ACCORDO DI PARTENARIATO ITALIA 2021-2027
ACCORDO DI PARTENARIATO ITALIA 2021-2027
Quadro strategico per programmazione dei Fondi strutturali e d’investimento europei
Scheda di lettura e commento
Il ciclo di programmazione della cornice strategica di riferimento per la programmazione della politica di coesione in Italia per il ciclo 2021-2027Accordo di Partenariato si è conclusa dopo un negoziato durata quasi 2 anni con la Decisione di esecuzione della commissione C(2022) 4787 del 15 luglio 2022 conforme all’articolo 10 del regolamento comune per la programmazione dei fondi strutturali e d’investimento europei ( Reg. UE n. 1060/2021)
L’Italia potrà contare nel ciclo 2021-2027 su un totale di 75,315 miliardi di euro di Fondi strutturali e di investimento, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale.
In particolare, le risorse in arrivo da Bruxelles saranno pari a 43,127 miliardi di euro, comprensive di quelle destinate al Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition Fund - JTF) e alla Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Alle regioni meridionali andranno 47,962 miliardi di euro.
Rispetto alla precedente programmazione la classificazione delle singole regioni ha subito delle modifiche. Infatti, sono considerate “in transizione” non solo l’Abruzzo, che si conferma in questa categoria, ma anche Umbria e Marche (precedentemente tra quelle “più sviluppate”). Le regioni “meno sviluppate” sono quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre le “più sviluppate” comprendono quelle del Centro-Nord, con l’esclusione di Umbria e Marche. Se si esclude la quota riservata alla CTE.
Le risorse europee e nazionali dei Fondi strutturali si distribuiscono come segue tra le tre aree:
• regioni più sviluppate: 23,882 miliardi di euro;
• regioni in transizione: 3,612 miliardi di euro;
• regioni meno sviluppate: 46,575 miliardi di euro.
I principali Fondi strutturali europei che sostengono la politica di coesione 2021-2027 sono:
• il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), che ha l’obiettivo di favorire la crescita economica e occupazionale delle regioni europee e appianarne disparità e squilibri di sviluppo;
• il Fondo Sociale Europeo plus (FSE+), che sostiene gli Stati membri nel conseguire livelli elevati e adeguati di occupazione e una protezione sociale equa ed inclusiva;
• il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), che promuove la pesca e l’acquacoltura sostenibili, il ripristino e la conservazione delle risorse biologiche acquatiche, l’economia blu nelle aree costiere, insulari e interne, sostiene lo sviluppo di comunità della pesca e dell’acquacoltura, aiuta la governance internazionale per mari e oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile;
• il Fondo per una Transizione Giusta (Just Transition Fund - JTF), che sostiene i territori che fanno fronte a gravi sfide socioeconomiche derivanti dal processo di transizione verso la neutralità climatica e vuole
consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, economici ed ambientali derivanti da tale transizione.
A questi, si aggiunge a livello europeo il Fondo di Coesione, riservato ai Paesi con un Reddito Nazionale Lordo pro capite inferiore al 90% della media UE, tra i quali non è inclusa l’Italia.
Per realizzare un'incisiva azione di coordinamento tra strumenti e fondi e scongiurare i rischi di sovrapposizione e segmentazione degli interventi è richiesto un forte impegno a vari livelli, tanto sul lato dell’organizzazione delle strutture di coordinamento, quanto sulle procedure di programmazione e attuazione.
Strutture di coordinamento
A livello nazionale, la sede di coordinamento strategico della politica di coesione rimane confermata nel Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell’attuazione dei programmi, già istituito nel 2014-2020 (di seguito Comitato AP).
Il Comitato AP è presieduto dal Dipartimento per le politiche di coesione, in qualità di Autorità di coordinamento a livello nazionale dei fondi della politica di coesione, dall’Agenzia per la coesione territoriale (ACT), e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).
È composto dalle Autorità nazionali e regionali di gestione dei programmi ( rappresentanti dei ministeri e delle regioni di riferimento dei singoli programmi), ed dal partenariato economico-sociale e dagli organismi che rappresentano la società civile, sulla base di criteri che assicurino la piena coerenza con il Codice europeo di condotta del partenariato, sono inoltre membri per il Partenariato istituzionale anche UPI, ANCI e UNCEM e i rappresentanti dalle Amministrazioni nazionali competenti in materia di principi orizzontali( pari opportunità, nessuna discriminazione, acquis ambientale etc) , dalle Autorità nazionali responsabili del soddisfacimento delle condizioni abilitanti, dalle Autorità nazionali di coordinamento dell’Obiettivo CTE e dal coordinamento interregionale CTE. Al Comitato AP sono stabilmente invitate del Direzioni generali (DG) della Commissione europea responsabili della programmazione dei fondi anzitutto la DG della politica regionale ed urbana ( resp. Del FESR) e la DG occupazione, affari sociali ed inclusione (resp. Del FSE+)
Il Comitato AP e si riunisce in sede plenaria una volta l’anno, prevedendo la possibilità di ulteriori riunioni qualora lo si ritenga necessario.
