EDITORIALE
Supplemento a Liberetà
N.3 MARZO 2022 Sped. abb. post. comma 26 art. 2 legge 549/95 Roma
Rapporto 2018/2020 sulla contrattazione
RAGAZZI - LAVORO E SICUREZZA
Alternanza Scuola Lavoro
INIZIATIVE PER LA FESTA DELLE DONNE
8 marzo 2022
tutte e tutti insieme
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L'OTTO MARZO LOTTO SEMPRE
INSEGUIRE IL MEGLIO NON È UTOPIA
di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
F
inalmente è stato pubblicato il rapporto 2018/2020 sulla con- trattazione sociale e territoriale in Xxxxxx Xxxxxxx, elaborato da IRES, l’Istituto di Ricerca della CGIL regionale. Il rappor- to è uno strumento prezioso non solo perché analizza l’an- damento della contrattazione sul territorio, rilevandone i mu-
ha registrato una frenata della crescita (solo+0,7% ), mentre il 2020, fortemente caratterizzato dalla pandemia, ha interrotto bruscamente il trend positivo del PIL, costringendoci, du- rante il lock down, a ridurre il numero degli accordi sindaca- li sottoscritti con le Istituzioni e ponendoci di fronte ad una nuova fase per il negoziato sia
servizi comunali, contenimento dei costi di rette e tariffe, con- tenimento dei costi della TARI, estensione delle esenzioni e au- mento della progressività sulle addizionali IRPEF comunali. Gli effetti di questo lavoro hanno contribuito a migliorare le con- dizioni di vita di migliaia di la- voratori e pensionati. Durante la lunga crisi socio economica del
tamenti di carattere socio economico avvenuti nel corso degli anni, ma indi- cando anche nuo- ve piste di lavoro. Lo studio, l’analisi e l’approfondimento
Il rapporto IRES è uno strumento prezioso non solo perché analizza l’andamento della contrattazione sul territorio...
in termini di quantità e qualità dei temi af- frontati, sia in termi- ni di estensione dei soggetti istituzionali coinvolti. Siamo pas- sati da una contratta- zione che si svolgeva
2008/2012, la contrattazione territoriale e sociale svolta dal- la CGIL e dallo SPI sul nostro territorio, è servita per impedire lo smantellamento dei servizi e per aiutare le persone e le fami- glie in difficoltà. Ricordiamo i vari fondi comunali o di unio-
sono sempre utili, ma diventa- no necessari quando servono per cambiare, innovare, mi- gliorare la nostra capacità di
in un arco temporale ottobre/ gennaio dell’anno successivo e si concentrava prevalente- mente sui contenuti dei bilanci
ne per sostenere il pagamento delle bollette e dei mutui prima casa, gli accordi per erogare il fondo affitto e per evitare gli
proposta, aiutandoci a cogliere e valorizzare i nuovi bisogni di chi rappresentiamo, consen- tendoci di riscrivere le priorità. Gli anni presi in esame si pre- sentano molti diversi tra loro: il 2018 è stato l’ultimo dei 3 anni di grande crescita, dopo la cri- si durata dal 2008 al 2012, con
preventivi di Regio- ne e Comuni, ad un coinvolgimento an- che delle Unioni di Comuni, Città Me- tropolitana, AUSL, Distretti socio sani- tari. Nel corso de- gli anni, abbiamo
Gli effetti di questo lavoro hanno contribuito a migliorare le condizioni di
vita di migliaia di lavoratori e pensionati.
sfratti per morosità incolpevole, il bloc- co degli aumenti di rette e tariffe comu- nali, che ha aperto il portone alla drastica riduzione delle rette per i nidi, la riduzione del costo degli abbo-
un aumento del 5,5% del PIL regionale a fronte di una me- dia nazionale del 3,9%, il 2019
ottenuto maggiori risorse per i servizi sociali, assistenziali ed educativi, miglioramenti nei
namenti per il trasporto pubbli- co a favore di anziani e studenti, solo per citare alcuni dei risultati ottenuti in quegli anni, che pur-
troppo pochi cittadini conosco-
N.3 MARZO 2022 chiuso in tipografia l'11/2/2022
20.000 copie Supplemento a Liberetà Reg. Trib. di Roma n.1913 del 5/01/1951
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no. I problemi che abbiamo con- tinuato a denunciare sono noti: la precarietà del lavoro, il buco nero dell’evasione fiscale di cui deteniamo il primato europeo, le profonde diseguaglianze, la concentrazione della ricchezza
in poche mani, l’aumento della povertà, la lentezza della transi- zione energetica verso energie rinnovabili ed ecosostenibili. La
ma con la possibilità di chiede- re da parte sindacale variazioni di bilancio nel corso dell’anno, come è avvenuto nel 2020 con il
di dispositivi di protezione, SPI, FNP e UILP hanno donato 8000 euro alle Istituzioni metropolita- ne per l’acquisto di mascherine,
pandemia non ha fatto altro che sotto- lineare questi aspetti con l’evidenziatore arancione, squader- nando queste criti- cità davanti ai nostri occhi. Ci siamo mos- si seguendo queste evidenze e, aiutati dai Patti per il lavoro e per il clima regio- nale e metropolitano, abbiamo esteso il raggio di azione della
La ricerca evidenzia bene questo lavoro impegnativo da parte dello SPI e mostra altrettanto bene il futuro percorso della contrattazione
a favore dei pensionati, degli anziani e delle loro famiglie...
