PRIMO PIANO NO AUMENTI A PIOGGIA / 2 CONTRATTO APPRENDISTATO MODALITÀ E APPLICAZIONE / 4 QUI LOMBARDIA APPRENDISTATO E LAVORO IN PANIFICIO / 10
Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. postale - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) - art. 1 comma 1, DCB Padova
PRIMO PIANO NO AUMENTI A PIOGGIA / 2
CONTRATTO APPRENDISTATO MODALITÀ E APPLICAZIONE / 4
QUI LOMBARDIA APPRENDISTATO E LAVORO IN PANIFICIO / 10
A n n o L X X I
N U M E R O
9
L U N E D Ì
9 MAGGIO
2 0 1 6
L a p a n i f i c a z i o n e i t a l i a n a
Organo ufficiale della FEDERAZIONE ITALIANA PANIFICATORI, PANIFICA-
TORI PASTICCERI E AFFINI
L’editoriale
di Xxxxxxx Xxxxxxx
Il primo maggio: festa dei lavoratori
C
ome al solito, an-
che nell’ultimo pri- mo maggio non
sono mancate manifesta- zioni, concertoni, procla- mi, rivendicazioni, cose già viste e riviste, cose direi stantìe. Si vuole il lavoro, si vogliono diritti e tutele per tutti e come al solito si chiede agli al- tri di darsi fare. Le di- chiarazioni, vittimistiche, dei Segretari Confederali e dei loro subalterni, condite da politici saliti a bordo dell’occasione mediatica, non sono cer- to mancate. Non ho sen- tito però, ma forse mi so- no sfuggite, due paroli- ne: rimbocchiamoci le maniche. Eh si perché sono parole impopolari, non populiste, che non portano certamente con- senso e che non ingras- sano i cortei.
Domandiamoci perché
in Italia le imprese resta- no piccole e perché, quando diventano gran- di vengono vendute! Do- mandiamoci perché, chi acquista le nostre impre- se, facendo poi un puro ragionamento economi- co, le svuota struttural- mente, trasferisce il lavo- ro altrove, utilizza solo la conoscenza e si tiene il mercato da essa genera- to (Italcementi tanto per citare l’ultima). Doman- diamoci perché non c’è più interesse e voglia di investire per creare lavo- ro! E non mi si dica che ci sono dei casi di eccel- lenza! Se ben guardia- mo queste situazioni ac- cadono solo perché si sono create condizioni economiche e legislative favorevoli, per esempio con riduzione di oneri ambientali e sociali, per favorire nascite di azien- de, le famose star-up, ma nel momento in cui que- ste condizioni favorevoli vengono meno e quindi si ritorna alla dura e cru- da realtà ecco che tutto crolla, perché il ritorno economico dell’investi- mento è solo conse- guenza del finanziamen- to a pioggia o della ridu- zione degli oneri sociali.
segue a pagina 2
L’apprendistato: strumento di crescita per le imprese
L
a parola “apprendi- stato” ci rimanda, nel significato, a
colui che vuole appren- dere, imparare un’arte o un mestiere. E’ lo stru- mento chiave per acce- dere al mondo del lavo- ro, un percorso che, in questo contesto econo- mico ancora ricco di in- certezze, facilita il per- corso dei giovani verso una professione digni- tosa e sicura. Attraverso l’apprendistato il neo- assunto impara e si for-
ma, ha la possibilità di crescere e diventare fat- tore di continuità e svi- luppo di un mestiere o di un’arte.
L’apprendistato, come modello formativo, ha radici assai profonde. E’ nato nella civiltà egizia, ha attraversato le età classiche greca e latina e ha raggiunto il pro- prio apice nel medioe- vo, arrivando poi, con le trasformazioni dell’e- tà moderna, ai giorni nostri. Non si può per-
cepire in pieno il ruolo dell’apprendistato, sen- za considerare le rela- zioni di questa istituzio- ne con le parti sociali, le imprese, l’istruzione, i servizi di orientamento e per l’impiego, l’asso- ciazionismo. Sono rela- zioni che aprono una pluralità di scenari, nei quali l’apprendista ha la responsabilità di identi- ficare il proprio percor- so professionale, che seguirà accettando e ri- spettando le regole che
governano l’azienda. Durante il periodo di formazione è importan- te il clima in cui gli ap- prendisti lavorano, che deve essere contraddi- stinto da serenità e fi- ducia; il datore di lavo- ro deve favorire la cre- scita del giovane favo-
ATTRAVERSO
L’APPRENDISTATO IL
NEO-ASSUNTO IMPARA E SI FORMA, HA LA POSSIBILITÀ DI
CRESCERE E DIVENTARE FATTORE DI CONTINUITÀ E SVILUPPO DI UN MESTIERE O DI UN’ARTE
rendolo il più possibile nell’acquisizione teorica e pratica delle profes- sionalità, perché queste un giorno gratificheran- no proprio la sua attivi- tà. Le risorse che le aziende investono in formazione e le cono- scenze che il giovane acquisisce sul campo aumentano il valore dell’impresa e migliora la sua immagine. In an- ni in cui l’innovazione
SEGUE A PAGINA 2
Così la norma dopo il Job Act
L’entrata in vigore del Job Act ha portato diverse no- vità in materia di apprendi- stato. Il primo cambiamen- to riguarda l’abrogazione del Testo Unico del 2011 (d.lgs. n. 167/2011). I prin- cipali mutamenti si evinco- no già dalla trasformazio- ne della definizione di ap- prendistato. Da una parte si conferma che tale tipo- logia contrattuale si consi- dera come “contratto a tempo indeterminato fina- lizzato alla formazione e all’occupazione”, dall’altra parte viene modificata l’ar- ticolazione interna delle tre tipologie di apprendi- stato. SEGUE A PAGINA 6
Fornai per la Lega del Filo d’Oro
Per una settimana, dal 16 al
23 maggio, i fornai dell’Associazione provin- ciale di Ascoli Xxxxxx e Fermo, consegneranno il pane alla clientela utiliz- zando speciali sacchetti “di solidarietà”.
SEGUE A PAGINA 9
D
Apprendistato, normativa a confronto con mercato e realtà territoriali
a quasi un anno è in vigore il decreto legislativo 81/2015, recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro”, che ha anche ridefinito (Capo V) il quadro normativo riguardante
l’apprendistato. In questo periodo, che potremmo definire di rodag- gio, i panificatori artigiani hanno potuto confrontare il dettato nor- mativo con la realtà quotidiana del mercato di riferimento, che è in continua evoluzione. A PAGINA 8
Dimissioni online: non ancora “rapide, semplici, sicure”
trata in vigore della nuova procedura per dimissioni volontarie e riso- xxxxxxx consensuale del rapporto di lavoro. A PAGINA 9
“Dro del Lavoro, nel marzo scorso, ha accompagnato l’en-
imissioni telematiche: rapide, semplici, sicure”. Era lo slo- gan della campagna di comunicazione con cui il ministe-
Pagina 2
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
PRIMO PIANO
No agli aumenti a pioggia
L’apprendistato: strumento di crescita per le imprese
ma per produttività
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
ha durata breve e la tec- nologia si evolve di continuo, la qualità e la professionalità delle nuove risorse vanno
prendista, poiché attiva un meccanismo di scambio di conoscenze che, soprattutto nel mondo della panifica- zione, promuove il
A
nche la Pubblica
Amministrazione si orienta per au- mentare gli stipendi dei lavoratori in base alla maggiore produttività e non sugli aumenti a pioggia. La Federazione lo scorso primo dicem- bre 2015 ha presentato ai sindacati una propo- sta al contratto di lavo- ro che prevedeva la stessa volontà espressa in questi giorni dal mi- nistro Madia. Si tratta di dare più soldi sui premi di produttività, meno risorse a pioggia su tut-
ti i lavoratori.
Il 19 giugno 2016
ASSEMBLEA FEDERALE
Residenza in Farnese
xxx xxx Xxxxxxxxxx, 00 - Xxxx
Questo è l’obiettivo che si è posto il governo, con questo schema pre- parato in vista della ri- apertura delle trattative con i sindacati per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La riforma Madia, infat- ti, punta a premiare i
lavoratori e gli uffici più capaci con dei pre- mi di produttività.
Secondo i criteri della legge Xxxxxxxx, il 50 per
cento della fetta dei premi viene indirizzato al 25 per cento degli statali più capaci, men- tre c’è un altro 50 per cento di lavoratori che incassa l’altra metà divi- dendosi dunque un bottino molto più esi- xxx.
