RELAZIONE FINALE
RELAZIONE FINALE
Convenzione tra Veneto Agricoltura e Università di Padova
Progetto di ricerca “R_INNOVA_PRO_VE
Azioni di innovazione e ricerca a supporto del piano proteine vegetali
Titolo
“Effetti dell’impiego della soia integrale cruda a basso contenuto di fattori antinutrizionali nell’alimentazione di vitelloni all’ingrasso”
Responsabile: Prof.ssa Xxxxx Xxxxxxx
Collaboratori: Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxxxx, dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxxx, dott.ssa Xxxxx Xxxxx
Dipartimento di Scienze Animali Università degli Studi di Padova
Legnaro, 18 dicembre 2007
1. OBIETTIVI
Obiettivo di questa sperimentazione è stato quello di valutare la possibilità di inclusione nell’alimentazione di vitelloni all’ingrasso di soia integrale cruda (SIBA) a basso contenuto di fattori antinutrizionali in sostituzione alla farina di estrazione di soia (FES), che, come noto, rappresenta la fonte proteica maggiormente diffusa nelle razioni dei bovini, e alla soia integrale di produzione nazionale tostata (SIT) e non tostata (SINT). La maggior parte della soia utilizzata in Italia a scopo zootecnico viene importata da Paesi extra-comunitari (principalmente Argentina, Brasile e USA) nei quali sono largamente impiegate sementi derivate da organismi geneticamente modificati (OGM). Impiegare nell’allevamento bovino la soia direttamente prodotta in azienda (in rotazione con il mais) consente di eliminare l’uso di fonti alimentari OGM e rappresenta un elemento di valorizzazione del prodotto finito sul mercato. Oltre a questo, la conoscenza della provenienza della fonte alimentare per il bestiame potrebbe costituire un ulteriore elemento di “qualità” del prodotto, soprattutto in relazione alla crescente richiesta di salubrità e sicurezza degli alimenti richiesta dai consumatori.
2. MATERIALE E METODI
2.1.1 STRUTTURE DI ALLEVAMENTO
La prova si è svolta presso l’Azienda Sperimentale “Xxxxx Xxxxxxx” dell’Università di Padova, situata a Legnaro (PD), che dispone di strutture zootecniche adeguate per lo svolgimento di prove di allevamento su bovini all’ingrasso. La sperimentazione in stalla ha avuto inizio il 13/10/2006 con l’arrivo degli animali in azienda, ed è terminata il 23/05/2007 coprendo quindi un intero ciclo produttivo di sette mesi. Gli animali, in numero di 56, sono stati stabulati in una stalla dotata di 14 box, di dimensioni 2.38 x
4.70 m ciascuno con pavimentazione a grigliato. Considerando le attuali normative relative al benessere animale (2,5 mq e 60 cm di fronte di mangiatoia per capo), il numero complessivo di 4 animali per box risulta adeguato.
2..2 ANIMALI
Per la prova sono stati acquistati dal Dipartimento di Scienze Animali, su consulenza tecnica dell’AZOVE (Associazione Zootecnica Veneta), 56 vitelloni di razza Limousine provenienti dalla Francia. Gli animali una volta arrivati in azienda sono stati pesati e successivamente valutati dal punto di vista sanitario da parte degli operatori del Dipartimento e dell’AZOVE. Sulla base di questi dati sono poi stati sistemati nei box in modo da ottenere dei gruppi equilibrati per peso e dimensioni. Quindi sono stati formati i quattro gruppi sperimentali (SIBA, FES, SIT E SINT) come descritto in Tabella 1.
Tabella 1. Sistemazione degli animali nei box e suddivisione nelle 4 tesi.
XXX | XXXX | XXXX | XXXX | XXXX | FES | FES | FES | SIT | SIT | SIT | SINT | SINT | SINT | SINT |
Animali n. | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 |
SIBA = tesi 1 (animali 16), FES= tesi 2 (animali 12), SIT= tesi 3 ( animali 12); SINT = tesi 4 ( animali 16)
2.3 CONTROLLO IN VIVO SUGLI ANIMALI
Durante la prova gli animali sono stati pesati singolarmente tramite l’impiego di una basculla al momento dell’arrivo, dopo il periodo di condizionamento e successivamente
una volta al mese fino alla partenza per la macellazione (Foto 1). Le pesate sono state effettuate sempre prima della somministrazione della razione.
Foto 1. Pesata dei vitelloni Foto 2. Prelievo di liquido ruminale
Lo stato sanitario degli animali è stato controllato durante tutto il ciclo produttivo attraverso un continuo monitoraggio da parte degli operatori di stalla e settimanalmente dal medico veterinario dell’AZOVE.
Oltre alle pesate mensili, su metà degli animali sono stati fatti dei prelievi di liquido ruminale in numero di 2 ( inizio e fine prova) e di sangue, in numero di 3 (inizio, metà e fine prova). Il liquido ruminale è stato prelevato tramite sonda esofagea a 3 ore dalla somministrazione del pasto su 28 animali (Foto 2). Ogni campione è stato sottoposto, subito dopo il prelievo, a filtrazione e alla determinazione del pH tramite pHmetro. Successivamente, sempre in azienda, sono state preparate delle provette per la rilevazione dell’N-NH3 e del contenuto di acidi grassi volatili. All’interno di ciascuna provetta è stato inserito dell’acido metafosforico in quantità di 2 ml e successivamente aggiunto il liquido ruminale in quantità di 8 ml. In tutto sono state preparate quindi 56 provette: 28 per la rilevazione dell’N-NH3 , e 28 per gli acidi grassi volatili. Tutto il materiale è stato poi consegnato al laboratorio di analisi del Dipartimento di Scienze
Animali.
Per quanto riguarda i prelievi ematici sono stati fatti 3 prelievi (inizio, metà e fine prova) su 28 animali utilizzando tre diverse provette per ciascun animale ad ogni prelievo (Foto 3). Sono state usate provette K3EDTA per l’analisi dell’emocromo e del complemento; provette senza anticoagulante per le sieroproteine e l’aptoglobulina e provette con litio-eparina per il profilo metabolico (proteine totali, albumina, glucosio, colesterolo, trigliceridi, AST, GGT, CK, bilirubina) e i NEFA. Le analisi sono state eseguite presso il laboratorio di analisi chimico-cliniche dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.
Foto 3. Prelievo di sangue
Su metà degli animali, 2 per ogni box, a fine prova sono stati effettuati anche dei prelievi di feci (circa 150 g di peso fresco) per via rettale. Ogni campione è stato utilizzato per fare due tipi di analisi: una setacciatura a umido e, previa essiccazione, su un'altra aliquota del campione sono state effettuate le analisi chimiche (sostanza secca, proteina grezza e NDF) secondo le metodiche ufficiali (AOAC, 2000). Per le analisi chimiche è stata prelevata una quantità di campione fresco pari a circa 50 g che è stata sottoposta a pre-essiccazione e quindi inviata per le analisi al Laboratorio del Dipartimento di Scienze Animali.
La procedura seguita per la setacciatura a umido ha previsto l’utilizzo di 2 setacci con griglie di dimensioni differenti (4,75 mm e 2,36 mm) e l’uso di sacchetti di nylon (nylon bags), con porosità pari a 40 μm nei quali è stato raccolto il residuo setacciato. Per la setacciatura è stata utilizzata una quantità di campione pari a circa 100 g. Ogni
campione è stato poi depositato nel setaccio più grande e sottoposto ad un flusso d’acqua per circa 10 minuti fino a quando il passaggio delle particelle fra i setacci terminava. Il materiale raccolto da ciascun setaccio è stato poi inserito in nylon bags per determinare il peso dopo essiccazione.
2.4 ALIMENTAZIONE
All’arrivo gli animali sono stati alimentati per un periodo di 25 d con una dieta di condizionamento (a secco) per evitare situazioni di stress e un calo delle prestazioni produttive dei soggetti.. La dieta era formulata come indicato in tabella 2. Si è iniziato somministrando un 20-30% della razione e lasciando a disposizione ad libitum del fieno di prato stabile, aumentando gradualmente la razione (in base al residuo lasciato dagli animali) e diminuendo il fieno. La composizione chimica della dieta è invece riportata in tabella 3.