progetto “rampe” del Comune di Bologna, per la sistemazione di marciapiedi, l’acces- so ad edifici pubblici e privati per persone fragili, in carrozzina o con ausili per la de- ambulazione. Sempre nel 2020, lo SPI ha aperto un confronto con la Conferenza so- cio sanitaria metropo- litana per introdurre innovazioni importan-
xxxxxx, camici ecc. nella convin- zione di contribuire a salvare de- cine di vite umane. L’esperienza della pandemia ha lasciato delle cicatrici indelebili in ognuno di noi, abbiamo perso affetti, persone care, pezzi di storia e di memoria insostituibili, abbiamo imparato a convivere con la paura, il dolore e le difficoltà quotidiane di rap- portarci spesso con gli strumenti digitali, che sono importanti, ma che per molti rappresentano una barriera insormontabile. Il rap- porto della ricerca IRES eviden-
contrattazione ad altre tematiche come gli interventi di carattere ambientale, il contrasto alla po- vertà (per cui è stato costituito il fondo di comunità metropolitano alimentato da risorse pubbliche e private), una nuova organizzazio- ne ed efficacia dei servizi socio sanitari e assistenziali rivolti agli anziani fragili e non autosuffi- cienti. Sul territorio di Bologna, la CGIL e lo SPI hanno sperimen- tato la contrattazione “dinamica”, cioè, rispetto i tempi, non più legata al solo periodo della pre- sentazione dei bilanci comunali,
ti “nella filiera” dei servizi socio sanitari rivolti alla popolazione anziana della città metropolitana. Nel frattempo, abbiamo conti- nuato a proporre misure per il contrasto al contagio del Covid 19, monitorando costantemente le situazioni in tutte le 280 strut- ture per anziani del territorio e collaborando con i servizi sociali dei Comuni, durante il look down, per raccogliere attraverso le tele- fonate ai nostri pensionati iscritti le loro necessità. Ad aprile 2020, in un periodo in cui ancora molte strutture per anziani erano prive
zia bene questo lavoro impegna- tivo da parte dello SPI e mostra altrettanto bene il futuro percor- so della contrattazione a favore dei pensionati, degli anziani e delle loro famiglie: c’è bisogno di una città metropolitana accessi- bile a tutti, eliminando le barriere architettoniche, di sportelli pub- blici di prossimità per aiutare la popolazione, non solo anziana, a superare gli ostacoli rappresen- tati dall’utilizzo delle tecnologie per accedere ai servizi pubblici, affinché nessuno perda l’oppor- tunità di esercitare i propri dirit- ti, di “una nuova filiera” di servizi socio sanitari e assistenziali che, partendo da un piano sistema- tico e diffuso di prevenzione per rallentare il decadimento psico fisico, consenta di poter invec- chiare nelle migliori condizioni possibili. Vogliamo realizzare una utopia? Forse…
Ma come scriveva Xxxx Xx Xxxx: “L’utopia non è il traguardo ma il punto di partenza. Si immagi- na e si vuole realizzare un luogo che non c'è ancora”.
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LAVORO
E SICUREZZA
Ascoltiamoli
Lettera aperta
Avrei voglia di incontrare i ragazzi che sono scesi in piazza per la morte di Xxxxxxx, caduto “sul lavoro” mentre svolgeva uno stage previsto dai programmi Scuola /Lavoro.
Ma vorrei incontrare anche quei giovani che hanno seguito sui media la settimana politica che ha preceduto la rielezione di Xxxxxxxxxx a Presidente della Repubblica e che ne hanno apprezzato l’esito.
Ai primi chiedo scusa per non essere stata al loro fianco quando hanno preso le botte, anche se so, per esperienza personale, che prendere le botte fa male, prima al cuore, poi alle gambe.
Chiedo scusa anche per la “mia parte” che non è scesa in piazza a farvi da scudo e per la stampa ed i mass media che hanno silenziato la vostra protesta e la carica della polizia. La rabbia delle istituzioni è sempre indice di imbarazzo, quando non anche di senso di colpa e di impotenza. Xxxxxxx e la sua fine sono testimonianza viva dell’impotenza delle istituzioni di fronte all’arroganza di un sistema economico che mette al centro il profitto, non certo la persona.
Più di mille morti all’anno sul lavoro ci dicono che gli uomini e le donne che lavorano non interessano né alle istituzioni, né al ceto politico. Le leggi di tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro ci sono, ma non sono finanziate a sufficienza; le leggi sulla libertà di parola ci sono, ma se si alza una voce fuori dal coro la si tacita con la forza, mentre contemporaneamente si tollerano le manifestazioni contro la salute pubblica.
E vengo a Mattarella. Se vi è piaciuto è perché in mezzo ad un deserto di valori lui incarna il senso dello Stato, quell’atteggiamento per cui, quando vieni chiamato ad alte cariche istituzionali, sei capace di spogliarti delle tue ambizioni, dei tuoi interessi personali, ed xxxxxx nei confronti del ruolo affidatoti il principio fondamentale della responsabilità. Una responsabilità che non riguarda solo se stessi, ma tutta la comunità che si rappresenta.
Ecco, se quel Parlamento inetto, dilaniato da personalismi insopportabili, si fosse assunto in pieno la responsabilità delle decisioni che doveva prendere, non avremmo assistito al vergognoso teatrino durato fin troppo.
Ora, ragazzi, tocca a voi trovare la voglia e le motivazioni giuste per costruire una nuova classe dirigente responsabile e capace di inventare un futuro in cui uomo e natura sappiano convivere
pacificamente.
Xxxxxxxxxx Xxxxxxx
LAVORO
E SICUREZZA
PCTO non come mano d’opera gratuita
di Xxxx Xxxxx, Segretaria Generale FLC (Federazione Lavoratori Conoscenza) Bologna
I
ragazzi e le ragazze lo hanno detto: a queste condizioni non sono più
disposti a fare l’alternanza scuo- la lavoro o, come si chiama ora, i “Percorsi per la Competenze Tra- sversali e l’Orientamento” (PCTO). Tutte le ragazze e i ragazzi che frequentano le classi terze, quar- te e quinte di licei, istituti tecnici e professionali devono svolgere obbligatoriamente un cospicuo monte ore annuale di PCTO (90 ore anno per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per gli istituti professionali), non a scuola ma in contesti dove altre persone lavorano (non loro).
Queste ore sostituiscono lezioni che, in passato, venivano svolte in aula o in laboratorio.
La valutazione del lavoro svolto in PCTO concorre a formare il voto finale dell’esame di Stato.
Qui non è in discussione se i per- corsi PCTO siano utili o meno alla formazione delle ragazze e
dei ragazzi; qui si contesta il fatto che si svolgano in contesti non scolastici in cui non è garantita la sicurezza, e non per promuovere veri obiettivi formativi.
I PCTO non devono servire “a formare lavoratori in grado di sot- tostare a logiche aziendalistiche”. Assistiamo da anni a proget- ti di pregio, di grande valenza formativa, accompagnati da molti altri -purtroppo la mag- gior parte- che, di fatto, si pa- lesano come sostituzione di personale assente o utilizzo di studenti e studentesse per avere manodopera gratuita da inserire nella produzione.
E se in questo anno scolastico gli alunni e le alunne delle scuole di secondo grado di Bologna sono 40.091, stimando che circa 20.000 di loro frequentano l’ultimo trien- nio, le potenziali ore di “lavoro gratuito” superano le aspettati- ve che nel 2015 (anno di entrata in vigore della L.107, battezzata
“buona scuola”, che istituì l’alter- nanza scuola lavoro obbligatoria) avevano le stesse imprese.
