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ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO UNIONE EUROPEA – VIETNAM:
Nuove Sfide e Opportunità per le Aziende Italiane
Mercoledì 1° luglio 2020
Organizzato dall’Ambasciata d’Italia e l’Ufficio ICE in Vietnam
Report webinar (a cura di UCIMU)
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Il direttore dell’ufficio ICE HCMC, Xxxxx Xxxxx, ha aperto i lavori del webinar sull’accordo di libero scambio UE-Vietnam (EVFTA) ricordando che si esso si svolge dopo quello, più generale, sul Vietnam della scorsa settimana (24/06), organizzato da ICE Agenzia e XXXXX, con soddisfazione da parte dei partecipanti. L’incontro in oggetto è stato invece specifico sull’accordo EVFTA che entrerà in vigore dal 1° agosto 2020 e porterà nuove opportunità per l’interscambio commerciale. A tal proposito è disponibile la Guida pratica EVFTA per le aziende italiane realizzata dal Prof Xxxxx su incarico ICE- Agenzia.
L’Ambasciatore Xxxxxxx Xxxxxxxxxx ha ricordato che il EVFTA è stato negoziato in diversi anni e ha richiesto un certo lavoro politico sia nell’UE sia in Vietnam e finalmente entrerà in vigore a breve regolando così i rapporti commerciali tra Vietnam e i paesi dell’UE. È importante conoscerlo bene poiché siamo in un momento di domanda globale stagnante e una possibilità per aumentare il nostro export è sottrarre quote di mercato in un determinato paese, in questo caso il Vietnam, ai competitor. Tuttavia, per poter competere efficacemente in Vietnam bisogna conoscere le nuove regole del gioco, a partire dal 1° agosto. L’Ambasciatore ha ricordato gli eccellenti rapporti bilaterali tra Italia e Vietnam che consentono di dialogare su diversi campi. Proprio ieri il Sottosegretario Xx Xxxxxxx ha incontrato (in videocollegamento) il Vice Ministro dell’Industria e del Commercio vietnamita Xxxxx Xxxx Xxxxx; in tale occasione è stato firmato un accordo che rinnova la Commissione Economica Mista (CEM) italo-vietnamita. In data odierna, invece si è tenuta la Commissione Mista Scientifico Tecnologica tra Italia e Vietnam che ha approvato 8 progetti di cooperazione scientifica che lavoreranno nei prossimi 3 anni, auspicabilmente anche con ritorni economici. Vi è quindi un contesto istituzionale propizio e favorevole agli scambi tra Italia e Vietnam.
Nel quadro di contesto è intervenuto anche il Capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo Xxxxxx Xxxxxxx al fine di portare l’esperienza del Giappone, relativamente alle prime fasi di avvio dell’accordo UE-Giappone (EPA), in vigore da febbraio 2019.
I primi 12 mesi di attuazione dell’accordo EPA sono stati positivi; i mesi successivi sono stati, come noto, influenzati dalla pandemia coronavirus. L’accordo EPA aveva già grandi aspettative in Giappone: conosciuto presso l’opinione pubblica e forte a livello mediatico. Da quando gli USA sono usciti dal TPP (diventato quindi TPP-11), il Premier Xxx ha fatto dell’EPA una delle priorità economiche del suo governo, così la concezione dei benefici che ne sarebbero derivati si è diffusa rapidamente. In Giappone, l’acronimo EPA è stato da subito di dominio pubblico, usato anche dagli operatori economici giapponesi come strumento di promozione (quando è entrato in vigore c’era “EPA” accanto a molti prodotti nel supermercato). Si puntava ad un accordo su macrocategorie: UE richiedente in ambiti agroalimentare e moda, Giappone richiedente nei settori automotive e componentistica. Proprio su queste macrocategorie si erano concentrate le principali liberalizzazioni. Comunque, per quanto riguarda le liberalizzazioni tariffarie, queste coprono oltre il 90% delle voci
di importazioni dall’UE. I dati dimostrano il grande passo avanti che si è fatto: grazie all’EPA, l’export italiano ha raggiunto l’obiettivo strategico di 10 mld euro, è cresciuto l’interscambio, sono aumentati i flussi dal Giappone nel nostro paese, è aumentato il surplus dell’Italia. Tutte le macrocategorie in cui l’EPA prevede le principali liberalizzazioni, hanno visto un forte incremento del valore delle esportazioni italiane: l’agroalimentare +12% (esempio: il vino, le cui tariffe erano state azzerate con l’entrata in vigore dell’accordo, ha avuto un boom del +20%), tessile e moda + 10%, gioielleria
