PROGETTO ESECUTIVO ANALISI TECNICO ECONOMICHE
PROGETTO ESECUTIVO
ANALISI TECNICO ECONOMICHE
Capitolato Speciale D'appalto - Parte II
PARTE II – OPERE CIVILI
INDICE
PARTE II. NORME TECNICHE 7
PREMESSA 7
CAPITOLO “A” - OPERE CIVILI 8
“PROVENIENZA, CARATTERISTICHE E NORME DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI” 8
GENERALITÀ 8
ACQUA 9
AGGREGATI PER MALTE 9
A.3.1 Generalità 9
A.3.2 Aggregato fine 10
A.3.3 Aggregati per calcestruzzi alleggeriti 11
LEGANTI 12
A.4.1 Generalità 12
A.4.2 Cementi 12
A.4.3 Calce 14
A.4.4 Gesso 16
MALTE 16
A.5.1 Massetto premiscelato a rapido asciugamento e ritiro controllato 17
A.5.2 Massetti autolivellanti 17
ACCIAIO 18
A.6.1 Prescrizioni Comuni a tutte le Tipologie di Acciaio 18
A.6.2 Forniture e documentazione di accompagnamento 18
A.6.3 Le forme di controllo obbligatorie 18
A.6.4 La marcatura e la rintracciabilità dei prodotti qualificati 18
A.6.5 Il caso della unità marcata scorporata. Le ulteriori indicazioni della Direzione dei Lavori per le prove di laboratorio 19
A.6.6 Conservazione della documentazione d’accompagnamento 20
A.6.7 Indicazione del marchio identificativo nei certificati delle prove meccaniche 20
A.6.8 Forniture e documentazione di accompagnamento: Attestato di Qualificazione 20
A.6.9 Centri di trasformazione 20
A.6.10 Rintracciabilità dei prodotti 20
A.6.11 Documentazione di accompagnamento e verifiche della Direzione dei Lavori 21
A.6.12 Prescrizioni per profilati e piatti in acciaio 21
A.6.13 Bulloni ad alta resistenza 22
A.6.14 Barre filettate 22
MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI 22
Pagina 1 di 223
Questo documento è di proprietà della GESAC S.p.A. Sono vietate distribuzioni e riproduzioni non espressamente autorizzate.
A.7.1 Generalità 22
A.7.2 Piastrelle di gres e ceramica 23
A.7.3 Pavimentazione in PVC 24
A.7.4 Pavimentazioni Previste 25
PARETI DIVISORIE IN CARTONGESSO E GESSOFIBRA 26
A.8.1 Lastra in cartongesso o gesso rivestito 26
A.8.2 Lastra in gessofibra 27
MATERIALI PER RIVESTIMENTI 28
A.9.1 Generalità 28
A.9.2 Piastrelle in ceramica 29
A.9.3 Battiscopa in materiale lapideo 29
A.9.4 Rivestimento in lastre di gres fine porcellanato 30
A.9.5 Lastre in PVC semiespanso a cellule chiuse 33
A.9.6 Pannelli fonoassorbenti per rivestimento di pareti e per controsoffitti (MDF) 34
A.9.7 Rivestimenti previsti 35
PRODOTTI VERNICIANTI 36
A.10.1 Generalità 36
A.10.2 Smalti sintetici 37
A.10.3 Idropittura 37
A.10.4 Prodotti vernicianti vari 38
A.10.5 Vernici per segnaletica orizzontale 38
A.10.6 Prodotti vernicianti e intonaci previsti 39
MATERIALI PER IMPERMEABILIZZAZIONE 39
A.11.1 Materiali utilizzati 41
MURATURE 42
A.12.1 Definizione del lavoro 42
A.12.2 Normativa di riferimento 42
A.12.3 Campioni 42
A.12.4 Prescrizioni di carattere generale 43
A.12.5 Oneri e obblighi non compresi nella fornitura 43
A.12.6 Murature di mattoni pieni, semipieni, forati 43
A.12.7 Murature con elementi cementizi prefabbricati per vibrocompressione 44
A.12.8 Murature con elementi di cls cellulare 45
A.12.9 Murature con elementi di gesso cavi 45
A.12.10 Muratura con elementi di laterogesso 45
A.12.11 Tramezze con orditura metallica 45
A.12.12 Lastre di cartongesso con applicato uno strato di materiale isolante per contro-placcatura di murature esistenti 45
A.12.13 Isolamento di intercapedine tra due murature 45
A.12.14 Rivestimenti antifiamma di strutture non resistenti al fuoco 46
A.12.15 Murature previste 46
MATERIALI PER ISOLAMENTO TERMICO ED ACUSTICO 46
A.13.1 Isolanti termici 46
A.13.2 Materiali fonoassorbenti e fonoisolanti 48
A.13.3 Materiali impiegati 50
PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI) 51
PRODOTTI A BASE DI LEGNO 51
PRODOTTI IN HPL 53
SERRAMENTI –VETRI 53
A.17.1 Porte 53
A.17.2 Infissi invetriati in acciaio 55
A.17.3 Serramenti in Alluminio 61
A.17.4 Vetri e Cristalli 67
A.17.5 Infissi previsti 74
CONTROSOFFITTI 75
A.18.1 Generalità 75
A.18.2 Controsoffitto in gessofibra su telaio metallico 76
A.18.3 Controsoffitto in fibra minerale 76
A.18.4 Controsoffitto in pannelli fonoassorbenti in MDF 76
A.18.5 Giunti per controsoffitti 76
A.18.6 Controsoffitti previsti 77
CAPITOLO “B” - OPERE CIVILI 79
“MODALITA' DI ESECUZIONE E NORME DI MISURAZIONE DELLE VARIE CATEGORIE DI LAVORO” 79
B.1 DEMOLIZIONI 79
B.1.1 Generalità 79
B.1.2 Puntelli ed opere di presidio 79
B.1.3 Demolizioni di strutture orizzontali, verticali e di partizioni interne 80
B.1.3.1 Rimozione di serramenti 80
B.2 STRUTTURE IN ACCIAIO 81
B.2.1 Generalità 81
B.2.2 Acciaio per Strutture Metalliche 85
B.3 MICROPALI 87
B.3.1 Definizione 87
B.3.2 Xxxxxxxxxxxx xxx xxxxx xx xxxxxx 00
B.3.3 Perforazioni e modalità di getto 88
B.3.4 Armature tubolari 89
B.3.5 Malte e miscele cementizie 89
B.3.6 Micropali a iniezioni ripetute ad alta pressione 90
B.3.7 Formazione del fusto del micropalo 90
B.4 MASSETTI 92
B.4.1 Massetto premiscelato a rapido asciugamento e ritiro controllato 92
B.4.2 Massetti autolivellanti 92
B.5 OPERE IN PIETRA E MARMI 92
B.6 PAVIMENTAZIONI 93
B.6.1 Generalità 93
B.6.2 Piastrelle in gres ceramico 94
B.6.3 Pavimentazioni in PVC 95
B.6.4 Giunti di dilatazione per pavimenti 95
B.7 IMPERMEABILIZZAZIONI 96
B.7.1 Generalità 96
B.7.2 Manti bituminosi prefabbricati con supporto al poliestere 96
B.8 ISOLANTI TERMO-ACUSTICI 97
B.9 CONTROSOFFITTI 97
B.9.1 Generalità 97
B.9.2 Controsoffitto in gessofibra su telaio metallico 98
B.9.3 Controsoffitto in fibra minerale 98
B.9.4 Controsoffitto in pannelli fonoassorbenti in MDF 98
B.10 PARETI DIVISORIE INTERNE IN CARTONGESSO O IN GESSOFIBRA SU STRUTTURA METALLICA 99
B.11 INTONACI 99
B.11.1 Generalità 99
B.11.2 Intonaco civile per interni a soffitto 100
B.11.3 Intonaco civile per interni a parete 101
B.11.4 Intonaco ignifugo 101
B.11.5 Lavorazioni previste 102
B.12 RIVESTIMENTI E BATTISCOPA 102
B.12.1 Battiscopa e rivestimenti interni in materiale lapideo o in grès 102
B.12.2 Rivestimento a parete in lastre in gres fine porcellanato 103
B.12.3 Pannelli di rivestimento fonoassorbenti in MDF (per la veletta dei controsoffitti) 103
B.12.4 Lastre in PVC semiespanso a cellule chiuse 104
B.12.5 Lastre in Alluminio 104
B.13 PITTURAZIONI 105
B.13.1 Generalità 105
B.14 SERRAMENTI –VETRI 105
B.14.1 Porte 105
B.14.2 Infissi invetriati in acciaio 107
B.14.3 Serramenti in Alluminio 107
B.14.4 Vetri e Cristalli 109
B.15 MURATURE 112
B.15.1 Criteri di misurazione 112
B.15.2 Posa in opera 113
B.15.3 Murature con elementi di cls cellulare 114
B.15.4 Murature con elementi di gesso cavi 114
B.15.5 Muratura con elementi di laterogesso 114
B.15.6 Tramezze con orditura metallica 114
B.15.7 Lastre di cartongesso con applicato uno strato di materiale isolante per contro-placcatura di murature esistenti 114
B.15.8 Isolamento di intercapedine tra due murature 114
B.16 OPERE ESTERNE 115
B.16.1 Segnaletica stradale orizzontale 115
B.16.2 Geocompositi 115
B.17 BONIFICA ORDIGNI BELLICI 115
B.17.1 Modalita’ di esecuzione dei lavori di bonifica 115
B.17.2 Prescrizioni tecniche 117
B.17.3 Note tecniche 118
B.17.4 Individuazione aree e tipologia di bonifica 119
CAPITOLO “C” - IMPIANTI MECCANICI 120
C.1 APPARECCHIATURE PER IL TRATTAMENTO E DISTRIBUZIONE DELL’ARIA 124
C.2 ELETTROPOMPE 168
C.3 TUBAZIONI PER TRASPORTO DEI FLUIDI NEGLI IMPIANTI FLUIDOMECCANICI 169
C.4 COLLETTORI 175
C.5 COIBENTAZIONE TUBAZIONI, COLLETTORI E VALVOLAME 175
C.6 VALVOLAME VARIO E COMPONENTI VARI 182
C.7 STRUMENTI DI MISURA E CONTROLLO 187
C.8 ORGANI DI SICUREZZA ED AFFINI 188
C.9 SISTEMA DI REGOLAZIONE 189
C.10 DOCUMENTAZIONE E MANUALI D’ISTRUZIONE 194
CAPITOLO “D” - IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 196
D.1 Prescrizioni tecniche generali 196
D.1.1 Requisiti di rispondenza a Norme, Leggi e Regolamenti 196
D.2 Dati di Progetto 196
D.2.1 Prescrizioni riguardanti i circuiti 196
D.3 Canalizzazioni 198
D.3.1 Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione 198
D.3.2 Canalette porta cavi 198
D.4 Protezione Contro i Contatti Indiretti 199
D.4.1 Elementi di un impianto di messa a terra 199
D.4.2 Coordinamento dell’impianto di terra con dispositivi di protezione 200
D.4.3 Protezione mediante doppio isolamento 200
D.4.4 Protezione delle condutture elettriche 200
D.4.5 Coordinamento con le opere di specializzazione edile e con le altre non facenti parte del ramo d'arte della ditta 201
D.4.6 Materiali di rispetto 201
D.5 POTENZA IMPEGNATA E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI 201
D.5.1 Dotazioni dell'impianto 202
D.6 DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE 202
D.7 IMPIANTI DI DIFFUSIONE SONORA 203
D.8 IMPIANTO RIVELAZIONE INCENDI 204
D.9 SISTEMA INFORMATIVA AL PUBBLICO 205
D.10 SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA 205
D.11 IMPIANTO TRASMISSIONE DATI 205
D.12 QUALITÀ E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI VERIFICHE E PROVE IN XXXXX X'XXXXX XXXXX XXXXXXXX 000
D.13 QUADRI DI COMANDO E DISTRIBUZIONE IN LAMIERA 206
D.14 VERIFICHE E PROVE IN XXXXX X'XXXXX XXXXX XXXXXXXX 000
D.15 VERIFICA, CONSEGNA E NORME PER IL COLLAUDO DEGLI IMPIANTI 208
D.16 GARANZIA DEGLI IMPIANTI 211
D.17 OBBLIGHI ED ONERI GENERALI E SPECIALI A CARICO DELL’AMMINISTRAZIONE E DELLA DITTA 211
CAPITOLO “E” - COSTRUZIONE DELLE CONDOTTE IDRICHE, DELLE FOGNE E OPERE RELATIVE 212 E.01 Posa delle tubazioni e pezzi speciali 212
E.02. Giunzioni delle tubazioni e pezzi speciali 216
E.03. Murature di contrasto e di ancoraggio 220
E.04. Prove di tenuta della condotte in pressione 220
E.05. Prova di tenuta delle fogne 222
E.06. Pozzetti di ispezione 223
E.07. Posa in opera dei chiusini e griglie 223
PARTE II. NORME TECNICHE
PREMESSA
Nel presente documento vengono riportate le specifiche tecniche e le caratteristiche prestazionali degli elementi ovvero dei materiali, componenti, parti d’opera, attrezzature e lavorazioni previste nel progetto esecutivo relativo alle opere di ampliamento dell’Aerostazione passeggeri presso l’Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino.
CAPITOLO “A” - OPERE CIVILI
“PROVENIENZA, CARATTERISTICHE E NORME DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI”
GENERALITÀ
I materiali da impiegare per i lavori previsti in progetto dovranno ottemperare, come caratteristiche, a quanto stabilito dalle leggi, regolamenti e norme ufficiali vigenti in materia ed alle specifiche riportate nel presente documento nonché alle norme di aggiornamento, modifica od integrazione vigenti, anche se non esplicitamente richiamate nel presente Capitolato.
I materiali proverranno da quelle località o fabbriche che l’Appaltatore riterrà di buona qualità e risponderanno ai requisiti appresso indicati.
I materiali, per regola, saranno sottoposti all'approvazione della D.L., almeno 45 giorni prima dell'impiego e dovranno essere soggetti ai controlli di qualità previsti dalla normativa.
L'accettazione dei materiali e dei componenti è da ritenersi definitiva solo dopo la loro posa in opera. La Direzione Lavori può rifiutare in qualunque momento i materiali ed i componenti deperiti dopo la loro introduzione in cantiere o nel caso in cui, per qualsiasi motivo, non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dai documenti allegati al contratto; in questo ultimo caso l'Appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese.
Le forniture non accettate, ad insindacabile giudizio, dalla Direzione Lavori dovranno essere immediatamente allontanate dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore e sostituite con altre rispondenti ai requisiti richiesti.
Tutti i materiali indistintamente potranno essere sottoposti a prove fisiche, chimiche, di resistenza meccanica, durabilità e di qualità a cura della D.L. ed a spese dell’Appaltatore.
La Direzione Lavori o l'organo di collaudo possono disporre ulteriori prove ed analisi ritenute necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali o dei componenti. Le relative spese sono poste a carico dell'Appaltatore.
La Direzione Lavori ha facoltà insindacabile di richiedere la sostituzione o il rifacimento totale o parziale del lavoro eseguito, nel qual caso l'Appaltatore dovrà provvedere, con immediatezza ed a sue spese, all'esecuzione di tali richieste, riparando inoltre, sempre a suo carico, gli eventuali danni causati.
Ove l'Appaltatore non effettui la rimozione di quanto stabilito nel termine prescritto dalla D.L., la Stazione appaltante può provvedervi direttamente a spese dell'Appaltatore, a carico del quale resta anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della rimozione eseguita d'ufficio.
Anche dopo l'accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti restano fermi i diritti ed i poteri della Stazione Appaltante in sede di collaudo.
L'Appaltatore, che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità sarà redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
ACQUA
L'acqua dovrà essere dolce, limpida e scevra da materie terrose: ove usata per impasti cementizi non dovrà presentare tracce di cloruri e solfati né dovrà risultare inquinata da materie organiche o comunque dannose. Le caratteristiche ed i limiti d'accettabilità per l'acqua di impasto sono riportati nella seguente tabella A (requisiti prescritti nel punto 3 dell’Allegato 1 al D.M. LL.PP. 09/01/96).
TABELLA A: ACQUA DI IMPASTO
CARATTERISTICA | PROVA | LIMITI DI ACCETABILITA' |
PH | Analisi chimica | da 5,5 a 8,5 |
Contenuto solfati | Analisi chimica | S04- minore 800 mg/l |
Contenuto cloruri | Analisi chimica | CI- minore 300 mg/l |
Contenuto acido solfidrico | Analisi chimica | minore 50 mg/litro |
Contenuto totale di sali minerali | Analisi chimica | minore 3000 mg/litro |
Contenuto di sostanze organiche | Analisi chimica | minore 100 mg/litro |
Contenuto di sostanze solide sospese | Analisi chimica | minore 2000 mg/litro |
In merito alle specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell’idoneità dell’acqua d’impasto del calcestruzzo varrà quanto precisato nella norma UNI EN 1008:2003 “Acqua d’impasto per il calcestruzzo – Specifiche di campionamento, di prova e di valutazione dell’idoneità dell’acqua, incluse le acque di recupero dei processi dell’industria del calcestruzzo, come acqua di impasto del calcestruzzo”
Non possono essere usate acque di rifiuto, anche se limpide, provenienti da fabbriche, cliniche, da aziende di prodotti alimentari, da concerie o da altre aziende industriali. E’ vietato l’impiego di acqua piovana.
AGGREGATI PER MALTE
A.3.1 Generalità
Per aggregati si intendono materiali granulari utilizzati in edilizia e possono essere di tipo naturale, industriale o riciclato.
Tali materiali dovranno essere rispondenti a quanto indicato in merito ai requisiti di qualità e di accettazione dalle norme vigenti:
- UNI EN 932;
- UNI EN 933;
- UNI EN 1097,
- UNI EN 1744,
- UNI EN 1367;
- UNI EN 12620.
Gli aggregati naturali sono materiali di origine minerale sottoposti unicamente a lavorazione meccanica.
Gli aggregati industriali sono materiali di origine minerale derivanti da un processo industriale che implica una modificazione termica o di altro tipo.
Gli aggregati riciclati sono materiali risultanti dalla lavorazione di materiale inorganico precedentemente utilizzato in edilizia.
La Direzione Lavori potrà accertare in xxx xxxxxxxxxxx xx xxxxxxxxxxxxxxx xxxxx xxxx di provenienza del materiale per rendersi conto dell’uniformità della roccia, dei sistemi di coltivazione e di frantumazione, prelevando dei campioni da sottoporre alle prove necessarie per caratterizzare la roccia nei riguardi dell’impiego. Il prelevamento di campioni potrà essere omesso quando le caratteristiche del materiale risultano da certificato emesso in seguito ad esami fatti eseguire da Amministrazioni Pubbliche, a seguito di sopralluoghi nelle cave ed i risultati di tali indagini siano ritenuti idonei dalla Direzione Lavori.
In generale, le proporzione di impurezze organiche leggere (determinate in conformità alla UNI EN 1744-1:98) non dovrebbero essere superiori ai valori di seguito riportati:
- 0,5% in massa per l’aggregato fine;
- 0,1% in massa per l’aggregato grosso.
Durante la fase di stoccaggio del materiale si dovrà evitarne la contaminazione e la segregazione.
A.3.2 Aggregato fine
Per aggregati fini, secondo quanto stabilito dalla norma UNI EN 12620:2003 (“Aggregati per calcestruzzo”), si intendono quelli la cui dimensione superiore D è minore o uguale a 4 mm. L’aggregato fine può provenire dalla naturale disgregazione di roccia o di ghiaia e/o dalla frantumazione di roccia o ghiaia o dalla lavorazione di aggregati industriali.
La sabbia deve essere priva di sostanze organiche (terrose o argillose) e di solfati e deve avere dimensione massima dei grani pari a:
• 2 mm per malta da muratura in genere;
• 1 mm per malta da intonaci;
• 0,5 mm se si tratta di colla per intonaci e malta per murature di paramento.
La sabbia deve essere costituita da particelle dure e di forma prevalentemente cubica o sferica, in ogni aspetto.
La sabbia naturale o artificiale deve risultare bene assortita in grossezza e costituita di grani resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa, deve essere scricchiolante alla mano, non lasciare traccia di sporco, non contenere materie organiche, melmose o comunque dannose.
Nelle sabbie per conglomerati è ammessa una percentuale massima del 10% di materiale trattenuto sul crivello 7,1 o sul setaccio 2, a seconda che si tratti di sabbia per conglomerati cementizi o di sabbia per conglomerati bituminosi; in ogni caso non si devono avere dimensioni inferiori a 0,05 mm.
Una percentuale in peso di almeno il 10% delle sabbie dovrà essere di tipo naturale.
Il prelevamento dei campioni di sabbia per i controlli che deve effettuare la D.L. normalmente dovrà avvenire dai cumuli sul luogo di impiego, diversamente può avvenire dai mezzi di trasporto ed eccezionalmente dai sili. Dovranno essere definiti e comunicati alla D.L. i metodi di prova riguardanti l’analisi granulometrica ed il peso specifico reale.
A.3.3 Aggregati per calcestruzzi alleggeriti
Gli aggregati per calcestruzzi alleggeriti sono materiali naturali e/o artificiali che presentano, per la loro struttura porosa, una massa volumica del materiale in mucchio inferiore a 1.000 Kg/m³.
Si definiscono aggregati leggeri gli aggregati che si prestano alla preparazione di calcestruzzo leggero come definito nella UNI 7548 parte 1. Si tratta di materiali naturali ed artificiali che, a causa della loro struttura porosa, presentano una massa volumica del granulo e del materiale in mucchio decisamente minore rispetto agli aggregati ordinari. Gli aggregati leggeri devono essere caratterizzati da una massa volumica del materiale in mucchio non maggiore di 1000 kg/m³, quando per contro gli aggregati ordinari pesano da 1400 a 1800 kg/m³.
In conseguenza della loro origine possono essere classificati come:
• materiali minerali non trattati termicamente (tufo, pomice, lapilli, diatomiti ecc.);
• materiali minerali trattati termicamente (vermiculite, perlite, argilla espansa ecc.);
• residui industriali non trattati (laterizio frantumato, ceneri volanti ecc.;
• residui industriali trattati (loppe espanse, ceneri volanti espanse ecc.);
• materiali organici (particelle di legno ecc.).
Questi materiali che possono essere impiegati per il confezionamento del calcestruzzo alleggerito, massetti alleggeriti e/o isolanti, debbono corrispondere a quanto contenuto nella norma UNI 7549.
L’argilla espansa è formata da granuli di varie dimensioni, aventi una struttura interna cellulare clinkerizzata ed una dura e resistente scorza esterna. Si presenta sotto forma di granulato, con grani a struttura interna cellulare chiusa e vetrificata.
Il materiale dovrà essere assolutamente inerte, libero da sostanze organiche e combustibili, resistente alla compressione, leggero, impermeabile, refrattario, dimensionalmente stabile. Ogni granulo, di colore bruno, deve avere forma rotondeggiante, deve essere inattaccabile da acidi ed alcali concentrati e deve conservare le sue qualità in un largo intervallo di temperatura.
Le granulometrie apparterranno alle seguenti classi: fine (0,5 ÷ 3 mm), medio fine (3 ÷ 8 mm), media (8 ÷ 15 mm), grossa (15 ÷ 20 mm).
Il coefficiente di conducibilità termica, a temperatura ambiente, sarà di circa 0,008 kcal/mh
°C (93 mW/m.K).
Il peso specifico dell’argilla espansa è compreso tra i 350 ed i 530 kg/m³ a seconda della granulometria.
I granuli devono galleggiare sull’acqua senza assorbirla.
LEGANTI
A.4.1 Generalità
Le caratteristiche prestazionali relative ai vari leganti devono essere rispondenti alle vigenti normative.
Il costruttore ha l’obbligo della buona conservazione dei leganti che non debbano impiegarsi immediatamente nei lavori, curando tra l’altro che i locali nei quali essi vengono depositati siano asciutti e ben ventilati. L’impiego di leganti (in particolare del cemento) giacenti da lungo tempo in cantiere deve essere autorizzato dal Direttore dei Lavori.
I cementi, gli agglomeranti cementizi e le calci idrauliche in polvere saranno forniti:
• in sacchi sigillati;
• in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola che non possono essere aperti senza lacerazione;
• alla rinfusa.
I sacchi debbono essere in perfetto stato di conservazione; se l’imballaggio fosse comunque manomesso o il prodotto avariato, la merce può essere rifiutata.
Se i leganti sono forniti alla rinfusa, la provenienza e la qualità degli stessi dovranno essere dichiarate con documenti di accompagnamento della merce.
Le calci idrauliche naturali, in zolle, quando non possono essere caricate per la spedizione subito dopo l’estrazione dai forni, debbono essere conservate in locali chiusi o in sili al riparo dagli agenti atmosferici.
A.4.2 Cementi
Il cemento dovrà essere scelto, fra quelli considerati idonei, tenendo in considerazione:
- le modalità di esecuzione dell’opera;
- l’uso finale del calcestruzzo;
- le condizioni di maturazione del calcestruzzo;
- le dimensioni della struttura;
- le condizioni ambientali alle quali la struttura sarà esposta;
- la potenziale reattività degli aggregati agli alcali provenienti dai componenti.
I cementi dovranno essere dotati di marchio di conformità. L'attestato di conformità autorizza il produttore ad apporre il marchio di conformità sull'imballaggio e sulla documentazione di accompagnamento relativa al cemento certificato. Il marchio di conformità è costituito dal simbolo dell'organismo abilitato seguito da:
a) nome del produttore e della fabbrica ed eventualmente del loro marchio o dei marchi di identificazione;
b) ultime due cifre dell'anno nel quale è stato apposto il marchio di conformità;
c) numero dell'attestato di conformità;
d) descrizione del cemento;
e) estremi del decreto.
Ogni altra dicitura è preventivamente sottoposta all'approvazione dell'organismo abilitato.
I cementi dovranno essere rispondenti alla normativa vigente ad essi relativa ed in particolare:
• D.M. 3 giugno 1968 così come modificato dal D.M.. 13 settembre 1993 (abrogazione di alcune disposizioni contenute nel decreto ministeriale 3 giugno 1968, concernente nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova);
• D.M. 31/08/1972 (Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche);
• UNI 197-1.
• D.M. 12 luglio 1999, n. 314 (Regolamento recante norme per il rilascio dell’attestato di conformità per i cementi destinati alle opere di ingegneria strutturale e geotecnica per i quali è di prioritaria importanza il rispetto del requisito essenziale n. 1 di cui all’allegato A – resistenza meccanica e stabilità – al decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1993, n. 246).
Requisiti meccanici e fisici (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Classe | Resistenza alla compressione (N/mm2) | Tempo inizio presa min | Espansione Mm | |||
Resistenza iniziale | Resistenza normalizzata 28 giorni | |||||
2 giorni | 7giorni | |||||
32,5 | – | > 16 | ≥ 32,5 | ≤ 52,5 | ≥ 60 | ≤ 10 |
32,5 R | > 10 | – | ||||
4,25 | > 10 | – | ≥ 42,5 | ≤ 62,5 | ||
4,25 R | > 20 | – | ||||
52,5 | > 20 | – | ≥ 52,5 | – | ≥ 45 | |
52,5 R | > 30 | – |
Requisiti chimici (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Proprietà | Prova secondo | Tipo di cemento | Classe di resistenza | Requisiti |
Perdita al fuoco | EN 196-2 | CEM I – CEM III | Tutte le classi | ≤ 5,0% |
Residuo insolubile | EN 196-2 | CEM I – CEM III | Tutte le classi | ≤ 5,0% |
Solfati come (SO3) | XX 000-0 | XXX X XXX II (2) CEM IV CEM V | 32,5 32,5 R 42,5 | ≤ 3,5% |
42,5 R 52,5 52,5 R | ≤ 4,0% | |||
XXX XXX (3) | Tutte le classi | |||
Cloruri | EN 196-21 | Tutti i tipi (4) | Tutte le classi | ≤ 0,10% |
Pozzolanicità | EN 196-5 | CEM IV | Tutte le classi | Esito positivo della prova |
1) I requisiti sono espressi come percentuale in massa 2) Questa indicazione comprende i cementi tipo CEM II/A e CEM II/B, ivi compresi i cementi Portland compositi contenenti solo un altro componente principale, per esempio II/A-S o II/B-V, salvo il tipo CEM II/B-T che può contenere fino al 4,5% di SO3, per tutte le classi di resistenza 3) Il cemento tipo CEM III/C può contenere fino al 4,5% di SO3. 4) Il cemento tipo CEM III può contenere più dello 0,100% di cloruri ma in tal caso si dovrà |
dichiarare il contenuto effettivo in cloruri.
Valori limite (All.3 D.M. 12 luglio 1999, n.314)
Proprietà | Valori limite | ||||||
Classe di resistenza | |||||||
32,5 | 32,5 R | 42,5 | 42,5 R | 52,5 | 42,5 R | ||
Limite inferiore di resistenza (N/mm2) | 2 giorni | – | 8,0 | 8,0 | 18,0 | 18,0 | 28,0 |
7 giorni | 14,0 | – | – | – | – | – | |
28 giorni | 30,0 | 30,0 | 40,0 | 40,0 | 50,0 | 50,0 | |
Tempo di inizio presa – Limite inferiore (min) | 45 | 40 | |||||
Stabilità (mm) – Limite superiore | 11 | ||||||
Contenuto di SO3 (%) Limite superiore | Tipo I Tipo II (1) Tipo IV Tipo V | 4,0 | 4,5 | ||||
Tipo III/A Tipo III/B | 4,5 | ||||||
Tipo III/C | 5,0 | ||||||
Contenuto di cloruri (%) – Limite superiore (2) | 0,11 | ||||||
Pozzolanicità | Positiva a 15 giorni | ||||||
(1) Il cemento tipo II/B può contenere fino al 5% di SO3 per tutte le classi di resistenza (2) Il cemento tipo III può contenere più dello 0,11% di cloruri, ma in tal caso deve essere dichiarato il contenuto reale di cloruri. |
I cementi impiegati dovranno essere dotati del marchi ICITE.
