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Il seveso ha un alveo lungo oltre 40km, parte da una provincia a nord di Como Nord fino a Milano dove viene interrato nella parte di Parco Nord.
Appunto perchè il fiume è all’interno del parco, Parco Nord gestisce gli ultimi 4 km e mezzo del Seveso e nel 2006 ha aderito a contratto di fiume, un accordo volontario tra le amministrazioni che gravitano sul Seveso per realizzare insieme gli interventi che migliorino la qualità delle sue acque, anche in relazione alla previsione della direttiva acque che per il 2025 imporrebbe anche al nostro paese di portare alcuni fiumi che oggi sono in condizioni ambientali precarie come il Lambro e in particolare il Seveso in situazione di migliore qualità.
Nell’ambito di questo contratto i comuni hanno realizzato degli interventi, finanziati anche dalla regione Lombardia, che potessero alleviare la situazione di degrado del fiume.
Questa situazione è dovuta a molteplici aspetti.
Il fatto principale è che il Seveso scorre in un contesto fortemente urbanizzato e vi sono degli usi, legati principalmente al sistema produttivo, che gravitano sul Seveso con problemi importanti,come quelli degli scarichi, i quali non sono sufficientemente gestiti e la maggior parte di essi non ancora collegati al sistema fognario.
Altro problema importante, sempre legato alle fognature dei comuni sono dovuti al fatto che hanno scaricatori di piena con tubazioni insufficienti, e quindi quando la portata d’acqua nella fognatura supera la portata d’acqua massima ,il tutto viene scaricato nel Seveso con un serie di prodotti inquinanti per il fiume.
In una situazione così complessa, la regione Lombardia finanzia le amministrazioni comunali perché svolgano attività di riqualificazione fluviale con aspetti che vanno dal miglioramento della qualità delle acque al miglioramento del contesto paesaggistico in cui il fiume si pone. Si hanno però delle difficoltà ad intervenire poichè per migliorare la qualità delle acque bisogna intervenire su quelli che sono gli elementi che ne determinano la scarsa qualità, primo fra tutti quindi il sistema fognario.
Il sistema fognario oggi ha una gestione ripartita tra le amministrazioni comunali e gli ambiti territoriali unitari, ovvero società che sostituiscono i vecchi consorzi di acqua potabile e che gestiscono non solo l’acqua ad uso domestico ma anche dal punto di vista della depurazione.
Un censimento fatto da arpa nel 2014 ha registrato però 1400 scarichi non autorizzati nel seveso. Di questi 1400 alcuni sono scarichi di tipo prevalentemente domestico altri, anche se meno, sono scarichi produttivi
Vi sono quindi scarichi di attività produttiva che finiscono nel seveso in cui non si è ancora intervenuto ed esistono problematiche legate alla configurazione del sistema fognario.
Quindi in situazioni particolari come grandi pioggie le fognature vanno in crisi e non riuscendo a trasportare tutta l’acqua che ricevono, una parte la portano nel seveso comportando anche tutta una serie di problemi di tipo idrogeologico.
Tutte le lamentele sulle piene che avvengono a Milano in zona nord settore Niguarda, sono prevalentemente determinate da questo aspetto cioè dal fatto che le zone di dispersione superficiale sono state ridotte quasi a 0 poichè tutta l’acqua piovana finisce in fognature e da li finisca all’interno del Seveso.
Il Seveso, come abbiamo capito non ha quindi una sezione d’alveo tale da permettere che tutte queste acque vengano disperse e ciò causa le situazioni di esondazioni a Niguarda.
Riguardo al lavoro delle esondazioni se ne stanno occupando attualmente metropolitana milanese che ha avuto un incarico specifico da questo punto di vista da parte del comune di milano poichè è una situazione che protrae dagli anni 70 e quindi in più occasioni si è cercato di porre rimedio.
Riassumendo i problemi di esondazione sono maggiormente legati agli scarichi urbani non gestiti propriamente.
Una delle iniziative portate avanti da regione lombardia nell’ambito di contratti di fiume infatti, è quello di attivare un percorso di depermealizzazione del territorio che però è un percorso complicato ratificato per altro da regione Lombardia attraverso le norme sulla variante idraulica che chiedono alle
Non è però un’attività semplice, in quanto buona parte del degrado è già avvenuta. Ci sarebbe utile agire sul vecchio, non sul nuovo.
Ma il vecchio è una questione complessa perché sono difficili da trovare, se non assenti,risorse per metterci mano quindi il progetto su cui stiamo facendo monitoraggio è uno dei tanti pezzetti che sono stati di interventi che si sono susseguiti nel corso degli anni nel tentativo di provare a migliorare la situazione, alcuni con successo alcuni con meno essendo comunque interventi di tipo diverso.
La nostra domanda però è, le vasche di laminazione sono comunque una soluzione plausibile al problema o semplicemente è un modo di arginarlo?
Per rispondere a questa domanda però c’è bisogno di fare un discorso più completo e generale Le vasche di laminazione sono una soluzione adottata a livelli internazionali ormai da molti anni. Prevede non soltanto un accantonamento delle acque ma anche interventi che siano in grado di migliorare effettivamente la qualità delle acque,
È diverso stoccare delle acque pulite piuttosto che stoccare delle acque cariche di agenti inquinanti. Se noi stocchiamo acque pulite e facciamo un bacino di invaso come può essere un lago ecc.., puoi anche riuscire a valorizzare territori. Cambia la situazione però staccando acque sporche in quanto creano problemi di disagio agli abitanti della zona nel momento in cui sono stoccate e quando vengono rimosse in quanto gli agenti inquinanti rimangono sul terreno.
Insomma se l’intervento fosse in un ambito integrato che quindi allo stesso tempo garantisse buona qualità delle acque e riduzione del problema idraulico andrebbe bene.
Con una scelta parziale non è proprio la soluzione ottimale infatti la vasca di milano ha avuto un ricorso al TAR, un ricorso al tribunale delle acque, è un processo in corso al consiglio di stato da parte dei cittadini che andrebbero ad avere queste vasche vicino casa.Un intervento del genere quindi non sarebbe apprezzato dalle comunità locali.
La sentenza di questi ricorsi furono:
● respinto il ricorso al tribunale delle acque
● respinto il ricorso al tribunale amministrativo
● ancora in corso il consiglio di stato.
Questi tipi di progetti sono quindi difficili da portare avanti in quanto non ben voluti dai cittadini locali. Entrando nello specifico del progetto, con il finanziamento di regione Lombardia, si sono concentrati su due tematiche principali.
Quella a cui è andata la maggior parte del finanziamento ovvero sulla stabilità delle sponde poiché vi erano delle aree di instabilità a rischio crollo e quindi si è intervenuti per evitare possibili dissesti, e la seconda ovvero la valorizzazione dell’alveolo fluviale.
Infine abbiamo scoperto che il progetto in termini di tempistica e finanziamento è stato xxxxxxxxx.Xx portale di open Coesione però non era stato aggiornato e faceva pensare ad una situazione di un progetto ancora in esecuzione.
La relazione finale del progetto inviataci dall’architetto c’è stata utile per la nostra attività di monitoraggio, ovvero non avendo disponibili sul portale di OpenCoesione dati nuovi e aggiornati, ma da integrare.