Tabella 2. Razione di condizionamento
Alimenti | Quantità (kg) |
Mais laminato | 3.0 |
Polpe secche di barbabietola | 2.0 |
Soia farina di estrazione | 1.1 |
Crusca di frumento | 1.0 |
Paglia | 1.0 |
Integratore vitaminico-minerale* | 0.25 |
TOTALE | 8.35 |
*Integrazione per kg: vit A 240000 UI, vit. D3 15000 UI, vit. E(a-Tocof.91%) 500 mg, vit B1 80 mg, vit B12 0.4 mg, vit PP 2040 mg, Manganese 650 mg, Rame (solf.rameico pent.) 100 mg, Cobalto (carb. Basico di 0.4 cobalto monoid.) 12 mg, Iodio(iod.potassio) 20 mg, Zinco (Ossido zinco) 1680 mg, Selenio (Se sodico) 3 mg, Zilfo polv. (S 99%) 11200 mg.
Tabella 3. Composizione chimica (% ss) della dieta di condizionamento
Dieta di condizionamento | |
SS | 88.1 |
PG | 14.5 |
EE | 2.9 |
FG | 13.0 |
EI | 61.4 |
NDF | 32.6 |
AMIDO | 28.3 |
UFC (n/kg ss) | 0.981 |
Dopo i 25 giorni di condizionamento, si è iniziato con la somministrazione delle diete
sperimentali che sono state formulate in modo da risultare isoenergetiche e isoproteiche. Queste diete sono state preparate in modo da soddisfare i fabbisogni nutrizionali stimati sulla base del peso vivo, del tipo genetico utilizzato e dell’accrescimento medio giornaliero atteso (NRC, 1996; INRA 1988).
Le razioni sono state preparate e somministrate con l’uso del carro miscelatore ed erano costituite da una dieta base, uguale per tutte le tesi sperimentali e costituita dai seguenti alimenti: insilato di mais, paglia, mais laminato, crusca, integratore vitaminico- minerale, polpe secche di barbabietole. La quantità di unifeed era somministrata ad libitum, ossia sulla base del residuo alimentare lasciato in mangiatoia il giorno precedente. Il residuo alimentare è stato pesato giornalmente per ciascun box.
Per garantire una efficace determinazione della quantità di dieta ingerita per box, sono stati adottati dei sistemi di separazione sulla corsia di alimentazione (foto 4).
Foto 4. Separatori tra box
A questa dieta di base erano aggiunte le diverse tipologie di soia in relazione alla tesi di riferimento. In particolare la soia integrale cruda a basso contenuto di fattori antinutrizionali (SIBA), la farina di estrazione di soia (FES), la soia integrale tostata (SIT) e la soia integrale non tostata (SINT) erano aggiunte in quantità tale da apportare 463 g di proteina. Poiché nel caso delle soie integrali (SIBA, SIT, SINT), aumentava nella dieta il contenuto di lipidi grezzi (234 g) a causa della presenza dell’olio, nella dieta FES per equilibrare il livello di lipidi grezzi, è stato incluso un grasso saponificato (Maxifat) in quantità pari a 234 g.
La soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali è stata prodotta nei campi
sperimentali dell’azienda agraria e successivamente essiccata per un idonea conservazione: le altre tipologie di soia sono state invece acquistate.
La razione alimentare utilizzata nella prima fase di ingrasso dei vitelloni (fase di avviamento) risultava formulata come descritto in tabella 4 mentre in tabella 5 è riportata la composizione chimica.
Tabella 4. Razione di avviamento (kg)
Tesi sperimentali | ||||
Alimenti | SIBA | FES | SIT | SINT |
Insilato di mais | 5,60 | 5,60 | 5,60 | 5,60 |
Mais laminato | 2,30 | 2,30 | 2,30 | 2,30 |
Polpe secche di bietola | 1,20 | 1,20 | 1,20 | 1,20 |
Paglia | 0,30 | 0,30 | 0,30 | 0,30 |
Crusca di frumento | 1,00 | 1,00 | 1,00 | 1,00 |
Integratore vitaminico minerale* | 0,25 | 0,25 | 0,25 | 0,25 |
Grasso saponificato ** | 0,246 | |||
Farina di estrazione di soia | 1,1 | |||
Soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali | 1,39 | |||
Soia integrale tostata | 1,39 | |||
Soia integrale non tostata | 1,39 | |||
TOTALE | 12,04 | 12,00 | 12,04 | 12,04 |
*Integrazione per kg: vit A 240000 UI, vit. D3 15000 UI, vit. E(a-Tocof.91%) 500 mg, vit B1 80 mg, vit B12 0.4 mg, vit PP 2040 mg, Manganese 650 mg, Rame (solf.rameico pent.) 100 mg, Cobalto (carb. Basico di 0.4 cobalto monoid.) 12 mg, Iodio(iod.potassio) 20 mg, Zinco (Ossido zinco) 1680 mg, Selenio (Se sodico) 3 mg, Zilfo polv. (S 99%) 11200 mg.
** Integrazione per kg: Etossichina (50 mg/Kg), butildrossitoluene (BHT) 100mg, vit. PP (Acido nicotinico): 10 mg, Manganese (Solfato manganoso tetraidrato): 30 mg
Tabella 5. Composizione chimica (%ss) della dieta di avviamento
TESI | ||||
SIBA | FES | SIT | SINT | |
SS | 63,0 | 62,9 | 63,0 | 62,9 |
PG | 13,8 | 14,0 | 14,1 | 14,1 |
EE | 5,6 | 5,7 | 5,9 | 6,0 |
FG | 14,4 | 13,8 | 14,4 | 14,4 |
EI | 53.5 | 57.9 | 53.5 | 53.6 |
NDF | 31,2 | 30,1 | 31,2 | 30,6 |
AMIDO | 30,1 | 29,8 | 30,1 | 30,1 |
UFC | 0,976 | 0,995 | 0.976 | 0,976 |
Le integrazioni delle razioni con le diverse tipologie di soia (nonché il grasso saponificato) venivano preparate giornalmente in sacchetti suddivisi per ciascun box e successivamente distribuite con la tecnica del top dressing, cioè mediante una distribuzione manuale sopra la razione, adeguatamente mescolate con la quota di unifeed in modo da permettere una distribuzione più accurata. Al raggiungimento del peso di circa 400 kg degli animali, alla razione è stato aggiunto 1 kg di farina di mais laminato per proseguire il ciclo produttivo con la fase di finissaggio (dieta di finissaggio). Durante la prova sono stati prelevati i campioni di ciascun alimento componente la razione: 3 campioni per il silomais, 3 per la paglia, 3 per la soia integrale
a basso contenuto di fattori antinutrizionali, 3 per la farina di estrazione di soia, 3 per la soia integrale tostata e 3 per la soia integrale cruda nazionale (inizio, metà e fine prova), mentre per gli altri alimenti è stato eseguito un prelievo ad ogni cambio di partita.
Ogni campione è stato sottoposto ad analisi chimiche di laboratorio per la determinazione del contenuto di sostanza secca, proteina grezza, fibra grezza, ceneri, estratto etereo, NDF e amido (AOAC, 2000). Inoltre i campioni di soia sono stati sottoposti a determinazione dell’attività dell’inibitore della tripsina mediante il saggio di Xxxxxx, come riportato da Xxxxxxxx (2001). I campioni di soia sono stati anche esaminati per quanto riguarda l’attività ureasica. Sui campioni di silomais sono stati inoltre determinati il pH, N-NH3 e acidi organici.
2.5 MACELLAZIONE
La macellazione è stata effettuata in due successive fasi a distanza di una settimana, presso il macello Pellizzari (Loria, TV) identificato dai tecnici dell’AZOVE.
Su ciascun soggetto è stato rilevato il peso della carcassa a caldo subito dopo la macellazione, per la determinazione della resa. Sempre al macello sono state effettuate, a cura degli esperti del Dipartimento di Scienze Animali, la valutazione della conformazione della carcassa in base alla griglia SEUROP e dello stato di ingrassamento degli animali, attribuendo un punteggio da 1 a 5 alle diverse regioni della carcassa secondo i criteri e le metodologie EAAP-CEE (Tabella comunitaria di classificazione delle carcasse bovine, 1996). Su tutte le mezzene destre è stato rilevato il pH a tre ore e a otto ore dalla macellazione. Sulle mezzene destre scelte per il prelievo del taglio campione è stato fatto inoltre il rilievo del pH a 24 ore dalla macellazione.