A.4.3 Calce
Le calci dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento dell’esecuzione dei lavori ed, in particolare, essere rispondenti alle norme di seguito riportate:
- X.X. 00/00/0000, n. 2231;.
- UNI 459-1;
- UNI 459-2;
- UNI 10319 (parametri ei criteri di accettabilità).
La calce può essere aerea (con presenza di ossidi e/o idrossidi di calcio e magnesio) oppure, in caso di prevalenza di silicati ed alluminati di calcio, derivati dalla cottura di calcari argillosi, si definisce idraulica.
La calce aerea può essere:
• calce grassa in zolle;
• calce magra in zolle;
• calce idrata in polvere;
• calce aeree magnesia.
La calce idrata può essere:
• calce idraulica in zolle;
• calce idraulica naturale o artificiale in polvere (;
• calce idraulica artificiale pozzolanica;
• calce idraulica siderurgica.
Per le calci aeree devono essere soddisfatte le limitazioni prescritte dalla normativa.
La calce grassa in zolle (di colore pressoché bianco, prodotta dalla cottura di calcari) dovrà provenire da calcari puri, essere recente, perfetta e di cottura uniforme, non bruciata né vitrea né lenta ad idratarsi. Dovrà essere di qualità tale che, mescolata con la sola quantità di acqua dolce necessaria alla estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate, silicose od altrimenti inerti.
La calce viva in zolle al momento dell’estinzione dovrà essere perfettamente anidra: non dovrà essere usata quella ridotta in polvere o sfiorita; si dovrà quindi preparare la calce viva nella quantità necessaria e conservarla in luoghi asciutti ed al riparo dall’umidità.
Dopo l’estinzione la calce dovrà essere conservata in apposite vasche impermeabili, rivestite di tavole o di muratura, e dovrà essere coperta con uno strato di sabbia. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere spenta da almeno sei mesi prima dell’impiego; quella destinata alle murature da almeno 15 giorni. L’estinzione delle calci aeree in zolle sarà eseguita a bagnolo o con altro sistema idoneo, mai a getto.
L’uso della calce idrata dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione dei Lavori.
Le calci idrauliche dovranno soddisfare le limitazioni prescritte dalla normativa ed in particolare i seguenti requisiti fisico-meccanici:
CALCI IDRAULICHE IN POLVERE | Resistenze meccaniche su malta normale battuta 1:3 tolleranza del 10% | Prova di stabilit à del volume | |
Resistenza a trazione dopo 28 giorni di stagionatura | Resistenza a compressione dopo 28 giorni di stagionatura | ||
Calce idraulica naturale o artificiale in polvere | 5 Kg/cmq | 10 Kg/cmq | Sì |
Calce eminentemente idraulica naturale o artificiale | 10 Kg/cmq | 100 Kg/cmq | Sì |
Calce idraulica artificiale pozzolanica | 10 Kg/cmq | 100 Kg/cmq | Sì |
Calce idraulica artificiale siderurgica | 10 Kg/cmq | 100 Kg/cmq | Sì |
Tutte le calci idrauliche in polvere devono iniziare la presa fra le 2 e le 6 ore dal principio dell’impasto (l’inizio della presa non deve avvenire prima di un’ora) e averla già compiuta dalle 8 alle 48 ore del medesimo, devono inoltre essere di composizione omogenea, costante e di buona stagionatura.
Tipo di malta | Composizione | ||||
Cemento | Calce aerea | Calce idraulica | Sabbia | Pozzolana | |
Idraulica | – | – | 1 | 3 | – |
Pozzolanic | – | 1 | – | – | 3 |
a | 1 | – | 2 | 9 | – |
Bastarda | 1 | – | 1 | 5 | – |
Bastarda | 1 | – | 0,5 | 4 | – |
Cementizi | 1 | – | – | 3 | – |
a | |||||
Cementizi | |||||
a |
A.4.4 Gesso
Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea: dovrà essere conservato in locali coperti e ben riparati dall’umidità. Il suo utilizzo dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione dei Lavori. Il gesso dovrà rispondere ai requisiti stabiliti dalla normativa di riferimento ed in particolare a quanto riportato nella tabella a seguire.
TIPO | DUREZZA MASSIMA | RESISTENZA ALLA TRAZIONE (dopo tre giorni) | RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE (dopo tre giorni) |
Comune | 60% di acqua in volume | 15 kg/cm2 | |
Da stucco | 60% di acqua in volume | 20 kg/cm2 | 40 kg/cm2 |
MALTE
La malta è una miscela di leganti inorganici, aggregati prevalentemente fini, acqua ed eventuali componenti organici e/o inorganici in proporzioni tali da conferire alla miscela opportuna lavorabilità ed adeguate caratteristiche fisico-meccaniche.
Classe e tipi di malta
I materiali componenti le malte cementizie saranno preliminarmente mescolati a secco, fino ad ottenere un miscuglio di tinta uniforme, il quale verrà poi asperso ripetutamente con la minore quantità di acqua necessaria, rimescolando continuamente.
Le malte a base cementizia per ripristini di elementi strutturali in c.a. (espansive, antiritiro, ecc.), composte da cementi ad alta resistenza, inerti, silice, additivi, devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto: in caso di applicazione di prodotti equivalenti gli stessi devono essere accettati ed autorizzati dalla Direzione dei Lavori.
Per le malte cementizie espansive premiscelate per ancoraggi si rimanda alle prescrizioni delle seguenti norme:
- UNI 8993÷8998
- UNI EN 12190.
Le malte per intonaci, costituite da un legante (calce-cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti devono possedere le caratteristiche di seguito riportate:
• capacità di riempimento delle cavità ed uguagliamento delle superfici;
• reazione al fuoco e/o resistenza all'incendio adeguata alle esigenze di progetto;
• impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
• effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
• adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per gli intonaci forniti premiscelati la rispondenza alle norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
A.5.1 Massetto premiscelato a rapido asciugamento e ritiro controllato
Xxxxxxxx a rapido asciugamento e a ritiro controllato a base di leganti idraulici speciali. Nel caso di spessore tra 10 e 35 mm, il massetto dovrà essere realizzato in aderenza, applicando preventivamente, sul supporto sano e compatto una boiacca di ancoraggio preparata con lo stesso legante, acqua ed un lattice.
Caratteristiche finali del massetto:
Resistenza a compressione (N/mm2): >30 (dopo 1 g)
>40 (dopo 3 gg)
>45 (dopo 28 gg)
Pedonabilità: 2-3 h
Esecuzione rasatura: 4 h
Tempo di attesa prima della posa: 3 h per ceramica e pietre naturali
24 h per resilienti e legno
Umidità residue dopo 24 h (%): <2
A.5.2 Massetti autolivellanti
Lisciatura autolivellante per interni di sottofondi cementizi, solette in calcestruzzo, pavimenti in ceramica, marmette, pietre naturali, mediante applicazione di prodotto cementizio autolivellante a presa rapida per spessore da 1 a 10 mm. I supporti dovranno essere puliti, asciutti, sani, compatti ed eventualmente consolidati o primerizzati con idonei prodotti.
Il materiale livellante dovrà possedere le seguenti caratteristiche:
Massa volumica dell’impasto (kg/m3): | 1900 |
pH dell’impasto: | c.a. 12 |
Pedonabilità: | 3 ore |
Resistenza a compressione (N/mm2): | 30.0 (a 28 gg) |
Resistenza a flessione (N/mm2): | 8.0 (a 28 gg) |
Abrasimetro Xxxxx – mola h22-550g-200 giri | : 0.7 (a 28 gg) |
Spessore (mm): | 1-10 mm |
Consumo (kg/m2): 1.6 (per mm di spessore)
ACCIAIO
A.6.1 Prescrizioni Comuni a tutte le Tipologie di Acciaio
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 14 gennaio 2008) e relative circolari esplicative.
È fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
A.6.2 Forniture e documentazione di accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l'obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell'attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
La Direzione dei Lavori prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
A.6.3 Le forme di controllo obbligatorie
Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni per tutti gli acciai prevedono tre forme di controllo obbligatorie (D.M. 14 gennaio 2008 paragrafo 11.3.1):
- in stabilimento di produzione, da eseguirsi sui lotti di produzione;
- nei centri di trasformazione, da eseguirsi sulle forniture;
- di accettazione in cantiere, da eseguirsi sui lotti di spedizione.
A tale riguardo si definiscono:
- lotti di produzione: si riferiscono a produzione continua, ordinata cronologicamente mediante apposizione di contrassegni al prodotto finito (rotolo finito, bobina di trefolo, fascio di barre, ecc.). Un lotto di produzione deve avere valori delle grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione) e può essere compreso tra 30 e 120 t;
- forniture: sono lotti formati da massimo 90 t, costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee;
- lotti di spedizione: sono lotti formati da massimo 30 t, spediti in un’unica volta, costituiti da prodotti aventi valori delle grandezze nominali omogenee.
A.6.4 La marcatura e la rintracciabilità dei prodotti qualificati
Ciascun prodotto qualificato deve essere costantemente riconoscibile, per quanto concerne le caratteristiche qualitative, e rintracciabile, per quanto concerne lo stabilimento di produzione.
Il marchio indelebile deve essere depositato presso il servizio tecnico centrale e deve consentire, in maniera inequivocabile, di risalire:
- all’azienda produttrice;
- allo stabilimento;
- al tipo di acciaio e alla sua eventuale saldabilità.
Per stabilimento si intende una unità produttiva a sé stante, con impianti propri e magazzini per il prodotto finito. Nel caso di unità produttive multiple appartenenti allo stesso produttore, la qualificazione deve essere ripetuta per ognuna di esse e per ogni tipo di prodotto in esse fabbricato.
Considerata la diversa natura, forma e dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la loro produzione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi singoli sia in fasci, differenti possono essere i sistemi di marchiatura adottati, anche in relazione all’uso, quali, per esempio, l’impressione sui cilindri di laminazione, la punzonatura a caldo e a freddo, la stampigliatura a vernice, la targhettatura, la sigillatura dei fasci e altri. Permane, comunque, l’obbligatorietà del marchio di laminazione per quanto riguarda le barre e i rotoli.
Ogni prodotto deve essere marchiato con identificativi diversi da quelli di prodotti aventi differenti caratteristiche ma fabbricati nello stesso stabilimento, e con identificativi differenti da quelli di prodotti con uguali caratteristiche ma fabbricati in altri stabilimenti, siano essi o meno dello stesso produttore. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione.
Per quanto possibile, anche in relazione all’uso del prodotto, il produttore è tenuto a marcare ogni singolo pezzo. Ove ciò non sia possibile, per la specifica tipologia del prodotto, la marcatura deve essere tale che, prima dell’apertura dell’eventuale ultima e più piccola confezione (fascio, bobina, rotolo, pacco, ecc.), il prodotto sia riconducibile al produttore, al tipo di acciaio, nonché al lotto di produzione e alla data di produzione.
Tenendo presente che gli elementi determinanti della marcatura sono la sua inalterabilità nel tempo e l’impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le modalità di marcatura denunciate nella documentazione presentata al servizio tecnico centrale, e deve comunicare tempestivamente le eventuali modifiche apportate.
Il prodotto di acciaio non può essere impiegato in caso di:
- mancata marcatura;
- non corrispondenza a quanto depositato;
- illeggibilità, anche parziale, della marcatura.
Eventuali disposizioni supplementari atte a facilitare l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto attraverso il marchio possono essere emesse dal servizio tecnico centrale.
In caso di mancata sottoscrizione della richiesta di prove da parte della Direzione dei Lavori, le certificazioni emesse dal laboratorio ufficiale non possono assumere valenza ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni, e di ciò ne deve essere fatta esplicita menzione sul certificato stesso.
A.6.5 Il caso della unità marcata scorporata. Le ulteriori indicazioni della Direzione dei Lavori per le prove di laboratorio
Può accadere che durante il processo costruttivo, presso gli utilizzatori, presso i commercianti o presso i trasformatori intermedi, l’unità marcata (pezzo singolo o fascio) venga scorporata, per cui una parte, o il tutto, perda l’originale marcatura del prodotto. In questo caso, tanto gli utilizzatori quanto i commercianti e i trasformatori intermedi, oltre a dover predisporre idonee zone di stoccaggio, hanno la responsabilità di documentare la provenienza del prodotto mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il servizio tecnico centrale.
In tal caso, i campioni destinati al laboratorio incaricato delle prove di cantiere devono essere accompagnati dalla sopraindicata documentazione e da una dichiarazione di provenienza rilasciata dalla Direzione dei Lavori.
A.6.6 Conservazione della documentazione d’accompagnamento
I produttori, i successivi intermediari e gli utilizzatori finali devono assicurare una corretta archiviazione della documentazione di accompagnamento dei materiali garantendone la disponibilità per almeno dieci anni, e devono mantenere evidenti le marcature o le etichette di riconoscimento per la rintracciabilità del prodotto.
A.6.7 Indicazione del marchio identificativo nei certificati delle prove meccaniche
Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai, sia in stabilimento che in cantiere o nel luogo di lavorazione, devono riportare l’indicazione del marchio identificativo, rilevato a cura del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove.
Ove i campioni fossero sprovvisti del marchio identificativo, oppure il marchio non dovesse rientrare fra quelli depositati presso il servizio tecnico centrale, il laboratorio dovrà tempestivamente informare di ciò il servizio tecnico centrale e la Direzione dei Lavori.
Le certificazioni così emesse non possono assumere valenza ai fini della vigente normativa, il materiale non può essere utilizzato e la Direzione dei Lavori deve prevedere, a cura e spese dell’impresa, l’allontanamento dal cantiere del materiale non conforme.
A.6.8 Forniture e documentazione di accompagnamento: Attestato di Qualificazione
Le nuove norme tecniche stabiliscono che tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate dall’attestato di qualificazione del servizio tecnico centrale (D.M. 14 gennaio 2008 paragrafo 11.3.1.5). L’Attestato di Qualificazione può essere utilizzato senza limitazione di tempo, inoltre deve riportare il riferimento al documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante o da un trasformatore intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o trasformatore intermedio.
La Direzione dei Lavori, prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato e a rifiutare le eventuali forniture non conformi.
A.6.9 Centri di trasformazione
Il Centro di trasformazione, impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive lavorazioni, può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all'origine, accompagnati dalla documentazione prevista dalle norme vigenti.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare la conformità a quanto indicato al punto 11.3.1.7 del D.M. 14 gennaio 2008 e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l'eventuale materiale lavorato.
A.6.10 Rintracciabilità dei prodotti
Il centro di trasformazione può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all’origine, accompagnati dall’attestato di qualificazione del servizio tecnico centrale.
Particolare attenzione deve essere posta nel caso in cui nel centro di trasformazione vengano utilizzati elementi base, comunque qualificati, ma provenienti da produttori differenti, attraverso specifiche procedure documentate che garantiscano la rintracciabilità dei prodotti.
A.6.11 Documentazione di accompagnamento e verifiche della Direzione dei Lavori
Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un trasformatore devono essere accompagnati da idonea documentazione che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso. In particolare, ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomati o preassemblati deve essere accompagnata:
- da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell’attestato di avvenuta dichiarazione di attività, rilasciato dal servizio tecnico centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione;
- dall’attestazione inerente l’esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal direttore tecnico del centro di trasformazione, con l’indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata. Qualora la Direzione dei Lavori lo richieda, all’attestazione di cui sopra potrà seguire copia dei certificati relativi alle prove effettuate nei giorni in cui la lavorazione è stata effettuata.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare quanto sopra indicato e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore statico, che deve riportare nel certificato di collaudo statico gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l’eventuale materiale lavorato.
A.6.12 Prescrizioni per profilati e piatti in acciaio:
ACCIAIO TIPO S275J0 (ex Fe 430 C) UNI EN 10025-2
E=2.100 N/mm2 modulo elastico longitudinale G= E/2(1+v) N/mm2 modulo elastico tangenziale Y=78.5 kN/m3 peso di volume
α=1.2 10-5 °C-1 coefficiente di dilatazione termica
Resistenze di calcolo
I valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk sono indicati di seguito:
• Tensione caratteristica di rottura: ftk 430 N/mm2
• Tensione caratteristica di snervamento: fyk 275 N/mm2
• coefficiente correttivo 1.05
• resistenza di progetto fyd = 261,90 N/mm2
ACCIAIO TIPO S355J0 (ex Fe 510 C) UNI EN 10025-2
E=2.100 N/mm2 modulo elastico longitudinale G= E/2(1+v) N/mm2 modulo elastico tangenziale Y=78.5 kN/m3 peso di volume
α=1.2 10-5 °C-1 coefficiente di dilatazione termica
Resistenze di calcolo
I valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk sono indicati di seguito:
• Tensione caratteristica di rottura: ftk 510 N/mm2
• Tensione caratteristica di snervamento: fyk 355 N/mm2
• coefficiente correttivo 1.05
• resistenza di progetto fyd = 335 N/mm2
A.6.13 Bulloni ad alta resistenza
Classe K2
Elemento Materiale Riferimento
Viti classe 10.9 secondo UNI EN ISO 898-1 Dadi classe 10 secondo UNI EN 20898 – 2
UNI EN 14399: 2005 parti 3 e 4
Xxxxxxx Xxxxxxx C 50 UNI EN 10083-2 temprato e rinvenuto HRC 32÷40 Piastrine Acciaio C 50 UNI EN 10083-2 temprato e rinvenuto HRC 32÷40
UNI EN 14399: 2005 parti 5 e 6
Le coppie di serraggio dovranno essere corrispondenti a quelle riportate nella tabella
C.4.2.XXI della Circolare del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n. 617 del 02/02/2009.
A.6.14 Barre filettate
Acciaio di classe 10.9 - Zincatura minima 5 m.
MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI
A.7.1 Generalità
I materiali per pavimentazioni dovranno corrispondere alle norme di accettazione di cui al
X.X. 00 novembre 1939, n° 2234 ed alle norme UNI vigenti e dovranno essere rispondenti a quanto indicato in progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali devono essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua.
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettati in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra Direzione dei Lavori e fornitore.
I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, dallo sporco, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa e devono essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
I materiali impiegati non dovranno essere soggetti a deterioramenti dovuti sia all'acqua, anche se addizionata ai comuni detersivi, sia a prodotti chimici di uso corrente. I materiali stessi non dovranno essere fonte di pericolo e danni per l'uso normale del fuoco e degli apparecchi di riscaldamento. In particolare il contatto, seppure accidentale, con fiammiferi, mozziconi accesi, ecc. non dovrà provocare neanche le semplici ustioni dei materiali.
In caso d'incendio dell'edificio, la quantità di gas tossici sviluppati non dovrà superare quella prodotta da un pavimento o rivestimento rifinito in cera o vernici ecc.. A tal fine l'Impresa dovrà documentare il comportamento del materiale adottato alle diverse temperature ed al fuoco.
Le piastrelle di ceramica di prima scelta, a seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) e se estruse o pressate, devono rispondere alle norme seguenti:
Foratura | Gruppo i e¾3% | Assorbimento d’acqua, e in % | ||
gruppo IIa 3%<e¾6% | gruppo IIb 6%<e¾10% | gruppo IIc e<10% | ||
Estruse (A) Pressate a | UNI EN 121 UNI EN 176 | UNI EN 186 UNI EN 177 | UNI EN 187 UNI EN 178 | UNI EN 188 UNI EN 159 |
Per i prodotti definiti "pianelle comuni di argilla", "pianelle pressate ed arrotate di argilla" e "mattonelle greificate" dal RD 16-11-1939 n. 2234, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti:
- resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo;
- resistenza alla flessione 2,5 N/mm² (25 kg/cm)² minimo;
- coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a secco ed estruse (vedi norma UNI EN 87), per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbimento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concordati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai produttori ed accettate dalla Direzione dei Lavori.
A.7.2 Piastrelle di gres e ceramica
Le piastrelle ed i pezzi speciali delle dimensioni indicate negli elaborati di progetto o prescritte dalla D.L. dovranno essere di prima scelta e corrispondere per forma, dimensioni, calibri, tolleranze dimensionali e di forma e caratteristiche qualitative, alla norma di unificazione:
UNI 6506-69 Piastrelle di gres: dimensioni e caratteristiche.
Le piastrelle di gres fine porcellanato, classificabili nel gruppo BI in base alla norma UNI EN 97, dovranno rispondere a tutti i requisiti della norma UNI EN 176, per piastrelle ceramiche ottenute per pressatura a secco con basso assorbimento di acqua; costituite da argille atomizzate, variamente colorate, miscelate in modo omogeneo tali da creare tinte uniformi o con effetto granagliato, con superficie naturale liscia o levigata, dovranno essere di I scelta e rispondere alle indicazioni di progetto.
Per ogni locale o gruppi di locali contigui gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel colore e nelle dimensioni senza alcuna tolleranza sul "calibro"; pertanto in ciascun locale od in gruppi di locali contigui dovranno essere impiegati elementi dello stesso "calibro".
Per il calibro vale quanto stabilito al punto 3 della Norma UNI 6506-69.
Ogni imballaggio dovrà contenere piastrelle dello stesso calibro e portare i segni distintivi della scelta e del calibro. L'Appaltatore sarà tenuto a sostituire, a sua cura e spese ed in ogni momento, i materiali che comunque non corrispondessero alle presenti norme di accettazione, ed eseguire ogni opera necessaria ai ripristini, rimanendo obbligato al risarcimento degli eventuali danni.
Le piastrelle di gres per pavimenti e rivestimenti, dovranno avere le seguenti caratteristiche minime:
• assorbimento acqua (UNI EN 99): 0,01÷0,04%;
• resistenza alla flessione (UNI EN 100): 50÷55 N/mm2;
• durezza, scala Mohs (EN 101): 7÷9;
• coefficiente di dilatazione termica lineare (EN 103): 6,5÷7 x 10-6 °K-1;
• resistenza dei colori alla luce (DIN 51094): inalterati;
• resistenza all'attacco chimico (UNI EN 106): non attaccabili;
• scivolosità (metodo B.C.R.A.): 0,50÷0,82;
• resistenza all’abrasione profonda (UNI EN 102): 120 mm3;
• resistenza alle macchie (ISO PROJECT 10545,14): classe 5;
• resistenza al gelo (UNI EN 202): non gelive;
• resistenza all'usura per attrito radente, effettuato con modalità riportate all'art. 5 del X.X. 00 novembre 1939 né 2234 (il coefficiente di usura, in tre prove, non dovrà superare la media di 3 mm);
• resistenza alla compressione, il carico di rottura degli elementi dovrà essere superiore a 1500 Kgf/cm²;
A.7.3 Pavimentazione in PVC
La pavimentazione in PVC flessibile presso-calandrata multistrato, spessore 4,5 mm ed un peso di 2.825 gr/mq; ha uno strato d’usura materico di spessore 0,65 mm ottenuto tramite pressatura di granuli colorati con finitura opaca. Il prodotto è dotato di un sotto strato compatto calandrato, pressato e rinforzato con una griglia in fibra di vetro: ciò garantisce un isolamento acustico di 19 dB ed un’ottima resistenza ai carichi dinamici.
Tale pavimento godrà di un esclusivo trattamento superficiale ottenuto con l’impiego di una specifica tecnologia di polimerizzazione in strati incrociati con laser UV che riduce le macchie causate dai prodotti chimici, conferisce particolare resistenza al pavimento ed elimina definitivamente la necessità di fare ricorso ad un trattamento di metallizzazione: assicura così al prodotto particolari caratteristiche antimacchia, batteriostatiche e micostatiche. La pavimentazione in PVC dovrà essere riciclabile al 100%.
Le piastre del pavimento dovranno essere saldate a caldo, per la passerella esterna e con malta per i locali interni, con l’apposito cordolo in PVC della stessa qualità e colore. Dovrà essere prodotto da unità con certificazione ISO 9001 ed ISO 14001 costruito in accordo con EMAS (EcoManagement).
Il pavimento in PVC avrà disegno e colore a scelta della D.L. nelle tonalità disponibili. Il pavimento risponde alle seguenti caratteristiche tecniche:
Norma prodotto | EN 651 | - |
Spessore totale | EN 428 | 4.5 mm. |
Spessore strato di usura | EN 429 | 0.65 mm. |
Peso | EN 430 | 2.825 g./mq. |
Classe di resistenza | EN 685 | Classi 34 - 42 |
Resistenza al fuoco | EN 13501-1 | Bfl-s1 |
Resistenza alla conduttività elettrica | EN 1815 | < 2 kV |
Resistenza all’abrasione | EN 660-2 | ≤ 2.0 mm³ |
Gruppo di abrasione | EN 649 | T |
Impronta residua | EN 433 | ~ 0.08 mm. |
Resistenza alle sedie con rotelle | EN 425 | Idoneo |
Stabilità dimensionale | EN 434 / DIN 51962 | ≤ 0.40 % |
Conducibilità termica | EN 12524 | W/(m.k.) 0.25 |
Solidità alla luce | EN 20105-B02 | ≥ 6° |
Resistenza agli Agenti Chimici | EN 423 | Buona |
Isolamento acustico | EN ISO 717-2 | 19 dB |
Scivolosità umida | DIN 51130 | R 10 |
Azione antibatterica (E. coli - Staphylococcus aureus - MRSA) | ISO 22196 | > 99% inibisce la crescita |
TVOC (28 giorni ) | ISO 16000.6 | <70µ/ m³ |
A.7.4 Pavimentazioni Previste
o Pavimento in marmettoni di cemento e scaglie di marmo di dimensioni non superiore a 50 mm, ad uno o più colori correnti, posti in opera su un letto, ben battuto, di malta cementizia dosata 4 x.xx di cemento tipo 325 per mc di sabbia, previo spolvero di cemento tipo 325. Dimensioni 40x40 cm
o Pavimento in piastrelle di gres fine porcellanato, prima scelta, a colori chiari, posto in opera su sottofondo di malta cementizia dosata 4 x.xx di cemento tipo 325 per mc di sabbia, dello spessore non inferiore a 2 cm, previo spolvero di cemento tipo 325, i giunti connessi a cemento puro. Dimensioni 60x60 cm, con superficie antiscivolo
o Pavimento in gomma in mescola naturale e sintetica, autoestinguente, di tipo civile e industriale, di qualunque colore, a tinta unita o marmorizzato, posto in opera con idoneo collante neoprenico sul piano di posa appositamente predisposto e da pagarsi a parte, spessore 4 mm
o Pavimento vinilico, costituito da uno strato antisdrucciolo ed il supporto stabilizzato con fibra di vetro, in teli, di qualunque colore, a tinta unita o marmorizzato, posto in opera con idoneo collante neoprenico sul piano di posa appositamente predisposto.
Spessore 4,5 mm
o Pavimento industriale "sistema a spolvero" realizzato in calcestruzzo con classe di resistenza C20/25 e classe di consistenza S4, dello spessore di 15 cm, armato con una rete elettrosaldata diametro 6 mm maglia 20x20 cm posizionata nell'estradosso inferiore, trattato in superficie con miscela antiusura composta da quarzo sferoidale
ed idoneo legante posto in opera con il sistema a "spolvero" in ragione di 2/3 Kg al mq. Spessore 15 cm
o Pavimentazione in cubetti di pietra lavica e/o porfido, posta in opera su sottostante massetto di fondazione, da pagarsi a parte, compresi oneri per interruzioni intorno agli alberi e ai chiusini, formazione di pendenze, allettamento su uno strato di 8-10 cm di sabbia, disposizione in opera anche a disegno, innaffiamento della superficie, eventuale sigillatura dei giunti con una colata di cemento liquido nelle connessure, fino a completo riempimento, sfridi, tagli a misuraDimensioni 8x8x10 cm
o Fornitura di pavimentazione in piastrelle di pietra ricomposta tipo granito KASHMIR WHITE delle dimensioni di cm. 60x60. Poste in opera su xxxxxxxx in cls alleggerito, da compensarsi a parte, mediante idoneo collante bicomponente.
o Fornitura di zerbino tecnico di spessore di 17 mm, all’ingresso dell’area landside in corrispondenza della bussola, realizzato in doghe di alluminio argento con inserito materiale pulente tipo moquette, o RUBBER gomma a lamelle nere.
PARETI DIVISORIE IN CARTONGESSO E GESSOFIBRA
A.8.1 Lastra in cartongesso o gesso rivestito
La lastra in gesso rivestito è costituita da un nucleo di gesso le cui superfici e bordi longitudinali sono rivestiti di speciale cartone perfettamente aderente, tale lastra è utilizzabile in tutte le tipologie edilizie per finiture d’interni. La scelta della lastra prevede il rispetto degli standard previsti dalle normative DIN 18180 e UNI 10718.
La lastra in cartongesso risponde alle seguenti caratteristiche tecniche:
Le lastre verranno opportunamente fissate mediante viti autofilettanti alla struttura portante costituita da profilati in lamiera di acciaio zincato in quanto si tratta della realizzazione di pareti divisorie.
Le pareti così realizzate si identificano anche come “pareti leggere”, in quanto il peso specifico di un tramezzo “a secco” è 8 - 10 volte inferiore a quello di un tramezzo in muratura.
Tale sistema costruttivo a secco fa riferimento a materiali ad elevata standardizzazione che consentono una grande variabilità in fase di progettazione/montaggio, tale per cui si possono modulare le prestazioni delle pareti in funzione dei materiali scelti. Si realizzano pareti autoportanti e non portanti, come nel progetto in esame, ad elevato contenuto tecnologico e di semplice realizzazione, purché si rispettino i dettagli elaborati in sede progettuale e visibili nelle tavole di riferimento.
A.8.2 Lastra in gessofibra
Lastra omogenea di gesso rivestito e fibre di cellulosa per costruzione a secco impermeabilizzata con processo industriale. Idonea all’applicazione interna per pareti e controsoffitto.
Le lastre in gesso fibra verranno adoperate per la carterizzazione dei pilastri. Tali lastre, di sp pari a 1.25 mm, accoppiate tra loro, verranno appositamente collegate tra loro al fine di creare strutture scatolari con angolari in alluminio.
MATERIALI PER RIVESTIMENTI
A.9.1 Generalità
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti - facciate).
I prodotti si distinguono:
a) a seconda del loro stato fisico:
- rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);
- flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
- fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.);
b) a seconda della loro collocazione:
- per esterno;
- per interno;
c) a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento:
- di fondo;
- intermedi;
- di finitura.
