MASTER UNIVERSITARIO CHIEF FINANCIAL OFFICER (CFO)
MASTER UNIVERSITARIO CHIEF FINANCIAL OFFICER (CFO)
Competenze, Strumenti, Operatività della Nuova Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo
DAL PRIMO ACCORDO DI BASILEA AL “BASILEA 2” E VERSO IL “BASILEA 3”:
LE DIRETTIVE PER LA TUTELA DELLA ADEGUATEZZA PATRIMONIALE DELLE BANCHE VERSO LA RIFORMA DELLE REGOLE PRUDENZIALI E LA LIMITAZIONE DEL RISCHIO SISTEMICO
Stella Cuccoli
B.I.S. - BANCA DEI REGOLAMENTI INTERNAZIONALI
organizzazione internazionale costituita il 17 maggio1930: promuove la cooperazione monetaria e finanziaria internazionale funge da banca delle banche centrali
PRINCIPALI ATTIVITA’:
’
▪ forum per promuovere il dibattito e facilitare i processi decisionali tra banche centrali e all interno della comunità finanziaria
▪ centro di ricerca economica e monetaria
▪ controparte principale per le banche centrali nelle loro transazioni finanziarie
▪ agente o fiduciario in connessione con operazioni finanziarie internazionali
B.I.S. - BANCA DEI REGOLAMENTI INTERNAZIONALI
Members are the Central Banks or Monetary Authorities of:
Algeria | Argentina | Australia | Austria | Belgium |
Bosnia Herzegovina | Brazil | Bulgaria | Canada | |
Chile | China | Croatia | Czech Republic | Denmark |
Estonia | Finland | France | Germany | Greece |
Hong Kong | Hungary | Iceland | India | Indonesia |
Ireland | Israel | Italy | Japan | Korea |
Latvia | Lithuania | Macedonia | Malaysia | Mexico |
Netherlands | New Zealand | Norway | Philippines | Poland |
Portugal | Romania | Russia | Saudi Arabia | Serbia |
Sweden | Slovakia | Slovenia | South Africa | Spain |
Singapore | Switzerland | Thailand | Turkey | United Kingdom |
United States | European Central Bank |
PER LA VIGILANZA BANCARIA
IL COMITATO DI BASILEA
ISTITUITO ALLA FINE DEL 1974
DAI GOVERNATORI DELLE BANCHE CENTRALI DEI PAESI DEL GRUPPO DEI DIECI
Attualmente partecipano al Comitato alti funzionari
delle Autorità di Vigilanza Bancaria e delle Banche Centrali di:
ARABIA ARGENTINA AUSTRALIA BELGIO
BRASILE | CANADA | XXXX | XXXXXXX |
GERMANIA | GIAPPONE | HONG KONG | INDIA |
INDONESIA | ITALIA | KOREA | LUSSEMBURGO |
MESSICO | PESI BASSI | REGNO UNITO | RUSSIA |
SINGAPORE | SPAGNA | SUD AFRICA | STATI UNITI |
SVEZIA | SVIZZERA | TURCHIA |
PER LA VIGILANZA BANCARIA
IL COMITATO DI BASILEA
Il Comitato si riunisce almeno 4 volte all’anno a Basilea presso la Banca dei Regolamenti Internazionali
Attualmente è presieduto da:
Mr. Xxxx Xxxxxxx, President of the Netherlands Bank.
Il Comitato non possiede autorità sovranazionale: gli accordi devono essere recepiti in legge nei vari paesi.
Formula solo linee guida e non legifera, ma le sue proposte sono accettate come normativa vincolante in oltre 100 paesi.