Su metà delle carcasse è stato effettuato il prelievo del taglio campione di Longissimus thoracis et lomborum (tra l’ottava vertebra toracica e la prima vertebra lombare) per la determinazione della composizione chimico-nutrizionale (acqua, proteine, grasso, colesterolo, profilo acidico), del pH, colore, delle perdite di cottura e della resistenza al taglio ( ASPA: Metodiche per la determinazione delle caratteristiche qualitative della carne, 1996) Ogni taglio campione è stato pesato e successivamente diviso in tre parti: una fetta di 2 cm di spessore per la valutazione del colore a 1-24-48 e 72 ore di esposizione in vaschetta con film di protezione in frigo a 0-2 C°. Una seconda fetta di 2 cm per le analisi chimiche ed estrazione dei grassi in tra muscolari. Una terza fetta di
2.5 cm di spessore per le perdite di cottura, in un sacchetto a bagno xxxxx a temperatura di 75C°,e della tenerezza con sforzo di taglio WBSF su cilindri di carne.
3.6 ELABORAZIONE STATISTICA DEI DATI
I dati sono stati elaborati utilizzando la procedura GLM del SAS (SAS-STAT, 1990).
I dati relativi alle pesate e gli accrescimenti medi giornalieri sono stati elaborati con il seguente modello split-plot:
yijklm = μ + αi + βj(αi) + γk (αβ)ij + δl + (αδ)il +εijklm
dove μ = media generale; αi =effetto della tesi sperimentale; βj(αi) = effetto del box entro tesi sperimentale; γk (αβ)ij = effetto dell’animale entro l’interazione (box per tesi sperimentale); δl = effetto della ripetizione; (αδ)il =effetto dell’interazione tesi per ripetizione; εijklm = errore residuo.
I dati relativi ai consumi, ai pesi iniziali e agli accrescimenti totali sono stati elaborati con il seguente modello split-plot:
yijkl = μ + αi + βj(αi) +γk + (αγ)ik+ εijkl
dove μ = media generale; αi =effetto della tesi sperimentale; βj(αi) = effetto del box entro tesi sperimentale; γk = effetto della ripetizione; (αγ)ik =effetto dell’interazione tesi per ripetizione; εijkl = errore residuo.
I dati relativi ai parametri metabolici e ruminali sono stati elaborati con il seguente modello split-plot:
yijkl = μ + αi + βj(αi) +γk + (αγ)ik+ εijkl
dove μ = media generale; αi =effetto della tesi sperimentale; βj(αi) = effetto dell’animale entro tesi sperimentale; γk = effetto della ripetizione; (αγ)ik =effetto dell’interazione tesi per ripetizione; εijkl = errore residuo.
I dati relativi alle feci, ai dati della macellazione e alle analisi della carne sono stati elaborati con il seguente modello split-plot:
yij = μ + αi + εij;
dove μ = media generale; αi =effetto della tesi sperimentale; εij = errore residuo.
Nel caso di parametri ripetuti (es: ph e colore misurato a distanza diversa dalla macellazione, ecc…) nel modello è stato inserito l’effetto xxxxxxxxxxx.Xx varianza dell’effetto tesi sperimentale è stata utilizzata per effettuare sia confronti a coppie fra i
diversi livelli che i seguenti confronti ortogonali:
FES vs SIBA+SINT+SIT; SIBA vs SINT+SIT; SINT vs SIT.
3. RISULTATI E DISCUSSIONE
3.1 ANALISI CHIMICA DEGLI ALIMENTI
La composizione chimica degli alimenti utilizzati nella prova è riportata nelle tabelle 6, 7 e 8. Riguardo all’insilato di mais, che rappresenta la base della razione unifeed, si può osservare un contenuto di sostanza secca ottimale (35.8%), un buon contenuto proteico (8.3%ss) e di NDF (44.1%ss). Le fermentazioni dell’insilato sono avvenute correttamente come dimostrato (tabella 7) dal valore di pH (3.8), di azoto ammoniacale (1.8% dell’azoto totale) e dal profilo acidico (Bittante et al., 1990; Xxxxxxxxxxx et al., 1996). Anche gli altri alimenti utilizzati rientrano come composizione chimica nella norma (Martillotti et al., 1996). Il grasso saponificato presenta un tenore di lipidi grezzi pari all’86.2% ss e un contenuto di ceneri (rappresentate soprattutto dal calcio) pari a 13.4% ss.
Tabella 6. Analisi chimica (% ss) dei campioni degli alimenti impiegati nella prova.
Alimenti | |||||||
Insilato | Mais | Polpe | Paglia | Crusca | Grasso | Int. vit-min | |
N. camp. | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 1 | 1 |
SS | 35.79 | 86.99 | 89.50 | 92.64 | 88.02 | 97.05 | 96.55 |
±1.96 | ±1.3 | ±1.82 | ±2.38 | ±1.79 | |||
PG | 8.26 | 9.93 | 9.3 | 4.82 | 16.73 | 25.52 | |
±0.58 | ±1.57 | ±0.87 | ±1.27 | ±0.93 | |||
EE | 3.45 | 3.01 | 0.18 | 1.83 | 3.49 | 86.20 | 2.21 |
±0.37 | ±1.35 | ±0.07 | ±0.82 | ±0.17 | |||
CENERI | 3.94 | 1.26 | 5.82 | 8.75 | 6.11 | 13.44 | 56.71 |
±0.32 | ±0.59 | ±2.09 | ±0.51 | ±0.27 | |||
NDF | 44.14 | 11.04 | 49.85 | 72.29 | 47.55 | 19.21 | |
±2.65 | ±2.38 | ±2 | ±3.16 | ±0.78 |
Tabella 7. Caratteristiche di fermentazione dell’insilato di mais
Insilato di mais | |
N. campioni | 3 |
SS % | 35.79± 1.96 |
pH | 3.82±0.07 |
N-NH3 | 1.83±2.94 |
Acido lattico (% AGV) | 3.00±2.60 |
Acido butirrico(% AGV) | Tracce |
Acido acetico(% AGV) | 0.54±0.01 |
Acido propionico(% AGV) | 0.04±0.02 |
La composizione chimica delle soie utilizzate nella prova (sia seme integrale che farina di estrazione) è riportata in tabella 8. Il contenuto proteico della soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali, appartenente alla cultivar Xxxxxxx è risultato pari a 37.9%ss, in linea con i dati ottenuti da Mosca in prove di confronto varietale e riportati da Bondesan (2007). Questo valore di proteina grezza è risultato tendenzialmente più basso rispetto a quello delle varietà di soia nazionale convenzionali, sia considerando il prodotto tostato che non tostato (39.3%ss). Stesso andamento è stato rilevato per il contenuto di lipidi grezzi che è risultato pari a 18.8%ss nel prodotto a basso contenuto di fattori antinutrizionali e 21.2%ss nei due prodotti convenzionali. La soia integrale non tostata ha evidenziato un contenuto di fibra NDF inferiore (14.5%ss) rispetto alle altre due soie (17.1%ss). Relativamente alla determinazione della attività ureasica, che rappresenta un indice della presenza di fattori antinutrizionali e della solubilità delle proteine ed è espressa come variazione di pH, sono emersi, come atteso, valori più alti (in media 2.31) per le soie crude e sostanzialmente ridotti nel caso della soia tostata (0.21).
Si può notare, inoltre, per quanto riguarda l’attività dell’inibitore della tripsina, come la percentuale di inattività sia molto elevata (77.7%) nella soia integrale cruda non tostata, mentre risulti quasi dimezzata nella soia integrale a basso contenuto di fattori antinutrizionali (34.3%). Al contrario, è quasi assente nella soia tostata (12.7%). Riguardo infine alla composizione chimica della farina di estrazione di soia si può evidenziare una sostanziale analogia con i dati riportati in letteratura (Bittante et al., 1990) e valori molto contenuti di attività ureasica e di attività dell’inibitore della tripsina, che sono legati al trattamento termico subito da questo prodotto nella fase di lavorazione.
3.2 STATO SANITARIO DEGLI ANIMALI
Gli animali, all’arrivo in azienda, sono stati vaccinati (Cattle Master 4, Pfizer), trattati con prodotto antiparassitario (Ivomec Plus, Merck) e, come prevenzione, è stata fatta una copertura antibiotica (Draxxin, Pfizer). Dopo 20 d è stato fatto il richiamo della vaccinazione (Cattle Master 4, Pfizer). A metà prova gli animali sono stati trattati con antiparassitario (Renegade 1.5% puor-on, Fort Dodge) contro pidocchi, acari e rogna.