+20%, chimico-farmaceutico +14%. L’Italia è il paese UE con il più alto valore di merci del proprio export coperte dalle liberalizzazioni tariffarie dell’EPA. Nei primi 12 mesi di applicazione, l’Italia è stato il paese che in valore assoluto ha usufruito maggiormente delle preferenze EPA con €3 mld di merci che sono state sdoganate attraverso il trattamento tariffario liberalizzato EPA; Francia al secondo posto con €2 mld e Germania terza €1,5 mld. Il Sistema Italia si è mosso con un intenso lavoro di squadra. Molti gli incontri organizzati sia in Italia sia in Giappone al fine di far conoscere le opportunità dell’accordo. Sono state fatte molte informative su come preparare la prevista dichiarazione di origine e le procedure burocratiche connesse. Le regole di origine sono l’aspetto più importante: vi furono difficoltà nelle prime settimane dopo l’entrata in vigore dell’accordo in quanto le autorità doganali giapponesi, pur in presenza della dichiarazione di origine dell’esportatore europeo, richiedevano documentazione aggiuntiva. Infatti, non tutti gli uffici delle dogane erano allineati. Vi furono quindi una serie di negoziati con un coordinamento a più alto livello, UE e istituzioni giapponesi; grazie a questo problema si è arrivati ad un ulteriore semplificazione delle procedure burocratiche, con l’accettazione di fatto della dichiarazione di origine UE senza ulteriore documentazione o spiegazione.
Il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx ha approfondito i contenuti dell’accordo di libero scambio UE-Vietnam, che ha seguito in prima persona.
Il Vietnam, dal 2011 al 2018, è il paese che è cresciuto di più in termini relativi in quanto a esportazioni nell’UE, mentre l’UE è al secondo posto per il suo export in Vietnam. Questo per capire l’importanza delle relazioni. La crescita delle importazioni italiane dal Vietnam dal 2011 al 2018 è stata del 76%, e viceversa (export italiano in Vietnam) del 102%. Abbiamo già un’indicazione dell’importanza quantitativa dell’accordo.
Sul perché abbiamo bisogno dell’accordo, è stata mostrata una slide con le tariffe medie applicate da alcuni paesi del sud est asiatico alle esportazioni di specifici prodotti italiani nell’area ASEAN (es: quando un esportatore italiano esporta le scarpe o automobili deve pagare un dazio doganale di oltre il 27% medio; tessile & abbigliamento 19%; gioielleria 14%; mobili 19%). Quindi dal punto di vista dei dazi si tratta di una situazione che comporta notevoli ostacoli all’export di prodotti italiani. Ma i dazi non sono gli unici problemi per le esportazioni in un paese.
Tre indicatori della banca mondiale: ease to do business (cioè la facilità di stabilire un’impresa commerciale in Vietnam); trade across the border (cioè la facilità ad esportare i prodotti in Vietnam); product market (cioè la facilità di avere accesso al mercato, in termini di licenze richieste, ecc). Guardando questi tre indicatori, la posizione del Vietnam è molto arretrata: ci sono importanti ostacoli, non solo dal punto di vista tariffario ma anche con procedimenti amministrativi per il passaggio delle frontiere e per poter mettere in vendita il prodotto sul mercato vietnamita. Inoltre, dal primo indicatore, si evince che è anche complicato investire in Vietnam.
Perché abbiamo bisogno dell’accordo di libero scambio? Come visto, perché le barriere all’importazione e le barriere di accesso al mercato sono molto elevate.
Il Vietnam e l’UE sono parte del WTO quindi ci sono già delle tutele e facilitazioni per coloro che esportano e investono in Vietnam. Tuttavia, queste facilitazioni sono limitate; ora con l’accordo, si va più nel dettaglio. I capitoli/temi toccati dell’accordo: commercio di beni, dazi doganali, accesso al mercato, barriere tecniche al commercio, barriere sanitarie e fitosanitarie (cioè le certificazioni da produrre per dimostrare che i prodotti sono conformi alle regole vietnamite, sanitarie e tecniche), regole in materia di commercio in servizi, regole di origine, norme sugli appalti pubblici, protezione proprietà intellettuale.
