RELAZIONE SEMESTRALE
RELAZIONE SEMESTRALE
AL 30 GIUGNO 2017
SELLA GESTIONI SGR S.P.A. appartiene al Gruppo bancario Banca Sella ed è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Banca Sella Holding S.p.A.
STAR COLLECTION
OBBLIGAZIONARIO EURO MEDIO/LUNGO TERMINE
NOTA ILLUSTRATIVA
CONTESTO GENERALE DI MERCATO
Il primo semestre del 2017 ha visto una revisione al ribasso delle stime di crescita da parte del Fondo Monetario Internazionale rispetto a quanto previsto nel World Economic Outlook pubblicato nel gennaio del 2017. Nello specifico la stima di crescita a livello globale per il 2017 è stata rivista al 3,5% contro il 3,6% precedente. Risulta in miglioramento al 2%, dall’1,9% precedente, la stima per le economie avanzate mentre peggiora al 4,5% (dal 5,1% precedente) quella per le economie emergenti. Il contesto macroeconomico continua quindi a mostrare un livello di crescita bassa e stabile per le economie sviluppate e livelli più elevati, ma comunque inferiori rispetto alla media storica degli ultimi anni ed in peggioramento rispetto alle stime di inizio anno, per le economie emergenti. A livello globale permane positività sulla ripresa dell’area Euro mentre l’incertezza politica negli Stati Uniti ha portato ad una maggior cautela sulle stime prospettiche per quest’ultima. Nuove tematiche emerse nel corso del semestre hanno riguardato principalmente le preoccupazioni circa la futura implementazione delle politiche monetarie da parte delle banche centrali, in particolare sulla futura normalizzazione del balance sheet da parte di FED e BCE, i dati inferiori alle attese sull’inflazione a livello globale e la revisione al ribasso delle stime da parte delle banche centrali, l’incertezza politica negli USA a seguito dell’entrata in carica del nuovo Presidente Xxxxx, le aspettative su Brexit ed i risultati delle elezioni francesi in Europa che hanno attenuato i rischi percepiti sul fronte del populismo, gli scontri interni all’OPEC e le speculazioni sugli accordi interni che hanno restituito un’elevata volatilità nel corso del semestre sul prezzo del petrolio.
Negli Stati Uniti l’ultima revisione della stima del PIL per il 2017 si è mantenuta stabile rispetto a quanto stimato ad inizio anno, con una crescita attesa del 2,3%. La crescita è stata principalmente guidata dall’accelerazione degli investimenti, l’assestamento dei consumi su ritmi meno sostenuti rispetto al 2016, una decelerazione della spesa pubblica ed un contributo meno negativo dell’export netto rispetto all’anno precedente. Gli indici di fiducia delle imprese si sono stabilizzati al di sopra del livello di 55 evidenziando solide prospettive dal punto di vista delle imprese, con livelli ormai vicini a quelli precedenti la crisi economica. Tale dato è stato confermato anche da una costante crescita degli indici di produzione industriale nel corso del semestre, sostenuti in particolare dal settore minerario e dalle utilities. Anche la fiducia dei consumatori si è confermata ottimistica nel semestre appena conclusosi così come le vendite al dettaglio che si sono confermate in crescita per tutto il periodo su base nominale. Sul fronte del mercato del lavoro si sono invece osservate le principali divergenze: da un lato il tasso di disoccupazione ha proseguito il suo trend di decrescita portandosi ad un livello del 4,3% contro il 4,8% con cui era cominciato il 2017; dall’altra il livello dei salari nominali ha fatto segnare una variazione negativa a/a. Sotto questo punto di vista si attendono ulteriori sviluppi, date le preoccupazioni da parte di numerosi analisti, sull’attuale capacità della FED di creare inflazione salariale e sul funzionamento del canale di politica monetaria che dovrebbe trasferire il recupero sul fronte del mercato del lavoro degli ultimi anni in favore di una stabile crescita dell’inflazione verso i target della banca centrale. Sul fronte dell’inflazione infatti, l’indice CPI è calato nel corso del semestre, con l’ultima rilevazione relativa al mese di maggio che ha mostrato un livello dell’1,9% a/a contro il 2,2% precedente, soprattutto a causa della forte decelerazione della componente energetica e il livello debole all’1,7% della statistica core.