Essere inseriti in produzione e non in formazione, oltre che non aderente a quanto previsto dalla norma, è anche pericoloso (lo di- mostra anche la tragedia in cui è morto Xxxxxxx, 18 anni).
Perché il mondo del lavoro non è sicuro! Governo e Xxxxxxxx- to hanno il dovere di tutelare la vita di chi lavora, ma ogni gior- no muoiono donne e uomini, giovani e meno giovani.
Gli studenti e le studentesse lo stanno dicendo, lo vivono sulla loro pelle ogni anno: se l’alter- nanza non fosse obbligatoria, si potrebbero realizzare solo quelle esperienze che garanti- scono formazione e sicurezza. È nostro dovere ascoltarli, dobbiamo difendere il bene più prezioso del nostro Pa- ese: i nostri ragazzi e le no- stre ragazze.
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SINDACATO
CCM, questi sconosciuti
di Xxxxxx Xxxxxx, intervento al direttivo Lega Spi Savena Prima parte
S
egnalare le difficoltà, le criticità nei quo- tidiani rapporti con il
nostro SSR (Sistema Sanitario Regionale), che pure è un’ec- cellenza, è importante perché consente di migliorarlo ulterior- mente, obiettivo, questo, che si realizza solo con una maggiore partecipazione civica.
I CCM (Comitati Consultivi Mi- sti), sono nati ben 27 anni fa, e solo nella nostra Regione, allo scopo di attuare la parteci- pazione effettiva di rappre- sentanti della cittadinanza, o meglio delle rappresentanze di quelle associazioni di volonta- riato che si occupano delle pro- blematiche socio sanitarie della popolazione del territorio, come auspicato da importanti norma- tive nazionali in materia sanita- ria. I CCM a Bologna sono sei, uno per distretto, più il coordi- namento aziendale, e infine un Comitato Regionale (CCRQ). Il loro compito è la verifica del- la qualità dei servizi socio sanitari erogati dalle aziende sanitarie regionali. Solitamen- te questi obiettivi sono raccolti nelle “carte dei servizi” che
dovrebbero costituire delle pre- cise “garanzie” per gli utenti ma che, purtroppo, difficilmen- te sono da loro conosciute.
I CCM si dovrebbero occupare di tutto ciò che è di “contorno” all’atto medico o professionale, cioè ogni aspetto organizza- tivo, relazionale, informativo, burocratico amministrativo, che attiene ai servizi socio sani- tari. Per le verifiche, i CCM utiliz- zano i sistemi informativi vigenti in ambito aziendale, le auto dia- gnosi dei singoli responsabili dei servizi, le indagini sulla soddisfa- zione dell’utenza ma, soprattutto, le segnalazioni della stessa utenza, per noi particolar- mente importanti. Sono entra- to in questo organismo dopo il mio pensionamento da dirigente di questo sistema, ma anche da rappresentante sindacale della mia categoria. La mia intenzione era quella di far evolvere la mia esperienza, anche sindacale, in quella appunto di “rappre- sentante della cittadinanza”. L’esperienza concreta, però, non è stata finora pienamente soddi- sfacente per svariati motivi:
per difficoltà che potremmo
definire “esterne”, nel senso che nascono dalle inadeguate ga- ranzie da parte della Regione, che pure ci ha fatto nascere, ma che si è limitata ad “auspica- re” il rispetto dei nostri “poteri” consultivi ed informativi verso le aziende, anziché difenderli come precisi “diritti”. Poi difficol- tà nei rapporti con i Comuni e con le stesse aziende sanitarie, che spesso non ci riconosco- no come interlocutori utili sul- le verifiche di qualità dei servizi. Infine per la debolezza delle as- sociazioni di volontariato che rappresentiamo.
Le difficoltà “interne” derivano in- vece essenzialmente dalle scar- se competenze e, a volte, anche dalle inadeguate motivazioni dei componenti dei nostri orga- nismi, spesso insufficientemente orientati dalle rispettive associa- zioni e che, per di più non vengo- no formati dalle aziende sanitarie. Per tutto questo mi sono adope- rato in prima persona, ottenendo intanto dall’azienda la formazione intensiva dei nostri componenti.
Continua al prossimo numero de “La SPInta"
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MIGRANTI
Pensionati di cittadinanza straniera
di Xxxxxx Xxxxxxxx
C
ominciano ad essere presenti anche nel no- stro territorio pensio-
nati di cittadinanza straniera in un numero non irrilevante e in crescita. Ce lo dice l’INPS con un dato aggiornato al 2019.
I pensionati stranieri residenti nel territorio di Bologna nel 2019 erano 5.266, il 62% extra UE, il 16% UE paesi dell’est Europa, il 22% UE paesi dell’ovest (nati in Francia, Germania, ecc. che però molto probabilmente sono in gran parte figli di italiani emigrati e quindi in realtà cittadini italiani). Nell’ambito delle pensioni as- sistenziali i cittadini extra UE sono l’81%, quelli dell’UE dell’o- vest il 5% e i cittadini dell’UE dell’est il 14%.
Nell’ambito delle pensioni IVS (quelle derivanti da contributi pagati) i cittadini extra UE sono il 44%, quelli dell’UE dell’ovest il 38% e quelli dell’UE dell’est il 18%. Il prevalere delle pensioni as- sistenziali fra gli extra UE può dipendere da diversi motivi, fra cui quello ovvio che sono anco- ra pochi quelli che hanno rag- giunto i requisiti anagrafici per il diritto alla pensione di vec- chiaia. La differenza con i nati nei paesi UE potrebbe essere determinata anche dal fatto che i comunitari possono sommare i contributi versati nei paesi di origine, invece gli extra UE no. Le donne pensionate extra UE sono più degli uomini con rife- rimento alle pensioni solo assi- stenziali (52%) e meno degli uo- mini con riferimento alle pensioni solo IVS (45%). Relativamente ai
pensionati UE dei paesi dell’est invece le donne pensionate sono più degli uomini sia per le pensioni solo assistenziali (59%) sia per le pensioni IVS (79%).
L’importo medio annuo perce- pito dai pensionati stranieri è decisamente più basso di quel- lo medio complessivo. Quest’ul- timo è di 5.889€ per i pensionati che ricevono una pensione assistenziale e 15.500€ per chi riceve una pensione IVS, invece per gli extra UE si tratta rispet- tivamente di 5.951€ e 8.412€, mentre per i comunitari dei pa- esi dell’est è rispettivamente di 5.646€ e 11.082€.