Risultati: il 99% del valore del commercio tra UE e Vietnam verrà liberalizzato in 7 anni per le importazioni in UE dal Vietnam, e in 10 anni per le esportazioni dall’UE al Vietnam. Ciò non significa che dobbiamo aspettare 7-10 anni ma che rispetto alle tariffe che vengono applicate ora, per
esempio ci sono prodotti che vengono liberalizzati in 3 anni, altri immediatamente, altri in 5-7 anni esportati dal Vietnam all’UE, viceversa da UE al Vietnam fino a 10 anni.
Una volta visto sulla lista di concessioni (pubblica) in quanti anni verrà effettuata la liberalizzazione di uno specifico prodotto, si aumenta il numero di anni di 1 e si divide per la tariffa attuale applicata al prodotto.
All’entrata in vigore dell’accordo già il 71% del valore delle esportazioni vietnamite e il 65% del valore delle esportazioni UE saranno a dazio zero.
Qualche esempio:
- Macchinari vengono liberalizzati per le esportazioni europee immediatamente all’entrata in vigore. Ci sono solo alcuni macchinari in 5 anni.
- Parti di automobili in 7 anni
- Prodotti farmaceutici: metà liberalizzati all’entrata in vigore e il resto in 7 anni.
- Automobili: dazi eliminati gradualmente in 10 anni, e in 9 anni per le cilindrate superiori a 3000cc per i motori a benzina e a 2500 per i diesel. I motocicli superiori a 150 cc saranno gradualmente eliminati in 7 anni, in 10 gli altri.
Per quanto riguarda le regole di origine (per l’esportatore europeo), per beneficiare del trattamento preferenziale, il valore delle componenti non originarie in una delle due parti contraenti non dovrà essere superiore al 45% del prodotto finito, mentre per i motocicli il valore è del 50%. Ciò significa che in Italia si potrà esportare in Vietnam un’automobile, beneficiando del trattamento preferenziale tariffario vietnamita garantito dalla zona libero scambio anche se si ha un contenuto importato da paesi extra UE o extra Vietnam, fino al 45%.
Per alcuni prodotti considerati particolarmente sensibili per i produttori europei (esempio il tessile e abbigliamento, le scarpe, il riso, ecc) ci sono quote di importazione (Tariff Rate Quotas) per cui se si rimane al di sotto del valore l’importazione è libera, ma una volta superato il valore di import dal Vietnam il dazio cresce notevolmente.
Oltre alla liberalizzazione dei prodotti, è importante anche la liberalizzazione dei servizi. Già il Vietnam, essendo parte del WTO, si è impegnato a liberalizzare in parte il commercio di servizi, ma con l’accordo EVFTA ci saranno importanti liberalizzazioni nei servizi commerciali, ambientali, postali e di trasporto, servizi bancari e assicurativi e trasporto marittimo.
Barriere non tariffarie per l’esportatore italiano/europeo:
Uno dei problemi fondamentali è quello della certificazione per il rispetto delle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS), cioè è necessario dimostrare che i nostri prodotti siamo in linea con le regole sanitarie e fitosanitarie vietnamite. Il WTO già stabilisce delle regole di base, ma nel passato esportare in Vietnam si era rivelato complicato per alcune procedure amministrative che il paese imponeva a tutti i produttori stranieri, discriminando talvolta anche produttori provenienti da alcuni paesi UE. Ora, l’accordo EVFTA comporta l’obbligo per il Vietnam di considerare l’UE come un’entità unica, applicando le medesime condizioni e procedure all’importazione nei confronti dei prodotti simili provenienti da qualsiasi paese membro dell’UE, senza operare differenze a seconda dello Stato UE di esportazione.
Vi sono poi le barrire tecniche al commercio che riguardano la conformità tecnica dei prodotti. L’accordo faciliterà l’accettazione dei risultati ottenuti dalle procedure per la valutazione di conformità dei prodotti condotte nell’UE. Assicurerà inoltre la possibilità ai produttori dell’UE di scegliere le strutture sul territorio UE dove completare le stesse procedure. Il Vietnam ha promesso (siamo ancora lontani) di effettuare controlli all’importazione basati sulla valutazione del rischio sui prodotti non pericolosi importati dall’UE. Per circa 70 mila prodotti importati, il Vietnam ispeziona un prodotto
per qualsiasi spedizione, ogni volta, senza considerare se questi prodotti sono pericolosi o meno. La valutazione del rischio (es prodotti alimentari) comporta che se per 3 volte il prodotto soddisfa i requisiti della legislazione vietnamita non avrà bisogno di altre ispezioni.
