COLTURE ENERGETICHE
L’ECONOMIA
COLTURE ENERGETICHE
Biodiesel “made in Italy”,
prove tecniche di filiera
Siglato il primo accordo quadro nazionale. L’intesa prevede la coltivazione di 70.000 ettari a semi oleosi
nel 2007, per arrivare a quota 240.000 entro il 2010.
XXXXXX XXXX
Dipartimento di Biologia ed Economia
Agroindustriale, Università di Udine
26
FEBBRAIO
2007
n nuovo approccio di poli- tica agro-energetica si sta affermando, favorito dal-
U
Tab. 1 - Europa: superfici interessate alle colture energetiche (dati in migliaia di ettari). | |||
PAESI | 2004 | 2005 | VAR. % |
Germania | 109,1 | 237,7 | 117,87 |
Francia | 130 | 135,8 | 4,46 |
U.K. | 33 | 88,6 | 168,48 |
Svezia | 14,5 | 31,1 | 114,48 |
Spagna | 6,7 | 27,3 | 307,46 |
Danimarca | 4,5 | 17,5 | 288,89 |
Finlandia | 3,5 | 10,3 | 194,29 |
Austria | 3,5 | 8,1 | 131,43 |
Italia | n.d. | 0,3 | - |
Altri Paesi | 1,1 | 4,7 | 327,27 |
la domanda crescente di energia che spinge ad utilizzare superfici agricole oggi destinate ad altre col- ture meno redditizie o al set-aside. Questo approccio consentirebbe di utilizzare i sostegni all’agricol- tura in modo strategicamente più opportuno e compatibile con le politiche di sviluppo rurale: ricer- ca di nuovi sbocchi di mercato dei prodotti dell’agricoltura, valoriz- zazione delle risorse del territorio, realizzazione di accordi di filiera con l’industria.
La produzione di colture energe- tiche non solo garantisce una fon- te alternativa di energia, ma è altre- sì funzionale allo sviluppo di atti-
vità zootecniche, grazie al riciclo dei panelli e del- le farine ad elevato contenuto proteico; in questo modo, quindi, si attenua anche la possibile com- petizione fra mercati energetici ed agro-alimenta- ri. Tuttavia la sostenibilità di un progetto bio-ener- getico richiede che vengano soddisfatti i seguenti obiettivi:
✓ produzione di derrate agricole da energia a bas-
so costo;
✓ bilancio energetico positivo;
✓ riduzione dell’impatto ambientale;
✓ complementarità fra produzione energetica e produzione di alimenti;
✓ compatibilità fra produzione energetica ed i tre
principi della nuova Pac: disaccoppiamento, modu- lazione e condizionabilità (eco-compatibilità).
A livello europeo è stata fatta una valutazione del- le superfici interessate alle sovvenzioni per colture
energetiche. Nella tabella 1 si ripor- tano i dati stimati per il periodo 2004-05.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Passando all’Italia, i dati Istat (vedi tabella 2) evidenziano una ten- denza alla crescita delle superfici destinate negli ultimi tre anni alle principali colture oleaginose (gira- sole, colza e soia) potenzialmen- te interessanti per lo sviluppo di un mercato delle bio-energie. La soia sta gradualmente recuperando un ruolo leader, anche se siamo ancora lontani dai livelli del 2000, quando la superficie investita fu di 506.000 ettari ed il raccolto di 14,4 milioni di tonnellate. La resa in produzione è certamente la migliore fra le tre colture citate e
questo comporta anche un miglior risultato eco-
nomico, dato che i costi di produzione fra le col- ture non differiscono in misura rilevante.
La superficie investita a colza è stata invece supe- riore ai 3.500 ettari nel 2006, in lieve crescita rispet- to all’anno precedente, anche se la produzione rap- presenta una frazione assai ridotta del totale della produzione di oleaginose: appena l’1%, un dato rimasto costante nel periodo osservato.
Il girasole è la coltura di maggior interesse fra le oleaginose da energia: nel 2006 essa ha raggiunto circa 143.600 ettari (+ 11% ), per una produzione di 312.000 tonnellate (+6%); tuttavia condizioni climatiche non ottimali hanno determinato un calo della produttività del 5%. Nell'ambito delle regio- ni maggiormente vocate, è da segnalare un incre- mento del 22% in Toscana, del 19% nelle Marche, mentre in Umbria la crescita (+5%) è stata limita-
ta dalla preferenza accordata al mais (tab. 2). Alcu- ne regioni sembrano interessate alla coltura: l’E- milia-Romagna potrebbe raddoppiare i propri inve- stimenti a girasole, avendo gia raggiunto - secon- do le prime stime - i 13.000 ettari nel 2006 una quo- ta dell'8% del prodotto totale nazionale contro il 4,9% dell’anno precedente.