C’è poi un altro 25 per cento che resta a secco accontentandosi dello stipendio ordinario. Eb- bene, il governo stareb- be studiando il modo di
modificare la ripartizio-
ne di queste percentuali alzando decisamente la posta in favore di una quota ancor più ristretta di prescelti in modo da scardinare le logiche che in passato gratifica- vano in maniera indi- stinta un po’ tutti.
Una scommessa non fa- cile da realizzare e sulla quale è facile prevedere l’opposizione dei sinda- cati.
Questa proposta avan- zata già mesi fa dalla Federazione per il set- tore della panificazio- ne, rappresenta un cambiamento sostanzia- le: l’aumento, non es- sendo più a pioggia, sa- rà legato al rendimento. Fino a oggi il bonus di merito per la produttivi- tà è stato spesso elargi- to dagli enti pubblici con modalità “a piog- gia”; le novità volute dall’esecutivo puntano invece a un’erogazione secondo regole più rigi- de. In estrema sintesi gli stipendi degli statali conosceranno aumenti e riduzioni legate al bo- nus di merito e segui- ranno una tabella di va- lutazione ben precisa. R.Di P.
coltivate come qualcosa di inimitabile.
La formazione deve es- sere concepita come un’arma vincente per espandersi, grazie alle competenze specifiche e professionali di cia-
scuna persona coinvolta nel processo di crescita dell’impresa.
L’apprendistato, per svolgere concretamente oggi la propria funzione, deve trovare lo spazio giusto dove collocarsi nell’impresa per contri- buire al processo di cre- scita economica.
A livello ideale, in quanto fase di forma- zione, tutela sia il dato- re di lavoro che l’ap-
concetto di lavoro in quanto arte da traman- dare. E anche l’appren- dista, come ovviamente l’imprenditore, deve impegnarsi a dare il massimo per la crescita economica dell’azienda.
L’editoriale
di Xxxxxxx Xxxxxxx
Il primo maggio: festa dei lavoratori
segue dalla prima pagina
(Quante sono le start-up che diventano mature?). Domandiamoci perché in Italia giornali, azien- de, organizzazioni cerca- no di utilizzare per i pro- pri servizi delle piccole partite iva, “monolavora- tori” e non utilizzano la- voratori a libro matrico- la? Perché, spiace dirlo, ma avere un dipenden- te, in Italia, è potenzial- mente un problema e di problemi ne abbiamo già abbastanza. Liberarsi di quel problema rischia di essere molto costoso e la “crisi “è stata ed è occasione per “favorirne l’esodo”.
Nel nostro caso, si trala- scia di produrre qualche chilogrammo di pane o
qualche torta o non ci si apre a nuovi mercati ali- mentari piuttosto che as- sumere qualcuno.
Insomma, faccio quel che riesco, possibilmente da solo o con la mia famiglia. Nessun “mal di pancia”. Ritorno, infatti, su un mio fondo precedente dove la- mentavo la mancanza del rispetto e cura del capita- le, strumento necessario a creare valore per tutti, del rispetto del lavoro che va coltivato giorno dopo giorno, la mancanza dello spirito del miglioramento continuo e della ricerca dell’eccellenza. Occorre insegnare ai futuri lavora- tori, proprio a partire dai banchi di scuola, il sacrifi- cio, il rispetto e la sacralità del lavoro, non insegnare che il lavoro è solo un di- ritto! E occorrerebbe inse- gnare questo concetto ai lavoratori, non tutti ovvia- mente, e non drogarli e il- luderli con proclami e cer- tezza di diritti. Il lavoro
non è un diritto, il lavoro Il fatto che comunque sia anche in tempi di crisi. è una conquista che va stato un primo maggio un Un po’ quello che cer- poi difesa, e noi panifica- po’ sottotono è stato evi- chiamo di fare noi, insi- tori, che siamo per primi dente, si è visto di un dis- stendo su temi culturali e lavoratori con il fardello incanto dei lavoratori che, formativi e informativi, ulteriore del rischio di im- contrariamente alle Orga- dicendo, doverosamen- presa, lo sappiamo molto nizzazioni sindacali, stan- te, anche cose impopo- bene. E le accuse di sti- no capendo, a loro spese, lari.
pendi “miseri”? Lo stipen- che se non si rimboccano Questo perché è nostro dio sarà forse misero, ma le maniche, che se non dovere.
il costo per l’azienda è im- imparano ad accettare an- Sono convinto che, la portante. Far rendere que- che lavori lontani dai pro- nostra ultima contropro- sto costo oggi è un pro- pri sogni e preparazione posta contrattuale, che si blema (e allora si destrut- scolastica, (che comunque sgancia da una stantia tura), ma, forse occorre non guasta mai), che se metodologia di dare gli provvedere ad un “effi- non capiscono i valori del stessi quattro soldi a tutti, cientamento” di tutte lavoro, sono veramente a prescindere, verso una quelle strutture che ruota- senza futuro. metodologia che con- no intorno al lavoro. Le Organizzazioni sinda- templi un riconoscimen- In questi giorni, giustap- cali, che credo utilissime, to economico secondo punto giorni propizi, è dovrebbero fare profondo criteri di economia terri- stata presentata la carta lavoro pedagogico nei toriale e parametri me- dei diritti del lavoratore, confronti dei lavoratori in- ritocratici personali, sia, (64 pagine) senza nem- segnando loro che esiste per ora, l’unica proposta meno una misera pagi- la meritocrazia, la compe- perseguibile per “scuote- netta di doveri. Nobilissi- tizione delle idee, la for- re” questo settore. E se mo, nulla da dire, ma pe- mazione e l’aggiornamen- ciò provocherà agitazio- dagogicamente errato. Si to, lo studio dell’organiz- ne... agitazione sia. La rischia di fare un lavoro zazione, l’attenzione a i te- storia insegna che dalle bello ma inutile: la carta mi ambientali, la qualità rivoluzioni è nato sem- dei diritti dei lavoratori del lavoro: un lavoro fatto pre qualcosa di positivo. inesistenti… bene è ben apprezzato xxxxxxxxxx@xxxxx.xx
L’Arte Bianca
La Pan ificazione Italiana
Settimanale informativo della Federazione Italiana Panificatori, Panificatori-Pasticceri e Affini
FONDATORE: Xxxxxx Xxxxxx
DIRETTORE RESPONSABILE:
Xxxxxx Xxxxxx
COLLABORATORI:
Xxxxx Xxxxxx,
Xxxx Xx Xxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx xxxxxxxxxx@xxxxx.xx GRAFICA/IMPAGINAZIONE:
Xxxxxxxxx Xxxxxxx
PUBBLICITÀ:
xxxxxxxxxx.xxx@xxxxx.xx RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D.LGS. 196/2003):
Xxxxxx Xxxxxx
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ
Xxx Xxxxxxxxxxx 000/X - 00000 Xxxx
tel. 000000000 - fax 0000000000
STAMPA:
Centro Servizi Editoriali s.r.l.
Stabilimento:
Xxx xxx Xxxxxx,00
00000 Xxxxxxxxxx xx Xxxxx (XX) Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 16849 dell’1.6.1977
Associato all’Unione Italiana Stampa Periodica
QUESTO NUMERO È STATO STAMPATO IN 10.000 COPIE
Nel settore della panifi- cazione quanto detto fi- nora assuma un valore particolare, perché pro- prio un lavoro come quello del fornaio rap- presenta un’arte che de- ve essere tramandata e l’applicazione del con- tratto di apprendistato concretizza gli scopi della formazione, tesa a insegnare un mestiere che può essere immor- tale. X.Xx Xxxxxx
Pagina 4
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
TEMI DEL LAVORO
I
n questo numero de
l’Arte Bianca affrontia- mo il tema dell’ap- prendistato, che è lo strumento contrattuale maggiormente usato per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Il suo iter normativo ha origini molto lontane, in- fatti è stato introdotto per la prima volta nel 1955 con la legge n°25 che in- troduceva sgravi fiscali a favore del datore di lavo- ro. Oggi segue una disci- plina molta articolata e fa riferimento al D.Lgs 167/2011. Essendo un istituto contrattuale che ha lo scopo di avviare per la prima volta i gio- vani al lavoro molte aziende lo scelgono co- me tipologia di contratto perché conviene, in quanto i datori di lavoro possono beneficiare di agevolazioni di carattere contributivo, fiscale e
normativo.
