero del Tesoro con DM n.1068 del 31/05/99. Tale Patto prefigura una serie di interventi di rafforzamento del “sistema produttivo locale” che riguardano anche le imprese turistiche.
2.3 Recupero statico – restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Chiesa di San Xxxxxxx a Gosaldo (BL)
2.3.1 Tipologia opere
L’intervento per il recupero statico dell’immobile è urgente ed improcrastinabile per impedire la definitiva rovina del manufatto e perdere così una preziosa occasione di riutilizzo di una testimonianza storico-culturale ed architettonica dell’intera zona. L’intervento è volto a recuperare ad una funzione turistica e culturale l’ex chiesa, per un utilizzo legato ad attività di intrattenimento musicale, convegnistico.
L’Amministrazione Comunale di Gosaldo, sensibile alle continue pressioni di associazioni, gruppi e quant’altro ha deciso di destinare la navata principale a sala concerti, tenendo conto:
• che per l’armonia delle forme e delle proporzioni, dei rapporti planovolumetrici e l’acustica la sala posta al piano terra sia particolarmente adatta a concerti ed eventualmente a convegni;
• che l’intero fabbricato sarà fruibile dalle varie associazioni presenti in loco aventi scopi sociali, tra le quali il gruppo sportivo Gosaldo, l’associazione vigili del fuoco volontari di Gosaldo, la pro-loco, la bocciofila ;
• della necessità di creare una sede idonea e rispondente alle moderne esigenze per un paese di montagna dove sono evidenti le carenze di infrastrutture culturali, in particolare a servizio della fascia giovanile.
In particolare, con il presente intervento saranno effettuate le seguenti opere:
• consolidamento statico delle fondazioni mediante posa di micropali a rotopercussione
• esecuzione di tirantatura in profilato tubolare, ancorato all’esterno con piastre o staffe sia nella navata come nell’abside
• consolidamento delle murature mediante la tecnica del cuci - scuci e la realizzazione dell’anello perimetrale dell’abside in lastre di acciaio
• ricostruzione della copertura della chiesa, navata ed abside (demolizione del manto di copertura attuale, verifica e risanamento della struttura portante del tetto, e realizzazione di nuovo manto di copertura, in scandole di larice
• rimozione di un solaio in legno all’interno della navata e ricomposizione delle murature ed intonaci interessati
• chiusura dei vani porte e finestre “recenti” e ricomposizione delle murature e intonaci interessati, nonché degli elementi originari
• rifacimento pavimentazione interna della chiesa, e dei serramenti, sistemazioni esterne varie.
Gli interventi descritti sono urgenti ed improcrastinabili, la situazione dell’immobile richiede l’esecuzione degli interventi necessari per impedire il collasso statico della struttura.
Con queste opere sarà possibile il recupero totale del fabbricato; il costo previsto è pari 335.696,98
€
2.3.2 Quadro economico-finanziario complessivo
Il Comune di Gosaldo ha predisposto lo studio di fattibilità relativo alla possibilità di recupero dell’ex chiesa di S. Xxxxxxx in Don di Gosaldo e questo al fine di usufruire del fabbricato, attualmente in fase di avanzato degrado a causa dell’incuria e del tempo che agisce in forma irreversibile sull’intero manufatto, ai fini dell’inserimento dell’intervento nel programma triennale dei Lavori Pubblici approvato con Delibera del Consiglio Comunale n° 3 del 09/03/2001.
Con Delibera di Giunta Comunale n° 51 del 31.05.2001 è stato approvato il relativo progetto preliminare.
Sono state individuate soluzioni atte al recupero totale del fabbricato, mediante interventi puntuali finalizzati, oltre al recupero dell’intero fabbricato, alla messa in sicurezza dello stesso, conservando i caratteri e le caratteristiche strutturali nonché l’architettonica del fabbricato, sorto come chiesa ed attualmente in completo abbandono.
I costi dell’intervento ammontano a 335.696,98 Euro (pari a 650.000.000 di Lire), così ripartiti:
• 258.228,45 € (pari a 500.000.000 di Lire) quali risorse da trasferirsi alla Regione ai sensi della Delibera CIPE 84/2000;
• 77.468,53 € (pari a 150.000.000 di Lire) a valere sul bilancio del Comune di Gosaldo.
2.3.3 Il progetto gestionale
E’ previsto l’utilizzo dell’immobile per lo svolgimento di attività culturali quali: convegnistica, esposizioni, musica ed iniziative varie funzionali alla promozione culturale e turistica del comprensorio.
L’Amministrazione Comunale, essendo il Comune di Gosaldo Comune del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, è intenzionata inoltre ad adibire una parte del fabbricato a biblioteca ed a museo storico sulle miniere di Vallalta e sulle arti, mestieri e professioni di un tempo nonché a creare presso lo stabile in parola un recapito permanente per i visitatori del Parco.
Si prevede di delegare la gestione delle attività culturali da svolgere nel manufatto a soggetti pubblici o privati che si faranno carico dei relativi costi, sulla base di apposite convenzioni, recanti in allegato espressioni di disponibilità da parte dei soggetti esterni interessati.
L’impegno formale sarà assunto entro sei mesi dalla data della firma del presento Accordo. Tali soggetti saranno fra gli altri:
• Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
• Gruppo culturale LADINS DE GOSALD
• Associazione Nazionale Alpini (Gruppo Gosaldo)
• Pro Loco “Gosaldo-Dolomiti”
• associazioni sportive locali.
La gestione della biblioteca permanente avrà luogo invece mediante l’utilizzo di personale comunale.
Tavola 1: Stime dei costi di gestione della struttura
ATTIVITA’ CULTURALI:
Personale
In relazione alle attività di tipo culturale si ipotizza un utilizzo dell’immobile per non meno di 120 giorni all’anno.
Il personale esterno da impiegare per lo svolgimento di tali attività viene individuato in 60 uomini/giorno (una persona per 120 giorni, per 4 ore).
Ne deriva un costo complessivo così calcolabile:
• 1 ora lavorativa: € 20,66 x 8 ore x 60 giorni = circa € 10.000
Spese vive
Le spese vive per le attività culturali (consumi energetici, pulizia, allestimenti e varie) possono essere individuate € 25/giorno, per un costo complessivo di € 3.000.
ATTIVITA’ DI BIBLIOTECA:
Personale
Il personale comunale da impiegare per tale funzione può essere individuato in 50 uomini/giorno (una personale per 100 giorni, per 4 ore).
Ne deriva un costo complessivo così calcolabile:
1 ora lavorativa: € 20,66 x 8 ore x 50 giorni = circa € 8.500
Spese vive
Le spese vive per le attività di biblioteca possono essere individuate in € 22/giorno, per un costo complessivo di € 2.200. Il materiale librario è già disponibile.
Gli oneri complessivi relativi sono posti in carico al Comune che si impegna a farvi fronte mediante proprio capitolo di bilancio da istituire nel caso di attribuzione del finanziamento.
Non si esclude comunque la possibilità di coprire almeno parte dei costi sopra accennati mediante l’intervento di soggetti pubblici o privati esterni, con particolare riferimento alle associazioni locali del volontariato.
Costi di manutenzione
Si ipotizza un costo di manutenzione dell’immobile pari a € 500 annui.
Tale costo è posto integralmente a carico del Comune che si impegna a farvi fronte mediante proprio capitolo di bilancio da istituire nel caso di attribuzione del finanziamento.
Nella tavola 1 sono riportati le stime relative ai costi di gestione della struttura.
.
2.3.4 Risultati attesi
Allo stato attuale nel comune di Gosaldo non esistono spazi adeguati per attività di carattere sociale, culturale e di servizio alla collettività, mentre l’esistente programmazione individua proprio in simili iniziative gli elementi qualificanti indispensabili ad un’inversione di tendenza delle attuali dinamiche socio economiche.
Sia il Piano Pluriennale di Sviluppo Socio Economico (P.P.S.S.E.) del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, sia il Patto Territoriale Dolomiti Venete (che vedono il comune di Gosaldo integralmente compreso), sottolineano infatti il ruolo del comune nella realizzazione di iniziative infrastrutturali e di animazione economica tese allo sviluppo delle risorse turistiche locali.
Il recupero della chiesa oggetto del presente intervento costituisce un elemento chiave nella politica
di rilancio turistico del Comune senza sottovalutare comunque l’apporto positivo, quale centro di aggregazione per l’utenza locale, in una zona ad accessibilità particolarmente penalizzata e nell’ottica del perseguimento delle pari opportunità per la montagna.
2.3.5 Collegamenti con altri interventi
Come sopra riportato il territorio comunale è inserito nel Patto Territoriale delle Dolomiti Venete, sottoscritto dalla Regione del Veneto, a seguito di provvedimento di adesione al protocollo d’intesa DGR n. 2757 del 8/9/2000. Gli obiettivi fondamentali del patto, sanciti dai soggetti partecipanti, possono essere sintetizzati nella comune volontà di favorire uno sviluppo economico del settore turistico dell'intero territorio nel rispetto e valorizzazione delle sue peculiari qualità ambientali e paesaggistiche, in sintonia con le sue ricchezze culturali e le inespresse potenzialità, prevedendo, tra l’altro, azioni di valorizzazione dell'ingente patrimonio ambientale, culturale ed architettonico.
Tale componente, presente fino agli anni ’70 con indici di sicuro rilievo (p. es. nel comparto piccola ricettività ed affittacamere) è stata successivamente azzerata dalla presenza di una nuova domanda di lavoro nel comparto industriale (Luxottica ad Agordo), che ha di fatto completamente trasformato le esistenti dinamiche socio-economiche con l’abbandono di tutti i precedenti comparti occupazionali.
Per superare i rischi connessi alla monosettorialità gli strumenti di programmazione per l’area prevedono quindi la riattivazione di un circuito turistico legato essenzialmente al Parco Nazionale che, pur senza la previsione di infrastrutture di livello superiore, consenta il recupero di marginalità esistenti ed attualmente non utilizzate (alloggi sfitti e piccola ricettività, rete sentieristica, percorsi in quota ecc.).
Essenziali in questa prospettiva di sviluppo risultano essere le iniziative tese al recupero sul territorio di edifici esistenti di pregio o comunque con caratteristiche architettoniche tipiche, da riutilizzare per un’offerta di servizi turistici tale da costituire il connettivo della più ampia offerta ricettiva ed escursionistica. Ci si riferisce in particola modo ai tre progetti relativi a:
• recupero dell’ex scuola di Tiser per la realizzazione di un centro servizi/visitatori del Parco Nazionale;
• realizzazione del museo etnografico nella struttura dell’ex latteria;
• attivazione di uno spazio convegni/mostre/concerti nell’ex chiesa parrocchiale di Don (oggetto del presente intervento).
Tali interventi, localizzati su aree diverse del territorio, consentono di fornire un’offerta diversificata rivolta, nell’ordine, alle tematiche naturalistiche, etnografiche ed alle tematiche culturali e del folklore locale, coprendo complessivamente il presumibile campo d’interessi dell’utenza turistica.
Per quanto riguarda in dettaglio le misure della programmazione superiore relative all’intervento in oggetto già citate si fa riferimento a:
• P.P.S.S.E.:
o Linea di Intervento 2 – obiettivo B – politica 4 Valorizzazione della cultura locale; 13
o Linea di Intervento 1 – obiettivo B – politica 3 (Tutela e recupero del patrimonio storico-antropologico).
• Patto Territoriale Dolomiti Venete:
o Obiettivo fondamentale del Patto tematico (turismo ed ambiente) è “la comune volontà dei soggetti partecipanti a favorire uno sviluppo economico del settore turistico dell’intero territorio nel rispetto e valorizzazione delle sue peculiari qualità ambientali e paesaggistiche, in sintonia con le sue ricchezze culturali e le inespresse potenzialità.”
o Obiettivi specifici per il settore turistico-commerciale:
▪ 1. creazione di strumenti strategici di promozione e gestione turistica attraverso:
• programmazione delle attività finalizzata all’allungamento delle stagioni;
• potenziamento delle realtà museali esistenti e valorizzazione delle caratteristiche culturali dell’area con particolare attenzione alle minoranze linguistiche presenti;
• 2. adeguamento delle strutture di servizio e degli strumenti operativi connessi:
• interventi infrastrutturali a supporto della mobilità turistica, alle manifestazioni turistiche e al miglioramento della qualità del soggiorno.