Protezione Proprietà Intellettuale
La proprietà intellettuale si divide in due grandi settori: diritti di proprietà industriale (brevetti, marchi commerciali, disegni industriali, indicazioni geografiche) e il copyright (che include la tutela dei lavori letterari, cinematografici, artistici, musicali ecc).
I diritti di proprietà intellettuale legati al commercio sono già parzialmente protetti in Vietnam, tramite l’OMC e altri accordi specifici che ha sottoscritto in seno all’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI). L’accordo di libero scambio promuove ulteriormente la protezione di ognuno di questi diritti e introduce disposizioni per l’attuazione concreta della protezione nel territorio delle due parti.
Indicazioni geografiche
L’accordo protegge 169 indicazioni geografiche europee, di cui 39 italiane.
Appalti pubblici
Il Vietnam non è parte dell’accordo OMC sugli appalti pubblici. L’EVFTA prevede un capitolo specifico che obbliga il Vietnam ad applicare le disposizioni simili a quelle dell’OMC sugli appalti pubblici. Ciò significa che, dall’entrata in vigore dell’accordo, le imprese UE potranno partecipare in Vietnam, alle stesse condizioni previste per le imprese vietnamite, agli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi alle seguenti istituzioni: tutti i Ministeri centrali e agenzie equivalenti ai Ministeri, due importanti imprese di Stato (l’operatore nazionale incaricato di trasportare e distribuire l’elettricità nel paese – EVN e l’azienda ferroviaria nazionale – VNR), due università (le sedi di Hanoi e Xx Xxx Xxxx City dell’Università Nazionale del Vietnam), 34 ospedali, istituzioni pubbliche locali di Hanoi e di Xx Xxx Xxxx City, che insieme rappresentano circa il 50% degli appalti pubblici al di fuori delle istituzioni centrali. Solo gli appalti superiori ad un certo valore saranno sottoposti alla disciplina dell’accordo.
È importante anche pensare alle opportunità indirette offerte dall’accordo. Quest’ultimo, non solo permette una liberalizzazione dei dazi e l’abbattimento (almeno parziale) delle barriere non tariffarie ma andrà a modificare sostanzialmente il sistema giuridico a sostegno delle attività economiche vietnamite. Per esempio, per le dogane è previsto che il Vietnam deve modificare le proprie disposizioni doganali per poter essere in conformità con gli standard dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane. Il Vietnam dovrà riformare, per esempio, il sistema dell’operatore economico autorizzato per poterlo rendere compatibile con le norme dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane. Inoltre, il Vietnam si impegna ad aumentare gli standard dei propri prodotti. L’EVFTA apre, ovviamente, anche alle importazioni dal Vietnam all’UE, tuttavia la liberalizzazione di alcuni settori da parte dell’UE può innescare un importante interesse per gli esportatori italiani di determinati settori. Per esempio per i prodotti tessile e abbigliamento: l’UE liberalizzerà i prodotti finiti entro 7 anni. Il Vietnam è ora specializzato nell’ultima fase di questi prodotti, cioè importa i tessuti e i filati e li trasforma in prodotti finiti, ma questa operazione è ad alta intensità di lavoro. L’accordo EVFTA liberalizza per il Vietnam l’esportazione, a patto che i tessuti siano originari vietnamiti, o UE o importati dalla Corea (perché la Corea ha liberalizzato le import/export con l’UE sui tessuti). Il Vietnam importa tessuti principalmente dalla Cina, quindi ora ci sarà uno spostamento dell’export di tessuti dalla Cina all’Italia e dalla Cina alla Corea, ma anche maggiore interesse di produrre tessuti in Vietnam, ed ecco che si presentano opportunità per i produttori italiani di macchinari per tessuti.
Altro effetto indiretto: il Vietnam limiterà i privilegi delle imprese di stato e limiterà i sussidi da parte delle autorità vietnamite (si agirà quindi sulla discriminazione tra imprese che ricevono sussidi, cioè imprese di stato, e quelle che non le ricevono).
Ancora, le riforme nel settore della protezione dei lavoratori e dell’ambiente che il Vietnam è costretto ad attuare: questo farà sì che i prodotti che verranno esportati dal Vietnam avranno sistemi di tutela dei lavoratori e dell’ambiente più elevati, comportando un incremento dei costi.
L’accordo protegge anche gli investimenti in Vietnam. Investire in Vietnam con investimenti diretti significa non solo soddisfare il mercato vietnamita ma una serie di mercati con i quali il Vietnam è legato con importanti accordi di libero scambio.