In Europa, il Fondo Monetario Internazionale stima prospettive di crescita per i paesi più rilevanti superiori all’1,5% per l’anno in corso e per il successivo, ad eccezione dell’Italia (0,8% sia per il 2017 che per il 2018), proseguendo quindi il contesto di crescita positiva ma modesta in atto anche nel corso del 2016. Le stime per il PIL reale a livello aggregato sono risultate dalle ultime pubblicazioni pari all’1,7% a/a, in linea con i dati osservati alla fine del 2015, con il contributo positivo della domanda domestica e grazie alla vivacità degli investimenti e alla tenuta dei consumi privati, seppur con segnali di moderazione da parte di questi ultimi nella prima parte dell’anno in corso. Anche in Europa la fiducia delle imprese, stimata dall’indice PMI, si è mantenuta solidamente al di sopra del livello di 55. La produzione industriale si è mantenuta invece stabile con dati più positivi nella prima parte dell’anno e più deboli invece nelle ultime rilevazioni. Sul fronte dei consumi, l’indice di fiducia stimato dalla Commissione Europea è risultato,
xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx 000.00.00.00
dopo i dati contrastati del 2016, in forte risalita nel primo semestre dell’anno in corso, avvicinandosi ai livelli precedenti la crisi economica del 2008. Sul fronte del mercato del lavoro il tasso di disoccupazione ha proseguito il suo trend decrescente seppur mantenendosi in valore assoluto al livello del 9,3% ancora lontano dai livelli minimi raggiunti nel corso del 2007. Questa statistica rappresenta una delle principali divergenze tra l’economia europea e quella statunitense, con quest’ultima ormai ai livelli di disoccupazione minimi mentre la prima, ancora lontana, suggerisce un più ampio margine di miglioramento. Sul fronte inflazionistico il semestre ha evidenziato un contesto di inflazione positivo ma ancora lontano dai target della BCE che, se da una parte ha rimosso il rischio deflazionistico dal suo statement, dall’altra ha rivisto al ribasso le aspettative sull’inflazione per i prossimi anni. L’inflazione core, depurata degli effetti delle materie prime energetiche ed alimentari, ha proseguito il suo cammino stabile, poco al di sopra dell’1%.
Per quanto concerne le politiche delle banche centrali, il 2016 era terminato con il secondo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve americana dopo quello dell’anno precedente e con forti aspettative sul ciclo per quest’anno dopo l’elezione di Xxxxx alla carica di Presidente degli Stati Uniti. Nel corso del semestre, in un primo momento, le aspettative citate ed i buoni dati sull’inflazione e crescita hanno portato la FED a proseguire con un ulteriore rialzo nel mese di marzo. Successivamente, nella seconda metà del semestre, un rallentamento dei dati sull’inflazione ha portato la banca centrale ad un atteggiamento più cauto anche a fronte delle difficoltà incontrate da Xxxxx nell’implementazione delle sue politiche a favore delle imprese. L’istituto centrale ha comunque confermato un secondo rialzo nel FOMC di giugno ed è atteso ad una revisione del balance sheet e ad un terzo rialzo nel xxxxx xxx xxxxxxx xxxxxxxx.
Xxx xxxxxxxx europeo la BCE ha mantenuto invariata nel corso del semestre la sua politica espansiva mantenendo il tasso depo al minimo storico di -0,4% e l’estensione del quantitative easing anche al mercato dei corporate bonds. Anche in area Euro il semestre è iniziato con aspettative positive sulla dinamica inflazionistica che hanno portato ad ipotizzare una prima fase di riduzione del quantitative easing da parte della BCE già nella seconda metà dell’anno. In seguito la revisione al ribasso delle stime sull’inflazione da parte dello stesso istituto centrale ha portato ad una rivalutazione delle aspettative con una BCE che ora è attesa per il proseguo dell’anno ad un annuncio del piano per la normalizzazione del balance sheet ma tuttavia non ci si aspettano, per ora, rialzi del tasso di policy.