2.4 Recupero e valorizzazione del sito minerario di Valle Imperina, in Rivamonte Agordino (BL).
2.4.1 Tipologia opere
In una logica di prosecuzione degli interventi finalizzati al recupero globale del sito minerario di Valle Imperina, ispirata a criteri di salvaguardia dei manufatti più significativi e per una tempestiva fruibilità degli stessi, viene proposto un’insieme di interventi che pur non esaurendo la necessità di recupero globale del sito - un progetto di massima definito nel 1994 prevedeva interventi per un costo complessivo di oltre 18 miliardi di lire- potranno dare un significativo impulso per l'attivazione di un modello gestionale sostenibile.
13 I vari aspetti della cultura locale vanno valorizzati utilizzando tutti gli strumenti disponibili, dalle raccolte museali (che vanno coordinate e messe in rete di fruizione collettiva), alla diffusione della storia locale nelle scuole, creando dei circuiti per la circolazione dell’offerta culturale sia per residenti che per gli ospiti con l’organizzazione di eventi e soprattutto definendo in comune accordo una politica culturale di area considerando le risorse collettive e non solo puntualmente in modo disorganico. La cultura locale del passato e del presente deve essere promossa, tutelata e sostenuta. Essa si manifesta in svariati modi con tradizioni orali e scritte, con i prodotti tradizionali, con la gastronomia, con le musiche, le danze, i canti, l’abbigliamento, gli strumenti di lavoro, la produzione artistica artigianale e “colta”, la produzione letteraria, la pittura, la scultura.
Le finalità del completamento sono quelle di estendere la fruibilità dell’area dell’ex villaggio minerario, rara testimonianza di archeologia industriale di questo tipo, al cui interno è necessario procedere al recupero dell’ultimo edificio “importante” costituito dalle ex scuderie, prima che l’avanzato degrado della struttura ne comprometta un possibile utilizzo. Si procederà:
• ad un’integrazione dell’allestimento museale anche per poter ospitare i reperti trovati nel fiume Piave, previa convenzione con la Soprintendenza archeologica che ha proposto tale soluzione;
• al rifacimento del ponte sul torrente Imperina, in modo da mettere in comunicazione le due aree del villaggio, divise dal torrente Imperina prima di immettersi nel Cordevole, l'una su cui insiste l'ostello, l'altra tutto il resto dell'ex villaggio, in maniera definitiva (com’era un tempo);
• al ripristino di un’altra galleria ed alla sistemazione esterna del sito. Altri interventi riguarderanno:
• i manufatti ove un tempo avveniva la macinazione ed il lavaggio del minerale estratto;
• la zona centrale delle roste;
• le gallerie Magni e S. Barbara (possibilmente, verrà riaperta la Galleria Magni, con possibilità di accesso dei visitatori, fino al pozzo di estrazione Donegani; all’interno di questi tratti in sotterraneo, riaperti, il visitatore potrà vivere l’atmosfera del lavoro in miniera ed inoltre potrà ammirare direttamente i metodi di scavo e trasporto del minerale, i sistemi di armatura e rivestimento delle gallerie);
• manufatti esistenti ma strutturalmente irrecuperabili, i quali saranno sottoposti ad interventi mirati a bloccare il degrado in atto.
Il costo dell’intervento ammonta a 2.943.804,32 € (pari a 5.700.000.000 di Lire), da coprire con risorse da trasferirsi alla Regione ai sensi della Delibera CIPE 84/2000.
Nella tabella che segue si riportano in sintesi: gli interventi previsti con relativa destinazione ed il costo delle opere.
DESCRIZIONE OPERE DA REALIZZARE | IMPORTO IN EURO |
RESTAURO FABBRICATO EX SCUDERIE: Recupero strutturale dell’edificio per adibirlo base logistica di attività da svolgersi all’interno del sito | 723.039 |
COMPLETAMENTO -RECUPERO FABBRICATO EX FORNI FUSORI: Recupero funzionale dell’edificio da destinare a locale di servizio per le attività museali | 320.203 |
EDIFICIO EX CRAL: definitivo recupero funzionale con funzione di guardiania | 413.166 |
OSTELLO DELLA GIOVENTU': consolidamento esterno delle facciate con malte e fugatura del pietrame ciclopico della muratura perimetrale. | 46.481 |
EDIFICI ED INFRASTRUTTURE MINERARIE: Sistemazione imbocco storica Galleria “S. Barbara”, Ricostruzione fabbricato all’imbocco del pozzo “Capitale”, | 588.764,32 |
PONTE SUL TORRENTE IMPERINA: mettere in comunicazione le due aree del villaggio, divise dal torrente Imperina prima di immettersi nel Cordevole, l'una su cui insiste l'ostello, l'altra tutto il resto dell'ex villaggio, in maniera definitiva | 154.937 |
DESCRIZIONE OPERE DA REALIZZARE | IMPORTO IN EURO |
ACQUEDOTTO A SERVIZIO DELL’OSTELLO E DI ALTRI IMMOBILI E MISURE ANTINCENDIO: Si tratta di potenziare le strutture acquedottistiche esistenti nel Centro minerario sia per l'approvvigionamento idropotabile che per le esigenze dei vigili del fuoco e a servizio degli immobili già restaurati e di quelli in corso di restauro. E' prevista pure la realizzazione di una rete idrica secondaria per alimentare idranti e naspi antincendio | 51.646 |
COMPLETAMENTO PARCHEGGI E MANUFATTI ACCESSORI: a servizio di tutti gli immobili del complesso, necessita di completamento dell’impianto antincendio, mentre i parcheggi sono un servizio pubblico non a pagamento | 103.291 |
RIORDINO AMBIENTALE DEL SITO: riguarda la sistemazione del verde pubblico delle aree ricomprese nel sito in particolare l'area delimitata dalla sponda destra del torrente Cordevole, dal fabbricato ex Forni fusori e dal futuro centro visitatori del Parco (bonifica ambientale con asportazione ceppaie e regolarizzazione terreno; ripulitura del canale di adduzione e restituzione, che alimentava l'ex centrale idroelettrica; razionalizzazione e riordino percorsi pedonali comprese alcune piazzole attrezzate) | 129.112 |
REALIZZAZIONE OPERE DI DIFESA IDRAULICA: interessano le sponde del torrente Imperina e Cordevole per consentire il recupero in sicurezza di alcuni fabbricati | 413.165 |
TOTALE | 2.943.804.32 |
2.4.2 Quadro economico/finanziario complessivo
Il centro minerario di Valle Imperina è localizzato in provincia di Belluno, a circa 3 Km da Agordo e rientrante nei confini amministrativi del comune di Rivamonte Agordino, che lo ha acquistato dalla Società Montedison nel 1989. Per secoli, fino alla sua chiusura, ha rappresentato la più importante industria della conca Agordina, divenendo oggi oggetto di un importante progetto di recupero, finalizzato alla valorizzazione turistico-culturale del luogo. La Serenissima Repubblica di Venezia si riforniva del materiale estratto dalla "miniera dei Dogi", trasportandolo lungo il Cordevole e il fiume Piave fino in laguna, per utilizzarlo poi nelle industrie dell'Arsenale.
Sono ancora ben evidenti i fabbricati di fondovalle in località "al Canal" (ora in avanzata fase di restauro), numerosi manufatti lungo la dorsale destra del torrente Imperina, alcuni ingressi al sotterraneo ed altre testimonianze della plurisecolare attività che tanta importanza ebbe nel contesto socio-economico del Basso Agordino.
Sono i resti di un antico tessuto edilizio-industriale che ha subito nel corso dei secoli continue trasformazioni intimamente connesse all'evolversi dei metodi di estrazione e lavorazione della pirite cuprifera.
Il valore filologico, socio ambientale, culturale, storico, architettonico del sito minerario hanno
indotto la Regione Veneto, la Comunità Montana Agordina di concerto con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale e il Comune di Rivamonte Agordino, ad intraprendere, sulla base di un progetto generale, un programma di recupero dell’ex sito Minerario di Valle Imperina, per una fruizione turistica con finalità culturali ed ambientali.
L’intervento di restauro sul sito in questione, esplicatosi in un periodo di tempo di quasi un decennio con riguardo alla complessità dell’intervento stesso, allo stato di grave degrado dei manufatti e dell’area stessa - alla quale fino a pochi anni fa non si accedeva neppure a piedi- , all’ubicazione dell’ex villaggio delle miniere, che consente di intervenire solo nel periodo aprile- ottobre, ha portato al recupero ad oggi:
• dell’ostello, aperto al pubblico per la stagione 2001,
• dell’edificio degli ex forni fusori con destinazione museale e con possibilità, previa convenzione con la competente Soprintendenza archeologica, di ospitare reperti trovati nel Piave in modo da valorizzare ulteriormente la funzione museale;
• dell’ex centralina elettrica con destinazione a sala convegni e centro di visitatori;
• di quasi tutta la sentieristica con possibilità di fruizione di gran parte dell’area che, va ricordato, costituisce una delle porte di accesso al Parco e l’accesso ad una delle gallerie dell’ex miniera.
Viste le generali condizioni strutturali riguardanti i manufatti esistenti si rende necessario un intervento di recupero complessivo del Centro Minerario, volto ad una reintegrazione fisica dei fabbricati strutturalmente recuperabili.
In dettaglio, gli interventidi restauro finora effettuati sono:
• Ostello della Gioventù – I° stralcio, grazie ad un finanziamento di £1.143.000.000 (pari a 590.310,24 €) sul programma operativo CE Interreg 1 Italia-Austria è stato restaurato un primo fabbricato significativo denominato “ex magazzini”, presso la confluenza Cordevole Imperina. I lavori sono stati quindi completati a seguito di un II° stanziamento di fondi di £ 600.000.000 (pari 309.874,14 €).
La struttura ricettiva è in attività dall’estate 2001.
Il fabbricato settecentesco costruito come magazzino e trasformato nel 1910 in dormitorio dei minatori, è stato recuperato ad Ostello per la Gioventù, con una capacità complessiva di 48 posti letto. La Sala Polivalente a doppia altezza sarà destinata alle seguenti attività: attività espositive (es.: esposizione dei progetti relativi ai lavori di recupero del centro minerario); proiezioni (es. video sul Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e su Valle Imperina che può diventare una porta di ingresso al Parco medesimo e più in generale di tutto l’Agordino); conferenze, ritrovo e soggiorno degli ospiti.
• Ripristino degli antichi percorsi per l’accesso alla miniera: con D.G.R. n° 819 del 17.03.1998 la Giunta regionale ha approvato le risultanze delle istruttorie per le azioni relative al Reg. CE 2081/93 Ob 5b 1994-1999 – Sottoprogramma 4 “Sviluppo del Turismo”, e ha ammesso a finanziamento il progetto dell’importo globale di £ 600.000.000 (pari 309.874,14 €), con cui sono stati eseguiti i lavori riguardanti il ripristino degli antichi percorsi per l’accesso alla zona dei forni alla miniera: l’antico percorso di lavorazione lungo circa 1,5 km., collegava la zona a monte (zona di estrazione e macinazione del minerale) al fondovalle (zona di fusione del minerale). I lavori di recupero hanno permesso di rendere accessibili le principali gallerie
minerarie fra cui la storica galleria S. Barbara. Si è provveduto inoltre al riordino ambientale del sito in Val Imperina.
Per queste ultime iniziative sono stati ottenuti i seguenti cofinanziamenti:
• con deliberazione n. 63 del 14.11.1997 il Comune di Rivamonte ha deliberato di destinare l’importo di £ 150.000.000 (pari a 77.468,53 €) per finanziare gli interventi volti al recupero del Centro Minerario di Valle Imperina
• con deliberazione n. 112 del 28.111997 il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha determinato di impegnare la somma di £ 200.000.000 (pari a 103.291,38 €) a favore di iniziative volte al recupero del suddetto centro minerario.