Secondo Xxxxxxx Xxxxxxxx, Capo Ufficio Commerciale Delegazione UE in Vietnam, abbiamo ora nuove regole di base per il commercio bilaterale, quindi c’è bisogno di avere nuovi meccanismi perché le leggi hanno bisogno di interpretazioni e di applicazioni. È facile vedere se tutte le regole vengono rispettate però è necessario che vi siamo meccanismi per vedere che siano rispettate sia le regole che i comportamenti. È un processo che avviene sotto la tutela del capo negoziatore dell’accordo.
Vi è una struttura complessa e varia di comitati, tra cui il più importante è il trade commitee, a livello ministeriale. È stato nominato il Commissario del Commercio, Xxxxx, colui che rappresenterà l’UE nel comitato. Poi vi sono 5 comitati specialistici che trattano delle seguenti questioni, anticipate dal Prof. Dordi: comitato dei beni, comitato dei dazi e delle dogane, comitato SPS, comitato di investimenti e servizi, comitato trade and sustainable development.
A ciò si aggiungono 2 working group sulla proprietà intellettuale e sulle automobili. Rispetto a quest’ultimo, si sottolinea che in Europa vi sono 130 regolamenti UE per avere una macchina, di queste regole il Vietnam non ne ha, quindi si chiederà al Vietnam di accettare i nostri beni e quindi i nostri regolamenti.
I comitati si incontrano regolarmente, e su richiesta delle parti si prevedono incontri straordinari. Nei meccanismi di consultazione è prevista oltre alla discussione formale in un comitato, la possibilità di mediazione.
Avv. Xxxxxxxx Xxxxxx dello Studio legale DMTV ha precisato che l’accordo sulla protezione degli investimenti, che inizialmente faceva inizialmente parte delle negoziazioni sul testo dell’accordo di libero scambio, è stato poi separato, seguendo l’esempio dell’accordo UE-Singapore, per un tecnicismo dovuto al fatto che il contenuto riguarda anche aspetti che si riferiscono a legislazioni interne ai singoli stati membri UE e questo rende più lenta l’approvazione dell’accordo stesso, che infatti è stato già approvato ma deve essere ratificato dagli stati membri dell’UE. Ad oggi solo l’Ungheria ha ratificato l’accordo. Sulla base dell’esperienza di precedenti accordi, dobbiamo attenderci un timeframe di 3 anni per l’approvazione da parte di tutti gli stati membri.
Tale accordo va a sostituire 20 accordi bilaterali di protezione degli investimenti già in essere tra i singoli Stati membri dell’UE e Vietnam e introduce un Investment Court Systems (ICS), organismo di appello per la tutela degli investimenti.
Esistono dei precedenti su questo tipo di accordo, cioè non è una novità né per l’UE né per il Vietnam. La protezione è contro espropri e nazionalizzazioni da parte governativa. La maggiore protezione è dettata anche al fatto che la negoziazione è stata fatta dall’UE quindi prevede uno standard comune. È previsto il trattamento non meno favorevole rispetto a quanto concordato a propri investitori o terzi: cioè se il Vietnam fa accordi simili con un altro paese extra UE, es. USA, se la protezione accorata con gli USA è più elevata rispetto a quella con l’UE, quest’ultima automaticamente aumenta di grado.
Xxxxxxxxx Xxxxx, Responsabile Servizio Relazioni Esterne SIMEST, dopo aver presentato le tre linee di attività SIMEST, finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione, investimenti in equity, supporto del credito all’export, si è concentrato sulla prima linea a favore delle PMI. I finanziamenti agevolati sono previsti dal Fondo 394 che è stato potenziato e innovato (600 mln di euro per la finanza agevolata e 300 mln fondo perduto) gestito attraverso un portale online, con tasso fisso. Gli
strumenti a disposizione coprono tutte le attività che le aziende italiane possono mettere insieme per presidiare al meglio un paese all’estero: fiere, programmi di inserimento sui mercati extra UE, studi di fattibilità, programmi di assistenza tecnica, inserimento di temporary export manager, e- commerce, ecc.
La sessione Q&A si è alimentata con domande su: novità per l’export in ambito sanitario e alimentare, sulla possibilità per gli italiani di entrare in Vietnam (è possibile solo per personale che fa business, e che può dimostrare di essere un tecnico ad alta specializzazione, ma sono obbligatori 14 giorni di quarantena), export di macchine tessili, uffici di rappresentanza in Vietnam di banche con personale parli italiano e inglese, aiuti SIMEST per contratto con acquirente vietnamita in termini di dilazioni.