Foto Editing
Le difficoltà di reperimento delle superfici, pro- blemi di natura logistica ed ambientale connessi col dimensionamento degli impianti e costi di pro- duzione elevati richiedono una strategia agro-indu- striale mirata alla produzione di energia rinnova- bile, integrando lo stadio agricolo di approvvigio- namento della materia prima e lo stadio industriale di lavorazione della stessa.
L’esistenza di vantaggi economici lungo la filiera imputabili alle economie di scala e ai problemi logi- stici legati al trasporto e stoccaggio di derrate sug- geriscono una strategia di approvvigionamento di materie prime o semilavorate modulata fra pro- duzione domestica e importazioni, in funzione del- l’andamento dei mercati internazionali, con pos- sibili alleanze realizzate attraverso accordi di for- nitura di semi oleaginosi o di prodotti semilavo- rati con partnership tra Italia e Paesi dell’Est euro- peo: Serbia, Romania, Bulgaria ed altri.
La lavorazione industriale potrebbe essere realizza- ta in Italia in impianti localizzati in zone logistica- mente favorevoli per l’approvvigionamento dome- stico e internazionale di materia prima e dimensio- ni di scala ottimali. Da ricerche fatte si può ipotiz- zare che la dimensione minima degli impianti si potrebbe aggirare sulle 50.000 tonnellate di olio pro- dotto, corrispondente a circa 50.000 ettari di colti- vazione di girasole o colza. Le superfici coltivabili potrebbero essere localizzate nelle regioni italiane più vocate, ipotizzando a livello nazionale di rag- giungere un’estensione di 700.000 ettari.
GLI OBIETTIVI DELLA LEGGE 81/2006
In Italia, la legge n. 81 dell’11 marzo 2006 ha rece- pito la direttiva comunitaria n. 30/2003 relativa
all’incentivazione dell’impiego di biocarburanti nei trasporti ed interventi nel settore agroenerge- tico. Essa rappresenta la faticosa elaborazione di un compromesso concordato tra i ministeri del- l’Economia, dell’Ambiente e dell’ Agricoltura. La riduzione delle entrate fiscali con la diminuzione delle accise sui biocarburanti, che rappresentano circa il 60% del prezzo finale, deve esser conside- rata per lo Stato un investimento sociale atto a sti- molare:
⚫ la produzione di biocarburanti da miscelare con i carburanti tradizionali;
⚫ lo sviluppo agro-energetico fondato su intese di filiera;
⚫ la garanzia di qualità dei biocarburanti agricoli, con introduzione di procedure di rintracciabilità di filiera;
⚫ il miglioramento del management di filiera e la creazione di network agro-energetici;
⚫ l’individuazione dell’origine della biomassa uti- lizzata per le produzioni agro-energetiche, con l’a- nagrafe dei fornitori e l’indicazione della località di produzione.
Altre disposizioni riguardano gli operatori, gli
Tab. 2 - Italia: superfici coltivate, produzioni e rese delle principali colture per la produzione di biocarburanti nel triennio 2004-2006. | |||||||||
COLTURE | SUPERFICIE (ha) | PRODUZIONE (t) | RESA (t/ha) | ||||||
2004 | 2005 | 2006 | 2004 | 2005 | 2006 | 2004 | 2005 | 2006 | |
Soia | 150.368 | 152.331 | 172.021 | 530.493 | 555.664 | 545.191 | 3,53 | 3,65 | 3,17 |
Girasole | 124.005 | 129.331 | 143.580 | 278.326 | 294.665 | 312.197 | 2,24 | 2,28 | 2,17 |
Colza | 2.872 | 3478 | 3.531 | 5.303 | 6.195 | 6.081 | 1,85 | 1,78 | 1,72 |
Fonte: Istat |
27
FEBBRAIO
2007
L’ECONOMIA
Tab. 3 - Plafond agevolato (legge n. 81/2006) del biodiesel e previsioni di sviluppo per il periodo 2007-2010. | ||||||
ANNO | FINE 2006 | FINE 2007 | FINE 2008 | FINE 2009 | FINE 2010 | FINE 2015 |
% miscelazione | 1% | 2,5% | 4% | 5,75% | 8% | |
Biodiesel (migliaia di ton.) biodiesel | 200 | 250 | 625 | 1.000 | 1.437 | 2.000 |
Superfici (migliaia di ettari) | 200 | 250 | 625 | 1.000 | 1.400 | 2,5% |
% della Sau nazionale* | 1,5 | 1,9 | 4,7 | 7,5 | 10 | 13,9 |
Obiettivi contratto quadro (migliaia di ettari) | 70 | 180 | 240 | |||
* La Sau nazionale è di 13,2 milioni di ettari (dati censimento 2000) |
Un campo di soia.