La rimanente quota di circa £ 50.000.000 (pari a 25.822,84 €), per completare la copertura dell’intero finanziamento di circa £ 1.200.000.000 (pari a 619.748,28 €) è a carico della Comunità Montana Agordina
• Ex Centrale idroelettrica e ponte sul torrente Imperina: con i fondi del Piano Territoriale per le Aree Protette erogati dall’Ente Parco sono stati appaltati, per un importo globale di
£1.000.000.000, (pari a 516.456,90 €), ed ultimati i lavori di recupero del fabbricato “Ex centrale Idroelettrica”, e di riordino ambientale e di rifacimento del ponte sul torrente Imperina presso i forni fusori. In tale fabbricato restaurato verrà realizzata una sala conferenze, ove l’Ente Parco promuoverà incontri, dibattiti, corsi di carattere tecnico, scientifico, naturalistico. Nel sotterraneo dell’ex centrale verrà realizzato un museo delle macchine elettriche.
• Passerella pedonale sul Cordevole: la regione tramite l’Ufficio del Genio Civile di Belluno, con l’utilizzo di ribassi su finanziamenti FIO (Fondo Investimenti Occupazioni) ha ultimato i lavori, comprese le opere complementari, di una passerella pedonale coperta in legno lamellare e copertura in rame, sul torrente Cordevole, che va a sostituire l’antico ponte distrutto dagli eventi alluvionali del 1966, i cui resti sono ancora visibili più a valle, sul greto del corso d’acqua. Tale intervento è stato realizzato per consentire l’accesso alla zona mineraria partendo dal piazzale di sosta sulla S.S. 203 in località Le Campe. L’importo dell’intervento comprese le opere di difesa idraulica, piazzali ed accessori compresi è pari a circa £ 1.300.000.000 (pari 671.393,97 €).
• Recupero fabbricato degli ex forni fusori: con D.G.R. n. 2178 in data 16.06.1998 la Giunta Regionale ha finanziato il progetto di recupero del fabbricato “Ex forni fusori” e relativo museo della tecnologia mineraria per un importo globale di £ 1.500.000.000, di cui 1.300.000.000 di finanziamento CIPE. L’intervento di restauro ha permesso il recupero del fabbricato del XV sec., emblema del sito Minerario, laddove sono inseriti gli antichi forni fusori per la fusione del rame, destinato a mostra permanente dell’Arte Mineraria e Metallurgica. A questo finanziamento si è aggiunto, giusta delibera n. 65/98 in data 21.05.1998 del consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, un cofinanziamento di £ 200.000.000 (pari a 103.291,38 €) necessario per raggiungere assieme ai £ 1.300.000.000 (pari a 671.393,97 €) della Regione Veneto, la copertura dell’intero importo di progetto pari a £ 1.500.000.000 pari a (774.685,35 €).
• Fabbricato “ex C.R.A.L.”: Il fabbricato ottocentesco inizialmente destinato a deposito del rame, nei primi anni del ’900 è stato trasformato in centro ricreativo dopo lavoro. L’intervento in fase esecutiva, è finalizzato al recupero strutturale dell’edificio in vista di un suo definitivo recupero funzionale quale base logistica per il personale di sorveglianza, ristoro e assistenza al visitatore e sede per associazioni senza scopo di lucro aventi finalità connesse con la storia e l'utilizzo del sito.
L'opera è stata finanziata per L. 81.170.000 ( pari a 41.920,81 €) con un contributo sulla L.R. 6/1997 e con altri fondi, per un importo complessivo pari a L. 280 milioni ( pari a 144.607,93
€).
• Pista forestale di servizio: E' un'opera di imminente realizzazione, che consentirà di collegare il fondovalle con gli imbocchi della miniera. Sarà percorribile da mezzi di servizio, per la sorveglianza, per l'esecuzione dei lavori di restauro dei manufatti presso gli imbocchi minerari e per eventuali emergenze.
L'intervento, del costo complessivo di L. 150 milioni (pari 77468,53 €) è finanziato per circa L. 95 milioni (pari a 49.063,41 €) dall'Ente Parco, per L. 10 milioni (pari a 5.164,57 €) dalla Comunità Montana Agordina e per circa L. 45 milioni (pari a 23.240,56 €) sul Reg. CE 1257/99
- Piano di Sviluppo Rurale.
• Magazzino "Carbonile": E' un elegante fabbricato caratterizzato da elementi strutturali ad arco, utilizzato in passato per la lavorazione e deposito del legname da opera per la miniera e per il deposito del carbone per i Forni Fusori.
I lavori di recupero in chiave archeologica del rudere, di imminente appalto, sono finanziati, progettati e diretti dalla Soprintendenza per i BB. Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale, per un importo complessivo di circa L. 300 milioni (pari a 154.937,07 €).
Il recupero dei manufatti è stato accompagnato da interventi generali di restauro, recupero e ricostruzione, necessari per non far dimenticare la plurisecolare attività che si svolgeva sul sito minerario di Valle Imperina.
Per tali interventi si sono utilizzati finanziamenti comunitari relativi ai programmi Interreg I Italia- Austria, Docup Obiettivo 5b 1994-1999, delibera Cipe 17 marzo 1998
La tabella seguente riepiloga le opere realizzate ed i relativi costi
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
OSTELLO DELLA GIOVENTU’: è stato restaurato un primo fabbricato significativo denominato “ex magazzini” | 900.184,38 |
RIPRISTINO DEGLI ANTICHI PERCORSI PER L’ACCESSO ALLA MINIERA: | 309.874,14 |
RECUPERO GALLERIE MINERARIE | 77.468,53 |
RIPRISTINO AMBIENTALE SITO: | 103.291,38 |
EX CENTRALE IDROELETTRICA E PONTE SUL TORRENTE IMPERINA | 516.456,90 |
PASSERELLA PEDONALE SUL CORDEVOLE: ultimati i lavori, comprese le opere complementari, di una passerella pedonale, sul torrente Cordevole | 671.393,97 |
RECUPERO FABBRICATO EX FORNI FUSORI: Recupero del fabbricato a fini museali | 774.685,35 |
EDIFICIO EX CRAL: Recupero strutturale dell’edificio in vista di un suo definitivo recupero funzionale. | 144.607,93 |
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
PISTA FORESTALE DI SERVIZIO: al fine di collegare il fondovalle con gli imbocchi della miniera | 77.468,53 |
MAGAZZINO "CARBONILE': lavori di recupero in chiave archeologica del rudere | 154.937,07 |
TOTALE | 3.730.368,18 |
2.4.3 Il progetto gestionale
Il compendio delle ex miniere è di proprietà del Comune di Rivamonte Agordino, ente di 688 abitanti, e si trova all’interno dell’area del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, unico parco nazionale della Regione, che ha individuato il complesso come una delle porte di accesso al Parco. In coerenza con tale scelta, ha finanziato la realizzazione di un centro visitatori che sarà pronto per l’estate.
La gestione degli interventi di recupero e dei relativi finanziamenti è stata affidata alla Comunità Montana Agordina, in possesso di una struttura tecnica in grado di affrontare, a differenza del Comune, tutti gli aspetti procedimentali connessi alla progettazione e all'appalto delle opere.
La gestione degli immobili attualmente ristrutturati è stata affidata, sulla base della legge n. 381/1991, ad una Cooperativa sociale.
Si sta inoltre procedendo alla formulazione di una convenzione tra i tre soggetti interessati (Comunità Montana, Comune ed Ente Parco) per la gestione del sito minerario.
Ulteriori informazioni sul modello operativo e gestionale, in corso di messa a punto ed implementazione, saranno fornite in fase di monitoraggio, quanto fin qui delineato è l’ipotesi che appare al momento più probabile
2.4.4 Risultati attesi
Con la realizzazione dei lavori appena descritti, si ritiene di poter dare un forte impulso all’impegnativo programma di recupero dell'intero complesso minerario di Val Imperina, il cui progetto generale di massima, predisposto nel 1994, prevedeva una spesa di oltre 18 miliardi. Sommando i finanziamenti sin qui ricevuti e interamente andati a buon fine, con l’importo del presente programma di finanziamento, la cifra che si ottiene è pari a circa 12 miliardi.
Nonostante ciò, si potrà comunque dar corso agli interventi di recupero e riutilizzo di ancora alcuni fabbricati significativi, come le scuderie e i manufatti di accesso al pozzo Capitale e alla galleria Santa Barbara, di alcune infrastrutture viarie e acquedottistiche, alla realizzazione di importanti difese idrauliche lungo il torrente Cordevole e lungo taluni tratti del torrente Imperina, interessati dai manufatti e dalle opere oggetto di recupero e al riordino ambientale dell’area di fondovalle che, dopo oltre quaranta anni di incuria è stata fortemente colonizzata e invasa da piante d’alto fusto, infestanti ed altra vegetazione tipica dei siti abbandonati.
In attesa di realizzare tale ulteriore cospicuo pacchetto di interventi di recupero, già dalla prossima
stagione estiva un primo significativo nucleo di testimonianze dell’attività metallurgica e mineraria di Valle Imperina può essere visitabile e fruibile al pubblico.
Più in dettaglio, si tratta di:
• Ostello della Gioventù;
• Centro visitatori del Parco Nazionale, nel fabbricato ex centrale idroelettrica;
• Forni Fusòri con mostra permanente della tecnologia metallurgica e mineraria;
• La galleria Magni sino al pozzo Donegani;
• La ricostruzione delle antiche "roste" per la torrefazione della pirite cuprifera;
• L’intero percorso pedonale di fondovalle, dal centro visitatori del Parco, all' imbocco della galleria Magni.
E’ previsto un aumento del livello occupazionale locale, a ciò si aggiunge il fatto che in una zona a spiccata vocazione turistica sciistica ed alpinistica, viene offerta un’alternativa, ovvero un’opportunità di turismo culturale “intelligente” in un sito di altissima importanza di archeologia industriale.
Tale iniziativa accostata a quella offerta dall’istituzione del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, saranno sicuramente una nuova risorsa economica, di tutto rilievo, a disposizione della Comunità Agordina.
2.4.5 Collegamenti con altri interventi
Va sottolineata per questo intervento la collaborazione instauratasi tra Regione, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi- che ha individuato Valle Imperina quale porta di accesso al Parco finanziando la realizzazione di un Centro Visitatori che è in via di ultimazione-, Comunità Montana e Comune di Rivamonte Agordino. Da tale realtà, inoltre partono e giungono reti di sentieri che portano , attraverso la Via degli Ospizi lungo la sponda destra del Cordevole, alla Certosa di Vedana e, con il percorso della Montagna Dimenticata, alla Val Zoldana, lungo percorsi della Grande Guerra in fase di recupero. Vi è inoltre il collegamento a Gosaldo attraverso la Via dei Minatori.
Tale iniziativa rientra in un progetto di più ampio respiro, fortemente caldeggiato anche a livello locale, inerente il recupero per finalità turistico culturali dello straordinario complesso di archeologia industriale posto all’interno del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi istituito con
D.P.R. del 12.07.1993, ed è quindi soggetta ai vincoli della legge quadro sulle aree protette n° 394 del 6.12.1991. Si tratta dell’azione di tutela e valorizzazione più significativa attualmente in corso nella provincia bellunese per la quale anche la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Veneto orientale auspica la più completa e rapida definizione e sulla quale ha assicurato la massima collaborazione tecnico-scientifica.
L’iniziativa attua uno stretto collegamento con l’Ente Parco e la Comunità Montana Feltrina, che a sua volta, con i fondi Interreg II, Italia – Austria, ha realizzato, dieci chilometri più a valle sempre in pregio al fiume Cordevole, la sede del Parco con il recupero di un altro antico complesso edilizio questa volta di origine agricola (Agre).
E’ infine allo studio la progettazione di una diramazione della Lunga Via delle Dolomiti, pista ciclabile facente parte di Eurovelo, riconosciuta a livello europeo.