Tabella 8. Caratteristiche chimiche (%ss) e nutrizionali delle diverse soie utilizzate.
XXXX | ||||
Xxxx a basso contenuto di fattori antinutrizionali | Farina di estrazione di soia | Soia integrale tostata | Soia integrale cruda non tostata | |
N. campioni | 3 | 3 | 3 | 3 |
SS | 90.80±1.36 | 89.12±0.63 | 90.17±1.50 | 89.28±1.87 |
PG | 37.93±1.04 | 49.07±1.5 | 39.19±0.89 | 39.49±0.97 |
EE | 18.80±1.54 | 1.96±0.37 | 21.16±1.68 | 20.17±0.53 |
NDF | 17.00±0.43 | 13.24±0.59 | 17.17±3.49 | 14.50±2.15 |
CENERI | 5.17±0.15 | 6.67±0.20 | 5.34±0.07 | 5.30±0.17 |
Attività ureasica | 2.27 | 0.18 | 0.21 | 2.35 |
Attività dell’inibitore della tripsina (% inattiv./mg proteina) | 34.30 | 12.70 | 77.70 |
Durante la prova, 5 animali hanno evidenziato dei problemi sanitari. L’incidenza delle patologie (8.9%) è in linea con quella riportata nella media degli allevamenti intensivi di bovini da carne. La tipologia delle patologie è riportata in tabella 9.
Tabella 9. Patologie riscontrate durante la prova
Patologie: | SIBA | FES | SIT | SINT |
Affezione respiratoria | 1 | |||
Problemi agli arti | 1 | 1* | ||
Coccidiosi (presenza sangue nelle feci) | 1 | |||
Eliminazione per tossicosi | 1 |
*Animale sottoposto ad intervento di pareggiamento degli unghioni, successivamente è stato, invece, diagnosticato un difetto nel portamento dovuto a problemi nell’articolazione della spalla.
Tutti gli animali (ad eccezione di quello colpito da tossicosi) sono stati curati ed hanno concluso il ciclo di ingrasso. L’unico soggetto che non ha concluso la fase di ingrasso, appartenente alla tesi SIBA; è stato colpito da necrosi alla coda ed edema del garretto: dopo amputazione della coda ed adeguata terapia antibiotica ed antinfiammatoria, il bovino presentava ancora problemi sanitari per cui si è proceduto alla macellazione
anticipata.
Come emerge dalla tabella 9, l’incidenza delle patologie non è direttamente collegabile alla tesi sperimentale. Questo risultato è in linea con quanto rilevato da Xxxxxxx et al. (2005) che, in una prova di confronto fra diete contenenti soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali e soia farina di estrazione, non ha ottenuto, su vitelloni Simmental, differenze sostanziali fra le tesi sperimentali nell’incidenza di problemi sanitari e di mortalità.
3.3 INGESTIONE ALIMENTARE
In media il consumo di sostanza secca nell’intero ciclo produttivo è risultato pari a 9.24
± 0.61 kg/d. Questo valore è superiore a quello (8.29 kg/d) riportato da altri autori (Xxxxx e Xxxxxxxx, 2005) in una prova sperimentale effettuata su soggetti di razza Limousine durante la fase finale di ingrasso (da 426 a 613 kg di peso) in allevamento intensivo.
In tabella 10 è riportata l’analisi della varianza relativa al consumo di sostanza secca da parte dei vitelloni in prova. L’effetto della tesi sperimentale non è risultato significativo all’analisi statistica (in media l’ingestione è variata da 9.0 a 9.5 kg/d) mentre sono risultati significati gli effetti del box entro tesi, del periodo e dell’interazione fra questi due fattori. Riguardo al periodo si può evidenziare un andamento linearmente crescente dell’ingestione di sostanza secca passando dall’inizio della prova alla fine del ciclo di ingrasso con valori che variano da 8.1 a 10.5 kg/d.
Tabella 10. Analisi della varianza dell’ingestione di sostanza secca
EFFETTI | G.L. | VARIANZA | P |
Tesi | 3 | 23.48 | NS |
Box (tesi) | 10 | 23.56 | *** |
Periodo | 5 | 294.40 | *** |
Tesi * periodo | 15 | 2.28 | *** |
Errore | 2102 | 0.37 | |
R2 | 0.70 |
Come evidenziato in Figura 1, l’incremento dell’ingestione di sostanza secca nel corso della prova è però risultato diverso nelle diverse tesi sperimentali (interazione tesi x
perido; P<0.001) con un tendenziale minor incremento per i vitelloni appartenenti alla tesi SIT (soia integrale tostata), un maggior incremento per i vitelloni della tesi FES (farina di estrazione di soia) e un comportamento intermedio per le altre due.
12
11
10
9
8
7
1
2
3
4
5
6
Periodo
SIBA FES SIT
SINT
Kg unifeed
Figura 1. Andamento dell’ingestione di sostanza secca nel corso della prova
Dall’analisi dei confronti ortogonali effettuata sulla varianza dell’interazione “tesi x periodo” e riportata in tabella 11, si evidenzia come i vitelloni che ricevevano farina di estrazione di soia siano stati caratterizzati da una maggiore ingestione di sostanza secca rispetto ai bovini di tutte le altre 3 tesi a base di soia intera soprattutto negli ultimi 3 mesi del ciclo (P<0.001). Nel xxxxx xxxxx xxxxx xxx x xxxxxx xxxxx xxxx SIBA sono state osservate ingestioni di sostanza secca intermedie rispetto a quelli che ricevevano soie intere convenzionali. Le differenze maggiormente degne di nota (P<0.001) riguardano i due gruppi di bovini che ricevevano soia di produzione nazionale tostata (SIT) e non tostata (SINT) con valori di ingestione di sostanza secca costantemente inferiori nel primo caso.
Tabella 11. Confronti ortogonali
FES vs SIBA+SINT+SIT | SIBA vs SINT + SIT | SINT vs SIT | |
Xxxxxxx: | |||
- periodo 1 | ns | ns | <0.001 |
- periodo 2 | ns | <0.01 | <0.001 |
- periodo 3 | ns | ns | <0.001 |
- periodo 4 | <0.001 | <0.001 | <0.001 |
- periodo 5 | <0.001 | ns | <0.001 |
- periodo 6 | <0.001 | <0.001 | <0.001 |
3.4 PESI VIVI E ACCRESCIMENTI
Gli animali sono stati pesati al momento della partenza dalla Francia (12 ottobre 2006) sul camion. Il peso cumulativo era pari a 16740 kg per un peso medio per capo di 299 kg. All’arrivo i vitelli sono stati pesati singolarmente: il peso all’arrivo è risultato pari a 287 ± 17 kg. Nel corso del trasporto quindi gli animali hanno subito un “calo peso” di circa 12 kg (pari al 4% del peso iniziale). Gli animali sono stati distribuiti nei diversi box in modo da ottenere peso medio e deviazione standard omogenei entro box (tabella 12).
Tabella 12. Analisi della varianza del peso vivo ad inizio prova
EFFETTI | G.L. | VARIANZA | P |
Tesi | 3 | 448.08 | ns |
Box (tesi) | 10 | 1829.92 | ns |
Errore | 42 | 289.62 | |
R2 | 0.16 |
Gli animali sono stati pesati complessivamente 8 volte nel corso della prova. Dall’analisi della varianza dei pesi (tabella 13) emerge come l’effetto della tesi sperimentale sia risultato significativo (P<0.05) mostrando differenze fra la tesi SIBA (con il valore più alto: 436 kg) e la tesi SIT (412 kg). Nel caso delle altre due tesi i valori sono risultati intermedi.