28
FEBBRAIO
2007
impianti di produzione nazionali e comunitari, le caratteristiche fiscali dei prodotti, i risultati dei test di prova, le percentuali di miscelazione, i criteri di assegnazione delle agevolazioni, la preferenza accor- data ai prodotti ottenuti da intese di filiera, la dota- zione annua del contingente, le modalità di asse- gnazione e le garanzie dei soggetti di filiera.
Foto Riccioni
L’attuazione della legge n. 81/2006 avverrà sulla base di appositi decreti, in conformità agli obietti- vi di sviluppo delle filiere agro-energetiche e in base alla disponibilità di materia prima fissata nelle inte- se di filiera. A questo proposito va salutato con sod- disfazione il primo contratto quadro nazionale sui biocarburanti di origine agricola sottoscritto recen- temente per la parte agricola da organizzazioni pro- fessionali e Unione seminativi e sul versante indu- striale da Assitol, Assobiodiesel e Assocostieri. A fronte di un fabbisogno stimato di 200.000 ton- nellate di biodiesel defiscalizzato (al 2006), per la campagna 2007 è stato fissato un obiettivo mini- mo di coltivazione di circa 70.000 ettari di oleagi- nose. Per gli anni prossimi è prevista la seguente progressione: circa 180.000 ettari nel 2008 e per la campagna 2009 si prevede di arrivare a 240.000 ettari. Una superficie, quindi, ben al di sotto del- l’investimento richiesto per soddisfare gli obietti-
vi previsti dalla citata legge 81, riportati nella tabel- la 3. La Finanziaria 2007 impone infatti l’obbligo a partire da quest’anno di miscelare l’1% di bio- carburanti prodotti con materia prima nazionale, per proseguire poi con un aumento medio anno dell’1% fino a raggiungere il 5,75% entro il 2010. Alla luce delle esperienze precedenti, tali previsio- ni debbono esser prese con molta cautela. Basti pensare che nel 1999 il programma nazionale per la valorizzazione delle biomasse agricole e foresta- li del Mipaf prevedeva per il 2006 un impegno di
140.000 ettari per le colture da etanolo, con pro- duzione stimata di poco meno di 500.000 tonnel- late (comprese le materie agro-industriali) e di
160.000 ettari per colture da biodiesel (340.000 ton- nellate, compresa una quota di olio vegetale di recu- pero), ben al di sotto dei valori riportati nella tabel- la 3. Osservando i dati storici, negli ultimi anni le superfici coltivate a oleaginose per produzione di biodiesel, invece, non hanno mai superato media- mente i 60.000 ettari all’anno, con rese in olio infe- riori ad una tonnellata all’ettaro.
La definizione dei rapporti di compravendita fra produttore, centro di raccolta e industria tramite contratti interprofessionali di filiera può assicura- re un’adeguata remunerazione di mercato per i pro- duttori ed un adeguato flusso di materia prima per l’industria, stabilizzato nella quantità e nei para- metri qualitativi. I rapporti di consegna differi- scono da regione a regione; nel caso del girasole è stato utilizzato come base contrattuale il prezzo di riferimento del seme (prezzo minimo garantito franco partenza al centro di raccolta o azienda agri- cola equivalente), calcolato in base al 42% del prez- zo dell’olio grezzo any origin fissato al mercato a termine di Rotterdam, che rappresenta l’unico, anche se non migliore, mercato di riferimento per la fissazione della base dei prezzi. Nell’ultima ste- sura del contratto interprofessionale il prezzo vie- ne fissato con riferimento alla quotazione al Matif (mercato a termine di Parigi). ◼