I pensionati classificati come stranieri sono meno del 2% dei pensionati totali residenti a Bo- logna, però va sottolineato che la variazione in aumento dei pensionati stranieri a Bologna fra il 2018 e il 2019 è stata del 5,5%, mentre complessivamen- te nello stesso periodo i pensio- nati sono diminuiti dello 0,5%. Particolarmente rilevante è il rapporto, in questo caso a li- vello nazionale, fra lavoratori italiani e stranieri che pagano
i contributi e pensionati italiani e stranieri. In totale a livello na- zionale il rapporto fra lavoratori che pagano contributi e pensio- nati è 1,7 a 1. Se si considerano solo gli extra UE tale rapporto è 58 lavoratori per 1 pensionato e per i cittadini comunitari dell’est è 42 lavoratori per 1 pensionato. Le nazionalità più numerose fra i pensionati stranieri a Bolo- gna sono il Marocco con 780, la Romania con 516, l’Albania con 456, le Filippine con 234, l’U-
craina con 227.
Infine un dato nazionale signi- ficativo: l’84% delle pensioni IVS erogate ad extracomuni- tari sono pagate a persone re- sidenti in Italia. Si tratta delle pensioni di vecchiaia, invalidità e reversibilità che possono es- sere pagate anche a persone residenti all’estero. Questo dato è particolarmente interessan- te perché sembra indicare una tendenza degli immigrati a sta- bilizzarsi in Italia una volta arri- vati alla pensione.
Quello dei pensionati stranieri sta diventando decisamente un argomento di cui come SPI dob- biamo prestare molta attenzione.
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LE BREVI DI XXXXX
di Xxxxx Xxxxxxxxx
E
ssere brave non basta, se si è donne. Lo attesta
il primo rapporto di ge- nere, curato da Alma- Laurea, un Consorzio interuniversitario che rappresenta 78 Atenei e circa il 90% dei laureati licenziati annualmente dal sistema universi- tario italiano. Coin- volti 291.000 laureati
del 2020, e 655.000
del 2019, 2017 e 2015,
intervistati dopo uno, tre o cinque anni dal conse guimento del titolo. Nel 2020
le donne erano il 60% dei dottori, ma “sul mer- cato” non c’è gara coi loro colleghi, e la pandemia ha peggiorato ancora la loro si-
tuazione, favorendo curricoli indirizzati ai maschi. Il tasso di occupazione, a 5 anni dal titolo di primo livello, è pari all’ 86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini.
E dopo 5 anni i giovani gua- dagnano il 20% in più, con carriere più prestigiose e più remunerative, anche perché, mentre le donne cercano so- prattutto stabilità, utilità so- ciale, coerenza con gli studi e indipendenza o autonomia, gli uomini preferiscono guada- gno, prestigio e carriera, e sono più disponibili a spostarsi.
I dati della ricerca suggeriscono alle ragazze di orientarsi sempre più verso materie scientifiche e tecnologiche, le cosiddette lau- ree Stem, che le politiche attuali stanno favorendo, anche con
borse di studio, men- tre finora si tendeva a sconsigliarle alle donne. In questo campo, infat-
ti, i divari tra laureate e l a ur ea ti sono più contenuti.
Comunque , “le donne sono
più coraggiose - so- stiene Marina Ti- moteo, direttrice di AlmaLaurea-prova ne sia che è più frequente trovare ragazze che pro- vengono da conte-
sti familiari meno favoriti. “A queste donne- con- tinua- il sistema Paese deve garantire parità di condizioni in termini di accesso e di status in ambito professionale”.
Staremo a vedere se qualcosa si muove davvero...
“Taglia” le donne dai 30 ai 50 anni, ITA, neonata da Xxxxx- xxx. Sulla base di informazioni che consentono di evincere condizioni personali come ma- lattia, handicap e maternità dei familiari, “si scartano” quelle con un carico familiare ecces- sivo. Lo racconta il Manifesto.
Aborto Polonia: morti due feti gemelli e la madre per- ché, nel rispetto della legge che proibisce di fatto la pratica
abortiva legale, i medici non sono intervenuti dopo che uno dei due bambini era morto, infettando anche la madre e il fratello. Così sono morti in tre.
Aborto Italia e obiezione di coscienza: secondo dati del Ministero della salute, l’obie- zione di coscienza è al 68,4% tra i ginecologi, al 45,6% tra gli anestesisti e al 38,9% tra il per- sonale non medico. Quanto alle strutture che la praticano, sono il 64,5%, ma nella provincia auto- noma di Bolzano e in Campania sono meno del 30% e in Molise nessuna. Del resto, proprio la legge 194 del 1978, mentre ga- rantisce il diritto all’aborto nelle strutture pubbliche, salvaguarda contestualmente, il diritto all’o- biezione di coscienza del per- sonale sanitario. Ma stabilisce anche che il numero di medici obiettori di un ospedale non deve impedire la pratica di inter- ruzione volontaria di gravidanza.
E allora, perché sta diventan- do sempre più difficile per le donne esigere quello che è un diritto?
Al 10 febbraio, sono già 11 le vittime di femminicidio, per non dire del proliferare del- le violenze, degli stupri di gruppo degli episo- di di bullismo, coi gio- vanissimi sempre più protagonisti. Ma cosa sta succedendo, nella nostra società?
8
8
MARZO
Piccola storia dell’8 marzo
Giornata Internazionale della Donna
di GiRe
T
utti fanno risalire la festa dell’8 marzo -la festa della donna- alle ope-
domenica di febbraio del 1909 un corteo-manifestazio- ne per il voto alle donne. Quin-
raie dell’industria tessile Cotton di New York uccise da un incendio nel 1908. Quella tragedia, però, è stata confusa con un’altra, avve- nuta nella stessa città nel 1911, nel- la quale si registrarono 146 vittime fra cui molte donne. Nella realtà storica, ciò che ha realmente por- tato all’istituzione di questa festa sono state le rivendicazioni dei di- ritti femminili, tra i quali spiccava il diritto di voto. Vediamo qui di fare chiarezza sulla data dell’8 marzo attraverso una piccola cronologia sulla Giornata internazionale delle donne:
• Il primo evento importante fu certamente il VII Congresso della II Internazionale sociali- sta, che si tenne a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, dove si discusse del voto alle donne e della “questione femminile”.
• Il 3 maggio 1908 Xxxxxxx Xxxxx presiedette la confe- renza del Partito socialista a Chicago, ribattezzata “Wo- man’s Day”, in cui vennero trattati principalmente tre cose: lo sfruttamento delle operaie, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto.