Tabella 13. Analisi della varianza del pesi vivi
EFFETTI | G.L. | VARIANZA | P |
Tesi | 3 | 12608.60 | * |
Box (tesi) | 10 | 3139.58 | ns |
Animale (box*tesi) | 41 | 7177.67 | *** |
Periodo | 7 | 559108.25 | *** |
Tesi * periodo | 21 | 438.51 | ns |
Errore | 357 | 368.98 | |
R2 | 0.97 |
Gli animali sono aumentati di peso in modo lineare nel corso della prova (effetto
periodo: P<0.001) e questo andamento è risultato simile nei 4 gruppi sperimentali (interazione tesi x periodo: ns), come si può anche osservare dalla Figura 2. La velocità di crescita dei soggetti in prova è risultata pari mediamente a 1.37 kg/d, valore da ritenersi ottimale per vitelloni di questo tipo genetico e in linea con i dati medi degli allevamenti intensivi del Veneto pari a 1.30 kg/d (Xxxxx, 2007). Questo dato risulta inoltre in accordo con l’accrescimento medio giornaliero ottenuto da Xxxxx e Xxxxxxxx (2005) su vitelloni Limousine in allevamento intensivo nella fase finale di ingrasso (1.35 kg/d).
Kg
Figura 2. Andamento pesate mensili per tesi
600.00
500.00
400.00
300.00
200.00
1
2
3
4
5
6
7
8
Pe riodo
SIBA FES SIT
SINT
Relativamente alla velocità di crescita, dalla tabella 14 emerge come l’effetto della tesi sperimentale sia risultato significativo (P<0.05) con valori più bassi per la soia tostata (1.24 kg/d), intermedi per le tesi SINT e FES (1.32 e 1.40 kg/d rispettivamente) e superiori per la tesi SIBA (1.42 kg/d) (figura 3).
Tabella 14. Analisi della varianza degli accrescimenti
EFFETTI | G.L. | VARIANZA | P |
Tesi | 3 | 0.58 | * |
Box (tesi) | 10 | 0.16 | ns |
Animale (box*tesi) | 41 | 0.32 | *** |
Periodo | 6 | 1.40 | *** |
Tesi * periodo | 18 | 0.22 | * |
Errore | 306 | 0.14 | |
R2 | 0.40 |
1.45
b
b
1.4
1.35
ab
1.3
1.25
a
1.2
1.15
1
SIBA FES SIT
SINT
Kg accrescimento
Figura 3. Accrescimenti totali per tesi
L’interazione significativa fra tesi e periodo (P<0.05) indica che nel corso della prova i diversi gruppi sperimentali hanno avuto andamenti diversi riguardo all’accrescimento (figura 4). In particolare nel primo mese di prova gli accrescimenti sono risultati diversi nelle 4 tesi sperimentali con valori più elevati per SIBA (2.01 kg/d), intermedi per SINT e FES (1.69 e 1.68 kg/d rispettivamente) e inferiori per SIT (1.31 kg/d). Va ricordato tuttavia che in questo primo mese di prova gli animali non ricevevano ancora la dieta sperimentale ma una razione uguale per tutti (di condizionamento) e che gli incrementi così diversi e molto alti nel caso della tesi SIBA sono da collegare alla fase di recupero di peso dopo lo stress da trasporto e la conseguente perdita di liquidi avvenuta durante il trasferimento.
Anche nell’ultimo mese di prova sono state evidenziate differenze significative (P<0.10) negli incrementi ponderali dei soggetti in prova con valori più elevati per i soggetti dei gruppi FES e SIBA (1.57 e 1.49 kg/d rispettivamente) rispetto a SIT e SINT (1.31 e 1.22 kg/d rispettivamente).
Figura 4. Accrescimenti mensili per tesi
2,50
2,00
1,50
1,00
0,50
0,00
SIBA FES SIT
SINT
Kg capo/giorno
1° Periodo
2° Periodo
3° Periodo
4° Periodo
5° Periodo
6° Periodo
7° Periodo
In questa prova gli accrescimenti non sono risultati diversi tra il gruppo di animali che riceveva la soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali e quello che riceveva invece la farina di estrazione di soia. Questo risultato è simile a quello ottenuto (1.26 vs 1.24 kg/d) da Xxxxxxx et al. (2005) in una prova effettuata però su vitelloni Simmental ai quali erano somministrate simili integrazioni proteiche.
3.5 PRELIEVI EMATICI
Gli animali sono stati sottoposti a prelievo ematico per tre volte durante il ciclo di ingrasso (inizio, metà e fine prova), per valutare le eventuali differenze tra le 4 tesi sperimentali nei diversi parametri del quadro metabolico, in rapporto al momento del prelievo.
Per i bovini da carne non sono disponibili, parimenti a quanto avviene per le vacche da latte, tabelle di riferimento distinte per categorie o razze. Per questo motivo in questo lavoro i risultati ottenuti dai prelievi ematici sono stati comparati con quelli relativi a vacche in asciutta considerando un livello di confidenza pari al 95% (Xxxxxxx e coll., 1998). Tutti i parametri metabolici rilevati in questa prova rientrano nella normalità.
Dall’analisi della varianza, riportata in tabella 15 e tabella 16, l’effetto della tesi sperimentale è risultato significativo (P<0.05) soltanto per la variabile proteine totali
che ha evidenziato un valore più elevato per il gruppo SINT (77.0 g/l) rispetto alle altre tre tesi (70.2, 71.3, 72.8 g/l rispettivamente per FES, SIBA, SIT). L’effetto animale entro tesi e prelievo sono, al contrario, risultati significativi per quasi tutti i parametri mentre l’interazione “tesi x prelievo” non è risultata significativa (P>0.05) per tali parametri, ad eccezione delle proteine totali (P<0.05) e dell’enzima GGT (gamma glutamil transferasi) (P<0.01). Il livello ematico dei NEFA non si è diversificato significativamente fra le tesi nei diversi prelievi, con valori nella norma variabili da 0.19 a 0.25 mmol/l perfettamente in linea con il range di riferimento (0.03-0.46 mmol/l) riportato da Xxxxxxx e coll. (1998).
Tabella 15 Analisi della varianza dei prelievi ematici
EFFETTI | G.L. | PROT TOT | ALB. | GLOB | UREA | GLU | TG | NEFA |
g/l | g/l | g/l | mmol/l | mmol/l | mmol/l | mmol/l | ||
Tesi | 3 | 194.83* | 2.08 | 87.41 | 0.40 | 0.17 | 0.03 | 0.01 |
Animale (tesi) | 23 | 44.40** | 6.63* | 54.28 | 0.88 | 1.34*** | 0.05 | 0.01 |
Prelievo | 2 | 8.96 | 19.52** | 11.70 | 3.80* | 16.50*** | 0.03 | 0.21*** |
Tesi * prelievo | 6 | 47.85* | 3.16 | 52.33 | 0.79 | 0.06 | 0.03 | 0.008 |
Errore | 46 | 15.76 | 2.68 | 47.60 | 0.53 | 0.30 | 0.004 | 0.007 |
R2 | 0.72 | 0.63 | 0.45 | 0.58 | 0.82 | 0.46 | 0.71 |
Tabella 16. Analisi della varianza dei prelievi ematici
EFFETTI | G.L. | CHOL | AST | GGT | CK | CA | P | MG |
mmol/l | U/I | U/I | µmol/l | mmol/l | mmol/l | mmol/l | ||
Tesi | 3 | 0.80 | 849.86 | 21.39 | 50834.62 | 0.008 | 0.08 | 0.009 |
Animale (tesi) | 23 | 0.46* | 330.59*** | 24.99*** | 84922.48 | 0.01* | 0.07 | 0.01*** |
Prelievo | 2 | 1.83** | 2681.78*** | 110.95*** | 9171.85 | 0.04* | 0.14 | 0.03*** |
Tesi * prelievo | 6 | 0.07 | 117.65 | 27.90** | 51199.33 | 0.003 | 0.01 | 0.003 |
Errore | 46 | 0.18 | 90.76 | 6.93 | 78096.88 | 0.005 | 0.04 | 0.02 |
R2 | 0.66 | 0.79 | 0.76 | 0.40 | 0.59 | 0.48 | 0.78 |
L’enzima GGT, che rappresenta un utile indicatore della funzionalità epatica (ASPA, 1999) dovrebbe presentare un livello ematico secondo i dati di letteratura (Xxxxxxx et al., 1998) un range compreso tra 17.8 e 38.0 U/I. In questa prova i valori medi risultano sensibilmente più bassi. Il livello di GGT ha evidenziato (figura 5) un picco in
corrispondenza del secondo prelievo (22.1 U/I), rispetto ai prelievi iniziale e finale (14.9 e 14.0 U/I rispettivamente). Questo particolare andamento non è stato rilevato nelle altre tre tesi nelle quali i valori si sono mantenuti sempre piuttosto costanti nei tre prelievi effettuati nel corso della prova con valori medi rispettivamente pari a 14.6, 15.8 e 16.6 U/I rispettivamente per FES, SINT, SIT.
