SCHEMA DI REGOLAMENTO PER LA GESTIONE IN FORMA ASSOCIATA DEI RAPPORTI AMMINISTRATIVI CON GLI ENTI ACCREDITATI PER I SERVIZI:
Allegato “9” al P.d.Z.
SCHEMA DI REGOLAMENTO PER LA GESTIONE IN FORMA ASSOCIATA DEI RAPPORTI AMMINISTRATIVI CON GLI ENTI ACCREDITATI PER I SERVIZI:
CENTRO DIURNO DISABILI (CDD) E CENTRO SOCIOEDUCATIVO (CSE)
Premesso che:
• i Comuni dell’Ambito Territoriale della Valle Brembana per la gestione associata dei servizi sociali hanno delegato la Comunità Montana della Valle Brembana;
• la Comunità Montana della Valle Brembana coordina, in accordo con i Comuni dell’Ambito Territoriale ai sensi della LEGGE 328/2000, la realizzazione del SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI E DELLE PRESTAZIONI SOCIALI della Valle Brembana;
• con l’Accordo di Programma ai sensi della legge 328/2000, sottoscritto il ………… i Comuni sottoscrittori si impegnavano a realizzare gli obiettivi del Piano di Zona di Ambito per il triennio 2018/2020;
Tutto ciò premesso, in coerenza con gli obiettivi di gestione del PdZ la Comunità Montana è identificata come capofila dai Comuni per la gestione in forma associata esclusivamente per i rapporti amministrativi con gli Enti accreditati per la fornitura delle prestazioni di cui ai successivi artt.2 e 3. Il presente non costituisce delega alla Comunità Montana per la gestione dei servizi CDD e CSE, che rimangono nella piena responsabilità dei comuni interessati.
ART. 1 – PARTECIPAZIONE A CARICO DELL’UTENZA
I Comuni che intendono aderire al presente applicano le medesime tariffe di compartecipazione dell’utenza ai costi dei servizi CDD e CSE.
ART. 2 – DEFINIZIONE E OBIETTIVI DEL SERVIZIO CDD
Definizione:
a) Questa unità d'offerta è una struttura integrata diurna non residenziale che accoglie giornalmente soggetti con notevole compromissione della autonomia nelle funzioni elementari.
b) Essa costituisce una “struttura d'appoggio” alla vita familiare, fatta di spazi educativi e ricreativi diversificati, particolarmente necessaria per consentire alla famiglia di mantenere al proprio interno l'handicappato.
c) Il centro diurno disabili mira alla crescita evolutiva dei soggetti nella prospettiva di una progressiva e costante socializzazione con l'obiettivo da un lato, di sviluppare, pur nella consapevolezza dei limiti oggettivi, le capacità residue, dall'altro di operare per il massimo mantenimento dei livelli acquisiti.
d) Le attività svolte saranno prettamente a carattere educativo e si diversificheranno in attività indirizzate all'autonomia personale, educative con significato prevalentemente psicomotorio, di socializzazione, ecc. Verranno altresì garantite tutte quelle prestazioni sanitarie e riabilitative di cui gli utenti possono aver bisogno, in una logica appunto di massimo raccordo con le strutture sanitarie del territorio.
Destinatari:
e) Il centro diurno disabili accoglie portatori di handicap operando sulla base della gravità come unica categoria di selezione: sono ammessi al CDD esclusivamente i soggetti con disabilità tali da comportare una notevole compromissione dell'autonomia nelle funzioni elementari, e per i quali siano stati esperiti tutti gli interventi di tipo riabilitativo-sanitario e psico sociale atti a garantire un reale
inserimento in strutture rivolte alla generalità delle persone, nonché per quelli divenuti gravi o per processi di decadimento o per mancanza di terapie adeguate.
Funzionamento:
f) Il CDD garantirà ai suoi utenti, che fruiranno del servizio in regime di full time, un minimo di 7 ore giornaliere di funzionamento, per 5 giorni alla settimana, per 11 mesi all'anno.
g) Per coloro che vorranno usufruire del part time verrà costruita una presenza personalizzata in base agli obiettivi dell’inserimento.
Attività:
h) Le prestazioni socio-educativo-assistenziali sono assicurate dagli educatori i quali, nel rispetto delle finalità del CDD e del principio dell'individualizzazione del processo educativo, orientano i loro interventi in senso squisitamente pedagogico, aiutando gli utenti a raggiungere un più adeguato rapporto con se stessi, con gli altri e con l'ambiente, nonché a cercare di acquisire comportamenti e funzioni indispensabili per la vita di tutti i giorni. Il personale educativo deve quindi coinvolgere attivamente i soggetti nei vari momenti di vita del centro, perché ognuno di questi momenti ha una propria valenza educativa e rappresenta, nella sua specificità, una meta che l'handicappato può raggiungere in modo progressivo.
i) L'azione educativa non si esaurisce in quanto sopra delineato, essa deve infatti coinvolgere anche il nucleo familiare del soggetto; l'educatore dà completezza al proprio intervento allorché riesce a rendere compartecipi i familiari nel progetto educativo affinché gli stessi, ad esempio, correggano eventuali modalità di rapporto negative nei confronti del congiunto dovuti a iperprotettività, a rifiuto (manifesto o meno) oppure a stanchezza psicologica.
j) In quest'ottica verranno promosse 6 aree di attività diversificate tali da soddisfare i principali bisogni espressi dai soggetti normalmente frequentanti il centro, tenendo ben in considerazione nella programmazione delle attività l'età degli utenti, al fine di operare corrette aggregazioni il più possibile omogenee fra loro.