Il sistema, nel suo complesso e nelle sue parti componenti, dovrà avere caratteristiche di prestazione in merito ai requisiti di seguito riportati:
• stabilità dimensionale;
• planarità;
• resistenza agli urti;
• resistenza all’abrasione;
• resistenza all’umidità;
• resistenza agli agenti atmosferici;
• resistenza agli agenti biologici;
• resistenza al calore;
• resistenza all’azione della luce;
• resistenza alle vibrazioni;
A.9.2 Piastrelle in ceramica
Per le piastrelle di ceramica in generale vale quanto riportato per le pavimentazione. Le piastrelle ed i pezzi speciali di qualsiasi tipo dovranno corrispondere, per quanto riguarda la forma, le dimensioni, le tonalità di colore, la classificazione, la designazione, le caratteristiche di aspetto, alla norma di unificazione:
UNI 6776-70 Piastrelle di ceramica smaltate per rivestimenti interni - Dimensioni e caratteristiche.
Non è consentito alcuno scostamento dalla dimensione nominale se non per il "calibro". Le piastrelle ceramiche per rivestimenti interni dovranno:
• essere di prima scelta secondo le norme di cui al punto 7 della UNI 6776-70;
• avere lo spessore indicato come "normale" della UNI 6776-70;
• essere di superficie liscia e di colore uniforme.
A.9.3 Battiscopa in materiale lapideo
Gli elementi lapidei naturali da impiegarsi pavimentazioni, per la finitura di gradini, scale, battiscopa e per qualsiasi altro lavoro, cosi come definite e normate dalle UNI 9724, 9725 e 9726, dovranno rispondere ai requisiti richiesti dal X.X. 00 novembre 1939 n° 2232, essere a grana compatta e monde da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere soggette ed avere una efficace adesività alle malte.
Saranno assolutamente escluse le pietre marnose e quelle alterabili sotto l'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua corrente. Le pietre da taglio oltre a possedere i requisiti ed i
caratteri generali sopra indicati, dovranno avere struttura uniforme, scevra da fenditure, cavità e litoclasti, sonora alla percussione e di perfetta lavorabilità.
I marmi dovranno essere della migliore qualità, perfettamente sani, senza scaglie, brecce, vene, spaccature, nodi, peli, od altri difetti che ne ledano la omogeneità e la solidità. Non saranno tollerati stuccature, tasselli, rotture, scheggiature.
Per i materiali lapidei agglomerati valgono le definizioni e le norme UNI 10330, 10442, 10443, 10444 e10552.
I prodotti lapidei dovranno rispondere ai requisiti di seguito riportati:
• appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto oppure avere origine del bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducano la resistenza o le capacità di prestazione in rapporto alla funzione;
• avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze;
• massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI 9264 - parte 2ª;
• coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI 9264 - parte 2ª;
• resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI 9264 - parte 3ª;
• resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI 9264 - parte 5ª;
• resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del RD 16-11-1939, n. 2234.
Delle caratteristiche di cui sopra il fornitore dovrà dichiarare i valori medi, i valori minimi e/o la dispersione percentuale.
A.9.4 Rivestimento in lastre di gres fine porcellanato
Lastre in gres fine porcellanato non smaltato sono ottenute tramite il processo di sinterizzazione di argille ceramiche, feldspati, caolini e sabbia, materie prime che vengono prima macinate e poi finemente atomizzate fino a raggiungere una polvere a granulometria omogenea adatta alla pressatura.
Caratteristiche merceologiche e di processo:
Il materiale deve essere prodotto con argille nobili sinterizzate a 1250° C, costituito da impasto, compatto, ingelivo, inassorbente e resistente agli attacchi chimici e fisici.
Conformità alle norme:
Il materiale deve potere usufruire del diritto di utilizzo del marchio di prodotto rilasciato da UNI secondo le vigenti norme internazionali.
• UNI EN ISO 10545.2 (tolleranze dimensionali e della qualità della superficie)
• UNI EN ISO 10545.3 (assorbimento d’acqua)
• UNI EN ISO 10545.6 (resistenza all’abrasione profonda)
• UNI EN ISO 10545.9 (resistenza agli sbalzi termici)
• UNI EN ISO 10545.12 (resistenza al gelo)
• UNI EN ISO 10545.13 (resistenza chimica)
• UNI EN ISO 10545.14 (resistenza alle macchie)
• e garantire la corrispondenza alla DIN 51130 (resistenza allo scivolamento a piedi scalzi).
Le caratteristiche tecniche nella scheda alla pagina seguente:
A.9.5 Lastre in PVC semiespanso a cellule chiuse
Lastre in PVC semiespanso a cellule chiuse di spessore superiore i 3 mm. Caratteristiche:
• superficie satinata pronta per serigrafia e applicazione di pellicole;
• eccezionali planarità e omogeneità delle lastre;
• autoestinguente: certificato Classe 1 per tutti gli spessori - assenza di sgocciolamento;
• resistente ad acqua, freddo, agenti atmosferici, acidi e corrosivi;
• robusto: ottima resistenza ai colpi, non si scaglia;
• impermeabile: nessun assorbimento d'acqua o umidità;
• isolante termico, acustico ed elettrico, anticondensa, imputrescibile, antimuffa- antibatteri;
• assorbimento delle vibrazioni;
• eccellente aspetto estetico semiopaco;
• serigrafabile senza pretrattamento;
• superleggero: 700 kg/m3 fino a mm 4, 500 kg/m3 da mm 5 a mm 19.
Il PVC semiespanso a cellule chiuse è una superficie che si adatta perfettamente alla stampa. Il processo serigrafico è quello consigliato su tale materiale.
Il PVC semiespanso a cellule chiuse può essere installato facilmente su muri intonacati e pareti in cartongesso fissandolo con idonee viti o usando profili estrusi ad “H”, provvedendo a sigillare i giunti con del silicone.
A.9.6 Pannelli fonoassorbenti per rivestimento di pareti e per controsoffitti (MDF)
I pannelli dovranno garantire prestazioni meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al fuoco, di resistenza agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni termoigrometriche, nonché capacità di assorbimento acustico come prescritte nelle norme UNI di riferimento.
In progetto sono previsti pannelli fonoassorbenti, costituiti da lamelle realizzate con pannello in MDF (Medium-density fibreboard) a bassissimo contenuto di formaldeide con classe di reazione al fuoco classe 1 (‘B s1 d0’ secondo Eurocodice vigente) dotati di incastro a maschio e femmina, da porre in opera su profili metallici ad omega ed aggancio a scomparsa.
Il pannello dovrà essere dotato di marcatura CE per materiali da costruzione.
L’ Mdf è formato da scaglie di legno selezionato, sottoposti a lavaggi , da cui vengono isolate le fibre. Tali fibre vengono quindi miscelate ad apposite resine. Il composto viene pressato in modo da attivare, la resina per calore e pressione conformando il pannello negli spessori di produzione.
Il sistema di rivestimento "finito" a controsoffitto, avrà elevate prestazioni acustiche per effetto di fonoassorbenza con risonatori di Helmholtz. Il sistema è realizzato per composizione di pannelli a base legnosa, con incastro "a secco" (senza ausilio di collanti ), qualità estetica a fresature parallele, senza soluzione di continuità.
I pannelli a forma di lamelle sono ottenuti da lavorazione meccanica per asportazione di truciolo di MDF nobilitato melamminico.
Le lavorazioni conferiscono caratteristiche geometriche con fresature parallele sulla superficie a vista, direttamente e fisicamente collegate a cavità cilindriche attraverso la sezione del pannello.
L'unione del canale di fresatura, con ogni singola cavità posteriore, costituisce un risonatore di Helmholtz. Sul retro di ogni lamella è applicato un “Tessuto Non Tessuto” fonoassorbente nero ignifugo, spessore 0,25mm, densità superficiale 65g/m2.
Le fresature a vista sono realizzate secondo una gamma dimensionale di larghezze e passi variabile:
− 9/2 (9mm di superficie nobilitata piana e 2mm di fresatura), percentuale di perforazione 6%;
− 14/2 percentuale di perforazione 7%;
− 13/3 percentuale di perforazione 12%;
− 28/4 percentuale di perforazione 7,5%.
Il pannello ha una lavorazione a maschio e femmina sui lati lunghi in modo da ottenere la ricomposizione in opera senza individuare il punto di giunzione delle lamelle stesse (la giunzione cade all'interno di una fresatura a passo). Giunzione di testa con fuga di dilatazione di circa 3 mm.
I pannelli saranno a quadrotte 600x600 mm /1200x600 mm e totalmente ispezionabili.
Il decorativo è in nobilitato melamminico in finitura legno o tinta unita secondo quanto indicato in progetto o in base alle scelte della Direzione Lavori.
I pannelli dovranno essere immagazzinati in ambiente chiuso e protetto dall’umidità. Per i pannelli vale altresì quanto riportato nel paragrafo “Prodotti a base di legno”.
A.9.7 Rivestimenti previsti
o Rivestimento di pareti in piastrelle di ceramica smaltata in pasta rossa, monocottura, di prima scelta, con superficie liscia o semilucida o bocciardata, poste in opera con idoneo collante su sottofondi predisposti, secondo qualsiasi configurazione geometrica
Dimensioni 20x20 cm, a tinta unita
o Zoccolino battiscopa in gres porcellanato di dimensioni 7,5x15 cm, di prima scelta, posto in opera con idoneo collante, compresi la suggellatura dei giunti con cemento bianco o colorato, i tagli a misura, gli sfridi, il tiro in alto e il calo dei materiali, la pulitura finale. Tinta unita
o Carterizzazione di pilastri con lastre di gessofibra compresi i ponti di servizio fino a 4 m dal piano di appoggio e ogni altro onere e magistero per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte
o Carterizzazione di pilastri con lamiera di acciaio inox compresi i ponti di servizio fino a 4 m dal piano di appoggio e ogni altro onere e magistero per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte
o Fornitura e posa in opera di mappa tattile in acrilico verniciato delle dimensioni di 800x600 mm. spessore 3 mm. con planimetria a rilievo ottenuta tramite fresatura, testo in bianco (con caratteri normali ingranditi a lettura tattile a rilievo) colore alluminio e caratteri a rilievo
braille a 6 punti spessore 0,9 mm. rispondenti alle norme ADA e UNI 8207. Completa di leggio scatolato in acciaio inox e di cornice scatolata in acciaio inox.
o Fornitura e posa in opera di pavimento con superficie a rilievo per percorsi tattili costituito da gomma sintetica non rigenerata al 100% composta da una mescola omogenea calandrata vulcanizzata, ottenuta con l'aggiunta di cariche minerali, stabilizzanti e pigmenti coloranti, superficie in rilievi antiscivolo e scalanature a sezione trapezoidale di dimensioni variabili, posto in opera con collante poliuretanico su pavimento esistente: per interni: indicazione direzione rettilinea, in teli di larghezza 59 cm e lunghezza massima di 13 m, in gomma scannellata con passi differenti, con spessore base 2,5 mm, spessore rilievo 2,5 mm
o Fornitura e posa in opera di tavelle in cotto naturale arrotate delle dimensioni di cm. 20x50 montate a colla su idoneo supporto. Tipo DOMUS o similare. Compreso stuccatura dei giunti, tagli, sfridi, pulizia finale e quant'altro eventualmente necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte
PRODOTTI VERNICIANTI
A.10.1 Generalità
I prodotti vernicianti sono applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
• tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
• impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
• pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
• vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
• rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti dovranno essere conformi alle norme UNI ed in particolare alle UNI 8757 e UNI 8759 e dovranno possedere valori adeguati in termini di capacità di prestazione rispetto ai requisiti richiesti:
• dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
• essere traspiranti al vapore d'acqua;
• avere funzione impermeabilizzante;
• impedire il passaggio dei raggi UV;
• ridurre il passaggio della CO2;
• avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco;
• avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
• resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
• resistere all'usura;
• non emettere gas nocivi per la salute.
I prodotti dovranno essere della migliore qualità: i limiti di accettazione saranno quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
L’impiego di eventuali solventi e diluenti dovrà soddisfare le prescrizioni delle norme di cui alla legge n°245 del 1963.
A.10.2 Smalti sintetici
Gli smalti sintetici per interni dovranno essere rispondenti ai seguenti requisiti:
• essere inodore;
• ad essiccazione rapida;
• non ingiallenti;
• determinare un buon riempimento della superficie;
• avere un ottimo potere coprente;
• avere un’ottima durezza superficiale;
• avere una buona dilatazione;
• essere resistenti a temperature fino a 80°C;
• avere una buona adesione;
• essere “insaponificabili”.
Lo smalto satinato per interni “all’acqua” è costituito da resina acrilica in dispersione acquosa e pigmenti selezionati: va a costituire sul supporto una pellicola avente aspetto satinato (55-60% al glossmetro a 60°). Essicca all’aria, risultando completamente indurito dopo 4 ore ad una temperatura di 20°C ed al 65-75% di U.R..
Lo smalto sintetico satinato per esterni, a base di resine uretaniche modificate ed alchiliche, avrà analogamente aspetto satinato (20-30% al glossmetro 60°) e dovrà avere particolare resistenza meccanica nonché consentire facilità di pulizia. Essicca all’aria, risultando completamente indurito dopo 16 ore ad una temperatura di 23°C ed al 65% di U.R..
Gli smalti satinati possono essere applicati a pennello, a rullo oppure a spruzzo. La temperatura di applicazione nonché gli intervalli tra una mano e l’altra dovranno comunque essere quelli indicati dal fornitore.
Lo smalto sintetico per esterni,a base di resine gliceroftaliche, è costituito da pigmento (83% di ossido di titanio rutilo, 15% di ossido di zinco, 2% di ossido di ferro), da veicolo a base di resine gliceroftaliche modificate. Si può applicare a pennello, a spruzzo, ad immersione su superfici in ferro già verniciate con antiruggine, essicca all’aria e richiede un intervallo di 24 ore per l’applicazione di una mano successiva.
A.10.3 Idropittura
L’idropittura opaca per esterni è composta per il 40 - 45% di pigmento (ossido di titanio rutilo non inferiore al 55%, carbonato di calcio non inferiore al 40% e per il resto di mica superventilata od altri extender inerti) e per il 60 - 65% di veicolo (resina acrilica o vinilversatica non inferiore al 28
- 30% e per il rimanente 70 - 72% di acqua e ausiliari, antischiuma, disperdente, bagnante, antimuffa). Si può applicare a pennello o a rullo su intonaco nuovo o vecchio, previo trattamento del fondo con isolanti emulsionanti in acqua o in soluzione, essicca all’aria in 8 ore e richiede un intervallo di 12 ore per l’applicazione di una mano successiva.
L’idropittura opaca per interni è composta per il 37 - 40% da pigmento (ossido di titanio rutilo 75%, caolino 25% od altri extender inerti) e per il 60-63% da veicolo (resina acetovinilica o acrivinilica 18-20% e per il rimanente 80-82% da acqua e ausiliari, antischiuma, disperdente,
bagnante, antimuffa). Si può applicare a pennello e a rullo su legno, intonaci e superfici rasate a gesso o a stucco, essicca all’aria dopo 8 ore e richiede un intervallo non inferiore alle 12 ore per l’applicazione di una mano successiva.
A.10.4 Prodotti vernicianti vari
Le terre coloranti ed i pigmenti sono utilizzate per le tinte all’acqua, a base di colla o ad olio: devono essere finemente macinate, prive di sostanze eterogenee e devono essere perfettamente incorporate nell’acqua, nelle colle e negli olii, non per infusione.
La pittura grassa opaca (cementite) è costituita dal 60-65% di pigmento (23% di ossido di titanio rutilo, 67% extender inerti e pigmenti) e dal 35-40% di veicolo (resina gliceroftalica lunga olio e standolio di lino). Si applica a pennello, a rullo e a spruzzo su fondo grasso (a base di olio di lino cotto), su soffitti e pareti di locali interni sia intonacati con intonaco civile che rasati a gesso e a stucco di caolino e colla; essicca all’aria e richiede un intervallo di 10-12 ore per l’applicazione di una mano successiva.
Il bianco di zinco dovrà essere costituito da una polvere finissima, bianca, di ossido di zinco e non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più dell’1% di altre impurità.
La vernice uretanica monocomponente ha una colorazione trasparente e si applica su elementi in legno naturale (serramenti interni ed esterni, pavimento, ecc.) a pennello o a spruzzo; è composta dal 100% di veicolo (resina gliceroftalica codificata con gruppi uretanici) e solventi idonei. Essicca all’aria e richiede un intervallo di 12 ore per l’applicazione di una mano successiva.
Le vernici per zincanti a freddo dovranno essere applicate previa posa in opera di “primers” appositamente preparati, costituenti un pretrattamento di ancoraggio per il ciclo di pitturazione successiva. Lo zincante a freddo monocomponente è costituito da veicolo, per il 10-15% (resina alchidica esterificata con componenti dissocianti) e da zincante epossidico e zincante inorganico. Si applica a pennello su ferro sabbiato o quasi completamente privo di ruggine. Essicca all’aria e richiede un intervallo di 72 ore per l’applicazione di una mano successiva.
L’olio di lino cotto sarà ben depurato, di colore chiaro e perfettamente limpido, di odore forte ed amarissimo al gusto, scevro da adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, ecc.. Non dovrà lasciare alcun deposito né essere rancido, e disteso sopra un lastra di vetro o di metallo dovrà essiccare completamente nell’intervallo di 24 ore. Avrà acidità nella misura del 7% impurità non superiori al ‘ 1% ed alla temperatura di 15 °C presenterà una densità compresa fra 0,91 e 0,93.
Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si potrà aggiungere la quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra.
A.10.5 Vernici per segnaletica orizzontale
Vernici per segnaletica orizzontale: le vernici saranno rifrangenti e del tipo con perline di vetro premiscelate e debbono essere costituite da pigmento di biossido di titanio per la vernice bianca e giallo cromo, per la gialla. Il liquido portante deve essere del tipo olio-resinoso, con parte resinosa sintetica. I solventi e gli essiccanti debbono essere derivati da prodotti rettificati della distillazione del petrolio. Le perline di vetro contenute nella vernice debbono essere incolori ed avere un diametro compreso tra 0,006 mm e 0,20 mm e la loro quantità in peso contenuta nella vernice deve essere circa del 22%; subito dopo la stesa, a vernice ancora fresca, si dovrà
precedere ad una post-spruzzatura di perline per un ulteriore 22%. Il potere coprente della vernice deve essere compreso tra 1,2 e 1,5 m²/Kg. La vernice deve essere tale da aderire tenacemente a tutti i tipi di pavimentazione, deve avere buona resistenza all'usura, sia del traffico che degli agenti atmosferici, e deve presentare una visibilità ed una rifrangenza costanti fino alla completa consumazione.
A.10.6 Prodotti vernicianti e intonaci previsti
o Tinteggiatura a tempera di pareti e soffitti, esclusa la preparazione degli stessi da conteggiarsi a parte, data a pennello (liscio o a rullo) con due mani a perfetta copertura, compresi il tiro in alto e il calo dei materiali, i ponti di servizio fino a 4 m dal piano di appoggio e quant'altro occorre per dare il lavorio finito a perfetta regola d'arte Tipo liscio
o Verniciatura in colori correnti chiari, a due mani a coprire, compreso ogni onere e magistero per dare il lavoro finito a regola d'arte Smalto oleosintetico opaco
o Intonaco civile liscio a tre strati, costituito da un primo strato di rinzaffo, da un secondo strato tirato in piano con regolo e frattazzo (arricciatura), ultimo strato di rifinitura con malta fine (colla di malta lisciata con frattazzo metallico o alla pezza), dello spessore complessivo non inferiore a 15 mm, eseguito con predisposte guide (su pareti o soffitti piani o curvi, interno o esterno, con malta bastarda di calce, sabbia e cemento
o Intonaco resistente al fuoco da applicare su pareti, soffitti e volte, premiscelato a base di vermiculite, leganti speciali e additivi chimici con resina di 4 Kg/mq per 1 cm di spessore, di idoneo spessore ad ottenere la resistenza REI richiesta, dato in opera a spruzzo, su struttura in ferro, spessore minimo 2 cm, REI 120
o Intonaco resistente al fuoco da applicare su pareti, soffitti e volte, premiscelato a base di vermiculite, leganti speciali e additivi chimici con resina di 4 Kg/mq per 1 cm di spessore, di idoneo spessore ad ottenere la resistenza REI richiesta, dato in opera a spruzzo, su solaio in calcestruzzo armato con spessore di 1 cm, REI 120
o Intonaco plastico su superfici interne ed esterne a base di malta resinosa, costituita da resine sintetiche in emulsione, da applicarsi su adatto sottofondo preesistente, eseguito a perfetto piano, con graniglia di marmo a granulometria fine (diametro 1-2 mm) spessore intonaco circa 2 mm
MATERIALI PER IMPERMEABILIZZAZIONE
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione quelli che si presentano sotto forma di membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
1 - Le membrane si designano in base:
- al materiale componente (bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
- al materiale di armatura inserito nella membrana (armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
- al materiale di finitura della faccia superiore (poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
- al materiale di finitura della faccia inferiore (poliestere nontessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.).
La Direzione dei Lavori ai fini dell'accettazione dei prodotti che avviene al momento della loro fornitura, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle norme vigenti e alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Membrane
a) Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento alle seguenti prescrizioni. Gli strati funzionali si intendono definiti come riportato nella norma UNI 8178.
b) Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare le caratteristiche previste dalla norma UNI 9380-2 oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei Lavori. Le membrane rispondenti alla norma UNI 8629 parti 4, 6, 7 e 8 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
c) Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della pressione di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento o drenante devono soddisfare le caratteristiche previste dalla norma UNI 9168-2, oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori. Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380-2 e UNI 8629 parti 4, 6, 7 e 8 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare le caratteristiche previste dalla norma UNI 9168-2, oppure per i prodotti non normati, ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori. Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380-2 e UNI 8629 parti 4, 6, 7 e 8 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
e) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare le caratteristiche previste dalla norma UNI 8629 parti 4, 6, 7 e 8, oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
f) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare le caratteristiche previste dalla norma UNI 8629 parti 4, 6, 7 e 8 oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
3 - I tipi di membrane considerate i cui criteri di accettazione indicati nel punto 1 comma c) sono:
a) - membrane in materiale elastomerico senza armatura. Per materiale elastomerico si intende un materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma vulcanizzata);
- membrane in materiale elastomerico dotate di armatura;
- membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura. Per materiale plastomerico si intende un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente generalmente a quello di impiego ma che non abbia subito alcun processo di
reticolazione (come per esempio cloruro di polivinile plastificato o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non vulcanizzate);
- membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura;
- membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità, reticolato o non, polipropilene);
- membrane polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosolfanato) dotate di armatura;
- membrane polimeriche accoppiate. Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite sulla membrana come fornita dal produttore.
b) Classi di utilizzo:
Classe A membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.).
Classe B membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali, acquedotti, ecc.).
Classe C membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose, concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.).
Classe D membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce.
Classe E membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi (per esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).
Classe F membrane adatte per il contratto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare (per esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).
Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche caratteristiche comuni a più classi, In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza preminente o che per legge devono essere considerati tali.
c) Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste dalle norme armonizzate UNI EN 13361, UNI EN 13362, UNI EN 13491, UNI EN 13492 e UNI EN 13493.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
A.11.1 Materiali utilizzati
o Manto impermeabile prefabbricato costituito da membrana bitume polimero elastoplastomerica con supporto inorganico sintetico resistenza al fuoco classe 1, flessibilità a freddo -15 C, applicata a fiamma su massetto di sottofondo, da pagarsi a parte, di superfici orizzontali o inclinate, previo trattamento con idoneo primer bituminoso, con sovrapposizione dei sormonti di 8 cm in senso longitudinale e di almeno 15 cm alle testate dei teli: Spessore 4 mm
o Barriera al vapore costituita da un foglio di polietilene di 0,4 mm, posato a secco con 5 cm di sovrapposizione, risvolti sulle pareti verticali non inferiore a 10 cm, sigillatura dei sormonti e con tutti i corpi fuoriuscenti dal piano di posa, con nastro di giunzione monadesivo largo 8 cm, spessore 0,2 mm, colore nero
MURATURE
A.12.1 Definizione del lavoro
La presente specifica tecnica definisce le modalità per la fornitura in opera di:
o murature di mattoni pieni, semipieni, forati -murature di mattoni semipieni estrusi faccia a vista ad
una e a due teste -murature con elementi cementizi prefabbricati per vibrocompressione
o murature con elementi di cls cellulare
o murature con elementi di gesso cavi
o murature con elementi di laterocemento - tramezze con orditura metallica
o lastre di cartongesso con applicato uno strato di materiale isolante -isolamento di intercapedine tra due murature
o rivestimenti antifiamma di strutture non resistenti al fuoco.
A.12.2 Normativa di riferimento
UNI 8942/1 Prodotti di laterizio per murature. Terminologia e sistema di classificazione UNI 8942/2 Prodotti di laterizio per murature. Limiti di accettazione
UNI 8942/3 Prodotti di laterizio per murature. Metodi di prova
EN 196/1 Metodi di prova dei cementi. Determinazione delle resistenze meccaniche ASTM C-473 Determinazione dell'assorbimento d'acqua
Ö NORM B 3410 Pannelli di gesso cartonato
Ö NORM B 3415 Direttive ed istruzioni per la lavorazione di lastre di gesso cartonato ISO R 140 parte 3 Esecuzione delle misure di fonoisolamento
A.12.3 Campioni
L'Appaltatore dovrà presentare per l'approvazione una campionatura dei singoli materiali che intende impiegare.
Detti campioni dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori: una serie sarà conservata dall'Appaltatore ed una serie dalla Direzione Lavori. Potrà essere richiesta l'esecuzione di campionature in opera.
In fase di offerta l'Appaltatore dovrà certificare, quando richiesto, il valore della resistenza termica totale del manufatto, ricavato in base alla normativa UNI CTI 7357-74 e/o il valore di fonoisolamento secondo la normativa ISO R 71782 e ISO R 140.
Per le murature faccia a vista l’Appaltatore dovrà eseguire un muretto campione di almeno 1 mq per valutare l’aspetto estetico che si desidera ottenere (dimensione, profilo e colore del giunto, sfalsamento dei giunti, ecc.). Il campione dovrà essere conservato integro sino alla conclusione della posa.
Senza l'approvazione scritta della campionatura, da parte della Direzione Lavori, i lavori non potranno avere inizio.
In sede di offerta l'Appaltatore dovrà presentare i certificati ufficiali relativi ai materiali che intende impiegare.
A.12.4 Prescrizioni di carattere generale
Oneri e obblighi dell'appaltatore compresi nella fornitura in opera.
Tutte le prestazioni elencate nel Capitolato Speciale d’Appalto per dare le opere compiute come precisato nella presente specifica e negli allegati, in particolare quanto segue:
o materiali, attrezzature, manodopera specializzata e ordinaria per la realizzazione delle murature
o trasporto, scarico, immagazzinamento, protezione e custodia dei materiali in cantiere in ambienti predisposti dall'Appaltatore
o locali adatti a: ricovero, spogliatoio, refettorio, ecc. per il personale dell'Appaltatore, come previsto dalle vigenti norme di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro
o le linee elettriche dai punti di presa in cantiere agli utensili utilizzatori
o il riempimento e il fissaggio di eventuali elementi metallici posti a coronamento dei vani
o pilastri e corree in calcestruzzo armato delimitanti specchiature di pareti o formanti travi di coronamento o di base
o il trasporto dai luoghi di installazione e l'accatastamento nell'ambito del cantiere, in zona recintata, dei materiali di risulta e di rifiuto. Il trasporto degli stessi al luogo di smaltimento
comprese pratiche ed oneri relativi
o le pulizie delle aree utilizzate per l'accatastamento dei materiali e dei rifiuti.
A.12.5 Oneri e obblighi non compresi nella fornitura
La fornitura di eventuali elementi metallici da porre in opera a coronamento dei vani. L'eventuale posa in opera di ancoraggi, dispositivi di fissaggio ed altri inserti.
Intonacatura delle superficie di muratura. Prescrizioni relative alla esecuzione delle murature
Durante l'esecuzione delle murature dovranno essere presi i provvedimenti necessari per evitare eventuali danneggiamenti dovuti ad azioni meccaniche e meteorologiche.
Quando indicato sui disegni di progetto che una o tutte e due le facce delle murature in mattoni o in elementi cementizi prefabbricati dovranno rimanere in vista, si procederà alla stillatura dei giunti.
In particolare per le murature realizzate con malta, si prescrive di sospendere l'esecuzione delle stesse in previsione di abbassamento della temperatura al disotto di 0°C.
Al termine della giornata lavorativa, la muratura faccia a vista fresca dovrà essere protetta da teli, sia superiormente sia lateralmente, per evitare che un’eventuale pioggia dilavi la malta.
La verticalità e planarità delle murature si verificherà lungo un segmento della lunghezza di m 3,00 in cui lo scostamento non dovrà essere superiore a 0,5 cm.
A.12.6 Murature di mattoni pieni, semipieni, forati
Materiale
Per la confezione dei mattoni dovranno essere impiegate argille aventi un tenore di carbonato di calcio non superiore al 10% ed alcali non superiori al 2%.
I mattoni, dopo cottura, dovranno possedere le seguenti caratteristiche:
o avere forma regolare, facce piene e spigoli regolari
o essere esenti da screpolature, fessure e cavità irregolari
o avere superfici adatte all'adesione delle malte -presentare alla frattura una massa omogenea e compatta
o dare al colpo del martello un suono chiaro di timbro metallico
o imbibirsi d'acqua per immersione ed asciugarsi all'aria con sufficiente rapidità
o non sfaldarsi, screpolarsi e sfiorire per l'azione da normali agenti atmosferici.
I pacchi dei mattoni faccia a vista non potranno essere posati a contatto con il terreno. Eventuali presenza di calcinacci, erba o fango potrebbe inquinare il materiale. Il materiale dovrà essere protetto dagli agenti atmosferici (neve, pioggia, gelo, ecc.). L’area di stoccaggio dovrà essere piana e i pacchi non dovranno essere sovrapposti per evitare rotture del materiale.