Anche questo territorio è compreso nel Patto territoriale Dolomiti Venete citato al punto precedente. Per l’intervento in questione vale pertanto quanto già affermato.
2.5 Restauro di immobili monumentali sul Colle della Rocca di Monselice (PD).
2.5.1 Tipologia opere
Si intende dotare l’area monumentale di alcuni servizi al turista oltre che continuare con gli interventi di restauro conservativo delle cortine murarie. Trattasi si un intervento di completamento che si inserisce nel contesto di un’ampia attività di recupero di un’area collinare sovrastante l’abitato medievale di Monselice, in provincia di Padova, rivelatasi ricca di notevoli testimonianze architettoniche ed ambientali non solo della storia locale.
Si intende infatti proseguire da un lato l’attività di restauro conservativo delle cortine murarie poste sulla sommità del colle della rocca, dall’altro recuperare ad una fruizione turistica e museale un immobile che diventerà oltre che punto di ristoro anche centro di guardiania dell’area. Sono pertanto in programmazione i seguenti interventi:
• Realizzazione di un rilevato in terra rinforzata (terre armate).
Nel lato nord/ovest della Rocca in prossimità della scalinata che porta ai piani sommitali e ad una delle porte intermedie di accesso, in passato è stata esercitata un'attività di escavazione per ricavare pietrisco di trachite a fini commerciali.
La cava, ora dismessa e abbandonata sta creando grossi problemi in quanto ha messo in crisi la stabilità di questo versante.
Le perizie geologiche hanno dimostrato il reale pericolo di frane a smottamenti come diretta conseguenza a forti precipitazioni atmosferiche.
Oltre ad un problema di incolumità pubblica è continuamente a rischio quel tratto di mura soprastante che potrebbe in qualsiasi momento crollare con grave danno al patrimonio storico artistico di Monselice.
E' possibile, viste le modeste dimensioni della cava, bonificare il luogo, con la realizzazione di terrazze di terra rinforzata e nello stesso tempo ripristinare i piani d'uso originali del luogo.
Questo permetterebbe nella salita al mastio di poter ripercorrere come in passato il sentiero storico che a cerchi concentrici porta alla sommità della Rocca.
• Ristrutturazione e ampliamento Casa ex Xxxxxxxxxx. Posto ristoro.
A mezzacosta lungo il percorso che porta alla sommità del Colle della Rocca, esiste dal 1941 un rustico composto da una residenza, da una stalletta, da un ricovero attrezzi.
Da anni non utilizzato è andato in rovina soprattutto nella parte strutturale lignea.
Nella passeggiata di salita al Colle per raggiungere la parte fortificata medioevale questo luogo può diventare l'ideale punto e momento di sosta.
Attraverso un restauro attento, ripristinando le vecchie strutture lingee è possibile recuperare questo manufatto e riportarlo a nuova vita, non più per una funzione di supporto di attività agricola del colle, ma come posto di sosta e ristoro.
La relativa gestione sarà assegnata con gara pubblica.
• Interventi per tratti di mura storiche
Si intende completare con consolidamenti, interventi statici, restauro del paramento murario, una delle principali linee di fortificazione assetto e limite dell'intero impianto difensivo del colle.
Il momento è importante per salvare ulteriori tratti di mura, mettere in sicurezza il luogo e permetterne la sua fruibilità tramite visite guidate.
Possiamo annoverare fra gli interventi di questo stralcio la fortificazione meridionale e occidentale di mezza costa.
Il ripristino della torretta ovest e nello stesso ambito la realizzazione dell'accesso al mastio. Quest'ultimo lavoro è fondamentale in quanto si sta completando l'allestimento museale all'interno della torre, senza scala di accesso il turista o visitatore non potrà usufruire della documentazione e reperti che raccontano mille anni di storia sul Colle della Rocca.
Il costo dell’intervento ammonta a 1.833.421,99 € (pari a 3.550.000.000 di Lire) quali risorse da trasferirsi alla Regione ai sensi della Delibera CIPE 84/2000
2.5.2 Quadro economico/finanziario complessivo
Nell’ambito degli interventi finalizzati a garantire la valorizzazione e la qualificazione dell’area in relazione al turismo culturale, è stato affrontato l’intervento sul monumento di eccezionale estensione la cui articolazione strutturale ed il precario stato di conservazione avrebbero richiesto finanziamenti assai più consistenti di quelli cui è sin qui stato possibile accedere. Ciò comunque non ha impedito di intervenire in maniera incisiva in modo da garantire la conservazione delle principali strutture.
Con vari finanziamenti tra cui principalmente quelli comunitari dell’Ob. 2, si è a tutt’oggi provveduto al recupero del mastio federiciano che verrà destinato ad area espositiva dei reperti più significativi rinvenuti durante gli scavi ed i lavori sull’area del colle, al restauro di gran parte della cinta muraria e delle fortificazioni della rocca, della sentieristica che porta alla sommità del colle attraverso un suggestivo percorso ambientale. A partire dal Mastio, i quattro lotti fin ad ora realizzati, interessano: il Mastio, la torre Nord, il tratto della Cortina altomedioevale, le porte nord e est del sistema fortificato carrarese, la cinta difensiva sommitale, il parziale recupero degli edifici ad essa connessi, compresi i resti della torre di accesso al Mastio e parte della cortina difensiva sommitale carrarese con il consolidamento della parete rocciosa su cui è eretta.
Il primo nucleo del museo delle fortificazioni che interessa il Mastio è stato realizzato al di fuori dei lotti d’intervento regionale.
Più precisamente, con delibera n. 4851 in data 21.12.98 è stato disposto dalla Giunta Regionale un finanziamento di L. 690.630.000 per la realizzazione di un quarto stralcio per il restauro e recupero del complesso monumentale della Rocca di Monselice e precisamente per il restauro conservativo delle cortine di fortificazione sommitale del sistema Carrarese, versante sud ed impianto elettrico del mastio federiciano.
L’intervento prosegue i lavori di I, II e III lotto già finanziati e ultimati per L. 3.821.621.120 nell’ambito dell’Ob.5b, (programma 91-93) e Ob.2.(programma 94-99)
I precedenti lavori sono costituiti in: pulizia del sito e accessibilità; restauro del mastio federiciano; restauro della torretta nord; restauro tratti di mura alto medievali; restauro della scalinata di Belvedere; restauro delle porte ovest, nord, nord ovest e della cortina tratto ovest del sistema carrarese di fortificazione sommitale; recupero della cinta sommitale di fortificazione ed completamento sia della porta ovest che della porta nord-ovest.
L’obiettivo dell’intervento, di cui al progetto di 4° lotto, era il recupero, nell’ambito del sistema sommitale di fortificazione, della cosiddetta Cortina Carrarese.
Anche tale intervento risulta ultimato e rendicontato.
L’importo complessivo assegnato è stato di 2.290.114,24 € pari a L. 4.434.279.493. Importi rendicontati:
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
1° LOTTO: (comprende il restauro della scalinata monumentale) | 799.327,02 |
2° LOTTO | 411.829,13 |
3° LOTTO | 736.688,17 |
4° LOTTO | 342.269,92 |
TOTALE | 2.290.114,24 |
2.5.3 Il progetto gestionale
La gestione della Rocca sarà a cura della Società Rocca di Monselice S. r. l., istituita con legge regionale, e partecipata dalla Regione Veneto, la Provincia di Padova e il Comune di Monselice.
2.5.4 Risultati attesi
Le funzioni museali previste nel complesso della Rocca di Monselice sono senz’altro da privilegiare data la ricchezza di materiale archeologico medievale e pre-medievale rinvenuto in loco e dato anche il fortissimo interesse che la materia suscita nel pubblico, pertanto è forte l'aspettativa di una grande affluenza di visitatori.
2.5.5 Collegamenti con altri interventi
L’intervento si integra positivamente con il programma di interventi previsti dal Patto territoriale della Bassa Padovana, sottoscritto dalla Regione del Veneto e approvato dal Ministero del Tesoro con DM n. 2446 del 22/03/2001, che presenta tra gli obiettivi e le azioni la promozione di interventi finalizzati a promuovere il patrimonio naturale e culturale dell'area soprattutto mediante infrastrutture a supporto del turismo.
2.6 Completamento della realizzazione del Centro Termale di Val Grande, comprensivo di dotazioni di completamento, in Comune di Comelico Superiore (BL)
2.6.1 Tipologia opere
L’intervento proposto consiste nel completamento dei lavori di costruzione del centro termale e ha lo scopo di rivalutare le acque di Valgrande sotto l’aspetto termale curativo. Il centro rappresenta una infrastruttura così come intesa in termini comunitari .
Con nota del 22.05.2001 indirizzata alla Regione Veneto – Direzione Turismo, il Comune ha formulato richiesta di poter fruire di una ulteriore disponibilità di finanziamento per completare le dotazioni del centro termale ed il recupero ambientale delle adiacenze, con le relative infrastrutture indispensabili, per un preventivo ammontare di 1/mld di Lire, documentato da progetto e stima degli interventi da farsi. Ovviamente il tutto è relativo a proprietà comunale.
L’ intervento sarà interamente finanziato con risorse regionali, di cofinanziamento dell’Intesa.
Come risulta di evidenza la cifra di Lire 3.500.000.000 (pari a 1.807.599,15 €) (programmata nel 1997) per la costruzione del centro, pur sufficiente per il completamento della struttura e la dotazione minima necessaria di bagni, aerosol ed altro - come è, infatti, avvenuto, richiede si debba fare un ulteriore sforzo per meglio completare tali dotazioni, per migliorare la qualità delle finiture e per un’importante azione di recupero ambientale dell’area, di proprietà comunale, circostante il centro termale, dotandola inoltre di alcune infrastrutture necessarie:
• esterni;
• illuminazione;
• parcheggi dedicati ;
• interventi di qualificazione e biosistemazioni.
Questo in sintesi il quadro economico previsionale dei lavori da completare
DESCRIZIONE OPERE DA REALIZZARE | IMPORTO IN EURO |
LAVORI DI URBANIZZAZIONE DELL’AREA DI PERTINENZA DEL CENTRO: | 289.215,86 |
TABELLONISTICA E SEGNALETICA DEL CENTRO | 5.164,57 |
ATTREZZATURE ED APPARECCHIATURE TERMALI INTEGRATIVE | 80.050,82 |
REALIZZAZIONE PARCHEGGI | 33.569,70 |
SOLARIUM | 15.493,71 |
SOMME A DISPOSIZIONE | 10.329,14 |
SPESE TECNICHE PROGETTAZIONE | 28.405,13 |
ONERI FISCALI | 54.227,97 |
TOTALE | 516.456.90 |
2.6.2 Quadro economico/finanziario complessivo
La Val Comelico è circondata dalle montagne che ne perimetrano l'intero territorio, dandole le caratteristiche geografiche di una valle separata e difficilmente accessibile, in cui la vita degli abitanti è stata vincolata per lungo tempo ad attività connesse all’ambiente circostante.
L'economia del Comelico non ha mai avuto una particolare connotazione. Importante fu nel passato l'allevamento del bestiame bovino che interessava quasi tutte le famiglie. Ogni paese aveva una latteria turnaria con produzioni ragguardevoli. Oggi sono rimaste ben poche le stalle funzionanti e sono quasi scomparse le latterie. La terra ha sempre reso poco. Viene ancora praticata la fienagione mentre la coltura dell'orzo, dell'avena e del lino è del tutto scomparsa. In passato ha avuto notevole importanza l'estrazione mineraria nelle viscere del monte Terza Piccola, dov'è stata attiva fino al 1986 la miniera di Salafossa.
Già negli ultimi anni però la zona del Comelico è stata interessata da un piano di sviluppo turistico
e ricettivo di forte impulso e questo a partire dal 1986, data d'inaugurazione del tunnel lungo più di quattro chilometri che la collega direttamente al Centro Cadore.
Importante è anche la realtà dell'antiquariato sorta da qualche decennio nel Comune di Comelico Superiore, dove nelle botteghe ben fornite si possono trovare pezzi di grande rarità e pregio.