Il mercato dei titoli governativi europei ha visto un semestre di mercato parallelo, che si è chiuso con un controllato steepening delle curve ed un livello dei tassi d’interesse mediamente poco al di sopra rispetto all’inizio dell’anno. A fare da driver nel xxxxx xxx xxxxxxxx sono state principalmente le aspettative sul proseguo delle politiche monetarie da parte della BCE ed i timori sul fronte politico legati alle elezioni in Olanda e Francia e ai timori sulla diffusione del cosiddetto “populismo”. L’elezione in Francia del neo Presidente Xxxxxx e l’atteggiamento ritenuto dovish da parte dei mercati delle parole del Presidente della BCE Draghi hanno portato i tassi a scendere nel corso del semestre, salvo una brusca inversione nell’ultima settimana di giugno dopo che un comunicato della BCE aveva espressamente dichiarato come il mercato avesse interpretato in maniera eccessivamente conservativa gli ultimi interventi del Governatore. Nello specifico il mercato ha visto la curva governativa tedesca rialzarsi con la parte lunga oltre i 15 anni che ha subito l’impatto negativo maggiore. Il tasso di riferimento decennale si è portato al livello dello 0,46% contro lo 0,20% con cui era iniziato l’anno. Nell’area semi-core, di cui la curva francese può essere considerata il riferimento, si è osservata la stessa dinamica ma con la parte a brevissimo della curva (1 mese) che ha subito il maggior rialzo. La curva a fine semestre ha mostrato un tasso decennale allo 0,81% contro lo 0,68% di inizio anno. Un generale allargamento si è osservato anche nell’area peripheral, di cui la curva italiana rappresenta il riferimento. Il tasso decennale ha chiuso il semestre ad un livello del 2,14% contro l’1,81% dell’inizio di gennaio. Sul fronte degli spread il semestre ha visto il differenziale BTP-BUND allargarsi a 168 da 161. Sul fronte statunitense il tasso a due anni è aumentato di 19 bps mentre il decennale ha visto i rendimenti scendere di circa 14 bps raggiungendo a fine semestre il livello del 2,30% contro il 2,44% di inizio anno. Lo spread decennale TREASURY- BUND ha registrato un restringimento da 224 a 184. Infine anche sul mercato giapponese si è registrato un allargamento dei tassi dovuto soprattutto all’influenza delle aspettative sulle altre banche centrali in un momento in cui la politica espansionistica della BOJ appare stabile, con il tasso decennale che ha chiuso il semestre ad un livello dello 0,09% contro lo 0,05% dello scorso gennaio.
Sul mercato dei corporate bonds si è osservato un restringimento generalizzato degli spread spinto dalla ricerca di yield e dalle strategie income degli investitori globali. I restringimenti hanno caratterizzato in particolare a livello di rating il bucket dei BBB e a livello di settori i titoli del comparto finanziario.
Nell’area emergente lo spread dell’indice denominato in dollari americani ha mostrato un restringimento significativo (-32 basis) nel corso del semestre raggiungendo il livello minimo di 295 basis nel mese di maggio. Tale movimento è stato accompagnato da notevoli flussi a livello globale sull’asset class, supportati da buoni dati macroeconomici, dai minori rischi percepiti circa le future politiche commerciali degli Stati Uniti e, come per l’asset class corporate, dalla ricerca di rendimento da parte degli investitori globali. A livello di politica monetaria le banche centrali dell’area hanno proseguito in generale con le loro politiche monetarie espansive ad eccezione di alcuni paesi come il Messico, e la Turchia. Nel semestre il mercato ha premiato principalmente l’area del medio oriente (55 basis di restringimento medio) e i paesi con rating più speculativo.
Il mercato azionario ha vissuto un semestre positivo a livello globale in seguito ai buoni dati macroeconomici pubblicati nel corso del periodo e ad un ciclo di crescita lenta ma stabile, sostenuta ancora dall’azione delle banche centrali. In questo scenario tutti i principali listini azionari hanno ottenuto una performance positiva. Nello specifico l’indice S&P 500 ha guadagnato nel semestre l’8,24% (in dollari americani) mentre il Xxxxxxx 2000 ha fatto segnare il 4,29% evidenziando così la miglior performance delle large cap rispetto alle middle & small cap. Il supporto al mercato è arrivato dalla stabilità delle prospettive sulla crescita degli USA nel 2017, da una FED meno “hawkish” rispetto alle attese e dalle aspettative sulle politiche fiscali e commerciali della nuova amministrazione guidata da Xxxxx. Guardando ai settori la miglior performance si è avuta su quello industriale con il Dow Xxxxx Industrials a +8,03% mentre il peggiore è stato il comparto delle telecomunicazioni con il Dow Xxxxx Telecommunications a - 11,98%. Il mercato europeo ha visto una performance positiva dell’indice generale STOXX 600 pari a +4,97%. Tra le migliori performance in assoluto si è osservata quella del mercato spagnolo con l’indice IBEX in positivo del +11,68% fortemente avvantaggiato dai dati sulla crescita del paese. Tra gli altri paesi l’indice tedesco DAX ha mostrato una performance del +7,35%
Forti movimenti si sono osservati anche sul mercato delle commodity, in particolare sui metalli e nel comparto energetico. I primi hanno beneficiato del clima di incertezza che ha dominato la prima parte dell’anno con diversi investitori che sono tornati a considerare i metalli preziosi come bene rifugio per le proprie strategie di asset allocation. Il contratto futures generico sull’oro ha registrato una performance del +7,87%, quello sull’argento del +3,62%. Tra le materie energetiche il petrolio, dopo aver toccato i massimi di periodo intorno ai 55 dollari al barile nei mesi di gennaio e febbraio, ha visto un periodo di elevata volatilità nel proseguo del semestre sino a toccare il minimo di 42 dollari al barile sui dubbi del mercato circa la reale implementazione del programma di tagli alla produzione da parte dell’OPEC.