Malte per la costruzione di murature esterne
La malta da impiegare sarà confezionata con sabbia lavata vagliata (del tipo 0÷3 mm con curva regolare), impastata con 3 x.xx di cemento tipo R325 e con 1 q.le di calce eminentemente idrata per mc di impasto. Per murature a faccia vista la malta, confezionata come sopra, sarà additivata con idrorepellente e dovrà comunque avere un limitato contenuto di sali. Si potranno utilizzare anche malte del tipo premiscelato adatto per la posa di mattoni faccia a vista.
Malte per la costruzione di murature interne
La malta da impiegare sarà confezionata con sabbia lavata vagliata, impastata con 3 x.xx di calce eminentemente idraulica e 1 q.le di cemento tipo R325 per mc di impasto.
A.12.7 Murature con elementi cementizi prefabbricati per vibrocompressione
Materiali per la confezione dei manufatti Inerti
Saranno impiegati sabbia naturale o di frantoio, ghiaietto e pietrischetto, granuli di pomice o lapilli, granuli di argilla espansa. La granulometria dovrà essere il più possibile assortita.
Legante
Il legante da impiegare sarà esclusivamente cemento R325 con dosatura minima di 200 kg per mc di impasto.
Caratteristiche dei manufatti
La resistenza a rottura per compressione degli elementi cementizi prefabbricati vibro-compressi non dovrà essere inferiore ai seguenti valori:
o elementi prefabbricati con impiego di ghiaietto o pietrischetto 8 N/mmq
o elementi prefabbricati con impiego di pomice o lapilli: 3,5 N/mmq
o elementi prefabbricati con impiego di argilla espansa: 3 N/mmq
Per gli elementi forati i suddetti carichi sono riferiti alla superficie netta e saranno determinati facendo agire il carico nella direzione dei fori su facce rese piane e parallele con pasta di cemento. La prova di imbibizione degli elementi dovrà dare i seguenti valori massimi.
Per elementi prodotti con pietrischetto, ghiaia, pomice, lapilli: impastata con 3,5 ql di cemento tipo R325 per mc di impasto.
Malte per la costruzione di murature interne
La malta da impiegare sarà confezionata con sabbia lavata vagliata, impastata con 3 ql di calce eminentemente idraulica e 1 ql di cemento tipo R325 per mc di impasto.
A.12.8 Murature con elementi di cls cellulare
Gli elementi saranno costruiti con calci, cementi, sabbia silicea, agenti di espansione, aeranti, opportunamente induriti in autoclave a pressione di vapore.
Gli elementi saranno conformati con incastri tipo maschio e femmina.
Dovranno essere disponibili tre gamme di densità specifica: 500 - 600 e 700 kg/mc. Gli elementi da impiegare dovranno avere la densità prevista nel progetto.
A.12.9 Murature con elementi di gesso cavi
Gli elementi saranno realizzati in gesso stabilizzato. Gli elementi saranno conformati con incastri tipo maschio e femmina.
A.12.10 Muratura con elementi di laterogesso
Gli elementi saranno composti da un nucleo di laterizio e da un rivestimento esterno (impasto di gesso, scagliola e acqua) formato in maniera da formare due facce perfettamente piane e le testate appositamente modellate con incastri a maschio e femmina per facilitare l'assemblaggio.
A.12.11 Tramezze con orditura metallica
Dovranno essere realizzate con le modalità previste sui disegni di progetto.
Saranno realizzate da una struttura di lamiera di acciaio zincata e da una placcatura su ambo le facce costituita da due lastre di cartongesso, o di altro materiale, fissate alla struttura metallica mediante viti autofilettanti. Se previsto l'intercapedine sarà riempita con isolanti termici e/o acustici.
A.12.12 Lastre di cartongesso con applicato uno strato di materiale isolante per contro-placcatura di murature esistenti
Le lastre di cartongesso dovranno avere uno spessore non inferiore a mm 10; lo strato di materiale coibente è indicato sui disegni di progetto ed indicativamente apparterrà ad una delle tipologie sotto indicate:
o polistirolo espanso, densità minima 20 kg/mc, spessore 30, 40, 50 mm
o lana minerale, densità 90 kg/mc.
La posa sulla parete di supporto avverrà con tamponi di malta adesiva di gesso posti ad un interasse di 30/35 cm, se l'applicazione avviene su un fondo ruvido; oppure spatolando con spatola dentata, l'adesivo se l'applicazione avviene su fondo liscio. In tutti i casi i giunti a vista dovranno essere totalmente sigillati con garza e rasati.
A.12.13 Isolamento di intercapedine tra due murature
Lo strato di materiale coibente da inserire nelle intercapedini sarà quello indicato nei disegni di progetto, scelto tra una delle tipologie sotto indicate.
Pannelli resinati di lana minerale della densità di 90 kg/mc I pannelli dovranno essere previsti di un rivestimento continuo in carta impermeabilizzata, accoppiato al pannello, avente funzione di schermo al vapore.
A.12.14 Rivestimenti antifiamma di strutture non resistenti al fuoco
Dovranno realizzare il grado di resistenza al fuoco REI previsto sui disegni di progetto. Saranno costituiti da una doppia lastra di cartongesso, di tipo adatto, ognuna dello spessore minimo di mm 12.5, fissate meccanicamente alla struttura e isolate termicamente dalla stessa.
A.12.15 Murature previste
o Tramezzatura di mattoni forati di laterizio eseguita con malta cementizia, e presenza di due mattoni dello spessore 8 cm con intercapedine centrale di 10 cm
o Muratura di tamponamento realizzata in blocchi in vetro espanso e collante poliuretanico, spessore cm. 24 - REI 180
o Muratura o tramezzatura di blocchi forati in calcestruzzo, 20x50 cm, a superficie piana, eseguita con malta bastarda, spessore 12 cm
o Muratura o tramezzatura realizzata con blocchi in calcestruzzo cellulare autoclavato, aventi un peso specifico di 500 Kg/mc, eseguita con collante cementizio a ritenzione d'acqua avente resistenza caratteristica media a compressione non inferiore a 6,0 N/mmq, spessore 20 cm - REI 180
o Pareti divisorie in lastre di cartongesso dello spessore di 12 mm fissate mediante viti autofilettanti alla struttura portante costituita da profilati in lamiera di acciaio zincato, con interasse non superiore a 60 cm, con due lastre di cartongesso su entrambi i lati della parete
MATERIALI PER ISOLAMENTO TERMICO ED ACUSTICO
A.13.1 Isolanti termici
Gli isolanti termici sono atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le superfici sulle quali sono applicati.
Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, dovranno essere dichiarate le seguenti fondamentali caratteristiche:
o dimensioni (lunghezza – larghezza - spessore), per le quali valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali o quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei Lavori;
o massa areica, che deve essere contenuta entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei Lavori;
o resistenza termica specifica, che deve essere conforme a quanto previsto nei documenti progettuali ed espressa secondo i criteri indicati nella norma UNI 7357 (FA 1 - FA 2 - FA 3);
o reazione o comportamento al fuoco;
o limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
o compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
Per i materiali isolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. Il Direttore dei lavori può inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamento, ecc. significativi dello strato eseguito.
Entrambe le categorie di materiali isolanti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità all'impiego, in base alla loro destinazione d'uso (pareti, parete controterra, copertura piana, controsoffittatura su porticati, pavimenti) ed in rapporto alle seguenti caratteristiche:
o assorbimento d’acqua per capillarità;
o assorbimento d’acqua per immersione;
o resistenza al gelo e disgelo;
o permeabilità al vapor d’acqua;
o resistenza a compressione a carichi di lunga durata;
o resistenza a taglio parallelo delle facce;
o resistenza a flessione;
o resistenza al punzonamento;
o resistenza al costipamento;
o stabilità dimensionale;
o dilatazione lineare;
o temperatura limite di esercizio.
I criteri di accettazione saranno conformi alle norme UNI alle quali si rimanda anche per i metodi di prova. Per i prodotti non normati dalle UNI, si farà riferimento alle norme DIN.
Si richiamano peraltro le seguenti norme di riferimento:
UNI 8804 - Isolanti termici – Criteri di campionamento ed accettazione dei lotti. UNI 7357 - Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici.
UNI 6347 - Materiali cellulari rigidi e flessibili a base di materie plastiche ed elastometri. Definizioni e condizioni generali di prova.
UNI 6348 - Idem. Misura delle dimensioni lineari.
UNI 6350 - Materie plastiche cellulari rigide. Determinazione delle caratteristiche a compressione. UNI 8069 - Idem. Determinazione della stabilità dimensionale.
UNI 9233 - Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore acqueo di materiali di costruzione ed isolanti termici.
ISO 2896 - Materie plastiche cellulari rigide. Determinazioni dell’assorbimento d’acqua. ISO 7616 - Idem. Determinazione dello scorrimento (creep) a compressione in condizioni determinate di carico e di temperatura.
Il polistirene espanso è ottenuto per espansione del polistirene mediante vapore od anidride carbonica (od altro idoneo sistema). Le lastre dovranno essere ottenute con procedimento continuo di estrusione (sigla PSE/E).
La densità del materiale approvvigionato per la fornitura dovrà essere non inferiore a 20 Kg/m³. Vale la norma:
UNI 7819 - Materie plastiche cellulari rigide. Lastre di polistirene espanso per isolamento termico. Tipi, requisiti e prove
Lana di vetro, ottenuta portando a fusione una miscela di vetro e sabbia viene in seguito convertita in fibre e tagliata ricavandone rotoli, pannelli o fiocchi. La lana di vetro in rotoli e pannelli
ha caratteristiche acustiche molto buone ma va protetta dall'acqua. Essa dovrà essere esente da zolfo ed alcali liberi, presentare reazione neutra, resistere agli acidi purchè non concentrati (tranne HC1) ed alle bas
Salvo diversa prescrizione, le lastre saranno conformi per tipologia, densità e tolleranze alle norme UNI 2090 ÷ 2094.
Pannello sandwich ad alta prestazione termica costituito da componente isolante in schiuma polyiso espansa rigida (PIR) senza l'impiego di CFC o HCFC, rivestito su entrambe le facce con un rivestimento, gas impermeabile, di alluminio multistrato.
Dati tecnici per prodotto di spessore di 30 mm:
- Conducibilità termica Dichiarata: λD= 0.023 W/mK (EN 13165 Xxxxxxx A e C)
- Percentuale in peso di materiale riciclato: 3.32 – 2.72 %
- Percentuale in peso di materie prime da fonte rinnovabile: 10.12– 4.84 %
- Resistenza a compressione al 10% della deformazione: valore minimo = 150 kPa (EN 826)
- Resistenza a compressione al 2% della deformazione: valore minimo = 0000 xXx (XX 826)
- Fattore di resistenza alla diffusione del vapore acqueo per lo spessore 100 mm: µ> 89900 (EN 12086)
- Resistenza alla diffusione del vapore acqueo: Z > 00000 x0xXx/xx (XX 12086)
- Planarità dopo bagnatura da una faccia: FW ≤10 mm (EN 13165)
- Assorbimento d’acqua per immersione totale a lungo periodo: Wlt< 1 % (EN 12087)
- Assorbimento d’acqua per immersione parziale a breve periodo: Wsp< 0.1 (EN1609)
- Classe di reazione al fuoco: E (EN 11925-2
A.13.2 Materiali fonoassorbenti e fonoisolanti
Si definiscono assorbenti acustici o fonoassorbenti quei materiali atti a dissipare in forma sensibile l'energia sonora incidente sulla loro superficie e, di conseguenza, a ridurre l'energia sonora riflessa.
Questa proprietà è valutata con il coefficiente di assorbimento acustico (a), definito dall'espressione:
Wa a =
Wi
dove:
Wi è l'energia sonora incidente; Wa è l'energia sonora assorbita.
I materiali da impiegare per l’isolamento termo-acustico devono essere rispondenti alle norme UNI EN 822, 823, 824, 825 e UNI 7891, dovranno possedere bassa conducibilità per struttura propria, essere leggeri, resistenti alla temperatura d’impiego ed incombustibili, chimicamente inerti e volumetricamente stabili, non aggressivi, insensibili agli agenti atmosferici (ossigeno, umidità, anidride carbonica), inodori, inattaccabili da microrganismi, insetti e muffe, anigroscopici ed imputrescibili, elastici, stabili all’invecchiamento.
Con riguardo alla costituzione, potranno essere di tipo sintetico, minerale, vegetale o misto, secondo prescrizione.
Per la fornitura, tutti i prodotti dovranno essere appositamente marcati riportando: il marchio di fabbrica del produttore, la tipologia del materiale con le sigle previste per la designazione, il riferimento alle norme.
Sono da considerare assorbenti acustici tutti i materiali porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta: a parità di struttura, fibrosa o alveolare, la proprietà fonoassorbente dipende dallo spessore.
I materiali fonoassorbenti si classificano secondo lo schema di seguito riportato.
- Materiali fibrosi:
o minerali (fibra di vetro, fibra di roccia);
o vegetali (fibra di legno o cellulosa, truciolari).
- Materiali cellulari:
o minerali (calcestruzzi leggeri a base di pozzolane, perlite, vermiculite, argilla espansa, laterizi alveolari, prodotti a base di tufo);
o sintetici (poliuretano a celle aperte elastico o rigido, polipropilene a celle aperte).
Per tutti i materiali fonoassorbenti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, dovranno essere dichiarate le caratteristiche di cui al paragrafo precedente, cui si aggiungono:
o il coefficiente di assorbimento acustico (misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma UNI ISO 354), che dovrà essere rispondente ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori;
o la resistività al flusso d'aria (misurata secondo ISO/DIS 9053);
o la reazione e/o il comportamento al fuoco;
o i limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
o la compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
In caso di contestazione si fa riferimento alle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, a quelle descritte nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali od estere).
Per i materiali fonoassorbenti che assumono la forma definitiva in opera vale quanto detto al paragrafo precedente per la stessa tipologia.
Si definiscono materiali isolanti acustici fonoisolanti quelli atti a diminuire in forma sensibile la trasmissione dell’energia sonora che li attraversa.
Questa proprietà è valutata con il potere fonoisolante (R) definito dalla seguente formula:
Wi
a = 10 log --------
Wt
dove:
Wi è l'energia sonora incidente; Wt è l'energia sonora trasmessa.
Tutti i materiali comunemente impiegati nella realizzazione di divisori in edilizia posseggono proprietà fonoisolanti.
Per tutti i materiali fonoisolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate dovranno essere dichiarate le caratteristiche di cui al paragrafo precedente, cui si aggiungono:
o il potere fonoisolante (misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma UNI) che dovrà essere rispondente ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori;
o modulo di elasticità;
o fattore di perdita;
o reazione o comportamento al fuoco;
o limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
o compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
I prodotti vengono considerati al momento della fornitura: la Direzione dei Lavori ai fini della loro accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate.
Per i materiali fonoisolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera.
La Direzione dei Lavori deve inoltre attivare i controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamento, ecc. significativi dello strato eseguito.
Entrambe le categorie di materiali fonoisolanti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità all'impiego, in relazione alla loro destinazione d'uso.
A.13.3 Materiali impiegati
o Isolamento termico e acustico con pannelli in lana di vetro, reazione al fuoco euroclasse F, rivestiti con velo bianco e carta Kraft alluminio retinata, applicati con tasselli in materiale sintetico, spessore 60 mm
o Isolamento termico e acustico con pannelli in poliuretano espanso rigido, densità 35 Kg/mc, reazione al fuoco euroclasse F, rivestiti con fibra minerale saturata, applicati con tasselli in materiale sintetico, spessore 3 cm
o Pannelli termoisolanti a protezione multistrato costituiti da una lamiera inferiore in acciaio zincato preverniciato da 0,6 mm, da schiuma poliuretanica spessore 30 mm con densità non inferiore a 40 kg/m³, e superiormente una lamiera di acciaio zincato da 0,45 mm rivestita da una protezione a base di asfalto plastico stabilizzato e da una lamina di alluminio naturale. Il tutto compresi i necessari elementi di completamento Copertura realizzata in pannelli termoisolanti a protezione multistrato costituiti da una lamiera inferiore in acciaio zincato preverniciato Spessore 30 mm
o Fornitura e posa in opera di pannello isolante costituito da un componente isolante in schiuma polyiso, espansa senza l'impiego di CFC o HCFC, rivestito su entrambe le facce con un rivestimento tipo Duotwin Green. Pannello tipo STIFERITE GT o similare.
PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI)
Sigillanti
Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti tra elementi edilizi (in particolare i serramenti) con funzione di tenuta all'aria, all'acqua, ecc..
I sigillanti dovranno essere rispondenti alle norme UNI 9610 e 9611, conformi a quanto specificato nel progetto e dovranno altresì essere caratterizzati dalle proprietà di seguito indicate::
• compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati;
• diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto al quale sono destinati;
• durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;
• durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto od alle norme UNI di cui sopra e/o è in possesso di attestati di conformità, in mancanza dei quali si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
Adesivi
Per adesivi si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma permanente, resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all'ambiente ed alla destinazione d'uso.
Sono inclusi nel presente articolo gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o per altri usi e per diversi supporti mentre si intendono esclusi gli adesivi usati durante la produzione di prodotti o componenti.
Gli adesivi dovranno essere rispondenti alle seguenti caratteristiche:
• compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati;
• durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego (cioè con un decadimento delle caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità);
• durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione;
• caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l'uso.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
PRODOTTI A BASE DI LEGNO
Si intendono per prodotti a base di legno quelli derivati dalla semplice lavorazione e/o dalla trasformazione del legno e che sono presentati solitamente sotto forma di segati, pannelli, lastre, ecc.
In generale, i legnami, da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 ottobre 1912 e non dovranno presentare difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I legnami destinati alla realizzazione di elementi costruttivi, dovranno essere di prima scelta, di struttura e fibra compatta e resistente, non deteriorata, perfettamente sana, dritta e priva di spaccature sia in senso radiale che circolare. Essi dovranno essere perfettamente stagionati, a meno che non siano stati essiccati artificialmente, presentare colore e venature uniformi essere privi di alburno ed esenti da nodi, cipollature, buchi od altri difetti.
Le caratteristiche prestazionali dei prodotti in legno dipendono dallo scopo cui sono preposti.
I segati di legno, a complemento di quanto specificato nel progetto o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
• tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±10 mm;
• tolleranze sullo spessore pari a ±2 mm;
• umidità non maggiore del 15%, misurata secondo la norma UNI.
I pannelli a base di fibra di legno oltre a quanto specificato nel progetto, e/o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
• tolleranza sulla lunghezza e larghezza pari a ±3 mm;
• tolleranze sullo spessore pari a ±0,5 mm;
• umidità non maggiore dell'8%;
• massa volumica per tipo tenero minore di 350 kg/m³, per tipo semiduro tra 350 e 800 kg/m³, per tipo duro oltre 800 kg/m³, misurate secondo la norma UNI.
I prodotti in legno dovranno altresì avere caratteristiche prestazionali, conformi alla normativa ed adeguate alle condizioni di utilizzo, in rapporto ai requisiti di seguito riportati.
• assorbimento di acqua;
• resistenza a trazione;
• resistenza a compressione;
• resistenza a flessione.
I pannelli a base di particelle di legno, oltre a quanto specificato nel progetto, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
• tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±5 mm;
• tolleranze sullo spessore pari a ±0,5 mm;
• umidità del 10% ± 3%;
• resistenza al distacco degli strati esterni.
I prodotti in legno dovranno altresì avere caratteristiche prestazionali, conformi alla normativa ed adeguate alle condizioni di utilizzo, in rapporto ai requisiti di seguito riportati.
• rigonfiamento dopo immersione in acqua: 12% massimo (oppure 16%);
• assorbimento d'acqua entro i limiti;
• resistenza a flessione.
I pannelli di legno compensato e paniforti a completamento di quanto specificato nel progetto, dovranno essere forniti con le seguenti caratteristiche:
• tolleranze sulla lunghezza e larghezza pari a ±5 mm;
• tolleranze sullo spessore pari a: ±1 mm;
• umidità non maggiore del 12%;
• grado di incollaggio;
• resistenza a trazione;
• resistenza a flessione statica.
PRODOTTI IN HPL
Le caratteristiche dei laminati decorativi ad Alta Pressione (HPL - High Pressure Laminates), sono definiti dalle normative europee e internazionali per l’HPL, EN 438 e ISO 4586.
Si tratta di pannelli ad alta densità (≥1,35 g/cm3) finiti e pronti per l’uso, che posseggono caratteristiche di elevate resistenza meccanica, fisica e chimica, facile lavorabilità e grande semplicità di manutenzione.
I pannelli di HPL sono costituiti da diversi strati di materiale in fibra di cellulosa, impregnati con resine termoindurenti e quindi sottoposti all’azione combinata e simultanea di pressione (>7MPa) e calore (140/150 °C) esercitata in speciali presse per un tempo determinato e variabile in funzione della tipologia di laminato.
Il materiale prodotto è stabile, omogeneo, non poroso, ad alta densità, con caratteristiche fisiche e chimiche totalmente diverse da quelle delle sue componenti originali.
Data la sua bassissima permeabilità, l’HPL costituisce una barriera contro le possibili emissioni di formaldeide e altre sostanze volatili (VOC) provenienti dagli eventuali substrati in legno che riveste.
SERRAMENTI –VETRI
A.17.1 Porte Porte in legno
Normativa Applicabile
Si intendono applicate le seguenti norme:
• UNI 8795 – 10.85: “Legno. Semilavorati e prodotti finiti. Scelta dei trattamenti di impregnazione profonda”
• UNI 8938 – 04.87: “Idoneità tecnica delle specie legnose per serramenti interni”
• UNI 8662/2 – 04.88: “Trattamenti del legno. Termini relativi all’impregnazione e alla preserva zio ne”
Per tutte le norme citate si intendono applicate le successive modifiche ed integrazioni.
Caratteristiche Dei Materiali E Condizioni Di Fornitura
Le porte in legno saranno realizzati con le essenze indicate in progetto ovvero dalla
D.L. all’atto dell’esecuzione.
Tutti gli elementi in vista della porta dovranno essere della stessa specie legnosa, tessitura regolare e fibratura diritta.
Tutti gli elementi in vista, invece , per i quali si procederà con la ricopertura delle superfici (verniciature, laminati etc.) potranno essere costituiti (escluso il controtelaio) da tutte le specie ammissibili, anche se diverse fra loro, purchè ne siano garantite la stabilità e la durata, non diano luogo a deformazioni che ne pregiudichino la funzionalità e ne alterino il piano delle superfici da ricoprire, che dovranno risultare rispondenti alle esigenze di prestazione per le quali vengono realizzate.
Legnami Destinati Alla Costruzione Delle Porte
Dovranno essere di prima scelta, di struttura a fibra compatta e resistente, non deteriorata, sana, diritta e priva di spaccature in senso radiale e circolare. Dovranno essere perfettamente stagionati a meno che non siano stati essiccati artificialmente, presentare venature e colore uniformi, essere privi di alburno, esenti da nodi, buchi ed altri difetti.
Porte in acciaio
Caratteristiche Dei Materiali E Condizioni Di Fornitura
Le porte saranno realizzate con telaio in profili di acciaio zincato a Z corredato di zanche a murare ovvero di fori per l’installazione con viti e di giunti per l’assemblaggio in cantiere e distanziale inferiore avvitabile.
Le ante di opportuno spessore saranno costituite da doppia lamiera di acciaio zincata pressopiegata, tamburata e senza battuta inferiore
Le porte interne saranno dotate n.3 cerniere a tre ali con dischi antiusura di cui una con molla autotarabile per la chiusura automatica dell’anta.
Le porte interne saranno dotate di serratura con scrocco e cilindro tipo yale apribile con chiave universale (masterizzazione dei cilindri almeno ad un livello);
Le porte interne saranno dotate di maniglia antinfortunistica con anima in acciaio e completa di placche.
Ogni componente della porta dovrà essere zincato a caldo con procedimento elettrochimico e verniciato a polveri epossidiche termoindurenti con spessore minimo di 60 micron con ciclo di cottura a 180° come da norme VECTAL - AAMA, tinta RAL da progetto ovvero in mancanza a scelta della DL
Gli infissi dovranno essere sagomati e muniti degli accessori necessari secondo i dettagli di progetto, le campionature e le indicazioni date dalla DL.
La ferramenta dovrà essere di ottima fornitura e dovrà corrispondere ai requisiti tecnici appropriati a ciascun infisso; dovrà essere completa di viti di acciaio cadmiato o inox a seconda del tipo adottato.
Per il fissaggio delle viti di collegamento delle ferramenta, dovranno essere ricavate nelle ferramenta stesse le cieche per l’alloggiamento della svasatura delle viti; pertanto le teste delle viti non dovranno sporgere neppure minimamente da alcuna parte della ferramenta.
Ogni chiusura verticale ed orizzontale dovrà innestarsi in apposite bocchette e contropiastre di acciaio.
Modalità Di Conservazione E Cura
Sia durante la giacenza in cantiere, che durante il loro trasporto, sollevamento e posa in opera, l'Appaltatore dovrà aver cura che gli infissi non abbiano a subire guasti o lordure, proteggendoli dagli urti, dalla calce, etc., sia nelle superfici che negli spigoli.
L’accettazione dei serramenti non è definitiva se non al momento della posa in opera e se malgrado ciò i serramenti andassero soggetti a fenditure, incurvamenti e dissesti di qualsiasi
specie prima che l’opera sia definitivamente collaudata, l’Appaltatore sarà obbligato a rimediarvi , cambiando a sue spese i materiali e le opere difettose.
Normativa Applicabile
Si intendono applicate le seguenti norme:
• UNI 10818:1999 Finestre, porte e schermi - Linee guida generali per la posa in opera
• UNI 11173:2005 Finestre, porte e facciate continue - Criteri di scelta in base alla permeabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al vento, trasmittanza termica ed isolamento acustico
• UNI EN 1026:2001 Finestre e porte - Permeabilità all'aria - Metodo di prova.
• UNI EN 1027:2001 Finestre e porte - Tenuta all'acqua - Metodo di prova.
• UNI EN 1191:2002 Finestre e porte - Resistenza all'apertura e la chiusura ripetuta - Metodo di prova
• UNI EN 12207:2000 Finestre e porte - Permeabilità all'aria - Classificazione
• UNI EN 12208:2000 Finestre e porte - Tenuta all'acqua - Classificazione
• UNI EN 12210:2000 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento – Classificazione
• UNI EN 12211:2001 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento - Metodo di prova;
• UNI EN 12400:2004 Finestre e porte - Durabilità meccanica - Requisiti e classificazione
• UNI EN 12412-2:2004 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Determinazione della trasmittanza termica con il metodo della camera calda – Telai
• UNI EN 12412-4:2004 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Determinazione della trasmittanza termica con il metodo della camera calda - Cassonetti per le chiusure avvolgibili ACCESSORI
• UNI 9283:1988 Edilizia. Accessori per finestre e porte-finestre. Classificazione e terminologia
• UNI EN 12051:2001 Accessori per serramenti - Catenacci per porte e finestre - Requisiti e metodi di prova
• UNI EN 12365-1:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 1: Requisiti prestazionali e classificazione
• UNI EN 12365-2:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 2: Metodi di prova per determinare la forza di compressione
• UNI EN 12365-3:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 3: Metodo di prova per determinare il recupero elastico
• UNI EN 12365-4:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 4: Metodo di prova per determinare il recupero dopo l'invecchiamento accelerato
• UNI EN 13126-1:2006 Accessori per serramenti - Requisiti e metodi di prova per finestre e porte finestre - Parte 1: Requisiti comuni per tutti i tipi di accessori
• UNI EN 13126-7:2008 Accessori per serramenti - Requisiti e metodi di prova per finestre e porte finestre - Parte 7: Cricchetti o nottolini
• UNI EN 13126-4:2009 Accessori per serramenti - Requisiti e metodi di prova per finestre e porte finestre - Parte 4: Cremonesi
Per tutte le norme citate si intendono applicate le successive modifiche ed integrazioni.
A.17.2 Infissi invetriati in acciaio
Requisiti E Caratteristiche Dei Materiali, Maestranze E Mezzi D’opera
I serramenti invetriati saranno dotati di parti fisse e mobili con profili in acciaio zincato a caldo in stabilimento, saldati nelle giunzioni. Saranno dotati di tutte le predisposizioni per l’applicazione
di tutti i vetri commerciali compreso gli stratificati e i vetri-camera, anche di grande spessore. Inoltre saranno dotati dei seguenti accessori e ferramenta:
• doppie guarnizioni perimetrali in Dutral, fermavetri con fissaggio a scomparsa
• cerniere in acciaio di portata idonea;
• maniglia come da progetto o a scelta della D.L.
Ove previsto L’Appaltatore dovrà installare persiane avvolgibili in acciaio preverniciato della stessa qualità e finitura del serramento.
Ogni componente di acciaio verniciato, dovrà essere zincato a caldo con procedimento elettrochimico e verniciato a polveri epossidiche termoindurenti con spessore minimo di 60 micron con ciclo di cottura a 180° come da norme VECTAL - AAMA, tinta RAL da progetto ovvero in mancanza a scelta della D.L.
Per l'esecuzione degli infissi l'Appaltatore dovrà servirsi di Xxxxx specializzate che dovranno essere accettate dalla D.L..
Gli infissi interni ed esterni saranno dotati di ferramenta di ottima qualità e di chiavi del tipo e livello di sicurezza indicato in progetto o dalla D.L. all'atto esecutivo.
La ferramenta dovrà essere di ottima fornitura e dovrà corrispondere ai requisiti tecnici appropriati a ciascun tipo di infisso ed ai valori minimi di dimensione e di peso e dovrà altresì essere completa di viti di ottone o di acciaio cadmiato a seconda del tipo adottato e di ogni accessorio.
Gli infissi esterni verticali ed orizzontali, devono avere determinate classi di tenuta all’acqua, resistenza al vento e tenuta all’aria, calcolate secondo le procedure contenute nelle norme UNI 12207, 12208, 122010.