In questo quadro di rinnovato vigore turistico va ad inserirsi appunto il progetto dello stabilimento termale di Valgrande
Il Centro Sociale Termale sta sorgendo in località Valgrande, una località immersa nel bosco, sovrastata dalle sontuose Dolomiti del Comelico ed in particolare dalla Cima “Bagni” che trae origine dalla tradizione legata all’acqua, nota sin dalla fine del 1800. Gli Austriaci, infatti, ne conoscevano le proprietà e la utilizzavano in loco. Successivamente dagli anni 1920 Xxxxxxxxx assunse valenza “turistica”. Era meta conosciuta per soggiorni e periodi di riposo. Di questi anni i segni di una organizzata attività “termale” con strutture adibite ai “bagni” ed altre a carattere ricettivo. Dalla seconda guerra mondiale in poi solo soggiorni estivi a carattere sociale.
Il Comune di Comelico Superiore nel 1985 perfeziona l’acquisto dell’area ed ottiene un finanziamento per costruire il centro termale: l’opera è in fase di completamento.
2.6.3 Lavori effettuati
Il Comune di Comelico Superiore – Belluno – ha beneficiato di un cofinanziamento erogato dalla Regione del Veneto – Direzione Lavori Pubblici e Protezione Civile, giusto Decreto n. 355 del 31.12.1998, per la costruzione in Località Valgrande di un centro turistico - sociale - termale.
L’importo di progetto ammesso a finanziamento ammontava a Lire 3.500.000.000 (pari a 1.807.599,15 €), di cui Lire 2.300.000.000 (pari a 1.187.850,87 €) finanziate ai sensi della Legge 20.12.1996 n. 641 – delibera C.I.P.E. 17.03.1998, e Lire 1.200.000.000 (pari a 619.748,28 €)
finanziate con mutuo a carico del Comune.
Inoltre il Comune ha integrato tale somma con Lire 174.616.628 pari a (90.181,96 €) del proprio bilancio per ulteriori interventi. Questo il quadro delle spese finora sostenute è di seguito riportato:
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
COSTRUZIONE CENTRO TURISTICO – SOCIALE – TERMALE | 1.830.641,71 |
TOTALE | 1.830.641,71 |
2.6.4 Il progetto gestionale
Il Centro Termale di Val Grande è di interesse pubblico per la promozione economica del territorio, attualmente ai margini dei flussi turistici regionali.
Il Centro sorge su una proprietà del Comune di Comelico Superiore, che ha provveduto ad acquisire le relative autorizzazioni ministeriali per le cure idropiniche, dermatologiche e luto-terapiche ed ha in corso la richiesta per quelle otorino e gastroenteriche, il tutto a seguito di indagini e sperimentazioni a norma di legge.
E’ sempre stata intenzione del Comune di Comelico Superiore dare il Centro in gestione a soggetto terzo, selezionato mediante gara pubblica in modo da garantire la libera e paritaria partecipazione / concorrenza di tutti gli interessati. Essendo previsto, a carico del gestore, il pagamento di un corrispettivo da determinarsi in base alla migliore offerta (cioè innescando un meccanismo concorrenziale) viene altresì garantito che il contributo non sia surrettiziamente trasferito al terzo gestore. Di seguito i passi seguiti dall’Amministrazione comunale di Comelico Superiore
La Giunta Comunale di Comelico Superiore con deliberazione n. 12 del 04.02.2002, nominava la Commissione di valutazione dei requisiti delle Aziende partecipanti al bando di evidenza pubblica per l’affidamento della gestione delle “Terme delle Dolomiti” in Località Valgrande di Comelico Superiore.
A seguito poi di bando di gara, gara indetta con delibera del Consiglio Comunale di Comelico Superiore n° 2 del 28.01.2002, preceduto da bando di manifestazione di interesse, l’Amministrazione ha ammesso alla gara per la gestione del centro termale stesso due Ditte, Raggruppamento di Imprese e la Società Bibione Terme S.p.A., che avrebbero dovuto presentare entro il 24 aprile p.v. il relativo progetto e programma di gestione integrati da una serie di impegni ed elementi intesi a garantire l’avvio del centro in condizioni di competitività, efficienza, qualificazione professionale, in coerenza con una serie di criteri vincolanti e premianti che di seguito si elencano:
• progetto di gestione e di promo-commercializzazione;
• periodo di apertura nel corso dell’anno solare;
• numero degli occupati;
• importo annuale della locazione proposto;
• esperienza specifica nel settore termale o consulenze di società, associazioni o persone aventi tali requisiti;
• progetto di coordinamento fra le attività dello stabilimento e l’economia locale, coerente con le linee di sviluppo sostenibile del territorio;
• piano delle attività sociali, coerenti con l’attività termali, rivolte ai cittadini residenti.
Entro il termine suddetto 24 Aprile u. s. è pervenuta una sola offerta da parte del Gruppo d’Imprese, che la Commissione di Valutazione, composta da persone esperte nel settore Termale, ha ritenuta adeguata come da Verbale della Commissione stessa del 03 Maggio u.s.
Il giorno 06 maggio 2002 la Giunta Municipale ha deliberato di prendere atto del lavoro della Commissione di valutazione, e pertanto ha ritenuto adeguata l’offerta presentata, di ritenere soddisfatti i diversi criteri, contenuti nel bando, da parte del Raggruppamento di Imprese che ha concorso.
Si è pertanto deliberato di aggiudicare la gestione del Centro Termale di Valgrande, denominato “Terme delle Dolomiti”, in Comune di Comelico Superiore al Gruppo di Imprese sottoscrittesi nel documento dell’offerta e sottoriportate:
• MEC S.a.s. di Xxxxxx Xxxx e C.;
• Caravan Park Sexten S.r.l.;
• IOVES S.r.l.;
• Xxxxxx Xxxxxx e C. S.n.c.;
• Albergo MONACO di De Xxxxxxx Xxxxxxxx Xxxxx e C. S.n.c.;
• Hotel D’LA VARDA di Topran d’Agata Paolo e C. S.n.c.;
• SPORT HOTEL di Xxxxxxxx Xxxxx e C. S.n.c.;
• COMELICO 5 di Xxxxx Xxxxx e C. S.n.c.;
• XXXXXX S.r.l.;
L’Amministrazione Comunale intende, nel caso in cui la gestione possa essere affidata entro Maggio 2002, consegnare l’opera alla fine di Giugno del 2002 pronta per essere inaugurata ed aperta.
Sempre nei pressi dell’edificio già realizzato, esiste la possibilità di costruire un edificio da adibire ad albergo (circa 7.000 mc), anch’esso su proprietà del Comune, il quale concederà il diritto di superficie di 99 anni per quest’ultimo edificio, in caso di più richieste, verrà data la preferenza a chi gestirà anche il centro termale. Il centro sarà dato in gestione già arredato per la parte curativa; da arredare il bar – ristoro, inoltre all’interno del centro c’è anche un reparto wellness.
2.6.5 Risultati attesi
I principali dati risultanti dallo studio di fattibilità del progetto, corredato dall’analisi economico- finanziaria, sono illustrati nella tavola 2, in particolare in ordine ai volumi di attività, alla stima della domanda, alla potenzialità annua complessiva e al rapporto costi-ricavi.
2.6.6 Collegamenti con altri interventi
Nell’ambito geografico dell’area dolomitica il Centro Termale di Valgrande si presenta come polo di attrazione esclusivo per i servizi offerti e, per la sua collocazione in un’area di grande valenza naturalistico – paesaggistica, rappresenta sicuramente un elemento di sicura attrazione.
Oltre a ciò tale collocazione un un’area transfrontaliera confinante con l’Austria (Osttirol) e la provincia di Bolzano (Alta Pusteria) consente di inserire l’offerta del turismo termale in un più ampio contesto di promozione turistica per il trekking ed il cicloturismo Italia-Austria, recentemente valorizzata grazie ai fondi del programma Interreg II (“Turismo transfrontaliero di alta quota tra Italia ed Austria” e “Lunga via delle Dolomiti - turismo in bicicletta nel comprensorio del Cadore, Alta Pusteria e Osttirol”). Nella stagione invernale grazie alle piste omologate esistenti a Padola, tale collegamento verrà completato con una offerta transfrontaliera per lo sci di fondo nell’area Dolomitilive, sviluppata con un nuovo progetto finanziato con fondi Interreg III.
Infine la zona di Comelico Superiore rientra nell’interessante percorso escursionistico-culturale tra i paesi del Comelico, denominato “Le vie del legno”, finanziato con fondi Leader II, che prevede il recupero dei sentieri che servivano da collegamento fra i paesi del Comelico con la Pieve di X. Xxxxxxx per il commercio del legname. proprio a Padola ha nell’antica “Stua”
Tavola 2 Centro Termale di Val Grande: principali dati economico-finanziari dello studio di fattibilità
Volumi di attività del Centro Termale
Il Centro Termale fornisce i seguenti servizi:
a) TERMALE: 1) visite mediche (obbligatorie – specialistiche),
2) cure idropiniche;
3) bagni;
4) inalazioni;
5) cure dermatologiche;
6) cure luto-balno-terapiche;
7) idromassaggi articolari;
8) cure gastroenteriche;
b) CURA della PERSONA: 9) massaggi;
10) piscina;
11) sauna;
12) bagno turco;
13) palestra;
14) fisioterapia;
c) ALTRI SERVIZI: 15) ristoro – solarium – sponsor.
Stima della domanda
Assunto il dato di 868.270 presenze/anno nel bacino d’utenza considerato (Comelico, Sappada, Auronzo, Alta Pusteria) si deduce che:
- N. 5 servizi (tra i 15 forniti dal Centro) al giorno per n. 90 persone, per 300 giorni, soddisfano gli obiettivi di vendita a regime;
- le 90 persone rappresentano il 3,1% (27.000) del totale delle presenze nel bacino (868.270) d’utenza, percentuale da ritenersi prudenziale rispetto all’utilizzo di impianti similari in zone turistiche alpine (es. Terme di Comano nel Trentino dove l’utenza termale supera il 40-45% del totale delle presenze).
- si ritiene che, a regime, sulle n. 90 presenze/giorno presso il Xxxxxx x. 00 (xxxx al 60%) provengano dalle presenze esistenti e n. 36 (pari al 40%) dalla nuova offerta.
Le prestazioni ed i servizi erogati dal Centro sono così sintetizzabili:
POTENZIALITA’ ANNUA COMPLESSIVA | ||
179.000 Prestazione erogabile a regime | 62.160 Prestazione erogabile Iniziale | 575.644.000 1.1.1 Ricavo iniziale |
TOTALE | 1° anno | 2° anno |
COSTI | 919.000.000(pari a 474623,89 €) | 939.000.000 (pari a 484.953,03 €) |
RICAVI | 917.000.000(pari a 473590,98 €) | 1.055.000.000 (pari a 544.862,03 €) |
In definitiva la realizzazione finale del progetto rappresenterà un traguardo notevolissimo e di grande interesse, per il conseguimento del quale si sono fatti sforzi notevoli, e che tutta la collettività del Comelico attende con ansia ritenendo che da essa possa intraprendersi una nuova stagione di sviluppo e di progresso per un’area marginale nel contesto veneto, ma di notevole qualità ambientale.
Il progetto riguarda la creazione di una "rete" che permetta a turisti e residenti, di apprezzare le bellezze ed i reperti storico antropologici che si possono osservare lungo questi antichi percorsi. Gli interventi che verranno realizzati consentiranno di rendere completamente percorribile l’intera rete intervenendo nelle zone che hanno subito maggior degrado ponendo particolare attenzione agli
edifici di interesse storico e antropologico.
Il programma di recupero prevede la predisposizione dell’accesso alla Stua di Padola, sul torrente, uno dei punti di maggiore interesse storico, anche al fine di permettere l’utilizzo a scopo didattico e turistico di un manufatto appartenente alla tradizionale archeologia industriale.