Vengono confermati per affrontare più in dettaglio tematiche o particolarità territoriali i Sottocomitati Mezzogiorno, Monitoraggio e Controllo e Diritti sociali già Risorse Umane.
Ed istituito un nuovo sottocomitato per monitorare la Strategia di specializzazione intelligente
In particolare il Sottocomitato Diritti sociali e risorse umane, verifica nel paese l’attuazione del FSE plus e quindi l’andamento degli investimenti per l’occupazione, istruzione ed inclusione sociale sia realizzati dai programmi regionali che dalle singole regioni.
In generale si conferma che il compito di queste strutture è la valutazione dei progressi compiuti nel percorso di avvicinamento ai risultati definiti, l’analisi di problematiche, nonché il monitoraggio delle condizioni abilitanti.
Il ruolo del partenariato economico e sociale
Nella programmazione 2021-2027 la normativa europea conferma il rafforzamento del principio di partenariato, già operato nella programmazione 2014-2020, per un’attuazione efficace ed efficiente dei fondi. In Particolare nell’articolo 8 del regolamento generale (REGOLAMENTO (UE) 2021/1060) viene stabilito che il partenariato opera in conformità del principio della governance a più livelli e seguendo un approccio dal basso verso l’alto. La governance a più livelli fa riferimento esplicitamente al partenariato economico e sociale, all’applicazione del “Codice europeo di condotta del partenariato”, alla partecipazione ai comitati di sorveglianza, i cui membri in base ai successivi artt. 38 e 39 del Regolamento hanno diritto di voto.
Le Autorità di gestione dei programmi garantiranno la partecipazione efficace del partenariato ai Comitati di sorveglianza, ai sensi dell’articolo 39 del RDC, tenendo conto, nell’individuazione dei partner da coinvolgere, della capacità degli stessi di orientare la programmazione e l’attuazione dei Programmi o di risentire dei loro effetti e valutando eventuali azioni di supporto allo sviluppo della capacità amministrativa di tali soggetti.
Proprio in merito allo “sviluppo della capacità amministrativa”, sempre l’art. 8 del Regolamento stabilisce che debbono essere assegnate delle risorse ai partner e nello specifico l’Accordo di Partenariato al punto 6.2 Concentrazione tematica FSE+, alla voce “Sviluppo delle capacità delle parti sociali” fissa -per le parti sociali italiane- lo 0,25% delle proprie risorse della componente FSE+ in regime di gestione concorrente.
In particolare, come esplicitamente espresso nell’AP a pagina 55, contribuiscono rendere effettiva tale concentrazione tematica i seguenti programmi :
Sviluppo delle capacità delle parti sociali e delle ONG, programmati a titolo di tutti gli obiettivi specifici tranne m) dell'articolo 4 del regolamento FSE+ | 0,25% | PN Scuola e competenze FESR-FSE+, PN Equità nella salute FESR-FSE+, PN Iclusione e lotta alla povertà FESR, PN Giovani, donne e lavoro FSE+ PR Abruzzo FSE+, PR Campania FSE+, PR Emilia regolamento FSE+ ;Romagna FSE+, PR Frili Venezia Giulia FSE+, PR Lazio FSE+, PR Liguria FSE+, PR Lombardia FSE+, PR Marche FSE+, PR PA Bolzano FSE+, PR PA Trento FSE+, PR Piemonte FSE+, PR Sardegna FSE+, PR Sicilia FSE+, PR Toscana FSE+, PR Umbria FSE+, PR Valle d’Aosta FSE+, PR Veneto FSE+, PR Molise FESR FSE+, PR Puglia FESR-FSE+, PR Calabria FESR-FSE+, PR Basilicata FESR-FSE+, PN Metro plus e città medie Sud FESR-FSE+, PN Capacità per la coesione AT FESR-FSE+ |
La partecipazione delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile alla definizione e realizzazione di politiche ed interventi è quindi ampiamente promossa, anche con supporto e fondi dedicati.