Requisiti E Prestazioni Degli Infissi
Norme E Criteri Di Accettazione Dei Materiali
La DL, ai fini dell’accettazione di tutti i materiali, ha facoltà di procedere a controlli su campioni della fornitura e di richiedere attestati di conformità della fornitura alle prescrizioni di progetto.
Tutti i materiali devono essere prodotti da aziende che operino secondo un sistema di qualità aziendale certificato ISO 9001 ovvero che possano dimostrare di operare secondo i medesimi criteri e principi in modo da garantire il controllo di qualità del prodotto
Il dimensionamento delle strutture portanti ed i relativi calcoli di verifica di resistenza devono essere effettuati con i metodi della Scienza delle Costruzioni. Il calcolo deve essere eseguito per le condizioni più gravose, tenendo conto delle sollecitazioni derivanti da tutte le azioni che possono comunque interessare le opere e le singole parti di esse, sia durante la costruzione che durante l’esercizio.
La progettazione delle facciate e delle pannellature dovrà essere eseguita nel pieno rispetto e con la totale osservanza di tutte le norme e le specifiche qualitative UNI, UNCSAAL.
La ditta esecutrice dovrà documentare un’esperienza di almeno venti anni con un elenco dei lavori eseguiti di analoga dimensione; tale elenco dovrà riportare la data di esecuzione dell’opera.
L’Appaltatore dovrà eseguire la progettazione costruttiva (disegni di officina) dei manufatti da realizzare sulla base dei disegni di appalto e sottoporla all’approvazione della DL, quindi predisporrà a sua cura e spese le campionature di tutti i profilati e dei nodi più complessi, delle maniglie, delle cerniere, degli elementi di snodo di chiusura, delle serrature, delle detrazioni e di ogni altro componente.
Disegni di officina e campionature dovranno essere modificati e riproposti quando non approvati dalla DL, tenendo conto delle osservazioni e dei rilievi emersi in fase di esame, e ciò senza comportare maggiori oneri per il Committente.
Solo ad avvenuta approvazione dei disegni di officina e delle campionature L’Appaltatore potrà dar corso all’approvvigionamento dei materiali e delle componenti, alle lavorazioni di officina, quindi alla posa in opera dei manufatti.
L’Appaltatore sarà pertanto responsabile del dimensionamento di ogni elemento destinato a sopportare sollecitazioni di qualsiasi genere, sia che riguardino il manufatto vero e proprio ed i suoi accessori, che i relativi staffaggi alle murature esistenti, i tasselli ad espansione, i bulloni, le viti etc. Dovrà infine individuare i più corretti sistemi di fissaggio, montaggio ed eventuale smontaggio di ogni manufatto, tali da non comportare danneggiamenti ed interventi di ripristino in
fase di rimontaggio.
Qualora vi fossero divergenze tra i disegni e la specifica, prevale la soluzione che risulta più vantaggiosa ad insindacabile giudizio del Committente.
Certificati D’origine, Campionature E Controlli Sui Materiali
L’Appaltatore dovrà fornire a sua cura e spese, tutte le schede tecniche, le campionature dei materiali e dei singoli componenti dei serramenti oggetto del presente appalto.
Le campionature sono finalizzate alla verifica dell’aspetto globale dei singoli componenti e dell’effetto cromatico dei serramenti – prima della loro produzione nei quantitativi previsti.
La D.L. si riserva, in tale sede di approntare le modifiche estetico-funzionali che riterrà necessarie.
L’Appaltatore dovrà comprovare le prestazioni richieste con i relativi certificati e pertanto dovrà predisporre:
• disegni esecutivi in scala 1:1 da cui si evidenziano nodi con le sezioni dei profilati e le caratteristiche tecniche richieste;
• certificato permeabilità all’aria
• certificato tenuta all’acqua
• certificato tenuta al vento
• calcolo statico degli elementi portanti
Conservazione E Cura Dei Materiali In Cantiere
Sia durante la giacenza in cantiere, che durante il loro trasporto, sollevamento e posa in opera, l'Appaltatore dovrà aver cura che gli infissi non abbiano a subire guasti o lordure, proteggendoli dagli urti, dalla calce, etc., sia nelle superfici che negli spigoli.
Il deposito in cantiere degli infissi sarà effettuato in appositi locali che li proteggano dagli agenti atmosferici e dall'umidità. Gli infissi dovranno essere isolati dal suolo disposti in posizione verticale fra idonei regoli distanziatori.
I controtelai depositati in cantiere saranno muniti di struttura di controventatura che ne assicuri l'indeformabilità.
Gli infissi metallici con la superficie già trattata saranno protetti da idoneo imballaggio o da pellicola protettiva.
I profili su cui va fatto l’incollaggio strutturale dovranno essere conservati al coperto ed in un luogo asciutto e privo di polvere; durante la manipolazione e la lavorazione non deve essere fatta nessuna operazione che alteri la condizione delle superfici
I telai o ante dei serramenti depositate in cantiere che presentino segni di deterioramento che ne alterino le caratteristiche funzionali o di aspetto verranno sostituiti.
Conservazione E Cura Delle Opere Compiute
Gli infissi dovranno essere protetti fino alla consegna al Committente con materiali (teli, cartoni ecc.) atti ad impedire il danneggiamento degli stessi.
Ove i manufatti risultassero in tutto o in parte danneggiati per, l'Appaltatore deve a sua cura e spese sostituire le parti danneggiate.
Norme E Criteri Di Accettazione Delle Opere Compiute
L’appaltatore dovrà verificare:
• che gli infissi approvvigionati siano ottenuti da profilati opportunamente sagomati alla pressa piegatrice ed alla profilatrice a rulli e che i profilati scatolati siano stati ottenuti per saldatura o per aggraffatura multipla.
• che lo spessore della lamiera, qualunque sia l'elemento dell'infisso preso in considerazione, non sia mai inferiore al valore di 10/10 di mm
• che il montaggio dei vari profilati avvenga, come prescritto dal progetto, per saldatura, per brasatura o per giunzione con squadrette, viti e tiranti; in quest'ultimo caso dovrà verificare che sia curata al massimo grado la lavorazione dei vari elementi, così da avere giunti perfettamente accostati e rifiniti.
• che gli accessori (fermavetri, catenacci, viti, nottolini, cerniere, maniglie ed in genere qualunque accessorio di comando, movimento e chiusura) siano anch’essi di acciaio inossidabile.
• che la finitura delle superfici, in rapporto alle prescrizioni, sia del tipo opaco, opaco liscio, brillante vellutato e brillante satinato.
• che gli infissi siano montati a murature ultimate, su falso telaio pre-murato (di norma in lamiera zincata, ma anche in legno), mediante viti autofilettanti e distanziatori di regolazione.
• che i giunti muniti siano adeguatamente sigillati.
Certificazione, Campionature E Controlli Sulle Opere Compiute
L'Appaltatore dovrà realizzare, prima della posa in opera dell’infisso, un campione completo La costruzione dovrà essere accompagnata da un certificato, sottoscritto dall’Azienda che ha curato l’esecuzione e il montaggio, che attesta l’autenticità dei prodotti acquistati. Tale certificato garantirà che nelle costruzioni siano utilizzati accessori originali del sistema scelto e che le lavorazioni e il montaggio siano eseguiti a regola d’arte secondo le specifiche del sistema utilizzato.
È condizione necessaria ed assoluta che, per l’approvazione da parte della D.L., sia prodotto da parte dell’appaltatore un campione i cui accessori impiegati (gli incontri dell’asta cremonese, le maniglie, gli angoli vulcanizzati, le guarnizioni del giunto aperto per tutta la loro lunghezza, i pressori laterali, etc.) abbiano inciso in maniera indelebile le serie dei codici di catalogo ed il marchio del sistema utilizzato che deve essere unico ed omogeneo ai profili, affinche siano garantiti il perfetto funzionamento nel tempo e l’autenticità del sistema stesso.
I certificati che forniscono i risultati delle prove di laboratorio per la determinazione della classe dovranno menzionare chiaramente il tipo di infisso su cui sono state effettuate le prove.
Assicurazioni
Il fornitore dei serramenti sarà dotato di polizza “RC prodotti” integrata da rimpiazzo della durata di dieci anni. Tale polizza avrà clausole uguali a quelle della convenzione stipulata dall’UNCSAAL.
Il serramentista, ancora prima di iniziare i lavori, dovrà dimostrare di disporre di una assicurazione che garantisce i prodotti da fornire, stipulata con primaria compagnia assicurativa.
Il periodo di assicurazione decorre dalla data del collaudo provvisorio dell’opera assicurata. Ai fini assicurativi il serramentista è tenuto:
• a far redigere verbale di controllo (progetto, fabbricazione e messa in opera) da parte di Ente certificante accreditato presso la società assicuratrice;
• a realizzare l’opera a regola d’arte, secondo la migliore tecnica costruttiva, in piena osservanza di leggi e regolamenti in vigore o di norme stabiliti da organismi ufficiali;
• a garantire, durante la fase di realizzazione, controlli effettuati da un Controllore tecnico accreditato presso la società assicuratrice;
• a fornire il documento ufficiale da parte dell’Ente di Controllo con esito positivo con specifico riferimento alla durabilità dell’opera.
Nel caso di garanzia “RC prodotti” i massimali dovranno essere commisurati all’importo della fornitura.
I campioni, qualora consentito dalla DL, possono rimanere in sito quale parte dell’opera da realizzare.
L’Appaltatore è tenuto ad effettuare, di propria iniziativa ed in tempi opportuni, le campionature dei rivestimenti in oggetto.
Resta ferma la facoltà della DL di richiedere qualunque ulteriore campionatura ritenuta necessaria. Normative Applicabili
Si intendono applicate le seguenti norme:
• UNI 8369-5:1988 Edilizia. Chiusure verticali. Giunto tra pareti perimetrali verticali ed infissi ester ni. Terminologia e simboli per le dimensioni
• UNI 10818:1999 Finestre, porte e schermi - Linee guida generali per la posa in opera
• UNI 11173:2005 Finestre, porte e facciate continue - Criteri di scelta in base alla permeabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al vento, trasmittanza termica ed isolamento acustico
• UNI EN10326:2004 Nastri e lamiere di acciaio per impieghi strutturali rivestiti per immersione a caldo in continuo -Condizioni tecniche di fornitura
• UNI EN10327:2004 Nastri e lamiere di acciaio a basso tenore di carbonio rivestiti per immersione a caldo in continuo, per formatura a freddo - Condizioni tecniche di fornitura.
Serramenti Esterni
• UNI 11173:2005 : Finestre, porte e facciate continue - Criteri di scelta in base alla permeabilità all'aria, tenuta all'acqua, resistenza al vento, trasmittanza termica ed isolamento acustico
• UNI EN 1026:2001 Finestre e porte - Permeabilità all'aria - Metodo di prova.
• UNI EN 1027:2001 Finestre e porte - Tenuta all'acqua - Metodo di prova.
• UNI EN 1191:2002 Finestre e porte - Resistenza all'apertura e la chiusura ripetuta - Metodo di prova
• UNI EN 12207:2000 Finestre e porte - Permeabilità all'aria - Classificazione
• UNI EN 12208:2000 Finestre e porte - Tenuta all'acqua - Classificazione
• UNI EN 12210:2000 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento – Classificazione
• UNI EN 12211:2001 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento - Metodo di prova;
• UNI EN 12400:2004 Finestre e porte - Durabilità meccanica - Requisiti e classificazione
• UNI EN 12412-2:2004 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Determinazione della trasmittanza termica con il metodo della camera calda – Telai
• UNI EN 12412-4:2004 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Determinazione della trasmittanza termica con il metodo della camera calda - Cassonetti per le chiusure avvolgibili
• UNI EN 107: 1983 Metodi di prova delle finestre. Prove meccaniche
• UNI ISO 8269: 1987 Porte. Prova di carico statico (effrazione)
• UNI EN 949: 2000 Finestre e facciate continue, porte e chiusure oscuranti - Determinazione della resistenza delle porte all'urto con corpo molle e pesante
• UNI 7525:1976 - “Metodi di prova per serramenti esterni. Sequenza normale per l' esecuzione di prove funzionali”
• UNI EN ISO 140-5:2000 - “Acustica - Misurazione dell'isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio - Misurazioni in opera dell'isolamento acustico per via aerea degli elementi di facciata e delle facciate”
• UNI ISO 8269:1987 - “Porte. Prova di carico statico (effrazione)
Guarnizioni
• UNI 9122.1 ”Guarnizioni per serramenti-classificazione e collaudo”
• UNI EDL 11.2 ”Guarnizioni per serramenti- limiti di accettazione per guarnizioni compatte monoestruse”
• DIN 7863
Sigillanti
• TT-S-00227E per i tipi bicomponenti
• TT-S-00230C per i tipi monocomponenti
• TT-S-001543 per i tipi siliconici
• ATSM per la classificazione
• ATSM C 542-76 ”Standard specification for elastometric lockstrip Glaxing and Panel Gasket”
Accessori
• UNI 9158 ”accessori per finestre e porte-finestre. Criteri di accettazione per prove meccaniche sull’insieme serramento-accessori”.
• UNI 9283:1988 Edilizia. Accessori per finestre e porte-finestre. Classificazione e terminologia.
• UNI EN 12365-1:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 1: Requisiti prestazionali e classificazione
• UNI EN 12365-2:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 2: Metodi di prova per determinare la forza di compressione
• UNI EN 12365-3:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 3: Metodo di prova per determinare il recupero elastico
• UNI EN 12365-4:2005 Accessori per serramenti - Guarnizioni per porte, finestre, chiusure oscuranti e facciate continue - Parte 4: Metodo di prova per determinare il recupero dopo l'invecchiamento accelerato
• UNI EN 13126-1:2006 Accessori per serramenti - Requisiti e metodi di prova per finestre e porte finestre - Parte 1: Requisiti comuni per tutti i tipi di accessori
• UNI EN 13126-7:2008 Accessori per serramenti - Requisiti e metodi di prova per finestre e porte finestre - Parte 7: Cricchetti o nottolini SICUREZZA
• CNR-UNI 10012-67 “ Ipotesi di carico sulle costruzioni” inserita nel D.M. 12 Febbraio 1982 e relativa circolare LL.PP. n. 22631 del 24/5/82
• Per tutte le norme citate si intendono applicate le successive modifiche ed integrazioni.
Materiali
• UNI EN 573-1:2005 -“Alluminio e leghe di alluminio - Composizione chimica e forma dei prodotti semilavorati - Parte 1: Sistema di designazione numerica”
• UNI EN 573-3:2008 - “Alluminio e leghe di alluminio - Composizione chimica e forma dei prodotti semilavorati - Parte 3: Composizione chimica e forma dei prodotti”
• UNI 3952:1998 - “Alluminio e leghe di alluminio - Serramenti di alluminio e sue leghe per edilizia - Norme per la scelta, l'impiego ed il collaudo dei materiali.”
• UNI EN 755-9:2002 - “Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi - Profilati, tolleranze dimensionali e di forma”
Finiture
• UNI 4522-66 ”Rivestimenti per anodizzazione anodica dell’alluminio e le sue leghe classificazione, caratteristiche e collaudo”
• UNI 3397/6717/8446/9178 per prove di collaudo
• UNI EN 12373-1:2002 – “Alluminio e leghe di alluminio -Ossidazione anodica - Metodo di specificazione delle caratteristiche degli strati decorativi e protettivi ottenuti sull'alluminio mediante ossidazione anodica”
• UNI EN 12373-4:2000 – “Alluminio e leghe di alluminio -Ossidazione anodica - Valutazione della perdita di potere assorbente degli strati di ossido anodico fissati, mediante prova alla goccia di colorante con pre-attacco acido”
• UNI 9834:1992 – “Ossidazione anodica dell'alluminio e sue leghe. Valutazione della perdita di potere assorbente di strati d'ossido anodico fissati. Prova alla goccia di colorante con
attacco acido nitrico”
• UNI EN 12373-6:2000 – “Alluminio e leghe di alluminio -Ossidazione anodica - Valutazione della qualità del fissaggio degli strati di ossido anodico mediante misurazione di perdita di massa dopo immersione in soluzioni fosfo-cromiche acide senza trattamento acido preliminare”
• UNI EN 12373-5:2000 – “Alluminio e leghe di alluminio -Ossidazione anodica - Valutazione del la qualità del fissaggio degli strati di ossido anodico mediante misurazione di ammettenza”
• UNI 6717:1990 – “Ossidazione anodica dell' alluminio e delle sue leghe. Determinazione dello spessore degli strati di ossido anodico con il metodo delle correnti indotte”
• Capitolato VECTAL 1987 “verniciatura dell’alluminio e le sue leghe impiegate nell’edilizia”
Sicurezza
• CNR-UNI 10012-67 “ Ipotesi di carico sulle costruzioni” inserita nel D.M. 12 Febbraio 1982 e relativa circolare LL.PP. n. 22631 del 24/5/82
• UNI 8634 “Strutture di leghe di alluminio – istruzione per il calcolo e l’esecuzione”.
• Messa a terra ove applicabile CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori”. Per tutte le norme citate si intendono applicate le successive modifiche ed integrazioni.
A.17.3 Serramenti in Alluminio
Caratteristiche dei materiali e condizioni di fornitura generalità
La DL, ai fini dell’accettazione di tutti i materiali, ha facoltà di procedere a controlli su campioni della fornitura e di richiedere attestati di conformità della fornitura alle prescrizioni di progetto.
Tutti i materiali devono essere prodotti da aziende che operino secondo un sistema di qualità aziendale certificato ISO 9002 ovvero che possano dimostrare di operare secondo i medesimi criteri e principi in modo da garantire il controllo di qualità del prodotto.
Struttura
La larghezza del telaio fisso, dell’anta complanare interna ed esterna, dell’anta a sormonto; saranno indicate dai grafici di progetto o in mancanza saranno indicate all’atto esecutivo dalla DL. Le parti in vista, interne ed esterne, dei profili avranno spessore non inferiore a 2 mm con una tolleranza di + / - 0.2 mm.
Il tipo di materiale e le caratteristiche morfologiche del profilato dovranno comunque garantire le prestazioni richieste.
Struttura (Solo Per Serramenti A Taglio Termico)
Tutti i profili, sia di telaio che di anta, dovranno essere realizzati secondo il principio delle tre camere, costituiti cioè da profili interni ed esterni tubolari e dalla zona di isolamento, per garantire una buona resistenza meccanica e giunzioni a 45°e 90°stabili e ben allineate.
Le ali di battuta del telaio fisso (L,T etc.) saranno alte non meno di 25 mm.
I semiprofili esterni dei profili di cassa, dovranno essere dotati di una sede dal lato muratura per consentire l’eventuale inserimento di coprifili per la finitura del raccordo alla struttura edile.
Isolamento (Solo Per Serramenti A Taglio Termico)
Il collegamento tra la parte interna e quella esterna dei profili sarà realizzato in modo continuo e definitivo mediante listelli di materiale sintetico termicamente isolante (Polithermid o Poliammide).
I listelli isolanti dovranno essere dotati di due inserti in alluminio, posizionati in corrispondenza della zona di accoppiamento, per aumentare la resistenza allo scorrimento del giunto.
Drenaggio E Ventilazione
Su tutti i telai, fissi e apribili, verranno eseguite le lavorazioni atte a garantire il drenaggio dell’acqua attorno ai vetri e la rapida compensazione dell’umidità dell’aria nella camera di contenimento delle lastre.
I profili dovranno avere i listelli perfettamente complanari con le pareti trasversali dei semiprofili interni per evitare il ristagno dell’eventuale acqua di infiltrazione o condensazione.
I semiprofili esterni avranno le pareti trasversali posizionate più basse per facilitare il drenaggio verso l’esterno (telai fissi) o nella camera del giuto aperto (telai apribili).
Il drenaggio e la ventilazione dell’anta non dovranno essere eseguiti attraverso la zona di isolamento ma attraverso il tubolare esterno.
Le asole di drenaggio dei telai saranno protette esternamente con apposite conchiglie, che nel caso di zone particolarmente ventose, in corrispondenza di specchiature fisse, saranno dotate di membrane.
Accessori
Le giunzioni angolari saranno effettuate per mezzo di apposite squadrette e cavallotti, in lega di alluminio dotate di canaline per una corretta distribuzione della colla.
L'incollaggio verrà effettuato dopo aver assemblato i telai consentendo la corretta distribuzione della colla su tutta la giunzione e dove altro necessario.
Saranno inoltre previsti elementi di allineamento e supporto alla sigillatura in acciaio inox da montare dopo l'assemblaggio delle giunzioni.
Nel caso di giunzioni con cavallotto, dovranno essere previsti particolari di tenuta realizzati in schiuma di gomma espansa da usare per la tenuta in corrispondenza dei listelli isolanti.
Le giunzioni sia angolari che a "T" dovranno prevedere per entrambi i tubolari, interno ed esterno, squadrette o cavallotti montati con spine, viti o per deformazione.
I particolari soggetti a logorio verranno montati e bloccati per contrasto onde consentire rapidamente una eventuale regolazione o sostituzione anche da personale non specializzato e senza lavorazioni meccaniche.
Le viti ed i bulloni di fissaggio dei serramenti dovranno essere in acciaio inox. Dispositivi Di Movimentazione E Chiusura
I dispositivi di movimentazione e chiusura saranno quelli originali del sistema di profili adottato, dovranno essere scelti in base alle dimensioni ed al peso dell'anta.
Chiusura Con Anta A Battente
La chiusura dell'anta sarà garantita da una maniglia a cremonese che comanderà, tramite un'asta, piu' punti di chiusura (rullini e chiusure a dito).
Chiusura Con Anta A Ribalta
Le apparecchiature saranno dotate della sicurezza contro l'errata manovra posta nell'angolo superiore dal lato maniglia lontano da eventuali possibili manomissioni, allo scopo di evitare lo scardinamento dell'anta.
Dovranno avere i compassi in acciaio inossidabile rigidamente collegati alla camera del profilo (evitare fissaggi a vite); i compassi dovranno inoltre essere dotati di sicurezza contro la chiusura accidentale e fissati all'anta a mezzo di due punzoni filettati che dovranno agire sul fondo del profilo.
L'apparecchiatura dovrà avere una portata adeguata al peso delle ante.
Ove necessario sarà previsto l'utilizzo di viti supplementari per il fissaggio delle cerniere. Le parti in movimento dovranno essere dotate di mollette in nylon antivibrazione.
Chiusura Con Due Ante A Battente
In corrispondenza del profilo di riporto del nodo centrale, sopra e sotto dovranno essere impiegati particolari tappi di tenuta che si raccorderanno alla guarnizione di tenuta verticale e garantiranno continuità alla battuta orizzontale dell'anta evitando cosi' infiltrazioni localizzate di acqua e aria.
Tali tappi dovranno essere realizzati in EPDM o PVC morbido.
La chiusura dell'anta principale, sarà eseguita con una maniglia a cremonese che azionerà due chiusure a dito (sopra e sotto) ed eventuali rullini di chiusure supplementari intermedie.
La chiusura dell'anta di servizio potrà essere effettuata con:
• chiusura esterna sopra e sotto.
• chiusura a scomparsa con comando centrale unico.
• vasistas
Le finestre potranno, a seconda delle dimensioni e del tipo di comando richiesto, essere realizzate con scrocchetti posti sul traverso superiore e due braccetti di arresto (sganciabili per la pulizia).
Guarnizioni E Sigillanti
Tutte le giunzioni tra i profili saranno incollate e sigillate con colla per metalli poliuretanica a 2 componenti.
Le guarnizioni cingivetro saranno in elastomero EPDM (secondo DIN 7863) e compenseranno le sensibili differenze di spessore, inevitabili nelle lastre di vetrocamera e/o stratificate, garantendo, contemporaneamente, una corretta pressione di lavoro perimetrale.
La guarnizione cingivetro esterna dovrà distanziare il tamponamento di 4 mm dal telaio metallico. La guarnizione complementare di tenuta, anch'essa in elastomero EPDM (secondo DIN 7863), adotterà il principio dinamico della precamera di turbolenza di grande dimensione (a "giunto aperto"). Dovrà essere inserita in una sede ricavata sul listello isolante in modo da garantire un accoppiamento ottimale ed avere la battuta su un'aletta dell'anta facente parte del listello isolante per la protezione totale dei semiprofili interni.
La continuità perimetrale della guarnizione sarà assicurata mediante l'impiego di angoli vulcanizzati i quali, forniti di apposita spallatura, faciliteranno l'incollaggio della guarnizione stessa. In alternativa, potranno essere previsti telai vulcanizzati.
I punti di contatto tra i profilati dovranno essere opportunamente sigillati e protetti per evitare possibili infiltrazioni di aria, acqua e l’insorgere di fenomeni di corrosione.
La sigillatura dei giunti dovrà essere sospesa al di sotto dei 5°C, quando vi é pericolo di condensa superficiale e in presenza di pioggia e neve se la parte da sigillare non e' perfettamente protetta. Dopo l'applicazione della sigillatura si provvederà a pulire le superfici vicine; quindi il giunto non verrà sollecitato per almeno 24 ore.
I sigillanti utilizzati avranno una elasticità compatibile con lo scorrimento previsto dal progetto dei giunti; lo spessore del sigillante non sarà mai inferiore al doppio dello scorrimento previsto.
Prima dell'impiego del sigillante, qualora sia previsto dalle modalità di impiego del medesimo, verrà utilizzato un materiale preventivo “fondo giunto”.
Dilatazioni
Il giunto con la muratura dovrà essere realizzato in maniera tale da assorbire le dilatazioni.
Il fissaggio del manufatto dovrà avvenire su fori asolati, per consentire la variazioni dimensionali dello stesso, con l'impiego di rondelle in materiale antifrizione.
Per consentire il movimento dei vari elementi, che in presenza di sbalzi termici si dilatano, saranno previsti specifici profilati, accessori e guarnizioni che dovranno essere utilizzati in modo corretto rispettando le indicazioni delle tolleranze di taglio e di montaggio riportate sulla documentazione tecnica di lavorazione e di posa del sistema .
In modo particolare occorrerà eseguire dei giunti di dilatazione sui montanti utilizzando a tal fine gli accessori originali del sistema di profili adottato.
Vetraggio
I profili di fermavetro saranno inseriti mediante bloccaggi in plastica agganciati al fermavetro stesso, l'aggancio sarà cosi' di assoluta sicurezza affinchè, a seguito di aperture
o per la spinta del vento il fermavetro non ceda elasticamente.
I bloccaggi dovranno inoltre compensare le tolleranze dimensionali e gli spessori aggiunti, nel caso della verniciatura, per garantire un corretto aggancio in qualsiasi situazione.
I fermavetri dovranno essere sagomati in modo tale da supportare a tutta altezza la guarnizione cingivetro interna per consentire una pressione ottimale sulla lastra di vetro.
Il dente di aggancio della guarnizione sarà più arretrato rispetto al filo esterno del fermavetro in modo da ridurre la sezione in vista della guarnizione riducendo l'effetto cornice.
Data l'elevata importanza della corretta pressione delle guarnizioni sul vetro sia per la tenuta e sia per il mantenimento della corretta geometria dell'anta, le guarnizioni cingivetro interne dovranno essere di diverse dimensioni, previste a catalogo per ogni mm. di variazione dello spessore del vetro.
Gli appoggi del vetro dovranno: essere agganciati a scatto sui profili, avere una lunghezza di 100 mm, ed essere realizzati in modo da non impedire il corretto drenaggio e ventilazione della sede del vetro.
Le lastre dovranno essere supportate da tasselli la cui durezza sia compresa tra i 60 e gli 80 Shore A.
Controtelai
Gli infissi, saranno montati su un controtelaio in acciaio zincato a caldo completo di zanche per il fissaggio alla muratura. Nel caso in cui non fosse possibile il montaggio su controtelaio, gli infissi saranno fissati direttamente sulla muratura evitando il contatto diretto tra alluminio e muratura.
Anodizzazione
Il tipo di anodizzazione potrà essere:
• ARP, tipo architettonico lucido;
• ARS, tipo spazzolato;
• ARC, tipo satinato chimicamente.
Lo strato di ossido dovrà essere non inferiore a 20 micron codifica EURAS
Elettrocolorazione
I profili prima del trattamento dovranno essere pretrattati mediante sgrassaggio, decappaggio, e neutralizzazione; successivamente saranno sottoposti a polimerizzazione in camera di essiccazione.
La elettrocolorazione dovrà avvenire in apposita cabina dotata di impianto elettrostatico.
Nel trattamento di elettrocolorazione dovrà essere vietato l’uso di pigmenti contenenti composti di piombo, rame x xxxxxxx, specie per lo strato di fondo.
Preverniciatura
La preverniciatura dovrà avvenire mediante il ciclo di lavoro sottondicato:
• sgrassaggio con prodotti alcalini e acidi;
• decapaggio;
• neutralizzazione;
• aromatizzazione;
• risciacquo con acqua demineralizzata ed asciugatura Il tutto eseguito secondo le indicazione contenute nella norma DIN 50939 Successivamente saranno sottoposti al trattamento di verniciatura, ed infine saranno sottoposti a polimerizzazione in camera di essiccazione. Il rivestimento ottenuto dovrà garantire:
• proprietà estetiche di notevole valore; ottima aderenza al supporto;
• buone caratteristiche meccaniche di durezza, resistenza all’urto ed all’abrasione;
• buone resistenze agli agenti chimici, agli agenti atmosferici ed alla luce. Lo spessore minimo della verniciatura dovrà essere di 50□60 micron. La tinta sarà conforme alle codifiche RAL.
Zincatura Delle Parti In Acciaio
Tutte le parti in acciaio, dovranno essere zincate a fuoco. Il rivestimento di zinco deve essere almeno di 400 g/mq
Dopo la zincatura non devono più essere effettuati lavori di zincatura sulle parti. In casi speciali quando la lavorazione in loco non è possibile, i punti da lavorare devono essere successivamente trattati con pasta di zinco. Per quanto possibile evitare questa procedura.
Facciate Vetrate Al Silicone Strutturale
Il cordolo di sigillante strutturale dovrà essere dimensionato in maniera tale da garantire l’adesione della lastra al telaio; il calcolo dovrà essere eseguito per le condizioni più gravose, tenendo conto delle sollecitazioni derivanti da tutte le azioni che possono comunque interessare le opere e le singole parti di esse, sia durante la costruzione che durante l’esercizio.