• Alla fine del 1908 il Partito Socialista americano decise di organizzare per l’ultima
di la prima “giornata della donna” si svolse negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909.
• Nella seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste svoltasi a Copena- ghen il 26 e 27 agosto 1910, fu istituita una giornata inter- nazionale dedicata ai diritti delle donne.
• Inizialmente, negli Stati Uni- ti e in vari Paesi europei la giornata delle donne si svol- se in giorni diversi.
• Fino alla Prima guerra mon- diale furono organizzate molte e diverse giornate de- dicate ai diritti delle donne.
• A San Xxxxxxxxxxx, l’8 mar- zo 1917, un corteo di donne manifestò chiedendo la fine della guerra.
• Per ricordare tale avveni- mento, nella Seconda con- ferenza internazionale delle donne comuniste, svoltasi a Mosca nel 1921 venne sta- bilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia.
• In Italia la prima giornata del- la donna si tenne nel 1922, ma non l’8 bensì il 12 marzo.
• Saltato il periodo fascista, si riprese nel settembre 1944 a Roma, dove venne istituita l’UDI (Unione Donne Italia- ne) e si decise di festeggiare l’8 marzo successivo come giornata della donna nelle zone liberate dell’Italia.
• Dall’anno successivo s’in- trodusse la mimosa come simbolo di questa festa. Tale fiore, fu il prescelto perché stagionale e poco costoso.
• Nel 1975 i movimenti fem- ministi di tutto il mondo sta- bilirono che l’8 marzo fosse la data definitiva a favore dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
Si potrebbe terminare con alcu- ni aforismi letterari sulla donna:
- Le donne sono una vite su cui gira tutto (Xxx Xxxxxxx) - La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazio- ni dei diritti umani (Xxxx Xxxxx)
- Date alle donne occasioni adeguate ed esse potranno fare di tutto (Xxxxx Xxxxx) - Le donne son venute in eccellen- za / di ciascun’arte ov’hanno posto cura (Xxxxxxxx Xxxxxxx).
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8 MARZO 2022 TUTTE E TUTTI INSIEME
Una giornata importante per ripercorrere il lungo cammino delle donne, le battaglie per i diritti, l’emancipazione, le conquiste civili e la libertà. Uguaglianza e pari opportunità nel lavoro, nello studio, nella rappresentanza, nella famiglia. Per una società più giusta, dove gli uomini rispettano le donne. Oggi siamo prudenti, rispettiamo le regole, ma nessuna pandemia può mettere in discussione i nostri valori, le nostre lotte.
8 MARZO E DINTORNI, DALLE LEGHE SPI CGIL BOLOGNA METROPOLITANA
Nella ricorrenza della giornata internazionale della donna, lo Spi dei vari territori, laddove sarà possibile e in sicurezza, come da consuetudine, porterà la mimosa alle signore ospiti nelle Case di Xxxxxx.
Valsamoggia
Martedì 8 marzo. La lega Spi, in collaborazione con il Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxxx xx Xxxxxxxx xx Xxxxxxxxxx e con il patrocinio del Comune di Valsamoggia, alle signore over 80 del municipio di Castello, sarà donata a domi- cilio, una primula e la mimosa.
Bazzano
Sabato 5 marzo. Distribuzio- ne della mimosa davanti alla sede Spi che si trova all’inter- no del mercato.
Monteveglio
Martedì 8 marzo. Lo Spi in collaborazione con le donne che gestiscono “Pomeriggi Insieme”, in Piazza della Li- bertà distribuirà la mimosa da un gazebo allestito per l’occasione.
Altedo Malalbergo
Sabato 12 marzo. In occa- sione della festa della donna, saranno posizionate a cura del Comune, altre panchine rosse a Casoni, Ponticelli e Pegola. Lo Spi si impegna a realizzare le targhe da affig- xxxx alle panchine.
Reno Galliera
8 marzo 2022. Tutte le 7 leghe Spi della Zona, distribuiranno la mimosa nei banchetti al merca- to, nelle piazze dei Municipi e dalle rispettive sedi. Argelato, venerdì 5 marzo: nel Teatro Comunale, via Centese, 50- spettacolo musicale “Donne piccole come stelle”. Xxxxxxx, racconti e letture, sull’universo femminile nelle sue varie sfac- cettature, unite da un unico filo rosso, descritto dalla musicista Xxxxxxx Xxxxxxxxx, che accom- pagnandosi con la chitarra, interpreterà brani di noti can- tautori classici e contempora- nei. L’ingresso è gratuito, ore 18:30/19:00 con apericena. San Xxxxxx in Casale, martedì 8 marzo: al cinema Teatro Italia, via XX Settembre, 6 ingresso 3 euro, dalle 14:30 proiezione di un film preceduto da letture, poesie che raccontano il mon- do donna. Al termine saranno offerte le mimose alle signore. Xxx Xxxxxxx xx Xxxxx, 0 marzo: 8,30/12 banchetto sotto il portico, davanti alla Proloco per distribui- re la mimosa, fino alle 12.
Alle ore 10,45 in piazza Indi- pendenza converseremo con
Xxxxxxx Xxxxxxxx responsabile del Coordinamento Donne del- lo Spi-Cgil e con Xxxxx Xxxxxxx dell’Archivio Xxxxxxxx. Il coro di San Giorgio di Piano animerà questa seconda parte della mattinata con canti che si rife- riscono alla vita di lavoro e di lotta delle donne. Per informa- zioni, dettagli sulle iniziative Spi della Zona, telefonare a Cinzia: 3356962781.
Xxxxxxxxxxx xx Xxxx
0 marzo: Mostra fotografica “Donne al lavoro” promossa dalla lega Spi e Auser di Ca- salecchio, in collaborazione con la Camera del Lavoro di Casalecchio. La mostra, che sarà visibile per tutto il mese di marzo, dalle 9:00 alle 12:00 dal lunedì al venerdì, nella Camera del Lavoro, Galleria Ronzani, 3/2, fronte stazione ferroviaria, presenta le immagini di don- ne che, nella sfida quotidiana, conciliano ogni aspetto della vita fra lavoro, famiglia e affetti.