La strategia
La strategia sostenuta dall’Accordo di Partenariato 2021-2027 indirizza i fondi resi disponibili dall’Unione Europea e dal cofinanziamento nazionale verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar), in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Il regolamento UE sulle disposizioni comuni ai Fondi per le politiche di coesione (FESR, FSE+, Fondo di Coesione, FEAMPA, JTF) individua cinque obiettivi strategici di policy da perseguire nel corso della programmazione 2021-2027, declinati nell’Accordo di Partenariato sulla base delle esigenze del nostro Paese:
1. Un’Europa più intelligente, in quanto la competitività dei sistemi produttivi italiani risente di alcune difficoltà di sistema particolarmente accentuati nelle regioni meridionali, dove la situazione è aggravata anche dalla migrazione di giovani laureati.
Gli interventi previsti sono rivolti tra l’altro a rafforzare la ricerca e l’innovazione delle imprese, anche sostenendo la domanda pubblica di prodotti e servizi innovativi; a favorire la diffusione delle comunicazioni e delle tecnologie digitali, contenendo i rischi di nuove disuguaglianze (anche territoriali) legate allo sviluppo della digitalizzazione e agevolando i processi di riorganizzazione all’interno delle imprese, nonché l’impiego di tecnologie digitali per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e legalità; e a promuovere l’accessibilità alle reti digitali per cittadini e imprese e rafforzare le dotazioni di connettività ad alta capacità del Paese, con interventi complementari a quelli sostenuti con risorse ordinarie e del PNRR, concentrandosi sulle aree meno popolate, marginali, rurali, montane ed insulari minori.
I Fondi: FESR
Contributo UE: 9.511.115.277 euro.%?
2. Un’Europa più verde, in quanto l’Italia è chiamata ad affrontare nei prossimi anni temi cruciali, come gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, la tenuta del territorio, la disponibilità e qualità delle risorse idriche, la qualità dell’aria, la salvaguardia della biodiversità, la difesa del paesaggio. Sul piano energetico, è necessario ridurre i consumi, migliorare l’efficienza, sviluppare le energie rinnovabili, ridurre l’emissione di gas che alterano il clima e ammodernare le reti energetiche per aumentarne l’efficienza e il potenziale di assorbimento.
Gli interventi previsti seguono specifiche priorità per ogni ambito: energia; rischi climatici e naturali; risorse idriche; rifiuti; biodiversità e inquinamento; mobilità sostenibile.
I Fondi: FESR e FEAMPA.
Contributo UE: 9.263.186.143 euro. % ?
3. Un’Europa più connessa, L’Italia sconta ancora un divario nelle infrastrutture di trasporto rispetto ai principali partner dell’UE. Tale divario è ulteriormente accentuato tra il Nord e il Sud del Paese, dove la presenza di tratte ferroviarie elettrificate è molto scarsa.
Gli interventi, coordinati con quelli finanziati in maniera più robusta dal PNRR e dal FSC, si concentreranno sui territori in cui la scarsa qualità del sistema di trasporto acuisce le disparità economiche e peggiora la qualità della vita, così da contribuire a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord e a soddisfare le esigenze di accessibilità delle aree interne in tutto il territorio nazionale. I finanziamenti di questo obiettivo saranno impegnati e attuati attraverso i programmi delle regioni meno sviluppate.
I Fondi: FESR.
Contributo UE: 1.587.669.172 euro. %?
4. Un’Europa più sociale e inclusiva: le sfide più pressanti, che al Sud diventano vere e proprie emergenze, sono: la partecipazione di giovani e donne al mercato del lavoro; la prevenzione e il contrasto dell’abbandono scolastico; l’innalzamento del livello di istruzione terziaria; il rafforzamento delle competenze, soprattutto digitali, lungo tutto l’arco di vita; il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, in particolare dei minori; la resilienza del sistema sanitario; la valorizzazione della cultura e del turismo nello sviluppo economico, per l’inclusione e l’innovazione sociale.
Gli interventi si concentrano su alcune priorità: occupazione; istruzione e formazione; inclusione e protezione sociale; cultura e turismo.
I Fondi: FESR, FSE+.
Contributo UE: 17.082.013.120 euro.
5. Un’Europa più vicina ai cittadini: L’Italia vanta un ampio numero e importanti storie di comunità organizzate su un territorio che presenta una grande variabilità per caratteristiche fisiche, sviluppo, qualità della vita, opportunità economiche, sfide ambientali e sociali.
Gli interventi saranno declinati sulla base di strategie espresse dai territori interessati, con una nuova attenzione nei confronti delle città medie del Sud e gli obiettivi principali distinti per tipologia territoriale sono: Città; Aree interne; nonché Aree costiere, insulari a cui contribuisce anche il FEAMPA.