GGT
25
20
15
10
5
0
1° Prelievo
2° Prelievo
3° Prelievo
SIBA SEF SIT
SINT
U/I
Figura 5. Andamento valori medi GGT
Confrontando i dati delle proteine totali con quelli che si trovano in letteratura (Xxxxxxx et al., 1998), si può evidenziare che per questo parametri i dati ottenuti rientrano nella norma (range di riferimento tra 68.8 e 85.0 g/l), anche se presentano una elevata variabilità.
Nel figura 6 emergono delle differenze sostanziali fra gli andamenti delle proteine totali nei diversi gruppi sperimentali. In particolare si evidenzia come nella tesi SIT il valore iniziale delle proteine aumenti nel secondo e nel terzo prelievo passando da 69.3 a 73.2 a 76.0 g/l rispettivamente. Nella tesi SINT i valori di proteine totali aumentano sensibilmente nel terzo prelievo (da 76.6 a 75.6 fino a 78.8 g/l) mentre nel gruppo sperimentale SIBA i valori sono rimasti sostanzialmente costanti in tutti i prelievi (in media 71.3 g/l). Un andamento completamente diverso è stato evidenziato infine per la tesi FES che ha evidenziato un calo del contenuto di proteine totali a livello ematico fin dal secondo prelievo (da 74.0 a 68.5 a 68.2 g/l).
PROTEINE TOTALI
80
78
76
74
72
70
68
66
1° Prelievo
2° Prelievo
3° Prelievo
SIBA FES SIT
SINT
g/l
Figura 6 Andamento valori medi delle proteine totali
Dall’analisi dei confronti ortogonali (tabella 17) relativa a questi due parametri ematici è emerso che per quanto riguarda il livello di GGT, gli animali alimentati con soia a basso contenuto di fattori antinutrizionali evidenziano un incremento di questo parametro nel secondo periodo, non osservato invece nel gruppo di soggetti riceventi soia convenzionale (sia tostata che cruda). Per quanto riguarda le proteine totali, la tesi FES ha evidenziato valori più bassi delle altre tre tesi negli ultimi due prelievi mentre il gruppo SIBA ha mostrato dati mediamente più bassi delle altre due tesi con seme di soia (SINT e SIT) nell’ultimo prelievo.
Tabella 17. Confronti ortogonali tra le tesi
FES vs SIBA+SINT+SIT | SIBA vs SINT + SIT | SINT vs SIT | |
GGT | |||
- 1° prelievo | ns | ns | ns |
- 2° prelievo | ns | <0.01 | ns |
- 3° prelievo | ns | ns | ns |
PROT. TOT | |||
- 1° prelievo | ns | ns | <0.01 |
- 2° prelievo | <0.05 | ns | ns |
- 3° prelievo | <0.01 | <0.01 | ns |
3.6 PRELIEVI RUMINALI
Dall’analisi della varianza del liquido ruminale (tabelle 18 e 19) nessuno degli effetti considerati nel modello di elaborazione statistica risulta significativo ad eccezione dell’effetto prelievo. Quindi si può concludere che la tesi sperimentale, ed in particolare il tipo di soia incluso nella dieta, non abbia determinato modificazioni sostanziali nell’andamento delle fermentazioni ruminali.
Tabella 18. Analisi della varianza del liquido ruminale
EFFETTI | G.L. | pH | Ac. acetico | Ac propionico | Ac. iso butirrico | Ac n- butirrico |
Tesi | 3 | 0.06 | 16.97 | 27.75 | 0.05 | 3.52 |
Animale (tesi) | 24 | 0.08 | 14.17 | 41.58 | 0.06 | 14.47 |
Prelievo | 1 | 2.52*** | 118.13* | 0.40 | 0.40* | 45.22* |
Tesi * prelievo | 3 | 0.16 | 1.55 | 12.43 | 0.06 | 12.65 |
Errore | 24 | 0.05 | 24.63 | 35.92 | 0.05 | 8.98 |
R2 | 0.79 | 0.46 | 0.56 | 0.63 | 0.67 |
Tabella 19. Analisi della varianza del liquido ruminale
EFFETTI | G.L. | Ac caproico | Ac iso- valerianico | Ac. n. valerianico | N-NH3 |
Tesi | 3 | 0.0004 | 0.36 | 0.27 | 4.23 |
Animale (tesi) | 24 | 0.0004 | 0.38 | 0.23 | 4.99 |
Prelievo | 1 | 0.001* | 3.31* | 1.02* | 31.56* |
Tesi * prelievo | 3 | 0.0006 | 0.70 | 0.086 | 3.34 |
Errore | 24 | 0.0002 | 0.45 | 0.17 | 4.68 |
R2 | 0.71 | 0.59 | 0.64 | 0.60 |
Dall’inizio alla fine (tabella 20) della prova il pH è passato da 6.32 a 5.90 (P<0.01), come atteso, considerando che gli animali nel corso della fase di condizionamento ricevevano una dieta meno concentrata rispetto a quella caratteristica del finissaggio. Questo ha influenzato anche l’incidenza dell’azoto ammoniacale che è aumentato da
1.73 a 3.25 mg/100 ml (P<0.05) e i valori del profilo degli acidi grassi volatili con una riduzione dell’acido acetico a favore di un incremento dell’acido butirrico.
Tabella 20 Valori dei parametri ruminali nel primo (T0) e nel secondo (T1) prelievo
T0 | T1 | |
pH | 6.32 | 5.90 |
N-NH3 (mg/100 ml) | 1.73 | 3.25 |
AGV: | ||
Ac. acetico | 60.38 | 57.43 |
Ac propionico | 22.45 | 22.63 |
Ac. iso-butirrico | 0.74 | 0.91 |
Ac. n-butirrico | 13.63 | 15.45 |
Ac. iso-valerianico | 1.32 | 1.80 |
Ac. n-valerianico | 1.31 | 1.58 |
Ac. caproico | 0.03 | 0.04 |
3.6 ANALISI DELLE FECI
I dati di composizione chimica ottenuti dal prelievo delle feci sono da ritenersi molto indicativi riguardo alla digeribilità apparente delle diete in quanto, come noto, solo attraverso prove di digeribilità (in vivo o in vitro) e di degradabilità ruminale (in situ o in vitro) effettuate ad hoc secondo precisi protocolli sperimentali sarebbe possibile ottenere un valore attendibile di questo parametro.
Dall’analisi della varianza della composizione chimica delle feci (tabella 21) emerge come solo per il tenore di NDF (fibra resistente al detergente neutro, P<0.05) e per la PG (proteina grezza, P<0.05) l’effetto della tesi sperimentale sia risultato significativo.
Tabella 21. Analisi della varianza della composizione chimica delle feci (%ss)
EFFETTI | G.L. | SS | SO | NDF | PG | Ceneri |
Tesi | 3 | 1.44 | 1.81 | 104.88* | 6.40* | 1.81 |
Errore | 24 | 4.62 | 1.47 | 34.35 | 2.12 | 1.47 |
R2 | 0.03 | 0.13 | 0.27 | 0.27 | 0.13 |
Dalla figura 7 è possibile osservare in particolare che il valore più elevato di NDF sia stato riscontrato nella tesi SIT (44.1% ss), mentre il valore più basso si sia osservato per la tesi FES (33.9%). Valori intermedi e simili sono invece rilevati per le due soie crude (39.6 e 39.8 % ss rispettivamente per SINT e SIBA). Da questi dati emergerebbe una maggior digeribilità apparente della componente fibrosa degli alimenti per gli animali che assumono la soia come farina di estrazione e una minor utilizzazione digestiva di queste frazioni nel caso invece in cui la integrazione proteica avvenga con la soia tostata.