Nel mercato delle valute il cambio Euro/Dollaro si è mosso stabilmente nella banda 1,08-1,04 nella prima parte del semestre, salvo poi vedere l’euro apprezzarsi sino a 1,14 sull’elezione di Xxxxxx in Francia, i dati positivi di Eurozona ed una FED apparsa più conservativa rispetto a quanto inizialmente stimato. La sterlina si è apprezzata fino a 1,30 contro il dollaro americano, dall’1,22 di inizio anno mentre si è deprezzata contro euro sino a 1,13 da 1,17. Lo Yen giapponese, dopo un forte apprezzamento contro dollaro nella prima parte del semestre (108), si è stabilizzato successivamente a 112. Infine per quanto riguarda le valute emergenti, queste si sono apprezzate nel corso di tutto il semestre. L’indice sviluppato da JP Morgan su tale asset class che aveva cominciato il semestre ad un livello di 66 ha chiuso a 68,7 toccando nel mese di giugno il massimo di 69,4.
ILLUSTRAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI GESTIONE
Durante il primo semestre del 2017 il comparto è stato gestito con un approccio più cauto in termini di duration, dato il livello assoluto dei tassi nell’area euro ancora molto basso. Verso la parte conclusiva del periodo, sulla scia dei rialzi della FED e di una ipotesi ancora prematura di uscita dal quantitative easing della BCE, si è assistito ad un repentino rialzo dei rendimenti obbligazionari, che ha inciso negativamente sui corsi, facendo registrare performance negative. Malgrado la risalita della volatilità, il comparto ha beneficiato in termini relativi della duration più contenuta ed in generale di un atteggiamento più flessibile ed opportunistico, mediante l’investimento in fondi di tipo aggregate, che avendo maggiori gradi di libertà, sono adatti a cogliere le opportunità di mercato e a ridurre, per quanto possibile, le esposizioni e le rischiosità. In termini di esposizione per asset class pertanto si è mantenuto un peso in linea con il benchmark per la componente pura corporate, beneficiando pertanto dei flussi derivanti dal programma di acquisti della BCE, e un sottopeso relativo di fondi governativi puri a scadenza medio lunga. Una percentuale superiore è stata investita in fondi con mandato più ampio e gestione più flessibile (fondi aggregate), che dinamicamente modificano il peso della componente pura governativa o corporate. Anche per questo semestre si è deciso di mantenere stabile l’esposizione all’unico fondo di tipo High Yield europeo (che ha raggiunto la massima capacity ed è stato chiuso a nuovi investimenti) a duration breve, per cercare di avvantaggiarsi dai flussi in entrata nell’asset class per la ricerca di rendimenti superiori, ma limitandone la volatilità.
Nel corso del semestre il patrimonio del comparto è passato da 29.403.166 euro al 30 dicembre 2016 a 27.799.574 euro al 30 giugno 2017 di cui 15.830.842 euro relativi alla Classe A, 11.471.760 euro relativi alla Classe C, 496.972 euro relativi alla Classe E. In particolare, tale variazione è stata determinata per 85 migliaia di euro dal risultato negativo del semestre e per circa 1.518 migliaia di euro dall’effetto negativo della raccolta così suddiviso: Classe A effetto negativo per 1.425 migliaia di euro, Classe C effetto negativo per 15 migliaia di euro, Classe E effetto negativo per 78 migliaia di euro.