LA REGOLAMENTAZIONE INTERNAZIONALE
OSSERVAZIONI
Il sistema bancario è globale e strettamente interconnesso: la fragilità di uno dei suoi elementi rende vulnerabile l’intero sistema
La concorrenza nel sistema bancario migliora l’efficienza, ma può farlo, a volte, a scapito della solidità
CONCLUSIONI
E’ RITENUTO NECESSARIO L’INTERVENTO PUBBLICO, PER GARAN- TIRE STABILITA’ E IMPORRE CONDIZIONI EQUANIMI E CONDIVISE, ALL’INTERNO DELLE QUALI SI SVOLGA LA DINAMICA COMPETITIVA
IL TRADE-OFF DELLA REGOLAMENTAZIONE
GRADO DI SEMPLICITA’ NORMATIVA | TIPO DI ACCERTAMENTO | EFFETTI INDESIDERATI |
alto | semplice ed efficace | Comportamenti distorti che si avvantaggiano delle maglie normative larghe |
basso | costoso e complesso da gestire | Eccessive limitazioni alla autonomia del management delle banche e quindi, paradossalmente, al suo senso di responsabilità |
IDENTIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI PER GARANTIRE LA STABILITA’
DEL SISTEMA BANCARIO INTERNAZIONALE
IL COMITATO DI BASILEA
1988: primo accordo sulla regolamentazione del capitale bancario
“Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali minimi”
Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, luglio 1988
BASILEA 1
IL PRIMO ACCORDO SI PROPONEVA 2 OBIETTIVI:
1. rafforzare la solidità e la solvibilità del sistema bancario internazionale
2. ridurre le differenze competitive fra le banche internazionali
’
ridurre il verificarsi di crisi bancarie senza minare la concorrenza internazionale
UNICA FINALITA’:
PATRIMONIO MINIMO DELLE BANCHE
BASILEA 1: LA REGOLAMENTAZIONE SUL
Ogni attività comporta l’assunzione di un certo rischio, che deve essere quantificato e supportato da capitale
(c.d. “patrimonio di vigilanza”)
LA REGOLAMENTAZIONE IMPONE:
patrimonio di vigilanza attività ponderate per il rischio
> 8%
ACCORDO BASILEA 1
IMPERATIVO:
per ogni posizione creditizia la banca DEVE
allocare una quantità di capitale pari all’8% dell’ammontare della stessa,
ponderata con fattore di rischio standard
1) Il CAPITALE DI VIGILANZA:
LE TRE DIRETTRICI DEL BASILEA 1
identifica le poste destinate a “difendere” la banca dall’eventualità di perdite.
2) Modulazione del RISCHIO:
attraverso la creazione di una serie di ponderazioni relative al rischio di credito delle controparti.
3) Il RAPPORTO MINIMO tra il CAPITALE e il RISCHIO: la metodologia disponibile (c.d. metodo Current) prevedeva che il requisito patrimoniale, pari all’8%, fosse calcolato sulle attività creditizie ponderate con pesi standard.
BASILEA 1: LE PONDERAZIONI
Per quantificare il patrimonio di vigilanza, le attività
vengono ponderate in relazione alla categoria cui appartiene la controparte:
CATEGORIA | % POND. |
Governi e banche centrali | 0% |
Banche | 20% |
Mutui per acquisto di immobili residenziali | 50% |
Altri soggetti, imprese, altre attività | 100% |
Esempi numerici di costituzione del Patrimonio di Vigilanza:
BASILEA 1: LE PONDERAZIONI
DESTINATARIO DELL’EROGAZIONE | IMPORTO DEL CREDITO | FATTORE PONDER. | % ATTRIB. | PATRIMONIO DI VIGILANZA |
Banca | € 100.000,00 | 20% | 8% | € 1.600,00 |
Impresa | € 100.000,00 | 100% | 8% | € 8.000,00 |
BASILEA 1 : SINTESI
IRRILEVANTI:
LIMITI DEL BASILEA 1
EVIDENTI E INSITI NELL’ACCORDO
il capitale di vigilanza non è messo in relazione con il reale profilo di rischio delle banche;
manca una stretta correlazione tra il rischio d’insolvenza specifico e la relativa copertura patrimoniale;
copre solo i rischi di credito e di mercato;
è esclusivamente rivolto al sistema bancario, senza quindi preoccuparsi di tutelare gli interessi delle imprese.
MANIFESTATI NEL TEMPO
non ha contribuito alla creazione di un contesto competitivo uniforme all’interno del sistema bancario internazionale;
non ha portato alla risoluzione delle molteplici oggettive distorsioni nel rapporto banca-impresa;
non ha condotto ad una effettiva stabilità e coerenza del sistema bancario internazionale.