Il restante percorso si sviluppa lungo i corsi d’acqua del Padola e del Piave dove si possono ancora vedere le vecchie segherie, oltre alla Stua di Padola e vari manufatti utilizzati un tempo per la fluitazione del legname.
Il Gruppo Ricerche Culturali di Comelico Superiore, invece è impegnato nella valorizzazione degli aspetti più significativi della cultura locale, e presenta nella cellula museale "la fudina" una testimonianza particolare di antica capacità imprenditoriale collegata all'attività di lavorazione dei metalli
2.7 Completamento del Complesso Museale del Monte Rite, in Comune di Cibiana (BL)
2.7.1 Tipologia opere
Si tratta del restauro di un complesso fortilizio della prima guerra mondiale costituito da tre strutture edilizie sulla vetta, (mt.2181), del Monte Rite in Comune di Cibiana di Cadore (BL), e da un edificio (caserma bassa) a quota m. 1900 per un totale complessivo di circa m.2 2500.
Si tratta di un intervento interamente finanziato con risorse regionali Con le limitate risorse finanziarie disponibili alla data di assunzione della DGR 21 dicembre 2001 n. 3553, si è provveduto a mettere a disposizione dell’iniziativa di cui sopra il budget necessario per la realizzazione di interventi di contingentamento del traffico motorizzato sul sito del Monte Rite che si presenta con caratteristiche di notevole pregio naturalistico.
La somma di Lire 679.000.000 (€ 350.674,23) è dunque allocata per la realizzazione degli interventi di parcheggio e di acquisizione ed attivazione degli strumenti di regolamentazione del traffico e di registrazione elettronica dei passaggi.
Saranno abilitati al passaggio solo gli automezzi di servizio, i bus-navetta ed i mezzi dei proprietari e degli usufruttuari dei fondi privati contermini alla strada.
DESCRIZIONE OPERE DA REALIZZARE | IMPORTO IN EURO |
COMPLETAMENTO MUSEO DEL MONTE RITE: realizzazione interventi di adeguamento e contingentamento del traffico motorizzato | 350.674,23 |
TOTALE | 350.674,23 |
2.7.2 Quadro economico/finanziario complessivo
L’intervento di restauro già eseguito ha riguardato il recupero della ex-batteria (500 m2), della Caserma alta e di un magazzino per ulteriore 600 m2.
Per le suddette opere, al fine del recupero parziale degli edifici sommitali, da adibirsi a destinazione museale, si è ricorso ad un finanziamento iniziale di 7 mld di Lire (pari a € 3.615.198,29) messi a disposizione dal Programma 4E del Gal n. 1 “Alto Bellunese”, nell’ambito del Programma Leader II – Veneto periodo 1997-1999.
Si è inoltre provveduto alla riattivazione della vecchia carrareccia militare e alla sua messa in
sicurezza.
Oltre ai 7 miliardi di lire già interamente spesi, l’intervento richiede ulteriore 3,5 milioni di Euro per il restauro della caserma bassa (1,5 milioni di Euro), della polveriera (0,6 milioni di Euro) e per la ricostruzione dell’Osservatorio (1,4 milioni di Euro).
Nel breve periodo è prevista la sola realizzazione del restauro della Caserma bassa, già in progettazione con i fondi regionali a sostegno dei Xxxxx Xxxxxxxxxxxx (L.R: 13/99).
Per la realizzazione del restauro i fondi faranno carico o sul Docup Obiettivo 2 o su risorse CIPE o resesi disponibili da economie.
DESCRIZIONE OPERE GIA’ REALIZZATE | IMPORTO IN EURO |
RECUPERO PARZIALE DEL FORTE DEL MONTE RITE: a fini museali | 3.615.198,29 |
TOTALE | 3.615.198,29 |
2.7.3 Il progetto gestionale
Sulla base di un protocollo di intesa fra Regione Veneto, comune di Cibiana di Cadore, la struttura amministrativa (Comunità Montana Cadore centrale) del gruppo di azione locale (GAL n. 1 Alto Bellunese) e il Signor Xxxxxxxx Xxxxxxx è stata affidata a quest’ultimo, in concessione, la gestione degli edifici, di proprietà del Comune di Cibiana.
Il Signor Xxxxxxxx Xxxxxxx provvederà a proprie spese all’allestimento museale con opere d’arte pittoriche e scultoree in proprio possesso.
2.7.4 Risultati attesi
Sono previsti fino ad un massimo di 20.000 visitatori annui
Ma l’obiettivo di maggior rilievo è quello di fare dell’iniziativa un attrattore soprattutto di immagine, di rilievo internazionale, a beneficio di tutta l’area dolomitica.
I benefici attesi sono dunque di tipo indiretto, con aspettative che vanno ben oltre le decine di posti di lavoro creati direttamente.
2.7.5 Collegamenti con altri interventi
L’intervento si colloca in un insieme di iniziative che promuovono il settore turistico nell’area come diversificazione delle prevalenti attività industriali (occhialeria) che oggi caratterizzano l’area.
Nel medesimo ambito territoriale (area Monte Rite - Forcella Cibiana, 10 km2) sono stati finanziati:
• Sentiero naturalistico – botanico; 000 xxx (Xxxxxxxx. II);
• Pista di sci da fondo; 800 mln (obiettivo 5b);
• Recupero malghe per turismo giovanile; 280 mln (Obiettivo 5b);
• Apertura di sentiero tematico “Xxx xxx xxxxx” (Xxxxxxxxx 0x);
L’intervento di recupero del Forte di Monte Rite si inquadra poi in tutta una serie di altre iniziative di cui la più rilevante è il museo all’aperto della Grande Guerra sul Lagazuoi a Cortina, che permetteranno di creare un percorso attrezzato ed organizzato, che, zaino in spalla, farà percorrere tutta la linea del fronte italiano, del Friuli fino all’Adige, passando per luoghi epici di un pezzo
della storia patria.
Gli interventi sono stati tutti realizzati in stretta e fattiva collaborazione con la sovraintendenza regionale ai beni ambientali ed architettonici del Veneto.
L’area è d’altronde interessata alla fase di concertazione e di costruzione del Patto territoriale Dolomiti Venete, che vede l’adesione della Regione Veneto al protocollo d’intesa con DGR n.° 2757 del 08 settembre 2000.
2.8 Quadro finanziario degli interventi
Nella tabella seguente sono riepilogati gli interventi inseriti all’interno del presente accordo
TITOLO DELL’INTERVENTO | COSTO (in Euro e in mld di lire) | COPERTURA FINANZIARIA | |
1. Recupero ex convento di Sanguinetto | Euro 464.811,21 Lit. 0,900 | Euro 361.519,83 Lit. 700.000.000 | Delibera CIPE n. 84/00. |
Euro 103.291,38 Lit. 200.000.000 | Provincia di Verona | ||
2. Recupero ex chiesa di Gosaldo | Euro 335.696,98 Lit. 0,650 | Euro 258.228,45 Lit. 500.000.000 | Delibera CIPE n. 84/00. |
Euro 77.468,53 Lit. 150.000.000 | Comune di Gosaldo | ||
3. Recupero ex complesso minerario di Valle Imperina | Euro 2.943.804,32 Lit. 5,700 | Euro 2.943.804,32 Lit. 5.700.000.000 | Delibera CIPE n. 84/00. |
4. Recupero Rocca di Monselice | Euro 1,833.421,99 Lit. 3,550 | Euro 1.833.421,99 Lit. 3.550.000.000 | Delibera CIPE n. 84/00 |
5. Completamento della realizzazione del Centro Termale di Val Grande | Euro 516.456,90 Lit. 1,000 | Euro 516.456,90 Lit. 1.000.000.000 | Legge regionale n. 5/00 (Esercizio 2001) |
6. Completamento del Complesso Museale del Monte Rite, in Comune di Cibiana (BL | Euro 1,910.890,53 Lit. 3,700 | Euro 350.674,23 Lit. 679.000.000 | Legge regionale n. 5/00 (Esercizio 2001) |
Euro 1.560.216,29 Lit. 3.021.000.000 | Legge regionale n. 5/00 (Esercizio 2002) | ||
TOTALE | Euro 8.005.081,93 Lit. 15,550 |
Ministero dell’economia e delle finanze
Ministero per i beni e le attività culturali
Regione del Veneto
INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
E LA GIUNTA DELLA REGIONE DEL VENETO
ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI SVILUPPO LOCALE: INTERVENTI PER LA
VALORIZ Z A Z I ONE TURISTICA E DEL PATRIMONIO CULTURALE
ALLEGATO 2 - ANALISI SWOT
Roma, Giugno 2002
ANALISI SWOT
(tratta dal DOCUP Obiettivo 2 2000 – 2006)
Come individuato nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, i principali elementi che caratterizzano il Veneto da un punto di vista territoriale sono la ricchezza di risorse ambientali, storico- artistiche e culturali, l’esistenza di un tessuto insediativo storico con grande capacità di persistenza e determinazione anche nei confronti degli insediamenti attuali, il cosiddetto "policentrismo" della struttura urbana. Tale sistema territoriale e insediativo risulta fortemente integrato e interdipendente con un sistema di sviluppo economico basato soprattutto sulla piccola e media impresa.
Pur tuttavia, come emerge con chiarezza dalla precedente analisi socioeconomica, il “modello veneto” risulta presente e consolidato prevalentemente nell’area centrale della regione, mentre le aree periferiche manifestano ancora oggi delle situazioni di evidente difficoltà.
Il territorio veneto si contraddistingue dunque per la presenza al suo interno di aree con caratteri estremamente diversi che hanno dato luogo a processi di crescita differenziati, per cui accanto ad un’area fortemente sviluppata sono presenti aree marginali caratterizzate da evidenti segni di arretratezza economica e sociale ed in cui stentano a consolidarsi quei meccanismi indispensabili per l’avvio di una fase di sviluppo.
Le principali difficoltà possono, in estrema sintesi, essere elencate in:
• “modello veneto” non uniformemente diffuso sul territorio;
• inadeguata qualità delle risorse umane e difficoltà di formazione di un’imprenditoria endogena;
• persistente fenomeno di spopolamento, in particolare riferito alle classe di età più giovani;
• presenza di aree industriali e attività produttive mature;
• scarsa qualità dell’offerta e dei servizi turistici;
• insufficiente promozione turistica;
• problemi di riqualificazione ambientale.
Accanto a tali punti di debolezza esistono tuttavia anche notevoli potenzialità e dinamismi interni, connessi principalmente alla presenza di risorse specifiche locali (ambientali, culturali, produttive) ed all’evoluzione del contesto economico anche grazie agli interventi intrapresi nella precedente programmazione con gli Obiettivi 2 e 5b e con le altre iniziative realizzate sul territorio.
I principali punti di forza possono essere così riassunti:
• diffusione di forti reti di PMI seppur in settori maturi;
• forza attrattiva del turismo;
• patrimonio di risorse ambientali, storico-artistiche e culturali presenti;
• processo di degrado reversibile delle risorse naturali;
• patrimonio professionale parzialmente esistente.
Sviluppando quindi ed integrando le linee di intervento già tracciate, sarà possibile stimolare gli “attori” locali e dar vita agli elementi autopropulsivi indispensabili per avviare quello sviluppo economico e sociale che fino ad oggi ha stentato a realizzarsi.
L’obiettivo prioritario della nuova programmazione per gli anni 2000-2006 è dunque quello di intervenire al fine di ridurre il divario esistente tra le differenti aree della regione, favorendo lo sviluppo strutturale del sistema economico e della sua capacità di produzione, garantendo il miglioramento dell’ambiente naturale e urbano, dei luoghi di lavoro e delle condizioni di vita nel loro complesso.
Sarà così possibile garantire a tutto il territorio la capacità di competere nel mercato ad armi pari, favorendo conseguentemente il riequilibrio del fattore occupazionale, contrastando il fenomeno dello spopolamento e agevolando la soluzione delle diverse problematiche esistenti a livello locale.