I vetri utilizzati dovranno essere del tipo a camera con sigillatura perimetrale resistente ai raggi UV. Requisiti Dei Materiali
Tipo di alluminio DIN 17615 Al Mg Si 0.5 F22 Tipo di isolamento termico DIN 4108-4 Gruppo materiali 2.1 o 1
Certificazioni, Campionature E Prove - Campionatura Dei Materiali
L’Appaltatore non dovrà confermare ordini o impiegare materiali fino a quando non sia stata data l’approvazione da parte della Committente. I campioni approvati saranno conservati in cantiere per il raffronto con i prodotti ed i materiali impiegati nelle opere.
L’Appaltatore dovrà campionare i singoli componenti dei serramenti, quali maniglie, maniglioni, maniglioni antipanico, cerniere, etc.
Campionatura Delle Opere Compiute
L’Appaltatore dovrà fornire a sua cura e spese, tutte le schede tecniche, le campionature dei materiali e dei singoli componenti dei serramenti oggetto del presente appalto.
Le campionature sono finalizzate alla verifica dell’aspetto globale dei singoli componenti e dell’effetto cromatico dei serramenti – prima della loro produzione nei quantitativi previsti.
La committente si riserva, in tale sede di approntare le modifiche estetico-funzionali che riterrà necessarie.
L’Appaltatore dovrà comprovare le prestazioni richieste con i relativi certificati e pertanto dovrà predisporre:
• disegni esecutivi in scala 1:1 da cui si evidenziano nodi con le sezioni dei profilati e le caratteristiche tecniche richieste;
• certificato permeabilità all’aria
• certificato tenuta all’acqua
• certificato tenuta al vento
• calcolo statico del montante traverso (nel caso di facciate continue)
L'Appaltatore dovrà realizzare, prima della posa in opera della facciata, un campione completo di facciata di altezza almeno pari ad un interpiano, larghezza minima pario ad un modulo, comprendente almeno un infisso completo con relativi davanzale, imbotti e cielino sia interni che esterni; completa inoltre di ferramenta ed accessori.
La costruzione dovrà essere accompagnata da un certificato, sottoscritto dall’Azienda che ha curato l’esecuzione e il montaggio, che attesta l’autenticità dei prodotti acquistati. Tale certificato garantirà che nelle costruzioni siano utilizzati accessori originali del sistema scelto e che le lavorazioni e il montaggio siano eseguiti a regola d’arte secondo le specifiche del sistema utilizzato.
È condizione necessaria ed assoluta che, per l’approvazione da parte della D.L., sia prodotto da parte dell’appaltatore un campione i cui accessori impiegati (gli incontri dell’asta cremonese, le maniglie, gli angoli vulcanizzati, le guarnizioni del giunto aperto per tutta la loro lunghezza, i
pressori laterali, etc.) abbiano inciso in maniera indelebile le serie dei codici di catalogo ed il marchio del sistema utilizzato che deve essere unico ed omogeneo ai profili, affinche siano garantiti il perfetto funzionamento nel tempo e l’autenticità del sistema stesso.
I certificati che forniscono i risultati delle prove di laboratorio per la determinazione della classe dovranno menzionare chiaramente il tipo di infisso su cui sono state effettuate le prove.
Assicurazioni
Il fornitore dei serramenti sarà dotato di polizza “RC prodotti” integrata da rimpiazzo della durata di dieci anni. Tale polizza avrà clausole uguali a quelle della convenzione stipulata dall’UNCSAAL.
Il serramentista, ancora prima di iniziare i lavori, dovrà dimostrare di disporre di una assicurazione che garantisce i prodotti da fornire, stipulata con primaria compagnia assicurativa.
Il periodo di assicurazione decorre dalla data del collaudo provvisorio dell’opera assicurata. Ai fini assicurativi il serramentista è tenuto:
• a far redigere verbale di controllo (progetto, fabbricazione e messa in opera) da parte di Ente certificante accreditato presso la società assicuratrice;
• a realizzare l’opera a regola d’arte, secondo la migliore tecnica costruttiva, in piena osservanza di leggi e regolamenti in vigore o di norme stabiliti da organismi ufficiali;
• a garantire, durante la fase di realizzazione, controlli effettuati da un Controllore tecnico accreditato presso la società assicuratrice;
• a fornire il documento ufficiale da parte dell’Ente di Controllo con esito positivo con specifico riferimento alla durabilità dell’opera.
Modalità Di Conservazione E Cura Dei Materiali
Sia durante la giacenza in cantiere, che durante il loro trasporto, sollevamento e posa in opera, l'Appaltatore dovrà aver cura che gli infissi non abbiano a subire guasti o lordure, proteggendoli dagli urti, dalla calce, etc., sia nelle superfici che negli spigoli.
Il deposito in cantiere degli infissi sarà effettuato in appositi locali che li proteggano dagli agenti atmosferici e dall'umidità. Gli infissi dovranno essere isolati dal suolo disposti in posizione verticale fra idonei regoli distanziatori.
I controtelai depositati in cantiere saranno muniti di struttura di controventatura che ne assicuri l'indeformabilità.
Gli infissi metallici con la superficie già trattata saranno protetti da idoneo imballaggio o da pellicola protettiva.
I profili su cui va fatto l’incollaggio strutturale dovranno essere conservati al coperto ed in un luogo asciutto e privo di polvere; durante la manipolazione e la lavorazione non deve essere fatta nessuna operazione che alteri la condizione delle superfici
I telai o ante dei serramenti depositate in cantiere che presentino segni di deterioramento che ne alterino le caratteristiche funzionali o di aspetto verranno sostituiti.
Conservazione Delle Opere Compiute
Dopo il montaggio, sia l'infisso che il bancale delle finestre dovranno essere protetti in modo da garantirne l'integrità fino alla ultimazione dei lavori.
Il sistema complessivo della guarnizione di tenuta, dei gocciolatoi o delle camere di decompressione ottenute dall'assemblaggio dei profilati degli infissi esterni metallici o in PVC, dovrà soddisfare i requisiti di prestazione richiesti.
A.17.4 Vetri e Cristalli
Caratteristiche Dei Materiali E Condizioni Fornitura - Generalità
Tutti i vetri dovranno essere di spessore uniforme, privi di scorie, bolle, soffiature, ondulazioni, nodi, macchie e di ogni altro difetto.
Vetro Incolore
Vetro ottenuto con procedimento di fabbricazione FLOAT (per colata su bagno metallico in atmosfera), dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/2
Vetro Colorato In Pasta
Vetro ottenuto con procedimento di fabbricazione FLOAT (per colata su bagno metallico in atmosfera), dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/2
Vetro Extrachiaro
Vetro con bassissimo contenuto di ossido di ferro, ottenuto con procedimento di fabbricazione FLOAT (per colata su bagno metallico in atmosfera), dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/2
Vetro Stampato
Vetro ottenuto per colata e successiva laminazione, traslucido con una o entrambe le facce recanti disegni ornamentali. dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/5
Vetro Stampato Armato
Vetro ottenuto per colata nel quale è incorporata una rete metallica a maglia quadra saldata di 12.5 o 25 mm, dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/6
Vetro U-Glas
Vetro traslucido profilato con sezione ad a forma di U, dovrà essere conforme alle norme UNI-EN 572 – 1/7
Prodotti Speciali Vetro A Controllo Solare
Vetro con riflessione selettiva predeterminata dell’irraggiamento solare. Può essere ottenuto mediante i seguenti processi produttivi:
• per pirolisi, con deposito di ossidi metallici direttamente sulla linea di produzione delle lastre di vetro chiaro o colorato in pasta;
• per polverizzazione catodica in campo elettromagnetico e sottovuoto spinto di metalli ed ossidi metallici su lastre di vetro chiaro o colorato in pasta.
I vetri a controllo solare dovranno essere conformi alla norma EN 1096-1,2,3 (in corso di redazione)
Vetro Basso Emissivo
Vetro che presenta una faccia trattata per ottenere una riflessione, verso l’interno dell’ambiente del calore irraggiato dagli elementi riscaldanti. Può essere ottenuto mediante i seguenti processi produttivi:
• per pirolisi, con deposito di ossidi metallici semiconduttori direttamente sulla linea di produzione delle lastre di vetro chiaro o colorato in pasta;
• per polverizzazione catodica , depositando metalli ed ossidi metallici in campo elettromagnetico e sottovuoto spinto su lastre di vetro chiaro o colorato in pasta.
I vetri basso emissivi dovranno essere conformi alla norma EN 1091-1,2,3(in corso di redazione).
Vetro Selettivo
Vetro reso riflettente e bossoemissivo, mediante deposito di più strati di ossidi metallici ottenuto per polverizzazione catodica sotto vuoto spinto in campo elettromagnetico di elevata densità.
Prodotti Trasformati Vetro Stratificati O Accoppiato
Vetro formato da due o più lastre di vetro o uno o più strati interposti di materia plastica (polivinilbutirrale) o equivalente, che incollano fortemente fra loro le lastre di vetro per l’intera superficie.
I vetri stratificati dovranno essere conformi alle norme UNI 7172 – 9186 – 9187. Vetri Temprati
Vetro che ha subito un trattamento termico di “tempra” per aumentarne le caratteristiche di resistenza meccanica e di resistenza allo shock termico (in caso di rottura, la lastra si sbriciola in minuti frammenti inoffensivi).
Vetri Termocamera
I vetri termocamera saranno costituiti da pannelli prefabbricati formati da due o più lastre accoppiate (a mezzo di giunto metallico saldato o con adesivi sigillanti) fra le quali è racchiusa aria o gas disidratati e con giunto d'accoppiamento assolutamente ermetico e di conseguenza senza traccia di polvere o di condensa sulle superfici interne dei cristalli.
I vetri termocamera dovranno essere conformi alle norme UNI 10593 – 1/2/3/4. Vetri Resistenti Al Fuoco (RE)
Vetro di sicurezza in grado di opporsi al passaggio di fumo, fiamme e parzialmente di calore. In caso di incendio tali vetri dovranno restare trasparenti.
Vetri Resistenti Al Fuoco (REI)
Vetro di sicurezza in grado di opporsi al passaggio di fumo, fiamme e anche al passaggio dell’irraggiamento calorifico.
Vetri Satinati
Per ottenere il vetro satinato si utilizzerà acido fluoridrico, il solo in grado di attaccare il vetro. Certificazioni, Campionature E Prove Campionatura Dei Materiali
Ciascun tipo di vetro dovrà rispondere alle norme di garanzia ed alle prove prescritte dalle leggi vigenti.
Tutte le prestazioni dei pannelli vetrati dovranno essere certificate.
Le vetrate dovranno avere marchio di identificazione indelebile impresso su un angolo.
I pannelli vetrati dovranno essere garantiti dalla Ditta produttrice per non meno di dieci anni dalla data di collocazione.
L’Appaltatore, prima della messa in opera dei materiali in oggetto sottoporrà alla DL oltre alla campionatura anche la documentazione descrittiva di tutti i materiali che intende utilizzare, richiedendone approvazione scritta; questa deve precedere l'esecuzione delle opere, sotto pena di rifacimento in danno all'Appaltatore delle opere indebitamente realizzate.
I campioni approvati devono essere conservati in cantiere per il raffronto con i prodotti ed i materiali impiegati nelle opere.
Campionatura Delle Opere Compiute
I campioni, qualora consentito dalla DL, possono rimanere in sito quale parte dell’opera da realizzare.
L’Appaltatore è tenuto ad effettuare, di propria iniziativa ed in tempi opportuni, le campionature dei vetri in oggetto.
Resta ferma la facoltà della DL di richiedere qualunque ulteriore campionatura ritenuta necessaria.
Modalità Di Conservazione E Cura - Magazzinaggio
Lo stoccaggio del materiale dovrà essere effettuato in un luogo coperto, asciutto, ventilato e tenuto a temperatura costante, onde evitare possibilità di condensa e quindi fenomeni di ossidazione (iridizzazione)
I materiali trasportati in cantiere, devono essere depositati ordinatamente, utilizzando appropriati mezzi, in modo da garantire l’idoneità dell’uso.
Ogni rottura di vetri o cristalli, avvenuta prima della presa in consegna da parte della DL, sarà a carico dell'Impresa.
Imballaggio
Le lastre dovranno essere separate da un intercalare destinato ad evitare i contatti fra le lastre medesime, nonché ad attenuare l’azione dell’umidità.
Circa il materiale da usare per imballi, si precisa che:
• il legno non deve superare il 12-15%, di umidità. E’ quindi preferibile utilizzare materiali meno igroscopici. I materiali accessori non devono avere reazioni alcaline.
• Non sono consigliabili né la paglia, né la lana di legno, né i cartoni ondulati se incollati con silicato di sodio.
Come intercalari tra le lastre si possono usare prodotti polverulenti sostitutivi o carata di pH non superiore a 6. Sarà buona norma disporre le gabbie o le casse contenenti lastre di vetro non sul nudo pavimento, ma su due o più tasselli di legno onde ottenere in ogni caso una aerazione completa dell’imballo.
Si dovrà evitare di stoccare il materiale vetrario imballato per periodi lunghi. Le lastre dovranno essere stoccate in posizione prossima alla verticale. La manipolazione dei pacchi e delle lastre singole va fatta eseguire da personale specializzato per evitare rischi di rottura o danneggiamenti ed eventuali pericoli a persone. I prodotti vetrari posti a piè d’opera, o già installati in locali entro i quali si svolge attività di cantiere, devono essere resi appariscenti mediante opportune segnalazioni ed i coating vanno protetti.
Si dovranno interporre tra le lastre contrapposte opportuni intercalari per evitare graffiature.
Pulizia E Manutenzione Delle Vetrazioni
La pulizia delle superfici vetrate dovrà avvenire con acqua pulita o con prodotti alcalini.
I vetri a controllo solare ed antelio necessitano di una manutenzione specifica, su indicazione della ditta produttrice dei vetri.
Pulizia E Manutenzione Delle Vetri A Controllo Solare
I depositi pirolitici e magnetronici montati all’esterno delle vetrate debbono essere oggetto di cura e manutenzione adeguata.
In cantiere debbono essere protetti dai materiali edili, il cui deposito può comprometterne l’omogeneità d’aspetto.
In opera debbono essere protetti fino a lavori ultimati, quindi lavati con acqua e saponi non alcalini.
Modalità Di Conservazione E Cura
Le lastre dovranno essere debitamente protette contro gli urti accidentali durante il trasporto al cantiere, la movimentazione nell'ambito del cantiere stesso e la messa in opera.
Si dovrà provvedere alla regolare pulizia delle lastre. Si dovrà inoltre procedere ad un esame periodico delle giunzioni di tenuta stagna tra le vetrate ed effettuare le eventuali riparazioni.
Normativa Applicabile
S’intendono applicate le seguenti norme:
Prodotti Di Base
• UNI EN 572-1 “Definizioni, proprietà fisiche e meccaniche”
• UNI EN 572-2 ”Vetro Float”
• UNI EN 572-3 “Vetro lustro armato”
• UNI EN 572-4 “Vetro tirato”
• UNI EN 572-5 “Vetro stampato”
• UNI EN 572-5 “Vetro stampato armato”
• UNI EN 572-5 “Vetro profilato armato e non armato”
Coatings/Couches
• Pr EN 1096 - 1 “Definizioni e Classificazioni”
• Pr EN 1096 - 2 “Prove di invecchiamento per i coatings di classe A, B, ed S”
• Pr EN 1096 - 3 “Prove di invecchiamento per i coatings di classe C e D”
Vetri Stratificati
• UNI 7172 - “Vetri piani - Vetri stratificati per edilizia ed arredamento”
• UNI 9186 - ”Vetri piani - Vetri stratificati per l’edilizia ed arredamento con prestazioni antivandali smo ed anticrimine”
• UNI 9187 - Vetri piani - Vetri stratificati per l’edilizia ed arredamento con prestazioni antiproiettile
Vetrate Isolanti
• UNI 10593 - 1 “Generalità e tolleranze dimensionali”
• UNI 10593 - 2 “Prove di invecchiamento, misurazione della penetrazione vapore d’acqua e requisiti”
• UNI 10593 - 3 “Prove di tipo iniziali per la misurazione di perdita di gas su vetrate isolanti riempite con gas”
• UNI 10593 - 4 “Metodi di prova per la determinazione delle proprietà fisiche della sigillatura dei bordi”
Vetri Antincendio
• UNI 9723 “Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura. Prove e criteri di classificazione”
• UNI 9723 FAI 95 “Aggiornamento della 9723”
Posa In Opera Dei Vetri
• UNI 6534: “Vetrazioni in opera edilizia, – Progettazioni, materiali e posa in opera”
Varie
• UNI 6028: “Vetro piano - Molatura vetro piano in lastre - Termini e definizioni”
• UNI 7142: “Vetri piani - Vetri temperati per edilizia ed arredamento”
• UNI 7143: “Vetri piani - Spessore dei vetri piani per vetrazioni in funzione del loro dimensionamento, dell’azione del vento, del carico neve”
• UNI 7697: ”Vetri piani - Vetrazioni in edilizia - Criteri di sicurezza”
• UNI 6027: “Vetro piano - Taglio del vetro piano in lastre - Termini e definizioni”
• UNI 6487: “Vetro piano - Vetro trasparente float”
• UNI 6535: “Specchi di cristallo lustro incolore o di vetro lucido incolore”
• UNI 7144: “Vetri piani - Isolamento termico”
• UNI 7170: ”Vetri piani - Isolamento acustico”
• UNI 7171: “Vetri piani - Isolamento termico”
• UNI 7306: ”Vetri piani - Vetri profilati ad U”
• UNI 7499: “Misura spettofotometrica del colore”
Per tutte le norme citate s’intendono applicate le successive modifiche ed integrazioni.
A.17.5 Infissi tagliafuoco in Acciaio
Requisiti E Caratteristiche Dei Materiali, Maestranze E Mezzi D’opera
Le porte, saranno realizzate con telaio in lamiera pressopiegata di acciaio zincato a caldo, di spessore minimo mm 20/10 sagomato per ospitare cerniere fissate tramite saldatura a filo continuo.
Il telaio sarà corredato di n. 5+5 zanche a murare (numero di 5+5+1 su telaio a due battenti).
A scelta della DL il telaio potrà essere del tipo ad avvitare ovvero di fori per l’installazione con viti, su zanche premurate.
Le porte saranno dotate di guarnizioni per fumi caldi e fumi freddi applicate a bordo porta sul lato tra le due cerniere, sul lato inferiore e su tre lati a bordo telaio.
Le ante saranno realizzate in lamiera pressopiegata di acciaio zincato a caldo o in acciaio inox così come previsto in progetto di spessore minimo mm 8/10 con telaio perimetrale interno di spessore mm 4 chiodato sui lati.
L’isolamento interno sarà costituito da coibente ad alta potere isolante e di elevata resistenza
meccanica e di tenuta alle alte temperature.
Le cerniere, saranno realizzate in acciaio stampato e zincato, reversibili, di cui una di banco con boccole antiusura e una con perno e molla per autochiusura.
Ogni cerniera per anta sarà fissata all’anta stessa con 3+1 rivetti di acciaio rinforzati. Il numero di cerniere per anta sarà determinato dalle dimensioni della stessa.
Le ante saranno dotate di rostri di ancoraggio sul lato cerniera, per garantire una migliore protezione dalla flessione dell’anta causata dal riscaldamento della superficie.
Tutte le porte dovranno essere equipaggiate con:
• chiudiporta con sistema di chiusura idraulico con valvola termocostante; Le porte a doppio battente saranno dotate di:
• rostri mobili antincurvamento e antidivaricazione;
• selettore di chiusura a scomparsa;
• profilo ad L per l’accoppiamento ante a filo;
• pozzetto di battuta a pavimento per asta secondaria.
Tutte le porte saranno fornite con protezione pelabile autoadesiva.
Tutti gli elementi, qualora non in acciaio inox, dovranno essere verniciati a polveri epossidiche termoindurenti con spessore minimo di 60 micron con ciclo di cottura a 180° come da norme VECTAL - AAMA, tinta RAL da progetto ovvero in mancanza a scelta della DL.
Norme E Criteri Di Accettazione Dei Materiali
La DL, ai fini dell’accettazione di tutti i materiali, ha facoltà di procedere a controlli su campioni della fornitura e di richiedere attestati di conformità della fornitura alle prescrizioni di progetto.
Tutti i materiali devono essere prodotti da aziende che operino secondo un sistema di qualità aziendale certificato ISO 9001 ovvero che possano dimostrare di operare secondo i medesimi criteri e principi in modo da garantire il controllo di qualità del prodotto
Certificati D’origine, Campionature E Controlli Sui Materiali
L’Appaltatore dovrà fornire a sua cura e spese, tutte le schede tecniche, le campionature dei materiali e dei singoli componenti dei serramenti oggetto del presente appalto.
Le campionature sono finalizzate alla verifica dell’aspetto globale dei singoli componenti e dell’effetto cromatico dei serramenti – prima della loro produzione nei quantitativi previsti.
La D.L. si riserva, in tale sede di approntare le modifiche estetico-funzionali che riterrà necessarie.
L’Appaltatore dovrà comprovare le prestazioni richieste con i relativi certificati e pertanto dovrà predisporre:
La classe di reazione al fuoco dovrà essere certificata da organismi accreditati ai sensi del
D.M. 10/03/05 e s.m.i. La resistenza al fuoco dovrà essere certificata ai sensi della normativa vigente e dovrà riferirsi all’infisso in oggetto
Le prestazioni acustiche dovranno essere certificate ai sensi delle normative UNI EN ISO 140- 8; 140-6 e 140-12 nonché della normativa UNI EN ISO 717-2
Nei casi in cui il mercato non offrisse materiali e/o tecnologie specificamente e puntualmente certificati, ovvero le opere a farsi non rientrassero nelle tolleranze ammesse dalle certificazioni, l’Appaltatore provvederà, a propria cura e spese, al calcolo degli elementi e/o protezioni antincendio: saranno cioè calcolati, con riferimento ai materiali adottati, gli spessori e gli altri parametri tecnici necessari per la realizzazione degli infissi.; il calcolo sarà eseguito ed asseverato da tecnico qualificato, mentre l’Appaltatore assevererà la conformità dell’esecuzione al calcolo
effettuato. Qualora espressamente richiesto dall’Organo di Controllo preposto, l’Appaltatore provvederà inoltre all’ottenimento di specifiche certificazioni, realizzando le campionature richieste, inviando i campioni e prestando l’assistenza per le prove in forno, pagando i relativi diritti ed assumendosi ogni altro onere.
Le certificazioni e prove di laboratorio saranno ammesse solo se provenienti da Istituti autorizzati.
Conservazione E Cura Dei Materiali In Cantiere
Sia durante la giacenza in cantiere, che durante il loro trasporto, sollevamento e posa in opera, l'Appaltatore dovrà aver cura che gli infissi non abbiano a subire guasti o lordure, proteggendoli dagli urti, dalla calce, etc., sia nelle superfici che negli spigoli.
Il deposito in cantiere degli infissi sarà effettuato in appositi locali che li proteggano dagli agenti atmosferici e dall'umidità. Gli infissi dovranno essere isolati dal suolo disposti in posizione verticale fra idonei regoli distanziatori.
I controtelai depositati in cantiere saranno muniti di struttura di controventatura che ne assicuri l'indeformabilità.
Gli infissi metallici con la superficie già trattata saranno protetti da idoneo imballaggio o da pellicola protettiva.
I profili su cui va fatto l’incollaggio strutturale dovranno essere conservati al coperto ed in un luogo asciutto e privo di polvere; durante la manipolazione e la lavorazione non deve essere fatta nessuna operazione che alteri la condizione delle superfici
I telai o ante dei serramenti depositate in cantiere che presentino segni di deterioramento che ne alterino le caratteristiche funzionali o di aspetto verranno sostituiti
A.17.5 Infissi previsti
o Bussola di ingresso composta da n° quattro porte TSA TOS (2 su fronte facciata e 2 lato interno bussola, separate da interposta colonna centrale da mm. 350) a chiusura di vano Lt mm. 5250 x 2500 H circa compreso incasso in lamiera.
o Porte tagliafuoco: sono previste a uno o due battenti con anta in acciaio preverniciato coibentata con doppio strato di lana minerale impregnato con colla a base di calciosilicati più foglio di alluminio intermedio. Si considera anche la presenza di maniglione antipanico; la resistenza al fuoco è REI 120. Le aperture del vano previste sono 900 mm, 1.500 mm e 1.800 mm.
o Porta interna scorrevole a tenuta semplice in legno con anta mobile tamburata e con bordi impiallacciati. Apertura vano 900 mm.
o Fornitura e posa in opera di porta interna realizzata in una o due ante a battente, intelaiatura perimetrale con profilati in alluminio e pannelli con reticolo in legno. Telaio realizzato con profilati di alluminio. Dimensioni 700 x 2.100 mm, 900 x 2.100 mm e 1.200 x 2.100 mm.
o Infisso in alluminio anodizzato a taglio termico ad una o due ante apribili con profilati in lega di alluminio estruso da accoppiare a lastre di vetro di sicurezza stratificato dello spessore di 6/7 mm. Dimensioni 900 x 2.100 mm, 1200 x 2.100 mm.
o Porta scorrevole a tenuta ermetica sui 4 lati realizzata in una anta scorrevole. La porta sarà completa di: controtelaio da premurare, in lamiera di acciaio zincato; telaio fisso coprimuro in lamiera di alluminio. Pannello anta spessore 40 mm, costruito con intelaiatura perimetrale in speciali profilati arrotondati estrusi in lega di alluminio anodizzato pannello portante sandwich mm. 40 complanare formato da due lastre in laminato plastico con
all'interno poliuretano espanso ignifugo ed atossico ad alta densità iniettato sotto pressa. Dimensioni 1200 x 2.100 mm.
o Porta per esterni con battente in acciaio in doppia lamiera da 15/10 zincata a caldo verniciata a base di polivinilcloruro, spessore totale 45 mm, pressopiegato su 3 lati, con rinforzo interno ed isolamento in lana minerale (coefficiente di trasmissione termica k = 2,1 W/m² K, insonorizzazione Rw ca. 27 dB (A)). Vano passaggio di 1200 mm.
o Fornitura e posa in opera di porta scorrevole telescopica TSA, TOS realizzata in tre ante di cui una semifissa e due scorrevoli parallelamente e simultaneamente a sovrapporsi sull'elemento fisso. Ante in profilati estrusi di alluminio da mm. 50 verniciata a fuoco o elettrocolorata. Vetratura antinfortunistica in vetro stratificato 44.2 composto da due lastre float trasparente da mm.4 con interposto film p.v.b.
o Fornitura e posa in opera di porta manuale a due ante con maniglione antipanico per via d'esodo, costruita in profilati estrusi di alluminio da mm. 50 verniciata a fuoco o elettrocolorata.Vano passaggio di 1200 mm.
o Fornitura e posa in opera di porta scorrevole telescopica TSA, realizzata in tre ante di cui una fissa e due scorrevoli parallelamente e simultaneamente a sovrapporsi sull'elemento fisso. Ante in profilati estrusi di alluminio da mm. 50 verniciata a fuoco o elettrocolorata. Vetratura antinfortunistica in vetro stratificato 44.2 composto da due lastre float trasparente da mm.4 con interposto film p.v.b.
CONTROSOFFITTI
A.18.1 Generalità
I controsoffitti potranno essere realizzati secondo i materiali, le tipologie e le caratteristiche di seguito elencate.
L'orditura primaria di sostegno sarà pendinata al solaio per mezzo di barre filettate o similari; i fori per il fissaggio delle pendinature non dovranno in alcun modo compromettere la stabilità degli elementi strutturali.
Il sistema di sospensione e di montaggio degli elementi di controsoffitto, i diversi tipi di profilati metallici adottati per l'orditura di sostegno, dovranno essere determinati in modo da assicurare, senza rischio di manomissione dei manufatti e nel modo più agevole, la totale smontabilità del controsoffitto in ogni sua parte, al fine di consentire l'ispezione e la manutenzione degli impianti soprastanti.
Dovrà in ogni caso essere garantita:
- l'orizzontalità della superficie controsoffittata (gli errori di orizzontalità, non sommabili, misurati in qualsiasi punto della controsoffittatura non dovranno essere maggiori di 4 mm rispetto alla situazione ideale);
- la planarità dell'intradosso (rivelata mediante regolo perfettamente rettilineo di 4 m che appoggiato alle doghe in qualsiasi posizione non dovrà denunciare irregolarità maggiori di 1, 5 mm);
- il perfetto allineamento, longitudinale e trasversale;
- la perfetta l'uniformità del colore;
- la perfetta aderenza della eventuale verniciatura.
A.18.2 Controsoffitto in gessofibra su telaio metallico
Il controsoffitto in gessofibra su telaio metallico è costituito da lastre a bordi assottigliati, avvitate su di una struttura metallica realizzata con appositi profili e sospensioni.
La distanza tra i profili dipende dallo spessore delle lastre utilizzate e dal loro senso di posa: possono infatti essere disposte parallelamente ai profili o in posizione perpendicolare.
I profili si innestano direttamente sulle sospensioni, con interasse massimo di 0,60 m e sono costituiti da lamiera in acciaio di spessore pari a 0,60 mm.
Le sospensioni saranno disposte con interasse massimo pari a m 1,30.
Completate le operazioni, dovrà ottenersi una superficie atta a permettere direttamente l’applicazione delle finiture, priva di polveri e di fori.
A.18.3 Controsoffitto in fibra minerale
I pannelli in fibre minerali dovranno essere rispondenti alle prescrizioni di progetto.
Di dimensioni pari a 600x600 mm e spessori compresi tra 15 e 17 mm, dovranno essere ignifughi.
A.18.4 Controsoffitto in pannelli fonoassorbenti in MDF
Il sistema è costituito da pannelli in MDF montati su profili ad “U”, a loro volta agganciati al supporto tramite pendini metallici, con interposto materassino isolante in fibra di poliestere dello spessore 20 mm in classe 1di reazione al fuoco.