Scarsa considerazione della riduzione del rischio per operazioni di copertura con garanzie o credit derivatives
LIMITI DI BASILEA 1
tutte assoggettate ad un’eguale ponderazione per il rischio
Diverso merito di credito delle imprese private
delle esposizioni creditizie
Diverso grado di rischio implicito nella diversa vita residua
Diverso grado di rischio connesso a portafogli che presentano un differente grado di diversificazione
BASILEA 2: IL NUOVO ACCORDO
IL SECONDO ACCORDO E’ STATO SOTTOSCRITTO NEL GIUGNO DEL 2004
CON L’OBIETTIVO DI SUPERARE I LIMITI DELLA PRECEDENTE EDIZIONE
il nuovo accordo di regolamentazione del capitale bancario
ha determinato la revisione
dei requisiti patrimoniali sul sistema creditizio
Incentivi per la misurazione e la gestione dei rischi
OBIETTIVI DI BASILEA 2
Stabilità dei sistemi finanziari
Parità concorrenziale tra le banche dei diversi paesi
Applicazione della normativa più ampia anche a paesi non G10
Misurazione più accurata e completa dei rischi
BASILEA 2: IL NUOVO ACCORDO
BASILEA 2 INTRODUCE LA POSSIBILITÀ DI DEFINIRE IL REQUISITO PATRIMONIALE
IN RAGIONE DELLA SPECIFICA RISCHIOSITÀ, PREVEDENDO UN REQUISITO CRESCENTE CON IL PEGGIORAMENTO DELLO STANDING CREDITIZIO DEL CLIENTE
novità:
introduzione del rating nel processo di costituzione del patrimonio di vigilanza
modifica del metodo per il calcolo delle ponderazioni
nuova metodologia che prevede la creazione da parte delle banche di sistemi di rating interni per la valutazione dei rischi
BASILEA 2: IL NUOVO ACCORDO
OBIETTIVO:
INCENTIVARE LE BANCHE A SVILUPPARE PRO- CEDURE INTERNE DI GESTIONE DEL CREDITO BASATE SULL’ ANALISI DEI RISCHI, PREVEDENDO APPOSITE METODOLOGIE
PER IL CALCOLO DEI REQUISITI PATRIMONIALI
effetti:
le banche sviluppano modelli di controllo del rischio di credito in grado di cogliere le caratteristiche economiche, finanziarie e di business delle imprese clienti;
evidenza dello stretto legame tra il rischio dell’attività d’impresa e il relativo costo del finanziamento, essendo quest’ultimo suscettibile di differenziazioni in relazione al profilo di rischio.
BASILEA 2: EFFETTI PER LE IMPRESE
LA NOVITÀ PER LE IMPRESE CLIENTI DELLE BANCHE SI CONCRETIZZA NEL PROFILO DI RISCHIO,
IN BASE AL QUALE ALL’IMPRESA POTRÀ ESSERE ASSEGNATA UNA PONDERAZIONE PIÙ BASSA O PIÙ ALTA DEL 100%,
CON CONSEGUENTE MINORE O MAGGIORE FACILITÀ DI ACCESSO AL CREDITO BANCARIO E RELATIVO COSTO DEL DEBITO
Il rating determinato dalle banche è una variabile strategica
per regolare il costo e l’efficienza delle proprie scelte di struttura finanziaria
e di finanziamento degli investimenti
BASILEA 2: IL CONCETTO DI RATING
RATING = VALUTAZIONE:
NELL’ACCEZIONE DEL BASILEA 2 SI TRATTA DELLA VALUTAZIONE
DELLA CAPACITÀ DI CREDITO DI UN’IMPRESA E DELLA SUA SOLVIBILITÀ, OVVERO DELL’ATTITUDINE A FAR FRONTE AGLI IMPEGNI ASSUNTI
ALLE SCADENZE PRESTABILITE
BASILEA 2: IL CONCETTO DI RATING
Il termine rating è associato spesso ad agenzie internazionali come Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, che forniscono la valutazione di banche e grandi imprese quotate o esprimono un giudizio di affidabilità sull’emissione di bond, ecc..
Il rating viene sintezzato convenzionalmente da un simbolo alfanumerico che esprime la probabilità di default, ovvero il rischio di insolvenza di un soggetto.
Il livello minimo di probabilità di default (rischiosità quasi vicina allo zero) viene definito con una tripla AAA o Aaa (dipende dall’agenzia che fa la valutazione).
Un soggetto con rating AAA è considerato altamente affidabile da un punto di vista finanziario.
All’aumentare del rischio di default il livello passa ad AA, poi a BBB, BB, B, CCC ed infine D, che segnala un rischio molto elevato.