VANTAGGI PER IL DATORE DI LAVORO
Agevolazioni contributive: per le aziende con più di 9 dipendenti la contribuzione a carico del datore di lavo- ro è pari al 10% della retri- buzione imponibile ai fini previdenziali (11,31% dal
1° gennaio 2013). Per le imprese con meno di 10 dipendenti (pari o inferiori a 9) la contribuzione a cari- co del datore di lavoro è pari all’1,31% per i primi tre anni fino al 31/12/2016 (art. 22 della Legge di sta- bilità n. 183/2011).
Agevolazioni fiscali: il costo degli apprendisti è escluso dalla base per il calcolo dell’IRAP (Dlgs 446/97 art. 11).
ESEMPIO DI CALCOLO
Sgravio complessivo calcolato per l’intera durata dell’agevolazione: Nuovo sgravio 2016
= € 6.500
Apprendistato (oltre 9 dipendenti)
= € 14.369
Apprendistato
(fino a 9 dipendenti)
= € 21.285
Donne e over 50
= € 3.905
Percettore mobilità
= € 14.369 + 50%
incentivo (in funzione del periodo residuo)
L’apprendistato si rivolge ai giovani compresi tra i 15 ed i 29 anni d’età con l’obiettivo di conseguire una qualifica professio- nale. In questa formula di contratto il datore di
Il contratto di apprendistato:
lavoro, oltre a versare un corrispettivo per il lavoro svolto dall’apprendista, deve garantire anche una corretta formazione pro- fessionale dello stesso. Il contratto di apprendista- to si divide in tre tipolo- gie:
Apprendistato per la qualifica ed il diploma professionale, offerto per lo più ai giovani (15-18 anni d’età) e può avere una durata massima di 3 anni.
Apprendistato per l’otte- nimento di un diploma o per percorsi di alta for- mazione. Questo dunque permette di conseguire un titolo di studio di scuola secondaria o uni- versitaria. Si rivolge ai giovani tra i 18 ed i 29 anni mentre, per quanto concerne la durata, que- sta è stabilita da accordi tra Regioni e parti sociali nel CCNl.
Apprendistato professio- nalizzante. Questo tipo di contratto consente l’ottenimento di una qua- lifica professionale grazie alla formazione ricevuta sul luogo di lavoro. Lo stesso è caratterizzato da una durata massima di 6 anni ed è destinato ad una platea di individui compresi tra i 18 ed i 29 anni d’età.
Con particolare riferi- mento all’apprendistato professionalizzante, ve- diamo nel dettaglio cosa può fare un’azienda che vuole assumere un gio- vane apprendista.
Prima di tutto l’impresa deve comunicare almeno un giorno prima dell’ini- zio del rapporto di lavo- ro (data di assunzione) al Centro per l’Impiego competente per territo- rio, i dati anagrafici della ditta e del lavoratore, la tipologia di impiego, la mansione (apprendista- to), la durata del contrat- to, l’orario ed il luogo di lavoro, la retribuzione, il livello di inquadramento. L’impresa deve, conte- stualmente all’assunzio- ne compilare in forma scritta il contratto di lavo- ro e predisporre il Piano Formativo Individuale (il Piano formativo Indivi- duale è il documento di sintesi con i dati dell’ap- prendista, dell’impresa e del tutor, contenente il dettaglio del percorso formativo specifico per quella risorsa). Deve ga-
rantire l’erogazione della formazione. Non bisogna dimenticare che il nume- ro di apprendisti rispetto ai lavoratori qualificati non può essere superio- re al rapporto di 3 a 2; per le aziende con dieci o meno dipendenti trova validità il rapporto 1 a 1. Resta invariata, nel caso di un datore di lavoro che non abbia alle pro- prie dipendenze lavora- tori qualificati o ne abbia un numero inferiore o uguale a tre, la possibili- tà di assumere fino ad un massimo di tre apprendi- sti.
Per quanto concerne il settore della panificazio- ne, è stato fondamentale per lo stesso contratto di apprendistato l’accordo siglato il 4 maggio 2012 dalla Federazione italia- na panificatori con le parti sociali sulla discipli- na dello stesso. Le parti sociali, nella stipulazione del presente accordo, fanno riferimento al Dlgs. 167/2011, ricono- scendo nel contratto di Apprendistato uno stru- mento prioritario per l’acquisizione delle com- petenze utili allo svolgi- mento della prestazione lavorativa. Le parti stipu- lanti dettano le regole e i principi standard utili all’attivazione dell’ap- prendistato professiona- lizzante sul territorio na- zionale, ferma restando la possibilità di integrare il percorso formativo in relazione alle esigenze tecnico-produttive e di mercato. A tal fine, l’Ente bilaterale potrà formula- re, d’intesa con le azien- de, percorsi formativi in- dirizzati al perseguimen- to degli obbiettivi azien- dali, interaziendali e/o territoriali.
Ai fini dell’assunzione di
un lavoratore apprendi- sta è necessaria la stipula di un contratto redatto in forma scritta nel quale debbono essere indicati la qualifica che potrà es- sere acquisita al termine del rapporto, il livello di inquadramento iniziale, quello intermedio e quello finale, l’eventuale periodo di prova, la du- rata del periodo di ap- prendistato e il piano formativo individuale.
Ai sensi dell’art. 2 del D.lgs. 167/2011 il piano formativo individuale dovrà essere definito, an- che sulla base di moduli
e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dall’Ente bilaterale, en- tro 30 giorni dalla stipu- lazione del contratto. Le parti concordano che il periodo di formazione dovrà terminare, di nor- ma, trenta (30) giorni pri- ma della scadenza del contratto.
L’assunzione con contrat- ti di apprendistato può intervenire anche part-ti- me, purché la percentua- le prevista dalle parti non sia inferiore al 60% dell’orario normale pre- visto dal CCNL e senza diminuzione delle ore di formazione prevista. La malattia, l’infortunio o al- tre cause di sospensione involontaria del rapporto
superiore a 30 giorni consecutivi comportano la proroga del termine di scadenza del contratto di apprendistato, con il conseguente posticipo anche dei termini con- nessi ai benefici contri- butivi. In tale ipotesi il datore di lavoro comuni- cherà all’apprendista la nuova scadenza del con- tratto. Nel contratto di apprendistato è necessa- ria la presenza di un tu- tor/referente per l’apprendistato interno od esterno, che dovrà essere individuato all’avvio del- l’attività formativa ed avrà il compito di seguire l’at- tuazione del programma formativo oggetto del contratto di apprendistato. Il tutor/referente per l’apprendistato, il cui no- minativo dovrà risultare dal piano
formativo, ove diverso
dal titolare dell’impresa,
da un socio della stessa o da un familiare dovrà ne- cessariamente possedere competenze adeguate e, se dipendente, un livello di inquadramento pari o superiore a quello che l’apprendista conseguirà alla fine del periodo di apprendistato. Il tutor/re- ferente interno per l’ap- prendistato dovrà inoltre possedere almeno tre an- ni di esperienza lavorati- va, a meno che l’impresa difetti di lavoratori in presenza di tali requisiti. Per l’apprendistato pro- fessionalizzante in caso l’azienda intenda avva- lersi, per
l’erogazione della forma- zione, di una struttura esterna, quest’ultima do-
vrà mettere a disposizio- ne un tutor/referente per l’apprendistato provvisto di adeguate competenze. Il tutor/referente per l’apprendistato può af- fiancare un numero mas- simo di giovani pari a 5 e nel caso di “formazione a distanza”, l’attività di ac- compagnamento può svolgersi con modalità virtualizzata.
Alla fine di ogni anno di apprendistato è previsto un colloquio tra il tutor/referente per l’ap- prendistato e l’apprendi- sta per verificare l’attua- zione del piano formati- vo, lo sviluppo delle ca- pacità professionali e personali del lavoratore, le difficoltà eventual- mente incontrate nell’e- secuzione del contratto di apprendistato, even- tuali miglioramenti da adottarsi nel restante pe- riodo di apprendistato.
Infine esaminiamo cosa fare in caso di recesso del contratto: durante
lo svolgimento dell’ap- prendistato le parti pos- sono recedere dal con- tratto solo in
presenza di una giusta causa o di un giustificato motivo.
Ai sensi della lettera m) dell’art. 2 D.lgs. 167/2011, ciascuna della parti potrà recedere dal contratto con preavviso di giorni 30 decorrente dal termine del periodo di formazione e con ap- plicazione della discipli- na contrattuale in mate- ria di indennità sostituti- va del preavviso per ogni giorno di ritardo della comunicazione.
PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE
La Federazione assieme alle parti sociali nell’ac- cordo stipulato sempre sul contratto di apprendi- stato ha predisposto con l’allegato 6 tutti piani for- mativi divisi per aree te- matiche e rivolti a coloro che iniziano un percorso di formazione. Il piano formativo individuale de- ve essere messo per iscritto e consegnato in copia all’apprendista en- tro 30 gg dalla stipulazio- ne del contratto. Si tratta di un programma forma- tivo standard per le figu- re professionali. Le aziende trasmetteranno copia dei piani formativi all’EBIPAN e alle sue ar- ticolazioni territoriali di competenza, entro 60 gg. dall’assunzione dell’ap- prendista.
SEGUE A PAGINA 5
Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA
TEMI DEL LAVORO
Pagina 5
CONTENUTI E COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI
Di seguito riportiamo le materie e gli obiettivi che un apprendista dovrà imparare durante la sua formazione in un panificio, secondo quanto ha previsto l’allegato 6 dell’accordo sulla disciplina dell’apprendistato nel settore della panificazione siglato tra la Federazione e i sindacati.
Esempio di un profilo formativo:
a) Conoscere i prodotti e servizi di settore e contesto aziendale:
- le materie prime (farine, grassi animali, vegetali, i mix, i coadiuvanti tecnologici) e delle loro caratteristiche; le attrezzature e i luoghi deputati alla lavorazione e conservazione dei prodotti. L’organizzazione (ruoli e responsabilità), le tecnologie e le risorse della propria azienda; i tempi e le fasi di realizzazione dei processi produttivi aziendali.
b) Conoscere e sapere applicare le basi tecniche e scientifiche della pro- fessionalità:
- conoscere la normativa di riferimento relativa alle categorie merceolo- giche pubblicate in azienda (il pane comune, i pani cosiddetti “speciali”, i pani con diverse farine di cereali, i prodotti dolciari e da forno); verificare l’adeguatezza e la funzionalità degli strumenti e delle attrezzature da uti- lizzare; coordinare il proprio intervento con quello dei colleghi e con le richieste dei clienti, rispettando i limiti richiesti dalla posizione di ruolo;
c) Conoscere la tecnologia degli impasti, della lievitazione della cottura e di tutte le fasi dell’intero ciclo produttivo; eseguire l’impasto per partico- lari tipi di pane; conoscere le tecniche di lievitazione; applicare le tecni- che per la preparazione e lavorazione degli impasti; monitorare le condi- zioni climatiche durante l’intero processo lavorativo; predisporre e con- trollare le scorte di prodotti negozio assicurandone la disponibilità nel luogo e nel momento opportuno. Monitorare le condizioni climatiche durante l’intero processo lavorativo; controllare e valutare i tempi di lavorazione in relazione all’intero ciclo produttivo; verificare e segnalare eventuali anomalie del processo produttivo.
modalità e applicazione
SEGUE DA PAGINA 4
I contenuti e le compe- tenze tecnico-professio- nali da conseguire me- diante esperienza di la- voro dovranno essere definiti sulla base dei se- guenti obiettivi formativi:
- disciplina del rapporto di lavoro;
- sicurezza sul lavoro;
- conoscere i prodotti e servizi di settore e conte- sto aziendale;
- conoscere e saper ap- plicare le basi tecniche e scientifiche della profes- sionalità;
- conoscere e saper uti- lizzare tecniche e metodi di lavoro;
- conoscere e saper uti- lizzare strumenti e tecno- logie di lavoro (attrezza-
ture, macchinari e stru- menti di lavoro);
- conoscere ed utilizzare misure di sicurezza indi- viduale e tutela ambien- tale xx xxxxxx;
- conoscere le innovazio- ni di prodotto, di proces- so e di contesto.
L’articolo sette dell’accor- do siglato sempre dalla
Federazione con le parti sociali sottolinea come l’apprendista abbia diritto alla formazione prevista per ciascuno degli anni di durata del periodo forma- tivo di apprendistato. Inoltre al punto due pre- cisa che il piano formati- vo individuale sarà incen- trato sull’addestramento
teorico-pratico ed avrà esecuzione tramite l’af- fiancamento del tutore e/o personale specializza- to e qualificato. La forma- zione dovrà riguardare l’acquisizione sia di com- petenze di base sia di competenze professiona- lizzanti e trasversali. (vedi box C). R.Di P.
Pagina 6
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
TEMI DEL LAVORO
Sanzioni per omessa formazione
U
n altro tema im- portante è quello che riguarda le
sanzioni attribuite al da- tore di lavoro in caso di una carente formazione durante il periodo di ap- prendistato. A livello normativo la Circolare n.
5 del 21 gennaio 2013 fornisce le indicazioni per l’applicazione corret- ta della disciplina sanzio- natoria.
In caso di controllo si possono verificare i se- guenti casi:
a) formazione effettuata e regolare: non scattano né il provvedimento di disposizione (diffida) né le sanzioni.
b) Formazione formale effettuata ma in modo in- completa e comunque sopra la soglia prevista dalla circolare 5/2013: scatta il provvedimento di disposizione (diffida).
c) Formazione formale effettuata ma in modo in- completa e comunque sotto la soglia prevista dalla circolare 5/2013: scatta la procedura san- xxxxxxxxxx.
In caso di inadempimen- to nella erogazione della formazione di cui sia esclusivamente respon- sabile il datore di lavoro e che sia tale da impedi- re la realizzazione delle finalità, il datore di lavo- ro è tenuto a versare la differenza tra la contribu- zione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato rag- giunto dal lavoratore al termine del periodo di apprendistato, maggiora- ta del 100 per cento, con esclusione di qualsiasi al- tra sanzione per omessa contribuzione.
La circolare specifica che nel caso della formazio- ne di tipo professionaliz- zante o di mestiere è sot- to la responsabilità del datore di lavoro quanto segue:
“Quanto alla formazione di tipo professionalizzan- te o di mestiere è suffi- ciente ribadire quanto già chiarito con circ. n. 29/2011, secondo cui la responsabilità del datore
di lavoro si potrà confi- gurare nell’ipotesi in cui lo stesso non effettui la formazione interna in termini di “quantità”, contenuti e modalità pre- visti dal contratto colletti- vo e declinati nel piano formativo individuale.” Quindi in caso di durata dell’apprendistato di 3 anni la sanzione scatta se, in sede di accerta- mento la formazione for- male effettuata è:
meno del 40% di quella prevista (accertamento al secondo anno)
meno del 60% di quella prevista (accertamento al terzo anno).
La circolare riporta un esempio su come avven- gono i controlli durante il periodo di formazione che riportiamo integral- mente:
Ipotesi:
• contratto di apprendi- stato professionalizzante che prevede un periodo formativo pari a 3 anni ed un monte ore di for- mazione formale tecni- co-professionale e spe-
cialistica di 120+120+120
(tot. 360 ore). accertamento nel corso della metà del secondo anno di apprendistato, in un momento in cui l’ap- prendista avrebbe dovu- to effettuare 120 ore di formazione (quella pre- vista per il primo anno)
+ 60 ore di formazione (quella prevista per la “quota parte” del secon- do anno), per un totale di 180 ore. La formazio- ne effettuata è tuttavia pari a 60 ore e cioè al 33% del totale della for- mazione dovuta. La dis- posizione non può esse- re emanata e si procede direttamente con la san- zione prevista dall’art. 7, comma 1, del D.Lgs. n. 167/2011;
• accertamento nel xxxxx xxxxx xxxx xxx xxxxx anno di apprendistato, in un momento in cui l’ap- prendista avrebbe dovu- to effettuare 120 ore di formazione (quella pre- vista per il primo anno)
+ 120 ore di formazione (quella prevista per il se-
condo anno) + 60 ore di formazione (quella pre- vista per la “quota parte” del terzo anno), per un totale di 300 ore. La for- mazione effettuata è tut- tavia pari a 220 ore e cioè al 73% del totale della formazione dovuta. La disposizione deve es- sere emanata ai fini del recupero del debito for- mativo. R.Di P.