Le linee di intervento attraverso le quali si realizzerà l’azione regionale, finalizzate al perseguimento di
tale obiettivo, possono essere, dunque, sinteticamente descritte:
• migliorare la competitività complessiva del sistema produttivo, potenziando e sviluppando le infrastrutture ed i servizi alla produzione e qualificando il fattore umano;
• sostenere gli investimenti delle imprese, sia attraverso aiuti diretti, anche ai fini del miglioramento dell’impatto ambientale, sia mediante l’agevolazione dell’accesso al credito;
• sostenere le attività commerciali nei centri urbani, favorendone la riqualificazione;
• sviluppare il turismo, valorizzando il patrimonio ambientale, storico-artistico e culturale, qualificando l’offerta ricettiva e migliorando i servizi e la promozione;
• garantire un miglioramento ambientale ed uno sviluppo “compatibile”, coerentemente con la logica di sviluppo del sistema economico veneto che ha permesso la crescita economica senza stravolgere il tessuto urbano e ambientale;
• sostenere la conservazione delle risorse territoriali e ambientali, favorendo azioni private e pubbliche che conseguano la riproduzione di tali risorse, sia con interventi infrastrutturali (in materia di assetto idraulico e idrogeologico), che con azioni puntuali (all'interno di attività agricole e forestali);
• favorire la valorizzazione delle produzioni legate all'ambiente e all'immagine veneta, incentivando i percorsi di qualificazione dei prodotti e dei processi e la loro certificazione.
Le misure proposte rappresentano quelle più collaudate organizzativamente e con alta possibilità di raggiungere elevate performances e che, sicuramente più di altre, adottano processi di semplificazione delle procedure e di razionalizzazione dei processi operativi già attivati nella vigente programmazione, al fine anche di evitare il rischio di un disimpegno automatico dei fondi da parte della Commissione, come previsto dall’art. 31 par. 2 del Reg. (CE) 1260/99.
In un’ottica settoriale, gli obiettivi e le strategie indicate possono essere ricondotte a tre ambiti di intervento: il settore secondario, il turismo e l’ambiente. 1
Il settore turistico
Nell’ambito dei comuni interessati alla programmazione 2000-2006 sono individuabili due aree omogenee, una insistente nella zona costiera, l’altra in quella alpina e prealpina. Queste aree sono caratterizzate dal punto di vista turistico da:
• un livello qualitativo delle strutture ricettive per lo più insufficiente;
• una carenza di servizi e di strutture di richiamo;
• un carente sistema di promozione.
Punti di forza su cui far leva per lo sviluppo di queste aree sono:
• la scarsa densità insediativa, con la possibilità di utilizzare il territorio per favorire lo sviluppo di un turismo legato alla natura;
• la relativa vicinanza con poli di forte attrazione turistica, quali città d’arte, laghi, etc;
• una realtà economica in veloce evoluzione, anche grazie agli interventi effettuati con i precedenti programmi;
• una risorsa particolare è costituita dal sistema dei siti d’interesse archeologico che si articolano lungo la linea di costa compresa fra il Delta del Po e la foce del Tagliamento, interessata nell’antichità da una rete di vie di comunicazione, terrestri ed endolagunari, d’epoca romana.
Gli obiettivi che si intendono perseguire nel corso della programmazione 2000-2006 sono:
• diversificazione delle possibilità economiche e aumento dei livelli occupazionali;
• incremento delle presenze turistiche attraverso la qualificazione e diversificazione dell’offerta ricettiva e dei servizi collaterali e di supporto;
• creazione di condizioni favorevoli all’aumento degli investimenti pubblici e privati;
• salvaguardia e conservazione delle risorse naturalistiche e culturali presenti per il recupero dell’uso turistico del territorio compatibile con le esigenze ambientali;
• promozione e valorizzazione del territorio oggetto di intervento e delle sue potenzialità, in una prospettiva di recupero ambientale e artistico e di miglioramento dei collegamenti e degli itinerari alternativi tra l’area interessata e le località contigue, in modo da favorire la creazione di un insieme integrato.
I risultati che ci si attende di conseguire al termine della programmazione consistono:
• nella riqualificazione delle strutture ricettive e nell’incremento dei servizi ad esse immediatamente collegati nonché dell’occupazione;
• nell’aumento dei posti letto offerti;
• nell’avvio di iniziative per il recupero del patrimonio culturale ed ambientale;
• nella creazione e promozione di nuovi itinerari turistici, storici, artistici e nella realizzazione di iniziative per collegare aree contigue a diverso interesse turistico.
Sostanzialmente le linee di intervento proposte dimostrano una sostanziale continuità con la programmazione del periodo precedente, della quale si condividono gli obiettivi prioritari, al fine di consolidarne i risultati conseguiti grazie agli interventi avviati nel periodo 1997-1999.
Si prosegue, inoltre, l’esperienza legata al rapporto convenzionato pubblico-privato, come modalità, già prevista dal DOCUP Obiettivo 0 0000-0000, per il conseguimento degli obiettivi e dei risultati attesi, relativamente al corrente asse, e quindi, con sempre maggiore diffusione, è stabilito che si valuteranno forme di partecipazione di soggetti privati alla realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi.
L’ambiente e il territorio
Il progressivo recepimento di regole di comportamento più rispettose delle componenti ambientali - sia pure in modo non uniforme sul territorio - da parte degli enti locali e degli organismi preposti a questo essenziale settore, e la crescita di consapevolezza da parte della società, degli amministratori, dei cittadini e del sistema imprenditoriale verso il problema della conservazione delle risorse hanno permesso, in prima battuta, di tenere sotto controllo il territorio, e, successivamente, di avviare significativi processi in positivo.
Dall’esame delle previsioni e della verifica degli obiettivi e dello stato di attuazione delle grandi pianificazioni fatto dalla Regione Veneto negli anni ‘80, emerge come tale pianificazione, onnicomprensiva, dimostri la fragilità della sua impostazione, mettendo in evidenza come determinate soluzioni si siano poi rivelate inattuabili e che si debba intervenire, in particolare, in alcune zone del territorio veneto, meno sviluppate, per costruire o adeguare le infrastrutture ambientali.
L’enucleazione di precisi ambiti ove il rispetto delle norme ambientali, soprattutto nei settori della gestione dei rifiuti e bonifica dei suoli nonché della gestione integrata delle acque, risulta essere difficile a causa di ritardi nella realizzazione o adeguamento delle necessarie infrastrutture di base e loro corretta gestione, dovuti a problemi di varia natura o a precise difficoltà tecniche, è di massima priorità per permettere alle imprese private e, conseguentemente, alle popolazioni di raggiungere adeguati standard di sviluppo.
A ciò, si è aggiunta inoltre l’esigenza di attivare strumenti ed azioni che consentano di raggiungere il risultato in modo più semplice, con azioni concrete nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile: programmi politici, leggi conseguenti, amministrazione responsabile a tutti i livelli istituzionali, comportamenti consapevoli di tutti i cittadini, coinvolgimento delle categorie produttive.
Gli strumenti che la Regione Veneto si è data per garantire lo sviluppo sostenibile prevedono:
• la conoscenza dello stato dell’ambiente, la validazione scientifica dei dati raccolti e la loro diffusione;
• la certezza sulla realizzazione e la qualità dei controlli e l’omogeneità degli stessi sul territorio;
• l’attuazione ed incentivazione di sistemi di certificazione ambientale da parte delle aziende e dei sistemi produttivi;
• l’applicazione di procedure di valutazione di impatto ambientale;
• l’adeguamento legislativo alle direttive CEE;
• la diffusione dell’educazione ambientale a tutti i livelli.
L’applicazione di questi strumenti permetterà quindi la semplificazione amministrativa, la delegificazione, l’applicazione di sistemi di incentivazione dei comportamenti ambientalmente corretti. In questa direzione la Regione del Veneto ha già cominciato ad operare istituendo l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, con l’adozione delle procedure regionali di Valutazione di Impatto Ambientale, con l’applicazione differenziata del tributo per lo smaltimento in discarica dei R.S.U. (la cosiddetta “Ecotassa”), con la pubblicazione e divulgazione dei dati ambientali, con iniziative di educazione ambientale nelle scuole e con l’attivazione di un tavolo di concertazione per lo sviluppo sostenibile nel Veneto.
In particolare nelle aree a maggiore valenza ambientale e paesaggistica, vanno avviate esperienze anche innovative di integrazione tra i diversi settori economici che escano dal classico circuito legato allo scambio di beni o servizi, ma aprono nuovi filoni di attività legati alla conservazione dell'ambiente e ai servizi per la sua fruizione, unica alternativa all'abbandono delle attività tradizionali e all'inevitabile degrado che ne consegue.
Asse 3 – Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale
Punti di forza e di debolezza/opportunità e rischi del settore turistico | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
• Forza attrattiva turismo nella regione; • Segmentazione del mercato (componente interna ed estera); • Capacità competitiva delle imprese; • Patrimonio naturale, storico, artistico e culturale; • Crescente domanda di turismo attivo e diversificato; • Differenziazione dei servizi turistici. | • Concorrenza estera (ex Jugoslavia); • Diminuzione della permanenza media; • Bassa presenza di strutture ricettive delle categorie meno elevate (1-2 stelle); • Pressione ambientale per fenomeni di congestione delle risorse; • Carenza di infrastrutture turistiche e settori complementari; • Concentrazione territoriale e stagionale del flusso turistico; • Introduzione misure restrittive politica sanitaria (turismo termale). |
Opportunità | Rischi |
• Mantenimento della posizione nel comparto turistico per la presenza di un ambiente naturale esistente; • Sviluppo del turismo culturale; • Migliore utilizzo della capacità ricettiva del turismo; • Sviluppo turistico in aree a bassa intensità turistica con un patrimonio non sufficientemente valorizzato. | • Perdita di competitività del settore turistico per variazione della domanda; • Accentramento dei problemi di gestione per mancanza di diversificazione e ridotta capacità di adattamento. |
Il territorio del Veneto è caratterizzato da un numero elevato di aree ad alto valore naturalistico.
L’offerta è assai differenziata e comprende tutti i segmenti (turismo balneare, d’arte e di affari, termale, collinare e di campagna, montano). Ciò consente alla Regione di procedere con significative aspettative di successo ad una “sostenibile” incentivazione del flusso turistico nelle aree delimitate dove il patrimonio rischia, sotto il profilo della valorizzazione economica, di non essere sufficientemente utilizzato.
L’asse 3, dunque, assume come obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale delle aree delimitate. Tale strategia può contribuire alla riqualificazione del turismo veneto nel complesso facendo leva sul prolungamento della stagionalità turistica, sulla distribuzione territoriale del flusso turistico, sulla qualità, in una logica di crescita equilibrata nei confronti dell’ambiente.
In particolare, le azioni previste mirano a:
• Aumentare le attività dei settori complementari in relazione alla progressiva trasformazione e diversificazione della domanda turistica;
• Stabilizzare nel tempo e nello spazio il flusso turistico;
• Qualificare le strutture ricettive;
• Valorizzare aree con un patrimonio non sufficientemente conosciuto.
Le iniziative, molto articolate, prevedono interventi sia con regimi di aiuto che infrastrutturali. Una rilevanza strategica è attribuita alle innovazioni tecnologiche e alla promozione.
Analisi con riferimento agli ambiti territoriali
Nel Veneto, le aree più dinamiche sotto il profilo economico si concentrano nella parte centrale della regione. Le zone periferiche, essendo marginalmente investite dal cosiddetto modello di sviluppo veneto, presentano situazioni fragili che si traducono in redditi, occupazione, intensità di accumulazione del capitale e vocazione all'esportazione più bassi se confrontati con la media regionale. Il processo di globalizzazione in atto rischia di accentuare l'isolamento delle aree marginali dove, come nel caso della montagna veneta, i costi di insediamento sono aggravati dalle caratteristiche orografiche del territorio e dall'esodo della popolazione. Sotto l'aspetto territoriale, dunque, alle politiche regionali è affidato il compito di rafforzare i sistemi produttivi, anche con un'adeguata offerta di servizi per le imprese, e di stimolare l'imprenditorialità agendo sui fattori endogeni del territorio.