SCALE DI RATING DELLE AGENZIE INTERNAZIONALI
STANDARD & POOR’S | MOODY’S | FITCH | % DEFAULT | DESCRIZIONE CLASSE DI RATING | CLASSE DI RISCHIO |
AAA | Aaa | AAA | 0,01% | Capacità di pagare gli interessi e rimborsare il capitale estremamente elevata. Buona qualità dell’attivo, dimensione consolidata, eccellente posizionamento di mercato, abilità manageriale distintiva, elevatissime capacità di copertura del debito. | MINIMO |
AA+ | Aa1 | AA+ | 0,02% | Capacità molto alta di onorare il pagamento degli interessi e del capitale. Buona qualità e liquidità dell’attivo, buon inserimento di mercato, buona qualità del management, solida capacità di copertura del debito. | MODESTO |
AA | Aa2 | AA | 0,03% | ||
AA- | A3 | AA- | 0,04% | ||
A+ | A1 | A+ | 0,05% | Forte capacità di pagamento degli interessi e del capitale, ma una certa sensibilità agli effetti sfavorevoli di cambia-mento di circostanze o al mutamento delle condizioni eco-nomiche. Soddisfacente qualità e liquidità dell’attivo, qualità del ma-nagement nella media, standard creditizi normali, capacità di copertura del debito nella media. | MEDIO BASSO |
A | A2 | A | 0,07% | ||
A- | A3 | A- | 0,09% |
SCALE DI RATING DELLE AGENZIE INTERNAZIONALI
STANDARD & POOR’S | MOODY’S | FITCH | % DEFAULT | DESCRIZIONE CLASSE DI RATING | CLASSE DI RISCHIO |
BBB+ | Baa1 | BBB+ | 0,013% | Capacità ancora sufficiente di pagamento degli interessi e del capitale, tuttavia la presenza di condizioni economiche sfavorevoli o una modifica delle circostanze potrebbero alterare in misura maggiore la capacità di onorare normal-mente il debito. Qualità e liquidità dell’attivo accettabili, ma con grado di rischio apprezzabile, standard creditizi normali e più debole capacità di copertura del debito. | ACCETTABILE |
BBB | Baa2 | BBB | 0,18% | ||
XXX- | Xxx0 | XXX- | 0,32% | ||
BB+ | Ba1 | BB+ | 0,53% | Nell'immediato minore vulnerabilità al rischio di insolvenza, tuttavia grande incertezza ed esposizione ad avverse con-dizioni economiche, finanziarie e settoriali. Qualità e liquidità dell’attivo accettabili, ma con grado di rischio significativo, scarsa diversificazione delle attività, contenuta liquidità e limitata capacità di copertura del debito. | ACCETTABILE CON ATTENZIONE |
BB | Ba2 | BB | 0,93% | ||
BB- | Ba3 | BB- | 1,57% | ||
B+ | B1 | B+ | 2,64% | Più vulnerabile ad avverse condizioni economiche, finan-ziarie e settoriali, ma capacità nel presente di far fronte alle proprie obbligazioni finanziarie. Credito sotto osservazione, qualità dell’attivo accettabile seppur con difficoltà temporanee di liquidità, elevata leva finanziaria. | ATTENZIONE SPECIFICA CON MONITORAGGIO CONTINUO |
B | B2 | B | 4,46% | ||
B- | B3 | B- | 7,52% | ||
’
AULT
R’S
SCALE DI RATING DELLE AGENZIE INTERNAZIONALI
STANDA POO | MOOD | FITC | % DEF | DESCRIZIONE CLASSE DI RATING | CLASSE DI RISCHIO |
RD & | Y’S | H | |||
CCC+ | Caa1 | CCC | 13,00% | Al presente vulnerabilità e dipendenza da favorevoli con-dizioni economiche, finanziarie e settoriali per far fronte alle proprie obbligazioni finanziarie. Credito sotto stretta osservazione, bassa qualità dell attivo. | SOTTO STRETTA OSSERVAZIONE |
CCC | Caa2 | CC | 16,00% | ||
CCC- | Caa3 | C | 20,00% | ||
CC | Ca | DDD | 26,00% | Estrema vulnerabilità e problemi di liquidità. | DUBBIO ESITO |
SD | C | DD | 33,00% | E' stata inoltrata un'istanza di fallimento o procedura ana-loga, ma i pagamenti e gli impegni finanziari sono mante-xxxx nonostante gli elevati problemi di liquidità. | |
D | D | Situazione di insolvenza, con scarse prospettive di pagamento. |
BASILEA 2: IL CONCETTO DI RATING
SECONDO LE GRADUAZIONI DELLE AGENZIE INTERNAZIONALI LE POSSIBILI PONDERAZIONI DEL RISCHIO DI CREDITO SONO:
BASILEA 2: RISCHIO DI CREDITO E FATTORI DI PONDERAZIONE
Come nel precedente accordo del 1988, il rischio di credito viene prevenuto attraverso l’obbligo delle banche di detenere un patrimonio netto totale pari almeno all’8% degli impieghi erogati.