NDF
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
44,1
39,8
39,6
33,9
SIBA FES SIT
SIBA
Figura 7. Tenore di NDF (% ss) delle feci nelle diverse tesi sperimentali
%ss
Considerazioni molto diverse da quelle riportate sopra per l’NDF si possono effettuare riguardo alla proteina grezza. In questo caso infatti (figura 8) si può osservare come la percentuale di proteina residua più elevata si sia riscontrata nelle feci di animali alimentati con farina di estrazione di soia (16.8%) e negli animali che ricevevano soia non tostata.(16.0%). Valori di PG nelle feci più bassi sono invece stati riscontrati per le tesi SIBA e SIT (14.9% e 14.8% rispettivamente). Questi dati indicherebbero che la proteina presente nella farina di estrazione di soia sia meno utilizzata a livello digestivo della proteina apportata da seme integrale. Fra le soie somministrate come seme intero va sottolineato che probabilmente la minor utilizzazione digestiva della proteina nella tesi SINT è legata alla presenza di fattori antinutrizionali nella soia cruda (non tostata) somministrata a questi animali. I valori di digeribilità della proteina ottenuti nelle tesi SIBA e SIT sono invece da imputare ad una minor presenza di fattori antinutrizionali (ed in particolare proprio i fattori antitripsinici) nelle soie ottenute da una parte con varietà non convenzionali dall’altra attraverso il trattamento termico dei semi in post- raccolta.
PG
17
16,5
16,81
15,96
16
15,5
15
14,5
14
13,5
14,88
14,75
SIBA FES SIT
SINT
Figura 8. Tenore di PG (% ss) delle feci nelle diverse tesi sperimentali
%ss
Per quanto riguarda le frazioni ottenute con la setacciatura delle feci non sono emerse differenze significative relativamente all’effetto tesi sperimentale (tabella 22). Questo risultato indica una sostanziale omogeneità nella distribuzione granulometrica delle feci nei vari setacci.
Tabella 22. Analisi della varianza della granulometria delle feci (%ss)
EFFETTI | G.L. | Setaccio 1 | Setaccio 2 | Fondo |
Tesi | 3 | 16.24 | 16.72 | 99.56 |
Errore | 24 | 16.58 | 37.02 | 81.21 |
R2 | 0.10 | 0.12 | 0.13 |
Nel figura 9 sono riportate le frazioni ottenute dalla separazione con i diversi setacci effettuate sui campioni di feci delle quattro tesi. Come si può notare, in tutti e quattro le tesi, la porzione più rilevante è quella del fondo cioè delle particelle con diametro minore di 2.36 mm (in media pari al 74.6%). I residui dei setacci con dimensioni di 4.75 e 2.36 mm rispettivamente sono risultati in media pari a 8.7% e 16.7%. Quindi le tre tesi sperimentali nelle quali era prevista la somministrazione di seme intero di soia non hanno evidenziato una maggior frazione di particelle più grandi nel setaccio a maglie più larghe, dovute alla presenza di cariossidi non digerite o spezzate. Dall’esame visivo delle feci è tuttavia emersa la presenza di residui di seme di soia nelle tre tesi SIBA, SIT
e SINT.
Figura 9. Setacciatura feci
Setacciatura
Siba
Fes
Sit
Sint
100%
80%
60%
%
40%
20%
0%
Fondo Xxxxxxxx 0
Xxxxxxxx 0
3.7 RISULTATI POST-MORTEM
Dall’analisi della varianza dei dati di macellazione (tabella 23), l’effetto tesi non risulta significativo (P>0.05) per i parametri relativi alla pesata finale, al peso della carcassa, alla resa a caldo, alla valutazione SEUROP e allo stato di ingrassamento.
Tabella 23. Analisi della varianza della macellazione
EFFETTI | Gl | Peso Finale | Peso Carcassa | Resa | Seurop | Grasso |
Tesi | 3 | 4984.79 | 22313.44 | 1.56 | 0.10 | 0.56 |
Errore | 51 | 2513.75 | 974.63 | 5.73 | 0.18 | 0.23 |
R2 | 0.10 | 0.11 | 0.01 | 0.03 | 0.12 |
Si può comunque affermare che il peso dei vitelli a fine prova ha raggiunto un valore medio di 587 kg, da ritenersi ottimale per soggetti di razza Limousine in allevamento intensivo (Xxxxx, 2007). Come risulta dalla tabella 24 i valori nelle quattro tesi sperimentali sono piuttosto diversi ma il fatto che le differenze non raggiungano la significatività statistica è legato ad una elevata variabilità per questo parametro (DS =
50.1 kg).
Tabella 24. Valori medi di macellazione per tesi
SIBA | FES | SIT | SINT | DS | |
Peso vivo (kg) | 602.5 | 600.1 | 559.4 | 583. | 50.1 |
Peso carcassa (kg) | 385.5 | 383.8 | 357.6 | 369.9 | 31.2 |
Resa % | 64.1 | 63.9 | 63.9 | 63.3 | 2.3 |
SEUROP* | 3.26 | 3.33 | 3.25 | 3.12 | 0.43 |
Stato di ingrassamento** | 2.53 | 2.33 | 2.50 | 2.81 | 0.48 |
* Scala di valori SUROP da 5=Superiore; 4=Eccellente; 3=Ottima; 2=Buona; 1=abbastanza buona; 0=mediocre.
** Scala di valori dello stato di ingrassamento: da 5=molto abbondante; 4=abbondante; 3=mediamente importante; 2=scarso; 1=molto scarso
Il peso delle carcasse, a caldo, è risultato mediamente pari a 375 kg con una resa media del 63.8%, che può essere considerata buona per gli standard di razza (Bittante e coll., 1990).La valutazione SEUROP delle carcasse, effettuata da esperti del Dipartimento di Scienze Animali, ha evidenziato un valore medio di 3.23 corrispondente ad una conformazione di tipo U, considerata ottima cioè con profili nell’insieme convessi e uno sviluppo muscolare abbondante (Tabella Comunitaria di classificazione della carcasse bovine, 2006). Per quanto riguarda lo stato di ingrassamento si può evidenziare che mediamente la valutazione è stata pari a 2.56, punteggio intermedio tra scarsa copertura di grasso con muscoli quasi ovunque apparenti (punti 2) e copertura mediamente importante in cui i muscoli si presentano quasi ovunque ricoperti di grasso (punti 3) (Tabella Comunitaria di classificazione della carcasse bovine, 2006).
Dall’analisi della varianza (tabella 25) delle rilevazioni di pH effettuate sulle carcasse a 3, 8 e 24 ore l’effetto della tesi non risulta significativo (P>0.05). I valori medi di pH sono risultati pari a 6.43 a 3 ore, di 5.54 a 8 ore e di 5.36 a 24 ore. Questi dati indicato un normale abbassamento del pH nella fase post-mortem e il raggiungimento di valori ottimali nell’arco delle 24 ore di refrigerazione delle carcasse (ASPA, 1996).
Tabella 25. Analisi della varianza del pH rilevato al macello a 3, 8 e 24 ore
EFFETTI | GL | pH 3 ore | pH 8 ore | pH 24 ore |
Tesi | 3 | 0.005 | 0.044 | 0.046 |
Errore | 51 | 0.021 | 0.039 | 0.064 |
R2 | 0.01 | 0.063 | 0.083 |
3.8 QUALITA’ DELLA CARNE
Ogni taglio campione prelevato dagli animali, dopo 8 giorni di conservazione in frigo a 4°C, è stato suddiviso in tre parti uguali per le rilevazioni di pH, perdite di cottura, tenerezza e colore. Sono state ricavate, da ogni taglio campione, una fetta di 2 cm di spessore sulla quale è stato rilevato il pH facendo le osservazioni per ogni campione, in
5 punti diversi. Dall’analisi della varianza del pH del taglio campione (tabella 26),l’effetto della tesi non è risultato significativo (P>0.05) osservando valori medi di
5.43. Questo dato è in accordo con i valori osservati da Xxxxxxxx et al. (2003) in una prova sperimentale su vitelloni di razza Simmental che riporta valori medi di pH della carne pari a 5.51 dopo 7 giorni di frollatura.
Tabella 26. Analisi della varianza del pH del taglio campione
EFFETTI | G.L. | pH |
Tesi | 3 | 0.0007 |
Errore | 8 | 0.0003 |
R2 | 0.42 |
Per la stima delle perdite di cottura è stata utilizzata una fetta di taglio campione di 2,5 cm, che è poi stata utilizzata anche per misurare la tenerezza. Dall’analisi della varianza delle perdite di cottura, (tabella 27). l’effetto tesi risulta non essere significativo (P>0.05). Le perdite di cottura si sono attestate su valori medi di 22.6%. I dati ottenuti in questo lavoro risultano più bassi di quelli riportati da Xxxxxxxx et al. (2003) che evidenziavano riduzioni di peso pari al 30% circa.