I controsoffitti dovranno essere realizzati con pannelli fonoassorbenti, costituito da lamelle realizzate con pannello MDF a basso contenuto di formaldeide E1 e con Reazione al fuoco in Classe 1 (dovrà essere allegata la copia del test sul prodotto finito, non sul pannello semilavorato) con certificato CE ”B s1 d0” sul prodotto finito. Il pannello dovrà essere monolitico (sono assolutamente esclusi i pannelli accoppiati o stratificati) e di spessore non inferiore a mm 16; la foratura dovrà essere assolutamente di tipo conico /circolare scaturiti da precise ricerche fonometriche, e quindi sono da escludere i fori di diversa sezione non compatibili con valori fonometrici accettabili.
Il retro del pannello dovrà avere un rivestimento con tessuto fonoassorbente colore nero - sp.
0,25 mm. - peso 65 gr./mq.
I valori di fonoassorbenza 'minimi' secondo la normativa ISO 354 che, dovranno essere supportati da opportuna documentazione. Tali valori dovranno essere ricavati dalle schede tecniche ricordando che per la voce umana le frequenze significative sono quelle medie (400-1500 Hz.).
A.18.5 Giunti per controsoffitti
Il giunto di dilatazione, in grado di consentire movimenti differenziali, deve essere realizzato in corrispondenza dei giunti di dilatazione della struttura portante dell’edificio e nel caso di grandi dimensioni, l’opera deve essere interrotta ogni 12 m di sviluppo del soffitto.
Tali giunti strutturali verranno realizzati con profili portanti in alluminio da faccia a vista e guarnizione in
neoprene cellulare elastica; avranno altezza pari a 25 mm e verranno posti in opera in corrispondenza della nuova realizzazione della porzione di edificio.
A.18.6 Controsoffitti previsti
o Controsoffitto in lastre prefabbricate di cartongesso, fissate mediante viti autofilettanti alla struttura portante costituita da profilati in acciaio zincato con interasse non superiore a 60 cm, compresi la finitura dei giunti, la sigillatura delle viti, il materiale di fissaggio, pannello in gesso protetto o cartongesso dello spessore 15 mm
o Controsoffitto realizzato con pannelli di alluminio smontabili verniciati esternamente a superficie liscia delle dimensioni di 600x600 mm, applicati mediante sistema a clips su orditura metallica portante con profili triangolari nascosti, inclusi profili intermedi e perimetrali:" Con finitura lucida
o Controsoffittatura composita composta da controsoffitto in lastre prefabbricate di cartongesso, fissate mediante viti autofilettanti alla struttura portante costituita da profilati in acciaio zincato con interasse non superiore a 60 cm, compresi la finitura dei giunti, la sigillatura delle viti, il materiale di fissaggio con inserti di controsoffitto metallico modulare fonoassorbente tipo Delta"A" Prometal o similare
o Controsoffitto realizzato in pannelli di alluminio preverniciato dim. 600x1200 mm, spess. mm. 0,5 tipo Dualgrid o equivalente, colore bianco composti da elementi (TM e TF) aventi sezione a U con altezza di mm 40 e base da mm 10 a formare una maglia 50x200 creando un dislivello di 18 mm tra i due elementi. In senso longitudinale le pannellature verranno affiancate l’una all’altra e sospese per inserimento su profilo portante realizzato dello stesso materiale ottenendo così un controsoffitto lineare. Struttura portante sospesa al soffitto mediante pendinatura rigida Ø2 regolabile mediante molla. Incluso profilo perimetrale a “C” 30x 52x10 in alluminio preverniciato 5/10 dello stesso colore del gigliato. Reazione al fuoco classe A1 secondo quanto previsto dalla norma EN 13964/2007. Sono inclusi e compensati nel prezzo tutti gli oneri e quant'altro previsto dalle descrizioni di capitolato e specifiche tecniche di pertinenza nonchè la realizzazione di eventuali velette e fasce di compensazione in cartongesso.
o Fornitura e posa in opera di controsoffitto ribassato rispetto al solaio esistente, ad orditura metallica doppia in acciaio MgZ spess. 6/10 con guide U 30x27x30 e profili C Plus 27x50x27 sia per l'orditura primaria posta ad interasse di 1000 mm, che per l'orditura secondaria posta ad interasse pari a 300 mm. La struttura primaria sarà vincolata al solaio tramite specifiche sospensioni tipo Knauf Nonius, poste ad interasse di 750 mm. Il rivestimento dell’orditura sarà realizzato con uno strato singolo di lastre in cemento rinforzato tipo Knauf Aquapanel Skylite, spessore 8 mm, che saranno avvitate all'orditura metallica con speciali viti Aquapanel Maxi Screws – altamente resistenti alla corrosione-, poste ad interasse non superiore a 150 mm, lasciando un giunto tra le lastre pari a circa 4 mm.
Controsoffitto comprensivo della stuccatura dei giunti tra lastre da eseguirsi con
stucco tipo Aquapanel Joint Filler Grey e nastro Aquapanel® Tape, resistente agli alcali, in modo da ottenere una superficie pronta per la successiva rasatura. La finitura sarà eseguita prima con l'applicaizone di Primer tipo Aquapanel, quindi con l'applicazione di stucco tipo Aquapanel Exterior Basecoat sull'intera superficie con uno spessore di 5 mm. Nella rasatura sarà inserita la rete di rinforzo tipo Aquapanel Reinforcing. Ulteriore strato sottile di finitura tipo Aquapanel Exterior Basecoat per uno spessore massimo di 3 mm.
CAPITOLO “B” - OPERE CIVILI
“MODALITA' DI ESECUZIONE E NORME DI MISURAZIONE DELLE VARIE CATEGORIE DI LAVORO”
B.1 DEMOLIZIONI
B.1.1 Generalità
Prima dell’inizio dei lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire.
In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi.
Tutte le demolizioni dovranno essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni in modo da non danneggiare le parti residue degli elementi di fabbrica o elementi costruttivi, prevenendo altresì qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro ed evitando disturbo.
L’Appaltatore dovrà inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare, disponendole in modo da non deteriorare i materiali che la Direzione Lavori ritiene di poter impiegare nuovamente.
Le demolizioni dovranno riguardare esclusivamente le parti indicate in progetto e/o dalla Direzione Lavori. Quando, per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, esse saranno poste in pristino a cura e spese dell’Appaltatore, senza alcun compenso aggiuntivo.
Tutti i materiali riutilizzabili devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Stazione Appaltante usando le cautele necessarie per evitare di danneggiarli o disperderli.
I materiali demoliti saranno di proprietà della Stazione Appaltante, la quale potrà decidere del loro impiego a scopi utili od ordinare all’Appaltatore l'allontanamento a rifiuto in aree disposte a cura e spese dello stesso.
Nel preventivare l’opera di demolizione e nel descrivere le disposizioni di smontaggio e demolizione delle parti d’opera, l’Appaltatore dovrà sottoscrivere di aver preso visione dello stato di fatto delle opere da eseguire e della natura dei manufatti.
B.1.2 Puntelli ed opere di presidio
Nel caso di demolizioni, rimozioni, consolidamenti in opera, ove sussista la possibilità di crolli improvvisi, per assicurare l’integrità fisica degli addetti, devono essere eseguiti puntellamenti, rafforzamenti ed opere simili. Gli elementi strutturali provvisori vengono di solito realizzati in legname o in tubi di ferro: constano di una estremità che deve essere vincolata alla struttura da presidiare (testa) e di un’altra (piede) ancorata ad una base d’appoggio interna o esterna alla struttura. I vincoli della testa dipendono dall’azione localizzata che hanno sulla struttura: una superficie poco compatta ed affidabile costringe a trovare artifizi o soluzioni alternative.
La base su cui poggia il piede può essere costituita da elementi dello stesso materiale dei puntelli.
Le strutture di presidio preposte a svolgere un’azione di sostegno (strutture orizzontali), sono costituite da ritti verticali (posti a contrasto con la struttura singolarmente, in coppia o in gruppo) e da traversi che contrastano l’eventuale slittamento dei ritti. Nel caso si debbano presidiare strutture contro movimenti di rotazione o traslazione (strutture verticali), gli elementi di presidio sono costituiti da assi inclinati. In questo caso si può parlare di puntellatura di contenimento (puntelli, solitamente lignei, incassati nella muratura, messi in opera con cunei e poggianti a terra su una platea di tavolati normali fra loro) oppure di puntellatura di contenimento e sostegno(coppie di travi lignee collegate fra loro ad intervalli per eliminare tensioni da carico di punta).
B.1.3 Demolizioni di strutture orizzontali, verticali e di partizioni interne
I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall’alto verso il basso. Non deve essere pregiudicata la stabilità delle strutture portanti o di collegamento di quelle adiacenti. Non devono essere deteriorati i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni a favore dell’Amministrazione appaltante.
È vietato gettare dall’alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso convogliandoli in appositi canali il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere realizzati in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. L’imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone.
L’accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall’alto.
Il materiale di demolizione costituito da elementi pesanti od ingombranti deve essere calato a terra con mezzi idonei.
Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere. Per altezze da due a cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza.
B.1.3.1 Rimozione di serramenti
Prima dell’avvio della rimozione dei serramenti l’Appaltatore procederà a rimuovere tutti i vetri, portandoli alla quota di campagna per l’accatastamento temporaneo o per il carico su mezzo di trasporto alle pubbliche discariche.
I serramenti, in caso di demolizione parziale, dovranno essere rimossi senza arrecare danno ai paramenti murari ovvero tagliando con mola abrasiva le zanche di ancoraggio del telaio alla muratura medesima, senza lasciare elementi metallici o altre asperità in sporgenza dal filo di luce del vano.
La Stazione Appaltante, qualora intenda riutilizzare tutti o parte dei serramenti rimossi, dovrà segnalare per iscritto all’Appaltatore, prima dell’inizio lavori, il numero, il tipo e la posizione degli stessi che, previa maggiorazione dei costi da quantificarsi per iscritto in formula preventiva, saranno rimossi integralmente e stoccati in luogo protetto dalle intemperie, dall’umidità di risalita o dagli urti, separatamente dagli altri, in attesa di definizione della destinazione.
I vani lasciati aperti dalla rimozione dei serramenti esterni, secondo le specifiche situazioni, dovranno essere provvisoriamente chiusi a mezzo di lastre per esterni, o, per situazioni estremamente circoscritte, con teli impermeabili.
Le divisioni provvisorie, che in taluni casi rimarranno installate per parecchi mesi (ad esempio delimitazione con aree di cantiere degli avancorpi), dovranno svolgere funzioni le funzioni tecnologiche di involucro edilizio per esterni ed assicurare che gli ambienti all’interno dell’aerostazione siano utilizzabili dal pubblico.
Dovrà perciò essere assicurata la tenuta all’acqua e al vento e, in caso di danni provocati da inadempienza, sarà responsabile l’Appaltatore che, a suo carico, dovrà provvedere a porre in pristino quanto danneggiatosi.
B.2 STRUTTURE IN ACCIAIO
B.2.1 Generalità
Le strutture di acciaio dovranno essere progettate e costruite tenendo conto di quanto disposto dal D.P.R. 380/2001 e s.m.i., dal D.M. 14 gennaio 2008, dalle circolari e relative norme vigenti. I materiali e i prodotti devono rispondere ai requisiti indicati nel punto 11.3. del D.M. 14 gennaio 2008.
L'Appaltatore sarà tenuto a presentare in tempo utile, prima dell'approvvigionamento dei materiali, all'esame ed all'approvazione della Direzione dei Lavori:
a) gli elaborati progettuali esecutivi di cantiere, comprensivi dei disegni esecutivi di officina, sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino: numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e peso teorici di ciascun elemento costituente la struttura, nonché la qualità degli acciai da impiegare;
b) tutte le indicazioni necessarie alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle opere di fondazione.
I suddetti elaborati dovranno essere redatti a cura e spese dell'Appaltatore.
Requisiti per la Progettazione e l'Esecuzione Spessori limite per elementi portanti
È vietato l'uso di profilati con spessore t < 4 mm.
Una deroga a tale norma, fino ad uno spessore t = 3mm, è consentita per opere sicuramente protette contro la corrosione, quali per esempio tubi chiusi alle estremità e profili zincati, od opere non esposte agli agenti atmosferici.
Le limitazioni di cui sopra non riguardano elementi e profili sagomati a freddo.
Acciaio incrudito
È proibito l’impiego di acciaio incrudito in ogni caso in cui si preveda la plasticizzazione del materiale (analisi plastica, azioni sismiche o eccezionali, ecc.) o prevalgano i fenomeni di fatica.
Giunti di tipo misto
In uno stesso giunto è vietato l'impiego di differenti metodi di collegamento di forza (ad esempio saldatura e bullonatura), a meno che uno solo di essi sia in grado di sopportare l'intero
sforzo, ovvero sia dimostrato, per via sperimentale o teorica, che la disposizione costruttiva è esente dal pericolo di collasso prematuro a catena.
Problematiche specifiche
In relazione a:
- Preparazione del materiale,
- Tolleranze degli elementi strutturali di fabbricazione e di montaggio,
- Impiego dei xxxxx xxxxxx,
- Variazioni di sezione,
- Intersezioni,
- Collegamenti a taglio con bulloni normali e chiodi,
- Tolleranze foro – bullone. Interassi dei bulloni e dei chiodi. Distanze dai margini,
- Collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza,
- Collegamenti saldati,
- Collegamenti per contatto, oltre al D.M. 14 gennaio 2008, si può far riferimento a normative di comprovata validità.
Apparecchi di appoggio
La concezione strutturale deve prevedere facilità di sostituzione degli apparecchi di appoggio, nel caso in cui questi abbiano vita nominale più breve di quella della costruzione alla quale sono connessi.
Verniciatura e zincatura
Gli elementi delle strutture in acciaio, a meno che siano di comprovata resistenza alla corrosione, devono essere adeguatamente protetti mediante verniciatura o zincatura, tenendo conto del tipo di acciaio, della sua posizione nella struttura e dell'ambiente nel quale è collocato. Devono essere particolarmente protetti i collegamenti bullonati (precaricati e non precaricati), in modo da impedire qualsiasi infiltrazione all'interno del collegamento.
Anche per gli acciai con resistenza alla corrosione migliorata (per i quali può farsi utile riferimento alla norma UNI EN 10025-5) devono prevedersi, ove necessario, protezioni mediante verniciatura.
Nel caso di parti inaccessibili, o profili a sezione chiusa non ermeticamente chiusi alle estremità, dovranno prevedersi adeguati sovraspessori.
Gli elementi destinati ad essere incorporati in getti di calcestruzzo non devono essere verniciati:
possono essere invece zincati a caldo.
Controlli in Corso di Lavorazione
L'Appaltatore dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti certificati di qualificazione, dei quali dovrà esibire la copia a richiesta della Direzione dei Lavori.
Alla Direzione dei Lavori è riservata comunque la facoltà di eseguire in ogni momento della lavorazione tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i materiali impiegati siano quelli certificati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta regola d'arte.
Ogni volta che le strutture metalliche lavorate si rendono pronte per il collaudo l'Appaltatore informerà la Direzione dei Lavori, la quale darà risposta entro 8 giorni fissando la data del collaudo in contraddittorio, oppure autorizzando la spedizione delle strutture stesse in cantiere.
Identificazione e Rintracciabilità dei Prodotti Qualificati
Ciascun prodotto qualificato deve costantemente essere riconoscibile per quanto concerne le caratteristiche qualitative e riconducibile allo stabilimento di produzione tramite marchiatura indelebile depositata presso il Servizio Tecnico Centrale, dalla quale risulti, in modo inequivocabile, il riferimento all'Azienda produttrice, allo Stabilimento, al tipo di acciaio ed alla sua eventuale saldabilità.
Ogni prodotto deve essere marchiato con identificativi diversi da quelli di prodotti aventi differenti caratteristiche, ma fabbricati nello stesso stabilimento e con identificativi differenti da quelli di prodotti con uguali caratteristiche ma fabbricati in altri stabilimenti, siano essi o meno dello stesso produttore. La marchiatura deve essere inalterabile nel tempo e senza possibilità di manomissione.
La mancata marchiatura, la non corrispondenza a quanto depositato o la sua illeggibilità, anche parziale, rendono il prodotto non impiegabile.
Qualora, sia presso gli utilizzatori, sia presso i commercianti, l'unità marchiata (pezzo singolo o fascio) venga scorporata, per cui una parte, o il tutto, perda l'originale marchiatura del prodotto è responsabilità sia degli utilizzatori sia dei commercianti documentare la provenienza mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Servizio Tecnico Centrale.
Nel primo caso i campioni destinati al laboratorio incaricato delle prove di cantiere devono essere accompagnati dalla sopraindicata documentazione e da una dichiarazione di provenienza rilasciata dalla Direzione dei Lavori, quale risulta dai documenti di accompagnamento del materiale.
I produttori ed i successivi intermediari devono assicurare una corretta archiviazione della documentazione di accompagnamento dei materiali garantendone la disponibilità per almeno 10 anni. Ai fini della rintracciabilità dei prodotti, l'Appaltatore deve, inoltre, assicurare la conservazione della medesima documentazione, unitamente a marchiature o etichette di riconoscimento, fino al completamento delle operazioni di collaudo statico.
Tutti i certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai, sia in stabilimento che in cantiere o nel luogo di lavorazione, devono riportare l'indicazione del marchio identificativo, rilevato a cura del laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse rientrare fra quelli depositati presso il Servizio Tecnico Centrale le certificazioni emesse dal laboratorio non possono assumere valenza e di ciò ne deve essere fatta esplicita menzione sul certificato stesso.
In tal caso il materiale non può essere utilizzato ed il Laboratorio incaricato è tenuto ad informare di ciò il Servizio Tecnico Centrale.
Le prove e le modalità di esecuzione sono quelle prescritte dal D.M. 14 gennaio 2008 ed altri eventuali a seconda del tipo di metallo in esame.
L'Appaltatore dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti certificati di qualificazione, dei quali dovrà esibire la copia a richiesta della Direzione dei Lavori.
Alla Direzione dei Lavori è riservata comunque la facoltà di eseguire in ogni momento della lavorazione tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i materiali impiegati siano quelli certificati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta regola d'arte.
Ogni volta che le strutture metalliche lavorate si rendono pronte per il collaudo l'Appaltatore informerà la Direzione dei Lavori, la quale darà risposta entro 8 giorni fissando la data del collaudo in contraddittorio, oppure autorizzando la spedizione delle strutture stesse in cantiere.
Forniture e Documentazione di Accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l'obbligo della Marcatura CE, devono essere accompagnate dalla copia dell'attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
L'attestato può essere utilizzato senza limitazione di tempo.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
La Direzione dei Lavori prima della messa in opera, è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare quanto indicato nel punto 11.3.1.7 del D.M. 14 gennaio 2008, a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui al punto 11.3.1.7 del medesimo decreto, dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l'eventuale materiale lavorato.
Centri di Trasformazione
Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l'intervento di un trasformatore devono essere accompagnati da idonea documentazione, che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso.
Ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomati o preassemblati deve essere accompagnata:
a) da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell'attestato di avvenuta dichiarazione di attività, rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione;
b) dall'attestazione inerente l'esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal Direttore Tecnico del centro di trasformazione, con l'indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata. Qualora la Direzione dei Lavori lo richieda, all'attestazione di cui sopra potrà seguire copia dei certificati relativi alle prove effettuate nei giorni in cui la lavorazione è stata effettuata.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l'eventuale materiale lavorato.
Montaggio
Il montaggio in opera di tutte le strutture costituenti ciascun manufatto sarà effettuato in conformità a quanto, a tale riguardo, è previsto nella relazione di calcolo.
Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito ed il montaggio, si dovrà porre la massima cura per evitare che le strutture vengano sovrasollecitate o deformate.
Le parti a contatto con funi, catene od altri organi di sollevamento saranno opportunamente protette.
Il montaggio sarà eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto, nel rispetto dello stato di sollecitazione previsto nel progetto medesimo.
In particolare, per quanto riguarda le strutture a travata, si dovrà controllare che la controfreccia ed il posizionamento sugli apparecchi di appoggio siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le tolleranze previste.
La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrà essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui.
L'assemblaggio ed il montaggio in opera delle strutture dovrà essere effettuato senza che venga interrotto il traffico di cantiere sulla eventuale sottostante sede stradale salvo brevi interruzioni durante le operazioni di sollevamento, da concordare con la Direzione dei Lavori.
Nella progettazione e nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l'Appaltatore è tenuto a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata, ed in particolare:
- per l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua;
- per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.;
- per le interferenze con servizi di soprasuolo e di sottosuolo.
Prove di Carico e Xxxxxxxx Xxxxxxx
Prima di sottoporre le strutture di acciaio alle prove di carico, dopo la loro ultimazione in opera e di regola, prima che siano applicate le ultime mani di vernice, quando prevista, verrà eseguita da parte della Direzione dei Lavori una accurata visita preliminare di tutte le membrature per constatare che le strutture siano state eseguite in conformità ai relativi disegni di progetto, alle buone regole d'arte ed a tutte le prescrizioni di contratto.
Ove nulla osti, si procederà quindi alle prove di carico ed al collaudo statico delle strutture; operazioni che verranno condotte, a cura e spese dell'Appaltatore, secondo le prescrizioni contenute nei decreti ministeriali vigenti e nel D.P.R. 380/2001 e s.m.i.
B.2.2 Acciaio per Strutture Metalliche Generalità
Per la realizzazione di strutture metalliche e di strutture composte si dovranno utilizzare
acciai conformi alle norme armonizzate della serie UNI EN 10025 (per i laminati), UNI EN 10210 (per i tubi senza saldatura) e UNI EN 10219-1 (per i tubi saldati), recanti la Marcatura CE, cui si applica il sistema di attestazione della conformità e per i quali si rimanda a quanto specificato alla lettera A del punto 11.1 del D.M. 14 gennaio 2008; per i prodotti per cui non sia applicabile la marcatura CE, si rimanda a quanto specificato alla lettera B del medesimo punto e si applica la procedura di cui al punto 11.3.4.11. del medesimo decreto.
Processo di saldatura
La saldatura degli acciai dovrà avvenire con uno dei procedimenti all'arco elettrico codificati secondo la norma UNI EN ISO 4063. È ammesso l'uso di procedimenti diversi purché sostenuti da adeguata documentazione teorica e sperimentale.
I saldatori nei procedimenti semiautomatici e manuali dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN 287-1 da parte di un Ente terzo. A deroga di quanto richiesto nella norma UNI EN 287-1, i saldatori che eseguono giunti a T con cordoni d'angolo dovranno essere specificamente qualificati e non potranno essere qualificati soltanto mediante l'esecuzione di giunti testa-testa.
Gli operatori dei procedimenti automatici o robotizzati dovranno essere certificati secondo la norma UNI EN 1418.
Tutti i procedimenti di saldatura dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN ISO 15614-1.
Le durezze eseguite sulle macrografie non dovranno essere superiori a 350 HV30.
Per la saldatura ad arco di prigionieri di materiali metallici (saldatura ad innesco mediante sollevamento e saldatura a scarica di condensatori ad innesco sulla punta) si applica la norma UNI EN ISO 14555; valgono perciò i requisiti di qualità di cui al prospetto A1 della appendice A della stessa norma.
Le prove di qualifica dei saldatori, degli operatori e dei procedimenti dovranno essere eseguite da un Ente terzo; in assenza di prescrizioni in proposito l'Ente sarà scelto dal costruttore secondo criteri di competenza e di indipendenza.
Sono richieste caratteristiche di duttilità, snervamento, resistenza e tenacità in zona fusa e in zona termica alterata non inferiori a quelle del materiale base.
Nell'esecuzione delle saldature dovranno inoltre essere rispettate le norme UNI EN 1011 parti 1 e 2 per gli acciai ferritici e della parte 3 per gli acciai inossidabili. Per la preparazione dei lembi si applicherà, salvo casi particolari, la norma UNI EN ISO 9692-1.
Le saldature saranno sottoposte a controlli non distruttivi finali per accertare la corrispondenza ai livelli di qualità stabiliti dal progettista sulla base delle norme applicate per la progettazione.
In assenza di tali dati per strutture non soggette a fatica si adotterà il livello C della norma UNI EN ISO 5817 e il livello B per strutture soggette a fatica.
L'entità ed il tipo di tali controlli, distruttivi e non distruttivi, in aggiunta a quello visivo al 100%, saranno definiti dal Collaudatore e dal Direttore dei Lavori; per i cordoni ad angolo o giunti a parziale penetrazione si useranno metodi di superficie (ad es. liquidi penetranti o polveri magnetiche), mentre per i giunti a piena penetrazione, oltre a quanto sopra previsto, si useranno metodi volumetrici e cioè raggi X o gamma o ultrasuoni per i giunti testa a testa e solo ultrasuoni per i giunti a T a piena penetrazione.
Per le modalità di esecuzione dei controlli ed i livelli di accettabilità si potrà fare utile riferimento alle prescrizioni della norma UNI EN ISO 17635.
Tutti gli operatori che eseguiranno i controlli dovranno essere qualificati secondo la norma UNI EN ISO 9712 almeno di secondo livello.
Procedure di controllo su acciai da carpenteria - Controlli di accettazione in cantiere
I controlli in cantiere, demandati al Direttore dei Lavori, sono obbligatori e devono essere eseguiti secondo quanto disposto al punto 11.3.3.5.3 del D.M. 14 gennaio 2008, effettuando un prelievo di almeno 3 saggi per ogni lotto di spedizione, di massimo 30 t.
Qualora la fornitura, di elementi lavorati, provenga da un Centro di trasformazione, il Direttore dei Lavori, dopo essersi accertato preliminarmente che il suddetto Centro di trasformazione sia in possesso di tutti i requisiti previsti, può recarsi presso il medesimo Centro di trasformazione ed effettuare in stabilimento tutti i controlli di cui sopra. In tal caso il prelievo dei campioni viene effettuato dal Direttore Tecnico del Centro di trasformazione secondo le disposizioni del Direttore dei Lavori; quest'ultimo deve assicurare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc., che i campioni inviati per le prove al laboratorio incaricato siano effettivamente quelli da lui prelevati, nonché sottoscrivere la relativa richiesta di prove.
Per le modalità di prelievo dei campioni, di esecuzione delle prove e di compilazione dei certificati valgono le disposizioni di cui al punto 11.3.3.5.3 del D.M. 14 gennaio 2008.
Elementi non strutturali
Tutti gli elementi non strutturali e "secondari" devono rispettare quanto prescritto al Cap. 7.2.3 del DM 2008.
B.3 MICROPALI
È prevista la realizzazione di fondazioni con l’utilizzo di pali speciali di piccolo diametro (250 mm) e di elevata capacità portante (micropali) eseguiti a rotazione o rotopercussione, verticali o inclinati fino a 20 gradi rispetto alla verticale, realizzati con armatura tubolare in acciaio Fe 510 in spezzoni manicottati e della lunghezza media di m 3-5, lunghezza totale fino m 30, muniti di valvole di non ritorno intervallate ogni cm 100 circa, nella parte inferiore per il 50% circa della lunghezza totale, iniettati (getto primario) a bassa pressione con miscela cementizia additiva, per creazione di guaina tra la parete e l’anima tubolare in acciaio, iniettati successivamente (iniezione secondaria) ad alta pressione in più riprese con la stessa miscela, nella parte valvolata, per la creazione del bulbo di ancoraggio, fino ad assorbimento di miscela cementizia pari ad almeno 3 volte il volume teorico del foro.
Si prevede l’utilizzo di miscela cementizia con resistenza ai solfati, con rapporto acqua cemento non superiore a 0,45.
B.3.1 Definizione
Con tale denominazione vengono identificati pali trivellati ottenuti attrezzando le perforazioni di piccolo diametro (d ≤ 250 mm) con tubi metallici, che possono anche essere dotati di valvole di non ritorno (a secondo delle modalità di solidarizzazione con il terreno), che sono connessi al terreno mediante:
- riempimento a gravità;
- riempimento a bassa pressione;
- iniezione ripetuta ad alta pressione.
Tali modalità di connessione con il terreno, sono da applicare rispettivamente:
per micropali eseguiti in roccia o terreni coesivi molto compatti il cui modulo di deformabilità a breve termine sia superiore ai 200 MPa, utilizzeremo il primo tipo di connessione;
per micropali eseguiti in terreni di qualunque natura, caratterizzati da un modulo di deformazione a breve termine inferiore a 200 MPa, utilizzeremo il secondo ed il terzo tipo di connessione.
L’armatura metallica può essere costituita da:
- tubo senza saldature, eventualmente dotato di valvole di non ritorno;
- da un profilato metallico della serie UNI a doppio piano di simmetria;
- da una gabbia di armature costituita da ferri longitudinali correnti del tipo ad adernza migliorata, e da una staffatura esterna costituita da anelli o spirali continue in tondo ad aderenza migliorata o liscio.
B.3.2 Preparazione del piano di lavoro
L’Impresa dovrà aver cura di accertare che l’area di lavoro non sia attraversata da tubazioni, cavi elettrici o manufatti sotterranei che, se incontrati durante l’esecuzione dei pali, possono recare danno alle maestranze di cantiere o a terzi.
Per la realizzazione dei pali in alveo, in presenza di un battente di acqua fluente, l’Impresa predisporrà la fondazione di un piano di lavoro a quota sufficientemente elevata rispetto a quella dell’acqua per renderlo transitabile ai mezzi semoventi portanti le attrezzature di infissione o di perforazione e relativi accessori e di tutte le altre attrezzature di cantiere.
B.3.3 Perforazioni e modalità di getto
Le tecniche di perforazione e le modalità di getto dovranno essere definite in relazione alla natura dei materiali da attraversare e delle caratteristiche idrogeologiche locali.
La scelta delle attrezzature di perforazione ed i principali dettagli esecutivi, nel caso di situazioni stratigrafiche particolari o per l’importanza dell’opera, dovranno essere messi a punto a cura e spese dell’Impresa, anche mediante l’esecuzione di micropali di prova, approvati dalla DL prima dell’inizio della costruzione dei micropali.
Dovranno essere adottate durante la perforazione tutte le tecniche per evitare il franamento del foro, la contaminazione delle armature, l’interruzione e/o l’inglobamento di terreno nella guaina cementizia che solidarizza l’armatura al terreno circostante.