La disciplina del Basel 2 è molto più articolata e complessa e prevede una serie di eccezioni e precisazioni, l’aspetto più rilevante è che il totale degli impieghi preso a base di calcolo, non si ottiene sommando semplicemente il valore dei finanziamenti concessi, bensì moltiplicando preventivamente ciascuno dei finanziamenti per un fattore di ponderazione che tiene conto delle caratteristiche di rischio della specifica operazione.
BASILEA 2: RIFLESSI DEI FATTORI DI PONDERAZIONE
In conseguenza del fattore di ponderazione, un singolo finanziamento all’impresa può valere ai fini del calcolo dei requisiti del capitale per una frazione oppure un multiplo del finanziamento stesso.
Ciò significa che, a parità di capitale investito, una banca può potenzialmente vedersi abilitata ad effettuare impieghi per un valore che può variare diverse volte in funzione delle scelte che fa in merito alle caratteristiche dei finanziamenti erogati.
Il fatto di selezionare i finanziamenti con le caratteristiche che consentono di moltiplicare gli impieghi a parità di capitale investito equivale per la banca a moltiplicare potenzialmente anche l’utile di gestione, e quindi il ROE cioè l’indice di ritorno sull’investimento degli azionisti.
BASILEA 2: EFFETTI DELLA PONDERAZIONE
Il “peso” della ponderazione indica la percentuale di credito affidato ad un’azienda su cui la banca deve calcolare il proprio requisito di capitale minimo, c.d. PATRIMONIO DI VIGILANZA
Per avere lo stesso XXX (Return on Equity) su un’identica operazione di impiego senza garanzie, la banca dovrebbe applicare ad un’azienda con rating BBB (100) un margine cinque volte superiore a quello applicabile ad un’azienda con rating AAA (20):
conseguenza del rapporto delle diverse ponderazioni e quindi 100/20 = 5
BASILEA 2: I TRE PILASTRI
DISCIPLINA DI MERCATO
L’accordo Basilea 2 è fondato su tre pilastri (cosiddetti pillars) portanti:
REQUISITI PATRIMONIALI MINIMI
PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE
Normativa inerente al capitale minimo che dev’essere detenuto dalle banche in funzione del rischio assunto
Principi chiave del controllo prudenziale (sostanziale e non solo formale) che deve essere effet- tuato dagli Istituti di vigilanza
Standard minimi di info da fornire al mercato su patri- monio di vigilanza, esposizione ai rischi, processi di valutazio- ne dei rischi e ambito di applicazione
BASILEA 2: PILLAR 1 REQUISITI PATRIMONIALI MINIMI
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
RISCHIO DI RISCHIO
RISCHIO DI
CREDITO
OPERATIVO MERCATO
portafoglio
collegato
portafoglio di
crediti
all’operatività negoziazione
conseguente alla
rischio derivato
inerente a possi-
concessione di
ad un soggetto bili fluttuazioni
finanziamenti a
economico per
repentine e
terzi a qualsiasi
il semplice fatto consistenti del
titolo ed in qualsiasi forma
di operare
valore
FATTORE DI PONDERAZIONE (RISCHIO)
BASILEA 2: I TRE PILASTRI
BASILEA 2: PILLAR 1, APPROCCIO STANDARD
APPROCCIO STANDARD
(Standardized approach):
prevede l’utilizzo di rating esterni, assegnati da agenzie internazionali autorizzate dalle autorità di vigilanza.
E’utile per le imprese più grandi quotate in borsa, che sono oggetto di tale valutazione.
Per le imprese prive di rating esterno,
(la stragrande maggioranza) la ponderazione assegnata sarà del 100%.
BASILEA 2: PILLAR 1, APPROCCIO IRB
APPROCCIO IRB
(Internal Rating Based):
Prevede l’impiego dei rating interni (IRB).
La banca assegna un giudizio di rating a tutte le imprese.
La ponderazione assegnata varierà in base alla classe di rating di appartenenza
I sistemi interni di valutazione e di classificazione IRB hanno distinti gradi di complessità e si distinguono in due varianti differenziate in base al diverso grado di autonomia delle banche nella stima delle componenti del rischio di credito:
IRBF – INTERNAL RATING BASED FOUNDATION IRBA – INTERNAL RATING BASED ADVANCED
APPROCCIO IRBF
(Internal Rating Based Foundation):
BASILEA 2: XXXXXX 0, XXXXXXXXX IRBF
La banca stima internamente solo il rating del debitore (Probability of default - PD), mentre le altre componenti di rischio sono parametrizzate dall’autorità di vigilanza
APPROCCIO IRBA
(Internal Rating Based Advanced):
BASILEA 2: XXXXXX 0, XXXXXXXXX XXXX
Tutte le componenti di rischio sono stimate internamente dalla banca.