Si fornisce in allegato l’elenco analitico dei primi 50 strumenti finanziari detenuti e comunque di tutti quelli che superano lo 0,5 per cento delle attività in ordine decrescente di valore.
EVENTI DI PARTICOLARE IMPORTANZA
Come descritto nel paragrafo “Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio” della Relazione di gestione annuale del comparto al 30 dicembre 2016, il Consiglio di Amministrazione di Sella Gestioni SGR S.p.A. in data 6 febbraio 2017 ha deliberato di apportare alcune modifiche al Regolamento del Fondo Star Collection. Le modifiche, approvate in via generale dalla Banca d’Italia, sono di seguito riportate:
1) indicazione per tutti i comparti, nell’ambito del compenso della SGR, del costo sostenuto per il calcolo del valore della quota (NAV) in precedenza compreso nel compenso del Depositario. Tale modifica, normativamente richiesta, non ha comportato alcun incremento degli oneri a carico dei partecipanti ed è entrata in vigore dal 28 febbraio 2017;
2) per tutti i comparti eliminazione della possibilità di utilizzare il bonifico postale ed il vaglia postale quali mezzi di pagamento per le sottoscrizioni; la modifica è entrata in vigore dal 6 aprile 2017.
LINEE STRATEGICHE PER IL FUTURO
Per il secondo semestre continueremo a preferire fondi con una gestione prudente dal lato dei tassi di interesse valutando attentamente le opportunità offerte dal mercato per modificare le esposizioni verso fondi a spread che forniscano rendimenti maggiori. Manterremo una preferenza per fondi di tipo aggregate con una gestione di tipo absolute return e più dinamica, volta principalmente alla preservazione del capitale. Infine l’asset allocation complessiva continuerà ad essere in linea con quella del benchmark, il valore aggiunto relativo sarà fornito dall’attenta selezione di fondi di primarie case di investimento in grado di generare alpha con un buon controllo del rischio.
PERFORMANCE RAGGIUNTE
Il comparto nel xxxxx xxx xxxxxxxx ha realizzato le seguenti performance così suddivise: Classe A -0,38%, Classe C -0,09%, Classe E -0,50% a fronte del -0,63% del benchmark.
STAR COLLECTION OBBLIGAZIONARIO EURO MEDIO/LUNGO TERMINE
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Depositario: ISTITUTO CENTRALE DELLE BANCHE POPOLARI ITALIANE S.p.A.
SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 30 GIUGNO 2017
Situazione al | Situazione a fine | ||||
30/6/2017 | esercizio precedente | ||||
ATTIVITA' | Valore | In percentuale | Valore | In percentuale | |
complessivo | del totale attività | complessivo | del totale attività | ||
A. | STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI | 27.123.073 | 97,334 | 27.551.969 | 93,486 |
A1. | Titoli di debito | ||||
A1.1 Titoli di Stato | |||||
A1.2 Altri | |||||
A2. | Titoli di capitale | ||||
A3. | Parti di O.I.C.R. | 27.123.073 | 97,334 | 27.551.969 | 93,486 |
B. | STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI | ||||
B1. | Titoli di debito | ||||
B2. | Titoli di capitale | ||||
B3. | Parti di O.I.C.R. | ||||
C. | STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI | ||||
C1. | Margini presso organismi di | ||||
compensazione e garanzia | |||||
C2. | Opzioni, premi o altri strumenti finanziari | ||||
derivati quotati | |||||
C3. | Opzioni, premi o altri strumenti finanziari | ||||
derivati non quotati | |||||
D. | DEPOSITI BANCARI | ||||
D1. | A vista | ||||
D2. | Altri | ||||
E. | PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E | ||||
OPERAZIONI ASSIMILATE | |||||
F. | POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' | 742.895 | 2,666 | 1.919.680 | 6,514 |
F1. | Liquidità disponibile | 814.475 | 2,923 | 1.919.680 | 6,514 |