Le perforazioni dovranno quindi essere eseguite con rivestimento, ed i detriti allontanati mediante opportuni fluidi di perforazione.
Questo potrà consistere in:
- acqua;
- fanghi bentonitici;
- schiuma
- aria, nel caso di perforazione a rotopercussione con martello a fondo foro, o in altri casi approvati dalla DL.
E’ di facoltà della DL far adottare la perforazione senza rivestimento, impiegando solamente fanghi bentonitici.
La perforazione "a secco" senza rivestimento potrà essere adottata, previa comunicazione alla DL, solo in terreni uniformemente argillosi di media ed elevata consistenza, esenti da intercalazioni incoerenti e non interessati da falde che possono causare ingresso di acqua nel foro, caratterizzati da valori della resistenza al taglio non drenata (Cu) che alla generica profondità di scavo H soddisfi la seguente condizione:
cu ≥□□□H/3
dove:
□ = peso di volume totale;
Inoltre, la perforazione "a secco" è ammissibile solo dove possa essere eseguita senza alcun ingresso alcuno di acqua nel foro, ed è raccomandata nei terreni argillosi sovraconsolidati.
B.3.4 Armature tubolari
Si useranno tubi di acciaio Fe 510, senza saldatura longitudinale del tipo per costruzioni meccaniche.
Le giunzioni tra i diversi spezzoni di tubo potranno essere ottenute mediante manicotti filettati o saldati.
Tali giunzioni dovranno consentire una trazione pari almeno all’80% del carico ammissibile a compressione.
Nel caso i tubi di armatura siano anche dotati di valvole per l’iniezione, essi dovranno essere scovolati internamente dopo l’esecuzione dei fori di uscita della malta (fori d = 8 mm) allo scopo di asportare le sbavature lasciate dal trapano.
Le valvole saranno costituite da manicotti di gomma di spessore minimo s = 3.5 mm, aderenti al tubo e mantenuti in posto mediante anelli in fili di acciaio (diametro 4 mm) saldati al tubo in corrispondenza dei bordi del manicotto.
La valvola più bassa sarà posta subito sopra il fondello che occlude la base del tubo.
Anche le armature tubolari dovranno essere dotate di distanziatori non metallici per assicurare un copriferro minimo di 3 cm, posizionati di preferenza sui manicotti di giunzione.
B.3.5 Malte e miscele cementizie
Il cemento da impiegare dovrà essere scelto in relazione alle caratteristiche ambientali, prendendo in considerazione in particolare l’aggressività dell’ambiente esterno.
Gli inerti saranno di norma utilizzati solo per il confezionamento di malte da utilizzare per il getto dei micropali a semplice cementazione.
In relazione alle prescrizioni di progetto l'inerte sarà costituito da sabbie fini, polveri di quarzo, polveri di calcare, o ceneri volanti.
Nel caso di impiego di ceneri volanti, ad esempio provenienti dai filtri di altoforni, si dovrà utilizzare materiale totalmente passante al vaglio da 0.075 mm.
E' ammesso l'impiego di additivi fluidificanti non aeranti. L'impiego di acceleranti potrà essere consentito solo in situazioni particolari. Schede tecniche di prodotti commerciali che l’Impresa si propone di usare dovranno essere inviate preventivamente alla Direzione Lavori per informazione.
Per quanto riguarda le malte e le miscele cementizie queste di norma dovranno presentare resistenza cubica pari a:
Rck = 25 MPa
A questo scopo si prescrive che il dosaggio in peso dei componenti sia tale da soddisfare un rapporto acqua/cemento:
a/c ≤ 0.5
La composizione delle miscele di iniezione, riferita ad 1 m3 di prodotto, dovrà essere la seguente:
- acqua : 600 kg
- cemento : 1200 kg
- additivi : 10 ÷ 20 kg con un peso specifico pari a circa:
1.8 kg/dm3
Nella definizione della composizione delle malte, prevedendo un efficace mescolazione dei componenti atta a ridurre la porosità dell'impasto, si può fare riferimento al seguente dosaggio minimo, riferito ad 1 m3 di prodotto finito:
- acqua : 300 kg
- cemento : 600 kg
- additivi : 5 ÷ 10 kg
- inerti : 1100 ÷ 1300 kg
B.3.6 Micropali a iniezioni ripetute ad alta pressione
La perforazione sarà eseguita mediante sonda a rotazione o rotopercussione, con rivestimento continuo e circolazione di fluidi, fino a raggiungere la profondità di progetto.
Per la circolazione del fluido di perforazione saranno utilizzate pompe a pistoni con portate e pressioni adeguate. Si richiedono valori minimi di 200 l/min e 25 bar, rispettivamente.
Nel caso di perforazione a roto-percussione con martello a fondo-foro si utilizzeranno compressori di adeguata potenza; le caratteristiche minime richieste sono:
- portata ≥ 10 m3/min
- pressione 8 bar.
B.3.7 Formazione del fusto del micropalo
Completata la perforazione si provvederà a rimuovere i detriti presenti nel foro, o in sospensione nel fluido di perforazione, prolungando la circolazione del fluido stesso fino alla sua completa chiarificazione.
Si provvederà quindi ad inserire l'armatura tubolare valvolata, munita di centratori, fino a raggiungere la profondità di progetto.
Sono preferibili i centratori non metallici. Il tubo dovrà essere prolungato fino a fuoriuscire a bocca foro per un tratto adeguato a consentire le successive operazioni di iniezione.
Di norma si procederà immediatamente alla cementazione del micropalo (guaina); la messa in opera delle armature di frettaggio, ove previste, sarà eseguita successivamente all'iniezione.
La solidarizzazione dell'armatura al terreno verrà eseguita in due o più fasi, come di seguito specificato. Si utilizzerà una miscela cementizia conforme a quanto richiesto nei precedenti punti e secondo le indicazioni della DL.
Non appena completata la messa in opera del tubo valvolato di armatura, si provvederà immediatamente alla formazione della guaina cementizia, iniettando attraverso la valvola più profonda un quantitativo di miscela sufficiente a riempire l'intercapedine tra le pareti del foro e l'armatura tubolare.
Contemporaneamente si procederà alla estrazione degli eventuali rivestimenti provvisori, quando utilizzati, e si effettueranno i necessari rabbocchi di miscela cementizia.
Completata l'iniezione di guaina si provvederà a lavare con acqua il cavo interno del tubo di armatura.
Trascorso un periodo di 12 ÷ 24 ore dalla formazione della guaina, si darà luogo alla esecuzione delle iniezioni selettive per la formazione del bulbo di ancoraggio.
Si procederà valvola per valvola, a partire dal fondo, tramite un packer a doppia tenuta collegato al circuito di iniezione.
La massima pressione di apertura delle valvole non dovrà superare il limite di 60 bar; in caso contrario la valvola potrà essere abbandonata.
Ottenuta l'apertura della valvola, si darà luogo all'iniezione in pressione fino ad ottenere i valori dei volumi di assorbimento e di pressione prescritti in progetto. Per pressione di iniezione si intende il valore minimo che si stabilisce all'interno del circuito.
L'iniezione dovrà essere tassativamente eseguita utilizzando portate non superiori a 30 l/min, e comunque con valori che, in relazione alla effettiva pressione di impiego, siano tali da evitare fenomeni di fratturazione idraulica del terreno (claquage).
I volumi di iniezione saranno di norma non inferiori a tre volte il volume teorico del foro, e comunque conformi alle prescrizioni di progetto.
Nel caso in cui l'iniezione del previsto volume non comporti il raggiungimento della prescritta pressione di rifiuto, la valvola sarà nuovamente iniettata, trascorso un periodo di 12 ÷ 24 ore.
Fino a quando le operazioni di iniezione non saranno concluse, al termine di ogni fase occorrerà procedere al lavaggio interno del tubo d'armatura.
Per eseguire l'iniezione si utilizzeranno delle pompe oleodinamiche a pistoni, a bassa velocità, aventi le seguenti caratteristiche minime:
pressione max di iniezione: ≈ 100 bar portata max : ≈ 2 m3/ora
n. max pistonate/minuto : ≈ 60.
Le caratteristiche delle attrezzature utilizzate dovranno essere comunicate alla Direzione Lavori, specificando in particolare alesaggio e corsa dei pistoni.
B.4 MASSETTI
B.4.1 Massetto premiscelato a rapido asciugamento e ritiro controllato
Xxxxxxxx a rapido asciugamento e a ritiro controllato a base di leganti idraulici speciali. Nel caso di massetti non autoportanti da ancorare (spessore tra 10 e 35 mm), il sottofondo dovrà essere asciutto, senza crepe, resistente alla compressione e trazione, privo di polvere, parti asportabili, vernici, cere, oli e tracce di gesso. Particolare cura deve essere posto nel dosaggio dell’acqua, che deve essere tale da permettere una buona costipazione e, dopo la frattazzatura, da ottenere una superficie liscia senza affioramenti d’acqua. Prima dell’applicazione del massetto sul supporto dovrà essere applicata una boiacca di ancoraggio preparata con lo stesso legante, acqua ed un lattice idoneo.
Se sono presenti canalette o tubi, è necessario porre al di sopra di questi una rete metallica leggera (tipo a maglie esagonali) con funzione rinforzante ed assicurare comunque uno spessore minimo di 2,5 cm.
La stesura avviene preparando fasce di livello, stendendo l’impasto e costipandolo accuratamente e frattazzandolo per la migliore finitura superficiale.
Lungo il perimetro del locale ed attorno ad eventuali pilastri è bene interporre del materiale desolidarizzante dello spessore di circa 1 cm.
Quando il lavoro di posa viene interrotto per più di 1 ora è necessario inserire nel massetto, tagliato perpendicolarmente, degli spezzoni di tondino di ferro di 20-30 cm di lunghezza e diametro 3-6 mm alla distanza di 20-30 cm uno dall’altro, in modo da garantire una perfetta saldatura alla ripresa del getto ed evitare crepe e dislivelli.
B.4.2 Massetti autolivellanti
Lisciatura autolivellante per interni di sottofondi cementizi, solette in calcestruzzo, pavimenti in ceramica, marmette, pietre naturali, mediante applicazione di prodotto cementizio autolivellante a presa rapida per spessore da 1 a 10 mm. I supporti dovranno essere asciutti, solidi, privi di polvere, parti asportabili, vernici, cere, oli, ruggine e tracce di gesso.
Le superfici a base cementizia non sufficientemente solide devono essere asportate o consolidate. Fessure e crepe nei sottofondi devono essere riparate. Superfici in calcestruzzo polverose o molto porose devono essere trattate con un’applicazione di primer adatto allo scopo di fissare la polvere ed uniformare l’assorbimento del sottofondo.
La stesura avviene in un’unica mano con una spatola metallica di grande dimensione o con racla, lasciando la spatola leggermente inclinata per ottenere lo spessore desiderato.
La lisciatura autolivellante deve essere idonea a ricevere la posa di pavimenti resilienti, tessili, ceramici e lignei incollati dopo 12 ore.
B.5 OPERE IN PIETRA E MARMI
Si premette che tutte le pietre naturali ed i marmi devono avere le caratteristiche di aspetto esterno, grana, colore e venatura peculiari della specie prescelta e devono rispondere ai requisiti di accettazione previsti dalla normativa. Tutte le opere in pietra naturale o in marmo devono essere conformi per forma, dimensioni, specie del materiale e lavorazione, alle prescrizioni che la D.L. fornisce all’Appaltatore in sede costruttiva e che possono riguardare le dimensioni e le lavorazioni
di dettaglio dei singoli elementi, gli spessori, la disposizione dei conci, la disposizione dei giunti e l’andamento delle venature.
Prima di iniziare i lavori in pietra naturale o la posa marmi, l’Appaltatore, a sua cura e spese, deve predisporre i campioni delle pietre naturali o dei marmi lavorati secondo le prescrizioni sottoponendoli all’approvazione della D.L: i campioni approvati rimarranno depositati quale termine di confronto e riferimento per le opere da eseguire.
Le connessure tra i vari elementi non devono avere larghezza maggiore di 1 mm e le superfici in vista devono presentarsi continue e senza risalti.
Le stuccature dei giunti vengono eseguite solo con cemento bianco, dopo che tutti gli elementi di una singola opera sono stati collocati in opera.
La messa in opera di tutti i marmi e le pietre naturali deve essere preceduta dall’accertamento, da parte dell’Appaltatore, della congruenza con le dimensioni del rustico delle strutture ove queste devono essere collocate. Nel caso che detta congruenza non sia realizzata per difetto di esecuzione dei rustici e/o dei marmi e pietre naturali, la D.L. prescriverà i provvedimenti da adottare, i cui oneri sono a totale carico dell’Appaltatore. Tutte le pietre naturali ed i marmi verranno, di norma, posti in opera su un letto dello spessore di 1-2 cm di malta di cemento Portland R 32,5 dosato a 500 kg per m³ di sabbia: è vietato l’uso di gesso, cemento a rapida presa o materie simili.
Le facciate ventilate in “Perlato di Sicilia” bocciardato saranno posate mediante idonei sistemi di fissaggio per facciate ventilate analoghi a quelli utilizzati per i rivestimenti già realizzati con precedenti appalti.
In particolare sarà realizzato un sistema di ancoraggio nascosto. Le lastre, dello spessore di mm 30, dovranno essere fresate lungo i bordi inferiori e superiori.
Ogni lastra viene supportata inferiormente da un apposito profilo e trattenuta superiormente da ganci in numero adeguato rispetto alle dimensioni della lastra (min. n. 2).
La lastra è resa solidale alla struttura mediante l’interposizione di una guarnizione in neoprene di adeguato spessore e l’applicazione di punti di silicone, dove necessario. Una volta posata la struttura di montanti e traversi, ogni lastra può essere montata e/o smontata autonomamente rispetto a tutte le altre. La struttura, che consente ogni tipo di regolazione, è in grado di contrastare l’azione del vento e permette la dilatazione termica dei vari componenti.
Il sistema si compone di profili estrusi in alluminio lega EN 6060 T5, ganci di supporto dei profili in acciaio inossidabile EN 14310 (AISI 301); molle di fissaggio dei ganci in acciaio inossidabile EN 14310 (AISI 301) trattato; staffe di supporto standard ricavate da estruso in alluminio EN 6060 T5; ganci di ritenuta delle lastre in acciaio inossidabile EN 14310 (AISI 301); - viteria di fissaggio dei profili alle staffe, inossidabile classe A2; - tasselli di ancoraggio delle staffe al supporto murario, meccanici o a resina chimica secondo necessità; - guarnizione a nastro in neoprene per la solidarizzazione delle lastre rispetto ai ganci e al profilo, di diverso spessore secondo necessità; - molle in acciaio inossidabile temperato e rinvenuto, per il supporto dei pannelli di coibentazione applicati alla muratura, quando richiesto.
B.6 PAVIMENTAZIONI
B.6.1 Generalità
I materiali per pavimentazione dovranno soddisfare i criteri di accettazione riportati nei capitoli di competenza: l’Appaltatore ha l’obbligo di presentare alla Direzione dei Lavori i campioni dei pavimenti prescritti.
La posa in opera dei pavimenti, di qualsiasi tipo o genere, dovrà essere perfetta in modo da ottenere piani esatti. I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro nonché risultare perfettamente fissati al sottostante strato, senza determinare disuguaglianze nelle connessure dei diversi elementi a contatto.
Tra pareti e pavimenti dovrà essere posto in opera apposito distanziatore in materiale elastico.
I pavimenti dovranno essere consegnati finiti, lavati e puliti senza macchie di sorta: ove risultassero in tutto od in parte danneggiati per il passaggio anche abusivo di persone o per altre cause, l’Appaltatore dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate.
Di massima in progetto sono impiegati i seguenti tipi di pavimenti:
• piastrelle di gres ceramico
• lastre di gres fine porcellanato non smaltato(effetto parquet).
Le prescrizioni da rispettare, al fine di posare opportunamente le pavimentazioni, sono:
- la planarità: le superfici del massetto sottostante dovrà essere a livello, piana e liscia, in modo da consentire la posa del pavimento. Le tolleranze di planarità ammesse, che sostanzialmente corrisponderanno a quelle del pavimento finito, potranno essere:
- la resistenza meccanica: la resistenza meccanica, la coesione e la stabilità sono ottenute da un accurato dosaggio del betoncino usato per la realizzazione del massetto; che dipenderà dalla granulometria dell’inerte e dal legante cementizio. Il rapporto acqua /cemento dovrà essere contenuto tra 0,4 e 0,5 adottando eventualmente un fluidificante;
- il tenore di umidità: il massetto dovrà aver raggiunto, prima dell’inizio delle operazioni di rasatura e di posa, un grado di umidità residua inferire al 2,5%, che dovrà essere ridotto a meno del 2% dove è prevista la saldatura dei pavimenti;
- la pulizia: lo strato della superficie del massetto deve essere resa pulita, esente da polvere, croste, lattime di cemento e tracce di ogni sorta, eventualmente sarà necessario intervenire con la raschiatura;
- la solidità: verrà valutata graffiando con una punta metallica;
- l’esecuzione delle sgusce: la formazione delle sgusce di raccordo tra pavimento e parete dovrà essere eseguita quando il massetto avrà raggiunto il giusto grado di asciugamento. Il raccordo di curvatura da 3 a 4 cm di raggio dovrà essere costante in tutto il perimetro dei locali e dovrà essere rettificato mediante dima metallica.
B.6.2 Piastrelle in gres ceramico
I pavimenti in piastrelle di gres dovranno essere posti in opera su un sottofondo già predisposto il cui piano di posa dovrà essere ben bagnato prima dell’applicazione dello strato di malta per il fissaggio del pavimento.
L’interstizio fra le file delle piastrelle dovrà essere conforme alle scelte progettuali e/o alle disposizioni della Direzione Lavori, per cui, pur ammettendo di calibro e di squadro, dovranno essere scaricati gli elementi difettosi.
Non prima di 12 ore né dopo 24 ore dalla posa degli elementi si dovrà procedere alla sigillatura delle connessure con idonei stucchi cementizi a scelta della Direzione dei Lavori.
Verranno precedentemente inumidite le fughe vuote e la superficie della pavimentazione per poter applicare più agevolmente lo stucco. Eseguita la sigillatura, il pavimento dovrà essere pulito con spugne di gomma non essendo consentito l’uso della segatura, onde evitare che i granelli entrino nelle connessure ed asportino il cemento che le riempie.
Lo strato di malta di fissaggio, dello spessore medio di 3 cm, sarà formato da 350 Kg di cemento di classe 32,5 per m³ di sabbia. La malta dovrà essere preparata con il procedere della posa e nella sola quantità che possa occorrere per due ore di lavoro. Sullo strato di malta si dovrà poi stendere uno strato di circa 3 mm di cemento in polvere.
B.6.3 Pavimentazioni in PVC
Per la posa della pavimentazione vinilica (presente nel polo sanitario) sarà necessario verificare l’idoneità del piano di posa, secondo quanto già esposto tra le generalità.
Mentre per la posa della pavimentazione in gomma (passerella esterna) in quanto è previsto l’uso di un collante poliuretanico bicomponente di pavimentazione in PVC dello sp. 2,0mm sul sottofondo perfettamente piano, risulta necessario garantire la saldatura a caldo dei giunti fra i teli tramite cordolino in gomma.
La pavimentazione dovrà essere saldata allo zoccolino preformato, su questo profilo verrà risvoltata ed incollata una fascia di pavimento della larghezza di cm. 25 (cm. 15 a pavimento / cm. 10 a parete). Le prestazioni di posa in opera saranno eseguite da manodopera specializzata nel settore (con presentazione di referenze documentate) e comprenderanno la realizzazione di inserti di diverso colore come indicato dalle tavole di progetto, gli sfridi, l'utilizzo di idonei prodotti rasanti e livellanti, adesivi in grado di garantire la perfetta tenuta allo strappo nel tempo: in opera comprensivo della saldatura a caldo di tutte le giunzioni. Scelta colori della DL su gamma completa di primaria ditta.
B.6.4 Giunti di dilatazione per pavimenti
In quanto la porzione di edificio oggetto di tale appalto si accosterà ad un edificio preesistente, risulta necessario tenere conto dei giunti tra le pavimentazioni, che verranno realizzati con profili ad U in acciaio inox, alette di ancoraggio e guarnizione elastica in neoprene (5cm).
Sul sottofondo, da ambo le parti del giunto, deve essere preparato uno strato di malta (tipo antiritiro) della larghezza di 10 cm; lo strato di malta deve essere posato in modo che tra il piano realizzato ed il piano del pavimento finito resti esattamente lo spessore del profilo, successivamente si devono fissare le alette al sottofondo mediante viti e tasselli ad espansione da applicare nei fori esterni delle alette; si deve fare attenzione che il profilo sia disposto perfettamente in piano e rettilineo, in modo che il pavimento in piastrelle, sia a filo con lo spigolo del profilo. Il fissaggio deve essere effettuato parallelamente su entrambi i lati del profilo ogni 30 cm; il profilo assolve le sue funzioni solo se entrambe le alette sono ben fissate al sottofondo; per facilitare l’installazione della guarnizione è bene lubrificarla con una soluzione di acqua saponata,
è consigliabile l’uso di un rullo per installare la guarnizione, facendo pressione su un lato per volta; in nessun caso può essere impiegato un martello che potrebbe danneggiare il profilo.
B.7 IMPERMEABILIZZAZIONI
B.7.1 Generalità
I materiali utilizzati per i lavori di impermeabilizzazione dovranno soddisfare i requisiti riportati nei precedenti capitoli specifici.
Le impermeabilizzazioni, di qualsiasi genere, dovranno essere eseguite con la maggiore accuratezza possibile, specie in vicinanza di fori, di cappe, ecc.. Le eventuali perdite che si manifestassero in esse, anche a distanza di tempo e sino al collaudo, dovranno essere riparate ed eliminate dall’Appaltatore, a sue cure e spese, compresa ogni opera di ripristino.
Le impermeabilizzazioni previste con posa in opera di speciali guaine saranno costituite da membrane prefabbricate a base di elastomeri bituminosi termoplastici, da applicarsi su supporto ben asciutto, levigato privo di asperità e libero da corpi o materie estranee.
Le guaine (in rotoli) verranno allineate e sovrapposte per circa 10 cm sul supporto: i sormonti saranno saldati a fiamma seguendo i bordi con la punta rotonda di una cazzuola riscaldata e facendo attenzione a non danneggiare il manto sottostante.
I materiali da impiegare nelle opere di impermeabilizzazioni dovranno essere approvate con agreement dell’Icite.
Oltre alle prescrizioni del presente articolo si fa riferimento alle Norme Tecniche di settore in materia di prodotti e componenti per impermeabilizzazione.
Per la posa nella zona “orinatoi” si dovrà procedere con il risvolto del materiale impermeabilizzante (membrana bituminosa) sulle pareti laterali, per un’altezza di almeno 40cm, seguendo le indicazioni e rispettando le sovrapposizioni già viste per la posa a pavimento.
B.7.2 Manti bituminosi prefabbricati con supporto al poliestere
Per i manti in oggetto, oltre che alle norme UNI 7468-75 e successivi aggiornamenti, si farà riferimento alle caratteristiche dichiarate dai fabbricanti accreditati presso “l’Istituto per la Garanzia dei Lavori affini all’Edilizia” .
È prevista la realizzazione di uno strato di malta necessario alla preparazione del piano di posa della impermeabilizzazione (camicia di calce) dello spessore di almeno 2 cm, tirata a regolo.
Si provvederà quindi alla spalmatura di primer bituminoso (soluzione bituminosa a base di bitume ossidato, additivi e solventi), quindi verrà stesa l’impermeabilizzazione, in doppio strato (4+4 mm).
La guaina impermeabilizzante prevista in progetto è un manto prefabbricato doppio strato costituito da membrane di bitume polimero elastoplastomerica, di cui la prima armata con velo di vetro rinforzato, la seconda armata con tessuto non tessuto di poliestere da fili continuo, entrambe con flessibilità a freddo -10°C, applicate a fiamma nella medesima direzione longitudinale ma sfalsate di 50cm l’una dall’altra, su massetto di sottofondo, previo trattamento con idoneo primer bituminoso, con sovrapposizione dei sormonti di 8 cm in senso longitudinale e di almeno 15 cm alle testate.
B.8 ISOLANTI TERMO-ACUSTICI
I materiali da impiegare per l’isolamento termo-acustico dovranno possedere bassa conducibilità per struttura propria, essere leggeri, resistenti alla temperatura d’impiego ed incombustibili, chimicamente inerti e volumetricamente stabili, non aggressivi, insensibili agli agenti atmosferici (ossigeno, umidità, anidride carbonica), inodori, inattaccabili da microrganismi, insetti e muffe, anigroscopici ed imputrescibili, elastici e stabili all’invecchiamento. Con riguardo alla costituzione potranno essere di tipo sintetico, minerale, vegetale o misto, secondo prescrizione.
Per la fornitura, tutti i prodotti dovranno essere appositamente marcati riportando:
• il marchio di fabbrica del produttore;
• la tipologia del materiale con le sigle previste per la designazione;
• il riferimento alle norme.
Le lastre di isolante termico dovranno arrivare in cantiere in apposito imballaggio di protezione e dovranno essere depositati in posizione sollevata dal terreno e riparata dall’irraggiamento solare.
La posa in opera dei pannelli termo-isolanti dovrà essere effettuata prestando attenzione al corretto accostamento delle lastre tra di loro. L’isolante dovrà essere disposto in maniera da evitare ponti termici, così come prescritto negli elaborati di progetto. In corrispondenza di nodi o punti singolari, le lastre potranno essere tagliate con strumenti adeguati in modo da realizzare superfici di taglio regolari.
Nel caso di isolamento di chiusure orizzontali, le lastre dovranno essere separate con eventuale strato in polietilene o similare da massetti o supporti rigidi che, a seguito di deformazioni dovute a variazioni di temperatura, potrebbero altrimenti danneggiare i pannelli stessi.
B.9 CONTROSOFFITTI
B.9.1 Generalità
Tutti i controsoffitti in genere dovranno essere eseguiti con cure particolari allo scopo di ottenere superfici orizzontali (od anche sagomate secondo le prescrizioni), senza ondulazioni od altri difetti, evitando altresì la formazione di crepe, incrinature o distacchi. In caso si manifestino tali screpolature o difetti la Direzione dei Lavori avrà facoltà, a suo insindacabile giudizio, di ordinare all’Impresa il rifacimento, a carico di quest’ultima, dell’intero controsoffitto con l’onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (tinteggiature, ecc.).
Al fine di garantire la sicurezza all’interno dell’edificio in caso di sisma si prevede di controventare con raccordi a croce i controsoffitti e di agganciarli in maniera solida tra loro, anche con eventuali ganci a clip. Bisognerà prevedere opportuni controventi con la funzione di rendere l’intero controsoffitto un sistema rigidamente connesso al solaio sovrastante, così da poter contrastare la forza sismica orizzontale che agisce nel piano del controsoffitto.
Gli apparecchi illuminanti verranno sospesi con apposite pendinature vincolate alla struttura e non ai controsoffitti sottostanti, così da divenire autoportanti e quindi ridurre i carichi ed eventuali collassi.
Per il montaggio dei controsoffitti si adotteranno degli accorgimenti atti a ridurre condizioni sfavorevoli, quali il montaggio di pendini con una luce max tra loro di 6 m, il vincolamento a parti
strutturali solide e non cedevoli e pendinature non del tutto rigide, quali sospensioni con filo di ferro.
La continuità degli elementi è strettamente necessaria ma, in quanto nel nostro caso si tratta di un edificio da accostare ad una preesistenza, risulta necessario garantire movimenti differenziali dunque ove necessario si adopereranno giunti di frazionamento per i controsoffitti.
La soluzione dei giunti per controsoffitti verrà adoperata nell’area dell’ampliamento della sala arrivi, il controsoffitto in oggetto si protrarrà per circa 20 m dunque verrà interrotto ogni 12 m, così da garantire i necessari spostamenti in caso di sisma, evitando però di influenzare gli spostamenti del controsoffitto limitrofo.
Per quanto riguarda gli elementi non strutturali e "secondari" in genere dovranno rispettare quanto prescritto al Cap. 7.2.3 del DM 2008.
B.9.2 Controsoffitto in gessofibra su telaio metallico
Si provvederà quindi al montaggio dell’orditura metallica di supporto, sulla quale verranno avvitate le lastre in gessofibra. Occorre garantire la planarità locale tra le lastre (tale che non ci siano scarti maggiori di 1 mm) e la planarità generale (tale che non ci siano scarti superiori ai 5 mm), controllate le quali si provvederà quindi alla chiusura dei giunti.
Occorrerà altresì verificare che le viti siano perfettamente incassate e che non ci sia alcunché che possa inficiare l’aderenza dell’intonaco al supporto. Si procede quindi a spalmare l’intonaco sui bordi assottigliati e si applica un nastro di armatura da stendere lungo tutto lo sviluppo del giunto. Il nastro viene quindi ricoperto con un ulteriore strato di intonaco. A completa asciugatura si procederà a passare malta di finitura ed a scartavetrare , se necessario, le superfici trattate.
Completate le operazioni, dovrà ottenersi una superficie atta a permettere direttamente l’applicazione delle finiture, priva di polveri e di fori.
B.9.3 Controsoffitto in fibra minerale
I pannelli in fibre minerali dovranno essere rispondenti alle prescrizioni di progetto.
I pannelli saranno installati su struttura nascosta o semi-nascosta in acciaio zincato preverniciato, composta da profili portanti ed intermedi a “T”, fissati al solaio tramite pendini e ganci regolabili.
La classe di resistenza e reazione al fuoco sarà corrispondente alle prescrizioni normative in materia di sicurezza antincendio.
B.9.4 Controsoffitto in pannelli fonoassorbenti in MDF
Il tipo di lavorazione dovrà essere a maschio e femmina sui lati lunghi in modo da ottenere la ricomposizione in opera senza individuare il punto di giunzione delle lamelle stesse (la giunzione cade all'interno di una fresatura a passo).
I controsoffitti saranno posti in opera mediante struttura a “Zeta” tipo a scomparsa e sarà del tipo totalmente ispezionabile;