L’assorbimento patrimoniale è in questo modo ritagliato sul profilo di rischio dello specifico credito.
I SISTEMI DELLA PONDERAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
FATTORI DI PONDERAZIONE
FATTORI DI PONDERAZIONE DEGLI IMPIEGHI
PD
PROBABILITA’ DI INADEMPIENZA
RATING
INADEMPIENZA
PERDITA IN CASO DI
LGD
GARANZIE
EAD
ESPOSIZIONE IN CASO DI INADEMPIENZA
FORMA TECNICA
SCADENZA EFFETTIVA
M
ALLINEAMENTO
FATTORI DI PONDERAZIONE
INADEMPIENZA
PD
PROBABILITA’ DI RATING
PD = Probability of default:
Consiste nella probabilità che il soggetto finanziato non sia in grado, per qualsiasi ragione, di adempiere integralmente alla restituzione del finanziamento alla scadenza dello stesso.
La PD gioca ai fini della ponderazione del rischio in maniera direttamente proporzionale, nel senso che, tanto più alta è tale probabilità, tanto più pesa il finanziamento ai fini dei requisiti di capitale minimo richiesto alla banca affidante.
Si tratta di in una implicita valutazione di affidabilità: più alta è la valutazione di affidabilità, più bassa è la PD associata al cliente. La valutazione di affidabilità è effettuata attraverso un processo valutativo formale di rating.
LGD
FATTORI DI PONDERAZIONE
GARANZIE
LGD= Loss given default:
PERDITA IN CASO DI INADEMPIENZA
Consiste nella percentuale presunta di perdita, rispetto al credito complessivamente erogato, in caso di inadempienza.
Dipende da tre fattori:
1. dalla presenza di garanzie (reali o personali), che determina tassi di recupero superiori a quelli dei prestiti non garantiti;
2. dal costo finanziario del tempo di recupero, che varia in funzione del tempo di recupero stesso (totale o parziale) e del tasso di mercato ottenibile da altre attività finanziarie;
3. dai costi amministrativi diretti, relativi a procedure concorsuali/ stragiudiziali e a procedure di recupero delle banche, che possono dipendere dalla qualità delle procedure stesse della banca, dal costo
medio, dalla tempestività ed efficacia delle sistema giuridico del
paese, etc..
FATTORI DI PONDERAZIONE
ESPOSIZIONE IN CASO DI INADEMPIENZA
EAD
FORMA TECNICA
EAD= esposure at default:
E’ il valore del finanziamento che può essere considerato a rischio di inadempienza al momento del calcolo dei requisiti minimi di capitale.
Si tratta di un indicatore espresso in valore assoluto, che corrisponde al
rischio potenziale che viene assunto con il finanziamento, dimensionato
sul debito corrente e corretto sulla base delle caratteristiche tipiche dell’operazione.
Per esempio, un finanziamento nella forma di scoperto di conto implica che il cliente possa utilizzare in qualunque momento tutto il plafond accordatogli e quindi il rischio potenziale tiene presente il fido accordato, la EAD può quindi assumere un valore superiore al valore del debito corrente.
FATTORI DI PONDERAZIONE
SCADENZA EFFETTIVA
M
ALLINEAMENTO
M = Maturity:
E’ la scadenza contrattuale (media ponderata delle scadenze ove si tratti di rimborso rateale) del finanziamento.
’
La scadenza effettiva del finanziamento entra nella definizione dei requisiti minimi di capitale per tener conto del maggior rischio potenziale dovuto
all eventuale disallineamento tra le scadenza dei crediti e dei debiti della banca.
In presenza di una raccolta tutta o prevalentemente a breve termine, la
erogazione di una alta percentuale di impieghi a medio-lungo termine può comportare per la banca una grave crisi di liquidità, soprattutto nel caso di sfavorevoli evoluzioni del mercato.
La variabile M entra nella formula sulla base della durata residua dei finanziamenti (espressa in anni), con l’effetto di una ponderazione più alta del rischio quanto più lunga è la durata residua del finanziamento.
IL CONCETTO DI DEFAULT IN BASILEA 2
EL
(Expected Loss) Perdita Attesa
x EAD
EL
=
PD x LGD
La copertura proviene dalle riserve.
Valori attesi della probabilità di insolvenza del debitore e della quota non recuperabile della esposizione in caso di
insolvenza.
UL
(Unexpected Loss) Perdita Inattesa
Concetto pregnante di rischio (perdite effettive superiori a quelle attese).
La copertura proviene dal Capitale di rischio.