ART. 7, COMMA 1
D.LGS. N167/2011
Il datore di lavoro che non im- partisce formazione (ovvia- mente, nel caso in cui la ca- renza della stessa sia a lui im- putabile) è tenuto a pagare la differenza contributiva tra quanto già erogato e il livello che avrebbe dovuto raggiun- xxxx il lavoratore al termine della formazione, maggiorato del 100%. Se il periodo forma- tivo non si è concluso l’ispetto- re del lavoro che ha riscontrato un inadempimento formativo, emette un provvedimento di disposizione, assegnando un congruo periodo per l’ottem- peranza.
L’apprendistato dopo il Job Act
tative sul piano nazio- nale.
E’ molto rilevante invece la possibilità di assumere in apprendistato profes-
Bolzano in data 20 feb- braio 2014.
Il Ministero del lavoro, a tal proposito, ha eviden- ziato che le regioni han-
L’
entrata in vigore del Job Act ha portato diverse novità in materia di ap- prendistato. Il primo cambiamento riguarda l’abrogazione del Testo Unico del 2011 (d.lgs. n. 167/2011). I principali mutamenti si evincono già dalla trasformazione della definizione di ap- prendistato. Da una par- te si conferma che tale ti- pologia contrattuale si considera come “contrat- to a tempo indeterminato finalizzato alla formazio- ne e all’occupazione”, dall’altra parte viene mo- dificata l’articolazione in- terna delle tre tipologie di apprendistato, soprat- tutto per le prime due ti- pologie (apprendistato per la qualifica ed il di- ploma professionale e apprendistato per l’otte- nimento di un diploma o per percorsi di alta for- mazione). Per quanto ri- guarda l’apprendistato professionalizzante sono invece poche le novità. Si riconferma che il con-
tratto di apprendistato deve avere forma scritta. Esso contiene sintetica- mente il piano formativo individuale redatto an- che secondo i modelli propri della contrattazio- ne collettiva o degli enti bilaterali. Nel caso di ap- prendistato di primo e terzo livello la compila- zione del piano formati- vo spetta all’istituzione formativa con il coinvol- gimento dell’impresa. Per quanto riguarda la durata minima del con- tratto il provvedimento mantiene stabile il limite dei sei mesi. Particolar-
mente significativo appa- re, infine, quali siano i compiti generali della contrattazione collettiva nazionale in materia. Questa è chiamata a di- sciplinare complessiva- mente l’istituto ad ecce- zione di quanto indicato in precedenza ovvero: piano formativo, durata minima, normativa in ca- so di licenziamento ille- gittimo, recesso del con- tratto. Tali materie, a dif- ferenza del d.lgs. n. 167/2011, vengono sot- tratte dalla campo della contrattazione. Da ulti- mo, sempre in materia di
disciplina generale oc- corre segnalare una mo- difica per quanto riguar- da le clausole di stabiliz- zazione. Da un lato ri- mangono confermati i precedenti vincolo (20% degli apprendisti per aziende con più di 50 di- pendenti). Dall’altro, “si obbliga” alla stabilizza- zione dei soli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professio- nalizzante.
Come detto precedente- mente per l’apprendi- stato professionalizzan- te sono pochi i cambia- menti: quello più im- portante ribadisce che la qualificazione profes- sionale cui è finalizzato il contratto “è determi- nata dalle parti del con- tratto sulla base dei pro- fili o qualificazioni pro- fessionali previsti per il settore di riferimento dai sistemi di inquadra- mento del personale” dei contratti collettivi si- glati dalle organizzazio- ni sindacali comparati- vamente più rappresen-
sionalizzante non solo i lavoratori beneficiari di indennità di mobilità, ma anche coloro che godo- no di un trattamento di disoccupazione. Ne det- taglio si prevede che per le Regioni e le Province autonome ove la nuova disciplina non sia imme- diatamente operativa, trovano applicazione le regolazioni vigenti.
Al fine di consentire al datore di lavoro di far partecipare l’apprendi- sta per poter fruire dell’offerta formativa, la regione comunica al da- tore di lavoro, entro 45 giorni dalla comunica- zione dell’instaurazione del rapporto, le modali- tà di svolgimento del- l’offerta formativa pub- blica, anche con riferi- mento alle sedi e al ca- lendario delle attività previste, avvalendosi anche dei datori di la- voro e delle loro asso- ciazioni che si siano di- chiarate disponibili, le regioni e le province autonome di Trento e di
no l’obbligo di offrire nei termini previsti la suddetta formazione e le relative informazioni, in mancanza delle quali il personale ispettivo non procederà ad alcu- na contestazione nei confronti dei datori di lavoro.
Infine è importante ricor- dare che la retribuzione sempre secondo quanto riporta il Job Act è previ- sta sulla base della con- trattazione collettiva, se- condo la tipologia di contratto di apprendista- to, alla qualifica da con- seguire e al livello di in- quadramento.
Per determinare l’impor- to, si deve fare riferimen- to alla normale retribu- zione dei dipendenti, ed è normalmente fissata a partire dal 60% dello sti- pendio di un dipendente di pari livello fino al 100%. Il datore di lavoro può inquadrare il lavora- tore fino ad un massimo di due livelli inferiori ri- spetto al dipendente di pari qualifica. R.Di P.
Pagina 8
D
a quasi un anno è in vigore il decre- to legislativo
81/2015, recante “Disci- plina organica dei con- tratti di lavoro”, che ha anche ridefinito (Capo
V) il quadro normativo riguardante l’apprendi- stato. In questo periodo, che potremmo definire di rodaggio, i panificatori artigiani hanno potuto confrontare il dettato normativo con la realtà quotidiana del mercato di riferimento, che è in continua evoluzione. E non sono pochi i dubbi e gli interrogativi che sca-
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
DALLE PROVINCE
PAGINA A CURA DI XXXXX XXXXXX
Apprendistato, normativa a confronto con mercato e realtà territoriali
UNA FESTA DEL PANE PER GRANDI E PICCINI
S
abato 30 aprile e domenica 1° maggio, si è rinnovata a Treviso la Festa del
Pane, promossa dal Gruppo provinciale panificatori, presieduto da Xxxxxxxx Xxxxxx, con il patrocinio del Comune e la partecipazione di Avis, Gruppo Alcu- ni e Centro di Formazione professionale di Lancenigo. Anche quest’anno, cuore della manifestazione è stata la Loggia dei Cavalieri, in Piazza Indipendenza, do- ve erano stati allestiti un laboratorio e una mostra di prodotti da forno. Nelle due giornate, sono sfilate sotto la Loggia migliaia di persone, che hanno potuto vedere i panificatori al lavoro e acquistare prodotti. Trattamento speciale hanno avuto i bambini ai quali, nel pomeriggio di domenica, è stata offerta la possibi- lità di mettere davvero le mani in pasta e ai quali è stata offerta la ‘merenda sa- na’, una iniziativa dei panificatori in collaborazione con l’Azienda sanitaria, per aiutare i più piccoli a conoscere il cibo sano, equilibrato e prodotto con ingre- dienti genuini.
turiscono dalle situazioni territoriali, tra loro anche profondamente diverse. Xxxxx Xxxxxxx guida da anni l’associazione pro- vinciale di Cuneo. Nel territorio, a ridosso delle Alpi e con caratteristiche assai simili a quelle del- l’entroterra ligure, la pa- nificazione artigiana è frammentata e composta quasi esclusivamente da aziende di dimensioni fa- migliari. “In questi anni il lavoro è molto calato e sui circa 400 panifici arti- xxxxx xxxxxx oggi in pro- vincia”, rileva, “ce n’è uno solo con oltre dieci dipendenti; due o tre ne hanno dai cinque ai dieci e tutti gli altri non hanno dipendenti né apprendi- sti. Il più delle volte per questioni economiche, ma anche perché la ge- stione di un dipendente è complessa e il mi- croimprenditore fa fatica a star dietro ai tanti adempimenti che gli so- no richiesti. Xxxxxx avrebbe bisogno di gio- vani, tra qualche anno non saprà a chi lasciare l’azienda, ma il più delle volte preferisce rinuncia- re. Anche perché il di- pendente apprendista in- cide sui parametri degli studi di settore e, per quanto riguarda il suo utilizzo ”, ricorda ancora Xxxxxxx, “leggi e contratti di lavoro pongono all’ap- prendista limiti di orario, che toccano proprio le ore in cui il panificatore artigiano è più impegna- to nella produzione. Inoltre, lo Stato intervie- ne su contributi e costi del lavoro, ma impone corsi che l’apprendista deve fare fuori azienda e che poco hanno a che vedere con un mestiere che si impara soprattutto praticandolo”. Per Ri- gucci, dunque, bisogne- rebbe attivare la bottega- scuola: “L’apprendistato del futuro panificatore dovrebbe essere svolto a 360 gradi in azienda, par- tendo dal basso e con
una istruzione graduale. Lo Stato eviterebbe di buttare soldi per corsi che servono a niente e, dopo due-tre anni di im- piego dell’apprendista, ne potrebbe verificare la preparazione con un esame finale. Al quale, per essere chiari, dovreb- be partecipare anche uno che sappia fare pa- nini”.