Sotto questo aspetto si cercherà, partendo dall'analisi della situazione socioeconomica, di rappresentare in un quadro riepilogativo, i principiali punti di forza e di debolezza, nonché le opportunità ed i rischi, che caratterizzano le diverse aree delimitate ai sensi dell'Obiettivo 2.
In modo schematico, si andranno a delineare le potenzialità e i vincoli per le principali aree - obiettivo che corrispondono alla Montagna Veneta, al Veneto Meridionale, al Veneto Orientale e alla Laguna Veneta.
In termini complessivi l'area delimitata presenta, nella difformità, alcuni elementi comuni che emergono con particolare accentuazione se rapportati alla regione nel suo complesso.
Tra questi vanno senza dubbio ricordati i problemi relativi allo spopolamento, all'occupazione, alle risorse non sufficientemente valorizzate.
Montagna Veneta
Nonostante la presenza di località famose, la Montagna Veneta si caratterizza per vie di comunicazione piuttosto scadenti e questo fatto ha ostacolato gli insediamenti di industrie.
Le eccezioni sono poche come ad esempio il distretto occhialeria, ed il suo indotto, che, comunque,
attualmente sta vivendo momenti particolarmente difficili, specialmente per le piccole imprese familiari, e sta conoscendo un momento di crisi data la forte concorrenza dei paesi extracomunitari, l'energia prodotta dalle centrali idroelettriche ma utilizzata altrove. L'economia è fondamentalmente agricola, ma si tratta di un'agricoltura povera, di montagna, in cui prevalgono i pascoli e, tra le colture, il mais.
L'esodo dalla montagna, privata delle cure dell'uomo e abbandonata all'erosione, e le modifiche apportate al terreno dalla costruzione di dighe e bacini artificiali, hanno creato una situazione piuttosto fragile per la continua minaccia di frane ed inondazioni.
La Montagna Veneta si connota dunque come area depressa che, tuttavia, presenta indubbie possibilità per valorizzare le risorse esistenti. Tra queste vanno annoverate il notevole patrimonio naturale e culturale presente nell'area e le risorse umane esistenti che si caratterizzano per la buona professionalità degli imprenditori e dei lavoratori.
A questo proposito vale la pena di citare i parametri dell’analisi SWOT tratti dal succitato DOCUP Obiettivo 2 2000 - 2006
Punti di forza e di debolezza/opportunità e rischi | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
• Ambiente naturale in buona parte integro e patrimonio storico, artistico e culturale non sufficientemente valorizzato; • Processo di degrado reversibile; • Struttura insediativa di antica origine; • Buona qualificazione imprenditoriale e professionale; • Nuova domanda proveniente dalla gestione delle risorse naturali; • Prospettive di sviluppo del turismo per segmentazione del mercato e per la crescente domanda di turismo attivo e diversificato; • Ampi margini di sviluppo delle attività economiche legate alle PMI. | • Scarsi collegamenti viari; • Fragilità dell'ambiente naturale; • Invecchiamento della popolazione con tendenza allo spopolamento. Rischio di un ulteriore calo demografico in assenza di interventi; • Concentrazione territoriale e stagionale del flusso turistico • Insufficiente valorizzazione delle risorse esistenti; • Svantaggi strutturali che si traducono in costi di produzione più elevati; • PMI di piccole dimensioni con alcuni comparti produttivi in crisi; • Fragilità delle PMI per difficoltà nell’accesso alle risorse finanziarie, alle innovazioni e insufficiente sviluppo dei servizi alle imprese; • Carenza di infrastrutture materiali e immateriali e scarsa propensione all’attività di ricerca e sviluppo • Concentrazione di settori a basso valore aggiunto; • Scarsa natalità aziendale. |
Opportunità | Rischi |
• Migliore integrazione economica dell’area montana; • Sviluppo di imprese con effettivi benefici sullo spopolamento; • Diversificazione della struttura economica; • Sviluppo di servizi alle imprese. | • Incremento dei divari regionali; • Aggravamento dei fenomeni demografici; • Aumento del degrado ambientale. |
Veneto Meridionale
La parte meridionale del Veneto è una zona prevalentemente agricola con una struttura economica sempre in ritardo rispetto a quella delle province vicine. L'area si presta all'insediamento industriale in quanto dotata di spazi ampi, occupati da un'agricoltura povera, manodopera in gran numero ancora nei luoghi o disposta a tornare nel caso di offerte di lavoro remunerative.
La vasta area pianeggiante è ben servita da sistemi viari importanti (autostrade e superstrade). Si tratta, in questo contesto, di continuare le opere strutturali avviate nel periodo precedente, necessarie per l'insediamento delle imprese, e proteggere, contemporaneamente, il fragile equilibrio dell'area del delta del Po.
Punti di forza e di debolezza/opportunità e rischi | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
• Struttura economica differenziata e diffusa sul territorio; • Spirito imprenditoriale diffuso e buona possibilità di sviluppo delle attività economiche legate alle PMI; • Buon sistema di comunicazione (attuale e in corso); • Area di grande pregio ambientale; • Ampia disponibilità di manodopera; • Area pianeggiante senza preoccupanti concentrazioni di insediamenti urbani e/o industriali; • Disponibilità di acqua; • Zona di recente bonifica. | • Carenza strutturale; • Settore industriale concentrato in attività manifatturiere fortemente esposto alla concorrenza internazionale; • Fragilità delle PMI per difficoltà nell’accesso alle risorse finanziarie, alle innovazioni e insufficiente sviluppo dei servizi alle imprese; • Diminuzione della popolazione; • Risorse ambientali non sufficientemente valorizzate; • Settore turistico da potenziare e riqualificare; • Problemi occupazionali; • Settore agricolo importante, però povero. |
Opportunità | Rischi |
• Diversificazione della struttura economica; • Migliore integrazione dei settori produttivi; • Nascita di nuove imprese e/o consolidamento di quelle esistenti. | • Peggioramento dei fenomeni demografici in atto; • Aumento della disoccupazione; • Crescita del divario esistente. |
Sintesi dei punti di forza e di debolezza e delle opportunità e rischi delle aree analizzate
Punti di forza e di debolezza/opportunità e rischi | |
Punti di forza | Punti di debolezza |
• Struttura economica differenziata e diffusa sul territorio • Presenza di risorse finanziarie e imprenditoriali compatibili in grado di agevolare lo sviluppo delle attività economiche; • Spirito imprenditoriale diffuso, legato ad una buona professionalità degli imprenditori e dei lavoratori; • Segmentazione del mercato (componente interna ed esterna); • Capacità competitiva delle imprese, dovuta anche ad una maggiore specializzazione del prodotto e/o dei servizi e ad una maggiore flessibilità organizzativa del management; • Peso notevole del settore primario, non sufficientemente valorizzato; • Patrimonio naturale, storico, artistico e culturale non sufficientemente valorizzato e legato anche a una struttura insediativa di antica origine; • Possibilità di sviluppo del turismo in funzione di una domanda crescente e diversificata; • Servizi turistici differenziati, sia per la varietà degli ambiti naturali di pregio esistenti sia per una nuova domanda proveniente dalla gestione delle risorse naturali; • Atteggiamenti più consapevoli nei confronti dell'uso e del mantenimento delle risorse naturali; • Presenza di aree di grande pregio ambientale e di aree di recente bonifica caratterizzate da un buon livello di sviluppo; | • Fragilità delle PMI per difficoltà nell'accesso alle risorse finanziarie e alle innovazioni; scarsa propensione all'attività di ricerca e sviluppo e servizi alle imprese insufficienti; • PMI di piccole dimensioni con svantaggi strutturali; presenza di alcuni comparti produttivi in crisi; • Settore industriale concentrato in attività a basso valore aggiunto e fortemente esposto alla concorrenza internazionale; • Settore agricolo prevalente, ma povero e con dimensioni aziendali ridotte; • Tessuto produttivo fragile, caratterizzato in alcune aree anche da problemi di ricambio generazionale e di occupazione; • Invecchiamento della popolazione con tendenza allo spopolamento di alcune aree; rischio di un ulteriore calo demografico in assenza di interventi; • Carenza di infrastrutture materiali e immateriali; • Strutture e infrastrutture legate all'intermodalità da potenziare e riqualificare; • Carenza di infrastrutture turistiche e settori complementari; • Settore turistico da potenziare e riqualificare anche in funzione di una diversificazione dell'offerta; • Bassa presenza di strutture ricettive delle categorie meno elevate; • Diminuzione della permanenza media legata anche ad una concorrenza estera crescente; • Insufficiente valorizzazione delle risorse esistenti; • Avanzato processo di riconversione di alcune aree industriali. • Estrema fragilità e vulnerabilità dell'area, con fenomeni erosivi e di degrado in atto che danno luogo ad un'elevata pressione ambientale; • Carenze infrastrutturali nella gestione dei rifiuti e delle acque. |
Opportunità | Rischi |
• Possibilità di introdurre innovazioni di prodotto e di processo e di sviluppare i servizi alle imprese; • Diversificazione della struttura economica e migliore integrazione dei servizi produttivi; • Possibilità di rafforzare il tessuto imprenditoriale, così da aumentare la capacità competitiva e produrre effetti benefici sullo spopolamento; • Propensione dei soggetti pubblici e privati per la programmazione e attuazione degli interventi di sviluppo finalizzati alla riduzione del divario con le aree centrali della regione; • Possibilità di implementare le infrastrutture telematiche; • Processi di valorizzazione e riqualificazione dei collegamenti infrastrutturali e delle strutture connesse; • Presenza di figure sociali (donne, giovani) in grado di svolgere una funzione determinante per il recupero delle aree; • Possibilità di sviluppo del turismo grazie alla diversificazione dell'offerta e alla valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale e artistico presente; • Disponibilità degli operatori economici locali verso la possibilità di creare servizi di gestione delle risorse ambientali - naturali; • Possibilità di ridurre i processi di degrado in atto anche grazie ad una diffusa sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti dell'ambiente, dello sviluppo sostenibile e della funzione diretta delle risorse ambientali. | • Concorrenza delle imprese situate nelle aree maggiormente favorite, con conseguente aggravamento dei divari regionali per effetto della globalizzazione; • Perdita di quote di mercato per il mancato adeguamento tecnologico; • Scarsa attività degli ambienti, soprattutto rurali, riconducibile allo scarso dinamismo delle opportunità economiche, delle relazioni sociali e, di conseguenza, della mancanza e/o insufficiente diffusione di funzioni e servizi avanzati; • Carenza delle infrastrutture materiali e immateriali e mancata valorizzazione di quelle esistenti; • Aumento delle difficoltà di governo del territorio per lo spopolamento, per l'assenza di "presidi" stabili, per l'aggravamento dei fenomeni demografici e dei problemi occupazionali; • Perdita di competitività del settore turistico per variazione della domanda e ridotta capacità di adattamento; • Aggravamento del degrado ambientale. |
Indicatori a tal fine definiti in ambito Docup Obiettivo 2 2000 – 2006:
Indicatori di risultato
Indicatore | Descrizione | Quantificazione |
Azione b) | ||
Grado di soddisfazione comunità locali per recupero e valorizzazione | Percentuale | n.d. |
Turisti e visitatori presso strutture realizzate | Numero | 1.800 |
Azione c) | ||
Grado di soddisfazione comunità locali per recupero e valorizzazione | Percentuale | 150 |
Turisti e visitatori presso strutture realizzate | Numero | n.d. |
Azione d) | ||
Grado di soddisfazione comunità locali per recupero e valorizzazione | Percentuale | n.d. |
Turisti e visitatori presso strutture realizzate | Numero | 14.000 |
Indicatori di impatto
Indicatore | Descrizione | Quantificazione |
Occupazione creata/mantenuta (consolidata) | Disaggregata per genere | n.d. |
Incremento presenze turistiche | Numero pernottamenti | n.d. |
Ministero dell’economia e delle finanze
Ministero per i beni e le attività culturali
Regione del Veneto
INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
E LA GIUNTA DELLA REGIONE DEL VENETO
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ALLEGATO 3 - SCHEDE INTERVENTO
Roma, Giugno 2002