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE AZIENDALE
VALUTAZIONE DI AFFIDABILITA’ RATING
ANALISI DI QUANTITA’
ANALISI DI QUALITA’
LE LOGICHE DEL PROCESSO CREDITIZIO
LA COSTRUZIONE DEL RATING
rating attribuito alle imprese
Possiamo immaginare i processi di costruzione del
come un processo piramidale.
VALUTAZIONI QUALITATIVE CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA
VALUTAZIONI INTEGRATIVE
CARATTERE QUALI-QUANTITATIVO BASATE SU PIANI, BUDGET, TREND DI MERCATO, ECC.
SCORING
VALUTAZIONI DI TIPO QUANTITATIVO E OGGETTIVO EFFETTUATE CON MODELLI AUTOMATICI BASATI SUI BILANCI E SULL’ANDAMENTO DEI RAPPORTI BANCARI
LA COSTRUZIONE DEL RATING
Alla base si trovano le variabili quantitative che alimentano i sistemi di scoring
SCORING
VALUTAZIONI DI TIPO QUANTITATIVO E OGGETTIVO EFFETTUATE CON MODELLI AUTOMATICI BASATI SUI BILANCI E SULL’ANDAMENTO DEI RAPPORTI BANCARI
LA COSTRUZIONE DEL RATING
La fase successiva è costituita dalle valutazioni
integrative, fondate su alcuni elementi che, pur
avendo un contenuto numerico,non possono essere elaborati come fattori oggettivi di scoring
VALUTAZIONI INTEGRATIVE
CARATTERE QUALI-QUANTITATIVO BASATE SU PIANI, BUDGET, TREND DI MERCATO, ECC.
perché hanno natura previsionale oppure sono risultati di rilevazioni statistiche campionarie e dipendono dalle rilevazioni e dalle fonti.
LA COSTRUZIONE DEL RATING
VALUTAZIONI QUALITATIVE CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA
L’ultima fase prende in esame una serie di aspetti collegati a innovazioni normative, di carattere amministrativo/ finanziario, societario, fiscale o gestionale che, per quanto difficilmente quantificabili numericamente, possono avere un impatto potenziale anche molto significativo
PESO DEGLI ELEMENTI NEL RATING COMPLESSIVO
I sistemi di valutazione delle banche danno molto peso alle informazioni cosiddette “andamentali”, ivi inclusi i dati della Centrale dei Rischi.
Anche lo scoring di bilancio ha un peso notevole: i test statistici confermano una capacità predittiva piuttosto elevata, che raggiunge o supera l’80-85%, anche nei sistemi più semplici, fondati su un ridotto numero di indici di bilancio.
’
Minore è il peso del business plan e in generale del budget e delle proiezioni finanziarie, nonostante il richiamo da parte delle autorità di sorveglianza sul sistema bancario; l’aspettativa è che il loro utilizzo si diffonda, e il loro peso all’interno del sistema di rating cresca con
l esperienza.
’
Per quanto riguarda i fattori qualitativi, si osserva che nella prassi italiana la possibilità di migliorare la classificazione emersa sulla base degli scoring è limitata ad una o due classi al massimo. Assume invece valore decisamente peggiorativo, in caso di riscontro negativo, l eventuale presenza di eventi pregiudizievoli.
VERSO IL BASILEA 3
La crisi finanziaria globale ha messo in evidenza le lacune dell’Accordo di Basilea 2 e da più parti si sono levate mozioni per un maggior rigore e controllo del sistema creditizio internazionale.
Contemporaneamente, però, è opinione largamente condivisa che sia assolutamente indispensabile evitare che un’applicazione “rigida” di Basilea 2, slegata dall’ attuale contesto economico, aggravi la situazione delle imprese.
La recessione tende ad indebolire le posizioni reddituali delle imprese e che da ciò consegue una riduzione del merito di credito la quale, in una logica valutativa puramente bilancistica, si è tradotta a sua volta in una riduzione del credito erogato e/o in un aumento del costo del denaro
E’ INDISPENSABILE UNA REVISIONE DEGLI ACCORDI DI BASILEA 2?
La crisi, finanziaria prima ed economica poi, ha portato alla ribalta temi cruciali per il futuro, quali:
• la capacità di un’economia di produrre risparmio e tutelare la ricchezza finanziaria accumulata;
• l’efficienza dei mercati finanziari quali canali attraverso cui le risorse non consumate passano dalle famiglie alle imprese;
• la capacità degli intermediari creditizi di finanziare lo sviluppo economico;
• le interrelazioni tra l’adeguato espletamento di questa funzione ed il grado di solidità patrimoniale dei sistemi bancari.