Anche per Xxxxxxxx Xxxxxxxx, presidente del- l’Associazione provincia- le di Trento, i corsi dell’offerta formativa pubblica servono assai poco agli apprendisti panificatori. “Quando i corsi derivano da una legge nazionale, va a fi- nire che si rassomigliano tutti: panificatori, mecca- nici, parrucchieri; e vi si studiano più normative e leggi che non materie riguardanti il mestiere che si vuole intrapren- dere. Però, così non fun- ziona: l’apprendistato è molto importante per i giovani ma anche per l’artigianato.
Ed è indispensabile che i vari uffici del lavoro co- mincino a valutare le rea- li necessità formative dei singoli comparti e agisca- no di conseguenza”. Per la panificazione artigiana del Trentino, la soluzio- ne, dice Xxxxxxxx, è la bottega-scuola, cioè un
sistema in cui l’attività scolastica che si svolge nei corsi di arte bianca dell’Istituto professionale alberghiero di Rovereto, trovi ufficiale completa- mento in stage lavorativi presso panifici del terri- torio. Dove, ricordiamo- lo, il riconoscimento di Maestro artigiano, con- cesso dalla Provincia au- tonoma di Trento, identi- fica le eccellenze profes- sionali.
Alternanza scuola-lavo- ro, dunque, per una for- mazione professionale equilibrata, mirata e completa.
Con le modifiche agli orari d’impiego degli ap- prendisti, aggiunge Bo- nafini, la normativa di settore si è finalmente avvicinata alla categoria, ma ci sono ancora aspetti dell’apprendistato che dovrebbero essere me- glio valutati. Per esem- pio, le peculiarità di quei territori in cui parte im- portante delle attività economiche ha benefici dal turismo stagionale. Come è, appunto, il Trentino. “Il decreto le- gislativo 81/2015”, ricor- da Bonafini, “stabilisce che per i datori di lavoro che svolgono la propria attività in cicli stagionali, i contratti collettivi nazio- nali di lavoro possano prevedere specifiche mo-
dalità si svolgimento del contatto di apprendista- to, anche a tempo deter- minato. Ma, a ben vede- re, anche altre attività, non espressamente sta- gionali, risentono di que- sti cicli: per esempio, du- rante le stagioni turisti-
che, noi panificatori ven- diamo più pane, più dol- ci, più pizze…
Perché non considerare anche per noi la possibi- lità di contratti di ap- prendistato a tempo de- terminato, consentendo di diluire la formazione in più anni?”.
Per Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, segretario dell’Associa- zione provinciale di Ge- nova, “Un datore di lavo- ro che sia un panificatore vero, può certo insegna- re a un apprendista ciò che gli serve per fare be- ne questo mestiere. Ma potrebbe anche capitare che lo stesso datore di la- voro non disponga di quelle qualità professio- nali”. Il fatto è che dopo la “liberalizzazione” por- tata dalla 248/06, nota anche come legge Bersa- ni, chiunque può inven- tarsi “fornaio”. E se per la preparazione dell’ap- prendista fanno testo le
norme di legge e gli ac- cordi sindacali, chi ga- rantisce la reale validità dell’insegnamento im- partito dal datore di lavo- ro? “Anche per questo”, ribadisce Canobbio, è importante che venga approvata in Regione la proposta di legge che in- tende disciplinare produ- zione e vendita di pane in Liguria. Il testo preve- de anche l’istituzione dei “forni di qualità” e que- sto sarà un modo per im- porre e garantire la mi- gliore qualità anche nell’apprendistato”.
Un problema, questo dei fornai improvvisati, che Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx, se- gretario dell’associazione di Ascoli Xxxxxx inqua- dra con poche parole: “Scontiamo la mancanza di una legge nazionale sulla panificazione”. In- somma, quella prevista dall’art. 4 della 248/06, rimasto lettera morta.
Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA
DALLE PROVINCE
PAGINA A CURA DI XXXXX XXXXXX
Pagina 9
CERCO LAVORO
XXXXX 50 anni, sardo,
panificatore, esperienza
20 anni, disposto a
trasferimenti preferibile
nord Italia. Tel.
0000000000
Panificatore con 30
anni di esperienza
cerca impiego.
Disposto a trasferirsi.
XXXXXXXXXX
XXXXXXXXX
333.4933415
Panificatore della
Sardegna, di 49 anni,
cerca impiego
immediato nel Nord
Italia.
XXXXX XXXXXXX
t. 342.9594730
Panificatore di 18 anni
con 3 di esperenza
cerca impiego a Roma
e zone limitrofe.
XXXXXXX XXXXXXXX
327.1940637
Panificatore di 35 anni,
con esperienza nel
settore di 14, cerca
impiego, disponibile
a trasferimenti.
MUNTEANU IONITA
377.2317089
Panificatore di 51 anni
con 33 di esperienza
accetta trasferimenti
nell’ambito della
regione Lazio.
XXXXXX XXXXXXXX
324.9059956.
Panificatore di 59 anni,
40 di esperienza, cerca
impiego dovunque
necessiti.
XXXXXXX XXXXXXXXX
348.2924275.
Panificatore di 48 anni,
20 di esperienza
disposto a trasferirsi.
XXXXX - 342.9594730
Panificatore di 38 anni
con 13 di esperienza,
cerca impiego in tutta
Italia anche per
collaborazioni stagionali.
XXXXXX XXXXXX
340.7974689
Panificatore di 48 anni,
25 di esperienza,
disposto a trasferirsi.
XXXXXXXX XXXXXX
333.527132
Panificatore di 50 anni,
30 di esperienza,
disposto trasferirsi.
XXXXX XXXXXXXX
349.8180614
Panificatore di 53 anni,
35 di esperienza,
disposto da ottobre
a trasferirsi ovunque.
XXXXXXXX XXXXXXXX
3398197608-818491988
Dimissioni online: non ancora “rapide, semplici, sicure”
“D
imissioni te- lematiche: rapide, sem-
plici, sicure”. Era lo slo- gan della campagna di comunicazione con cui il ministero del Lavoro, nel marzo scorso, ha accompagnato l’entrata in vigore della nuova procedura per dimissio- ni volontarie e risoluzio- ne consensuale del rap- porto di lavoro. Ma sta andando proprio previ- sto e annunciato? A giu- dicare dalle segnalazioni che arrivano in redazio- ne e da notizie di stam- pa, il sistema non è esat- tamente a regime: siti che si intasano, dimis- sioni bloccate, datori di lavoro in difficoltà. Che la situazione sia proble- matica lo conferma an- che un dirigente sinda- cale che vive in prima li- nea questo momento non facile per tanti im- prenditori, dei più diver- si comparti: il dottor Xx- xxxx Xxxxxxxxxxxx, se- gretario dell’Associazio- ne panificatori di Ascoli Xxxxxx.
“Qui sono arrivate parec-
chie segnalazioni di diffi-
coltà nell’attivare il siste- ma”, dice. “Il sito del mi- nistero è andato più vol- te in tilt, la pagina web si blocca all’improvviso, ca- pita che il sistema non ri- conosca il pin.
Così succede che un la- voratore che intende la- sciare il suo datore di la- voro non possa farlo e che il suddetto datore di lavoro non possa certifi- care la fine del rappor- to, perché non ha il ‘timbro’ digitale sul do- cumento relativo. E tut- to si ferma”.
E dunque, che cosa suc- cede? “Succede che se non si riesce a formaliz- zare l’atto delle dimis- sioni e il dipendente vuole comunque andar- sene, al datore di lavoro resta solo la strada del li- cenziamento. Altrimenti, né il dipendente potrà dimostrare di essere li- bero da impegni a un datore di lavoro che vo- glia assumerlo, né il suo precedente datore di la- voro potrà provvedere al rimpiazzo.
Ma con il licenziamen- to”, spiega ancora Pie- ragostini, “l’imprendito-
re dovrà accollarsi gli oneri previsti dalla leg- ge Fornero, un ticket che può arrivare a 1.500 euro. E il dipendente avrà diritto all’indennità di disoccupazione, se non trova subito un la- voro. E a pagare per questo pasticcio sarà ancora lo Stato, cioè tut- ti gli italiani”.