1) Attività educative indirizzate verso l'autonomia personale
Ci si riferisce qui a tutte le attività volte a facilitare il miglior adattamento possibile ai vari momenti funzionali della giornata, facendo particolare attenzione alla organizzazione temporale-sequenziale della giornata stessa e quindi ai ritmi giornalieri, all'autonomia o al sostegno ben studiato nell'alimentazione e nell'abbigliamento, all'igiene personale, all'orientamento nello spazio-ambiente e a tutte le sollecitazioni e le stimolazioni volte a favorire e a facilitare la comunicazione tra utente e ambiente, per lo meno relativamente al soddisfacimento dei bisogni primari.
2) Attività educative con significato prevalentemente psico-motorio
Si tratta in pratica di tutta la vasta gamma delle attività cosiddette “espressive”, miranti a far raggiungere ai soggetti dei traguardi sempre più significativi rispetto alla loro capacità di prendere coscienza di sé e del mondo, nonché alla loro capacità di controllare il proprio corpo ed il proprio movimento utilizzandolo a scopo esplorativo-comunicativo-relazionale.
Verranno realizzati laboratori di pittura e di manipolazione, momenti specifici di educazione psicomotoria, attività di drammatizzazione e di espressione corporea, gioco-teatro, educazione fisica con particolare riguardo alle proposte di sport e di gioco collettivo, momenti di gioco “pedagogico”, attività di animazione musicale, proposte che utilizzino spazi ed operatori esterni, come ad es. il nuoto-attività motoria guidata in piscina, l'equitazione ed altre.
3) Attività educative di socializzazione
Ci si riferisce ad attività che permettano di far conoscere ai soggetti il contesto ambientale in cui vivono, dentro e fuori dal Centro, facendo attenzione sia alla scoperta delle microrealtà sia alla scoperta delle macrorealtà del territorio.
Si tratta delle attività miranti a promuovere momenti socializzanti che trovano infatti realizzazione non solo all'interno del centro, ma anche, e soprattutto, all'esterno, in stretto raccordo con strutture ove siano presenti spazi di tipo aggregativo, sportivo, artistico, politico e culturale, organizzati per la generalità delle persone.
Si pensa a vere e proprie attività di esplorazione ambientale attraverso passeggiate, visite a mercati, centri cittadini, negozi, industrie, lavoratori artigiani, gite in luoghi significativi a livello ambientale, paesaggistico o artistico, momenti di conoscenza di ambienti diversi da quello abitualmente frequentato. Anche alcune attività di tipo espressivo e contemporaneamente educativo-occupazionale (come ad es. il laboratorio di cucina-economia domestica) possono servire a far meglio conoscere al soggetto alcune normali situazioni ambientali (in questo caso alcuni aspetti del microcosmo familiare) ed a fargli quindi sperimentare alcuni canali specifici di comunicazione e di socializzazione.
Verranno soprattutto potenziati tutti i tentativi per favorire la socializzazione attraverso rapporti con i coetanei e pertanto con tutte le strutture e le realtà circostanti frequentate dai coetanei.
4) Attività educative con significato prevalentemente occupazionale
Mediante queste attività gli utenti possono sperimentare, accrescere o raffinare le loro capacità percettive e vivere situazioni di maggior impegno e responsabilità.
In particolare ci si riferisce alle varie attività di laboratorio, artigianali o meno, quali quelle dell'assemblaggio, delle lavorazioni con il legno, con il cuoio, del cucito e della tessitura, della cesteria, del bricolage; alle semplici attività di coltivazione di fiori e piante, di orti, di allevamento di animali; alla economia domestica e alla cucina.
5) Attività educative mirate in maniera specifica al mantenimento del livello culturale raggiunto dal soggetto
Fra queste attività, oltre a buona parte di quelle già in precedenza citate, devono trovare spazio precisi momenti dedicati alla conservazione del patrimonio culturale esistente, di derivazione scolastica o meno e all'allenamento al suo utilizzo funzionale.
6) Attività sanitarie
Esauriscono, infine, la gamma delle attività quelle legate all'esercizio di funzioni sanitarie, costituite dalle attività riabilitative e terapeutiche mirate, che devono essere specifiche e di carattere specialistico, differenziate a seconda delle esigenze e dei bisogni dei singoli soggetti ed individuate sulla base degli esami diagnostico-prognostici e delle prescrizioni-programmi terapeutici compiuti dagli specialisti dell'équipe.