Tutti questi temi si riconnettono, direttamente o indirettamente, alle regole proposte dal comitato di Basilea.
LA DISCUSSIONE ED I LAVORI IN CORSO
La crisi è derivata da molti fattori concomitanti, ma certamente l’apparato regolamentare e di supervisione del settore finanziario non è stato in grado di prevenire l’eccessiva dilatazione dei rischi o di imbrigliare la trasmissione della turbolenza finanziaria.
Il Comitato di Basilea ha elaborato una serie di proposte di modifica
dell’Accordo di Basilea 2, delineate in un corposo e dettagliato documento.
(consultabile sul sito xxx.xxx.xxx)
L’insieme delle misure proposte ridefinisce aspetti importanti dell’assetto regolamentare, in linea con gli obiettivi ambiziosi fissati dal G20 del prossimo novembre.
Dalla riforma dovrebbe uscire un sistema finanziario più prudente, in grado di affrontare le crisi da una posizione di maggiore solidità
LE PROPOSTE
Molti sono gli aspetti toccati dalla proposta di riforma, quelli che hanno attirato la maggiore attenzione riguardano:
la modifica della composizione del patrimonio delle banche e la ridefinizione del sistema dei filtri prudenziali e delle deduzioni
le misure volte ad attenuare la prociclicità
l’introduzione di requisiti regolamentari per fronteggiare il rischio di liquidità
le misure prudenziali nei confronti dei gruppi transfrontalieri
l’introduzione di limiti nel rapporto di leva (leverage ratio)
LE OSSERVAZIONI DELLE IMPRESE EUROPEE
In Europa, Italia compresa, la difficoltà di ottenere credito costituisce uno dei freni al recupero dei livelli di attività dell’economia industriale e produttiva.
L’impressione percepita dalle aziende è che l’applicazione del protocollo di Basilea 2 abbia reso più difficile e più costoso l’accesso al credito.
Dalle ultime indagini BCE emerge chiaramente la penalizzazione per le piccole e medie imprese: risulta infatti una contrazione di oltre 33 miliardi di euro di prestiti erogati dalle banche europee.
Si assiste inoltre al fenomeno della prociclicità finanziaria:
prassi del sistema bancario di fornire più liquidità alle imprese quando gli affari vanno bene e meno quando vanno male, accentuando così gli effetti di volatilità del ciclo economico.
Le imprese faticano a reperire finanziamenti (il cosiddetto “credit crunch” ) fino a giungere ad una vera crisi di liquidità che può degenerare nella insolvenza di breve periodo
INTERVENTI PROVVISORI IMMEDIATI (1)
L’attenuazione degli effetti prociclici è un importante obiettivo, ma richiede tempi medio-lunghi.
Nel frattempo c’è bisogno di interventi urgenti per affrontare la situazione di eccezionale gravità in cui si trovano le imprese europee.
Banca d’Italia e BusinessEurope (che raccoglie 40 associazioni d’industriali di 34 paesi, xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx) hanno chiesto al Presidente di turno del Consiglio Europeo ed a quello della Commissione Europea un intervento immediato per alleggerire i vincoli delle banche nella valutazione del rischio.
INTERVENTI PROVVISORI IMMEDIATI (2)
Alla Commissione europea non è stato chiesto di rinunciare ad una corretta valutazione del rischio di credito, ma di diluirne nel tempo gli effetti.
E' stato quindi proposto un intervento che preveda per un tempo limitato (18 mesi) e con riferimento alle sole PMI la riduzione delle ponderazioni del rischio di credito che determinano il livello di accantonamento delle banche.
Naturalmente il minor vincolo patrimoniale dovrebbe riflettersi sull’offerta di
credito da parte delle banche, disponendo di maggiore liquidità e maggiore flessibilità nell’assunzione del rischio.
Il trattamento meno rigido riservato alle PMI sarebbe giustificato e non in contraddizione coi principi prudenziali dettati dal comitato di Basilea, perchè sebbene le piccole e medie imprese presentino spesso un rischio di insolvenza più elevato rispetto alle grandi imprese, l’eventuale fallimento ha un impatto sistemico molto circoscritto e quantitativamente contenuto.
PROSSIMA TAPPA: 2013
L'ENTRATA IN VIGORE DELLE NUOVE REGOLE È PREVISTA PER
LA FINE DEL 2012
LA DISCUSSIONE È ANCORA APERTISSIMA
SI TRATTA DI RIFLESSIONI FONDAMENTALI PER IL MERCATO INTERNAZIONALE FINANZIARIO