Budrio
Per l’8 marzo la lega Spi in colla- borazione con la Consulta Don- ne, promuove diverse iniziative:
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8 MARZO 2022 TUTTE E TUTTI INSIEME
l’esposizione di una vela conte- nente una frase di Xxxxxxxx Xx- xxx, che dal 14 settembre scor- so, è cittadina onoraria di Budrio. Una mostra di manifesti “TAPPE di LIBERTA" sulle parità di ge- nere, nella Sala Rosa dal 5 al 14 marzo. Domenica 13 marzo, la camminata della mimosa. Per le informazioni, i dettagli sui luoghi e gli orari degli eventi, telefonare ad Xxxxxxxxxx Xxxxx 335347348.
Bologna
Domenica 13 marzo. “Xxxx- xx’ e le sue donne”. Il Coordi- namento Donne Spi Bologna metropolitana, CartaBianca Li- breria, insieme al gruppo lettura Glad di Casalecchio, dalle ore 16:00 al Xxxxxx Xxxxxxx Xxxxx, xxx Xxxx Xxxxxxx,00- incontra- no la scrittrice Xxxxxx Xxxxx, che racconta le figure femminili ri- tratte nei suoi romanzi, dalla mi- tica Didone alle crudeli Sultane.
Conversano con l’autrice, Xxxx Xxxxxxx, direttrice Teatro Xxxxx Xxxxx di Casalecchio, Xxxxx Xx Xxxxxxx, Libreria CartaBianca, e Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx segreta- ria generale Spi territoriale, con riflessioni su “Libri e Socialità”.
Xxxx Xxx Xxxxxxx xx Xxxxxx 0 marzo. In tutte le sedi Spi verranno distribuiti fiori e mi- mose, organizzati anche tavoli esterni per offrire non solo fio- ri, ma anche informazioni sulle attività, le iniziative Spi a Oz- zano e a Monterenzio. Come sempre negli anni, Monte- renzio e San Xxxxxxx porte- ranno la mimosa alle ospiti delle Case di Xxxxxx. Sono in corso contatti tra le leghe Spi e le Amministrazioni Comu- nali, i Centri sociali, le attivi- tà commerciali del territorio, per la realizzazione di attività da farsi tutti e tutte insieme.
Per informazioni rivolgersi a
Xxxxx Xxxxxxx: 3288667949.
Xxxxx Xxx Xxxxxx
0 marzo. Il Coordinamento donne Spi di Monte San Xxxxxx, in collaborazione con la Com- pagnia dei filati e l’associazio- ne “La Conserva”, inaugurano una struttura naturale ad in- treccio realizzato con rami di alberi e canne, rappresenta lo stare insieme, creare, un pun- to d’informazione sulle attività delle donne nel Centro Ex Mo- duli. Da un progetto dedicato alle donne straniere, mostra dei lavori svolti, e una tavola rotonda con le scuole di italia- no per donne straniere dell’U- nione. Xxxxx Xxxxxxxx raccon- ta le “Donne che hanno lasciato il segno degli etruschi”. Per mag- giori informazioni sui luoghi e orari delle iniziative, telefonare alla lega Spi 0516761536.
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AUSER
La dedizione di Auser nella cura del verde a Crevalcore
di Xxxxxxxx Xxxxxxx
Oltre alle attività di ‘routine,’ vengono organizzate delle azio- ni mirate in alcune giornate ex- tra, come è avvenuto qualche tempo fa per la pulizia di un ex campo nomadi ed altre aree, oppure la bonifica di una zona
L'
aumento esponenzia- le del riscaldamento climatico, dell’inquina-
in cui la discarica è aperta con orario continuato per il con- ferimento e in più possiamo
verde “assaltata” da ragazzini poco rispettosi. Quest’ultimo episodio sottolinea quanto, for-
mento ambientale e degli altri problemi ecologici, nell’arco degli ultimi vent’anni è ormai diventato un problema di porta- ta globale, occupando gli spazi principali dei mezzi di informa- zione e delle agende politiche internazionali.
A Crevalcore, già più di 20 anni fa, il gruppo di volontari Auser era molto sensibile al tema am- bientale. Infatti oltre alle attività di aiuto alle persone più vulne- rabili, si è sempre dedicato alle iniziative volte alla cura e alla tutela delle zone verdi pubbli- che del territorio, ritenendole attività necessarie al benessere della comunità.
Il coordinatore dei volontari Au- ser di Crevalcore, racconta il funzionamento delle attività di pulizia degli spazi e di raccolta dei rifiuti: “Il giovedì è il giorno prestabilito, perché è il giorno
contare sulla disponibilità del camioncino comunale per il tra- sporto dei rifiuti più pesanti e voluminosi.”
Il gruppo di volontari che si oc- cupa di svolgere questo servizio opera in sinergia e convenzione con l’amministrazione comunale. I volontari si occupano anche di fornire un aiuto nella raccol- ta dei rifiuti ingombranti oltre ad essere punto di riferimento per la distribuzione del mate- riale di consumo per la raccolta differenziata tipo sacchi per la plastica e altro nelle frazioni di Caselle e Bevilacqua.
“Sono attività che durano tutto l’anno, ma con il bel tempo au- mentano. La scorsa primavera venivamo da periodi di chiu- sura, c’era un misto di tituban- za e voglia di andare fuori, ma alla fine ha prevalso la voglia di unirsi e di darsi fare”.
se, la sensibilizzazione da fare non sia mai troppa.
Sebbene i volontari non siano operatori specializzati, durante il corso degli anni hanno otti- mizzato le loro attività di pulizia, probabilmente grazie ai tan- ti anni di pratica. Lo scorso 14 novembre, in occasione della giornata nazionale “È tempo di pensare all’ambiente” organiz- zata da TempoCasa, i volontari hanno collaborato all’iniziativa, aiutando con la loro esperienza a raccogliere 120 kg di rifiuti tra le vie della città in una sola mat- tinata, classificandosi al quinto posto della graduatoria naziona- le stilata dall’agenzia. Una bella testimonianza di operosità ed efficienza ma purtroppo, anche dei tantissimi rifiuti abbandonati. Sono state 1850 le ore svolte nel 2021 dai volontari Auser di Crevalcore, in convenzione con l’amministrazione comunale, solo per le attività di pulizia e cura del verde pubblico. Una partecipazione costante e ge- nerosa che va avanti da tanti anni e non sembra accennare a diminuire. Quello che succede a Crevalcore è un esempio vir- tuoso di cittadinanza attiva e di collaborazione con le istituzioni, di fronte ad un problema co- mune, quanto mai urgente, che richiede una maggiore respon- sabilità civica da parte di tutti.