ART. 3 - DEFINIZIONE E OBIETTIVI DEL SERVIZIO CSE
Definizione:
a) Il Centro Socio Educativo (CSE) è un servizio diurno per soggetti disabili la cui fragilità non sia compresa tra quelle riconducibili alle Unità d’Offerta socio sanitarie. E’ organizzato in modo da poter garantire interventi educativi, socializzanti, con l’obiettivo prioritario di costruire un percorso integrato tra le diverse figure professionali per realizzare progetti individualizzati efficaci ed efficienti.
Non si costituisce come un servizio chiuso bensì caratterizzato da un’apertura all’esterno, in un’ottica di integrazione con le risorse presenti sul territorio.
b) Il CSE può essere organizzato come struttura diurna polivalente ad esclusivo carattere sociale in cui vengono organizzati differenti moduli specifici per tipologia di intervento socio educativo e/o socio animativo, oppure può costituire un modulo di un Centro Diurno Disabili.
Destinatari:
c) Il CSE accoglie persone disabili tra i 18 ed i 65 anni la cui fragilità non sia compresa tra quelle riconducibili al sistema sanitario.
Funzionamento:
d) Il Servizio ha un funzionamento pari a 47 settimane annue, mediamente per circa 40 ore settimanali, dal lunedì al venerdì, con frequenze variabili a seconda delle esigenze. Per coloro che vorranno usufruire del part time verrà costruita una presenza personalizzata in base agli obiettivi previsti da ogni singolo Progetto Educativo Individualizzato (P.E.I.), che individua anche la frequenza della persona disabile al Servizio, predisposta su misura dei bisogni delle persone in carico e dei loro contesti familiari.
Attività:
Le prestazioni socio-educative sono assicurate dagli educatori i quali, nel rispetto delle finalità del CSE e del principio dell'individualizzazione del processo educativo, perseguono le seguenti finalità:
1) Mantenimento delle competenze acquisite;
2) Promozione delle autonomie personali, che porti al miglioramento della qualità della vita delle persone in carico, attraverso percorsi educativi finalizzati alla formazione e al consolidamento delle specifiche abilità;
3) Accompagnamento all’età adulta, intesa come approccio che consente di maturare autonomia, autostima, responsabilità; relazionarsi positivamente con gli altri e l’ambiente, il prendersi il più possibile cura di sé. La promozione dell’adultità è perseguita attraverso una presa in carico della persona e della sua rete. Il lavoro educativo mira al massimo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, al fine di poter promuovere un ruolo attivo e propositivo prima all’interno della famiglia, poi nel contesto comunitario di appartenenza.
4) Integrazione ed inclusione sociale: supporto alla costruzione e al consolidamento di una rete relazionale e sociale significativa, il più possibile all’interno di contesti che si rivolgono alla generalità della popolazione;
5) Accompagnamento in termini di ruolo a percorsi finalizzati all’integrazione in ambiti occupazionali.
ART. 4 – RAPPORTI FINANZIARI
a) I rapporti finanziari fra gli enti associati sono ispirati al principio della solidarietà e della equa ripartizione degli oneri. Le spese per la gestione del servizio oggetto della convenzione sono a carico degli enti convenzionati.
b) La spesa complessiva, decurtata da eventuali contributi di altri enti, verrà ripartita tra i Comuni aderenti al servizio e che avranno in essere il regolamento di compartecipazione alle rette CDD e CSE di ambito, ed in base al numero dei propri residenti fruitori dei servizi.
c) I Comuni si impegnano a versare la quota annuale di competenza secondo le seguenti modalità:
c.1)- Per l’annualità 2018:
• 70% della spesa preventivata entro il 30.06.2018;
• 30% a titolo di saldo entro il 31.12.2018 (si procederà in via successiva ad effettuare gli eventuali conguagli).
c.2 - Per le annualità 2019/2020:
• il 50% entro il 31 marzo;
• il 30% entro il 30 giugno;
• il 20% entro il 30 dicembre ((si procederà in via successiva ad effettuare gli eventuali conguagli)
d. In caso di mancato pagamento da parte dei Comuni degli importi dovuti, entro le scadenze pattuite, si applicano d'ufficio gli interessi moratori che decorrono, senza che sia necessaria la costituzione in mora, dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento;
e. Gli interessi moratori sono determinati nella misura degli interessi legali di mora (tasso di riferimento della BCE), maggiorati di otto punti percentuali;
f. La Comunità Montana della Valle Brembana provvederà a predisporre:
1) entro il mese di settembre di ogni anno, un preventivo analitico delle spese per la gestione del servizio relative all’anno successivo, con il riparto delle stesse a carico di ciascun Comune ed a trasmetterlo affinché provvedano ad iscrivere nel bilancio di previsione dell’anno successivo la quota di spesa di pertinenza.
2) entro il mese di novembre di ciascun anno, il rendiconto della gestione dell’anno precedente con il relativo riparto definitivo, e ad inviarlo ai Comuni che provvederanno al pagamento di quanto dovuto entro le scadenze suindicate.
ART. 5 – DURATA
1. Il presente ha decorrenza coincidente con la durata del PdZ 2018/2020.