Tabella 27. Analisi della varianza delle perdite di cottura
EFFETTI | G.L. | Peso taglio campione | Peso pre- cottura | Peso post- cottura | Calo cottura |
Tesi | 3 | 105070.54 | 629.22 | 448.13 | 17.09 |
Errore | 8 | 96651.50 | 1441.79 | 1424.89 | 22.67 |
R2 | 0.28 | 0.14 | 0.10 | 0.22 |
Per l’analisi della tenerezza è stata usata la stessa parte di campione utilizzata per le perdite di cottura. Anche qui dall’analisi della varianza (tabella 28) non risulta essere significativo l’effetto tesi (P>0.05). L’effetto tesi non è risultato significativo neppure per i paramentei della forza (equivalente allo sforzo di taglio) espressa in Newton e del lavoro (equivalente all’energia spesa per tagliare la sezione di carne fino al raggiungimento dello sforzo massimo), espresso in Newton. In media la forza di taglio è stata pari a 26.1 Xxxxxx (pari a 2.67 kg/cm2), valore da ritenersi ottimale. Infatti secondo Bittante et al. (1990) carne con una frollatura di 9 giorni era da considerare tenera con un valore di forza di taglio pari a 2, mediamente tenera con valori compresi tra 2 e 3 e >4 molto dura.
Tabella 28. Analisi della varianza della tenerezza della carne
EFFETTI | G.L. | Forza max | Lavoro |
Tesi | 3 | 55.38 | 177.09 |
Errore | 56 | 56.57 | 182.13 |
R2 | 0.04 | 0.04 |
L’analisi del colore è stata effettuata su una parte di taglio campione con spessore di 2 cm. Sono state fatte 5 rilevazioni al giorno in punti diversi, in 5 momenti differenti: dopo 1, 24, 48 e 72 ore. Dall’analisi della varianza riportata in tabella 29 è possibile notare come l’effetto tesi sperimentale risulti significativo per tutti i parametri del colore.
Tabella 29. Analisi della varianza del colore
EFFETTI | G.L. | L | a | b | C | H |
Tesi | 3 | 18.62* | 67.94*** | 10.62* | 60.38*** | 195.35*** |
Periodo | 3 | 5.63 | 1.59 | 1.55 | 0.96 | 24.61 |
Tesi*periodo | 9 | 2.58 | 0.76 | 3.18 | 3.55 | 3.38 |
Errore | 224 | 6.26 | 2.11 | 2.90 | 4.18 | 9.86 |
R2 | 0.07 | 0.31 | 0.09 | 0.19 | 0.24 |
Come indicato nella figura 10, il parametro della luce (L) è risultato pari a 38.9, 38.2,
37.9 e 37.5 rispettivamente per FES, SINT, SIT e SIBA (P<0.05). Il parametro del rosso
(a) è risultato diverso (P<0.001) nelle quattro tesi sperimentali con valori pari a 12.7, 11.5, 10.8 e 9.7 nell’ordine per SIT, SINT, SIBA e FES. Il valore del giallo ha mostrato un andamento molto simile all’indice del rosso ed è stato influenzato (P<0.05) dalla tesi con differenze statisticamente significative (13.5, 13.3, 12.8 e 12.5 rispettivamente per SIT, SINT, SIBA e FES). Anche riguardo al valore di Croma l’andamento rispecchia quanto rilevato per l’indice del giallo e del rosso con valori superiori per SIT (18.6), intermedi per SINT (17.7) e SIBA (16.8) e inferiori per FES (15.8). Il parametro definito come Xxxxx ha presentato un andamento diverso per quanto riguarda le 4 tesi con valori più alti per FES (52.0), intermedi per SIBA e SINT (49.7 e 48.9 rispettivamente) e inferiori per SIT (46.7).
Figura 10. Colore dei campioni delle quattro tesi
60
50
40
30
20
10
0
L
a
b
c
h
SIBA FES SIT
SINT
5. CONCLUSIONI
Da questo lavoro di tesi sono emerse alcune considerazioni conclusive e diverse implicazioni di tipo pratico sull’integrazione proteica delle diete nell’alimentazione del vitellone da carne all’ingrasso. In particolare in questa prova è stata valutata la sostituzione del 43% della proteina alimentare somministrata con quattro diverse fonti di proteina di soia in diverse forme: come farina di estrazione, come seme integrale crudo di una varietà selezionata per ridurre il contenuto di fattori antinutrizionali, di due semi di soia di varietà convenzionali, una tostata ed una non tostata.
In conclusione si può affermare che: l’integrazione della dieta con farina di estrazione di soia, che costituiva la tesi di controllo essendo questo alimento la fonte proteica più diffusa nelle diete per vitelloni, ha consentito il raggiungimento da parte degli animali in prova (vitelloni di razza Limousine) di buone prestazioni produttive infra-vitam rispetto alle integrazioni effettuate con seme intero di soia di diverse varietà e sottoposto o meno ai trattamenti termici. In particolare gli accrescimenti degli animali delle tesi FES sono risultati i più elevati, grazie anche ad una alta ingestione di sostanza secca da parte dei bovini. Dal profilo metabolico non sono emersi segnali di patologie o dismetabolie in atto per i soggetti di questo gruppo. Infine le caratteristiche qualitative delle carcasse e delle carni non sono risultate diverse rispetto a quelle dei soggetti che ricevevano il seme intero, ad eccezione del colore rilevato sul taglio campione (i soggetti FES sono statisticamente caratterizzati da valori più elevati di luminosità e saturazione ma da indici del giallo e del rosso più bassi rispetto alle altre tesi).
L’impiego della soia a basso contenuto di sostanze nutrizionali è risultato molto interessante nell’alimentazione del vitellone all’ingrasso per molteplici motivi. In primo luogo va ricordato che negli animali in prova non sono stati evidenziati particolari problemi di carattere sanitario. Secondariamente si può rilevare che molte prestazioni ottenute dai soggetti SIBA sono risultate superiori a quelle degli animali che ricevevano la soia delle varietà convenzionali cruda cioè non sottoposta a trattamenti termici (dato atteso) ma anche di quelli che assumevano la soia tostata. In particolare la velocità di crescita nell’intero ciclo produttivo dei soggetti SIBA è risultata superiore a quella del gruppo con soia tostata e, anche se non in modo significativo, a quella del gruppo che riceveva la soia non tostata, grazie soprattutto agli incrementi realizzati nell’ultimo
periodo (fasi di finissaggio). Qualche perplessità nell’uso della soia a basso contenuto di sostanze antinutrizionali può derivare dall’aumento dell’enzima GGT, rilevato in questa tesi a circa metà del ciclo di ingrasso. L’impiego di questa soia non sembra aver influenzato significativamente la qualità delle carcasse e della carne, con valori molto simili a quelli delle altre due tesi con seme intero. Il dato tuttavia maggiormente degno di nota, che dovrà comunque essere confermato da ulteriori prove mirate è che mentre nei soggetti del gruppo SIBA il tenore di proteina delle feci è risultato molto basso e molto simile a quello della tesi SIT (soia tostata) testimoniando che in realtà questa varietà di soia presenta un abbattimento dei fattori antinutrizionali con particolare riguardo a quelli antitripsinici, responsabili di una ridotta utilizzazione digestiva della proteina. L’impiego di semi di soia appartenenti a varietà convenzionali, sottoposti o meno a trattamento di tostatura, ha fornito risultati molto diversi. In primo luogo gli accrescimenti sono stati particolarmente bassi nei bovini che ricevevano soia tostata, che sono anche stati caratterizzati da ingestioni di sostanza secca più basse. Le prestazioni post-mortem sono risultate molto simili nelle due tesi. Il tenore di proteina grezza delle feci è risultato più alto nella tesi con soia integrale non tostata rispetto alla tostata indicando, come noto, che il trattamento termico è in grado di inattivare i fattori antinutrizionali (antitripsinici) contenuti nel seme crudo.
Anche se saranno necessarie ulteriori indagini per approfondire se l’impiego di semi di soia appartenenti a cultivar caratterizzate da un basso contenuto di fattori antinutrizionali potrà divenire una valida ed efficace fonte proteica alternativa a quelle più tradizionali nell’ingrasso del vitellone, i risultati ottenuti in questa prova sembrano essere incoraggianti.