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FEDERCONSUMATORI
La Carta Europea per la Disabilità
di Xxxxxx Xxxxxxx
Italia insieme ad altri 8
L'
Paesi europei ha ade- rito al progetto pilota
che prevede l’emissione della EU Disability Card con l’obiet- tivo di garantire la piena inclu- sione delle persone disabili nel- la vita sociale e culturale delle comunità. Infatti, l’Unione Euro- pea ha messo in atto una stra- tegia in materia di disabilità, fi- nalizzato all’introduzione di una tessera che permette l’accesso alle persone disabili a una se- rie di servizi gratuiti o a costo ridotto come trasporti, cultura e tempo libero sul territorio nazio- nale grazie a convenzioni con enti pubblici e privati. La Carta si rivolge a più di quattro milio- ni di persone che hanno un’in- validità compresa tra il 67% e il 100%, quindi, verrà rilasciata a tutti i soggetti in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza secondo lo schema indicato nell’allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicem- bre 2013, n. 159.
Si tratta di una semplice tesseri- na con foto e QR Code con tutti i dati, nel rispetto della privacy e della riservatezza, per dimo- strare la propria condizione di disabilità e consente di lasciare a casa certificati e cartelle clini- che, esonerando così gli utenti dall’esibizione di altre certifica- zioni che attestino l’appartenen- za alle categorie aventi diritto alla Disability Card. È possibile richiederla sul sito dell’INPS tra- mite apposita procedura online, a partire da aprile 2022. Ecco
come deve essere presentata la richiesta online:
- sul sito dell’INPS vi è un modulo online, da compila- re, nel quale devono essere inseriti i dati del richiedente (nome, cognome, codice fi- scale, domicilio digitale, resi- denza, numero di telefono) e una fototessera;
- l’Istituto verifica la veridicità delle informazioni del xxxxxx- xxxxx confrontandole con quelle presenti nei propri ar- chivi;
- Se la verifica dei requisiti ha esito positivo, l’INPS affida all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato il mandato di pro- duzione della Carta, che verrà poi recapitata al richiedente entro 60 giorni dalla presen- tazione della domanda.
Inoltre, nel caso di nuovo accer- tamento da parte del titolare, cui
venisse riconosciuto l’aggrava- mento della propria condizione, ad esempio richiedere l’accom- pagnatore o un maggiore soste- gno, l’INPS sostituirà la tessera con una aggiornata.
La Carta sarà riconosciuta non solo sul territorio italiano ma anche all’interno di tutti gli Sta- ti membri dell’Unione Europea. In più, avrà una validità per tut- ta la permanenza dell’invalidità, fino al decesso del titolare, ma dovrà essere rinnovata ogni 10 anni. La Carta è personale e non è cedibile ad altri. Anche dopo l’erogazione della Carta, l’INPS potrà verificare la sus- sistenza dei requisiti necessari e, nel caso in cui riscontrasse la non veridicità delle dichia- razioni rese dai titolari o nel caso in cui i requisiti venissero meno, potrà revocare la Carta ai possessori.
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CURIOSANDO...
di Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx
EXTRA
E’ da un po’ che si discute di caro bollette perché, causa l’au- mento dei costi del gas e delle altre materie prime, si è arrivati a importi insostenibili per i con- sumatori, privati od aziende che siano. Tanto che il governo, per attutire l’impatto sulla nostra economia, è dovuto intervenire, da luglio 2021 a marzo ‘22, con stanziamenti per ben 11 miliar- di di euro. Ultimamente circola una parola abbastanza incon- sueta: extraprofitto. Di cosa si tratta? Il costo dell’energia che paghiamo in bolletta deriva dai conteggi fatti dall’Autorità di Re- golazione per l’Energia (Arera) o da privati fornitori che tengo- no conto dei costi sopportati dalle aziende produttrici. Ma le aziende non sono tutte uguali: ci sono quelle, e sono la mag-
gioranza, che per produrre l’e- nergia elettrica utilizzano gas o petrolio, materie prime che han- no subito incrementi di costo a tre cifre. Ma ci sono anche quel- le che, per produrre la stessa energia, utilizzano il sole, il ven- to e i bacini idraulici delle nostre montagne, e quindi non hanno visto alcun incremento di costi. Allora, come si spiega il rincaro generalizzato? Quando si sta- biliscono i prezzi che noi utenti siamo tenuti a pagare, si fa rife- rimento ai costi più alti perché, se venisse stabilito un prezzo medio, chi produce usando gas e petrolio in breve tempo fallirebbe. Ma nel contempo si verifica un altro fenomeno: le aziende che hanno costi inalte- rati, a fronte di bollette più sala- te, vedono balzare in alto i loro profitti senza aver fatto niente per meritarselo. Insomma, mol-
te aziende produttrici di energia elettrica, pur in questo periodo di difficoltà economiche, hanno potuto intascare degli extrapro- fitti. I conteggi non sono sempli- ci, ma si è ipotizzato che il loro ammontare arrivi a superare i 20 miliardi di euro. Pare anche che il governo abbia preso in consi- derazione il recupero di tali im- porti per compensare quegli 11 miliardi usciti dalle casse dello stato di cui si diceva all’inizio. Un tale provvedimento potrebbe anche essere considerato come una strada fiscalmente corretta per tentare, con una adeguata tassazione, di attenuare quella ingiustizia che ha visto, in modo particolarmente significativo in questo periodo di pandemia, i ricchi diventare sempre più ric- chi ed i poveri sempre più pove- ri. Ci sarà la volontà di prosegui- re in questa direzione?
Spi Cgil territoriale - Ordine del giorno
INIZIATIVE DI CONTRASTO AL “CARO BOLLETTE”
■ L’Assemblea Generale dello Spi Cgil territo- riale di Bologna, esprime forte preoccupazio- ne rispetto al forte incremento dei costi ener- getici, del gas e dei carburanti. Questi rincari stanno mettendo in grave difficoltà numerose fa- miglie con problemi economici causati dalla per- dita di lavoro, da lavori precari, da pensioni basse, e, nello stesso tempo, stanno minando i bilanci dei Comuni, delle Regioni delle ASL e creando ulteriori condizioni di crisi per l’economia anche a seguito di una impennata dell’inflazione.
Ritiene che le azioni messe in campo dal Gover- no, attraverso i bonus energia siano insufficienti
per tutelare famiglie e pensionati e che, viceversa, servano misure adeguate per evitare che l’au- mento dei costi energetici si scarichi sullo svilup- po dei servizi pubblici e sui relativi costi a carico dei cittadini.