P
FORNAI PER LA LEGA DEL FILO D’ORO
er una settimana, dal 16 al 23 maggio, i fornai dell’Associazio- ne provinciale di Ascoli Xxxxxx e Fermo, consegneranno il pane alla clientela utilizzando speciali sacchetti “di solidarietà”. Sono i sacchetti della Lega del Filo d’Oro, l’associazione che, dal 1964, assiste le persone sordo cieche, con particolare attenzione ai bam- bini. Saranno messi in circolazione 30 xxxx xxxxxxxxx, recanti il marchio della Lega, cenni sulla sua storia e attività e il codice fi- scale che potrà essere utilizzato da chi deciderà di devolvere a questa organizzazione benefica il 5 per mille. Sui sacchetti ci sarà
anche la foto di Xxxxx Xxxxxx, sostenitore dell’associazione.
I panificatori di Treviso per Xxxxx Xxxxx
S
xxxx Xxxxx è un bimbo
che non ha ancora compiu- to 11 anni ma ne dimostra molti di più. Lo ha ridotto così la ‘progeria’ o sindrome da invec- chiamento precoce, malattia ra- rissima contro la quale la medi- cina non ha ancora trovato rime- di. Nel 2003, è stato scoperto il gene che la provoca, si sono aperte nuove prospettive alla ri- cerca ma la strada è ancora lun- ga. I genitori del bimbo, che ha bisogno di molte cure, anche negli USA, e che combatte la sua battaglia con grande coraggio, hanno fondato l’Associazione italiana xxxxxxxx Xxxxx Xxxxx, e girano l’Italia per far meglio questo malanno, e raccogliere fondi per la ricerca. Tra coloro
che concorrono a sostenere l’iniziativa è anche il Gruppo provinciale panificatori di Treviso che, già lo scorso anno, aveva potuto versare un congruo contributo, frutto di una raccolta effettuata durante un incontro conviviale.
Quest’anno il Gruppo ha ripetuto l’iniziativa, raccogliendo 9 mila euro, che sono stati versati all’Associazione italiana progeria.
N
LATISANA, IL PANE NEI SACCHETTI FIRMATI DA 450 SCOLARI
ei panifici dei tredici comuni della provincia di Udine che fanno par- te dell’Ambito distrettuale di Latisana, sono in distribuzione in que-
ste settimane migliaia di sacchetti di pane “speciali”. Sono di sacchetti sui quali sono riprodotti disegni e messaggi di 450 bambini delle scuo- le elementari del comprensorio. L’iniziativa fa parte del progetto “I diritti sono come il pane”: attraverso disegni e messaggi, i bambini raccon- tano che significa per loro essere comunità, vivere in comunità. La scelta dell’elemento pane, hanno spiegato gli organizzatori, non è ca- suale perché il progetto ruota intorno al binomio semplicità e genuini- tà: come è il pane e come solo i bambini sanno essere.
S
SCONTO IN PANIFICIO PER I VOTANTI
conto del 10 per cento per chi si presentava alla cassa esiben- do la tessera elettorale con il timbro che certificava l’avvenuta votazione al referendum sulle trivelle. Questa l’iniziativa, conclusa il 30 di aprile, di due panifici di Napoli. Lo sconto, va precisato, non distingueva tra il “si” e il “no”: bastava dimostrare che il cliente
aveva partecipato alla consultazione.
SE N’È ANDATA LA ‘NONNA’ DELLE FORNARINE ASCOLANE
Apresidente dell’Associazione provinciale panificatori di Ascoli
ll’età di 97 anni, se n’è andata la fornarina Xxxxxx, madre del
Xxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx. Per quasi cinquant’anni si era occupata, a Cupra Marittima, del forno di famiglia, la Forneria Xxxxxxxx, oggi dei figli Xxxxxx e Xxxxxxxx. Era la più anziana tra le fornarine asco- lane e i fornai dell’associazione la consideravano loro madrina. A tutti i famigliari e a coloro che la ricordano, la più sentite condo- glianza della Federazione italiana panificatori e dell’Arte Bianca.
Pagina 10
L’ARTE BIANCA - LA PANIFICAZIONE ITALIANA Lunedì 9 maggio 2016, n. 9
QUI LOMBARDIA
Pagina a cura di XXXXXXXX XXXXXXX
L’
Xxxx ne pensano i giovani? Apprendistato e lavoro in panificio
Q
uando si dibatto- no tematiche connesse al la-
xxxx, il pensiero va im- mediatamente al con- tratto, ai rapporti sinda-
Le aziende creano ricchezza sociale
apprendistato è
oggetto di atten- zione legislativa e sindacale essendo rego- lamentato dalle normati- ve e dai contratti di lavo- ro in rapporto all’età dei soggetti, alla loro neces- saria qualificazione, al rapporto retributivo e contributivo, nonché a orari ed eventuali facili- tazioni di ingresso all’oc- cupazione per i giovani. L’apprendistato, poi, non è la stessa cosa nei vari settori produttivi e imprenditoriali, per cui si articola in varie fatti-
specie.
Per quanto riguarda la panificazione ci sembra utile sapere cosa ne pen- sano soprattutto i giovani e come è giudicato da lo- ro il lavoro in panificio. Ascoltando alcune rifles- sioni, emergono giudizi e pensieri favorevoli sia ad un necessario e corretto iter formativo per “ap- prendere il mestiere”, sia per un lavoro che non ri- sente più, come invece in passato, del tabù del sacrificio relativo ai di- versi orari e impegni ri-
spetto ad altre categorie
produttive.
E come far conoscere ai giovani il mondo del pa- ne e del lavoro connes- so?
Le associazioni dei pani- ficatori di alcune provin- ce lombarde hanno scel- to di portare i giovani nei propri forni, altre di por- tare i forni in piazza.
Lo scopo è avvicinare la gente al pane facendo conoscere i delicati pro- cessi di lavorazione e le insostituibili proprietà nutritive e di gusto che ha il pane. E per quanto attiene ai giovani, scola- resche per lo più, si spar- ge il benefico seme della curiosità e della passione che induce col tempo a intraprendere il lavoro di xxxxxxx.
I corsi delle scuole pro- fessionali aumentano in tutte le province perché è sempre attiva la do- manda di iscrizione da parte di molti ragazzi che seguono l’iter formativo con interesse e passione, per niente spaventati dai sacrifici che può xxxxxx- dere il futuro lavoro in
panificio, ma fortemente
attratti dal poter esplicare la propria creatività met- tendo direttamente le “mani in pasta”.
Insomma, da una nostra seppur breve indagine, per lo più condotta inter- vistando i panificatori e soprattutto i visitatori presenti nelle esposizioni e manifestazioni di setto- re, sembra che quella del fornaio e del pasticciere sia un’attività che man- tiene alto l’interesse dei giovanissimi che, oggi più che in passato, vo- gliono mettersi in gioco e non temono qualche sacrificio.
Alzarsi di notte per lavo- rare gli impasti e cuocere al forno non piace a nes- suno? E’ un luogo comu- ne forse superato, rac- contano i ragazzi intervi- stati.
Frutto certamente anche della buona e persistente azione informativa e d’immagine che l’Unione Regionale dei Panificato- ri Lombardi e le Associa- zioni provinciali sanno proporre e non si stanca- no di diffondere.
cali, alle qualifiche dei
dipendenti (apprendi- stato compreso come in questo numero del gior- nale), senza una più ampia visione della na- tura complessiva delle aziende che hanno cer- tamente una finalità economica, ma con in- negabili conseguenze benefiche di tipo socia- le.
Per l’aspetto economico basti dire che l’azienda è una realtà che ha come requisito per la sua stes- sa sopravvivenza la crea- zione di “profitto”. Ma sempre in funzione eco- nomica, benchè di ordi- ne più generale, non va assolutamente dimentica- to che, proprio perché l’impresa è produttrice di ricchezza, questa non va a vantaggio del solo im- prenditore ma di tutti: dai dipendenti ai fornito- ri; dal territorio alla com- pagine sociale, perché essa è radicata in un am- biente e in un contesto sociale.