I Fondi: FESR, FEAMPA.
Contributo UE: 2.209.443.401 euro.
IL FONDO PER LA TRANSIZIONE GIUSTA (JTF) è stato istituito per consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, occupazionali, economici e ambientali della transizione verso gli obiettivi 2030 dell’Unione per l’energia e il clima e un’economia climaticamente neutra dell’Unione entro il 2050, basati sull’accordo di Parigi.
È indirizzato alle due aree del Mezzogiorno in cui si concentrano le attività di produzione ad alta intensità di carbonio.
• Sulcis-Iglesiente: una delle più grandi aree minerarie d’Italia, dove ha sede l’ultima miniera di carbone italiana, operativa fino al 2018, oltre a industrie metallurgiche integrate nella filiera del carbone.
• Area funzionale di Taranto, dove si trova un impianto di produzione dell’acciaio che impiega oltre diecimila persone. L’area ospita, inoltre, un arsenale militare marittimo, una raffineria di petrolio e una centrale elettrica a carbone.
Gli interventi saranno individuati nei Piani territoriali di transizione, uno per ciascuna area, definiti con il coinvolgimento degli stakeholders istituzionali, economici e sociali.
Contributo UE: 988.405.016 euro
LA COMPLEMENTARIETÀ CON IL PNRR
I Fondi oggetto dell’Accordo di Partenariato e le risorse stanziate nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza contribuiscono insieme al raggiungimento degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale e condividono, inoltre, le sfide dell’innovazione e digitalizzazione e della transizione verde dell’economia.
È evidente quindi la necessità di un coordinamento strategico sia nella programmazione che nell’attuazione dei due strumenti, così da massimizzare la complementarietà e le sinergie nella loro azione, evitare sovrapposizioni e frammentazioni, nonché rafforzare gli obiettivi comuni di coesione, soprattutto nel Mezzogiorno.
La complementarietà dei due strumenti nelle azioni convergenti potrà essere garantita in tre diverse modalità:
• differenziazioni nei target e nella dimensione dell’intervento;
• azione comune di fronte a fabbisogni particolarmente rilevanti;
• diversa tempistica di realizzazione, così da consolidare e prolungare nel tempo i risultati ottenuti dal PNRR attraverso i programmi della coesione.
I PROGRAMMI NAZIONALI E REGIONALI
L’Accordo di Partenariato italiano prevede l’istituzione di dieci Programmi Nazionali (PN). Tra questi, rappresentano novità importanti il nuovo Programma dedicato alla salute nelle regioni meno sviluppate e il potenziamento di quello rivolto alle città metropolitane, che si estende anche alle città medie del Sud. A questi, si aggiunge il Programma collegato al Fondo per la Transizione Giusta, introdotto per la prima volta a livello europeo nel ciclo 2021-2027. Mentre non è stato previsto un programma dedicato alle infrastrutture viarie e ferroviarie che nel nuovo periodo di programmazione già fruiscono di finanziamenti del PNRR
L’elenco dei Programmi Nazionali previsti e delle relative autorità di gestione:
• Scuola e competenze, - Ministero dell’istruzione
• Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale; Capofila Ministero per
• Sicurezza per la legalità; Ministero degli interni
• Equità nella salute; Ministero della Salute
• Inclusione e lotta alla povertà; ministero del lavoro e delle politiche sociali (Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale)
• Xxxxxxx, donne e lavoro; Anpal (agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro)
• Metro plus e città medie del Sud; (agenzia per la coesione territoriale
• Cultura; Ministero della cultura
• Capacità per la coesione- Agenzia per la coesione territoriale
• Just Transition Fund. Agenzia per la coesione territoriale
Ai Programmi Nazionali sono riservati 25,575 miliardi di euro tra finanziamento europeo e cofinanziamento nazionale..
Non tutti i programmi nazionali operano in tutte le regioni
Nel rispetto della logica di coesione alcuni di essi intervengono soprattutto nelle regioni meno sviluppate per contribuire a ridurre i gap sociali ed economici.
Distribuzioone di risorse per PN e area di applicazione
Una quota più ampia di risorse, pari a 48,492 miliardi di euro, finanzia i Programmi Regionali, che saranno promossi da tutte le Regioni e le Province Autonome
LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER CATEGORIA DI REGIONI
LE RISORSE ASSEGNATE ALLE REGIONI PER I PROGRAMMI REGIONALI
Seguiranno altre schede su specifici aspetti dell’ AP.