Occorrono, strategie complessive che va- dano verso una decisa accelerazione della transizione energetica, contrastando le specu- lazioni, ponendosi l’obiettivo prioritario di uno svi- luppo che privilegi le scelte di energie rinnovabili ed ecosostenibili e permettendo al nostro Paese di essere meno dipendente dall’estero negli ap- provvigionamenti di materie prime.
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RICORDANDO...
di Xxxxxx Xxxxxxxx
Una celebre donna bolognese
Per
la ricorrenza dell’8 mar- zo, propongo alle mie (affezionate?) lettrici un
rimanendo nel cuore dei bolo- gnesi per le sue battaglie a favo- re dei rivoluzionari (carbonari e liberali) avversi, come lei, al Go- verno del Papa e allo Stato della Chiesa. Ella diede spesso rifugio a patrioti italiani in fuga, ospitan- doli (a volte anche nasconden- doli) nella sua splendida “Villa di Belpoggio”, in via Siepelunga. Nel suo salotto teneva “riunioni sedi- ziose” per “fare l’Italia e liberare Bologna dal governo papalino”, come diceva lei stessa. Xxxxx Xxxx, infatti, viene descritta nel Libro dei compromessi poli- tici (un elenco “governativo” di persone implicate -o sostenitrici-
Palazzo Hercolani
della sua popolarissima moglie; proprio per questo xxxxxxxxxxxxx fece una brutta fine. Un giorno,
personaggio femminile che oc- cupa un posto particolare nella storia bolognese: Xxxxx Xxxx. Questo l’appellativo che le as- segnò il popolo presso cui ebbe, per gran parte dell’Ottocento, gran rinomanza e grande in- fluenza. Lei era nata Xxxxx Xxx- xxxxx nel 1780, ma la si ricorda come Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx, dal cognome del marito, il prin- cipe Xxxxxxx Xxxxxxxxx. Appar- tenente ad una delle famiglie no- bili di Bologna, andò a vivere col marito a Palazzo Hercolani, nello sfarzo di quell’abitazione -che ancor oggi possiamo ammira- re come sede della Facoltà di Scienze Politiche dell’“Alma Ma- ter”- nella quale spiccavano sia il magnifico giardino, sia affreschi e quadri di pittori famosissimi, come Xxxxxxxxxx e Xxxxxxxx, che possiamo tuttora contemplare. Xxxxx Xxxx è passata alla storia,
dei moti del 1821 e del 1831 a Bo- logna) fatto compilare dal Cardi- nale Xxxxxxxx Xxxxxx: «… esalta- tissima e in ambedue le epoche [i moti del ’21 e del ’31, n.d.r.] nel di lei palazzo bene e spesso vi furo- no, come tuttora vi sono, riunioni con i più esaltati liberali e contrari al Governo …». Era la regina dei salotti petroniani e fu, per gran parte dell’Ottocento, simbolo di mondanità. Ebbe due mari- ti: il primo era uno dei nobili di maggior spicco a Bologna, il già citato principe Xxxxxxx Xxxxxxxxx che sposò diciottenne, rimanen- do vedova a soli quarant’anni, nel 1820; il secondo era un at- tore milanese, tal Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, di cui s’innamorò perdutamente e che portò a Bo- logna, strappandolo ad un’altra nobildonna. Costui era persona irascibile, scontrosa ed anche violenta, praticamente l’opposto
siccome non si sentiva tanto bene, chiese al cuoco di prepa- rargli un brodino; ma il cuciniere, che stava sviscerando un pollo, volle prima finire ciò che stava facendo: non vedendolo arrivare subito, il Lombardi si precipitò in cucina e cominciò a malmenar- lo. Però il cuoco aveva ancora in mano il coltellaccio e, per di- fendersi, quasi senza volerlo, lo conficcò nello stomaco dell’as- salitore. Il cuoco finì in prigione, dove morì qualche mese dopo (si disse a causa del rimorso che lo tormentava). Così Donna Marì rimase vedova una secon- da volta. La “ricchissima rivo- luzionaria” restò la Principessa dei salotti fino al termine della sua vita. Però, spegnendosi a 85 anni, riuscì a coronare quel sogno per cui aveva sempre combattuto: vedere finalmen- te l’Unità d’Italia.
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■ “Il calcio non è uno sport per signorine”. La frase em- blematica, attribuita al mediano della Pro Vercelli Xxxxx Xxx, nei primi decenni del secolo scor- so, sintetizza da sempre la dif- ficoltà di affermazione a livello femminile di questo sport, che ha conosciuto un significativo momento di notorietà solo nel 2019, quando la nostra nazionale femminile di calcio ha raggiun- to i quarti di finale nei Mondiali, fra l’entusia-
smo generale. Eppure questo sport vanta anti- che radici anche in ver- sione femminile, quando nella Milano del 1933 un gruppo di calciatrici gio- vinette furono le prime coraggiose pioniere di
una lotta contro un pregiudizio assolutamente inscalfibile nella mentalità di tanti italiani ed ita- liane. Ci racconta la loro storia in
LE CALCIATRICI CHE SFIDARONO IL DUCE
forma parzialmente romanzata, ma contestualizzata perfetta- mente, la giornalista Xxxxxxxx Xxxxxxxxx in Giovinette. Le cal- ciatrici che sfidarono il
duce, completato da un ampio saggio di Xxxxx Xxxxx, storico dello sport. L’avvincente racconto, connotato da una prosa di piacevole lettura, lo svolge in prima persona Xxxxx Xxxxxxxxx, sorella maggiore di Xxxxxxx, che
assieme all’altra sorella Xxxxxx- xx (attivissima nella Resistenza) e ad altre ragazze diedero vita nel 1933 al Gruppo femmini-
le calciatrici milanese, la prima squadra di calcio femminile in Italia. “Ci mettevamo gli scarpi- ni, il gonnellino, quella maglietta così bella che ci eravamo fatte fare e per un’oretta non c’era nient’altro che la nostra libertà di divertirci…”, ma il regime fascista entrò subito in allarme, anche se inizialmente le ragazze poterono contare sull’autorizzazione di Le- xxxxx Xxxxxxxx “in via di esperi- mento”. Di lì a poco alla guida del Coni all’esautorato Xxxxxxxx su- bentrò Xxxxxxx Xxxxxxx e il sogno delle ragazze di arrivare ad un vero e proprio campionato fem- minile svanì ben presto. Le italia- ne amanti del football dovranno aspettare la fine del secondo conflitto mondiale per ritornare in campo, ma non saranno rose e fiori, anzi!
IL LIBRO DEL MESE
Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce, Milano, Solferino, 2020 pp. 336
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