F2. | Liquidità da ricevere per operazioni da regolare | ||||
F3. | Liquidità impegnata per operazioni da regolare | -71.580 | -0,257 | ||
G. | ALTRE ATTIVITA' | ||||
G1. | Ratei attivi | ||||
G2. | Risparmio di imposta | ||||
G3. | Altre | ||||
TOTALE ATTIVITA' | 27.865.968 | 100,000 | 29.471.649 | 100,000 |
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SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 30 GIUGNO 2017
Situazione al | Situazione a fine | ||
30/6/2017 | esercizio precedente | ||
PASSIVITA' E NETTO | Valore | Valore | |
complessivo | complessivo | ||
H. | FINANZIAMENTI RICEVUTI | ||
I. | PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E | ||
OPERAZIONI ASSIMILATE | |||
L. | STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI | ||
L1. | Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati | ||
L2. | Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati | ||
M. | DEBITI VERSO I PARTECIPANTI | 522 | |
M1. | Rimborsi richiesti e non regolati | 522 | |
M2. | Proventi da distribuire | ||
M3. | Altri | ||
N. | ALTRE PASSIVITA' | 65.872 | 68.483 |
N1. | Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati | 65.872 | 68.483 |
N2. | Debiti di imposta | ||
N3. | Altre | ||
TOTALE PASSIVITA' | 66.394 | 68.483 | |
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL COMPARTO | 27.799.574 | 29.403.166 |
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL COMPARTO CLASSE A | 15.830.842 | 17.332.248 |
Numero delle quote in circolazione classe A | 2.850.511,730 | 3.108.732,679 |
Valore unitario delle quote classe A | 5,554 | 5,575 |
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL COMPARTO CLASSE C | 11.471.760 | 11.493.166 |
Numero delle quote in circolazione classe C | 2.020.869,776 | 2.022.728,781 |
Valore unitario delle quote classe C | 5,677 | 5,682 |
VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL COMPARTO CLASSE E | 496.972 | 577.752 |
Numero delle quote in circolazione classe E | 89.957,687 | 104.043,173 |
Valore unitario delle quote classe E | 5,525 | 5,553 |
Movimenti delle quote nel semestre | ||
Classe | emesse | rimborsate |
classe A | 284.238,285 | 542.459,234 |
classe C | 168.444,678 | 170.303,683 |
classe E | 4.371,264 | 18.456,750 |
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PROSPETTO DI DETTAGLIO DEI PRINCIPALI TITOLI IN PORTAFOGLIO
(i primi 50 e comunque tutti quelli che superano lo 0,5% delle attività del Comparto)
Denominazione | Div. | Quantità | Ctv in migliaia di Euro | % xxx.xx attività |
BGF EURO BOND FUND | EUR | 92.000 | 2.708 | 9,718 |
EPSILON FUND-EURO BD-I | EUR | 13.000 | 2.251 | 8,078 |
FIDELITY FDS-EUR BND FD-YACEUR | EUR | 125.000 | 1.966 | 7,055 |
MORGAN ST EURO STAT BOND | EUR | 47.000 | 1.940 | 6,962 |
PIMCO-EURO BD-EURINS ACC | EUR | 78.000 | 1.849 | 6,635 |
BLUEBAY INVEST GR EURO GV-IEUR | EUR | 11.000 | 1.773 | 6,363 |
THREADNEEDLE EURO ACT BD | EUR | 63.000 | 1.749 | 6,276 |
INVESCO EURO BOND-C | EUR | 210.000 | 1.632 | 5,857 |
JB EURO BOND FUND-C | EUR | 3.500 | 1.612 | 5,785 |
SCHRODER INTL EURO BOND-C | EUR | 63.000 | 1.399 | 5,020 |
SCHRODER INTL EUR GOV BOND | EUR | 110.000 | 1.367 | 4,906 |
BNY MELLON GL-EURLAND FUND-EUR | EUR | 670.000 | 1.360 | 4,880 |
CAP GRP EUROPEAN BOND-Z EUR | EUR | 75.000 | 1.311 | 4,705 |
JPMORGAN F EU GOVER BOND CEA | EUR | 66.121 | 1.039 | 3,729 |
DWS INVEST EURO-GOV BONDS | EUR | 5.000 | 979 | 3,513 |
INVESCO EURO CORP BOND-C | EUR | 48.000 | 884 | 3,172 |
XXXXXXXXX HORIZON EURO CORPORATE BOND | EUR | 5.400 | 855 | 3,068 |
DWS INV EUR CORP BONDS-FC | EUR | 2.000 | 324 | 1,163 |
PICTET-EUR SHRTRM | EUR | 1.000 | 126 | 0,452 |