L’impresa non è soltanto un soggetto passivo ri- spetto alle leggi e al mer-
xxxx, ma è anche sogget- to attivo perché tutte le sue iniziative di produ- zione e i suoi stessi pro- dotti vanno a incidere profondamente sulle realtà con cui entra in contatto. Per cui è stru- mento di benessere per tutta la comunità nell’am- bito della quale opera ed ha legami con i molti soggetti con cui si rela- ziona direttamente e in- direttamente.
Oltre quindi alla funzio- ne economica da attri- buire all’impresa, è giu- sto riconoscerle l’altret- tanto importante funzio- ne sociale.
La buona impresa produ- ce e arreca vantaggi per tutti, come si rileva os- servando che le nazioni in cui si sta meglio, dove c’è maggior benessere diffuso, sono proprio quelle in cui il sistema economico è ben svilup- pato e favorito dal conte- sto politico, sociale e cul- turale.
Il bilancio aziendale è importantissimo, anche
se l’impresa non è solo i suoi numeri. Non è solo il suo bilancio. La ric- chezza che può e deve produrre è un elemento indispensabile per la sua stessa sopravviven- za. La positiva conse- guenza, però, è che se un’azienda produce uti- le tanti ne traggono be- neficio, perché l’impre- sa è anche i suoi dipen- denti e le loro famiglie. Anche i fornitori e le lo- ro famiglie. E anche i suoi vicini. I suoi clienti. Insomma, un mondo di relazioni assai vasto ed articolato.
Per cui va facilitata, non ostacolata con un siste- ma di regole che chi fa qualcosa, qualunque co- sa, sa quante sono e quanto difficili da rispet- tare.
In conclusione, l’impren- ditore e l’azienda vanno considerati come prota- gonisti positivi della co- munità riconoscendo il loro importantissimo ruolo nella creazione di ricchezza sociale.
Un prestigioso patrimonio per la formazione dei fornai lombardi
SCUOLE DI PANIFICAZIONE E AGENZIE FORMATIVE
C.A.P.A.C. Politecnico del Commercio
V.le Murrillo, 17 - 00000 Xxxxxx Tel. 02/403051 Fax 02/00000000
ABF Azienda Bergamasca Formazione
Xxx Xxxxx Xxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxx Tel. 035/0000000 Fax 035/361890
E-mail: xxx.xxxxxxx@xxx.xx - Xxx X. Xx Xxxxx, 0 – 00000 Xxxxxx Xxxxxxx (XX) - Tel. 0363/350075 Fax 0363/351819
Xxx Xxxxxxxxxx, 00 - 00000 Xxxxxxxxx (XX) E-mail: xxx.xxxxxxxxx@xxx.xx
Fondazione Istituto Sordomuti di Bergamo
Xxx Xxxxx, 00 - 00000 Xxxxx Xxxxxxx (XX) Tel. 035/340444 - Fax 035/0000000
E-mail: xxxx@xxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx
Xxx Xxxx X.xxx XXXXX, 0 – 24030 Celana di Caprino Bergamasco (BG) Tel. 035/0000000 – Fax 035/417542
Scuola per Panificatori e Pasticceri di Como c/o ENAIP
Xxx Xxxxx Xxxxxxxxx 000 - 00000 Xxxx Tel. 031/ 000000 - Xxx 031/ 306783
E-mail: xxxx@xxxxx.xxxxxxxxx.xx
Scuola per Panificatori e Pasticceri di Cremona c/o ENAIP
Piazzale D. Luzzara 1 - 26100 Cremona Tel. 0372/ 37848 - Fax 0372/ 20529
E-mail: xxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxx.xx - sito: xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx
Istituto professionale Xxxxxxx Xxxxx xxxxx Xxxx
Xxxxx Xxxx, 00 - 00000 Xxxx
Xxx. 0000/00000 - Fax 0371/431228
ECFOP
Xxx X. Xxxxxx 00 - 00000 Xxxxx
Tel. 000 000000 - Fax 000 000000 - E-mail: xxxx@xxxxx.xx
IAL Lombardia
Xxx Xxxxx Xxxx 0 - 00000 Xxxxxxx (XX) Tel. 02/ 00000000 Fax 02/ 0000000
E-mail: xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxx.xx - Cordinatore: Xxxxx Xxxxx
Scuola Varese Agenzia Formativa
c/o Centro Formazione professionale
Xxx Xxxxx Xxxxxxxx 00/X - 00000 Xxxxxx Tel. 0332/ 810421 Fax 0332/ 810601
Enaip Lombardia
Xxx Xxxxxxx, 000 – 21052 Busto Arsizio (VA) Tel. 0331/372111 681778 Fax 0331/681171E-mail: xxxxx@xxxxx.xxxxxxxxx.xx Istituto Professionale di Stato X. Xxxxxxx
Via Forni, 1 – 21013 Xxxxxxxxx (XX) - Xxx. 0000/000000
X.X.X. Xxxxxxx
Xxx X. Xxxxxxx, 00 - 00000 Xxxxxxx XX
Tel. 030/0000000 Fax 030/0000000 - Xxx Xxxxxxx, 00 - 00000
Xxxxxxx Xxxxx XX - Tel. 030/0000000 Fax 030/0000000 Web: xxx.xxxxxxxxxx.xx - E-mail: xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxx.xx Xxxxxx Xxxxxxxxx X. Xxxxxxxxxx
Xxx X.xxx Xxxxx, 00 - 25056 Ponte di Legno BS Tel. 0364/91390 Fax 0364/900466
Web: xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx - e-mail: xxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx
Centro Fornitura X. Xxxxxxxxxx
Via Pertini, 16 - 25049 Clusane d’ Iseo BS Tel. 030/989522 Fax 030/0000000
E-mail:xxxxxxxxx.xxxxxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx
I.P.S.S.A.R. Xxxxxx Xxxxxxxx
Xxx Xxxx, 00 - 00000 Xxxxxxx XX
Tel. 030/0000000 - 030/0000000 Fax 030/0000000
Web: xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx - E-mail: xxxxxxxxx@xxxxxxxxx.xxxxxxx.xx
Fondazione X. Xxxxxxx - Ente di Formazione Professionale
Xxx Xxx Xxxxxx Xxxxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxx XX Tel. 039/0000000 Fax 039/0000000
Web: xxx.xxxxxxx.xxxxxxxxx.xx - E-mail: xxxxxx@xxxxxxx.xxxxxxxxx.xx
Centro Formazione Professionale Xxxx Xxxx
Xxx Xx Xxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxxxxx XX
Tel. 0341/202057 - 0341/580359 Fax 0341/200364
Web: xxx.xxxxxxxxxxx.xx - E-mail: xxxx@xxxxxxxxxxx.xx
A.P.A.F. Agenzia provinciale per le attività formative
Località Xxxxxx Xxxxxxx - 00000 Xxxxxxx XX Tel. 0341/840250 - Fax 0341/802111
Web: xxx.xxxxxxxxxxx.xx - E-mail: xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxx.xx
Istituti Santa Paola
Xxxxxx xxx Xxxxx, 00 X - 00000 Xxxxxxx XX Tel. 0376/325617 Fax 0376/382213
Web: xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx E-mail: xxxxx@xxx.xx
CIOFS / FP
Xxx Xxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxxxx Xxxxxxx XX Tel. 02/0000000 - Fax 02/00000000
E-mail:xxxxxxxxxx_xxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxx.xx
A.P.O.L.F.
Xxx Xxx Xxxxxxxx Xxxxx, 00 - 00000 Xxxxx PV Tel. 0382/471389 - Fax 0382/574198
E-mail: xxxx@xxxxxxxxxx.xxx.xx xxxxx@xxxxxxxxxx.xxx.xx
I.P.S.I.A. Pollini
Sede Alberghiero: Xxxxxx X. Xxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxx XX Tel. 0384/296401 Fax 0384/93619
E-mail: xxxxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxx.xx
Sede: Xxx Xxxxxxxx, 0 - 00000 Xxxxxxx XX Tel. 0384/98176 Fax 0384/296068
E-mail: xxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxx.xx
Xxxxxxxxxx X. Xxxxxxx
X.xx Xxxxxx, 00/x – 27029 Vigevano PVTel. 0381/091461 Fax 0381/091462E-mail: xxxxxxxx@xxxxxxx.xxxxxxxxx.xx Azienda Speciale per la Formazione
Xxx X. Xxxxx, 0 – 00000 XxxxxxxXxx. 0342/515290 Fax 0342/513319E-mail: xxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx Web: www.pfpvaltellina.itVia A. Zubiani, 37
23035 Sondalo SO Tel. 0342/801551 – Fax 0342/801246